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L’ANALISI DEL COMPORTAMENTO APPLICATA (ABA) E IL COMPORTAMENTO VERBALE Tiziana Bossis Cristina De Carluccio Analiste del Comportamento 5°C.D. Giugliano in Campania (Na) Gennaio - Aprile 2018 1

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L’ANALISI DEL COMPORTAMENTO APPLICATA (ABA)

E

IL COMPORTAMENTO VERBALE

Tiziana Bossis

Cristina De Carluccio

Analiste del Comportamento

5°C.D. Giugliano in Campania (Na)

Gennaio - Aprile 2018

1

Argomenti del 22 Marzo 2018

Strumenti di valutazione

Insegnamento linguaggio in tutti i suoi operanti verbali

Insegnamento in DTT e NET

Dal DTT alla generalizzazione in NET

Esempi e differenze fra insegnamento in DTT e in NET

Primi insegnamenti

Insegnamenti a scuola

2

STRUMENTI DI VALUTAZIONE

VB-MAPP

ABLLS

3

VB- MAPP del 2008 tradotto nel 2012 in italiano

(Vannini Editrice)

Mark Sundberg

4

STRUMENTI DI VALUTAZIONE

Il VB-MAPP (Verbal Behavior Mapp) valuta 170 tappe evolutive

fondamentali per lo sviluppo del linguaggio e delle abilità sociali nei

bambini con autismo o disturbo generalizzato dello sviluppo.

Le tappe sono evolutivamente equilibrate e sequenziate, lungo tre

diversi livelli di sviluppo del bambino neurotipico:

• 0-18 mesi

• 18-30 mesi

• 30-48 mesi

5

VB-MAPP

16 aree

Livello 1 (0-18 mesi)

Livello 2 (18-30 mesi)

Livello 3 (30-48 mesi)

•Mand • Tact •Ascoltatore •VP-MTS •Gioco indipendente •Comportamento sociale e gioco •Imitazione Motoria •Ecoico •Vocale

•Mand • Tact •Ascoltatore •VP-MTS •Gioco indipendente •Comportamento sociale e gioco •Imitazione Motoria •Ecoico •Ascoltatore RAFCC •Intraverbale •Routine di classe e abilità di gruppo •Struttura linguistica

•Mand • Tact •Ascoltatore •VP-MTS •Gioco indipendente •Comportamento sociale e gioco •Lettura •Scrittura •Ascoltatore RAFCC •Intraverbale •Routine di classe e abilità di gruppo •Struttura linguistica •Matematica

6

7

VB-MAPP

1) Valuta i prerequisiti linguistici

fondamentali per lo sviluppo del

comportamento verbale in accordo alla

classificazione degli operanti verbali proposta

da B.F. Skinner (mand, tact, ecoico,

intraverbale).

8

VB-MAPP

2) fornisce una panoramica esaustiva

delle competenze verbali di un bambino

rispetto ai suoi coetanei neurotipici

9

VB-MAPP

3) permette la stesura di un progetto educativo

individualizzato (PEI), realizzato sulla base dei

punti di forza e di debolezza dimostrati dal

singolo bambino

10

VB-MAPP

4) basato sull’applicazione delle procedure

d’insegnamento derivate dall’Analisi del

Comportamento.

11

VB-MAPP Due punti di forza:

