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Intervista a Jared Diamond su Gazzetta del Sud. Internazionale a Ferrara 2015TRANSCRIPT
Domenica 18 Ottobre 2015 Gazzetta del Sud10.
Cultura e SpettacoliCultura e Spettacoli «Il progresso è un viaggio con molti piùnaufraghi che naviganti»Eduardo Galeano
In Nuova Guinea. Jared Diamond, 78 anni, ha una cattedra di Geografia e salute ambientale in California e una di Geografia politica a Roma
Nostra intervista con Jared Diamond, scienziato “transdisciplinare” e autore di bestseller
«Voi europei sull’idea di futurosiete troppo pessimisti...»Le migrazioni? Certo, portano sconvolgimenti, ma anche grandi possibilità: guardate gli States
Francesco Musolino
J ared Diamond parla tre-dici lingue. L’italiano, adesempio, l’ha imparatoper pura curiosità. Già
vincitore del Premio Pulitzercon il monumentale saggio del1997, “Armi, acciaio e malattie”(Einaudi, pp. 414, euro 16), Dia-mond è uno studioso d’altri tem-pi, capace di spaziare dal campodella geografia a quello dell’or -nitologia, dallo studio della ge-netica a quello della fisiologia,riuscendo infine a concentrarealla perfezione le sue conoscen-ze sulla società antropomorfiz-zata e le sue sorti evolutive. Natoa Boston nel 1937, oggi Dia-mond ha una cattedra di Geo-grafia e salute ambientale in Ca-lifornia e una di Geografia politi-ca a Roma, ma continua a stu-diare sul campo la flora, la faunae la popolazione della NuovaGuinea, tanto da esserne consi-derato il massimo esperto mon-diale.
Divulgatore scientifico di ec-cellenza – ricordiamo anche“Collasso. Come le società scel-gono di morire o vivere” (Ei -naudi, pp. 578, euro 24) – nelsuo più recente libro del 2014,“Da te solo a tutto il mondo. Unornitologo osserva le societàumane” (Einaudi, pp.126, euro13.40) si oppone fermamentealle spiegazioni scientificheche giustifichino eventuali di-vari di ricchezza o di svilupposociale tra popolazioni umanedovute a presunte differenzecognitive o di attitudine. La ra-gione del successo di una na-zione? «Un mix di fortuna, in-gegno umano e risorse imme-diatamente disponibili sul ter-ritorio». È stato l’ospite più at-teso della prestigiosa kermesse“Internazionale a Ferrara” e intale occasione la Gazzetta delSud lo ha intervistato, con un
occhio già rivolto alle prossimeelezioni presidenziali negli Sta-tes.Mr. Diamond, oggi l’Europa èsconvolta dalle migrazioni.Dobbiamo aspettarci rivolu-zioni socio-economiche nelprossimo futuro?
«Noi statunitensi sappiamoquanto le migrazioni possanoessere importanti, sconvolgen-ti persino, per un intero Paese ela sua economia. Ciò che avetevisto sino ad ora in Europa è so-lo l’inizio. Il flusso dei migrantiaumenterà in modo esponen-ziale, milioni di persone si met-teranno in viaggio dalla Siria,dall’Afghanistan e dall’Africaper sfuggire alla fame e alleguerre. Ma tengo a dire chel’immigrazione di massa perl’America è stata un grandevantaggio. Questi flussi di per-sone e culture diverse portanoovvie problematiche ma anchegrandi possibilità. Tutti negliStati Uniti sono immigrati: loerano mio nonno, mio padre epersino mia moglie».Dobbiamo essere fiduciosi?
«Certo! E c’è una ragione benprecisa per esserlo. Gli immi-grati sono più capaci di innova-re, più disposti ad assumersi ri-schi in campo lavorativo. Delresto, negli Stati Uniti, la mag-gior parte dei vincitori del Pre-mio Nobel sono immigrati o fi-gli di immigrati e credo che pre-sto sarà così anche in Europa».Nel libro lei afferma che negliUsa le cattive istituzioni met-
tono in pericolo il benessereraggiunto e in breve tempo lapopolazione rischia d’impove -rirsi. Un rischio possibile an-che in Italia?
