introduzione mq legame chimico 2012 7

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  • in - 1

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    MECCANICA QUANTISTICA Ne esistono, sostanzialmente, due formulazioni,

    entrambe sviluppate fra il 1925 ed il 1930 ed usate in particolare modo per i sistemi chimici

    - Meccanica Matriciale :essenzialmente dovuta ad

    Heisenberg basata sulla asssociazione fra osservabili fisiche e matrici

    - Meccanica Ondulatoria :essenzialmente dovuta

    a Schroedinger basata sulla associazione di ogni particella con una funzione donda

    Si tratta di formulazioni equivalenti unificate da

    Dirac (1930) in una forma assai simile alla meccanica matriciale

    La trattazione di Dirac pi generale e pi potente della meccanica ondulatoria ma pi astratta Non seguiremo lo sviluppo storico della meccanica

    quantistica perch la pratica attuale se ne discosta alquanto; tuttavia vi sono alcuni concetti chiave che sono meglio comprensibili in una prospettiva storica. Tra questi la natura

    DUALISTICA dei sistemi fisici

    ONDA PARTICELLA (materiale)

  • in - 2

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Particelle ed onde Spettro di emissione del corpo nero Ogni corpo ad una determinata temperatura

    emette luce ( radiazione) con una intensit che varia con la frequenza (distribuzione delle frequenze)

    Questa distribuzione dipende dalla natura del materiale e della sua superficie ma ne indipendente al limite ideale di

    CORPO NERO

    un corpo nero assorbe piu di qualsiasi superficie un corpo nero emette piu di qualsiasi superficie

    radiatore integrale

    si chiama corpo nero perch un raggio luminoso che vi entri viene assorbito e riemesso tante volte (viene riflesso) e tutta la sua energia viene integralmente convertita in agitazione termica del materiale

    la luce originariamente entrata non esiste piu

    la cavit raggiunge lequilibrio termodinamico

    la luce che esce dal corpo nero dipende in intensita e frequenza unicamente dalla sua temperatura

  • in - 3

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    lo spettro della radiazione emessa da un corpo nero ha questo aspetto

    N.B. lo spostamento in max (max) con la temperatura va sotto il nome di legge di Wien ( Nobel 1911): max T = cost

    Questo complesso di osservazioni non avevano spiegazione con le teorie classiche (Raleigh) che prevedevano un aumento senza limiti della intensita della luce emessa allaumentare della frequenza della stessa: catastrofe ultravioletta Nel 1900 Planck riusc a spiegare landamento

    sperimentale di ( )fI = ammettendo, come Raleigh, che gli atomi del materiale della cavit oscillino e che sia la loro oscillazione a rendere possibile lassorbimento e la emissione di radiazione (si comportano come gli elettroni nelle antenne)

    MA postulando anche che queste oscillazioni non possano avvenire per qualsiasi energia ma soltanto per multipli di unit discrete

    Quanti ( dal latino quantum )

    sJhhE = 34106.6

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    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    se la distribuzione di Boltzmann si pu applicare al numero di questi quanti laumento catastrofico di intensit allaumentare di non ha pi luogo

    La ragione qualitativa di ci che ad alte energie un quanto contiene tanta energia da rendere altamente improbabile la sua esistenza ( )( )kToioi enn / = viceversa nella teoria classica la energia dipende dalla ampiezza di oscillazione (non dalla frequenza)

    Leffetto Fotoelettrico Emissione di elettroni da un metallo illuminato

    1. Emissione istantanea 2. E cinetica dei fotoelettroni dipendente da

    3. minima di fotoemissione Le osservazioni sperimentali non trovavano

    spiegazioni con le teorie classiche

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    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    INFATTI (secondo queste ultime)

    1. ci deve essere un certo ritardo, cio un intervallo di tempo, durante il quale gli elettroni oscillando in sincrono con la perturbazione (la radiazione) assorbono man mano energia aumentando la ampiezza di oscillazione fino ad averne abbastanza da sfuggire

    2. 3. - secondo lesperimento la energia concentrata in

    piccole zone anzich essere distribuita su tutto il fronte donda; viceversa secondo Maxwell la energia dipende dallampiezza dellonda e non dalla sua frequenza

    Einstein (1905) postul che la radiazione elettromagnetica consista di un fascio di particelle, FOTONI, tutte con la medesima velocit

    18100.3 msc Ognuno di questi fotoni ha

    una frequenza caratteristica una energia h=== 2

    hhE

    sJ = 341005.1h

    Il fotone, con velocit c , deve seguire la teoria della relativit ed il suo momento p risulta:

    ( )214222 cmcpE +=

    cch

    cEp h===

    Introducendo il numero donda c

    k = kp h= lesistenza di questo momento

    confermata dalleffetto COMPTON (1924)

    0

  • in - 6

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    in definitiva

    221 mvhE fotone +==

    work function (minima energia necessaria

    per uscire dal metallo) poich gli elettroni in un metallo hanno molte energie diverse alcuni necessitano di maggiore energia di altri ed mv2 la massima energia cinetica degli elettroni fotoemessi La natura Ondulatoria delle particelle De Broglie (1924),simmetricamente a quanto fatto

    da Einstein per la luce, sugger di associare un comportamento ondulatorio al moto di una particella. Egli postul che ad una particella con momento lineare p sia associata una onda di lunghezza donda ed energia E

    ph

    k== 2 h=E kp h=

    La natura ondulatoria del moto di particelle stata confermata sperimentalmente per

    Elettroni 1927 - G.P.Thomson, Davisson, Germer He,H2, - 1931 -Esterman Frisch Stern Neutroni 1947 Fermi Marshall Zinn

    immagini ottenute

    per attraversamento di una lastra di Al

    con

    raggi X elettroni

  • in - 7

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Vediamo ora un esperimento che illustra la natura

    dualistica onda corpuscolo sia della luce che delle particelle materiali (per esempio gli elettroni)

    Lesperimento con due fenditure (di YOUNG) Vediamolo nella versione originale di YOUNG

    (1802); (usiamo una sorgente luminosa)

    1

    Fenditure

    a Aperta b Chiusa

    3

    Fenditure a e b

    alternativamente chiuse ed aperte

    per met del tempo

    2

    Fenditure

    a Chiusa b Aperta

    4

    Fenditure a e b

    sempre Aperte

  • in - 8

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Queste osservazioni sono spiegabili con la

    interpretazione ondulatoria della luce e le sue propriet di interferenza

    MA

    linterferenza non si spiega con la luce costituita da fotoni

    INFATTI

    Se la luce costituita da fotoni ragionevole pensare che ogni fotone passi per la fenditura a oppure per quella b

    Si pu confermare questa ipotesi con una sorgente molto debole (tale che un solo fotone per volta venga emesso) e due rivelatori vicino e dietro le fenditure a e b

    I rivelatori registrano un fotone per a oppure per b e mai per entrambi simultaneamente

    Met dei fotoni passano da a e met da b Tutto ci coerente con la interpretazione corpuscolare

    Ci si domanda:

    Come si possono influenzare vicendevolmente i fotoni che passano per fenditure diverse?

