jared diamond - 18 ottobre - gazzetta del sud

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Domenica 18 Ottobre 2015 Gazzetta del Sud 10 . Cultura e Spettacoli Cultura e Spettacoli «Il progresso è un viaggio con molti più naufraghi che naviganti» Eduardo Galeano In Nuova Guinea. Jared Diamond, 78 anni, ha una cattedra di Geografia e salute ambientale in California e una di Geografia politica a Roma Nostra intervista con Jared Diamond, scienziato “transdisciplinare” e autore di bestseller «Voi europei sull’idea di futuro siete troppo pessimisti...» Le migrazioni? Certo, portano sconvolgimenti, ma anche grandi possibilità: guardate gli States Francesco Musolino J ared Diamond parla tre- dici lingue. L’italiano, ad esempio, l’ha imparato per pura curiosità. Già vincitore del Premio Pulitzer con il monumentale saggio del 1997, “Armi, acciaio e malattie” (Einaudi, pp. 414, euro 16), Dia- mond è uno studioso d’altri tem- pi, capace di spaziare dal campo della geografia a quello dell’or- nitologia, dallo studio della ge- netica a quello della fisiologia, riuscendo infine a concentrare alla perfezione le sue conoscen- ze sulla società antropomorfiz- zata e le sue sorti evolutive. Nato a Boston nel 1937, oggi Dia- mond ha una cattedra di Geo- grafia e salute ambientale in Ca- lifornia e una di Geografia politi- ca a Roma, ma continua a stu- diare sul campo la flora, la fauna e la popolazione della Nuova Guinea, tanto da esserne consi- derato il massimo esperto mon- diale. Divulgatore scientifico di ec- cellenza – ricordiamo anche “Collasso. Come le società scel- gono di morire o vivere” (Ei- naudi, pp. 578, euro 24) – nel suo più recente libro del 2014, “Da te solo a tutto il mondo. Un ornitologo osserva le società umane” (Einaudi, pp.126, euro 13.40) si oppone fermamente alle spiegazioni scientifiche che giustifichino eventuali di- vari di ricchezza o di sviluppo sociale tra popolazioni umane dovute a presunte differenze cognitive o di attitudine. La ra- gione del successo di una na- zione? «Un mix di fortuna, in- gegno umano e risorse imme- diatamente disponibili sul ter- ritorio». È stato l’ospite più at- teso della prestigiosa kermesse “Internazionale a Ferrara” e in tale occasione la Gazzetta del Sud lo ha intervistato, con un occhio già rivolto alle prossime elezioni presidenziali negli Sta- tes. Mr. Diamond, oggi l’Europa è sconvolta dalle migrazioni. Dobbiamo aspettarci rivolu- zioni socio-economiche nel prossimo futuro? «Noi statunitensi sappiamo quanto le migrazioni possano essere importanti, sconvolgen- ti persino, per un intero Paese e la sua economia. Ciò che avete visto sino ad ora in Europa è so- lo l’inizio. Il flusso dei migranti aumenterà in modo esponen- ziale, milioni di persone si met- teranno in viaggio dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Africa per sfuggire alla fame e alle guerre. Ma tengo a dire che l’immigrazione di massa per l’America è stata un grande vantaggio. Questi flussi di per- sone e culture diverse portano ovvie problematiche ma anche grandi possibilità. Tutti negli Stati Uniti sono immigrati: lo erano mio nonno, mio padre e persino mia moglie». Dobbiamo essere fiduciosi? «Certo! E c’è una ragione ben precisa per esserlo. Gli immi- grati sono più capaci di innova- re, più disposti ad assumersi ri- schi in campo lavorativo. Del resto, negli Stati Uniti, la mag- gior parte dei vincitori del Pre- mio Nobel sono immigrati o fi- gli di immigrati e credo che pre- sto sarà così anche in Europa». Nel libro lei afferma che negli Usa le cattive istituzioni met- tono in pericolo il benessere raggiunto e in breve tempo la popolazione rischia d’impove- rirsi. Un rischio possibile an- che in Italia? «L’economia degli Stati Uniti va a gonfie vele e siamo il paese più potente al mondo, ma alcu- ne problematiche future non posso essere messe da parte a cuor leggero. Ad esempio, il crollo verticale dell’investi- mento da parte del governo nelle infrastrutture e nell’edu- cazione è significativo perché mette in discussione la nostra supremazia e il benessere delle generazioni a venire. Gli Stati