la riviera n° 44 del 28/10/2012

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Antonio Latella, che è morto a Reggio il 18 ottobre in deserta solitudine, ha lasciato detto di volere una messa a qualche settimana dai suoi funerali. Il che è avvenuto puntualmente il 21 ottobre nella chiesa reggina della Cattolica. Non c'era nessuno. Reggio non è una città dolente. Reggio - la Reggio degli altolocati nel giornalismo e nella politica - è una città fetente. BRUNO GEMELLI «Anche il ministro degli Interni, Nicola Mancino, è arrivato a Reggio in campagna elettorale. Ufficialmente per presiedere un convegno sulla trasparenza nelle amministra- zioni. A un giornalista che gli ha chiesto perché non avesse sciolto il Consiglio comunale per mafia, nonostante l'ex sin- daco, cioè io, avesse dichiarato in Consiglio, mai smentito da nessuno, che una parte dei consiglieri venivano eletti dalla mafia, ha risposto sbrigativa- mente: “Ma non ha visto com'è finito Licandro?

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La Riviera n° 44 del 28/10/2012

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Antonio Latella, che è morto aReggio il 18 ottobre in desertasolitudine, ha lasciato detto di

volere una messa a qualchesettimana dai suoi funerali. Il che èavvenuto puntualmente il 21 ottobrenella chiesa reggina della Cattolica.Non c'era nessuno. Reggio non è unacittà dolente. Reggio - la Reggiodegli altolocati nel giornalismoe nella politica - è una cittàfetente.

BRUNO GEMELLI«Anche il ministro degliInterni, Nicola Mancino, èarrivato a Reggio in campagnaelettorale. Ufficialmente perpresiedere un convegno sullatrasparenza nelle amministra-zioni. A un giornalista che gliha chiesto perché non avesse

sciolto il Consiglio comunaleper mafia, nonostante l'ex sin-daco, cioè io, avesse dichiaratoin Consiglio, mai smentito danessuno, che una parte deiconsiglieri venivano eletti dallamafia, ha risposto sbrigativa-mente: “Ma non ha vistocom'è finito Licandro?

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DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 03

la Riviera

CONTRCONTROCOPEROCOPERTINTINAA

ANTONELLA ITALIANO

AFRICO

Èsera e fa più freddo del solito.Dall’alto, tra i monti, si mostra unosquarcio di costa. Un pugno allo

stomaco è quel piattume bluastro, inutileorizzonte del nulla. Perché il mare, cheingerì e vomitò il leone di bronzo, è ingra-to e traditore. Quel 22 agosto, però, me ne innamorai.Se il diavolo avesse le corna, la gobba, edue squallide alette nere non ingannereb-be nessuno. Il diavolo di certo è bellissi-mo. Seducente come lo Ionio, steso sottoil sole di Africo. Peccaminoso, nei suoilenti movimenti tra le rocce di CapoZeffirio. Sornione, nel deridere le immer-sioni, e nell’ascoltare attento le nostrecongetture. Poi, diabolico prestigiatore, ci mostrò per-sino una flotta venire fuori dall’orizzonte.E noi a stare lì, col dito a mezz’aria, indi-cando antiche navi greche, con centinaiadi decorazioni in bronzo, e leoni a prua, evele tese al vento di Scirocco, e remi ordi-nati a rompere le onde. E il vento ci portòl’eco delle voci lontane.Il satana turchese, mai contento, rigurgitòdalla sabbia quella testa di leone, perchécerto avrà avuto un piano, iniziato con iBronzi e ancora da concludere; e sempre

ERCOLE MACRÌ

L'abbiamo dimenticato. Sì. Abbiamodimenticato colui che a Sidernovolò sul nido del cuculo. Peppe

Burraccia è morto lo scorso 16 settembrein una casa di cura di Antonimina.Con la sua folle bellezza di rughe d'acciaioin un viso di rame, vagava, punteggiandoogni angolo della città, senza patire nécaldo né freddo.Aveva scelto bene il suo nido. Di giornopartiva dal cinque stelle sul lungomare e

iniziava la caccia alla borghesia. La suaelemosina teneva conto del reddito. Eraequa. Stimava le tasche dei suoi compae-sani meglio del direttore della Cassa diRisparmio di Piazza Risorgimento. E nonpretendeva mai concessioni aggiuntive.Dalle cinquecento lire a infermieri e mae-stri, alle cinquemila di preti e notai. Unavvocato valeva duemila lire, il segretariocomunale tre, il medico condotto eMimmo Salerno quattro. Come i farmaci-sti. A bottino recuperato, ritornava nel suo

hotel, s'affacciava nella notte e fotteva unpezzo d cielo alla luna. Poi svuotava la fia-sca.Negli ultimi decenni gli sono succedutimolti barboni, ma tutti sono rimasti inerba.Lui è stato invece uno specialista che haavuto pure la fortuna di non conoscere ilnaufragio dell'euro, né il passo pesante dichi ha schiacciato la sua città. Sempre piùindegna di ogni nome che fu.Dovrebbe perseguitarci, ma non rientranel suo stile.

noi, come tanti allocchi, a scattareogni volta centinaia di foto.Così me sono andata lontano. Nonabbastanza però, se oggi, mentrestringo la sciarpa al collo per combat-tere il freddo montano, quelle imma-gini mi tornano in mente. Ripensoalla sabbia calda in cui ci buttammosfiniti quando, nel su e giù acquatico,restammo senza fiato. In bocca ho ilsapore dei ricci di mare, e di quell’im-provvisa spaghettata che fu per noiuna festa. Negli occhi il bronzo avvol-to in teli, che sfiorammo con timore

adolescenziale,come se,sopravvissuto aterribili tempe-ste e al tempo,potessimo coltocco danneg-giarlo. Poi rivedo lacaserma, la con-segna, i sub inritirata. Gliattacchi dellastampa e gli iterburocratici. Le

attese. No, non tornerò laggiù. Se solo quelmalefico diavolo non penetrasse que-sti monti, come fossero burro! Riesce

persino a farsi sentire quando è intempesta e, nel cuore nascosto del-l’entroterra calabro, riecheggiano isuoni di una costa prepotente e chias-sosa.Qua il tempo scorre lento, là va così

veloce che non trovo mai il tempo diparlare con mio padre. Qua anche unfilo d’erba ha la sua dignità, il suoodore, il suo colore, là centinaia dieuro spesi in centri commerciali sem-brano non bastare mai. Qua l’alba e iltramonto sono importanti, perchéscandiscono la vita, là neanche me neaccorgo del sole o della luna e miritrovo, per giorni, a non alzare gliocchi al cielo. Ma com’era intenso quel diavolo diun mare. Com’era dolce il sogno. E un radiatore sarà per sempre il sim-bolo di un’Atlantide tutta da scoprire.E guarderò ancora sotto gli scogli, findove il respiro me lo concederà, nellasperanza di imbattermi in un miste-rioso luccichio. E potrà essere persino un vecchiotostapane stavolta. Ma, proprio comeallora, allungherò la mano per sfiorar-lo, e sarà la mia personalissima arma-tura. Convinta più di prima che, se loIonio è il diavolo, e questo l’inferno, ilparadiso non può essere lontano.

IL LEONE DI BRONZO

È MORTO AD ANTONIMINA

Peppe Burraccia e il redditodella borghesia di provincia

ILRE DELLO JONIOIl 16 agosto scorso un leonedi bronzo è stato rinvenutoa largo di Capo Bruzzano

Il Jonio, un diavolo nel paese degli “allocchi”

Perché il Comunedi Riace che avevapresentato un unicoprogetto insieme aiComuni di Riace edi Caulonia è statoescluso dai proget-to “borghi di eccellenza”? Tuttisanno che il sindaco di Riace,Mimmo Lucano, coniuga aduna condotta irreprensibile edadamantina con una visionepolitica radicale . E’ un suo dirit-to ! Nessuno ha diritto di pena-lizzare Riace !

Riace esclusada progetto

?

Il comandante delnucleo archeologicodei carabinieri,Giovinazzo, ci harimandati alla pros-sima settimana. Ilsindaco di Bianco,Scordino, e lasopraintendenteBonomi, dopo ilferro e fuoco inzia-le, si sono accordatiper un incontro.AllÕUnical diCosenza continuanogli studi sul leone.

Continuanogli studi

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Parlandodi...

Il prossimo giovedì 1 novembre la nave da crociera“Costa Voyager”, la più piccola delle navi della flotta

Costa noleggiata dal tour operator francese Taaj Croiseres,approderà a Reggio.Per l'eccezionalità dell'evento lo scor-so venerdì presso la Camera di Commercio di ReggioCalabria, si è tenuta una conferenza stampa nella qualeRegione, Camera di Commercio, Coldiretti e Cna diReggio Calabria hanno presentato tutte le iniziative chesono state organizzate per accogliere i crocieristi francesi epermettere loro di ammirare la città.Reggio Calabria, col suo Water Front decisamente piùattraente di quello di Messina, (nonostante il progetto diZaha Hadi non sia origianale: il fronte mre di Cagliari pro-gettato dalla stessa archietta è pressochè uguale a quello diReggio), con la sua vocazione commerciale, dovrebbepuntare decisa sulla croceristica. . Non disponendo di gran-di alberghi, né di un elevato numero di posti letto, il turi-smo tocca e fuggi sarebbe l’ideale. Una nave da crociera dinuova generazione ha una capienza di tremila posti.Immaginate due sbarchi a settimana: Le vetrine di CorsoGaribaldi sarebbero viste da 300mila persone in più nell’ar-co di un anno (Anna Laura Tringali)

CUCINA TIPICA

Stuzzichellacalabrese

LINEE AEREE

Volotea sceglie lo scalo reggino

ottobre. Nel mirino diCarabinieri e Guardia difinanza due imprenditori,Pasquale Rappoccio e PietroSiclari che secondo le indagi-ni devono la loro fortunaalle famiglie Condello,Tegano e Libri. Sottoposti asequestro appartamenti, ter-reni, negozi, garage, e tra ibeni mobili società edili,sportive, commerciali. Ilvalore complessivo dei benisequestrati è di 230 milioni dieuro.

I due alberghi più prestigiosidi Villa San Giovanni, ilGrand Hotel de la Ville(foto) e il Plaza sono statiposti sotto sequestro il 23

Sapori, colori, profumi diCalabria. Una ricetta chepunta a catturare non solo ilgusto, ma anche la vista el’olfatto. Un appetitoso mixdi peperoncini piccanti,olive, sarde salate, cipolle epeperoncini ripieni di tonnoe tartine con stuzzichella o‘nduja. Il tutto, ovviamente,accompagnato con del buonvino rosso di Cirò. Se il sim-bolismo dell’enogastronomiaregionale non farà la fine diquello turistico, di GattusoGregoraci, non ci resta cheaugurarci buon Appetito!

Dal 1 giugno 2013 sarannoinfatti attivati dei voli diretti per la tratta ReggioCalabria-Genova, Genova-Reggio Calabria. Un proget-to di grande interesse, porta-to avanti dalla giovane com-pagnia aerea low-costVolotea. I voli avrannocadenza bisettimanale (mar-tedì e sabato) e dovrebberoavere durata stagionale (almomento sino al 7 settem-bre 2013), anche se è possi-bile un prolungamento, sep-pure in forma ridotta, per larestante parte dell'anno.

Crociere: Messina tremaReggio come Barcellona

NORDICI & SUDICI Gioacchiano Criaco

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com

22 ARRESTI TRA PIEMONTE E CALABRIA

Ilpiatto che offre il movimento cin-questelle è appetitoso, soprattuttose si guarda alle minestre riscaldate

messe in tavola dai partiti tradizionali.Renzi sta, ormai, più a destra diBerlusconi e propone un liberismo degnodi un editoriale al giorno sul Foglio diFerrara. Bersani di rosso ha solo i voltidei gerontocrati che non si vogliono farrottamare, e Vendola riveste il ruolodella foglia di fico per una sinistra chenon c'è più. Nel PDL l'unico uomo, nelsenso degli attributi, rimasto è laSantanchè. Il giustizialismo dell'IDV legatte da pelare se le trova tutte in casa.Casini fa la morale a tutti, tranne a sestesso e al suo partito. Insieme si presen-teranno divisi per riproporre il pulcinoMonti. Ecco perché in un quadro delgenere, Grillo non può che sfondare.Perché la gente non dovrebbe lasciarsiandare e dare il benservito a tutti, o unaparte, degli altri? La tentazione è forte.Magari non vale per quelli come me, conuna storia politica alle spalle troppoorientata, con un'ideologia fortementeradicata. Ma chi è nato da un ventennio,

o poco più, a quali ideali, idee o perso-naggi politici dovrebbe richiamarsi pernon cedere alla demagogia del tutti acasa? E poi, siamo certi che il congedocollettivo sia solo populismo? Se fosseesso stesso un progetto forte, un'ideolo-gia che è proposta? Di più. Grillo nonpropone un piatto unico, un prendere olasciare. Anzi, offre la possibilità di forni-re gli ingredienti agli elettori. Fatevi leliste, candidatevi, dice. Confesso, è ungioco al quale penso di non partecipare.Però anche a me farebbe piacere nonvedere più in giro facce politiche chesono le stesse da cinquant'anni. Sarei feli-ce di vedere nelle amministrazioni locali,comunali, provinciali, regionali voltinuovi. Mi piacerebbe l'arrivo di personeche non abbiano mai ricoperto ruoli pub-blici, e che non per forza debbano esseregiovanissimi. Buono o cattivo che siaGrillo, e il tempo ne darà conto, daun'opportunità che nessun altro emulané darebbe mai. Perché i ragazzi calabre-si non dovrebbero provarci? Vederli aRoma al posto di tante cariatidi nonsarebbe per niente male.

Grillo solo per il piacere di mandare tutti a casa

UN TALENTO DI GIOIOSA JONICA STUPISCE IL PUB-BLICO DI UNOMATTINA IN FAMIGLIA2

1

SEQUESTRATI IL GRAN HOTEL DE LA VILLE E ILPLAZA DI VILLA SAN GIOVANNI

IL NANO E IL SANTOLUCOTO4

3

I FANTASMI DI LUCE DI FERRUZZANO SUPERIORE

UNA STORIA. IL SINDACO, UN PORCO IN DIVISA6

5

TRE ARRESTI E 12 DENUNCIATI NEL MODENESE

REGGIO CALABRIA: UN DETENUTO TENTA ILSUICIDIO

8

7

Dati larivieraonline.com

SEQUESTRO ALBERGHI

‘Ndranghetaa cinque stelle

AMORE TERMINAL

Il porto di Gioia Tauroper l’ennesima volta cornutoMct strizza l’occhio ai porti greci. Conviene.Gli approdi dell’altra parte del Mediterraneo orien-tale, a forza di finanziamenti pubblici, si sono rifattiil look. Gioia Tauro, che già da un decennio mostrarughe, dopo aver subito Tangeri, Porto Said e lanuova vita di Valencia, oggi deve far fronte all’enne-simo concorrente minaccioso. I terminal greciattraggono molto di più. E grazie alle privatizzazio-ni, a suon di soldi europei, decise dal governo elleni-co, il molo calabrese rischia di essere tradito dalpartner fedele. Il gruppo Contship (che controllaMct, terminalista principale del porto tirrenico) hal’amante?

LA SETTIMANA

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la Riviera

DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 05

Eracle giunse a nuoto sindall’Africa, inseguendo una coppia

di buoi sacri, e prese terra nei pressidella riva destra del grande fiumeAlece, tra i mandorli in fiore. Si addor-mentò alla loro ombra, eroe possentecolto da improvvisa debolezza, ma lecicale, pettegole, gaie e stridule, inter-ruppero il suo sonno. Nella rabbia lavoce del figlio di Zeus suonò fortecome il tuono. -Tacete !- Urlò. Da quelmomento le cicale, da laggiù fino aReggio, traumatizzate e sgomente,rimasero mute, mentre quelle dell’al-tra sponda del fiume, fino a Locri,continuarono a cantare le loro allegrecanzoni d’amore.

RODERIGO DI CASTIGLIA

Se la prof.ssa Marisa Romeo è riuscita nelmaggio 2012 a conquistare per la secondavolta il comune di Ferruzzano, questo vuoldire che la gente le vuole bene, ne accompa-gna l’impegno amministrativo , e di chiamatain chiamata alle urne la sostiene con l’armainesorabile del voto.A me piace questa sindaca dal largo sorriso,ampia anche fisicamente, cordiale e intelli-gente, che, senza inventarsi bersagli provvi-denziali e proficui, fuori dalle luci sinistredella ribalta contro la Calabria, si sforza perconferire il sentimento dell’avvenire, avversoad ogni stagnazione e assegnazione, ad unapiccola comunità di gente laboriosa, che già fuilluminata dall’apostolato d’un grande sociali-sta umanitario, qual fu il vecchio farmacistadon Giovanni Sculli.Alla sindaca Marisa Romeo, anche per ragio-ni del suo mestiere di insegnante, la memorianon manca e, per ciò stesso, non vuole demo-lire il passato: come si potrebbe, del resto,demolire ciò che non c’è più? Ella vuolecostruire e ricostruire, e a questa impresaimproba è intesa ormai da lunghi anni inpiena autonomia. Il comune, che amministra,non è il carosello di politici esterni, assetati divoti. Non è un comune vassallo. È un liberocomune, come pochi ve ne sono e come liberinon sono i comuni a guida antimafia, che gira-no nell’orbita di Procure, Prefetture,Questure e i giornalisti guerrieri.Questa donna energica è sola al comando,cioè è comandata esclusivamente dalla pro-pria testa, come è stato merito dei grandimeridionalisti dai quali ha ereditato l’orgoglioe la dignità dell’indipendenza di pensiero,oltre che l’esempio del dovere quotidiano. Incui sta propriamente l’eroismo. Fare ognigiorno ciò che bisogna fare, giorno dopo gior-no, ogni giorno, anche quando non se ne havoglia, l’eroismo è questo. Nulla a che vederecon l’eroismo di parata della domenica quan-do non si va a messa, ma a un convegno anti-mafia.

DITO NELL’OCCHIO

Marisa Romeo, sindaca di Ferruzzano

IL DIAVOLO NERO

La signora Lanucara, una altra che non sapeva

Amendulia Potamò, dove le cicale tacciono

L’indignazione è il sentimento che hafatto costante compagnia alla signoraAntonia Lanucara, una donna anti-mafia ante litteram, poi fatta impalli-dire in questo cammino per restituirelibertà e dignità alla Calabria dallevergini cucce di Libera e dalle vestalidegli impenetrabili comuni diMonasterace, di Rosarno, IsolaCapo Rizzuto e Decollatura. IlDiavolo Nero, che un po’ d’anni cel’ha, ricorda Antonia Lanucara indi-gnata contro i comunisti eretici, chesfaldavano l’unità del PCI e facevanoil gioco dell’avversario di classe. E la ricorda ancora indignata, quan-do, cambiato il vento a lei non favo-revole, manifestò tutta la sua pao-nazza avversione contro l’apparatocomunista, accusato d’essere in ritar-do con i tempi nuovi. La vide, poi,assetata di martirio, quando salì sul-l’ultima barricata - morte alla mafia -

che per molto tempo ancora, assicu-ra le luci della ribalta e qualche pre-benda.Perché, dunque, con questi ciondolial collo, l’indignata AntoniaLanucara non dovrebbe dirsi indi-gnata del caso occorsole di recente?E, cioè, che lei, esule da 50 anni dalrione reggino a sovranità limitata diSan Giorgio Extra-Modena dovenacque e lì come figliola prodigaritornata, si risolse a certo CarmeloMandalari che le cronache polizie-sche e giudiziarie dicono appartene-re alla cosca Rosmini per ottenerel’affissione di suoi manifesti elettora-li. L’orrenda notizia è stata appresaper caso dall’indignata signoraAntonia Lanucara, ugola squillantecontro tutte le mafie, contro tutte lecontiguità, contro tutte le conniven-ze, e la ha lasciata più indignata chemai. Ella - e nessuno sembra creder-

le, cioè nessun le appresta solidarietà- ha “conosciuto per puro caso” l’oraarrestato Carmelo Mandalari. Laquestione, prima di tutto, è di linguaitaliana. Per caso si incontra una per-sona, non la si conosce. E, incontrando per caso una perso-na, non le si affidano 100 manifestida affiggere. Noi, però, contro tuttele leggi della verosimiglianza, dob-biamo credere ad Antonia LanucaraTutto è puro per i puri, come dissefra’ Cristoforo, accogliendo di nottenel convento Lucia. La quale, però,non aveva da affiggere manifesti e,comunque, non li avrebbe messinelle mani dei bravi di don Rodrigo,incontrati per caso.C’è da trarre una lezione dei fatti?Mi pare di sì e si compendia in que-sto. Adesso ho capito, perché, puressendo tutti contro la ‘ndrangheta,questa domina più oggi che ieri.

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

ANTICICLONE LOCRIDE

Tempo di funghi?No, di tintarella!

Né lumache né funghi, macreme protettive e occhialida sole. Granite. In provinciadi Reggio è ancora estate,nonostante Ferrottobre siapassato da 10 giorni.Temperature tropicali -mini-me 22 massime 30 - invetra-no di calura matura il tenuecielo autunnale e il mare(eccezionalmente pulito). Sivede che ai miracoli si ade-guano anche i depuratori.Non sono miraggi, ma realtà.Mare mare mare. In moltifanno ancora il bagno.Spiagge affollate neiweekend. Si vedono ancheturisti low-cost che con sorri-si ospitali dicono: «LaLocride è come MiamiBeach». Noi incassiamo congioia e replichiamo confer-mando a metà: « Sì, siamocome la Florida ma senzaportafoglio».

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DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 07

1.800.000 Û 1.800.000 Û Roccella Jonica

ELEONORA ARAGONA

I 24 milioni che arriveranno nellaLocride con il finanziamento deiProgetti integrati per lo sviluppolocale sono ripartiti in cinque macro-gruppi: Sistema di mobilità interco-munale; Servizi intercomunali per laQualità della Vita; Sistemi Turisticilocali e destinazioni turistiche locali;Sistemi produttivi, distretti agroali-mentari e distretti rurali;Valorizzazione dei centri storici e deiborghi di eccellenza della Calabria.Di seguito i progetti finanziati e dellecifre ricevute da ciascun comune.Nel macro gruppo della mobilitàintercomunale la Locride ha visto

finanziati ben 7 progetti: Locri450.000 Ûbike sharing; Associazionedei Comuni 300.000 Û pista ciclabilecollegamento lungomare CauloniaRoccella; Siderno 450.000 ÛBiciInComune; Marina di Gioiosa Jonica650.00Û recupero e valorizzazionedell’area antistante l’ex stazionedelle ferrovie Calabro lucane diMarina di Gioiosa Jonica; Martone1.000.000 Û recupero architettonicodell’ex stazione ferroviaria Calabro-Lucana; Grotteria, Marina diGioiosa Jonica, Martone, SanGiovanni di Gerace 1.500.000 Û per-corso ciclopedonale lungo l’ex trattaferroviaria; Gioiosa Jonica 784.750Ûrecupero dell’ex casello ferroviario

di Bernagallo. Tra i progetti per laqualità della vita abbiamo invece:Bianco 389.172 ÛRiqualificazionedell’istituto civico G. Verdi con crea-zione auditorium; CasignanaÛ380.000 sistemazione edificio sco-lastico; Benestare 399.988 Û crea-zione spazi per l’integrazione socia-le; Caraffa del Bianco 367.592 Û cen-tro per anziani; Africo 392.681 Ûrealizzazione Palatenda; BruzzanoZeffirio 300.000 Û messa a normadella palestra; Gerace 340.000 Ûcentro culturale per l’educazionemusicale. Arrivaimo quindi ai pro-getti per i sistemi turistici locali:Gerace 600.000 Û marketing e pro-mozione marchi d’area, altri 200.000Û per sistema di segnaletica turisticamultilingua e un ulteriore finanzia-mento di 460.000 Û per la riqualifica-zione del parcheggio Barbera;Agnana Calabra 800.000 Û recuperoe riqualificazione delle miniere diLignite e istituzione del parcoGeoarcheologico; AntoniminaÛ1.430.000 completamento stabili-mento termale; Ciminà 1.300.000 Ûriqualificazione e valorizzazione edi-fici pubblici località Rucantini; Locri

650.000 Û centro servizi turistici ecentro approfondimenti StudiMagno-Greci e altri 700.000 per ilprogetto dall’archeologia la futuro;Careri Û400.000 Parco FrancescoPerri; Gioiosa Jonica 861.287 Û cam-mino culturale tra il naniglio e laMocta Gioiosa; Associazione deicomuni 500.000 Û le vie della fede edell’acqua; Portigliola 450.000 Û pro-getto dall’archeologia al futuro;Riace 665.739 Û riqualificazionespiaggia area Bronzi; Caulonia600.000 Û albergo diffuso; RoccellaJonica 1.800.000 Û per ampliamentodel teatro e rifunzionalizzazione del-l’auditorium. Ed Infine per i Borghidi eccellenza abbiamo di nuovoRoccella jonica con Û700.000 per ilcompletamento dell’ex convento deiminimi; Caulonia 746.948 Û realizza-zione centro per la diffusione e con-servazione della cultura popolare;Monasterace 540.000Û riqaulifica-zione del castello; Gerace 500.000 Ûcompletamento are esterna delcastello; ed infine Ardore 670.000 Ûrestauro castello Gambacorta eporta urbica e recupero itinerarimedievali.

