la correlazione tra i livelli preoperatori di albumina e ... · femorali, e con l’obliquità...
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA
Dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
La correlazione tra i livelli preoperatori di Albumina e TLC e la mortalità nei pazienti affetti
da frattura del collo del femore
RELATORE: �
Chiar.mo Prof. Michele LISANTI
Candidato:
Giacomo BENETTINI
Anno Accademico 2015/2016
Ai miei nonni, Alma e Renzo
1
INDICEDEGLIARGOMENTI
CAPITOLO1-INTRODUZIONE................................................................................3
CAPITOLO2-FRATTUREDELCOLLODELFEMORE........................................5
2.1 ANATOMIADELFEMOREPROSSIMALE..........................................................................52.1.1 EPIFISIPROSSIMALE..........................................................................................................5
2.1.2 ANATOMIAMICROSCOPICADELL’EPIFISIPROSSIMALEE
CORRELAZIONECONLEFRATTURE...........................................................................................8
2.1.3 VASCOLARIZZAZIONEDELL’EPIFISIPROSSIMALE............................................10
2.1.4 ARTICOLAZIONECOXO-FEMORALE..........................................................................11
2.2 CLASSIFICAZIONEDELLEFRATTUREDIFEMORE..................................................152.2.1 FRATTUREDELCOLLOFEMORALE..........................................................................17
2.2.2 FRATTUREDELLAREGIONETROCANTERICA.....................................................18
2.2.3 CLASSIFICAZIONEAO/OTA...........................................................................................20
2.3 EPIDEMIOLOGIAECOSTIDELLEFRATTUREDELFEMOREPROSSIMALE...242.4 INCIDENZAECOSTIINITALIA.........................................................................................282.5 CENNIDITRATTAMENTOSUFRATTUREPROSSIMALIDIFEMORE...............332.5.1 TRATTAMENTOCONSERVATIVO...............................................................................34
2.5.2 INTERVENTOCHIRURGICO...........................................................................................35
2.5.3 METODICHEDIOSTEOSINTESI..................................................................................35
CAPITOLO3-SCORINGSYSTEMS........................................................................47
3.1 IMPORTANZADEGLISCORINGSYSTEMSINMEDICINA.......................................473.2 SCORINGSYSTEMSINORTOPEDIA................................................................................493.3 POSSUMSCORINGSYSTEM................................................................................................58
CAPITOLO4-ALBUMINAEMALNUTRIZIONE................................................63
4.1 ALBUMINA:STRUTTURA,SINTESI,CATABOLISMOEDISTRIBUZIONE.........634.2 IPOALBUMINEMIA,CONTALINFOCITARIATOTALEEMALNUTRIZIONE....654.3 ASPETTINUTRIZIONALINELLAGESTIONEDELLEFRATTUREPROSSIMALI
DIFEMORE............................................................................................................................................69
2
CAPITOLO5-STUDIOSPERIMENTALE:Lacorrelazionetrailivelli
preoperatoridiAlbuminaeTLCelamortalitàneipazientiaffettida
fratturadelcollodelfemore.....................................................................................
........................................................................................................................................71
5.1 MATERIALIEMETODI..........................................................................................................715.1.1 ANALISISTATISTICA........................................................................................................73
5.2 RISULTATI.................................................................................................................................735.3 DISCUSSIONE...........................................................................................................................75
CAPITOLO6-CONCLUSIONI.................................................................................78
CAPITOLO7-BIBLIOGRAFIA................................................................................80
CAPITOLO8-RINGRAZIAMENTI.........................................................................93
3
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
Le fratture del collo del femore rappresentano una delle cause più
comunidiricoveroperipazientianzianiconetàmaggioredi65anni,conun
lifetime risk pari al 18% nelle donne e al 6% negli uomini.1 La prevalenza
mondiale annua si stimaesserepari a4,5milioni conun trendnegativo in
crescitachevuoleunsuoaumentoperil2050intornoa6,5milioni.InItalia
nel2008abbiamosuperato i100.000ricoveriannui conunaspesadi circa
1.000.000.000dieuroperilnostroSSN.2,3
Gliesitidifratturafemoralecomportanounrischiodi“exitus”vicinoa
quello del tumore della mammella, con un range dimortalità stimabile in
circa il 5% in fase acuta e 14-47%entro un anno.4,5 Alcuni tra i principali
fattori di rischio associati con l’aumento della mortalità in seguito alla
frattura del collo del femore sono: l’età, il sesso, il punteggioASA score, lo
statonutrizionale,iltipodifratturaeilritardoall’interventochirurgico.
La malnutrizione è comune negli anziani, in particolare nei soggetti
ospedalizzati o ricoverati in case di riposo. Patterson, in uno studio da lui
4
condotto, riferisce che il 60% dei pazienti da lui studiati con frattura
femorale si trovava in una condizione di malnutrizione protido-energetica
durante laprima settimanadi ospedalizzazione.6 Lamalnutrizioneprotido-
energetica (PEM) è una condizione quindi molto importante e da non
sottovalutare in quanto si correla direttamente con un peggioramento
dell’outcomepoichédeterminaunaumentodell’insorgenzadicomplicazioni
edelrischiodimorte.7-10
Inquestoscenarioèimportantericonoscereifattoridirischiocorrelati
adunaumentodellamortalitàinseguitoafratturaprossimaledelfemorein
modo tale da permettere al chirurgo ortopedico un ottimizzazione del
management di questi pazienti con lo scopo dimigliorarne l’outcome. Con
questo obiettivo, diversi sistemi score come l’E-PASS, il NHFS e il POSSUM
vengono frequentemente utilizzati nella pratica clinica ma non sono però
privi di alcune limitazioni, soprattutto in termini di validità, specificità e
semplicità.
Ecco così che oltre a questi sistemi di score clinici abbiamo a
disposizione anche semplici marker biologici facilmente reperibili al
momento del ricovero come: l’emoglobina (Hb), l’albumina, la conta
linfocitaria totale (TLC), la creatinina, il BUN (Blood Urea Nitrogen) e
l’ormone paratiroideo (PTH).11, 12 In particolare l’albumina e la TLC
rappresentanodueindicatoridellostatonutrizionaledelpazientechecome
abbiamo già sottolineato rappresenta una condizione spesso presente in
questa categoria di pazienti e direttamente correlata con un outcome
negativo.
Loscopodiquestostudioè statoquellodi indagareproprio sul ruolo
dell’albumina sierica e della conta linfocitaria totale (TLC) rilevate al
momentodelricoverocomefattoripredittividimortalitàinseguitoafrattura
prossimale del femore con l’obbiettivo di validarne l’utilizzo nella pratica
clinica in quanto due parametri facilmente ed economicamente reperibili e
routinariamenterilevatialmomentodell’ingressoinprontosoccorso.
5
CAPITOLO 2
FRATTURE DEL COLLO DEL FEMORE
2.1 ANATOMIA DEL FEMORE PROSSIMALE
Ilfemoreèunossolungo,parieasimmetricochedasolocostituiscelo
scheletro della coscia.13 È l’osso più voluminoso del corpo umano,
prossimalmentesiarticolaconl’acetabolodell’ancamentredistalmente,con
tibiaepatellapartecipaall’articolazionedel ginocchio.14Come tutte leossa
lungheilfemorepresentauncorpo(diafisi)edueestremità(epifisi).
2.1.1 EPIFISI PROSSIMALE
L’epifisi prossimale del femore insieme all’acetabolo dell’anca forma
l’articolazionecoxofemorale.Anatomicamenteritroviamounatesta,uncollo
e due processi ossei chiamati trocanteri (piccolo e grande) collegati fra di
loro dalla linea (anteriormente) e dalla cresta (posteriormente)
intertrocanterica.13
6
Figura1:Epifisiprossimale,facciaanterioreeposteriore.
1 Testa: possiede la forma di un’emisfera (2/3 di sfera), la cui parte
arrotondatacopertadacartilaginesiarticolaconl’acetaboloperformare
l’articolazione dell’anca. Il rivestimento cartilagineo manca in una
fossetta(foveacapitis)doveprendeinserzioneil legamentorotondodel
femore che ha la funzione di mantenere in posizione l’articolazione
coxofemorale.14
2 Colloanatomico:èunsegmentocilindricoappiattitochesostienelatesta
eunisceiduetrocanteri.Misurada35a45mmdilunghezzaeformacon
l’asse del corpo un angolo di circa 130°.13 Tale angolo può variare con
l’età, la statura e la larghezza del bacino, essendo più ristretto negli
adulti,negli individuicortidigambeenelledonne.L’angoloècorrelato
con l’ampiezza del bacino, cioè la distanza compresa tra le due teste
femorali,econl’obliquitàdell’ossoquandoleginocchiasonoravvicinate
nella normale postura eretta.15 Presenta inoltre un angolo di
antiversionedicirca12°.14Laporzionesuperioresiallargapersostenere
7
la testa ed è crivellata di grossi orifizi vascolari siti di passaggio di
numerosearteriolenutritizie.13
3 Grande trocantere: è una grande eminenza ossea di forma
quadrangolare, palpabile sulla superficie laterale dell’anca si continua
inferiormenteconlaporzionesuperioredelcorpo.Ilsuoasseèorientato
latero-posteriormentee,rispettoallatesta,nell’adultoèpiùpiccoloditre
quartidipollice.Lasuafacciamedialeconcavaincontralafaccialaterale,
inclinataobliquamente, in corrispondenzadelmargine superiore, cheè
posto allo stesso livello del centro dell’articolazione dell’anca e del
margine superiore della sinfisi pubica. Il suo punto più alto costituisce
l’apice del trocantere, mentre la faccia mediale, subito sotto l’apice, è
scavata dalla fossa trocanterica che riceve il tendine dell’otturatore
esterno. Il grande trocantere presenta anche le facce anteriore e
posteriorecheinsiemeallalateralesonoincontinuazioneconilcorpoe
servonocomesitodiimpiantoaimuscoliglutei.15
4 Piccolo trocantere: èungrosso tubercolo situatonellaparteposteriore
edinferioredelcollo,definibilecomeunaproiezioneconicadellacresta
intertrocanterica. Dalla sua base si originano tre linee divergenti che
possonoessereconsideratecomelesueradicidiformazione;essesonoil
limite inferiore del collo anatomico, l’estremo inferiore della cresta
intertrocanterica e la cresta pettinea.13 Il piccolo trocantere è laterale
rispettoall’assedirotazionenormaledelfemorechepassaattraversola
testa,mentreèmedialerispettoall’asselongitudinaledelcorpo.15
5 Collo chirurgico: si origina immediatamente al di sotto dei trocanteri e
rappresenta quella porzione di femore che unisce la diafisi all’epifisi
prossimale.13
8
2.1.2 ANATOMIA MICROSCOPICA DELL’EPIFISI PROSSIMALE E CORRELAZIONE CON LE FRATTURE
Figura2:Sistemidirinforzotrabecolare.
Entrambe leepifisi femorali sonocostituite fondamentalmentedauna
massa di tessuto spugnoso ricoperto da una capa, più o meno spessa, di
tessuto osseo compatto. In particolare a livello dell’epifisi prossimale se si
esegue una sezione frontale possiamo osservare la presenza di due lamine
diafisarieditessutocompattoche,piùspesseversoilbasso,siportanoverso
l’alto, progressivamente assottigliandosi, una verso il grande trocantere e
l’altraversolatestafemorale.13
A partire dalla loro superficie assile si originano delle trabecole di
tessuto osseo spugnoso che determinano un organizzazione tipica
dell’estremità superiore del femore per evitare che la base del collo si
fratturi.Inparticolareavremo:
§ Unsistemaprincipaleformatodafascidilamellechesiirradianoversoil
colloelatesta:
1. Sistemacefalico:chesidirigeverso laporzionesuperioredella testa
femorale.
9
2. Sistema arciforme: che si porta dalla corticale esterna della diafisi
femoraleallaporzioneinferioredellatesta.
§ Un sistema accessorio formato da due fasci che si diramanonel grande
trocantere:
1. Sistematrocanterico:chesidirigeversoilgrandetrocantere.
2. Gruppodelgrandetrocantere:trabecoleoccupanti il latosinistrodel
grandetrocantere.
Culmannhadimostratochesefacciamoagireunaforzaeccentricasudi
unmodello che abbia una forma ricurva, appaiono due ventagli di linee di
forza che corrispondono a forze di trazione e forze di pressione. Per cui
volendosottolineare la tipologiadi forza, tensivaocompressiva, a cui sono
sottopostiquestisistemitrabecolaripossiamoindividuare:
§ Gruppotensivoprincipale
§ Gruppotensivosecondario
§ Gruppocompressivoprincipale
§ Gruppocompressivosecondario
Nelloroinsiemequestisistemidelimitanounazonaaminorresistenza
dettatriangolodiWard,dovepiùfacilmentesiverificanolefratturecervico-
trocanteriche.16,17 Suquesta zona aminor resistenza e in generale su tutta
l’epifisi prossimale, in quanto struttura prevalentemente spongiosa, si
verificanoidanniconseguentilapatologiaosteoporotica.
L’osteoporosi determina la riduzione del numero e del calibro delle
trabecole, nonché lo spessoredelle travatedi rinforzo, chenormalmente si
sviluppano in corrispondenza delle parti maggiormente sollecitate. In
conclusionetaleprogressivoriassorbimentodelletrabecole,rendeilcollodel
femorepiùvulnerabileallosviluppodifratture.16-18
10
2.1.3 VASCOLARIZZAZIONE DELL’EPIFISI PROSSIMALE
Lavascolarizzazionedella testa femoraleviene fornitaprincipalmente
datrearterie terminali: l’arteriadellegamentorotondo,l’arteriacirconflessa
medialeel’arteriacirconflessalaterale.L’arteriadellegamentorotondoèun
ramo terminale dell’arteria otturatoria e, apportando sangue direttamente
dalbacino,irroralazonaintornoallafoveacapitis.Danotarechequestovaso
assumeunamaggior importanzasoprattuttodurantegliannidellacrescita,
inquantonell’adultospessorisultaocclusoocomunquemenodeterminante.
