la settimana n. 22 del 10 giugno 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 10 giugno 2012 uando dobbiamo fare un viaggio è sempre bene avere una guida. Il matrimonio è un po’ come un viaggio che due persone fanno insieme: nella lunga traversata della vita, verso un futuro ancora sconosciuto ma pieno di speranze. Per questo è opportuno fornirsi di una guida sicura. Chi meglio del Signore può guidare in questo cammino? Lui, come il pastore, guida il suo gregge e accompagna la coppia nei momenti felici ed in quelli difficili. Gli sposi cristiani credono nell’amore di Dio per loro, sentono il bisogno della sua protezione, dell’ascolto della sua voce e seguono il sentiero che il Signore indica loro. Q La testimonianza dei partecipanti all’incontro mondiale della famiglie: i responsabili dell’Ufficio diocesano per la Famiglia ed una volontaria raccontano LA FAMIGLIA è il futuro della Chiesa ensando a come avremmo potuto intitolare questo breve pensiero sull’incontro mondiale delle famiglie che si è svolto a Milano dal 30 maggio al 3 giugno ci è venuto spontaneo pensare proprio a questa affermazione: la famiglia è il futuro della chiesa. Sembrerebbe un controsenso affermare questo in un periodo temporale dove la famiglia sta soffrendo molto, schiacciata da mille difficoltà, da mille problemi, ma invece è proprio questa verità che mi porto nel cuore al mio ritorno dalla “Festa delle testimonianze” celebrata sabato 2 giugno con il Santo Padre nella spianata dell’aeroporto di Bresso, insieme a centinaia di migliaia di famiglie gioiosamente ritrovatesi e provenienti da ogni parte del globo. La giornata è cominciata con la partenza alle 9 di mattina con il pullman organizzato dalla Diocesi. Subito all’arrivo a Milano abbiamo capito che non eravamo soli, nel senso che un grandissimo dispiegamento di forze dell’ordine e della protezione civile, volontari, personale della Atm (la locale azienda dei trasporti) ci attendeva pronta a fornirci tutta l’assistenza necessaria per raggiungere il Parco Nord di Bresso dove si sarebbe svolto l’incontro. Era un’assistenza molto discreta e gentile oltre che concreta e fattiva che ci ha permesso di raggiungere il posto, dopo aver posteggiato il bus a S.Donato ed aver utilizzato metropolitana e bus navetta, entro le 15,00 come da programma. Dopo un breve spuntino in attesa dell’apertura dei cancelli ci siamo finalmente proiettati all’interno della spianata raggiungendo il settore più vicino possibile all’immenso e ben costruito palco dove si sarebbero svolti nel pomeriggio il Jubiliation Family fest e dalle 20,30 l’incontro con il Papa Benedetto XVI. Dopo essersi accampati e preso possesso dell’area a ridosso delle barriere è subito iniziata una bellissima integrazione con le altre famiglie vicine che provenivano da varie città italiane (vicino a noi molti provenivano da Lodi, da Verona) tutte riconoscibili dalle innumerevoli bandiere e cartelli che erano il riferimento sicuro per i pellegrini al fine di non perdersi nei percorsi di avvicinamento e all’interno dell’area. Il cartello che mostrava orgoglioso i simboli della nostra Diocesi e dell’incontro oltre al foulard amaranto annodato alla base per arricchirlo è stato subito sistemato in bella vista a ricordare a tutti che là vicino si raccoglievano le famiglie provenienti dalla città labronica. Ad onor del vero nel nostro pullman era presente anche una piccola schiera di «cugini pisani» che dopo una iniziale «doverosa» diffidenza si è subito ben integrata e cogliendo lo spirito dell’incontro si è fatta uno con lo spirito labronico indossando perfino il foulard amaranto (senza ovviamente rinnegare comunque le origini…). Nel corso del pomeriggio la spianata si è andata man mano riempiendo fino a perdita d’occhio e contemporaneamente cresceva l’integrazione tanto che ormai non esistevano più gruppi, diocesi, città e nazioni di provenienza, ma tutti eravamo riusciti a formare veramente un’unica grande famiglia di famiglie. È stato questo il clima che ha trovato il Papa al suo ingresso sul palco e subito lui stesso deve averlo percepito perché fin dalle prime parole è sembrato molto diverso dagli altri suoi interventi pubblici. Anche il programma così come è stato organizzato ha facilitato questo «ciak» tra il Santo Padre e l’immensa assemblea. Le domande molto concrete, sulla vita e le difficoltà di tutti i giorni, rivolte al padre hanno trovato delle risposte illuminanti, anche molto concrete, offerte a braccio e con spontaneità. Le domande presentate da famiglie provenienti da più parti del globo sono state inserite nel racconto delle loro esperienze e sono state quindi radicate nel vissuto reale, eliminando qualsiasi spiritualismo nel quale a volte questi incontri rischiano di cadere. L’ora con il Santo Padre è praticamente volata via stupendoci tutti come il tutto fosse passato in così breve tempo. Un attimo dopo per precedere la grande marea che si sarebbe riversata a breve verso le uscite con un breve passaparola ci siamo messi subito in marcia per raggiungere il pullman. Ancora una volta la macchina organizzativa ha funzionato perfettamente permettendoci di raggiungere il pullman intorno alle 11,00 e fare così rientro a casa intorno alle 2,45. Per fare un bilancio di tutto questo torniamo al titolo dell’articolo. Riflettevamo durante il viaggio di ritorno come in un momento di difficoltà abbastanza importante qual è quello vissuto in questi ultimi mesi dalla società ma anche dalla Chiesa stessa, questo evento di Milano può essere davvero una fonte di grande speranza. La famiglia, sia pure con tutti i suoi problemi, è ancora la cellula fondamentale della società ed esistono ancora famiglie, moltissime, che credono in questo valore, nel valore del sacramento del matrimonio e che sono state disposte a lunghi viaggi, lunghe camminate, lunghe attese pur di essere presenti a Milano per gridare a tutto il mondo la loro fede in Dio ed il loro amore al Papa ed alla Chiesa. A questo punto sta alla Chiesa ed ai pastori che la guidano a credere a loro volta nella famiglia e farla essere più protagonista nelle scelte pastorali. Sono anni che diciamo che le parrocchie devono essere una famiglia di famiglie ma in quante di esse poi questo accade? Quanto tempo è dedicato alla pastorale familiare, all’accompagnamento delle giovani coppie? Quanto tempo ancora dovrà passare perché la catechesi familiare diventi la forma principale di iniziazione cristiana? La famiglia è lì pronta con il suo stesso essere ad essere sostegno ai parroci per far crescere le nostre comunità parrocchiali verso quella comunione che è base essenziale per l’evangelizzazione (“che siano uno perché il mondo creda” Gv 17,21). La famiglia è trasversale a tutte le pastorali ed è la base delle nostre comunità ecco perché può essere davvero la salvezza della nostra Chiesa. Non cerchiamo altrove! Famiglie forti fanno una Chiesa ed una società forte. Se dimentichiamo questo molto del nostro lavoro sarà vano e non lascerà traccia nel prossimo futuro. Antonio e Rita Domenici condirettori ufficio di pastorale familiare diocesano P i hanno portato a vedere l’aeroporto dove sabato e domenica arriveranno le famiglie e il Papa. Faccio servizio in uno degli ultimi settori dell’immensa spia- nata. Uno di quelli che probabilmente nemmeno si riempirà. Per arrivare vicino al palco ci vogliono, a piedi, più di 5 minuti. Da qui certo non vedrò il Papa. E invece Benedetto XVI lo vedo addirittura vicinissi- mo, due volte. Immaginate un vialone di Milano con tutto il suo traffico da metropoli. Immaginate una de- cina di persone con la stessa maglietta bianca e rossa con la scritta “volontario” che si tengono per mano stretti su un piccolo marciapiede tra due corsie. E im- maginate infine la faccia delle persone che passando le sente recitare il “Padre nostro”. Per un milanese, im- magino io, deve essere al quanto insolito. Ma per oggi il nostro compito, creare un cordone al passaggio del- la Papa-mobile è finito e quello che dobbiamo ricor- darci è perché siamo qui. Il suggerimento della nostra “team leader” è il migliore per sentirsi famiglia. Così come lo è recitare una preghiera con degli scono- sciuti di fronte al Santissimo in una cappella improv- visata in un palazzo dei congressi, un momento che ti fa scoprire che esiste qualcosa in grado di farti sem- pre sentire a casa. “Festa e lavoro, gioia e fatica” cantano sul palco all’ae- roporto di Bresso. Così recita l’inno dell’incontro e così è stato vivere questi miei giorni da volontaria. Una festa della famiglia del mondo accorsa in questo luogo dopo aver percorso almeno due chilometri a piedi, sotto il sole caldo o di mattina presto, quando il sole non è ancora sorto. E anche il mio settore si riempie. Sento un brivido mentre dalle colline tutto intorno vedo arrivare un fiume di gente, non si distin- guono più le singole persone, è come se fossero un’u- nica corrente attirata in una direzione. Le solite poche facce dei nostri incontri in parrocchia sembrano così lontane da qui, tutte le diversità di colore, lingua e opinioni politiche che ci separano sembrano essere rimaste fuori dai varchi di ingresso all’aeroporto. È domenica mattina e tutti i volontari sono impegnati nell’accoglienza ai pellegrini in arrivo. Basta un “buongiorno” per far sorridere una signora non più giovane che non ce la fa più, una caramella per far fe- lice un bimbo che si chiede quando arriverà e potrà fi- nalmente sedersi. In fondo non è un grande servizio, portare un po’ d’acqua o dei libretti per seguire la messa, prendersi per mano per deviare il flusso di persone, non ha mai ucciso nessuno, ma sulla strada di ritorno, dopo alcu- ne ore, tanti di loro ci ringraziano, ci cantano “bravi bravissimi”. Ma grazie poi di cosa? Quel grazie dovremmo farcelo l’un l’altro perché è grazie a tutti che questa festa ci ha ridato la carica per i prossimi giorni, per tornare nelle nostre parrocchie e provare a far rivivere quello spirito di famiglia che lì si è così facilmente creato e mostra- to. Torno a casa e mi rendo conto che per la prima volta non ho comprato nessun souvenir di questo mio viaggio. Eppure sono convinta che ricorderò comun- que… Giulia Sarti C Il senso di famiglia Il souvenir originale portato a casa di una volontaria livornese IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di mons. Ezio Morosi FAMILY 2012

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 22 del 10 giugno 2012

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

10 giugno 2012

uando dobbiamo fare un viaggio è sempre bene avere unaguida.

