la prima infanzia lo sviluppo sociale (attaccamento

41
Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE LA PRIMA INFANZIA LO SVILUPPO SOCIALE (ATTACCAMENTO) [email protected] 1

Upload: others

Post on 04-Oct-2021

3 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

LA PRIMA INFANZIA

LO SVILUPPO SOCIALE (ATTACCAMENTO)

[email protected]

1

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE IMPORTANZA DEGLI AFFETTI

•  La relazione affettiva regola lo sviluppo •  In che maniera? à varie teorie (teoria psicosessuale di

Freud, teoria dell’attaccamento, teoria di Winnicott, teoria dei sistemi complessi ecc.)

L’attaccamento è una motivazione intrinseca nell’essere umano, che ricerca protezione.

Non è una motivazione subordinata ai bisogni alimentari o fisici, poiché l’attaccamento stesso è considerato un bisogno primario.

La relazione è una motivazione intrinseca nell’essere umano. La mente è relazionale e nella relazione “espandiamo la coscienza” (costruiamo significati relativamente al nostro posto nel mondo)

Oggi sembra scontato! Oggi abbiamo l’idea di uomo come essere profondamente relazionale (e nella relazione includiamo gli affetti)

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

“Tutti noi, dalla culla alla bara, siamo felicissimi quando la vita è organizzata come una serie di escursioni lunghe o brevi dalla base sicura fornite dalle nostre figure di attaccamento” (Bowlby)

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Cos’è l’attaccamento?

E’ un legame del bambino con una particolare figura di riferimento, inizialmente la madre, che fornisce protezione e accudimento e che si pone come base sicura dalla quale il bambino può esplorare il mondo.

Si sviluppa nei primi anni di vita del bambino, ma è possibile costruire legami di attaccamento con altre persone durante tutto l’arco dell’esistenza.

Cos’è il comportamento di attaccamento? E’ quel comportamento che permette di mantenere la vicinanza con la persona che si

ritiene adeguata possa aiutarci ad affrontare il mondo Cos’è la teoria dell’attaccamento?

Studia come il legame di attaccamento si forma e si sviluppa nel tempo. Suo fondatore è John Bowlby (1907-1990). Le sue opere principali sono quelle racchiuse nei tre volumi di “Attaccamento e perdita” (1969; 1973; 1980). La teoria dell’attaccamento può essere considerata a pieno titolo un paradigma scientifico (Attili, 2001), poiché è caratterizzato da una visione globale sullo sviluppo del bambino e sulla psicopatologia.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Basi teoriche

• Psicoanalisi: importanza della relazione precoce madre-bambino fondata

sul soddisfacimento di un bisogno (di vicinanza e di cura). • Etologia: i cuccioli di varie specie manifestano fin dalla nascita

comportamenti innati volti a mantenere la vicinanza fisica con la madre, fonte di sopravvivenza.

Ipotizza che anche i bambini siano predisposti a creare un legame speciale con la madre e che per questo utilizzino specifici comportamenti di attaccamento (piangere, ridere, aggrapparsi), considerati schemi pre-programmati di funzionamento, che consentono di mantenere la vicinanza alla figura di riferimento, ai quali anche la madre risponde in modo automatico innato.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Gli schemi comportamentali biologicamente

fondati

Finalizzati alla sopravvivenza propria e della prole (modificabili con l’apprendimento/cultura) •  ATTACCAMENTO = proteggere sé dai pericoli,

dai predatori •  GENITORIALITA’ = proteggere la prole •  SESSUALE = riproduzione, sopravvivenza

della specie •  ALIMENTARE = sopravvivenza fisica •  ESPLORAZIONE = conquista di territori,

vantaggioso per l’evoluzione

TUTTO HA A CHE FARE CON LA SOPRAVVIVENZA. Anche le emozioni.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE “Ritengo utile considerare il comportamento genitoriale

come un esempio di una classe limitata di schemi comportamenti con radici biologiche, dei quali il comportamento di attaccamento è un altro esempio, il comportamento sessuale un altro ancora, e altri ancora sono il comportamento di esplorazione e quello alimentare. Ciascuno di questi schemi comportamentali contribuisce con le proprie specifiche modalità alla sopravvivenza dell’individuo o della sua prole. E’ proprio a causa del fatto che ciascuno di essi serve a delle funzioni così vitali che ognuno di questi schemi di comportamento è in un certo grado programmato. Lasciar dipendere il loro sviluppo unicamente dai capricci dell’apprendimento individuale, sarebbe il colmo della follia biologica” (Bowlby)