1.500.000 Û 1.500.000 Û Grotteria, M.na di Gioiosa Jonica,Martone, San Giovanni di Gerace

1.430.000 Û 1.430.000 Û Antonimina

1.300.000 Û 1.300.000 Û CiminàCiminà

1.000.000 Û 1.000.000 Û Martone

861.287 Û 861.287 Û Gioiosa JonicaGioiosa Jonica

PISLI FINANZIAMENTI PIÙ ALTI

Chi e quantoQuali sono stati i comuni che hanno ricevuto i finanziamenti e quanto hanno ricevuto perrealizzare i progetti vincitori del bando

ILARIO AMMENDOLIA

Ho partecipato all’elaborazione deipisl come presidente del Comitatodei sindaci della Locride. Avreimotivo per essere più che soddisfat-

to perché la logica che ci ha anima-to è risultata vincente.Chi pensava di rifugiarsi nel caldoabbraccio di coloro che detengonoil potere è stato pesantemente scon-fitto. Sapevo che la qualità dei pro-getti non poteva essere totalmenteignorata.Pongo alcune questioni:Perché la Locride non ha avuto ciòche si era concordato?Probabilmente nessuno ricorda piùi giorni caldi del 2011: “La Locridenon abbassa la testa!”Una serie di misure avevano pena-lizzato il comprensorio Jonico reg-

gino. Non siamo stati in silenziosenza per questo voler essere“masanielli”. La ripresa del dialogo,dapprima piuttosto esitante, è avve-nuto proprio sul terreno dei pisl.Dopo una serie di incontri si eraarrivati al risultato che i pisl sareb-bero stati l’occasione per riequili-brare la situazione. Questo il presi-dente Scopelliti aveva affermato alPresident, questo aveva ribaditodurante l’assemblea dei sindacidella Locride. Perché non è stata mantenuta lapromessa? Malafede delPresidente? Non credo. La verità èche alla Calabria manca un“Progetto di sviluppo” in assenzadel quale la politica è inesistente.Così si è ripiegato verso i finanzia-menti a pioggia: Cosenza ha avuto129 milioni; Catanzaro 56; Vibo 42;Crotone 37; Reggio 86. La Locride è stata sacrificata anco-ra una volta, perché in assenza diuna forte iniziativa politica e inassenza di un Progetto, ognuno sichiama la “sua parte”. Così è stato!Personalmente rivendico un meri-to. Come presidente del Comitatodei sindaci non sono mai andato achiedere un finanziamento per ilmio Comune, né a chiedere qual-che elemosina. Io credo nella pro-grammazione della spesa e questoabbiamo chiesto.Senza Politica (P maiuscola) laLocride è più debole, la sua vocepiù fioca.Le Istituzioni, le forze politiche, leforze sociali non possono vivacchia-re sul nulla o legittimandosi all’om-bra di una organizzazione naziona-le. Il Territorio è il nostro terreno diconfronto, la gente la nostra forza.Senza gente e senza “Progetto” lapolitica si immiserisce e si decom-pone. Questo sta avvenendo sotto inostri occhi.

La Regione Calabria ha approvatoi piani integrati di sviluppo locale(pisl). Trecentocinquanta milioniper tutta la Calabria. La Locrideentra con 24 milioni.Dividendo l’intera somma per iltotale dei cittadini calabresi avrem-mo come risultato circa duecentoeuro pro capite. Secondo questalogica la Locride avrebbe dovutoavere quasi trenta milioni. Ne haavuto qualcuno in meno ma non èquesto il problema.

Senza un Progetto di sviluppo siamo solo una debole espressione geografica

IN EVIDENZA

Si è ripiegato verso ifinanziamenti apioggia: Cosenza haavuto 129 milioni,Catanzaro 56; Vibo42; Crotone 37;Reggio 86. LaLocride è statasacrificata ancorauna volta.

Locride sacrificataancora una volta

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DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 08

GIOACCHINO CRIACO

Non è una questione razzistica, né legata avecchie rivendicazioni o nuovi egoismi. Lavia dell’autonomia è una scelta obbligata,tutt’altro che obsoleta, attualissima e rime-dio unico al nuovo ordine economico cheva via via stabilendosi in Europa. LaCatalogna, in Spagna, l’ha capito benissi-mo e si appresta a seguire la soluzioneautonomista per resistere ai tempi nuovi.Spiegatemi qual è il senso del restare lega-ti all’Italia, e cosa ci lega più a essa. Quelpo’ di benessere economico che i calabre-si si erano conquistati in un secolo e mezzodi emigrazione, è stato spazzato via in unattimo. Ogni forma di produzione propriadella Calabria è stata estirpata da tempo.In fondo cosa ha dato l’Italia allaCalabria? La ricchezza calabrese si è fon-damentalmente basata sulle rimesse degliemigrati, sui quali ci ha lucrato lo Stato e il

nord. Ormai siamo meno che appestati,basta leggerla bene la relazione che haportato allo scioglimento del comune diReggio, accanto a una parte, seria, in cui sistigmatizzano fatti gravi e meritevoli dipunizione, ce n’è un’altra che rappresentauna sorta di schedatura di massa. La com-missione d’accesso doveva valutare la con-dotta degli amministratori, invece si èlasciata andare in una censura allargata aidipendenti del comune, ai rappresentantidi ogni tipo di società entrata in rapportocon l’ente, e perfino agli occupanti deglialloggi popolari reggini. Fa paura quellarelazione, che solo un invigliacchimentomorale non fa vedere per ciò che è.Vengono censurati non solo i reati perso-nali, ma quelli dei familiari, degli amici,

perfino dei vicini di casa. Su ogni calabre-se c’è un fascicolo, in cui sta scritto quanticaffè al giorno consuma e con chi li consu-

ma. I calabresi vivono sotto controllo esotto tutela, questa la parte più terribiledella relazione, non tanto lo scioglimento,che in fondo poteva starci per fatti e per-sone specifiche, senza mettere in mezzomezza Reggio. La relazione insegna qual-cosa, di terribile. Se tale è la logica adotta-ta per Reggio, è ovvio che essa sia estensi-bile a tutti i comuni reggini. Ci pensino gliamministratori nostrani, quanti non asso-migliano ai censurabili della relazioneministeriale? Quanti non hanno parenti oamici censurabili? Quanti non hanno par-tecipato a un lutto, un matrimonio di per-sone censurabili? Inutile essere onesti inCalabria, bisogna anche apparirlo. E caricalabresi questa apparenza solo in pochipossono sbandierarla. Pochi sono i cala-

bresi che possono, a seguire i parametriministeriali, occuparsi della cosa pubblica.Fate finta di non capirlo, ma così è. E fatefinta di non capire che sia tutta l’Italiainfetta da un processo di decomposizionemorale, giuridica e istituzionale. L’Italiaandrà a fondo, inevitabilmente, e ci trasci-nerà con se, contrariamente a quandoveleggiava col vento in poppa e noi resta-vamo sottocoperta. Quella in atto sarà unaguerra senza pietà. Come a ogni guerraseguirà la rinascita, e la Calabria li ha giàsubiti due dopoguerra non cavandoci mainulla di buono se non nuova emigrazione.Perché la ripartenza dia buoni frutti, a essala Calabria dovrà parteciparvi da protago-nista, non da figurante. Per questo fin daora deve attrezzarsi per il dopoguerra cheverrà. Non ci sono soluzioni e l’autonomianon serve per dividersi, ma per unirsimeglio alla prossima unità d’Italia. Quindi,la via catalana è obbligatoria.

LA COPERTINA

ITALIA INFETTA

la Bandiera calabreseAlzare

che dai suoi lutti storici può trarre il cuore nascostodella speranza: il nero, il rosso, il verde

Elisir di Catalogna per la Calabria

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PASQUINO CRUPI

Gioacchino Criaco propone una tesi- lavia catalana alla piena libertà dellaCalabria- che sarebbe fortemente impo-verita e, al tempo stesso, gravata da intel-lettualismo anarcoide, se io la riducessi auna provocazione dialettica. Un intellet-tuale serio, come lui lo è, non fa provoca-zioni dialettiche. Crede fermamente inquel che pensa e scrive. E seriamente iointendo discutere la sua tesi. Che già fu latesi di Guido Dorso, senza- è ovvio- leimplicazioni del nostro presente più infe-lice che austero. Denunciava GuidoDorso nella Prefazione a La rivoluzionemeridionale (Milano 1969) il fatto incon-testabile che la nostra “docile classe diri-gente si contenti soltanto del dominio suicomuni e sugli enti locali e lasci agliimmutati padroni dello Stato il compitodi tracciare le nuove direttive politicheche mantengano immutato il loro effetti-vo dominio”. E ciò dall’unità di Italia ainostri giorni, per nulla scossi da qualcheimpennata di borbonici più commerciali-sti che revisionisti.Guido Dorso non amava il moralismodescrittivo, che nulla avrebbe da dire se lepiaghe non solo non ci fossero, ma sesoprattutto non permanessero. Amavaandare alle radici storte delle cose perestirparle e, almeno, per tentare di estir-parle. Sicché trovava come unica salvez-za, per uscire dal pantano, la rivoluzionemeridionale- per Gioacchino la rivoluzio-ne calabrese- che dovrebbe avere il suosnodo liberatore nella formazione di unpartito autonomo d’intellettualiGuidoDorso che la “rivoluzione italiana o saràmeridionale o non sarà”, che, cioè, nes-sun vento del Nord, che ha provocatosolo tempesta, potrà liberare il sud. Larivoluzione dovrà partire dal Sud e allar-garsi al Nord. Infatti- ragionava GuidoDorso- non esiste luogo storico in Italiapiù adatto del Mezzogiorno per l’esplo-sione della rivoluzione , poiché “ solodove gli uomini hanno molto sofferto e sisono continuamente domandati se vive-vano in uno Stato o in una colonia, è pos-sibile concepire concretamente una rivo-luzione statale, ed arrivare a possederequella decisione che la storia ci insegnaessere anche frutto di grande esaspera-zione “ ( La Rivoluzione meridionale,Reggio Calabria 2010, pag. 43). Della sofferenza totale del popolo cala-brese Gioacchino Criaco offre una cartel-

la clinica di millimetrica precisione. Eanche per lui la salvezza sta nell’autono-mismo, così teorizzato da Guido Dorso: “L’autonomismo non è né particolarismoné separatismo. È invece una dottrinapolitica diretta a raggiungere una più

intima e profonda unità. Sotto questoprofilo è anzi l’unica corrente che conti-nui idealisticamente la tradizione delRisorgimento e soltanto i ladri del Nord,ed i loro manutengoli politici e giornali-stici, potrebbero in malinconici accessi

atrabiliari negare questa volontà […].Ormai non esistono più cervelli reaziona-ri che concepiscano l’autonomismocometentativo di rompere l’unità dello Stato,ma non debbono nemmeno esistere piùcervelli che concepiscano l’unità naziona-

le, sacra ed indistruttibile per tutte legenti italiane, comemezzo per continuarelo sgoverno attuale ed il progressivoimpoverimento del Mezzogiorno. La solu-zione del problema meridionale quindi nonpotrà avvenire se non sul terreno dell’auto-nomismo.Ogni altro tentativo o ci conducenel vecchio schema della carità statale ominaccia sbalzarci nel separatismo reazio-nario (IVI, pp. 54-55).Il pensiero di Gioacchino Criaco si saldafortemente con il pensiero di GuidoDorso. Ma io sono sicuro che sono diven-tati di moda i cervelli di coloro che con-cepiscono “l’unità nazionale, sacra e indi-struttibile per tutte le genti italiane , comemezzo per continuare lo sgoverno attua-le ed il progressivo impoverimento delMezzogiorno”. È l’Europa che ci chiedela coesione nazionale, che tutto dobbia-mo fare insieme per la salvezza dellamadrepatria. Battere i ladri del Nord , iloro manutengoli, la cricca giornalisticanon è impresa facile. Guido Dorsoincuorava alla battaglia, e a conclusionedel suo saggio L’autonomismo scriveva:“Ma appunto perciò occorre che i giova-ni, i quali hanno già dato qualche segnodi non volerseguire le linee di sviluppo della tradizio-ne dei padri, escano dallo stato di fatali-smo, che incombe sulle anime meridiona-li, per dimostrare che le élites del Sudnon sono costituite soltanto da speculato-ri geniali capaci di anticipare di secoli legrandi scoperte del pensiero umano, masono costituite anche da uomini di azio-ne, capaci altresì di compiere il miracolodi svegliare un popolo di morti. Siamograti ai pensatori di nostra gente chehanno saputo compiere grandi esperien-ze spirituali famose nella storia del pen-siero umano: ma saremo assai più gratiagli uomini di azione che spingeranno ilnostro popolo a compiere esperienze col-lettive, se non maggiori, per lo menouguali a quelle individuali. Certo il cam-mino è lungo e pieno di ostacoli, ma sem-bra che sia già affiorata una generazionecapace di spezzare gli ultimi ceppi delfeudalismo. Incomincia anche per ilMezzogiorno l’evo moderno” ( IVI, pp.62-63). La stessa speranza animaGioacchino , fatte saalve le previsioniapocalittiche, che accendono e rischianodi mandare fuori dalla realtà questo suoassennato , pur assennato, contributo avedere a conoscerci , come era richiestasopattutto di Giustino Fortunato.

L’ autonomismo non è né particolarismo né separtismo

Ripensando Guido Dorso con Gioacchino Criaco

la Riviera

Il 29 ottobre , l’eccidio di Melissa.Sotto i colpi del mitra caddero suicampi di Fragalà Angelina Mauro,Antonio Zito e Francesco Nigro.Lucia Cannata lottò per giorni trala vita e la morte. Zito era poco più diun bambino, aveva appena quindicianni.A Fragalà restarono le prove dei loro“crimini”: la terra liberata dai rovi , edalcuni alberi selvatici che avevano appe-na innestato. Questi “criminali” voleva-no lavorare, produrre per sé stessi e pergli altri. Avevano creduto nellaCostituzione che vuole le Repubblicafondata sul lavoro.Anche allora in Calabria c’erano tantipregiudicati, per esempio a Cutro , nelleelezioni del 1948, non ebbero diritto divoto 272 cittadini. Erano pregiudicati!Avevano raccolto legna nel latifondodel barone Barraco che circondava ilpaese. Dopo Melissa,.nel giro di qual-che anno, l’esercito dei contadini si tra-sformò in un esercito di emigranti.Morirono a centinaia nelle miniere delBelgio, nelle fonderie tedesche , suicantieri di mezzo mondo. Delle rimesse

spedite in Calabria dagli emigranti, lebanche drenarono il 90% per finanzia-re il “miracolo economico.”Sono passati tanti anni.Adesso non è solo il latifondo ad essereincolto. I rovi hanno invaso le colline escendono veloci verso la pianura.Franco Costabile, poeta calabrese,lasciava la Calabria scrivendo:” ce neandiamo via/dai paesi più vecchi e piùstanchi…/ via dai feudi/ via daibaroni/o/via dai pretori, dalla polizia,dagli uomini di onore…”Fummo sconfitti! Partendo da Melissasi arriva allo scioglimento del consigliocomunale di Reggio Calabria. Ai noveconsigli comunali della Locride scioltiper mafia o in cui opera la commissionedi accesso. Apparentemente nessunnesso, ma solo per gli stolti.Partendo da Melissa non si poteva chearrivare a Reggio ,. Nel frattempo, laCalabria ha perso la sua anima e con

essa la sua dignità, l’antica fierezza,l’indomita volontà di riscatto.In Calabria non si produce più. Ilpopolo cresce i figli per vederli par-tire.

Noi siamo gli sconfitti.Ripensando a Melissa verrebbe lavoglia di serrare i denti per non gridarela nostra rabbia. Non ci umiliate chia-mandoci mafiosi. Noi siamo i figli dellalegge Pica, del brigantaggio, delle guer-re altrui, di Melissa, della criminalizza-zione di massa, dell’esodo. Noi siamo ifigli diseredati dell’ingordigia e dellesmisurate ricchezze dei pochi. Landrangheta che, come lebbra, divora ilnostro corpo è composta dagli scarti diuna ben più diffusa ndrangheta checome una piovra soffoca il Paese..Un contadino lasciando quelle terreaffermava “noi ci ritorneremo..forsenon domani e neppure tra qualchemese ma ci ritorneremo”. Allo spirito diMelissa bisogna ritornare.Si rivolteranno nelle tombe coloro chevissero quell’epopea di passioni, di spe-ranze, di sconfitte e di lutti, vedendo acosa oggi la “politica” calabrese.

Melissa- Reggio: andiamo verso il peggio!

ILARIO AMMENDOLIA

Guido Dorso e Gioacchino Criaco

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Parlandodi...

Attualità

Caro Direttore, il magistrato sicilianoAntonio Ingroia ha ribadito il 25ottobre ad un forum a Firenze la

stessa dichiarazione pronunciata ad unconvegno di studenti ad Amantea, riporta-ta da Rino Muoio nel “Quotidiano dellaCalabria” del 22 ottobre. Parlando dellestragi di mafia di vent’anni fa, Ingroia hapromesso ad Amantea: «Quando andrò inGuatemala, non avendo più certi vincoliche, inevitabilmente, mi pone la funzionedi pubblico ministero che si occupa di que-ste indagini, dirò, probabilmente in unlibro, qualcos’altro che oggi non posso direapertamente». Poi a Firenze, per chi nonavesse ancora capito, ha precisato: «Sucerte cose non ho potuto dire tutto quelloche pensavo e tutto quello che sapevo. Nonè una minaccia ma dal Guatemala mi sen-tirò con le mani un po’ più libere».Ovviamente, siamo tutti curiosi di saperequello che finora Ingroia, da pubblico mini-stero, non ha potuto dire per via del vinco-lo alla riservatezza. Ma siamo allo stessotempo sorpresi che lo scioglimento da que-sto vincolo sia nella facoltà discrezionaledel vincolato, pur sempre un procuratoredella Repubblica collocato fuori ruolo perun anno al fine di svolgere per nominadell’ONU un incarico di direzione anticri-

mine internazionale che certamente esigeeguale riservatezza e anche rispetto dellafunzione giudiziaria italiana.Un magistrato parla attraverso gli atti pro-cessuali, esercitando l’azione penale in

nome e per conto della Repubblica, ovverodell’interesse nazionale. Non può (nondeve) utilizzare le informazioni di cui èvenuto in possesso attraverso l’azione dipolizia giudiziaria, per fare deduzioni per-

sonali, a sensazione, «probabilmente» perbusiness editoriale od anche per fini difutura carriera politica, come è lecitosospettare.Sulla questione di una trattativa tra rappre-sentanti dello Stato e accoliti di una orga-nizzazione mafiosa per impedire atti di ter-rorismo, che è appunto l’oggetto di unaindagine tracimata con l’intercettazione diconversazioni telefoniche del Presidentedella Repubblica Napolitano con l’ex mini-stro Mancino, Ingroia ha una sua teoriacome pm e può farla valere giustamentecon gli strumenti procedurali a sua disposi-zione, rendendola nota alle parti e quindialla pubblica opinione e sottoponendola alvaglio dei giudici. Ma una volta che nonpossiede più la titolarità dell’indagine, nonpuò mettersi a lanciare sassi da lontano,alla stregua di un commentatore giornali-stico, interferendo pesantemente nel pro-sieguo della dinamica processuale.Inrealtà, crediamo che il senso della dichiara-zione di Ingroia al convegno di Amantea,più che come un’autopromozione della suaattività di saggista, risuoni come una minac-cia inaudita contro quanti finora, anche aimassimi livelli istituzionali, hanno stigma-tizzato la sua condotta provocatoria.

Fabrizio Spinella

La minaccia di Ingroia

MARIA BOETI

Ci sono donne che godono ses-sualmente non sottoforma indi-viduale o di coppia ma in modocollettivo. Tuttavia, ad un’orgia- spesso preceduta da un pranzoo una cena - formata da giovani,uomini in divisa e delle istituzio-ni, le donne che vi partecipanodevono essere comuniste, nelsenso che devono mettere incomune l’erotismo, non puòesserci spazio per l’individua-lità, per la soggettività. Ladonna non può avere quell’uomo per sé in modo esclusivo,

bisogna che lo condivida con glialtri.Al pari di ciò vanno i movimen-ti collettivi (sociali) infatti,nascono con le stesse modalitàe strutture delle orge sessuali.Generano una forte fusione allafratellanza, alla messa in comu-ne di beni utopistici e all’ inter-no non vi possono essere senti-menti egoistici. Dunque, lacreazione di questi movimenti,che nel tempo hanno presoforme, modi e nomi diversisono praticate per un’idealecomune: quale? Quello dellaliberazione, oltre al fatto che

realizzano stati d’animo di ven-detta contro qualcuno.Non possiamo farlo per que-stioni di spazio, ma ci spettereb-be distinguere fra festa e orgiasociale. Va tenuto conto delruolo dell’uomo e della donnaorgiasti. Nell’orgia sociale c’èsempre un capo-branco, gene-ralmente uomo, a cui tuttifanno riferimento, che al tempostesso è individuale e collettivo.Individuale perché ha una suavita privata. Di solito con unadonna che rimane dietro lequinte e che non corre rischiinutili, che sa ritirarsi almomento giusto con dei dietro-front che sono indice di forza,mantenendo un ruolo di assolu-to rigore e fedeltà ai propriprincipi; collettivo perché è sim-bolo di permanenza, di fermez-za, di punto di riferimento. È alcentro dell’attenzione, vienetoccato, baciato, osannato, la

sua presenza è fondamentale,gli vengono fatte delle richiestepiù o meno importanti, dai par-tecipanti. Fornisce l’idea dellasicurezza economica e delle cer-tezze progettuali per il futuro.Fornisce l’ abbraccio universalea tutti. Quante volte abbiamosentito un capo carismaticoesprimersi in questi termini: «viringrazio per essere presenti quistasera, vorrei abbracciarvitutti». Il rapporto che ha la donna conl’ orgia o il movimento colletti-vo è diverso. Deve essere consa-pevole che farà sempre parte diun harem e avrà sempre uncapo da cui dipendere se poil’uomo al vertice dell’ organiz-zazione è politicamente didestra e non comunista sarà piùoppressivo e più autoritario. Inultimo, se è un ecclesiastico, colnutrimento spirituale, eserci-terà una sottomissione ancora

più sentita, riguardo le signore.Le donne tipo dovrebberosapere che i movimenti colletti-vi presentano due facciate:nascono perché c’è un leader oun episodio eclatante che lisprona alla ribellione, all’odiocontro un disordine politico,finanziario, economico o mora-le. C’è da sottolineare chequando in un Paese democrati-co, lo Stato trova accettabilisoluzioni legislative evita l’acu-tizzarsi di questi movimenti e, ladomanda da porsi nell’attualemomento storico è: i Governidel mondo vogliono davverorisolvere le necessità dei cittadi-ni? In secondo luogo si formanoperché s’innesca un dinamismosimile a un uragano che li portaverso un desiderio di libertàindividuale e sociale. Ogni movimento si auto-consi-dera nuovo, anche se raccontada anni la stessa fiaba, ma è

chiaro che chi lo manovra sache i componenti subiscono uncambiamento interiore doveconfluisce un sentimento disolidarietà per uno scopo comu-ne. D’altra parte è tempo perso,perché se centinaia di individui,vengono assorbiti da sentimentidi umanità, di rispetto e da vin-coli di altruismo contro attacchidi gelosia, di invidia e di perse-cuzione, allora quel leader por-terà dalla sua parte un granquantità di popolo, senza nessu-no sforzo e senza far ricorso aquesti movimenti basati sull’onda dell’entusiasmo e dell’emotività. Comunque sia, che si tratti diideali comuni contro la mafiacome organizzazione criminale,che si tratti di guerriglia urbanao di battaglie individuali, questoha poca importanza. Quel checonta è che nell’ orgia civica ilgodimento è assicurato!

