la settimana - n. 22 del 12 giugno 2011

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 12 giugno 2011 cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette la notizia (Salmo 18,1) Tutto parla di Dio per chi è capace di ascolto, anche i cieli. Di fronte a questa «esplosione» della sua gloria, annunciata dal firmamento, mentre ogni giorno affida al giorno che viene questo messaggio di gratitudine, di lode, cantato dalle molteplici e stupende bellezze della natura, mentre ogni notte trasmette all’al- tra lo stupore dei cieli stellati, unendosi al coro dei giorni per cantare la gloria di Dio, è mai possibile che l’uomo resti muto, distratto, si dimentichi di partecipa- re a questo coro della creazione, lui che ha ricevuto ben più degli altri? L’uomo non può tacere la sua gratitudine, dev’essere il primo ad esprimerla e quale mo- do migliore per farlo se non trasformando la sua vita nel cantico più bello. Tut- to può trasformarsi in un grazie: la famiglia,la professione, i rapporti umani, il divertimento, lo studio, la scienza, il dolore, la preghiera, la fede, l’amore. I L’Assemblea diocesana ha proposto le sue indicazioni per la stesura definitiva del Progetto Educativo Diocesano. Saranno necessari cinque anni di impegno «I nostri sogni su giovani e famiglia» i avvia alla conclusione il cammino di riflessione della Diocesi per dare vita al nuovo documento che dovrebbe avere prima dell’autunno prossimo, la stesura definitiva per poi passare alla sua attualizzazione. L’assemblea diocesana , riunita nella Chiesa di S.Lucia, prima di iniziare i lavori, ha pregato insieme al Vescovo il quale dopo la lettura della Scrittura ha tenuto una meditazione. Prendendo spunto dal Vangelo di Giovanni (6,52-69), ha evidenziato come Gesù ripeta più volte l’espressione: «Chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà la vita eterna». Se questo è scandaloso per gli ebrei, non lo è per noi. Infatti la nostra adesione a Cristo non si basa soltanto sulla fede, ma è l’adesione a Colui che si è fatto cibo per noi; è il suo essere sacramentalmente sempre presente tra noi che rende possibile l’essere Chiesa, l’essere suo Corpo. È solo nella celebrazione eucaristica infatti che i fedeli diventano membra del suo corpo glorioso. Il Vescovo ha quindi invitato a stare molto attenti, quando nella vita spirituale, si perde di vista questo aspetto, infatti si corre il rischio di limitare il Cristo al privato, mentre invece è all’esterno che dobbiamo guardare in quanto il bere il suo sangue e mangiare il suo corpo sono un avvenimento S esterno, diventano nostro nutrimento e noi dobbiamo vivere per Lui. Anche Pietro, come leggiamo in Atti 9, 31-42, agisce avendo una profonda fede in Cristo Risorto e continua i suoi gesti nella Prima Chiesa di Gerusalemme, ripete le medesime parole su ispirazione dello Spirito Santo, ma è il suo vivere nella profonda comunione in Cristo che gli consente di compiere i miracoli, anche quello della resurrezione di Tabità. Pietro si sente uno strumento docile all’azione dello Spirito e pervaso da quell’umiltà che riconosce il primato a Cristo e se noi come Pietro capiamo di essere servi inutili ma abbandonati in Cristo, da Lui abbiamo la forza compiere la sua volontà. Monsignor Giusti, prima di dar il via al dibattito, ha ribadito come la Diocesi abbia come priorità l’attenzione ai giovani e alla famiglia. Il documento che è in preparazione, pur non avendo la pretesa di essere perfetto, vuole essere il segno di una Chiesa che si interroga, che si ritrova per darsi delle linee guida per poi attuarle nel prossimo anno. Ha anche espresso la sua soddisfazione riguardo alla visita compiuta in questi tre anni nelle Parrocchie e ha così esclamato: «Non le ho trovate Dopo questo passaggio assembleare, è prevista la stesura in sede di Consiglio Presbiterale e Pastorale delle Norme riguardo la preparazione al Matrimonio e riguardo i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. A luglio, terminerà la prima stesura e in agosto verrà rivisto il linguaggio, per rendere il più possibile fruibile il Documento a coloro che ne entreranno in possesso. È prevista per l’ 8 settembre, durante il Pellegrinaggio Diocesano a Montenero quando si ricorderà anche il primo anniversario della morte di monsignor Ablondi, la consegna del Documento ultimato, per poter così procedere all’attuazione per il nuovo Anno Pastorale. Certamente non vi è la pretesa di fare tutto e subito, ma si spera entro 5 anni di poter vedere realizzati i «pochi sogni» che hanno al centro i giovani e le famiglie. A tutti i convenuti, il Vescovo ha donato l’ultimo suo libro «Educare con il cuore di Dio» che è un percorso spirituale e pedagogico per aiutare la riflessione sull’ultimo documento della CEI «Educare alla vita buona del Vangelo». Dal momento che la Chiesa Italiana, scrive tanti documenti, ma pochi li leggono, monsignor Giusti, ha cercato con questo testo di spingere i singoli o i gruppi a farlo, proponendo un itinerario che per la durata di un anno fa sì che possa essere compreso e aiuti «gli educatori, catechisti, ma non solo, ad acquisire gli atteggiamenti spirituali e pedagogici per vivere questa nuova stagione della trasmissione della fede alle nuove generazioni». Monica Cuzzocrea I TRASFERIMENTI E LE NOMINE INFORMAZIONI * Rientra in diocesi dopo il servizio alla CEI don Luciano Cantini. * Ha chiesto e ottenuto un anno sabbatico don Andrea Brutto per motivo di studio. NOVITÀ SI AVVIA LA SPERIMENTAZIONE PER UN ANNO, DELLE SEGUENTI UNITÀ PASTORALI: Unità pastorale Cattedrale Responsabile: Mons. Paolo Razzauti; presbiteri parroci collaboratori: don Placido Bevinetto e Padre Giovanni Battista Damioli; presbiteri canonici collaboratori: Mons. Giorgio Mangano, Don Ivano Costa. Confessore ordinario: Don Joseph Luzuy, ICRSS; Diacono: Andrea Zargani - Paolo Bencreati Unità pastorale Venezia Responsabile: Don Donato Mollica; presbiteri parroci collaboratori: Padre Lorenzo Moretti; Vice parroco: Padre Jolly Theckinen Pappachan, Trinitari e Don Joseph Luzuy, ICRSS Unità pastorale S. Marco Responsabile: Don Edoardo Medori; presbiteri parroci collaboratori:Don Mario Sorbi; Vice parroco: Don Guillaume Maenenkuba; Diacono: Mauro Giolli NOMINE Rettore del Seminario Vescovile: Mons. Ezio Morosi S. Croce a Rosignano Solvay : Parroco Don Pio Maioli ; Diacono: Luigi Diddi (che rimane in servizio anche nella parrocchia di S.Teresa) S. Leopoldo a Vada: Parroco Don Janusz Wozniak; Diacono: Valfredo Zolesi S. Michele al Gabbro e Ss. Pietro e Paolo a Colognole: Parroco Don Grzegorz Baryn S. Martino a Parrana S.Martino Parroco Don Mariusz Nowakowski S. Maria del Soccorso: Parroco Mons. Ezio Morosi; Co parroco Padre Andrea Conti; Vice parroco Don Ernest Malonga Unità Past. Dei Tre Arcangeli (SS. Annunziata dei Greci a La Leccia, N.S. di Lourdes in Collinaia, S. Martino in Salviano) : Responsabile Don Raffaello Schiavone; Vice parroco Don Claude Okondio e Padre Hilariyos D’Cunha; Diacono Giovanni Visconti S.Pietro e Paolo: Parroco Don Jean Michael Moukouba Bamana; Vice parroco Don Giuseppe Coperchini; Diacono Riccardo Domenici S. Anna a Quercianella: Parroco Mons. Pietro Basci; Diacono Renato Rossi I cambiamenti nelle parrocchie Il nuovo sito diocesano WWW.DIOCESILIVORNO.IT: l’indirizzo resta lo stesso ed in parte per adesso anche i contenuti, ma la grafica è più moderna e l’accesso ai diversi menù è molto più semplice e immediato. È in fase di restyling il sito della Diocesi, grazie al lavoro di Roberto Franchi e tra poco sarà anche possibile per ogni ufficio diocesano gestire autonomamente le pagine che interessano. Mentre procede il lavoro di trasferimento dati, che prevede anche l’inserimento dei numeri de «La Settimana» e di altro materiale relativo anche al progetto educativo, chiediamo a coloro che accederanno al sito ancora un po’ di pazienza...«work in progress», direbbero gli americani! Fotografie Giusy D’Agostino IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi peggiorate...anzi! O i miei occhiali sono appannati...ma mi è sembrato di vedere un miglioramento, eppur si muove, come disse il famoso scienziato mio conterraneo!» Si è in seguito dato luogo alla lettura da parte dei Vicariati, della Consulta della Pastorale Familiare, della Consulta della Pastorale Giovanile e delle Aggregazioni Laicali, delle varie osservazioni su tutto il documento e delle proposte di mozione in merito ai singoli paragrafi della Parte Normativa presente in ognuna delle quattro schede del Progetto Educativo. È seguito un breve dibattito, quindi il Vescovo prima di concludere l’Assemblea ha ringraziato per i contributi apportati, alcuni addirittura molto elaborati ed articolati che evidenziavano uno studio e approfondimento comunitario sistematico e prolungato. È questo un Progetto che, lungi dall’essere perfetto, «vola basso», guarda all’ordinarietà della vita e procede per piccoli passi.