La seconda e principale fonte di approvvigionamento ematico è
rappresentata dalle due arterie circonflesse. Queste si anastomizzano alla
base del collo anatomico formando un anello vascolare extracapsulare dal
qualeoriginano learterieretinacolari, lequali sonocirca10-12piccoli vasi
cheprovengonodallacapsulaarticolareepenetranonell’ossoa livellodella
giunzione laterale e posteriore fra testa e collo del femore. In particolare
osserviamo che le retinacolari anteroinferiori originano dalla circonflessa
laterale, leretinacolariposteroinferiorieposterosuperioridallacirconflessa
mediale.Leretinacolaridopoaverirroratolacapsulaarticolareelasinovia,
si anastomizzanoa livellodella testa femorale formandounsecondoanello
Figura3:Vascolarizzazionedell'epifisiprossimale.
11
vascolareintra-articolare;daquestoprendonooriginelearterieepifisarie il
cui scopo sarà la vascolarizzazione della testa. Le regioni trocanteriche e
subtrocanteriche sono irrorate dalle anastomosi arteriose trocanteriche e
crociate.
Osservazioni su modelli di sviluppo e formazione di questo tipo di
apporto vascolare nel tardo periodo fetale e nel primo periodo neonatale
hanno rivelato che, nonostante in un primomomento l’arteria circonflessa
mediale e laterale contribuiscano equamente all’apporto nutritizio, sono i
due grandi rami dellamediale a fornire l’apporto ematico finale. L’apporto
da parte della arteria circonflessa laterale diminuisce e l'anello arterioso
vieneinterrotto.Comeilcollofemoralesiallunga,ilcircoloextracapsularesi
allontanadallaparteepifisariadellatesta.19
2.1.4 ARTICOLAZIONE COXO-FEMORALE
Figura4:Articolazionecoxofemorale.
12
L’ancaè l’articolazioneprossimaledell’artoinferioreedhalafunzione
diorientarel’artointutteledirezionidellospazio,perciòpossiedetreassie
tregradidilibertà:
§ UnassetrasversaleXOX’,situatoinunpianofrontale,sucuisieffettuanoi
movimentidiflessoestensione.
§ Unasseantero-posterioreYOY’,situatoinunpianosagittalepassanteper
ilcentrodellaarticolazione,attornoalqualesieffettuanoimovimentidi
abduzione-adduzione.
§ Un asse verticaleOZ, che quando l’anca è in posizione di riferimento si
confonde con l’asse longitudinale OR dell’arto inferiore. Quest’asse
longitudinalepermetteimovimentidirotazioneesternaedinterna.
Figura5:Assidimovimentodell’articolazionecoxofemorale.
13
Imovimentidell’ancasirealizzanoalivellodiunasolaarticolazione,la
coxo-femorale; è questa un’enartrosi a solido incastro particolarmente
stabilemaconunampiezzadimovimentolimitata,compensatainunacerta
misura dal rachide. Per tutti questi motivi è l’articolazione più difficile a
lussarsi.17
Da un punto di vista anatomico si forma tra l’acetabolo e la testa del
femoree rappresenta ilmiglioresempiodienartrosi.13,14Lecomponentidi
questaarticolazionesono:
§ Superfici articolari: sono rappresentatedallapartearrotondatadella
testadel femoreedallaporzioneacetabolare rivestitada cartilagine
dettafacciasemilunare.Larestantefossaacetabolareèriempitadaun
cuscinettoadiposo(Pulvinar).
§ Labbro acetabolare: è un cordone fibrocartilagineo che si sviluppa
lungoilcontornodell’acetaboloilcuiobiettivoèquellodiampliarela
superficie articolare. Passa a ponte sopra all’incisura dell’acetabolo
comelegamentotrasversodell’acetaboloerappresentaunanalogodel
cercineglenoideodellascapola.
§ Mezzidiunione:
a. La capsula articolare: prossimalmente si fissa sul contorno
dell’acetabolo e sul labbro acetabolare, mentre sul femore si
localizza, anteriormente, sulla linea intertrocanterica,
posteriormente,traidueterziprossimalieilterzodistaledelcollo
anatomico.
b. Legamentidirinforzo:sonotrelegamentipresentisullasuperficie
esternadellacapsulaarticolare.Diquestiillegamentoileofemorale
è il più esteso, origina dalla porzione iliaca del contorno
dell’acetabolo e si porta, decorrendo sulla faccia anteriore della
14
capsula al femore dividendosi in due fasci: il fascio traverso
raggiunge il margine anteriore del grande trocantere, il fascio
discendente si porta alla parte più distale della linea
intertrocanterica. Il legamentopubofemoraledal trattopubicodel
margine dell’acetabolo si porta davanti al piccolo trocantere. Il
legamento ischiofemorale unisce la parte ischiatica del margine
dell’acetabolo alla fossa trocanterica passando sulla faccia
posteriore della capsula articolare. Fibre della capsula poste
profondamente ai precedenti legamenti, formano un’ansa che
circondailcollodelfemorecontribuendoafissarlonell’acetabolo;
èlazonaorbicolare.
c. Legamento della testa del femore (legamento rotondo): è un
robustofasciofibrosocheoriginadallafossadell’acetabolo,passa
sotto al legamento traverso dell’acetabolo e, rivestito dalla
membranasinoviale,sifissaallafossettadellatestadelfemore.
Figura6:Legamentidirinforzoelegamentodellatestadelfemore.
15
2.2 CLASSIFICAZIONE DELLE FRATTURE DI FEMORE
In base alla localizzazione anatomica della rima di frattura possiamo
identificare treprincipali tipidi fratture(Figura7)chevengonoclassificate
comesegue20:
§ Fratturedelcollodelfemore
§ Frattureintertrocanteriche
§ Fratturesottotrocanteriche
Figura 7: Anatomia femorale e tipi di fratture. (A) Il femore viene rappresentato con leinserzionideimuscoligluteomedioepsoas.GT,grandetrocantere;LT,piccolotrocantere.(B)Regioni femorali sedi di frattura: FN, collo del femore; IT, intertrocanteriche; ST,sottotrocanteriche.
Utilizzando invece un criterio topografico basato sui rapporti
intercorrenti tra l’inserzionedistaledellacapsulaarticolaree il livellodella
fratturaleclassifichiamoinfratturemedialielaterali.16
Lefratturemediali(intracapsulari)sidividonoin:
§ Sottocapitate
§ Mediocervicaliotranscervicali
16
Leprime interessano lazona immediatamenteadiacentealla testadel
femore, mentre le seconde interessano la porzione intermedia del collo
anatomico.
Lefratturelaterali(extracapsulari)sidividonoin:
§ Basicervicali
§ Pertrocantericheointertrocanteriche
§ Sottotrocanteriche
Le basicervicali interessano la base d’impianto del collo anatomico
mentre le pertrocanteriche si individuano nello lo spessore del grande
trocantere irradiandosi fino al piccolo trocantere. Le fratture
sottotrocanteriche,infine,sonolocalizzateinferiormentealgrandeepiccolo
trocantere.16
Figura 8: Fratturemediali e laterali del femore. Da sinistra a destra: frattura sottocapitata,frattura trasncervicale, frattura basicervicale, frattura pertrocanterica e fratturasottotrocanterica.
17
2.2.1 FRATTURE DEL COLLO FEMORALE
Per le fratture del collo del femore ricordiamo soprattutto i seguenti
sistemidiclassificazione2:
§ LaclassificazionediGarden
§ LaclassificazioneAO/OTA
Quest’ultima in realtà rappresenta un sistema classificativo alfa-
numerico più ampio, utilizzato per classificare le fratture in relazione alla
lorolocalizzazioneegravità.21
2.2.1.1 CLASSIFICAZIONE DI GARDEN
Questa classificazione si focalizza sull’ampiezza della rima di
frattura:22,23(Figura9eFigura10)
§ GardenI:fratturaincompleta(stabili)
§ GardenII:fratturacompletaenonscomposta
§ GardenIII:fratturacompletaeparzialmentescomposta
§ GardenIV:fratturacompletaefrancamentescomposta
Studi recenti hanno rilevato che l’accuratezza della classificazione di
Gardenèpiuttostoscarsa,inparticolarmodonelladifferenziazionetraitipi
1e2etraitipi3e4.Perquestimotivi,taleclassificazioneinsiemeaquelladi
Pauwels,nellaqualemancaunadeguatosistemadimisurazionedell’angolo
difratturaallaradiografia,detengonoscarsaapplicabilitàclinica.24,25
18
Figura9:ClassificazionediGarden:IeII.
Figura10:ClassificazionediGarden:IIIeIV.
2.2.2 FRATTURE DELLA REGIONE TROCANTERICA
Anche per le fratture della regione trocanterica si possono individuare
essenzialmentedueclassificazioni:
§ ClassificazionediEvans-Jensen26
§ LaclassificazioneAO/OTA
19
2.2.2.1 CLASSIFICAZIONE DI EVANS-JENSEN
Figura11:ClassificazionediEvans-Jensen.
Stabili:
§ Tipo1:fratturecompostein2parti.
§ Tipo2:fratturascompostain2parti.
Instabili:
§ Tipo 3: frattura scomposta in 3 parti con comminuzione
posterolaterale.
§ Tipo 4: frattura scomposta in 3 parti con comminuzione
posteromediale.
§ Tipo 5: frattura scomposta in 4 parti comminuzione in entrambi i
trocanteri.
20
2.2.3 CLASSIFICAZIONE AO/OTA
Figura12:ClassificazioneAO/OTA,classiprincipali(31-A,31-B,32-C)esottoclassidifratture.
21
Il sistema classificativo alfa-numericoAO/OTA21,27 divide in tre classi
principali le fratture prossimali del femore (31A, 31B, 31C) e all’internodi
ognunadiesseindividualerelativesottocategorie:
§ 31-A:fratturedellaregionetrocanterica.
§ 31-B:fratturedelcollodelfemore.
§ 31-C:fratturedellatesta.
I sottotipi di AO/OTA sono in correlazione crescente con il grado di
instabilità.
Figura13:Schemadiclassificazionedellefratturesecondolagravità.
22
Inparticolarevediamocheperquantoriguardalefratturedelcollodel
femore(31-B)siosservanoisottotipi:28
§ Le 31-B1 comprendono le fratture sottocapitate senza o con minimo
spostamentoeinparticolaresidistinguonoin:
1. Frattureingranatainvalgo>15°
2. Frattureingranatainvalgo<15°
3. Fratturenoningranate
§ Le31-B2sonorappresentatedallefratturetranscervicaliesisuddividono
in:
1. Fratturebasicervicali
2. Fratturemediocervicaliconadduzione
3. Fratturemediocervicalidataglio
§ Le 31-B3 infine corrispondono alle fratture sottocapitate con
spostamento,nefannoparte:
1. Fratturescomposteinvaro
2. Fatturescompostecontraslazionedeiframmenti
3. Fratturecongravescomposizionedeiframmenti
Per quanto riguarda le fratture della regione trocanterica (31-A)
vediamo:
§ 31-A1:corrispondeadunafratturapertrocantericasempliceconrimadi
frattura tipicamente obliqua che dal grande trocantere raggiunge la
corticalemediale. Sono fratture stabili con appoggio sottotrocanterico e
medialeintatto.
23
§ 31-A2: corrisponde alla frattura classica in tre frammenti, con frattura
della corticale mediale e varie componenti frammentate. La corticale
lateralerimanetuttaviaintatta.Sonofrattureinstabili.29
§ 31-A3:comprendelefratturepiùinstabilicomeiltiporeverseobliquitye
laclassica intertrocantericatrasversa. Inquestocaso lacorticale laterale
non è intatta cosa che determina un alto rischio di fallimento dopo
fissaggiochirurgico.30
Questaclassificazioneèabbastanzaattendibilenellapraticaclinicaper
guidareiltrattamentochirurgicoottimaleelasceltadeltipodiimpianto.30
Infine, da segnalare che le fratture sottotrocanteriche nel sistema AO/OTA
vengonoclassificatecomelesionidellaregione32(diafisaria).27
24
2.3 EPIDEMIOLOGIA E COSTI DELLE FRATTURE DEL FEMORE PROSSIMALE
Le fratture prossimali di femore rappresentano la frattura più grave
negli anziani, associate ad un alto tasso dimorbilità emortalità e con una
frequenzamaggiore all’interno del sesso femminile.Nell’anziano per lo più
sono dovute alle cadute a terra associate alla scarsa qualità dell’osso
(osteoporosi), mentre nel soggetto giovane i traumi ad alta energia
costituisconolacausaprincipale.5,31,32
In uno studio italiano del 2014, che ha utilizzato un campione di
839.008pazientioversessantacinqueeospedalizzatiperfratturedelfemore
prossimale durante la prima decade degli anni duemila, viene dimostrato
come in Italia si è verificato un progressivo incremento dei ricoveri per
frattura prossimale di femore, stimato intorno al 29,8% (Figura 14). In
particolareneltrienniochevadal2007al2009sipuònotareunprogressivo
incremento delle fratture di femore nella popolazione over ottantacinque:
questafasciadipopolazioneèparticolarmenteimportanteinquantodasola
rappresentapiùdel40%deltotaledelleospedalizzazioniesaminate,conuna
nettaprevalenzanelsessofemminile(Figura15).33
Figura14:Numerototalediospedalizzazioniperfratturaprossimaledifemoreinpazientioversessantacinque.Lalinearossasiriferisceallapopolazionefemminile,lalineaazzurraaquellamaschile,lalineaverdeatuttalapopolazione.
25
Figura15:Incidenzadellefrattureprossimalidifemorepergruppidietà.Nellapopolazioneover85sinotaunincrementonotevoledelnumerodeipazientirispettoallealtrefasce.