POLISTENA

L’orgia sì! Solo se le donne sono comuniste

«Quando andrò in Guatemala , non avendo piùcerti vincoli che mi pone la funzione

di pubblico ministero,dirò qualcos’altro cheoggi non posso dire apertamente»

UNA STORIAUNA STORIA

La regina dei montiSupra sti rocchi regna na

suvrana/ Vesti la carni suala vesti bona.Porta nu mantu di lucida lana/Ntesta s'adorna cu la so curu-na.Nta li muntagni grida la sobrama/ Trema lu cori si ti s'av-vicina.Nta sti cuntrati faci laregina/ Di li so figghi sta natu-ra è china.Di masculi ndi teni na decina/Ma di li grazii soi esti patruna.

Cu voli lu so cori,voli dannu/poviri amanti suiperduti sunnu/prometti amurima dassa l'ingannu.Nta la so bucca teni sulu iuri/enti li carni soi milli sapuri.Pochi lu sannu di la tò belliz-za/chi vidiri non ti ponnunmenzu a na chiazza.Cunvinti sunnu ca si malaraz-za/si perdinu di tia ogni cariz-za/sicuri ca la tua non è ric-chizza.P'amari a tia è troppu lupenari/megghiu l'amurimbrazzu a li cotrari/megghiumbrazzati nfaccia di lumari/luntani di li munti, lunta-ni di li munti e di iumari.Cu curri arretu a tia è senzaspiranza/tu mustri di luntanula tò danza/lluntani di lu sennula cuscienza.Balli la danza tua a quattrupedi/e di li servi toi zumpanduridi. Cianginuarretu a tia na vita tinta/li dassidisperati l'innamurati toisuvrana Cinta.

LE CHEVALIER

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Parlandodi...

Il Governatore della Calabria èpiuttosto propositivo in campo diriforme sanitarie, indubbiamente.Ma il problema è che il suo spiritodi iniziativa si scontra con i limitiimposti dal piano di rientro e «dalgrado di legittimità costituzionale»dei suoi progetti. Seguiamoli da vicino.Primo. Secondo quanto deliberatodalla Corte costituzionale - senten-za n.131/2012 - l’istituzione delCentro regionale sangue, previstadalla legge della Regione Calabrian.24 del 2011, non essendo statainserita nel piano di rientro daldisavanzo sanitario, non può esse-re approvata. Questo ostacolo erapiuttosto prevedibile dato che l’art.della legge 27 dicembre 2006, n.296 (Disposizioni per la formazionedel bilancio annuale e pluriennaledello Stato – legge finanziaria 2007)stabilisce il carattere vincolantedella programmazione del piano dirientro. Ma il Governatore ha latesta dura.Secondo. La secon-da proposta dil e g g eriguardala rior-

ganizzazione delle Aziende sanita-rie provinciali. In pratica, si vorreb-be con questo progetto di leggeridurre le ASP da 5 a 3. Le Asp diCrotone e Vibo sarebbero accorpa-te a quella di Catanzaro. E le nuovetre Aziende verrebbero trasforma-te in Aziende sanitarie territorialisuddividendole per macro-aree.

Nord, sud e centro. Ilprogetto illustrato

con diagram-mi a torta,

percen-tuali e

numero posti letto sarà sconfitto inpartenza. Se le sentenze dellaCorte Costituzionale hanno valoreanche per la Calabria..La legge è molto chiara. Recita«[g]li interventi individuati dalpiano di rientro sono vincolanti perla regione, che è obbligata a rimuo-vere i provvedimenti, anche legisla-tivi, e a non adottarne di nuovi chesiano di ostacolo alla piena attua-zione del piano di rientro»”. Iltesto ci sembra di facile com-prensione. La Regione nonpuò adottare nuovi provve-dimenti in contrasto conl’attuazione del Piano.Allora perché ilGovernatore ha approvatouna legge, bocciata poidalla Corte costituzionale, ene sta proponendo unaseconda se entrambe con-trastano con quanto pre-scritto? Forse per assicurarsiche il “tavolo Massicci”, orga-no deputato a controllare lacorretta attuazione delPiano di rientro, stia lavo-rando bene? E forseanche il parere richie-sto alla Corte deiConti sulle 2000nuove assunzionidi personale nonera altro che unsistema pertestare questa

organo di controllo. Perché come silegge nella delibera n. 129 2012della Corte dei Conti «risulta esse-re stata censurata l’incongruità diuna politica assunzionale che pre-vedeva ” la stabilizzazione e lanuova assunzione di personale percomplessive 2000 unità, in unasituazione regionale caratterizzata,per stessa ammissione della regio-ne, da una eccedenza di 3.500 unità

di personale». e.a.

In limine mortis i programmi di san-tità sono puntuali come le rate men-sili dei mutui. Il 9 novembre scadrà ilConsiglio d’Amministrazione delParco dell’Aspromonte e SergioLaganà, che ne era la sua delizia, hagiustamente ritenuto di lasciaretestamento indistruttibile del suo pas-saggio, concludendo il 24 ottobre l’a-lato convegno su <<L’identità delParco nei prodotti identitari>>. Egli ha detto cose ineffabili, che sonorimaste impresse , come e cimici,sulle solitarie poltrone, e ancora nepiangono per il mancato ascolto l’as-sessore Rao, il presidente f.f. Alvaro, il direttore del Parco Tedesco.

Tutti assenti. E solidalmente presente il presidenteRaffa (foto in alto), che con il suocapzioso sorriso, cui solo alimento èla pietà cristiana, intende consolareil corrucciato Sergio Laganà, checede gli occhi verso il basso per nonstraziarsi della sala vuota (foto inbasso) . Comunque, il capolavoro c’è.Dopo la solitudine dei numeri primi,la solitudine del numero ultimo. E il suo autore, il Laganà, potrà pursempre dire: “Pereo artifex”. Periscoda artista, così contento dell’arte rag-giunta da non accorgersi che in ognicaso è morto.

IN EVIDENZA

Il Governatore è piutto-sto propositivo in campodi riforme sanitarie,indubbiamente. Ma ilproblema è che il suospirito di iniziativa siscontra con i palettiimposti «dal grado dilegittimità costituziona-le» dei suoi progetti.

ATTUALITÀ

Scopelliti tenta una proposta di legge , ma si scontra la Corte costituzionale

SERGIO LAGANÀ DEBUTTAASCATOLAVUOTA

È stata firmata la convenzione con la quale laProvincia di Reggio Calabria si è impegnata a con-trarre, per conto del comune di Caulonia, unmutuo con l’Istituto per il Credito sportivo finaliz-zato alla ristrutturazione del campo sportivo con larealizzazione di un’annessa palestra. GiuseppeRaffa e Giovanni Riccio hanno sottoscritto l’attonella sede dell’Ente di via Foti, alla presenza delconsigliere provinciale Pierfrancesco Campisi e deldirigente provinciale Pietro Foti.

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Il Don Chisciotte della sanità calabrese

La solitudine del numero ultimo

Un programma per i giovaniPrende il via, per il terzo anno consecutivo,“Confindustria per i giovani”. Il progetto portatoavanti dall’organizzazione ha, come obiettivoprincipale, quello di favorire l’incontro tra i gio-vani neolaureati di talento e il Sistema delleimprese e della sua rappresentanza. Un program-ma di grande importanza che mira alla crescitadei giovani nel settore dirigenziale del Paese.Confindustria punta, infatti, a costruire un per-

corso formativo centrato sulla comprensionedelle dinamiche organizzative e istituzionali delnetwork associativo confederale e a contribuirealla creazione di una rete di relazioni sul territo-rio fondamentali a rendere l’azione associativapiù efficace, proprio a partire dalle generazionipiù giovani.Il percorso è rivolto a 50 giovani neolaureati daselezionare sull’intero livello nazionale ed euro-

peo. Una formazione completa, che comprendesei mesi di stage da svolgersi presso una o piùsedi del Sistema di Rappresentanza, 8 giornate diformazione in aula, formazione e-learning (IlSole 24 Ore) e a distanza, attività di tutoring ecounseling durante il percorso formativo.È previsto, inoltre, un rimborso spese mensile perogni partecipante del valore di 1.000 euro. Per iscriversi bisogna presentare una domanda di

partecipazione direttamente compilabile dal sito.La scadenza del bando è prevista per l’11 novem-bre 2012. Il percorso formativo avrà, invece, ini-zio dal febbraio 2013. Per maggiore informazione basta visitare il sitowww.confindustriaperigiovani.it o scrivere all’in-dirizzo e-mail [email protected]

Arroganza ed insensibilità non dipendono

dai soldi. Chi porta un pass maker è unammalato di cuore. Molti sono anziani sopra

gli ottanta anni o comunque gente conpatologie serie. Il pass maker ha bisogno diuna revisione almeno semestrale. Il presidio

ospedaliero di Locri convoca tutti gli ammalati per lo stesso orario. Di norma,

una attesa di almeno tre ore! Non a Bologna ma a Catanzaro riescono aridurre i ritardi a meno di trenta minuti !

Anche questa è arroganza del potere ,coniugata a grande disorganizzazione,

e ad una dose massiccia di insensibilità

In seguito al nostro articolo sulla sanità ci informano:

CONFINDUSTRIA

UNABUONANOTIZIAPER CAULONIA

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chiuso martedì

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Polaroid

Il rinomato sommelier calabresePierfrancesco Multari è stato pro-tagonista speciale di un viaggio inGiappone. La motivazione dellatrasferta? La vendita degli ottimivini calabresi, la cui reputazione ègiunta persino nell’estremoOriente.

C’è poco da ridere a riguardo. È latriste consapevolezza a cui siamogiunti in massa, troppe volte delusi eabbandonati dalle nostre strutturesanitarie. Le menti migliori sonoandate via, garze e cerotti sono unachimera per i reparti. Cosa fare dun-que dei cittadini in attesa di prelievi?A casa anche loro, mancano provette!

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Locride

ANTONELLA ITALIANO

L’AFA Centro Reul, consede a Bianco, è una realtàd’eccellenza nella Locride.

Un’oasi, nel deserto Asp, in cuiancora è florida la speranza. E lasperanza ha due facce: quelladei bambini che nel Centroaffrontano e combattono ladisabilità, quella del personalemedico e specializzato, che damesi si intestardisce per restareaccanto ai piccoli pazienti. È daluglio 2001 ormai che logopedi-sti, psicologi, specialisti medici,camminano spalla a spalla, edinnanzi alle difficoltà cheavrebbero potuto portare allachiusura del Centro hanno ser-rato le file, disdegnando lacomoda cassa integrazione, chi-mera di tanti. Perché l’AFA-Reul, oggi, ha duegrossi problemi. Uno è la ricercadi finanziamenti, fondamentaliper mantenere ed elevare i servi-zi. Il bilancio originale, infatti, fudimezzato due anni fa. Ma consoli 350 mila euro di contributi ilCentro è destinato a soffocare,neanche troppo lentamente. Perquesto i dirigenti dell’AFA-Reul, il sindaco di BiancoScordino, il governatoreScopelliti, si sono riuniti perchiedere alla dottoressa

È ingiustificato l’aumento dell’IMU? È questa la domanda che si sono posti con forzai democratici di Roccella! Dandosi una risposta,infatti, nella notte di lunedì scorso numerosi atti-visti del locale circolo hanno affisso sui muri dellacittà decine di manifesti in cui si stigmatizza ladecisione della Giunta Municipale di aumentarel’aliquota IMU applicando imassimi parametri sullaseconda rata, quella didicembre, dell’imposta sullacasa. L’INGIUSTIFICATO

aumento dell’IMU, si sostiene che per la prima casa si passerà dal4 al 5 per mille, mentre per le seconde case si passerà dal 7,6 al10,6 per mille. Secondo l’on. Bova, segretario del circolo diRoccella, si tratta di un aumento del 25% sulla prima casa e del40% su tutti gli altri immobili. In un momento in cui la crisi eco-nomica colpisce duramente il già precario bilancio delle nostrefamiglie riteniamo che questo sia un aumento ingiustificato, ves-satorio, insopportabile. L’appello finale è che il consiglio comunale, che si dovrà riuni-re per la ratifica della delibera della GM, cancelli l’ingiustificato aumento dell’impo-sta. Comunque, i democratici di Roccela giovedì scorso hanno tenuto un attivo politi-co, presieduto dall’On De Gaetano, nel corso del quale hanno affrontato il problema.Successivamente incontreranno gli eletti al consiglio Regionale della Calabria e i par-lamentari Nazionali, stabilendo così un rapporto organico tra gli eletti e i cittadini diRoccella. Squillacioti, nostra presidente

provinciale Asp, un aiuto cheforse arriverà entro la fine del2012. Respirazione bocca abocca e massaggio cardiaco perun po’ di ossigeno reggino, e poidi nuovo in apnea. I genitori nonlo accettano.Altro problema della strutturacalabrese è lo stretto legame conl’AFA Centro Reul di Genova,di cui Bianco è una sorta di satel-lite. Un cordone ombelicale cherischia di dare il colpo di graziaalla già precaria condizione eco-nomica. L’sos viene lanciato aiSindaci della Locride stavolta,che potrebbero prevedere, tra levoci del bilancio, una piccolasomma da destinare alla struttu-ra. Troppi commissari e pochisoldi, spesi il più delle volte insuggestive feste di piazza.Richiesta di soccorso vana. Così,mentre le mamme comunicanol’intenzione di bloccare la statale106 in segno di protesta, e gliautomobilisti già si vedonounico capro espiatorio delladisperata manifestazione, la pre-sidente Silvana Baroni e lo staffcercano altre forme di coopera-

dei dipendenti, che avrebberodovuti essere rinnovati dallaSquillacioti lo scorso 19 ottobre.Oggi il personale rischia in bloc-co la cassa integrazione e i bam-bini l’interruzione immediatadei trattamenti a cui sono sotto-posti da anni. Sono quasi centoloro, e almeno cinquanta in listad’attesa. Ma sui bambini, e sul loro dirit-to ad una vita più normale possi-bile, non ci pronunciamo nep-pure. Dando per scontata, econdivisa, qualsiasi tipo di consi-derazione. Una sola riflessionevorremmo lasciarvi, forse un po’meno banale. Tanti genitoridesiderano figli, anche molto alungo, per poi trovarsi dinnanziad un neonato disabile.“Problema” che, oggi, si può siaprevedere che “riparare”.Difficilmente curare. Ma, ognivolta che ci penso, ricordo il can-tautore Bertoli che nacque disa-bile, ma visse al meglio. Miglioròse stesso, e l’esistenza degli altri.Fu «capace di una favola», comescrisse. Tutto perché i suoicoraggiosi genitori… non lorispedirono al mittente.

AFA CENTROREUL DI BIANCO

IN EVIDENZA

Essere genitori di figlidisabili e più semplicese si è sostenuti dallestrutture e daglispecialisti. Ma chisostiene questiultim’? La dura vitadel centro di Bianco,la protesta dellemamme, laprofessionalità senzaprezzo dei dipendenti

Tokyo conquistatadai vini calabresi

Nuova denunciaall’Ospedale di Locri

Genitori dibimbi disabili.Quelli che nonrispediscono al mittente!

Il presidente della ProvinciaRaffa in visita a MammolaL’ascolto delle istanze del territorio conti-nua a caratterizzare l’attività politico-amministrativa del presidente dellaProvincia. Il dott. Giuseppe Raffa, questamattina, ha visitato la cittadina diMammola, dove ha preso parte a un incon-tro con il sindaco Antonio Longo, rappre-sentanti della Giunta e del Consiglio comu-nale. Assieme a Raffa c’erano il consiglierePierfrancesco Campisi e uno staff di tecniciguidato dall’ing. Domenica Catalfamo.Presenti anche Giorgio Imperitura, sindacodi Martone, e Rosita Femia, primo cittadi-

no di Canolo. Gli argomenti trattati sonostati molteplici: dalla viabilità al demaniofluviale, dalla depurazione alla raccolta dif-ferenziata. Il Presidente ha illustrato gliinterventi già effettuati, quelli programma-ti o in procinto di essere avviati. Al terminedell'incontro, il Presidente ha precisato che«per conoscere ancora meglio le problema-tiche di Mammola, assieme al sindacoLongo, abbiamo avviato un proficuo rap-porto di collaborazione per individuare lecriticità che strozzano la crescita di questacomunità».

zione che potrebbero subentra-re all’AFA-Reul genovese e sal-vare il centro. Si è dunque inattesa delle risposte di due asso-ciazioni che, per prime, hannoraccolto l’appello di Bianco: “Lapiccola opera Papa GiovanniXXIII di Reggio Calabria” e la“Cooperativa servizi socialiSkinner”. Solo contatti per ora,e nulla di fatto. Le irriducibili mamme ci ripro-vano, e scrivono al Prefetto diReggio di sbloccare i contratti

Basta ingiustibalzelli sullespalle della gente!

I DEMOCRATICIDI ROCCELLA SI MOBILITANO

Sembra non trovare una conclusio-ne il problema dei rifiuti a Siderno.Il Commissario Rotondi aveva par-lato di una risoluzione del proble-ma in tempi brevi ma, nonostantele buone intenzioni, ci troviamo adover constatare, nuovamente, cheil problema ancora persiste. Unvero peccato per Siderno, afflittada veri e propri cumuli di spazzatu-ra sparsi in varie zone della città,soprattutto nelle aree periferiche.

SIDERNO:PROBLEMAIRRISOLTO

EMERGENZARIFIUTI

Il Presidente dellaRepubblica GiorgioNapolitano, in occasionedella Festa d’Autunno 2012,ha incontrato L’AccademiaMusicale ARS MUSICAEdi Gioiosa Jonica, come rico-noscimento al merito

dell’Istituzione Musicale cheopera, con sempre maggioresuccesso, in Calabria.Accompagnati dal direttoreGiancarlo Argirò e daidocenti MariantoniettaLombardo, Maria GiudittaScali e William Bruzzese, gli

allievi, entusiasti di trovarsinel più prestigioso dei luoghidella nostra Patria, hannodato prova delle loro virtùartistiche intonando l’Inno diMameli e riscuotendo il con-senso del Presidente e dellealte cariche dello Stato.

La visita illustre è un premioper le attività di promozioneculturale dell’Accademia eanche uno stimolo a prose-guire l’attività in un territorioricco di potenziali talenti che,spesso, non trovano il soste-gno adeguato a proseguire illoro percorso artistico e pro-fessionale.In questa difficile fase per lanostra terra, sono queste lerealtà che lasciano sperare inun futuro migliore, che potrà

realizzarsi soltanto partendodalla cultura, dalla professio-nalità, dalla piena realizza-zione umana. Esattamentequello che l’Accademia ARSMUSICAE ha come obietti-vo per i propri allievi.Una lode a parte va al diret-tore Giancarlo Argirò che haperseguito il proprio intentoimpegnandosi in prima per-sona per vedere sorgere lascuola.

Antonio Calabrò

GIOIOSA AL QUIRINALEACCADEMIA “ARS MUSICAE”

La Costituzione ha abolito i titoli nobiliari! Per mezzo secolo comu-nisti e socialisti si davano del tu tra di loro e davano del voi a colo-ro che non si riconoscevano nelle loro idee. Non era un vezzo ! Eraun saldo ancoraggio sul terreno dell’uguaglianza partendo appuntodal “vocabolario”. Qualche giorno fa il prefetto di Napoli , dinanziad una discussione drammatica sui rifiuti e sui roghi in Campania,ha redarguito un sacerdote per aver chiamato “signora” il prefettodi Avellino.Anche questo è segno di un brutto clima che si va instau-rando nel paese.!

SUA ECCELLENZA

Le parole sono pietrenella provincia italiana

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la Riviera

Il presidente dell’Accademia bonifacia-na, Sante de Angelis, ha organizzato laX edizione del premio nazionale e inter-nazionale “Bonifacio VIII”. L’evento,tenutosi ad Anagni, ha visto la consegnaall’on. Yulia Tymoshenko. A ritirare ilpremio la giovane figlia Yevhenia.

Nella sala del Consiglio Comunale diCardeto si è svolta la conferenza stam-pa di presentazione del viaggio avven-tura Cardeto-Sydney, in moto via terra.Protagonista dell’impresa sarà ClaudioAiossa che, attraversando tre continen-ti, arriverà a percorrere 16.000 km.

SIDERNO

È ormai prossima l’aperturadella palestra sita in localitàCerchietto nel Comune diSiderno. Sembra, infatti,essere finalmente giunta auna conclusione definitiva lalunga querelle che, nel corsodegli ultimi diciotto mesi,aveva portato alla chiusura,e alla conseguente inattività,dello stabile.Risale, infatti, all’11 ottobre2012, con certificato di pub-blicazione all’Albo PretorioComunale del 19 ottobre2012, la delibera delCommissario Straordinariodel Comune di Siderno, ildott. Luca Rotondi, che hacome oggetto “Piscinacoperta e palestra in localitàCerchietto nel Comune diSiderno: determinazioni”.Una delibera con la quale «siesprime parere favorevole inordine alla regolarità tecnicaai sensi dell'art. 49 del decre-to legislativo n.267/2000,tenuto conto che va salva-guardato l’interesse generaledell’Ente alla apertura eregolare funzionamentodella struttura garantendo aicittadini un servizio di parti-colare rilevanza».

Una posizione che porta,così, alla riapertura definiti-va della palestra, affidataallo Sporting Club Leon, chedovrebbe riprendere le pro-prie attività ai primi dinovembre. Situazione diver-

sa, invece, per la piscinacomunale. Il dott. Rotondiha, infatti, deliberato di«procedere, mediante affi-damento a terzi, con gara adevidenza pubblica, all’affida-mento del servizio di gestio-ne della piscina». Ci sarà,quindi, un bando di concor-so che dovrebbe essere aper-to tra circa trenta giorni.Notevoli sono stati i passi inavanti compiuti nell’ultimoperiodo e, a tal riguardo, vasottolineata la celerità nell'o-perato del CommissarioRotondi. L’obiettivo princi-pale è ora quello di far ria-prire l’intero stabile entrotempi brevi. Una buonanotizia per l’intera comunitàsidernese e non, visto l’im-

portante ruolo ricopertodalla struttura durante ilperiodo di attività. Tante,infatti, erano state le prote-ste in seguito alla chiusuradell’attività polifunzionale e,oggi ancor di più, si spera dipoter mettere un punto diconclusione all’intera vicen-da. Sebbene ci troviamo difronte a temperature clima-tiche decisamente alte perparlare di autunno, sarebbetuttavia importante poteroffrire alla comunità unastruttura completa, riuscen-do a dare una valida alterna-tiva rispetto alla classica cor-setta sul lungomare.

