quasi pronto il sottopasso arte moderna sulmona … · scina caimi, durata me-no di due mesi:...

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Pa- trizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Edi Bianchi, Maddalena Burelli, Luca Cecchelli, Federica Cecco, Margarita Leiva, Piersandro Massone, Grammatiche Metropolitane, Lu- ca Percetti, Giacomo Perego, Silvia Pusceddu. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2011: 20 euro - cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura: 16.000 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno XV, numero 126, maggio 2011 ® ® L’ opera è imponente, ma la posizione un po’ defilata rispetto alla viabilità dell’area ha crea- to disagi non insormontabili. Parliamo del lotto 4 della stra- da Paullese (la SS 415), in realtà indipendente nel suo tracciato dalla Paullese stessa, in quanto connetterà le vie Varsavia e Sulmona tramite un nuovo sottopasso ferroviario, collegandosi con la via Tof- fetti. Il progetto comprende anche la realizzazione di una nuova passerella ciclo-pedo- nale di connessione con il Par- co Alessandrini, che dovrà, prima o poi, essere ampliato e completato con il secondo lot- to. I lavori del sottopasso si concluderanno a settembre, e U ltimi giorni di campagna elet- torale per il rin- novo del Consiglio co- munale e dei Consigli di zona, nonché per l’ele- zione del sindaco. Frot- te di candidati distribui- ti in decine di liste cer- cano voti e preferenze con volantini, manife- sti, mail, aperitivi e ini- ziative. Mercati e stra- de si animano e colora- no: c’è l’idea di una cit- tà viva, che discute, che si ap- passiona ancora, che spera. Brevemente, ricordiamo che ai seggi verranno consegnate due schede, una azzurra per il Consiglio comunale e una ver- de per il Consiglio di zona. Nella scheda azzurra sono in- dicati i candidati sindaco con le liste che li sostengono: se barrate il simbolo di un parti- to, automaticamente date il voto al candidato sindaco di quel partito/coalizione. Ac- canto al simbolo, pote- te indicare una prefe- renza per un consiglie- re. La scheda verde con- tiene anch’essa partiti che fanno parte di co- alizioni diverse: si bar- ra il simbolo del parti- to e si esprime una pre- ferenza. Facile, no? Soprattutto se non si è fra gli “incerti”…. In genere gli elettori non danno molte prefe- renze, per la gioia degli scru- tatori, ma perché non espri- merla, dato che almeno in que- ste elezioni ne abbiamo la pos- sibilità? Guardate bene le li- ste, ci sarà sicuramente qual- cuno di cui potete fidarvi! Quasi pronto il sottopasso Sulmona-Varsavia Nelle pagine interne: Riuso, riciclo, riparo pag. 10 Distretto creativo Nil 28 pag. 11 Il chiosco Giannasi pag. 6 La storia della Macallesi continua pag. 17 Mi tatuo, dunque sono pag. 8 ATHOS Una scheda per Milano e una per la Zona 4 S i è conclusa il 18 aprile l’occupazione della pi- scina Caimi, durata me- no di due mesi: durante que- sto periodo la piscina era sta- ta “aperta al quartiere” un paio di volte, e il 3 marzo, in una di queste occasioni, mi ci sono recata per constatare di persona lo stato della piscina. Mi piangeva il cuore intanto che guardavo la vasca grande trasformata in un grande bu- co da cui spuntano erbacce ed arbusti o la cabina trasforma- ta in sede impropria di un fico Percorso ad ostacoli per la Caimi segue a pag. 3 segue a pag. 3 Vista da via Sulmona; sulla sinistra il terrapieno per la passerella Un momento dello sgombero ARTE MODERNA

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.itVideoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Pa-trizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, RiccardoTammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Edi Bianchi, Maddalena Burelli, Luca Cecchelli, Federica Cecco, Margarita Leiva, Piersandro Massone, Grammatiche Metropolitane, Lu-ca Percetti, Giacomo Perego, Silvia Pusceddu. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2011: 20 euro - cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura: 16.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno XV, numero 126, maggio 2011

® ®

L’opera è imponente,ma la posizione unpo’ defilata rispetto

alla viabilità dell’area ha crea-to disagi non insormontabili.Parliamo del lotto 4 della stra-da Paullese (la SS 415), inrealtà indipendente nel suo

tracciato dalla Paullese stessa,in quanto connetterà le vieVarsavia e Sulmona tramite unnuovo sottopasso ferroviario,collegandosi con la via Tof-fetti. Il progetto comprendeanche la realizzazione di unanuova passerella ciclo-pedo-

nale di connessione con il Par-co Alessandrini, che dovrà,prima o poi, essere ampliato ecompletato con il secondo lot-to. I lavori del sottopasso siconcluderanno a settembre, e

Ultimi giorni dicampagna elet-torale per il rin-

novo del Consiglio co-munale e dei Consigli dizona, nonché per l’ele-zione del sindaco. Frot-te di candidati distribui-ti in decine di liste cer-cano voti e preferenzecon volantini, manife-sti, mail, aperitivi e ini-ziative. Mercati e stra-de si animano e colora-no: c’è l’idea di una cit-tà viva, che discute, che si ap-passiona ancora, che spera.Brevemente, ricordiamo cheai seggi verranno consegnatedue schede, una azzurra per ilConsiglio comunale e una ver-de per il Consiglio di zona.

Nella scheda azzurra sono in-dicati i candidati sindaco conle liste che li sostengono: sebarrate il simbolo di un parti-to, automaticamente date ilvoto al candidato sindaco diquel partito/coalizione. Ac-

canto al simbolo, pote-te indicare una prefe-renza per un consiglie-re.La scheda verde con-tiene anch’essa partitiche fanno parte di co-alizioni diverse: si bar-ra il simbolo del parti-to e si esprime una pre-ferenza. Facile, no?Soprattutto se non si èfra gli “incerti”….In genere gli elettorinon danno molte prefe-

renze, per la gioia degli scru-tatori, ma perché non espri-merla, dato che almeno in que-ste elezioni ne abbiamo la pos-sibilità? Guardate bene le li-ste, ci sarà sicuramente qual-cuno di cui potete fidarvi!

Quasi pronto il sottopassoSulmona-Varsavia

Nellepagineinterne:

Riuso, riciclo, riparo

pag. 10

Distretto creativoNil 28

pag. 11

Il chiosco Giannasi

pag. 6

La storia della Macallesicontinua

pag. 17

Mi tatuo, dunque sono

pag. 8

ATHOS

Una scheda per Milano e una per la Zona 4

Si è conclusa il 18 aprilel’occupazione della pi-scina Caimi, durata me-

no di due mesi: durante que-sto periodo la piscina era sta-ta “aperta al quartiere” un

paio di volte, e il 3 marzo, inuna di queste occasioni, mi cisono recata per constatare dipersona lo stato della piscina.Mi piangeva il cuore intantoche guardavo la vasca grande

trasformata in un grande bu-co da cui spuntano erbacce edarbusti o la cabina trasforma-ta in sede impropria di un fico

Percorso ad ostacoli per la Caimi

segue a pag. 3

segue a pag. 3

Vista da via Sulmona; sulla sinistra il terrapieno per la passerella

Un momento dello sgombero

ARTE MODERNA

2 maggio 2011

Committente responsabile: il candidato

i vantaggi si dovrebbero sentiresubito, in quanto i mezzi pesantidiretti ai mercati all’ingrosso uti-lizzeranno questo sottopasso evi-tando quindi di intasare la via Sul-mona e il viale Puglie. Anche iltraffico veicolare potrà utilizzarequesta “scorciatoia” per uscire indirezione Rogoredo.Abbiamo fatto un sopralluogo afine aprile per farci una idea deilavori, e siamo andati ai due estre-mi del cantiere, uno in via Varsa-via e uno in via Sulmona. Qui, i lavori per la rotatoria e lasistemazione dell’area superficialecon aree di sosta e parcheggio perl’autobus 34 e per quanti si reca-no all’Inps, sono a buon punto,permettendo a breve la riaperturacompleta della via Sulmona. I lavori non sono stati per nullasemplici, infatti per poter fare unsottopasso ferroviario senza in-terrompere il passaggio dei treni,l’impresa ha costruito la galleriadel sottopassaggio (lunga circa 80metri) con una metodologia det-ta “a spinta”. Nell’area di via Var-savia hanno costruito un manu-fatto, una “scatola”, che è stataletteralmente spinta al di sotto del-la ferrovia. Più in dettaglio, hanno dovuto fa-re uno scavo e creare un vano percostruire la “scatola”, dovendo pe-

rò liberare l’area scavata dall’ac-qua: impresa non semplice, datoche hanno dovuto mettere un si-stema di pompe e 12 pozzi per te-nere abbassata la falda, arrivandoa togliere 1000 litri di acqua al se-condo! Una volta costruito il manufatto,con dei martinetti è stato spintosotto la ferrovia, togliendo manmano la terra.Prima di togliere il terreno, poi,si è proceduto a sminare le aree,perché in prossimità della ferro-via e su tutte quelle aree per leg-ge occorre effettuare la bonificaper ragioni di sicurezza. Il lavoroviene fatto da ditte specializzatecon il brevetto del Genio milita-re e poi viene lo stesso Genio mi-litare a controllare che la bonifi-ca sia stata effettuata.Per inciso, non è stato trovatoniente di pericoloso.L’altra opera importante da com-pletare è l’innesto del collettorefognario Ampliamento Est, unodei maggiori della città, a montee a valle.I lavori si concluderanno quindicon la passerella ciclopedonale,che verrà assemblata a terra e po-sizionata al di sopra della ferro-via mediante gru idrauliche, e lasistemazione del verde, la posadella nuova illuminazione e del-la segnaletica.

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Quasi pronto il sottopassoSulmona-Varsavia

che con la sua forza ha ab-battuto il muro affrescato edil tetto. E contemporanea-mente mi chiedevo perchéin questa città si abbando-nano a tal degrado struttu-re di pregio architettonico edi servizio pubblico qualeuna piscina.Problema di soldi? Pro-blemi di priorità? Sicura-mente sì: il Comune nonha inteso investire in que-sti anni 1 euro in questapiscina, così come succes-so per altre strutture co-munali (ad esempio le ca-scine in disuso o altri cen-tri sportivi). Ma mentre,giusto per restare in zonae non lontano da lì, la Ca-scina Cuccagna è stata da-ta in concessione ad unconsorzio di as-sociazioni per lasua ristruttura-zione e il suoutilizzo, la pi-scina Caimi ri-schia di rimane-re uno spaziodestinato al de-grado e nasco-sto alla vista daun muro imbrat-tato, se non sicoglie l’oppor-tunità di fareuna convenzio-ne con la Fon-dazione Pier-lombardo, l’uni-ca realtà che si èdichiarata dis-ponibile ad in-vestire una cifrasignificativa nelrifacimento del-le vasche, met-tendole a normae dotandole diun impianto di riscalda-mento, e nella sistemazio-ne delle cabine, riportan-

dole alle loro condizionioriginali. Due interventiche permetterebbero la ri-

apertura della pi-scina nella sta-gione estiva allacittadinanza, cheè quanto richie-sto dai residenti,oltre che quantoci si aspetta dauna piscina….. Un particolareche molti dimen-ticano di conside-rare è che ci sonosoggetti privati odel privato socia-le che investonoin strutture co-munali che resta-no di proprietàdel Comune, pa-gando anche un

affitto, e fornendo comun-que servizi alla collettività. Penso ancora alla Cucca-

gna, al grande lavoro chestanno facendo, alla bellez-za degli spazi che stanno ri-strutturando, al grande sfor-zo economico (e hanno bi-sogno di un aiuto colletti-vo); o alla società sportivaAusonia 1931 che ha co-struito un nuovo e moder-no centro sportivo contan-do solo su finanziamenti re-gionali o del Credito spor-tivo (da restituire fino al-l’ultimo euro), avendo avu-to dal Comune solo un’areaal Parco Alessandrini (do-po traversie di ogni gene-re). Personalmente, mi sento so-lo di ringraziare quanti han-no ancora la voglia, l’ener-gia, la passione per miglio-rare la nostra città.

Stefania Aleni

segue da pag. 1segue da pag. 1

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ba”. «Con quelli sguardo altezzoso emento alto» intimi al ragazzo Ciava-rella che è alla guida della vostra Pun-to sgangherata. Lui ti prende sempresul serio, il mento lo alza davvero.Venite via, battuti dalla concorrenzadel 112, e vi trovate incolonnati sulponte della ferrovia di Corso Lodi.Mattinata inutile. Dove sono finitiquei bei pusher magrebini che quan-do li acchiappi ti fissano alla “comeosi cane infedele”; ma pure un ma-riuolo partenopeo in trasferta a cac-cia di Rolex ti andrebbe bene, anchese dopo ti toccherebbe sentire la la-crimevole storia della sua disgrazia-ta vita -padre a Poggioreale, madreche vende sigarette di contrabbando,fratelli che spacciano, sorelle che bat-tono, moglie ammalata, sei figli dicui due portatori di handicap- men-tre ti implora di lasciarlo andare: me-glio il magrebino, è più dignitoso. Siva a passo d’uomo. Sbuffi. Stai perdire qualcosa quando, sul marciapie-di, compare lui. Cammina versoPiazzale Lodi e ha un bambino permano, potrebbe essere il nipote, se-gno che il tempo passa per tutti. Abi-tate entrambi in zona, finisce che viincontrate. Lui non sa neanche cheesisti, tu invece lo conosci anche trop-po bene. Gli hai visto portare per ma-no i suoi bambini, nel tempo glielihai visti camminare vicino semprepiù grandi. Adesso è nonno, mentrel’uomo che ha ucciso chissà cosa èdiventato dentro la propria bara, eaveva bambini anche lui, quei bam-bini sono cresciuti senza poter cam-minare vicino al padre, i loro figli ilnonno non lo conosceranno mai. Perquello che ha fatto e per quello cheè, ogni volta che lo vedi, e ormai so-no tante, provi lo stesso desiderio cheil tempo non è riuscito ad affievolir-ti dentro, ed è il desiderio libero dal-le pastoie della morale e dell’ipocri-sia di ammazzarlo. La persona cheha ucciso era una gran persona, luiinvece è niente. Una volta era un belragazzo, fighetto di buona famiglia

riccioluto e benvestito. Ap-pena l’hanno preso ha ven-duto i suoi compagnucci edè uscito subito, per gli altric’è voluto il tempo che c’èvoluto, anche se adesso so-no tutti in giro, ed è stranoche non siano andati a far-gli visita per mettergli unsasso in bocca, in materia i

mafiosi sono di gran lunga più seri.Comunque sia il terrorista fighettol’ha fatta franca. Gli “anni di piom-bo”, e delle viltà e delle condiscen-denze e delle complicità pratiche e diquelle morali, e dei “cattivi maestri”e degli “opposti estremismi” e delledevianze, e dei misteri e delle men-zogne, le pistolettate degli assassinirossi e i boati neri delle stragi sem-pre senza colpevoli a far tremare uno

Stato già tremante di suo, confuso edequivoco, i servizi segreti talmentesegreti da non far capire nella mi-gliore e più indulgente delle ipotesicosa ci stessero a fare, mentre i tele-giornali codini ripetevano “le sedi-centi Brigate Rosse”, e i borghesi-bi-rignao della sinistra si dicevano l’unl’altro che per i due missini ammaz-zati a Padova era stato un regola-mento di conti fra fascisti, e il rogo

di Primavalle pure, comunque altridue neri di meno, e pazienza se unoera un bambino, tanto sarebbe cre-sciuto a quella bella scuola, birignaoe birignao; per arrivare, nell’eviden-za di tutte le evidenze, allo stupore:ma è possibile che all’università diRoma impediscano di parlare niente-meno che al potentissimo segretariodella CGIL Luciano Lama, e che ungalantuomo come l’operaio sindaca-lista Guido Rossa venga ammazzatoper aver denunciato l’infiltrazione delterrorismo in fabbrica; e partorire ilbenevolo “compagni che sbagliano”.Eri studente quando hanno sparato aIndro Montanelli, a pochi passi da do-ve adesso c’è il suo monumento, eMontanelli era armato: una cosa in-decente ha detto la tua professoressadi lettere, e l’indecenza non stava nel

fatto che gli avessero sparato, ma cheaddosso avesse un revolver. Le stra-gi sono rimaste impunite, e i “com-pagni che hanno sbagliato” più i ne-ri, tutti con tutti i loro ergastoli, sonofuor di galera ad atteggiarsi chi ad al-tezzoso reduce di una guerra nobilee sfortunata e chi a pensoso intellet-tuale che pontifica sui massimi siste-mi dalle colonne dei giornali. Eri unragazzo quando un giorno, in Corso

di Porta Vittoria, hai visto tuo padreche camminava davanti a te. Avevaun buon passo, per raggiungerlo ti seimesso a correre, correndo ti sei ac-corto del sacchetto di plastica del su-permercato in cui teneva infilata lamano destra. Quando gli sei arrivatoa tre passi si è tirato di scatto da par-te e si è voltato, così ti sei trovato ilsacchetto puntato fra gli occhi, e gliocchi ti son serviti per vedere che aldi là della plastica c’era la bocca diuna pistola, anzi di una rivoltella. Tiha guardato con il suo sguardo chemetteva paura. «Imbecille, cambiamarciapiedi, non mi camminare vi-cino, vai via!» ti ha detto abbassan-do il sacchetto. Così hai capito chesi sentiva minacciato. A casa si com-portava come niente fosse, ma era sta-to per anni all’ufficio politico, altri

