ipotesi di archeologia ad ariccia

29

Upload: antonio-dal-muto

Post on 24-Nov-2015

110 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

Cosa troverebbero gli archeologi se si iniziasse una campagna di scavi lungo il tratto dell'Appia Antica, a ridosso della collina su cui è adagiato l'antico paese di Ariccia? Non abbiamo certezze se non i riferimenti indicati in carte archeologiche del XIX secolo. Noi siamo andati oltre e abbiamo fornito una risposta... ipotetica di cosa emergerebbe dal sottosuolo.Buona lettura.

TRANSCRIPT

  • Prefazione

    Se si iniziasse una campagna di scavi archeologici

    nel tratto della Via Appia Antica a Valle Ariccia,

    cosa troverebbero gli archeologi?

    Noi abbiamo provato a rispondere a questa

    domanda, immaginando che molto, della Ariccia

    di epoca Romana, possa essere rimasto al di

    sotto - circa 4 metri del terreno oggi

    impiegato per lagricoltura.

    Immaginiamo quindi, attraverso alcune

    ricostruzione grafiche, cosa potremmo vedere.

  • Le Origini della Citt di Ariccia

    Brevemente.

    Le origini della citt, come ci ricorda Renato Lefevre, nella sua opera

    Storia e storie Dellantichissima Ariccia, stando alle ricerche fatte da

    un certo Cluverio, storico settecentesco, risalgono addirittura a 4766

    anni fa. Lefrevre stesso si chiese come possa, questo studioso, aver

    fatto ad arrivare a identificare questa data. Difficile rispondere!!

    Probabilmente, e questo appare pi verosimile, viste le contaminazioni

    della cultura greca nella cultura latina, che una data di fondazione della

    citt potrebbe risalire a 1200 anni prima di Cristo, esattamente dopo la

    guerra di Troia, che caus

    una grande peregrinazione

    verso la penisola italica.

    Personaggi illustri in questa

    fase emigratoria furono Enea

    e suo figlio Ascanio. Enea

    fond Lavinium (l odierna

    Pratica di Mare) e da qui

    linfluenza greca contamin la

    cultura latina: Ascanio, si

    narra, fond Albalonga e il

    Tuscolo. Certo che pi tardi

    con la nascita dei territori,

    nel sud Italia, della Magna

    Grecia, i greci, spinti da

    necessit commerciali con i

    popoli vicini, entrarono in

    contatto con i Latini e quindi

    rafforzarono le influenze

  • greche nei Latini, tra cui gli Aricini. Comunque, fu grazie alle conoscenze

    importate dai greci, che il villaggio di Aricia, connotato da metodi

    costruttivi preistorici, si trasform: divenne un citt-comunit

    caratterizzata dall Acropoli, zona sulla collina difesa da possenti mura e

    la zona abitata sul piano o Agor. Roma stessa verr poi fondata con

    queste caratteristiche

    Sono ancora presenti e visibili grandi porzioni delle antica mura

    dellAcropoli.

    Ma, sulla storia, la leggenda che prende il sopravvento, sebbene

    alimentata da eventi provenienti sempre dalla Grecia, la fondazione di

    Ariccia viene legata nello specifico ad un evento svoltosi ad Atene:

    Ippolito, figlio

    prediletto di Teseo, Re

    di Atene, diventa

    vittima delle calunnie

    della matrigna Fedra, la

    quale voleva unirsi

    carnalmente con lui.

    Ippolito rifiut; il padre

    Teseo, dando retta alle

    calunnie della moglie

    cacci, sdegnato e

    addolorato, Ippolito

    dalla reggia e dalla citt.