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Un po’ di storia…

•  Fino al 1950: il bambino sviluppa uno stretto legame con la madre perché lei lo nutre (ma in realtà il bambino non accetta e non si attacca a chiunque lo nutre…).

•  Konrad Lorenz: raccolse venti uova uguali di oca selvatica, le diede dieci ad un’oca domestica e dieci ad una tacchina. Poi trasferì le uova in un’incubatrice; al momento della schiusa, cercò di studiare il comportamento dei piccoli che uscivano. Poi li portò prima all’oca domestica, poi alla tacchina. Davanti ad entrambe i piccoli tornarono da Lorenz.

I piccoli avevano riconosciuto Lorenz come esemplare della propria specie e si comportavano nei suoi confronti seguendolo, proprio come gli altri pulcini nei confronti della loro madre. L’esito di questo imprinting rimane fissato nell’essere animale per tutta la durata della loro vita.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Nel 1972 fu condotto uno studio in un parco di

Londra, studiando bambini del secondo e del terzo anno di vita e misurando quanto questi bambini si allontanassero dalla madre; lo studio rivelò che difficilmente essi si allontanavano più di sessanta metri senza fare ritorno, ma se accadeva che il bambino perdesse di vista la madre, l’attività di esplorazione del territorio veniva dimenticata; in quel caso la cosa più importante diventava ritrovare la madre (se piccolo, il bambino piange; se più grande la va a cercare). Il comportamento di attaccamento (richiesta di vicinanza) è intensificato in condizione di dolore, fatica o paura, mentre è ridotta dalla prossimità o dal contatto con la figura materna.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

•  Le piccole scimmiette preferiscono, tra due madri “artificiali”, quella rivestita di stracci morbidi che non nutre a quella fatta di filo metallico, ma che dà nutrimento.

Queste ricerche mostrano come l’attaccamento con la madre è una variabile che ha un peso maggiore rispetto

all’apporto di nutrimento.

•  Vennero poi fatti anche altre studi, con madri “artificiali” fredde e calde, mostrando una preferenza per queste

ultime, e con madri ferme e “a dondolo”, preferendo anche in questo caso queste ultime.

•  Inoltre venne evidenziato l’effetto negativo dell’allevamento in isolamento sul comportamento sociale.

Harlow (1958) e le scimmiette

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Le separazioni dal caregiver

•  Provocano nel bambino ANSIA e RABBIA (se persistenti, sono nocive per lo sviluppo)

•  E’ normale che il piccolo provi emozioni negative

all’allontanarsi della figura di accudimento, le proteste messe in atto hanno una funzione adattiva, poiché evolutivamente hanno permesso la sopravvivenza della specie. Queste emozioni non porteranno a problemi nello sviluppo se il bambino ha imparato a sentire nella madre una “base sicura”, da cui potersi allontanare e da cui potersi rifugiare in caso di pericolo.(Bowlby, 1973)

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Lo sviluppo dell’attaccamento

Prima fase (0-2 mesi): il bambino mette in atto comportamenti di attaccamento non intenzionali, né selettivi (es., pianto, sorriso endogeno, aggrapparsi).

Seconda fase (circa 2-6 mesi): il bambino mette in atto comportamenti di attaccamento verso una o più precise persone, specialmente la madre.

Terza fase (circa 6-18 mesi): il bambino mantiene la vicinanza con la madre e piange se si allontana; compaiono la protesta alla separazione (7-8 mesi) e l’ansia da separazione (8-11 mesi): si è strutturato un legame di attaccamento vero e proprio. Il bambino può così permettersi di esplorare l’ambiente, utilizzando la madre come base sicura (12 mesi). Quarta fase (dai 18 mesi): se fino a questo momento era la madre a darsi da fare per mantenersi disponibile al bambino, ora la relazione è più propriamente bidirezionale e anche il bambino si adatta alle necessità materne.