• Barriere all’apprendimento

• Collocazione educativa più adeguata per insegnare

12

BARRIERE ALL’APPRENDIMENTO

Comportamenti problema

Controllo istruzionale

Mand deficitario

Tact deficitario

Ecoico deficitario

Imitazione deficitaria

VP-MTS deficitaria

Ascoltatore deficitario

Intraverbale defcitario

Abilità sociali defcitarie

Dipendenza da prompt

Scrolling

Scanning deficitario

Discriminazione condizionale deficitaria

Fallire a generalizzare

Rinforzatori deboli

Requisito di risposta indebolisce MO

Dipendenza dal rinforzo

Autostimolazione

Articolazione deficitaria

C. ossessivo-compulsivi

C. iperattivo

Incapacità a stabilire contatto oculare o mantenere attenzione

Difese sensoriale

13

TRANSIZIONI

• Punteggi tappe evolutive fondamentali VB-MAPP

• Punteggi barriere VB-MAPP

• Comportamenti problema e controllo educativo

• Routine di classe e abilità di gruppo

• Abilità sociale e gioco sociale

• Lavoro scolastico indipendente

• Generalizzazione

• Gamma di rinforzatori

•Frequenza delle acquisizione di abilità

•Mantenimento di nuove abilità

• Apprendimento in ambiente naturale

•Transfert senza training

• Adattabilità al cambiamento

• Comportamenti spontanei

• Autogestione del tempo libero

• Autonomie generali

•Abilità ad utilizzare il bagno

•Abilità di mangiare

14

…L’ ANALISI DEL COMPITO E

IL MONITORAGGIO DELLE ABILITÀ

Possono fornire un orientamento e una guida per la stesura del curriculum

del programma di intervento

Quali sono i prerequisiti per raggiungere quella tappa evolutiva miliare?

Per esempio per l’operante mand il bambino non fa richieste, ma indica o porta

l’adulto vicino ad un oggetto di suo interesse?..o ancora per l’operante tact non

denomina animali o oggetti di suo interesse, ma dice per esempio mamma?

15

ABLLS del 2006 tradotto in italiano nel 2011

(Orma Editing)

James Partington

16

RIADATTAMENTO DI MATERIALE DI VINCENT CARBONE

VB MAPP ABLLS

170 pietre miliari

16 aree

Veloce somministrazione

Sequenza delle pietre miliari segue lo sviluppo del bambino neurotipico

livelli di sviluppo si rifanno a tre precise fasce di età

Barriere all’apprendimento

Facilita stesura del PEI

466 singole competenze

25 aree

Lenta somministrazione

Sequenza delle competenze non segue lo sviluppo del bambino neurotipico

Non sono presenti competenze divise per età

assenti

Non aiuta nella stesura del PEI

17

VERBAL BEHAVIOR (SKINNER, 1957)

COMPORTAMENTO VERBALE:

Comportamento operante rinforzato attraverso la mediazione di un’altra persona.

18

VERBALE non significaVOCALE!

Vocale Non- vocale

Verbale

Parlare o emettere suoni tramite l’apparato vocale, la cui probabilità di emissione futura è dettata da come gli altri rispondono.

Scrivere, fare gesti, indicare, fare segni, usare figure/foto. Comportamenti non vocali la cui probabilità di emissione futura è dettata da come gli altri rispondono.

Non-Verbale

Tossire, sbadigliare, emettere suoni con l’apparato vocale.

Camminare, andare al lavoro, bere, raccogliere fragole.

19

F. Degli Espinosa, WS 1 BARI, 2009

FUNZIONI INDIPENDENTI DI UNA PAROLA

Ogni parola va insegnata in ogni operante verbale

MAND

TACT

ECOICO

INTRAVERBALE

ASCOLTATORE…

20

TUTTI I SIGNIFICATI DELLA PAROLA TARGET

PANE

Vedo e voglio pane e lo dico o lo segno (MAND)

Vedo e dico pane (TACT)

Sento pane e ripeto pane (ECOICO)

Mi chiedono “che cos’è”? E rispondo “pane” (INTRAVERBALE)

“Passami il pane” e consegno il pane (ASCOLTATORE/RICETTIVO)

Leggi “pane” e leggo la parola “pane” (TESTUALE)

21

INSEGNAMOLE!

MAND

(RICHIESTE)

TACT

(DENOMINAZIONE/EICHETTAMENTO)

ECOICO

(IMITAZIONE VOCALE)

INTRAVERBALE ASCOLTATORE

A

In stato di

deprivazione

Indicando il

biberon

La mamma

dice latte

“La bimba beve il..”

“Prendi il latte dal frigo”

B

Chiede “latte”

Dice “latte”

Ripete “latte”

“Latte”

Prende il latte dal

frigo e lo dà

C

Ottiene latte

“Sì, latte!”

“Bravissima!