Il matrimonio è un po’ come un viaggio che due personefanno insieme: nella lunga traversata della vita, verso unfuturo ancora sconosciuto ma pieno di speranze. Per questo èopportuno fornirsi di una guida sicura. Chi meglio del Signorepuò guidare in questo cammino? Lui, come il pastore, guida ilsuo gregge e accompagna la coppia nei momenti felici ed inquelli difficili.Gli sposi cristiani credono nell’amore di Dio per loro, sentonoil bisogno della sua protezione, dell’ascolto della sua voce eseguono il sentiero che il Signore indica loro.

Q

La testimonianza dei partecipanti all’incontromondiale della famiglie: i responsabili dell’Ufficiodiocesano per la Famiglia ed una volontaria raccontano

LA FAMIGLIAè il futuro della Chiesa

ensando a come avremmopotuto intitolare questobreve pensierosull’incontro mondiale

delle famiglie che si è svolto aMilano dal 30 maggio al 3giugno ci è venuto spontaneopensare proprio a questaaffermazione: la famiglia è ilfuturo della chiesa.Sembrerebbe un controsensoaffermare questo in un periodotemporale dove la famiglia stasoffrendo molto, schiacciata damille difficoltà, da milleproblemi, ma invece è proprioquesta verità che mi porto nelcuore al mio ritorno dalla “Festadelle testimonianze” celebratasabato 2 giugno con il SantoPadre nella spianatadell’aeroporto di Bresso,insieme a centinaia di migliaiadi famiglie gioiosamenteritrovatesi e provenienti da ogniparte del globo.La giornata è cominciata con lapartenza alle 9 di mattina con ilpullman organizzato dallaDiocesi. Subito all’arrivo aMilano abbiamo capito che noneravamo soli, nel senso che ungrandissimo dispiegamento diforze dell’ordine e dellaprotezione civile, volontari,personale della Atm (la localeazienda dei trasporti) ciattendeva pronta a fornirci tuttal’assistenza necessaria perraggiungere il Parco Nord diBresso dove si sarebbe svoltol’incontro. Era un’assistenzamolto discreta e gentile oltre checoncreta e fattiva che ci hapermesso di raggiungere ilposto, dopo aver posteggiato ilbus a S.Donato ed averutilizzato metropolitana e busnavetta, entro le 15,00 come daprogramma.Dopo un breve spuntino inattesa dell’apertura dei cancellici siamo finalmente proiettatiall’interno della spianataraggiungendo il settore piùvicino possibile all’immenso eben costruito palco dove sisarebbero svolti nel pomeriggioil Jubiliation Family fest e dalle20,30 l’incontro con il PapaBenedetto XVI.

Dopo essersi accampati e presopossesso dell’area a ridosso dellebarriere è subito iniziata unabellissima integrazione con lealtre famiglie vicine cheprovenivano da varie cittàitaliane (vicino a noi moltiprovenivano da Lodi, daVerona) tutte riconoscibili dalleinnumerevoli bandiere e cartelliche erano il riferimento sicuroper i pellegrini al fine di nonperdersi nei percorsi diavvicinamento e all’internodell’area.Il cartello che mostravaorgoglioso i simboli della nostraDiocesi e dell’incontro oltre alfoulard amarantoannodato alla baseper arricchirlo è statosubito sistemato inbella vista a ricordarea tutti che là vicino siraccoglievano lefamiglie provenientidalla città labronica.Ad onor del vero nelnostro pullman erapresente anche unapiccola schiera di«cugini pisani» chedopo una iniziale«doverosa» diffidenzasi è subito benintegrata e cogliendolo spirito dell’incontro si è fattauno con lo spirito labronicoindossando perfino il foulardamaranto (senza ovviamenterinnegare comunque leorigini…).Nel corso del pomeriggio laspianata si è andata man manoriempiendo fino a perditad’occhio econtemporaneamente cresceval’integrazione tanto che ormainon esistevano più gruppi,diocesi, città e nazioni diprovenienza, ma tutti eravamoriusciti a formare veramenteun’unica grande famiglia difamiglie.È stato questo il clima che hatrovato il Papa al suo ingressosul palco e subito lui stesso deveaverlo percepito perché fin dalleprime parole è sembrato moltodiverso dagli altri suoi interventipubblici. Anche il programma

così come è stato organizzato hafacilitato questo «ciak» tra ilSanto Padre e l’immensaassemblea. Le domande moltoconcrete, sulla vita e le difficoltàdi tutti i giorni, rivolte al padrehanno trovato delle risposteilluminanti, anche moltoconcrete, offerte a braccio e conspontaneità. Le domandepresentate da famiglieprovenienti da più parti delglobo sono state inserite nelracconto delle loro esperienze esono state quindi radicate nelvissuto reale, eliminandoqualsiasi spiritualismo nel qualea volte questi incontri rischiano

di cadere.L’ora con il Santo Padre èpraticamente volata viastupendoci tutti come il tuttofosse passato in così brevetempo. Un attimo dopo perprecedere la grande marea che sisarebbe riversata a breve verso leuscite con un breve passaparolaci siamo messi subito in marciaper raggiungere il pullman.Ancora una volta la macchinaorganizzativa ha funzionatoperfettamente permettendoci diraggiungere il pullman intornoalle 11,00 e fare così rientro acasa intorno alle 2,45.Per fare un bilancio di tuttoquesto torniamo al titolodell’articolo. Riflettevamodurante il viaggio di ritornocome in un momento didifficoltà abbastanzaimportante qual è quello vissutoin questi ultimi mesi dalla

società ma anche dalla Chiesastessa, questo evento di Milanopuò essere davvero una fonte digrande speranza. La famiglia, siapure con tutti i suoi problemi, èancora la cellula fondamentaledella società ed esistono ancorafamiglie, moltissime, checredono in questo valore, nelvalore del sacramento delmatrimonio e che sono statedisposte a lunghi viaggi, lunghecamminate, lunghe attese pur diessere presenti a Milano pergridare a tutto il mondo la lorofede in Dio ed il loro amore alPapa ed alla Chiesa.A questo punto sta alla Chiesa

ed ai pastori che laguidano a credere aloro volta nellafamiglia e farla esserepiù protagonista nellescelte pastorali. Sonoanni che diciamo chele parrocchie devonoessere una famiglia difamiglie ma in quantedi esse poi questoaccade? Quantotempo è dedicato allapastorale familiare,all’accompagnamentodelle giovani coppie?Quanto tempo ancoradovrà passare perché

la catechesi familiare diventi laforma principale di iniziazionecristiana? La famiglia è lì prontacon il suo stesso essere ad esseresostegno ai parroci per farcrescere le nostre comunitàparrocchiali verso quellacomunione che è baseessenziale per l’evangelizzazione(“che siano uno perché ilmondo creda” Gv 17,21).La famiglia è trasversale a tutte lepastorali ed è la base dellenostre comunità ecco perchépuò essere davvero la salvezzadella nostra Chiesa. Noncerchiamo altrove! Famiglieforti fanno una Chiesa ed unasocietà forte. Se dimentichiamoquesto molto del nostro lavorosarà vano e non lascerà traccianel prossimo futuro.