Complessivamente, la prevalenza mondiale stimata sembra essere di
circa4,5milioniedèassociataadunaltoedinaccettabilerischiodimorbilità
e mortalità.2, 5 Si stima che i cambiamenti demografici dei prossimi anni
comporterannoinoltreunaumentodelnumerodellefratturedifemoreedin
particolare per il 2050 si prevede una prevalenza mondiale di circa 6,3
milioni, gravando in modo pesante, sempre di più, sui sistemi sanitari
mondiali.3
Intuttoilmondoperòesistono,marcatevariazionineitassid’incidenza
di fratturaprossimaledi femore; ledifferenzesonotalidanonpoteressere
spiegatesoltantoconlemolteplicifontidierrorenellaconstatazionedeicasi
onel campione. Ilpiùalto rischiodi fratturadel femoreprossimaleè stato
osservato in Svezia, Norvegia, Islanda e Danimarca. L’Italia insieme a
Germania, Svizzera, Finlandia, Grecia, Paesi Bassi, Ungheria, Inghilterra e
Portogallo è stata descritta come paese ad alto rischio, condizione definita
dall’avereunaprobabilitàdifratturadifemoretrail50%eil75%delrischio
osservatoinSvezia.34
26
In Svezia la probabilità di incorrere in una frattura prossimale di
femore in una popolazione over 50 risulta pari al 22,9% nelle donne e al
10,7% negli uomini. Da questi dati, emersi da uno studio condotto sulla
popolazione svedese si evidenzia comedopo i50annipiùdiunadonnasu
cinqueandràincontroadunafratturadelfemoreprossimale.35
Figura16:Probabilitàa10annidisviluppareunafratturaprossimaledifemorenelledonneover65.InAfrattureinassenzadifattoridirischio,inBfratturedafragilità,inCfratturadafragilitàeT-Score<-2,5DS.
Per quanto riguarda la mortalità annua delle fratture prossimali di
femore,neipaesioccidentalisicalcolacheabbiaoramaisuperatoquelladel
tumore gastrico e pancreatico e che il rischio di sviluppare nel corso della
vitaunafratturafemoralesiamaggiore,perledonne,delrischiocomplessivo
ditumoremammario,endometrialeeovaricoe,pergliuomini,siamaggiore
del rischio di tumore della prostata.4 Gli esiti di frattura femorale
comportanounrischiodi“exitus”vicinoaquellodeltumoredellamammella,
con un range dimortalità stimabile in circa il 5% in fase acuta e 14-47%
entrounanno.4,5
Nel2010inEuropailnumerostimatodimortiperfratturaprossimale
difemorenellapopolazioneovercinquantasiaggiravaintorno11.358nella
popolazionemaschileedi9.413nellapopolazionefemminile.35Questodato
siriferisceallamortalitàentrounannodall’interventoedècorrettoinbase
allecomorbilitàdeipazienti.Dopounannodaltraumailtassodimortalitàsi
27
riassestaetornainlineaconlamediadellapopolazionedellastessaetà.36
Unostudioprospetticocondottosupiùdi16.000pazientianzianiche
ha valutato i risultati della chirurgia delle fratture prossimali di femore
riporta unamortalità del 8-17% a 30 giorni e del 21-38% a 120 giorni in
gruppi di età differenti.5 Si è visto inoltre, che ritardare a più di 4 giorni
l’interventochirurgicodalmomentodelladiagnosi,aumentalamortalitàa30
giorniinmodosignificativo;mentreipazienticonfratturad’ancaassociataa
comorbilità hanno un rischio di morte maggiore di 2,5 volte a 30 giorni
rispetto ai pazienti che non le hanno.31 Si stima inoltre che circa 1/5 dei
soggetti che hanno subito la frattura del femore perdono totalmente la
possibilitàdicamminareinmanieraindipendenteesoltantoil30-40%sarà
in grado di riottenere la piena autonomia. Sono inoltre previste cure
geriatriche postoperatorie che si dimostrano necessarie in circa il 75% di
tutticasi.5,31,32
Figura17:Curvetemporalidimortalità.
Icostisocialidiuna fratturadi femoresonorilevanti,bastipensareai
soli costi diretti legati al ricovero ospedaliero.4, 37, 38 È stato ad esempio
osservatocheladuratamediadeiricoveriospedalieriperfratturedifemore
diorigineosteoporoticaèlapiùlungatratuttelepatologieacute.4Illifetime
riskdifratturadelfemorenelladonnaultracinquantenneèdel18%mentre
nell’uomo è del 6% e questo rischio aumenta esponenzialmente dopo i 70
28
anni;ilrischioèritenutoesseredoppionelladonnarispettoall’uomo.1
La diffusione dell’osteoporosi, indiscutibile concausa della frattura di
femore prossimale nella popolazione anziana, è stata recentemente
documentata in Italia dallo studio epidemiologico ESO-PO (Epidemiological
StudyOnthePrevalenceofOsteoporosis)39dacuièemersoinparticolareche
quasi 4.000.000 di donne in Italia sono affette da osteoporosi e quindi a
rischiodi fratturadi femore,conunaprevalenzadioltre il40%aldi sopra
dei 60 anni. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, in
particolare di quella italiana che è tra le più anziane, è da attendersi un
incrementoesponenzialedellefratturedifemore.40,41
Negli Stati Uniti i costi economici complessivi (ricoveri ospedalieri,
riabilitazioneetc.)sonostimatiaumentaredai7miliardididollaridel1986
ai62miliardididollarinel2020.41
2.4 INCIDENZA E COSTI IN ITALIA
La valutazione epidemiologica sull’incidenza e sui costi delle fratture
prossimali di femore nella popolazione italiana è stata fatta attraverso
l’analisi dei dati dell’archivio SDO del Ministero della Salute relativamente
aglianni2000-2008.42,43Ilcalcolodell’incidenzautilizzaidatidipopolazione
ISTATacuisiriferisconoleSDOmentrecomeindicatorideicostiospedalieri
sostenuti dal SSN per i ricoveri vengono utilizzati i DRG chirurgici per le
fratturedifemore(DRG209,DRG210-211,DRG235-336).Alfinedivalutare
inmanieracompletaicostirelativiallefratturefemorali,ènecessariotener
contoperònonsolodeicostirelativialricoveroospedalieroeall’intervento
chirurgico,ma anche dei costi di riabilitazione (tabella 5). Per la stima dei
costi di riabilitazione, al netto dellamortalità in acuto è stata consultata la
SIMFERelaletteraturadisponibilesudatiitaliani.42Icostiindiretti,comela
perdita di produttività dell’individuo conseguente alla disabilità, assumono
un’importanzarelativavistochelapopolazionemaggiormenteinteressatada
questapatologiaèanzianaenonfacentepiùpartedellaforzalavoro.44
Considerando un tasso di mortalità acuta entro il primo mese dalla
29
fratturapari al 5%si è visto chedel restante95%dei pazienti fratturati il
13,5% inizia immediatamente un programma di riabilitazione intensiva
intra-ospedalieraper1mese,conuncostomedioperpazienteparia6.600
euro45-48.Unaquotaparial18,2%deltotale(escludendoi5%dellamortalità
in acuto) viene collocata in strutture sanitarie adibite per le lungodegenze
primadiaffrontareilmeseriabilitativointraospedaliero.Ilrimanente63,3%
viene avviato alla riabilitazione domiciliare presso i distretti sociosanitari
delleASL,cheprevedonouncicloditremesi.49
Interessanteèancheilconfrontotralefratturefemoraliepatologiepiù
sdoganate come l’ictus cerebrale e l’infarto miocardico acuto (IMA):
l’incidenzaeconomica,interminidicostidiospedalizzazione,èparagonabile
aquelladell’ictus,esuperioreaquelladiTIAeIMA.Mentreriguardoaicosti
mediperlariabilitazione,lefratturedifemoreincidonosullaspesasanitaria
inmanierasimileall’IMA.Per l’ictus, invece, lariabilitazionecostaquasisei
volte di più (tabella 4). Anche la mortalità per frattura femorale non è da
menorispettoadIMAeIctuscerebrali:seinfattilamortalitàinacutoequella
adunannoper le fratture femorali èpari rispettivamentea il5-15%e15-
30%perl’IMAèdel15-25%e15-18%mentreperl’ictuscerebraleèdel17-
34%e10-15%.42
Inultimaanalisi, vediamocome la recente letteratura cidice che solo
nell’anno2005sisonoverificatipiùdi94.000ricoveriperfratturedifemore,
mentre nel 2008 sono stati superati i 100.000 ricoveri, di cui circa l’80%
riguardavanodonnedietàsuperioreai75anni,conunachiaracorrelazione
conl’elevataprevalenzadiosteoporosiinquestafasciadietà.Sistimacheil
SSN per le fratture di femore negli anziani sostenga ad oggi una spesa
superiorealmiliardodieuro/annuo(tabella5).44
Riassumendoquindi in Italiadal2000al 2008 si sonoverificateoltre
mezzomilionedifratturefemorali(674.070)inmenodi10anni,responsabili
dicirca800.000ricoveri(tabella1etabella2); idecessisistimanoincirca
120.000e oltre150.000 sono i casi di invaliditàpermanente. I costi diretti
totaliperilSSNsonoparicircaa8,5miliardidieuroconpiùdi1miliardodi
europagatodall’INPSperlepensionidiinvalidità:quasi10miliardidieuro
30
inmenodidiecianni.
Tabella1:Numerodiricoveriperfratturafemorale(valoreassoluto)inItaliadal2003-2008persessoedetà.
Agegroup 2003 2004 2005
M F M F M F
65-74 4.107 10.903 4.518 11.455 4.369 11.300
>75 15.613 59.173 15.345 59.426 16.540 62.262Total>65
89.796
90.753
94.471
Tabella2:Resocontosulnumerodianzianifratturatidurantel’anno2008divisipersessoepergruppidietà.
Agegroup 2008
M F
65-69 3.096 1.358
70-74 2.177 5.897
75-79 3.636 11.158
80-84 4.994 17.398
85-89 4.302 16.405
90-94 1.942 7.939
>95 637 3.052
Durante l’anno 2008 sono stati raggiunti i 100.000 circa ricoveri annui con un costo
direttodi1.000.000dieuroperanno.
31
Tabella3:Incidenzaper10.000abitantidellefratturefemoraliinItalianeglianni2003-2005,persessoefasced’età.
Agegroup 2003 2004 2005
M F M F M F
45-64yearsold 4.7 5.4 5.0 6.1 5.0 5.9
65-74yearsold 13.8 33.5 16.8 35.2 16.2 34.8≥75yearsold
86.796
90.753
85.2
187.8
91.9
196.7
Tabella4:Confrontocostidirettiospedalieriediriabilitazionetrapazientiover65confratturafemoraleepazientiover45conIMA,IctuscerebraleeTIA.Icostisonoespressiinmilionidieuro.
Pazientiover65confratturafemorale
Pazientiover45conIMA
Pazientiover45conIctuscerebrale
Pazientiover45conTIA
Costidiospedalizzazione
Costidiriabilitazione
Costidiospedalizzazione
Costidiriabilitazione
Costidiospedalizzazione
Costidiriabilitazione
Costidiospedalizzazione
2003
433
480
324
506
506
2837
159
2004
448
485
332
519
496
2891
155
2005
467
532
370
525
492
2956
148
32
Tabella5:StimadeicostitotalideiricoveriperfratturefemoraliinItalia(neglianziani>65anni)dal2003-2005,inclusalastimadeicostiospedalieriediriabilitazione.
2003
2004 2005
Ricoveriperfratturafemorale>65
anni
89.796
90.753
94.471
Stimadeicostidirettiospedalieri
433.000.000
448.000.000
467.500.000
Stimadeicostidiriabilitazione*
480.005.732
485.140.236
531.986.400
Stimadeicosticomplessivi
913.005.732
933.140.236
999.486.400
*Assumendountassodimortalitàparial5%
33
2.5 CENNI DI TRATTAMENTO SU FRATTURE PROSSIMALI DI FEMORE
Come già visto nel paragrafo 2.2 le fratture prossimali del femore
possono essere classificate in base ad un criterio topografico basato sul
rapporto intercorrente tra l’inserzione della capsula articolare e la rima di
frattura in fratture mediali e laterali corrispondenti rispettivamente alle
categorie 31-B e 31-A del sistema AO/OTA.21 Attraverso questa semplice
distinzione possiamo già individuare quale tipo di trattamento sarà più
indicatocomeriportatonellatabella6.28
Tabella6:Opzioniterapeutichenellefratturedifemoreprossimalemedialielaterali.
Tipodifrattura
Trattamentoconservativo
InterventodiOsteosintesi
InterventoconProtesi
Mediale
§ Non
èraccomandato
§ Accettatoquandononèpossibileintervenirechirurgicamente
§ Osteosintesicon
viticannulate
multiple
Raccomandatointerventoconartroprotesioendoprotesi.
Laterale
§ Non
èraccomandato
§ Accettatoquandononèpossibileintervenirechirurgicamente
§ Raccomandatoin
tuttiicasi
§ Diversetecnichediosteosintesiadisposizione
§ Non
èraccomandatocomeprimasceltamacomealternativaallaplaccaealchiodo
34
2.5.1 TRATTAMENTO CONSERVATIVO
Prima degli anni cinquanta le fratture prossimali di femore venivano
trattate con il metodo conservativo basato sulla trazione e sul riposo
prolungato a letto fino alla guarigione della frattura (in circa 10-12
settimane), seguito da una rieducazione alla deambulazione. Questo
approccioeraperòassociato(inparticolarmodoneipazientianziani)adun
elevato rischiodi complicanzequalipiaghedadecubito, infezionidel tratto
urinario, polmoniti e complicanze tromboemboliche.50 L’intervento
chirurgico,daquandoèstatointrodotto,èdiventatoiltrattamentodiroutine
perlagestionedellefratturedelfemoreprossimale.Essoinfatticonsenteuna
mobilizzazione precoce ed una riduzione della mortalità. Ad oggi il
trattamento conservativo è accettato quando a causa delle condizioni
generalidelpaziente,nonèpossibileintervenirechirurgicamente.