Giovanni Larosa

L’adozione di politiche di smalti-mento dei rifiuti rispettose del-l’ambiente è da tempo un’urgen-za non più rinviabile, lo sannotutti e i cittadini che sentono l’ur-genza civica che qualcosa cambiin questo senso non sono più unasparuta minoranza.A Locri la questione assume ora-mai il profilo di un’odissea, conannunci, partenze, ripartenze,interruzioni e nuovi annunci. Perparlare solo della storia recente,l’amministrazione Lombardosubito annuncia l’avvio dellosmaltimento differenziato deirifiuti urbani, lo fa nel luglio dello

scorso anno, 2011; però, mesidopo, in autunno, il Comuneemana un bando per un progettoriguardante la raccolta differen-ziata.In seguito, ad inizio 2012, vieneancora una volta annunciata lapartenza del progetto di smalti-mento dei rifiuti, appaltato, insie-me ad altri comuni della Locride,tra cui Siderno, all’azienda diBelpasso (CT), Geo Ambientesrl. E per un paio di mesetti sem-bra proprio che le cose stianoandando finalmente in direzionedel futuro, con contenitori diffe-renziati per tipologie di rifiuti più

o meno regolarmente svuotati daimezzi dell’azienda catanese.Certo, il cittadino che caccia ilnaso fuori dai nostri confinipotrebbe avere qualcosa daobiettare su queste obsolete escomodissime campane con stret-tissimi pertugi da cui far passareuna ad una le singole bottiglie divetro vuote o i singoli contenitoridi plastica (come se fossero tuttidelle stesse dimensioni). Per nonparlare poi dei raccoglitori dicarta e cartone dove risultaimpossibile inserire qualcuno deivari imballaggi che invadono lenostre case all’acquisto di unoggetto qualsiasi più grande di unpelapatate. Ma pazienza, per ilprogresso, questo ed altro.Arriva poi maggio di quest’anno,quando l’amministrazione locre-se annuncia alla stampa il viadella sperimentazione sulla rac-colta differenziata dei rifiuti soli-

di. Questa volta si intenderebbefare un passo avanti, con il coin-volgimento di un migliaio difamiglie del centro urbano,avviando la raccolta dei rifiutiporta a porta.Partita la sperimentazioneannunciata? Neanche in sogno.Rimasta sulla carta e, anzi, ancheil lavoro di smaltimento differen-ziato stradale comincia a proce-dere a singhiozzi, finché si arrivaallo scoppio della protesta deglioperatori della Geo Ambiente atutti noto da quest’estate.I cittadini dei comuni coperti dalservizio dell’azienda catanese siritrovano a fare un salto nel pas-sato, invece che nel futuro, con lesolite montagne di rifiuti ammas-sate dentro, attorno e fuori ailuridi e sgangherati cassonetti. Inquesti giorni, per intervenire suuna situazione di emergenza, imezzi di Geo Ambiente passano

per le strade di Locri e con palemeccaniche raccolgono tuttoindifferentemente, in barbaall’impegno dei cittadini.Interrogata in merito, l’aziendarisponde che attualmente losmaltimento differenziato deirifiuti a Locri e dintorni è attivo.A cercare sul web si scopre che laGeo Ambiente srl risulta averenon pochi problemi con la giusti-zia e con diverse amministrazio-ni, Pozzallo (RG), Soverato(CZ), Scalea (CS), per parlaresolo di questi ultimi mesi. Siannuncia un divorzio imminenteanche dai comuni della Locride?Intanto sette comuni, tra cuiLocri e Siderno, emanano a fineestate un nuovo bando per unprogetto di smaltimento differen-ziato dei rifiuti. Il 10 ottobre lasede provinciale ha ricevuto leofferte dalle imprese interessate.

Daniele Mangilola

I più amati

SUPERCAZZOLEdi Vincenzo Carrozza

Sondaggio: I più amati dagli Italiani: 1°) le forze di polizia 2°)il presidente Napolitano 3°) i magistrati…..penultime lemafie, ultimi i Calabresi. Bisogna cambiare per essere amati.Cambieremo! Diverremo poliziotti, magistrati, secondini. Ipiù dotati diverranno terzini. I più sfigati 3/quartini. Oppurecontinueremo ad emigrare.

Dura risposta di Pasquale Brizzi, dele-gato dei Sindaci della Locride qualerappresentante in seno al consiglio delConsorzio di bonifica Alto Ionio reggi-no, agli attacchi del presidente dell'en-te Arturo Costa: «Non so se il presi-dente non sappia o faccia finta di nonsaper leggere lo statuto dell'Ente. Loinvito, quindi, a leggere attentamenteo a farsi aiutare da un buon legale nelfarlo, l'art. 17, il quale recita che iSindaci dei Comuni il cui territorioricade per almeno un decimo nel peri-metro consortile designano un mem-bro di diritto in rappresentanza deiComuni ricadenti nel comprensorio, equindi non un sindaco ma un mem-bro». Nella sua risposta, Brizzi ringra-zia il presidente dell'assemblea dei sin-daci, Giorgio Imperitura, che a nomedi tutti i sindaci gli ha riconfermato lapiena fiducia. «Da adesso mi dedi-cherò con ancora più impegno e dedi-zione a portare fuori dal pantano edalle nebbie in cui versa l'ente guidatodal presidente Costa, il quale farebbebene a controllare e vigilare meglio su

alcune procedure dell'ente da luigovernato, in assoluta solitudine, senzadare conto a nessuno». Brizzi chiude ilproprio attacco con una critica forte«Forse Costa non è abituato a gover-nare nella trasparenza e nel coinvolgi-mento degli organi democraticamenteeletti dagli agricoltori. Il signor Costa sipreoccupa esclusivamente di comepotermi togliere dal Consiglio vistoche sono una delle voci a lui scomode.Fino a oggi il consorzio ha evidenziatouna grave carenza di democrazia nel-l'agire, convocando pochissime depu-tazioni e deliberando spesso con deli-bere del solo presidente, anche senzapresupposti di urgenza a ciò necessa-ri».

IN EVIDENZA

La palestra, affidataallo Sporting ClubLeon, dovrebberiprenderedefinitivamente leproprie attività aiprimi di novembre

Ad Anagni la decimaedizione del premioBonifacio VII

Cardeto-Sydney: in moto via terra

DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 15

Angialuzza.La centenariadi Mammola

Festa grande a Mammola per icent’anni di Piccolo Angela(conosciuta in paese comeAngialuzza) che diventa cosi lanonnina più anziana del paese.La comunità parrocchiale hagioito i per tutta la giornata perla nuova centenaria che da qual-che anno si trova nella casa diriposo della “DivinaMisericordia” ubicata nel cuoredel borgo antico che ospita oltretrenta anziani.

CONSORZIO DI BONIFICA

La polemica deldelegato Brizzi

A breve la riapertura della palestra.Bando in arrivo per la piscina

Odissea smaltimentoRIFIUTI LOCRI

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Parlandodi...

«Anche il ministro degli Interni,Nicola Mancino, è arrivato aReggio in campagna elettorale.Ufficialmente per presiedere unconvegno sulla trasparenza nelleamministrazioni. A un giornali-sta che gli ha chiesto perché nonavesse sciolto il Consiglio comu-nale per mafia, nonostante l’exsindaco, cioè io, avesse dichiara-to in Consiglio, mai smentito danessuno, che una parte dei con-siglieri venivano eletti dallamafia, ha risposto sbrigativa-mente: «Ma non ha visto com’èfinito Licandro? Denunciava lamafia ma è finito in galera per-ché rubava». Sarebbe facilerispondergli con durezza. Manon è importante. Qualcuno diquelli che gli erano accanto, avràpensato: «Ben gli sta a Licandro.Così imparano anche gli altri anon essere infami». Correva l’anno 1992. Le parolesopra riportate sono state dette,anzi scritte, da AgatinoLicandro. Agatino chi? Sonopassati vent’anni e non tuttiricordano quegli eventi, queinomi. Agatino Licandro, “Titti”per gli amici, è stato sindaco diReggio Calabria dal 3 marzo1990 al 4 luglio 1992. Aveva 35anni e lavorava al Banco di

Napoli. Alle elezioni comunaliprese la bellezza di 5.600 voti dipreferenza. Figlio d’arte: suopadre Fortunato Licandro fusindaco di Reggio dal '71 al '75.Quando scoppiò la tangentopolireggina Titti svuotò il sacco aipm del tempo Roberto Pennisi eGiuseppe Verzera, con gipDomenico Ielasi. Il 24 dicembre1992 Licandro junior patteggiòcon i giudici la pena: otto mesicon la condizionale e la nonmenzione. Le sue memorie di sindaco cor-rotto/pentito li affidò a un libroche scrisse a quattro mani conl'autorevole giornalista AldoVarano. Questo il titolo: La cittàdolente (Einaudi, 1993). Dopola pubblicazione del libroLicandro dovette andare via daReggio. Sparire. Ma alcuni poli-tici, a distanza di vent’anni, sonoancora in circolazione.Qualcuno siede tuttora neipalazzi che contano.L’incipit della premessa recita:«Sono un ladro che non s'èmesso mai una lira in tasca. Horubato per il mio partito (laDemocrazia Cristiana n.d.r.).Per distribuire danaro ai bigdelle correnti che lo controllano.Ho fatto avere soldi ricevuticome tangente ai capi dei partitiche reggevano la maggioranza su

cui era poggiata la mia poltronadi sindaco. Io, per la verità, avreidovuto incassare sottoforma dicarriera: sindaco, consigliereregionale, deputato. Magari sot-tosegretario o presidente di unodi quegli enti che ti danno piùpotere di quando sei ministro:come è accaduto a Ligato nellacui corrente, per un certo perio-do, ho militato. Di Ligato, ma èsaltato tutto in aria in poche set-timane, avrei dovuto raccoglierela leadership a Reggio».Continua la premessa:«Insomma, ho pagato tutti.Politici, funzionari integerrimidello Stato che avrebbero dovu-to controllare la correttezza deimiei atti amministrativi, perfinoun magistrato della Corte deiConti. E naturalmente ho paga-to anche un giornalista. Quelloconsiderato più potente in città.Uno che scrivendo riusciva amettere in moto i partiti di mag-gioranza e opposizione e chesuonava la sveglia o il silenzio aun bel po’ dei più autorevolimagistrati del Palazzo diGiustizia. Niente di organico.Soltanto gli articoli del suo gior-nale. La capacità di spostare l'at-tenzione da un problema all'al-tro secondo piani, quelli sì, deci-si a freddo e sulla base dei quat-trini o dei favori, a buon rende-

re, da fare ai potenti». Inutile dire che il racconto degliautori fu uno tsunami. Tutta latangentopoli reggina, minutoper minuto, in un saggio superla-tivo. Che, forse, in troppi hannodimenticato. Rimuovere i ricorditalvolta è una necessità oltre cheun bisogno di sopravvivenza. Il 1989 fu un anno importanteper Reggio Calabria.Risultando, più in generale, lacoda giudicante del Novecento.Il 20 febbraio a Catanzaro si

concluse il terzo processo per lastrage di Piazza Fontana con l'as-soluzione di Stefano delle Chiaiee Massimiliano Fachini «per nonaver commesso il fatto». Il 19giugno mamma Casella s'inca-tenò nella piazza dei Martiri diLocri. Il 22 giugno ci fu il fallitoattentato dinamitardo aGiovanni Falcone. Il 9 novembrecadde il Muro di Berlino. Dodicigiorni dopo Occhetto dettecorso alla svolta della Bologninanella quale il Pci cambiò nome.Il primo dicembre GiovanniPaolo II ricevette in VaticanoGorbaciov. In Italia si rincorrevala stagione delle stragi. La politi-ca italiana era in panne. Comeoggi.Intanto, il 19 maggio si eradimesso il governo De Mita. Madieci giorni prima, l'8 maggio1989, Palazzo Chigi approvò ildecreto-legge n. 166 recante“Interventi urgenti per il risana-mento e lo sviluppo della città diReggio Calabria”. Il famoso“Decreto Reggio”, tuttora aper-to, convertito nella legge n. 246del 5 luglio 1989. Con la firma diCossiga, De Mita, Tognoli e ilvisto del guardasigilli Vassalli.Sottosegretario alla presidenzaera Riccardo Misasi. La cittàdello Stretto ricevette dalloStato soldi e attenzione. Anche

se poi, e per tanti motivi, fu dif-ficile spendere quei soldi. Laripartenza avvenne con il sinda-co Italo Falcomatà. Ma dopovent'anni il “Decreto Reggio”è ancora in piedi. Anche in Calabria si andavanocogliendo i prodromi della finedella prima Repubblica. Lefinanze regionali e nazionalidovevano sfamare le famiglie di30 mila forestali che ebbero nel1984 un'apposita legge. Il 25agosto 1989 venne uccisoLodovico Ligato come sigillotraumatico di una situazioneormai fuori controllo. La situa-zione di Reggio, e di tutta laCalabria, era drammatica perl’insorgere di una ‘ndranghetatanto pericolosa quanto sottova-luta. La mancanza di stabilitàpolitica arrivò allo zenit. Furonoin tanti, a partire dal 1984, ainvocare una legge speciale perla Calabria che però non trovòudienza nel Parlamento, ancheperché la politica calabrese eradivisa sugli strumenti legislativida adottare. Per la specifica situazione diReggio Calabria i comunistichiesero al governo di licenziareun disegno di legge, mentre lamaggioranza di centrosinistrapuntò sul decreto legge. In parti-colare insistettero sul decreto

ATTUALITÀ

BRUNO GEMELLI

LA RILETTURA DI UN LIBRO CHE SEGNÒ UN’EPOCA

“La città dolente”

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legge gli esponenti reggini PieroBattaglia (Dc), SaverioZavettieri (Psi) e FrancescoNucara (Pri). La spuntaronoquesti ultimi che poi si diviseroperché, mentre Battaglia (e tuttala Dc) invocava l'autonomiagestionale, Zavettieri e Nucarapreferivano la centralizzazioneromana del provvedimento per-ché si rendevano conto che unagestione diretta, cittadina, delfinanziamento, in un contestoterritoriale controllato dallecosche locali, sarebbe stata unostacolo insormontabile e piùpericoloso di quanto non lo eragià sulla carta. Ci fu un compro-messo: affidare la gestione al sin-daco di Reggio pro tempore cheperò sarebbe stato controllato avista dal ministro delle areeurbane. L'entità complessiva del finan-ziamento del “Decreto Reggio”fu di 563 miliardi di lire. Unacifra ragguardevole per queitempi. L'articolo 8 bis del citatodecreto previde, per gli anni 89-90, come anticipazione, lasomma di 50 miliardi di lire alfine, si disse, di alleviare la disoc-cupazione nella città di ReggioCalabria. Il “Decreto Reggio” contenneanche una misura molto impor-tante: si creò la Corte d'Appellodi Reggio Calabria, la seconda in

Calabria dopo quella diCatanzaro. Una misura urgenteper contrastare più da vicino la‘ndrangheta che avviluppava lacittà e l'intera provincia. Tra il 1985 e il 1991 si contaronocirca 700 morti ammazzati inquella che venne ribattezzata “laseconda guerra di 'ndranghetareggina” che vide contrapporsiin una feroce guerra il cartelloDe Stefano-Tegano-Libri al car-tello Condello-Imerti. Una mat-tanza senza precedenti.Comunque il battesimo col“Decreto Reggio” fu altrettantodrammatico perché, dopo unabreve sindacatura di PieroBattaglia, ci fu quella del giova-ne Agatino Licandro che, comedetto, durò sino al 1992.La vicenda della tangentopolireggina ebbe origine con le “fio-riere”. Una piccola scintilla dagli effettidevastanti. Giusva Branca, diret-tore di Strill.it, intervistò nell'a-gosto 2010 un Licandro ormaicon i capelli sale e pepe. Disse,fra l'altro, Licandro a Branca:«Venni raggiunto da un'ordinan-za di custodia cautelare, poi tra-mutata in arresti domiciliari, perabuso di potere con vantaggiopatrimoniale e, successivamente,da altra ordinanza in carcere,per concussione in seguito adichiarazioni di un imprendito-

re. La vicenda era quella relativaalle fioriere. Si trattava di un'ac-cusa infondata e infatti, poivenimmo assolti tutti ma quell'e-sperienza mi segnò profonda-mente e così chiesi subito dopodi parlare con Pennisi al qualeraccontai e spiegai nei dettaglitutto il meccanismo di potereche gestiva l'intera città parten-do dalle mazzette relative allacostruzione del Cedir, per laqual cosa mi assunsi le mieresponsabilità e venni poi con-dannato, a seguito di patteggia-mento, ad alcuni mesi. A seguitodelle mie dichiarazioni furononumerosi gli arresti».Il giovane sindaco, che pagò unprezzo altissimo, aggiunse: «Non tutti i pentiti di tangentopo-li sono uguali. E non tutti ci sonole stesse conseguenze. Mongini,Prada e gli altri di Milano,Venezia, Varese, Roma e viadicendo hanno preso o datomazzette esattamente come hofatto io. Anzi, loro hanno mano-vrato più quattrini di me. Maloro sono lì. Camminano per leloro strade. Non hanno costrettoquelli che gli stanno accanto asopportare il peso delle propriescelte. Per me non è andata così.Appena ho finito di riempire inastri con le mie confessioni hodovuto cambiare la mia vita,quella dei miei figli, di mia

moglie Carla e delle persone chepiù mi vogliono bene. Sonodovuto partire immediatamenteper destinazione ignota. Io Carlae i bambini viviamo blindati.Casa, macchine, abitudini: tuttostravolto. Una cosa è la corruzio-ne a Milano. Un'altra è la corru-zione diventata punto di riferi-mento della mafia come aReggio Calabria. se parli aMilano la gente ti considera. Selo fai a Reggio pensano che seiun infame».L'ultimo Carnevale di Reggio èdurato 10 anni. Chi ha contribui-to a determinarlo si duole per-ché la democrazia sarebbe statasospesa. In realtà il ministroCancellieri sciogliendo ilConsiglio comunale per mafiaha ripristinato la democrazia. Ireggini più avvertiti si pongonola domanda cruciale: cosa succe-derà fra 18 mesi? Si formerà unanuova classe dirigente? Questo èil dramma. Qualcuno pensa giàai soldi che arriveranno per lacittà metropolitana. Una conti-nuità storica che si rinnova.Purtroppo.La città dolente è entrata nelterzo millennio. E la linea dellepalme - come la chiamavaLeonardo Sciascia - sale ancora.A Milano e oltre

la Riviera

Gli atteggiamenti travalicanti idiritti dell’altro sono potere, inte-so come rappresentazione delpiù forte, diverso, migliore dei suoisimili. Una sorta di virilismo che,però, ha poco a che fare con lavera virilità. Ma qual è la radicedi questa forma di potere? Laradice è nella “madre”. Il poterenon è tutto uguale ma ha moltevarianti; una varietà è quella checonnota chi lo pratica come unuomo ancora sotto il dominiodel desiderio di sua madre. Al dilà della più o meno grandeimmagine che dà di se stesso,con il suo bisogno di predomina-re e travalicare sugli altri questoè un uomo immaturo. Infatti,poiché ogni madre per il propriofiglio desidera umanamente ilmassimo, con tale desiderio locarica della potenza della suaambizione, tanto che alla fine lapersonalità del figlio è intrisa deldesiderio di sua madre. Eglidovrà essere forte, bello e affer-marsi nella vita. Questa in fondosarebbe una questione normale,di giusto e vitale narcisismo peraffrontare l’entrata nella vita. Ilproblema arriva quando un indi-viduo si crede e si pensa forte inse stesso e non è consapevole inrealtà di quanto sia il desiderio disua madre a condizionarlo anco-ra nel suo carattere e nei suoicomportamenti attuali. Nonbasta avere una vita autonomaper essere indipendenti da talesfondo alla base della propriaesistenza. Egli si crede libero e forte ma èdominato da questo potere invi-sibile che lo condiziona sin dal-l’infanzia. Questa pretesa forza,inoltre, sperimenta come fru-stante l’incontro con un limiteche lo confina, cosicché le regoledella vita in comune con gli altrisono mal sopportate e divengo-no travalicate e disattese. In ter-mini generali qui si assiste all’in-contro-scontro tra il dominiodella natura e quello della cultu-ra, e tra i due l’individuo delnostro territorio pare aderire alprimo, quello che sente connatu-rato, istintivo, ovvero quello disua madre. Se le cose stannocosì, nel nostro territorio vige -invisibile - una forte culturamatriarcale che orienta la perso-nalità degli individui verso unaforma diffusa di autoreferenzia-lità individualista o di asocialitàmenefreghista e di opposizioneverso i limiti. Oltre al machismoaltri tipici comportamenti di un

tale individuo che vive sotto ilsegno della madre sono la passi-vità, l’indolenza, il vittimismo, lapretesa di farsi sempre serviredagli altri; forme diffuse che siincontrano in varie situazionipubbliche e private. A ben vede-re poi questi ultimi sono soltantol’opposto di quei comportamen-ti caratterizzati da un’aggressi-vità solo più attiva. Se guardia-mo dentro la nostra storia cultu-rale, troveremo che il matriarca-to, attraverso i suoi trasgressivifigli devoti, di fatto ha portato (etende continuamente a perse-guire) una lotta contro l’ordinepatriarcale dove le regole, i limi-ti, la comunicazione definita, lasolidarietà, la giusta competizio-ne, la prestazione competente ela condivisione dei diritti e deidoveri sono la diretta forma edespressione. Questo baluardodella madre è una sorta di altareche la nostra cultura spesso fadifficoltà ad affrontare; è unqualcosa che rimane sullo sfon-do, occultato. È giusto che siacosì in fondo, ma una riflessionesu di esso e sulla sua forma dipotere invisibile è necessaria alfine di renderla più visibile ecosciente, per poterci orientare edifferenziare dai suoi aspettinegativi. C’è quindi nel nostroterritorio una radice da cuiemergono cose buone e menobuone e di ciò chi è genitoredeve proporsi una riflessione eassumersi una responsabilità. Èpossibile attuare un processo ditrasformazione di questi aspetti? Questa domanda ne trascinacon se alcune altre: oltre al ruolodi madrequal è il progetto di rea-lizzazione delle donne in tale ter-ritorio? Cosa fanno i padri?Oppure loro stessi sono ancorapreda del potere influenzanteche dalla madre passano poi aricercare nelle mogli? Ciò che sivuole è comunque riportare laresponsabilità della formazionedell’individuo dove essa si gene-ra cioè all’interno della famiglia;rintracciare nel suo ruolo socialela genesi degli aspetti positivi enegativi del nostro vivere collet-tivo. Per ora il nostro territorio èil teatro di un confronto anticotra codice delle madri e codicedei padri. In mezzo i figli che sinquando non si renderanno con-sapevoli dei condizionamentiche li abitano non potranno maiscegliere il loro destino.

Dott. Mauro Verteramo

Il potere occultodelle madri

IL PARERE DELLO PSICOLOGO

Il libro che portò alla fuga di Licandro da Reggio non è mai stato così attuale.Politica,corruzione, ‘ndrangheta ha tutti gli elementi

per essere un best seller ed è stato riportato inauge dal commissariamento.

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DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 20

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHENordici e sudici di Gioacchino CriacoBrizzolato di Ruggero Brizzi,Cronache dal nord di VincenzoCarrozza Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo,COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari, AngeloLetizia, Marilene Bonavita, FrancoCrinò, Isabella Galimi ,Maria TeresaD’Agostino.

