la settimana n. 8 del 23 febbraio 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 23 febbraio 2014 l vero dramma delle ditte che chiudono, delle centinaia di persone licenziate non è costituito dal numero; è necessario capire la trage- dia di un solo uomo messo fuori dal lavoro. La disoccupazione è sem- pre la tristissima avventura umana di una persona amputata delle sue capacità di offrirsi, anzi rifiutata; è la tristezza che invae una famiglia con riflessi nei suoi rapporti affettivi ed educativi; è un’ulteriore voce di deluzione per tanti giovani che si affacciano alla vita; è provocazio- ne, purtroppo, di reazioni che spesso portano alla emarginazione o alla violenza. Quando i disoccupati vengono penati uno ad uno nella loro triste concretezza di singole persone e famiglie, allora si comprende quanto il lavoro debba essere "sempre rispettato". (1990 a proposito del licenziamento dei 200 occupati alla SICE) I Il 28 febbraio il Progetto Culturale riporta al centro il tema del lavoro. Nella sede delle Sorgenti della Carità saranno ospiti l’alta tecnologia, gli artigiani, i commercianti e il mondo dell’agricoltura: nuove e antiche strade per riportare lavoro a Livorno Capitani coraggiosi Creare lavoro, un lavoro che crea DI NICOLA SANGIACOMO l lavoro sarà ancora al centro della riflessione proposta dal Progetto Culturale diocesano: nel prossimo incontro in programma venerdì 28 febbraio verrà affrontato il tema da un punto di vista originale, quello dei capitani coraggiosi. Non basta infatti parlare di lavoro nei termini consueti: disoccupazione che cresce, opportunità che mancano, aziende in crisi che minacciano di tagliare altri posti di lavoro. Occorre avere il coraggio di proporre una nuova cultura del lavoro che sappia affiancare al termine lavoro il verbo creare. Sia nel senso di creare nuove opportunità che oggi non riusciamo ad immaginare, sia in quello di pensare il lavoro come attività che crea dignità, benessere, speranza, futuro. Il lavoro non deve quindi essere inteso solo come la fatica necessaria a produrre i mezzi per sopravvivere, ma come il modo di esistere della persona che le da’ dignità e voglia di migliorarsi. Non tutti sono in grado di immaginare e realizzare iniziative capaci di creare occasioni di lavoro per gli altri: abbiamo allora bisogno di capitani coraggiosi che sappiano sviluppare il proprio talento e rischino nella loro attività a favore del bene comune. E’ questo il senso di un incontro pubblico che si svolgerà il 28 febbraio presso la nuova sede della Caritas " Le sorgenti della Carità " e nel quale interverranno per presentare le loro esperienze l’ ingegnere Roberto Razzauti di Inlinea Srl, suor Raffaella Spiezio, presidente della Fondazione Caritas, e il dottor Simone Ferri Graziani di Coldiretti. Nuove tecnologie, artigianato tradizionale e agricoltura come opportunità da cogliere per rilanciare un nuovo modello di sviluppo capace di offrire occasioni di lavoro ai tanti che, anche nel nostro territorio, sono oggi fuori dal sistema produttivo. Dopo aver affrontato in un primo incontro la prima industria della città, ovvero la realtà portuale, il Progetto Culturale si propone di allargare l’orizzonte della questione lavoro ad altre realtà che potrebbero risultare decisive nello sviluppo futuro del nostro territorio. All’incontro parteciperanno anche rappresentanti di realtà associative del mondo del lavoro che proporranno il loro punto di vista relativo a questa difficile congiuntura economica. Si tratta di offrire una prospettiva diversa da cui guardare la grave emergenza lavoro che viviamo in questi anni, particolarmente preoccupante per i giovani. Una prospettiva che superi la visione tradizionale che tende a difendere posizioni consolidate ormai in crisi e sappia proporre nuove possibilità di realizzare la propria vita nel lavoro. Una prospettiva che superi la concezione del lavoro inteso come merce da acquistare o vendere per arrivare a concepirlo come relazione tra persone capace di creare benessere, realizzazione personale, dignità. I sageriamo in tutto. Il troppo domina le nostre esistenze intrise di consumo. Anche troppe parole ricche di significato ormai riempiono le bocche e tanti libri. Non diventano concretezza. Rimangono inoperose e inefficaci. Essere giusti, essere mansueti, essere modesti e semplici non costituisce un bene primario a cui aspirare. Anzi guai essere identificati troppo con questi aggettivi tipici di persone miti. Oggi dominano personaggi arguti e arrivisti che devono cogliere gli attimi di esistenze incerte e fragili. E desiderano correre e basta senza pensare invece che i grandi cambiamenti per il bene delle comunità,richiedono carismi fondati sulla modestia, sul dono, sulla scelta della povertà evangelica. Aspiriamo e preghiamo che "il troppo del Vangelo" penetri le nostre vite affinché siano riempite fino a traboccare, di modestia, di semplicità, di mansuetudine. E VENERDI 28 FEBBRAIO ALLE SORGENTI DI CARITA’ incontro promosso dal Progetto Culturale Diocesano si svolgerà Venerdì 28 Febbraio alle 17.30 nella sede delle Sorgenti di Carità (via Donnini 165). La formula sarà quella di un talk show, condotto dal giornalista di Granducato TV Antonello Riccelli. Ospiti saranno: l’ingegner Roberto Razzauti di Inlinea srl, il presidente della Coldiretti provinciale Simone Ferri Graziani e suor Raffaella Spiezio, presidente della Caritas di Livorno. Interverranno anche Andrea Raiano della Lega Consumatori, alcuni rappresentanti di CNA, della Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio e Massimo Netti, tecnical manager della Jobson group. L Progetto culturale diocesano Quanto conta essere modesti UN BLOG PER RESTARE IN CONTATTO La settimana tutti i giorni ncontri, feste, momenti conviviali, iniziati- ve di preghiera, approfondimenti e molto altro si possono trovare sul blog «La Setti- mana tutti i giorni» (http://www.diocesili- vorno.it/news). Un modo per tenersi in con- tatto "tutti i giorni" e non solo quando esce il settimanale, un modo per dare visibilità alle tante attività che ogni parrocchia o gruppo mette in campo, un modo per vedere le inter- viste in video girate dai collaboratori de La Settimana, un modo per guardare gli eventi attraverso le photogallery, ovvero per infor- marsi su tutto ciò che per motivi di spazio spesso non entra nelle 8 pagine del settimana- le. Ogni giorno è possibile trovare qualcosa di nuovo, grazie in particolare all’impegno di Giulia Sarti, che ha aperto una linea diretta con le diverse realtà ecclesiali e attraverso i link sui social network, rende partecipi so- prattutto i più giovani di tutto ciò che accade in Diocesi. Che dire di più? Fatevi vincere dalla curiosità e cliccate! Ma soprattutto, se volete diventare nostri collaboratori fatevi avanti...a volte ba- sta una foto, un video e qualche riga scritta, anche realizzati con il cellulare, per raccontare attraverso il blog della Diocesi un evento di- vertente o educativo che vi è capitato. Vi aspettiamo, potreste scoprirvi ottimi blogger. I Con il suo lavoro e la sua laboriosità, l’uomo, partecipe dell’arte e della saggezza divina, rende più bello il creato, il cosmo già ordinato dal Padre; suscita quelle energie sociali e comunitarie che alimentano il bene comune, a vantaggio soprattutto dei più bisognosi. Il lavoro umano, finalizzato alla carità, diventa occasione di contemplazione, si trasforma in devota preghiera, in vigile ascesi e in trepida speranza del giorno senza tramonto: « In questa visione superiore, il lavoro, pena ed insieme premio dell’attività umana, comporta un altro rapporto, quello cioè essenzialmente religioso, che è stato felicemente espresso nella formula benedettina: “Ora et labora”! Il fatto religioso conferisce al lavoro umano una spiritualità animatrice e redentrice. Tale parentela tra lavoro e religione riflette l’alleanza misteriosa, ma reale, che intercede tra l’agire umano e quello provvidenziale di Dio ». (COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA) IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 8 del 23 febbraio 2014

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

23 febbraio 2014

l vero dramma delle ditte che chiudono, delle centinaia di personelicenziate non è costituito dal numero; è necessario capire la trage-

dia di un solo uomo messo fuori dal lavoro. La disoccupazione è sem-pre la tristissima avventura umana di una persona amputata delle suecapacità di offrirsi, anzi rifiutata; è la tristezza che invae una famigliacon riflessi nei suoi rapporti affettivi ed educativi; è un’ulteriore vocedi deluzione per tanti giovani che si affacciano alla vita; è provocazio-ne, purtroppo, di reazioni che spesso portano alla emarginazione oalla violenza.Quando i disoccupati vengono penati uno ad uno nella loro tristeconcretezza di singole persone e famiglie, allora si comprende quantoil lavoro debba essere "sempre rispettato".

(1990 a proposito del licenziamento dei 200 occupati alla SICE)

I

Il 28 febbraio il Progetto Culturaleriporta al centro il tema del lavoro.

Nella sede delle Sorgenti della Caritàsaranno ospiti l’alta tecnologia,gli artigiani, i commercianti e il mondo dell’agricoltura:nuove e antiche strade per riportare lavoro a Livorno

Capitani coraggiosiCreare lavoro,un lavoro che crea

DI NICOLA SANGIACOMO

l lavoro sarà ancora alcentro della riflessioneproposta dal ProgettoCulturale diocesano: nel

prossimo incontro inprogramma venerdì 28febbraio verrà affrontato iltema da un punto di vistaoriginale, quello deicapitani coraggiosi.Non basta infatti parlare dilavoro nei termini consueti:disoccupazione che cresce,opportunità che mancano,aziende in crisi cheminacciano di tagliare altriposti di lavoro. Occorreavere il coraggio di proporreuna nuova cultura dellavoro che sappia affiancareal termine lavoro il verbocreare. Sia nel senso dicreare nuove opportunitàche oggi non riusciamo adimmaginare, sia in quello dipensare il lavoro comeattività che crea dignità,benessere, speranza, futuro.Il lavoro non deve quindiessere inteso solo come lafatica necessaria a produrrei mezzi per sopravvivere, macome il modo di esisteredella persona che le da’dignità e voglia dimigliorarsi.Non tutti sono in grado diimmaginare e realizzareiniziative capaci di creareoccasioni di lavoro per glialtri: abbiamo allorabisogno di capitanicoraggiosi che sappianosviluppare il proprio talentoe rischino nella loro attivitàa favore del bene comune.E’ questo il senso di unincontro pubblico che sisvolgerà il 28 febbraiopresso la nuova sede dellaCaritas " Le sorgenti dellaCarità " e nel qualeinterverranno per presentarele loro esperienze l’ingegnere Roberto Razzautidi Inlinea Srl, suor RaffaellaSpiezio, presidente dellaFondazione Caritas, e ildottor Simone FerriGraziani di Coldiretti.

