La creazione della proprietàmoderna

1. La proprietà nel Codice

Premessa

• La creazione dei moderni regimi proprietari è una vicenda complessa, fatta di due aspetti che, pur interdipendenti, non si svolgono negli stessi tempi.

• Un primo aspetto è la disciplina della proprietà nei Codici.

• Un secondo aspetto è la trasformazione di talune forme di dominio feudale in funzione della proprietà privata.

Regola generale

• Qualsiasi definizione della proprietà in un Codice comporta delle trasformazioni nel regime del diritto. Esse operano, per definizione, solo per il periodo successivo alla promulgazione della norma.

• Nessun ordinamento giuridico può dunque fare a meno di leggi specifiche per estinguere situazioni proprietarie precedenti verso le quali una nuova definizione del diritto non potrebbe operare.

Il Codice Napoleone e i suoi derivati.

• Code Civil des Francais, art. 544 .• "La proprietà è il diritto di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta, purché non se ne faccia un uso proibito dalle leggi e dai regolamenti".

• Codice civile del Regno d’Italia. 1865, art. 436.• "La proprietà è il diritto di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta, purché non se ne faccia un uso vietato dalle leggi e dai regolamenti."

Proprietà nell’ALR 1794

• Titolo VIII. Della proprietà.• §. 1. Proprietario è definito chiunque cui siastato concesso di disporre della sostanza di una cosa o di un diritto, a esclusione di altri, con un proprio potere unilaterale, esercitatoin proprio o attraverso un terzo.

• Oggetto della proprietà.• §. 2. Ogni cosa, che può essere oggetto di un usoesclusivo, è oggetto di proprietà.

• §. 3. Cose, dal cui utilizzo, secondo la proprianatura, nessuno possa essere escluso, non possono divenire proprietà di una singolapersona.

• §. 4. Lo stesso vale per le cose che vengonoescluse dal comune commercio per legge delloStato

• Dei diritti compresi nel concetto di proprietà.• §. 9. Alla piena proprietà appartiene il diritto di possedere la cosa, di servirsene e di separarsene.

• §. 10. Il diritto di disporre della sostanza dellacosa, viene definito Dominio.

• §. 11. Il diritto di usare una cosa a propriobeneficio, si chiama diritto di utilizzo.

• §. 13. Il proprietario non è mai onerato di rendereil conto a nessuno per l’uso della cosa, a menoche la legge non lo disponga specificamente.

ABGB. 1811

• § 353. Dicesi proprietà di alcuno tutto ciò chegli appartiene, tutte le sue cose corporali e incorporali.

• § 354. La proprietà considerata come diritto èla facoltà di disporre a piacimento e ad esclusione di ogni altro della sostanza e degliutili di una cosa.

ABGB. 1811• § 357. Il diritto sulla sostanza della cosa congiunto in una sola

persona col diritto sugli utili è proprietà piena ed indivisa. Se ad unocompete soltanto un diritto sulla sostanza della cosa, e ad un altrocon un diritto sulla sostanza il diritto esclusivo sugli utili di essa, ildiritto della proprietà si ritiene diviso e non pieno sì per l'uno cheper l'altro. Il primo si chiama proprietario diretto, il secondo proprietario utile.

• § 359. La separazione del diritto sulla sostanza da quello sugli utilinasce o dalla disposizione del proprietario, o dalla determinazionedella legge. A seconda dei diversi rapporti esistenti fra ilproprietario diretto e l'utile, i beni, la cui proprietà è divisa, chiamansi beni feudali, locazioni ereditarie ed enfiteusi. Quanto aifeudi se ne tratta nel diritto particolare feudale. Delle locazioniereditarie e dell'enfiteusi si parla nel capitolo de' contratti di locazione.

Norme strumentali alla definizione

Codice Napoleone 1804. Diritto di accessione

• Art. 546. La proprietà di una cosa sì mobile, che immobile, attribuisce diritto su tutto ciòch’essa produce, o che vi si unisce per accessione, tanto naturalmente, quantoartificialmente.