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPICoordinatrice di redazione: MARIAELENA FILIPPONEIn redazione: ANTONELLA ITALIANO, DOMENICOMACRÌ, ELEONORA ARAGONA, NINO SIGILLI, ILARIOAMMENDOLIA, ANTONIO TASSONE(SPORT)Editorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

RISPONDE il direttore

Egregio Direttore de “la Riviera”,Chi le scrive è un pensionato Inps diMarina di Gioiosa Ionica e vorrei pubbli-care sul suo giornale questa mia rifles-sione sull’inaudita pressione fiscale sui cit-tadini onesti a reddito fisso: lavoratori,pensionati. Ancora più gravosa è la situ-azione di precari, esodati, cassintegrati,disoccupati: anche a casa di costoroarrivano le bollette e le tasse da pagareche, in 10 anni, sono state quasi triplicate,specie le tasse comunali. Se personeappartenenti alle categorie di cui sopranon pagano una tassa perché hanno letasche vuote, interviene Equitalia, che tiferma la macchina o ti fa l’ipoteca sullacasa. Questi pseudo-governanti sanno dicalpestare l’articolo 53 della Costituzioneche recita «Tutti sono tenuti a concorrerealle spese pubbliche in ragione della lorocapacità contributiva. Il sistema tributarioè informato a criteri di progressività». Mi voglio soffermare sulle tasse comu-nali, in particolare sulla T.A.R.S.U. Amarzo 2012 mi è stata recapitata la primastangata di 191 euro per 100 metri diabitazione - tassa per il 2011 - con la ver-gognosa maggiorazione del 10% di ex-eca. Già il fatto di essere “ex” significa chenon esista più ed è chiaro che si trattisoltanto di una voce per fare cassa. Facciopresente che 40 anni fa l’ente comunaleassistenza serviva per aiutare finanziaria-mente le famiglie povere e numerosementre oggi i comuni, le province, leregioni fanno i Robin Hood all’inverso,rubando ai poveri per pagare gli stipendid’oro dei vari Batman Fiorito o per dareuna liquidazione di cinque milioni di euroai manager della Finmeccanica. Di questicasi vergognosi in Italia ce ne sono a centi-naia. Ritornando alla bolletta T.A.R.S.U.2011 che ancora, con molti sacrifici, nonho finito di pagare a rate (con la mia mod-esta pensione ho dovuto pagare anchel’Imu) mi vedo recapitare, il 4 ottobre2012, un’altra T.A.R.S.U. di 200 euro

(ancora un aumento rispetto al 2011). Inpratica, devo pagare in anticipo essendola scadenza il 30 settembre 2012. La miaindignazione mi fa salire la pressionequando vado a leggere che la bollettaT.A.R.S.U. di 10 anni fa era di soli 80 euroe adesso è quasi triplicata, mentre la miapensione nel frattempo è scesa di 20 europer effetto dell’addizionale regionale,provinciale e comunale che è aumentatacome trattenuta Irpef. Di conseguenza, letasche sono sempre più vuote. Ha ragionela Corte dei Conti quando evidenziacome ci siano troppe tasse sugli onesti. Lamia rabbia aumenta quando vedo cheanche i Parlamentari dell’opposizionevotano le leggi sul rigore, colpendo solo ipoveri, e non intervengono sui grandi pat-rimoni, sulle speculazioni finanziarie,sulle banche che hanno avuto dallaB.C.E. miliardi di euro al tasso dell’1% e,in cambio, fanno morire le aziendenegandogli i finanziamenti per usciredalla crisi e per sopravvivere all’inauditapressione fiscale che, a detta del presi-dente di Confindustria, arriva tra tassedirette e indirette al 68%. Rimangonosolo promesse la riduzione dei parlamen-tari, dei loro stipendi d’oro e del vitalizio,l’eliminazione delle province, l’accorpa-mento dei piccoli comuni. Tagliano sullasanità e non sui cacciabombardieri perfare la guerra e, anche in questo caso, sicalpesta la nostra Costituzione che ripu-dia la guerra: siamo stufi di questa classepolitica inetta e rissosa lontana dai bisog-ni reali dei cittadini che, per incrementarela crescita, afferma basti aprire i negozianche la domenica. Domando ai nostrisaggi governanti: se io ho le tasche vuoteda lunedì a sabato, come faccio ad averlepiene la domenica? Salvo che la sera disabato non vinca al superenalotto. Allaprossima tornata elettorale, secondo ilmio giudizio, vincerà l’astensione al voto.

Alfredo Massara

Processo FortugnoGIUSTIZIA VADO CERCANDO

Egregio Direttore, Le scrivo in riferimento alladecisione adottata ieri dallaCorte Costituzionale e relativaal giudizio di costituzionalitàriguardante l’Istituto dellaMediazione Civile obbligato-ria (di cui al d.lgs n. 28/10 ).Come, certamente, già di Suaconoscenza, la sollevata que-stione d’incostituzionalità, pereccesso di delega, della normache ha introdotto il suddettoIstituto nel nostroOrdinamento Giuridico èstata, proprio da qualche ora,ritenuta fondata dai giudicidella Corte Costituzionale.Il "Giudice delle Leggi" ha,infatti, dichiarato l’illegittimitàcostituzionale nella parte incui la norma prevedeva l’ob-bligatorietà del ricorso allo"strumento" della mediazionecivile, conferendo, quindi, allastessa, la natura giuridica diuna vera e propria condizionedi procedibilità ai fini dellacorretta instaurazione del giu-dizio innanzi al giudice com-petente.Questa decisione pone unpunto finale su una questione

largamente dibattuta e che,per oltre un anno, ha letteral-mente spiazzato tutti noi ope-ratori del diritto, oltre ai citta-dini utenti.Non mi dilungo oltre su tuttauna serie di complicazioni tec-nico-giuridiche, e mi creda vene erano tantissime, che l’isti-tuto della Mediazione avreb-be comportato se ne fossestata avallata la legittimità.Cio che più mi premesottolinearLe, ed è motivo peril quale Le scrivo, è l’esigenzache venga offerta la più corret-ta informazione possibile aiSuoi tanti lettori, i quali, dopoaver letto e ascoltato fiumi diparole dai professionistimediatori, hanno, oggi, il dirit-to di conoscere l’importanteepilogo al quale si è giunti.Se per un verso, infatti,l’Istituto della MediazioneCivile rappresenta uno stru-mento da poter utilizzare perregolare le controversie evi-tando, così, di adire le vie delgiudizio vero e proprio, peraltro verso, alla luce dellarecentissima pronuncia, ilricorso al predetto strumento

(per amore di verità costoso,confuso e praticamente ineffi-cace anche laddove si fosseraggiunto un esito positivo, sipensi al famoso caso dell’azio-ne di usucapione) non può piùrivestire il carattere inderoga-bilmente obbligatorio in tuttaquella serie di materie che lalegge aveva accuratamenteelencato. Non v’è chi non veda, come ladecisione della CorteCostituzionale abbia rimessotutto e tutti al proprioposto.....e a proposito di lob-bies che avrebbero cercato ditutelare interessi corporativi,citate più volte dai sostenitoridella mediazione civile, michiedo se, detta difesa diparte, sia da imputare mag-giormente alla categoria degliavvocati (legittimamente fierioppositori) oppure a quellaindefinita moltitudine di cate-gorie professionali composteda geometri-commercialisti(financo gli operatori sociali) etutta una serie di altri iscritti avari albi professionali, i qualicon ogni probabilità avevanoabbracciato la nuova profes-

sione del mediatore, pursapendo bene di andare a cal-pestare un terreno, comequello del diritto, troppo acci-dentato per chi, come loro,non adeguatamente prepara-to sul punto.I rimedi utili a snellire e defla-zionare il contenzioso nelnostro Paese sono ben altri,magari in un altra sede se nepotrà riparlare con accuratez-za; il legislatore aveva intravi-sto nel raddoppio dei costi(perchè questo, di fatto, com-portava la mediazione), unotra questi...per fortuna laCorte, cum grano salis, si èsostituita ad esso!!Avv. Giacomo Pietro Crinò

P.S. se anche le associazionidei consumatori esultano....unmotivo ci sarà ed è difficile chesia quello della tutela dellacasta degli avvocati!!

Non ho nulla da aggiungere alfine ragionamento giuridico del-l’avv. Giacomo P. Crinò, che èdi ottima razza.

Note e schermaglie

La mediazione civile

T.A.R.S.U. trplicata in dieci anni

DIRITTO E DIRITTI

LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

Siena - Se un bambino dovesse chiedereche cosa sia la politica non gli si puòrispondere con esempi. Eppure così sidovrebbe in una didattica del concreto, lapiù adatta per l’apprendimento immedia-to dei bambini. Non puoi spiegare la politica perché nonpuoi concretizzarla. Non puoi indicarla.Non puoi con essa e su di essa fare esem-plificazioni. Se non di natura miserrima.Ecco, su cosa sarebbe immediato faredegli esempi. Sulla politica marcia, sullapolitica dei bagordi, sulla politica del nonsenso. Sul non senso del termine politica.E qui, poiché ai bambini non è proprio unvocabolario aggettivale ricco, si dovrebbeobbligatoriamente porre alla loro atten-zione una immagine. La cena diTrimalcione è quella più chiarificatrice.Realistica.A questo punto da soli, senza nessuna eli-citazione, individuerebbero la politica neicafoni che siedono intorno al tavolo e che,con fare balordo e godereccio, divoranotutto ciò che è stato imbandito. In tempidi vacche grasse, s’intende. Ma neppurecosì lontani, giacché qualche vacca spuntaancora di questi tempi. Diciamo purecome i funghi. Non è incoraggiante dare un’accezionenegativa del termine e doverla pure tra-smettere ai depositari del futuro. Tuttavianon è più possibile mentire dinanzi a unadisfatta così evidente della politica. Nonvogliamo certo credere che un rottamato-

re sia meglio di un nuotatore provetto? Eviceversa? E company?La politica ha perso peso e significato, si èconfusa, ma sempre lo è stata di fatto, conla truffa, il malaffare, la criminalità.Termini questi che non hanno più uncampo semantico proprio ma si sonouniformati in un grande unico ceppofamiliare. In quest’ottica, dunque, appaio-no fuori coro e stonati tutti coloro cheancora insistono col fare delle distinzionia proposito, col dividere il colletto biancoda quello nero, il sangue blu da quellorosso. Il lerciume fiorito da quello appas-sito, la mala dei fatti dalla mala di parola. Ci troviamo dinanzi ad un modus del nonsenso. E questo appare evidente da tuttauna serie di provvedimenti che stannouccidendo il nostro paese, le nostre aspet-tative, i nostri investimenti, il nostro pote-re di acquisto della vita, della speranza,della dignità. L’informazione è veloce e certamentequesto amplifica il danno. Ma non è menoveloce dell’inadeguatezza con la qualesiamo governati. Alla velocità della luce sisuccedono proposte e supposte, rimedi ecicute. Senza che questo abbia un senso.Senza che questo sia supportato da unsacrificio della classe politica dirigente. Siamo davvero saturi di tutta questa dia-triba sul bene del paese. Trimalcione,divenuto liberto, ha sempre pensato allapropria pancia. Da che il mondo è ilmondo.

L’ANGOLO DI PARRELOdi Franco Parrello

E così agenti della Polizia di Statoentrano in una scuola e, in ese-cuzione a un’ordinanza, prele-vano con la forza un bambino e loportano via. L’insegnante ha sem-pre saputo che un bambino, una

volta entratoin aula, puòessere porta-to via solodai genitori oda un lorodelegato; macontro taleviolenza il“ p o v e r o ”insegnantenon ha potu-

to far nulla. Il Crocefisso appesoalla parete ha visto tutto. Avràpensato: «Che ci sto a fare a scuo-la, se nessuno mi rispetta?» Perl’alunno, invece, un solo diritto:piangere perché ha paura.Passeggio pensieroso sulLungomare di Siderno. I mieiquarant’anni di educatore ser-vono, ancora, a qualcosa?

Un Insegnante.Un Crocefisso.Un alunno.

Il non senso della politica

Pregiatissimo Direttore,è terminato il processo Fortugno. Un pro-cesso svolto non per accertare la verità,ma per accettarne e consolidarne una:quella proposta e propugnata - neanchefosse un Vangelo - dall’ufficio di procura.Un processo svolto per placare la sete divendetta di un’opinione pubblica semprepiù incline a linciare il primo che inqui-renti e media le avessero consegnatocome pasto. Un processo svolto nel pienodi un’emergenza criminalità della quale èstato assurto a simbolo. La storia ci inse-gna che dalle emergenze scaturisconosolo e soltanto processi sommari. Da siffatto processo non è fuoriuscitaalcuna verità che possa soddisfare né levittime né la società poiché tutto, nono-stante la conferma della Suprema Cortedi Cassazione, è rimasto farraginoso eincompiuto e, si sa, per condannare unindividuo, bisogna prima accertarne leresponsabilità e, per farlo, si necessita diuna prova che sia al di sopra di ogni ragio-nevole dubbio.A chi, il 3 ottobre 2012, nell’ascoltare lasentenza del processo Fortugno, ha escla-mato «Giustizia è fatta!», io rispondo che

così non è, e lo dimostrerò preparandomiper una revisione del processo. Io non mirassegnerò mai a passare la mia vita incarcere per un delitto che non ho com-messo; combatterò con tutte le mie forzee tutti i mezzi che la legge mette a dispo-sizione del cittadino che, come me, èoggetto di errori frutto dell’arbitrio.

Cordiali salutiSalvatore Ritorto

Pubblico volentieri la lettera che ci mandadall’ingiusto carcere duro il giovane ergasto-lano Salvatore Ritorto, e a me duole il cuoresaperlo lì ristretto come non si fa neppurecon le belve. Innocente o colpevole, però? Iprocessi indiziari non danno mai certezze,prove, come scrive Ritorto, al di sopra d’ogniragionevole dubbio. E processo indiziario èstato fondaamentalmente il processoFortugno. Che andava celebrato per solarelegittima suspicione fuori dalla giurisdizionedi Locri e della stessa Reggio. Né solo que-sto. Ha ragione Ritorto: giustizia non è statafatta. Se cade il mandante, non possonorestare in piedi gli esecutori. Ma questo delit-to è veramente un giallo color del sangue.Comunque, coraggio.

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina,Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Antonio Cormaci, GiulioRomeo, Sara Caccamo,Giuseppe Fiorenza, DanieleMangiola.

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KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

Echi vuol svolgere unruolo pubblico nonpuò pretendere di

averne nel campo dell'infor-mazione. E anche se questonon succede quasi mai,dovrebbe essere la regolaguida in campo giornalisti-co. Dico questo perchéspesso gli uomini pubblicimettono su il muso allaminima critica, e spesso igiornalisti evitano le criti-che ai loro amici. Lo dico ame, a noi che scriviamo e,per conoscenza, ai tantipolitici con i quali i rapportisono amichevoli sul pianopersonale. Noi siamo unpiccolo giornale che vivesulla capacità di attrarreinvestimenti pubblicitari,che non ha finanziamentipubblici e basa la sua esi-stenza sul rapporto fiducia-rio con i propri lettori. Dierrori, è ovvio, ne abbiamofatti e ne faremo. Ma andia-mo in edicola ogni domeni-ca con la convinzione diaver detto quello che pen-siamo, che può piacere o noma è utile a chi ci legge peraver elementi in più atti a

districare la realtà comples-sa che ci circonda. Se per-diamo la fiducia dei nostrilettori, come giornale nonabbiamo più un senso evisto che siamo gratis, sare-mo al più buoni per accen-dere il fuoco d'inverno efare un po' di vento nellacalura estiva. Ma non aven-do tendenze suicide, vor-remmo continuare a vivere.Perciò ogni settimana avenire ci sarà qualcuno sullagraticola o fra gli allori, soloe sempre a seconda del suooperato e mai sulla base disimpatie o antipatie perso-nali. Perché chi scrive nonha amici, ma non ha nem-meno nemici, non ha tappe-ti da sbattere ogni domeni-ca per nascondere la polve-re degli altri. E quandoquello che scriviamo non viconvince gli spazi si apriran-no alle vostre rimostranze.Scusatemi per la tirataodierna, sarò bravo o meno,piacevole o no ma non vi homai teso trappole, né lo faròin futuro.

Da Aristotele alla ‘nduja

Il fuoco del rinnovamento

Cora è entrata in sala visite e si è rac-comandata «chiudete la porta perfavore». Le spiego che noi lo faccia-mo sempre, oltre che per una que-stione di riservatezza, per buonaeducazione. È imbarazzata. Dice:«Dottore quello che dichiaro non

deve trapelare». Rispondo:«Signora sono tenuto al segreto pro-fessionale, e poi sono calabrese,omertoso per nascita», aggiungoper battuta. La signora sorride.Continua, «Vede l’uomo fuori? Èmio marito. Credo voglia farmifuori». Non mi stupisco, al prontosoccorso siamo abituati a molte stra-nezze. Dice ancora: «Da quattromesi mi succedono cose singolari,tipo di addormentarmi senza ren-dermene conto, di sentirmi improv-visamente soffocare o di vedermigonfiare improvvisamente unaparte del corpo. Può farmi degliesami tossicologici per verificare se

lui sta tentando di avvelenarmi? Sa,prima di denunciare tutto alla poli-zia devo essere sicura. Non possorovinarlo per un sospetto».Convengo con la signora e prescrivogli esami del caso. Il marito fa l’auti-sta di autotreni. Gira l’Europa, e daquattro mesi porta sempre la mogliecon se. Trovo il modo di parlarglimentre Cora fa alcuni esami. Perchésiete venuti in Pronto soccorso?chiedo. Scoppia a piangere.«Dottore è da un anno che la portocon me per non lasciarla sola in casa.Ha tentato già due volte il suicidio.Mi accusava di avere un’amante percittà, e si riempiva di psicofarmaci.

Allora ho deciso di portarla con meper rassicurarla della mia fedeltà eper evitare che tentasse ancora ilsuicidio. Lo so che adesso dice chevoglio ucciderla, che l’addormentoper fare i miei porci comodi con l’a-mante». Continua a piangere e vafuori a fumare una sigaretta. Dopoun po’ dimetto Cora, dicendo che gliesami le arriveranno a casa tra qual-che giorno. Mi saluta cordialmente,si avvicina e sussurra: «Lui non ècattivo, è l’amante che lo spinge.Dottore, se Lui riesce a farmi fuori,mi manda dei tulipani gialli?»

FRANCO CRINÒ

La piazza denuncia il fatto cheviene privata dei diritti fondamen-tali e non vuole che la faccianofranca i responsabili, che spessohanno colpe differenti, anche se sigeneralizza. Divampa il fuoco delrinnovamento, tra i politici c’è chicontinuerà a fare ciò che ha sem-pre fatto, fino all’ultimo istante, chiresterà vittima senza accorgerseneo senza meritarlo, chi spiegheràdove, a suo dire, dovrà arrivare edove no. Per la verità, nellaLocride si vede lo scontento, ma

non si vedono lame in combatti-mento. Mancano gli atleti, proba-bilmente. Quelli che ci sono, biso-gna accompagnarli in pista e,comunque, farne fruttare le doti.La competenza è la cosa che servedi più in politica. Per fare un esem-pio delle cose che funzionano, sullapunta della lingua ho l’amministra-zione di un piccolo comune dellaLocride, che, fra l’altro, con la suazona archeologica, sta guadagnan-do rilievo nazionale e un grandenumero di visitatori. Ma forse è piùcalzante l’esempio di Roccella,dove si vede da tanto tempo la

mano del senatore Zito, è un cen-tro che consacra la capacità e inotevoli risultati ottenuti. I dirigen-ti (provvisori) dei partiti hanno inmano castagne che scottano,incombono tante vicende giudizia-rie e per gli indagati non finirà pertutti allo stesso modo. Il territorioha bisogno di un grande ed effica-ce impegno. Ogni periodo è unatransizione verso quello successivo,tuttavia, bisogna ricordare che gliscandali dei primi anni novantaavvenivano in una situazione eco-nomica che non era di crisi comel’attuale (che non c’è dato sapere

quanto ancora durerà). Viene inmente quella battuta di Adamoche diceva ad Eva, mentre veniva-no cacciati dal paradiso «Non tipreoccupare, è solo per un perio-do». Si sa, l’ammalato può essereguarito dal medico e, quando nonc’è niente da fare, arriva il pretecon le preghiere e con l’olio santo.Difficile che accadano miracoli. Ecco perchè, per il territorio chesoffre, bisogna fidarsi di chi è ingrado di curarlo, di una politicacapace di operare con intelligenza.

POLITICA

LO SCONTENTO DELLA LOCRIDE

DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 21

Chi scrive non ha amici..

La Cooperativa Sociale Pathosricerca figure professionaliIl bando e la domanda di candidatura è possible scaricarli dai seguenti link:

cooperativapathos.org/bandi/selezionepersonale.pdf -cooperativapathos.org/moduli/candidatura.doc

La domanda e il curriculum vitae formatoeuropeo, dovranno pervenire entro il 18 ottobre

2012 [email protected] o spedite

all'indirizzo Cooperativa Pathos, Via Ente Silasnc, 89041, Caulonia.

STORIE DA PRONTO SOCCORSOdi Vincenzo Carrozza

CORA

Riporto testualmente daWikipedia: «La politica, secon-do un’antica definizione scola-

stica, è l’Arte di governare le società. Iltermine, di derivazione greca (da polis,città), si applica tanto all’attività dicoloro che si trovano a governarequanto al confronto ideale finalizzatoall’accesso all’attività di governo o diopposizione». Secondo Aristotele,l’uomo è per natura un animale politi-co. Allora, sapete una cosa? Mi fidociecamente del “signor” Aristotele,che dalle reminiscenze liceali e univer-sitarie mi pare ricordare non essereuno sprovveduto, e provo a cimentar-mi nell’antica e nobile arte di fare poli-tica. Oltretutto, siamo discendenti deiGreci, la nostra terra è la MagnaGrecia, chi meglio di noi può adem-piere alla definizione del filosofo mae-stro di Alessandro Magno? Abbiamonel nostro DNA le corde per governa-re bene, è solo che a volte ce ne dimen-tichiamo, o magari non ne siamo aconoscenza. Che sbadati che siamo!Ecco spiegati i motivi per cui da noi,nel nostro Sud, le cose vanno un peli-no male: i nostri politici non conosco-

no lo Stagirita e brancolano nel buioquando devono legiferare e far appli-care quel minimo di senso civico che èalla base di ogni democrazia. Loammetto, a volte ho il brutto vizio dipensar male. Il fatto è che a leggerealcuni giornali mi faccio un’idea sba-gliata di quello che accade. Pensavo –a torto quindi – che lo scioglimento delconsiglio comunale di Reggio Calabriae di qualche altro Comune, fossedovuto alla collisione della classe diri-genziale con la criminalità organizzata.E invece no. I sindaci, gli assessori, iconsiglieri decadono perché nonsanno di essere animali politici, nonsanno di avere quell’atavico istinto cheli porterebbe ad agire nel migliormodo possibile verso la collettività equindi verso se stessi. A ragion vedutaquindi, non abbiamo bisogno né dellatraversata a nuoto dello Stretto diBeppe Grillo (a proposito, l’ultimosbarco di un Giuseppe G. in terra sicu-la non fu un successone per ilMeridione) né del tour in camper delcandidato alle primarie del PD del sin-daco di Firenze per far proselitismo danoi. Che poi, per par condicio, manca

un coup de théâtre di qualche espo-nente del PDL per accaparrarsi qual-che voto. Il lancio da trentanovemilametri l’hanno fatto, suggerirei aBerlusconi, o chi per lui, di farsi lancia-re come la donna cannone da Arcoredirettamente su Taranto (sempreMagna Grecia) e magari negoziarecon i lavoratori dell’ILVA. Potrebbeessere questa una soluzione “aristote-lica” al problema. O magari fare affi-damento alla ‘nduja. D’altronde, inter-pretando in senso lato il compiantoNicola Zitara, il riscatto delle nostreterre può avvenire se smettiamo diessere una colonia interna che serveda mercato alle merci del Nord e ini-ziamo a comprare e consumare ciòc h e

produciamo: creiamo occupazione eun senso di speranza per le generazio-ni a venire. Non è proprio utopia:Barack Obama è presidente di unoStato nato dal boicottaggio di una cari-co di the che si trovava su una naveancorata nel porto di Boston per pro-testare contro la tassazione dellamadre patria, evento noto comeBoston Tea Party. Potrebbe accaderepoi, che i nostri figli, un giorno nontroppo lontano, mangeranno ungustoso Mc ‘nduja con doppia porzio-ne di patine della Sila e un porzione distocco. E pensare che la soluzionestava in quel sottile fil rouge che legaAristotele alla ‘nduja.