Antonio e Rita Domenicicondirettori ufficio di

pastorale familiare diocesano

Pi hanno portato a vedere l’aeroporto dove sabato edomenica arriveranno le famiglie e il Papa. Faccio

servizio in uno degli ultimi settori dell’immensa spia-nata. Uno di quelli che probabilmente nemmeno siriempirà. Per arrivare vicino al palco ci vogliono, apiedi, più di 5 minuti. Da qui certo non vedrò il Papa. E invece Benedetto XVI lo vedo addirittura vicinissi-mo, due volte. Immaginate un vialone di Milano contutto il suo traffico da metropoli. Immaginate una de-cina di persone con la stessa maglietta bianca e rossacon la scritta “volontario” che si tengono per manostretti su un piccolo marciapiede tra due corsie. E im-maginate infine la faccia delle persone che passandole sente recitare il “Padre nostro”. Per un milanese, im-magino io, deve essere al quanto insolito. Ma per oggiil nostro compito, creare un cordone al passaggio del-la Papa-mobile è finito e quello che dobbiamo ricor-darci è perché siamo qui. Il suggerimento della nostra“team leader” è il migliore per sentirsi famiglia.Così come lo è recitare una preghiera con degli scono-sciuti di fronte al Santissimo in una cappella improv-visata in un palazzo dei congressi, un momento che tifa scoprire che esiste qualcosa in grado di farti sem-pre sentire a casa.“Festa e lavoro, gioia e fatica” cantano sul palco all’ae-roporto di Bresso. Così recita l’inno dell’incontro ecosì è stato vivere questi miei giorni da volontaria.Una festa della famiglia del mondo accorsa in questoluogo dopo aver percorso almeno due chilometri apiedi, sotto il sole caldo o di mattina presto, quandoil sole non è ancora sorto. E anche il mio settore siriempie. Sento un brivido mentre dalle colline tuttointorno vedo arrivare un fiume di gente, non si distin-guono più le singole persone, è come se fossero un’u-nica corrente attirata in una direzione. Le solite pochefacce dei nostri incontri in parrocchia sembrano cosìlontane da qui, tutte le diversità di colore, lingua eopinioni politiche che ci separano sembrano essererimaste fuori dai varchi di ingresso all’aeroporto. È domenica mattina e tutti i volontari sono impegnatinell’accoglienza ai pellegrini in arrivo. Basta un“buongiorno” per far sorridere una signora non piùgiovane che non ce la fa più, una caramella per far fe-lice un bimbo che si chiede quando arriverà e potrà fi-nalmente sedersi.In fondo non è un grande servizio, portare un po’d’acqua o dei libretti per seguire la messa, prendersiper mano per deviare il flusso di persone, non ha maiucciso nessuno, ma sulla strada di ritorno, dopo alcu-ne ore, tanti di loro ci ringraziano, ci cantano “bravibravissimi”.Ma grazie poi di cosa? Quel grazie dovremmo farcelol’un l’altro perché è grazie a tutti che questa festa ci haridato la carica per i prossimi giorni, per tornare nellenostre parrocchie e provare a far rivivere quello spiritodi famiglia che lì si è così facilmente creato e mostra-to.Torno a casa e mi rendo conto che per la prima voltanon ho comprato nessun souvenir di questo mioviaggio. Eppure sono convinta che ricorderò comun-que…

Giulia Sarti

C

Il senso di famigliaIl souvenir originale portatoa casa di una volontaria livornese

IL GRANELLODI SENAPEper gli sposi

di mons. Ezio Morosi

FAMILY2012

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 giugno 2012II

Il volto di Dio negli occhi del prossimo

Don Ciotti alla Camera di Commercio incanta il pubblico, concludendo il ciclo di incontri in ricordo di don Giovanni Battista Quilici

cco alcune immagini della Veglia diPentecoste diocesana preparata

dalla consulta delle Aggregazionilaicali nella chiesa di S. Lucia.La veglia, che ha visto una bellapartecipazione, era incentrata sui donidello Spirito Santo ed è stata seguitadalla celebrazione eucaristicapresieduta dal Vescovo.

E

Veglia di PENTECOSTE

I donidello SpiritoSanto DI FABIO FIGARA

iamo alialle stradeȏ stato iltitolo

caratterizzante la seriedi incontri che si sonotenuti, nell’arco di unanno, in varie strutturecivili e religioselivornesi in occasionedel 220º anniversariodella nascita delsacerdote livornese donGiovanni BattistaQuilici. Il prelato, per ilquale è in corso la causadi beatificazione, visse acavallo tra XVIII e XIXsecolo, impegnandosiparticolarmente nelcombattere laprostituzione minorile,nel confortare i carceratie nel valutarel’emergenza educativadel suo tempo,fondando l’IstitutoSanta Maria Maddalenae lottando con leistituzioni per dare voceai poveri e agliemarginati, muovendosiin una realtà difficile emultietnica come eraquella livornesedel tempo. Gli incontri sonostati organizzatidal comitatoregionaledell’AssociazioneLibera insieme aCeic-Comunità,con gli Amici diDon Quilici el’Istituto SantaMaria Maddalena,con il patrociniodella Diocesi,della Provincia,del Comune edella Camera diCommercio diLivorno. Presentinumerosimagistrati e variepersonalitàpolitiche ereligiose non sololivornesi, tra cuiPiergiorgioKutufà, presidentedella Provincia diLivorno, GabrieleCantù, assessore allepolitiche sociali delComune di Livorno,don Andrea Bigalli eDamiana Bruno,presidentirispettivamente deicomitati toscano elivornese di Libera,l’associazione nata nel1995 con l’intento disollecitare la societàcivile nella lotta allemafie, promuovendo lalegalità e la giustiziatramite ilcoordinamento di piùdi mille realtà traassociazioni, comitati,gruppi e scuole. Ilpresidente nazionale diLibera, don Luigi Ciotti,è stato invitato comeospite d’onore dellaserata. Giunto dallaPuglia con il servizio discorta della Polizia, donLuigi è stato accoltodagli applausi di unasala gremita di personedi ogni età. «Don Giovanni BattistaQuilici - spiega donLuigi - si interrogava suciò che vedeva, sapevaleggere e cogliere glieventi del propriotempo. Si occupava deipoveri, dei carcerati,delle prostitute edell’educazione deibambini, che sono lacolonna portante dellesocietà di qualsiasitempo. E Dio ci chiededi vivere il nostro

tempo, il presente, e disaperlo interpretare.Solo così possiamoessere profeti».E la profezia, per donCiotti, è proprio saperabitare il tempo in cui sivive, essere parteintegrante e attiva di unsistema culturale esociale, di cui dobbiamocogliere i cambiamenti eaffrontarli. I modernisistemi dicomunicazione cipermettono di avere a

portata di manoqualsiasi tipo di dato odi concetto, ma apparetutto così terribilmente«approssimativo esuperficiale», le parolerisultano «svuotate dellaloro profondità». Perchéil vero peccato delmondo è l’attuale derivaculturale, il "sapere diseconda mano", unallontanamentograduale della societàdai valori che hannoportato alla sua stessa

fondazione, cioèla socializzazionee la scopertadell’altro: lacaduta dell’etica èla caduta di valoribasilari qualil’incontro conl’altro, l’amore ela solidarietà,storpiati odimenticati infavoredell’esaltazionedell’indivi-dualismo. E lacrisi culturale haportatoinevitabilmentealla crisieconomica chestiamo soffrendo,in cui operatorisconosciuti mapur esistentispeculano sullerisorse mondiali.

E molte paroleimportanti sonopronunciate perriempire la bocca: adesempio ha senso laparola «pace», quandonel mondo abbiamo«trentacinque paesi inguerra», o «legalità»,della quale molti neparlano ma «farebberobene a tacere, dato chela calpestano giornodopo giorno»? Viviamoin un periodo pervasoda parole di offesa e discontro, quandonecessiteremmopiuttosto di parole divita.«Vivere il tempopresente - continua ilfondatore di Libera e delgruppo Abele - significaavere la consapevolezzache vada abitatoinsieme agli altri». Ilprofeta moderno,l’interprete culturale, aprescindere daqualunque estrazionesociale provenga, haconoscenza della strada,è una persona che vuole«sporcarsi le mani» eincontrare il prossimoin difficoltà, vive nelleperiferie, nelle fatiche,nei luoghi marginali.Dato che tutti siamochiamati ad essereprofeti del presente,ognuno di noi dovrebbedomandarsigiornalmente chi è il«prossimo» verso ilquale esercitare la carità

cristiana, mettendo alcentro l’originalità el’irripetibilità dellapersona che necessitadel nostro aiuto. Perché«mancareall’appuntamento conl’altro è mancareall’appuntamento conla vita» e «una societàche si basa su relazionideboli è preda dellapaura». E non dobbiamoguardare alla diversità

come ad undeterrente, macome al sale dellasocietà stessa.Il profetamoderno deveproprio occuparsie denunciare leingiustizie diqualsiasi tipo, acausa delle qualiesistono lesituazioni didegrado, anche sela sua voce rischiadi perdersi in unmare di silenzi.È la carità che vadi pari passo conil senso digiustizia piùprofondo, perchél’una e l’altra

sono concettiindivisibili, ed ilmessaggio evangelico èchiaro: «beati quelli chehanno fame e sete digiustizia, perchésaranno saziati». E lagiustizia del Regno diDio inizia con la ricercadi quella terrena,tramite l’azione, tramiteil «fare», proprio comeha operato don Quilici ecome hanno fatto tanticome lui.Don Ciotti ricordal’attacco di GiovanniPaolo II alla mafia, quel«Convertitevi!» espressodurante l’ultima visitapastorale del SantoPadre in Sicilia, cherisuona ancora oggi contutto il suo vigore, ericorda anche esempieroici di lotta al crimineorganizzato come imagistrati GiovanniFalcone e PaoloBorsellino, come donGiuseppe Diana, uccisonel 1994 dalla camorraa Casal di Principe, ecome padre PinoPuglisi, ucciso dallamafia nel 1993. Ma ladenuncia non si devefermare al solo sistemamafioso, inteso nellesue varie ramificazionisociali evidenti, ma deveandare oltre edoccuparsi anche di altriproblemi: dellacorruzione dilagante,che costa ad ogniItaliano, secondo i datidella Banca d’Italia,circa mille euro l’anno;dello spreco del cibo,che ci fa gettareventicinque milioni ditonnellate di alimentiogni anno; dello sprecodel denaro pubblico, emolti altri ancora."Ricordatevi - diceancora, citando ilmagistrato RosarioLivatino - che non visarà chiesto se siete staticredenti, ma credibili!" D’altra partel’insegnamento di Gesùè chiaro: condividere lasofferenza del nostroprossimo ed esserecorresponsabili diquanto avviene nellasocietà, cercando diriconoscere nell’altrol’immagine riflessa diDio, è il primo passoverso la Resurrezione.