meno esposti erano già stati uccisi,così lui, che odiava le armi, giudi-cando la sua Beretta 1934 in dota-zione troppo macchinosa per via delcolpo da mettere in canna aveva com-prato un revolver Smith & WessonBodyguard, usato e a rate, nell’inge-nua presunzione di poter vendere ca-ra la vita. I tempi erano quelli. Neitempi di adesso, invece, Marina Pe-trella, scoria di quel passato, con-

dannata all’ergastolo per il sequestroe l’assassinio di Aldo Moro vive tran-quilla in Francia, e un altro bel sog-getto chiamato Cesare Battisti sta fa-cendola franca in Brasile, per di piùsupportato dalla solidarietà degli in-tellettuali del birignao che non si so-no estinti, anzi, Roberto Saviano checi casca, salvo bontà sua ricredersi eritirare la firma, segno che il giova-notto ha ancora qualche cosuccia daimparare. Così, mentre in FranciaFanny Ardant, forse brava attrice ecerto bella donna, dice che RenatoCurcio, il capo delle Brigate Rosse, èun eroe, e madame Carla Bruni, forsebrava top model e certo imbarazzan-te cantautrice, prende sotto la propriaprotezione la Petrella, il nostro go-verno annaspa nel ridicolo e nella gof-faggine, e si può capire: sei libero diandare per il mondo mettendo cornanelle foto ufficiali, facendo cucù a ca-pi di stato, raccontando barzellettesciocche quando non volgari e facen-do svillaneggiare il tuo Paese dal be-duino di Tripoli che puzza di terrori-smo, ma gli altri, dopo averci riso so-pra, ti pesano e ti misurano, e quan-do vuoi far valere i tuoi diritti ti di-mostrano che per loro resti quello del-le corna sulle foto, del cucù, delle bar-zellette e del beduino, cioè non continiente, e ti negano l’estradizione diMarina Petrella e di Cesare Battisti.Con questi pensieri a occuparti la te-sta continui a fissare il terrorista fi-ghetto che la Punto a tratti affianca.«Sai chi è quello?» domandi a Cia-varella; e glielo dici. «Disgraziato»dice lui. Disgraziato, appunto; e slac-ci la cintura di sicurezza, spalanchi laportiera e scendi. L’hai quattro pas-si avanti. Con la mano destra formiuna pistola, l’indice che fa da cannae il pollice da cane, e gli arrivi dietro,e la alzi, quella mano, e l’indice-can-na di pistola gli arriva a due centime-tri dalla nuca ormai quasi pelata e sus-sulta, perché hai sparato, fra i passantiche o non hanno visto o han fatto fin-ta di non vedere. Torni alla Punto,Ciavarella ti guarda. «Ma lei avrebbeil coraggio di ammazzare così un uo-mo?» domanda. «Quello non è unuomo» rispondi, e l’indice della ma-no destra ti prude, ed è un prurito chepasserebbe solo a contatto con il gril-letto di una Smith & Wesson Body-guard; che adesso appartiene a te.

Giovanni Chiara

VOGLIA DI TOCCARE CAINO

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maggio 2011

ATHOS

5maggio 2011

“La fondazione della nostraCooperativa – ci racconta ilpresidente Osvaldo Griffini– risale al 1911 e in questomese ne festeggeremo ilcentenario con una giorna-ta ricca di eventi per ricor-dare una data così impor-tante”. È infatti il 15 gen-naio del 1911 che vienecreata la Cooperativa LaSolidarietà, dapprima spa-zio di ritrovo e ricreazio-ne per gli abitanti dellaquartiere di San Luigi epoi Società di mutuo soc-corso per assistere i sociin caso di malattia. Bi-sogna arrivare invece al1920 per assistere allanascita della Cooperati-va edificatrice La Soli-darietà, il cui statutoha come fine di dare aipropri soci la possibilità di ac-quistare un appartamento o af-fittarlo in uno stabile costrui-to dalla cooperativa stessa oda questa acquisito, come ac-cade per il palazzo di via DonBosco dove già alcuni socipossedevano un appartamen-to. Dieci anni dopo la societàedifica il suo primo condomi-nio in via Benaco 34, uno dei

pochi ad avere aquei tempi l’acqua corrente in-terna, e da allora questa societàha accresciuto, grazie anche alcontributo dei suoi soci, il pro-prio patrimonio immobiliareattraverso sia la costruzione ola ristrutturazione di nuovi sta-bili. “Ronchetto delle Rane, Chia-ravalle, Ponte Lambro sono

stati alcuni dei luoghidove La Solidarietà –prosegue il presidenteOsvaldo Griffini - hacostruito o ristrutturatoconsentendo a molti so-ci di trovare un alloggionei nostri immobili, mala maggior parte dellenostre proprietà gravita-no attorno alla zona diSan Luigi. Uno dei pros-simi interventi, attraver-so la Domus che fa capoa noi, sarà in zona Me-rezzate, in edilizia con-venzionata, con un com-plesso di edifici al massi-mo di sette piani, secondoil progetto urbanistico diquell’area, con diversi ser-vizi, un mercato comuna-le, un asilo e una palestra.Quello che invece conside-riamo il nostro fiore all’oc-

chiello è il condominio in viadi realizzazione in piazza Bo-nomelli”.Fin qui la storia passata e pre-sente delle attività della Co-operativa.L’8 maggio sarà invece un’al-tra data importante nella sto-ria di questa società: la gran-de festa organizzata per fe-steggiare i 100 anni. Teatro, levie attorno a San Luigi e spet-tatori gli abitanti di zona e i“foresti” che potranno segui-re fin dal mattino gli eventiprogrammati per quel giorno.Si inizia con l’appuntamentoin via Tagliamento del corteoche percorrerà le vie del quar-tiere accompagnato dalla ban-da. Alle 10 i discorsi “ufficia-li” del presidente della coope-rativa, di esponenti comunalie di rappresentanti di altre co-operative storiche milanesi.Festa alle 12 con tutti i soci aiquali sarà consegnato un ri-cordo di questa giornata e so-prattutto di questo anniversa-rio. Atto finale alle 15, con unconcerto in piazza San Luigicon la partecipazione di FabioRoncato. Una giornata dedi-cata alla festa per la “La Soli-darietà”, di nome e di fatto,che ha permesso a molti, nelcorso della sua attività, di tro-vare una casa contando su pro-fessionalità e competenza chein questo caso è … centenaria.Auguri alla cooperativa e aisuoi soci.

Sergio Biagini

L’incontro è avvenutoin Piazza Gabrio Ro-sa davanti all’edicola

Ferrigno, grazie alla segnala-zione di un nostro lettore, Pie-tro Virgilio. Secondo Virgilio,che è anche attento pubblici-sta, il chiosco sta diventandosempre più un luogo dove siincontrano amici di quartieredalle caratteristiche più varieper parlare, dis-cutere, scherza-re. Tra di loroc’è anche ilgrande attoreMario Di Gilio.Di Gilio, inco-minciando l’in-tervista, vuolesubito ricordareun episodio chelo segnò profon-damente, primadi imboccare lacarriera di atto-re, quando eraallievo carabi-niere a Gaeta al-l’età di 18 anni(è nato l’11 apri-le 1928 a Saler-no – ndr): inquel periodo eb-be la disgraziadi essere testi-mone oculare della tragedia di"Portella delle Ginestre".

Mi racconti brevemente l’e-sperienza di quello storicoepisodio…“Dunque, successe che daGaeta fui comandato in Sici-lia, nel Palermitano, e preci-samente a Piana degli Alba-nesi. Per il 1° Maggio del1947 era prevista a Portelladelle Ginestre una festa con al-cuni rappresentanti sindacali.Inviarono, a presenziare e con-trollare quella festa, il mio col-lega Angelo Salerno ed io, in-sieme al maresciallo Parrino.Il primo sindacalista che co-minciò a parlare neanche eb-be il tempo di finire la primafrase che fu interrotto da quel-li che ci sembrarono, lì per lì,fuochi di festa, e che in realtàerano spari… mi voltai, vididegli uomini appostati, capiila situazione… per un inter-minabile quarto d’ora ci ful’inferno… fui persino disar-cionato da cavallo, ma riusciia raggiungere la caserma per

interpellare il battaglione mo-bile…nonostante questo, ri-masi in stato di fermo duegiorni per "abbandono di po-sto"; infine fui trasferito e po-co più di due anni dopo micongedai”.

Passando invece alla sua vo-cazione artistica, quando hascoperto la passione per l’i-

mitazione, il canto ed il tea-tro in genere?“Fin da piccolo “giocavo conla voce”: ascoltavo la radio,memorizzavo le intonazioni ele modulazioni della voce epoi le rifacevo, oppure, adesempio, andavo al cinema,vedevo Rascel e poi tornavo acasa e lo imitavo. Ho lavora-to tanto sulle imitazioni, si fi-guri che ho avuto anche No-schese come allievo. Sicura-mente è stata fondamentale an-che la mia passione per il can-to: ricordo che ascoltavo tan-to Caruso, Del Monaco, Tajo-li, Villa e poi li imitavo. A 14anni facevo anche le serena-te”.

Parlando della sua carrieraartistica, quali sono le tappefondamentali?“Dunque, comincio nel 1951coi fratelli Maggio in “CantaNapoli” e già nel 1952 sono intournée in tutti i teatri d’Italia.Nel 1955 al Teatro Nuovo aMilano il grande impresarioRemigio Paone, dopo avermi

visto imitare Achille Togliani,mi scrittura per la compagniadi Totò per l’anno successivo(1956). Vinsi ben due Ma-schere d’Argento (e, ci tengoa sottolineare, Totò soltantouna!): nella stagione 1956-57come miglior imitatore e mi-glior attore; e nella stagione1957-58 come miglior imita-tore. Negli anni ’60 poi ebbi

l’onore di esibirmi alla Car-negie Hall di New York: unasera feci anche l’imitazione diun’opera lirica, riproducendotutte le voci dei personaggi, ealla fine mi suonarono l’inno,Fratelli d’Italia. Mi dedicaro-no anche una targa che anco-ra oggi si trova sulle scale del-la galleria del Carnegie Hallche dice: “Di Gilio è merite-vole di stare qui…”.

Non posso concludere l’in-tervista senza chiederle co-me è stato lavorare con To-tò e che cosa si ricorda diquella meravigliosa espe-rienza…“Totò è stato per me come unsecondo padre. Era una perso-na molto malinconica lontanodai riflettori, diversa da comepoteva apparire sul palcosce-nico o dallo schermo. Fummomolto amici. Ero uno dei po-chi che riusciva a farlo ridere.Proprio per questo motivo mimeritai l’appellativo di “giul-lare del re”.

Luca Cecchelli

Mario Di Gilio all’edicola Ferrigno

Dal 23 al 27 maggio presso il centro Zoe Olistic Studio di viaMaestri Campionsi 26, lezioni di prova gratuita secondo il se-guente calendario:Lunedì Pilates (max 8 persone)Martedì Integral Yoga (max 8 persone)Mercoledì Pancafit Group (max 8 persone)Giovedì Postural Exercises (max 8 persone)Venerdì Hari Hata Yoga (yoga dinamico max 8 persone)

Classi di un'ora dalle ore 10.00 fino a sera. Su prenotazione ai numeri 02 39440752; 348 5171778

Mario Di Gilio, al centro

Edificio via Benaco

Cent’anni di Solidarietà

6

IDorando d’Italia sono due:Dorando Pietri, leggendaolimpica, Londra 1908, e

Dorando Giannasi leggendagastronomica del Chiosco inpiazza Buozzi.Il nostro Dorando dice di nonsapere che ha un fan club suFacebook e che è presente sulsito inglese “Tip and Trip” checonsiglia “the great lasagna”ai viaggiatori stranieri che vi-sitano Milano.Dorando, elegante, lindo si-gnore, serio e cortese che ne-gli anni 60 arrivò a Milano perraggiungere la sorella più gran-de, Graziella, commessa in unapolleria in via Teodosio, nonse ne vanta. A lui interessamantenere il suo Chiosco adun livello alto, di qualità, diservizio, di cortesia.La storia dei fratelli Giannasiè esemplare dell’Italia pulita,testarda, operosa di quegli an-ni. Nati poveri nei difficili an-ni ‘40, in un piccolo paese del-l’Appennino tosco emiliano,Civago, in provincia di ReggioEmilia, potevano scegliere seemigrare verso la Toscana o aSassuolo a fare ceramiche o aReggio Emilia in qualche in-dustria casearia. Prima Gra-ziella, poi Dorando e poi il piùgiovane Luciano si diresseroinvece a Milano. Qui, come nei romanzi, ebberola fortuna di trovare sulla lorostrada Umberto Muccioli chesi prese cura di loro, insegnòloro il lavoro, li trattò come fi-gli da seguire e consigliare epur restando il “padrone”, co-me ancora oggi Dorando lo ri-corda, ne diventò il mecenateprotettore. Quando decise dichiudere la sua polleria inLambrate, trovò un chiosco ab-

bandonato in piazza Buozzi,forse un ortolano, lo risistemò,chiese i permessi e i FratelliGiannasi iniziarono la loro av-ventura. Per 20 anni furono pollivendo-li e sui banchi refrigerati ven-devano tutti i tipi di carni bian-che (polli, tacchini, conigli, fa-raone) crude. Poi si accorseroche il solo pollame non era suf-ficiente per incrementare levendite, i clienti in pieno boomeconomico volevano le bistec-che per sentirsi più ricchi e al-lora i Giannasi aggiunsero lecarni rosse. E, dimostrando gran fiuto peri cambiamenti delle abitudinialimentari degli italiani e otti-me capacità di marketing, neglianni Ottanta diedero spazio, ri-strutturando di nuovo il chio-

sco, agli spiedi e ai cibi cottiche ancora oggi vengono pro-dotti nel laboratorio di fronte,in corso Lodi al 15.Dorando è una persona spe-ciale che mi ha molto colpitoper la sua profonda umanità ol-tre che per le sue indubbie do-ti manageriali.Ho chiesto al signor Giannasiquale è secondo lui l’elemen-to primario per il successo del-la sua attività che dura da piùdi quaranta anni e la risposta èstata sorprendente, proprio per-ché semplice e sincera. “Cer-tamente la qualità del prodot-to - ci ha detto - ma soprattut-to l’armonia che si respira nelchiosco”.I commessi, all’inizio italiani,ma ora in maggioranza extra-comunitari, fanno parte di una

équipe solida, funzionale e fun-zionante, motivata e rispettata,assolutamente priva di qual-siasi connotazione di diversitàculturale; in qualche modo,hanno trovato in Giannasi unafigura di riferimento, com-prensiva ma anche severa, co-me quella che allora lui stessoaveva trovato nel vecchio ”pa-drone”.E quindi, avanti (sono in dodi-ci nell’organizzazione Gian-nasi) con i polli allo spiedo, lepatate arrosto, i supplì, le lasa-gne e al venerdì il baccalà.Sono talmente ben organizzatiche non ci sono avanzi e seproprio due polletti restano so-li alla chiusura, il giorno dopovengono venduti al 50%.Il tempo passa, Graziella si èritirata e il più giovane Lucia-

no non c’è più ma al Chioscosi sta affacciando una delle fi-glie di Dorando, Paola che,laureata alla Facoltà dei BeniCulturali, ha deciso di occu-parsi coerentemente della cul-tura, altrettanto importante, delcibo.Io ho passato circa mezz’oranel Chiosco e man mano chesi avvicinava il mezzogiorno ilnumero dei clienti aumentava:operai in tuta calcinata, impie-gati in nero e borsa d’ordinan-za in pausa pranzo, ragazzi conlo zaino, signore con tacchi elabbra triple o naturali, anzianicon il carrello e comunque, co-me mi faceva notare Giannasi,più uomini che donne: sembrache le massaie di una volta nonci siano più.Giannasi è uno dei pochi in zo-na 4 che ha ricevuto l’Ambro-gino d’Oro, senza polemiche:lo meritava e glielo hanno da-to.E Dorando mi fa vedere, giu-stamente orgoglioso, la letterache a firma del Presidente Bo-na Borromeo, l’AIRC gli ha in-vitato anche quest’anno per ilcontributo del Chiosco alla As-sociazione. Il ringraziamentova anche allo staff e a tutti iclienti del Chiosco perché perun giorno all’anno l’intero in-casso della giornata viene de-voluto alla ricerca con partico-lare attenzione ai tumori pe-diatrici. E, considerando il suc-cesso del Chiosco, è una bellacifra.E Dorando con la sua pacata eattenta autorevolezza, un po’defilato, seduto alla cassa nel-le retrovie del suo chiosco,sembra essere un uomo appa-gato e, forse, anche felice.

Francesco Tosi

maggio 2011

Il Chiosco Giannasi: pollo, patatine e …. Mercatino beneficoPresso la parrocchia di San PioV torna l’edizione primaveri-le del mercatino benefico. Neitre fine-settimana di maggio(14 e 15, 21 e 22, 28 e 29), sa-bato dalle 15 alle 19, dome-nica dalle 9.00 alle 12.30 e dal-le 15 alle 19, con ingresso davia Lattanzio 60/A, trovereteoggettistica varia (casalinghi,ceramiche, vetreria, cancelle-ria, piccoli attrezzi, borse, to-vagliame, articoli da cucito);libri, videocassette, DVD, CDmusicali; abbigliamento.

Giornate gratuiteal CENTRO RAMAZZINI La prossima giornata gratuitaal Centro Ramazzini è lunedì9 maggio: visita ortopedica +trattamento osteopatico. Perappuntamenti telefonare allo02.506.21.82 nei giornilun/mer/ven dalle 14 alle 18.