Massimo Petrungaro

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la Riviera

Sport / responsabile Antonio Tassone

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6 gol: Cavani (Napoli),Klose (Lazio) 5 reti: Gilardino, StevanJovetic (Fiorentina),Antonio Cassano(Stephan El Shaarawy(Milan) , Osvaldo(Roma) , Hernanes(Lazio)4 reti: Rolando Bianchi(Torino)3 reti: Milito (Inter),Giovinco (Juventus),Klose (Lazio), Pirlo.

9° TURNO SERIE A

SIENA - PALERMO IERI

CATANIA - JUVENTUS 12,30AC MILAN - GENOA IERI

FIORENTINA-LAZIO

BOLOGNA-INTER

CLASSIFICA

JUVENTUS

LAZIONAPOLI 19

19

15

ROMA 11

CATANIA 11 PALERMO 5

PARMA 6FIORENTINA 11 CHIEVO 6

INTER 15

MILAN 7BOLOGNA 7PESCARA 7UDINESE 6

GENOA 9 CAGLIARI 5TORINO 8 SIENA 2

SAMPDORIA 10 ATALANTA 5

20-10-2012

PESCARA-ATALANTA

SAMPDORIA-CAGLIARI

TORINO- PARMA

NAPOLI-CHIEVO

ROMA-UDINESE

MASSIMO PETRUNGARO

Tra ieri e oggi la serie A entra inun trittico che ci dirà molto suquelle che saranno le gerarchie diquesto campionato. Si va verso lazona calda della stagione tenen-do conto degli strascichi psicofisi-ci che le coppe europee si porta-no dietro. Si gioca ogni tre giorni,considerando anche che merco-ledì prossimo si ritorna in campoper il turno infrasettimanale.Diventa quindi basilare attuareun turnover intelligente senzaperò snaturare l'ossatura delleformazioni tipo. E allora cheJuventus vedremo oggi alMassimino? Quella schiacciasas-si del campionato o quella timidae sfortunata d'Europa? Per ibianconeri la vittoria di domenicascorsa contro il Napoli, rivalenumero uno, è un segnale forte.Contro il Catania - partita delle12:30 - ci sarà sicuramente qual-che cambio rispetto al martedì diChampions. Conte cambia lalinea d'attacco con l'esclusionedel duo Matri - Giovinco a favoredi Quagliarella e Vucinic. Sullafascia sinistra, causa infortunio diAsamoah, la maglia di titolaredovrebbe toccare a Caceres.Sulla fascia opposta Isla favoritosu Lichsteiner. Il Catania, che incasa gioca un ottimo calcio, con-ferma l'undici che ha ben figuratoa san Siro contro l'Inter. L'unicodubbio riguarda Alvarez che è in

ballottaggio con Capuano. Lasquadra di Stramaccioni cercacontinuità di risultati contro ilBologna. Al Dall'Ara Pioli scen-derà in campo con una lineamediana folta per togliere inten-sità al centrocampo nerazzurro.Morleo è recuperato dopo lagara col Cagliari e Guarente ePazienza si contendono l'ultimoposto disponibile. Nell'Interancora fuori Snejider - si spera direcuperarlo a pieno per la sfida disabato prossimo contro laJuventus - stessa formazione chesta facendo vedere cose egregienelle ultime giornate. Pereiraritorna a sinistra, al centroGuarin dovrebbe partire dall'ini-zio per dare dinamismo. Attaccocon Palacio, Cassano e Milito.Match di cartello è quello delFranchi di Firenze tra i viola e laLazio. I biancocelesti sono unadelle squadre più in forma delcampionato e il terzo posto inclassifica lo dimostra. Se uscisse-ro indenni dalla sfida di oggi, rive-stirebbero a pieno diritto il ruolodi terzo incomodo. Petkovic stadimostrando di essere un allena-tore con gli attributi. Candreva, aldi là dei gol - sempre “pesanti” - èdiventato una pedina fondamen-tale. Hernanes e Klose sono i duetop player. Nella Fiorentina, inattacco accanto a Jovetic, salvosorprese dell'ultima ora, ci saràspazio per i muscoli e i centimetridi Luca Toni. Fuori Pizarro e

Roncaglia per squalifica, in difesaSavic dal primo minuto. A cen-trocampo Aquilani è arruolabilee potrebbe scendere in campodall'inizio. Sicuro titolare BorjaValero in cabina di regia, per glialtri due posti Montella decideràall'ultimo anche se i favoriti resta-no Migliaccio e Mati Fernandez.Scontro salvezza tra Pescara eAtalanta. Stroppa rispetto alla

partita persa a Udine recuperasia Terlizzi che Colucci con que-st'ultimo a sostituire Blasi. Inattacco Jonatas avrà certamenteuna maglia da titolare. Negli oro-bici un solo dubbio perColantuono: Bonaventura, dopoil gol vittoria contro il Siena, èfavorito su De Luca. LaSampdoria dopo l'exploit inizialedeve ritrovare smalto e risultati.

Contro il Cagliari torna capitanGastaldello. A difendere la portaci sarà Berni in sostituzione dellosqualificato Romero, Estigarribianel tridente offensivo, per il restosquadra tipo. Per quanto riguar-da gli isolani, Ariaudo ed Ekdalfavoriti su Dessena e Rossettini.Ibarbo più di Sau a fianco delcileno Pinilla in attacco. Partita“tranquilla” tra Torino e Parma.Appaiate in classifica con novepunti, le due squadre potrebberoaccontentarsi di un pareggio pernon farsi male. Nei granataOgbonna è recuperato ma diffi-cilmente Ventura lo schiereràdall'inizio. Dall'inizio inveceStevanovic e Brighi. L'allenatoredel Parma ritrova in difesaLucarelli dopo la squalifica maperde per infortunio Galloppa ilcui posto sarà preso da Aquah. Inporta Pavarin al posto dello squa-lificato Mirante, in attaccoAmauri con uno tra Pabon eBelfodil. La nona giornata sichiude con due posticipi: Napoli -Chievo e Roma - Udinese. I par-tenopei, dopo il passo falso delloJuventus Stadium, sono obbligatialla vittoria per non perdere ulte-riore terreno dal primo posto efarsi risucchiare dalle inseguitrici.La Roma che sta diventando unamina vagante, in caso di vittoriarientrerebbe prepotentementenella classifica che conta. Vietatofare calcoli, fra settantadue ore, siritorna in campo.

Continuità e fatti concreti, peruscire dalle secche della clas-sifica. Questa l'analisi di

Fabrizio Melara, intervenuto nellaconferenza stampa odierna."Stiamo provando diversi moduli-spiega il laterale destro-, ma credoche queste cose lascino il tempoche trovano. Il segeto è trovare unatteggiamento più continuo, per-chè troppe volte ci siamo concessidelle pause, giocando a sprazzi.Solo con la mentalità giusta, possia-mo abbandonare presto il penulti-mo posto della classifica". Le diffi-

coltà nell'approccio, sono dovuteanche ad una questione mentale."Non scendiamo in campo tran-quilli- prosegue-, la paura di sba-gliare e le difficoltà nei risultati fini-scono col deconcentrarci. ACesena, per esempio, ci siamo tra-scinati la sconfitta in casa colLivorno, e per questo all'inizio era-vamo in grossa difficoltà. Superatol'impatto negativo però, sonoemerse le nostre qualità, ed abbia-mo reagito da vera squadra".Anche per quanto riguarda il ruolodi sua competenza, l'ex spallino

ammette che c'è qualcosa damigliorare. "E' dura fare tutta lafascia- ammette Melara-, ma sonoconsapevole che devo crescere infase difensiva. Cross sbagliati? E'normale che quando devi fareentrambe le fasi, pecchi un pò dilucidità. Ripeto, c'è qualcosa daaffinare, anche perchè in carrieraho giocato prevalentemente con ladifesa a quattro. Centrocampistainterno? In allenamento abbiamoprovato col mister questa soluzio-ne, pensando che possa rivelarsiutile in fase di spinta offensiva".

Così come dichiarato da Barillà,anche secondo Melara con l'Ascolici sarà solamente un risultato daconquistare. "Bisogna tornare avincere, senza chiacchiere.Abbiamo a disposizione solamentei tre punti, che ci serviranno peruscire da una classifica che noncompete alla Reggina. In settimanaabbiamo lavorato bene, studiandoal meglio un avversario ostico erognoso. Siamo convinti di averetutte le qualità, per superare questoostacolo". Lorenzo Vitto-Reggionelpallone.it

Reggina, Melara: "Basta approcci sbagliati"Serie B

Dopo la Championstorna la Serie A

Serie A

Si va verso la zona calda dellastagione tenendo conto deglistrascichi psicofisici che le coppeeuropee si portano dietro. Sigioca ogni tre giorni,considerando anche chemercoledì prossimo si ritornain campo per il turnoinfrasettimanale.

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Parlandodi...

Sport

Siderno: squadra affidata ad Etna Alla luce delle ultime vicende che hannoriguardato la società sembra opportunochiarire quanto segue:La società del Siderno, alla luce del delu-dente avvio di campionato, ha ritenuto didover prendere delle drastiche decisionisia per quanto riguarda l’aspetto tecnicoche per quanto concerne l’aspetto econo-mico. Ad inizio stagione si era allestita unasquadra ambiziosa pur conoscendo le dif-ficoltà oggettive che un torneo dispendio-so come quello di Eccellenza potesse pre-sentare con la consapevolezza dettatadalla promessa di altri soci di coinvolgerealtri soggetti. Dopo i 5 punti in sette garedi campionato e la bruttissima prestazionecontro il Roccella in Coppa Italia ed anco-ra analizzata la differenza tra entrate eduscite necessarie per coprire i costo totaledel campionato si è reso necessario taglia-re alcuni rimborsi spesa “esosi”. La deci-sione era stata quella di discutere inmaniera "garbata e cordiale" con il giocato-re Pietro Candido , che è stato alle dipen-denze del Siderno per diversi anni e che èstato sempre "ringraziato" e "rimborsato"delle spettanze. Anche ad inizio campio-nato gli sono state infatti corrisposti gliemolumenti relativi al saldo della passatastagione. E si tratta di un somma non dipoco conto in questo periodo di crisi.Quindi non risulta vera la notizia fornitaalla stampa in cui lo stesso giocatore

dichiara testualmente “di non aver presoancora un euro”. Per i giocatori Rametta eLeone il discorso è stato molto diverso. Perloro i motivi sono esclusivamente “discipli-nari”, in particolare per Michele Rametta,nonostante i continui richiami in più circo-stanze lo stesso atleta inveiva contro i pro-pri compagni di squadra ed anche perché,pur avvisato di una diffida dopo la giorna-ta di squalifica di Bocale, ha fatto tutto ilpossibile per farsi scioccamente ammoniredall’arbitro e quindi di conseguenza farscattare la nuova squalifica . E’ opportunoprecisare che proprio in questa settimanaal giocatore, essendo arrivato in ritardo,scadeva il primo rimborso spesa. PerLeone, anche lui espulso ad Acri, la societàaveva provveduto già a settembre a rim-borsare la prima mensilità. Ma vogliamocredere che il giocatore domenica scorsaessendo apparso svogliato e privo di stimo-li abbia sbagliato gol clamorosi in manierainvolontaria. Considerando che siaRametta che Leone costavano parecchioalla società , basti pensare che in sette garedi campionato hanno realizzato la miseriadi un solo gol. Tutti gli altri calciatori (tracui Pettinato e Mascaro) venivano confer-mati dalla società. Anche a loro era statacorrisposta la rimanenza della passata sta-gione ed a Pettinato era stato anticipatoanche un cospicuo anticipo sulla primamensilità. Martedì, alla ripresa degli alle-

namenti, nonostante i ragazzi dell’underfossero impegnati a Bianco in una gara dicampionato juniores si comunicava allasquadra la decisione della società con lapromessa che entro venerdì sarebberostate corrisposti a tutti i calciatori rimasti lespettanze relative alla prima mensilità sca-duta con l’autorizzazione da parte dellasocietà, si badi bene, a non presentarsidomenica a Guardavalle qualora non sifosse ottemperato all’impegno. Il risultatoè stato che nessun calciatore è sceso incampo ad allenarsi. Un'offesa per lasocietà e per tutta la città. A quel punto èscattata la decisione di disputare il campio-nato puntando tutto sui giovani e sull'orgo-glio dei nostri valorosi giocatori di Sidernoe della zona . La società sta cercando di

fare tutto il possibile per garantire cononore la permanenza nella serie A regio-nale di calcio. Ormai nella nostra città, nel-l'indifferenza quasi generale, si stanno per-dendo tutti i simboli. Si ricorda che attual-mente i soci sono appena 9 ( RaffaeleSalerno, Antonio Parisi, Vinicio Errigo,Francesco Commisso, Enzo Commisso,Pasquale Gagliardi, Enzo Leonardo,Nicola Troiolo, Pasquale Sgotto, più losponsor ufficiale “Santacroce Caffè”) chesono tutti quanti da elogiare e ringraziarepubblicamente, stesso ringraziamento vafatto anche ad alcune aziende che sonostate vicine con la consueta partnershipmentre tante risentendo della crisi nonhanno potuto sostenere la squadra.Inoltre, gli incassi allo stadio sono media-mente di 300 euro e le istituzioni non ero-gano più contributi di nessun genere.Queste entrate non bastano a program-mare con serenità il futuro. Ecco perchè,conti alla mano, non si poteva gestire uncampionato dispendioso come quello diEccellenza se non puntando alla drasticariduzione dei costi. Sperando di aver fattochiarezza sulle ultime vicende societarie sicomunica che la squadra a seguito delledimissioni dell’ex tecnico Guglielmo Telli èstata affidata al neo allenatore del Siderno,Enrico Etna.

La società

A Roccella è ufficialmente parti-to il nuovo corso, a guidare lasquadra nel dopo Figliomeni èstato chiamato FrancescoFerraro, allenatore di grandeesperienza che conta otto annialla guida delle varie formazionigiovanili della Reggina, l’ultimodue anni fa con la formazione pri-mavera, poi la parentesi di Acri eadesso il Roccella. Per il presi-dente Giannitti il nuovo mister èl’uomo giusto per rilanciare lasquadra e raggiungere gli obietti-vi prefissati ad inizio stagione:”Lasquadra non è finita e credo che

sia ancora possibile raggiungeretraguardi importanti, sono con-vinto che ci potrà essere una svol-ta. Mister Ferraro è stato il nostrounico e solo contatto, la nostraunica e sola scelta, i motivi sonovari, a parte le caratteristicheumane e professionali Ferraro èstato un giocatore del Roccellaquindi conosce l’ambiente e nonha posto condizioni per accettarel’incarico. Ha grandi motivazionie sono sicuro utilizzerà la suagrande esperienza mettendola alservizio della squadra.” Queste leprime parole del nuovo mister del

Roccella:“In una presentazionedel genere mi fa piacere vederetante persone, lo so che questo èun bonus però so anche che que-sti bonus senza i risultati si posso-no perdere. Se qualcuno mi con-sidera un pivello come allenatoreio rispondo che alleno dal ’98, inquesti anni grazie a giocatoriimportanti, ho raggiunto dei tra-guardi importanti. Avendo delleambizioni personali ho intrapresoun percorso formativo che mi haportato ad allenare nelle variecategorie giovanili della Reggina,fino ad arrivare alla guida della

primavera, un campionato diffici-le nel quale trovi tanti giocatori eallenatori preparati.” “Accetti diallenare Roccella perché sai ditrovare una società importante,anche l’incontro di stasera mi haconfermato di avere a che farecon un presidente che esce fuoridalla norma per quanto riguardale società di calcio. Non ho por-tato il mio staff perché ritengoche le persone che ci sono quasiano valide e credo che, per certiaspetti, la continuità sia quasid’obbligo, col tempo impareremoa conoscerci perché la conoscen-

za è fondamentale per trovare lasoluzione dei problemi. Mi sentodi promettere serietà ed impe-gno, qualche problematica c’è e cilavoreremo su per cercare d risol-verla. Adesso è il momento difare risultati importanti di mododi non allungare ancora di più laclassifica sono sicuro che se gio-cheremo bene i risultati arrive-ranno. Non sono venuto qui perrimanere tre anni a prescindere,sono venuto qui per fare bene ese non dovessi riuscirci andròsicuramente via.”

www.asroccella.it

OTTAVA GIORNATA H.14,30BOCALE - ISOLA C.R.

CASTROVILLARI-SERSALE BRANCALEONE-SOVERATO

CATONA-SILANA

N.GIOIESE-ACRIGUARDAVALLE-SIDERNO

S.LUCIDO-ROCCELLA (IERI)

PAOLANA- RENDE

CLASSIFICA

N.GIOIESE 19

GUARDAVALLE 15 SILANA 7

CASTROVIL. 8RENDE 16 ISOLA C.R. 7

ACRI 12

PAOLANA 10 SAN LUCIDO 1

SIDERNO 5SOVERATO 12 BRANCALEONE 5

SERSALE 12 BOCALE 7

ROCCELLA 8CATONA 9

ROCCELLA / Ieri anticipo in tv con il San Lucido

IN EVIDENZA

Gianntti:Mister Ferraro è statoil nostro unico e solo contatto,la nostra unica e sola scelta, imotivi sono vari, a parte lecaratteristiche umane eprofessionali Ferraro è stato ungiocatore del Roccella quindiconosce l’ambiente e non haposto condizioni per accettarel’incarico.

È iniziata la nuova “era” Ferraro

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la Rivieradi...

OTTAVA GIORNATA

BOAVLINESE-REGGIOMED.

GIMIGLIANO-TAURIANOVESEGALLICESE-PALMESE IERI

MONTEPAONE-SAN CALOGERO

RIZZICONI-GIOIOSA JONICAPOLISTENA-BIANCO

M.GIOIOSA-VILLESE

DAVOLI- R.CATANZARO IERI

CLASSIFICA

TAURIANOVA 16

BIANCO 14 MONTEPAONE8

GIMIGLIANO 9GALLICESE 16 DAVOLI 8

PALMESE 12

M.GIOIOSA 11 R. CATANZARO 0

POLISTENA 4GIOIOSA J. 12 VILLESE 4

REGGIOMED. 13 BOVALINESE 7

S.CALOGERO 10RIZZICONI 11

PROMOZIONE

Tra le squadre più attrezzate perun campionato di vertice, nel giro-ne B di Promozione troviamosicuamente il Bianco Calcio. Unmix di esperienza e freschezza gio-vanile, all'inegna di un progettosocietario valido ed ambizioso. Ainostri microfoni, il dg PasqualeSergio fa il punto della situazionein csa jonica, senza nascondere l'e-norme contentezza per l'ottimaposizione di classifica occupata.“C’è soddisfazione per il clima diserenità e di sana euforia intornoalla squadra- dichiara- dimostratocon la sottoscrizione di centoabbonamenti da parte di altrettan-ti soci sostenitori, per un progettoche vede il raggiungimentodell'Eccellenza nel giro di tre anni.Ovviamente, le grandi ambizioninon possono certo trascurare ilnostro settore giovanile, una vetri-na notevole per far conoscere emettere in mostra alcuni giovanitalenti, già sotto la lente d'osserva-zione di alcuni grossi club. Fioreall’occhiello di questo settore, è la

nostra Juniores: siamo davveroorgogliosi di questi ragazzi, i quali,con due vittorie e un pareggio, sitrovano ancora imbattuta. Liseguiamo con grande attenzione,per dargli l’opportunità di metter-si in mostra anche in prima squa-dra". Un ulteriore segreto, è rap-presentato dal dodicesimo uomoin campo. "Abbiamo un pubblicosempre presente e numeroso-conclude Sergio-, che ci sostiene almeglio e ci carica di maggiori

motivazioni e stimoli per prosegui-re nel migliore dei modi il nostroprogetto societario. Domenica ciaspetta una difficile trasferta inquel di Polistena, squadra coriaceae temibile in casa propria, ma noil’affronteremo con la convinzionee l’obiettivo di prendere i tre punti,considerati anche i rientri dallasqualifica di giocatori importanticome Agostino, Criaco ed il fuoriquota Di Giacomo”.

Angelo A.Cristiano-rnp

M.Gioiosa J.

Tantissima rabbia per tutta lasettimana in casa Marina dopola sconfitta di domenica nel

derby contro il Bianco dell'ex GigiCaridi. Perdere una gara che i giallo-rossi avevano in mano ha fatto moltoarrabbiare mister GianniScigliano:”Abbiamo giocato unabuona partita sono dispiaciuto per iragazzi e per tutto l'ambiente perchéla sconfitta è immeritata. Il calcio pur-troppo è così abbiamo sprecato tantoe siamo stati puniti nel nostromomento migliore della gara. Non honulla da rimproverare ai miei ragazziche hanno interpretato la gara nelmodo migliore, abbiamo messo in dif-ficoltà una delle migliori squadre deltorneo mi dispiace molto perderecosì purtroppo sta capitando spesso inquesto avvio di campionato. Nonsono contento solamente dal fatto chespesso perdiamo facilmente la testainnervosendoci troppo terminando legare con delle espulsioni che ci pena-

lizzano oltre modo. Purtroppo ancorauna volta l'arbitraggio non mi è piaciu-to ma al di la di questo noi dobbiamoessere più disciplinati. Adesso dobbia-mo rimboccarci le maniche e pensarealle prossime sfide di campionato ad

incominciare da oggi pomeriggio con-tro la Virtus Villese il torneo lungoper cui c'è tutto il tempo per rimedia-re. Sono convinto che i ragazzisapranno reagire esprimiamo unbuon calcio ma la fortuna continua a

voltarci le spalle. Sono dispiaciuto perle ricorrenti espulsioni dovrò ancorauna volta fare a meno domenica dipedine importanti che non mi per-metteranno di mandare in campo lanostra formazione tipo , sei espulsioniin sette giornate di campionato sonoveramente troppe il perché di questoeccessivo nervosismo non riesco anco-ra a capirlo lavoreremo tanto ancheper migliorare questo aspetto ancheperché voglio giocarmi tutte le partitein undici con tutte le squadre di que-sto campionato”. In casa giallorossaoggi pomeriggio oltre ai tanti squalifi-cati bisognerà valutate le condizioni dialcuni giocatori uscenti malconci daBianco che potrebbero saltare la sfidacon i Reggini . Tutto lo staff tecnico hapreparato al meglio la sfida casalingadi oggi pomeriggio con l'unico obbiet-tivo quello di incamerare i tre puntiper dimenticare la sfortunata sfida diBianco.