Figura18:Trazione-sospensionediunartoinferiore.
35
2.5.2 INTERVENTO CHIRURGICO
Perquantoriguardalefratturemediali(31-B)l’interventochirurgicodi
sceltaèditiposostitutivo-protesicoeconsistenellasostituzionedientrambi
icapidell’articolazione(artroprotesi)oppurediunosololasciandoinalterato
ilcotilenativo(endoprotesi),inalternativapuòessereeseguitounintervento
chirurgico più conservativo senza l’utilizzo di una protesi (osteosintesi con
viticannulatemultiple);mentreper le fratture laterali (31-A) il trattamento
chirurgico si avvale principalmente di numerose metodiche di osteosintesi
extramidollari come ad esempio la tecnica con vite-placca a scivolamento
compressione o il sistema tubo-placca Anteversa® e di metodiche di
osteosintesiendomidolari.
2.5.3 METODICHE DI OSTEOSINTESI
Come già detto sopra il principale approccio chirurgico alle fratture
laterali di femore consiste in metodiche di osteosintesi, in particolare
abbiamo:
§ Osteosintesiextramidollareconplaccaeviti,alcuniesempisono:
1. Vite-placcaacompressione-scivolamento
2. Sistematubo-placcaAnteversa®
3. Osteosintesiconviticannulatemultiple
§ Osteosintesiendomidollareconchiodo
1. ChiodoGammaIII
2. ChiodoEndovis
3. ChiodoPFN(ProximalFemoralNail)
4. Chiodo-placcaBCM
36
2.5.3.1.1 Vite-placca a compressione-scivolamento
Figura19:a)Frattura31-A1;b)Vite-placcaascivolamento-compressione(DHS).
Tale sistema è costituito da una placca che viene avvitata sulla parte
lateraledelfemore.Adunaestremitàdellaplaccasitrovauntunnelnelquale
vienefattascivolareunavitediLagchisiposizionanellatestadelfemore.51
Sfruttaiprincipidell’osteosintesiinternacorticaleperstabilizzareidue
segmenti separati dalla frattura, e quelli della compressione
interframmentariagrazieallavitecefalicachepermetteloscivolamentodella
placca lungo il proprio asse longitudinale.52 L’angolo delle placche può
variareinunrangeda130°a150°;ilvantaggioprincipaledelleplacchecon
minor angolatura è rappresentano dalla più facile maneggevolezza
nell’inserimentomentrequelleconangolimaggioririduconolasollecitazione
sull’impiantoavvicinandosidipiùall’assedicaricodell’estremitàprossimale
delfemore,maaumentailrischiodifallimentodell’impiantopercut-out.53,54
Alcuni modelli di vite placca a scivolamento permettono la libera
rotazionedellavitecervico-cefalicaall’internodeltunneldiscorrimentodella
placca(placcaACE),altrebloccanotalerotazioneconunasezionetrasversale
circolareomediantel’usodiunachiavemeccanica(DHS).
37
2.5.3.1.2 Sistema tubo-placca Anteversa®
Figura20:Sistematubo-placcaAnteversa®.
Il sistema tubo-placcaAnteversa® si costituiscediunaplaccaa3 fori
diafisariconunangolazione invalgodi130°ediuntuboprossimaleper la
vite cefalica progettato con7°di antiversionegrazie ai quali laplaccapuò
essere facilmente posizionata sulla parte laterale e centrale della diafisi
femorale, consentendo alla vite di passare attraverso il centrodel collo del
femoreedellatesta,rendendoilposizionamentodellaplaccapiùsempliceed
affidabile. La vite cefalica possiede un diametro di 8 mm nella parte non
filettataedi11mminquellafilettata,mentrelasualunghezzapuòvariarein
una range che va da 80 a 120 mm. Per quanto riguarda il chiodo
antirotazionaleastabilitàangolareessosilocalizzaprossimalmenteallavite
cefalica e può avere una lunghezza variabile compresa tra 65 e 100 mm
38
mentrelevitiautobloccantidiafisarieposseggonoundiametrodi5mm.Tutti
isupportisonorealizzatiinacciaioAISI316LVM-ISO5832-1.55
Grazieaquestosistemailrischiodimalposizionamentodellaviteedi
cut-out è ridotto. La placca Anteversa® si avvale inoltre del meccanismobrevettato di bloccaggio conico tra la testa della vite ed il supporto,
assicurandoun fissaggio ottimale alla diafisi femorale edunadistribuzione
equa delle forze, eliminando il rischio di rottura dell’impianto e
mobilizzazione delle viti. L’antirotazione del frammento testa-collo delfemoreègarantitadallapresenzadiunchiodoastabilitàangolare,essenzialeperridurreirischidiritardodiconsolidazioneediangolazioneinvaronelle
fratture instabili. Di facile montaggio, Anteversa® presenta inoltre
caratteristicheanatomichechepermettonounariduzionedellecomplicanzevascolari, consentendo così al paziente un rapido recupero post-operatorio.55
Figura21:A)fratturapertrocanterica31-A2;B)radiografiadicontrollonell’immediatopostoperatorio;C)radiografiadicontrolloa3mesi.
39
2.5.3.1.3 Osteosintesi con viti cannulate multiple
Figura22:Osteosintesiconviticannulatemultiple;nellafigurasivedonoleviticompletamenteinseritenellatestadelfemore.
Tale metodica di osteosintesi rappresenta il principale trattamento
chirurgicoditipononprotesicoperiltrattamentodellefratturedelcollodel
femore; viene impiegato soprattutto nel trattamento delle fratture
minimamente scomposte, nei pazienti più giovani e con scarse condizioni
premorbose.Siavvaledell’utilizzodiviticannulatemultipledaspongiosacon
unalunghezzaparia7,3mm,generalmenteinnumerodi2o3 lacuiscelta
cadeinbasealladimensionedelcollofemorale.56
Nonostante la sostituzione protesica rimanga la principale scelta nel
trattamento delle fratture mediali del femore, la sintesi con viti cannulate
multiple risulta essere una valida opzione dotata di tutta una serie di
vantaggi; tale sistema di osteosintesi è caratterizzato infatti da:
un’applicazione chirurgica semplice e poco invasiva, non altera l’anatomia
del pazientema conferisce comunque stabilità e gli interventi di revisione
sonopocoimpegnativi.Inoltreèstatodimostratochenonc’ècorrelazionetra
ilnumerodellevitiimpiegateelanecrosiavascolaredellatesta.57
40
2.5.3.1.4 Osteosintesi endomidollare
Figura23:ChiodoendomidollareGamma3echiodoendomidollareEndovis.
Si esegue mediante l’uso di chiodi endomidollari che rispetto alle
placche consentono un tipo di osteosintesi a “cielo chiuso” che minimizza
l’aggressione locale, limita i tempi operatori e fornisce al paziente una
possibilitàdicaricoprecoce.51Trovanoindicazionesoprattuttonellefratture
maggiormenteinstabili(31-A3,31-A2)e/oconestensionesottotrocanterica
permettendounasintesipiùsolida.58,59
Il chiodo gamma 3 (Figura 23) rappresenta la forma più classica di
questametodicadi osteosintesi. Si tratta di un chiodo che viene introdotto
dall’apice del femore all’interno del canalemidollare e sul quale viene poi
fissataunavitecefalicadiLagchesicollocaall’internodellatestafemoraleed
41
ulteriorivitidifissaggiodistale.60
Oltre al chiodo gamma esistono altri chiodi endomidollari come il
chiodoEndovis(Figura23):molto simile al precedente si costituiscedi una
lega di titanio, ha un angolazione cervico-diafisaria fissa di 130° e una
lunghezza totaledi195mm.Presentadue foriprossimaliper l’inserimento
delleviticefalicheeunforodistaleperl’inserimentodellavitediafisaria61
AltroesempioèilchiodoPFN,chiodoendomidollareprogettatoconlo
scopo di ridurre la potenziale rotazione dei frammenti di frattura che
favorisce il cut out della vite cervico-cefalica.62 In questo sistema di
osteosintesi in associazione alla vite cefalica di Lag troviamo una seconda
viteantirotazionaleinseritanellaparteprossimaledelchiodo,superiormente
eparallelamenteallavitediLag.62
Infine, di più recente introduzione è il sistema chiodo-placca BCM
composto da una vite cervico-cefalica utilizzabile in abbinamento con una
placcaoconunchiodoendomidollare.63
L’osteosintesiendomidollaresembrapresentaredeivantaggidalpunto
di vista biomeccanico e biologico garantendo una stabilità maggiore del
sistema anche per fratture più comminute, mantenendo la geometria e
l’anatomia del femore prossimale. Il chiodo endomidollare può essere
inserito con minor esposizione del sito di frattura e con minor perdita di
sanguerispettoaisistemiclassiciDHS,maal tempostessonecessitadiuna
maggioreesposizioneperilpazientealleradiazionidellafluoroscopia.
In conclusione, la fissazione con chiodo endomidollare permette il
carico completo e immediato dell’arto nel post-operatorio (solitamente a
partiredalgiornodopol’intervento):talefattoèparticolarmenteimportante
per i pazienti anziani, che più di altri beneficiano di una precoce
mobilizzazione.64 Da sottolineare però anche che l’inchiodamento
endomidollare può essere causa di fratture diafisarie tardive a livello
dell’estremità distale del dispositivo: alcuni studi riportano un’incidenza
variabile dal 3-6% dei pazienti. Questa complicanza rappresenta una delle
principalidifferenzetrasistemiDHSechiodi65
42
2.5.3.2 TRATTAMENTO PROTESICO
Gli scopi di una protesizzazione d’anca sono quelli di ottenere una
“nuova anca stabile”, non dolente, con una buona articolarità che possa
permettere al paziente di svolgere le attività quotidiane senza particolari
problemi; inoltre, deve durare nel tempo e non determinare fenomeni di
intolleranza.L’interventodisostituzioneprotesicaèindicatointuttiicasidi
fratturemedialidelfemoreprossimale.Lasceltadeltipodiprotesi,setotale
oparziale,varia in funzionedell’età,delquadroclinico(artrosidelcotile)e
funzionale del paziente, della qualità dell’osso, delle comorbilità ed ècomunquesempreaffidataall’esperienzadelchirurgo.50
Per quanto riguarda la protesi parziale o endoprotesi essa viene
utilizzataprincipalmentenelpazientemoltoanzianoo in tuttiqueipazienti
con limitazioni funzionali gravie/ocon importanti comorbilità.La sceltadi
applicareunaendoprotesiriduceitempichirurgiciequindiirischioperatori
e permette una veloce ripresa della verticalità e della deambulazione. Nel
paziente giovane o comunque funzionalmente più attivo la presenza della
testaprotesicaadirettocontattoconilcotileosseodelpazientepuòportare
adun’usuraprecocedelcotilestesso(cotiloidite)connecessitàdirioperareilpaziente per “completare” l’intervento di protesi applicando un cotile
protesico;neipazienti “giovani” e/opiùattivi, quindi, anche inpresenzadi
frattura,siprocedesubitoall’applicazionediunaprotesitotaleoartroprotesi
totaled’ancasostituendosiailfemoreprossimalesiailcotile.66
L’intervento conprotesi comporta unaprocedurapiù estesa di quella
necessariaperl’osteosintesi,contempichirurgicieanestesiologicipiùlunghi,
unamaggioreperditaematicaeunpiùaltocostoperòèancheassociataad
una deambulazione precoce del paziente massimizzandone il recupero
funzionale e riducendo le complicanze associate al prolungato
allettamento.67,68
In base al metodo di fissaggio possiamo distinguere le protesi in 2
principalicategorie:leartroprotesioprotesitotalieleendoprotesioprotesi
parziali(Figura24,Figura25eFigura27).
43
Figura24:Esempidiendoprotesieartroprotesidell'anca.
Figura25:Rxdiunaprotesitotale.
44
2.5.3.2.1 Artroprotesi
La protesi totale d’anca è costituita fondamentalmente da duecomponenti:lacomponentefemoralechevieneinseritanelcanalemidollare
e quella cotiloidea fissata all’osso iliaco del bacino. Sulla componente
femorale si fissa la testina protesica che andrà ad articolarsi con la
componentecotiloidea.66Neicasi incui laqualitàdell’ossodeipazientinon
siaparticolarmentebuona èpossibile impiantareunaprotesicementata, in
casocontrario,inunpazienteconunabuonaqualitàosseavengonousatele
protesi non cementate o a press fit nelle quali le componenti della protesi
vengono ancorate all’osso a pressione, sfruttando il grip fornito dal
rivestimento rugoso esterno della protesi e le dimensioni leggermente più
piccole dell’alloggiamento per la componente. Andando ad analizzare le
componenti(Figura26)diunaprotesiincontriamo:69
§ Acetabolo protesico o cotile: è la parte che viene fissata al bacino
mediante viti, cemento chirurgico, avvitamento o forzamento
meccanico nell'acetabolo primario. Nel caso di cotili a press-fit è
rivestitodimaterialeosteoinduttivo.
§ Epifisi protesica o testina: è la parte terminale della componente
femorale, normalmente di forma sferica, che si accoppia con la cavità
internadel cotileper formare l'articolazioneprotesica. La testinapuò
essereunsolopezzoconlostelooppuremodulare,cioèseparatadallo
stelo femorale e ad esso fissata durante l'intervento mediante
accoppiamentoconico.