    Ippolito fuggendo

    disperato mor cadendo

    dal carro. Venne

    riportato in vita da

    Diana-Artemide che

    preg Esculapio di porre

  • mano alle sue arti mediche. Ippolito, resuscitato, venne chiamato Virbio e

    fu portato da Diana nel bosco sacro a Diana, il nemus aricino, presso il

    lago di Nemi. Qui Ippolito-Virbio spos una ninfa di nome Aricia e in suo

    onore dette il nome di Aricia alla citt che fond. In seguito, il poeta

    Virgilio, pensando allimperatore Augusto, scrisse lEneide, e nei

    personaggi del racconto c anche un Virbio, figlio di Ippolito-Virbio e

    Aricia; egli combatt per il popolo di Ardea, al fianco del Re dei Rutuli,

    Turno, contro Enea, linvasore greco. Questo il punto in cui la

    leggenda si salda con la Storia.

    Leggenda o storia, Aricia ha chiare origini greche come fondazione,

    concezione e come struttura pur essendo abitata, da sempre, dai Latini. E

    sui monti Albani, a far compagnia ad Aricia erano altre tre antichissime

    citt-stato: Albalonga, Tusculum e Lanuvium.

  • La fase preromana della storia di Aricia, pass poi per le vicende note

    della Lega Latina, dapprima unita a Roma e poi in opposizione con quella

    che diverr la pi grande potenza del mondo antico, sempre Roma. Con la

    sconfitta della Lega Latina, presso la foce del Fiume Astura, nel 338

    a.C. Aricia e tutte le altre citt latine passarono sotto lamministrazione

    romana, aprendo la fase del Lazio Novus. Aricia rimase Repubblica,

    dotata di un proprio Senato per le sue caratteristiche sociali di grande

    rispetto, tanto che lo stesso Cicerone, la defin: Municipio antichissimo,

    federato a Roma, a lei contiguo, onorevolissimo per decoro dei suoi

    cittadini.

    Il palazzo della

    ottocentesca

    Locanda Martorelli,

    sulla Piazza di Corte,

    nel cui piano basso,

    da tempo ospita la

    farmacia, racconta,

    in una stanza al

    primo piano, in un

    ciclo di affreschi

    eseguiti nel

    settecento dal pittore polacco Kuntze, le allegorie legate a Ippolito-

    Virbio e a Turno Erdonio, questultimo personaggio storico di Ariccia che

    si oppose allultimo re Etrusco di Roma, Tarquinio il Superbo nel 500

    a.C. e per questo fatto uccidere dal Re, ritenuto un disonesto

    doppiogiochista.

  • Dal IV secolo a.C. dopo essere entrata nella sfera romana, Aricia inizia

    il suo sviluppo sociale e urbanistico: la citt sul piano si ingrandisce e

    diventa il punto di riferimento, dal punto di vista commerciale, di chi

    transita lungo lAppia sia per proseguire verso sud sia per andare sulla

    sommit del Monte Albano ( Monte Cavo) per officiare e rendere

    tributo allantico dio dei latini: Giove Laziale, percorrendo lantica Via

    Sacra o Clivum Albano. Ma non solo: passer per Aricia anche chi andr a

    rendere omaggio alla

    dea Diana Aricina,

    nel suo Tempio, retto

    da un sacerdote: il

    Rex Nemorensis,

    situato presso le

    sacre rive del lago di

    Nemi, noto come lo

    Speculum Dianae o

    Specchio di Diana,

    percorrendo il clivum

    aricino. Il culto di

    Diana Aricina, si

    narra, venne portato

    in questi luoghi dalla

    Grecia ad opera di

    Oreste, figlio di

    Agamennone.

  • Ad Aricia troveremo anche la prima

    mansio o stazione di ristoro, (cibo,

    pernottamento e cambio di cavalli)

    dopo aver lasciato Roma in direzione

    sud; era situata nei pressi della Porta

    Lanuvina. La sua memoria arriv fino

    a noi con il toponimo di Osteriaccia .