Riceve

solletico

La mamma gli sorride

22

INSEGNAMENTO DEL LINGUAGGIO IN TUTTI I SUOI OPERANTI VERBALI

INSEGNIAMO:

risposte verbali specifiche legate alla motivazione del nostro studente (mand)

risposte non verbali (ricettivo)

risposte verbali identiche a ciò che è stato appena detto (ecoico)

risposte verbali a stimoli non verbali dell'ambiente (tact)

risposte verbali a ciò che è stato appena chiesto (intraverbali)

23

24

ABA TRAINNG IN AMBIENTE NATURALE

(NET)

INSEGNAMENTO STRUTTURATO

(DTT)

GENERALIZZIONE

PROCEDURE PER INSEGNAMENTO STRUTTURATO (DTT) EFFICACE identificare il rinforzatore

ruotare le attività, evitando di lavorare a blocchi

usare l'apprendimento senza errori

alternare risposte facili con risposte difficili

aumentare gradualmente le difficoltà delle risposte

fare delle brevi pause tra un'attività e l'altra

25

DAL DTT ALLA GENERALIZZAZIONE NET

Per l'apprendimento dei bambini con autismo è necessario iniziare l'insegnamento

per prove distinte (DTT), ma proprio a causa della loro condizione questi bambini

hanno difficoltà a generalizzare le abilità apprese, non riuscendo a trasferirle al di

fuori del contesto di insegnamento.

Bisogna programmare un intervento che abbia come obiettivo il trasferimento (la

generalizzazione) di ciò che è stato appreso seduti al tavolino e di fronte a

specifici materiali didattici all'ambiente quotidiano naturale del nostro studente.

26

DAL DTT ALLA GENERALIZZAZIONE NET

In NET l'insegnamento non è strutturato, ma è PIANIFICATO, questo

significa che l'adulto manipola la motivazione dello studente verso

determinati rinfozatori :

per aumentare il numero delle richieste

per generalizzare le risposte acquisite

per “lavorare”in modo naturale su tutti gli operanti verbali

Questo significa che dopo che tutti gli obiettivi sono stati raggiunti in DTT

possiamo passare ad un'attività in NET, avendo cura di scegliere un'attività

divertente, che offra molte possibili risposte, verbali e non verbali.

27

ESEMPIO: dal DTT al NET

Prima insegno in DTT, in tutti gli operanti verbali, i nomi degli animali della fattoria e dopo

faccio giocare il bambino con i giochi della fattoria.

Se il bambino durante il gioco con la fattoria

tocca su richiesta gli animali

li nomina

ripete i loro nomi appena sentiti e

risponde a quale fra loro fa quei versi

allora possiamo avere la certezza che c'è stato un trasferimento in NET delle abilità acquisite

in DTT, dunque possiamo affermare che sia avvenuta la generalizzazione di quelli specifici

target.

28

ESEMPIO: dal DTT al NET

29

MAND

(RICHIESTE)

TACT

(DENOMINAZ.)

INTRAVERBALE

RICETTIVO

ECOICO

MUSICA (del gioco della fattoria)

Dice “Mucca”

(Chi fa “qua -qua”?) “Papera”

Tocca “gallo” (su richiesta)

Dì “Rana”

ESEMPIO di NET Iniziale

B: Video

T: Quale vuoi (mostrando due video)

B: Indica Video Paperino

T: Consegna la scatola chiusa, in modo che il bambino non possa aprirlo da solo

B: Apri

T: apre la scatola

La scatola è vuota: il bambino guarda il tutor e la scatola

B:video

T: dammi video (incoraggia a prolungare la frase)

B: dammi video

T: consegna il video

Il bambino inserisce il video

B: accendi

T: tutor accende la televisione

T: siediti

Il bambino si siede ed inizia a guardare il video. Il tutor lo ferma e indica sul video.

T: che cos'è?

B: “casa”

T: che cos'è?

B: “gatto”

T: come fa il gatto?

B: miao

B: “accendi”

T: accendi il video (incoraggia a prolungare la frase)

B: “accendi il video”

T: riaccende il video

30

Francesca Degli Espinosa, 2009

INSEGNAMENTO

NET

DTT

Sessioni poco

strutturate

Sessioni altamente

strutturate

31

INSEGNAMENTO

NET DDT

Velocità di insegnamento

è determinato dallo

studente (come in una

situazione di gioco).

Ritmo di presentazione di

prove è stabilito

dal'insegnante.