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana - n. 22 del 12 giugno 2011

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

12 giugno 2011

cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento. Ilgiorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette la notizia

(Salmo 18,1)Tutto parla di Dio per chi è capace di ascolto, anche i cieli. Di fronte a questa«esplosione» della sua gloria, annunciata dal firmamento, mentre ogni giornoaffida al giorno che viene questo messaggio di gratitudine, di lode, cantato dallemolteplici e stupende bellezze della natura, mentre ogni notte trasmette all’al-tra lo stupore dei cieli stellati, unendosi al coro dei giorni per cantare la gloria diDio, è mai possibile che l’uomo resti muto, distratto, si dimentichi di partecipa-re a questo coro della creazione, lui che ha ricevuto ben più degli altri? L’uomonon può tacere la sua gratitudine, dev’essere il primo ad esprimerla e quale mo-do migliore per farlo se non trasformando la sua vita nel cantico più bello. Tut-to può trasformarsi in un grazie: la famiglia,la professione, i rapporti umani, ildivertimento, lo studio, la scienza, il dolore, la preghiera, la fede, l’amore.

I

L’Assemblea diocesana haproposto le sue indicazioniper la stesura definitivadel Progetto EducativoDiocesano.Saranno necessari cinque anni di impegno

«I nostri sognisu giovani e famiglia»i avvia alla conclusione ilcammino di riflessionedella Diocesi per dare vitaal nuovo documento che

dovrebbe avere primadell’autunno prossimo, lastesura definitiva per poipassare alla sua attualizzazione.L’assemblea diocesana , riunitanella Chiesa di S.Lucia, primadi iniziare i lavori, ha pregatoinsieme al Vescovo il qualedopo la lettura della Scritturaha tenuto una meditazione.Prendendo spunto dal Vangelodi Giovanni (6,52-69), haevidenziato come Gesù ripetapiù volte l’espressione: «Chinon mangia la mia carne e nonbeve il mio sangue, non avrà lavita eterna». Se questo èscandaloso per gli ebrei, non loè per noi. Infatti la nostraadesione a Cristo non si basasoltanto sulla fede, ma èl’adesione a Colui che si è fattocibo per noi; è il suo esseresacramentalmente semprepresente tra noi che rendepossibile l’essere Chiesa,l’essere suo Corpo. È solo nellacelebrazione eucaristica infattiche i fedeli diventano membradel suo corpo glorioso.Il Vescovo ha quindi invitato astare molto attenti, quandonella vita spirituale, si perde divista questo aspetto, infatti sicorre il rischio di limitare ilCristo al privato, mentre inveceè all’esterno che dobbiamoguardare in quanto il bere ilsuo sangue e mangiare il suocorpo sono un avvenimento

Sesterno, diventano nostronutrimento e noi dobbiamovivere per Lui. Anche Pietro,come leggiamo in Atti 9, 31-42,agisce avendo una profondafede in Cristo Risorto econtinua i suoi gesti nellaPrima Chiesa di Gerusalemme,ripete le medesime parole suispirazione dello Spirito Santo,ma è il suo vivere nellaprofonda comunione in Cristoche gli consente di compiere imiracoli, anche quello dellaresurrezione di Tabità. Pietro sisente uno strumento docileall’azione dello Spirito epervaso da quell’umiltà chericonosce il primato a Cristo ese noi come Pietro capiamo diessere servi inutili maabbandonati in Cristo, da Luiabbiamo la forza compiere lasua volontà.Monsignor Giusti, prima di daril via al dibattito, ha ribaditocome la Diocesi abbia comepriorità l’attenzione ai giovanie alla famiglia. Il documentoche è in preparazione, pur nonavendo la pretesa di essereperfetto, vuole essere ilsegno di una Chiesa chesi interroga, che siritrova per darsi dellelinee guida per poiattuarle nel prossimoanno. Ha anche espressola sua soddisfazioneriguardo alla visitacompiuta in questi treanni nelle Parrocchie eha così esclamato: «Nonle ho trovate

Dopo questo passaggioassembleare, è prevista lastesura in sede di ConsiglioPresbiterale e Pastorale delleNorme riguardo lapreparazione al Matrimonio eriguardo i Sacramentidell’Iniziazione Cristiana. Aluglio, terminerà la primastesura e in agosto verrà rivistoil linguaggio, per rendere il piùpossibile fruibile il Documentoa coloro che ne entreranno inpossesso. È prevista per l’ 8 settembre,durante il PellegrinaggioDiocesano a Monteneroquando si ricorderà anche ilprimo anniversario della mortedi monsignor Ablondi, laconsegna del Documentoultimato, per poter cosìprocedere all’attuazione per ilnuovo Anno Pastorale.Certamente non vi è la pretesadi fare tutto e subito, ma sispera entro 5 anni di potervedere realizzati i «pochi sogni»che hanno al centro i giovani ele famiglie.A tutti i convenuti, il Vescovo

ha donato l’ultimo suolibro «Educare con ilcuore di Dio» che è unpercorso spirituale epedagogico per aiutarela riflessionesull’ultimo documentodella CEI «Educare allavita buona delVangelo». Dalmomento che laChiesa Italiana, scrivetanti documenti, mapochi li leggono,monsignor Giusti, hacercato con questotesto di spingere isingoli o i gruppi afarlo, proponendo unitinerario che per ladurata di un anno fa sìche possa esserecompreso e aiuti «glieducatori, catechisti,ma non solo, adacquisire gliatteggiamenti spiritualie pedagogici per viverequesta nuova stagionedella trasmissionedella fede alle nuovegenerazioni».

Monica Cuzzocrea

I TRASFERIMENTI E LE NOMINE

INFORMAZIONI* Rientra in diocesi dopo il servizio allaCEI don Luciano Cantini.* Ha chiesto e ottenuto un anno sabbaticodon Andrea Brutto per motivo di studio.

NOVITÀSI AVVIA LA SPERIMENTAZIONE PER UNANNO, DELLE SEGUENTI UNITÀ PASTORALI:

Unità pastorale CattedraleResponsabile: Mons. Paolo Razzauti;presbiteri parroci collaboratori: donPlacido Bevinetto e Padre GiovanniBattista Damioli; presbiteri canonicicollaboratori: Mons. Giorgio Mangano,Don Ivano Costa.Confessore ordinario: Don Joseph Luzuy,ICRSS; Diacono: Andrea Zargani - PaoloBencreati

Unità pastorale VeneziaResponsabile: Don Donato Mollica;presbiteri parroci collaboratori: PadreLorenzo Moretti; Vice parroco: Padre JollyTheckinen Pappachan, Trinitari e DonJoseph Luzuy, ICRSS

Unità pastorale S. MarcoResponsabile: Don Edoardo Medori;presbiteri parroci collaboratori:Don MarioSorbi; Vice parroco: Don GuillaumeMaenenkuba; Diacono: Mauro Giolli

NOMINERettore del Seminario Vescovile: Mons. EzioMorosi

S. Croce a Rosignano Solvay : Parroco DonPio Maioli ; Diacono: Luigi Diddi (cherimane in servizio anche nella parrocchiadi S.Teresa)

S. Leopoldo a Vada: Parroco Don JanuszWozniak; Diacono: Valfredo Zolesi

S. Michele al Gabbro e Ss. Pietro e Paolo aColognole: Parroco Don Grzegorz Baryn

S. Martino a Parrana S.MartinoParroco Don Mariusz Nowakowski

S. Maria del Soccorso: Parroco Mons. EzioMorosi; Co parroco Padre Andrea Conti;Vice parroco Don Ernest Malonga

Unità Past. Dei Tre Arcangeli (SS.Annunziata dei Greci a La Leccia, N.S. diLourdes in Collinaia, S. Martino in Salviano): Responsabile Don Raffaello Schiavone;Vice parroco Don Claude Okondio e PadreHilariyos D’Cunha; Diacono GiovanniVisconti

S.Pietro e Paolo: Parroco Don Jean MichaelMoukouba Bamana; Vice parroco DonGiuseppe Coperchini; Diacono RiccardoDomenici

S. Anna a Quercianella: Parroco Mons.Pietro Basci; Diacono Renato Rossi

I cambiamentinelle parrocchie

Il nuovo sito diocesanoWWW.DIOCESILIVORNO.IT: l’indirizzo resta lo stessoed in parte per adesso anche i contenuti, ma la graficaè più moderna e l’accesso ai diversi menù è molto piùsemplice e immediato. È in fase di restyling il sitodella Diocesi, grazie al lavoro di Roberto Franchi e trapoco sarà anche possibile per ogni ufficio diocesanogestire autonomamente le pagine che interessano.Mentre procede il lavoro di trasferimento dati, cheprevede anche l’inserimento dei numeri de «LaSettimana» e di altro materiale relativo anche alprogetto educativo, chiediamo a coloro cheaccederanno al sito ancora un po’ di pazienza...«workin progress», direbbero gli americani!