NICODEMO BARILLARO

La fortuna ha girato le spalle aigiallorossi di Gianni Scigliano

Bianco, Sergio: “Ambizioni ed entusiasmo, andremo lontano”

La vittoriadel raziocinio

Gioiosa Jonica

La vittoria del raziocinio, ma anche del cinismo e dell'e-quilibrio: Il Gioiosa Jonica di Silvano dimostra di nonessere una squadra “bollita” e spazza un bel po' di nubidalle prospettive future che questo campionato potràoffrire. Domenica nel derby contro la Bovalinese è pia-ciuto l'approccio alla gara dei ragazzi biancorossi ; lasquadra è parsa concentrata e ben equilibrata, riuscendoa fare leva su quelli che sono innegabili valori aggiunticome Denaro, Siclari, Libri, Giovinazzo e i tanti fuoriquota tutti giovani che si stanno mettendo in grande evi-denza. Siamo contenti di aver riportato entusiasmo intor-no a questa squadra, ma dobbiamo essere bravi a nonmontarci la testa e a rimanere umili, la stagione è ancoralunga e ricca d'insidie afferma Silvano che si gode una vit-toria sofferta ma alla fine contro la Bovalinse ci abbiamocreduto tutti insieme lottando fino alla fine . Faccio i com-plimenti alla Bovalinese che anche in inferiorità numeri-ca ha giocato una buona gara , ma i miei ragazzi ci hannocreduto fino alla fine rimanendo concentrati sfiorando larete del raddoppio che per quello che siamo riusciti a fareavremmo anche meritato. Abbiamo detto ad inizio sta-gione che ci consideravamo una possibile outsider di que-sto campionato. Siamo una squadra con l'età media par-ticolarmente bassa, e questo, molte volte, può comporta-re poco equilibrio sia dal punto di vista della tenuta men-tale che del rendimento. Dobbiamo riuscire a vivere nelmigliore dei modi i momenti, positivi e non, che capite-ranno durante la stagione. All'inizio dell'anno l'avevodetto. Cercherò innanzitutto di creare un gran bel grup-po, che possa regalarci delle belle soddisfazione. Pensoche siamo sulla buona strada ma c'è ancora tanto, tantis-simo da fare e da lavorare. Per quanto riguarda l'aspettotecnico, credo di avere degli ottimi giocatori. Ma ripeto,non è stato fatto ancora nulla dobbiamo continuare alavorare per migliorare ulteriormente e credo che solocosì riusciremo a fare un grande campionato”.

N.B.

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Previsto per questo pomeriggio l’incontrodella Viola Reggio Calabria che, nellasesta giornata del campionato Dna dibasket, incontrerà l’Eagles Bologna. UnaViola entrata in una crisi che sta diven-tando sempre più nera. Settimana scorsaè infatti arrivata la terza sconfitta conse-cutiva, la quarta stagionale. C’era aria diriscossa in casa neroarancio dopo la dop-pia disfatta di 15 giorni fa e ci si aspetta-va una pronta risposta contro il SanSevero, squadra decisamente alla portatadei reggini. Invece, la compagine di coachBolignano non ha saputo reagire controuna squadra che è stata letteralmente tra-scinata dal proprio leader, il senegaleseGueye, e ha finito per cedere per 84-78.Grande il rammarico a fine partita e fortela sensazione di aver sprecato l’ennesimaoccasione. Un peccato per una squadrache sa di valere molto più dell’ultimo

posto in classifica (seppure in coabitazio-ne con altre quattro squadre). C’è biso-gno di una reazione forte, sin dal matchodierno. Se, infatti, è ancora presto perfare gli allarmisti, soprattutto perché sitratta di una squadra che è ancora in fasedi assestamento, è anche vero che ilsestetto reggino ha bisogno di trovare lagiusta quadratura il prima possibile, pernon essere costretto a fare un campiona-to di rincorsa. La prova odierna assumecosì una notevole importanza, perché laViola ha di fronte a sé una squadra dal-l’ottimo livello individuale e che ha dimo-strato sinora di voler recitare un ruolo daprotagonista in questa stagione.Fondamentale sarà l’approccio del sestet-to neroarancio. Serve essere aggressivi infase d’impostazione e cinici in difesa, perpoter conquistare quel successo casalingoche ancora manca in questa stagione.

Diciotto anni e un passato già ricco disuccessi. Giovanni Tocci è un tuffatorecosentino dalle grandi doti, dentro e fuoridall’acqua. Inizia con il nuoto, poi arriva-rono i tuffi. Il suo percorso juniores è diquelli da incorniciare. Successi e podi.Con essi le aspettative crescono. Ma ini-ziano anche gli infortuni: «Nel 2010 misono lesionato il braccio. Nonostantel’infortunio giunsi quarto da tre metri esettimo dal metro». Un infortunio che loflagella, rallentandone l’attività agonisti-ca e costringendolo a un’operazione.Quando le cose sembravano potersicomplicare Giovanni trova la forza perrisalire la china. Il 2012 è l’anno dellaconsacrazione a livello internazionale.Dopo l’ascesa giovanile, riesce a conqui-starsi la prima qualificazione per unevento assoluto a livello internazionale: icampionati europei di Eindhoven.Conquista una meritata finale e chiude alnono posto. La gara sancisce il definitivopassaggio nell’elite dei tuffi. Una svoltaper un ragazzo ancora giovanissimo madalle idee molto chiare riguardo al pro-prio futuro. In prospettiva di un ulterioresalto di qualità, Giovanni ha infattipotenziato gli allenamenti, cambiandoalcuni tuffi e incrementando il coefficien-te di difficoltà per aumentare la sua com-petitività a livello internazionale. Il puntodi riferimento? «Mi ispiro principalmen-te ai tuffatori cinesi. Sono praticamenteperfetti e, a oggi, restano quelli da batte-re». Un mondo, quello dei tuffi, al qualeGiovanni si è da sempre dedicato conimpegno e dedizione totale, spesso sacri-ficando un po’ la vita tipica dell’adole-scente. Eppure, l’idea di una vita spessofatta di privazioni non sembra rappresen-tare un problema «La piscina è la miapassione più grande. Quando poi arriva-no i risultati e le soddisfazioni ti compen-sano per tutti i sacrifici che hai fatto». Unragazzo con la maturità e la consapevo-lezza di un uomo adulto. «A volte soffrola tensione della gara. Cerco, però, sem-pre di convertirla in adrenalina. E nonmollo mai». La determinazione di ungiovane che vede il proprio futuro.«L’obiettivo principale è, al momento, laqualificazione per i mondiali assoluti diBarcellona 2013. Tenterò di qualificarmisia da tre metri, individuale e sincro, cheda uno». A lungo termine, invece, l’obiet-tivo è ancor più prestigioso: «Si, puntoalle Olimpiadi di Rio 2016 e alla qualifi-cazione in finale. Sarà dura, perché iltasso tecnico dei partecipanti sarà altissi-mo, ma ci proverò». Un obiettivo al qualesiamo sicuri che Giovanni arriverà al top,perché con l'umiltà, la determinazione eil talento di cui dispone, potrà conquista-re non solo la finale ma anche qualcosa dipiù. Sogno? Beh, si vedrà tra quattroanni. Noi su di lui ci puntiamo.

PERSONAGGIPERSONAGGI

GiovanniTocci

la Riviera

Oltre la rete,a cura di Giovanni Larosa

SESTA GIORNATALUCCA - SAN SEVERO

TREVIGLIO - PERUGIAOMEGNA - LATINA

REGGIO CALABRIA - BOLOGNA

CASALPUSTERLENGO - FERRARACASTELLETTO - FIRENZE

BARI - TORINO

AGRIGENTO - CHIETIMIRANDOLA - MATERA

CLASSIFICA

BARI 8

MATERA 8 RECANATI 4

CASTELLETTO 4TREVIGLIO 8 CHIETI 4

LUCCA 6

BOLOGNA 6 LATINA 2

MIRANDOLA 2TORINO 6 REGGIO CAL. 2

FIRENZE 6 SAN SEVERO 4

AGRIGENTO 6 OMEGNA 2

FERRARA 6 PERUGIA 2

Terzo impegno stagionale, secondo casalingo,per l’Asd Volley Cinquefrondi che ha affron-tato, ieri pomeriggio, tra le mura amiche diVia Palmara, l’Eclisse Occhiali di Trapani. Unmatch molto importante contro un’avversariadi altissimo livello. Tuttavia, il Cinquefrondi èarrivato a questo scontro diretto come meglionon avrebbe potuto. Dopo l’ottima prestazio-ne fornita all’esordio, il sestetto di mister

Polimeni si è ripetuto, e alla grande, sul diffi-cile campo del Leonforte Enna, imponendosiper 3-1. Un successo difficile, contro una dellesquadre più forti del campionato, che ha con-sentito alla neopromossa di balzare al coman-do della classifica di serie B2. Un primo postoin solitaria, che fa capire come ilCinquefrondi non voglia recitare un ruolo dacomprimaria in questa stagione, ma punti

apertamente ai play-off. L’aspetto più positivoè dato non soltanto dal fatto che la squadra siaancora a punteggio pieno (unica, peraltro, nelgirone) ma principalmente dalla qualità delgioco sinora espresso dalla compagine dimister Polimeni. Consistenza in attacco, soli-dità in difesa e schemi ben consolidati: questisembrano essere i tre punti di forza di unCinquefrondi che non ha ancora finito di stu-pire.

Volley, B2: la leader Cinquefrondi ospita Trapani

CASALPUST. 4

AVVIENE IN CALABRIA

Calcio a 5: lo Sporting Locri affronta Matera

Domenica di grande importanza in casa Locri. La squadra di misterArmeni, neopromossa nella serie A di calcio a 5 femminile, attende l’ItaFergi Matera. Uno spartiacque decisivo per lo Sporting che, dopo tre gior-nate, si trova ancora a zero punti. La sconfitta della scorsa settimana control’Aufugum ha evidenziato l’importanza di una reazione. Come sottolineatodallo stesso allenatore «la squadra ha bisogno di tempo per assorbire i ritmidella serie A». Una prova d’appello, quella odierna, che non si può fallire.

Continuano le soddisfazioni in casa Tubisider Cosenza. Il tecnico federalePaolo Zizza ha infatti convocato per ilcollegiale di Imperia della nazionalegiovanile, in programma dal 28 al 31 ottobre, il centroboa Giusy Citino e ilportiere Divina Nigro. Due atlete che hanno compiuto notevoli progressinell’ultimo periodo, diventando determinanti nei successi della squadracosentina. L’ennesima soddisfazione per la Tubisider, che solo qualche set-timana fa aveva avuto l’ufficializzazione del ripescaggio in serie A2.

Pallanuoto: Citino e Nigro in nazionale giovanile

Basket, Dna: Viola, controBologna servono i due punti

La capolistaGioiosa in casa

TERZA GIORNATA:Us Volley Modica - Csain Club RagusaMisterbianco Catania - Coordiner CataniaPallavolo Augusta Siracusa - Luck Volley RCCarrefour Lamezia - Callipo Sport Vibo ValentiaEcoross Rossano - Spes Group Leonforte EnnaASD Cinquefrondi - Eclisse Occhiali TrapaniCLASSIFICA:Asd Cinquefrondi 6; Luck Volley RC 5; Trapani eLamezia 4; Modica, Augusta Siracusa eMisterbianco Catania 3; Leonforte Enna eCoordiner Catania 2; Csain Ragusa, TremestieriCatania, Rossano e Vibo Valentia 1.

La Sensation Gioiosa Jonicaaffronta oggi l’Ottica MandelliReggio Calabria, nell’incontrovalevole per la terza giornatadel campionato di serie C fem-minile di pallavolo. Un match alquale la squadra di misterLatella arriva alla grande, dopol’ottimo successo ottenuto tra lemura casalinghe contro l’AvorioCastrovillari. Al termine dellaseconda giornata, la Sensation èinfatti ancora a punteggiopieno, e fa parte del gruppettodi cinque squadre che guidanola classifica. Tra queste, c’èanche l’Ottica Mandelli ReggioCalabria. Un incontro che rap-presenta il primo importantebanco di prova per il GioiosaJonica e che potrà dire meglioquale ruolo giocherà la squadradi mister Latella in questa sta-gione.

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la Riviera

Biblioteca Meridionalista

DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 27

C'erano una volta le lavandaie. E, al loro ricordo, si associaimmediato l'armonia di un canto a più voci frammisto all'ar-gentino sciabordare dei panni nel torrente. Le ampie gonne con grembiule avvoltolate alle ginocchia, i

bruni capelli raccolti dentro nastri o foulard, le larghe ceste suiciottoli scintillanti del greto che s'imbianca dentro la verde cor-nice di una fluente vegetazione…Romba la lavatrice sussultando tra le strette pareti del bagno diservizio, comodo ritrovato di un progresso che ha dato voce anuovi rumori e situazioni. E cerchi ancora, ma inutilmente, l'armonia di quell'anticocanto che va dissolvendosi come un sogno notturno all'impat-to col nuovo giorno. Spariscono quelle fiabesche creature, leallegre risa, gli spruzzi d'acqua sonori. Sirene che il progresso ha rosicato lasciandoci appena la liscadi un ricordo.

MESSAGGI NEL TEMPOdi Daniela Ferraro

Lavandaie...

ANTONIO LATELLA Scriveva come un Dio. E di uno che scrive come un Dio non si può cheessere discepoli. La sua fu la faziosità superiore di chi non serviva unacasta politica, ma la causa nobile e alta della Città, ridotta a feudo politico.

PASQUINO CRUPI

Con Totò Latella non potevoandare d’accordo, e per tan-tissimi anni d’accordo non

andai. Lui era democristiano didestra, un conservatore, della spe-cie preziosa, monumentalizzata daGiuseppe Prezzolini nel«Manifesto dei conservatori»(1972). Io ero o mi sentivo unrivoluzionario, un rivoluzionario diprofessione. Un comunista cro-cian-marxista, leninista e anchestalinista- stalinista, però, per rea-zione alla colossale ritirata dell’in-tero gruppo dirigente comunistareggino dalla adulazione«all’Uomo che più di tutti avevafatto per l’Umanità» . Lui battevala via nazionale alla Democraziacristiana, io battevo la via naziona-le al Socialismo. Eravamo stati fatti da madre natu-ra per scontrarci, non per incon-trarci. Lui era intransigente, forseanche monoideico, e intransigentee monoideico lo ero pure io. Ma ciuniva- questo ovviamente quandoio ero cresciuto negli anni- l’idea,che adesso giudico folle, dl giorna-lismo come guida alla azione poli-tica. I politici non dovevano cheleggere le nostre opinioni e com-portarsi conseguentemente. Sulpiano nobile, era la perdurantefiammata dell’illuminismo, d’unaconcezione che metteva in risaltola nobiltà della parola scritta. Sulpiano della realtà, non c’era chel’egoismo dello spirito, che volevariportare tutto ai suoi bisogni aisuoi desideri, alla pianificazionedel mondo politico.Totò Latella di questo giornalismopraticistico, cioè di questo giornali-smo che aveva sempre una tesi dasostenere e da far trionfare possi-

bilmente, è stata l’incarnazioneperfetta. Nessun giornalista inCalabria più di lui e come lui èstato giornalista totus politicus e,come tale, destinato a far prevale-re le opinioni sui fatti, a fare deifatti altari indiscutibili delle sueopinioni. La sua fu una faziositàsuperiore Non servì un raggrup-pamento politico o, come oggi sidirebbe, la casta, ma servì unacausa, la causa che egli ritenevanobile e alta: quella della città diReggio, che, prima d’essere infan-gata, era stata calpestata, oppressa,messa sotto i piedi, ridotta a feudopolitico. Qui i democristiani eccel-lenti di Catanzaro e di Cosenzafacevano man bassa di voti di pre-ferenza , e i democristiani localinon avevano altra ambizione chequella di ricevere mance, disputan-do tra loro a chi era più bravo nel-l’attaccarsi per primo alle taschedella giacca di Antoniozzi, diFoderaro, di Misasi, di Pujia.Ricambiarono il favore, appaltan-do il capoluogo a Catanzaro, e neilunghi mesi del luglio 1970 TotòLatella fu il lanciafiamme dellaCittà, che vide tradita. Su quei fatti si discute ancora, maper chi tanto amò la Città non c’èbisogno d’attendere il giudiziodella Storia. La regginità è stato ilserto di gloria del giornalista TotòLatella. Costruire unaDemocristiana cristiana autonomanella città di Reggio, dar vita a ungruppo dirigente, che tale fosse, fuquesta, fondamentalmente, la bat-taglia giornalistica il percorso diTotò Latella. E gli parve che l’orafosse venuta quando sulla scenapolitica irruppe un giovane gior-nalista, bene attrezzato, VicoLigato, che finalmente riuscì a bat-tere l’oligarchia cosentina, supe-

rando in numero di preferenzeRiccardo Misasi. Totò Latella nonebbe dubbi e di Vico Ligato fu ilmentore e la guida, nonostante ilgiovane e impetuoso politico recal-citrasse. Con l’assas-sinio di VicoLigato TotòL a t e l l atende aimpallidi-re, forsea sparire.Sparisced o p otangento-poli er e s t amacchiaindelebi-le di certamagistra-tura regginal’aver aperto leporte del carcerea un giornali-sta, comeTo t ò

Latella, che aveva avuto comeprimo motore l’amore per la Città,e della sua testa aveva fatto la stel-la polare dei suoi interventi giorna-listici. Sui giornali nazionali, come“Il Tempo”, diretto da Gianni

Letta, e su quell’autenticogioiello, uscito da sue mani,

il settimanale “I giorni”. Scriveva da Dio. E diuno che scriveva come

un Dio non si puòche essere disce-poli. Un grandemaestro, unmaestro avver-

so. Ma sempremaestro. LA BIOGRAFIA

Totò Latella è morto giovedì 18gennaio quasi novantenne. Eranato a Reggio il 2 febbraio1923.Era nato per fare il giornalista.Primo addetto stampa delGoverno Alleato, istituito pressola Prefettura di Reggio Calabriadopo la fine della SecondaGuerra Mondiale, la sua firmaha fatto bella vista sui giornaliquotidiani, come “Giornale diSicilia”, “La Voce di Calabria”,“Gazzetta del Sud”, “IlMessaggero”, e periodici, come“L'Airone” e “Calabria”.Dall'ottobre del 1957 è statoredattore de “Il Tempo”, diret-tore Giani Letta, fino all'etàdella pensione. Poi, venne l'oradel settimanale “I Giorni”, a suaimmagine e perfetta somiglian-za. Un gioiello . Ha raccontatose stesso, le miserie e la nobiltàdel giornalismo, Reggio e i suoigruppi dirigenti in “Taccuinosegreto” ( Città del Sole,Reggio Calabria 2006).

Maestro avverso, ma sempre maestro

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Parlandodi...

Un percorso all’insegna della tradizione edei sapori. Questo il leit motiv della quat-tordicesima edizione della Festa del Fungo,in programma ieri e oggi a Mammola. Unevento che, ormai, rappresenta una certez-za all’interno del contesto locale, a talpunto da portare alla creazione di un’a-zienda, Mammola Funghi, interamenterivolta alla valorizzazione dei prodotti tipi-ci del paese. Un progetto originatosi 14anni fa a opera dell’Associazione Amici delFungo. «L’idea di questa festa – ci raccontaCosimo Romeo, presidentedell’Associazione - è nata dalla nostravolontà di rivalorizzare un prodotto che inpassato era centro focale dell’economia delnostro paese e rappresentava una vera epropria risorsa per la comunità, ma chepurtroppo, negli ultimi anni, era passato insecondo piano. Grazie alla nostra iniziativaabbiamo reso di nuovo il fungo uno deisimboli di Mammola». Un’associazioneche, nel corso degli anni, è cresciuta a vistad’occhio, aprendosi ai giovani e ai volonta-ri, per un gruppo che comprende, almomento, circa 60 persone. «Siamo moltocontenti del progetto che si è sviluppato inquesti anni ed è per questo motivo che ilnostro lavoro non si limita soltanto allacreazione della Festa, ma punta a valoriz-zare e far capire alle persone l’importanzadel fungo e degli altri prodotti tipici dellanostra realtà». Un progetto di portatamolto ampia, finalizzato alla comprensionedi un mondo al quale in passato non è stataprestata la giusta attenzione. Ecco il perchédelle tante iniziative organizzate, come l’e-scursione in montagna con le scuole, even-to portato avanti da molti anni, che puntaad avvicinare i più giovani al mondo deifunghi. «Si tratta di capire non soltanto labontà del fungo come prodotto ma, soprat-tutto, la sua importanza all’interno deinostri boschi».Un successo che ha condotto alla nascita diun’edizione estiva, giunta all’ottavo anno di

vita, che ha regalato grandissime soddisfa-zioni all’Associazione e all’intera comunitàmammolese. «Quest’estate 10.000 personehanno partecipato all’edizione estiva dellaFesta del Fungo, un risultato che ci ha resodavvero felici». Un’idea, quella della crea-zione di una sagra estiva, nata per soddisfa-re i turisti che non avevano la possibilità dipoter partecipare alla festa autunnale. L’evento sta, ormai, per prendere il via e ipreparativi fervono. «Da due anni ormaipossediamo una struttura coperta che ciconsente di ospitare, in caso di pioggia, ben1000 persone. Una struttura per la quale citeniamo a ringraziare il dott. Antonio Scali,assessore alle attività produttive, che ci hasostenuto con grande dedizione». La mani-festazione avrà luogo nella parte alta delpaese dalle ore 12:00 alle 24:00 e sarà allie-tata da canti e balli tradizionali.

Giovanni Larosa

Come Presidente del Comitato FestePatronali, sento il dovere - ancora unavolta - di esprimere la mia gratitudineverso tutti coloro i quali hanno collabo-rato per la riuscita dei festeggiamentipatronali, che di anno in anno acquista-no sempre maggiore rilevanza. Grazie,anzitutto, al nostro Vescovo, padreGiuseppe Fiorini Morosini, che ha pre-sieduto la Santa Messa solenne -durante la quale la città di Siderno haofferto il Cero Votivo alla Regina diPortosalvo. Ringrazio l’Arciprete,mons. Cornelio Femia, guida saggia edilluminata della nostra ComunitàParrocchiale, custode solerte della bel-lissima statua lignea della Madonna diPortosalvo e della nostra Chiesa.Grazie di vero cuore al CommissarioPrefettizio di Siderno, il dott. LucaRotondi che ha colto il senso profondoe l’importanza della festa di Portosalvo,documentandosi sulla stessa e manife-stando la ferma volontà di realizzarlanel miglior modo possibile, senza inuti-li sprechi e salvarguandando la vivibilitàe il decoro della festa e dell'intera Città.Grazie al sub-Commissario Prefettizio,il dott. Salvatore Gullì, per l’attenzionerivolta alla nostra Festa e l’efficace col-laborazione per la buona riuscita dellastessa. Ringrazio, altresì, tutte leAutorità Civili e Militari, le Forzedell'Ordine, il Segretario Generale e iFunzionari del Comune, i Tecnici e gliOperai comunali e tutti coloro i qualisono impegnati per la realizzazionedella Festa. Grazie di cuore al sig.Tonino Scordo e a tutti quelli chehanno regalato qualche iniziativa oqualche spettacolo per le serate difesta: grazie al M° Mary Sgrò e alla suascuola; alla Associazione Sportiva“Gioiosa Dance”, a Maria Cherubinoed ai suoi “Giovani Artisti”, ai GioiaPopolare e ai Kalavrìa. Un ringrazia-mento al carissimo vicario parrocchia-le, padre Giovanni e al predicatorepadre Francesco Lanzillotta. Un gra-zie, per l’impegno profuso, a tutti icomponenti del Comitato FestePatronali, che mi onoro di presiedere.Ringrazio l’Associazione GiovanileSanta Maria di Portosalvo per la colla-borazione e la dedizione quotidiana.Tutti i collaboratori parrocchiali, checon passione, gratuità e non pochisacrifici, si dedicano alla Festa diPortosalvo: la Commissione Liturgica, iMinistranti, i Cori, i Ministri istituiti estraordinari, le Animatrici del SantoRosario, i Catechisti e le Signore checurano la pulizia e il decoro dellaChiesa. Un ringraziamento al sacresta-no Mario, prezioso collaboratore ememoria storica della Parrocchia ed aisuoi fedelissimi Pino e ToninoAmbrosio. Arriverderci al prossimoanno.

Il Presidente del Comitato Feste Patronali

Damiano Verteramo

IL DIALETTO CALABRESE E LE CONTAMINAZIONI STRANIERE

CULTURA E SOCIETÀ

MAMMOLA

Festa del Fungo tra tradizioni e sapori

ANTONELLA ITALIANO

Avete mai pensato di intimidirequalcuno? L’espressione minac-ciosa potrebbe rivelarsi più chicse ai suoni del dialetto nostranoaccostassimo il termine francesebuffettuni o jiffula. Non sarebbetroppo sbagliato, considerandoche sempre francese è lo sgarrodi chi vi ha offeso. Come è accaduto a me, l’altrogiorno, quando ho avuto unincrescioso contrattempo.Mentre col fazzoletto asciugavole posate ho visto un topo vicinoal braciere. E quel buontemponedel macellaio, invece di aiutarmi,stava lì a mangiare uva e a scher-zare col sarto. Che rabbia!