Nuove tecnologie,artigianato tradizionale eagricoltura comeopportunità da cogliere perrilanciare un nuovomodello di sviluppo capacedi offrire occasioni di lavoroai tanti che, anche nel

nostro territorio, sono oggifuori dal sistemaproduttivo.Dopo aver affrontato in unprimo incontro la primaindustria della città, ovverola realtà portuale, ilProgetto Culturale si

propone di allargarel’orizzonte della questionelavoro ad altre realtà chepotrebbero risultare decisivenello sviluppo futuro delnostro territorio.All’incontro parteciperannoanche rappresentanti direaltà associative del mondodel lavoro che proporrannoil loro punto di vistarelativo a questa difficilecongiuntura economica.Si tratta di offrire unaprospettiva diversa da cuiguardare la grave emergenzalavoro che viviamo in questianni, particolarmentepreoccupante per i giovani.Una prospettiva che superila visione tradizionale chetende a difendere posizioniconsolidate ormai in crisi esappia proporre nuovepossibilità di realizzare lapropria vita nel lavoro. Unaprospettiva che superi laconcezione del lavorointeso come merce daacquistare o vendere perarrivare a concepirlo comerelazione tra persone capacedi creare benessere,realizzazione personale,dignità.

I

sageriamo in tutto. Il troppo domina le nostreesistenze intrise di consumo. Anche troppe parole

ricche di significato ormai riempiono le bocche e tantilibri. Non diventano concretezza. Rimangonoinoperose e inefficaci.Essere giusti, essere mansueti, essere modesti e semplicinon costituisce un bene primario a cui aspirare. Anziguai essere identificati troppo con questi aggettivi tipicidi persone miti.Oggi dominano personaggi arguti e arrivisti chedevono cogliere gli attimi di esistenze incerte e fragili. Edesiderano correre e basta senza pensare invece che igrandi cambiamenti per il bene dellecomunità,richiedono carismi fondati sulla modestia,sul dono, sulla scelta della povertà evangelica.Aspiriamo e preghiamo che "il troppo del Vangelo"penetri le nostre vite affinché siano riempite fino atraboccare, di modestia, di semplicità, dimansuetudine.

E

VENERDI 28 FEBBRAIO ALLE SORGENTI DI CARITA’incontro promosso dal Progetto CulturaleDiocesano si svolgerà Venerdì 28 Febbraio alle

17.30 nella sede delle Sorgenti di Carità (via Donnini165).La formula sarà quella di un talk show, condotto dalgiornalista di Granducato TV Antonello Riccelli.Ospiti saranno: l’ingegner Roberto Razzauti di Inlineasrl, il presidente della Coldiretti provinciale SimoneFerri Graziani e suor Raffaella Spiezio, presidente dellaCaritas di Livorno.Interverranno anche Andrea Raiano della LegaConsumatori, alcuni rappresentanti di CNA, della Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio e Massimo Netti, tecnical manager della Jobson group.

’L

Progettoculturalediocesano

Quanto contaessere modesti

UN BLOG PER RESTARE IN CONTATTO

La settimana tutti i giornincontri, feste, momenti conviviali, iniziati-ve di preghiera, approfondimenti e moltoaltro si possono trovare sul blog «La Setti-mana tutti i giorni» (http://www.diocesili-

vorno.it/news). Un modo per tenersi in con-tatto "tutti i giorni" e non solo quando esce ilsettimanale, un modo per dare visibilità alletante attività che ogni parrocchia o gruppomette in campo, un modo per vedere le inter-viste in video girate dai collaboratori de LaSettimana, un modo per guardare gli eventiattraverso le photogallery, ovvero per infor-marsi su tutto ciò che per motivi di spaziospesso non entra nelle 8 pagine del settimana-le.Ogni giorno è possibile trovare qualcosa dinuovo, grazie in particolare all’impegno diGiulia Sarti, che ha aperto una linea direttacon le diverse realtà ecclesiali e attraverso i

link sui social network, rende partecipi so-prattutto i più giovani di tutto ciò che accadein Diocesi.Che dire di più? Fatevi vincere dalla curiositàe cliccate! Ma soprattutto, se volete diventarenostri collaboratori fatevi avanti...a volte ba-sta una foto, un video e qualche riga scritta,anche realizzati con il cellulare, per raccontareattraverso il blog della Diocesi un evento di-vertente o educativo che vi è capitato. Viaspettiamo, potreste scoprirvi ottimi blogger.

I

Con il suo lavoro e la sua laboriosità, l’uomo,partecipe dell’arte e della saggezza divina,rende più bello il creato, il cosmo già ordinatodal Padre; suscita quelle energie sociali ecomunitarie che alimentano il bene comune, a vantaggio soprattutto dei più bisognosi. Illavoro umano, finalizzato alla carità, diventaoccasione di contemplazione, si trasforma indevota preghiera, in vigile ascesi e in trepidasperanza del giorno senza tramonto: « Inquesta visione superiore, il lavoro, pena edinsieme premio dell’attività umana, comportaun altro rapporto, quello cioè essenzialmentereligioso, che è stato felicemente espresso nellaformula benedettina: “Ora et labora”! Il fattoreligioso conferisce al lavoro umano unaspiritualità animatrice e redentrice. Tale parentela tra lavoro e religione riflettel’alleanza misteriosa, ma reale, che intercede tra l’agire umano e quello provvidenziale di Dio ».

(COMPENDIO DELLA DOTTRINASOCIALE DELLA CHIESA)

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

Page 2: La Settimana n. 8 del 23 febbraio 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI23 febbraio 2014II

La Giornata del MALATO

La preghiera che guarisceNella festa della Vergine di Lourdes

ra le iniziativeproposte per la“Settimana per laVita” c’è stata

anche quella dellacelebrazione della Festadella Vergine Maria diLourdes inconcomitanza con la22ª Giornata delmalato. Per questoavvenimento nellachiesa dedicata a SanGiuseppe dell’Ospedalecivile una Santa Messa èstata presieduta dalvescovo Mons. SimoneGiusti.

LE PAROLE DELVESCOVOAprendo la celebrazioneil Vescovo ha detto chenel giorno dellavenerazione dellaVergine di Lourdes ilmessaggio che ci vienedato è quello che si puòguarire: una guarigionespirituale, unaguarigione materiale.Mons. Giusti ha quindiricordato un incontro dalui avuto recentemente aPisa con illustri medicitra cui il professorTaddei, il quale ha citatoun articolo comparsosulla prestigiosa rivistamedica americana“Nature” in cui siportava a conoscenzal’episodio di duepazienti, entrambiammalati di tumore, peruno dei due si erapregato a lungo e perl’altro no. Il risultato èstato che l’ammalatoche aveva ricevuto lepreghiere dellacomunità erasensibilmentemigliorato, con questosi veniva a dimostrare“la capacità diguarigione insita nellapreghiera”, unapotenzialità dunqueprovata a livello clinico.L’uomo -ha continuatoil Vescovo- non è soloun blocco di materia incontinua trasformazionema è dotato anche di unanima. Di fronte ad unmiracolo dobbiamoporci la domanda:Come è possibile? Dapersone intelligentidobbiamo cercare dicapire il perché,dobbiamo porci le

Tdomande giuste.Dobbiamo anchedomandarci sesappiamo amare e sesappiamo donarci,come giustamentediceva Erich Fromm: senon si sa amare si è solodei disperati; bisognaperciò saper vincere ilnarcisismo perrealizzare veramente noistessi nell’amore.Nell’omelia, nelcommentare il branodel Vangelo sulle nozzedi Cana, mons. Giustiha detto che esso ci faconoscere il ruolo diintercessioneche svolgeMaria. Mariachecomprendel’importanzadella festainterviene suGesù, Mariaci insegna adessere dei figliche semprepossonofidarsi delbuon Dio. Cidice che è possibileottenere la salvezza conla fede, e nondimentichiamoci che lafede -seguendol’insegnamento di PapaBenedetto- “è unsuggerimento allaragione”. L’acquacambiata in vinodurante la festa è unsegno che pochi notano,ma i discepoli vedendoquel segno credettero, lafede perciò si radicanella Parola di Dio maanche nei “segni” chesono anch’essi opera diDio. Oggi crediamoanche perché da secoliavvengono dei “segni”, imiracoli, che guarisconoi malati: come aLourdes, come a Fatima,come a Medjujorie,come a Montenero.Questi fatti non sonooccasionali, ma perchéavvengono? Perché nonsolo con il nostro cuorema anche con i nostriocchi possiamo credere.La morte -ha concluso ilVescovo- non si accettamai, siamo sempreimpotenti di fronte adessa, ma non dobbiamoscoraggiarci perchécome credenti davanti a

noi abbiamo semprel’estate della vita eterna.