• Questo diritto si chiama diritto di accessione.

• CAPO II.• Del Diritto d’accessione sopra ciò che si uniscee si incorpora alla cosa.

• Art. 551. Tutto ciò che si unisce e si incorporaalla cosa appartiene al proprietario di essa, secondo le regole qui appresso stabilite.

• Sezione I• Del Diritto d’accessione relativamente alle cose immobili.• Art. 552. Chi ha la proprietà del suolo ha pure la proprietà

di ciò che esiste tanto superiormente, che inferiormente.• Il proprietario può fare sopra il suo suolo tutte le

piantagioni e costruzioni che stima a proposito, salve le eccezioni stabilite al titolo Delle servitù prediali.

• Può fare al disotto tutte le costruzioni e scavamenti checrederà a proposito, e trarre da questi i prodotti di cui fossero suscettibili. salve le modificazioni risultanti dalleleggi e regolamenti relativi alle miniere, ed alle leggi, e airegolamenti di polizia.

Confronto. ABGB

• Capitolo IV. Dell’acquisto della proprietà per accessione.

• § 404. E’ accessione tutto ciò che nasce dallacosa o ad essa si aggiunge senza che al proprietario sia consegnato da un altro.

Codice NapoleoneModi legali di acquisto della proprietà• 711. La proprietà de’ beni si acquista e sitrasmette per successione, per donazione fra vivio testamentaria, e per effetto di obbligazioni.

• 712. La proprietà si acquista anche per accessione, od incorporazione, ed in forza dellaprescrizione.

• 713. I beni che non hanno padrone, appartengono allo Stato.

Confronto. ABGB• § 380. Non si può ottenere proprietà senza titolo e

modo legale di acquisizione.• § 381. Riguardo alle cose che a nessuno appartengono,

il titolo consiste nella libertà connaturale a tutti di prenderne possesso. Il modo di acquistare consistenell’occupazione colla quale si riduce in suo potere la cosa che ha nessuno appartiene, coll’intenzione di farlapropria.

• § 387. In quanto debbano considerarsi come abbandonati e avocarsi allo Stato I fondi lasciati senzacoltura e gli edifizi a motivo di trascurata riparazione, viene determinato dalle leggi politiche.

Codice Napoleone. Servitù

• CAPO III.• Delle servitù stabilite per fatto dell’uomo.• Sezione I. Delle diverse sorti di Servitù che possono

stabilirsi sui Beni.• 686. È permesso ai proprietari di stabilire sopra i loro

fondi, od a beneficio di essi quelle servitù chesembrassero loro opportune, purchè le servitùstabilite non siano imposte nè alla persona, nè a beneficio della persona, ma solamente ad un fondo e ad uso di un fondo, e purchè tali servitù non siano in alcun modo contrarie all’ordine pubblico.

• 688. Le servitù sono continue o discontinue.• Le servitù continue sono quelle il cui esercizio è, o può essere continuato, senza che sia necessarioun fatto attuale dell’uomo; tali sono gliacquedotti, gli stillicidj, i prospetti, ed altre di questa specie.

• Le servitù discontinue sono quelle che richiedonoun fatto attuale dell’uomo per essere esercitate: tali sono quelle di passare, di attinger acqua, di condurre le bestie al pascolo, ed altre simili.

• Sezione II. In qual modo si costituiscono le Servitù.• 690. Le servitù continue ed apparenti si acquistano in

forza di un titolo, o mediante il possesso di trent’anni.• 691. Le servitù continue non apparenti, e le servitù

discontinue, siano o non siano apparenti, non possonostabilirsi che mediante un titolo.

• Il possesso benchè immemorabile non basta a stabilirle, senza che però si possano attualmenteimpugnare le servitù di questa natura acquistate di già col possesso in que’ paesi, ove potevano in tale modo acquistarsi.