In questo periodo può tollerare la lontananza dalla madre, grazie alle conquiste

cognitive, specialmente alla capacità di rappresentarsi mentalmente gli eventi.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

E’ proprio grazie alla capacità di rappresentazione mentale che in questo periodo si formano i “modelli operativi interni” (internal working model). Si tratta di rappresentazioni mentali di sé e della figura di attaccamento, basati su modelli ripetuti di esperienze relazionali con la madre.

La rappresentazioni, che inizialmente sono riferite solo alla figura di accudimento, vengono poi generalizzate e diventano un modello su

“come solitamente funzionano le cose nella mia relazione col mondo”, che consente al bambino di predire i comportamenti e di mettersi in relazione con gli altri, sulla base delle sue esperienze relazionali.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE LA STRANGE SITUATION

•  Mary Ainsworth e colleghi (1978)

•  per valutare l’attaccamento mamma-bambino a 1 anno di vita.

•  consiste nel creare una situazione avvertita come “pericolosa” dal piccolo, dal momento che si ritiene che siano queste situazioni ad attivare il sistema di attaccamento.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

La procedura sperimentale prevede otto fasi, ciascuna della durata di circa 3

minuti: 1)  Familiarizzazione con l’ambiente 2)  Mamma e bambino giocano insieme nella stanza 3)  Entra l’estranea e si siede 4)  La mamma esce (prima separazione) e il bambino rimane con l’estranea 5)  La mamma rientra (prima riunione con il bambino) e la donna estranea esce 6)  La mamma esce (seconda separazione) e il bambino rimane solo nella stanza 7)  Rientra la donna estranea, che sta nella stanza insieme al bambino 8)  La mamma rientra (seconda riunione) e l’estranea esce

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Cosa viene osservato? Si osserva l’attaccamento (Bowlby, 1969, 1973, 1980), operazionalizzato nei seguenti comportamenti: ü ricerca della vicinanza al caregiver ü effetto “base sicura” (comportamento esplorativo, anche in assenza della mamma) ü protesta alla separazione dal caregiver Quando i comportamenti vengono osservati? Si osserva il bambino nei seguenti momenti: ü alla separazione ü al ricongiungimento ü quando è da solo con l’estranea

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Stile B: Attaccamento sicuro • Il bambino con la mamma: esplora la stanza, gioca, si interessa all’ambiente • Il bambino senza la mamma: piange e si lamenta, ma si lascia consolare dall’estranea e riprende a giocare • Il bambino al ricongiungimento: accoglie la madre, le va incontro, si lascia consolare • Comportamento della madre: generalmente sensibile alle richieste del bambino e supportiva nei momenti di stress

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Stile A: Attaccamento insicuro-evitante • Il bambino con la mamma: è indifferente alla madre, si interessa all’ambiente ma non coinvolge la mamma, non la cerca con lo sguardo • Il bambino senza la mamma: non piange né si lamenta, continua nelle sue attività. È indifferente anche all’ingresso di un altro adulto • Il bambino al ricongiungimento: non si avvicina alla madre, la ignora, continua a giocare • Comportamento della madre: in genere non cerca il contatto fisico con il bambino, ne è infastidita e tende ad allontanarsi se il bambino la cerca attivamente

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Stile C: Attaccamento insicuro-ambivalente

• Il bambino con la mamma: non esplora, ricerca costantemente il contatto con la mamma • Il bambino senza la mamma: è disperato, piange molto ed è inconsolabile • Il bambino al ricongiungimento: sembra arrabbiato con la madre, le si avvicina e contemporaneamente la picchia, corre avanti e indietro tra lei e i giochi • Comportamento della madre: la madre generalmente non “si sintonizza” con il bambino, non riesce a rispondere alle sue esigenze ma gli si avvicina o gli si allontana sulla base dei propri bisogni