32

INSEGNAMENTO

33

NET DTT

Condizione di

operante libero

Apprendimento

avviene per prove

distinte

INSEGNAMENTO

NET DDT

Assenza di un ordine

predeterminato per la

presentazione delle

istruzioni

La presentazione delle

istruzioni è determinata

da una sequenza specifica

34

INSEGNAMENTO

NET DDT

Gli stimoli presentati si

basano sulla motivazione

dello studente

Gli stimoli presentati non

sono correlati alla

motivazione dello

studente

35

INSEGNAMENTO

36

NET DDT

Gli stimoli presentati

durante le prove di

insegnamento

variano spesso

Gli stimoli target

vengono ripetuti

fino al

raggiungimento del

criterio

INSEGNAMENTO

NET DDT

I rinforzatori sono

funzionali alle risposte

dello studente

Non c'è correlazione

funzionale tra le risposte

ed i rinforzatori

37

INSEGNAMENTO

NET DDT

- Le contingenze di

modellaggio sono meno

rigide

- Ogni vocalizzazione è

rinforzata

Risposte corrette o

approssimazioni

successive sono rinforzate

spesso

38

INSEGNAMENTO

NET DDT

Minore necessità di utilizzare

procedure specifiche per la

generalizzazione, perché gli

stimoli presentati, i rinforzatori

ed i prompts utilizzati sono già

naturalmente presenti

nell'ambiente di insegamento

L'utilizzo di procedure

specifiche per la

generalizzazione è necessario,

perché gli stimoli, i rinforzatori

e i prompts non sono presenti

negli ambienti naturali.

39

DIFFERENZE TRA DTT E NET

DTT NET

STIMOLI • Scelto dall'istruttore • ripetuto fino a criterio raggiunto (indipendentemente dalla funzionalità in ambiente naturale)

• Scelto dallo studente • variabile

INTERAZIONE Istruttore mostra lo stimolo, che non è funzionale all'interazione

Istruttore e studente interagiscono/giocano con lo stesso stimolo

RISPOSTA Rinforzo dipendente da risposta corretta o approssimazione

Contingenza meno rigida, tentativi verbali ricevono rinforzo

CONSEGUENZA Non specifica all'interazione Rinforzatori edibili + sociale

Contingenze naturali di rinforzo (poter giocare con l'attività) associati a rinforzo sociale

40

(tabella adattata da Sundberg & Partington, 1998)

ESEMPI DI INSEGNAMENTO DEL LINGUAGGIO IN AMBIENTE NATURALE (NET) Insegnare al bambino :

a richiedere vari giocattoli durante una sessione di gioco

libero

a richiedere vari alimenti al momento della merenda

a rispondere a domande mentre gioca ad "indovina chi?"

gli avverbi di luogo mentre gioca con la casa delle bambole

a completare le parole mancanti di una canzoncina che gli

piace

41

VIDEO NET

Laura che gioca con il papà e la sorella con la palla (mand - palla)

Laura al bagnetto (intraverbale)

Laura girotondo (intraverbale)

Laura con sorella (mand - palla)

Laura poco prima di cena (mand - pane) (17 Gennaio 2018)

42

PERCHE' insegnare il linguaggio in ambiente naturale?

Perché l'apprendimento è basato sulla motivazione dello studente

dunque è molto più rapido

Perché l'apprendimento può essere condotto da chiunque (insegnanti,

genitori, compagni)

Perché l'insegnamento è associato a condizioni meno avversive, quindi

ci sono minori possibilità di incorrere in comportamenti problema

Perché le interazioni in ambiente naturale sono per natura sempre

diverse (come accade negli scambi verbali tra neurotipici)

Perché non serve utilizzare strategie specifiche per la generalizzazione,

in quanto è l'ambiente stesso a favorirla e mantenerla nel tempo

43

PRIMI INSEGNAMENTI: RICHIESTE E…

la COMUNICAZIONE delle RICHIESTE attraverso un training intensivo e

la scelta dell'esatto sistema comunicativo per quello studente.

Infatti se è possiede un buon ecoico insegniamo le richieste vocali

in caso contrario sceglieremo un sistema di CAA*

* CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa).: insieme di segni, simboli e apparecchiature per la

compensazione parziale o totale, temporanea o permanente, di gravi difficoltà

nell'emissione di linguaggio parlato. Per esempio rientrano tra queste il linguaggio dei

segni o le PECS.