Codice Napoleone. Usufrutto

• CAPO I.• Dell’Usufrutto.• 578. L’usufrutto è il diritto di godere delle cosedi cui un altro ha la proprietà, nel modo che lo stesso proprietario ne godrebbe, ma col peso di conservarne la sostanza.

• 580. L’usufrutto può costituirsi o semplicemente, o per un tempo determinato, o sotto condizione.

• 617. L’usufrutto si estingue:– Con la morte naturale o civile dell’usufruttuario;– Con lo spirare del tempo per cui fu costituito;– Con la consolidazione, ossia riunione nella stessa persona delle due qualità di usufruttuario e di proprietario;

– Col non usarne pel corso d’anni trenta;– Col totale deperimento della cosa sulla quale fu costituitol’usufrutto.

• 625. I diritti d’uso e di abitazione si acquistano e siperdono nella stessa maniera che l’usufrutto.

• 636. L’uso dei boschi e delle foreste è regolato da leggiparticolari.

Confronto. ABGB

• Capitolo VII. Delle Servitù.• § 473. Se il diritto di servitù è congiunto col possesso di un fondo per il più vantaggioso o più comodo uso di esso, si ha una servitùprediale. In diverso caso la servitù èpersonale.

• § 478. Le servitù personali consistono nelnecessario uso d’una cosa, nell’usufrutto e nell’abitazione.

La proprietà come immunità

• Costituzione del Regno delle due Sicilie (1821), art. 4: La nazione è nell’obbligo di conservaree proteggere con le leggi savie e giuste la libertà civile, la proprietà, gli altri legittimidritti di tutti gli individui che la compongono.

• Statuto del Regno di Sardegna (1848), art. 29: Tutte le proprietà, senza alcuna eccezione, sono inviolabili.

La liquidazione delle proprietà anteriori

Un caso di Antico Regime

L’unicità del dominio. Una riforma di Ancién Regime

• Un esempio: le Riforme di Pietro Leopoldo in Toscana.

• Modello fisiocratico. Ipotesi:– Solo la terra produce ricchezza;– La proprietà comune della terra inibisce l’iniziativa privata e innesca un circuito vizioso di sottoproduzione e sottosviluppo;

• Tesi: portare quanti più beni comunitativi in proprietà privata.

Regolamenti e Istruzioni 1774 e 1776

• Premessa: il Granducato è la riunione di più domini sovrani, lo Stato fiorentino, il Dominio pisano, etc. Per ciascuno esistono magistrature proprie e vengono emanati editti particolari, tuttavia assai simili tra loro;

• 1774: Regolamento per il dominio fiorentino• 1776: regolamento per il dominio pisano.

Amministrazione e fisco

• Primo momento del sistema di affrancazione: creazione degli enti territoriali;

• Individuati i centri urbani di riferimento di singole aree, essi vengono creati in comuni;

• L’imposta patrimoniale che gravava prima sulle singole comunità, ora grava sui comuni, che vengono governati dai maggiori contribuenti attraverso un sistema elettivo non democratico.

Le borse

• Massa d’estimo: insieme delle proprietà rilevate in un comune;

• Per essere eletti (scelti per sorteggio) occorre essere proprietari privati di beni stabili (immobili) il cui valore sia compreso in un certo rapporto con la massa d’estimo.

• Obiettivo: creazione di un ceto proprietario che possa essere responsabile del pagamento dell’imposta, e della sua distribuzione sull’insieme della massa.

Affrancazione

• Il secondo momento è la trasformazione della proprietà comunitativa in proprietà privata.

• Stato del diritto comune all’epoca. Rota fiorentina del 1742, Senensis iuris colligendi castaneas sylvestres: il diritto a raccogliere le castagne è originario delle popolazioni che vivono presso il bosco e inalienabile.