  • in - 9

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Ripetiamo lesperimento con

    fenditure a e b aperte un fotone per volta emesso dalla Sorgente con

    frequenza tanto piccola (periodo tanto lungo) da escludere che i fotoni possano influenzarsi lun laltro

    Si osserva la solita figura di interferenza

    Usiamo ora uno schermo in grado di rivelare la posizione dei punti di arrivo dei fotoni Si osserva:

    1. Ogni fotone colpisce lo schermo in un unico punto

    2. La figura di interferenza si forma come conseguenza dellaccumularsi dei vari singoli impatti dei fotoni

    Il comportamento di ogni singolo fotone non

    prevedibile La frequenza (densit) degli impatti in ogni punto

    dello schermo fornisce le bande di interferenza CIOE

    La figura di interferenza ci fornisce la distribuzione di probabilit delle posizioni dei punti di arrivo dei fotoni

    Linterferenza persiste con qualsiasi intensit di

    luce

  • in - 10

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    nel caso dellesperimento 3 i fotoni che passano uno alla volta per a o per b danno origine, in modo statistico, alle figure IA e IB e, quindi, alleffetto complessivo IA + IB

    MA

    Se lasciamo a e b aperti con un rivelatore in a che ci dice se ciacun fotone passato da a o da b caso 5

    NON si osserva la figura di interferenza ma la semplice IA + IB

    latto di accertare da quale fenditura passa ogni fotone ha il medesimo effetto del chiudere laltra fenditura

    IN SINTESI Se un fotone passa indisturbato attraverso le

    fenditure mostra un comportamento ondulatorio e si osserva una figura di interferenza ( o di diffrazione con una sola fenditura). Ogni fotone colpisce lo schermo in un punto specifico, in accordo con la natura corpuscolare, e la figura che risulta dallarrivo di molti fotoni una distribuzione di probabilit

    Se un fotone costretto a (oppure osservato) passare attraverso una specifica fenditura le figure di interferenza non vengono osservate ed il suo comportamento pi simile a quello di una particella

    Esperimenti analoghi sono stati fatti con elettroni anzich fotoni

  • in - 11

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Abbiamo visto una serie di osservazioni sperimentali non spiegabili compiutamente con la fisica classica

    Una spinta decisiva allintroduzione di teorie di tipo quantistico venne dallosservazione che la luce viene emessa dagli atomi con uno spettro discreto

    In particolare, per lIdrogeno vale la semplice relazione:

    = 2

    221

    11nn

    RH

    Pi in generale vale il principio di Raleygh-Ritz

    21 TT = Suggerisce che i livelli energetici

    degli atomi assumano unicamente valori discreti

    Bohr ne diede una spiegazione imponendo al momento angolare degli elettroni di assumere valori discreti

    Vediamo ora un esperimento che mette in luce drammatici effetti quantistici ( e che stato, anche, il primo esperimento di natura non ottica a mostrarli)

    RH = 109700 cm-1 costante di Rydberg n1,n2 numeri interi

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    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Lesperimento di Stern e Gerlach

    - con atomi di Ag (paramagnetici) lenergia potenziale

    BXMVrr=

    - a causa della forma dei poli del magnete il campo magnetico B

    r varia lungo x sicch

    XBM

    XV

    =

    = cosFx

    angolo fra il momento magnetico dellatomo di Argento e lasse x

    Secondo la meccanica classica ci si sarebbe aspettati un deposito continuo con limiti estremi per = 0 e = 180 dovuto alla orientazione casuale con la quale gli atomi di Argento effondono dalla fornace

    Quello che si osserva sono due depositi distinti a

    = 0 e = 180 senza traiettorie intermedie

  • in - 13

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    questo esperimento mostra che: 1. Anche se i momenti magnetici degli atomi sono

    orientati a caso nel momento della effusione essi sono trovati essere soltanto paralleli o antiparalleli

    2. Le orientazioni possibili sono quantizzate, nel senso che soltanto alcuni valori sono osservati

    3. Latto della misura influenza il risultato della misura stessa (la direzione di quantizzazione determinata dalla direzione del campo magnetico)

    Varianti di questo esperimento mettono in luce altri effetti di natura quantistica

    SCHEMATICAMENTE

    a) Un deposito E quello che ci si aspetta: il primo Filtro ha selezionato le orientazioni parallele

    ad x ed il secondo non ha alcun effetto

    b) Due depositi Anche qui accade cio che che ci si aspetta: il primo Filtro che agisce lungo x non ha

    effetto su quanto fa il secondo che opera lungo y

    c) Due depositi Non e quanto ci si aspetta: il primo magnete non ha operato come un filtro infatti le due

    orientazioni lungo x sono ricomparse come conseguenza dellaver agito con il magnete lungo y

  • in - 14

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Il passaggio degli atomi attraverso il secondo magnete ha distrutto la informazione del primo magnete

    Abbiamo visto che per interpretare pienamente la natura della materia utile considerare anche la sua natura ondulatoria. Vediamo, allora, alcune caratteristiche del moto delle onde

    MOTO DELLE ONDE

    Onda Piana

    ( )

    xxAx 2cos2cos ==

    ( ) ( )[ ] ( )[ ]txxxtx v== 202 coscos, vvelocit ==v

    frequenza

    ( ) ( )

    == txtvxtx 2cos2cos,

    2=k numero donda ( vettore donda ) 2= velocit angolare

    ( ) ( )txktx = cos, fase

    k=fasev ( velocit di fase )

    ( ) costcost+=

    =tkx

    txk

    londa si muove verso x crescenti con velocita costante /k

  • in - 15

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Abbiamo usato la funzione coseno ma si possono usare

    ( ) ( )txksentx = , ( ) ( ) ( )txkBsentxkAtx += cos,

    In generale ( ) ( ) ( )txksenitxktx += cos,

    seniei += cos ( ) ( )[ ]txkitx = exp, ( ) ( )[ ]txkitx = exp,

    ( ) ( )oxxktxktkx +=+=+ v ( ) ( )[ ]txkitx += exp,

    ( ) ( )[ ]txkitx += exp, Onda Composta E la sovrapposizione ( la somma ) di un certo

    numero di onde piane

    ( ) ( )[ ] =j

    jjj txkiAtx exp, dove ogni onda j ha la sua velocit di fase jjfase k=v

    per esempio consideriamo una onda composta da due ( )[ ]txki 111 exp = ( )[ ]txki 222 exp =

    onda che si muove verso x positive ( verso DESTRA )

    onda che si muove verso x negative ( verso SINISTRA )

    ( ) 21, += tx

    questa la rappresentazione in serie di Fourier

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    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    La rappresentazione della parte reale di 21 + ha

    questo aspetto:

    Il profilo (inviluppo) della onda si muove verso

    DESTRA con

    velocit di gruppo k

    = gv dove

    21 =

    21 kkk =

    (x,t)

  • in - 17

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Onda Stazionaria Quando

    ( ) ( )[ ] ( )( )( )tsenitkxekx

    eee

    eetx

    kkk

    ti

    tiikxikx

    tkxitkxi

    ==

    +=+=

    ====

    +

    coscos2cos2

    ,21

    21

    f(x) g(t)

    quindi indipendentemente da t

    ( ) 0cosper 0, == kxtx

    ......,23,2 =kx

    i nodi non dipendono dal tempo

  • in - 18

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Sovrapposizione di Onde (Stazionarie) consideriamo la somma, con coefficienti qualsiasi

    di due onde stazionarie:

    )21

    22113

    cc

    cc

    =

    +=

    caso questo in ( aspetto questocon necomposizio una ha si

    t 1 2 3 si intuisce, quindi, come onde anche molto

    complesse possano essere descritte come combinazioni lineari di onde piu semplici

  • in - 19

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Pacchetto di Onde Si tratta della sovrapposizione di tante onde piane

    (uno spettro continuo) con lunghezze donda (frequenze, numeri donda k) in un campo ristretto di valori

    qualitativamente laspetto dello INVILUPPO il

    seguente La dimensione di questo inviluppo (cio del

    pacchetto) inversamente proporzionale allintervallo di numeri donda usato per le onde costituenti

    Per localizzare bene il pacchetto di onde necessario

    impiegare uno spettro ampio di onde piane, il che implica una grande incertezza nei numeri donda

    Complessivamente, la visione che si deve avere

    della onda associata al movimento di una particella materiale schematizzabile come segue:

  • in - 20

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    E ben definita ( o ben definita) E non ben definita ( un intervallo di o )

    una unica onda piana di momento

    h=p un inviluppo di onde piane

    non sappiamo dove sia la particella sappiamo abbastanza bene dove sia la particella

    rimane da notare che la velocit di gruppo di

    questo pacchetto di onde corrisponde alla velocit classica

    Interpretazione fisica dellonda associata al moto di una particella

    Negli esperimenti con doppia fenditura ( alla

    YOUNG) le immagini osservate sono dovute allaccumularsi (sia con fotoni che con elettroni) di impatti singoli

    La posizione dellimpatto di ogni singola particella non pu essere predetta mentre lo leffetto cumulativo Linterpretazione degli esperimenti suggerisce di considerare

    NON Traiettorie specifiche MA Distribuzioni di probabilit (delle

    traiettorie) degli impatti

  • in - 21

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Definiamo la Densit di Probabilit ( )xP

    ( )dxxP Probabilit che una particella colpisca lo schermo fra x ed dxx +

    Rivediamo lesperimento di Young Immaginiamo che il moto della particella sia

    rappresentato da una funzione donda

    POSTULIAMO CHE ( ) *2 ==xP La particella che passa per a descritta dalla a

    La particella che passa per b descritta dalla b ( ) ( ) ( )xxx ba += anche questo postulato

    perch la particella non si divide in entit pi piccole

    caso 1 a Aperta b

    Chiusa caso 2 a Chiusa b

    Aperta caso 3 a Aperte e b

    Chiuse per meta tempo

    - la funzione improvvisamente diventa ( collassa a ) a

    - Pa = a2

    - collassa a b - Pb = b2

    Pa +Pb = a2 + b2

  • in - 22

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    caso 4 a sempre b Aperte

    caso 5 a sempre b

    Aperte rivelatore in a

    DA NOTARE CHE Linterpretazione statistica del significato della

    funzione donda stata postulata da Born (1926) Il concetto che la contiene tutte le informazioni

    sullo stato di moto che rappresenta e collassa a stati diversi in una osservazione sperimentale dovuto ad Heisenberg (1927)

    Tutto ci fa parte della cosiddetta

    Interpretazione di Copenhagen

    della Meccanica Quantistica

    Questa interpretazione controversa ma, poich in accordo con tutte le osservazioni sperimentali di

    nostro interesse, quella che useremo

    Pab = = 2 = a + b2 = = a2 + b2 + a*b + ab* IA IB IAB termine dinterferenza

    La fase di a viene modificata in modo casuale dalla misura in a e, quindi, viene modificato (annullato) il termine di interferenza

  • in - 23

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Plausibilit della equazione di Schrdinger Consideriamo un flusso uniforme di particelle

    libere che si muove nel vuoto nella direzione x

    questo significa che Il potenziale a cui sono sottoposte 0V = La funzione donda che ne rappresenta una

    ( ) ( )[ ]tkxitx = exp, Ricordando che kpE hh ==

    ( ) ( )[ ]Etpxitx = h/exp, Lenergia totale mpTVTE 2/2==+=

    per semplice sostituzione

    mp

    xmE

    ti

    22

    2

    2

    22=

    = hh

    2

    22

    2 xmti

    = hh T

    ti

    )h =

    DA NOTARE Non una derivazione. Per esempio dovremmo

    ammettere che valga anche quando 0V Qui compare la derivata prima rispetto al tempo

    mentre la eq. delle onde classica

    2

    2

    2

    2

    v1

    tx fase =

    Abbiamo associato le relazioni:

    mp2

    2 2

    22

    2 xm h

    ti

    h E

  • fm - 1

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    FONDAMENTI DELLA MECCANICA QUANTISTICA

    Prima delle leggi ( Postulati) vediamo i concetti 1) Variabili dinamiche 2) Funzione donda o di stato 3) Operatori

    Variabile Dinamica

    Si tratta di una qualsiasi variabile che definisce il moto di una particella

    posizione, velocit, quantit di moto, energia cinetica, momento angolare, ecc. (il tempo nella formulazione che seguiamo un

    parametro)

    Si tratta delle medesime proprieta della meccanica classica

    Vedremo in seguito che compariranno anche nuove proprieta che non hanno corrispondenza in meccanica classica ( SPIN )

    La funzione donda Nella formulazione che stiamo seguendo (Meccanica

    Ondulatoria) concetto centrale Nellinterpretazione statistica di Born:

    ( )( ) dtzyxzyxzyx

    dzdydxdzdydxtzyxzyxzyx

    nnn

    nnnnnn2

    222111

    1112

    222111

    ,,,,...,,,,,,

    ...,,,,...,,,,,,

    Dove = valore assoluto

    ( ) positivo e reale2/1 =

  • fm - 2

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    NoSI

    2 d la probabilit che al tempo t si abbia che

    particella 1 in x1 x1+dx1 particella 1 in y1 y1+dy1 particella n in zn zn+dzn

    Questo significato fisico della impone che le funzioni

    donda accettabili siano

    a buon comportamento well behaved

    la probabilit deve essere definita senza ambiguit

    1) ad un sol valore sen(x) SI

    dato x f(x) unico arcsen(x) NO 2) continua con derivata prima continua

    lim f(x) = f(a) ( a meno di eccezioni ) xa

    3) finita nel senso di

    quadrato integrabile

    numero finito lintegrale del quadrato del valore assoluto della funzione deve essere finito

    Ndd = = 2*

  • fm - 3

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    NOdxxx

    SIdxedxeee xxxx

    ===

    42

    21

    22

    2

    2

    2

    2

    2

    attenzione: il campo di definizione della funzione

    importante

    +=

    =

    xxsee

    xsee

    ix

    ix

    NO

    20

    SI

    La condizione di quadrato integrabile consente la NORMALIZZAZIONE

    la particella deve essere da qualche parte

    la probabilit su tutto lo spazio deve essere 1

    la probabilit relativa (integrale finito ) deve poter essere ricondotta alla probabilit assoluta ( 0 1 )

    la normalizzazione la divisione per 2/1N

    = 12/12/1*

    dNN

    Si pu dimostrare che, una volta normalizzata, la rimane normalizzata col passare del tempo