Lo sportello fiscale nella nostra zona In zona 4, è stato aperto unosportello fiscale dell’Agenziadelle Entrate.Il servizio, disponibile dal lu-nedì al venerdì dalle 9 alle 13,presso la sede di via Oglio 18,fornisce informazione e assi-stenza fiscale gratuita su: Co-municazioni di irregolarità ecartelle di pagamento - Com-pilazione e trasmissione delModello Unico Persone fisi-che - Informazioni sulla posi-zione fiscale del cittadino - Re-gistrazione contratti di loca-zione. Per informazioni: tel.02884.58424

7maggio 2011

Di solito immaginiamo chi rica-ma una signora avanti con glianni, gli occhiali sulla punta

del naso che al telaio crea con ago efilo disegni, invece c’è anche un rica-mo al maschile. C’è un signore, Pino Grasso, che que-sto lavoro lo fa da anni, da quando loscoprì frequentando la casa di un suocompagno di liceo il cui padre eserci-tava questa “arte”. Si appassionò a talpunto da lasciare gli studi di medici-na e iniziare a collaborare con questapersona, rilevandone poi l’azienda emettendosi in proprio. Questa, in breve, la storia di un im-prenditore la cui fama possiamo defi-nire mondiale, visto che i grandi sar-ti e i maggiori stilisti vogliono per iloro abiti i ricami della Pino Grasso.I nomi sono tanti. So-no quelli del Gothadella moda che a Pi-no inviano i bozzettidelle loro creazioni esi affidano al suobuon gusto e alla sualunga esperienza perarricchire gli abiti. Pe-scando nel vasto ar-chivio o inventandosiex novo ricami conmateriali inediti, eccoprendere forma il ri-camo che si adatta esi plasma all’abito delgrande sarto. Piume, paillettes, striscedi tessuti, anelli di plastica, ma ancheperle, schegge di corallo e quanto al-tro la fantasia di Pino elabora diven-tano un tutt’uno con l’abito, esaltan-done l’importanza. In visita alla Pino Grasso Ricami, invia Simone d’Orsenigo quasi all’an-golo con via Friuli, chiediamo al tito-lare di svelarci questo antico, quantoparticolare, “mestiere”.“Esatto definirlo mestiere. Un mestiereda sempre sconosciuto, nessuno sa cheesistono i ricamatori che fanno que-

ste cose per gli abiti dei grandi stili-sti. Il nostro è un lavoro prettamenteartigianale: mani, ago e filo, un telaioe la testa per inventare cose nuove,idee, stili da un’infinità di materiali:lo definirei decoro più che ricamo. Unlavoro nascosto, anche perché gli sti-listi non amano far sapere chi lavoraper loro in questo settore. Un settoreriscoperto anche grazie alla Fonda-zione Cologni che ha girato l’Italia in-tera per scoprire l’artigianato d’ec-cellenza e di nicchia, per farlo cono-scere. Noi poi spesso andiamo nelleuniversità o nelle scuole che si occu-pano di moda o comunicazione delsettore a spiegare che esistiamo, chelavoro facciamo, qual è il nostro ruo-lo nella realizzazione di un abito”.Come nasce un ricamatore?

“Per combinazione, nelmio caso, seguendo leorme del padre di unmio compagno al liceodel quale nel 1958 horilevato l’attività dopoaver fatto tanto appren-distato assieme alle ra-gazze, davanti ad un te-laio ad imparare tecni-che. In Italia non ci so-no scuole nel nostro ge-nere, non esiste un in-dirizzo di studio speci-fico. Ai miei tempi lescuole erano i labora-

tori dove le madri, a pagamento, man-davano le figlie ad imparare il me-stiere. Oggi siamo noi la scuola, conla differenza che un apprendista co-sta, giustamente, ma ci vogliono annie non mesi per insegnare il mestiere,con il rischio che l’apprendista smet-ta o si metta in proprio”.Come si costruisce un abito rica-mato?“Due modalità di base: riceviamo unfigurino sul quale ricamare qualcosain un determinato materiale e da quel-lo elaboriamo, prepariamo disegno.

Lo portiamo allo stilista per le modi-fiche che ritiene di apportare, mentreper il materiale siamo quasi semprenoi a sceglierlo. Una volta approvato,disegniamo sul cartamodello ramati,fiori, disegni geometrici e procedia-mo con il capo ricamato. Oppure ab-biamo 10 mila pezzi in archivio tra iquali scegliere e presentare allo stilista,a seconda del tipo di abito. Ad esem-pio con corallo, argento, con piumesenza piume”.Il vestito più bello e quello più caro.“Il più bello è stato un abito da sposadi Valentino con 12 metri di coda, tut-to ricamato a mano. Un altro è di Ver-sace, più che un abito lo definirei unostudio di architettura sartoriale, fanta-stico. Abbiamo creato con l’organzadelle volute, delle onde che seguiva-no il movimento del vestito. Il più ca-ro, un abito da sposa di tanti anni fache costava 80 milioni: uno sproposi-to. A quell’abito hanno lavorato le ra-gazze giorno e notte. Era tutto rica-mato a mano, un lavoro incredibile”.Come ci ha spiegato Pino Grasso nel

corso dell’in-tervista, il la-voro del rica-matore è incontinua evo-luzione, uncontinuo ap-prendimento,aggiornamento. Anche sui materiali,che possono seguire la moda, o esse-re materiali poveri, come quando fuutilizzato del filo di rame preso all’in-terno dei cavi elettrici o quando unalastra di plexiglas si è trasformò in vir-gole e farfalle tagliate con il laser. Ilcuore pulsante dell’attività del ricamoè l’ampio, soleggiato salone dove, conmani esperte e movimenti rapidi e pre-cisi, sei ricamatrici cuciono sul tessu-to il materiale che alla fine si trasfor-merà nel disegno voluto. Ricamatriciche si occupano anche di restauri, co-me avvenuto prima e dopo la recentemostra a Palazzo Marino di abiti ap-partenenti alle collezioni private deglistilisti e che erano stati ricamati allaPino Grasso, mentre per la pulitura,

che va eseguita con molta attenzione,ci sono ditte specializzate che riporta-no a nuovo questi favolosi abiti.Se un giovane volesse intraprende-re questo lavoro che cosa gli direb-be?“Lascia perdere – risponde con fran-chezza Pino -. Oggi come oggi la con-correnza cinese e indiana ci sta but-tando fuori dal mercato. Intraprende-re questa attività non è redditizio comeun tempo. Per arrivare a certi livellibisogna investire in anni di gavetta,essere sempre in sintonia con le mo-de, avere occhio nel trovare soluzio-ni sempre nuove, migliori. E una grancapacità manuale abbinata alla velo-

cità, perchéspesso i la-vori arrivanooggi e devo-no partiredomani”.Ma Pino la-scia uno spi-raglio a chivolesse pro-seguire sullasua strada:con la nostrainnata capa-

cità e buon gusto e fantasia, un do-mani qualcuno potrebbe riuscire nel-l’impresa. Il made in Italy non saràmai in ogni caso surclassato dai com-petitors stranieri.Un’ultima domanda: cos’è il rica-mo per Pino Grasso?“Per me è lo scopo della mia vita. Nonè un lavoro ripetitivo da ufficio, ognigiorno c’è qualcosa di diverso, di crea-tivo, sempre nuovi contatti umani”.A riconoscimento di tutto questo la-voro, nell’ufficio di Pino Grasso è ap-peso l’attestato ricevuto nel 2010 a Pa-rigi dal Centre du Luxe et de la Créa-tion: primo italiano a ottenere questoriconoscimento.

Sergio Biagini

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Ago, filo, pazienza, buon gusto e il ricamo diventa arte

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L’isola di QUATTROA cura della Redazione giovani - Per raccontare la vostra storia giovane, [email protected]

Nel corso della storia, il tatuaggio ha assunto differenti signi-ficati: sacrale, estetico , segno d’appartenenza, di onore o dis-onore, simbolo di ribellione…E oggi? Pur riconoscendo che il fenomeno dei tatuaggi ha su-

bito un’inflazione dettata da mode passeggere, sono moltissi-me le persone che ricorrono a questa pratica. Che lo faccianoper distinguersi, per tracciare un segno indelebile al fine di se-gnare i momenti cruciali della propria vita, il tatuaggio rima-

ne un’espressione concreta dell’umano, del senso della suaesistenza. Per capire questo fenomeno lasciamo la parola atatuati e tatuatori.

Francesca Barocco e Simona Brambilla

Giorgia Scordino, in ar-te Giogiò, ha 21 anni elavora come tatuatricepresso Liber.Art. Conuna carriera iniziata a18 anni, ancor prima difinire il Liceo, ha deci-so di raccontarci qual-cosa in più su questomondo tutto particola-re, che affascina mi-gliaia di giovani (e nonsolo).

Come si diventa ta-tuatori?Per prima cosa occorrefare un apprendistato,che dura tra i due e i treanni, durante il qualesono fornite le basi perdisegnare un tatuaggio;occorre, infatti, impa-rare a gestire uno spa-zio diverso dal foglio.Per quanto riguarda la miaesperienza personale, io ho ini-ziato senza avere la minimaidea di cosa volesse dire ta-tuare. Certo, ho sempre ama-to il disegno, ma tatuare èun’altra cosa. Devo tutto aBrunella, la proprietaria del

negozio dove ho svolto la pri-ma parte dell’apprendistato.Per quanto riguarda la partetecnica, la prima pelle su cuimi sono cimentata è stata lamia, per poi passare agli ami-ci, ovviamente tutti volontari.

Hai elaborato un tuo stilepersonale?Propongo tatuaggi cartoon mi-schiati a incisioni del Sette-cento, preferibilmente in bian-co e nero. Tuttavia per esserebravi tatuatori occorre saperfare di tutto. Al giorno d’oggi

possedere uno stile personaleè obbligatorio, in quanto nonsi lavora più da catalogo. Pri-ma, durante gli anni ’80, i ta-tuatori mettevano su pelle di-segni standard; non era cosìimprobabile uscire dal nego-

zio appena tatuati e ve-dere un’altra persona conlo stesso tatuaggio. Og-gi la clientela è cambiata:lo scopo è indossare untatuaggio unico. Eccoperché è fondamentalecapire il tipo di personache si ha di fronte, perpoter poi realizzare untatuaggio ad hoc. Il sog-getto è ovviamente ilcliente a sceglierlo, ma èil tatuatore che proponecombinazioni semprenuove; il tatuaggio di-venta pertanto una sinte-si tra l’intenzione delcliente e la reinterpreta-zione del tatuatore.

Secondo te è giustoparlare di arte nel cam-po del tatuaggio?Noi non siamo artisti,

facciamo tatuaggi. La base ètecnica: occorre, infatti, tene-re conto delle proporzioni, deivolumi, degli spazi e delle lu-ci, senza parlare delle tecnichedi tatuaggio vere e proprie. Di-ciamo che sta al tatuatore ap-plicare l’arte al tatuaggio, cherimane comunque una via dimezzo tra il cliente e il tatua-tore. Forse si può parlare di ar-te nel momento in cui stai pen-sando al tatuaggio, nella fasepiù creativa, ma poi, quandolo fai, è solo tecnica.

Hai qualche consiglio da da-re ai futuri tatuati?Il mio consiglio è di rivolger-si a più studi, così da cercareil tatuatore giusto per quel ti-po di lavoro. Attenzione soloa scegliere un professionista;non è detto che tutti rispettinole norme igieniche. L’igiene èfondamentale e buona partedell’apprendistato è finalizza-to a imparare come sterilizza-re la strumentazione, capirecosa toccare con i guanti e iltipo d’inchiostro da utilizzare.

Luca Percetti e Maddalena Burelli

Hilary Garbo, 25 anni, ap-prendista tatuatrice che staancora imparando “a bot-tega” presso DAK TAT-TOO.

Che cosa significa fare latatuatrice?Questo è il lavoro che vor-rei fare per tutta la vita. Miè sempre piaciuto disegna-re ma in questa società,purtroppo, i lavori artisticinon permettono di assicu-rarsi un futuro certo e di fa-re grandi progetti. Per que-sto, in passato, ho cercatodi studiare per trovare unlavoro stabile. Ho frequen-tato il liceo linguistico epoi mi sono iscritta alla fa-coltà di Beni Culturali, ma stu-diare e basta non mi dava al-cuna soddisfazione. In segui-to mi sono iscritta a Brera, maeccomi di nuovo al punto dipartenza: se sai dipingere, do-ve vai oggi?! Forse il mondodel tatuaggio è una delle ap-plicazioni più sicure in questosenso. Bisogna contare, però,la concorrenza. Sempre piùspesso oggi ci sono cosiddet-ti “tatuatori” che riescono acomprare uno studio (spessocon i soldi dei genitori…) epoi in realtà non hanno nem-meno le basi per poterfare questo lavoro e ro-vinano la pelle alle per-sone.

Che preparazione bi-sogna avere?La cosa migliore è tro-vare uno studio che ospi-ti l’apprendista e gli per-metta di imparare sulcampo, di iniziare a di-segnare sulla pelle fintacon l’attrezzatura pro-fessionale e con un mae-stro: proprio come si fa-ceva nelle botteghe deipittori medievali! È im-portante prendersi la re-sponsabilità di ciò che sifa. La pelle altrui è pel-le, non è un pezzo di car-

ta che puoi stracciare e butta-re nel cestino se la cosa nonviene bene e, soprattutto, bi-sogna saperla trattare nel mo-do giusto. Ci vuole prudenza,ci vuole accortezza. Al tatua-tore non deve interessare ilguadagno: è una forma d’arte.Se non possiamo fare un bellavoro perché il soggetto nonce lo permette, non lo faccia-mo: la pelle viene prima diogni cosa.

Come hai iniziato?Sono apprendista. I primi ta-

tuaggi li ho fatti su di megiusto per capire come usa-re la macchinetta. Ho ta-tuato alcune bolle su di unagamba. Ogni giorno impa-ro nello studio che il lavo-ro del tatuatore è anchequello di rendere tatuabilii disegni o eliminare quel-li non tatuabili. È nostrocompito mettere in luce irischi e le problematiche diogni opera. Questo lavororichiede molta onestà.

Cos’è secondo te un ta-tuaggio? Un vestito, un’al-tra pelle?Un tatuaggio permette disegnare addosso qualcosadi importante come un ri-

cordo; serve a tenere con séper sempre episodi che ti han-no segnato particolarmente. Èun’opera d’arte. È qualcosa diintimo e personale. Se doves-si dare una definizione di “ta-tuatore” direi che è un inciso-re di ricordi. Penso vada oltrela moda, anche se spesso i ra-gazzi, per l’estate, ne scelgo-no uno a caso, pur di poterlosfoggiare come fosse un co-stume da bagno nuovo. Hoavuto anche richieste assurde:dal disegno di “barbone con lafaccia di Gesù” a quello di un

cuore “sterilizzato”.

Cosa consiglieresti achi vorrebbe diventaretatuatore?Io consiglio di andare instudio perché lì hai unapersona accanto che ticorregge e che ti insegnafacendo, che rispondesempre alle tue doman-de. Sono importanti poi icorsi di igiene, per co-noscere le infezioni e sa-per sterilizzare tutti glistrumenti. Questo è l’in-dispensabile, il resto èimpegno, dedizione epassione.

Irene De Luca e Silvia Pusceddu

Intervista a Giorgia Scordino Intervista a Hilary Garbo

MI TATUO, DUNQUE SONO

Hilary Garbo

Giorgia Scordino

maggio 2011

9maggio 2011

CIRILLO, 28 ANNI, LIBERO PROFESSIONISTA«Sono completamente in-namorato dei tatuaggi.Uno si estende per tutta la parte destra del corpo dalla caviglia alla spallaed è un tribale; è costato 1000 euro. L’altro, non ancora completo, è un in-no a Vasco: “Coca cosa? Coca Cola”».

MARCELLA, 25 ANNI, STUDENTESSA«Ho quattro tatuaggi più un puntino dove ho intenzionedi fare il quinto, si dice che pari portino sfortuna. Hofatto il primo a 22 anni e poi ognuno ha scandito unatappa della mia vita o una presa di coscienza. Vorrei ta-tuarmi tutta la schiena. Sto attenta a non farli in postivisibili per motivi lavorativi».

FILIPPO, 21 ANNI, STUDENTE«Mi sono fatto tatuare una tenerissima immagine di miofratello piccolo».

ANDREA, 23 ANNI, STUDENTE DI GIURISPRUDENZA«Non ho tatuaggi, ma non sono contrario. Ora non nesento l’esigenza, forse più avanti nell’età, ad esempioin occasione della nascita di un figlio, anche se non ènecessario. Credo che debba essercisempre un motivo per tatuarsi».

CRISTIANA, 19 ANNI, STUDENTESSA«Ho due tatuaggi: una fenice stilizzata sulla caviglia e unatartaruga, sempre stilizzata».

GUIA, 27 ANNI, INTERIOR DESIGNER«Non ho mai pensato di farmi un ta-too, ma mi piace vederli sugli altri.Forse sono frenata anche dai miei genitori che sonocontrari persino ai buchi alle orecchie! Inoltre pensoche i tatuaggi troppo grossi e visibili possano crearedifficoltà sul lavoro nel contatto diretto con il cliente».

A cura di: Sara C., Laura M., Federica C., Luca C., Giacomo P.

Flash interviste ai giovani della zona:che cosa ne pensate dei tatuaggi?