• Gli editti granducali devono quindi sovvertire il sistema antico con soluzioni tecniche che consentano effettivamente la scomparsa dei diritti di sfruttamento comunitativo, rendendoli non conoscibili dal giudice.

Prima ipotesi: Vendita• I Regolamenti dispongono per la vendita all’incanto e al

migliore offerente dei beni;• Procedura:

1. Istanza del promittente acquirente;2. Individuazione del bene e fissazione del prezzo base;da

parte della Cancelleria comunitativa (organo del governo centrale);

3. Pubblico incanto;4. Autorizzazione della C.c.; atto di vendita.5. Liquidazione dei diritti collettivi (dominio utile) come

effetto legale della vendita: il loro valore si trasferisce nel prezzo, che diventa patrimonio del Comune (ente esponenziale della comunità)

Conseguenze

• E’ un atto di sostanziale esproprio: – Il comune come ente amministrativo non è proprietario dei beni; non lo diventa per legge, né lo potrebbe;

– Il comune non è autonomo nel disporre la vendita: deve farlo, su ordine della Cancelleria comunitativa, che ha potere di surroga in caso di inerzia;

– Il diritto di proprietà privata si crea con la vendita.

Seconda ipotesi: il livello appodiato

• Il sistema della vendita non è politicamente adatto ai cd. Luoghi pii;

• Rivela dei difetti per i fondi a destinazione silvo‐pastorale (di naturale uso comune);

• Da qui l’invenzione del livello “a mano libera”, un istituto che dietro un nome e un meccanismo antico cela un fine moderno.

Come funziona• Ove non si può provvedere alla vendita, si dispone per il

livello, atto costitutivo del dominio utile;• Stessa procedura: istanza del richiedente, pubblico incanto

su valore base individuato dalla C.c.;• Il livellario ha una concessione perpetua della totalità delle

utilità della cosa, può alienare liberamente il suo diritto a terzi, che si trasmette ab intestato verso il primogenito maschio o, in mancanza, la primogenita femmina, che lo trasmetterà al proprio figlio maschio.

• A ogni trasferimento del dominio utile il nuovo intestatario dovrà pagare al proprietario diretto (es. Chiesa) il laudemio e consegnare un simbolo di riconoscimento del dominio di questi (in genere, una libbra di cera bianca).

Conseguenze

• Si creano due proprietà destinate a non riunirsi mai: quando il livello non potesse trasmettersi ab intestato (es. unica erede femmina senza successori maschi), questo sarà venduto;

• Il livello estingue i diritti collettivi perché conferisce al titolare dei diritti incompatibili con questi: coltivazione, taglio delle piante per la produzione di carbone, etc.

Norma di chiusura del sistema• Ipotesi: esistono territori che non sono sfruttabili da privati,

perché si prestano per propria natura solo a un uso collettivo o sono del tutto inutili (es. pascoli e boschi molto alti; cime rocciose). Questi non troveranno mai capitalisti disposti a acquistarli in nessuna delle due forme.

• Gli Editti granducali prevedono così la possibilità per i membri della comunità di acquistarli per tenerli in comune «come per il passato».

• I terreni vengono frazionati, ogni particella viene intestata a un singolo capofamiglia, previo accordo a tenere tutto in comune. Il governo centrale riscuoterà le imposte dai singoli assegnatari.

Riforma, non Rivoluzione

• Il sistema leopoldino parte dal diritto comune per costituire un sistema proprietario alternativo.

• Non smentisce però le basi tradizionali dell’ordinamento: la nuova proprietà non nasce direttamente dalla legge come volontà del Granduca, attraverso una nuova definizione, ma dalla modificazione per via di legge di alcuni istituti specifici di diritto comune.

• 2. La presente legge non si applica ai beni immobili originariamente civici che, a seguito di disposizioni legislative precostituzionali o preunitarie, hanno perso definitivamente e irreversibilmente l'antica destinazione civica e, acquisita natura privata, sono stati conferiti dai proprietari in comunione o in condominio.