44

45

PANE (“ANE)

COLORE (“COTITI”)

PATATINA (“TINA”)

LIBRO (“LIBO”)

VIDEO MAND SEGNATO LAURA

Biscotto (14/12/2018) – Pane (23/12/18)

46

PRIMI INSEGNAMENTI: …COLLABORAZIONE

Una volta che lo studente è motivato a stare con noi, (a pairing

avvenuto), mentre iniziamo ad insegnare le richieste, cerchiamo di

raggiungere, tramite il ritardo di consegna del rinforzatore, il controllo

istruzionale,

la COLLABORAZIONE del nostro studente

COME?

Organizzando centinaia di opportunità al giorno, in cui il rinforzatore

richiesto viene dato solo DOPO che lo studente ha eseguito una nostra

semplice istruzione, alla quale segue rinforzo immediato.

47

PRIMI INSEGNAMENTI

Una volta che lo studente ha acquisito dalle 3 alle 5 richieste e, in

alcuni casi anche prima, se per esempio lo studente chiede

“patatina”, la sequenza per insegnare la collaborazione è la

seguente:

48

Studente: “patatina”

Adulto mostra la patatina e dice “fai questo” (selezionare

istruzioni semplici)

Studente imita l'azione

Adulto consegna la patatina

PRIMI INSEGNAMENTI: COMPETENZE SOCIALI

Autismo Deficit nella reciprocità sociale, che non

migliora nel tempo, ma anzi può peggiorare con l’aumento

delle complessità delle richieste sociali durante la crescita

(Carter, Davis, Klin & Volkmar, 2005)

Per i bambini con autismo la reciprocità sociale non

costituisce rinforzo, pertanto bisogna fare in modo che

diventi rinforzante.

COMPETENZE SOCIALI: ATTENZIONE E CONTATTO OCULARE

Considerando che già intorno ai 18 mesi i bambini a sviluppo tipico cominciano a

chiedere attività o oggetti ad altri bambini, nei nostri bambini con autismo

questa abilità va programmata e insegnata

A SCUOLA

PRIMO OBIETTIVO: insegnare a fare richieste ai pari*

Per aumentare le interazioni sociali

Per correlare i pari al rinforzatore

*(uno degli obiettivi iniziali per lo sviluppo delle prime abilità sociali)

COMPETENZE SOCIALI: ATTENZIONE E CONTATTO OCULARE

A scuola Predisporre un’attività rinforzante per il bambino con autismo per esempio un puzzle (che

già sa fare) e far svolgere l’attività con un pari (guidato dall’adulto).

1. Inizialmente non appena il bambino con autismo si siede al suo stesso tavolo, il pari

dovrebbe consegnargli uno dei suoi rinforzatori (per esempio un pezzo di puzzle, o di

qualcosa di edibile) e

2. continuare a consegnare rinforzatori tutte le volte che il nostro studente mostra

interesse per il suo compagno (per esempio muovendosi verso di lui o guardandolo)

3. successivamente, a pairing avvenuto, il pari potrebbe iniziare a trattenere l’oggetto o

l’edibile per farsì che si crei l’opportunità che il nostro studente faccia qualche richiesta.

4. se ciò non accade, entro 3’-5’’, l’adulto dirà al compagno di suggerire vocalmente la

richiesta per esempio “puzzle” o “patatina” o altro.

L’ATTENZIONE SOCIALE: RINFORZATORE CONDIZIONATO

Associare e correlare stimoli neutri (per esempio l’attenzione sociale) con rinforzatori

può farsì che lo stimolo neutro assuma proprietà rinforzanti e diventi un rinforzatore

condizionato o secondario.

(Cooper, Heron & Heward 2007)

Pertanto, nel caso del nostro studente, significa che l’attenzione sociale sarà

funzionale all’ottenimento di qualcosa, i suoi rinforzatori.

Passaggio questo, che diversamente dai pari in cui avviene in modo naturale,

va accuratamente programmato.

IL CONTATTO OCULARE

Alcune volte il contatto oculare nasce spontaneamente quando si iniziano a fare le richieste,

ma se questo non accade bisogna programmarlo in modo specifico.

Per esempio quando il nostro studente fa delle richieste senza accompagnarle con il contatto

oculare non ottiene quello che ha chiesto.