Don Quilici si interrogava su ciò che vedeva, sapeva leggere e cogliere gli eventi del proprio tempo.Dio ci chiede di vivere il nostro tempo, il presente, e di saperlo interpretare.Solo così possiamo essere profeti

LE PAROLE DA RICORDAREParliamone, spieghiamoci, vorrei conoscervi e cono-scere i motivi che vi spingono ad ostacolare chi tentadi educare i vostri bambini alla legalità, al rispetto re-ciproco ai valori della cultura e dello studio. Don Pi-no Puglisi

La mafia teme più la scuola che la Giustizia. GiudiceAntonino Caponnetto

Gli uomini passano, le idee restano. Ognuno devecontinuare a fare la sua parte, piccola o grande chesia, per contribuire a creare in questa Palermo condi-zioni di vita più umane. Giudice Giovanni Falcone

Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credi-bili. Magistrato Rosario Livatino

Noi tutti avremmo vinto quando i senza volto, i senzanome, gli incerti del nome, i senza carta saranno ri-conosciuti nella loro capacità e nella loro ricchezzaumana. Pietro Ingrao

Non si può continuare così. La miseria, l’ignoranza,le famiglie non tengono più! Serve una risposta subi-to, anche parziale, un segno di speranza per questacittà, il segno che qualcosa può cambiare! Don Gio-vanni Battista Quilici

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 giugno 2012 III

a Provincia diLivorno è statateatro di unavvenimento

particolare, quasi unicoin Italia: la consegnadegli attestati“simbolici” dicittadinanza a 18bambini stranieri natiin città o nel territorioprovinciale. Lamanifestazione èavvenuta nell’ambitodella «Giornatacittadina per la pace»che la Comunità di S.Egidio, in accordo conle istituzioni locali,organizza già da alcunianni in memoria delbombardamento cherase al suolo Livorno.Si è trattato di unacittadinanza“simbolica” perché nonesiste ancora una Leggedello Stato che consentaallo straniero che nascein Italia di diventareautomaticamentecittadino italiano. È ungesto -ha dettol’assessore alla QualitàSociale, MonicaMannucci- con il qualesi vuole rafforzare ilvalore delle politiche diintegrazione e coesionesociale. Sono 500 mila igiovani sotto i 18 anniche vivono in Italia, diquesti duemila sonopresenti nella nostraProvincia, ha aggiuntoil presidentedell’AmministrazioneProvinciale, GiorgioKutufà. Sono ragazziche sentono diappartenere alla nostracomunità ed èinaccettabile escluderlidalla nostracittadinanza. Anche ilPresidente dellaRepubblica, GiorgioNapolitano, è di questoparere; bisogna perciòspingere il legislatoreitaliano a concedere lacittadinanza secondo lojus loci (è cittadino chinasce sul suoloitaliano) come giàsuccede negli Stati Unitie in Francia, perché leleggi devono seguirel’evolversi dei tempi.Questa cerimonia vuolerappresentare “unasvolta” e testimoniareche nel nostro paesesiamo tuttiuguali. Lamanifestazionealla quale hapartecipatoanche unMinistro dellaRepubblica delSenegal, havisto lapresenza deiSindaci o degliassessori alSociale, diLivorno,CampigliaMarittima,CastagnetoCarducci,Cecina,Collesalvetti,Piombino,

L

Rosignano Marittimo ePortoferraio. CampigliaMarittima ha avuto lapresenza delle duebambine più piccole,una, proveniente dalMarocco di 8 mesi euna dall’Angola di 18mesi. La cittadinanza èstata data ad unaragazza provenientedalla Macedonia che adottobre compirà 18anni, è stato un piacereper tutti i presenti insala sentire la sua storiache si esprimeva nel piùpuro accento livornese.Così come un bambinodi Portoferraioprovenientedall’Albania hadichiarato: “Sonocontento di vivere inItalia. Amo l’Italia eanche l’Albania dovesono nati i mieigenitori”.Quali erano lenazionalità di originedei genitori degli altribambini? Il Senegal, ilSudan, la Bosnia, laNigeria, il Perù, laRepubblicaDominicana e ilKurdistan. A questopunto è entrato in salail Ministro per lacooperazioneinternazionale el’integrazione, AndreaRiccardi, che haconcesso la cittadinanzaitaliana a due cittadinistranieri che avevanoseguito le procedurepreviste dalla Legge perpoterla ottenere.Benvenuti! Ha detto ilMinistro stringendo lamano ai due nuoviitaliani.

GLI INTERVENTIMonsignor PaoloRazzauti, Vicarioepiscopale per la città,ha ringraziato ilMinistro per la suaopera di uomo di pace edi uomo capace di

portare la pace, lo haringraziato per il suoimpegno profusonell’integrazione e nellaCooperazioneInternazionale. DonPaolo ha voluto anchesottolineare come“Livorno accogliente” èspesso venuta meno aquesta attenzione chedeve essere recuperata.Ogni persona deveavere gli stessi diritti egli stessi doveri. Bisognacompiere l’integrazionedi tutti coloro che sonoconsiderati diversi, e haconcluso dicendo: “ciaffidiamo a lei perchénella sua opera questeaspettative non sianopiù sogni ma certezze”.Il Presidente Kutufà hasottolineato come leLeggi Livornine (1593)siano state un esempiofelice di una società giàda allora globalizzata. ALivorno non c’è maistato un ghetto e la cittàè stata il faro di una

unità mondiale. Ilmondo -ha terminato-può crescere solo se puòritrovare una maggioreunità, aprendosi eintegrandosi. La fiduciaverso gli altri e lacooperazione devonocaratterizzare le sfidedell’oggi del nostropaese.Anche ilVescovo,monsignorGiusti è intervenuto sultema dell’integrazione edella cooperazione,mentre il sindacoCosimi ha ricordatol’importanza per per lepersone che vivono inun paese di parteciparealla vita politica esociale di quelterritorio.

LA MARCIA DELLA PACEIn Piazza del Municipioitaliani e stranierihanno dato inizio allaMarcia della Pace,organizzata dalla

Comunità diS. Egidio allaquale hapartecipatoanche ilMinistroRiccardi cheha ricordatocome “unacittà che perdela memoriaperda anche ilfuturo;ricordare ildolore di ierivuol diresperare nellapace didomani”. LaMarcia si èsnodata per levie del centro

l Ministro Riccardi, sottolineando l’e-vento della Giornata cittadina per la

pace, ha ricordato il bombardamento diLivorno del maggio 1944, pensiamo -hadetto- alle case distrutte, alle vittime, agliuomini e donne che dall’abisso hannoricostruito la città, bisogna rivolgere “undoveroso omaggio a quella generazio-ne”. La situazione odierna -ha continua-to- è molto difficile ma migliore rispettoa quegli anni. Oggi i sacrifici devono es-

sere ripartiti con equità, abbiamouna grandissima speranza perchéabbiamo evitato l’abisso di unacrisi in cui stavamo precipitando.Dobbiamo avere il coraggio chela ripresa economica si possa co-niugare con una società più coe-sa. La storia di Livorno -ha dettoancora il Ministro- “è unica inItalia”, come città multietnica havisto l’insediamento di una im-portante comunità ebraica, dalRabbino Benamozegh al Rabbi-no Elio Toaf. Ha ricordato l’ami-cizia del padre di Toaf con il Ve-scovo di Livorno monsignor Pic-cioni, e la loro competizione nelcomprare i libri antichi.Riguardo al concetto di integra-zione, Andrea Riccardi, ha dettoche la parola vuole significarequalcosa di nuovo e non si deveinterpretare come sola emergen-za anche se le strutture di acco-glienza dell’Isola di Lampedusadevono essere riattivate. Ma co-me integrare? Siamo in una crisisistemica ma c’è spazio per il la-voro degli stranieri e per la coo-perazione internazionale. Nonbisogna seguire il “si salvi chi