Uniti sono storicamente cono- sciuti come la terra delle oppor- tunità ma, di fatto, il figlio di un povero è quasi condannato a ri- manere tale, ancor di più che in Italia o in Giappone. Sono que- sti i nostri grandi problemi che dovremo affrontare nel prossi- mo futuro». Lei sta lavorando ad un libro in cui emerge un rapporto fra la crisi degli individui e quelle delle nazioni… «Sarà il tema del mio prossi- mo libro, lo sto scrivendo pro- prio in questo periodo. Mia mo- glie è psicologa, lei tratta pa- zienti con gravi crisi personali. Alcuni casi si risolvono piena- mente ma non sempre accade, molti fattori influenzano l’an- damento complessivo della faccenda. Mi sono accorto che i medesimi elementi influenza- no la probabilità che persino le nazioni riescano ad affrontare con successo le proprie crisi». Lei ha studiato le civiltà del passato e ha spiegato geogra- ficamente le cause del succes- so o del fallimento di un’eco- nomia. Oggi quale nazione, quale latitudine può garantire un miglior futuro? «Voi europei siete troppo pessimisti circa il futuro. D’ac- cordo, ci sono problemi tangi- bili legati all’immigrazione, al- la disoccupazione e alle frizioni fra paesi membri dell’Europa, con il rischio concreto che la Gran Bretagna possa abbando- nare il tavolo e chiudersi a ric- cio, uscendo dalla Ue… ma i problemi che dovranno affron- tare gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone sono ben più vasti e preoccupanti. Ci sono alcuni ovvi elementi da tenere in con- siderazione per il successo per- sonale. La base perfetta da cui partire è la seguente: una buo- na educazione, la presenza di genitori che sostengono il bam- bino e un buon sistema sanita- rio. Ma ovviamente non c’è uno schema predefinito per rag- giungere il successo, tanto quello personale che quello di una nazione intera». La società attuale ha anche di- versi punti deboli. Quale la preoccupa di più? «La grossa dipendenza dalla tecnologia e dai dispositivi elettronici, senza dubbio. Os- servo i miei figli e la loro gene- razione in cui non si parla quasi mai, al massimo si inviano mes- saggi elettronici con le chat. Non c’è alcuna comunicazione visiva, non c’è sforzo per com- prendere l’altro e le sfumature espressive che accompagnano ogni tipo di rapporto verbale. Lavoro nella Nuova Guinea do- ve, sino a poco tempo fa, i cellu- lari non c’erano. Con il loro ar- rivo in questa società pressoché primitiva, tutto è già cambia- to». Il magnate Donald Trump ha già monopolizzato la stampa con le sue dichiarazioni choc contro le donne e i rifugiati politici. Se dovesse vincere le elezioni potrebbe essere un problema per il futuro degli Stati Uniti? «Non ho un punto di vista neutrale su questo argomento. Le elezioni si terranno l’anno prossimo e i candidati demo- cratici sono tutti uomini e don- ne davvero capaci. I candidati repubblicani sono ben sedici, tutti disonesti, senza alcuna ca- pacità di governare. Spero che i repubblicani si mangino l’un l’altro durante la campagna elettorale, distruggendo il pro- prio partito. Questo sarebbe senza dubbio il miglior risulta- to possibile». 3 La polemica del giorno “Anime nere” e l’immagine della Calabria Alcuni sindaci molto critici con la pluripremiata pellicola REGGIO CALABRIA No, per favore no. Non l’ennesi- ma polemica sul logoro tema «basta con film e romanzi che infangano la nostra terra!», che non giova a nessuno (o forse so- lo a chi le solleva strumental- mente e le rimesta). La Calabria ha molte cose di cui dolersi, e moltissime per cui protestare e farsi valere, ma fra queste – a nostro avviso – non c’è certa- mente il bel film di Francesco Munzi “Anime nere”, libera- mente tratto dal bel romanzo omonimo di Gioacchino Criaco (che è nato ad Africo e nella sua Calabria, assai amata, vive e scrive), che sta riscuotendo un lusinghiero successo interna- zionale e dopo aver mietuto una messe di premi è tuttora nella programmazione di Sky Cinema. Alcuni sindaci calabresi, in- tervistati per KlausCondicio, hanno espresso pareri forte- mente negativi sulla pellicola, sostenendo che fornisce un’im- magine