Eccoci. Dopo anni di limbo,qualcosa si muove nell’area

“selvaggia”, che ancora per pocotempo comparirà all’altezza di viaMaffei davanti al civico 6. Un’a-rea che ha avuto, come molte aMilano, una storia tormentata. Pri-ma è stata un parcheggio all’aper-to, poi un deposito abusivo di ma-cerie e rifiuti ed infine, unavolta recintata, è andata“rinselvatichendo”. Neglianni si è arricchita di piantee giovani alberi, gatti, uc-celli e sicuramente anchequalche bel topone. Una ve-ra e propria area autogestita.Un bosco autocreatosi chepoteva con poco impegnodivenire un piccolo polmo-ne verde nel cuore del quar-tiere. Ma i sogni, ahimè, siscontrano con la realtà pra-tica. Ovvero con il proget-to di parcheggio sotterraneoche da anni “pendeva” sul-l’area in questione. Un par-cheggio autorizzato e volu-to dalla zona, nulla da ec-cepire. Ciò che però mi famale è constatare come nel-la nostra città è così diffici-le costruire verde, quanto facile di-struggerlo.Mi permetto dunque di rubare ailettori alcuni minuti per racconta-re cosa ho visto attraversando perpochi istanti il “cantiere” in que-stione (sì lo ammetto mi sono in-trufolato e ho anche scattato qual-che foto). Nell’entrare si respira la polveresmossa dai cingolati che hanno ini-ziato a lavorare e sradicare pocheore prima. A terra rimangono i ce-

spugli di buddleia, rovi e serenel-la e giovani esemplari di piopponero, bagolaro, robinia e olmo checon tanta fatica, in questi anni,hanno colonizzato questo terrenoabbandonato. Per ora rimangono in piedi, unicisopravvissuti, i grandi alberi sto-rici dell’area: qualche olmo e qual-

che bagolaro, quattro o cinquepioppi monumentali che stanno perrilasciare i loro frutti, una robiniain fioritura che emana un dolcissi-mo odore di miele e in un cantuc-cio anche un nespolo e un bel fi-co. E in mezzo a tutto questo si in-travede uno svolazzare di cince,merli e passeri che sembrano averperso riferimenti e certezze. E an-che qualche sparuto felino che an-cora si aggira fra i resti dei cada-veri spezzati.

Tutto questo, seppur forse neces-sario, non può non colpire al cuo-re un naturalista. E nella mia men-te emerge dopo anni, il ricordo diuna scena del film “Allegro nontroppo” nella quale i ricordi e l’af-fetto di un gatto ricostruiscono ma-gicamente una casa abbandonatae poi distrutta. Un ultimo mirag-

gio prima dell’ultimo colpo.Bene, siccome dobbiamo esserepositivi, e visto che con il par-cheggio, in superficie dovrà esse-re creato uno spazio verde per lazona, faccio un appello a tutti co-loro che vivono in zona perché aiu-tino i progettisti nel ricreare glispazi verdi comuni e perché se-guano come osservatori attenti ilavori. Perché dopo tutto, torni avivere, seppur domato, il Bosco divia Maffei.

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Anni fa il termine piorrea descriveva la progres-siva perdita dei denti; le gengive producevanosostanze da infiammazione, i denti si muoveva-no e alla fine inesorabile arrivava la dentiera.Un tempo si pensava che la malattia fosse ingua-ribile,oggi si parla di PARODONTOPATIA da cui sipuò guarire.Che cos’è una parodontite? È l’infiammazione del parodonto (tutto quel chesta intorno al dente), dovuta generalmente aduna scorretta igiene orale; se questo stato persi-ste, l’infiammazione cronica che ne conseguecauserà il distacco delle gengive dai denti, dan-do origine alla formazione delle “tasche paro-dontali” che a loro volta determineranno danniall’osso alveolare riducendolo di altezza.A questo punto i denti cominceranno a vacilla-re, e se non si interviene adeguatamente, si an-drà incontro alla loro perdita.Esistono diversi tipi di parodontite, vi sono le for-me batteriche, quelle ulcerative, quelle aggres-sive ecc…Per tale motivo bisogna affidarsi al pro-fessionista parodontologo che saprà indicare do-po un’attenta valutazione le cure migliori e piùall’avanguardia mirate alla conservazione deglielementi dentali.Durante la visita sarà molto importante stabiliread esempio se le tasche parodontali sono a “ri-poso” o in “attività” per quanto riguarda la florabatterica contenuta in esse; verrà quindi esegui-to un “sondaggio” con appositi strumenti per va-lutarne la profondità ed i batteri presenti in es-se.A questo punto si passerà alla terapia che sarà

chirurgica per la rimozione di tartaro e placcasottogengivali, verrà fatta quindi una bonifica ditutta la bocca e se necessario verrà prescritta unaterapia antibiotica di sostegno.Al lavoro del professionista eseguito in studio sideve affiancare una forte motivazione del pa-ziente il quale deve essere consapevole che ilbuon esito delle cure dipende anche da lui, inquanto dovrà fare i “compiti a casa” eseguendole istruzioni ricevute riguardo all’igiene orale ese necessario dovrà modificare il suo stile di vi-ta. Ad esempio dovrà abolire il fumo di siga-retta, dovrà imparare ad usare oltre lo spazzo-lino anche il filo interdentale e dovrà rivedereanche la sua alimentazione dando preferenza auna dieta ricca di frutta e verdura e povera dizuccheri. Importantissimi saranno i controlli sca-denziali per rimuovere l’eventuale placca rifor-matasi: solo con la totale collaborazione delpaziente (prima e dopo la cura) si otterrannobuoni risultati.

Importanti studi sulla parodontologia hannoevidenziato l’ipotesi che i batteri presenti sul-la superficie radicolare possono rompere la bar-riera esistente intorno ai denti, entrare nel cir-colo ematico e colonizzare organi anche di-stanti dalla bocca; in effetti batteri tipici dellamalattia parodontale sono stati trovati all’in-terno di ascessi sia celebrali sia polmonari. Ri-sulta quindi ancor più importante, soprattuttoper alcuni pazienti con patologie tipo il diabe-te o malattie cardiovascolari, assicurare una si-tuazione di “sterilità orale”.

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Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

10 maggio 2011

Oh, no! – direte voi – an-cora il maniaco del ri-sparmio! Ebbene si!,

perché una riflessione sul “nonspreco” è quanto mai urgente,soprattutto di questi tempi. So-no anni che si parla di “riciclo”e “riuso” ma, anche se qualchepasso avanti è stato fatto, l’im-pressione è che si tratti ancoradi poche gocce nel mare.Fino a qualche decennio fa ri-usare, riparare e, in definitiva,“non sprecare” era normale, fa-ceva parte di una diffusa quo-tidianità. Poi il boom econo-mico, l’industria dell’usa-e-get-ta e l’ubriacatura consumi-sta hanno cambiato radical-mente i nostri stili di vita ealterato – soprattutto nellegiovani generazioni – lapercezione dei nostri limi-ti; fra l’altro, creando bar-riere mentali difficili da ri-muovere: oggi chi “riusa”,“recupera” e “ripara” èspesso considerato un tac-cagno che rifiuta la moder-nità. Mica facile fare mar-cia indietro! Ho scoperto daanni che quasi tutti i mieistudenti usano solo fazzo-letti di carta. E allora??! -direte voi! – cosa c’è distrano?! Il fatto è che oral’idea di usare normali faz-zoletti di tela non solo fa lo-ro schifo, ma tale pratica èconsiderata addirittura antigie-nica! E’ evidente che si è or-mai instaurata una barriera psi-cologica quasi insormontabileall’adozione di comportamen-ti più “sostenibili” (e questovale per molti comodi prodot-ti usa-e-getta e per altri beni diconsumo che siamo soliti cam-biare con estrema frequenza).Però siamo tranquilli perchéfacciamo la raccolta differen-ziata! Ottima cosa, ma anchequesta lodevole pratica na-

sconde insidiosi risvolti: met-te a posto la coscienza e ci il-lude di poter consumare al-l’infinito, come se riciclare fos-se gratis, non consumasse ener-gia e facesse scomparire d’in-canto i rifiuti, moltiplicando in-vece le risorse disponibili sulpianeta.Ecco perché quando parlo di“riciclo e riuso” non intendosolo “fare la raccolta differen-ziata”, ma mi riferisco a un “ri-ciclaggio integrale” nel sensodi “non buttare e sprecare og-getti o componenti che sonoancora utilizzabili così come

sono”. E’ incredibile quanti og-getti o componenti ancora uti-li vengano buttati via, con ine-vitabili costi di smaltimento (li-stelli, profilati, lastre di vetro,tavole di legno, rotelle, mani-gliette, etc.). Sono anni che noncompro viti, rondelle e bullon-cini per le piccole riparazioni,vista la quantità di componen-ti di recupero che conservo or-dinatamente in spazi tutto som-mato ridotti. Ogni volta che si sgombra una

casa, si buttano via stoviglie,mobiletti, piccoli elettrodome-stici e quant’altro, che potreb-bero trovare nuovi proprietari,o in mercatini dell’usato (cfr.articolo su QUATTRO del no-vembre scorso) o gratuitamen-te, tramite Associazioni di vo-lontariato. Qualcosa si sta len-tamente muovendo, ma in mo-do ancora disordinato e indivi-duale, magari sotto la spintadella necessità e, non di rado,con un po’ di “vergogna resi-dua”, sotto la spada di Damo-cle dell’accusa di “taccagne-ria”; ma cooperare fra cittadini

per rimettere in circolo e nonsprecare tutto ciò che è ancorautilizzabile non è “taccagne-ria”, è un segno di civiltà.Direte che sono piccole cose,insufficienti per cambiare larealtà e i consumi del mondo!Forse, ma ciò che conta è ilcambiamento di mentalità: seapplichiamo questi principi atutti i beni di consumo (senzacambiarli in continuazione) ese un numero sempre maggio-re di cittadini facesse una scel-

ta del genere (oculatamente esenza eccessi maniacali!) for-se riusciremmo a rallentare ilconsumo del nostro Pianeta. Leobbiezioni di chi non è d’ac-cordo, del resto, sono semprele stesse: “non siamo all’etàdella pietra”, “se non si consu-ma l’economia crolla”, “se siproduce di meno, cosa faran-no i lavoratori delle varieaziende?”, eccetera. Non so-no un economista e non credodi avere le soluzioni in tasca(del resto, non le hanno nep-pure loro!), ma di una cosa so-no sicuro: un “libero mercato”

che sia degno di questo no-me deve essere “libero” an-che per chi compra e nonsolo per chi vende; e il con-sumatore ha il diritto di di-fendersi da un mercato im-pazzito anche riducendo iconsumi (soprattutto se inu-tili e non compatibili col suosalario)!Molte associazioni si occu-pano già da tempo di orga-nizzare il recupero di benidi consumo, sia nel settorealimentare, dove gli sprechisono mostruosi (Banco Ali-mentare, Last Minute Mar-ket), sia in campo non ali-mentare (Freecycle, BancoBuilding, cooperativa “Dimano in mano”). Ma circuitivirtuosi di questo tipo pos-

sono instaurarsi anche fra sin-goli cittadini, nella cerchia diamici o fra vicini di casa, convantaggi per tutti. Certo, per ri-utilizzare oggetti e componen-ti (anche in contesti diversi daquelli per cui sono stati conce-piti) ci vuole un po’ di fantasiae di elasticità mentale. Per ri-parare o riconvertire oggetti civuole un po’ di manualità e dicapacità pratica. Soprattutto civogliono quelle conoscenzespicciole su materiali e tecni-

che che un tempo erano patri-monio comune e che oggi sivanno progressivamente per-dendo.Ed è per parlare di tutto questoe per stimolare il dialogo fracittadini che organizziamo, a

fine maggio, un incontro aper-to a tutti gli interessati propriosul tema “Riuso, riciclo, ripa-ro” (informazioni nel riqua-dro). Pensiamoci su e rimboc-chiamoci le maniche.

Francesco Pustorino

RI - CICLO * RI - LUSSOdi Maria Lombardo

Sempre in tema di riciclo, il “Piccolo Museo Sereno”, un’as-sociazione culturale nata per la va-lorizzazione dell’arte presenta al-l’interno del prestigioso Audito-rium di Milano Fondazione Cari-plo, nel foyer e nelle vetrine delBookshop: OPERE DA INDOSSARE.Troverete spille fatte di materialiincredibili, dalle dimensioni e for-me tra le più varie con composi-zioni uniche. Spille ad alta vesti-bilità per caratterizzare e contrad-distinguere ognuno di Noi come messaggio visivo. Le ope-re sono create dalla signora Maria Lombardo, residente nel-la nostra zona, che sicuramente andremo a trovare per farciraccontare la storia dei suoi originalissimi lavori.

Auditorium di Milano, Largo Gustav MahlerOrari di apertura: da martedì a domenica 14.30 – 19.00

Lunedì 23 maggio dalle ore 16.00 alle ore 18.30 Presso lo Spazio culturale titolivio, via Tito Livio 27

Incontro con il professor Francesco Pustorino su:RIUSO, RICICLO, RIPAROCome riutilizzare materiali di uso comune che altri-menti finirebbero nella spazzatura.

Incontro gratuito previa prenotazione.Per prenotarsi, telefonare presso Ufficio soci Ipercoop tel. 02 54045253 o presso Ufficio soci supermercato Rogoredo tel 02 55700065.

Il Comitato Soci P.zza Lodi-Rogoredo Associazione Tempo Libero COMITATO SOCI DI ZONA

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RIUSA – RICICLA – RIPARA: fantasia per non sprecare

Tra i punti qualificanti del programma di Pasquale Salvatore ci sono:- l’introduzione del Fattore Famiglia per quanto riguardo il costo di tutte le tariffecomunali e di tutti i servizi erogati direttamente o indirettamente dal Comune, tenen-do conto, a parità di reddito, in maniera significativa del numero dei figli a carico; -l’abbattimento della burocrazia con l’istituzione del “Project Manager per Progetto”, losviluppo del Project Financing nella realizzazione di infrastrutture e di servizi (metro-politane, tunnel di attraversamento e di circonvallazione); la realizzazione e la gestio-ne dell’arredo urbano con un uso strategico della pubblicità come fatto dalle piùgrandi Città Europee.Sul delicato tema del testamento biologico Pasquale Salvatore è perfettamente in li-nea con la posizione del gruppo parlamentare UDC alla Camera di pieno sostegno allalegge in discussione con l’obiettivo di apportarvi alcuni significativi miglioramenti egiungere alla sua rapida approvazione. Per tutte queste ragioni al Consiglio Comunale(scheda azzurra) votate la lista UDC barrando il simbolo e poi scrivete SALVATORE.

Tra i punti qualificanti del programma dell’UDC x il consiglio di zona ci sono:1. - MOBILITÀ: campagna di sensibilizzazione della cittadinanza sul “car sharing” esuccessiva promozione della sua diffusione, allo scopo di arrivare progressivamentealla riduzione di circa il 20% del parco auto circolanti e avere così un minore inquina-mento, un minore fabbisogno di garage e un risparmio sui costi di acquisto e di ma-nutenzione delle auto;2. - VIABILITÁ: Completamento delle piste ciclabili esistenti e realizzazione di nuovein modo da incentivare e rendere sicuro muoversi rapidamente usando la bicicletta,riducendo così l’inquinamento; 3. - VITA: azioni positive per favorire la partecipazione degli alunni frequentanti lescuole dell’obbligo ubicate in zona 4 al Concorso annuale per la Vita, promosso a li-vello nazionale dal Movimento per la Vita; 4. - VERDE: piantumazione di nuove piante, in primis di quelle a più veloce crescita,con ampio fogliame e con proprietà antizanzare. Anche al Consiglio di Zona (scheda verde) votate la lista UDC barrando il simbolo epoi scrivete ANNONI.