può”, perché come dice Bauman, la soli-darietà ha ancora un futuro e “se non cisarà integrazione no ci sarà ripresa” Bi-sogna creare una cultura fiduciosa nel-l’integrazione, una cultura “del porto” edel contatto con gli altri, dello scambio,quindi un aprirsi, perché difendersi achiudersi è un concetto a-storico. Biso-gna vivere con gli altri, il porto è l’antesi-gnano di una cultura globale. Integrarsied aprirsi è un modo di vivere la globa-lizzazione, dunque la risposta che si de-ve dare è la logica “del porto” e nonquella “del muro”, quindi “tutti diffe-renti e tutti parenti”. In un momento dicrisi non dobbiamo dimenticarci “di la-vorare sull’umano”. L’umanesimo italia-no racchiude una identità di valori e diesperienze umane, “è l’umanesimo lanostra grande ricchezza”. La civiltà di do-mani sarà una civiltà del convivere cherichiede anche il rispetto delle regole,perciò è decisivo coltivare l’arte del vive-re con gli altri nel rispetto delle regole.Ho sentito -ha continuato il Ministro-che Livorno non ha mai avuto un ghet-to, cioè un quartiere chiuso, dei diversi,il vivere con gli altri riguarda oggi gli im-migrati, sono contento di questa solen-nità in cui è stata data la cittadinanzaagli immigrati e sono grato al PresidenteNapolitano che ci ha ridato il gusto diessere italiani e della nostra storia. L’or-goglio è una identità condivisa, è una ri-sposta a quel declino di cui è malata lanostra Europa. Il senso della nostraidentità è un atto che dobbiamo ai no-stri figli e alle generazioni del domani.Il Ministro ha terminato dicendo che ne-gli ultimi dieci anni il numero degli im-migrati si è triplicato e l’8% sono i mino-ri scolarizzati, non si tratta di una inva-sione perché ci sono vantaggi reciproci,gli immigrati sostengono il sistema pen-sionistico e aumentano il PIL, quindistranieri e italiani lavorano insieme perla ripresa. Accogliendo una proposta delSindaco Cosimi, Riccardi ha detto che iragazzi stranieri che studiano devono es-sere riconosciuti come italiani, non piùcittadini per vincoli di sangue o per na-scita, ma secondo uno “jus culturae”,una decisione di questo genere spettaperò al Parlamento.

Gi.Gi.

I

Le parole del Ministro

«Integrazione»:una parola NUOVAIl ministro

Andrea Riccardiha consegnato

degli attestati dicittadinanza

simbolica a 18bambini e

ragazzi stranierinati sul territorio

livornese

Nel nostro paese siamo tutti uguali

e in Piazza Cavour sonostate lette alcunetestimonianze: Angeloche ad Aulla avevasubito l’alluvione del2011 ha ricordato lapreghiera recitatainsieme, il 29 dicembre,con la Comunità di S.Egidio, “che ha fattocapire che niente erafinito!”, Aulla potevaessere ricostruita graziealla solidarietà. Ilgiovane senegaleseMamadou ha detto chela Comunità gli ha datomolto forza per crederein un mondo migliore“in cui è possibile vivereinsieme ed ha recitatoun proverbio africano:chi vuol fare qualcosatrova una strada, glialtri una scusa”. Lamanifestazione si èconclusa sugli Scalid’Azeglio con l’omaggiofloreale alla targa postasul rifugio in ricordodelle vittime delbombardamento del1944, molte delle qualinon hanno ancora unnome. Qui Anna,un’insegnate, ha detto:“Proprio nella crisipossiamo far emergerele energie migliori emetterle al servizio delfuturo. Un futuro in cuisaremo insieme, comesiamo oggi, un futuroche dobbiamo tuttivolere liberato dallaviolenza e dallaguerra...”. Dopo cena inPiazza XX settembre,bambini e ragazzi,italiani e stranieri,hanno dato vita concanti e balli alla Festasul tema “Viva la Pace”.

Gianni Giovangiacomo

La giornata cittadina PER LA PACE

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 giugno 2012IV

VENERDÌ 8 GIUGNONella mattina udienze laici in vescova-do18.00 S.Messa ed incontro con i vo-lontari ACOS (Associazione cattolicaoperatori sanitari) a Quercianella

SABATO 9 GIUGNOA Camaiore, consiglio dei Vescovi alloSTI 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS.M. del Soccorso

DOMENICA 10 GIUGNO10.30 S. Messa e processione del SS.Corpo e Sangue di Cristo a Castell’An-selmo18.00 S. Messa e processione del SS.Corpo e Sangue di Cristo dalla chiesadi S. M.del Soccorso fino alla cattedra-le

Da lunedì 11 Giugno a giovedì 14Giugno il Vescovo partecipaall’assemblea itinerante della CET inPuglia

VENERDÌ 15 GIUGNO9.30 ritiro spirituale del clero con pa-dre Sorge in vescovado17.00 Giornata delle comunicazionisociali, S. Messa per gli operatori dellacomunicazione in vescovado (vedi lo-candina pag.8)18.00 “A viva voce” con padre Sorge invescovado (vedi locandina pag.8)

SABATO 16 GIUGNO8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoa Montenero, conclusione della visitapastorale al I vicariato, e benedizionedei fidanzati10.00 inaugurazione della sezione diLivorno dell’Ordine dei Cavalieri diMalta a Montenero11.00 in vescovado, consulta di pasto-rale familiare18.00 S. Messa in ricordo di Maria Ba-gnasco, moglie del dott. Alberto Rossialla chiesa di N.S. di Fatima

DOMENICA 17 GIUGNO 11.00 S. Messa per gli immigrati allachiesa di SS. Pietro e Paolo

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESIAssociazione ideaLiVENERDÌ 8 GIUGNO ALLE 17.00Alla Sala Capraia della Camera di Commercio di Livornoincontro pubblico dal titolo “Web, Social network e Comuni-cazione politica”; relatori della serata il prof.Adriano Fabris,Prof. Filosofia Morale e Dir. del Master in Comunicazionepubblica e politica all’Università di Pisa, e Dino Amenduni,giovane giornalista e noto blogger de “Il Fatto Quotidiano”.

SAE e Ce. Do.MEI

SABATO 9 GIUGNO ALLE 16.00Presso la chiesa valdese, seminario ecumenico dal titolo“L’apostolicità della chiesa e i ministeri”; relatori prof. MariaEnrica Senesi, pastore Klaus Langenek, don Piotr Kownacki.Al termine dell’incontro agape conclusiva

Incontro Diaconi

SABATO 16 GIUGNO ALLE 16.30Nella sala Fagioli del vescovado incontro dei diaconi condon Severino Dianich dal titolo “La diaconia di Gesù nelladiversità dei ministeri”, a seguire cena.

Pio Alberto Del Corona

GIOVEDÌ 21 GIUGNO ALLE 17.30Primo Centenario della morte (1912-2012) del Servo diDio Mons. Pio Alberto Del Corona O.P., Vescovo di San Mi-niato, Arcivescovo di Sardica, Fondatore delle Suore Dome-nicane dello Spirito Santo.Presso la cappella del Convento (via Bolognese, 111, Firen-ze) Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Firenze, S.Em. R. Card. Giuseppe Betori. A conclusione verrà offertoun ristoro fraterno

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Calò G. – Prima di andare via…..La mediazionefamiliare come risorsa- Ed. Paoline, pp. 185, eu-ro 13,00

In questi ultimi anni, si è fatta strada unanuova figura accanto a quelle più tradiziona-li, a sostegno delle famiglie: il mediatore fa-miliare. L’autrice, Giuseppa Calò che svolgequesta professione, mette a sua disposizionela propria esperienza per coloro che vivonomomenti di crisi all’interno della famigliacon situazioni di conflittualità, talvolta insa-nabili. Infatti, l’entrata in scena di questanuova figura, ha apportato cambiamenti po-sitivi in quanto proprio per la funzione chericopre, è capace di penetrare alcuni aspetti ele problematiche emergenti nella vita di cop-pia e dei possibili benefici derivanti dal per-corso di mediazione. Essa, partendo dal datoesperienziale, accompagnato dalla conoscen-za tecnica delle diverse problematiche, riela-bora contesti e interventi al fine di fare chia-rezza su cause e prospettive, con l’intento dinon proporre soluzioni pronte da applicareai vari contesti reali, bensì di valorizzare almassimo gli spazi comunicativi all’internodella coppia in difficoltà, con una particolareattenzione alla dimensione emotiva del con-flitto unite agli aspetti significativi del vissutoumano.

Le proposte di PHARUS VIAGGI

Pellegrinaggio a LourdesDAL 4 AL 7SETTEMBREVolo con partenza da Pisa

4 Settembre: ITALIA - LOURDES:Ritrovo all’aeroporto e partenza perLourdes. Arrivo e trasferimento al-l’albergo. sistemazione. Aperturadel Pellegrinaggio e saluto allaGrotta. Partecipazione alle celebra-zioni religiose. Cena e pernotta-mento.

5 e 6 Settembre: Permanenza aLourdesTrattamento di pensione completain albergo. Giornata dedicata allapartecipazione alle celebrazioni re-ligiose ed alla visita dei luoghi diSanta Bernardetta.

7 Settembre: LOURDES - ITALIA.Colazione. Trasferimento in pull-man all’aeroporto e partenza per ilrientro.

Quota di partecipazione: euro 630,00 per persona Quota individuale gestione pratica:

euro 35,00 per persona

Supplementi: camera singola euro35,00 a notte

La quota comprende:Passaggio aereo in classe turisticaItalia / Lourdes / Italia con voli no-leggiati - Tasse d’imbarco - Trasferi-mento da e per l’aeroporto di Lour-des in pullman - Alloggio in alber-ghi di 3 stelle in camere a due letticon bagno o doccia - Pensionecompleta in base all’orario dei voli(6 pasti per 4 giorni) - Assistenzasanitaria, assicurazione bagaglio eannullamento viaggio Europ Assi-stance.

La quota non comprende:Bevande / Mance/ Ingressi/ ExtraPersonali /tutto ciò non specificatoin "la quota comprende".