    = dN * non dipende dal tempo

  • fm - 4

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Non tutte le funzioni donda possono essere normalizzate 2 la densit di prob. relativa

    21

    2

    21

    2

    bb

    aa

    dx

    dx

    per esempio: ( ) ( ) h/Etpxiet,x = Operatori Si tratta di entit matematiche che trasformano una

    funzione f in unaltra funzione g

    fg =

    hgf == ( )ff

    f

    ff

    2

    +=+

    =

    lordine di applicazione degli operatori importante:

    (moltiplicare per) (elevare a) f

    (elevare a) (moltiplicare per) f per esempio:

    424

    4

    ===

    ==fffff

    Gli operatori e non commutano

    la probabilit che sia in a1 a2 rispetto a quella che sia in b1 b2 b

  • fm - 5

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    E, quindi, importante loperatore composto

    ( )[ ]

    ,

    Se 1 == e il reciproco di = -1

    gffg 1 == Un operatore LINEARE se [ ]

    fkfkgfgf

    =+=+

    Valgono alcune proprieta ( )( )

    [ ] [ ] [ ][ ] [ ] [ ]( ) ( )

    ,,,

    ,,,

    =

    +=+=

    +=++=+

    COMMUTATORE

    e una entit centrale a tutto lo sviluppo della meccanica quantistica

    d/dx e lineare exp non sono lineari

  • fm - 6

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Autofunzioni ed Autovalori In generale

    fg = dove g ed f sono = linearmente indipendenti ( )dipendenti elinearment0...2211 =+++ nn fcfcfc quando per una particolare funzione f1

    111 faf = autofunzione di

    autovalore corrispondente (numero complesso)

    N.B.: in questo caso g = a1f1 ed f1 sono lin. dipendenti c1f1 + c2f2 =0 -1g + a1f1 = -a1f1 + a1f1 = 0 Di norma esistono molte autofunzioni di un operatore

    iii a =

    Il sistema descritto da una di queste i in un AUTOSTATO per loperatore

    Vi possono essere pi autofunzioni con il medesimo

    autovalore

    si ha DEGENERAZIONE per esempio: pi autofunzioni con la medesima energia

    totale pi stati di moto con la stessa energia

    ogni autofunzione di unica nel senso di essere linearmente indipendente dalle altre

  • fm - 7

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Le autofunzioni possono essere infinite e costituire un insieme continuo oppure discreto

    Prodotto Scalare ed Ortogonalit

    La definizione di prodotto scalare :

    ( ) ( ) ( ) ( )( ) ( )

    +

    20 0 0 2*

    **

    sin,,,,

    ,,,,

    dddrrrr

    dxdydzzyxzyxdxxx

    in forma pi compatta d*

    oppure usando la NOTAZIONE di DIRAC

    bra(c)ket

    d* si possono immaginare queste corrispondenze

    ( a sinistra della barretta: complesso coniugato) *=

    quindi e anche REALE

    kxkx keedxd = nxnnx

    dxd sinsin 22

    2=

    = *kk

    = kk

    *=

  • fm - 8

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Due funzioni sono ortogonali se

    0= oppure se, per un insieme (set) di autofunzioni di un operatore jiglituttiperji = 0

    Se poi sono anche normalizzate sono ortonormali quando

    =

    ===jiper

    jiper

    ij

    ijijji 0

    1

    Aggiunto di un operatore

    Laggiunto di un operatore lineare quelloperatore

    + per il quale (per ogni e )

    ===

    +

    +

    +

    Operatori Hermitiani Un operatore Hermitiano se + = (cio

    autoaggiunto)

    == quindi

    allinterno di un integrale un operatore hermitiano opera indifferentemente a destra od a sinistra

    ij delta di Kronecker

  • fm - 9

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Alternativamente si puo definire un operatore come

    Hermitiano se per un insieme di funzioni i:

    ( )

    dd jiij

    jiij

    ijjiij

    =

    ===

    **

    *

    *

    LHermitianit di un operatore una propriet delloperatore stesso, delle funzioni e del campo di integrazione

    Vediamo qualche esempio

    per = d/dx dovrebbe valere che =

    cioe

    = dxddxd dxdx dx

    ddxd = **

    Invece integrando per parti il primo membro, si ha:

    [ ] === + dxddxddxddxd dxdx ***

    la cosiddetta regola del turn over

    0

  • fm - 10

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    ancora per esempio

    ( ) [ ] ( )=

    ===

    +dxd

    dxd

    dxd

    dxd

    dxd

    idxi

    dxiidxii

    hh

    hhhh*

    ***

    anticipiamo ora che tutti gli operatori utili della

    meccanica quantistica posseggono entrambe queste caratteristiche:

    sono Lineari ed Hermitiani

    se per e lineari ed hermitiani vale che [ , ]=0

    (cio commutano )

    allora anche il loro prodotto

    lineare ed hermitiano

    dxd

    idxdi hh ==per

    0

  • fm - 11

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    POSTULATI

    I Postulato Lo stato di un sistema fisico definito da una funzione d onda delle coordinate e del tempo. Tutte le informazioni sullo stato del sistema sono contenute in questa funzione

    Esiste una (qr ,t ) che deve essere : - ad un sol valore - continua - quadrato

    integrabile

    Di norma assumeremo che la sia

    normalizzata

    1= La denominazione vettore di stato ci

    introduce allo Spazio di Hilbert e notazione di Dirac

    Si tratta di uno schema concettuale alternativo per le funzioni donda quantomeccaniche

    Funzione di Stato Funzione donda Vettore di Stato

  • fm - 12

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    In analogia allo spazio cartesiano definito da 3 vettori ortogonali

    un insieme di funzioni ortogonali (ortonormali) possono essere considerate come i vettori di base di uno spazio vettoriale (di Hilbert)

    nella notazione di Dirac i vettori base dello spazio di

    Hilbert sono chiamati Kets

    ioppurekets i alcune caratteristiche:

    - ii ck = e un nuovo ket nella stessa direzione ma di grandezza diversa

    - quando un operatore agisce su di un ket il

    risultato e un altro ket iii ==

    Poich le i sono funzioni complesse lo spazio dei Ket

    complesso e si introducono i complessi coniugati (trasposti) "Bra

    ioppurebra i

    N.B. ++

    +

    ==

    iiii

    iii

    e

    infatti

    ket del aggiuntol'

  • fm - 13

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Rivediamo il prodotto scalare

    Prodotto interno

    un numero reale positivo in analogia al prodotto di un numero complesso per il suo complesso coniugato

    Il prodotto scalare di un Bra viene scritto

    ijij oppure ijij Aij oppure oppure

    II Postulato

    Ad ogni osservabile fisica associato un operatore lineare ed Hermitiano

    In generale ad ogni funzione classica della posizione e

    del momento ( )prA rr,=

    corrisponde un operatore lineare Hermitiano ( ) hr irA , Siamo usando la cosiddetta

    rappresentazione delle posizioni

  • fm - 14

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    xip

    xx

    x

    h

    Esiste anche la

    rappresentazione dei momenti

    +

    xx

    x

    ppp

    ix h

    Vediamo il dettaglio delle regole

    Alle variabili dinamiche classiche vengono associati

    degli operatori mediante

    regole postulate

    Variabile

    Operatore

    x x y y z z px

    xi

    xi =

    hh py

    yi

    yi =

    hh pz

    zi

    zi =

    hh Questi operatori vengono usati nelle espressioni

    classiche

    tutti Hermitiani

  • fm - 15

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    ( )( )2

    222

    22

    xxi

    xip

    xxxx

    x =

    =hhh

    Energia Cinetica ( ) ( )