    Nel periodo imperiale Aricia si

    arrichir di Templi, di splendidi

    edifici pubblici e privati, arricchiti

    da mosaici di prestigio e affreschi al

    pari di una citt che conta. Daltronde

    Aricia dette i natali alla famiglia

    degli Azzi; da una discendente di

    nome Azia, verr alla luce Ottaviano Augusto. Ma anche da un ramo

  • collaterali della famiglia degli

    Juli, originari di Albalonga,

    nascer Giulio Cesare: la

    nonna di Giulio Cesare aveva

    ad Aricia un mulino.

    Insomma, lAricia Romana

    ebbe i suoi lustri in ambito

    sociale e politico e rimase in

    auge fino alla caduta

    dellImpero Romano.

    Dopo il V secolo inizi il suo

    declino: la discesa dei

    barbari, che ormai

    spadroneggiavano in tutta la

    penisola italica, non pi sede

    dellimpero, ma ridotta a provincia dellImpero Romano dOriente, con

    sede a Costantinopoli o Bisanzio che dir si voglia, rappresent il colpo di

    grazia per molti centri urbani. Fi cos che gli Aricini decisero tra il VI e

    il VII secolo che era meglio ritirarsi sullantica Acropoli ben difesa da

    possenti mura e in posizione dominante. LAricia sul piano, col

    trascorrere del tempo, oltre a divenire cava di materiale per costruire

    edifici nellAricia posta sul colle, venne sopraffatta dalle conseguenze

    dellabbandono e sulle rovine dello splenditissimo Municipium si

    accumularono tonnellate di terriccio: il luogo divenne una selva di piante,

    le quali contribuirono con le loro radici a sgretolare le parti pi elevate

    degli edifici stessi. Fino a che tutto non pass alloblio!!

    Con lepoca, il settecento, dellArcheologia Antiquaria, grazie alla

    scoperta anche di Pompei, anche Aricia divenne il centro dellinteresse

  • di archeologi non ancora imbevuti della visione scientifica

    dellarcheologia: scavarono senza tenere descrizioni del luogo di

    ritrovamento, della profondit ecc Lo scopo era solo quello di trovare le

    meraviglie del passato per poi disperderle in Europa, vendendole a destra

    e a manca. La tal cosa

    accadde ad Aricia, al

    tempo del canonico

    Don Emanuele Lucidi

    che rimase, per cos

    dire fregato dal

    Cardinale Despuig il

    quale tenne per s

    tutti i reperti trovati

    presso lemissario di

    Nemi nella Valle

    Ariccia, zona

    Moletta, e che

    vennero portati via

    dallItalia. Ben altre

    intenzione ebbe

    Emanuele Lucidi che,

    amando molto Ariccia e

    il suo passato, avrebbe

    voluto comprendere pi

    a fondo il significato di

    quei reperti.

    Ecco dunque, brevemente, la descrizione della parabola storica di Aricia,

    La Ritia e infine Ariccia: ora possiamo immergerci, con la fantasia

    guidata da una verosimile riflessione, nellavventurosa fase degli scavi

    archeologici nella zona dell Aricia sul piano: lantica Agor di origini

    greche.

  • Le mappe o carte antiche

    Dobbiamo agli archeologi, questa volta dellottocento e quindi educati

    allarcheologia scientifica, la stesura di mappe non solo di Ariccia che

    ci hanno dato la possibilit di capire quali emergenze archeologiche essi

    trovarono. LOttocento fu il secolo in cui fu possibile eseguire scavi in

    zone che nel novecento avanzato divennero, gradualmente, densamente

    urbanizzate. Fortunatamente Ariccia non sub questo fenomeno lungo il

    tratto dellantica Via Appia antica, lo ebbe invece nella zona di Monte

    Gentile in cui la forsennata e, culturalmente disonesta, voglia di costruire

    distrusse numerosi resti delle ville costruite dai Romani per venire a

    trascorrere estati pi fresche.