INFO: segnaliamo che il costo delcarburante incide per il 20% sulprezzo della quota base di parteci-pazione. Esso è calcolato utilizzan-do il valore di 800 USD/tonnellatametrica al cambio di 1 euro = 1,35USD

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 giugno 2012 V

I LAVORI DEL CONCILIO -PRIMO PERIODO 11 OTTOBRE1962-8 DICEMBRE 1962

l Concilio venneufficialmente convocato indata: 11 ottobre 1962. Illavoro delle commissioni

preparatorie portò ad unnumero considerevole dischemi, che dovettero poiessere in parte ridotti. Simanifestavano fin dall’inizionelle opinioni dei partecipantidue tendenze unaconservatrice eduna progressista.Alla sedutainauguralepresero parte2540 padriconciliari, quasi icinque sestidell’episcopatomondiale. Vennero create lecommissioniconciliari,composte da 16membri elettidalla base e di 8nominati dalPapa; in più vierano gli esperti.Per la prima voltafurono invitati alConcilio degliosservatori laicicristiani noncattolici. Furono ventitréle donne presential ConcilioVaticano II,laiche e religiose,e con un ruolotutt’altro chesimbolico. Fraloro, una solaitaliana: AldaMiceli, comeunicarappresentantedegli istitutisecolari: eramembro delle Missionariedella Regalità di Cristo. Lelaiche uditrici furono sceltenon per rappresentanza, maper le loro qualifiche e il lororuolo: «erano battagliere, altroche santini», rimarca CettinaMilitello, rilevando che«avevano appartenenzeecclesiali e personalità moltodiverse fra loro, come emergedal loro impegno precedente esuccessivo nella Chiesa,rappresentarono una indubbiaricchezza durante i lavori.Anche se non potevanointervenire nella sedutaplenaria, infatti, diedero unricco contributo nellecommissioni: hannopartecipato, ad esempio, allastesura della Gaudium etspes».I lavori del Concilio sisvolsero in quattro sessionifino al 8 dicembre 1965.

IL CONCILIOE DON EMILIO GUANOIl 31 maggio 1962 PapaGiovanni XXIII nominòvescovo il teologo don EmilioGuano destinandolo aLivorno. Il Vescovo di Livorno,mons. Andrea Pangrazio erastato nominato infattiArcivescovo di Gorizia, eLivorno era sede vacante. Lasua nomina inserì mons.Guano, di diritto, tra i padriconciliari, e poté così, farparte, dei lavori del Conciliocome esperto.Il Concilio è l’evento nel qualeil vescovo di Livornomanifestò compiutamente ilproprio valore di teologo. Nel1962 fu nominato dal Papamembro della Commissioneper lo schema dell’apostolatodei Laici. Il suo pensierodall’idea di cristianità, in gradodi segnare il cammino

I

dell’uomo nella modernità,passò ad una concezione disocietà ispirata al vangelo indialogo con il mondocontemporaneo. In ConciliGuano svolse un preziosoruolo di raccordo tra gliesponenti dell’episcopatoitaliano più attenti ad unavisione di Chiesa aperta aisegni dei tempi.

Nel 1963 il nostroVescovo, oltre a farparte del gruppoche preparò i testiper la costituzione Gaudium et spes, funominato assessoreper gli uditori sialaici che religiosi emembro delConsiglio per lariforma Liturgica.Svolse un ruoloimportante nelladefinizione didocumenticonciliari come la Dei Verbum e la Lumen Gentium enel dialogoecumenico. Nel1966 fu membrodella Commissionepost conciliare perl’apostolato deilaici. Partecipò alle treprime sessioni delConcilio. Lamalattia gli impedìdi partecipareall’ultima.Mons. Guano fu molto amatodalla sua Comunità livornese,e cercò di tradurre nellapastorale ordinaria i dettaticonciliari, illustrandoli alla suaChiesa attraverso lettere erelazioni. Lo fece nonostantela malattia che lo ha tenutolontano da Livorno per lunghi

mesi. Lo fece con i suoi scritticompensando con la presenzaepistolare l’assenza forzata.Basti qui ricordare, oltre allesue pastorali, le sue lettere ailivornesi raccolte poi nel libro Ti interessa Dio?Alle esigenze della Chiesalocale egli rispose con glistrumenti del biblista: dialogo,incontro, ascolto e parola. Egli

trasferì nella sua carica ilmetodo educativo e pastoralegià sperimentatonell’associazionismo cattolico.Amò il suopopolo,continuando acoltivare legami ed affetti contanti laici, che lo avevanoavuto come maestro negli annidella loro formazione.

A proposito delConcilio mons.Guano affermava: Con il ConcilioVaticano II si pone lebasi per "una Chiesadella carità". LaChiesa è,necessariamente, laChiesa della carità.Tutta insieme lacomunità cristiana èimpegnata nellacarità. Tutti insiemei cristianicollaborano allacarità della Chiesa.Io avrei un grandedesiderio: che laquaresima e laPasqua di ogni annoavessero nella diocesiquest’impronta dicarità; che ci fosseun risveglio,un’ondata di carità,carità dei singoli,carità delleparrocchie, e dellevarie comunità,della diocesi.(Vedi "Ti interessaDio?" - Lettere delVescovo ailivornesi 1962-1970)

INIZIO DEL CONCILIO

L’allocuzione iniziale diGiovanni XXIII, la GaudetMater Ecclesia segnò il puntoculminante della cerimoniad’apertura. In essa il Paparicordava i Concili passatisegno della vitalità dellaChiesa, della sua ricchezza ditradizioni (orientale edoccidentale) e della continuitàdel magistero; confutava la

visione pessimisticadei «profeti disventura» che vedononel presente un maleda cui difendersi eguardano connostalgia al passato eaffermava che scopodel Concilio sarebbestato quello diproporre, in formaadatta agli uominidel nostro tempo, ladottrina e latradizione cristiana.In altri termini ilcontenuto della fede,che è e restaimmutabile, dovevaessere esposto inmodo modernoall’uomo di oggi;infine il ponteficericordava cheeventuali condannedi errori dovevanoessere fatte in modopositivo.Gli schemiinizialmente trattatitra novembre edicembre furono: la

Liturgia, le Fonti dellarivelazione, la Chiesa, leComunicazioni sociali e leChiese orientali, ma nonottennero l’approvazionedell’assemblea.

a cura di Maria Luisa Fogolari,direttrice archivio storico

diocesano

LA STORIA DEL CONCILIO VATICANO II/2. ........

«Le laiche uditrici furono scelte non per rappresentanza, ma per le loro qualifiche e il loro ruolo(...) molto diverse fra loro, come emerge dal loro impegno precedente e successivo nella Chiesa,rappresentarono una indubbia ricchezza durante i lavori. Anche se non potevano intervenire nella seduta plenaria, infatti, diedero un ricco contributo nelle commissioni: hanno partecipato, ad esempio, alla stesura della Gaudium et spes»

MONSIGNOR GUANO tra i protagonisti del Concilio

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 giugno 2012VI

Movimento per la VITA

La sfida più importante per il futuro:un «sì» pieno e deciso alla VITA

A Roma per il concorso studentesco

igliaia distudenti,provenientida tutte le

parti d’Italia, si sonoritrovati a Roma. Il«popolo della vita»,formato da aderenti alMovimento per la Vitaitaliano, si è riunitonell’Aula Paolo VI inVaticano, con l’intentodi prendere parte aduna manifestazioneorganizzata inoccasione di una dataparticolare: il XXXVIanniversario della legge194 del 1978 (daricordare non certo conspirito dirassegnazione) per illancio dell’iniziativa«uno di noi» (unapetizione europea adifesa dei nascituri); perla premiazione del XXVConcorso scolasticoeuropeo ed, infine, perla vigilia della sentenzadella Consulta sulla«legge 40».In poche ore si è datovita «ad una festa vera»,come l’ha definital’onorevoleCarlo Casini,eurodeputato,Presidente delMovimentoper la Vitaitaliano, nelpresentare ilprogrammadellamattinata.Iniziativa a cuihanno aderitomolte realtà ecclesiali enon, lo stesso sindacodi Roma GianniAlemanno e tanti altriillustri ospiti tra cuiAndrea Oliveropresidente delle ACLI,Luca Pezzi di

M

Comunione eLiberazione. Poi ancoraLucio Romanopresidente diScienza&Vita, GiovanniStirati membro delcamminoneocatecumenale,Salvatore Martinezpresidente di Rinnova-mento nello Spirito,Luigi Borgiani

segretariogeneraledell’AzioneCattolica, EliFolonari delMovimentodei Focolari,FrancescoBellettipresidentedel Forumassociazionifamiliari,

Padre Stefano MariaManelli fondatore deiFrancescanidell’Immacolata. Infineil cardinale EnnioAntonelli, presidentedel Pontificio Consiglioper la famiglia, è

intervenuto con unbreve ed entusiasticodiscorso a conclusionedella mattinata.Ogni invitato si èadoperato per fornirespunti di riflessione edare il proprioincoraggiamento. Lamattinata è stataanimata dalle voci delle“Verdi Note”dell’Antoniano e dallecoreografie dei ragazzidella comunità di“Nomadelfia”. Inoltre,

un importanteincoraggiamento ègiunto da S.S.Benedetto XVI (incollegamento dallavicina Piazza S. Pietro)che, dopo un saluto,così ci ha spronato: «Viincoraggio e vi esortoad essere sempretestimoni e costruttoridella cultura della vita».Tra le tante bandiere delMovimento per la Vitache sventolavanonell’entusiasmo

generale, si notavanoanche striscioni ebandiere deirappresentantidell’Istituto Morvillo-Falcone di Brindisi, i cuistudenti sono stativittime di un recenteattentato. Un brevepensiero è andatoanche alle vittime dellescosse di terremoto nelnord d’Italia. Ciòsignifica testimoniare,dire il proprio «sì allavita», sia nellatranquillità che in

mezzo alledifficoltà. E leparole delpresidente Casiniforniscono unmotivo più chevalido per farequesto: egliinfatti haricordato che «Inun momento incui il progetto diunità europeabarcolla sotto icolpi della crisieconomica,l’iniziativa delMovimento perla Vita richiamail valore dellavita umana comeenergia capace disuperare la crisi e

costruire un vero eproprio popoloeuropeo». Tenendoquesto presente risultamolto chiaro il modo didar vita ad un’Europadavvero unita.