    ==

    +

    +=

    ++=++==

    m2m2zyxm2T

    pppm21vvvm

    21TE

    22

    2

    2

    2

    2

    2

    2

    22

    2z

    2y

    2x

    2z

    2y

    2xcin

    hhh

    Nabla quadro

    Energia Potenziale ( )

    ( )

    ==

    =

    221cost

    fisico problema dal dipende

    ,,,,,

    kxV

    VV

    zyxVtzyxV

    VEpot

    VV =)

    Energia totale

    TVTVEEHE

    TVEEE

    cinpottotale

    cinpottotale

    +=+=+==+=+=

    lineare ed Hermitiano Momento Angolare

    momento angolare classico prLM rrrr ==

    Rotatore Rigido

    Oscillatore Armonico

  • fm - 16

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    zyx pppzyxkji

    pr

    rrrrr

    ( ) ( ) ( )xyzxyz ypxpkxpzpjzpypiL ++= rrrr xL yL zL

    +

    +

    =x

    yy

    xz

    xx

    zy

    zz

    yiL h

    xL yL zL

    III Postulato In un sistema gli unici valori che una variabile dinamica pu assumere sono gli autovalori dell operatore corrispondente

    iaia

    a

    i

    iii

    iii

    ==

    =

    cinetica energia della valorii sono T dove T T iiii =

    In altri termini - Se il sistema in un autostato delloperatore ogni singola misura della variabile dinamica corrispondente ci fornir come risultato esattamente uno degli autovalori

    operatore associato alla variabile dinamica, per esempio:

  • fm - 17

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    - Se il sistema non in un autostato, ma descritto da una generica , ogni volta che si fa una misura esso finisce in uno degli autostati

    per citare Dirac

    Una misura fa sempre saltare il sistema in un autostato della variabile dinamica che si misura

    IV Postulato

    Il valore medio di una serie di misure della variabile su di un insieme di sistemi ciascuno dei quali esattamente nel medesimo stato fornito dalla relazione

    da ===

    N.B. altre denominazioni: valore atteso

    attendibile di aspettazione

    per esempio:

    +=+=

    ====

    Vm

    Vm

    E

    pppxxx

    xxx

    22

    22

    22

    hh

    Da notare che pu non essere autofunzione di

  • fm - 18

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Da notare che ogni singola misura fornir come

    risultato uno degli autovalori ai delloperatore per esempio:

    10243 4321 aaaa +++=

    naturalmente perch il valore di sia attendibile il numero di misure deve essere grande

    V Postulato la dipendenza temporale della funzione di stato fornita dallequazione differenziale

    tiH

    = h Equazione di Schroedinger dipendente

    dal tempo

    Per una particella

    ( )t

    itzyxVm

    =

    + hh ,,,2

    22

    Altri Postulati

    vedremo che saranno necessari ulteriori postulati per trattare lo

    SPIN

  • fm - 19

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Per il momento vediamo una serie di conseguenze ( dimostrabili) di questi postulati che chiameremo corollari

    corollario 1 Le quantit misurabili sono numeri reali corollario 2a Le autofunzioni m e n delloperatore con

    autovalori am ed an ( cio con autovalori diversi) sono ortogonali

    2b Due autofunzioni degeneri di un operatore (cio con il medesimo autovalore) possono essere combinate linearmente per realizzare funzioni ortogonali ed ancora autofunzioni delloperatore (questa propriet discende dalla linearit degli operatori di interesse in meccanica quantistica)

    corollario 3 Se lenergia potenziale di un sistema non dipende esplicitamente dal tempo la densit di probabilit non dipende dal tempo e lenergia totale ricavabile dallequazione ( ) ( )nEnH 33 = Equazione di Schroedinger indipendente dal tempo

    Di questultimo vediamone il perch per una particella

  • fm - 20

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Per risolvere lequazione di Schroedinger dipendente

    dal tempo =t

    H h i supponiamo che la funzione

    donda complessiva sia esprimibile come: ( ) ( ) ( )tzyxtzyxf = ,,,,,

    ft

    f = h i H

    =t

    h i H

    =t

    h i H

    dividendo per

    = t1 i H1 h

    sono funzione di variabili indipendenti f ( coordinate ) = f ( tempo )

    == t1 i costante H1 h

    E

    = E H t iE dd h=

    Equazione di Schroedinger indipendente dal tempo ( Stato Stazionario )

    stiamo cercando di separare le variabili

  • fm - 21

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Vediamo la dipendenza temporale

    ( ) tiEt

    iE

    AeAet

    dtiEd

    hh

    h==

    =

    Complessivamente

    ( ) ( ) ( ) tiE

    Aezyxtzyxf h== ,,,,

    f2=ff*= * non dipende dal tempo Pi in generale

    ( ) ( ) ==

    i

    tiiE

    ii

    iii

    ezyxctzyxf

    EH

    h,,,,,

    tutte le soluzioni sono esprimibili come somma di stati stazionari

    Il tutto pu essere cos rappresentato

    - tenendo conto che

    h

    hhh

    / E con ..ecc. :tra oscilla

    i=

    =

    111

    sincos

    i,,,-i,-

    tEitEe iitiiE

    - la funzione donda oscilla da ampiezze positive ad ampiezze negative ecc. con frequenza proporzionale allEnergia

    A=1 per avere normalizzata A inglobato nella costante di normalizzazione di (x,y,z)

    ci costanti arbitrarie complesse

    Re

    Imm

  • fm - 22

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    se immaginiamo di osservare la sola parte reale, nel caso di uno stato stazionario, la onda oscilla nel tempo senza spostarsi nello spazio

    .. Corollario 4 E possibile conoscere

    contemporaneamente e con precisione i valori di due variabili dinamiche soltanto se gli operatori corrispondenti commutano

    INFATTI

    Se entrambe le variabili devono essere note con precisione deve esistere una funzione di stato per la quale

    ==== abaaa ) ==== babbb

    QUINDI

    [ ] ,0 ===

    VICEVERSA abbiamo gi visto che non tutti gli operatori della quantomeccanica commutano

    =x

    xpx x i- h

    =

    =x

    xiixx

    ixpx - - - hhh )(

  • fm - 23

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    = hixppx xx )( [ ] hipx x =, tutto ci differisce dalla meccanica classica si parla di

    Grandezze CONIUGATE (variabili) NON CONIUGATE

    A tutto ci legato il

    Principio di indeterminazione di Heisenberg

    Per un sistema in uno stato arbitrario le generiche osservabili fisiche e non possono essere determinate simultaneamente con precisione se e non commutano

    Una misura della imprecisione di e la varianza dei risultati a e b

    Si pu dimostrare che

    [ ][ ]

    ,21

    ,21

    21

    ba

    ba

    ba

    Se e commutano si possono conoscere con precisione entrambe le variabili

    Se e non commutano non si pu scendere al di sotto del limite precedente

    il commutatore di x e xp vale hi

  • fm - 24

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    per x e xp)

    ( )

    2

    221

    21 2/1

    h

    hhhh

    ==

    xpx

    xpx iii

    Poich sempre possibile conoscere con precisione una delle variabili, laltra determinata nei limiti indicati

    Vediamo le propriet di commutazione e,quindi,le

    eventuali limitazioni nella misura dei momenti angolari

    =y

    zz

    yiLx h

    =z

    xx

    ziLy h

    =x

    yy

    xiLz h

    quanto vale il commutatore di xL ed yL ?