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Il quartiere compreso tra iviali Umbria e Molise a Mi-lano è una fucina di studi

creativi, firme di rilievo nazio-nale ed internazionale, ciascu-na nel suo campo d’azione, e icampi sono molteplici: dall’ar-chitettura alla danza, dal cine-ma al design, dalla fotografiaalle migliori Cucine regionali.L’eterogeneità delle realtà checompongono il tessuto socialelavorativo fa la ricchezza diquesto pezzo di città, che hatutte le carte in regola e l’ener-gia vitale necessaria per emer-gere quale nuovo polo dellacreatività milanese.Tenuto a battesimo lo scorso 16aprile, in concomitanza aglieventi del fuori salone, con unoStreet Party di matrice anglo-sassone dal nome evocativo Se-duta di Quartiere, il quartiere,appunto, si è animato in gran-de stile lungo una tavolata dioltre cento metri pensata dal-l’osservatorio urbano Gram-matiche Metropolitane, pro-gettata e realizzata dal labora-torio artigianale Contro Pro-getto in collaborazione con laComunità di recupero dalle tos-sicodipendenze DIANOVA e al-lestita dagli oltre 25 studi che,costituitisi nell’associazioneculturale Distretto CreativoNIL28, hanno partecipato in co-working all’organizzazione del-l’evento.Tra i temi scelti per gli allesti-menti quello “green” è il piùrappresentativo, scelto forseper la sua efficacia visto il con-testo post-indutriale dell’areain cui si inseriva l’evento. Sipassa così da istallazioni che siispirano ai fatti drammatici diattualità, come pretesto per unariflessione sul nucleare e sulleenergie rinnovabili, dello stu-dio Camera Zimmaro AA, allandscape design di YellowOf-fice che porta sul tavolo un pez-zo di prato, letteralmente, e viadagia una fauna da fattoria inminiature di legno, ai meravi-gliosi e odorosi bloomin’ gar-dens di SoaveMilano e Con-salez Rossi AA, fino al riutiliz-zo dei materiali, come il carto-ne riciclato utilizzato per con-fezionare le sedute sgabello deidotdotdot.E tra una mela e l’altra, comequelle distribuite dallo studiodi grafica MakeLab, c’è chipreferisce farsi una partita acarte sulla classica tovaglia aquadretti rossi da osteria -Stu-dio And- la socialità passa an-che attraverso una briscola, al-la tovaglia di progetti di Peia

Associati. Altri invece attiranol’attenzione dei più piccoli ri-coprendo la tavola di bocce conannessi pesci rossi -MazziniEventi- o con macchinine gio-cattolo che sfrecciano su tap-peti che riproducono la città -5+1 AA -.Lo studio di architettura Me-trogramma realizza un ironicopatchwork fotografico di partidi corpo umano. Un tutto ge-staltiano diverso dalla sommadelle singole parti che lo com-pongono ma nel quale ogni ele-mento concorre alla creazionedi un individuo nuovo, l’homoNILanderthalensis . Il gioco diparole è costruito sull’acroni-mo della nuova denominazio-ne dei quartieri riconosciuti nelpiano di governo del territorioper Milano quali Nuclei diIdentità Locale (NIL). Comeogni nucleo conserva una suaidentità storico-culturale ma in-sieme agli altri nuclei costitui-sce il tessuto urbano di Mila-no, così l’homo NILandertha-lensis diventa l’emblema di

questo corpo collettivo costi-tuito da parti diverse ognunaavente una propria specificità.Il visual designer, nonché pre-sidente della neo costituita as-sociazione culturale DistrettoCreativo NIL28, Sergio Colan-

tuoni si inventa un’installazio-ne ‘interattiva’, una pesca allapaperella quale provocazionesul ruolo dell’intrattenimentodentro l’evento che mette inmostra il design. La DanceHaus di Susanna Bel-

trami, nome di rilievo nel pa-norama nostrano della danza,per l’occasione ha ideato la per-formance Contaminazioni Cor-poree, una fusione di danza, ar-te, musica e teatro espressionedella migliore tradizione speri-

mentale contemporanea. La so-cietà di produzione televisivaOpenEys Film di Simona Stop-pa si appropria della facciata divia Cadolini per mandare inloop video il making of dell’e-vento, documentando, tra le al-tre cose, l’assemblaggio dellalunga tavolata. Interessante lasession di Street Live Paintinga cura di Marco Grassi akaPho, artista legato alla Avant-Garden Gallery, giovanissimarealtà che si muove nei territo-ri dell’arte urbana. Merita inol-tre di essere ricordata l’istalla-zione del fotografo FedericoMiletto (Doppiozero) La sca-tola delle espressioni, un bre-ve percorso emotivo tramiteimmagini in una moderna ‘ca-mera obscura’.Special guest della serata i cit-tadini, mamme, bambini, lesciure, la gente insomma ac-colta con un buffet a base di ali-menti a filiera corta offerti daCascina Cuccagna e BotteGas,due realtà del quartiere che siinseriscono in modo del tuttonaturale e consequenziale neldiscorso sui luoghi di parteci-pazione civile, di attenzione tragenerazioni e culture in un pro-getto più a lungo raggio sullarieducazione allo stare insieme,ed essere una comunità.Diversa quindi l’atmosfera daquella che si respira tutti gli an-ni al salone internazionale delmobile, vetrina globale per leaziende che si occupano di ar-redo domestico. L’idea resti-tuita è quella di città a dimen-sione Uomo, una città agìta,vissuta e partecipata in cui si(ri)trovano gli spazi che non so-no solo quelli che mettono Mi-lano in bancarella per essere ac-quistata e consumata. Del restol’aver inserito Seduta di Quar-tiere nel palinsesto del Saloneè stato un mero pretesto. L’as-sociazione culturale si guada-gnerà i suoi spazi d’azione fuo-ri da qualsiasi contesto conso-lidato.Il nuovo Distretto Creativo sidistingue anche dai luoghi ico-na del fuori salone quali Torto-na, Brera e l’Isola per questasua dimensione civile e socia-le della gestione del quartierein dialogo stretto e continuocon le persone che lo vivononel presagio (prospettiva) del-l’attuazione del piano dei ser-vizi che è parte integrante delnuovo piano di governo del ter-ritorio e di un progetto a veni-re ben più ambizioso…

Grammatiche Metropolitane

Le soluzioni vere vengono dal bassoA Milano nasce Distretto Creativo NIL28

Tutti contro il muro di via Cadolini, dipinto di blu dal Franco Parenti, quando aveva la sua sede temporanea qui; muro molto exindustriale e personaggi molto post industriali. Le foto sono state scattate da Roberto Felicioni (www.robertofelicioni.com)

12 maggio 2011

Trent’anni sono vera-mente tanti per una atti-vità di volontariato! Pur

non essendo una iniziativaconclusa, però, vorremmo ri-percorrere con Sandro Sessaquesto lungo periodo, facen-doci raccontare la nascita elo sviluppo della Scuola e lesue peripezie.Dobbiamo risalire ai primi an-ni Settanta, quando nella scuo-la e nella società era forte l’e-sigenza che tutti gli allievi diogni condizione potessero ri-cevere, in maniera uguale,istruzione e cultura, e perciòtutti potessero avere pari op-portunità per la propria cresci-ta.E’ sempre di quel periodo l’e-manazione dei decreti delega-ti e la spinta ad organizzarecorsi che potessero permette-re anche agli adulti di conse-guire la licenza media.Nacquero così, quasi in ogniquartiere, le scuole popolari,sulla spinta ed esempio dellascuola di Barbiana di don Mi-lani, per dare possibilità a chinon aveva potuto completareil corso di studi di conseguireil diploma di terza media. Que-sto era il traguardo della scuo-la dell’obbligo.Sandro Sessa, attuale coordi-natore della Scuola PopolareCalvairate, iniziò intorno al1975 ad impegnarsi in una diqueste scuole, la Scuola Po-polare Magenta, dal quartieredove era inserita; da allora neè stato il motore e ne ha se-guito il percorso e gli sposta-menti sul territorio milanese.La scuola si organizza la pri-ma volta presso la Parrocchiadi San Pietro in Sala, in piazzaWagner, dove era attiva unacomunità di base. L’attività èproseguita per un paio d’anni,con una situazione curiosa: lacomunità si riuniva fuori dal-la Chiesa mentre la scuola uti-lizzava i locali della parroc-chia! Questo stato di cose nonpoteva continuare e allora fudeciso di trasferire la scuola invia Correggio, presso una casaoccupata, come frequente-mente avveniva in quel tem-po.Nella scuola si parlava dellastoria delle lotte popolari, delcolonialismo, la matematicaveniva fatta prendendo in esa-me la busta paga del lavorato-re e così via. Gli esami si fa-cevano alla scuola media Ri-nascita in via Lorenteggio. Ricorda Sandro: “Ma un belgiorno alla scuola è venutocome allievo Giuseppe che hadetto: tutte queste istanze diprogrammi alternativi sonolussi per chi già ha, noi vo-gliamo imparare a leggere escrivere perché è la conoscen-za che ci permetterà poi direalizzarci, affrontare il lavo-

ro, essere più liberi”. E questoconcetto Giuseppe lo ha benespresso in un tema di esameche è rimasto nella storia del-la scuola e che qui a fianco ri-proponiamo. Il tema è stato fulminante perSandro e i suoi amici che la-voravano nella scuola. Da quelmomento, si resero conto del-la reale richiesta degli allievi:imparare e conseguire il di-ploma; così inizia la secondafase della scuola dove diventaimportante misurare il meritoe il lavoro fatto, differenziarei voti all’esame, impegnarsiad apprendere storia, geogra-fia, italiano, matematica. Anche la sedecambia: da viaCorreggio e dallaoccupazione distanze non riscal-date, con occu-panti di vario tipo,la scuola passa invia Vetta d’Italia,nei locali di unaex farmacia co-munale, messa adisposizione dalComune, con unaambientazione piùaccogliente.Dopo un paiod’anni il Comunerichiese la sede ecosì fu abbando-nata l’ex farmaciae la Scuola si tra-sferì presso ilCentro sociale divia Scaldasole, di-ventando ScuolaPopolare Ticinese.L’attività prose-guiva con profittoma si vennero acreare alcune di-vergenze con il Centro Socia-le: la scuola e gli operatori so-no sempre stati attenti a man-tenere la propria indipenden-za e mal si accettava che l’ini-ziativa venisse in qualche ma-niera inserita nell’attività delCentro Sociale. Di conse-guenza venne cercata una nuo-va sistemazione che tempora-neamente fu presso il CentroSociale del Ponte delle Gabel-le. Ma il quartiere era refratta-rio alle offerte della scuola po-polare e così dopo il fermo perun anno sabbatico la scuola sitrasferì ancora e fu ospitataall’Isola, in via Porro Lam-bertenghi, presso la ChiesaMetodista.Il periodo che la scuola ha pas-sato ospite della Chiesa Meto-dista è stato proficuo e oggiviene ricordato da Sandro co-me uno dei più fervidi: “Aquel periodo risale l’adesionealla scuola di Bruno, un miovecchio compagno delle ele-mentari del tempo di guerra,quando eravamo sfollati, men-tre allora lui era professore al

Politecnico e io dirigente d’a-zienda. Il pastore metodistaValdo faceva addirittura men-zione dell’attività della scuo-la nella relazione annuale del-la Comunità valdese”.La scuola popolare era però in-serita in un quartiere che inquel periodo non esprimevamolte necessità di una scuoladi quel tipo e così Sandro e gliamici che lavoravano come in-segnanti pensarono di trasfe-rirsi in viale Molise, dove l’e-sigenza di una scuola popola-re nasceva anche dalla do-manda di preparazione per l’e-same di terza media da partedi extracomunitari .

Poi dopo viale Molise, tra-scorsi alcuni anni, con un in-tervallo di un paio d’anni pres-so la parrocchia di San Pio V,la Scuola Popolare è arrivatain via del Turchino, presso laParrocchia di Sant’Eugenio.Gli esami venivano tenutipresso la scuola Media di viaHeine, con cui venne firmatauna convenzione che ricono-sceva alla scuola popolare unruolo attivo, a condizione chevenissero rispettati i program-mi ministeriali.Intanto da piazza Wagner avia del Turchino sono passatiquasi 35 anni e circa 350 al-lievi sono stati portati all’esa-me di terza media, mentre cir-ca 500 saranno stati i frequen-tanti. Sandro, mentre racconta deivari passaggi di sede dellaScuola popolare, ricorda an-che i tanti amici e amiche chepartecipavano all’insegna-mento perché credevano nel-l’iniziativa, ma ancora di piùcredevano e credono che lascuola sia il cardine del con-

vivere in una collettività, pae-se o città che sia.Così si sono uniti e hannosvolto attività di insegnamen-to Adriano, Paolo e Elena,Giovanni, Anna, Lorenzo, Pi-no, Gabriele, Giulio, Guido,Egone, Carlo, Ilio, Bruno, Do-menico, Andrea, Liviana, Die-go, Piersandro, Luciano, Ga-briella, Edi, Daniela, Lucia etanti altri: insegnanti di italia-no, storia, geografia, matema-tica, educazione civica. Gliamici venivano con il passa-parola, stavano uno o due anniaffiancando l’insegnante prin-cipale nella materia presceltae poi erano in grado di proce-

dere autonomamente. Mai si èsofferto per la mancanza di in-segnanti.Nei trentacinque anni trascor-si, si sono avvicendati tantiallievi di cui è quasi impossi-bile ricordare tutti i nomi, pri-ma gli allievi erano italianiche volevano conseguire il di-ploma di terza media per mi-gliorare la loro posizione di la-voro e poi, negli ultimi diecianni, è cresciuto il numero de-gli extracomunitari che aven-do passato un certo numero dianni in Italia ed avendo unaeducazione scolastica di tuttorispetto ottenuta nel Paesed’origine, volevano acquisireun titolo di studio per megliointegrarsi qui da noi, anche senon necessariamente per ri-manervi per sempre.Sandro ricorda la prima stra-niera, Adanesh, di nazionalitàeritrea, molto brava, e poi tan-ti altri che hanno frequentatoe che sono rimasti in contattocon la scuola, partecipando al-la festa di Natale e alla festa difine anno che la scuola orga-

nizza, portando, come è con-suetudine per gli allievi, cibocaratteristico dei loro Paesi diorigine.E ricorda anche Anabelle, unasignora italo-britannica, che havoluto fare l’esame di terzamedia e poi proseguire gli stu-di: ora è antropologa, laureata.Così oltre agli insegnanti e al-lievi italiani Sandro ricordache la scuola ha avuto allievimarocchini, egiziani, etiopi,eritrei, ecuadoregni, brasilia-ni, salvadoregni, cinesi, sri-lankesi, provenienti dal Gam-bia, dal Senegal, filippini,ucraini, peruviani, cileni etanti altri.

Tutti comunque,sia insegnanti cheallievi, capaci diprendere un impe-gno per un annoscolastico intero,tutte le sere perdue ore, per cin-que giorni alla set-timana .La scuola vivecon il volontaria-to e l’impegno: gliallievi non paga-no quote, gli inse-gnanti svolgonoun volontariato to-talmente gratuito,tutti si impegnanoad imparare, adinsegnare e a farefesta due volte al-l’anno: a Natale ea fine anno, quan-do vengono co-municati i risulta-ti degli esami ap-pena sostenuti.E i risultati si so-no visti: agli esa-mi scritti ed orali,

tutti gli allievi sono semprestati promossi, con soddisfa-zione delle commissioni esa-minatrici.Alcuni allievi poi, anche perla spinta degli insegnanti, han-no proseguito gli studi alle su-periori ed in un caso all’uni-versità.Ogni anno la classe che venivaformata, metteva insieme al-lievi con personalità, storie,culture, lingue diverse fra lo-ro, ma con l’impegno di tutti,la lingua diventava comune:l’italiano e l’embrione di unacultura comune veniva acrearsi. Quello che è stato rea-lizzato in concreto è stato l’e-sperimento di un laboratoriointerculturale.“Il laboratorio nasce così: daifatti. – racconta Sandro Sessa- Parlando con loro io mi so-no reso conto che bisogna sti-molare il colloquio e fare di-battiti, non in modo settario,integralista (tipo: la verità èquella lì e bisogna arrivare aquella verità lì), ma accettan-do il Ramadan, accettando la

loro religione. Però loro devo-no accettare che noi abbiamoaltri concetti, altri valori. Co-si si arriva a un dialogo che iotrovo davvero bellissimo. Fa-tima è stato un esempio. Conme ha litigato subito: ci siamoscontrati, poi invece ci abbia-mo ragionato, abbiamo parla-to diverse volte delle nostre di-vergenze: questo intendo perlaboratorio di interculturalità.Non trovi un altro laboratoriodi quartiere a Milano. Quan-do io parlo di queste cose, adesempio con mia sorella, leicade dalle nuvole. Io le dicoche nel quartiere dove io abi-to, quando vado in giro, in-contro più stranieri che italia-ni. D’estate soprattutto, perchévanno fuori dalle case e van-no nei parchi, nei giardini ecc.E’ pieno di questa gente, cheha la propria cultura, che ha unproprio patrimonio. E ci sa-ranno sempre. Adesso deimeridionali che sono venuti alnord non se ne parla più, per-ché oramai si sono integrati.E tra un po’ si integrerannoanche gli immigrati. In questadirezione, pensiamo al ruolodei bambini che insegnano ailoro genitori la lingua italianae sono lo stimolo per l’inte-grazione”.Sandro conclude l’intervistaricordando come la ScuolaPopolare Calvairate ospite del-la Parrocchia di Sant’Eugenioin via del Turchino è ormaiuna realtà che, pur con nume-ri modesti, cerca di testimo-niare concretamente come sipuò lavorare per dar corpo al-l’integrazione, unica politicanecessaria se non si vuole fi-nire arroccati in difesa e pienidi paure. Anche per questodalla Scuola Popolare è parti-ta l’iniziativa di tenere sulgiornale QUATTRO la rubri-ca “ Dai quattro angoli delmondo” aperta a contributi distranieri ed italiani, ex-allievidella scuola e non solo, che de-siderano comunicare loro espe-rienze e note di vita, come pu-re si pensano e progettano altreiniziative che possano contri-buire a sviluppare la culturadella integrazione e reciprocacomprensione fra le genti.

Piersandro MassoneEdi Bianchi

La Scuola Popolare Calvairate, un percorso lungo trent’anni

Chiunque desiderasse in-formazioni sulla scuolapopolare, le iniziative ai4 angoli del mondo, daresuggerimenti o interagi-re con quanto scritto nel-la rubrica, può farlo scri-vendo all’indirizzo: scuolapopcalvaira-te@gma il.com

Sandro Sessa

13maggio 2011

Il tema diGiuseppeFinché ci sarà uno checonosce 2000 parole e unaltro che ne conosce 200,questi sarà oppresso dalprimo: la parola ci fauguali.

Questa frase l'ho sentita o let-ta anche altre volte, non ricor-do dove, il fatto è che è male-dettamente vera, sì! Il padro-ne da quell'imbroglione che è,ne conosce 2000 di parole iopurtroppo solo 200, altrimen-ti non mi troverei seduto inquesta aula di scuola per inse-guire questa III media che èpoi la patente di semianalfa-beta.Vorrei non essere così zucco-ne e avere la mano così duraper inseguire il mio pensare,ma per mettere assieme quat-tro parole scritte è una faticad'inferno.Conoscenza, pratica, allena-mento, sapere, in una parolacultura, sono sempre quelleduemila parole che mi schia-ciano che mi oprimono, chesulla bocca di sorridenti avo-cati e giudici, mi sbattono ingalera.Quei terribili enormi uffici,pieni di cristalli e piastrelle,con macchine che stampanoparole, ragionieri disinvoltiche le parole le dicono e le ma-neggiano cercando di non far-mele capire, infami carte dabollo astrusi contratti incom-prensibili, tutti in un bel pac-co, mentre tu stai lì pieno dipaura e di rabbia impotente adaspettare "aspetti prego" - E tulì aspettando impotente sen-tenze, condanne, bocciature,

mentre segretarie eleganti tivolano dinnanzi con fasci diparole scritte guardandoti co-me uno sputo messo la nel cor-ridoio ad aspettare. Terribilecommissione di proffessori diesame! Vi vedo qui pronti astangarmi a tagliarmi a pez-zettini ed a sorridere compas-sionevoli dei miei sforzi perfarmi capire.Come mi piacerebbe conosce-re almeno cinquecento paroleper poter dire la bestia dispe-rata che sono e magari dareuna mano agli altri senza pa-role come me.