§ Stelo: è la parte che viene inserita nella cavità femorale ed è fissato
mediante cemento chirurgico o meccanicamente. Può anche essere
rivestito da uno strato di idrossiapatite per aumentare
l’osteointegrazione.Puòesserestandard(impiantabilesiaadestrache
asinistra)oppureanatomico(stelodestroostelosinistro).All’estremo
superiore presenta il collo, definibile come quella porzione di protesi
45
che unisce la testina al copro dello stelo. Se il collo è una parte
integrantedellostelo,parliamodiportesistandardnellequaliavremo
una maggior difficoltà nella correzione di parametri quali: torsione
femoraleeangolo tracolloediafisialtrimenti seèunacomponentea
parte, da inserirsi nello stelo parliamo di protesi modulare. In
quest’ultimelediverseantiversioni,inclinazionielunghezzedisponibili
permettono di modulare la protesi per riprodurre o correggere
l’anatomiadelpaziente.
Figura26:Componentidiunaprotesid'anca.
46
2.5.3.2.2 Endoprotesi
L’endoprotesi o protesi parziale (Figura 26) è costituita solo da unaparte femoralecheandraadarticolarsidirettamentecon ilcotilenativodelpaziente.
All’interno di queste protesi distinguiamo l’endoprotesi unipolari
costituite da una componente femorale che si articola direttamente con la
superficiecartilagineanativadell’acetaboloedendoprotesibipolaricostituite
da una componente femorale che si articola con una coppa inserita senza
fissaggio all’interno dell’acetabolo nativo. Tale coppa, generalmente
realizzata inpolietileneconunsupportometallicopuòmuoversiall’interno
dellacavitàacetabolarenativa,comerisultatodell’assenzadifissaggio.70
Figura27:Rxdiun’endoprotesi.
47
CAPITOLO 3
SCORING SYSTEMS
3.1 IMPORTANZA DEGLI SCORING SYSTEMS IN MEDICINA
Unoscoringsystemèunutilestrumentoadisposizionedelmedicoche
permette una rapida valutazione clinica e/o prognostica del paziente in
esame. Si costituisce di un punteggio ricavato da la sommazione di più
variabili a loro volta classificate secondo un punteggio prestabilito.
L’evidenza dell’utilità in medicina degli scoring system o “sistemi a
punteggio” arriva da sperimentazioni inizialmente condotte in area
chirurgica:infattisividechel’applicazionediunelementaresistemadiscore
presente sul sito dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità (OMS) portò ad
unariduzionemediadellamortalitàsullapopolazionestudiatadel47%.71,72
Haynes e il suo team, in una pubblicazione71 del 2009 infatti
dimostrarono l’importanza dell’uso di checklist in ambito chirurgico: a
seguitodellapubblicazione,nel2008,delle lineeguidadapartedell’OMSin
cui si segnalavano tutta una serie di raccomandazioni per garantire la
48
sicurezza del paziente chirurgico Haynes studiò i risultati conseguenti
all’applicazionediquestiprincipiin8ospedalidiversi.Inquestocasoloscore
è rappresentato da checklist da applicare prima dell’applicazione
dell’anestesia,primadell’incisionesullacuteeprimache ilpaziente lasci la
sala operatoria. I risultati furono positivi e confermarono una riduzione
complessiva della mortalità e delle principali complicanze associate alla
chirurgiacomeindicatoinfigura28.
Figura28:Outcomesprimaedopol’applicazionedichecklistinambitochirurgico.
Esistono molteplici studi scientifici che hanno indagato l'impatto di
diversifattori(esamidelsangueinammissione,comorbilità,scoringsystem
clinici etc) nei pazienti con frattura prossimale di femore con l’obiettivo di
prevedere l’outcomediquestipazienti interminidimortalitàemorbilità.11,
73-75 Di fatti se fossimo in grado di identificare i fattori di rischio che
maggiormente incidono sul decorso clinico del paziente il trattamento
potrebbe essere ottimizzato e di conseguenza l'outcome potrebbe
migliorare.76 Partendo da questo concetto, possiamo capire come
49
l’identificazione di tali fattori di rischio non può essere demandata
esclusivamentealsolo“occhioclinico”delmedicomadeveesseremigliorata
attraversol’utilizzodisistematicisistemiscore,iqualidovrannoesserefacili
strumentiperaffinareeprecisare l'intervento terapeutico.Lo strumentodi
riskscoringideale,inoltre,dovrebbepossedereprecisecaratteristiche,talida
renderlo semplice e di facile utilizzo, riproducibile, accurato, affidabile,
obiettivoeutilizzabilepertuttiipazienti.77
3.2 SCORING SYSTEMS IN ORTOPEDIA
Entrandonelmeritodeimetodidivalutazionedelrischiodimortalitàe
morbilitàassociateafratturaprossimaledelfemorevediamocomeinprima
battutaesistanodiversiscoringsystemacaratteregeneraleutilizzabiliperla
valutazione di questi pazienti, tra questi l’ASA (American Society of
Anesthesiologist)78, il CCI (Charlson Comorbidity Index)79 e il MMSE (Mini
Mental StateExamination)80 rappresentano tre sistemi di punteggio clinico
basilari poiché fanno riferimento solo a parametri direttamente osservabili
nel paziente o ricavabili mediante questionari (Tabella 7). Con l’aiuto di
questi tre semplici sistemi score il medico potrà già ottenere in maniera
rapidaepocofaticosaunavalutazioneadeguatadelpaziente,inquadrandone
l’outcomesenzalanecessitàdidoverricorrereaulterioriindaginiditiponon
clinicocomeadesempiotestlaboratoristici.81
L’ASA (American Society of Anesthesiologist) score definisce una
classificazionein5gruppideipazientiinbaseallecondizionidelloroquadro
clinicopreesistente,taleinquadramentoinassociazioneconilquadroinatto
della frattura del femore prossimale può essere utilizzato come strumento
indicatoredell’outcomeedèstatodimostratoavereunacorrelazioneconla
mortalitàpostchirurgia.Èstato infattivistoche ipazientidelgruppo3e4
vanno incontro a complicazionimediche più facilmente rispetto ai pazienti
del gruppo 2 e che i pazienti del gruppo 4 hanno un rischio di andare
50
incontroacomplicazionimediche7,39voltepiùgranderispettoaquellidel
gruppo 2. Questi dati confermano l’importanza dell’ASA score ai fini di
individuare i pazienti ad alto rischio e di conseguenza attuare eventuali
trattamenti medici che possanomigliorare il quadro clinico preesistente e
quindil’outcomepostchirurgia.82
Il CCI (CharlsonComorbidity Index) score è unametodica semplice ed
affidabileper la valutazione clinicadelle comorbilitàdeipazienti eunutile
strumento per predire dati dimortalità e consumo di risorse sanitarie. Ad
ognuna delle condizioni patologiche presenti in tabella 7 è associato un
punteggio compreso tra 1 e 6. Lo score varia tra 0 e 37ma un punteggio
maggioredi5èingeneregiàespressionediimportanteimpegnoclinico.Per
quanto riguarda i pazienti con frattura prossimale di femore è dimostrato
comeilCCIsiaunutilestrumentoperlavalutazionedelrischioedeicostidi
degenza ospedaliera post chirurgia nonché un perdittore di mortalità
intraospedaliera; quest’ultima è pari al 1-2%nei pazienti con CCI uguale a
zero,ovverosenzacomorbilitàmentresaleal9%neipazienticonCCI≥5.8379
IlMMSE (MiniMentalStateExamination) score è un test ampiamente
diffusoeusatonellapraticaclinicaperlavalutazionecognitivadelpazientee
la ricercadi un eventualedisturbo cognitivo odemenza. Come riportato in
tabella7 attraversouna seriediparamenti valutabili conunpunteggio che
può andare da 1 a 5 si individua il grado di compromissione cognitiva del
paziente. Con riferimento alle fratture del femore prossimale, anche per il
MMSEscoreèdimostratounvalorepredittivodimortalitàlaqualeaumenta
in presenza di una maggiore compromissione intellettiva. In particolare,
sempreascopopredittivoilMMSEscoreèstatostudiatoinassociazionead
altrifattoriqualiilsessoel’etàesièvistocheunacompromissionecognitiva
associata al sessomaschile aumenta di quattro volte il rischio dimortalità
cosìcometalerischioaumentaconl’aumentaredell’età.84
Di seguito viene riportata la tabella 7 dove vengono riassunti
brevemente questi tre sistemi score e vengono riportate le caratteristiche
principalidiognunodiessiconrelativipunteggieclassificazioni.
51
Tabella7:Scoringsystem,panoramicageneralesuASA,CCIeMMSEscore.
ASAscore
Valutazionedelrischioanestesiologicoinbaseallecondizioniclinichedelpaziente.Vengonoindividuate5classidirischio.
1. Pazientesano.2. Pazienteconlievemalattiasistemica.3. Pazientecongravemalattiasistemica
chenelimitaleattivitàmanonèinvalidante.
4. Pazienteconmalattiasistemicainvalidantechecausacontinuaminacciadimorte.
5. Pazientemoribondoconaspettativadivitainferiorea24hconosenzal’intervento.
CCIscore
Adognunadellecondizioni,inrelazionealrischiodimorteèassociatounpunteggioprogressivodi1pt,2pt,3pte6pt.Nonostantel’ampiezzadelrangeunoscore>5èingenereespressionediimportanteimpegnoclinico.
§ Infartodelmiocardio1pt§ Insufficienzacardiacacongestizia1pt§ Malattiavascolareperiferica1pt§ Demenza1pt§ Malattiacerebrovascolare1pt§ Malattiapolmonarecronica1pt§ Malattiadeltessutoconnettivo1pt§ Ulcera1pt§ Diabete1pt§ Epatopatielievi1pt§ Emiplegia2pt§ Malattiarenalemoderataograve2pt§ Diabetecondannod’organo2pt§ Tumore2pt§ Leucemia2pt§ Linfoma2pt§ Epatopatiamoderataograva3pt§ Metastasi6pt§ AIDS6pt
MMSEscore
Testperlavalutazionedeidisturbiintellettiviedeficitcognitivo.§ Normale≥25§ Compromissionelieve24-21§ Compromissionemoderata20-10§ Compromissionegrava≤9
§ Orientamentoneltempo>5pt§ Orientamentonellospazio>5pt§ Registrazionediparole>3pt§ Attenzioneecalcolo>5pt§ Rievocazione>3pt§ Linguaggio>2pt§ Ripetizione>1pt§ Prassiacostruttiva>6pt
52
Tuttavia, inassociazioneomenoaquesti trebasilari sistemi clinicidi
punteggio si incontrano tutta una serie di altri sistemi di valutazione ed
inquadramentodelrischiodimortalitàemorbilitàperipazienticonfrattura
prossimale del femore. Alcuni studi si sono focalizzati esclusivamente su
marker biochimici a scopo predittivo altri invece li hanno studiati in
combinazioneaisistemidiscoreclinici.Iprincipalimarkerchesiincontrano
nella letteraturascientificaconunadimostrataassociazioneall’outcomedel
pazienteconfratturadifemoresono:l’emoglobina(Hb),l’albumina,laconta
linfocitaria, la creatinina, il BUN (Blood Urea Nitrogen) e l’ormone
paratiroideo(PTH).11,12
AdesempiosièvistochepazienticonaltilivelliplasmaticidiBUN(>20
mg/dl) hanno un rischio dimortalità a 3mesi dalla frattura di femore tre
voltepiùelevatodeisoggetticonlivellinormalidiquestoindicatore,mentre
quelli con elevati livelli di creatinina (> 1,3 mg/dl) hanno questo rischio
aumentatodiunfattoreparia2,5.85(Figura29)
Figura29:CurvadiROCdellacreatininacomefattorepredittivodimortalitànellefratturedelfemoreprossimale.
53
Perquantoriguardailparatormone,elevatilivellidiPTHesercitanoun
effetto catabolico sull’osso e sono correlati alla genesi della fragilità ossea
nonchéallosviluppodi frattureprossimalidel femore.Perquestomotivo il
PTHrappresentaunimportantefattoredirischiosull’outcomedellefratture
femorali. Un PTH aumentato, inoltre, è un dato frequentemente rilevabile
nella popolazione anziana le cui cause di innalzamento si riscontrano in
diversesituazioniquali:deficitdivitaminaD,ridottafunzionerenale,ridotto
intakedicalcioedeplezioneestrogenica.86
Figura 30: Relazione tra livelli sierici di PTH e fosfato e tipologia di frattura prossimale delfemore in pazienti con ipovitaminosi D. Vengono utilizzati come cut-off un valore pari a 6,8pmol/lperilPTHedi0,9mmol/lperilfosfato.
Unostudiodel2010condottodaFishereilsuoteamrivelerebbeinoltre
comel’ipovitaminosiD,valorisiericidiPTHefosfato,oltreadessereevidenti
fattori di outcome negativo siano anche coinvolti nella patogenesi delle
fratture prossimali di femore, permettendoci di ipotizzare più
specificatamente quale sarà la regione del femore più probabilmente
54
coinvoltadallafrattura,seilcollooquellatrocanterichecomeschematizzato
nellafigura30.InquestostudiovienedimostratocomeelevativaloridiPTH
inpresenzadiipovitaminosiDsianomaggiormenteassociatiallosviluppodi
fratture nella regione trocantericamentre un PTHnormale si correlerebbe
conunamaggiorprobabilitàdifratturacervicale.87
Infine tra i marker biochimici identificati con dimostrata capacità
prognosticaperlefrattureprossimalidifemoretroviamol’emoglobina(Hb).