    +

    +=

    =

    =

    zyxz

    xyz

    zxy

    xzyz

    xy

    zx

    xz

    yz

    zyLL yx

    222

    2

    222

    2

    h

    h

    +

    +

    =

    zyxz

    yx

    zxy

    xyz

    xzyzLL xy

    2

    2

    222

    22 h

    zxyyx Liyx

    xyLLLL 2 hh =

    =

  • fm - 25

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    generalizzando

    xyzzy LiLLLL h=

    yzxxz LiLLLL h= Invece per il Momento angolare totale

    22222 LLLLL zyx =++= 0 22 xx LLLL

    in conclusione possibile conoscere il momento angolare totale ed

    una delle componenti non possibile conoscere il momento angolare totale e

    due componenti Esiste anche una limitazione relativa alla energia ed al

    tempo che,peraltro, di natura diversa. Per vederla sarebbe necessario affrontare il problema di

    come varia nel tempo il valore di aspettazione

    e la conseguente Indeterminazione Energia-Tempo Il tempo non una variabile simile a

    posizione,momento,energia: un Parametro

    - nella nostra rappresentazione (quella di Schroedinger) non esiste un operatore tempo

    - la incertezza in tempo non esprimibile come un intervallo dei valori di aspettazione

  • fm - 26

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    - per una generica variabile cui sia associato loperatore

    si puo dimostrare che

    2htE lintervallo di tempo nel quale il valore di aspettazione di cambia di una quantit pari alla sua deviazione standard

    lincertezza sullenergia dipende dalla natura della variabile associata a . Se cambia poco nel tempo lincertezza su E sar piccola e viceversa

    il tutto puo, piu semplicemente, essere espresso

    dicendo che se t il tempo di vita di un determinato stato di un sistema allora la indeterminazione della energia di questo stato tale che

    2htE

    in linea di principio, per uno stato stazionario =t e la energia nota con esattezza

    Il caso di maggior interesse quello della Spettroscopia nella quale si misura una differenza di energia corrispondente ad una frequenza

    hE = 2/h= thtE

    4/1t In pratica t dipende dal tempo di permanenza nello

    stato eccitato ( 10-8 10-10 s )

    113~197 1031031010 cms

  • fm - 27

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Corollario 5 Le autofunzioni di ogni operatore quantomeccanico corrispondente ad una variabile osservabile costituiscono un insieme completo e ortonormale.

    Cosa un insieme di funzioni completo? Per quanto ci serve sufficiente la definizione: Una serie di funzioni ,..., 21 con determinati requisiti completa se una generica funzione f con gli stessi requisiti esprimibile come

    =i

    iicf

    CONSEGUENZE: ogni combinazione lineare di un insieme di

    autofunzioni degeneri ancora una autofunzione con il medesimo autovalore

    Il corollario ci consente di dedurre leffetto di un

    operatore su di una funzione che non una delle sue autofunzioni

    Indaghiamo meglio sulla natura del valore di aspettazione di un operatore

    lo stato del sistema descritto da una

    ha un insieme completo e ortogonale di autofunzioni i

    La funzione f pu essere espansa in termini delle funzioni i

    sistema fisico

    normalizzata non autofunzione di un operatore

  • fm - 28

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Dal corollario si ha che =i

    iic ed il valore di aspettazione della variabile associata ad

    ==

    ===

    ==

    i jijjji

    i jjijji

    i jjjiji

    i jjiji

    jjj

    iii

    accacc

    acccc

    cca

    == i

    iii

    iii acacca2

    - Ogni singola misura della variabile

    corrispondente allo operatore fornir uno degli autovalori ia

    - Il valore medio delle misure una media pesata sui ii cc

    * degli autovalori ai

    - Ogni 2ic la probabilit che venga misurato il corrispondente autovalore ia

    - 2ic la probabilit che il sistema venga trovato in uno stato descritto dalla funzione i

    Peraltro

    jiji

    ii

    iijj

    ii

    ccc

    c

    ====

    : infatti

    Tutto ci pu essere considerato come: - Lespansione della nelle autofunzioni i - Lo stato come SOVRAPPOSIZIONE degli

    AUTOSTATI i (uno stato scomposto nei vettori componenti che sono stati puri)

  • fm - 29

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Corollario 6 Se due operatori e hanno un insieme completo di

    autofunzioni simultanee allora i due operatori commutano

    Se due operatori e commutano possiamo trovare un insieme completo di funzioni che sono autofunzioni simultaneamente di entrambi gli operatori

    Principio di corrispondenza di Bohr una delle forme in cui puo essere espresso :

    Per h che tende a zero, cio per dimensioni macroscopiche del sistema in esame, i risultati della trattazione quantomeccanica tendono a divenire uguali a quelli della analisi classica

    (naturalmente rimane vero che poich h non , in realta, una variabile i risultati classici e quantistici sono diversi)

    alternativamente ( per esempio): Un pacchetto donde ben definito si muove in accordo alle leggi di meccanica classica della particella che rappresenta

    INFATTI secondo il teorema di Ehrenfest

    dtxd

    mp = FdxVd

    dtpd ==

    si tratta della generalizzazione quantomeccanica delle espressioni classiche del moto; cio, i valori di

    aspettazione di F ed dtVd ,p seguono le leggi classiche:

    Newton di e amFdt

    xdmp ==

  • fm - 30

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Un breve approfondimento sui bra e ket ce rappresentano il medesimo stato fisico

    (per postulato) in termini di vettori questo significa che ne conta soltanto lorientazione e non la lunghezza

    i un membro dello spazio duale dei bra

    corrisponde al ket i i*c il bra duale di ic gli operatori agiscono sui bra da destra e si

    genera un altro bra in generale non corrisponde a

    SE corrisponde a +

    ed + sono luno laggiunto dellaltro SE

    = + hermitiano ed autoaggiunto

    ed non hanno senso (non sono leciti) ( ) ( ) il prodotto scalare interno esiste anche il Prodotto esterno che un operatore che quando opera sulla la trasforma in una funzione (un ket)

    proporzionale alla infatti

    = = tetancos

  • fm - 31

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    un particolare prodotto esterno loperatore di

    proiezione iii P= quando applicato ad una :

    ii il risultato un ket proporzionale a i

    cio loperatore iP ha proiettato in i

    nel caso dellespansione di una in un set di funzioni ortonormali i sappiamo che:

    = i

    iic

    e che = iic

    quindi =

    iii =

    iii

    poich poi la arbitraria ne consegue che 1=

    iii

    relazione di completezza

    perch legata al criterio di completezza la relazione precedente puo essere inserita in una

    equazione in qualsiasi punto della medesima: per esempio

    1

    1

    22 ===

    =

    ==

    ii

    iii

    ii

    iii

    c

  • Universit di Roma La Sapienza ps - 1

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    PARTICELLA NELLA SCATOLA

    Iniziamo ad affrontare i sistemi modello che sono utili in Chimica (e per i quali si riesce a risolvere la equazione di Schroedinger) con un modello adatto ai GAS IDEALI

    - particelle puntiformi - nessuna interazione fra le particelle

    0=

    TdVdU

    - soltanto energia cinetica

    in una dimensione

    esplicitiamo le condizioni di un sistema fisico nel quale una particella di massa m confinata in una buca di potenziale di profondit infinita

    V(x) ha questo aspetto

    ( ) axxV = 00

    ( )ax

    xxV

    >

    =

    Quello che abbiamo visto non altro che un caso particolare del Metodo Variazionale

    valore di aspettazione dellenergia

  • Universit di Roma La Sapienza he-4

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Metodo Variazionale Il teorema Variazionale asserisce che:

    Se una funzione a buon comportamento che soddisfa alle condizioni al contorno del problema di interesse il valore di aspettazione di H calcolato con la soddisfa la disuguaglianza 0 EHEprova = dove 0E la energia vera dello stato fondamentale

    Vediamo perch:

    0 00 == EHIEEprova

    espandiamo la nelle autofunzioni di H

    (per le quali iii EH = ) = iic = iic

    ( )( ) 0

    02

    0*

    0*

    =

    ==

    EEc

    EEccEHccI

    ii

    ijiij jijiij ji

    0 0

  • Universit di Roma La Sapienza he-5

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Qualunque sia la funzione di prova provaE non mai minore di 0E

    Il metodo si presta ad essere usato con parametri

    da ottimizzare minimizzando E

    Si esegue la cosiddetta ottimizzazione variazionale

    per esempio con ( ) ( ) ( )21112,1 1121 HsHsss ==

    dove ( ) rZHs eZa rZaZ =

    =*23*

    210

    1*23

    0

    *

    2111exp1

    ( Z un parametro )

    provaEZZZ =

    *

    1652*2

    ==

    165*20

    *ZZ

    ZE

    VeEZZE h 49.778477.21627

    165

    1627 22*

    ==

    =

    =

    =

    il termine con Z deriva dall Hamiltoniano mentre quelli con Z * hanno origine dalla funzione donda

  • Universit di Roma La Sapienza he-6

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Notiamo che: ZZ

  • Universit di Roma La Sapienza he-7

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Alcune osservazioni sul Metodo Variazionale Le Energie convergono verso il valor vero pi

    rapidamente di quanto facciano le funzioni donda

    - anche con funzioni donda scadenti si possono avere Energie buone

    peraltro - A parte lenergia, altre grandezze ( per esempio il

    momento di dipolo) possono essere scadenti come le

    La dimostrazione che abbiamo visto si riferisce alla

    stima della energia del livello fondamentale 0E come limite inferiore della provaE

    provaE limite superiore della veraE0 Esistono altri metodi di tipo genericamente

    variazionale che forniscono un limite inferiore In casi particolari ( e con difficolt ) il metodo

    variazionale pu essere esteso anche alla stima dei livelli eccitati

    Un importante caso particolare quello delle

    funzioni di prova che sono combinazioni lineari di un insieme non completo di adatte funzioni donda

    Sovrapposizione di stati variazionale lineare

    lo vediamo in seguito

  • Universit di Roma La Sapienza he-8

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Unalternativa per affrontare problemi non risolubili esattamente la Teoria delle Perturbazioni Ne vediamo la forma applicabile a sistemi non

    dipendenti dal tempo Supponiamo che per un qualche sistema si sia in

    grado di risolvere la eq. di Schroedinger

    0000 iii EH =

    Supponiamo che per un qualche sistema (che quello di nostro interesse) non si sia capaci di risolvere la eq. di Schroedinger. ma lHamiltoniano di questo sistema sia simile ed esprimibile con

    PHHH 0 +=

    Questa la PERTURBAZIONE

    Lipotesi che questo termine

    sia piccolo

    autofunzioni noteed

    autovalori noti

  • Universit di Roma La Sapienza he-9

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Il nostro scopo quello di mettere in relazione

    autovalori autovalori e e autofunzioni autofunzioni del del Sistema non Sistema perturbato perturbato

    Immaginiamo di applicare la perturbazione in modo graduale s da avere una variazione continua dallo stato perturbato a quello non perturbato

    matematicamente

    PHHH 0 += 0 1

    ...33221 +++ HHH

    Se il tutto funziona le i soluzioni di iii EH =

    sono simili alle 0i e le iE alle 0iE

    Gli stati i e

    0i dovrebbero essere correlati nel

    senso che per ( )10 il sistema descritto da 0i finisce in i

  • Universit di Roma La Sapienza he-10

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Si possono esprimere le autofunzioni i e gli

    autovalori iE in serie di potenze del parametro

    2210 HHHH ++=

    2210

    2210

    iiii

    iiii

    EEEE

    ++=

    ++=

    una sorta di etichetta per tenere

    conto del livello della approssimazione

    non ha un vero significato fisico ed alla fine viene posto uguale ad 1

    - Correzioni lineari in sono del I ordine quadratiche in sono del II ordine

    (sperabilmente minori) Procedendo nella elaborazione della teoria si

    ottengono una serie di relazioni per i vari ordini di perturbazione che andranno usati per ricavare la Energia e la Funzione donda che ci interessa sommando i contributi

    ....

    .....210

    210

    +++=

    +++=

    iiii

    iiii EEEE

    Ordine Zero

    0000 iii EH =

    non ci dice nulla di nuovo

    la eq. di Schroedinger per il sistema noto approssimazione di ordine zero

  • Universit di Roma La Sapienza he-11

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    I Ordine Autovalori

    10101 iiiii HHE ==

    Questa relazione va cosi interpretata:

    la correzione di energia al I ordine il valore medio della perturbazione del I ordine sullo stato non perturbato

    I Ordine - Autofunzioni

    00

    0101011

    ticoefficien i dove

    ji

    ijji

    ijjjii EE

    Hcc

    ==

    e, quindi, complessivamente:

    =

    ijj

    ji

    iji EE

    H0

    00

    0101

    La perturbazione modifica la funzione donda

    sovrapponendo le altre funzioni donda di ordine zero

    Lentit di ogni coefficiente della sovrapposizione

    dipende da:

    1. Lelemento di matrice della perturbazione che mescola due stati

    H1ji

  • Universit di Roma La Sapienza he-12

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    2. La differenza di energia fra gli stati che vengono mescolati

    Osservazioni ed Avvertenze Dalla nostra esposizione sono esclusi i casi

    degeneri

    Il E al denominatore va a zero

    Ovviamente vi sono espressioni utili per le correzioni di ordine superiore, per esempio

    1100202 iiiii HHE +=

    qui si pu notare che si ha la E di II ordine con la

    1 del I ordine

    in realt con una corretta allordine n

    si ha E 12 +n

  • Universit di Roma La Sapienza he-13

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Latomo di Elio con la Teoria delle Perturbazioni Avevamo lHamiltoniano