    Ecco la prima mappa

    E stata eseguita dal Lanciani. Grazie a questa mappa abbiamo la

    descrizione di alcuni siti archeologici

  • Questa mappa invece la dobbiamo al Canina, eseguita quasi 50 anni prima

    e notiamo che manca il riferimento allAnfiteatro:

    Abbiamo sottolineato alcune strutture, come un tratto di mura; la zona

    della Porta Lanuvina ( Bastio del diavolo); i resti sotto la rupe.

    ecco una enfatizzazione della zona nella realt del territorio:

  • La linea tratteggiata in giallo indica una via presente nella mappa del

    Canina. La sua parte terminale si innesta allAppia antica e questo ci

    potrebbe far supporre che l cera la seconda porta di Aricia: Porta

    Albana o Romana.

    Il tratto celeste lAppia antica e i tratti pi scuri sono quelli che vanno

    in salita e verso Genzano lungo al sostruzione e verso Albano. Il tratto

    verso Albano,

    per la Stella,

    secondo noi, e

    questa una

    nostra ipotesi

    ospita unaltra

    sostruzione non

    visibile, ma

    presente, perch

    totalmente

    interrata, venne

    realizzata per

    rendere stabile

    la compattezza

    stradale della

    discesa o della

    salita lungo il

    bordo dellantico

    bacino vulcanico.

  • Ecco altre due mappe:

    Questa del Florescu, e appare poco descrittiva salvo indicare due

    edifici tra cui la famosa osteriaccia che la tradizione vuole essere la

    famosa Mansio in cui si ferm Orazio, definendola modestissima, nel suo

    viaggi a piedi, verso Brindisi

  • LOsteriaccia appare indicata pi chiaramente in questaltra mappa

    redatta per il catasto dello Stato della Chiesa, ed indicata con il

    toponimo Osteria :

    Del Lanciani abbiamo anche uno

    schizzo di ci che rimaneva, alla

    fine del XIX secolo, del Teatro che

    era lungo la il Clivum Albanus o Via

    Sacra

  • Esattamente in questa posizione, contrassegnata dal cerchio rosso, sul

    cui spazio e sui suoi resti, sono stati costruiti degli edifici:

    Come vedete molto

    rimase dellantica

    Aricia.

    Non ci resta che

    procedere alla

    visualizzazione degli

    scavi

  • Iniziamo la nostra analisi con la Sostruzione nota a tutti gli attuali

    Ariccini.

    La Sostruzione, la pi importante opera viaria collegata alla Via Appia

    antica, sappiamo, fu realizzata per superare il forte dislivello che cera in

    quel tratto dellAppia. Noi labbiamo ripulita per farvela vedere nella sua

    interezza e abbiamo realizzato una sezione ipotetica, in alcune parti, del

    tratto della via Appia compreso tra la Porta Lanuvina e linizio della

    Sostruzione. Al punto E vediamo un arco. Questa una nostra

    supposizione, poich, essendo probabile la presenza di ruscelli che

    scendevano dalle pendici della collina di Galloro per raggiungere il Lago di

    Aricia che, fino al settecento sebbene fortemente ridotto ad un pantano,

    occupava gran parte della Valle, dovevano avere un passaggio sotto la Via

    Appia. Chi passa ora lungo quel tratto noter che esiste un dosso, che

  • presuppone, e supponiamo, al di sotto la presenza di una struttura ben

    solida che non la sola terra nuda. Va sottolineato che in origine la discesa

    era molto pi accentuata di adesso. Basta prendere a riferimento il livello

    originale della Porta Lanuvina e il dosso allinizio della Sostruzione per

    capire.

    Il Torrione Chigi

    Sappiamo che questo Torrione

    dal tetto caratteristico delle

    costruzioni altomedioeveli

    rimase in loco fino a che

    croll negli anni 70. Grazie al

    suo crollo spontaneo, per

    let, venne trovata una tomba

    con arredo e corpo ancora

    integri, solo che a contatto

    con laria tutto si sgretol,

    salvo una spada di ottima

    fattura.