Fotografie Giusy D’Agostino

IL GRANELLOdi senape

di monsignor Ezio Morosi

peggiorate...anzi! O i mieiocchiali sono appannati...mami è sembrato di vedere unmiglioramento, eppur simuove, come disse il famososcienziato mio conterraneo!»Si è in seguito dato luogo allalettura da parte dei Vicariati,della Consulta della PastoraleFamiliare, della Consulta dellaPastorale Giovanile e delleAggregazioni Laicali, delle varieosservazioni su tutto ildocumento e delle proposte dimozione in merito ai singoliparagrafi della Parte Normativapresente in ognuna dellequattro schede del ProgettoEducativo. È seguito un brevedibattito, quindi il Vescovoprima di concluderel’Assemblea ha ringraziato per icontributi apportati, alcuniaddirittura molto elaborati edarticolati che evidenziavanouno studio e approfondimentocomunitario sistematico eprolungato. È questo unProgetto che, lungi dall’essereperfetto, «vola basso», guardaall’ordinarietà della vita eprocede per piccoli passi.

Page 2: La Settimana - n. 22 del 12 giugno 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 giugno 2011II

Un nuovo modoper incontrare i Rom

alla fine di maggio presso lastruttura della Caritas diocesanadi Livorno in via delle Cateratte èiniziato un nuovo servizio di

segretariato sociale, di guardaroba edoccia per famiglie Rom che vivono nelterritorio della città di Livorno.Tutti martedì dalle 15.00 – 17.00saranno attivi questi servizi per lepersone che ne avranno necessità. Adifferenza degli stessi servizi negli altrigiorni della settimana, in un primomomento, non sarà necessario arrivarecon il buono, e quindi passare dal centrodi ascolto, ma questo verrà fattodirettamente sul posto da un operatoreche così inizierà ad instaurare unarelazione e creare una memoria storicadei passaggi in Caritas delle variefamiglie.Le volontarie ed i volontari sarannopersone che hanno a cuore la «questioneRom» e vogliono entrare in un rapportocon loro per conoscerli e poter sostenereil loro cammino di promozione umana.L’idea è proprio quella di incontrare lepersone, accoglierle e capire realmentequelli che sono i bisogni espressi e non,in un clima disteso e di amicizia. Nellanostra società i Rom sono spesso visticon timore o peggio ancora condisprezzo, rendendoli un problema o unfastidio da allontanare, prima ancora divederli come delle persone. Noivogliamo invece avvicinarli, farci sentirepartecipi delle loro vite e renderli, ancheagli occhi di tutte le nostre comunità, unpo’ più umani.Un altro obiettivo è quello di accentrarei servizi solo nella Caritas Diocesana diTorretta, per favorire la relazione edevitare inconvenienti come il farli girareper tutte le varie parrocchie senza unprogetto educativo specifico per ognifamiglia. Sembra opportuno tentare lastrada di crescita delle famiglie attraversopercorsi mirati derivanti dai loro bisognida trasformare in opportunità dimiglioramento. Molte associazioni delmondo cattolico e non solo, stannolavorando per creare un rete che sostengala promozione di queste persone e losviluppo di capacità e competenze. La“questione Rom” si sta trasformando inuna possibilità di risveglio delle nostrecomunità e della nostra stessa città perdar voce a quelle persone che ancoracredono fermamente nell’apertura versol’altro che diventa prossimo daincontrare ed Amare indipendentementeda chi sia e da quale etnia provenga.Compito dei volontari delle Caritas

parrocchiali è quindi quello diindirizzare verso la Caritas di Torretta ilmartedì pomeriggio le persone di etniaRom che chiedono aiuto a loro.Crediamo che questa sia la strada perriuscire a creare una autonomia diqueste persone, all’interno di unacornice di vita dignitosa e di uncammino condiviso per il futuro.

suor Raffaella Spiezio,presidente Fondazione Caritas

Il Servizio è aperto edisponibile ogni MARTEDÌdalle 15.00 alle 17.00 -SEGRETARIATO SOCIALE,SERVIZIO GUARDAROBA E DOCCE PER FAMIGLIE DI ETNIA ROM

D

na persona è morta, possiamo limitarcia dire chi era?

Viktor Dolishniy: non è riuscito a compiere46 anni, veniva dall’Ucraina, era di religioneortodossa, era divorziato, era laureato, avevail permesso di soggiorno, è arrivato in Italianel 1999, aveva un figlio nato nel 1987, eradomiciliato presso amici. Ecco leinformazioni: con queste possiamoricostruire la sua storia? È tutto lì?. Casi noninfrequenti, nella nostra città, di mortisolitarie: a volte il freddo, a volte lamalattia, a volte le dipendenze, a volte lamancanza di voglia di vivere; sempre soli!Dal giornale è emerso che era seguito dallaCaritas da tanti anni: non è proprio così,l’unico contatto avuto è stato il 10 giugno2010 presso l’Ufficio Caritas per il Lavoroche svolge il suo servizio presso laParrocchia di S. Agostino. Ma non è questoil problema; forse è venuto nelle nostrestrutture e non siamo stati capaci diriconoscerlo o forse non si è mai rivolto allaCaritas, pur essendo senza fissa dimora, puravendo bisogno. E ci domandiamo perché.Qualcosa non ha funzionato in noi?Qualcosa non funziona, se anche chi è inuna situazione del genere non bussa allanostra porta? È una domanda che rivolgiamo prima a noistessi. Alla nostra responsabilità di guardarealla persona, alla sua storia, alla suadisperazione inascoltata. Alla nostracapacità di scrutare il territorio, la gente chelo abita, per vederne le malattie e le

sofferenze. Le nostreantenne nonfunzionano o non sonosufficienti? I nostriascolti vanno davveroal cuore delle persone osi fermano al bisognoimmediato, alla primarichiesta? In queste morti c’èsempre unaresponsabilità. Noncerchiamo leresponsabilità ma tuttisiamo responsabili: dachi è istituzionalmentepreposto a offriresostegno ai più deboli achi vedendo unasofferenza, una miseria,volge lo sguardo pernon vedere. Davanti aquesti avvenimenti dobbiamo allertare lanostra sensibilità e la nostra attenzione.Non possiamo considerarle ineluttabili erassegnarci. Non è così che si costruisce unasocietà giusta; anzi, forse è il caso di dire cheè necessario ricominciare a lavorare per unasocietà più giusta. Un società che metta alcentro queste situazioni per farle divenire ilperno di una cultura di fraternità, diuguaglianza, di rispetto. Questi casiestremi sono punte di una malessere piùdiffuso di quanto si pensi. Avvenimenti diquesto genere non possono lasciarci

indifferenti;interroghiamo lenostre coscienze;cerchiamo nuovestrade di aiutoperché questo non

accada più. Per noi credenti in Cristo, chenon accada più è un imperativo a cui nonpossiamo non rispondere. Nel riaffidare alSignore uno dei suoi poveri, ci sentiamo diinvitare tutti a riflettere, perché come Viktor,un ucraino che non è riuscito a compiere 46anni, ci sono altre persone che vivono nelladisperazione per tanti motivi; se non liaccogliamo, se non li capiamo, non siamoné persone né cittadini, solo individui senzastoria.

Enrico Sassano, direttore ufficiodiocesano per la pastorale della Carità

U

«L’idea è proprio quella di incontrare le persone,accogliere e capire realmente quelli che sono i bisogni espressi e non,in un clima disteso

e di amicizia. Nella nostra società i Rom sono spesso visti con timore o peggio ancora

con disprezzo, rendendoli un problema o un fastidioda allontanare, prima ancora di vederli

come delle persone»

RICORDIAMOi nostri preti

di Maria Luisa Fogolari

Canonico donCesare Infunti

on Cesare era nato a FiglineValdarno (FI) il 25 agosto1922. Venne ordinato a LIvor-no il 28 ottobre 1945 da mon-

signor Piccioni. Fu cappellano curato(vice parroco) della cattedrale dal 1novembre 1945 e poi a S. Benedettodal 1 luglio 1946. Don Infunti fecel’insegnante di religione alle scuole sta-tali e fu ufficiante all’Istituto S. M.Maddalena dal 1945. Dal 1954 al1979 fu parroco a S. Benedetto e neglistessi anni anche a S. Maria Assunta inTorretta. Venne nominato canonicodella cattedrale il 1 aprile 1979 e fu ca-nonico penitenziere dal dicembre del2000. In Diocesi fu anche Assistente di gio-ventù di Azione Cattolica, vice cancel-liere per i matrimoni, notaio del tribu-nale ecclesiastico diocesano e vice uffi-ciale dello stesso e poi anche vicariogiudiziale negli anni ’80 con la delegavescovile per i matrimoni.Don Cesare è morto il 21 novembredel 2001.Riportiamo una lettera che don Pier-luigi Betti scrisse nel giorno del suo fu-nerale.

