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“Il coinvolgimento del territorio alle nostre speran- ze ed alle nostre proposte in modo da riuscire ad im- maginare insieme – sulla scorta anche della nostra storia, civiltà, tradizione – una crescita equilibrata nel turbinoso e dinamicissimo scenario globale”: questa, nelle parole del presidente Luigi Franco Bottio, una delle priorità che deve ca- ratterizzare l’attuale “olim- piade”, cioè il periodo di quattro anni che scandisce la vita stessa dell’Accade- mia. Il presidente ne ha parlato all’assemblea gene- rale del Corpo accademico riunitosi il 3 aprile in villa Valmarana Morosini ad Al- tavilla Vicentina, per discu- tere e approvare il bilancio consuntivo del 2010. L’auspicato coinvolgi- mento del territorio sta già trovando una prima, gradua- le attuazione nelle attività che si sono svolte nei primi mesi del 2011. Basti pensa- re alla tornata di interclasse in ricordo di Ettore Gallo, ospitata nella sede dell’Ordi- ne degli avvocati di Vicenza; all’incontro dedicato alle im- prese vicentine organizzato in collaborazione con Con- findustria Vicenza; al conve- gno sul Risorgimento, con cui l’Accademia Olimpica ha inteso proporre contenuti originali ed accattivanti. L’aderenza tempestiva ai maggiori temi culturali di at- tualità è tra i motivi dell’in- contro con il regista Gian- franco De Bosio sul futuro del Teatro Olimpico come spazio di spettacolo. La tor- nata esterna è stata ospita- ta a Recoaro Terme, uno dei luoghi più colpiti dall’al- luvione del novembre scor- so. La fruttuosa sinergia con Enti pubblici e Istituzioni culturali, di cui si è avuto esempio nella giornata di studio su Gian Giorgio Tris- sino e nella tornata sulla medicina molecolare, di- venterà sistematica per le iniziative di maggiore respi- ro, tra le quali il convegno internazionale “Fogazzaro nel mondo” con il quale cul- mineranno, nel prossimo ot- tobre, le celebrazioni per lo scrittore vicentino nel cente- nario della morte. Nell’assemblea il Corpo accademico ha approvato il bilancio consuntivo 2010. Fra gli introiti, la voce mag- giore è rappresentata dal- l’affitto, corrisposto dal Cuoa, per la stessa villa Valmarana Morosini, per tre quarti di proprietà dell’Ac- cademia Olimpica; si vanno invece riducendo pesante- mente i contributi dagli Enti pubblici. Percorrere altre e nuo- ve strade diventa quindi una scelta ineludibile per poter svolgere ancora un ruolo vitale e strategico nel panorama culturale e sociale vicentino. Immaginare insieme una crescita equilibrata Villa Valmarana Morosini. L’ACCADEMIA OLIMPICA Anno XIII - n. 2 - Giugno 2011 L’Accademia Olimpica Largo Goethe 3 - 36100 Vicenza - tel. 0444/324376 - Periodico - Osvaldo Petrella, Diret- tore Responsabile - Poste Italiane s.p.a. Spedizione in A.P. - D. L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.04 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza - Stampa ESCA Vicenza Aderente all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana

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Page 1: L’ACCADEMIA OLIMPICA€¦ · 2 L’AccademiaOlimpica L’AccademiaOlimpica 3 Lamanifestazioneconclusivadell’an - noaccademico2010-2011,inprogram - mapersabato18giugno,prevedelapre

“Il coinvolgimento delterritorio alle nostre speran-ze ed alle nostre propostein modo da riuscire ad im-maginare insieme – sullascorta anche della nostrastoria, civiltà, tradizione –una crescita equilibrata nelturbinoso e dinamicissimoscenario globale”: questa,nelle parole del presidenteLuigi Franco Bottio, unadelle priorità che deve ca-ratterizzare l’attuale “olim-piade”, cioè il periodo diquattro anni che scandiscela vita stessa dell’Accade-mia. Il presidente ne haparlato all’assemblea gene-rale del Corpo accademicoriunitosi il 3 aprile in villaValmarana Morosini ad Al-tavilla Vicentina, per discu-tere e approvare il bilancioconsuntivo del 2010.L’auspicato coinvolgi-

mento del territorio sta giàtrovando una prima, gradua-le attuazione nelle attivitàche si sono svolte nei primimesi del 2011. Basti pensa-re alla tornata di interclassein ricordo di Ettore Gallo,ospitata nella sede dell’Ordi-

ne degli avvocati di Vicenza;all’incontro dedicato alle im-prese vicentine organizzatoin collaborazione con Con-findustria Vicenza; al conve-gno sul Risorgimento, concui l’Accademia Olimpica hainteso proporre contenutioriginali ed accattivanti.L’aderenza tempestiva aimaggiori temi culturali di at-tualità è tra i motivi dell’in-contro con il regista Gian-franco De Bosio sul futurodel Teatro Olimpico comespazio di spettacolo. La tor-

nata esterna è stata ospita-ta a Recoaro Terme, unodei luoghi più colpiti dall’al-luvione del novembre scor-so.La fruttuosa sinergia con

Enti pubblici e Istituzioniculturali, di cui si è avutoesempio nella giornata distudio su Gian Giorgio Tris-sino e nella tornata sullamedicina molecolare, di-venterà sistematica per leiniziative di maggiore respi-ro, tra le quali il convegnointernazionale “Fogazzaronel mondo” con il quale cul-mineranno, nel prossimo ot-tobre, le celebrazioni per loscrittore vicentino nel cente-nario della morte.Nell’assemblea il Corpo

accademico ha approvato ilbilancio consuntivo 2010.Fra gli introiti, la voce mag-giore è rappresentata dal-l’affitto, corrisposto dalCuoa, per la stessa villaValmarana Morosini, per trequarti di proprietà dell’Ac-cademia Olimpica; si vannoinvece riducendo pesante-mente i contributi dagli Entipubblici.Percorrere altre e nuo-

ve strade diventa quindiuna scelta ineludibile perpoter svolgere ancora unruolo vitale e strategiconel panorama culturale esociale vicentino.