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Stile D: Attaccamento disorganizzato • Il bambino non sa cosa fare, appare confuso, non ha un vero e proprio schema preordinato di comportamenti ma li alterna rapidamente • La figura di attaccamento che dovrebbe fornire protezione è la stessa che infonde paura e che rappresenta il pericolo (tipico dei bambini che subiscono maltrattamenti o abusi da parte del genitore): il bambino non sa come reagire né come chiedere aiuto

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Le rappresentazioni mentali (MOI, IWM)

Stile B: Attaccamento sicuro

• Rappresentazione della mamma e degli altri: le persone generalmente sono disponibili ad aiutarmi nelle difficoltà

• Rappresentazione del mondo: il mondo è un posto in cui posso ricevere aiuto e sostegno

• Rappresentazione di se stesso: io sono degno di essere aiutato e amato

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Stile C: Attaccamento insicuro-ambivalente • Rappresentazione della mamma e degli altri: le persone generalmente sono imprevedibili e tendono a soddisfare i propri, anche quando esprimo un disagio • Rappresentazione del mondo: il mondo è un posto in cui ognuno pensa a sé, è imprevedibile • Rappresentazione di se stesso: io non sono degno di essere aiutato e amato

Stile A: Attaccamento insicuro-evitante • Rappresentazione della mamma e degli altri: le persone generalmente tendono ad allontanarsi e a non fornire supporto quando lo richiedo • Rappresentazione del mondo: il mondo è un posto in cui è meglio non esprimere il proprio disagio, poiché non si riceve aiuto • Rappresentazione di se stesso: io non sono degno di essere aiutato e amato

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Gli sviluppi attuali della teoria dell’attaccamento

Un attaccamento insicuro è legato, secondo i teorici dell’attaccamento, allo sviluppo di disturbi psichici.

Bowlby individua alcuni eventi della vita cruciali nello sviluppo della psicopatologia (ansia, depressione, psicosi…), ad esempio: la perdita dei genitori, la separazione prolungata, la mancanza di cure.

I suoi collaboratori/successori hanno rivolto la loro attenzione ad aspetti più sottili dell’interazione genitore-bambino, in particolare ci

si è concentrati sul costrutto della “sensibilità materna”.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE Cosa influenza lo sviluppo di un attaccamento sicuro o insicuro?

“L’accudimento materno dà un chiaro contributo alla sicurezza dell’attaccamento. In particolare la sensibilità materna, la capacità della madre di rispondere adeguatamente alle manifestazioni di disagio del bambino, una stimolazione adeguata, la sincronizzazione interazionale e il calore, il coinvolgimento e la responsività si sono rivelati tutti predittori della sicurezza dell’attaccamento in moltissimi studi.

L’attaccamento evitante è generalmente predetto da uno stile interazionale con il bambino intrusivo, eccessivamente stimolante e controllante.

L’attaccamento del bambino ambivalente sembra in relazione con una generale mancanza di responsività e un basso coinvolgimento del caregiver.”

(Fonagy, 2001, “Psicoanalisi e teoria dell’attaccamento”, Raffaello Cortina, Milano, 2002, p. 25)

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Cosa si intende per sensibilità materna?

E’ la capacità della madre di percepire i segnali (fisici ed emotivi) del bambino e di rispondervi in maniera adeguata.

Oggi una più sofisticata prospettiva, sorta all’interno degli studi sulla Teoria

della Mente (capacità di riconoscere in sé e negli altri la presenza di stati mentali, come guida dei comportamenti, già affrontato nella Lezione 36), è quella proposta da Elizabeth Meins (1997, “Sicurezza e sviluppo sociale della conoscenza”, Raffaello Cortina, Milano, 1999).

Per la Meins la sensibilità materna è rappresentata anche dalla capacità

della madre di rappresentarsi il bambino come agente mentale, cioè dotato di una mente, quindi in grado di avere e comprendere stati mentali (intenzioni, emozioni, desideri…).

Tale capacità è definita mind-mindedness e la sua presenza influenza l’instaurarsi di un attaccamento sicuro.

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE “La frequenza con cui le madri e i padri fanno riferimento ai propri stati

mentali, nei racconti della propria esperienza infantile di attaccamento, è un

ottimo predittore della probabilità con cui i figli svilupperanno un attaccamento sicuro nei loro confronti.