L’INTERVENTO DELLADOTTORESSA GUERRININella stessa chiesa èstata poi allestita laproiezione di un videosul tema: “Laneonatologia traaccanimento terapeuticoed eutanasia” che è statoillustrato dalladottoressa LauraGuerrini, neonatologaall’Ospedale di Pisa, cheha precisato di “volercondividere con ipresenti la suaesperienza lavorativa”.Sono stati mostratialcuni pensieri comequello di Elie Wiesel“una volta che si metteal mondo una vitadobbiamo proteggerla”mentre in sottofondoRenato Zero cantava “Lavita è un dono”. Sonoseguite le diapositive,alcune strazianti, dibambini frutto digravidanze interrotte percause diverse prima delparto, di bambinimalati, di bambinidisabili. Al momentodella nascita di bambininati prima di aver

terminato iltemponormale digestazione(sono il 3-5% deltotale), nonsi è in gradodi prevedere

quello che potrà essere illoro futuro e anche ilgiudizio di un espertonon sempre ha un esitofelice.I genitori che hanno unfiglio con problemi “unfiglio diverso da quelloche avevano sperato”crea grandi difficoltà perquelle coppie che nonriescono a trovarepersone con cuirelazionarsi, anzi moltospesso le persone vicinenon danno loro alcunappoggio. Nonostantetutto molti dimostranoun profondo amoreindipendentementedalla situazione clinica:“Tu sei nostro figlio equesto ci basta”. E’quindi importante perun medico “prendersicura del neonato e dellasua famiglia”.In Olanda ma anche inInghilterra sono previsticasi di eutanasia, inBelgio si staintroducendo una Leggesull’eutanasia anche inetà pediatrica (mentrescriviamo questoarticolo abbiamoappreso purtroppo cheil Parlamento belga haapprovato questa

Legge). In Italia si parladi sospendere le cure inbase alla futura “qualitàdella vita” e disospenderle anche per idisabili, ma ci sonopersone che malgradotutto sono state o sonolo stesso felici di vivere,come dimostrano i casidi Christopher Reeve odi Alex Zanardi, odisabili dalla nascitacome il fisico Hawking.E’ importante -haaggiunto la dottoressaGuerrini- che i mediciabbiano le idee chiare sucosa fare perché lasocietà in cui viviamo è“materialista escientista” e la persona“ha un valore relativo” ein definitiva “quello checonta è il bene di quelliche stanno bene”.Il neonatologo hadunque la granderesponsabilità diriscoprire il vero finedella sua professione peraccompagnare la vita ditutti i bambini. Ladottoressa Guerrini haterminato ricordandoche l’associazione “Laquercia millenaria”presta il suo aiutonell’accompagnare ibambini terminali eloro genitori; ilneonatologo deveavvicinarsi al problemacon umiltà,compassione, con unosguardo contemplativo esempre con rispetto.

Gianni Giovangiacomo

ella ricorrenza del 450°anniversario della

proclamazione della Madonna diMontenero a patrona della città, laDiocesi ha indetto " l’AnnoGiubilare Mariano" che, iniziatocon la festa del Voto, si concluderàl’8 dicembre 2014. Le feste marianesaranno celebrate, oltre che aMontenero, nelle chiese cittadinededicate a Maria, e in queste chiese,grazie ad una particolareconcessione accordata dallaPenitenziaria Apostolica Vaticana, sipotrà ottenere "l’Indulgenzaplenaria". Si dovranno però seguirealcune prescrizioni: confessione,comunione, preghiere secondo leintenzioni del Sommo Pontefice.Fra queste chiese giubilari c’è anchequella di Nostra Signora del Rosariodi Pompei retta da don PiergiorgioPaolini. La chiesa -ci dice donPaolini- ha da poco celebrato il 50°anniversario di costituzione dellaparrocchia. Infatti il periodico dellacomunità "Il Giornalino" hapubblicato interamente un numerodedicato a questo evento, tra inumerosi scritti ne compare unodella direttrice dell’Archivio storicodiocesano, Maria Luisa Fogolari,che ne illustra il cammino dalleremote origini fino ad oggi.Apprendiamo così che l’attualechiesa sorge su una vecchia chiesinaappartenente alla comunità deiSiro-Maroniti e che fu eretta aparrocchia nel 1900 con decreto delVescovo Matteoli, e nello stessoanno venne introdotta la devozionealla Madonna del Rosario. Per

questaoccasione sipensò dicollocaresull’altare unquadro dellaMadonnadel tuttosimile aquello cheattualmentesi trova nelSantuario diPompei. Ilquadro,ricostruita lachiesa, èoggicollocatoalla sinistradell’altare

maggiore e ci sembra rilevantericordare che nelle vetratemulticolori poste in alto dellachiesa, sia a sinistra che a destra,sono riportate le invocazioni allaMadonna. Nella chiesa è poi benvisibile una lapide in cui sonoscolpite le seguenti parole: "A gloriadi Dio e della regina delle vittorie,sia memorabile il 15 agosto 1921 incui con decreto di Mons. GiovanniAndrea Masera (era il Vescovo diColle Val d’Elsa) AmministratoreApostolico della Diocesi di Livornoquesta chiesa fu proclamataSantuario di Nostra Signora delRosario di Pompei, ricorrenzacelebrata con solenni feste neigiorni 8-14 maggio 1922, annuenteMons. Vescovo nostro GiovanniPiccioni fra letizia di clero e dipopolo". Il 9 giugno 1963 ilVescovo Emilio Guano la consacròin onore della Vergine del SantoRosario, ecco il motivo per cui se neè festeggiato il cinquantenario.Pensiamo che ben pochi livornesisiano a conoscenza che esiste incittà questo "Santuario" oltre aquello di Montenero. Al terminedell’incontro don Paolini ci dice dinon aver ancora stabilito comeorganizzare degnamente lacelebrazione giubilare e aggiungeche fino ad ora non c’è stata unavenerazione eccessiva per laMadonna anche se c’è una presenzaconsistente di fedeli al momentodella "supplica" il 1° maggio e il 1°ottobre, questo giubileo potràessere dunque "l’occasione persviluppare il culto mariano inmodo più significativo".

Gianni Giovangiacomo

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Nostra Signora di Pompei

L’INCONTRO DEI DIACONI CON MONSIGNOR ANTONIO CECCONI

Come coniugare la Carità e la Giustiziaell’ambito degli incontri diformazione per i Diaconi permanenti,

nei giorni scorsi, presso la parrocchia diSanta Seton, mons. Antonio Cecconi hatenuto una riflessione sul tema “Comeconiugare la Carità e la Giustizia”.Attuale direttore della Caritas dellaDiocesi di Pisa, mons. Antonio si è dasempre dedicato alla cura di quegli aspettisociali che riguardano il servizio alla caritàe lo studio delle cause che ne hannodeterminato un lento ma costanteprogredire.Carità e Giustizia si coniugano dalmomento in cui l’impegno della Chiesa edei cristiani viene indirizzato, prima cheall’assistenzialismo, alla rimozione dellacause che hanno creato povertà. Accogliere, assistere, accompagnare ipoveri è un’azione che deve essere sempresvolta, ma, in prima istanza, «dobbiamointerrogarci sui meccanismid’impoverimento e/o di esclusionesociale, sulla crescita di un’iniquadistribuzione della ricchezza e su tuttiquei processi politico/economici chegenerano o accrescono le differenze, cherinforzano il numero degli “ultimi dellafila”».

Dopo un’ampia panoramica dal VecchioTestamento ai documenti del Magisterodella Chiesa sul significato del termine“Giustizia”, il relatore si è soffermato avalutare l’impegno attuale della Chiesa atutti i livelli istituzionali per dare voce atutte le situazioni d’ingiustizia che in Italiae nel mondo creano povertà.La Costituzione Gaudium et Spes al capito

69 così recita: “i beni della creazionedevono essere partecipati a tutti secondoun equo criterio, avendo come guida lagiustizia e come compagna la carità”. La Chiesa, nella sua dimensione globale eparticolare, deve creare, attraverso percorsie/o proposte pastorali, una nuova culturadella giustizia e della carità.Al termine della sua relazione mons.Antonio ha posto delle domande cheinterpellano profondamente le comunitàdiocesane e parrocchiali:- Quanti e come i termini Carità eGiustizia ricorrono nella nostrepredicazioni?- Quanto e come, sono affrontati nellacatechesi- Quanto educhiamo giovani e adulti al“senso civico” e alla “carità politica”?- Come sosteniamointelligentemente/criticamente i cattoliciimpegnati in politica?- Quanto la nostra spinta missionaria suinostri territori, il dover-essere di unachiesa che riparte dall’evangelizzazione,hanno come componente stabile e nonaccessoria la dimensione comunitaria esociale?

Riccardo Domenici, diacono

N

L’ANNO DELGiublieo Mariano

Page 3: La Settimana n. 8 del 23 febbraio 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI23 febbraio 2014 III

A COLLOQUIO CONAndrea Raiano e Laura Albertini

Educaree garantireil cittadino

a Lega Consumatori è nata nel1971. È un’associazione apoliticaed apartitica, costituita su basevolontaria e finanziata dalle sole

quote associative ed i suoi scopi rientrano fraquelli riconosciuti e protetti dalla Legge281/98 che tutela i diritti dei consumatori edegli utenti.È un’associazione di ispirazione cristiana cheha, fra le sue finalità, quella di educare ad unconsumo responsabile, favorendospecialmente la tutela dell’ambiente, ilsostegno al commercio equo e solidale, lasicurezza dei prodotti, la qualità dei servizi,l’equità delle tariffe, la necessità di unaadeguata informazione e di una correttapubblicità, nonché l’accesso ad una giustiziaalternativa». L’Associazione a Livornoattualmente si trova presso la sede delMovimento Cristiani Lavoratori sugli ScaliD’Azeglio 40 (tel. 880110 – fax 0586 896128)e offre servizi di Difesa degli interessieconomici, difesa legale e conciliazioniextragiudiziali, difesa della salute, difesa dellasicurezza del cittadino, informazione ededucazione ed opera in diversi settori quali:banche e assicurazioni; problemi con latelefonia; energia elettrica e gas; fisco, dirittodi famiglia; giustizia (difensore civico, giudicedi pace); tutto quello che riguarda la casa(contratti, condominio, locazioni,compravendite); risparmio e certificazioneenergetica; pubblicità ingannevole; saldi,liquidazioni e vizi delle cose acquistate; tutelanella prenotazione di viaggi e vacanze;rapporti con la pubblica amministrazione;rapporti con i gestori dei servizi pubblici;truffe su Internet; sicurezza alimentare. «Nel nostro statuto – precisa Andrea Raiano,presidente della Lega per la provincia diLivorno – abbiamo come finalità ladiffusione della Dottrina sociale della Chiesae la tutela della famiglia (facciamo parte delForum nazionale delle famiglie). Livornopurtroppo vive un momento difficile. Lapovertà è grande, anche quella culturale, sivivono situazioni di forte indigenza;moltissime persone non riescono a gestireproblemi con le bollette, che peraltromancano assolutamente di chiarezza, restanovittime di truffe, di raggiri o semplicementenon conoscono le leggi, le norme e perquesto sono costretti a pagare più deldovuto».«Un esempio sono le centinaia di pratiche direcupero crediti da parte di aziendemunicipalizzate contro cittadini morosi, chedall’ISEE però risultano nullatenenti –continua Laura Albertini, collaboratrice dellaLega - queste sono pratiche le cui spesegravano sulle spalle dei cittadini, ma che nonapproderanno a niente viste le mancantirisorse delle persone coinvolte. Oppure glierrori nelle bollette delle utenze: ad esempioci sono persone che stanno pagando ildoppio del dovuto, perché non sapevano didover comunicare all’azienda se sono“residenti” nella struttura indicata».«Il nostro – aggiunge Raiano – è un aiuto allacomprensione e un sostegno allaconciliazione». I servizi offerti dalla Lega sonoconcessi nel puro spirito di volontariato o conla sottoscrizione di una tessera di sostegno,gli sportelli sono aperti il martedì e mercoledìdalle 16 alle 18 e il venerdì dalle 10 alle 12.La Lega Consumatori vanta circa 50.000iscritti in 81 province italiane ed è impegnatain iniziative a sostegno di famiglie e digiovani a Recife, Salvador e Tanzania, cuidestina metà della quota tesseramento.

c.d.