Immaginare insiemeuna crescita equilibrata

Villa Valmarana Morosini.

L’ACCADEMIAOLIMPICA

Anno XIII - n. 2 - Giugno 2011L’Accademia Olimpica Largo Goethe 3 - 36100 Vicenza- tel. 0444/324376 - Periodico - Osvaldo Petrella, Diret-tore Responsabile - Poste Italiane s.p.a. Spedizione inA.P. - D. L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.04 n. 46) art. 1,comma 2, DCB Vicenza - Stampa ESCA Vicenza

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La manifestazione conclusiva dell’an-no accademico 2010-2011, in program-ma per sabato 18 giugno, prevede la pre-sentazione ufficiale dei quattro nuovi Ac-cademici olimpici, eletti nell’assembleadel dicembre scorso. Si tratta di GiuseppePupillo e Mario Saccardo per la Classe diLettere e arti, e di Antonio Masiero e Ro-dolfo Costa per la Classe di Scienze etecnica. Nello scorso numero di “L’Acca-demia Olimpica” è stato pubblicato un lo-ro breve profilo biografico.Sempre nella manifestazione conclusi-

va è prevista la cerimonia di premiazionedel concorso biennale “Hoc opus”, indettodall’Accademia Olimpica e riservato agliautori di una tesi di laurea che sotto qual-siasi profilo riguardi particolarmente o pre-valentemente Vicenza ed i territori chefacciano o abbiano fatto parte della suaprovincia o della sua diocesi. Il Consigliodi Presidenza dell’Accademia ha assegna-to il premio principale da 2.500 euro adErika Crosara per la tesi “La decorazione

pittorica della Cappella Da Porto nellachiesa di S. Lorenzo di Vicenza: analisi,contesti, ipotesi”, con cui si è laureata inConservazione dei beni culturali alla facol-tà di Lettere e filosofia dell’Università diVenezia. Sono stati assegnati inoltre duepremi minori da 1.250 euro ciascuno aRomina Assunta Carmignato per la tesi“Le decorazioni dei palazzi palladiani di Vi-cenza nel percorso di Domenico Brusa-sorzi”, con cui si è laureata in Storia del-l’arte alla facoltà di Lettere e filosofia del-l’Università di Padova; e a Giacomo Lana-ro per la tesi “Neri Pozza editore di cultu-ra. Storia letteraria della casa editrice(1946-1968)”, con cui si è laureato in Sto-ria alla facoltà di Lettere e filosofia del-l’Università di Padova.In conclusione ci sarà una lettura di

brani poetici di Fernando Bandini, giàpresidente dell’Accademia, tratti dalla suaultima pubblicazione “Quattordici poesie”e presentati da Paolo Lanaro, interpretatida Carlo Properzi Curti e Anna Zago.

Nuovi Accademici e Premio “Hoc opus”“Il Teatro Olimpico è patrimonio

dell’umanità, uno dei monumenti piùimportanti d’Italia. È luogo di spettaco-lo, e siamo convinti che così debbacontinuare a vivere”. Così CesareGalla, vicepresidente dell’AccademiaOlimpica, si è espresso nella presen-tazione dell’incontro di studio svoltosilo scorso 9 aprile e dedicato appuntoal Teatro Olimpico, per fare il puntosull’esperienza del “Laboratorio Olim-pico” e proporre una riflessione sul fu-turo dell’Olimpico stesso. Dopo il salu-to del presidente Luigi Franco Bottio,Galla ha precisato come sia “neces-sario tornare all’antico per capire cosavogliamo fare oggi. La rappresentazio-ne dell’Edipo Tiranno, con cui l’Olim-pico venne inaugurato, è stata rivolu-zionaria e mai più ripetuta nella storiadel teatro”.L’organizzazione del “Laboratorio

Olimpico”, di cui nei prossimi mesi sisvolgerà la nuova edizione, è affidataa Roberto Cuppone, consulente per leattività teatrali dell’Accademia Olimpi-ca. Cuppone ha riassunto l’esperien-za dei “Luoghi del teatro nascente”,grazie alla quale sono stati avviati di-battiti di altissimo livello e si è entratiin contatto con personalità di staturainternazionale come Eugenio Barba ePeter Stein, e che è continuata poicon il “Laboratorio Olimpico”, ospitiPippo Delbono, la Societas RaffaelloSanzio, il Teatro delle Albe. Gli spuntie le provocazioni sono stati moltissi-mi, Cuppone ne ha sottolineato uno diparticolarmente adatto all’Olimpico:sfruttare il patrimonio di frammenti delteatro greco, oltre duemila, “un mondoinesplorato e potenzialmente di enor-me interesse. Quante varianti delletragedie classiche ci siamo persi?”.Uno dei maggiori conoscitori del-