L’AMICO DON CESAREI sacerdoti si dicono - esono - confratelli perchéuniti in Cristo dal par-ticolare vincolo che è laconsacrazione sacerdo-tale; ed è questa «con-fratellanza» che do-vrebbe essere sempremanifestata aperta-mente anche per dimo-strare al popolo di Dioche cosa vuol direamarsi in Cristo.Ma è pur vero che traalcuni di essi - essendoi preti, grazie a Dio,uomini completi come gli altri uomini -possa instaurarsi un legame di particolareamicizia. Questo è quanto è accaduto trame e don Infunti. I motivi possono esserevari: il coincidere della data di entrata inseminario, il comune cammino degli studi,le stesse tribolazioni e ristrettezze nel tem-po di guerra, la vicinanza per anni condon Ugo Ricciardiello, i contatti e gliscambi di idee nel primo periodo del lavoropastorale, ecc, fino ad arrivare alla vec-chiaia e di conseguenza a mettere insiemei ricordi, rimpianti, scambi di idee e consi-gli non solo nel campo della vita sacerdota-le quanto nello stato della nostra salute chelascia sempre più a desiderare.Don Cesare anche se sempre pronto all’ac-coglienza ed all’ascolto non era facile all’a-pertura confidenziale delle sue cose priva-te…con me riusciva ad aprirsi, fino aduna delle sue ultime sere in cui mi disse:«Vedi Piero come si fa a morire!»Carissimo Cesare, io l’ho veduto e ne sonorimasto edificato. Quella corona nella tuamano tremante segnava il legame che allo-ra ed ora più di prima ti tiene stretto allaMamma celeste, il tuo affidarti ed affidarele tue cose terrene con una certa serenitàmi servirà di lezione, anche se penso cheper noi sacerdoti «abituati a darsi e a do-nare» non dovrebbe essere difficile conti-nuare a donarsi al Padre e per Lui donareai fratelli le ultime parole, le ultime forze,gli ultimi spiccioli!Ciao, caro don Cesare! Quando passeròdavanti all’ufficio matrimoni della curiami mancherà il tuo richiamo: «Vieni Pie-ro!»; mi mancherà il vederti chino sulla pi-la di documenti inerenti la causa del Servodi Dio don Giovanni Battista Quilici, Ser-vo che ho invocato per te, perché ottenessedal Signore il miracolo per chi aveva tantolavorato per lui, miracolo che avrebbe con-tribuito ad accelerare la di lui canonizza-zione…ma poi ripenso alla tua rispostamentre ti parlavo di questo argomento:«Lascialo stare don Quilici, ha troppe cosea cui pensare!».Anch’io, come te, penso che ai Santi inte-ressi poco l’essere scritti nel calendario, mache ad essi e specialmente al nostro Quili-ci, interessi molto di più la santità di noisacerdoti.Ora sei con lui, prova a chiedergli qualco-sa. Noi intanto lavoreremo per far matura-re i frutti della sua seminagione, delle sueispirazioni, della sua protezione e della tuapreghiera per la nostra Diocesi.Noi ti ricordiamo; il tuo funerale è statoun trionfo di presenza sacerdotale e laica. u con ci dimenticare mai. Grazie!

Don Pierluigi Betti

D

Una persona è morta

Questi casi estremi sonopunte di un malessere piùdiffuso di quanto si pensi

A PROPOSITO DI VIKTOR E DELLA SUA STORIA A LIVORNO

la parola alla CARITAS DIOCESANA

Page 3: La Settimana - n. 22 del 12 giugno 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 giugno 2011 III

CONOSCIAMO don Piotr Grajper

Dalla Poloniaa Livorno:a giugno festeggia25 annida sacerdote

Sono passati 25 anni daquando hai detto “si” alSignore, riesci a fare unbilancio di questo tuo

ministero?«Al Signore ho detto “si”prima di 25 anni fa.Dal 1975 al 1979 sono statonella città dell’Immacolata aNiepokalanow, fondata dasan Massimiliano Kolbe, doveho frequentato il liceoclassico nel SeminarioMinore. In seguito ho fatto unanno di noviziato dai FratiMinori Conventuali e poi hocominciato gli studi. Nel1984 i superiori mi hannomandato a terminare gli studidi teologia a Roma e poi dal1985 fino al 1989 ho studiatopresso il Pontificio IstitutoLiturgico “ANSELMIANUM”.Il 14 Giugno 1986 sono statoordinato sacerdote in Polonia.Nel luglio 1989 sono statonominato Vice Rettore delSeminario Maggiore e sonostato responsabile dellaformazione degli studenti perben tre anni. Nel 1992 ilCapitolo Provinciale dellaProvincia di Danzica mi haeletto economo ed assistentedella Provincia.Dopo 16 anni sono tornato inItalia e così dal novembre2005 sono in questa diocesi diLivorno. Prima ai Sette Santiin Livorno, poi a Parrana SanMartino e da Luglio 2009sono parroco a San Luca inStagno».

Hai mai pensato di tornare inPolonia?«Sono in Italia da cinque anni.Ho deciso di offrire la mia vitasacerdotale a Livorno: è da dueanni che ho pieni diritti in

questa diocesi».

Come vivi il tuo sacerdozio? Tisei integrato con le persone econ gli altri preti?«Con l’aiuto di Dio stoimparando tante cose nuovein questa Diocesi. Sonoaperto verso ogni persona echiedo la sincerità nei rapportipersonali».

Sei responsabile dellapastorale liturgica? In questoambito cosa pensi che manchialla Chiesa livornese e di che

cosa invece è ricca?«La pastorale liturgica non èfacile. Prima di tutto ci vuoleunicità nel celebrare tutti isacramenti secondo le normegenerali che ci indica laChiesa. Non bisogna fare maicome ci pare. Sarebbe ungrosso sbaglio. Nondobbiamo mai dimenticareche il Vescovo “deve essereconsiderato come il grandesacerdote del suo gregge: dalui deriva e dipende in certomodo la vita dei suoi fedeli inCristo”( SC 41).

“Perciò tutti devono dare lapiù grande importanza allavita liturgica della diocesi chesi svolge intorno al vescovo,principalmente nella chiesacattedrale, convinti che c’è unaspeciale manifestazione dellaChiesa nella partecipazionepiena e attiva di tutto ilpopolo santo di Dio allemedesime celebrazioniliturgiche” (SC 41)».

Ci descrivi la cosa più bellache ti è capitata in questi 25anni di prete?«Sicuramente è quella di potercelebrare i Sacramenti. IlSignore mi ha chiamato:voglio seguire la sua volontà».

c.d.

Proprio nel suoanniversario di sacerdozioconosciamo don Piotr Grajper,a Livorno da cinqueanni, direttoredell’ufficio diocesanodi pastorale liturgicae parroco a S. Luca

a questa settimana, per ricordare i 220anni dalla morte di don Quilici, iniziamo

a pubblicare periodicamente alcune delle suelettere più belle, che ne mostrano la tenerezzapaterna e l’amore sconfinato per i più deboli.In questa: i focolai del colera non si sono deltutto spenti e lo spettacolo nelle strade è deso-lante. Ovunque sono presenti i segni dellamorte e della miseria, ma ovunque sono an-che presenti i segni di una vita che vuole e de-ve rifiorire: è quella dei bambini. Il colera liha risparmiati, ma sono rimasti orfani e nellapiù assoluta miseria. Quilici li ha incontratiper le strade, i suoi occhi si sono posati sul lorosguardo triste, carico di attese, ma anche suquello pieno di malizia di chi aspetta certecircostanze, seppur dolorose, per i propri pro-fitti. Di fronte a questa realtà, il suo cuore siapre ad un amore senza misura e senza calco-li: vorrebbe prenderli tutti sotto lo sua tutela,offrire loro una casa, farsi carico dei loro biso-gni globali, soprattutto di quelli affettivi ededucativi, per offrire loro quella relazioneumana intensa che sola può restituire allapersona la capacità di amare sentendosi ama-ta e curata.