Diversistudiconfermanolacorrelazionedeivaloriematiticidell’emoglobina
conilrischiodiandareincontroadunafratturafemoraleeconunaumento
dellamortalità(Figura31).Inparticolareèstatodimostratocomesiavalori
bassi che i valori alti di questoparametro siano associati adun aumentato
rischiodi frattura. Imeccanismipatogeneticiallabasedituttociònonsono
ancoradeltuttonotiedimostratimacomunquesisachesonodifferentiper
alti e bassi valori di emoglobina: alti valori infatti di Hb si ipotizza siano
associati ad un aumento della viscosità del sangue la quale comporterebbe
nel cronico una compromissione della funzione cardiovascolare che a sua
volta produrrebbe un danno endoteliale costante generando un quadro
infiammatorio cronico in cui il danno osseo rappresenterebbe una delle
diverse conseguenzanegative di questo status sistemiconon fisiologico. Le
ipotesi sul perché bassi livelli di Hb costituiscano un indice prognostico
negativo per le fratture femorali sono diverse, soprattutto si crede che
l’aumentatorischiodi fratturasiadovuto fondamentalmenteadunaridotta
ossigenazionetissutaleprodottadallacondizionedianemia incuiversanoi
pazienti inquestecondizioni. Ingenere l’anemiaèdaconsiderarsicomeun
fattoredirischioindipendentepoichésiassociaadunaumentodelrischiodi
caduta,riduzionedell’attivitàfisica,decadimentocognitivoeriduzionedella
densitàmineraleossea(BMD).88
Per quanto riguarda l’albumina e la conta linfocitaria, ovvero i
principali protagonisti dello studio di questa tesi, il loro ruolo come
strumenti di outcome sulle fratture del collo del femore verrà trattato nel
capitolo4.
55
Figura 31: Curva di Roc dell’emoglobina (tratteggiata) come fattore predittivo di mortalità.BassilivellidiHb(<7mmol/l)inammissionesiassocianoadunaumentodellamortalitàa60giorni.
Particolarmente importanti in ambito chirurgico e ortopedico
incontriamo poi gli score: l’E-PASS (Estimation of Physiologic Ability and
Surgical Stress),89, 90 il NHFS (Nottingham Hip Fracture Score)91, 92 e il
POSSUM93(PhysiologicalandOperativeSeverityScorefortheenUmerationof
MortalityandMorbidity)conlasuavarianteP-POSSUM.94Traquestiscoring
system il POSSUM parrebbe essere quello dotato di una maggiore
accuratezzapredittiva.95
L’E-PASS (EstimationofPhysiologicAbilityandSurgicalStress) include
parametri intraoperatori e postoperatori la cui valutazionemi permette di
eseguireunutileprevisionedelrischiodimortalitàneipazientisottopostia
chirurgiaperfratturaprossimaledifemore.Lasuavaliditàdiutilizzoconlo
scopo di studiare i tassi di mortalità e comorbilità postoperatoria era già
stata dimostrata nei pazienti sottoposti a chirurgia gastrointestinale. L’E-
56
PASSècostituitodatrescore:ilPRS(PreoperativeRiskScore),ilSSS(Surgical
Stress Score) e il CRS (Comprensive Risk Score) che vengono calcolati
attraversoiseguentialgoritmi:
!"# =− 0.0686 + 0.00345!! + 0.323!! + 0.205!!
+ 0.153!! + 0.148!! + 0.0666!!
Dove!! rappresental’etàdelpaziente,!!presenzaoassenzadiimportantedanno cardiaco,!! presenza o assenza di importante danno polmonare,!! presenza o assenza di diabete mellito,!! performance status index e!! l′ASA score.
!!! = − 0.342+ 0.0139!! + 0.0392!! + 0.352!!
Dove!!siriferisceallaquantitàdisanguepersadurantel’intervento(g/Kg),!!alladuratadell’interventoe!!allaestensionedell’incisionechirurgica.
!"# = − 0.328 + 0,936 PRS + 0,976(!!!)
Il NHFS (Nottingham Hip Fracture Score) è un utile strumento di
predizionedellamortalitàa30giornidopofratturaprossimaledifemore,si
componedi sette indipendentipredittoridimortalitàa cuivieneassegnato
unpunteggio come riportato in tabella 8. A livelli crescenti di punteggio si
associa una maggiore mortalità a 30 giorni. In particolare sembra che un
NHFS≥5corrispondaal livellodipunteggio incuicadonolamaggiorparte
deipazientianzianiconfratturaprossimaledifemorementreavereNHFS≥6
rappresenti il cut-point dove aumenta maggiormente il rischio di morte.96
Tale score usa dati routinariamente raccolti nei pazienti con frattura di
femorepercuisipresentacomefacilmentecalcolabilepertutti ipazientiin
ammissionealospedale.
57
Oltreadesseredegli adeguati indicipredittividel tassodimortalitàe
morbilità tuttiquesti sistemidi scoreservonoanchecomeaudit, cioècome
strumenti oggettivi di revisione e verifica del funzionamento di qualsiasi
processochedevesottostareadeterminatistandarddiqualità.
Tabella8:ParametrivalutatinelNottinghamHipFractureScore.
Factor Score
Age:66-85 3
Age:>85 4
Sex:Male 1
AMTS:<7 1
AdmissionHb:<100g/l 1
Residence:Livingininstitution 1
Co-morbidities:≥2 1
Malignancy:<20years,
(notSCC/BCC)
1
Total Max10
58
3.3 POSSUM SCORING SYSTEM
Il termine POSSUM è un acronimo che sta per Physiological and
Operative Severity Score for the enUmeration of Mortality and Morbidity e
comparve per la prima volta nella letteratura scientifica nel 1991 in un
articolopubblicatodaCopelandeilsuoteamsulBritishJournalofSurgery.93
L’obbiettivooriginariodiquestoscoreeraquellodifornireunsistema
oggettivocapacediconfrontare laqualitàdell’operatodidiversichirurghie
ospedali del Regno Unito andando ad osservare gli esiti delle procedure
chirurgichea30giornidall’intervento.Da semplice strumentodiaudit ben
presto però si rivelò come uno strumento in grado di correggere i tassi di
mortalità e di fornire importanti informazioni prognostiche riguardanti il
periodopost-operatorio.
Il POSSUM scoring system è costituito da due sezioni distinte: il
Physiological Score (Figura 32), che raccoglie una serie di informazioni
cliniche riguardanti lo stato fisiologico del paziente prima dell’intervento e
l’Operative Score (Figura 33), che prende in esame parametri inerenti
l’intervento chirurgico. La prima sezione prende in considerazione 14
variabilifisiologichementrelasecondavienecalcolataattraverso6variabili
operative.
Il sistema POSSUM descritto da Copeland nel 1991 nasce per essere
applicatonellachirurgiagenerale,solosuccessivamenteverràpropostauna
variante applicata all’ortopedia.97 Le differenze con il sistema POSSUM
originale si riscontrano nell’operative severity score che presenta una
sezione opertive severity specifica per l’ortopedia (Tabella 9) e la voce
contaminazioneperitonealeperdel’aggettivoperitonealeinmanierataleda
riferirci solo ad una contaminazione generica in riferimento al tessuto
interessato dall’intervento specifico. Anche nella voce mode of surgery
incontriamodellevariazionidinaturatemporale,inparticolare:l’intervento
in emergenza è considerato quello svolto entro le 48hmentre l’intervento
immediatoèquelloeseguitoentro6ore.98
59
PerquantoriguardailcalcolodelPOSSUMscore,questovieneeseguito
mediante due formule matematiche che mi permettono di ottenere la
mortalità(R1)e lamorbilità(R2)a30giorni.Tali formulesiavvalgonodel
physiological score e dell’operative score a loro volta ottenutimediante la
sommadeipuntiassegnatiadognisingolavoce.Comeriportatoinfigura32e
in figura 33 ad ognuna di queste è associabile una puntuazione
progressivamentecrescenteparia1,2,4e8.
ln !1(1− !1) = −7,04+ 0,13 × !ℎ!"#$%$&#'(% !"#$%
+ (0,16 × !"#$%&'(# !"#$%)
ln !21− !2 = −5,91+ 0,16 × !ℎ!"#$%$&#'(! !"#$%
+ (0,16 × !"#$%&'(# !"#$%)
Il sistema POSSUM rappresenta sicuramente uno degli strumenti di
score per la previsione della mortalità e morbilità post operatoria più
largamente utilizzati e validati in diversi settori della disciplina medico-
chirugica.99
InOrtopedia,adesempiooltreallavariantepropostadaMohamednel
2002abbiamodiversi studi chene accertano la suavalidità scientifica, con
particolareriferimentoallefrattureprossimalidelfemore.100-102
Questo suo largo utilizzo è ulteriormente dimostrato dal fatto che a
partiredalsuoesordionellacomunitàscientificanel1991ilPOSSUMscoring
systemdiCopelandhadestatounfervidointeressechehaportatoastudiarlo
piùapprofonditamente.Diversiautoriespecialistidiambitimedicidifferenti
hannoricavatonelcorsodegliannidiversevariantidellaversioneoriginale
conilpresuppostodiapportarealproprioambitounoscorepiùprecisoche
correggessequellacheèlaprincipalecriticamossaalPOSSUMdiCopeland,
ovverounatendenzaasovrastimarelamortalità.94,102-105Partendodaquesto
presuppostonel1998vennepropostoilP-POSSUM94chesiproponevacome
unaversionepiùprecisanel calcolodellamortalità rispettoall’originale. In
60
esso il tasso di mortalità post operatoria a 30 giorni viene calcolato
sfruttandounequazionediversa.
Successivamente altri autori proposero POSSUMmodificati e specifici
per alcune discipline, ricordiamo: l’O-POSSUM per la chirurgia esofago-
gastrica104,ilV-POSSUMperlachirurgiavascolare,106ilCR-POSSUM107el’E-
POSSUM108perlachirurgiacolon-rettale.
Figura32:Physiologicalscore.
61
Figura33:Operativesverityscore.
62
Tabella9:OperativeseverityscoreinOrtopedia
MINOR
Fasciotomy Ganglion/bursa Tenotomy/tendon repair Arthroscopic surgery Carpal tunnel/nerve release Removal of metal Closed reduction of fracture
MODERATE
Excision/osteotomy small bone Minor joint replacement Amputation digit/digits Closed reduction with external fixation Open reduction of fracture of small bone
MAJOR
Osteotomy long bone Ligamentous reconstruction + prosthesis Arthrodesis large joint Major joint replacement Amputation limb Disc surgery Open reduction of fracture of a long bone
MAJOR +
Radical tumourectomy Major spinal reconstruction Revision prosthetic replacement, major joint Hindquarter/forequarter amputation
63
CAPITOLO 4
ALBUMINA E MALNUTRIZIONE
4.1 ALBUMINA: STRUTTURA, SINTESI, CATABOLISMO E DISTRIBUZIONE
L’albumina è la proteina più abbondante del plasma umano
rappresentando circa il 50%del contenutoproteico totale (3,5-5 g/L).109 È
una proteina da 66 kDa, e quindi relativamente piccola rispetto alle altre
proteineplasmatiche;sipresentacomeunaproteinamoltostabile,altamente
solubile,diformaellitticaeconunabassaviscositàintrinseca.Daunpuntodi
vista biochimico l’albumina rappresenta un peptide costituito da 585
amminoacidi, all’interno di questa sequenza amminoacidica sono state
inoltredescrittecirca50variantipossibilidialbuminachevengonochiamate
allo-albumine.110 Nonostante questo l’albumina presenta alcune precise
caratteristichestrutturali:
1. La cisteina in posizione 34 contiene un gruppo –SH (tiolo), principale
64
antiossidanteextracellulare,ingradodilegareancheilnitrossido(NO);
2. IdominiIeIIpermettonoillegameeiltrasportodinumerosemolecole,
siaendogenesiaesogene;
3. L’alto grado di ionizzazione consente un’elevata solubilità in acqua,
mentre la predominanza di gruppi ionizzabili anionici (COO-) è
responsabilediunacaricanettanegativa;
4. I numerosi residui imidazolici dell’istidina rendono l’albumina
un’importante tampone dello spazio extravascolare per la capacità di
cedereolegareH+inbaseaivaloridipH.
Il gene che codifica per l’albumina è localizzato sul cromosoma 4
mentrelasintesièinteramenteacaricodelfegatoeinparticolareavvienenei
polisomi legati al reticolo endoplasmatico degli epatociti. In condizioni
fisiologiche,neladultoinbuonostatodisalutel’albuminavieneprodottada
solo il 20-30% degli epatociti totali e riversata interamente nel torrente
circolatorioconunritmodiproduzioneparia9-12g/die.Nel fegatoquindi
non avviene normalmente uno stoccaggio di questa proteina, che come già
sottolineato,unavoltaprodottavienedirettamenteriversatanelsangueperò
afrontedirichiesteextra,incasodinecessità,gliepatocitipossoaumentare
la sua produzione fino ad un fattore pari al 200-300%. La produzione di
albuminaèinoltreregolataprincipalmentedall’osmolaritàedallapressione
oncotica del liquido interstiziale dello spazio extravascolare epatico, ma
viene anche influenzata da fattori ormonali come ad esempio l’insulina, il
cortisolo e il GH che ne aumentano la sintesi; e dalle citochine della fase
acuta,comeIL-6eTNF-α,chenedeprimonolatrascrizione.111
Il catabolismo è ubiquitario per cui si svolge a carico di vari tessuti a
livello dell’endotelio vascolare con un ritmo giornaliero pari a quello della
sintesi (9-12 g/die). In particolare il catabolismo dell’albumina viene
regolato dalle concentrazioni di ANP (Atrial Natriuretic Peptide) che
determina la quantità di albumina endocitata nelle cellule attraverso un
processo di pinocitosi. Da sottolineare inoltre come il catabolismo
dell’albumina non sembri essere particolarmente influenzato da stati di
65
malnutrizionee/ocachetismo,probabilmenteperilfattochequestaproteina
in realtà rappresenta una fonte povera di amminoacidi essenziali, a causa
dellascarsapresenzadiresiduiditirosina.110
Laconcentrazioneplasmaticadialbuminaèdicirca3,5-5g/dlesistima
che la sua massa intravascolare totale sia pari a circa 120 g. La
concentrazionenel liquido interstiziale è invece più bassa stimata intono a
1,4g/dlmentre lasuamassaextravascolare totaleèparia160g.L’emivita
circolatoriaèparia16-18orepoichéognioracircail4-5%dialbuminalascia
il compartimento intravascolare, per poi ritornarvi tramite il sistema
linfatico. Questo spostamento tra i due compartimenti prende il nome di
tasso di fuga transcapillare o TER (transcapillary escape rate). L’emivita
complessivaèinvecemaggiore,pariacirca14-20giorni.110
Laprincipale funzione fisiologicadell’albumina è quella di regolare la
pressione oncotica del plasma svolgendo un ruolo fondamentale nel
modulareladistribuzionedeifluiditraivaricompartimenti.Oltreaquesto,
però, l’albumina ha molte altre proprietà biologiche non oncotiche quali:
funge da molecola di trasporto e di legame per numerose molecole
esogene/endogene, esercita un’azione come scavenger sui radicali liberi,
influenza fenomeni anti-infiammatori, ha un’azione antitrombotica e
anticoagulante, regola la permeabilità capillare, partecipa alla regolazione
dell’equilibrioacidobaseeinfluenzaiprocessiditraduzioneintracellulare.