l ’Ol impico è i lregista Gian-franco De Bo-sio, che nel tea-tro vicentino haallestito operedi Sofocle, Ru-zante, Molière.De Bosio hasottolineato co-me la sceno-grafia scamoz-ziana non fossenel progetto diPalladio e checome per certi testi si riveli inutile,tanto che si potrebbe celarla conschermi di tulle. “La prospettiva deveessere quella di ricollocare l’Olimpi-co sulla linea palladiana, senza farsiintimidire dallo Scamozzi. La trage-dia e la commedia classiche non de-vono essere tralasciate, cercandoformule innovat ive. Ruzante, adesempio, ha rinnovato il discorsoplautino; Alf ier i potrebbe essereesaltato dall’Olimpico”. De Bosio si èspinto più in là, citando Pirandello (i“Sei personaggi in cerca d’autore”con la scenografia di Scamozzi po-trebbe essere un avvenimento), Bec-kett, Apollinaire. Ma l’Olimpico po-trebbe rivelarsi ideale per l’opera ba-rocca, così come per la danza: “Per-ché non pensare a un festival di mu-sica e danza, da programmare ingiugno, alternativo agli spettacoli diprosa?”.Nel dibattito successivo si è parlato

del sistema dei teatri vicentini, possi-bile grazie alla realizzazione del Tea-tro Comunale di Vicenza: i tempi sonomaturi, si è detto, perché si individuiun soggetto che gestisca entrambi glispazi.

Olimpico, il futuro della tradizione

“Il Veneto rimpatriato. Risorgimento enazionalizzazione del locale tra storia,storiografia e memoria” è il tema del con-vegno di studi, promosso dall’AccademiaOlimpica in occasione del 150° anniver-sario dell’unità d’Italia, svoltosi il 9 e 10giugno scorsi in due sedi, la Sala degliStucchi di Palazzo Trissino e il Museo delRisorgimento e della Resistenza a VillaGuiccioli.Sul particolare degli interventi volti a

creare o a rafforzare, nell’immaginario col-lettivo della popolazione, l’autopercezionedi una “italianità” condivisa, quali i nomi distrade e piazze, i monumenti, le cerimoniecommemorative, i rituali festivi, sono inter-venuti Emilio Franzina (Università di Vero-na), Gino Benzoni (Fondazione G. Cini -Venezia), Ilaria Porciani (Università di Bo-logna), Gianmaria Varanini (Università di

Verona), Gian Paolo Romagnani (Universi-tà di Verona). Maurizio Bertolotti (Istitutostorico mantovano), Mario Isnenghi (Uni-versità di Venezia), Stuart Woolf (Universi-tà di Venezia), Silvio Lanaro (Università diPadova), Matteo Morandi (Università diPavia), Roberto Balzani (Università di Bo-logna), Renato Camurri (Università di Ve-rona), Arianna Arisi Rota (Università di Pa-via), Piero Pasini (Università di Venezia),Adolfo Bernardello (Iveser e AssociazioneVeneziaOttocento), Luigi Urettini (Istre-sco), Angela Maria Alberton (Università diPadova), Gianni A. Cisotto (AccademiaOlimpica), Mauro Passarin (Museo del Ri-sorgimento e della Resistenza di Vicen-za). Dei contenuti del convegno si daràconto nel prossimo numero di “L’Accade-mia Olimpica”.

Il Veneto rimpatriato

Gianfranco De Bosio.

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L’Accademia Olimpica 54 L’Accademia Olimpica

L’Accademia Olimpica ha contribuitoalle celebrazioni per il 150° anniversa-rio dell’unità d’Italia con una tornata,svoltasi lo scorso 14 aprile, sul tema “Ilclima culturale veneto e vicentino nelRisorgimento”. L’intento, hanno spiega-to in apertura il presidente dell’Accade-mia Luigi Franco Bottio e il presidentedella Classe di Lettere e arti, suor Alba-rosa Ines Bassani, era di offrire spuntidi riflessione originali su alcuni aspettiparticolari, in modo da contribuire allenumerose iniziative già in atto senza di-ventarne uno sterile doppione.Maria Elisa Avagnina, direttore dei

Musei civici di Vicenza, ha presentatouna carrellata di pittori vicentini, cheunirono l’impegno artistico alla militan-za nelle idealità risorgimentali. Unesempio è la vicenda di Domenico Pet-terlin (1822-1897): di umili origini, dimo-strò presto una propensione per l’arte efu preso sotto l’ala protettrice di un no-bile per poter continuare gli studi. A Vi-cenza, al Museo del Risorgimento, èconservata la sua opera che ritrae Vit-torio Emanuele II che decora di meda-glia d’oro al valor militare la bandieradel Comune di Vicenza, documento im-portante perché accanto al re sono raf-figurati i protagonisti della vita cittadina.Altri pittori-patrioti furono Giovanni Bu-sato (1806-1886; suoi i pregevoli ritratti

di Vittorio Emanuele II, Domenico Ca-riolato e Francesco Bressan), AgostinoBottazzi (1822-1877; ritrasse la difesa elo sgombero della polveriera alla Roc-chetta), Orsola Faccioli Licata, nata aVenezia nel 1826; Pietro Roi (1819-1896), il cui quadro conservato a San-drigo, “Manfredi riconosciuto dalla fami-glia”, è un’allusione alla delusione delRisorgimento.Alba Lazzaretto, docente di Storia

contemporanea all’Università di Pado-va, ha delineato il complesso rapportofra i cattolici veneti e l’unità nazionale:moltissimi cattolici, tra cui molti rappre-sentanti del clero, parteciparono ai motidel 1848 con la convinzione di averel’appoggio papale, ma l’Allocuzione diPio IX del 29 aprile chiarì la posizionedel pontefice a favore della neutralità. IlPapa, ha sottolineato Lazzaretto, ebbein seguito un crescendo di chiusuraverso lo Stato liberale, atteggiamentoche mise in difficoltà non pochi cattolici.Pio IX riteneva infatti che fosse suo do-vere mantenere il potere temporale, perpoter governare sulla cristianità in liber-tà. Si scatenò una caccia alle streghecontro i cattolici liberali, fra i quali il sa-cerdote vicentino Alessandro Schiavo.Il violinista Giovanni Guglielmo ha

offerto infine alcuni esempi della ricer-ca e delle sperimentazioni che caratte-rizzarono l’Ottocento musicale, lungotre filoni: l’impressionismo, la dodeca-fonia e la manipolazione del materialeritmico. Guglielmo, con il pianista EzioMabilia, ha messo a confronto alcunibrani di autori quali Debussy, Webern,Stravinskij, rappresentanti delle tre cor-renti, con opere di compositori vicentinicoevi, Giacomo Orefice (1865-1922),Arrigo Pedrollo (1878-1964) e Almeri-go Girotto (1897-1967).