Roberta Cammaruccigià vincitrice del

premioPer saperne di più sulla

petizione per inascituri:

http://www.avvenire.it/Vita/Pagine/petizione-

uno-di-noi.aspx

i è giunta pochi giorni fa unatelefonata era Sorella Pia che mi

diceva: Se vuoi venirci a salutare vieniperché noi partiamo il 30! Un tuffo alcuore, allora è proprio deciso: lesorelle vanno via da Antignano e daLivorno. Una parentesi non troppolunga la loro in Diocesi, unaparentesi che speriamo si riapra al piùpresto.Mi sento, come presbitero dellaDiocesi di Livorno di ringraziarle perla loro presenza e soprattutto per laloro preghiera, io le ho sentite semprevicine tutte quante. Eh sì, perché nonfacevamo a tempo a conoscerne una,che subito cambiava, ma questo nonimpediva di rimanere in contattospirituale con ognuna di loro, chenella diversità portano sempre avantiun’unica missione «evangelizzare» estare vicine ai preti, con uno stilefrancescano vero, quello che nulla hoe nulla mi appartiene, solo Cristo è ilcentro della loro vita. Le ho

conosciute quando ero in seminario econ loro ho condiviso vari impegnidiocesani, come non ricordare la loroiniziativa del PellegrinaggioDiocesano dei Bambini a Montenero,che quest’anno ha raggiunto quota 9.Come non ricordare la loro presenzanell’Ufficio Catechistico Diocesano…e tante altre avventure, anche inPastorale Giovanile.Tutto questo, per dire loro il miograzie e per dirlo anche a nome ditutti coloro che le hanno incontrate,grazie per la testimonianza, grazie perla gioia che hanno profuso, la gioia diquel Cristo autentico e non falsificatodal mondo. Ora se ne vanno, nuoveopere di evangelizzazione leaspettano… ma speriamo cheLivorno rimanga nel loro cuoresempre, certamente non lo potrannodimenticare, una livornese è nellaloro "squadra"! Grazie Sorelle e a…Dio, che non è, non ci rivedremo più,ma è un affidarvi a Dio, il Padre chevi ha chiamato qui e in quest’ora delGetsemani, vi chiede e ci chiede difidarci di Lui per vivere la nostravocazione cristiana: annunciarel’Evangelo di Cristo Risorto!Abbiamo celebrato la Pentecoste, loSpirito soffia dove vuole e non sai dadove viene e dove va, voi siete sulleali di questo Spirito che ha soffiatoper un po’ di tempo qui tra noi, e oravi conduce per nuove missioni.Grazie Sorelle ci mancherete!Don Fabio Menicagli, presbitero della

Chiesa che è in Livorno

M

GRAZIEE A...DIO!

Benedette le persone che preganoon il Pellegrinaggio al Santuario diMontenero si è concluso l’anno

sociale dell’Associazione dell’Aposto-lato della Preghiera di Livorno. L’As-sociazione durante l’anno si è raduna-ta ogni ultimo lunedì del mese da set-tembre a maggio alla Chiesa del SacroCuore di Livorno e nei mesi di no-vembre e di marzo che sono i “tempiForti” liturgici, ha effettuato i ritiri spi-rituali alla chiesa della S. Seton.In questa occasione di chiusura del-l’anno, si sono unite le altre Associa-zioni dell’AdP presenti nella RegioneToscana I che numerose si sono ritro-vate ai piedi di Maria per pregare eringraziare il Signore per i doni da Luielargiti. Durante la Messa concelebra-ta da cinque sacerdoti responsabilidei gruppi di preghiera di Prato, SanMiniato, S. Maria a Monte, Pescia eIsola d’Elba, è stato ricordata unagrande figura di sacerdote: padreGiorgio Bettà, milanese, il quale, rifa-cendosi alla spiritualità di S. Ignazioda Loyola, orientava i fedeli a fare del-la propria vita un dono consacrato aDio. È quanto mai necessario ancoraoggi essere persone consacrate a Dio e oranticome Maria la quale ci ha insegnato come farela volontà di Dio. Purtroppo siamo molto at-taccati ai nostri disegni e alle nostre logichequotidiane, ma la nostra salvezza si realizzaperché Dio, nonostante tutto rende santa lanostra logica.Monsignor Giusti, impossibilitato a presenzia-re ha voluto far pervenire il proprio messaggionel quale ha ricordato come la preghiera sianecessaria per salvarci e soprattutto per giunge-re alla perfezione. Essa ci ottiene la grazia diDio e ci dispone ad accoglierla, alimenta in noiuna mentalità di fede e ci aiuta a discernere la

volontà di Dio; il cristiano dalla preghiera rice-ve energia per ogni suo impegno: «siano bene-dette le persone che pregano e che pregano an-che per chi non prega».A conclusione della giornata si sono date ap-puntamento per il Convegno Regionale di Ot-tobre che in occasione dell’Anno della fedesarà a Livorno e vedrà la presenza del DirettoreNazionale dell’AdP padre Tommaso Guada-gno. Nella foto i celebranti: da sinistra: don Ciro,Pescia; don Giampaolo, Prato; don Marco, S.Miniato, don Marco di Prato e don Fausto del-l’Isola d’Elba.

C

NOVITÀ’AL SERRA CLUB

l Serra Club ha elettonell’ultima assemblea dei soci

il nuovo consiglio direttivo perl’anno sociale 2012-2013. Lapresidenza del club sarà assuntadal dr.Emanuele Tattanelli,medico, specialista in chirurgiagenerale a Pisa con il prof. MarioSelli. Svolge la libera professionecome medico di base, e dal 1978al 2000 è stato chirurgo presso lacasa di cura Villa Tirrena.Sposato, con cinque figli, è statoiscritto all’associazione ScoutCattolici con vari incarichi alivello regionale. Fa parte delmovimento medici cattolici.Tattanelli subentrerà a MarcoCreatini attualmente in carica.Il cambio delle consegne sisvolgerà lunedì 18 Giugno alristorante "La Barcarola" con lapresenza del Vescovo e delleautorità cittadine.Gli altri membri del consigliodirettivo sono:VICE PRESIDENTEPROGRAMMI, Alessandro BassiLucianiVICE PRESIDENTEVOCAZIONI, RomanoPellicciariniVICE PRESIDENTECOMUNICAZIONI,LucaMastrosimoneVICE PRESIDENTEESTENSIONI,Donato Lo RéSEGRETARIO,Daniela MusumeciTESORIERE,Piergiacomo DoniCONSIGLIERI,Verina SpiritiNovelli, Luca Baroncelli, PaolaBertin

I

A Montenero l’ultimo incontro di quest’annodell’Apostolato della Preghiera

Tra le iniziativeanche la petizioneeuropea a difesa dei nascituri

EMANUELETATTANELLI È IL NUOVOPRESIDENTE

Il saluto alle SorelleFrancescane del Vangelo

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 giugno 2012 VII

Un ORATORIOspeciale

volte basta sologirare l’angolo di unastrada per incontrareun mondo diverso da

quello che siamo abituati avedere; spesso poi i nostriocchi guardano soltanto ciòche vogliono.Il quartiere di Shangay ne èl’esempio, troppo spesso aimargini della nostra città èconsiderato un territorioparticolare ma che in realtà èricco di frutti e potenzialitàforse maggiori rispetto aquelle che pensiamo.È qui che la parrocchia dellaSacra Famiglia, opera ognigiorno andando incontro allepersone, dai più piccoli ai piùanziani, dando loro conforto esostegno.Il giovedì in particolare è ungiorno speciale per ilquartiere: è il giornodell’oratorio!Circa quaranta tra bambini eragazzi prendono possesso deicampetti messi a disposizioneda Fabrizio, dietro la chiesadella Sacra Famiglia pergiocare e trascorrere un paiod’ore tutti insieme, dalle 16.30alle 18.30.Al mio arrivo vengo accolta dadon Piotr e suor Pasqualina,entusiasti di mostrarmi ilpiccolo ma enorme lavoro chein questo ultimo anno hannofatto con i ragazzi.Una frase mi cita subito ilsacerdote:Andate dunque sui crocicchidelle strade e chiamate allenozze quanti troverete.E queiservitori, usciti perle strade,radunarono tuttiquelli chetrovarono, cattivi ebuoni; e la saladelle nozze furipiena dicommensali. (Mt 22,9) «Quando è natoil nostro oratorio- cispiega don Piotr-pensavamo a questeparole di Gesù;pensavamo airagazzi chetrascorrono lamaggior parte dellaloro vita per strada,a quelli senzabattesimo, airagazzi i cuigenitori noncredono e dagenerazioni nonhanno nessun contatto con laChiesa, ai ragazzi che sono“diversi” dai loro coetanei cheabitano nelle zone benestantidella città; pensavamo airagazzi che chiamano lorostessi “figli di nessuno"».Una sfida quella di don Piotr esuor Pasqualina che è iniziatalo scorso autunno con lasperanza di iniziare a