4.2 IPOALBUMINEMIA, CONTA LINFOCITARIA TOTALE E MALNUTRIZIONE
Per ipoalbuminemia si intende la riduzione dei valori plasmatici
dell’albuminaaldisottodellimiteinferioredelrangefisiologico(<3,5g/dl).
L’ipoalbuminemia nel paziente anziano è spesso il risultato di un effetto
combinatotraunostatoinfiammatoriocronicoeunridottoapportoproteico-
calorico. Infiammazione e malnutrizione possono quindi ridurre la
66
concentrazioneematicadell’albumina,inparticolareentrambeinterferiscono
con il processo di sintesi riducendone la produzione epatica e quindi
l’immissione nel torrente circolatorio, mentre l’infiammazione, da sola,
aumentailcatabolismoproteicoelapermeabilitàdimembranadeivasicosa
che comporta quindi una riduzione della concertazione delle quantità
sierichedialbuminaperaumentatopassaggionell’ambienteextravascolare.
Infiammazione e malnutrizione protido-energetica (PEM) sono inoltre
strettamente correlate da un meccanismo negativo autoalimentante:
l’infiammazione infattipeggiore l’anoressiadelpazienteanzianochequindi
tende a denutrirsi ulteriormente riducendo così l’intake proteico-calorico,
situazione che a sua volta peggiora l’ipoalbuminemia poiché aumentano i
processicatabolici.112-114(Figura34)
Figura34:Rappresentazioneschematicadellafisiopatologiaedeimeccanismichedeterminanoipoalbuminemia.
La malnutrizione proteico-energetica (PEM) è una condizione molto
importante e da non sottovalutare soprattutto per il paziente over 65 con
frattura prossimale di femore in quanto si correla direttamente con un
outcomenegativoattraversounaumentodell’incidenzadicomplicazioniedel
rischio di morte.7-10 Lo stato nutrizionale di un paziente può essere
67
efficacementeindagatoattraversovariparametri,traquestiivalorisiericidi
albumina e la conta linfocitaria totale o TLC (Total Lymphocyte Count)
risultano essere due indicatori altamente sensibili e frequentemente
riscontrabiliinunpazeinteover65confratturaprossimaledifemore.6,115
Unaumentodell’incidenzadellamalnutrizioneneipazientianzianicon
frattura prossimale di femore, inoltre, è stata ampiamente riscontrata in
diversi studi scientifici.6, 8, 9 Koval ad esempio, in uno studio retrospettivo
condottosu490pazienticonfratturadifemoreharilevatochecircail18%
del campione presentava ipoalbuminemia mentre il 57% aveva una conta
linfocitaria totale bassa. Patterson riferisce che il 60% dei pazienti da lui
studiati con frattura femorale si trova in un condizione di malnutrizione
protido-energeticadurantelaprimasettimanadiospedalizzazione.6
L’ipoalbuminemia è quindi un indicatore accettato di deplezione
proteica10 laqualesièdimostrataessereassociataadunoutcomenegativo
per il paziente poiché si correla a: un prolungamento del ricovero
ospedaliero,compromissionedellaguarigionedelleferite,aumentodeltasso
di infezione, polmonite, sepsi, maggior incidenza di complicanze
postoperatorie, ritardo nella riabilitazione e una diminuzione del tasso di
sopravvivenzanellungoperiodo.6,8,10,116,117(Figura35)
Anche la conta linfocitaria totale è un parametro utilizzato come
predittoredimorbilitàemortalitàperipazienticonfrattureprossimaledel
femore. Diversi studi dimostrano infatti che una riduzione della TLC
comportaunincrementodelrischiopostoperatoriodisepsiemorte.8,118,119
KovalriferiscecheunaTLC<1500cellule/mlinammissionenelpazientecon
frattura femorale è un indicatore di un aumento del tasso di mortalità
durante il primo anno dopo la frattura.8 Sulla conta linfocitaria totale la
letteraturaperò riportaanchedati contrari comeadesempioquelli rilevati
daFoster che afferma che laTLCnon rappresentauna fattorepredittivodi
mortalità per i pazienti con frattura prossimale di femore.115 Anche
Symeonidis e Clark riferiscono che i pazienti da loro studiati con
ipoalbuminemia e TLC normale hanno un rischio di mortalità ad un anno
addiritturaaumentatorispettoaquelliconTLCbassa.120
68
Per concludere, la maggior parte della letteratura sembra comunque
concordaresul ruolopredittivodell’albuminaedellaTLC inparticolareper
quantoriguardaitempidiospedalizzazione,lecomplicanzepostoperatorie,
il recupero funzionale e la mortalità ad un anno. In aggiunta a questi
parametri un ASA score tra 3-4 e il sesso femminile delineano un quadro
fortementepredittivodioutcomenegativonelannocheseguelafratturadel
femore prossimale. L’identificazione di tutti questi parametri dovrebbe
comportare un gestionemigliore emirata di questo paziente con il fine di
migliorarnelaprognosi.
Figura35:Mortalitàadunanno.DaKovalKJ,MaurerSG,SuET,AharonoffGB,ZuckermanJD.Theeffectsofnutritionalstatusonoutcomeafterhipfracture.JOrthopTrauma1999;13:164-9.
69
4.3 ASPETTI NUTRIZIONALI NELLA GESTIONE DELLE FRATTURE PROSSIMALI DI FEMORE
La malnutrizione è comune negli anziani, in particolare nei soggetti
ospedalizzatioricoveratiincasediriposo.Unregimenutrizionalecorrettoè
essenzialeneipazienticonfratturadifemoresiaperfavorirelariparazione
ossea sia per prevenire nuove cadute. Deficit di vitamina D e deficit di
apporto proteico, il cui principale indicatore è l’ipoalbuminemia, possono
avereunimpattosucaduteemassaossea.
Nei soggetti con ipoalbuminemia i livelli di IGF-1 (insulin-like growth
factor-1) sono ridotti; ne consegue una riduzione della massa ossea e
muscolare,conunmarcatoincrementodelrischiodifrattureedicadute.121
L’effetto di supplementi proteici sul rischio fratturativo in fase di
riabilitazione post-frattura di femore è stato studiato in numerosi studi. In
uno, in particolare, ai pazienti è stato somministrato, 10 giorni dopo la
frattura, un supplemento proteico (20 g/die), in associazione a vitaminaD
perEV(200.000UI)ecalcio(500mg/die),oplaceboisocalorico.122Alfollow-
up a 6 mesi, nei pazienti che assumevano il supplemento proteico i livelli
sierici di IGF-1 sono aumentati rispetto al placebo. In un altro studio, si è
avutounincrementodelleconcentrazionidiIGF-1,finoalraggiungimentodel
plateau, già nei primi 7 giorni di assunzione del supplemento proteico, a
dimostrazionecheunaprecocesupplementazioneproteicaapportabeneficio
e che essa non deve necessariamente essere protratta per lungo tempo
(Figura36).123Altristudihannodimostratocheisupplementiproteicihanno
effetti favorevoli sulla BMD del femore prossimale e sul tasso di fratture
vertebralieanchesuldecorsoclinicoesulladuratadellariabilitazioneintra-
ospedaliera.122,124
Nonsololadiminuzionedelleproteinedelsanguemaancheunagrave
ipovitaminosi D (< 30 nmol/l) è frequente nei pazienti con frattura di
femore.125Lafunzionalitàneuromuscolareèinfluenzatadalleconcentrazioni
divitaminaDeipazienticonbassilivellisiericidivitaminacamminanocon
più lentezza e impiegano più tempo per alzarsi.126 Dopo una frattura di
70
femore,ipazienticonlivellidivitaminaDpiùelevati(>22nmol/L)hannoun
decorsomigliore relativamente alla funzionalità degli arti inferiori emeno
probabilitàdicadere.127SupplementidivitaminaD(finoaraggiungerelivelli
sierici > 60 nmol/L) correlano nei pazienti con frattura di femore con una
riduzione delle cadute e un incremento della BMD femorale.128, 129 La
vitamina D è dunque importante nella frattura di femore, per i risultati e
probabilmenteancheperlapossibilitàdiunanuovafrattura.Perottenereun
adeguatobilanciodelcalcioeprevenirelaperditaosseaelecadute,ipazienti
anziani possono ottenere sostanziali benefici dalla somministrazione
quotidianadi800UIdivitaminaDe1.000-1.200mgdicalcio.130,131
Leevidenzeconfermanodunque l’importanzadi identificare ipazienti
con frattura di femore malnutriti e di assicurare ad essi appropriati
supplementi nutrizionali già dopo 10 giorni dalla frattura con lo scopo di
ottimizzare lariabilitazionee l’outcome.122,123 Ipazientimalnutritipossono
essere identificati attraverso la misurazione dello spessore delle pliche
cutaneeolapresenzadiipoalbuminemia.
Figura36:Incrementodeivalorisiericidialbumina,prealbuminaeIGF-1a7,14e28giorniinpazienti donne con frattura di femore prossimale in seguito a somministrazione disuplementazioneproteicaabasedicaseina.
71
CAPITOLO 5
STUDIO SPERIMENTALE:
La correlazione tra i livelli preoperatori di Albumina e
TLC e la mortalitàneipazientiaffettidafrattura
delcollodelfemore
5.1 MATERIALI E METODI
Tra Gennaio dell’anno 2013 e l’Agosto dell’anno 2014, presso U.O.
Ortopedia e Traumatologia 1 dell’aziendaOspedaliero-Universitaria Pisana,
sono stati ricoverati 233 pazienti con diagnosi di frattura prossimale del
femore.Loscopodelnostrostudioèstatoquellodivalutarelacorrelazione
traivalorisiericidell’albuminaelacontalinfocitariatotale(TLC)rilevatial
momentodelricoveroconlamortalitàel’outcomealungoterminediquesti
pazienti.
Èstatoquindidisegnatounostudioretrospettivoconiseguenticriteri
72
diinclusioneedesclusione.Icriteridiinclusionedelnostrostudiosonostati:
• Etàmaggioredi65anni;
• Diagnosidifratturaprossimaledelcollodelfemore;
• Pazienti trattati chirurgicamente con sostituzione protesica o
riduzionecruentamediantemetodichediosteosintesi;
Icriteridiesclusioneinvecesonostatiiseguenti:
• Pazientiricoveratiperfratturepatologiche;
• Pazienticonpolitraumaopolifratturati;
• Pazienticonmancanzadidatipresiinesame;
Attraversolaconsultazionedituttelecartelleclinichedeipazientipresi
in esameè statopossibile recuperareper147di loro, coerentemente con i
criteridiinclusioneedesclusione,ivalorisiericipreoperatoridell’Albumina
(< o > di 3,5 g/dl) e della Conta Linfocitaria Totale (TLC) (< o > di 1500
cel/ml) rilevati al momento dell’ingresso in pronto soccorso mentre per
quanto riguarda i dati sulla mortalità sono stati ottenuti mediante la
consultazionedeiregistridimorte.
A questi punti attraverso il software statistico IBM SPSS Statistics
(StatisticalPackageforSocialScience)èstatopossibilesuddividereipazienti
in quattro gruppi (A-D) in base alle combinazioni possibili tra questi due
parametri e studiarne la curva di sopravvivenza a febbraio 2016. I quattro
gruppisonocosidescritti:
• GruppoA:albumina≤3,5g/dleTLC≤1500cel/ml
• GruppoB:albumina≤3,5g/dleTLC≥1500cel/ml
• GruppoC:albumina≥3,5g/dleTLC≤1500cel/ml
• GruppoD:albumina≥3,5g/dleTLC≥1500cel/ml
73
5.1.1 ANALISI STATISTICA
L’analisideidatièstataeffettuatautilizzandoilsoftwarestatisticoIBM
SPSS Statistics (Statistical Package for Social Science). La relazione tra le
caratteristiche dei pazienti e il tempo di sopravvivenza è stata eseguita
mediante lostimatorediKaplan-Meiere ilmodellodiregressionediCox. Il
confronto tra le curve di sopravvivenza di Kaplan-Meier dei vari gruppi è
stato effettuato mediante il Log Rank test (Mantel-Cox), il Breslow test
(GeneralizedWilcoxon)eilTarone-Waretest.
5.2 RISULTATI
Attraversol’analisidelregistrooperatoriodellanostraU.O.Ortopediae
Traumatologia 1 sono state indagate le informazioni inerenti ai pazienti
inclusinellostudio.UtilizzandounfogliodicalcoloMicrosoftExcelsonostate
estrapolate le seguenti informazioni: dei 147 pazienti arruolati 36 sono
uomini e 111 donne, con un rapporto M:F di circa 1:3. L’età media
complessiva dei pazienti è risultata essere di 84,41 anni. L’età media nel
sesso femminile è di 84,16, nel sesso maschile di 83,83 anni. Per quanto
riguarda il trattamento chirurgico sono stati impiantati 85 dispositivi
endomidollari,cosìdistribuiti:46chiodiStrykerGamma3,23chiodiCitieffe
EndovisB.A.,16chiodiZimmerNaturalNail.Airimanentipazientisonostati
inveceeseguiti11interventidiprotesitotalee51interventidiendoprotesi.