Il clima culturale nel Risorgimento

Le relatrici alla tornata dedicata al clima culturale nel Risorgimento.

L’Accademia Olimpica ha ricordatoEttore Gallo (Napoli 1914-Roma 2001),nel decennale della scomparsa, conuna tornata di interclasse ospitata loscorso 6 maggio a Palazzo Gualdo, se-de dell’Ordine degli avvocati di Vicenza.L’incontro si è aperto con i saluti delpresidente degli Ordine degli avvocati,Lucio Zarantonello, e del presidentedella Classe di Diritto, economia e am-ministrazione dell’Accademia Olimpica,Enrico Ambrosetti, che ha richiamatol’impegno dell’Accademia ad avere unmaggiore rapporto con la società; inchiusura, lo stesso presidente dell’Ac-cademia Luigi Franco Bottio ha aggiun-to: “È tempo di sfatare la percezione diun’Accademia ritrosa nell’apertura al-l’esterno”Introducendo i relatori, l’Accademico

Gianfranco Rigon ha ricordato come Et-tore Gallo, nonostante i numerosi inca-richi, sia sempre stato essenzialmenteun avvocato garantista: tra le sue moltedoti, c’era una singolare psicologiad’udienza, cioè la capacità di attirarel’attenzione dei giudici durante i dibatti-menti.Lorenza Carlassare, docente emeri-

ta di Diritto costituzionale all’Universitàdi Padova, ha ricordato l’atteggiamentodi totale indipendenza e il forte sensodelle istituzioni di Gallo. “Ha contribuitoa moltissime sentenze della Corte co-stituzionale”, ha detto Carlassare, “af-frontando alcuni temi di grande impor-tanza ed attualità”, come la funzionerieducativa della pena, l’estradizionenel caso di minori, il conflitto tra la Co-stituzione e le leggi precedenti.Enrico Ambrosetti, docente di Diritto

penale all’Università di Padova, ha ri-chiamato l’attualità del pensiero penali-stico di Gallo, che affrontò il rapporto trail Codice Rocco e la Costituzione. Si oc-cupò di particolari fattispecie, come ildelitto di attentato contro lo Stato, il delit-

to contro l’ordine costituzionale, lo scio-pero e la repressione penale, il delittopolitico. Era convinzione di Gallo, ha ag-giunto Ambrosetti, che non si potessecambiare la classe politica o l’etica di unPaese attraverso il diritto penale.La militanza di Ettore Gallo nel so-

cialismo liberale è stata il tema dell’in-tervento di Giuseppe Pupillo, presiden-te della Biblioteca Bertoliana di Vicen-za, che ha parlato dell’estrema atten-zione che Gallo ha riservato fino all’ulti-mo alla realtà politica: “Intuiva che sta-va radicandosi un cambiamento sostan-ziale. Gli orizzonti della politica si stava-no restringendo a causa di fenomenidegenerativi, della superficialità con cuisi imputavano alla Costituzione le ineffi-cienze della pubblica amministrazione”.Lo storico Gianni A. Cisotto ha parla-

to infine della partecipazione di EttoreGallo alla Resistenza, fin da quandoera pretore a Lonigo nel 1939. Collabo-rò con Licisco Magagnato, fu membrodel Cln di Vicenza per il Partito d’Azio-ne, ebbe parte attiva nella costituzionedella brigata partigiana “Carlo Rosselli”.Era contrario, ha sottolineato Cisotto,alla definizione della Resistenza comeguerra civile e come lotta di classe: perlui era stata una guerra di liberazionedall’occupante tedesco e dai suoi alleatifascisti.

Il ricordo di Ettore Gallo

Alcuni dei relatori alla tornata dedicata alla memoria di Ettore Gallo.

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L’Accademia Olimpica 76 L’Accademia Olimpica

Di grande in-tensità emotiva iltradizionale “In-contro con l’Ac-cademico”, chesi è svolto il 12maggio scorso:protagonista èstato infatti LuigiMassignan, giàdirettore del-l ’ospedale psi-chiatrico di Udi-ne e di quello diPadova, att ivo

nella Resistenza e internato nel lager diMauthausen nel 1945. “Al di là dellasua levatura scientifica – ha detto inapertura il presidente Luigi Franco Bot-tio – considero Massignan un Uomocon la U maiuscola”.Giorgio Sala ha rievocato la giovi-

nezza di Massignan, nato a MontecchioMaggiore nel 1919, nel contesto dellaVicenza di allora: “La storia di Massi-gnan – ha detto Sala – è anche la sto-ria di una generazione che è stata chia-mata ad attraversare un grande, tragicopassaggio epocale”. Di solida formazio-ne cattolica, durante la guerra Massi-gnan “non poteva che essere con chifaceva la Resistenza. Per lui, appassio-nato di montagna, e per tanti altri co-minciò la scalata più dura”.L’intervento di Mariano Nardello ha

preso le mosse dalla pubblicazione “Aimiei nipoti”, in cui Massignan raccoglie isuoi ricordi del periodo di internamento:“Colpisce – ha notato Nardello – l’as-senza di condanna e di astio nei con-fronti dei suoi persecutori”. Dopo qual-che cenno sull’impegno di Massignannell’Azione Cattolica, Nardello si è ricol-legato all’esperienza del lager, doveMassignan arrivò nel gennaio 1945 do-po l’arresto con altri vicentini, tra i qualiTorquato e Franco Fraccon e Michele