La danza della tigre e il cervoQuesta danza fa parte delfolclore salvadoregno, ed èambientata in San JuanNonualco provincia de ElSalvador.

Si racconta che tanti anni faSan Juan Nonualco era un pic-colo villaggio e gran parte deisuoi abitanti per sopravviveresi dedicavano alla caccia. Unbel giorno una coppia di an-ziani armati di fucile, arco efreccia con il loro cani, entra-rono nel bosco in cerca di ci-

bo. Durante il percorso incon-trarono un cervo che diventòsubito la loro preda; contentidella loro caccia i due intra-presero la strada per tornare a

casa. Nel tragitto la coppia sitrovo d’avanti a una tigre mol-to feroce, l’animale in passatoaveva già ucciso due uominidel villaggio e nel fra tempominacciava di divorare i po-veri anziani; impauriti e spa-ventati i due riuscirono a sal-varsi salendo sopra a un albe-

ro, la tigre af-famata dopoaver fatto fug-gire i due ca-ni da cacciainiziò a man-giare il cervo.I due anzianimolto cre-denti porta-vano semprecon se nelleloro tascheuna piccolai m m a g i n edel Signoredella Carità,

(Patrono di San Juan Nonual-co) incominciarono a pregaree a chiedere aiuto sperandoche avvenisse un miracolo.L’aiuto arrivò ben presto, gli

altri cacciatori del villaggiosentirono le urla dei disperati;si recarono nel posto e porta-

rono in salvo la coppia. Inco-raggiati dai cacciatori i vecchipresero le armi e uccisero la ti-

gre che tanto faceva paura nelvillaggio. Per ringraziare il Si-gnore della Carità, per il mira-

colo avvenuto e per dimostra-re la loro fede i due fecero lapromessa di celebrare nel vil-laggio il fatto accaduto conuna danza, per personificare ipersonaggi fecero fare dellemaschere in legno e costumidi ogni personaggio accom-

pagnati da strumenti musicali.E così fecero. La coppia perrendere più bella e allegra ladanza ebbero l’idea di condi-videre la tigre con l’intero vil-laggio. La distribuzione della tigre av-veniva in un modo molto par-ticolare, la coppia danzando ecantando diceva: - La testa per la signora Tere-sa- Il cuore per il pastore- Il naso per chi vuole avere

più olfatto- La pelle per le donne belle….E così via

Al giorno d’oggi ogni annoquesta danza si festeggia nelmese di maggio in occasionedelle feste Patronale di SanJuan Nonualco.

Margarita Leiva

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Il prossimo numero di

esce il giorno

15 giugno 2011

A fine giugno, un sabato pomeriggio, la Scuola Po-polare Calvairate organizzerà la consueta festa di fi-ne anno scolastico. Siete tutti invitati a parteciparevenendo in sede presso la Parrocchia di S. Eugenioe, per chi può, portando bevande e cibi tipici. Nelprossimo numero forniremo i riferimenti di data eluogo più precisi.

A mediados de junio, un sábado por la tarde, laEscuela Popular Calvairate llevaà a cabo la fiesta ha-bitual de fin de año escolar. Todos estàn invitados aparticipar en los próximos en la Parroquia Eugenio,y para quello que pueden llevr alimentos y bebidasespecialidades. En el próximo número de referen-cias a la fecha y el lugar más preciso.

During a Saturday afternoon, middle of June, ScuolaPopolare Calvairate will organize the usual party forthe closing of the year of the school. All of you areinvited and the party will be organized with the S.Eugenio parish; if you can, bring ethnic and typicalfood and drinks. In the next issue more details onday and location.

Nello scorso articolo ab-biamo incominciato adesaminare la chiesa di

Santa Croce, sita in via Sidoli6, dal punto di vista storico; inquesto articolo iniziamo a con-siderarne l'aspetto artistico, apartire dal suo autore. La chiesa, infatti, alta circa 22metri e profonda 50, è operadi Cecilio Arpesani, e la suacostruzione durò dal 1913 al1917. Dopo avere frequentato l'Uni-versità di Pavia, Arpesani siiscrisse alla Scuola Speciale diArchitettura presso il RegioIstituto Tecnico Superiore (poiPolitecnico) di Milano, dovesi laureò in ingegneria civilenel 1875. Cecilio appartienealla generazione di professio-nisti milanesi rappresentata daLuigi Broggi, Luca Beltrami,Antonio Citterio, tutti nati nel-la prima metà degli anni Cin-quanta dell'Ottocento. Tra lesue opere più importanti vannoricordate la villa di Cremella(1890-94) e la palazzina dellafamiglia Sessa di via Ariostoa Milano (1900-06), mentreper quanto riguarda gli edificisacri, oltre a un progetto per lachiesa di Sant'Agostino in viaCopernico, sono da ricordarequello per la chiesa di Legna-nello (1901-05) e quello perl'asilo Ratti (nel borgo di Tren-no, 1903-08); Arpesani diven-ne inoltre socio onorario del-l'Accademia di Belle Arti diMilano nel 1895. La chiesa, in stile basilicale pa-leocristiano, pur essendo stataprogettata nel secolo ventesi-mo, richiama quindi tempi pre-cedenti, e di questi coglie inparticolare un aspetto, quellodella "catechesi popolare": es-sa infatti propone insegna-menti religiosi a chi la visita,vuoi con gli affreschi, vuoi coni numeri, usati come simboli. Così, ad esempio, l'ampia sca-linata che porta all'ingressoconta 10 gradini, come 10 so-no i Comandamenti ricevuti daMosè sul Monte Sinai; allostesso modo i gradini per giun-gere al ciborio, nel presbitero,sono 7, come i Sacramenti; eda lì, per giungere al taberna-colo, ci sono tre gradini ulte-riori, che vogliono significareche per poter comunicarsi a

Cristo occorrono le tre virtùTeologali (ossia Fede, Speran-za e Carità). Molti altri sono iriferimenti numerici, ma quel-lo forse più interessante è quel-lo del numero 12, come i grup-pi di persone sull'affresco ab-sidale: si riferiscono all'Apo-calisse di Giovanni, quindi algiorno del giudizio, e nel grup-po "in vesti bianche" è raffi-gurato simbolicamente ognu-no di noi. Detto questo, che vi aiuterà ainterpretare i significati delleopere contenute nella chiesa,passiamo all'esame dell'edifi-cio iniziando dall'esterno. La prima cosa che colpisce èsenz'altro la larga scalinata cheporta all'ingresso della chiesa,costituito da un pronao rettoda 12 colonne in granito di Ba-veno con capitelli corinzi (sim-boleggianti le dodici tribù d'I-sraele, ad indicare l'accoglien-za verso tutti), il cui soffitto ri-chiama i cassettoni (pur es-sendo in cemento). La portacentrale riporta formelle in ce-ramica policroma, che raffi-gurano vari simboli cristiani eriportano i nomi degli evange-listi. La facciata è ricca di mosaici(eseguiti nel 1961 dalla dittaSgorlon su disegno di Paolo

Rivetta, artista molto attivo aMilano in quegli anni) e oro,e in alto, nel timpano, due an-geli glorificano la Croce men-tre alle due estremità sono raf-figurati due serafini. Questa immagine riassume be-ne ciò che si troverà anche nel-l'interno: la chiesa infatti nonsolo è intitolata alla Santa Cro-ce ma anche le opere al suo in-terno sono dedicate alla pre-senza della Crcce nei primidue millenni di storia cristia-na; l'altro aspetto molto pre-sente sono gli angeli, intesi co-me mezzo per raggiungere labeatitudine, e nella chiesa se

ne trovano innumerevoli, raf-figurati molto spesso nel can-to, come vedremo più avanti. Se la facciata ha un aspetto no-tevole, ancora di più lo ha l'in-terno, con un susseguirsi di af-freschi che rapisce lo sguardo,soprattutto dopo che ci si è abi-tuati alla differenza di luce traesterno e interno. La chiesa è a tre navate, tra lo-ro intervallate da arcate a tuttosesto rette da nove colonne concapitelli corinzi (il nove rap-presenta i nove Cori Angelicidi cui Sant'Ambrogio parla perla prima volta nel IV secolo);la parete centrale termina con

un'abside, mentre alle navatelaterali sono stati successiva-mente aggiunti due corridoi la-terali, in cui sono state ricava-te numerose cappelline devo-zionali, tra cui quelle dedica-te a Santa Rita, alla VergineAddolorata, al Crocifisso, aSant'Antonio da Padova e alfondatore degli Stimmatini, ilgià ricordato San Gaspare Ber-toni. Dal corridoio destro si scende

altresì nella cripta, ora adibitaad aula di preghiera, che ospi-ta le lapidi dei caduti della pri-ma guerra mondiale; in passa-to era decorata con motivi ca-tacombali realizzati nel 1918dal Cisterna e rimossi nel cor-so di una ristrutturazione nel1968. Nel prossimo articolo ci occu-peremo del ciclo di affreschiche ricopre tutte le pareti del-la chiesa.

La chiesa di Santa Croce - parte IIA cura della Fondazione Milano Policroma - Testo e fotografie di Riccardo Tammaro

14 maggio 2011

Ciao a tutti sono sempre la versio-ne risorgimentale di Samantha.Dunque, Amatore Sciesa (1814-1851) faceva il tappezziere, ed eraanche un patriota, perciò oltre cheattaccare tappezzerie attaccavamanifesti di quelli che agli au-striaci mica tanto piacevano. Unanotte lo hanno pizzicato, e alloranon si limitavano come si fa ades-so a mettere sui manifesti la scrit-ta “affissione abusiva”, dare lamulta e subito dopo fare la solitaleggina “ad schifezzam” per toglierla; colcavolo: allora ti impiccavano e via anda-re. In quel periodo però a Milano man-cava il boia, e gli austriaci erano perso-ne precise che non volevano fare le cosealla accessorio di cane, anche perché c’èun proverbio che dice “Ofelée fa’ el tomeste” e loro pensavano fosse un’usanzalocale degna di rispetto, perciò come nonandava bene improvvisarsi pasticceri, a

maggior ragione non ci si doveva im-provvisare boia, così il povero AmatoreSciesa ha avuto la pena trasformata in fu-cilazione. La mattina che lo portavanodove dovevano fucilarlo, però, per fargliconfessare i nomi degli altri patrioti l’-han fatto passare sotto casa sua dicendo-gli che bastava fare qualche nome e sa-rebbe tornato alla sua famiglia, che sem-bra un po’ la canzone “Ma mi”, solo che

quello della canzone dice di nonaver parlato (Mi sun de quei cheparlen no), ma l’ha fatta talmentefranca che la canzone ha conti-nuato a sbrodolarsela addosso peranni, e qualche ciucco tranato inlà con gli anni quando il barberagli gorgoglia nelle vene la cantaancora, mentre lo Sciesa ha guar-dato le finestre di casa sua e hadetto “Tiremm innanz”, e io con-siglio a tutti quelli che passano per

questa via di fare altrettanto: guar-dare le finestre, leggere la lapide e tirareinnanzi sentendosi fieri di avere nella pro-pria storia gente così, e piantiamola quaperché ci ho il magone e sono troppo pic-cola per annegarmelo nel barbera di cuisopra. Alla prossima.

Samantha

(Volete sapere tutto su Samantha? Leggete “Dopo il diluvio” ed. QUATTRO)

18.VIA AMATORE SCIESA

LA ZONA 4 SECONDO SAMANTHA

15maggio 2011

Notizie dall’Ausonia 1931SCUOLA CALCIOLa società nero verde ha raggiunto un accordo con laJUVENTUS MERCHANDISING per aprire, nellaprossima stagione sportiva 2011/12, una scuola calcioaffiliata alla JUVENTUS aderendo al progetto Juven-tus National Academy. La scuola calcio sarà riserva-ta ai giovani e bambini nati dal 1999 al 2005.Le lezioni si terranno a partire dal prossimo settem-bre 2011 presso il nuovo Centro Sportivo Ausonia1931 di via Bonfadini 18 (angolo via Varsavia).

RADUNO GIOVANI CALCIATORIIn collaborazione con la Juventus Football Club spa,l’AUSONIA 1931 organizza un raduno per giovanicalciatori della ca-tegoria 1995-1996-1997-1998e che comunqueabbiano compiu-to il 12° anno dietà.I giocatori già tes-serati per altre So-cietà della F.I.G.C.dovranno presentar-si muniti del neces-sario nulla osta da par-te delle Società di ap-partenenza e dell’idoneitàmedico sportiva. Il radunosi svolgerà presso il C.S. AU-SONIA 1931 il prossimo 17 maggio dalle ore 17.45. Saranno presenti i signori Antonaccio e Rosignoli inqualità di osservatori della Juventus Football Club Spa.

CAMPUS ESTIVO La S.S. AUSONIA 1931 organizza un campus estivoper calciatori nelle settimane dal 20 al 24 giugno e dal27 giugno al 1° luglio 2011. Il Campus, che si artico-lerà in una serie di attività sportive e iniziative cultu-rali o ludiche nel corso dell’intera giornata, aprirà dal-le 8.00-9.00 fino alle 17.00-18.00.

Per informazioni su tutti gli argomenti telefonare alnr. 02 55199893, scrivere a: [email protected] o consultare il sito www.ausonia1931.net

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

A proposito dei manifesti comparsi intutta la città che indicano il Tribunale diMilano come un covo di BR, per rista-bilire un minimo di verità storica, so-prattutto per le giovani generazioni chepoco conoscono la realtà del nostro Pae-se, proponiamo che sul nostro Giornaledi Zona esca un bel servizio sulla figu-ra del giudice Emilio Alessandrini, as-sassinato nel gennaio 1979 mentre ac-

compagnava alla Scuola di via Colletta ilsuo bambino.Ci sembra bello e doveroso ricordare inquesti frangenti di sbandamento e ribal-tamento di valori morali, questo esem-pio positivo di eroe civile.

Seguono 7 firme

Ringraziando i nostri lettori della lette-ra e della loro proposta, cui contiamo didare seguito, pubblichiamo la foto del-la lapide del giudice Alessandrini in via-le Umbria, angolo Muratori, cui è stataapposta una corona di alloro il 25 apri-le nel consueto giro delle lapidi a curadelle sezioni ANPI della zona 4.

EXPO ARTE CORVETTO 2011il 22 maggio, in corso Lodi,

per una giornata d’arteuest'anno nel parter-re alberato di corsoLodi, fra piazzaleCorvetto e l'incrocio

con i viali Bacchiglione eBrenta per tutta la giornatadi domenica 22 maggio dal-le 9.00 alle 19.00. All'iniziativa possono parte-cipare artisti di ogni dove, esono ammesse opere di pit-tura, scultu-ra, ceramica,grafica equant' altropossa con-cernere l'Ar-te visiva.Ogni artistaavrà a dispo-sizione unospazio linea-re di circaquattro me-tri e mezzo,ove colloca-re l'attrezza-tura per l'e-sposizionedelle proprieopere. Una Giuriacomposta da esperti d'artevaluterà tutti i lavori espo-sti; quelli ritenuti più meri-tevoli verranno premiati lasera stessa (ore 17 circa) concoppe, targhe e segnalazio-ni. La Manifestazione si svol-gerà in collaborazione con ilConsiglio di Zona 4.La Rassegna richiamerà, co-me ogni anno, un folto pub-blico di amanti dell'Arte, che

seguono con interesse e pia-cere ogni iniziativa del ge-nere. Per informazioni e iscrizionitelefonare al Centro Artisti-co Culturale Milanese (025391552 fra le ore 15 e le17), al signor Cantelli (0236531642) o inviare unamail a [email protected]

Il Centro Artistico Cultura-le Milanese presenta, cometutti gli anni, un ricco pro-gramma ai propri soci; dopodue mostre di successo(Omaggio alla Donna attra-verso l'Arte e una Mostra-scambio con il Centro Arti-stico di Muggiò), sono pre-viste attività culturali di va-ria natura: - ai primi di maggio inizie-rà una serie di serate cultu-

rali (la prima con ospite ilpittore Giancarlo Cerri, unasuccessiva con il dottor Ma-rio Mancigotti, esperto inArte del Sei-Settecento, edaltre a seguire) Presso il salone del CentroArtistico saranno presentate"personali" dei pittori PietroCosmai e Mauro Bianchet-ti; a giugno verrà esposta la

"collettiva" degli allievi del-le varie scuole. In autunno si svolgerà lagrande manifestazione PalioArtistico Città di Milano. Rammentiamo che il Centrodispone di ampio salone at-trezzato per mostre, apertoanche agli artisti non Soci.L'iscrizione è comunqueaperta a tutti, dietro corri-spettivo di una quota annuadi euro 50.

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16maggio 2011

13 maggio alle ore 21 presso il Circolo Mondini di via Frei-kofel (Rogoredo) si terrà lo spettacoloVIVA VERDI per i 150 anni dell’Unità d’Italia.Ci sarà un coro di 20 elementi più due so-listi - tenore e soprano - accompagnati dapianoforte e violoncello. Brani di Giu-seppe Verdi. Nell’occasione sarà disponibile la mostra“La nostra bandiera”. Ingresso libero.