La Lega consumatori anche a Livorno svolge un ruolosignificativo nell’educazione e la difesa dei cittadini.L’intervista al Presidente e alla responsabile del settorecomunicazione

ei locali di Fondazione Livorno a cura delladottoressa Luisa Terzi, Segretaria generale

della Fondazione, sono stati presentati i Bandiper la concessione dei contributi per l’esercizio1° gennaio – 31 dicembre 2014 e nello stessotempo è stato mostrato agli intervenuti ilnuovo logo che la Fondazione si è dotata.

I BandiI Bandi -ha spiegato la dottoressa Terzi- sonodue, il primo riguarda il settore “Educazione”eha lo scopo di favorire l’informatizzazione degliIstituti scolastici attraverso l’acquisto diattrezzature multimediali al fine di sostenerel’innovazione in campo educativo, favorireanche l’integrazione e l’accesso all’istruzionedegli studenti stranieri e di quelli disabili arischio abbandono.Tuttoquesto in vista disviluppare una didatticaaggiornata e in linea conquelli che sono glistandard europei.Il secondo bandoriguarda il settore“Volontariato, filantropiae beneficenza”, il fine chesi propone è quello difronteggiare le situazioni di emergenzaabitativa, il deterioramento della situazionesociale, l’aumento delle povertà, cercandoforme di collaborazione con vari Enti eIstituzioni locali per coordinare gli interventi inmodo da massimizzare l’efficacia dei risultati.Già da tempo -ha aggiunto la Segretariagenerale- lavoriamo con varie Istituzionipresenti sul territorio e i nostri sforzi sipropongono di venire incontro a quei bisognisociali che in tempi di crisi sono notevolmenteaumentati.Le richieste di contributo, per entrambi i bandi,dovranno pervenire alla Fondazione Livorno –Piazza Grande 23 – 57123 entro il 31 marzo2014, esclusivamente mediante letteraraccomandata con ricevuta di ritorno, sumoduli già predisposti ritirandoli presso laFondazione oppure scaricabili dal sito internetwww.fondazionelivorno.it.Per i settori “Arte”,“Salute”e “Ricerca”-hacontinuato la dottoressa Terzi- non sono previstiBandi specifici in quanto esiste, per questisettori, una programmazione già consolidatanel tempo, si tratta infatti di interventipluriennali molti dei quali sono in fase dicompletamento, perciò le risorse finanziariesono state già in massima parte impegnate.Ma in base al consultivo del Bilancio delprossimo 30 aprile è possibile che sianodisponibili delle risorse residue. Per questomotivo, sempre entro il 31 marzo, e con lestesse modalità di partecipazione previste daiBandi, si potranno inviare delle richieste chesaranno valutate nei limiti delle risorse che sirenderanno disponibili e nel rispetto degliobiettivi stabiliti dal DocumentoProgrammatico Previsionale.

Il nuovo logoLa dottoressa Terzi ha poi ceduto la parola aAnna Laura Bachini, titolare dello Studio AltroVerso, che ha curato la progettazione graficadel nuovo logo della Fondazione. LaFondazione Cassa di Risparmi era nata infattinel 1992 e in occasione della celebrazione delventennale nel 2012 lo Studio Altro Versoaveva già collaborato con la Fondazione per larealizzazione del materiale pubblicitario diquella manifestazione. Perché il cambio dellogo? Perché con l’approvazione del Ministerodell’Economia e delle Finanze il 29 aprile2013 la “Fondazione Cassa di Risparmi”èdiventata “Fondazione Livorno”.Tutto questo inseguito al fatto che la Cassa di Risparmi diLivorno ha mutato la propria identitàconfluendo nel Gruppo Banco Popolare, laFondazione ha acquisito così una propriaautonomia non avendo più nessun legame conl’ormai obsoleta Cassa di Risparmi. Il nuovomarchio -ha aggiunto Anna Laura Bachini- èstato il frutto di un lavoro di squadra duratodue anni e la genesi del simbolo partestoricamente da quello dell’Accademia deiFloridi del 1797 in cui compare l’operosa arniadelle api e la scritta “Omnia Libant Floridi” chenel 1883 venne cambiata in “Cassa diRisparmi di Livorno”e successivamente in“Fondazione Cassa di Risparmi”. L’attuale logoin continuità con quello precedente, èsimboleggiato dall’alveare che dimostra ancorauna volta l’alacrità, la sollecitudine, l’accumuloe la distribuzione delle risorse, è stata tolta lacomplessità pittorica iniziale, sostituita da unsimbolo “semplice, ben riconoscibile, pulito elineare”. La leggibilità del lettering è piùfunzionale sia nelle piccole come nelle grandidimensioni, la scritta “Fondazione Livorno”escedal cartiglio e compare una “effe”virtuale neglispazi vuoti, il logo, da ora in poi viene posto sututta la modulistica e caratterizzerà l’area“comunicazione”per tutte le iniziative culturalie sociali che verranno programmate dallaFondazione.

Gianni Giovangiacomo

N

Fondazione Livorno

Presentati i bandie il nuovo logo

UN PROGETTO ENOGASTRONOMICO E NON SOLO

LIVORNO ALL’EXPO 2015?PERCHÉ NO...

asce da un’idea di AndreaRaiano un progetto di rilan-cio economico e culturaledella città, attraverso la risco-

perta della tradizione alimentare edenogastronomica livornese. Il progettosarà presentato nei prossimi giorni aFirenze all’agenzia Toscana promozio-ne che si occupa di raccogliere e valu-tare le proposte regionali per la parte-cipazione all’Expo 2015 a Milano.Il progetto parte dalla constatazioneche Livorno rappresenta un unicumnel panorama italiano per la sua storiadi accoglienza verso popoli provenien-ti da tutto il mondo, ed in particolarenei confronti della comunità ebraica,con le sue tradizioni che ancora oggicaratterizzano la cultura cittadina intutti i suoi aspetti.L’intreccio fra religione e gastronomiaha visto il nascere di piatti quali il cac-ciucco, il merluzzo e le triglie (allamosaica) che giustamente portanol’appellativo “alla livorne-se”. Questi cibi nasconocome kasher, cioè adatti al-le prescrizioni della reli-gione ebraica, ma poi sisono diffusi rapidamentenella popolazione localefino ad essere conosciutiin tutta Italia. Non menoimportanti sono i piatti ti-pici collegati alla tradizio-ne medio orientale, anch’essa giunta aLivorno grazie al popolo ebraico. Ilcous cous, la torta di ceci, le roschette(taralli), sono cibi di grandissima po-polarità e fondamentali nella cosid-detta dieta mediterranea, nonché con-notati dalla semplicità e povertà degliingredienti.«Portare queste tradizioni a Expo 2015– afferma Raiano - significherebbe sve-lare a tutto il mondo l’unicità di Livor-no e della sua cultura enogastronomi-ca, allo scopo di sviluppare l’economialocale in relazione al turismo, alla ri-storazione e alla produzione agro-ali-mentare. Rafforzare a Livorno la cultu-ra dell’accoglienza, accompagnandolacon attività come:1. Riaprire le fortezze e destinarle adeventi culturali, basati in modo parti-colare sull’enogastronomia.2. Ridare alle cantine e ai fossi la loronaturale vocazione, attraverso una to-tale navigabilità dei fossi e una desti-nazione delle cantine a locali di risto-razione e d esposizione e commerciodi prodotti tipici.3. Formare i ristoratori e gli operatoridel turismo alla cultura tradizionale li-vornese, prevedendo all’uopo appositiesercizi con certificazione kasher.Favorire esercizi commerciali addettialla fabbricazione, commercializzazio-ne e vendita di cibi kasher livornesipotrebbe significare diffondere nelmondo la tipicità livornese (cacciuccokasher fatto a Livorno al posto del cac-ciucco Buitoni ad esempio, magari col-legato a un nome famoso in tutto ilmondo come Modigliani) e inaugura-re una produzione di vino kasher eadeguare la produzione agro-alimen-tare agli standard toscani, nei confron-ti dei quali è ora al di sotto».«Quello che sembra in apparenza un’i-dea visionaria – sottolinea Raiano - si

basa su solide tradizionistoriche e su plausibiliprospettive economiche.in tutto il mondo infattiuno dei riti religiosi ap-partenenti al ramo sefar-dita è conosciuto comerito “livornese”. Non èquindi assurdo pensaredi far conoscere al mon-

do l’aspetto alimentare della tradizio-ne sefardita livornese. Piatti come ilcacciucco devono essere parte inte-grante dell’immagine mondiale di Li-vorno, come il rito religioso in quantoad esso strettamente collegato. E’quindi plausibile pensare ad una Li-vorno dei sapori e degli odori comechiave di rilancio dell’economia citta-dina o addirittura di un volano per ilritorno di donne e uomini da tutto ilmondo, attratti dal clima favorevole,da una ritrovata cultura dell’accoglien-za basata sulla conoscenza delle anti-che tradizioni che hanno fondato lacittà».«E’ chiaro – conclude - che oggi è diffi-cile riproporre quel modello vincenteche fu il porto franco, ma sta alla clas-se politica ed economica (locale, regio-nale e nazionale) trovare le opportuneintese che possono portare all’emana-zione di particolari norme che consen-tano di evitare la fine di una città chesta vivendo un momento di drammati-co declino, ma che ha rappresentatoun unicum nel panorama italiano». «Partecipare a Expo 2015 - potrebbeessere un buon rilancio della città. Unevento unico che porterà l’Italia tutta,con i suoi inimitabili sapori e odori,davanti a una vetrina mondiale che at-tende 20 milioni di visitatori dal vivo,migliaia di investitori e centinaia dimilioni di visitatori virtuali. In questavetrina Livorno merita sicuramente unposto di primo piano con il suo mare,le sue antiche e inimitabili tradizioni,la sua cultura e i grandi personaggi chein essa sono nati o vi hanno trovatoun luogo di eccezionale accoglienza.Per realizzare tutto questo sarà fonda-mentale il contributo delle associazio-ni e delle istituzioni, nella logica di si-nergie e del principio di sussidiarietà».

c.d.