Le ricerche in letteratura suggeriscono di:

- trattenere il rinforzo all’altezza degli occhi (Greer, Ross, 2007; Hwang & Hughes, 1995)

- guidare fisicamente la testa del bambino a guardare verso l’adulto (Greer, Ross, 2007,

Hegelson, Fantuzzo, Smith & Barr, 1989).

EVITIAMO di dire “guardami” perché il nostro studente rimarrebbe sempre dipendente dal

nostro prompt

COMPETENZE DI GIOCO

I bambini con autismo presentano spesso

comportamenti auto-stimolatori perché hanno interessi

ristretti, ripetitivi e stereotipati.

Pertanto è necessario insegnare loro repertori di gioco,

da fare sia in interazione con i pari che da soli durante il

tempo libero.

Questo sia per tenerli occupati in maniera più

appropriata, sia per un significativo decremento di

comportamenti auto-stimolatori.

COMPETENZE DI GIOCO

Scegliere un gioco o un’attività che è

composta da più parti e predisporre

una task analysis (una catena di

stimoli e risposte) per insegnare ogni

singolo passo dell’intera attività.

A SCUOLA

INTEGRAZIONE SCOLASTICA =

Per il nostro studente: Apprendere ad interagire con i suoi pari

Per i suoi pari: imparare a conoscere ed apprezzare la diversità del nostro studente

Elena Clò

56

INTEGRAZIONE SCOLASTICA

Se un bambino non è in grado di fare

richieste, di imitare, di rispondere ad

istruzioni di gruppo, anche se

trascorrerà il suo tempo in aula, sarà

comunque isolato socialmente.

57

PREREQUISITI INTEGRAZIONE SOCIALE

assenza di comportamenti problemi

rispettare le istruzioni contestuali (“siediti”)

saper fare richieste agli adulti rispetto ad attività o oggetti preferiti

comprendere semplici istruzioni

eseguire, senza andare in comportamento problema, transizioni di

attività o luogo

rispondere alle richieste dei pari

stare seduti in gruppo

imitare spontaneamente gli altri

imitazione dei giochi dei pari e dei loro movimenti

58

COMPITI DEGLI INSEGNANTI

Insegnante di sostegno Rinforza ogni migliore approssimazione

Guida con il tipo di prompt più consono nel minor modo possibile e comunque sfumando quanto prima

Inizia l’insegnamento con suggerimento a 0 (senza errori)

Guida e modella le interazioni con i pari di età al livello adeguato del bambino

Prende dati: pochi, ma buoni

Insegnante di classe Concorda con l’insegnante di sostegno la

programmazione individualizzata

Condivide obiettivi di massima

Coinvolge l’alunno nello svolgimento della lezione in base alle sue competenze

Sa come e cosa rinforzare

E’ informata sulle procedure di gestione di eventuali emergenze comportamentali che sono state concordate

59

Paola Nobile

INSEGNANTE ESPERTO

Sa come motivare il suo studente e portarlo a fare richieste

Ha un ritmo sostenuto di insegnamento

Alterna compiti facili e difficili

Variando anche zone di insegnamento nell’aula o nella scuola

Mantiene un alto tasso di successo per il suo studente (proponendo 80% di abilità acquisite e 20% di nuove abilità)

Prende dati sull’apprendimento

60

Paola Nobile

COMPETENZE SOCIALI A SCUOLA

(INTERVISTA A DOCENTI DI SCUOLA DELL’INFANZIA)

Competenze cruciali per l’inserimento sociale

1. Comunicare i propri bisogni

2.Non distruggere ambienti e o giochi

3. Eseguire le istruzioni

4. Rispettare i turni

5. Collaborazione

6. Tolleranza a non ottenere (o non subito)

quanto richiesto

7. Dimostrare sensibilità verso gli altri

NATIONAL CENTRE FOR EDUCATION STATISTICS (USA, 2000)

INSEGNAMENTI A SCUOLA

1. Comportamento adattivo

2. Attenzione

3. Linguaggio ricettivo

4. Linguaggio espressivo

5. Abilità sociali

6. Autonomie personali

7. Autonomie sociali

8. Abilità accademiche

IL TEMPO A SCUOLA, UN TEMPO DI QUALITÀ

Programma

Individualizzato

strutturato

OBIETTIVI SPECIFICI in tutte le aeree di apprendimento

COMUNICAZIONE: fare richiesta ai pari

ASCOLTATORE: comprendere istruzioni di gruppo

GIOCO: rispettare il turno dei giochi con i pari

MOTRICITA’ (GROSSOLANA): imparare ad evitare ostacoli in percorsi strutturati

….