Partenza alle ore 7.00. A Sirmione visita guidata al Castello Sca-ligero, imbarco su motoscafo e giro conguida del promontorio fino alle Grotte diCatullo. Pranzo. Nel pomeriggio: visitaguidata alla Torre di San Martino. Quota di partecipazione: soci € 52,00 -non soci € 58,00

La quota comprende: a/r bus, assicura-zione, visite guidate, biglietto motosca-fo, pranzo. Pagamento alla prenotazione presso: Uff. Soci Ipercoop P.za Lodi 02-54045253Uff. soci Rogoredo via Freikofel 7

Il Comitato Soci P.zza Lodi-Rogoredo

propone

SABATO 21 MAGGIO 2011

GITA A SIRMIONE

Associazione Tempo Libero COMITATO SOCI DI ZONAMILANO ROGOREDO - P.ZZA LODI

La Casa di VetroAbbiamo da poco scoperto un nuovo, interes-santissimo spazio, La Casa di Vetro, che hasede in via Sanfelice 3, a piano terra di quel-la “villa” con giardino che ha sempre attiratola nostra curiosità per la sua bellezza e storia.La Casa di Vetro è un centro multiculturale inparticolare dedicato alle donne e alle profes-sioni, che si vuole aprire al quartiere con lesue attività. Nel prossimo numero di QUATTRO dedi-cheremo al centro un servizio specifico, per-ché abbiamo conosciuto e apprezzato le “pa-drone di casa”. Adesso ci limitiamo, per ra-gioni di spazio, a presentare la prossima mo-stra che avrà luogo lì, dal 5 al 29 maggio.

Dirittura finaleIl palazzo di piazza Bonomelli previsto nel-l’area dove una volta c’era il lavatoio (sullosfondo nella foto della piazza nel secolo scor-so) sarà terminato entro il 2012. Rispondia-mo così a molti che ci hanno chiesto lumi sul-l’andamento dei lavori e anche lamentandosidella lunghezza dei lavori stessi, rassicuran-doli con le parole del presidente della Coope-rativa Solidarietà che ci ha confermato taledata e che i lavori avanzeranno, ora che nonci sono più impedimenti. Sull’area sorgerà, come già anticipato in altriservizi di QUATTRO, un edificio di 6 pianicon i primi due piani ceduti al Comune dopola realizzazione di 16 mini appartamenti peranziani, con accesso da via Romilli, mentrenel resto dell’edificio troveranno posto ap-partamenti di diverse metrature in edilizia con-venzionata per i soci della cooperativa.

Questo il prossimo incontro del ciclo chesi concluderà il 23 giugno con LA VO-CAZIONE FERROVIARIA:

26 maggio ore 21 presso Spazio cultu-rale via Tito Livio 27

LA VOCAZIONE ANNONARIA. I MERCATI ALIMENTARIIl mercato ortofrutticolo, i mercati dellacarne e dei polli, fino ai recenti mercatidei fiori e del pesce. Quale futuro in zo-na 4?

Associazione Tempo Libero COMITATO SOCI DI ZONAMILANO ROGOREDO - P.ZZA LODI

Alla ricerca delle vocazioni della zona 4

Riprendiamo questi spot co-stituzionali convinti sempreche in ogni convivenza civileoccorra un costante riferi-mento alle norme fondanti, eanche ai loro simboli, pur ri-conoscendone la relatività ela provvisorietà storica.

Icostituenti hanno ritenutodi inserire nel testo dellacarta fondamentale anche

la bandiera, simbolo della li-bertà riconquistata e dell’uni-tà nazionale. Con piacere neabbiamo viste sventolare an-che nella nostra zona il marzoscorso in occasione delle ce-lebrazioni per i 150 anni del-l’unità. Storicamente sappia-mo che l’esibizione della ban-diera ha avuto significati reto-rici, quasi il simbolo valessepiù di quello che rappresentao addirittura è stata portata al-la testa di legioni conquista-trici del nostro piccolo impe-ro coloniale. L’uomo ha biso-gno di simboli, e la bandiera,come ogni simbolo, vale solofino a quando la realtà simbo-lizzata, la nazione, è positivae esprime valori condivisi. Aconferma che la bandieraesprime il senso della nazionee non sentimenti nazionalisti,di impossibile isolazionismoo di presunta superiorità, valela disposizione che prevedenegli edifici pubblici la ban-diera italiana sempre affian-cata a quella europea. E sa-

rebbe auspicabile che le ban-diere esposte avessero semprecolori riconoscibili, non sco-loriti dal sole e ingrigiti dallosmog.La costituzione non indica in-vece un inno nazionale: scon-tato, dopo l’avvento della Re-pubblica, l’abbandono dellamarcia reale, i costituenti, an-cora incerti sulla scelta, han-no evitato di pronunciarsi, ac-cogliendo il Canto degli Ita-liani, noto come Inno di Ma-

meli, in via provvisoria. Oltresessant’anni di diffusione po-polare hanno consolidato l’In-no nel suo ruolo che dovreb-be essergli conservato, perchéquel canto è diventato fami-liare nelle cerimonie ufficiali,negli avvenimenti sportivi elascia, o dovrebbe lasciare, inchi l’ascolta e lo canta il sensodi appartenenza di cui abbia-mo detto per la bandiera.

Ugo Basso

QUESTA È LA COSTITUZIONE

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano (art. 12)

ATHOS

Complimenti Athos!

Il 21 maggio Athos Careghi, il nostro vignettista, andrà a ritirare un importante pre-mio alla Rassegna Nazionale di Grafica "Umorismo e Satira" di Dolo Venezia, il cuitema era "la felicità”. Questa la vignetta che ha vinto, intitolata “La vedova allegra”.

IL 15 E 16 MAGGIO 2011

IN ZONA 4 VITTORIA - FORLANINI

VOTA:

CARMELO LUPO

Un feudo verde al cen-tro del triangolo com-posto da viale Unghe-

ria, via Salomone e dai mo-derni studi RAI di via Mece-nate: questa è l’ubicazionedella A. C. Macallesi, una del-le società calcistiche più anti-che di Milano, con i suoi ol-tre 80 anni di storia; un’iconadi quel calcio pulito e vero nelquale credevano i suoi fonda-tori, autentici pionieri del-lo sport puro in anni dif-ficili a livello europeo,che hanno scelto di chia-mare così la loro squadrain onore di Fort Makallé,luogo dove i soldati italo-etiopi in divisa gialloblu(che sono anche i coloridelle maglie della Macal-lesi – ndr) si distinseroper coraggio ed eroismo.Quella compagnia di sol-dati era un perfetto con-nubio di intraprendenzaetiope e di organizzazio-ne italiana, così come og-gi la società calcistica siprefigge di abbinare ga-gliardia sportiva e inte-grazione sociale degli ita-liani di seconda genera-zione, come in passato fuper gli immigrati di originemeridionale, saliti al nord percercare lavoro e nuove sicu-rezze economiche. Tutto que-sto è la Macallesi Calcio, unapiccola società dal grande cuo-re, che nel corso degli anni hasaputo valorizzare i suoi gio-catori e lanciarli ai massimi li-velli nazionali, come avvennecon Walter Zenga, che conquesti colori iniziò la sua fan-tastica parabola, e con tanti al-tri che hanno saputo dare lu-stro alle loro carriere: Quario,Rovatti, Campatelli, Ambu e,in tempi più recenti, France-sco Bega, ancora in campo nelBrescia. Oggi la Macallesicontinua a sfornare giovaniappassionati di calcio, prose-guendo nel cammino di ri-spetto dei valori tramandatodai padri fondatori della so-cietà; e si proietta nel futurocon un progetto di ristruttura-

zione architettonica e logistica,degna delle migliori societàprofessionistiche, ma semprecon l’idea di preservare lo spi-rito amatoriale ed etico. E in-tanto, prima di questo impor-tante passo, ha pensato di de-dicare al giornalista MaurizioMosca, recentemente scom-parso, un torneo per esaltarnela grandezza umana e la gran-de passione per il calcio. Ne

abbiamo parlato con France-sco Capriglia, direttore gene-rale della Macallesi.

Signor Capriglia, quanto pe-sa l’eredità dei pionieri diMakallé?Ogni nostro ragazzo sa chenoi diamo peso all’uomo e aivalori, prima che ai risultatisportivi. Chi viene a giocarecon noi crede nello sport, co-me strumento d’integrazionesociale e di riscatto persona-le: questa è una periferia dif-ficile, noi cerchiamo di dareun’opportunità ai ragazzi chevogliono togliersi dalla stradae integrarsi in una società chespesso rifiuta chi è diverso.

Come è nata l’idea di un tor-neo in onore di MaurizioMosca?Maurizio Mosca era una per-sona perbene, un grande pro-

fessionista e un uomo di ec-cezionale umanità. Lo consi-deravamo un amico e una per-sona che sapeva parlare di cal-cio senza prendersi troppo sulserio. Il calcio è un gioco, pri-ma di tutto. I sofismi di certisoloni non c’interessano, lagioia del calcio è nel sorrisodei bambini che calciano ilpallone e sono felici di trovarsiinsieme.

Walter Zenga lo sentite an-cora?Lui è sempre vicino a noi colcuore e con gli attestati di sti-ma. Ovviamente la sua carrie-ra lo porta lontano fisicamen-te, ma ci fa piacere che si ri-cordi di noi anche negli aned-doti più divertenti e umani.

Ad esempio?Zenga spessa ricorda un epi-sodio della sua militanza connoi, un derby con lo Sportingin cui lui parò un rigore a unamico che abitava sul suo stes-so pianerottolo, che però glisegnò sulla ribattuta. Ancoraoggi dice di ricordarsi quellaparata e quel gol, nonostantei tanti successi e tante altreesperienze.

Sapete infondere questo ti-po di passione a tutti i vostriatleti?

Noi crediamo nello spiritoamatoriale e cerchiamo di da-re valori ai ragazzi che giocanocon i nostri colori; perché ilcalcio passa prima o poi, ma lavita è una partita che continuanegli anni e in cui l’onore e ilrispetto servono più di tutto.

Come sarà la Macallesi delfuturo?Stiamo cercando di realizzare

un progetto che contem-pli due campi da calcio a11 in erba sintetica, piùfacile da mantenere e me-no pericolosa per even-tuali infortuni; e poi duecampi da calcio a 5, conspogliatoi moderni ali-mentati da pannelli sola-ri per l’acqua calda.

Un progetto importan-te. Il CONI vi sta aiu-tando?Abbiamo molti sostenito-ri del progetto, dal Co-mune al Consiglio di Zo-na 4. L’assessore allosport Alan Rizzi ci sta ve-nendo incontro; ma solodopo l’estate potremo co-minciare a parlarne con-cretamente.

E nel frattempo?Nel frattempo cercheremo dionorare la memoria dell’amicoMaurizio Mosca: il 25 giugnogiocheremo contro LEONEXIII, squadra che Mosca haanche allenato, e IRIS, societàstorica tra le cui file ha gioca-to anche Giuseppe Meazza, untorneo dell’amicizia per ricor-dare a tutti i nostri valori. Ilcalcio deve unire e tenere igiovani lontano dalla delin-quenza; noi vogliamo che i no-stri figli crescano sani, onestie divertendosi nel rispetto del-le regole: i miliardi sono unmiraggio, quello che conta èla passione e l’amicizia.

Alberto Tufano

A. C. Macallesi 1927Viale Ungheria 5telefono 02 5061901www.macallesi.it

17maggio 2011

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Un’officina musicale in zonaPiano, chitarra, e dal prossimo anno anche violino, sono i trestrumenti dei quali si possono imparare i primi rudimenti pres-so l’Officina della Musica di Milano. Storia e iniziative ce leraccontano Vincenzo Culotta e Caterina Preisner, insegnantidi pianoforte presso la scuola, che con altri soci hanno dato vi-ta a questa associazione musicale.“OMM nasce esattamente nel febbraio del 2009 e attraverso isoci gestisce una scuola di musica, solo ad indirizzo classico, de-dicata a due strumenti, piano e chitarra – esordisce Vincenzo .Il violino si aggiunge agli altri due corsi dal prossimo settem-bre”.

“Inoltre c’è un laboratorio – interviene Caterina – al quale te-niamo molto e che fa parte del corso di strumento. Riuniamo ibambini per insegnare loro solfeggio, ma in modo giocoso, uti-lizzando canzoni e balli per spiegare l’argomento. Imparanodivertendosi e per loro è anche un momento per stare assieme”.La scuola è principalmente frequentata da bambini tra i 7 e 10anni, ma anche da adulti o da ragazzi di 15-16 anni, già conuna preparazione musicale. La sede di Officina della musicadi Milano è in via Ciceri Visconti 6 dove c’è l’ufficio, mentredal numero 8 si accede alla sala dove si tengono le lezioni chehanno una durata di un ora o 45 minuti, con un costo rispetti-vamente di 100 e 85 euro al mese. L’attività di OMM non siferma qui: sono in progetto corsi propedeutici per i piccoli chesi avvicinano alla chitarra e violino, con un massimo di 4 stu-denti per classe. Studenti che al termine dei corsi, sostengonodegli esami e si esibiscono in un saggio finale suonando assie-me. “I nostri progetti non si fermano qui – puntualizza Vin-cenzo -. Il nostro desiderio sarebbe quello di creare una scuo-la non professionale ma alternativa che sviluppi un modo di in-segnamento e apprendimento rigoroso in modo che gli allievi inun paio d’anni sappiano destreggiarsi con lo strumento”.Tra le varie attività ci sono anche momenti d’aggregazione deisoci, tutti possono esserlo con un contributo di 10 euro, che siritrovano una volta al mese per partecipare a incontri musica-li ascoltando dal vivo strumentisti.“Il nostro sogno, riguardo a questa attività – precisa Vincenzo-, è quello di coinvolgere enti esterni collaborando con loro perpromuovere questi incontri. Ci piacerebbe per esempio farlocon la vicina biblioteca comunale che so avere una bella salae un ottimo piano. La nostra sede può contenere al massimo 50persone, mentre altri spazi significano molte più persone chepotrebbero così allargare la propria conoscenza della musica”.Dal 16 al 21 maggio, infine, si tiene la settimana aperta: un’oc-casione per conoscere meglio questa associazione per chi vuo-le avvicinarsi al mondo della musica.

Sergio BiaginiInfo: www.officinadellamusica.mi.it, [email protected], tel. 349 0535662

Mens sana in corpore sanoDa Walter Zenga a Maurizio Mosca:la storia della Macallesi continua

18 maggio 2011

LIBRERIA NUOVA SCALDAPENSIERI

Via Don Bosco, ang. Via Breno Tel 02 56816807

www.nuovascaldapensieri.it

Sabato 7 maggio ore 16.30 Spettacolo Teatrale tratto dal racconto di J.R.R.Tolkien con Emma Leanza e Andrea CeredaIL CACCIATORE DI DRAGHI Per bambini dai 4 ai 10 anni - costo € 7,00 + €3,00 tessera associativa

Sabato 14 maggio ore 10.30 Letture animate di e con Barbara ArchettiGATTONANDO Per bambini dai 2 ai 4 anni - costo € 7,00 + €3,00 tessera associativa

Sabato 21 maggio ore 11.00 Laboratorio di teatrodanza di e con Silvia Zer-beloniLABARBACASA Per bambini dai 3 ai 5 anni - costo € 7,00 + €3,00 tessera associativa

Sabato 28 maggio ore 16.30 Presentazione del libro di Francesca Nava ePaolo Ruggieri, con le illustrazioni di Ales-sandra BagnoliIL SOGNO DI BERNARDEd. Galaad - per bambini dai 5 ai 10 anni - in-gresso gratuito

Per tutte le iniziative è necessario avere la tes-sera associativa (€ 3,00 ) ed è necessario pre-notarsi

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 – tel 02 599951

KISH-KUSH - TRACCE DI UN INCONTRO7 maggio ore 16.30KISH-KUSH - tracce di un incontro

Produzione Teatrodistinto con Daniel Gol eAlessandro Nosotti - regia di Laura Marche-giani progetto finalista Premio Scenario Infanzia2008Spettacolo per bambini da 3 anni in su - dura-ta 50 minuti

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - Biglietteria: 02 36503740

- e-mail: [email protected]

11- 15 maggio Progetto Poesia a teatroIL PARADISO PERDUTO di Milton – uno studioTraduzione Roberto Sanesi.PACTA . dei Teatri in collaborazione con Uni-versità Statale degli Studi di Milano e BritishCouncil

18 - 29 maggio L’AMICA DELLE MOGLI di Luigi PirandelloRegia di Annig RaimondiCon Massimo Loreto, Annig Raimondi, MariaEugenia D’Aquino, Vladimir Todisco Grande,Lorena Nocera, Carlo Decio

Orario spettacoli: mar-sab ore 21.00; dom ore17.00

SPAZIO TERTULLIANOVia Tertulliano 68

tel. 02 49472369 – 320 6874363

28 aprile - 8 maggio LE RELAZIONI PERICOLOSEFausto Cabra, Valentina Bartolo, Silvia GiuliaMendola, Cristina Odasso, Alberto OnofriettiRegia/adattamento: Silvia Giulia Mendola

10-11 maggio MARILYN MON..AMOUR di Sara Chiarcos, diretto e interpretato da Sil-via Giulia Mendola

12-22 maggio 4 DONNE E 1 MATRIMONIOdi Alessandra Scotti, con Tamara Balducci, Fa-bio Banfo, Laura Pozone, Linda Gennari, Sil-via Giulia Mendola, Alberto Torquati, GretaZamparini.Regia di Fabio Banfo

Spettacoli serali ore 21, domenica ore 16. In-gresso: 14 € intero, riduzioni: 10 € ridotto un-der 26 e over 60

