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L’INVENZIONE DELLA SOCIETÀ

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Page 1: L’INVENZIONE DELLA SOCIETÀ...L’invenzione della società Nella seconda metà del Settecento giunge a maturazione quel processo di emancipazione della classe borghese che disegna

L’INVENZIONE

DELLA SOCIETÀ

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L’invenzione della società

Nella seconda metà del Settecento giunge a maturazione

quel processo di emancipazione della classe borghese che

disegna i tratti fondamentali della società moderna.

Jacques-Louis David, I littori portano a Bruto il corpo del figlio, 1789

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L’invenzione della società

L’epoca moderna è annunciata, nell’Inghilterra e nella

Scozia del Settecento, dal venir meno della

subordinazione agli imperativi del potere centrale e

all’emergere di una fitta rete di rapporti di amicizie e di

interessi.

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L’invenzione della società

Questi rapporti inerenti i problemi materiali della vita, le

condizioni di sviluppo e di perpetuazione della comunità,

gli scambi commerciali, ma anche culturali, di vicinato, di

parentela e di amicizia, vengono indicati nell’insieme come

società civile, per distinguerla da quella politica dove per

principio vengono prese le grandi decisioni.

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Adam Ferguson

Il primo tentativo di sistemare teoricamente questa

nuova formazione storica e sociale appartiene a Adam

Ferguson.

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Adam Smith

Ma la rilevazione di alcune fondamentali dimensioni della

struttura sociale contemporanea si deve a Adam Smith, il

padre della scienza economica. Egli individua le forze che

generano la ricchezza delle nazioni e le politiche che ne

promuovono lo sviluppo, entro un modello ricco di

considerazioni politiche, storiche e sociologiche.

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Ripensare la società

L’avvicendamento al vertice politico della borghesia con

l’aristocrazia si realizza in forme anche cruente e, mentre

sprigiona l’entusiasmo dei ceti produttivi, semina paure e

inquietudini sul destino delle strutture sociali.

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Ripensare la società

Il crollo dell’ancien régime sembra infatti trascinare con sé anche le impalcature che puntellavano la stabilita sociale, insidiando in modo più o meno subdolo le ragioni della comunità politica. La disobbedienza diventa una virtù, ognuno vuol fare a modo suo e la mania di ragionare con la propria testa oscura tutte le menti.

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Ripensare la società

Tra le spinte che promuovono la società come un oggetto di studio appare quindi non secondaria la sensazione di pericolo imminente, poiché a tratti pare che la rapida ossidazione delle forme tradizionali di appartenenza (ordini, ceti, corporazioni, identità comunitarie, parrocchie, legami familiari, paura dell’estraneo e delle novità) metta in discussione la stessa sopravvivenza dell’ordine sociale.

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Un ordine nuovo

Ma il nuovo (dis)ordine che avanza non conosce ostacoli.

Sebbene occorra del tempo prima del crollo definitivo

delle grandi architetture politico-religiose, il baricentro

politico-economico si è già spostato, sul piano materiale,

verso la nuova società degli interessi, della produzione e

degli affari quotidiani.

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Un ordine nuovo

Nel giro di pochi decenni l’egemonia sociale della

borghesia si consolida e investe, oltre che il nuovo modo

di produrre le merci e il modello di governo delle nazioni

sviluppate, le carriere amministrative e la gran parte

delle attività tecniche, scientifiche e intellettuali.

Les Trois Freres Provencaux, H. Roger-Viollet, 1842

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Un ordine nuovo

Gli alfieri della società industriale tessono le lodi delle

«macchine» (simbolo di progresso e di emancipazione

dalla natura) e del «mercato» come il luogo ideale che

catalizza l’energia dell’homo faber, sublimando lo scambio

con l’introduzione del «valore» e suscitando la più sana

delle competizioni, basata sulla libertà e l’uguaglianza.

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Un ordine nuovo

Neppure Marx ed Engelspossono resistere al fascino di questo rivolgimento sociale e culturale e, nel loro celebre Manifesto, spendono parole di lirico entusiasmo per i sommovimenti operati dalla «rivoluzione borghese».

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Un ordine nuovo

«Il continuo rivoluzionamento della produzione, l’incessante

scuotimento di tutte le condizioni sociali, l’incertezza e il

movimento eterni contraddistinguono l’epoca borghese da

tutte le altre. (…) Tutto ciò che vi era di stabilito e di

rispondente ai vari ordini sociali si svapora, ogni cosa

sacra viene sconsacrata e gli uomini sono finalmente

costretti a considerare con occhi liberi da ogni illusione la

loro posizione nella vita, i loro rapporti reciproci».

(Karl Marx, Friedrich Engels, Manifesto del Partito Comunista, 1848)

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Un ordine nuovo

Contrariamente a quanto sostengono i reazionari, l’ottica

borghese e progressista propugna la diffusione della

conoscenza e la democratizzazione dei processi politici,

economici e culturali, esalta le virtù del mercato e

prospetta una selezione dei «migliori» finalmente basata

sulla ragione anziché sulla genealogia, sul diritto di censo

o su verità trascendenti.

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Sociologia

La consapevolezza di vivere in un’età segnata da profondi

cambiamenti promuove l’esigenza di chiarire i caratteri

distintivi della società moderna, favorendo la nascita della

sociologia e il tentativo di radicare l’autobiografia della

modernità sul terreno di una comprensione della sua

struttura sociale.

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Sociologia

Il tentativo di spiegare la perdurante legittimità delle

istituzioni sociali, e la stessa permanenza della struttura

complessiva che le sostiene, spinge la riflessione verso una

dimensione «relazionale», cioè verso le forme assunte dal

legame sociale, presuntivamente sconvolto dal proliferare

degli interessi individuali e dalle spinte centrifughe

innescate dalla moltiplicazione dei punti di riferimento e

degli spazi di libertà.

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Sociologia

La fortuna della nascente sociologia trova le sue ragioni proprio nella necessità di individuare i punti di equilibrio fra il dissesto del vecchio ordine e l’impeto del nuovo, di dissolvere i timori e spiegare la permanenza della struttura sociale, di definire i caratteri del nuovo assetto.

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Sociologia

Le risposte che il pensiero sociale inizia a elaborare scoprono un insieme composito e cercano le connessioni fra gli elementi che lo compongono, secondo un modello ritagliato sul funzionamento dell’organismo umano.

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Paradigma “organicista”

La società, precedentemente concepita

come un insieme compatto, assume

sempre più le sembianze di un

«sistema». Saint-Simon, Comte e

Spencer paragonano il sistema sociale

a un organismo animale, soggetto a

leggi proprie, di ordine naturale e non

modificabili dalla volontà individuale.

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L’organismo sociale

Il pensiero della società come

insieme di organi che adempiono

funzioni determinate ispira i primi

concetti di una “scienza della

comunicazione”

Armand e Michèle Mattelart, Storia delle teorie della

comunicazione, Lupetti, Milano 1997 (ed. orig. Histoire

des théories de la communication, Editions La Découverte

1995), p. 13.