…La comprensione che il caregiver ha della mente del bambino incoraggia l’attaccamento sicuro; l’accurata lettura che il caregiver fa dello stato

mentale del piccolo...favorisce a quest’ultimo la simbolizzazione del proprio

stato interiore, determinando così una migliore regolazione affettiva. L’attaccamento sicuro fornisce una base relativamente solida per

l’acquisizione di una piena comprensione della mente altrui. Di contro, il bambino evitante sfugge lo stato mentale altrui, mentre quello resistente si

focalizza sul proprio stato di angoscia escludendo scambi intersoggettivi. I

bambini disorganizzati potrebbero rappresentare una categoria separata; ipervigili verso il comportamento del caregiver, possono sembrare

acutamente sensibili al suo stato mentale, ma non sono capaci di

generalizzarlo al proprio stato mentale, che resta così disregolato e incoerente. “

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

LA PRIMA INFANZIA

LO SVILUPPO SOCIALE (libro)

[email protected]

27

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

La relazione con la “madre” è considerata cruciale per le relazioni affettive nel resto della vita da teorie diverse. Due di esse condividono l’idea di base di amore interessato

Alle origini delle relazioni sociali

Comportamentismo –  La soddisfazione di pulsioni primarie costituisce un rinforzo primario (fame-latte); –  per condizionamento classico gli eventi associati diventano rinforzi secondari (latte-madre) –  il bisogno di tale rinforzo crea una pulsione secondaria (dipendenza dalla madre, generalizzata ad altri adulti) –  la dipendenza genera ricerca di attenzione, vicinanza, paura degli estranei, che a loro volta diventano fonti di rinforzo; – antitetica all’autonomia, la dipendenza è positiva soltanto nei primi anni di vita

Psicoanalisi Freudiana – L’infante si trova in una

situazione di narcisismo primario: interesse centrato sul proprio corpo, principale fonte di piacere (succhiare);

– l’esperienza di soddisfazione dei bisogni attiva l’interesse verso la fonte di soddisfazione (madre);

– la soddisfazione dei bisogni dell’infante ha anche natura sessuale;

– le relazioni hanno un’origine non-sociale: “L'amore nasce dal bisogno soddisfatto di cibo" [Freud]

28

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Psichiatra britannico di formazione psicoanalitica, ha attinto dall’etologia l’idea di base che l’uomo, come gli altri mammiferi e vari uccelli, ha una tendenza innata a cercare vicinanza e contatto con un individuo della sua specie è attaccamento

Tale tendenza •  non è legata al cibo (gli anatroccoli seguono la madre

anche se si procurano il cibo da soli; le scimmie rhesus cercano un simulacro morbido e non quello che dà il latte)

•  ha una funzione adattativa di difesa dai predatori •  è un comportamento specie-specifico (istintivo)

organizzato in un sistema comportamentale a se stante Nell’uomo, poiché l’espressione emotiva e il comportamento

che l’accompagna sono l’unico mezzo di comunicazione madre-infante, la comunicazione emotiva diviene una caratteristica importante, prototipo delle relazioni intime per tutta la vita

J. Bowlby e la teoria dell’attaccamento

29

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Comportamento di attaccamento (osservabile): comportamento che porta a raggiungere o a mantenere la vicinanza con un’altra persona –  Segnalazione per far sì che qualcuno si avvicini o rimanga vicino (ad

es. pianto, sorriso, lallazione, richiamo) –  Avvicinamento (ad es. succhiare, aggrapparsi, muoversi a gattoni,

camminare) Sistema comportamentale dell’attaccamento (non

osservabile, postulato per spiegare i comportamenti d’attaccamento): programma o sistema di controllo che ha base nel cervello e stabilisce la meta di mantenere la vicinanza con uno o più individui; a tal fine esso mobilita e organizza vari tipi di azioni

Attaccamento/Legame di attaccamento: relazione durevole ed emotivamente significativa con una persona specifica

Definizioni

30

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

1.   Preattaccamento (0-3 mesi) –  Interesse per voci e volti, senza distinguere una persona dall'altra –  Comportamenti di segnalazione: pianto, vocalizzi, suzione, sorriso