Peroni. Molti e spesso tragici gli episodiin quei mesi a Mauthausen, tra cui l’uc-cisione dei deportati scledensi che sca-tenò poi l’“Eccidio di Schio”. Gian Anto-nio Danieli, presidente dell’Istituto Ve-neto di Scienze, lettere e arti, ha lettouna comunicazione del prof. EliodoroNovello, già collega di Massignan a Pa-dova, che ne ha ripercorso l’itinerarioprofessionale sempre improntato alladifesa dei diritti inalienabili del malatomentale. Tra i molti incarichi, Massignanè stato consulente per la Regione Ve-neto per la psichiatria e le tossicodipen-denze, responsabile del Centro per latossicodipendenza, nonché, ha aggiun-to Danieli, direttore sanitario della Se-zione di Padova della Unione italianalotta alla distrofia muscolare, ruolo chericopre tuttora.“Guardare oggi, a distanza, gli episo-

di del lager – ha detto lo stesso Massi-gnan nel suo emozionante intervento –dà la certezza che l’uomo è capace del-le cose più obbrobriose, ma anche dellecose più belle”. Nel campo si era sem-pre alle prese con situazioni limite, do-ve una scelta poteva costare la vita. “Imoribondi allungavano le mani, non vo-levano essere lasciati soli. Ma se ti fer-mavi con loro rischiavi punizioni terribili.Non potevamo fare nulla, ma anchequesta nostra sofferta impotenza la-sciava un segno”. Tra le cose belle,Massignan ha ricordato lo splendidorapporto tra Torquato e Franco Fraccon,padre e figlio, che si privavano del paneper darlo l’uno all’altro; nella Pasqua diquell’anno, Massignan poté parteciparedi nascosto a una messa, celebrata daun prete in incognito, ammalato, chemorì il giorno dopo: “Ho pensato spes-so a lui, a come nelle situazioni piùestreme salta fuori chi è disponibile afare del bene a ogni costo, fino all’ulti-mo respiro”.

Incontro con l’Accademico Luigi Massignan

Luigi Massignan.

Cos’hanno fatto le imprese sopravvis-sute al periodo di crisi? E quelle che nel-lo stesso periodo sono addirittura cre-sciute? La statistica può aiutare ad indi-viduare almeno delle tendenze e dellestrategie. Così il gruppo di ricerca coor-dinato dall’Accademico Andrea Lionzo,docente di Economia aziendale nella se-de vicentina dell’Università di Verona, haaggiornato l’indagine, pubblicata da IlMulino con il titolo “La sostenibilità com-petitiva. Percorsi di sviluppo delle impre-se manifatturiere vicentine”, con la qualeera stata fotografata la situazione di due-mila imprese vicentine, con fatturato su-periore al milione di euro, nel periodo2005-2008. La prima fotografia era statascattata quindi alle soglie della crisi; laseconda ha verificato lo stato di salutedelle stesse realtà imprenditoriali dal2007 al 2010.Lionzo ha presentato una parte dei

risultati al convegno “La grande traver-sata”, organizzato il 13 maggio a palaz-zo Bonin Longare dall’Accademia Olim-pica in collaborazione con ConfindustriaVicenza. L’obiettivo era proprio quello difocalizzare le modalità con le quali leimprese vicentine hanno trasformato glianni della crisi in anni di cambiamento.Tema quanto mai importante, ha sottoli-neato in apertura il presidente di Confin-dustria Vicenza Roberto Zuccato, vistolo sconfortante +0,1% di crescita del Pilitaliano nel primo trimestre 2011, secon-do i dati Ocse. “È necessario creare un‘pensiero lungo’ tra i mondi dell’impren-ditoria, della cultura e delle professioni -ha aggiunto Zuccato – per dare un nuo-vo indirizzo di sviluppo”. Il presidentedell’Accademia Olimpica Luigi FrancoBottio ha ricordato le iniziative del grup-po sullo sviluppo sostenibile: “Nel lavorodi squadra – ha sottolineato - l’Accade-mia Olimpica potrà dare un valido con-tributo”.

Il confronto fra le due fotografie, pre-cri-si e a crisi in corso, fa emergere due situa-zioni: il 10% delle imprese è uscito dalmercato; le altre si dividono in due gruppi,praticamente equivalenti, quello delle im-prese in grande difficoltà e quello delle im-prese che resistono, o addirittura prospe-rano, grazie a strategie quali il rafforza-mento patrimoniale, la riduzione dei costi,lo sviluppo di nuovi sistemi di prodotto e diofferta. “Nel periodo di crisi - ha dettoLionzo - è emersa l’urgenza della crescitadimensionale. La previsione è che neiprossimi anni i cambiamenti degli assettiproprietari saranno strumenti non solo percrescere, ma per rimanere in piedi”.Nella tavola rotonda, moderata da En-

rico Ambrosetti, Zuccato ha insistito sullanecessità della crescita dimensionale,che però si scontra con la cultura del ter-ritorio. Secondo Giancarlo Ferretto la ca-pacità di reazione e adeguamento, che ènel dna dell’imprenditore vicentino, nonbasta se non c’è un patto fra i diversi at-tori della società. Ambrogio Dalla Rovereha messo l’accento sulla patrimonialitàdelle aziende, a cui non si dà la stessaattenzione riservata al fatturato e al reddi-to netto. Gianni Zonin ha infine aggiuntodue punti anti-cr isi: l ’aumento delleesportazioni e gli investimenti da fare inazienda, “con coraggio”.