Ill.mo Signor Auditore, Consultore delGoverno - Cerbone Cerboni Livorno, 1 Ottobre 1835Illustrissimo Signore più volte sono ve-nuto a trovarla per poterle parlare, ma acausa dei suoi molti impegni non mi èstato possibile incontrarla. Le scrivo, allo-ra, questa lettera per comunicarle le mieintenzioni. In questa dolorosissima circo-stanza del «Cholera morbus», che comeun misterioso flagello percuote la nostracittà, un grande numero di figli è rimastoprivo dei propri genitori ed ora si trova inuna grande miseria e solitudine. Tra que-sti ci sono tante ragazzine che, se fosserolasciate abbandonate a se stesse, in brevetempo andrebbero ad aumentare senzamisura il numero di quelle vittime, chegià inondano le nostre infelici contrade,apportando così tanto danno a loro stes-se e a tutta la società. Per ovviare in modosollecito ed efficace a tutto ciò che ora e infuturo potrebbe accadere di pericoloso aqueste povere creature, vorrei dichiarar-mi, ed essere di fatto, il loro padre e pro-tettore, facendomi carico concretamentedella loro tutela e, appena resterà libero ilnuovo Istituto di Carità, che con tante fa-tiche ho costruito per loro, vorrei collo-carle in questa grande casa, facendole quieducare, non solo nella fede e nella mo-rale, ma dando loro affetto e alimentoquotidiano e, soprattutto, preparandolead una professione adatta alloro sesso edalla loro età, che sia in grado di dare loro,un domani,un avvenire dignitoso e sere-no. Alle mie sollecitudini certamente nondovranno sfuggire in seguito i poveri or-fanelli. Anche loro meritano di essereamati e aiutati nella loro miserabile situa-zione per allontanarli dalla solitudine edall’abbandono a cui vanno incontro.L’esperienza, purtroppo,ci insegna che iragazzi cresciuti senza guida e abbando-nati a se stessi, sono causa di tanti maliper loro stessi e per la nostra città. Co-munque, prevedo già che l’ apparentemancanza di mezzi economici sicuri po-trà sgomentare qualcuno, pensando cheio stoltamente, pretenda di far rifiorire tranoi la stagione di S. Vincenzo de’ Paoli.Sono molto consapevole che dentro dime non c’è né lo spirito, né la virtù che aquesto Santo faceva realizzare cose gran-di,ma so anche che lo stesso Dio abita neicieli soccorrendo gli uomini con la stessaProvvidenza. Pregherò con tutte le mieforze questo amoroso Signore, affinchémi dia almeno la viva fede da cui eranoanimate le attività di quell’uomo ammi-revole.Mi dispiace molto disturbarla continua-mente, ma la natura mi ha donato uncuore molto sensibile e una mente assairiflessiva per cui sento vivamente la com-passione che merita questa mia patria frai tanti urgenti bisogni e prevedo i maliche dovrà indispensabilmente soffrire inseguito, se non si provvede in tempo.Vorrei che i miei desideri fossero appagatiperché le mie sollecitudini hanno l’unicoscopo di recare beneficio ai miei simili.Questo è il fine di tutto il mio operare eabitando in queste contrade mi sento co-me uno dei missionari dell’ America e delPerù, i quali sono instancabili nel comu-nicare la fede e la cultura a quegli abitan-ti.Invio i più rispettosi ossequi

Don Giovanni Battista Quilici

D

Ai tempidel colera

LE LETTERE DIdon Quilici

LA PARROCCHIA SACRA FAMIGLIA A ROMA

Dopo tanti anni pellegrini da «Shangay»ei giorni scorsi,la ParrocchiaSacra Famiglia(Shangay) si è

recata in pellegrinaggioa Roma. Era più ditrent’anni che daShangay non partiva unpullman di pellegriniper vivere unaesperienza bellissimacome questa: un viaggiospirituale nei luoghisacri.In pellegrinaggio si sonorecate 47 persone,accompagnate dalparroco della SacraFamiglia, donPietro Kownacki.La visita dellaBasilica di SanPietro e quellasulla tomba diGiovanni Paolo IIhanno fattocommuovere icuori di tantipellegrini. Lalettura inoltre dialcune enciclichedi Giovanni Paolo II èstata per molti unmomento importante

N

per poter riavvicinarsi etornare alla fede e allachiesa. Shangay ha

voluto ringraziare, conquesto pellegrinaggio aRoma, al quale han

partecipato ragazzi egenitori dei ragazzi dellaprima comunione, perle tante conversioni e letante piccole gioie chevive la nostra parrocchiadella Sacra Famiglia,purtroppo spessodescritta come unaparrocchia di periferianella quale accadonotroppe poche cose.

Questo viaggio per tantiè stato importante dalpunto di vista della fedeperché davanti allatomba del beatoGiovanni Paolo IIhanno potuto vivere unmomento di profondaconversione. La visitaguidata ai monumentidi Roma è stata ancheper molti un’importanterilettura della nostrastoria nazionale, delpensiero religiosoattraverso l’arte deimonumenti della CaputMundi.Due giornate dicelebrazione liturgica, dilettura della sacrascrittura, e dei testi diPapa Wojtyla hannoarricchitospiritualmente tutticoloro che hannopartecipato a questopellegrinaggio. Unringraziamento vasicuramente alla Pharusviaggi per la perfettaorganizzazione e lagrande disponibilità.

P.K.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 giugno 2011IV

VENERDÌ 10 GIUGNO9.30 incontro con i direttori dei centripastorali in vescovado

SABATO 11 GIUGNO18.00 S. Messa e Cresime nellaparrocchia di Santa Maria delSoccorso21.00 Veglia di Pentecoste nella chiesadi Santa Caterina

DOMENICA 12 GIUGNO11.00 S. Messa e Cresime nellaparrocchia di S. Michele al Gabbro18.00 Liturgia mariana alla chiesa dicatelnuovo della Misericordia

DAL 13 AL 16 GIUGNO MONS. GIUSTIPARTECIPERÀ ALLA CET ITINERANTEIN SICILIA

VENERDÌ 17 GIUGNO10.00 il Vescovo partecipa aifesteggiamenti per San Ranieri a Pisa17.30 consiglio Caritas in Via delleCateratte21.00 incontro con i direttori delcentro di pastorale catechesi edevangelizzazione

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESIIncontro DiaconiSABATO 11 GIUGNO ALLE 16.30Presso la parrocchia di Santa Teresa del Bambin Ge-sù a Rosignano Solvay, presentazione e discussionesulla quarta scheda del progetto educativo a cura deldiacono Giulio Galletti.

Pastorale FamiliareSABATO 18 GIUGNO 2011 DALLE 15,45 ALLE 18,45C/O IL VESCOVADO 5° Incontro per gli animatori di gruppi di famiglie,di coppie di fidanzati e per tutti coloro che operanonella pastorale della Famiglia L’animazione del gruppo famiglia: strumenti, meto-dologie, documenti di base PROGRAMMA ore 15.45 Ritrovo ore 16.00 Riflessione di mons. RAzzauti ore 16.45 Momento di verifica e scambio di idee sulprossimo anno ore 18.45 Conclusione Per i bambini è previsto il servizio di baby-sitter PER INFORMAZIONI: Antonio e Rita Domenici tel. 335 354216 - 0586501418 Giuseppe e Monica Ciampaglia tel. 339 3972116 - 0586890185

USMIDOMENICA 19 GIUGNO ALLE 16.00Presso l’Istituto San Giuseppe delle suore Vincenzia-ne a Quercianella, pomeriggio di fraternità

er tre anni, 6 ragazzi livornesi tra i 13 e i17 anni, individuati dai Servizi Sociali del

Comune, alterneranno periodi di navigazionenel Mediterraneo sulla barca a vela di 16metri “Raj”, condotto dal comandante MatteoAria, a periodi a terra, alla scoperta deimestieri legati alla nautica e alla cantieristica.Con questa iniziativa il Comune di Livornoscommette sull’”inversione di rotta” dei suoiragazzi. I Servizi sociali dell’ente toscanosono infatti tra i pionieri di Invertiamo la rotta– Limite acque sicure, un progetto triennaleinterregionale per il recupero dei minori arischio, promosso dall’associazione “Matti perla Vela Onlus”.Invertiamo la rotta è un progetto con il qualesi intende insegnare ad adolescenti a rischiodi abbandono scolastico e più in generaleseguiti dai servizi sociali, a condurre unabarca a vela, a conoscere il mondo del mare ele sue professioni, con l’obiettivo di costruirsiuna speranza per il futuro, sperimentando laconoscenza di sé e il lavoro di gruppo inun’esperienza di evasione e divertimentoorientata da limiti e regole “sicure”.L’intervento sulla dispersione scolastica è solouno degli obiettivi di lungo termine diInvertiamo la rotta, un innovativo progetto disupporto agli enti che hanno in carico minoriche utilizza la navigazione a vela peraccompagnare, arricchire e verificare glispecifici percorsi in corso. Ed è stato studiatoin collaborazione con gli enti stessi cheseguono i ragazzi nella quotidianità, con unapproccio che ne fa il frutto della volontà difare network sul lungo termine, piuttosto chedi offrire un semplice servizio di brevetermine. I primi partecipanti (oltre ai 6livornesi ci sono 6 ragazzi di Milano) hannogià iniziato a misurarsi con il mare, laconoscenza di sé e il lavoro di gruppo, inun’esperienza di evasione orientata da limitie regole sicure. Ad accompagnarli lo staffnautico-educativo che vede la collaborazionee l’interazione tra Matti per la Vela e gli entiinvianti nella costruzione insieme ai ragazzi,giorno dopo giorno, uscita dopo uscita, dellerotte di mare e di terra. La tabella di marciaprevede la chiusura entro l’estate della primafase di conoscenza e ambientamento cheinclude la definizione degli obiettiviindividuali e di gruppo, sui quali si inizierà alavorare concretamente in concomitanza conla riapertura delle scuole.