Potrei dirvi tutto questo in fran-cese, se voi me lo chiedeste. Mel’avete chiesto? Va bene allora:travagghiava cu muccaturi pestuiari na broccia quandu vitti nusurici vicinu o braceri. E gliusciampagniuni du bucceri era gliàchi mangiava racina e catugghia-va u custureri. Chi mangiasuma!ops… Chi raggia!Ma quando arrivo al limite dellasopportazione baratto il franceseper lo spagnolo di Castiglia. Ed èil caso di stare lontani da me,perché mi armo di scupetta e, aiprimi scamogghi (pretesti), miroalla capezza. O almeno dico. Poi mi accorgoche, in mano, ho solo na cucchià-ra, così mi rimetto alla pignata e

continuo a cucinare. E resta unsemplice sfogo.E ‘nzertati cos’è? Spagnolo…catalano!Nelle giornate meno movimen-tate, invece, siedo volentieri sulgradino di casa, mangio un pani-no con semi di sesamo, un po’ dicarrubba e dolcissima uva dagliacini grossi. Allontano così i pen-sieri tristi, e non peno più per lecose di poco conto. Relax arabo,in realtà. Vi dico anche questa, ed è l’ulti-ma, giuro. U jornu mi ssettusupra u bizzolu e mangiu pani cagiuggiulèda, poi carùbba e zibbib-bu duci. E rassu i brutti penseri,senza i mi lattariu pè c…! (la cen-sura è d’obbligo in questo caso).

Ed ora un “classico”: il greco. Animali: carcarazza (gazza),bucalaci (lumaca), zzimbaru(caprone). Utensili: bucali (boc-cale), bùmbula (brocca piccolaper acqua), tiganu (tegame). Egli alimenti (sennò chi cucina-mu?): timogna (cumulo digrano), scordo (aglio), petrusìnu(prezzemolo), cuddhura (pane diforma circolare). Concludiamocon la frutta: pricopa (albicocca)e ciuràsa (ciliegia). E attenti anon ingoiare i curcuci (noccioli).Fanno male!Fanno male proprio come lanostra Calabria, adorabile masofferente. Una terra che, puressendo stata per secoli la nacadi tanti popoli, ora sembra infet-

ta da una chjastima, e stenta arisollevarsi. E mi siddiu quandoci definiscono incolti. Peggio:rozzi. O forse ci suonerebbe piùgentile essere “grecamente”chiamati paddechi. La formacambia, la sostanza è peggiore.Gravissimo è, infatti, quandosiamo noi i primi a vergognarcidei nostri suoni, senza conside-rare che questi sono, al contra-rio, il frutto di cultura e di storia.Tanta storia. Se siamo paddechinoi, allora lo sono anche i fran-cesi, i greci, gli spagnoli catalanie di Castiglia, gli arabi.Figuriamoci i latini. Ma “a malanominata a leva u lupu”. E sta-volta ve l’ho detto tutto in cala-brese originale.

«A mala nominata a leva u lupu»

AVERE 40 ANNI E NON SENTIRLIÈ ormai un classico. Tutte le grandi ideee le grandi aziende sono nate in un gara-ge. Quello spazio quasi intimo e familia-re sembra così essere diventato l’incuba-tore dove tanti imprenditori hannomosso i primi incerti passi. È successoper esempio con due ragazzi un po’visionari di Cupertino che trasformaro-no, senza nemmeno volerlo, il modo incui siamo abituati a considerare oggi icomputer. Così, sono passati 40 annitondi da quando Rosario Rubbettinodiede vita, in uno scantinato di SoveriaMannelli, piccolo ma vivace centro sullapreSila catanzarese, al primo nucleo diquella che sarebbe diventata una dellepiù significative realtà tipografiche ededitoriali del Sud Italia, ma soprattutto aquella casa editrice che per prima, conaudacia e coraggio riuscì a sdoganare inItalia i grandi classici del pensiero libera-le, offrendo al pubblico italiano nuovistrumenti interpretativi della realtàalternativi a quella visione marxista che

all’epoca la faceva da padrona. Creareuna casa editrice così lontana dai grandicircuiti dell’editoria nazionale sembravauna follia, e solo Rubbettino, con lacaparbietà del calabrese e l’audacia del-l’imprenditore schumpeteriano potevariuscire nell’intento.Rosario Rubbettino non c’è più, portatovia troppo presto da una brutta malattia,ma quella creatura uscita dalle sue maniè più che mai attiva e vivace e si preparaa spegnere questa quarantesima cande-lina con il modo più consono che sipossa immaginare per una casa editrice:con i suoi libri. Arriva così in libreria unaimperdibile mini-collana, denominata "Igioielli", composta da quattro grandiclassici da collezione scelti per rappre-sentare al meglio i temi e le aree in cui laCasa Editrice si è distinta in questi anni.I quattro volumi sono tutti disponibilicontemporaneamente in libreria, in edi-zione cartonata.

Ringraziamentidel comitato

FESTA PORTOSALVO

L’APPUNTAMENTO

Il ristorante enoteca Micuicola, sito a Marina di Gioiosa Jonica inCorso Carlo Maria 189, organizza oggi, dalle ore 20:30, una seratavolta alla scoperta e alla degustazione di alcuni pregiati e rinomati vinipiemontesi. L’evento, progettato in collaborazione con l’AssociazioneItaliana Sommelier Delegazione Locride, prevede una cena che, perogni portata, vede l’accompagnamento di un ottimo vino, consigliatodal sommelier Pierfrancesco Multari. Un’occasione unica per potergustare delle deliziose pietanze e dei gradevoli vini. La serata sarà inol-tre allietata dalla musica di Mario Muscolo e Peppe Platani.

Tutti i gusti del Piemonte

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la Riviera

foto NOTIZIE

San Nicodemo al Santuario delBosco, nel parco d’Aspromonte, ci arrivain fuoristrada. La processione ricorda leantiche sfilate dei cacciatori di cinghiali,in giro coi “trofei” zannuti per il paese,proprio al rientro dalle battute.

Bivongi ospita il vescovo Morosini. Ilmonsignore concilia gli animi. Il sindacoFelice Valenti e il capo dell’opposizioneIvan Leotta mettono da parte le lorodivergenze e così tutta la cittadinanzariscopre la sua purezza d’animo.

Bovalino Superiore e le autorità insopralluogo per quantificare i danni diun’alluvione, negli anni Cinquanta. Sonostati riconosciuti: l’ingegnere AgostinoDe Pasquale, l’arciprete Pelle, mons.Caminiti (alias ‘ndo Antoni), il sindacoPietro De Domenico, don Chiarantano.

Disversi è un’agenzia di servizieditoriali, con sede a Reggio Calabria,che oggi regala un sogno: scrivere. Lofarà con un workshop che prepareràquanti vorranno cimentarsi con lastesura di fiction, racconti, poesie.

In una Milano soffocata daiventi del malaffare la proclama-zione dei vincitori dell’undicesi-ma edizione del PremioLetterario “Corrado Alvaro” haassunto una valenza straordina-ria. Ancora maggior perché ilmessaggio è arrivato da SanLuca che in molti si ostinano aconsiderare “l’atomo opaco delmale”, dove un gruppo di volon-tari ha deciso di investire soprat-tutto nella cultura portando ingiro per il mondo il suo figlio piùillustre, quel Corrado Alvaroche nella letteratura italiana edeuropea del Novecento haavuto un ruolo di primo piano.L’evento si è svolto nella sugge-stiva cornice del Chiostro dellaChiesa dedicata al patrono dellaCalabria, San Francesco, angolovia Montenapoleone, ed è statopossibile grazie alla collabora-zione della Federazione Italianadei Circoli Calabresi, presentecon il presidente Italo Rechichie il vice presidente NicolasGallizzi. Al tavolo della presi-denza, dopo i saluti di Nicolas

Gallizzi, che ha ribadito l’impor-tanza della cultura come stru-mento di crescita, il presidentedella Provincia di ReggioCalabria, Giuseppe Raffa, e icomponenti della Fondazionedi San Luca. In Calabria però dapiù di due anni la RegioneCalabria e l’assessorato allaCultura si sono dimenticati chea San Luca c’è una Fondazioneche ha deciso di investire nellacultura, negandogli quei finan-ziamenti senza i quali una strut-tura che non ha fini di lucro nonpuò durare a lungo. E la procla-mazione dei vincitori e la relati-va premiazione come ci hannodetto don Pino Strangio,Giuseppe Strangio, BrunoBartolo, Sebastiano Romeo eAntonio Vottari, i promotori del“Progetto Cultura”, sono statipossibili loro stessi, hannomesso le mani in tasca e nell’at-tesa di un qualche sollievofinanziario hanno chiesto unfido a una banca locale. AldoMaria Morace, presidente dellaFondazione e Pro rettore

dell’Università di Sassari, ha poiannunciato i nomi dei vincitoridelle varie sezioni. Per laNarrativa è stato sceltoCarmine Abate con il romanzo“La collina del vento”, edizioniMondadori. La sezione OperaPrima è andata Marco Balzanocon “Il figlio del figlio”,Avagliano Editore. La sezioneriservata alla Saggistica è stataassegnata a Pietro Bagnoli con“Una vita demiurgica”(

Biografia di Filippo Burzio),Utet, mentre per la sezioneGiornalismo è stato sceltoGiuliano Santoro, autore di “Sudue piedi, (camminando per unmese attraverso la Calabria)edizioni Rubbettino. Il premioSpeciale per la Narrativa è statoassegnato invece a MarisaFasanella, con “Rimorsi”, edito-re Pironti, mentre ilRiconoscimento del CdA èandato a Cosimo Sfarmeli eFrancesca Parise per il libro“Un carabiniere nella lotta allandrangheta”, Falzea Editore.Un Riconoscimento speciale èstato assegnato inoltre aFortunato Nocera, scrittore edex segretario della Fondazioneper il bellissimo libro, “La male-dizione della cometa rossa”,Edizioni Book Sprint. I presti-giosi Riconoscimenti alla carrie-ra sono andati a Tullio DeMauro e padre Stefano DeFiores, alla memoria( Cultura),Giovanni Mario Filocamo, pre-sidente del Tribunale di Locri(Legalità e Giustizia) e Lorenzo

Del Boca (Giornalismo). Poi èstata la volta deiRiconoscimenti ai “CalabresiIllustri”. In cattedra sono salitil’avvocato G. Salvatore Stivala,originario di Melicuccà e ilmagistrato in pensione, MarioDaniele . La cerimonia si è con-clusa con la consegna, sempredel Riconoscimento diCalabrese Illustre, al cantantesolista del gruppo Rap dei“Gemelli Diversi”, FrancescoStranges in arte “Strano”, origi-nario di San Luca, dove ha tra-scorso tutta l’infanzia fino all’etàdi diciotto anni.Quest’ultimo Riconoscimentosarà assegnato anche aGiuseppe Raffa (Presidentedella Provincia di ReggioCalabria), BeniaminoChiappetta, (Promoter di MissItalia per la Calabria), AntonioTallura (Attore) e Sante DeAngelis, presidente del presti-gioso premio Bonifacio VIII. Ivincitori saranno premiati saba-to 10 novembre a San Luca

Antonio Strangio

In novemila martedì hanno datoil benvenuto a Biagio Antonacciin concerto in una affollatissimapiazza del popolo a Reggio.Pullman da tutta la Calabria enon solos o n o

accorsi per quello che è stato unvero e proprio evento:l'unica datacalabrese del tour nazionale.L'artista milanese,re incontrasta-to delle classiche italiane,haincantato la folla con oltre dueore di buona musica su cui si sonomagistralmente esibiti il gruppodi ballerini ed artisti di strada cheaccompagnano le perfomancedel tour. Nonostante ,infatti,le monumentalidimensioni del palcol'artista ha optato peruno stile piuttostominimalista dellos tesso :nessun

effetto spe-

ciale o proiezioni digitali ad effet-to , i veri effetti speciali sono statiquelli degli acrobati e trampolieriche hanno lasciato a bocca apertala folla reggina. Il clou dell'esi-bizione si è avuto sulle note deltormentone dell'estate “Non vivopiù senza te” una pizzica travol-gente che ha fatto ballare senzasosta il pubblico,anche quello nonpiù giovanissimo:lo stesso can-tante ha scovato nella folla una“fan” d'eccezione la nonna Marianovantaquattrenne di Reggio cheha strappato un sorriso al can-tante e non solo. L'artista haavuto parole di profonda ammi-razione per la nostra bella terranon ha mancato,infatti,di elogia-re i calabresi per la tenacia che hafatto sì che si realizzasse la tappareggina ed ha scherzosamentefatto notare come solo il mite

clima calabrese avesse potutofar realizzare il con-certo all''aperto.Che dire,a menodi un mese daquello che dove-va essere ilconcerto diAntonelloVenditti aLamezia ilpubblico cal-abrese ha saputodimostrare il propriocalore a chi la nostraterra ha dato prova diamarla.

Anna Laura Tringali

Reggio Calabria

aBiagio Antonaccispalanca le braccia

PREMIO CORRADO ALVARO

I vincitori dell’undicesima edizione

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Parlandodi...

La verità dell’Iride Il brizzolatodi Benjamin Bowson di Ruggero Brizzi

L’eco del silenzio La Campana di vetro

DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 30

Il paese dei tifosi

Suerte di Rosario Parise daTorano Castello, studente in Roma

Nelle littorine calabre, quando scam-bio qualche chiacchiera, temo sempreche Lunedi rivedrò stampata a “chi l'havisto”, con tanto di neo con pelo lungotra i segni particolari, la foto del miointerlocutore.Era così la signora alla mia destra, cheingurgitava banane, panini con pro-sciutto e biscotti a ripetizione, con l'a-rea completamente spenta e lo sguar-do perso nel vuoto. Ed era un po' piùfolle, invece, Gaetano detto “Nino” daCampana, 1500 abitanti sul livello delmare cosentino. Sessantasette annisuonati, cazziatoni al capo perché “nonè possibile questa storia” e confidenzeal sottoscritto “difenditi sottolineando idisagi, se non hai il biglietto”. Ninonella sua vita aveva fatto il pastore sullaSila, il custode dei campeggi sulloIonio, il pasticciere in Germania, l'au-totrasportatore nel mondo, portandosempre in cuore l'amore per la propriaterra.Il destino gli aveva riservato Arderio.Un genero bergamasco, costruttore difunivie, categorico nella critica allanostra regione e preciso all'inverosimi-le: suo figlio era costretto alla cinturaanche se seduto dietro (nonno Ninoquesto non lo concepiva proprio) e laraccolta differenziata era la sua ostina-zione. Nino provò due settimane ad avvici-narsi nei monti lombardi a genero,figlia e nipote, ma la sua umiltà, la suagratitudine e quel pizzico di furbiziacalabra tutta molto particolare, nonriuscirono ad essere compatibili con ilprofondo nord. Anticipò di dieci giorni il rientro, suiquindici di soggiorno previsto, quandoArderio fece notare al suocero che labottiglia di birra non andava differen-ziata completamente nel vetro, maandava sciacquata, pulita dall'etichettae riposta nella busta verde del vetroriciclabile senza alcun pezzo di cartaattaccato. Senza dir nulla, all'indomani partì per ilrientro a Campana. Telefonò al suoarrivo. Rispose Arderio preoccupato eangosciato. Nino, senza salutare e tran-quillizzare disse solo il suo proverbiopreferito e richiuse il telefono: “Oh,Ardè... Ogni nasu a la faccia sua mera,e u toi a lu culo do' sumera” (Ogni nasosi addice alla sua faccia e il tuo si addi-ce al culo dell'asino.)

Tutti vigliaccamente zitti, perchéUmberto Eco è il più grande intel-lettuale italiano vivente, uno dei

pochi scrittori nazionali che sfondano all'e-stero. Un gigante della cultura. L'avessescritto un altro il suo articolo sturm und'ndrangheta, su repubblica, si sarebberoalzati tutti, come un sol uomo, i penninicalabresi a sbranarlo. Invece, acqua inbocca, tranne qualche kamikaze che ecce-pisce per confermare la regola, non aven-do nulla da perdere. Il grande Eco, voimeridionali, non vi vuole più. Non vuolepiù vedervi in giro per Milano a disturba-re. Gli piacevate quando arrivavate su e viinfilavate nelle fabbriche lunedì mattinaper uscirne sabato sera, e passavate ladomenica tappati in casa a lavarvi i panni.In fondo era come se a Milano voi non cifoste. C'eravate e non c'eravate. Presenti allavoro e assenti per tutto il resto. Sarà statoanche per il fatto che di casa ve ne stavatealla Bovisa o in posti simili o, meglio anco-ra, dormivate nei casolari persi nella bru-ghiera padana senza riscaldamenti ebagni, ma sempre meglio dei tuguri daiquali venivate. Eravate bella gente quandonon disturbavate. Ora date noia, e anchese in realtà la maggior parte di voi è anco-ra brava gente e pensa solo a lavorare èmeglio che vi leviate dai piedi. Dato che difaccia siete tutti uguali, come i neri e i gial-li, e costerebbe troppa fatica dividere ilbene dal male, andatevene via tutti, tantodi fabbriche per la vostra fatica non ce nestanno più. Se non lo fate non ci lasciatescelta, non potendo distinguere il granodal loglio saremo costretti a togliervi ilsaluto. Non vi offriremo più da bere. Neibar e nei ristoranti non ci siederemo piùcon voi. E la colpa è solo vostra, che diami-ne, i malacarne ve li dovevate tenere giù amassacrare quei pochi di voi rimasti inmeridione. A Milano dovevate portare gliuomini di fatica, che stavano in città soloper quella e nei teatri, nei bar, nei cinemanon avevano il tempo d'entrarci.

Le manifestazioni in questo Paesediventano oggi quantomai ridi-cole. La gente non ha dimenticatocome si urla, come si spacca unvetro, come s’incendia un’autodella polizia. Sembra tuttavia averrimosso perché lo fa. Mandrie distudenti che scioperano al matti-no, pochi che partecipano a unconvegno o ad una sempliceassemblea. Cittadini che rivendi-cano i propri diritti, chepreferiscono passare la domenicapomeriggio a guardare le partite

piuttosto che andare a votare.Forse tutto questo ha un sensorecondito, forse le due cose nonsono così distanti. In fin dei conti,le domeniche allo stadio non sonocosì dissimili dalla nostra situ-azione: tanto fumo, tante invet-tive, tanti scontri. Così tanti che si finisce perdimenticare che dietro a tutto ciòsi sta giocando una partita, e chealla base di tutto esistono le piùelementari e fondamentali regoledel fair play.

BRIGANTI

TOTO' BRIZZI In quel di Ardore si è svolto un importan-te raduno targato “Solidarietà Calabrisi”,un'associazione di promozione socialenata a settembre per volontà del prof.Duccio Mallamaci e del legale FrancescoPalmeri. Un gruppo composto da venti-quattro membri, provenienti dalla jonicareggina, da Vibo Valentia e Cosenza,appartenenti a varie categorie professio-nali. Il raduno è stato ospitato da MimmoFrascà, intellettuale e artista ardorese, cheper l’occasione ha destinato il suo creativolaboratorio a locale di convivio, dove si èsvolto l’amichevole simposio. Nel piccoloopificio artigianale tra statue di gesso,busti in argilla e dipinti contemporanei ècollocata una forgia per fondere il bronzo,impiegata dall’artista per realizzaresopraffine statue. Suddetta forgia incarnaun invidiabile primato, è l’unica in attivitàin Calabria, tra le pochissime al Sud. Inquesta suggestiva cornice si è dipanata lariunione, scaturita dalla necessità forte-mente sentita a livello calabrese, e nonsolo, di rafforzare ed estendere l’influenzadella visione di Solidarietà Calabrisi al finedi incidere maggiormente in manierapositiva sulla situazione del popolo cala-brese. I temi trattati sono stati svariati. Inparticolare, è stata posta grande attenzio-ne all’esame dell’attuale situazione mon-diale, con specifico riferimento alla crisieconomica, sociale e culturale che sta tor-mentando l’intero pianeta. Mentre la crisieconomica e sociale avanza travolgendointeri popoli, come quelli greco e spagno-

lo, e mettendo in forte crisi lo stesso popo-lo italiano con un impoverimento genera-le e disoccupazione diffusa, le classi diri-genti reagiscono in modo sempre più anti-popolare con tasse, imposte e leggi che,oltre a impedire lo sviluppo produttivogenerale, restringono sempre di più gliambiti democratici della nostra società emanifestano uno stile sempre più autori-tario nella gestione della cosa pubblica.Per quanto riguarda l’Italia Meridionaletutti hanno giudicato estremamente posi-tivo l’estendersi del movimento culturaledi revisionismo storico sui 150 annidell’Unità d’Italia e sul sempre maggioresvilupparsi e rafforzarsi del movimentomeridionalista. È stato molto apprezzatoche anche a livello istituzionale si sianomanifestati dei segnali di cambiamentomolto positivi, rappresentati in particolare

dalla restituzione ai parenti legittimi deiresti mortali del brigante e compatriotaAntonio Villella, di Motta Santa Lucia(CZ), affinchè vi fosse data degna sepoltu-ra. Da quasi 150 anni le spoglie del brigan-te erano esposte in bella mostra come tro-feo di guerra nel Museo Lombroso diTorino, come simbolo di un bieco antime-ridionalismo. Per quanto riguarda laRegione Calabria, da troppi e da troppotempo vituperata, si è speso un giudizioestremamente positivo sull’iniziativa chefavorisce la produzione locale. È stata,invece, deplorata la contro iniziativa estre-mamente antipopolare del governo attua-le che, per difendere gli interessi dei gran-di complessi monopolistici globali, haattaccato pesantemente questo specificoprovvedimento della regione Calabria chefavorisce le piccole produzioni locali d’al-ta qualità. Il Meridionalismo è dunquel’ambito ideologico in cui si muoveSolidarietà Calabrisi, che persegue lo spe-cifico intento di rivalutare la secolare sto-ria calabrese, talvolta cancellata dallamemoria, arbitrariamente occultata escientificamente insabbiata. Il sostantivo“Solidarietà” denota l’azione etico-socio-logica del gruppo, che mira a una piùforte coesione del popolo calabrese attra-verso la solidarietà e l’autorevolezza iden-titaria . In questo senso gli amici diSolidarietà Calabrisi concedono ai lettoridella Riviera un messaggio di speranza: “Imparate dal passato, Vivete per il presen-te, sognate per l'avvenire”

SolidarietàCalabrisi,tra passato e futuro

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la Riviera

DOMENICA 21 OTTOBRE 2012 LA RIVIERA 31

Blob of the week

Quando si dice...amici da una vita

Largo, fate passare il nuovo dottore...Complimenti Luigi!

Il consigliere comunale di Roma MimmoNaccari a Reggio con due amici ...

Bruno Gemelli, Romano Pitaro, Domenico Nunnari e Filippo Diano.L’informazione sacra

Daniela Ferraro, nostrapreziosa collaboratrice

Il nostro caro amico di Strill alezione da Riccardo Iacona

Sposa barbuta sempre piaciuta ??? Chi dice party, dice Kikko Lombardo

Albanese e Bonelli tra le fan delTaranta projet

Anche Lorena alle selezioni diVideocalabria

Tanti auguri a Miriam e Francesca

Ilario. Non hanno le ali, ma esistonoancora; illuminano ogni tramonto

con una dolce aurora.

Facce da Kampus !!!Ilario e Martino

MariaGrazia aMilano con icolleghi delMBA, tra

Chanel e YvesSaint Laurent

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