«L’economia degli Stati Unitiva a gonfie vele e siamo il paesepiù potente al mondo, ma alcu-ne problematiche future nonposso essere messe da parte acuor leggero. Ad esempio, ilcrollo verticale dell’investi -mento da parte del governonelle infrastrutture e nell’edu -cazione è significativo perchémette in discussione la nostrasupremazia e il benessere dellegenerazioni a venire. Gli StatiUniti sono storicamente cono-sciuti come la terra delle oppor-tunità ma, di fatto, il figlio di unpovero è quasi condannato a ri-manere tale, ancor di più che inItalia o in Giappone. Sono que-sti i nostri grandi problemi chedovremo affrontare nel prossi-mo futuro».Lei sta lavorando ad un libroin cui emerge un rapporto frala crisi degli individui e quelledelle nazioni…
«Sarà il tema del mio prossi-mo libro, lo sto scrivendo pro-prio in questo periodo. Mia mo-glie è psicologa, lei tratta pa-zienti con gravi crisi personali.Alcuni casi si risolvono piena-mente ma non sempre accade,molti fattori influenzano l’an -damento complessivo dellafaccenda. Mi sono accorto che imedesimi elementi influenza-no la probabilità che persino lenazioni riescano ad affrontarecon successo le proprie crisi».Lei ha studiato le civiltà delpassato e ha spiegato geogra-ficamente le cause del succes-so o del fallimento di un’eco -nomia. Oggi quale nazione,quale latitudine può garantireun miglior futuro?
«Voi europei siete troppopessimisti circa il futuro. D’ac -
cordo, ci sono problemi tangi-bili legati all’immigrazione, al-la disoccupazione e alle frizionifra paesi membri dell’Europa,con il rischio concreto che laGran Bretagna possa abbando-nare il tavolo e chiudersi a ric-cio, uscendo dalla Ue… ma iproblemi che dovranno affron-tare gli Stati Uniti, la Cina e ilGiappone sono ben più vasti epreoccupanti. Ci sono alcuniovvi elementi da tenere in con-siderazione per il successo per-
sonale. La base perfetta da cuipartire è la seguente: una buo-na educazione, la presenza digenitori che sostengono il bam-bino e un buon sistema sanita-rio. Ma ovviamente non c’è unoschema predefinito per rag-giungere il successo, tantoquello personale che quello diuna nazione intera».La società attuale ha anche di-versi punti deboli. Quale lapreoccupa di più?
«La grossa dipendenza dallatecnologia e dai dispositivielettronici, senza dubbio. Os-servo i miei figli e la loro gene-razione in cui non si parla quasimai, al massimo si inviano mes-saggi elettronici con le chat.Non c’è alcuna comunicazionevisiva, non c’è sforzo per com-prendere l’altro e le sfumatureespressive che accompagnanoogni tipo di rapporto verbale.Lavoro nella Nuova Guinea do-ve, sino a poco tempo fa, i cellu-lari non c’erano. Con il loro ar-rivo in questa società pressochéprimitiva, tutto è già cambia-to».Il magnate Donald Trump hagià monopolizzato la stampacon le sue dichiarazioni choccontro le donne e i rifugiatipolitici. Se dovesse vincere leelezioni potrebbe essere unproblema per il futuro degliStati Uniti?
«Non ho un punto di vistaneutrale su questo argomento.Le elezioni si terranno l’annoprossimo e i candidati demo-cratici sono tutti uomini e don-ne davvero capaci. I candidatirepubblicani sono ben sedici,tutti disonesti, senza alcuna ca-pacità di governare. Spero che irepubblicani si mangino l’unl’altro durante la campagnaelettorale, distruggendo il pro-prio partito. Questo sarebbesenza dubbio il miglior risulta-to possibile». 3
La polemica del giorno
“Anime nere”e l’immaginedella CalabriaAlcuni sindaci moltocritici con lapluripremiata pellicola
REGGIO CALABRIA
No, per favore no. Non l’ennesi -ma polemica sul logoro tema«basta con film e romanzi cheinfangano la nostra terra!», chenon giova a nessuno (o forse so-lo a chi le solleva strumental-mente e le rimesta). La Calabriaha molte cose di cui dolersi, emoltissime per cui protestare efarsi valere, ma fra queste – anostro avviso – non c’è certa-mente il bel film di FrancescoMunzi “Anime nere”, libera-mente tratto dal bel romanzoomonimo di Gioacchino Criaco(che è nato ad Africo e nella suaCalabria, assai amata, vive escrive), che sta riscuotendo unlusinghiero successo interna-zionale e dopo aver mietutouna messe di premi è tuttoranella programmazione di SkyCinema.