N

Le tradizionigastronomichelivornesi edebraiche alla basedi un possibilerilancio della città

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI23 febbraio 2014IV

VENERDÌ 21 FEBBRAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado21.15 in occasione della settimana perla vita, spettacolo dal titolo "Bene co-mune" al teatro dei Salesiani

SABATO 22 FEBBRAIOIl Vescovo a Roma, nella Basilica Vati-cana, partecipa al concistoro per lacreazione di nuovi cardinali

DOMENICA 23 FEBBRAIO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Luca a Stagno

LUNEDÌ 24 FEBBRAIO21.00 in vescovado, incontro con l’e-quipe di pastorale giovanile

MARTEDÌ 25 FEBBRAIONella mattina, udienze clero in vesco-vado18.00 in vescovado, incontro con ilCentro Missionario diocesano

MERCOLEDÌ 26 FEBBRAIO10.00 Simposio interreligioso in ve-scovado (vedi locandina in pagina)

GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO10.00 Simposio interreligioso in ve-scovado (vedi locandina in pagina)16.00 Simposio interreligioso pressola Sala della Provincia di Livorno (ve-di locandina in pagina)18.00 S. Messa in occasione dell’anni-versario della Comunità di Sant’Egi-dio alla chiesa di San Giovanni

VENERDÌ 28 FEBBRAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado17.30 presso il nuovo centro Caritas"Sorgenti di Carità"(Via Donnini), in-contro dal titolo "Capitani coraggiosi:Nuove strade per il lavoro a Livorno" acura del Progetto culturale, Interver-ranno rappresentanti di: Confesercen-ti, CNA, Confartigianato, Lega Consu-matori, Jobson group (vedi locandinapag.8)21.15 in vescovado, consulta aggrega-zioni laicali

SABATO 1 MARZO18.00 S. Messa e cresime alla parroc-chia del Sacro Cuore (Salesiani)10.30 S. Messa e cresime alla parroc-chia di San Pio X

Agenda del VESCOVO

Il messaggio della CEI Avvalersi dell'insegnamento della religione cattolicanell'anno scolastico 2014-2015

«Imparare a vivere, per diventareuomini e donne adulti e maturi»

ari studenti e cari geni-tori,anche quest’anno sare-te chiamati a decidere

se avvalervi o non avvalervidell’insegnamento della reli-gione cattolica. Si tratta di unservizio educativo che la Chie-sa offre alla scuola italiana inconformità a quanto stabilitodall’Accordo del 18 febbraio1984 che ha modificato il Con-cordato Lateranense e dalle In-tese attuative che negli anni sisono succedute. Nel quadrodelle finalità della scuola, cioèaderendo agli scopi educativiche motivano l’esistenza dellescuole di ogni ordine e gradoin Italia, l’insegnamento dellareligione cattolica consente atutti, a prescindere dal propriocredo religioso, di comprende-re la cultura in cui oggi viviamoin Italia, così profondamenteintrisa di valori e di testimo-nianze cristiane.Parlando a un gruppo di stu-denti, papa Francesco ha ricor-dato che "la scuola è uno degliambienti educativi in cui si cre-

sce per imparare a vivere, perdiventare uomini e donneadulti e maturi, capaci di cam-minare, di percorrere la stradadella vita. Come vi aiuta a cre-scere la scuola? Vi aiuta non so-lo nello sviluppare la vostra in-telligenza, ma per una forma-zione integrale di tutte le com-ponenti della vostra persona-lità" (Discorso agli studentidelle scuole gestite dai gesuitiin Italia e Albania, 7 giugno2013).Sulla scia di queste parole, laChiesa in Italia vuole ribadireil proprio impegno e la propriapassione per la scuola.Quest’anno e lo farà anche inmaniera pubblica con ungrande pomeriggio di festa e diincontro con il Papa in Piazzasan Pietro il prossimo 10maggio, a cui sono invitati glistudenti, gli insegnanti, lefamiglie e tutti coloro che sonocoinvolti nella grandeavventura della scuola edell’educazione.Riprendendo le parole delPapa, riteniamo che sia

necessaria una formazionecompleta della persona, chedunque non trascuri ladimensione religiosa. Non sipotrebbero capire altrimentitanti fenomeni storici, letterari,artistici; ma soprattutto non sipotrebbe capire la motivazioneprofonda che spinge tantepersone a condurre la propriavita in nome dei principi e deivalori annunciati duemila annifa da Gesù di Nazareth. È perquesto che vogliamo ancorauna volta invitare ognistudente e ogni genitore aguardare con fiducia e consimpatia al servizio educativoofferto dall’insegnamentodella religione cattolica.Per rendere tale serviziosempre più qualificato eadeguato alla realtà scolastica,con l’Intesa stipulata nel 2012tra la Conferenza EpiscopaleItaliana e il Ministerodell’Istruzione, dell’Universitàe della Ricerca sono stati fissatilivelli sempre più elevati diformazione accademica degliinsegnanti di religionecattolica, almeno pari a quellidi tutti gli altri insegnanti espesso anche superiori.Ringraziamo questi insegnanti,oggi in gran parte laici, che conla loro passione educativatestimoniano nella scuola ilvalore della cultura religiosa,attraverso il cui serviziocerchiamo di venire incontroalle esigenze più autentichedegli alunni che oggifrequentano le scuole italiane,alle loro domande di senso,

alla loro ricerca di una validaguida.Tutto questo è ben espressonelle Indicazioni didatticherecentemente aggiornate eattualmente in vigore nellescuole di ogni ordine e grado.In quelle specifiche per ilprimo ciclo di istruzione sidichiara in manieraimpegnativa che "il confrontocon la forma storica dellareligione cattolica svolge unruolo fondamentale ecostruttivo per la convivenzacivile, in quanto permette dicogliere importanti aspettidell’identità culturale diappartenenza e aiuta lerelazioni e i rapporti trapersone di culture e religionidifferenti". Nella fase storicache attualmente stiamovivendo il contributodell’insegnamento dellareligione cattolica può esseredeterminante per favorire lacrescita equilibrata delle futuregenerazioni e l’aperturaculturale a tutte lemanifestazioni dello spiritoumano.Con questi sentimenti, econfortati dall’elevata adesionefino ad oggi registrata, virinnoviamo l’invito a sceglierel’insegnamento della religionecattolica per completare esostenere la vostra formazioneumana e culturale.

Roma, 23 novembre 2013LA PRESIDENZA

DELLA CONFERENZAEPISCOPALE ITALIANA

C

BREVI DALLA DIOCESICooperatori PaoliniSABATO 22 FEBBRAIO ALLE 16.45 Presso le suore Paoline, via Corcos 63 Incontro con don Ange-lo Colacrai . A seguire Santa Messa

Movimento del Messaggio di FatimaSABATO 22 FEBBRAIOPresso la parrocchia di N. S. di Fatima (Villaggio di Corea- Lar-go Alfredo Nesi 1)Festa dei Beati Francesco e Giacinta MartoProgramma:15.00 accoglienza dei bambini e ragazzi nella vecchia chiesinacon giochi di gruppo15.30 consegna del fiore bianco e processione fino alla chiesagrande16.00 in chiesa, racconto della storia dei Pastorelli di Fatima;momento di preghiera; deposizione dei cuoricini con il nomenei Cuori di Gesù e Maria posti all’altare; preghiera di consa-crazione dei fanciulli, benedizione e bacio della reliquia17.00 nella vecchia chiesina, cartone animato, merenda e lan-cio dei pallonciniSaluto e consegna dei libretti dei Pastorelli da colorare

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Napolitano M.L. - I giusti di Budapest. Il ruolodei diplomatici vaticani nella Shoà.- Ed. SanPaolo, pp.237 euro 16,00

Questo testo curato da Matteo Luigi Napoli-tano, che si occupa di diplomazia vaticana, diguerra fredda e di relazioni euro-atlantiche, èuna piccola storia di Giusti che durante la se-conda guerra mondiale, salvarono moltiebrei ungheresi destinati ai lager. Giusti ac-clarati come tali dallo Yad Vashem di Gerusa-lemme, ma anche "Giusti nascosti", così con-siderati da coloro che essi trassero in salvo.Tra molti di questi Giusti si distinsero alcunidiplomatici di Paesi neutrali accreditati a Bu-dapest che nelle loro iniziative, trovaronol’aiuto di gente comune, di credenti e noncredenti, e anche di non pochi coraggiosiebrei. In particolare tra questi Giusti si distin-sero due diplomatici della Santa Sede: mon-signor Angelo Rotta, nunzio apostolico a Bu-dapest dal 1930 al 1945, e monsignor Gen-naro Verolino, uditore nella stessa Nunziatu-ra ungherese dal 1942 al 1945. A questi dueuomini l’umanità deve moltissimo. Questolibro vuole essere uno spaccato aperto su unpiccolo mondo amico degli ebrei, in cui ognigiorno si scelse, si decise, si agì e magari an-che si sbagliò; ma in buona fede e con onore.

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI23 febbraio 2014 V

Credo in Dio Padre...