fuorviante della società calabrese, cementando un’im- magine di mafia arcaica domi- nante in un contesto arretrato – senza tenere conto della lotta quotidiana che le istituzioni e la parte sana della popolazione, che è la maggioranza assoluta, sostengono contro questi mali – e in fin dei conti procura alla re- gione e ai suoi abitanti un vero e proprio danno d’immagine, contro cui qualcuno vorrebbe persino rivalersi in sede legale. Abbiamo voluto chiedere un parere in merito proprio a Gioacchino Criaco, il cui ultimo romanzo, “Il saltozoppo” che tratta ancora dell’Aspromonte e della sua gente, con la stessa forza evocativa – è appena usci- to per i tipi della Feltrinelli. Criaco non ama la polemica ste- rile e non intende alimentarla, ma mette a fuoco un aspetto molto importante. «Ho l’impressione – ha detto alla Gazzetta del Sud lo scritto- re – che è una posizione circo- scritta ad un numero molto li- mitato di sindaci, quella espres- sa soprattutto sul film tratto dal mio romanzo, ma in ogni caso va detto che ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, dicendo quello che crede, an- che se parliamo di cinema e let- teratura e bisognerebbe capire si tratta di generi che svolgono la loro funzione cogliendo si- tuazioni, emozioni, sentimenti e stati d’animo di un mondo compresso e complesso, come è nel nostro caso. Non mi va di en- trare in una polemica, che per me potrebbe essere utile se par- tiamo dal presupposto che tut- to va bene, purché si parli di un libro o di un film. Ma qui c’è di mezzo la mia terra, che amo e che viene prima di tutto, quindi niente discussioni che potreb- bero, queste sì, essere dannose, alimentando dispute inutili. L’unico rammarico che mi sen- to di esprimere è che so che esi- ste un progetto in fase avanzata per la produzione di una serie di fiction televisive sulla scia del successo del film che, come sap- piamo, quando fu girato ad Africo trovò grande collabora- zione nella popolazione e diede lavoro a molte persone per tut- to il periodo di realizzazione del film. Non me la sentirei di biasi- mare produttori e registi del la- voro in preparazione se, in con- seguenza di queste polemiche, ripeto limitate, trasferissero la produzione delle nuove fiction dalla Locride, dove si pensava di lavorare per alcuni anni, ver- so altri territori di altre regioni. Significherebbe perdere op- portunità di lavoro per centi- naia di persone e per anni, con- siderato che si tratta di un pro- getto di lunga durata». 3 (r.c.) Gioacchino Criaco: cinema e letteratura colgono situazioni ed emozioni d’un mondo complesso Dal romanzo al film. Una scena di “Anime nere” Ciak in Sicilia “Quel bravo ragazzo” figlio d’un padrino RAGUSA Sono iniziate in Sicilia, nel Ragusano (tra Ragusa, Chiaramonte e Donnafuga- ta)), le riprese del primo film che vede protagonista Herbert Ballerina, “Quel bravo ragazzo”, di Enrico Lando. Nel cast Luigi Lucia- no (Herbert Ballerina), To- ny Sperandeo, l’attore mes- sinese Ninni Bruschetta, Daniela Virgilio, Enrico Lo Verso e con Marcello Mac- chia (Maccio Capatonda) ed Enrico Venti (Ivo Avido). Ad annunciarlo proprio Herbert Ballerina in un vi- deo-comunicato stampa. Cosa succede se un po- tentissimo boss mafioso sta per morire e vuole lasciare il comando della sua spieta- tissima cosca a un figlio che non ha mai riconosciuto? Ma, soprattutto, cosa succe- de se quel figlio è un inno- cuo, ingenuo e goffo ragaz- zotto di 35 anni che fa il chierichetto e che è vissuto in un orfanotrofio di un pic- colo paesino del Sud Ita- lia? Si tratta di una produzio- ne Medusa Film, realizzata da Lotus Production società di Leone Film Group, pro- dotta da Marco Belardi per Medusa Film. Il film arrive- rà in sala nel 2016 distribui- to da Medusa Film. 3 Da non perdere Perché una nazione ha successo? Un mix di fortuna, ingegno umano e risorse del territorio» Jared Diamond Da te solo a tutto il mondo EINAUDI PP. 126 EURO 13.40 Jared Diamond Collasso EINAUDI PP. 578 EURO 24 Jared Diamond Armi, acciaio e malattie EINAUDI PP. 414 EURO 16 Nel cast Enrico Lo Verso, Maccio Capatonda e Ninni Bruschetta