A

dialogare con chi è lontanodalla Chiesa per fargliincontrare Gesù Cristo.Così, dopo aver tappezzato ilquartiere di cartelloni(rigorosamente fatti a mano)per invitare i ragazziall’oratorio, è iniziatal’avventura.Elena, una delle animatricidell’oratorio, insieme aEmanuela, Luca, Rosanna (e

naturalmente Suor Pasqualinae don Piotr), ci racconta, «noncredevamo che arrivassero cosìtanti ragazzi, ne siamo rimastimolto stupiti….piacevolmentestupiti!»«La cosa forse più difficileforse- continua Emanuela- èstata instaurare con loro unasorta di confidenza;inizialmente ti guardano con

diffidenza poi pian piano siaccorgono che sei lì per loro ediventi un punto diriferimento moltoimportante», «tant’è che-aggiunge suor Pasqualina- ungiorno è capitato di non poteraprire l’oratorio ma i ragazzierano comunque fuori adaspettare».«Durante la settimana ci capitadi incontrarli per la strada, in

piazza e loro citengono a far sapereche giovedì sarannopresenti, sicuramente,magari anche con lapioggia e con la neve,come è successoquest’inverno!»Mentre gli animatoriparlano, osservo conquanta voglia egenuinità i ragazzistanno insieme,magari sfottendosi unpo’ ed arrabbiandosiper un goal mancatoma sempre con ilsorriso sulle labbra;c’è chi come le ragazzenon ama molto ilcalcio e per questo, inparticolar mododurante l’invernovengono realizzati deilaboratori magari di

cucito, di disegno, «spessocomprare un fiocco per icapelli non è cosa semplice –ci confida Elena – ed ecco chemi piace insegnare loro checon poco possono realizzarloper conto proprio…e conmaggiore soddisfazione!».«Ai ragazzi piace esserecoinvolti nei lavori manuali,essere attivi nel far qualcosa e

per questo insieme cerchiamodi capire che cosa piacerebbeloro fare, se imparare asuonare uno strumento,oppure disegnare o qualsiasi

altra cosa».Il lavoro però èmolto lungo el’impegno èmolto grande «siamo partiticercando diinsegnare airagazzi ilrispetto, il salutoe a non direparolacce-continua suorPasqualina-educandoliall’ascoltoreciproco, a stareinsieme e agiocare».«Il nostro, è unoratoriointerreligioso –ci spiega donPiotr – ci sonobambini didiverse religioni,rumeni,macedoni, che

convivono insieme così comenel quartiere e cresconoinsieme».«Questo nostro oratorio–continua don Piotr- vuoleessere come un ponte che,partendo da ciò che è sacro, silancia verso quella realtà cosìlontana da ogni tipo direligiosità.Inizia così qui, nelle vicinanzedella chiesa di Shangay, unincontro con Cristo vivente:magari all’inizio con unasemplice preghiera che alcuniragazzi, all’età di 15 anni,sentono per la prima voltanella loro vita.Non deve stupire nessuno oscandalizzare quest’immaginedi oratorio: un po’ diverso daquello che conosciamo tutti;ma qui davvero oggi abbiamodei ragazzi che finora hannosempre sentito parlare solomale della Chiesa e ai qualitutti hanno sconsigliato lorodi accedere ai sacramenti,compresi i genitori. Per questo siamo andati noidirettamente a cercare i nostriragazzi nel quartiere,offrendogli accoglienza etempo a disposizione, così cheloro stessi potesserosperimentare il significatoprofondo di Chiesa, anzituttoabbandonando i loropregiudizi e poi facendosi unapropria opinione autentica,vissuta, su ciò che significaChiesa, sui sacramenti, edessere così accompagnati versol’incontro con Gesù».L’esperimento oratorio èpartito e non si fermerà,parola di don Piotr!

Martina Bongini

A Shangay si accolgono bambini e ragazzianche di religioni diverse per imparare a giocare stando insieme

l Consiglio Provinciale delle Acli si èriunito per incontrare gli assessori al

Comune di Livorno, Nebbiai per il Bi-lancio e Cantù per il Sociale.Il motivo della riunione -ha detto il Pre-sidente delle Acli, Antonio Melani- èquello di compiere una “riflessione col-lettiva” sul momento, veramente grave,che sta attraversando il paese e la nostracittà. Si può notare -ha aggiunto- un ri-sveglio della presenza cattolica in politi-ca a partire da Todi in poi, le Acli hannoimpostato il loro Congresso nazionalesul tema del “rigenerare comunità” ba-sandosi su quei valori, morali e sociali,che si sono perduti in questi ultimi an-ni, e cercando di recuperare il senso ve-ro della politica. Purtroppo ci troviamodi fronte a tecnici che hanno agito benenel superare la crisi, ma che stentano acapire le conseguenze sociali dei loroprovvedimenti. Lo sviluppo non c’è ec’è poca equità, si cerca di superare tuttocon quella “patrimoniale dei poveri cheè l’IMU”.«Siamo disponibili -ha termi-nato il presidente- ad un “nuovo pattosociale”, a compiere, insieme agli asses-sori, una ricognizione delle necessità edelle risorse, e ci dichiariamo disponi-bili ad una solidarietà attiva».L’assessore Valter Nebbiai ha fatto subi-to presente che i bilanci sono conse-guenza di un meccanismo di governonon in linea con la BCE. Oggi i veri va-lori sono messi in discussione, non è af-fatto facile proporre valori basati sull’o-nestà e sulla moralità, è poi inutile sot-tacere che c’è stata una sconfitta dellapolitica a favore dell’economia. I Co-muni devono seguire la politica econo-mica del Governo Monti che con la ma-novra da 22 miliardi ha mostrato che lecose stanno cambiando per abbattere il“debito pubblico vorticoso degli ultimitre anni”. L’IMU è perciò una impostacerta che i Comuni sono “costretti adincassare” per conto dello Stato. Livor-no avrà 17 milioni di euro in meno ri-spetto all’anno passato, per questo -haaggiunto- ci proponiamo di salvaguar-dare le fasce più deboli con il manteni-mento degli asili nido perché, anche inquesto modo, si aiutano le famiglie indifficoltà. Bisogna anche considerareche settori come la cultura, lo sport e ilturismo non fanno più parte dei servizifondamentali dei Comuni, perciò nonsriceveremo più sovvenzioni da partedello Stato, ciò nonostante manterre-mo il sovvenzionamento alla Fondazio-ne Teatro Goldoni e all’Istituto Musica-le Mascagni. E’ certo -ha concluso Neb-biai- che si dovranno riorganizzare iCentri di spesa e compiere una indagi-ne sui servizi erogati per capire quelliche sono indispensabili da quelli chepossono non esserlo.L’assessore Gabriele Cantù ha esorditodicendo: «un assessore al sociale venen-do qui, per la storia che le Acli hanno, sisente a casa!». Il bilancio del sociale ab-braccia un terzo di quello dell’interoComune. Da parte di tutti c’è la com-prensione che: sociale, scuola, cultura,sono le priorità, proprio per questo c’èanche la necessità di “spendere bene isoldi”. Indubbiamente i valori hannouna ricaduta pratica sul sociale. Perquanto riguarda i degenti nelle Residen-ze Sanitarie Assistite, penso, ad esem-pio, che una figlia che possiede un suvo una villa dovrebbe partecipare allespese, e questo dovrebbe essere un fattomorale prima che economico, il mante-nimento delle RSA ci costa 12 milionidi euro.Per gli sfratti la situazione è allucinantee la famiglia sta venendo meno comeammortizzatore sociale, perché ci sonofamiglie disgregate in lotta tra le suecomponenti, e questo anche nella civileLivorno è un fatto ricorrente. È impor-tante dare efficienza ai servizi, stabilireun nesso preciso tra le tasse e i servizi daerogare. Sulla Società della Salute va fat-to chiarezza specialmente a livello nor-mativo, tra il sociale puro e il socio-sa-nitario, andando ad una razionalizza-zione del sistema stesso. Cantù ha ter-minato invitando le Acli a parteciparead un Tavolo di coordinamento sul so-ciale che è già esistente, si tratta di ungruppo non istituzionale che si propo-ne di dare orientamenti e di program-mare interventi soprattutto sull’emer-genza casa.

Gianni Giovangiacomo

I

L’incontro delle Aclicon gli assessoricomunali

RIGENERARECOMUNITÀ

Nella foto a lato,alcuni ragazzidell’oratorioAl centro,gli animatori,Emanuela,Luca, Elena,Suor Pasqualina e don PiotrIn basso,don Piotr con alcuni ragazzi

AllaparrocchiadellaSACRAFAMIGLIA

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 giugno 2012VIII