LE OMELIE DI...PAPA FRANCESCO.........

CASA

S.M

ART

Ada

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ANCHE DIO PIANGE,CON IL CUORE DI UN PADRECHE NON RINNEGA MAI I SUOI FIGLIAnche Dio piange: il suopianto è come quello di unpadre che ama i figli e non lirinnega mai anche se sonoribelli, ma sempre li aspetta.E’ quanto ha affermato PapaFrancesco durante la Messapresieduta a Santa Marta. Le letture del giornopresentano la figura di duepadri: il re Davide, che piangela morte del figlio ribelleAssalonne, e Giàiro, capodella Sinagoga, che pregaGesù di guarire la figlia. IlPapa spiega il pianto diDavide alla notiziadell’uccisione del figlio,nonostante questicombattesse contro di lui perconquistare il regno. L’esercitodi Davide ha vinto, ma a luinon interessava la vittoria,“aspettava il figlio! Gliinteressava soltanto il figlio!Era re, era capo del Paese, maera padre! E così quando èarrivata la notizia della fine disuo figlio, fu scosso da untremito: salì al piano di sopra… e pianse”:“Diceva andandosene: «Figliomio, Assalonne. Figlio mio!Figlio mio, Assalonne! Fossimorto io invece di te!Assalonne, Figlio mio! Figliomio!’. Questo è il cuore di unpadre, che non rinnega maisuo figlio. ‘E’ un brigante. E’un nemico. Ma è mio figlio!’. Enon rinnega la paternità:pianse… Due volte Davidepianse per un figlio: questa el’altra quando stava per morireil figlio dell’adulterio. Anchequella volta ha fatto digiuno,penitenza per salvare la vitadel figlio. Era padre!».L’altro padre è il capo dellaSinagoga, “una personaimportante – afferma il Papa -ma davanti alla malattia dellafiglia non ha vergogna digettarsi ai piedi di Gesù: ‘Lamia figlioletta sta morendo,vieni a imporle le mani,perché sia salvata e viva!’. Nonha vergogna”, non pensa aquello che potranno dire glialtri, perché è padre. Davide eGiàiro sono due padri:“Per loro ciò che è piùimportante è il figlio, la figlia!Non c’è un’altra cosa. L’unicacosa importante! Ci fa pensarealla prima cosa che noidiciamo a Dio, nel Credo:‘Credo in Dio Padre…’. Ci fapensare alla paternità di Dio.Ma Dio è così. Dio è così connoi! ‘Ma, Padre, Dio nonpiange!’. Ma come no!Ricordiamo Gesù, quando hapianto guardandoGerusalemme. ‘Gerusalemme,Gerusalemme! Quante volteho voluto raccogliere i tuoifigli, come la gallina raduna isuoi pulcini sotto le ali’. Diopiange! Gesù ha pianto pernoi! E quel pianto di Gesù èproprio la figura del piantodel Padre, che ci vuole tutticon sé”.

“Nei momenti difficili” -sottolinea Papa Francesco – “ilPadre risponde. RicordiamoIsacco, quando va conAbramo a fare il sacrificio:Isacco non era sciocco, se neera accorto che portavano illegno, il fuoco, ma non lapecorella per il sacrificio.Aveva angoscia nel cuore! Ecosa dice? ‘Padre!’. E subito:‘Eccomi figlio!’. Il Padre

rispose”. Così, Gesù, nell’Ortodegli Ulivi, dice “conquell’angoscia nel cuore:‘Padre, se è possibile,allontana da me questocalice!’. E gli angeli sonovenuti a dargli forza. Così è ilnostro Dio: è Padre! E’ unPadre così!”. Un Padre comequello che aspetta il figlioprodigo che è andato via “contutti i soldi, con tutta l’eredità.Ma il padre lo aspettava” tutti igiorni e “lo ha visto dalontano”. “Quello è il nostroDio!" - ha osservato il Papa - e"la nostra paternità" - quelladei padri di famiglia come lapaternità spirituale di vescovie sacerdoti - "deve essere comequesta. Il Padre ha comeun’unzione che viene dalfiglio: non può capire se stessosenza il figlio! E per questo habisogno del figlio: lo aspetta,lo ama, lo cerca, lo perdona,lo vuole vicino a sé, tantovicino come la gallina vuole isuoi pulcini”:“Andiamo oggi a casa conqueste due icone: Davide chepiange e l’altro, capo dellaSinagoga, che si getta davanti aGesù, senza paura di diventareuna vergogna e far ridere glialtri. In gioco erano i loro figli:il figlio e la figlia. E con questedue icone diciamo: ‘Credo inDio Padre…’. E chiediamo alloSpirito Santo - perché soltantoè Lui, lo Spirito Santo – che ciinsegni a dire ‘Abbà, Padre!’. E’una grazia! Poter dire a Dio‘Padre!’ col cuore è una graziadello Spirito Santo. Chiederlaa Lui!”.

ESSERE CRISTIANI NON È UN PRIVILEGIO,ANNUNCIARE IL VANGELO CON UMILTÀAnnunciare il Vangelo senzaapprofittarsi della condizionedi cristiani. E’ quantoaffermato da Papa Francesconella Messa a Casa SantaMarta. Il Papa ha svolto la suaomelia a partire dal martiriodi Giovanni Battista ed hasottolineato che, come lui, il

vero discepolo di Cristo seguela via dell’umiltà senzaimpadronirsi della profezia. Erode fa uccidere Giovanniper accontentare l’amanteErodìade e il capriccio di suafiglia. Papa Francesco hasvolto la sua omeliasoffermandosi sulla tragicamorte del Battista, narrata dalVangelo odierno. Giovanni, haosservato il Papa, è “un uomoche ha avuto un tempo brevedi vita, un tempo breve perannunciare la Parola di Dio”.Era l’uomo, ha soggiunto, che“Dio aveva inviato perpreparare la strada a suoFiglio”. E Giovanni finiscemale la sua vita, nella corte diErode “che era in banchetto”:“Quando c’è la corte èpossibile fare di tutto: lacorruzione, i vizi, i crimini. Lecorti favoriscono queste cose.Cosa ha fatto Giovanni? Primadi tutto annunziò il Signore.Annunziò che era vicino ilSalvatore, il Signore, che eravicino il Regno di Dio. E loaveva fatto con forza. Ebattezzava. Esortava tutti aconvertirsi. Era un uomo forte.E annunziava Gesù Cristo”.

“La prima cosa che ha fattoGiovanni, grande, èannunziare Gesù Cristo”.Un’altra cosa che ha fatto, haproseguito il Papa, “è che nons’impadronì della sua autoritàmorale.” Il Papa ha ricordatoche gli era stata data “lapossibilità di dire ‘Io sono ilMessia’, perché aveva tantaautorità morale”, “tutta lagente andava da lui”. E ilVangelo narra che Giovanni atutti diceva di convertirsi. E ifarisei, i dottori vedevanoquesta sua forza: “Era unuomo retto”. Gli chiedonodunque se fosse lui il Messia.E, in quel “momento dellatentazione, della vanità”poteva fare una “faccia daimmaginetta” e dire: “Ma, nonso...” con una “falsa umiltà”.Invece è stato chiaro: “No! Ionon lo sono! Dietro di meviene uno che è più forte di

me, cui io non sono degno dipiegarmi per sciogliere ilegacci dei suoi calzari”.Giovanni, ha ribadito il Papa,“è stato chiaro”, “non harubato il titolo. Non si èimpadronito del mestiere”.Questa, dunque, “è la secondacosa che ha fatto lui, “uomo diverità”: “Non rubare ladignità". La terza cosa che hafatto Giovanni, ha soggiunto,“è imitare Cristo”. AncheErode, che lo aveva ucciso,“credeva che Gesù fosseGiovanni”. Giovanni, haosservato, ha imitato Gesù“soprattutto sul camminodell’abbassarsi: Giovanni si èumiliato, si è abbassato finoalla fine, fino alla morte”.Anche, ha detto, c’è “lo stessostile di morte, vergognoso:Gesù come un brigante, comeun ladro, come un criminale,sulla croce”:“Morti umilianti. Ma ancheGiovanni ha avuto il suo ‘ortodegli ulivi’, la sua angoscia incarcere, quando credeva diavere sbagliato, e manda i suoidiscepoli a chiedere a Gesù:‘Ma dimmi, sei tu o hosbagliato e c’è un altro?’ Ilbuio dell’anima, quel buio chepurifica come Gesù nell’ortodegli ulivi. E Gesù ha rispostoa Giovanni come il Padre harisposto a Gesù, confortando.Quel buio dell’uomo di Dio,della donna di Dio. Penso inquesto momento al buiodell’anima della Beata Teresadi Calcutta, no? Ah, la donnache tutto il mondo lodava,Premio Nobel! Ma lei sapevache in un momento della suavita, lungo, c’era soltanto ilbuio dentro”.

“Annunziatore di GesùCristo”, ha aggiunto, Giovanni“non si impadronì dellaprofezia”, lui “è l’icona di undiscepolo”. Ma, si è chiesto ilPapa, “dove è stata la sorgentedi questo atteggiamento didiscepolo?”. In un incontro. IlVangelo, ha rammentato, ciparla dell’incontro di Maria edElisabetta, quando Giovanniballò di gioia nel grembo diElisabetta. Erano cugini.“Forse – ha detto - si sonotrovati dopo alcune volte. Equell’incontro ha riempito digioia, di tanta gioia il cuore diGiovanni e lo ha trasformatoin discepolo”. Giovanni è“l’uomo che annunzia GesùCristo, che non si mette alposto di Gesù Cristo e chesegue la strada di GesùCristo”:“Ci farà bene oggi, a noi,domandarci sul nostrodiscepolato: annunziamoGesù Cristo? Approfittiamo onon approfittiamo dellanostra condizione di cristianicome se fosse un privilegio?Giovanni non si impadronìdella profezia. Terzo: andiamosulla strada di Gesù Cristo? Lastrada dell’umiliazione,dell’umiltà,dell’abbassamento per ilservizio? E se noi troviamo chenon siamo fermi in questo,domandarci: ‘Ma quando èstato il mio incontro con GesùCristo, quell’incontro che miriempì di gioia?’. E tornareall’incontro, tornare allaprima Galilea dell’incontro.Tutti noi ne abbiamo una!Tornare là! Rincontrarci con ilSignore e andare avanti suquesta strada tanto bella, nellaquale Lui deve crescere e noivenire meno”.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI23 febbraio 2014VI

In ricordo DI OLIMPIA SGHERRI

Sono viva, come mai lo sono stata

ra il 1999 quando laFondazione Sacro Cuore ottenneil riconoscimento giuridiconecessario per gestire la scuola

primaria e scuola dell’Infanzia che LeSuore di Domenicane di Santa CaterinaDa Siena avevano gestito, in via delpastore nel rione di Ardenza, sin daiprimi anni del 900.Nel 2010 la Congregazione delle SuoreDomenicane vendette l’immobile di viadel Pastore e da quel momento è natoun nuovo corso: La scuola primaria si ètrasferita in via Lopez 44.