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Intervista a Jared Diamond su Gazzetta del Sud. Internazionale a Ferrara 2015

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Page 1: Jared Diamond - 18 ottobre - Gazzetta del Sud

Domenica 18 Ottobre 2015 Gazzetta del Sud10.

Cultura e SpettacoliCultura e Spettacoli «Il progresso è un viaggio con molti piùnaufraghi che naviganti»Eduardo Galeano

In Nuova Guinea. Jared Diamond, 78 anni, ha una cattedra di Geografia e salute ambientale in California e una di Geografia politica a Roma

Nostra intervista con Jared Diamond, scienziato “transdisciplinare” e autore di bestseller

«Voi europei sull’idea di futurosiete troppo pessimisti...»Le migrazioni? Certo, portano sconvolgimenti, ma anche grandi possibilità: guardate gli States

Francesco Musolino

J ared Diamond parla tre-dici lingue. L’italiano, adesempio, l’ha imparatoper pura curiosità. Già

vincitore del Premio Pulitzercon il monumentale saggio del1997, “Armi, acciaio e malattie”(Einaudi, pp. 414, euro 16), Dia-mond è uno studioso d’altri tem-pi, capace di spaziare dal campodella geografia a quello dell’or -nitologia, dallo studio della ge-netica a quello della fisiologia,riuscendo infine a concentrarealla perfezione le sue conoscen-ze sulla società antropomorfiz-zata e le sue sorti evolutive. Natoa Boston nel 1937, oggi Dia-mond ha una cattedra di Geo-grafia e salute ambientale in Ca-lifornia e una di Geografia politi-ca a Roma, ma continua a stu-diare sul campo la flora, la faunae la popolazione della NuovaGuinea, tanto da esserne consi-derato il massimo esperto mon-diale.

Divulgatore scientifico di ec-cellenza – ricordiamo anche“Collasso. Come le società scel-gono di morire o vivere” (Ei -naudi, pp. 578, euro 24) – nelsuo più recente libro del 2014,“Da te solo a tutto il mondo. Unornitologo osserva le societàumane” (Einaudi, pp.126, euro13.40) si oppone fermamentealle spiegazioni scientificheche giustifichino eventuali di-vari di ricchezza o di svilupposociale tra popolazioni umanedovute a presunte differenzecognitive o di attitudine. La ra-gione del successo di una na-zione? «Un mix di fortuna, in-gegno umano e risorse imme-diatamente disponibili sul ter-ritorio». È stato l’ospite più at-teso della prestigiosa kermesse“Internazionale a Ferrara” e intale occasione la Gazzetta delSud lo ha intervistato, con un

occhio già rivolto alle prossimeelezioni presidenziali negli Sta-tes.Mr. Diamond, oggi l’Europa èsconvolta dalle migrazioni.Dobbiamo aspettarci rivolu-zioni socio-economiche nelprossimo futuro?

«Noi statunitensi sappiamoquanto le migrazioni possanoessere importanti, sconvolgen-ti persino, per un intero Paese ela sua economia. Ciò che avetevisto sino ad ora in Europa è so-lo l’inizio. Il flusso dei migrantiaumenterà in modo esponen-ziale, milioni di persone si met-teranno in viaggio dalla Siria,dall’Afghanistan e dall’Africaper sfuggire alla fame e alleguerre. Ma tengo a dire chel’immigrazione di massa perl’America è stata un grandevantaggio. Questi flussi di per-sone e culture diverse portanoovvie problematiche ma anchegrandi possibilità. Tutti negliStati Uniti sono immigrati: loerano mio nonno, mio padre epersino mia moglie».Dobbiamo essere fiduciosi?

«Certo! E c’è una ragione benprecisa per esserlo. Gli immi-grati sono più capaci di innova-re, più disposti ad assumersi ri-schi in campo lavorativo. Delresto, negli Stati Uniti, la mag-gior parte dei vincitori del Pre-mio Nobel sono immigrati o fi-gli di immigrati e credo che pre-sto sarà così anche in Europa».Nel libro lei afferma che negliUsa le cattive istituzioni met-

tono in pericolo il benessereraggiunto e in breve tempo lapopolazione rischia d’impove -rirsi. Un rischio possibile an-che in Italia?