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615

Sabato 14 maggio ore 20.45GALA’ DELLE PREMIAZIONI

LA SCALA DELLA VITAVia Piolti de’ Bianchi 47

tel. 02 63.63.33.53 – 333 88.320.30 www.teatrolascaladellavita.it

Domenica 8 maggio ore 19.00 MUSICA D'ARPAconcerto di Patrizia BorromeoIngresso 10 euro

Giovedì 12 maggio ore 21 CRISI DI RISO: DUO DEMOCOMICACon DIDONI & LANZONIIngresso 15 - 12 euro

POLITEATROViale Lucania 18 – www.ilpoliteatro.org

Sabato 7 maggio ore 21.00PREMIATA PASTICCERIA BELLAVISTACompagnia A PIEDI NUDI SUL PALCO

Sabato 21 maggio ore 21.00LE DONNE CURIOSE Compagnia GOST

Ingresso : euro 8

CENTRO CULTURALE ARBORCINEFORUM OSCAR

Via Lattanzio 60 – tel. 02 55194340

9 maggio LA VERSIONE DI BARNEYdi R. J.Lewis16 maggio POTICHE - La Bella Statuinadi François Ozon

Orario spettacoli: i lunedì, ore 15.15 e ore21.00. I film saranno accompagnati da unascheda introduttiva e da un dibattito. Bigliettosingolo € 5,00

TEATRO ARCACorso XXII marzo, 23/15 - tel. 329 2078896

Sabato 7 maggio ore 21.00Domenica 8 maggio ore 15.30A QUALCUNO PIACE CALDOCompagnia “Quellidellarca” - regia di France-sca Sempio

Sabato 14 maggio ore 21.00Domenica 15 maggio ore 15.30DELITTO AL CURRYcon la compagnia “Città di Milano”, regia diFranco Maria di Pippo

Sabato 21 maggio ore 21.00Domenica 22 maggio ore 15.30QUARANTA... MA NON LI DIMOSTRAdi Peppino e Titina De Filippo - con la compa-gnia “Napoli Oggi”Regia di Olimpia Oppio

ASSOCIAZIONE TEATRO2www.teatro2.it - email: [email protected]

Sabato 4 giugno ore 21.00presso lo SPAZIO TERTULLIANO, via Tertulliano 70 NOTTE D'EPIFANIAdi Roberto Cavosicon Silvia Boccato, Massimiliano Foti, Loren-zo Valtorta

Regia di Daniele Camiciotti.Locri. Alla luce di un lampione spento e nonancora riacceso si incontrano Mario e Valeria,gli innamorati infelici, sentinelle di un paesedove non si possono più chiudere gli occhi.Non si può più fare finta di niente dopo il gri-do dei ragazzi di Locri, dopo la loro coraggio-sa testimonianza. Ora sono visibili a tutti lesbarre della prigione che ruba loro il futuro o lispinge all’abbandono della terra, sempre dolo-roso. A dividere i due innamorati, la violenzadell’ndrangheta che ha strappato alla vita il pa-dre di Mario e ha spinto il ragazzo lontano dal-la sua terra e nelle braccia della follia.É la notte di chi non si rassegna al grigiore, dichi sopravvive alla violenza, di chi però chie-de di non essere lasciato solo. L’amore impos-sibile e la lotta all’ndrangheta.

Ingresso: € 10,00

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

tel 02 55181377 – 02 55181362

Da mercoledì 4 a domenica 15 maggioMEDEAdi EuripideCon Pamela Villoresi e David SebastiRegia di Maurizio Panici

Orari: feriali ore 20.30 – domenica ore 15.30 –lunedì riposo

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - Biglietteria

tel. 02 59995206

Dal 6 all’8 maggio AL PRESENTETesti di Danio Manfredini, Alberto Giaco-metti, Albert Camus, Mariangela Gualtieri con Danio ManfrediniSala Grande | ven ore 21.15 | sab ore 19.30 |dom ore 16.30 | lunedì riposo

10 maggio ore 21NICCOLÒ FABI - SOLO TOUR 2011Presso il Teatro Ciak

Dal 10 al 28 maggioAPPUNTI DA MBWENI

Martedì 17 maggioLETTURE TEATRALI“Candida in nero” di Maddalena Mazzocut-Mis “Salvation” di Alessandro Scaranoa cura di lattOria - regia di Alessia Gennari

10-28 maggioIl foyer del Teatro ospiterà una MOSTRAFOTOGRAFICA con le foto scattate da noveadolescenti del villaggio di Mbweni, della Tan-zania orientale.

13-15 maggio ore 21.00 MENAGE A 3Commedia di boulevard in italiano con alcunescene in francesedi Roberto Traverso, liberamente ispirato a “Lesenfants d’Edouard” di Mar-Gilbert Sauvajonregia di Marco Rampoldi - con Paul Belmondo,Delphine Depardieu, Aphrodite de Lorraine econ Francesco Migliaccio, Serge Pirilli, Mat-teo Bonnani

dal 18 al 29 maggioLE COSE SOTTILI NELL'ARIAdi Massimo Sgorbani - uno spettacolo di An-drée Ruth ShammahPrimo Atto – mar-sab ore 20.30 - domenicaore 18.00Dove ci porta questo treno blu e velocecon Sabrina ColleSecondo Atto - mar-sab ore 21.15 - domenicaore 18.45Le cose sottili nell'ariacon Ivana Monti e Mario Sala

dal 18 al 22 maggio presso il Palazzo delghiaccio CAINOregia di Cesare Ronconi - versi di Mariange-la Gualtieri con Danio Manfredini, Raffaella Giordano,Mariangela Gualtieri, Leonardo Delogu, Gia-como Garaffoni

TEATRO

PER I BAMBINI

19maggio 2011

Massaggio rilassante con olio 40’ € 20Massaggio rilassante con olio 60’ € 30Massaggio Thailandese 40’ € 30Massaggio Thailandese 60’ € 40Massaggio con 4 mani 60’ € 60Massaggio + Bagno vasca 60’ € 50Massaggio romantico 60’ € 40Doccia € 10

ARCHIVIO

IL NUMERO DEL MESEPROGETTI

URBANISTICI TRE

il sito di

www.quattronet.it

CENTRO CULTURALE INSIEMEVia dei Cinquecento 1a

Sabato 14 maggio ore 21.00LEGGIAMO UN LIBROPICCOLO MONDO ANTICOdi Antonio FogazzaroRiduzione Prof. Giampaolo Pignatari. Letturascenica Compagnia “Amici della Prosa”Sabato 28 maggio ore 21UN PALCO ALL’OPERAANDREA CHÉNIERdi Umberto Giordano. Riduzione filmica ecommento di G. Guardamagna

IL CLAVICEMBALO VERDE

Sabato 7 maggio ore 21.00Teatro della Quattordicesima, via Oglio 18KARAOKE LIRICO... LA SERATA IN CUI TU SEI IL PROTA-GONISTA ...UN VIAGGIO TRA ARIE E CANZONITRATTE DAL PIÙ NOTO REPERTORIOCLASSICO E CONTEMPORANEOcon la partecipazione di ENRICO BERUSCHICon il contributo del Consiglio di Zona 4

Martedì 17 maggio ore 21.00Aula magna Università degli Studi, via Festa del Perdono 7GRAN CONCERTO SINFONICOFilarmonica Mihail Jora di Bacau diretta daOvidiu BalaMusiche di Ciaikovskij, Beethoven, Chopin eRachmaninoff

ASSOCIAZIONE TEATRO2

Domenica 8 Maggio ore 21.00Teatro della Quattordicesima, via Oglio 18 MOMO E IL TEMPO DEGLI UOMINIliberamente ispirato al romanzo di MichaelEnde - adattamento teatrale e regia:Daniele CamiciottiUna fiaba contemporanea scritta dalla pennadi Michael Ende, geniale autore della “StoriaInfinita”, per allietare i bambini e far riflette-re i grandi.Info: sito: www.teatro2.it - email:[email protected]

CONSIGLIO DI ZONA 4Manifestazioni con il patrocinio/contributo

del C.d.z. 4

Sabato e domenica 7- 8 maggioCascina Cuccagna, via MuratoriManifestazione dedicata al mondo delle pro-duzioni caprinePromossa da: ONAF Organizzazione Nazio-nale Assaggiatori di Formaggio

Domenica 8 maggio, tutto il giornopresso i giardinetti di viale Corsica prospi-cienti la Parrocchia KolbeMostra pittorica dal titolo COLORAMIA cura del Gruppo Artistico Forlanini Monluè– Via Dalmazia 11

Domenica 15 maggio, tutto il giornopresso il mercato comunale di Largo Guerrie-ri GonzagaPRIMAVERA D’ITALIAManifestazione con la partecipazione dellaScuola Elementare Madre Teresa di Calcuttaper la ricorrenza del 150° anniversario dell’U-nità d’Italia. Promossa dal Consorzio Morsen-chio

Lunedì 16 maggio ore 21.00Presso l’Abbazia di MonluèLEZIONE CONCERTO del M° Alessandro Pal-meri su un antico strumento musicale A cura dell’Associazione Musicale CanoneInverso

Venerdì 20 maggio ore 21.00presso Teatro della Quattordicesima, viaOglio 18SERATA DI MUSICA ROCK E ROCK BLUES rivolta ai giovani della zona. A cura dell’Asso-ciazione Culturale L’Imprevisto

Domenica 22 maggio ore 18.00presso Circolo ARCI Mondini di via Freikofel 1Manifestazione per festeggiare il20° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DELLA SCUOLA POPOLAREEra il 1991 quando alcuni cittadini hanno pen-sato di istituire nel quartiere di Rogoredo unospazio in cui aiutare gli stranieri ad imparare lalingua italiana in un clima di accoglienza, ri-spetto solidarietà ed amicizia.

Domenica 29 maggio ore 21Presso Teatro della Quattordicesima, via Oglio 18Rappresentazione teatrale A MILANO È SUCCESSO UN 48in occasione del 2 giugno, Festa della Repub-blica e del 150° dell’Unità d’Italia. a cura delCoordinamento ANPI di Zona 4.

CONCERTI IN PERIFERIA 2011

Ha preso avvio la terza edizione della rassegnamusicale “Concerti in Periferia”, promossa dal-la Consulta Periferie Milano, organizzata dal-la Fondazione Milano Policroma e realizzatadall’Associazione musicale “Il ClavicembaloVerde”.Si tratta di un cartellone (che si chiuderà il 10giugno) che riunisce più di 50 concerti, tra quel-li organizzati direttamente per la rassegna equelli già in programma nelle periferie mila-nesi, inteso a promuovere e far conoscere almeglio la vivacità culturale delle realtà che vioperano.

Domenica 8 maggio ore 18 Presso Cascina Cuccagna, Via Cuccagna 2/4 Concerto a cura de “Il Clavicembalo ver-de”

Mercoledì 11 maggio ore 20.45Presso Palazzina Liberty, Largo Marinai d’ItaliaRassegna “Kilometro zero”

Sabato 14 maggio ore 18 e venerdì 27maggio ore 19.00Presso Nocetum, via San Dionigi 77 Concerto di musica interculturale

Venerdì 27 maggio ore 21.00Presso Palazzina Liberty, Largo Marinai d’ItaliaConcerto del coro del Liceo Berchet

Domenica 29 maggio ore 17.00Presso la Chiesa San Nicolao della Flue, viadalmazia 11 Rassegna “Cantantibus organis”

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Domenica 8 maggio ore 19.00CONCERTO PIANISTICO

IL CLAVICEMBALO BEN TEMPERATO DIJ.S.BACHPianoforte: Ruggero Laganà. Ingresso liberocon offerta libera

Domenica 22 maggio ore 19.00

LIEDERABEND - IL LIEDERISMO FRANCESESerata dedicata ai canti del repertorio france-se per voce e pianoforteIn programma musiche di Ravel, Fauré, Gou-nod, Duparc, BizetNicolas Lartaun, baritonoKatarzyna Preisner, pianoforteIngresso libero con offerta libera

TEATRO SAN GIOVANNI BOSCO

Via Monte Peralba 15, Rogoredo

Venerdì 27 maggio ore 21.00Associazione Musicale Internazionale “L. V.Beethoven”

ROGOREDO IN MUSICAMusiche di Vivaldi, Bach, Ponchielli, Merca-dante.Orchestra dell’Assunta in VigentinaCon il contributo del Consiglio di Zona 4

ASSO-VIZZINI

14 - 20 maggio Circolo della stampa, corso Venezia 48Inaugurazione sabato 14 maggio, ore 17.30 -premiazione venerdì 20 maggio, ore 17.30Mostra di pittura e di scultura sul tema

LUOGHI, VICENDE E PERSONAGGI CHEHANNO CONTRIBUITO ALL’UNIFICAZIONED’ITALIA

WOW SPAZIO FUMETTOViale Campania 12

EDITORI CORAGGIOSI: MILANO E IL FUMETTOLa mostra ripercorre un secolo di fumetto ita-liano attraverso le case editrici milanesi chene hanno segnato la storia, in primo luogo glieditori coraggiosi che con fantasia e fiuto im-prenditoriale hanno reso il mercato fumetti-stico italiano uno dei primi al mondo per quan-tità e varietà.

Fino all’8 maggio ingresso libero a partire dal 9 maggio, ingresso 5 euro (intero)e 3 euro (ridotto).Informazioni e prenotazioni allo 039 2915041- www.museowow.itOrari: martedì-venerdì: 15.00-19.00 – sabato-domenica: 15.00-20.00

GALLERIA RUBINvia Bonvesin de la Riva 5 - tel. 02 36561080

email: [email protected]

Fino al 21 maggio

TOMMASO OTTIERI. PER ESEMPIOrario di apertura: martedì – sabato 14.30 -19.30 e su appuntamento

ORCHESTRA DA CAMERA MILANO CLASSICA

Palazzina Liberty, Largo Marinai d’Italia -Tel 02 28510173 – [email protected]

Domenica 8 maggio ore 10.30Musiche di J. Dowland, L. Luzzaschi Michael Chance ControtenorePaul Beier LiutoGianluca Capuano Organo

Domenica 15 maggio ore 10.30Musiche di G. F. Haendel, A. Scarlatti Makoto Sakurada TenoreMarek Štryncl Direzione

Domenica 22 maggio ore 10.30Musiche di L. Boccherini, J. I. Schnabel Quintetto LibertyCarlo de Martini ViolinoLaura Cavazzuti ViolinoAlice Bisanti ViolaClaudia Poz VioloncelloFrancesco Biraghi Chitarra

Domenica 29 maggio ore 10.30Musiche di W. A. Mozart, F. J. Haydn, J. W.A. Stamitz, C. P. E. Bach Enrico Casazza ViolinoMarcello Scandelli Violoncello e Direzione

MOSTRE

MUSICA

EVENTI GRATUITI

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Una lunga esperienza in Consiglio di Zona 4 e la direzionedel mensile QUATTRO mi hanno permesso di conoscere inmodo approfondito i problemi della zona, siano essi diordine sociale o territoriale. Una zona da un lato ricca di vita associativa e culturale,dall’altro con problematiche sociali da affrontare e risol-vere. Per queste ultime, l’intervento e la presenza deiservizi pubblici sono spesso insufficienti e le realtà delprivato sociale, non adeguatamente sostenute, sono indifficoltà a dare risposte.Perché Milano ritorni ad essere una città attrattiva per lepersone e le attività economiche, occorre porre grande attenzione alla qualità del suo territorio.

La zona 4 presenta da questo punto di vista grandi potenzialità che vanno indirizzate ad uno sviluppo nonsolo edilizio, ma di servizi e infrastrutture pubbliche. Si stanno perdendo in questo senso grandi occasioni:uno Scalo Vittoria senza la grande Biblioteca Europea, un quartiere Santa Giulia lasciato abbandonato a sestesso e incompiuto, le aree dei Mercati e la (solo) promessa Città del gusto, e così via.

L’impegno sarà di utilizzare queste trasformazioni in atto o future per una riqualificazione del territorio al servizio dei cittadini.

I quartieri della zona 4 hanno una identità che va valorizzata,un tessuto sociale che va mantenuto e arricchito.

Prima attività agricole e cascine. Ed ora?Difendiamo il Parco sud, restituiamo alla città un sistemadi cascine come luoghi di produzione agricola, agrituri-smo, valorizzazione di un passato rurale.

Prima industrie e fabbriche. Ed ora?Dobbiamo sostenere e favorire attività produttive e crea-tive della nuova economia (moda, teatro, artigianalitàdiffusa, design, architettura, luoghi della creatività), unavera e propria parte di città delle arti e dei mestieri,come evoluzione della precedente presenza industriale.

Prima gli scali ferroviari per le merci e le persone. Ed ora?Mentre la stazione Rogoredo è stata potenziata e il Passante ferroviario ha una importante stazione a Vittoria

(ma ancora priva di servizi per i passeggeri), gli scali Vittoria e Romana sono stati dismessi. Non vogliamosolo residenze e l’immancabile supermercato! Devonoospitare mix funzionali, soluzioni abitative per diversefasce di residenti, verde, servizi per il quartiere, funzionipubbliche di qualità.

Prima il Macello e un moderno ortomercato. Ed ora?La dismissione del Macello ha portato ad un colpevoleabbandono delle splendide palazzine liberty su viale Molise e dei manufatti su via Lombroso; il moderno ortomercato è in pessimo stato, fra amianto non rimossoe infiltrazioni malavitose non efficacemente contrastate.C’è bisogno di un serio piano industriale, di una gestioneeconomica sana, di un progetto finalizzato ad Expo, che da un lato riqualifichi le aree da un punto di vistafunzionale e strutturale e dall’altro dia un significativocontributo sui temi propri del settore agroalimentare.

Che cosa rende attraente e ricca di potenzialità la nostra zona? La sua storia!

Stefania ALENI

maggio 2011