2.   Attaccamento in formazione (3-8 mesi) –  Interesse e piacere più accentuati verso la madre e persone familiari –  Nessun segno di protesta o sofferenza se la madre s’allontana

3.   Attaccamento vero e proprio (8 mesi-2/3 anni) –  Il bambino usa la madre come base sicura per le sue esplorazioni –  Ansia da separazione se la madre si allontana –  Angoscia / paura dell'estraneo

4.   Rapporto reciproco (dai 3 anni in poi) – Crescente comprensione di stati mentali: nuovi mezzi per mantenere

la vicinanza (suppliche, broncio, lusinghe, tentativi di persuasione) 5.   Ulteriori sviluppi dell'attaccamento

–  Tolleranza crescente a brevi separazioni –  Diminuzione della paura degli estranei –  Disponibilità a instaurare rapporti di attaccamento con altre figure

Comportamento di attaccamento: fasi di sviluppo

31

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

La tesi di Bowlby

Bowlby si scosta dalla psicoanalisi rifiutando –  il nesso causale cibo-sesso à affetti –  la nozione di narcisismo primario –  l’idea di un processo maturativo, universale, in cui le

differenze individuali si riducono a fissazione o regressione a uno stadio

Introduce l’idea che molti disturbi di relazione derivino da un attaccamento ansioso e che la base di una vita relazionale positiva sia un attaccamento sicuro 1.  Un individuo fiducioso nella disponibilità della figura di attaccamento sarà meno propenso a paure intense, croniche 2.  Tale fiducia si costituisce lentamente durante l’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza e le aspettative così generate restano relativamente immutate nel corso di vita 3.  Le aspettative formate negli “anni dell’immaturità” sono riflessi abbastanza esatti delle esperienze reali

32

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

L’influenza delle esperienze passate sulle successive si esercita attraverso i modelli operativi interni (o anche operanti - abbreviato MOI):

•  sono rappresentazioni mentali in cui fin dall’infanzia viene codificata l’esperienza

•  perdurano nel tempo •  orientano il comportamento

I modelli operativi interni

se stessi le figure di attaccamento

la relazione di attaccamento

I MOI includono

33

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

Strange situation (Ainsworth)

episodi adulti presenti eventi 1 madre Il bambino gioca, la madre osserva

seduta 2 madre,

estraneo Entra l’estraneo e si siede, la madre lo saluta

3 estraneo La madre esce 4 madre La madre ritorna, l’estraneo esce 5 La madre esce 6 estraneo L’estraneo entra 7 madre La madre torna, l’estraneo esce

Osservazione sistematica in laboratorio; 7 episodi di 3’

34

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

•  Sicuro (65%) –  Esplora l’ambiente usando la madre come base sicura. Piange

alla separazione. Si avvicina alla madre quando torna e il pianto diminuisce.

•  Insicuro di tipo evitante (20%) –  Esplora l’ambiente senza badare alla madre e ai suoi

spostamenti. Reagisce all’estraneo allo stesso modo che alla madre. Al ritorno della madre, la evita o è lento a salutarla e, quando preso in braccio, spesso non si stringe.

•  Insicuro di tipo resistente / ambivalente (15%) –  Tende a rimanere vicino alla madre, invece che giocare o

esplorare. E’ difficile da consolare o alterna ricerca di contatto e rabbia.

---------------------------------------------------------------- •  Insicuro di tipo disorganizzato

–  Comportamenti contraddittori, espressione depressa, guarda altrove quando preso in braccio.

Tipi di attaccamento

35

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

•  Mancato attaccamento –  Vita in orfanotrofi; frequenti separazioni nei primi anni à

gravi disturbi mentali (delinquenza e tossicodipendenza) •  Attaccamento evitante

–  Madri invadenti, poco attente alle necessità del figlio •  Attaccamento resistente /ambivalente

–  Madri distaccate, che spesso non rispondono alle richieste del figlio

•  Attaccamento disorganizzato –  Gravi abusi e negligenze

Cause di disturbi dell’attaccamento

Dati discordanti sul rapporto tra attaccamento dei bambini e comportamenti materni: correlazioni elevate solo nelle

ricerche di Ainsworth. Incidono anche il temperamento del bambino e fattori familiari /ambientali.