«L’economia degli Stati Unitiva a gonfie vele e siamo il paesepiù potente al mondo, ma alcu-ne problematiche future nonposso essere messe da parte acuor leggero. Ad esempio, ilcrollo verticale dell’investi -mento da parte del governonelle infrastrutture e nell’edu -cazione è significativo perchémette in discussione la nostrasupremazia e il benessere dellegenerazioni a venire. Gli StatiUniti sono storicamente cono-sciuti come la terra delle oppor-tunità ma, di fatto, il figlio di unpovero è quasi condannato a ri-manere tale, ancor di più che inItalia o in Giappone. Sono que-sti i nostri grandi problemi chedovremo affrontare nel prossi-mo futuro».Lei sta lavorando ad un libroin cui emerge un rapporto frala crisi degli individui e quelledelle nazioni…

«Sarà il tema del mio prossi-mo libro, lo sto scrivendo pro-prio in questo periodo. Mia mo-glie è psicologa, lei tratta pa-zienti con gravi crisi personali.Alcuni casi si risolvono piena-mente ma non sempre accade,molti fattori influenzano l’an -damento complessivo dellafaccenda. Mi sono accorto che imedesimi elementi influenza-no la probabilità che persino lenazioni riescano ad affrontarecon successo le proprie crisi».Lei ha studiato le civiltà delpassato e ha spiegato geogra-ficamente le cause del succes-so o del fallimento di un’eco -nomia. Oggi quale nazione,quale latitudine può garantireun miglior futuro?

«Voi europei siete troppopessimisti circa il futuro. D’ac -

cordo, ci sono problemi tangi-bili legati all’immigrazione, al-la disoccupazione e alle frizionifra paesi membri dell’Europa,con il rischio concreto che laGran Bretagna possa abbando-nare il tavolo e chiudersi a ric-cio, uscendo dalla Ue… ma iproblemi che dovranno affron-tare gli Stati Uniti, la Cina e ilGiappone sono ben più vasti epreoccupanti. Ci sono alcuniovvi elementi da tenere in con-siderazione per il successo per-

sonale. La base perfetta da cuipartire è la seguente: una buo-na educazione, la presenza digenitori che sostengono il bam-bino e un buon sistema sanita-rio. Ma ovviamente non c’è unoschema predefinito per rag-giungere il successo, tantoquello personale che quello diuna nazione intera».La società attuale ha anche di-versi punti deboli. Quale lapreoccupa di più?

«La grossa dipendenza dallatecnologia e dai dispositivielettronici, senza dubbio. Os-servo i miei figli e la loro gene-razione in cui non si parla quasimai, al massimo si inviano mes-saggi elettronici con le chat.Non c’è alcuna comunicazionevisiva, non c’è sforzo per com-prendere l’altro e le sfumatureespressive che accompagnanoogni tipo di rapporto verbale.Lavoro nella Nuova Guinea do-ve, sino a poco tempo fa, i cellu-lari non c’erano. Con il loro ar-rivo in questa società pressochéprimitiva, tutto è già cambia-to».Il magnate Donald Trump hagià monopolizzato la stampacon le sue dichiarazioni choccontro le donne e i rifugiatipolitici. Se dovesse vincere leelezioni potrebbe essere unproblema per il futuro degliStati Uniti?

«Non ho un punto di vistaneutrale su questo argomento.Le elezioni si terranno l’annoprossimo e i candidati demo-cratici sono tutti uomini e don-ne davvero capaci. I candidatirepubblicani sono ben sedici,tutti disonesti, senza alcuna ca-pacità di governare. Spero che irepubblicani si mangino l’unl’altro durante la campagnaelettorale, distruggendo il pro-prio partito. Questo sarebbesenza dubbio il miglior risulta-to possibile». 3

La polemica del giorno

“Anime nere”e l’immaginedella CalabriaAlcuni sindaci moltocritici con lapluripremiata pellicola

REGGIO CALABRIA

No, per favore no. Non l’ennesi -ma polemica sul logoro tema«basta con film e romanzi cheinfangano la nostra terra!», chenon giova a nessuno (o forse so-lo a chi le solleva strumental-mente e le rimesta). La Calabriaha molte cose di cui dolersi, emoltissime per cui protestare efarsi valere, ma fra queste – anostro avviso – non c’è certa-mente il bel film di FrancescoMunzi “Anime nere”, libera-mente tratto dal bel romanzoomonimo di Gioacchino Criaco(che è nato ad Africo e nella suaCalabria, assai amata, vive escrive), che sta riscuotendo unlusinghiero successo interna-zionale e dopo aver mietutouna messe di premi è tuttoranella programmazione di SkyCinema.

Alcuni sindaci calabresi, in-tervistati per KlausCondicio,hanno espresso pareri forte-mente negativi sulla pellicola,sostenendo che fornisce un’im -magine fuorviante della societàcalabrese, cementando un’im -magine di mafia arcaica domi-nante in un contesto arretrato –senza tenere conto della lottaquotidiana che le istituzioni e laparte sana della popolazione,che è la maggioranza assoluta,sostengono contro questi mali –e in fin dei conti procura alla re-gione e ai suoi abitanti un vero eproprio danno d’immagine,contro cui qualcuno vorrebbepersino rivalersi in sede legale.