Per informazioni: Matti per la Vela e-mail [email protected], tel 339-7174007

P

«Invertiamo la rotta»

Libri da LEGGEREdi M.C.

Grun A. - L’arte di diventare adulti. In dialogo con i giovani.- Ed,Paoline, pp.185, 15

I giovani hanno voglia di crescere e allo stesso tempo ne han-no paura. L’autore, dialogando con i ragazzi tra i quindici e idiciassette anni, ha avuto la possibilità di comprendere qualisiano i timori che affiorano maggiormente nei giovani quan-do pensano al futuro e alla prospettiva di diventare adulti.Timori però che sono anche segno di un desiderio profondo;vogliono essere padroni delle proprie vite, vogliono rendersiindipendenti e gli unici responsabili delle proprie azioni.Ma, quando pensano al futuro, emerge il dubbio se quel fu-turo corrisponderà davvero ai loro desideri e aspettative.Lo scopo di questo libro, non è quello di voler prescrivere aigiovani come diventare adulti, ma il mostrare loro quali sia-no le condizioni per accedere alla maturità umana, a partiredalle domande che i giovani pongono. Vuole anche far riflet-tere su come la fede li può aiutare a compiere i passi verso lacondizione adulta. L’autore nella stesura del libro si è potutoavvalere della lunga esperienza nella direzione spirituale epastorale. Non che dia delle risposte preconfezionate, ma of-fre un contributo alla discussione sul tema “diventare adulti”e alla questione su come oggi possiamo comunicare la fedealle nuove generazioni”.

Matti per la vela

i svolgerà dal 1 al 4 settembre 2011 il pellegrinaggio aMedjugorie che vedrà l’accompagnamento spirituale

di monsignor Simone Giusti e con tutta probabilitàanche la presenza testimoniante del giornalista PaoloBrosio.Il viaggio sarà in aereo con partenza da Pisa.

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI PHARUS VIAGGI -VIA S. ANDREA LIVORNO - 0526 211294

S

A Medjugorje CON IL VESCOVO

Diocesi informa

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DI GIULIA SARTI

al t.v.b. alle M.A.P.S. (miglioriamiche per sempre), dal “xkè”alle faccine =),:-)…illinguaggio dei nati nello

scorso secolo cambia e si rinnova aritmi frenetici.E siccome Dio ci parla con unlinguaggio che possiamocomprendere, per raggiungere igiovani deve per forza adattarsi aicambiamenti culturali, e con Luitutta la chiesa.Allora il Papa diventa un eroemanga!Forse qualche adulto si chiederà checosa sia questo “manga”, ma seguarda sul comodino di figli onipoti, è probabile che accanto a quellibro che deve essere finito da mesi,avvisti uno strano fumetto. Sì, perchéun manga ne ha le caratteristicheprincipali che tutti conosciamo (chinon ha mai letto da bambino leavventure di Paperino o Topolino?),ma con una particolarità che tra tutteè quella che più spicca: viene letto alcontrario, cioè dall’ultima alla primapagina. Stessa cosa per le vignette ilcui ordine va sì dall’alto al basso, mada destra verso sinistra.Arrivato dal Giappone ormai dadiversi anni, questo genere haaffascinato giovani di ogni età.Proprio per raggiungere tutti loro, lacasa editrice californiana “MangaHero” di Jonathan Lin, distribuirà neigiorni della Gmg di Madrid 300.000copie in inglese e spagnolo dellastoria di Joseph Ratzinger, sacerdote,cardinale, poi Papa Benedetto XVI.La sceneggiatura di “HabemusPapam”, questo il titolo, è stataaffidata a una studentessadell’Università Giovanni Paolo ilgrande di San Diego, il disegnatoreinvece, Sean Lam, arriva direttamenteda Singapore.L’editore, che già ha pubblicato lastoria a fumetti di San Paolo eGiuditta, crede in questo progettoperché, come riporta l’intervista sulsito http://www.madrid11.com,pensa che in questo modo si possa«utilizzare il manga come strumento

per mostrare alla gioventù e almondo una Chiesa che non ha pauradella modernità e della costanteevoluzione della cultura».Che sia la strada giusta per avvicinarequalche giovane in più?O magarianche solo per avvicinarli allalettura...che male non fa!

D

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 giugno 2011 V

PapaBenedetto XVI«a fumetti»

AD UN MESE DALLA PARTENZA, LE ULTIME CURIOSITA’ SULLA GMG.. .......

L’evoluzione della cultura e della comunicazione non conosce confini; il linguaggio dei mangae dei fumetti arriva fino a Madrid!

n molti si domandano a che cosa serva la quota necessaria perpartecipare ai giorni della Gmg. Ecco qualche risposta:

* 10 euro andranno a favore dei giovani dei Paesi poveri comecontributo di solidarietà: “i fondi così raccolti saranno ripartiti tra ilComitato Gmg 2011 di Madrid e il Pontificio Consiglio per i Laici, cheli gestiranno con finalità precise.In particolare, il Comitato di Madridutilizzerà i fondi provenienti dalla Spagna per finanziare le spese diviaggio dei giovani provenienti da Paesi dell’America Latina e deiCaraibi che si trovano in difficili condizioni economiche o politiche. IlPontificio Consiglio per i Laici utilizzerà il resto dei fondi perfinanziare le spese di viaggio dei giovani degli altri continenti in similicondizioni di difficoltà”.( http://www.gmg2011.it)

* 15 euro copriranno in particolare le spese della partecipazioneitaliana e saranno così ripartite:- una quota per aiutare diocesi, parrocchie o gruppi che ne hannofatto richiesta per problemi economici;- una quota destinata alla diocesi africana di Emdeber dove èprevisto un progetto per il triennio dell’Agorà;- una terza quota destinata a famiglie italiane in difficoltà, giovanidisoccupati, o legata, ad esempio, al “Prestito della Speranza”;- una quota per le spese organizzative;- un’ultima quota per il materiale del “kit dell’italiano”: il cappello,il Rosario missionario, un taglio di stoffa, un sussidio di preghieradella durata di un intero anno liturgico, un vademecum connotizie, preghiere, canti liturgici e profani “italiani”, il telo damettere per terra per la notte della veglia, una borsa, la bandieraitaliana.

* L’ultima parte di spesa è quella prevista dal Comitato spagnolo,a secondo del tipo di partecipazione ai giorni della Gmg (unasettimana, il solo week end, la sola giornata)

I

Dove vanno a finire le nostre quote per la GMG?

VENERDÌ 8 LUGLIO ALLE 18.30.........

cco la terza ed ultima tappaper i giovani in partenza perMadrid: Venerdì 8 Luglioalle 18.30 nel chiostro del

Vescovado, mons. Simone Giusticelebrerà la S. Messa per tutti ipellegrini che andranno allaGiornata Mondiale dellaGioventù.A seguire, ci sarà un momentoconviviale ed una festa per igiovani.L’incontro naturalmente è aperto atutti i ragazzi e giovani delladiocesi, anche a chi non andrà aMadrid!

E

Prima di partire:ringraziamo Cristo nostra forza!

GIO

VAN

I

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 giugno 2011VI

Sulle orme di Gesù

DI MARTINA BONGINI

estate è ormai alleporte ed il caldo diquesti ultimi giorni ciporta già a vagare con

la mente verso le vacanze estive;dove andare a riposarsi dopomesi di lavoro? Mare?Montagna? Oppure andiamo“in pellegrinaggio”? Molti sono gli itinerari propostima sfidiamo chiunque a nonassociare subito alla parola“pellegrinaggio,” la meta “TerraSanta”.In effetti, se ci riflettiamo bene,questa dovrebbe essere l’iniziodel percorso di ogni cristiano,scoprendo i luoghi dove Gesù ènato, cresciuto e vissuto finoalla morte.Per capire meglio “che cosa è laTerra Santa”, abbiamo pensatodi intervistare don ValerioBarbieri, giovane sacerdotedella nostra Diocesi che daquasi un anno vive aGerusalemme.