Un caso rivoluzionario.

La Francia ante 1789

• Una perfetta situazione feudale:– 1/3 delle terre sono lasciate incolte per l’esercizio del diritto di caccia;

– Terre coltivate:• Terre allodiali (allodio=proprietà libera, salvi i diritti del Sovrano):– Fermiers (proprietari privati non nobili);– Piccola proprietà contadina (situazione residuale)

• Terre signorili.– Biens communaux (beni comuni): godimento collettivo di boschi e pascoli.

Terre signorili

• Dominio diretto del signore feudale; dominio utile del coltivatore.

• Diritti del s.f.:– Patrimoniali: tasse, decime, fitti, censi– Personali: corvées (lavoro gratuito);– Altri: monopolio di caccia; omaggi.

4 agosto 1789

• Nella notte, l’Assemblea Costituente “abolisce interamente la feudalità”;

• Decreto 4‐11 agosto 1789.• Individua due specie di diritti feudali:

– Signoria– Dominio.

• I diritti di signoria vengono eliminati senza indennizzo (onori, precedenze, banchi in chiesa, corvées, etc.)

Diritti di dominio

• Riscatto: diritto unilaterale e potestativo di pagare la capitalizzazione del dominio utile (25/30 volte la rata di canone);

• Comitato feudale:– Verifica i titoli del dominio diretto;– Verifica la natura del dominio utile;– Stabilisce il prezzo di affrancamento.

• Generale insuccesso: gli utilisti non hanno soldi per riscattare.

Decreto 25‐28 agosto 1792

• Regime opposto: affrancamento gratuito ex lege delle terre feudali.

• Presunzione di libertà della terra;• Possibilità di prova contraria su esibizione del titolo di proprietà, impossibile a trovarsi.

• Decreto della Convenzione 17 luglio 1793: ordina il rogo della documentazione presente nei singoli comuni.

Proprietà ecclesiastiche

• Diritti di decima: aboliti il 4 agosto 1789;• Dominio diretto: confisca senza indennizzo;• Costituzione civile del clero: i sacerdoti diventano impiegati dello Stato, pagati dal bilancio ordinario, non più dalle rendite delle proprietà della Chiesa.

• Decreti 13 maggio e 16 luglio 1790: si ordina la vendita parcellizzata dei beni ecclesiastici confiscati.

• 12% del prezzo nelle due settimane dall’acquisto, il resto in dodici rate annuali.

Biens communaux

• 1792. L’Assemblea legislativa impone la divisione dei beni comunali.

• 1793. Facoltatività della divisione.• Due situazioni possibili:

– Divisione con passaggio in proprietà privata;–Mantenimento in indiviso e passaggio alla proprietà comunale (proprietà pubblica/demanio comunale).

Conseguenze

• I beni comunali coltivabili sono passati nel tempo in proprietà privata (aumento della coltura di cereali);

• I beni non coltivabili (boschi e pascoli) sono passati in proprietà pubblica, con un vincolo di destinazione in favore della comunità degli utenti.

Proprietà collettiva e Codici

Codice Napoleone. 1804

• 542. I beni comunali sono quelli alla proprietàod al prodotto dei quali gli abitanti di uno o più comuni hanno un diritto acquisito.

• 714. Vi sono delle cose che non appartengonoad alcuno, e l’uso delle quali è comune a tutti. Le leggi di polizia determinano il modo di usarne.

• 715. La facoltà della caccia e della pesca èparimente determinata da leggi particolari.

Francia. Codice forestale 1827

• Sez. VIII. Del diritto di uso nei boschi dello Stato. Art. 61: Non saranno ammessi a esercitare un qualsiasi diritto d’uso sui boschi dello Stato,checoloro i quali saranno riconosciuti titolari di questo diritto sia per atto del Governo, che per sentenza definitiva, sia a seguito di istanzaamministrativa o giudiziaria in corso alla data di promulgazione della presente legge, o che saràintentata in giudizio nel termine di due anni da parte di chi attualmente usa del bene.