La scuola dell’Infanzia in viaMachiavelli (presso i locali dellaParrocchia della Rosa). E’ composta datre sezioni, con giardino e auleattrezzate.La Fondazione San Carlo Borromeonasce nel 2004 rilevando la scuoladell’infanzia Santa Margherita Caiani, divia Galilei, gestita da oltre un secolodalle Suore di Santa margherita diPoggio a Caiano e nel 2006, rilevandola scuola dell’Infanzia e la scuolaPrimaria e scuola Media gestite dallaCongregazione Maestre Pie Venerini diVia Lopez. Attualmente entrambe lerealtà educative sono state sviluppate,rese più adeguate alle esigenze deibambini e corredate da progettieducativi di alto livello condivisi a livellonazionale con Università e da numerosescuole facenti parte della stessa reteeducativa.Le scuole sono caratterizzate da ampispazi luminosi, grandi giardini e sonodotate da palestra, teatro, aule discienze, informatica, musica e dibiblioteca/lettura.Le Fondazioni sono nate per nondisperdere un patrimonio di oltre unsecolo di formazione umana e cristiana,che le Congregazioni SuoreDomenicane di Santa Caterina da

Siena, Suore di santa Margherita Caianie Maestre Pie Venerini di Santa RosaVenerini, hanno portato avanti con tantacura e tensione missionaria.Inoltre, con l’assunzione di questiimpegni, è stato possibile raccogliere ladomanda e il bisogno di molte famiglieche hanno potuto così far crescere i lorofigli secondo l’educazione desiderata.I carismi partecipati ai Venerabili Santiche hanno avuto questa passioneeducativa hanno trovato continuità nelcarisma partecipato al Servo di Dio DonLuigi Giussani, attraverso i laici che daLui sono stati raggiunti e ancora oggieducati alla fede e alla responsabilitàmissionaria ed educativa fino al donodi sé.Lo scopo di ogni Carisma è infatticontribuire all’Opera di Dio per la

crescita umana degli uomini e per laedificazione della Chiesa nel mondo..Pertanto, pur considerando le gravidifficoltà che tutte le scuole cattolicheattraversano a Livorno come in tuttaItalia,considerata la non compiuta leggesulla parità scolastica, i ritardi dicorresponsione dei contributi previstidalle convenzioni in atto e dai sussidi,che mai come in questi tempi hannoraggiunto inadempienze di oltre unanno, le Fondazioni continuano adoperare e ad incontrare l’interesse dimolte famiglie che hanno a cuorel’educazione per i propri figli.E’ giusto ricordare che il SistemaScolastico Nazionale è composto dallaScuola Pubblica Statale e dalla ScuolaPubblica Paritaria, ma è altrettantobene ricordare, mentre si celebra un

periodo di quindici anni di presenza,non privo di sacrifici personali eeconomici, che una giusta edequilibrata applicazione della leggepermetterebbe una sana competizionenel sistema scolastico che non potrebbealtro che favorire un miglioramento ditutto il servizio scolastico educativo.Gli anniversari non sono maicommemorazioni, ma occasioni perdare testimonianza di ciò che puòessere ricchezza per tutti. Pertanto ènostra intenzione promuovere alcuneiniziative che coinvolgeranno le famiglieche hanno condiviso con noi questi annie anche occasioni di incontro anchepubblico per consentire a tutti diconoscere l’esperienza e il valore ditutte le scuole paritarie presenti in città.

Riccardo Lucchesi

E

Fondazione Sacro Cuore e FondazioneCarlo Borromeo: 15 anni a Livorno!

PARROCCHIA SANTA CROCEFesta in maschera dei ragazzi eragazze Cresima e Cresimati delVicariato. Presso l’area feste "ilSorbetto" a CastelnuovoMisericordia Giovedì 27 febbraio dalle 18 alle 21.30. Quota dipartecipazione 5 euro. Iscrizionientro dom 23/2. telefono e fax0586.792089 0586.792089

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BOSCOSabato 22 febbraio appuntamentoimportante alla Parrocchia diCoteto con il Banco alimentareparrocchiale. Una nuova iniziativacaritatevole per aiutare i bisognosiche quotidianamente si presentanoalla Caritas e la Ronda della caritàche ogni sera parte dalla parrocchia.L’orario per portare il propriocontributo sarà dalle 9 alle 13 edalle 15.30 alle 17.30. Sonorichiesti: succhi di frutta in brik,zucchero, tovaglioli, merendini,forchette, acqua 1/2 l.

PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLOIl Parroco della Parrocchia dei SantiPietro e Paolo, Padre Gabriele,invita tutti alle iniziative delprogetto RUN4LIFE per aiutare ilCaritas Baby Hospital di Betlemme.Tra gli eventi, anche quello diGIOVEDI’ 20 alle ore 7,30: tutti alcentro trasfusionale di Livorno perun altro gesto importante come ladonazione del sangue.

Sabato 22 febbraio alle 15.30presso il teatro dell’IstitutoMaddalena, "Dona-Azione" unmomento dedicato ai più piccolicon giochi, festa ed attività sulsenso del donare e di come aiutareil prossimo con gesti semplici maimportantissimi; l’animazione acura dell’AVIS. A seguire Maximerenda e festa mascherata per tutti

PARROCCHIA SANTA SETONOgni Martedì dopo la S.Messa delle18 quindi alle 18.30 Un’ora conFranco Caccavale per il corsobiblico sul Vangelo di Matteo.Ogni Giovedi dopo la S.Messa delle18 un’ora di AdorazioneComunitaria.

Domenica 23 febbraio, inpreparazione alle Elezioni delnuovo Consiglio PastoraleParrocchiale, ci sarà un’Assembleasull’argomento. Per l’occasione laS.Messa delle ore 11.00 saràanticipata alle 10.00. Seguirà unintervento del Prof. Emanuele Rossidocente di Diritto Costituzionale alSant’Anna di Pisa e a seguiredibattito e accoglienza dellecandidature.

Nel Pomeriggio alle ore 15.30 NelNostro Teatro Filicchi ci sarà unarappresentazione di una commediadi Rossella Falchini "Mamma SonTanto Felice"

Lunedì 24 Febbraio si riunirà il CPPper discutere e relazionaresull’evento di Domenica 23 oltrealle normali attività dell’ordine delgiorno.

i è stato detto:«Scriviqualcosa suOlimpia

Sgherri, parrocchiana daanni di S. Sebastiano, tuche l’hai conosciuta giàin Trentino, in Val diNon, quando con il P.Luigi Rusnati haaccompagnato ungruppo di giovani per unritiro spirituale, in mezzoad alti monti, cheinvitano a guardare aDio che è al di sopra deimonti e dei cieli e che "icieli dei cieli nonpossono contenere»,come disse Salomonenella preghiera diinaugurazione deltempio di Gerusalemme. Olimpia è infattideceduta il giorno 11febbraio, festa di MariaSS.ma di Lourdes,chiamata dalla Madonnaproprio in una delle suefeste più popolari,propria di chi, come lei,ha amato Maria con lasemplicità del popoloche nel rosario hatrovato il modo piùsemplice di onorare Dioper mezzo di Maria:Anche il suo funerale,nella sua chiesa di S.Sebastiano, è avvenutoaccanto alla piccolacappella della Madonnadi Loreto, luogo dipreghiera silenziosa per ilunghi anni della suavita, dove ha potutoparlare alla Madre dellaChiesa cuore a cuore,come una figlia parla allapropria mamma. Ho accolto l’invito e mi èsembrato logico intesserecome un colloquio conOlimpia, anche per direnon quello che tutticonoscono della sua vita,vista dall’esterno, contutte le sue opere di

Mcarità, quanto invecequanto il Signore GesùCristo ha operatousando di lei come unministro, uno cioè cheagisce nel nome di unaltro. Le ho detto, con laconfidenza con la qualeeravamo soliti parlare:Olimpia; adesso che seimorta nel corpo, che haivissuto il passaggio adaltra vita, come vedi lasorte umana. Ma che dici? Ma chemorta? Ma non sai che iosono viva, come mai sonostata nel mondo, dove tusei ancora, adesso, proprioadesso vivo, e sento didoverti dire quanto Dio permezzo di me povera donna,piccola e ignorante, haoperato, servendosi di me,nonostante i miei limiti, lemie mancanze, i mieidubbi, e non farmi dire dipiù ... Olimpia, ma dimmi unpoco quello che Dio tiha spinto a fare, perché tisei tanto occupata deipiù disgraziati, deimalati, deglihandicappati, deiprigionieri, deimiserabili, deimoribondi, vicini ormaialla fine della vita inquesto mondo. Padre, tu mi costringi arivelare il mio grandeamore; vedi, io non hocercato di aiutare i fratellinel dolore, per la solacompassione umana, no!Non mi sarebbe bastato,no! Il mio Signore, GesùCristo, mi ha chiamato aconsacrarmi tutta a lui, miha conquistato, mi haamato, mi ha abbagliato

col suo amore, e perciò,vedi, come si fa a resisteread un tale amore? Alloraho ricordato un branodelle lettera di S.Giovanni evangelista,dove dice: "Se uno dice’io amo Dio’ e odia suofratello, è un bugiardo.Chi infatti non ama ilsuo fratello che vede;non può amare Dio chenon vede. E questo è ilcomandamento cheabbiamo da lui: chi amaDio ami anche il suofratello". Questo mi hadato la forza di amare gliuomini, servendo in essi ilmio Signore, il mio Amore. Olimpia, non tenermisulle spine, cos’è che tiha spinto verso lepersone più disagiate? Tiprego, non fare lo gnorri,che hai ben capito. Quandoti senti amato da lui, dalCristo, conoscendo che perte, per me, per tutti, èmorto in croce, come si fa anon amarlo, comerispondere all’Amore se noncon l’amore; se Dio non si