COME HAI ACCOLTO LARICHIESTA DI MONS. GIUSTIDI TRASFERIRTI AGERUSALEMME PERPROSEGUIRE GLI STUDI?«Mons. Giusti mi fece questaproposta nell’ottobre del2008, pochi mesi dopo lamia ordinazione. Ci tengo adire che si trattava di unacosa che mai avevo pensato etanto meno desiderato. IlVescovo mi chiese di pensarcie pregarci per qualche mese eche ne avremmo riparlato agiugno. E così feci. Il fattoche ciò non corrispondesse aimiei desideri mi è statod’aiuto nel discernimento.Ho quasi da subito avvertito

’Lche era una strada che mistava indicando il Signore,attraverso il mio Vescovo e leesigenze della mia Chiesa.Certamente ci sono statimomenti in cui ho sperato dipoterne fare a meno, ma nonho trovato motivi validi perrifiutare la proposta che miveniva fatta e nel giugno del2009 ho confermato alVescovo la mia disponibilità.Abbiamo dunque pensatoinsieme un percorso dipreparazione con dueobiettivi: iniziare a studiaregreco, ebraico e inglese e cosìsaltare l’anno propedeutico;rallentare il ritmo pastoraleper prepararmi ad unperiodo di solo studio. Ciò siè reso possibile con l’annopassato da viceparroco a S.M. del Soccorso e nelsettembre 2010 sono partitoper Gerusalemme».

COME SI SVOLGE LA TUAGIORNATA IN TERRA SANTA? «Mah. Studio e quando c’èun po’ di tempo studio. Mialzo molto presto e celebrola s. Messa. Se possibile vadoa celebrare in qualche casa disuore per evitare diconcelebrare alla messaconventuale dei fratifrancescani che mi ospitano.Poi vado in facoltà per le

lezioni dopo aver camminatoper circa mezz’ora! Alle 13sono di nuovo al conventoper il pranzo. Il pomeriggiostudio fino alle 19.00. Poiabbiamo un po’ di preghierapersonale, vespri alle 19.45,a seguire cena e poiimmancabilmente alle 21.00il Tg1 (che un’occasione perrilassarsi insieme aicompaesani enon). Dopo ilTg1 duechiacchiere suSkype e poi aletto presto. Inquesto primoanno ho avutoanche circatrentaescursioniarcheologicheinGerusalemme e in giro perIsraele. Per quelle più lungheviene sempre impiegato ilgiovedì, giorno in cui non c’èmai lezione».

COSA TI MANCA DI LIVORNO EDELLE TUE “VECCHIEABITUDINI”?«Di Livorno mi mancaseriamente soltanto unacosa: la vita di parrocchia el’esercizio del ministero. Quipurtroppo a stento ho travatodove celebrare Messa e sono

più le volte che mi sonoconfessato io di quelle in cuiho confessato qualcuno. Inmodo particolare mi mancail lavoro con i giovani».

PROBABILMENTE AVEVI GIÀVISITATO LA TERRA SANTACOME PELLEGRINO; ÈDIVERSO QUANDO CI SI VIVE? «Invece no. Sono venuto perla prima volta direttamente asettembre. Quindi non hoidea di come sia l’esperienzada pellegrino. Credo peròche sia notevolmentediversa».

SICURAMENTE AVRAIOSSERVATO MOLTIPELLEGRINI CHE ARRIVANO,PREGANO, E RIPARTONO; CHE

COSA CERCANO?«Pellegrini ce nesono a centinaia!Di tutto ilmondo! Non c’èmai stato unperiodo ditregua. Per noiche dobbiamomuoverci in cittàvecchia sonospessoaddirittura un

intralcio: è tutto intasato,tipo fiera di Sant’Antonino.Nel 2010 sono stati registratipiù pellegrini del Giubileo.Non so cosa cerchino,purtroppo non ho avutocontatti diretti. Però a vederlidall’esterno sembrano moltopresi e curiosi. Ai pellegrinisi aggiungono spessomigliaia di persone con lecrociere!»

CHE COSA TI PIACE E COSANON TI PIACE DIGERUSALEMME?«Mah, domanda difficile. Lacosa che mi affascina di più èla percezione di una città chedà testimonianza di almenotre millenni di storia. Unacosa che invece mettetristezza è la divisione tra leChiese, che diventa palesenel S. Sepolcro».

UN PENSIERO CHE VORRESTIREGALARE A CHI LEGGE«Venite a Gerusalemme,soprattutto cerchiamo difarci venire i giovani! Nonvoglio passare da scortese,ma la media dei pellegrinisupera certamente i 60 anni!Benvenuti gli anziani, percarità, ma quanto sarebbebello offrire un’esperienzadel genere ai nostri giovani!».

Vivere e pregare dove visse Gesù. La Terra Santa vista con gli occhi di chici abita da quasi un anno: don ValerioBarbieri, giovane sacerdote della nostradiocesi, ci racconta la sua esperienza

Fotografie: don Valerio Barbieri

«In modoparticolare mi

manca il lavorocon i giovani»

Il prossimopellegrinaggio in TerraSanta si svolgeràsecondo le modalitàpubblicizzate a pag. 4PE

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 giugno 2011 VII

Il «tesoro»dei Greci Uniti

Il restauro della facciata ela promozione della chiesa

l dottor Paolo Lugetti, Governatore dell’Ar-ciconfraternita della Purificazione di Maria

Vergine e dei Catecumeni, alla presenza ditutti i membri del Magistrato, ha illustratoalla stampa gli interventi edilizi che dovran-no essere effettuati per il mantenimento del-l’edificio della chiesa dei «Greci uniti». Lachiesa che sorge in Via della Madonna è statacostruita nei primi anni del 1600 ed è famo-sa perché contiene una splendida Iconostasiin legno del 1641, decorata da dipinti su ta-vola in stile bizantino, che divide il presbite-rio dal resto della chiesa. Durante il periodobellico la chiesa è stata colpita in pieno dauna bomba e al termine del conflitto -ha ri-cordato Lugetti- l’Arciconfraternita della Pu-rificazione ne ha acquistato la proprietà, neha poi curata la ricostruzione come era inorigine e nel 1970 è stata riaperta al culto. Iltempo ha usurato profondamente l’esternodella chiesa, si sono verificati alcuni crollisulla copertura e a Ferragosto del 2009 è ca-duto anche un tratto notevole del cornicio-ne. È perciò necessario un restauro conserva-tivo che la riporti all’antico splendore. Gra-zie ad una provvidenziale eredità l’Arcicon-fraternita inizierà a far fronte alle spese che siaggirano sui quattrocentomila euro.L’intervento -ha specificato Lugetti- sarà cu-rato dall’ingegner Benocci e avrà inizio il 15giugno, come da capitolato la realizzazioneè prevista in300 giorni la-vorativi e saràaffidata alladitta Do.co.Edil di Livor-no che ha giàmaturata unan o t e v o l ee s p e r i e n z anel recuperodelle facciate.La chiesa rap-presenta unpatr imonioculturale perla nostra cittàperciò sareb-be opportu-no, vista l’im-ponenza del-la spesa, l’ap-porto dellacittadinanza e delle istituzioni. Il Governato-re ha concluso ricordando che è stato stam-pato un pieghevole che potrebbe essere di-stribuito all’arrivo in porto delle navi da cro-ciera, così che i turisti sappiano dell’esisten-za pregevole dell’Iconostasi, del resto la chie-sa è già meta di scolaresche in visita guidata.Ha preso poi la parola monsignor Paolo Raz-zauti, membro del Magistrato.La chiesa dei Greci Uniti può essere -ha dettodon Paolo- il punto storico d’incontro dellacittà, il centro di un percorso storico e mu-seale, comprendente la chiesa di S. Caterina,quella di S. Ferdinando e anche la Cattedra-le, che dovrebbe essere conosciuto dai livor-nesi che molto spesso ignorano il loro patri-monio storico-artistico, soprattutto dovreb-be essere conosciuto dai turisti, infatti il flus-so dei turisti è notevole ed è stato stimatoche il 30% degli arrivi via mare rimane incittà. Don Paolo si è chiesto: Cosa trovano ituristi a Livorno? Risposta: Chiese chiuse emusei lontani, con il contorno di esercizicommerciali anch’essi chiusi! Bisogna allorariuscire a proporre un percorso museale perfar conoscere una zona della città dalle carat-teristiche straordinarie, da S. Ferdinando ituristi potrebbero essere invogliati a fare ilgiro dei Fossi in battello alla scoperta di unaLivorno insolita, l’itinerario potrebbe con-cludersi con la visita della Fortezza Vecchia.La chiesa dei Greci Uniti, ha terminato donPaolo, una volta ristrutturata non sarà soloun vanto per l’Arciconfraternita ma di tuttala città. Le chiese di Via della Madonna di-mostrano una Chiesa livornese accogliente eattenta alle diversità, una concezione che sitramanda fin dall’antichità così da rappre-sentare «tante diversità ma una ricchezzaunica».