• Art. 63. Il Governo potrà affrancare le foreste di Statoda qualsiasi diritto di uso del legname, attraverso unariserva di parte del bosco che sarà regolata di gradoamministrativo in grado amministrativo e, in caso di contestazione, dai Tribunali. L’azione per l’affrancazione compete solo al Governo, non agliusuari.

• Art. 64. Quanto agli altri diritti d’uso e al pascolo o allaraccolta di ghiande nelle stesse foreste, non potrannoessere convertiti con la riserva, ma potranno essereriacquistati a mezzo del pagamento di indennità chesaranno regolate di grado in grado e, in caso di contestazione, dai Tribunali.

Meccanismi di estinzione della proprietà collettiva

• Denuncia: i diritti non denunciati dagli utenti entro un certo termine non possono essere più accertati dal giudice o conosciuti dall’amministrazione;

• Riserva: i diritti possono essere concentrati su una porzione più piccola del territorio gravato, ma solo a istanza del Governo

ABGB. Proprietà collettivacome servitù

• § 480. Il titolo di servitù si fonda nel contratto, o nelladisposizione di ultima volontà, o nella sentenza del giudice pronunciata sulla divisione d’un fondo comune, o finalmente nella prescrizione.

• § 499. In quanto non si oppongano le leggi politiche e I regolamenti sui boschi, il diritto di pascolo si estendead ogni specie di giumenti, armenti e pecore…

• § 502. Il godimento del diritto di pascolo non si estende al percepimento di altri utili. Quegli che ne ha il diritto non può tagliare l’erba, né di regola può escludere il proprietario del fondo dal diritto di usare in comunione del pascolo.

Lombardo‐ Veneto

• Diritto di vagantivo: vagare per valli e paludi a scopo di caccia, pesca, raccolta canne e altre piante spontanee;

• Decreto luogotenenziale 9 agosto 1811: abolizione ex lege, ma riserva agli abitanti di un’azione giudiziale di risarcimento.

• Diritto di pensionatico: diritto di pascolo. Abolito con Ordinanza imperiale 25 giugno 1856, senza indennizzo.

Giuseppe Bonaparte. Regno di Napoli

• L. 130 del 2 agosto 1806: « La feudalità con tutte le sue attribuzioni resta abolita. Tutte le giurisdizioni sinora baronali, ed i proventi qualunque che vi siano stati annessi, sono reintegrati alla sovranità, dalla quale saranno inseparabili»

• Legge 1 settembre 1806: «I demani cioè i territori aperti sui quali si esercitano usi civici e promiscuità di diritti saranno divisi fra gli aventi diritto »

• Diritti di giurisdizione= diritti di sovranità. Estinti senza indennizzo.

• Diritti di dominio:– Le terre chiuse in antico dai nobili diventano proprietà private;

– Le terre aperte sono qualificate come di uso civico. Se ne ordina la quotizzazione, mai avvenuta.

L. 16 giugno 1927 n. 1766

• Per l'accertamento e la liquidazione generaledegli usi civici e di qualsiasi altro diritto di promiscuo godimento delle terre spettanti agliabitanti di un Comune, o di una frazione di Comune, e per la sistemazione delle terreprovenienti dalla liquidazione suddetta e dellealtre possedute da Comuni, università ed altreassociazioni agrarie, comunque denominate, soggette all'esercizio di usi civici, si osserverannole disposizioni della presente legge

• 3. Chiunque eserciti o pretenda esercitare dirittidella natura di cui all'articolo precedente, ètenuto, entro sei mesi dalla pubblicazione dellapresente legge, a farne dichiarazione al commissario istituito ai sensi dell'art. 27. Trascorso detto termine senza che siasi fatta la dichiarazione, rimane estinta ogni azione direttaad ottenere il riconoscimento dei dirittimedesimi, che non trovinsi in esercizio, e la rivendicazione delle terre soggette agli usi civici.