La grande traversata delle imprese

Il convegno organizzato dall’Accademia e da Confindustria Vicenza.

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Esattamentecinquant’anni fa,a Cesarea Marit-tima, venne sco-perta l’unica iscri-zione, risalente alI secolo dopo Cri-sto, che attestil ’esistenza diPonzio Pilato. Au-trice dell’impor-tantissimo ritro-vamento fu un’ar-cheologa vicenti-na, Maria TeresaFortuna Canivet:

l’Accademia Olimpica ha celebrato l’anni-versario con una tornata, svoltasi il 19maggio, dedicata a questa Accademica;un’iniziativa che, come ha sottolineato inapertura il segretario Mariano Nardello, siè collegata al Festival Biblico che ha avu-to luogo, tra Vicenza e Diocesi, tra la finedi maggio e i primi di giugno.I lavori della tornata sono stati coordi-

nati da suor Albarosa Ines Bassani, pre-sidente della Classe di Lettere e arti. Nelprimo intervento l’Accademica MarisaRigoni, già funzionario della Soprinten-denza archeologica del Veneto, ha riper-corso la biografia di Maria Teresa Fortu-na Canivet, ricordando i suoi studi al li-ceo Pigafetta e all’Università di Padova,dove, grazie al docente Carlo Anti, si ap-passionò di archeologia, riuscendo adalternare il lavoro di insegnante di scuo-la media a campagne di scavo e impor-tanti pubblicazioni. Nel 1961 le fu offertala possibilità di partecipare a una grandecampagna di scavi a Cesarea, dove sco-prì la celebre stele. In seguito i suoi inte-ressi si focalizzarono sulla Siria, doveconobbe Pierre Canivet: si sposarono eabitarono insieme prima a Montreal, poia Parigi. In entrambe le città, tra l’altro,Maria Teresa Fortuna Canivet animò congrande impegno l’Istituto di cultura italia-na, senza abbandonare le indagini ar-cheologiche.

Quanto alla la-pide di Pilato, fula stessa archeo-loga a definire lascoperta “sempli-ce, inattesa equasi casuale”: sitrattava di unapietra, provenien-te da un non me-glio identificato“tiberièum” (forseun portico verso ilmare), riutilizzataper una scala diaccesso alla ca-vea del teatro di Cesarea. L’iscrizione chereca è parzialmente abrasa: vi si decifra-no o ricostruiscono con sicurezza le pa-role “Pontius Pilatus / praefectus Iudeae”e, appunto, “tiberièum”. Ci sono poi altrelettere su cui sono state avanzate varieipotesi di integrazione.È comunque importante la designazione

di Ponzio Pilato come “prefetto”: come haspiegato nel secondo intervento don Rai-mondo Sinibaldi, direttore dell’Ufficio dioce-sano per i pellegrinaggi, quella del titolo diPilato è una delle questioni aperte perquanto riguarda questo personaggio, chenei Vangeli viene definito procuratore, pre-tore e governatore. Di sicuro, ha aggiuntodon Sinibaldi, si sa che resistette in questaterra per dieci anni, un tempo molto lungo,grazie alle sue notevoli capacità di relazio-ne e alla grande conoscenza delle tradizio-ni religiose. Anche il celebre gesto di lavarsile mani, nel processo a Gesù, è tipico dellatradizione ebraica e denota una certa astu-zia politica da parte di Pilato. Un’altra que-stione aperta è il luogo del processo, da cuiconseguono diversi itinerari della “Via Dolo-rosa”, poi divenuta “Via Crucis”. Pilato inol-tre fece coniare 14 serie di monete: sull’oc-chio sinistro dell’uomo della Sindone è sta-ta identificata la traccia di un moneta risa-lente al 29 d.C., sicuramente di Pilato per-ché reca un errore che si trova nelle mone-te originali ritrovate.

L’iscrizione di Ponzio Pilato

Maria Teresa Fortuna Canivet. L’iscrizione di Ponzio Pilato.

È toccato a Recoaro Terme ospitare,lo scorso 22 maggio, la tradizionale tor-nata esterna dell’Accademia Olimpica.Nell’aprire i lavori nella sala polifunzio-nale “Barberini”, il sindaco Franco Per-lotto ha richiamato il difficile momentoeconomico della zona, ma ha confer-mato l’impegno a valorizzare lo straor-dinario patrimonio naturalistico dellaConca di Smeraldo, soprattutto dal pun-to di vista turistico. Capire le situazionilocali e portare contributi di conoscen-za, in vista di scelte future, è tra i com-piti istituzionali dell’Accademia Olimpi-ca, come ha ricordato il presidente Lui-gi Franco Bottio.Assente per problemi di salute uno

dei relatori, l’Accademico Giorgio Barto-lomei, la parola è andata all’AccademicoGiovanni Luigi Fontana che ha ripercor-so l’evoluzione economica di Recoarodeterminata, in larga parte, dalla presen-za dell’acqua che rese possibili in tuttala valle lavorazioni artigianali e industria-li. Grande importanza ebbe anche lapietra: Recoaro divenne famosa perl’estrazione di pietre da mole e per le ca-ve di gesso. Ma la svolta decisiva avven-ne nel 1689 quando il conte Lelio Piove-ne scoprì le proprietà curative della fonteLelia, così chiamata in suo onore, cuiseguirono poi altre fonti d’acqua minera-le. Lo sviluppo vero avvenne nell’Otto-cento, quando si passò da un’economiadi sussistenza a un’economia ricettiva eturistica, e Recoaro divenne un centronotissimo, frequentato da grandi perso-nalità. Poi però cominciò a subire la con-correnza di altre stazioni termali, vennedanneggiata durante la seconda guerramondiale, e a partire dagli anni Ottantacominciò il calo della popolazione, feno-meno che ha una forte correlazione conl’andamento delle attività economiche.Sulle terme e le loro caratteristiche si