Gianni Giovangiacomo

LA «BENEDIZIONE» DEI GRECIul nuovo pieghevole illustrativo della chie-sa dei Greci Uniti si può leggere: «Il primo

Governatore di Livorno fu il greco GiovanniManolis Volterra. Probabilmente fu lui acreare la tradizione che si è mantenuta finoal 1892 della benedizione della prefettura daparte di un sacerdote della chiesa dei GreciUniti. Sembra che da ciò sia originato l’invi-to ad "andare a farsi benedire dai Greci", ri-volto a chi è particolarmente sfortunato».Nel corso della conferenza stampa il Gover-natore della Purificazione, Lugetti, ha an-nunciato che è allo studio la programmazio-ne di una giornata dedicata alla «benedizio-ne» da parte dell’Archimandrita greco affin-ché si possa rinnovare l’antica tradizione.

S

I

45a Giornata per le COMUNICAZIONI SOCIALI

Don Franco Patruno: scrittore e artistaLa presentazione del volume e della mostra sulla «Via Crucis» in vescovado

a Settimana delleComunicazioni So-ciali ha avuto comeevento significativo

la presentazione in ve-scovado del volume didon Franco Patruno«Equivalenze o delloscrivere l’arte. Scritti perl’Osservatore Romano».L’incontro organizzatodalla San Paolo di Livor-no con la FondazioneCassa di Risparmio diFerrara e dal Comitatodon Franco Patruno èstato coordinato da An-tonello Riccelli, presi-dente UCSI della Tosca-na, che con domandeappropriate ha saputocoinvolgere il pubbliconel far comprendere la fi-gura di don Franco, unartista, un critico, ungiornalista, che meritauna conoscenza maggio-re da parte di tutti. «Testi-mone della comunica-zione» lo ha definitoMonica Cuzzocrea deiCooperatori Paolini e ilvescovo, monsignor Giu-sti, ricordando la suapersonale amicizia condon Franco ha aggiuntoche aveva la caratteristicadi sognare ma anche dicreare percorsi che moltifacevano fatica a seguire.Ponendosi la domanda:Che incidenza hanno imedia sugli orientamen-ti fondamentali della vi-ta? Monsignor Giusti hasottolineato che dai datisulle Comunicazioni So-

ciali forniti alla CEI èemerso che nonostanteuna massiccia campagnadenigratoria, la fiduciadei cittadini nella Chiesaè notevolmente aumen-tata, quindi le campagnedei media non sono poicorrelate alle scelte di vi-ta, perciò se don Francofosse ancora tra noi cer-tamente si sarebbe mes-so a studiare questo fe-nomeno. Silvia Pasello,attrice del Teatro di Pon-tedera, ha poi letto unbrano degli scritti di donPatruno, dal quale èemersa tutta la sensibi-lità dello scrittore cristia-no.Sollecitato dalle doman-de di Antonello è poi in-tervenuto il dottor Massi-

mo Marchetti, curatoredegli scritti dell’autore,che ne aveva selezionatoi testi, dalle recensionidelle mostre alle intervi-ste e alle critiche cinema-tografiche, compresa lastroncatura del film «L’o-ra di religione» di NanniMoretti. Il professorFranco Cardini, nel sot-tolineare come donFranco fosse uno spiritolibero, ha evidenziatocome in questo nostropaese non ci sia niente dilibero, siamo immersi inun clima di populismo,di corruzione che si co-niuga con il menefreghi-smo della gente. Gli «in-dignatos» spagnoli in unmondo che sta affondan-do rappresentano una

cosa nuova, dunque c’èancora qualcosa che simuove e questo sarebbeil momento ideale perun personaggio scomo-do come Franco Patru-no.Giuseppe Belardo, caporedattore dell’Osservato-re Romano, ha ricordatola collaborazione di Pa-truno con il giornale che,con il passare del tempo,è divenuta sempre piùimpegnativa, e ha ag-giunto che riguardo allefiction e ai film televisivisu temi e personaggi diChiesa soltanto un filmfu di suo gradimento:quello sulla vita di PapaGiovanni.Molto interessante è sta-to l’intervento del diret-

tore della rivista «Jesus»,don Antonio Tarzia, cheha detto che don Franco«comunicava la felicitànello scrivere» e riuscivaa far diventare eventoquello che è la quotidia-nità; nei ritratti dei per-sonaggi che scaturisconodalle sue interviste si rie-sce a scoprire l’animaprofonda di ognuno edalle radici del passato sitrovano i germi per il fu-turo.Monsignor Giusti ha evi-denziato che il rapportoarte e popolo è in crisi acausa di una cultura indi-vidualista, l’artista è mol-to spesso autoreferenzia-le e non riesce a comuni-care, quando l’arte nonriesce ad essere popolarevuol dire che si è rottoqualcosa nella società.A conclusione il criticod’arte ferrarese PietroLenzini ha illustrato lamostra dei quadri della«Via Crucis» di don Fran-co Patruno dicendo chela sua ricerca grafica epittorica è importantequanto la sua scrittura, sinota l’incisività del segnoche crea la drammaticitàtipica dell’uomo moder-no colto nella realtà deldolore, la sua Via Crucisè quasi una sintesi steno-grafica concentrata sulviso del Cristo. La mostrapotrà essere visitabile perl’intero mese nella salaFagioli del vescovado.

Gi. Gi.

L

DI GIULIA SARTI

a 45ª Giornatamondiale delleComunicazioni Socialiè stata il banco di prova

per una serie di iniziativepromosse dall’UfficioComunicazioni Sociali dellanostra diocesi insiemeall’UCSI (Unione dellaStampa Cattolica) perfermarsi a parlare un po’ dicomunicazione e nuovimedia. Per chi vi opera e perchi li vive ogni giorno.Protagonista di questo primoincontro Luca Collodi,livornese, giornalista,conduttore video e dal 2005caporedattore di RadioVaticana.Il lavoro che fa adesso nellavita è ciò che voleva «fare dagrande» e con non pochisacrifici (cambiare città tragli altri), ce l’ha fattadavvero. «Ho raggiuntograndi soddisfazioni e mi èdifficile definirlo proprio unlavoro il mio, perché la lineache lo separa dalla passioneche ho nel farlo è moltolabile».Con un po’ di nostalgia siparla di Radio Livorno CittàAperta, la radio diocesanache negli anni ’80-’90 ebbeun discreto successo in città e

Lda cui l’esperienza di Lucacome comunicatore ha avutoinizio.Dalle stanze di via S. Andreadove qualche volta ci sidoveva improvvisare tecniciper far partire la diretta, aglistudi di Roma, Luca hasentito un fortecambiamento di contenuti ementalità, ma è rimasta vivain lui l’esperienza livorneseche ha posto le basi per unostile particolare da adottarenel suo lavoro.Uno stile cattolico? Ladomanda successiva lo ponedi fronte proprio a questo: hasenso parlare di «giornalistacattolico»? Lo status stesso digiornalista, quale sarebbe perdefinizione, non dovrebbegià garantire di per sé eticitàe valori morali condivisidalla religione? «Sel’aggettivo coincide con unaconcezione di maggior sensodi responsabilità verso ilproprio compito e le personea cui si arriva, allora il sensosi trova. Questo è ciò chedovrebbe distinguere unprofessionista cattolico daglialtri, essere qualcuno chesappia guardare oltre senzacedere alle mode delmomento e che cerchi diperseguire un progetto perpermettere un dialogo

continuo tra cattolici e non».Secondo Collodi questo sipuò fare avendo dentro di séuna forte passione per la vitae per il prossimo che nonfaccia però chiudere in unacategoria determinata ilgiornalista, ma lo aiuti avivere nella comunità laicacercando di trasmettere deivalori che possano aiutare aperseguire il bene comune.«Proprio per questo motivoho guardato alla chiusura diRadio Livorno con moltodispiacere, perché era unottimo canale di trasmissionedi valori e informazioni ditipo cattolico, una richiestache ultimamente nella nostraradio percepiamo sempre dipiù, tanto da far quasiconsiderare Radio Vaticanaun servizio pubblico».

Compito della chiesasecondo il giornalista,dovrebbe essere proprioquello di fare opinione ededucare a una cultura deimedia. «Non si può parlaredi Internet o di qualunquealtra nuova tecnologia comequalcosa da disprezzare o acui guardare del tutto inmodo positivo perché lìdentro c’è lo specchio dellasocietà con i suoi lati buoni ei suoi pericoli. Quello su cuici dovremmo concentrare èperciò un’educazione all’usoche di essi se ne fa», che poisignifica, come ha ricordatoil Papa nel suo messaggio,vivere senza farsela passareaddosso, ma con un propriosenso critico, latrasformazione culturale diquesta nostra epoca.

La passionenel lavorodel giornalista

Le foto in questa pagina sono di Roberto Manera.

Luca Collodi primotestimone di «A vivavoce»,gli incontri sulla Comunicazione

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 giugno 2011VIII