36

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

•  Problema: misurare l’attaccamento a età diverse –  Per bambini di 5-9 anni: prove semiproiettive (disegni di

varie separazioni e richiesta di dire che cosa proverebbe il piccolo protagonista e come si comporterebbe)

–  Per adulti: Adult Attachment interview •  Stabilità elevata nella fanciullezza, risultati poco

coerenti (e difficili da spiegare) su giovani adulti

Stabilità ed effetti nel tempo

•  Problema: distinguere gli effetti dell’attaccamento passato da quello presente

•  Correlazioni (basse) tra attaccamento a 2 anni e relazioni sociali alla scuola materna

– A. sicuro: b. curiosi, socievoli, giochi più complessi – A. evitante: b. isolati, ostili, ma in cerca di attenzioni – A. resistente: b. impulsivi, irosi / passivi, bisognosi d’aiuto

37

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

L’attaccamento al padre •  Fin dall’inizio, comportamenti di attaccamento sono rivolti a

più persone, in base a –  prontezza nel rispondere ai richiami –  disponibilità all’interazione positiva –  non conta l’accudimento fisico, né il tempo dedicato

•  In caso di attaccamenti plurimi, c’è una figura di attaccamento principale, verso cui il bambino si dirige sotto stress, per la cui assenza protesta di più

•  Di regola i bambini con attaccamento sicuro alla madre hanno lo stesso attaccamento al padre –  il padre può essere anche la figura principale –  l’attaccamento al padre è favorito dal coinvolgimento nelle cure

quotidiane –  il padre è più scelto come partner di gioco, specie fisico –  la relazione padre-figlio è più minacciata dal dissenso coniugale

38

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

L’asilo nido •  La lontananza della madre che lavora può avere effetti

–  Negativi nel primo anno di vita, –  Positivi nel secondo e terzo anno

•  E’ importante la qualità delle cure ricevute in assenza della madre –  Correlazione tra ore passate al nido e problemi

comportamentali a 4 anni –  Segni di stress nei bambini che trascorrono molte ore al nido –  Lo stress si evidenzia solo in un piccolo gruppo di bambini poco

competenti socialmente –  Un buon nido ha effetti eccellenti su sviluppo cognitivo e

sociale

I bambini possono sviluppare attaccamento alle educatrici se non c’è ricambio troppo frequente

39

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

I rapporti con gli altri bambini

•  Fino a 6 mesi: interesse per l’altro bambino toccandolo, vocalizzando o sorridendo (stesse azioni per oggetti)

•  6-9 mesi: azioni unilaterali ma più specifiche: tentativi di imitazione; offrire o togliere un oggetto. Se due bambini si incontrano ripetutamente interagiscono di più e meglio

•  verso i 12 mesi: azioni coordinate •  12-24 mesi: la competenza interattiva cresce

rapidamente; imitazioni reciproche; interazioni ben coordinate. Compare la preferenza sociale, anche reciproca (precursori dell’amicizia)

Raro l’attaccamento tra coetanei

Le relazioni tra bambini sono tendenzialmente positive

40

Berti A.E., Bombi A.S., Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2013 Capitolo V. LA PRIMA INFANZIA. LO SVILUPPO SOCIALE

L’alba dei giochi sociali Per poter considerare le interazioni tra infanti, in un

gioco sociale i bambini devono –  essere allegri e rilassati (atteggiamento diverso

dall’esplorazione di oggetti inanimati) –  condividere l’idea che si tratta di un gioco –  riuscire a portarlo avanti, coordinando le azioni

Molte occasioni di gioco sociale all’asilo nido: •  tra i più piccoli, “aperture sociali” elementari: eseguire

di fronte all’altro uno schema motorio che anch’egli già possiede

•  dai 2-3 anni, giochi di esercizio via via più organizzati: fare delle torri, girotondo

•  ai giochi motori si affiancano durante la prima fanciullezza giochi sociali a carattere simbolico

41