    Qui lo vediamo in una vecchia

    foto scattata verso la fine

    del XIX secolo dal Conte Primoli e noi lo ricordiamo cos negli anni 60 del

    novecento. Va sottolineato che tra la strada dissestata e il torrione

    scorreva un piccolo ruscello - molto probabilmente il suo tragitto rimase

    lo stesso per moltissimo tempo; di fatto la presenza del Torrione ne

    imped la variazione di percorso.

    Ma in realt questo Torrione in origine cosa era? Probabilmente una

    Tomba di epoca romana a tamburo. Come quella pi nota di Cecilia

    Metella, ma di dimensioni assai inferiori.

  • Ecco la nostra prima ricostruzione della Tomba acanto ad un tratto della

    Via Appia riportato alla luce:

    E questa la

    ricostruzione del

    Torrione Chigi

    dove era in

    origine prima che

    crollasse.

  • Porta Lanuvina

    Conosciuto da sempre come il Basto del Diavolo, larco che emerge

    appartiene allantica Porta Lanuvina, che scavando

  • Gli Edifici Pubblici

    Su lato posto sotto la rupe emergono due resti di opera muraria forse

    appartenenti ad un edificio pubblico, come le Terme. Ecco la zona:

  • Il Foro

    Il casolare del cos detto orto di mezzo non altro che la struttura del

    principale

    Tempio che

    affacciava sul

    Foro

    cittadino.

    Ecco i nostri

    scavi

    archeologici

    del sito:

  • La Porta Albana

    Non sappiamo dove fosse situata esattamente. Viene spontanea collocarla

    laddove ora c la rotonda, ma come detto precedentemente vedi carta

    del Canina - cera una strada che percorreva in lungo il parchetto Chigi e

    si innestava sullappia antica. Era l?

    Comunque

    di sicuro

    era

    spostata

    rispetto

    alla Via

    Appia

    Antica

    attuale:

    Di questa

  • porta vedremmo solo i pilastri e non larco, la volta. Ma forse era spostata

    verso Albano? In questo punto? Chiss

  • La Vista complessiva di Aricia.

    Nel fumetto Storia di Aricia Antica abbiamo immaginato sia lAcropoli

    che lAgor o citt sul piano, in epoca romana. E labbiamo immaginata cos:

  • E in base a questa nostra ricostruzione, ecco come immaginiamo, infine, il

    complesso archeologico generale dellAricia Romana:

    Come potete vedere, si tratta di un complesso archeologico di grande

    rilevanza e se fosse non proprio cos, sicuramente molto vi si

    avvicinerebbe a questa ricostruzione, poich, si suppone che i 4 mt di

    terriccio che in media ricoprono i resti, avranno sicuramente

    salvaguardato le basse e medie altezze degli edifici.

  • Ecco, questo tutto e lascio a voi la riflessione sul patrimonio

    archeologico di Ariccia, le sue potenzialit turistiche e il valore

    storico che rappresenta.

    Il disegno mostra lArco commemorativo dedicato a Tiberio Latinio

    Pandusa, il Curator che fu responsabile del restauro della

    Sostruzione. Venne eretto il 19 d.C.

    I resti in marmo bianco che a lungo rimasero ai lati della Sostruzione

    diventarono un toponimo che caratterizz la zona. Incontrarsi alle

    pietre bianche significava ritrovarsi in questo punto. Ora i resti dellarco

    o pietre bianche sono nel Parco Chigi.

    Tutte le immagini a fumetto sono state tratte dallopera Storia di

    AriciAntica a Fumetti di A.Dal Muto, A. Silvestri e M:C: Vincenti,

    pubblicata e distribuita ad Ariccia nelle scuole nellanno 2008.

    Le ricostruzioni computerizzate a colori sono di A. Dal Muto

  • FINE ?