Abbiamo voluto chiedere unparere in merito proprio aGioacchino Criaco, il cui ultimoromanzo, “Il saltozoppo” – chetratta ancora dell’Aspromontee della sua gente, con la stessaforza evocativa –è appena usci-to per i tipi della Feltrinelli.Criaco non ama la polemica ste-rile e non intende alimentarla,ma mette a fuoco un aspettomolto importante.

«Ho l’impressione – ha dettoalla Gazzetta del Sud lo scritto-re – che è una posizione circo-scritta ad un numero molto li-mitato di sindaci, quella espres-sa soprattutto sul film tratto dalmio romanzo, ma in ogni casova detto che ognuno è libero diesprimere il proprio pensiero,dicendo quello che crede, an-che se parliamo di cinema e let-

teratura e bisognerebbe capiresi tratta di generi che svolgonola loro funzione cogliendo si-tuazioni, emozioni, sentimentie stati d’animo di un mondocompresso e complesso, come ènel nostro caso. Non mi va di en-trare in una polemica, che perme potrebbe essere utile se par-tiamo dal presupposto che tut-to va bene, purché si parli di unlibro o di un film. Ma qui c’è dimezzo la mia terra, che amo eche viene prima di tutto, quindiniente discussioni che potreb-bero, queste sì, essere dannose,alimentando dispute inutili.L’unico rammarico che mi sen-to di esprimere è che so che esi-ste un progetto in fase avanzataper la produzione di una serie difiction televisive sulla scia delsuccesso del film che, come sap-piamo, quando fu girato adAfrico trovò grande collabora-zione nella popolazione e diedelavoro a molte persone per tut-to il periodo di realizzazione delfilm. Non me la sentirei di biasi-mare produttori e registi del la-voro in preparazione se, in con-seguenza di queste polemiche,ripeto limitate, trasferissero laproduzione delle nuove fictiondalla Locride, dove si pensavadi lavorare per alcuni anni, ver-so altri territori di altre regioni.Significherebbe perdere op-portunità di lavoro per centi-naia di persone e per anni, con-siderato che si tratta di un pro-getto di lunga durata». 3 (r.c.)

Gioacchino Criaco:cinema e letteraturacolgono situazionied emozioni d’unmondo complesso

Dal romanzo al film. Unascena di “Anime nere”

Ciak in Sicilia

“Quel bravo ragazzo”figlio d’un padrino

RAGUSA

Sono iniziate in Sicilia, nelRagusano (tra Ragusa,Chiaramonte e Donnafuga-ta)), le riprese del primofilm che vede protagonistaHerbert Ballerina, “Quelbravo ragazzo”, di EnricoLando. Nel cast Luigi Lucia-no (Herbert Ballerina), To-ny Sperandeo, l’attore mes-sinese Ninni Bruschetta,Daniela Virgilio, Enrico LoVerso e con Marcello Mac-chia (Maccio Capatonda)ed Enrico Venti (Ivo Avido).Ad annunciarlo proprioHerbert Ballerina in un vi-

deo-comunicato stampa.Cosa succede se un po-

tentissimo boss mafioso staper morire e vuole lasciareil comando della sua spieta-tissima cosca a un figlio chenon ha mai riconosciuto?Ma, soprattutto, cosa succe-de se quel figlio è un inno-cuo, ingenuo e goffo ragaz-zotto di 35 anni che fa ilchierichetto e che è vissutoin un orfanotrofio di un pic-colo paesino del Sud Ita-lia?

Si tratta di una produzio-ne Medusa Film, realizzatada Lotus Production societàdi Leone Film Group, pro-dotta da Marco Belardi perMedusa Film. Il film arrive-rà in sala nel 2016 distribui-to da Medusa Film. 3

Da non perdere

“Perché una nazioneha successo? Un mixdi fortuna, ingegnoumano e risorsedel territorio»

JaredDiamondDa te soloa tuttoil mondoEINAUDIPP. 126EURO 13.40

JaredDiamondCollassoEINAUDIPP. 578EURO 24

JaredDiamondArmi,acciaioe malattieEINAUDIPP. 414EURO 16

Nel cast Enrico Lo Verso,Maccio Capatondae Ninni Bruschetta