PROGRAMMA (INDIVIDUALIZZATO) STRUTTURATO

Attività brevi e concatenate

- per mantenere alto il livello di motivazione

- per prevenire l’insorgere di comportamenti problema

Attività di coppia o di gruppo che creino l’occasione per fare richieste specifiche come ad esempio la richiesta ai compagni di parti mancanti per completare un gioco

Materiale a disposizione visibile, ma non accessibile, se non attraverso la richiesta all’adulto

INTEGRAZIONE SCOLASTICA PROGRAMMATA

Programmare in modo specifico e individualizzato le abilità in tutte le diverse aree di

apprendimento

Formare educatori ed insegnanti di sostegno

Suscitare disponibilità ed interesse nei compagni di classe; renderli competenti con

(insegnamento specifico) nell’aiutare a guidare

Disponibilità, condivisione e collaborazione con le insegnanti

Disponibilità della famiglia nel procurare ed integrare il materiale per aumentare la varietà di

attività e giochi

(Paola Nobile)

INSEGNAMENTO EFFICACE SE

Lo studente:

partecipa attivamente

ha successo (apprendimento graduale)

L’insegnante utilizza strategie efficaci:

seleziona obiettivi

insegnamento senza errori

monitora apprendimenti

La famiglia è ATTIVAMENTE coinvolta

66

PARTECIPAZIONE ATTIVA

Lo studente deve esibire un comportamento adattivo:

Sedere composto

Aspettare

Lavorare in silenzio e con le mani ferme

Tollerare accesso negato

Tollerare fine attività preferita

Attività di routines di classe come quelle dei loro pari

67

PARTECIPAZIONE ATTIVA

Lo studente NON deve esibire comportamenti

problema:

Auto o etero-agressivi

Di non compliance

Stereotipie motorie e verbali

Ecolalia o frasi stereotipate o bizzarre

Comportamenti ripetitivi, compulsioni o rituali

68

PARTECIPAZIONE ATTIVA

PROMUOVERE INDIPENDENZA

Lo studente deve essere in grado di fare da solo quanto più possibile

69

INDIPENDENZA

AUTONOMIE PERSONALI

Autonomia al bagno

Sapersi svestire e rivestire

Preparazione dello zaino

Preparazione del banco e consumo della merenda

AUTONOMIE SOCIALI

Stare a scuola in modo consono

Muoversi con dimestichezza nella scuola

Interagire con i compagni in modo appropriato

Mangiare alla mensa in modo consono

70

INDIPENDENZA

AUTONOMIE SCOLASTICHE

Abilità sociali ◦ Rispondere al saluto dei compagni o farlo lui per primo

◦ Bussare e aspettare il permesso di aprire una porta chiusa

◦ Routines

◦ Assistere l’insegnante

◦ Consegnare messaggi in altre classi

◦ Distribuire fotocopie o altro materiale ai compagni

◦ Pulire la lavagna

Abilità sociali con i pari: o Imitare i pari

o Iniziare un’attività di gioco

o Offrire/condividere

o Seguire istruzioni dai pari

o Commentare o reciprocare informazione con i pari

71

INTERROGATIVO COSTANTE DEL NOSTRO INSEGNAMENTO

Stiamo lavorando per promuovere

l’indipendenza del nostro studente?

72

PER STUDENTI CON AUTISMO

73

SCUOLA ABILITA’

ACCADEMICHE

ABILITÀ SOCIALI

ABILITÀ

COMUNICATIVE

Presupposti per l’inclusione lavorativa e sociale

AUTISMO EUROPA “TREATMENT IS EDUCATION”

L’istituzione preposta all’educazione é la scuola.

Dunque che la si chiami terapia, abilitazione o educazione, il

trattamento deve essere praticato in tutti gli ambienti di vita

dell’allievo: a casa come a scuola, seguendo armonicamente il

programma messo a punto e periodicamente aggiornato dai

consulenti ABA di fiducia della famiglia.

74

Grazie dell’attenzione e per aver resistito fin qui!!!

[email protected]

[email protected]

75