• 5. Il compenso per la liquidazione dei dirittisuddetti è stabilito in una porzione del fondogravato o della parte del fondo gravata da assegnarsi al Comune, nel cui territorio ilfondo stesso si trova, e che sarà determinatanel modo seguente.

• 11. I terreni assegnati ai Comuni o alle frazioni in esecuzione di leggi

precedenti relative alla liquidazione dei diritti di cui all'art. 1, e quelli che perverranno ad essi in applicazionedella presente legge, nonché gli altri posseduti da Comunio frazioni di Comuni, università, ed altre associazioniagrarie comunque denominate, sui quali si esercitano usicivici, saranno distinti in due categorie:• a) terreni convenientemente utilizzabili come bosco o

come pascolo permanente;• b) terreni convenientemente utilizzabili per la coltura

agraria

• 13. I terreni indicati alla lettera b) dell'articolo10 sono destinati ad essere ripartiti, secondo un piano tecnico di sistemazione fondiaria e di avviamento colturale, fra le famiglie deicoltivatori diretti del Comune o della frazione, con preferenza per quelle meno abbienti, purché diano affidamento di trarne la maggiore utilità.

Art. 2

• Nel giudizio di accertamento circa la esistenza, natura ed estensione degli usi civici ove non esista la prova documentale, è ammesso qualunque altro mezzo legale di prova purché l'esercizio dell'uso civico non sia cessato anteriormente al 1800

Demanio civico

• Territorio sul quale le popolazioni hanno costantemente esercitato usi come il pascolo o il legnatico per sopravvivere;

• Esso è quindi inalienabile e indivisibile: è demanium nel senso voluto dalla feudisticanapoletana dal ‘400 in poi;

• Il d.c. deve essere rivendicato nella sua natura dinanzi al Commissario; una volta accertatane l’esistenza, esso diventa demanio comunale.

La prova del demanio civico

• Ubi feuda ibi demania: regola arbitraria individuata dalla giurisprudenza di Cassazione con cui si presume l’esistenza di un demanio civico tutte le volte che si dimostri l’esistenza di un feudo.

• L’assunto a base della presunzione vuole che le popolazioni abbiano sempre avuto a disposizione un terreno da cui trarre minimo sostentamento allorché il feudatario traeva ricchezze dal feudo

L. 20 novembre 2017 n. 168.• 1. In attuazione degli articoli 2, 9, 42, secondo comma, e 43 della

Costituzione, la Repubblica riconosce i domini collettivi, comunquedenominati, come ordinamento giuridico primario dellecomunita’originarie:

• a) soggetto alla Costituzione; • b) dotato di capacita' di autonormazione, sia per

l'amministrazione soggettiva e oggettiva, sia per l'amministrazionevincolata e discrezionale;

• c) dotato di capacita' di gestione del patrimonio naturale, economicoe culturale, che fa capo alla base territoriale della proprieta' collettiva, considerato come comproprieta’ inter‐generazionale;

• d) caratterizzato dall'esistenza di una collettivita' i cui membri hannoin proprieta' terreni ed insieme esercitano piu' o meno estesi diritti di godimento, individualmente o collettivamente, su terreni che il comuneamministra o la comunita' da esso distinta ha in proprieta' pubblica o collettiva.

Art. 3 commi 1 e 2 l. n. 168/2017

• 1. Sono beni collettivi: • a) le terre di originaria proprieta' collettiva della generalita‘ degli abitanti del territorio di un comune o di una frazione, imputate o possedute da comuni, frazioni od associazioni agrarie comunque denominate;

• 2. I beni di cui al comma 1, lettere a), b), c), e) e f), costituiscono il patrimonio antico dell'ente collettivo, detto anche patrimonio civico o demanio civico.