Dall’analisistatisticadeidatieffettuatautilizzandoilsoftwareIBMSPSS
Statistics (Statistical Package for Social Science) è risultato che dei 147
pazientientratiafarpartedelnostrostudio56fannoriferimentoalgruppoA
presentandovalorisiericidialbuminaeTLCinferioriailimitidellanorma;19
pazientifannoriferimentoalgruppoBpresentandovalorisiericidialbumina
inferiori alla normalità e valori di TLC superiori alla norma; 51 pazienti
vengoinclusinelgruppoCpresentandovalorisiericidialbuminapiùaltidel
rangedinormalitàeunaTLCbassa;infine21pazientisiriferisconoalgruppo
74
Davendosial’albuminachelaTLCinferioreairangedinormalità.
IltempodiFollow-upèandatodaunminimodi1,5anniadunmassimo
di3anniduranteilqualesisonoverificate24mortinelgruppoA,8mortinel
gruppoB,16mortinelgruppoCe1solomortonelgruppoD. Ilnumerodi
eventidimortesultotaledeipazientientratinellostudioèstatoquindidi49
conuntempomediodisopravvivenzapariacirca1annoe7mesi (626,59
giorni).
Aquestipuntisonostatetracciatelecurvedisopravvivenzamediante
lo stimatore di Kaplan-Meier la cui validità statistica è stata confermata
attraverso il Log Rank test (Mantel-Cox) la cui p-value è risultata uguale a
0.010;ilBreslowtest(GeneralizedWilcoxon)lacuip-valueèrisultatauguale
a0.014eilTarone-Waretestlacuip-valueèrisultataugualea0.013).
Figura37:Curvasisopravvivenzainquattrogruppidipazienti(A-D).NelgruppoAsiaivaloridell’albuminachedellaTLCsonobassi;nelgruppoB ivaloridell’albuminasonobassimentrequellidellaTLCsonoalti;nelgruppoCivaloridell’albuminasonoaltimentrequellidellaTLCsonobassi;nelgruppoDivaloridell’albuminaedellaTLCsonoentrambialti.
75
Tabella10:ConfrontodellecurvedisopravvivenzadiKaplanMeier.
5.3 DISCUSSIONE
Iltrattamentodellefrattureprossimalidelfemorerappresentasempre
una sfida importante e significativaper i chirurghi ortopedici a causadella
complessità dei pazienti affetti da questo tipo di patologia. Generalmente
sono pazienti anziani con un numero considerevole di concomitanti
comorbilitàmediche (il 66%deipazientipresentaunASA score≥3).132Di
conseguenzalanecessitàdiunaappropriatastabilizzazionepreoperatoria,il
riconoscimento e l’eliminazione delle variabili prognostiche negative è
fondamentale per un’ottimale management clinico di questo paziente. Il
nostro studio ha preso in esame pazienti anziani sottoposti a intervento
chirurgico per frattura del femore prossimale con lo scopo di valutare se i
valorisiericidialbuminaecontalinfocitariatotale(TLC)rilevatialmomento
del ricovero sono associabili con l’outcome clinico del paziente, come ad
esempiolamortalitàa6e12mesi.
Attualmente non esiste una definizione universalmente accettata o
utilizzata di malnutrizione proteico-energetica (PEM). Con riferimento alla
branca ortopedica riteniamo che una precoce identificazione dei pazienti
anzianiconfratturadelcollodelfemoreeunconcomitantestatusdiPEMe/o
di quei pazienti che presentano un maggior rischio di malnutrizione al
momento del ricovero possa permettere una stratificazione del rischio di
mortalità emorbilità. In comune con la letteratura precedente (Kovaletal.
and Symeonidis et al.) abbiamo usato combinazioni dei valori di albumina
Chi-Square df Sig.
Log Rank (Mantel-Cox)
11,428 3 ,010
Breslow (Generalized Wilcoxon)
10,615 3 ,014
Tarone-Ware 10,806 3 ,013
76
sierica e TLC al momento del ricovero come marcatori surrogati di PEM;
questi marker rappresentano due parametri poco costosi e rapidamente
rilevabili che ogni laboratorio può facilmente fornire. In questo modo
abbiamo utilizzato l’albumina sierica e la TLC come fattori prognostici
indipendentinellefratturedelfemoreprossimale.
I nostri risultati suggeriscono che sia l’albumina che la TLC possono
essere utilizzati come fattori predittivi dimortalità per quei pazienti più a
rischio dimorte a seguito di frattura del femore prossimale. Tutto ciò può
rappresentare per il medico un ulteriore spazio di manovra per
l’ottimizzazione clinica pre e post operatoria di questi pazienti. Nel nostro
studioabbiamoinparticolareriscontratochepiùbassisonoilivellisiericidi
albumina e di TLC almomentodel ricoveropiù basso è il CSR (Cumulative
Survival Rate). Le curve di sopravvivenza per i gruppi A-D sono mostrate
nellafigura37.
Dalgraficodella figura37sievidenziache ilsurvivaltimepiùbassosi
riscontraneipazienti facentipartedel gruppoAmentrequellopiùaltonei
pazientidelgruppoD.Ilparametroassociatoairisultatipeggiorisonovalori
preoperatoribassidialbuminasiericacomemostratodalCSRpiùbassodel
gruppo B rispetto a quella quello del gruppo C. Un punto importante da
sottolineareècheilgruppoAhaunCSRpiùaltodelgruppoBdurantel’anno
successivomacrollapoineimesisuccessivi. I tassidimortalitàosservati in
questostudiosonocomparabiliconquelliriportatinellaletteraturainerente
allefratturedelcollodelfemore.
Dalla letteratura Koval riferisce che livelli di albumina sierica
preoperatoriminoridi3,5g/dlsicorrelanoconunaumentataprobabilitàdi
allungare la durata di degenza, un aumentato tasso della mortalità
intraospedalieraeunritardodeitempidiripresaalleattivitàordinariedopo
fratturaprossimaledifemore.8Allostessomodoaltristudi,condottidaPioli
e Incalzi dimostrano il valore dell’albumina come forte predittore
indipendente di mortalità intraospedaliera e a lungo termine, nei pazienti
anziani con frattura del femore prossimale.116, 117 Anche Patterson, come
sopra,neisuoistudiconfermalacorrelazionetraipoalbuminemiaeoutcome
77
negativo e inoltre riferisce come questi pazienti hanno una significativa
riduzione della sopravvivenza ad un anno dalla frattura. Bassi livelli di
albumina e di TLC, come marker surrogati di PEM, si correlano con la
predizionedellamortalitàa12mesi,conformementealprecedentestudiodi
BrendanJ.etall.133 InaccordoconSymeonidisetall.120abbiamoriscontrato
un tasso dimortalità nei 12mesi pari al 50%. Inoltre abbiamo visto che il
tasso di mortalità a 12 mesi è più alto nei pazienti con bassi livelli di
albumina e TLC normale in contrasto con quanto riferito da studi simili
condotti da Brendan J. et all.133 Questi risultati possono fornire utili
informazioniutilizzabiliperridurrelamortalitàpost-operatoria.
L’albumina rappresenta l’unica variabile significativamente associata
conlamortalitàchepuòesserepotenzialmentemodificataconunintervento
appropriato,maesistonosolo scarseevidenzechesupplementinutrizionali
in pazienti affetti da frattura del collo del femore possano migliorare
l’outcome (AvenellandHandoll2008).D’altraparteperòalcuni studihanno
dimostrato che supplementi nutrizionali a base di preparati proteici o
l’utilizzodel sondinonasogastricoa lungo termine riducono l’insorgenzadi
complicanze e che i pazienti che ricevono supplementi nutrizionali per OS
abbassanoitempidiospedalizzazioneesonomenopropensiall’incorrerein
complicanzemaggiori.134,135
Nonostante le evidenze di questo studio è doveroso riconoscerne
alcune limitazioni: in primo luogo, l’albumina sierica e la TLC sono stati
utilizzaticomeunicimarcatoriperlavalutazionedellostatusnutrizionale;in
secondo luogo i valori dell’albumina sierica si abbassano in seguito a
molteplicieventiacutitalecheilsuoutilizzocomemarkernutrizionalenonè
affidabile quando rilevata dopo l’ammissione.136,137 Infine in questo studio
non abbiamo incluso una comparazione tra l’utilizzo dell’albumina come
markernutrizionaleetestpiùaccettatievalidatiinquestoambitoqualil’SGA
(subjectiveglobalassesment)eilMNA(mininutritionalassesment).138acausa
dellacomplessità,deglielevaticostiedellasoggettivitàchequestistrumenti
possiedonoecheneimpedisconol’usonellapraticaclinicaperquestoscopo.
78
CAPITOLO 6
CONCLUSIONI
L’albuminasiericaelaTLCrappresentanoduerapidieaccuratimarker
di PEM nei pazienti con frattura prossimale del femore. Il valore della
malnutrizioneproteico-energetica(PEM)neglianzianièormainotosiacome
fattorecausaledifratturafemoralesiacomefattoreprognosticonegativoper
l’outcome.8, 139 Nel nostro studio, i valori dell’albumina sierica e la TLC al
momentodelricoverosisonorilevaticomechiariesignificativipredittoridi
mortalitàa6e12mesi.Questiduemarkerhannomoltepliciutilitàcliniche,
forniscono infatti preziose informazioni prognostiche e combinati con una
valutazione clinica completa possono aiutare il medico ad identificare i
pazientiaffettidafratturaprossimaledelfemorechepossonobeneficiaredi
eventuali misure, quali un supplemento nutrizionale proteico, atte a
migliorarnel’outcome.
In conclusione, i nostri risultati suggeriscono che la misurazione di
routine almomento del ricovero dell’albumina sierica e della TLC fornisce
informazioni prognostiche utili per il trattamento di questa popolazione
79
fragile. Pertanto, si raccomanda che il livelli di albumina sierica e TLC
dovrebberoessereregolarmentecontrollatiprimadell'interventochirurgico
neipazientianzianiconfratturedelcollodelfemore.
Un lavoro aggiuntivo è comunque necessario e deve essere fatto per
identificareilprecisocollegamentocausaletralariduzionedeivalorisierici
dell’albumina,TLCelamortalitàinquestotipodipazientiepercapireinche
modo l’albumina e la TLC al momento del ricovero possano essere
influenzatedallapresenzadellafrattura.
80
CAPITOLO 7
BIBLIOGRAFIA
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93
CAPITOLO 8
RINGRAZIAMENTI
Eccomi giunto alla fine di questa tesi e di questi sei splendidi anni di
Università,neiqualicredodiesserematuratomoltocomepersonaattraverso
lostudiodiquellacheèlamiagrandepassione,laMedicina.
In primis un sentito e doveroso ringraziamento va al Prof. Michele
Lisanti per la fiducia postami nel aver accettato il ruolo di relatore e per
avermiaccoltoconpartecipazioneall’internodellavitadelU.OdiOrtopediae
TraumatologaIdiPisaperilmioperiododiinternatoduranteilqualeèstata
una figura di ispirazione per il futuro professionale. Un particolare
ringraziamento vorrei rivolgerlo inoltre al Dott. Francesco Niccolai per i
preziosi consigli e per tutto il grande aiuto datomi durante la stesura di
questoelaborato.
Ringrazioimieigenitori,miamammaBarbara,miopapàGiorgioeiloro
compagni Massimo e Francesca per avermi da sempre sostenuto e
incoraggiato durante questo lungo percorso che senza di loro non sarebbe
neanchemaistatopossibilecominciare.
VorreiringraziareinoltreimieinonniGiovannaeGiuglianoperl’amore
el’affettochemihannosempredatofindabambinoconladolcezzaspeciale
94
chesoloinonnihannoperil loronipote.Inquestofrangentenonpossopoi
non nominare anche i miei nonni Alma e Renzo a cui questo lavoro è
dedicato, la malattia purtroppo li ha portati via prima di potermi vedere
laureto. Hanno rappresentato per me e la mia crescita due figure
fondamentalied’esempioacuisaròpersemprelegato.
Ungranderingraziamentovaancheatuttoilrestodellamiafamiglia:i
mieiziiBettyeMassimiliano,MonicaePiero,imieicuginiLamberto,Denisee
Sofia, per esserci sempre stati durante questi anni. Inoltre ci tengo a
ringraziare anche Euro e Luisa per aver sempre dimostrato un grande
interesseneimieiconfrontiedurantetuttiimieistudi.
Unprofondo grazie va allamia ragazzaEleonoraper tutto l’amore, la
pazienzael’instancabilesupportodiquestimesiinsieme.
Un sentito grazie va anche ai miei amici ed ex coinquilini, nonché
compagnidiviaggioAndreaB.,MarcoeAndreaS.perilsupportoreciprocoe
per tutti i bei momenti vissuti assieme nella nostra casa di Via S. Martini,
arrivareallafinediquestopercorsosenzadivoinonsarebbestatalastessa
cosa!
Non posso non ringraziare ilmio caro amicoMichele per la presenza
costante durante tutti questi anni di amicizia e il sostegno incondizionato
ancheneimomentipiùdifficili:grazieamicomio!
Infine, voglio ringraziare anche Chiara, Veronica, Giacomo, Lorenzo e
Matteo,Giuliaelasuafamiglia:personespecialichecontempieruolidiversi
mi sono state vicine aiutandomi e incoraggiandomi durante questi anni
universitari.
Un ultimo grande ringraziamento va ai miei compagni di studio
Gabriele,Claudio,MarcoeClaudiononsolopertutte leorepassateinsieme
sui libri, ma anche per i momenti goliardici e la spensieratezza con cui
abbiamoaffrontatoquestiannidiUniversità.
Ungraziesinceroatuttivoi.
Giacomo