è soffermato Antonio Bolcato, già ufficia-

le sanitario di Recoaro, che ha ricordatole peculiarità delle fonti di acqua minera-le propriamente detta, cioè Lelia, Lor-gna, Amara, Nuova; di quelle medio-mi-nerali (Giuliana, Capitello, Franco, Aure-liana); e della fonte Lora, oligominerale,anch’essa convogliata alle Terme cen-trali. Sono molteplici i benefici delle ac-que, ciascuna adatta a curare precisepatologie, come pure del fango. Bolcatoha ricordato le tappe e i protagonisti del-la storia delle terme, che ebbero un im-pulso fortissimo con la costruzione dellastrada Valdagno-Recoaro, completatanel 1821.È toccato all’accademico Bruno Za-

nettin ricordare il “nume tutelare” di Re-coaro, l’alpinista Gino Soldà, scomparsonel 1989. Zanettin, per il quale Soldà erauno dei miti dell’alpinismo, lo incontròper la prima volta in occasione della ce-lebre spedizione sul K2, nel 1954, allaquale parteciparono entrambi. Mentre aZanettin toccarono incarichi di rileva-mento geologico, Soldà guidò gli alpinistiche toccarono la vetta, occupandosi del-le essenziali operazioni di rifornimento:“Dopo la vittoria, ricordo un pomeriggiodi sole in cui, seduti sui lastroni di pietra,Soldà mi leggeva le lettere che arrivava-no da casa e si inteneriva quando arriva-va ai saluti del piccolo figlio Manlio”.

Tornata esterna a Recoaro Terme

Alcuni relatori alla tornata esterna che si è svolta a Recoaro.

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L’Accademia Olimpica 1110 L’Accademia Olimpica

Nell’ambito delle numerose mani-festazioni organizzate per il centena-rio della scomparsa di Paolo Lioy,l’Accademia Olimpica ha pubblicatogli atti, a cura di Fernando Bandini,del convegno dedicato a Lioy che si èsvolto il 19 e 20 maggio 2006.“Una personalità così singolare e

complessa – scrive Bandini nella pre-fazione – è piuttosto rara nel cielodella cultura italiana, direi anzi preco-ce. Un letterato che è fornito contem-poraneamente di vivi interessi scienti-fici e che usa la forma della divulga-zione come un metodo della diffusio-ne della scienza. (…) In questo consi-ste la concezione molto vivace e per-sonale della lettura della realtà, cometentativo di descrivere il mondo comebellezza”.Gli interventi al convegno hanno

toccato molteplici aspetti dello studio-so: il suo “sogno educativo”(Paola

Govoni), l’astronomia (FrancescoBertola, Maria Cecilia Ghetti, SabrinaMasiero), la preistoria dei Colli Berici(Alberto Broglio), i manufatti litici dellaGrotta delle Mura (Andrea Tapparo,Enrico Della Rovere, Alberto Broglio);e ancora, la paleontologia (PaoloMietto), la zoologia (Alessandro Mi-nelli), la botanica (Giuseppe Busnar-do), le collezioni naturalistiche e ar-cheologiche del museo di Vicenza(Antonio Dal Lago).Si è parlato del carteggio Lioy con-

servato in Bertoliana (Giorgio Lotto),della sua concezione di letteratura escienza (Carmen Sari), della “meravi-glie di Paolo Lioy scrittore” (AugustoSerafini), del suo impegno in politicae amministrazione (Gianni A. Cisot-to), del 3° congresso straordinariodella Società italiana di scienze natu-rali, da lui organizzato a Vicenza nel1868 (Renato Zironda).

Paolo Lioy, il mondo come bellezza

Parte dall’analisi e dal commento diuna stampa, conservata al Museo Cor-rer e raffigurante La cerimonia della ri-consegna di Venezia agli Austriaci, 30agosto 1849, e arriva a comporre, disuo, un vero e proprio affresco. Nell’in-trodurre un’ampia scelta di passi delleMemorie di viaggio di Francesco Gual-do (1781-1849), Giovanni Pellizzari (Al-le soglie della modernità. FrancescoGualdo e le sue «Memorie di viaggio»,Vicenza, Utvi, 2011) non si limita a pre-sentare l’autore e le principali tappedel viaggio turistico-culturale che que-sti effettuò in Italia e in Europa tra laprimavera del 1838 e l’autunno del

1839, bensì delinea un ritratto comple-to del conte vicentino e della sua fami-glia, sullo sfondo dei sommovimenti so-ciali, economici e politico-militari chesegnarono il passaggio dall’ancien ré-gime alla «modernità»: ne deriva, ap-punto, un affresco nel quale si com-pongono amabilmente personaggi edeventi, paesaggi e costumi, notazionipsicologiche e resoconti notarili, tramepatriottiche e beghe domestiche, pro-cedimenti giudiziari e componimentiletterari, tutti intessuti sulla severità deidocumenti d’archivio e sulla complicitàdi una sovrana padronanza delle fontibibliografiche.

Le memorie del viaggiatore Gualdo

Il Cisa Palladio

A seguito di un cambiamento statu-tario all’interno del Centro internazionestudi d’architettura “Andrea Palladio”,l’Accademia Olimpica non fa più partedel Consiglio d’amministrazione del Ci-sa stesso, ma il presidente dell’Accade-mia entra di diritto nel Consiglio scienti-fico del Cisa.