può vedere, si può peròamare chi è stato creato aimmagine di Dio, l’uomo;ho scoperto che potevoamare il mio Dio, amandol’uomo, soprattutto l’uomopiù debole e piùabbandonato. Ah, adesso ho capitoperché sei stata in aiutoai baraccati, ai malati diaids, ai moribondi, aiperseguitati daldemonio; ecco la veraforza che avevi dentro,era Dio che ti diceva:"Amami nei miei figliuomini". Finalmente hai capito; seifurbo però, mi hai portato arivelare il mio grandesegreto, il mio grandeamore; ma ormai nonimporta più, "tutto ormaideve essere predicato suitetti".A proposito, cos’ è che tiha spinto a portarmi coninsistenza presso i malatiterminali, in variecircostanze, col santoolio degli infermi, perdare il sacramento

dell’Unzione degliInfermi a giovani inpercolo di morte, apersone che hannotentato il suicidio?Tu sei proprio unprovocatore! Cristo li volevasalvi, li voleva ancora inquesto mondo, perché laloro missione non eracompiuta nel mondo; chedovevo fare? L’amore perDio e per i figli di Dio, gliuomini e le donne, mipressava a rendere possibileil piano di Dio, e tu chepotevi fare, se nonrispondere al comando delSignore che vuole lasalvezza di tutti, è il tuocompito no? Ma chi ti ha fatto capireche proprio l’Unzionedegli Infermi è ilsacramento dellaguarigione dell’anima espesso anche del corpo?Ma sei proprio tu achiedermi una cosasimile?! Mi costringi atestimoniare che io stessaho potuto verificare ilbeneficio di talesacramento. Anni fa erodistrutta da un’influenza ,restia a ogni farmaco, dopovari giorni ti chiesi diamministrarmi l’Unzione,per ispirazione dellaMadonna, tu venisti, me laamministrasti e nel giro dipochi giorni recuperai laperfetta salute. E allora,come non pensare che eraun dono per tutti i malati,soprattutto per i casi senzasperanza?Grazie, Olimpia, pregaper noi, per i tuoi poveri,per la conversione deipeccatori, e per me,povero prete. Caro padre,io pregherò, ma tu chesei ancora nel mondo,datti da fare per lasalvezza delle anime!

P. G.B. Damioli,barnabita

Immaginando un dialogo con Olimpia, nei giorni scorsitornata alla casa del Padre...

PARROCCHIE & Co

di Giulia Sarti

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI23 febbraio 2014 VII

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La prima traslazione della Madonna a prima traslazione dellaMadonna a Livorno (30marzo-2 aprile 1631)La pestilenza descritta dal

Manzoni nei “Promessi Sposi”nel 1630 invase anche Livorno;il Governatore della città Pierodei Medici fece costruire duelazzaretti,uno presso la chiesadei Cappuccini e uno vicino adAntignano. Furono emanatiprovvedimenti di pubblicasanità e i bastimenti dovevanofare la quarantena o all’Isoladel Giglio o alla Gorgona.L’osservanza delle leggi disanità in città era affidata allaMisericordia di Livornocoadiuvata dai Padri Barnabitie dai Frati Cappuccini.Ma lacittà era una desolazione e cosìfu deciso dal Municipio il 12dicembre 1630 di traslare incittà l’immagine dellaMadonna diMontenero.Intanto tutte leConfraternite salivano a piediscalzi a Montenero efinalmente la domenica 30marzo 1631, i PadriGesuati,custodi delSantuario,accompagnati dairappresentanti della città,daiconfratelli delle varieCompagnie,portarono per laprima volta l’immagine della

L

Madonna in città. La sacraicona fu accolta a PortaColonnella dall’Arcivescovo diPisa Giuliano dei Medici,dalclero,dal Governatore,daimilitari e dal popolo, che, pervia Ferdinanda fu introdotta incittà. La sacra icona fu postasotto il loggiato dellaCollegiata di SanFrancesco(oggi Cattedrale). Il31 marzo la Sacra Immagine

venne portata per tutte lastrade della città, e la VergineSantissima ricevette l’omaggioanche dai condannati ai lavoriforzati, dagli schiavi Turchi edai Mori. Poi la venerataimmagine venne riportata aMontenero dal GovernatorePiero dei Medici. Cessato ilmorbo, il Comune, il 27 luglio1631, rinnovò il voto del 1564,e la Confraternita del

SS.Sacramento e diS.Giulia, nell’apriledel 1632, portò alSantuario unastatuetta d’argentoraffigurante laSanta Patrona consotto incisaun’iscrizionelatina: “MariaeVirgini-pestemanno 1631-Liburniinfestantem-devincienti-obmemoriaeaeternamobservantiam-confrates-societatisCorporis Christie etS.Juliae Liburni-hoc votumdicarunt”; e cosìfece anche laMisericordia

donando una statuettaraffigurante la Misericordiacon la seguente scritta: “Insignibeneficio-Deiparae VirginiMontis Nigri-sedata peste anno1631-Liburni atrocitercrassante-in gratiarum actione-Misericordia confrates-d.d.-anno 1632”. Purtroppoquando vennero soppressi iPadri Teatini tutti questi donisparirono.

I CORSARI TURCHI ASSALGONO IL SANTUARIO DI MONTENERO

ell’anno 1575 i Corsari Turchi,sbarcati sulla spiaggia in prossimità dell’Ardenza,guida-ti da un rinnegato del posto, si diressero verso Montenero per depredare il Santuario e

portare via la Sacra Immagine e condurre via prigionieri i Padri Gesuati,custodi del SacroTempio. Ma mentre salivano il monte,in vicinanza del Santuario, i Corsari Turchi divenne-ro improvvisamente ciechi,si smarrirono e andarono qua e là girovagando,vennero quindifacilmente raggiunti dai Livornesi che erano accorsi in aiuto al Santuario e fattili prigionie-ri, li condussero nelle prigioni di Antignano e Livorno.Quato avvenimento indusse il ducaCosimo a fortificare Antignano per difendere meglio le spiagge tra Antignano e Livorno. Ilduca Cosimo affidò al Capitano Raffaello Guerrazzi di Castelfranco il progetto di fortifica-zione di Antignano.

LA GUARIGIONE DEL FIGLIO DEL BEY DI TUNISIel mese di gennaio del 1821 il figlio del Bey di Tunisi venne a Livorno per curarsi unaferita mortale riportata in guerra.La ferita fu giudicata inguaribile,e perciò fu decisa

l’amputazione della gamba.In questo tempo,avendo,da un infermiere cristiano,sentitoparlare molto della Miracolosa Immagine della Madonna di Montenero, e delle grazia chefaceva a chi la invocava,si sentì nascere in cuore tanta fiducia che promise che,se fosse statoguirito,avrebbe mandato un voto al Santuario.Il principe turco guarì e il 29 gennaio 1821,il figlio del Bey,mandò al Santuario una gamba d’argento del peso di due libre.

N

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IL FUTURO PAPA LEONE XIII

Il Cardinale GioacchinoPecci a Montenero

ome nel corpo umano le diversemembra s’integrano fra loro e

determinano quelle relazioni armonioseche giustamente viene chiamatasimmetria, allo stesso modo la naturaesige che nella società le classis’integrino fra loro realizzando, con laloro collaborazione mutua, un giustoequilibrio». Leone XIIIVincenzo Gioacchino Pecci nacque il 2marzo 1810 a Carpineto Romano (che aquei tempi faceva parte del PrimoImpero francese) da Ludovico Pecci eAnna Prosperi Buzzi. Tra i fratelli vi fu ilcardinale Giuseppe Pecci e il conteGiovanni Battista Pecci.La famiglia apparteneva alla piccolanobiltà rurale. Il padre era commissariodi guerra e colonnello. Già in gioventùVincenzo Gioacchino Pecci si segnalòquale ragazzo dotato con unaparticolare predilezione per lo studiodella lingua latina. Egli fu allievo delcollegio dei gesuiti di Viterbo e studiòteologia presso il Collegio Romano. Nel1837 fu ordinato sacerdote. Nel 1838 fuinviato quale delegato papale aBenevento, città appartenente allo StatoPontificio. In seguito, con la stessafunzione fu mandato a Perugia. Nel1843 papa Gregorio XVI lo nominòarcivescovo titolare di Damiata; lacerimonia si svolse in San Lorenzo inPanisperna.Dopo essere stato inviato nel 1843 qualenunzio in Belgio – esperienza giovanile

che gli lasciò unaparticolarepredilezione per ilmondo francofono, lacui stampa eglileggeva regolarmente.Tuttavia il suosostegnoall’episcopato belga,che si trovava inconflitto col governoin meritoall’istruzionegiovanile, gli causò larichiesta alla SantaSede diallontanamento daparte di re LeopoldoI, che naturalmentedovette essereaccettata. Il 19gennaio 1846 funominato arcivescovoad personam diPerugia.Nella città umbraPecci restò dal 1846 al 1877, ossia perpiù di trent’anni, nonostante in quelperiodo fosse stato nominato cardinale,in questi anni, nonostante i difficilirapporti col nuovo stato italiano,realizzò nel territorio diocesano oltrecinquanta chiese (dette chiese Leonine)ed altri edifici. Fu nominato cardinalenel concistoro del 19 dicembre 1853 esuccessivamente camerlengo di Santa

Romana Chiesa, dopo la morte delcardinal segretario di Stato Antonelli. Il20 febbraio 1878 fu eletto papa, all’etàdi 68 anni, come successore di papa ilBeato Pio IX dopo un conclave di solidue giorni, il primo dopo la fine delmillenario potere temporale dei papi.Per ben due volte il Cardinale Pecci havisitato e celebrato la Santa Messa nelSantuario della Madonna di Montenero.

■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di don Luca Bernardo Giustarini

Alcune CURIOSITÀ

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI23 febbraio 2014VIII