Alcuni sindaci calabresi, in-tervistati per KlausCondicio,hanno espresso pareri forte-mente negativi sulla pellicola,sostenendo che fornisce un’im -magine fuorviante della societàcalabrese, cementando un’im -magine di mafia arcaica domi-nante in un contesto arretrato –senza tenere conto della lottaquotidiana che le istituzioni e laparte sana della popolazione,che è la maggioranza assoluta,sostengono contro questi mali –e in fin dei conti procura alla re-gione e ai suoi abitanti un vero eproprio danno d’immagine,contro cui qualcuno vorrebbepersino rivalersi in sede legale.
Abbiamo voluto chiedere unparere in merito proprio aGioacchino Criaco, il cui ultimoromanzo, “Il saltozoppo” – chetratta ancora dell’Aspromontee della sua gente, con la stessaforza evocativa –è appena usci-to per i tipi della Feltrinelli.Criaco non ama la polemica ste-rile e non intende alimentarla,ma mette a fuoco un aspettomolto importante.
«Ho l’impressione – ha dettoalla Gazzetta del Sud lo scritto-re – che è una posizione circo-scritta ad un numero molto li-mitato di sindaci, quella espres-sa soprattutto sul film tratto dalmio romanzo, ma in ogni casova detto che ognuno è libero diesprimere il proprio pensiero,dicendo quello che crede, an-che se parliamo di cinema e let-
teratura e bisognerebbe capiresi tratta di generi che svolgonola loro funzione cogliendo si-tuazioni, emozioni, sentimentie stati d’animo di un mondocompresso e complesso, come ènel nostro caso. Non mi va di en-trare in una polemica, che perme potrebbe essere utile se par-tiamo dal presupposto che tut-to va bene, purché si parli di unlibro o di un film. Ma qui c’è dimezzo la mia terra, che amo eche viene prima di tutto, quindiniente discussioni che potreb-bero, queste sì, essere dannose,alimentando dispute inutili.L’unico rammarico che mi sen-to di esprimere è che so che esi-ste un progetto in fase avanzataper la produzione di una serie difiction televisive sulla scia delsuccesso del film che, come sap-piamo, quando fu girato adAfrico trovò grande collabora-zione nella popolazione e diedelavoro a molte persone per tut-to il periodo di realizzazione delfilm. Non me la sentirei di biasi-mare produttori e registi del la-voro in preparazione se, in con-seguenza di queste polemiche,ripeto limitate, trasferissero laproduzione delle nuove fictiondalla Locride, dove si pensavadi lavorare per alcuni anni, ver-so altri territori di altre regioni.Significherebbe perdere op-portunità di lavoro per centi-naia di persone e per anni, con-siderato che si tratta di un pro-getto di lunga durata». 3 (r.c.)
Gioacchino Criaco:cinema e letteraturacolgono situazionied emozioni d’unmondo complesso
Dal romanzo al film. Unascena di “Anime nere”
Ciak in Sicilia
“Quel bravo ragazzo”figlio d’un padrino
RAGUSA
Sono iniziate in Sicilia, nelRagusano (tra Ragusa,Chiaramonte e Donnafuga-ta)), le riprese del primofilm che vede protagonistaHerbert Ballerina, “Quelbravo ragazzo”, di EnricoLando. Nel cast Luigi Lucia-no (Herbert Ballerina), To-ny Sperandeo, l’attore mes-sinese Ninni Bruschetta,Daniela Virgilio, Enrico LoVerso e con Marcello Mac-chia (Maccio Capatonda)ed Enrico Venti (Ivo Avido).Ad annunciarlo proprioHerbert Ballerina in un vi-
deo-comunicato stampa.Cosa succede se un po-
tentissimo boss mafioso staper morire e vuole lasciareil comando della sua spieta-tissima cosca a un figlio chenon ha mai riconosciuto?Ma, soprattutto, cosa succe-de se quel figlio è un inno-cuo, ingenuo e goffo ragaz-zotto di 35 anni che fa ilchierichetto e che è vissutoin un orfanotrofio di un pic-colo paesino del Sud Ita-lia?
Si tratta di una produzio-ne Medusa Film, realizzatada Lotus Production societàdi Leone Film Group, pro-dotta da Marco Belardi perMedusa Film. Il film arrive-rà in sala nel 2016 distribui-to da Medusa Film. 3
Da non perdere
“Perché una nazioneha successo? Un mixdi fortuna, ingegnoumano e risorsedel territorio»
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Nel cast Enrico Lo Verso,Maccio Capatondae Ninni Bruschetta