Fra Morato e Magagnò

È dedicata a “Fernando Bandini, peri suoi ottant’anni” la pubblicazione diIvano Paccagnella, docente di Storiadella lingua italiana all’Università di Pa-dova, dal titolo Tre sonetti fra “Morato” e“Magagnò” (Cleup). “Morato” è Giaco-mo Morelli, canonico padovano, primoimitatore di Ruzante; “Magagnò” è Gio-van Battista Maganza, che di Ruzanteè il seguace più prolifico e originale. Isonetti sono tratti dalle Rime di Maga-gnò, Menon e Begotto.

Rilke in friulano

In una deliziosa plaquette GiorgioFaggin (Rilke in friulano. Venti poesiedai «Neue Gedichte», Vicenza, Esca,2011) ha consegnato alla lingua friu-lana venti componimenti del poetaaustriaco Rainer Maria Rilke. L’Acca-demico ha tradotto i brani, che risal-gono al 1907-1908, con il consuetonitore, utilizzando, però, un lessicoraffinato e inusuale, che meglio siadatta a riprodurre l’«inedita e icasti-ca potenza figurativa» raggiunta dal-l’autore in quest’opera della pienamaturità. Il risultato è espressivo dicommossa fedeltà.

I Vandali di Stella

Si intitola Vandali (Rizzoli) l’ultimo li-bro scritto da Gian Antonio Stella, conSergio Rizzo, in cui documenta un’im-pressionante serie di bellezze storiche,artistiche, architettoniche italiane finitenel dimenticatoio, o peggio, rovinate dauna gestione allucinante che ha fattoprecipitare l’Italia al 28° posto nel mon-do per competitività turistica.

Bernardi presiede la “Festari”

Lorenzo Bernardi, docente di Stati-stica sociale all’Università di Padova, èil nuovo presidente della “FondazioneFestari” di Valdagno, che promuove lacrescita, lo sviluppo e l’integrazionedell’Alto Vicentino.

Una lapide per Scapin

In contrà Do Rode a Vicenza, lastrada della sua celebre libreria, sonostati collocati una targa e un ritratto inrilievo dedicati a Virgilio Scapin, scom-parso nel 2006. Le parole sono di Ser-gio Perosa, mentre Roberto Masiero harealizzato in marmo un bronzo di NereoQuagliato del 1971; l’iniziativa è di PioSerafin, presidente della commissionecultura del Comune.

Il direttivo de “La Vigna”

L’assemblea dei soci della Biblioteca“La Vigna” ha eletto il nuovo consigliodirettivo: il presidente è Mario Bagnara,vicepresidente Luigino Curti, consiglieriMartino Bonotto, Gaetano Fontana eGiorgia Pozza.

Mondo accademico

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12 L’Accademia Olimpica

Il direttivo dell’Istituto di Storia

L’Istituto per le ricerche di storia so-ciale e religiosa di Vicenza ha rinnovatoil direttivo: sono stati eletti il presidenteTiziano Treu, il vicepresidente LorenzoPellizzari, i consiglieri Pierangelo Cangi-ni, Tommaso Ruggeri, Martino Bonotto,Marino Breganze, Luigi Menegatti, Pao-lo Scaroni. Le novità sono Mauro Trapa-ni e Luciano Giacomelli. Confermato ilsegretario generale Giorgio Cracco.

I 30 anni dell’Università adulti/anziani

Al teatro comunale di Vicenza è statofesteggiato il trentennale dell’Universitàadulti/anziani, fondata da mons. Giusep-pe Dal Ferro. L’Università conta oggi 25sedi in provincia, frequentate da quattro-mila allievi; finora in totale ci sono stati13 mila corsisti.

I racconti di Balduino

È stato presentato alla libreria “DoRode” il libro di Armando Balduino “La-dro di racconti” (Manni), diciotto testinarrativi che spaziano dal Settecento al-la contemporaneità, che hanno in comu-ne uno sguardo disincantato nei con-fronti della vita.

Il Garibaldi di Franzina

Si intitola Se viene Garibaldi soldatomi farò la conferenza-spettacolo ideatada Emilio Franzina, con i musicisti PaoloBressan e Mirco Maistro: inni, canti ecanzonette del Risorgimento italiano,una carrellata storica per riflettere su unfenomeno complesso da un originalepunto di vista.

Ricordando Chernobyl

Francesca Lomastro, con Oxana Pa-chlovska e Andrii Omelianuk, ha curato

il volume Il nome della stella è Assenzio.Ricordando Chernobyl (Viella), editodall’associazione Il Ponte-Mict e dall’Isti-tuto per le ricerche di storia sociale e re-ligiosa di Vicenza, che raccoglie i mate-riali del convegno di Marostica del 2006.

Retorica e politica

Retorica e politica. Alle origini del-l’Italia contemporanea (Donzelli) è il ti-tolo dell’ultimo libro dello storico SilvioLanaro: l’idea che sorregge e accompa-gna i saggi qui raccolti sviluppa un’in-tuizione di fondo, quella di una corri-spondenza puntuale e di un contrap-punto costante, nella vicenda nazionaleitaliana, fra retorica e politica.

Il “fico”millenario

Paolo Mietto, docente di Stratigrafiaall’Università di Padova, ha partecipatoalla ricerca che ha permesso di datareal Bartoniano, tra i 40 e i 36 milioni dianni fa, un importante campione di le-gno fossile della specie “Ficus”, ritrovatoqualche tempo fa a Monte di Malo.

Premio a Thiene

A San Anto-nio nel Texas,Gaetano Thieneha ricevuto ilpremio interna-zionale “Distin-guished Achieve-ment Award” del-la “Society forCardiovascularPathology”, riser-vato ai miglior ipatologi cardio-vascolari a livellomondiale.

Gaetano Thiene con Jagdish Bu-tany, editor della rivista "Cardiova-scular Pathology".