    ( ) ( )12

    21121

    rHHH ++=

    secondo la teoria delle perturbazioni

    1010

    201 HHHHHH +=++=

    ORDINE ZERO Separando le variabili 02010 = 001

    01

    01 iEH =

    02

    02

    02

    02 = EH

    HEE 20

    = Z=2 hEE 4

    0=

    II ORDINE Le nostre 0201 e sono gli s1 dellIdrogeno

    2132231230 111 ZrZrZrZr eeZeZeZ ==

    Usiamo la espressione dellEnergia al I ordine === 0

    12

    00101 1r

    HE

    ovviamente come nelcaso a particelle indipendenti

  • Universit di Roma La Sapienza he-14

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    hh

    HHH

    ZrZr

    EE

    EEEEEE

    dddddrdrsenr

    senrr

    eeZ

    75.22375.1852

    85

    1

    10

    212121222

    12

    112

    220

    12000

    20

    202

    6

    ==

    +=+==

    =

    =

    Riassumendo ecco alcuni esempi di calcoli

  • Universit di Roma La Sapienza he-15

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Spin nelle funzioni donda dellatomo di Elio Sino ad ora abbiamo trattato latomo di Elio senza tener conto dello spin degli elettroni

    Principio di PAULI Si tratta di un principio che riguarda la relazione fra

    SPIN e SIMMETRIA delle

    - Emerge naturalmente in una

    trattazione Relativistica - Lo introdurremo come un

    Postulato aggiuntivo Particelle identiche sono classicamente DISTINGUIBILI

    Almeno in via di principio mediante la loro posizione (conoscendo la traiettoria)

    quantisticamente INDISTINGUIBILI

    La traiettoria non ha pi significato

    Massa, Carica, eccIdentiche

  • Universit di Roma La Sapienza he-16

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    la 2 ci fornisce la Densit

    di probabilit Se in un dV troviamo una particella non possiamo sapere quale

    QUINDI

    Per un sistema, per esempio, con due particelle la eq. di Schroedinger e le sue soluzioni devono essere identiche anche se scambiamo le particelle

    ( ) ( )2122

    221

    2,

    222,1 qqV

    mmH += hh

    ( )2,1H uguale ad ( ) simmetrico ; HH 1,2 se cosi non fosse

    la eq. e le sue soluzioni consentirebbero di distinguere le particelle

    Definendo un operatore di Permutazione, cio di un operatore che scambia le coordinate della particella 1 con quelle della particella 2

    ( ) ( )122112 ,, qqqqP =

    12 PH e commutano [ ] 0, 12 =PH infatti ( ) 12121221122121121212121212 ==== PHHHHPHP

    quindi, possono esserci autofunzioni comuni di 12P ed H

    q1 e q2 includono coordinate spaziali e di spin

  • Universit di Roma La Sapienza he-17

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Vediamo gli autovalori di 12P ( ) ( )21122112 ,, qqpqqP =

    ( ) ( ) ( )

    ( ) ( ) ( )

    11

    ,1,,

    ,,,

    12212

    2112122112122

    12

    21212211212211212

    212

    ==

    ===

    ===

    pp

    qqqqPqqPPP

    qqpqqpPqqPPP

    quindi

    anche ed

    In conclusione per incorporare nella trattazione quantomeccanica la indistinguibilit di due particelle identiche le funzioni donda possono essere soltanto quelle che sono autofunzioni simultanee di 12 PH e QUINDI

    Simmetriche ( ) ( )1,22,1 = Antisimmetriche ( ) ( )1,22,1 =

    infatti entrambe sono fisicamente possibili perch la quantit osservabile 2 non varia con lo scambio di particelle identiche ( 22

    12 =P ) qui interviene il Principio di PAULI

    POSTULATO Per le particelle con spin intero ( BOSONI ) =12P Per le particelle con spin semintero ( FERMIONI ) =12P

    esempi di BOSONI

    nucleo di )0(4 =spineH ,nucleo di H2 (spin=1)

    fotoni esempi di FERMIONI : Elettroni,Protoni

    nucleo di eH3

  • Universit di Roma La Sapienza he-18

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Una importante conseguenza dellantisimmetria della dei fermioni che:

    - se le coordinate di spin e spaziali di due elettroni (1 e 2 ) sono uguali

    ( ) ( )n4311n4311 qqqqqqqqqq ,,,,,,,,,, KK = il che vero soltanto se

    ( ) 0,,,,, 3211 = nqqqqq K

    CIOE Due elettroni con il medesimo spin NON possono avere le

    stesse coordinate spaziali

    Repulsione di PAULI (concetto statistico e non energetico )

    piu in generale Bosoni e Fermioni hanno un

    diverso comportamento; per esempio, per due particelle identiche e non interagenti che si trovano negli stati quantici a e b:

    per Bosoni ( ))2()1()2()1( abbaTot N += per Fermioni ( ))2()1()2()1( abbaTot N = se ora le due particelle hanno le medesime coordinate

    .)()()()1( 2121 eccqqqqqq aaaaa ====== la densita di probabilita risultante ( per reali )

    Bosoni Fermioni

    22

    222222

    2

    4

    2

    ba

    bababa

    Tot

    =

    ++

    0

    2 222222

    2

    =

    +

    bababa

    Tot

    CIOE

    la probabilita di essere nel medesimo punto dello spazio aumenta per i Bosoni si annulla per i Fermioni

  • Universit di Roma La Sapienza he-19

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Ora dobbiamo integrare i nostri risultati per lElio (incompleti, ma non errati) per tenere conto del principio di Pauli

    Anzich usare la teoria relativistica di Dirac appiccichiamo lo SPIN alla teoria di Schroedinger e, quindi, assumiamo che

    SO == (spin)(spaziale)

    ORBITALE

    SPIN ORBITALE Si pu osservare che lassunzione della come

    prodotto coerente con la approssimazione non relativistica che non prevede interazione fra lo spin ed il moto della particella nello spazio (anche se gi sappiamo che questa interazione, in realt, esiste; vedi ah 26

    Inoltre utile notare che ne discende una

    conseguenza semplice per le regole di selezione delle transizioni elettroniche

    affinch sia possibile una transizione

    = 2211 OSOS e deve essere diverso da zero quindi

    0 2121 SSOO e il che significa che

    021 essere deve SS cio che

    ortogonali essere devono non ed 21 SS

    lo Spin non puo cambiare

  • Universit di Roma La Sapienza he-20

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Stato fondamentale dellAtomo di Elio ( Spin incluso) Usando le idrogenoidi, allordine zero, la

    (spaziale) : ( ) ( )2111 ss autofunzione di 12P Per la (spin) abbiamo 4 possibilit

    ( ) ( )( ) ( )

    ( ) ( ) ( ) ( )( ) ( ) 4

    3

    2

    1

    122121112121

    =

    =

    =

    =

    ss

    Possiamo combinarle linearmente

    Per trovare le combinazioni notiamo che ( ) 4,3,2,1121 P= antisimmetrica

    infatti ( ) ( ) ( ) =+=== 11211212121212 11 PPPPP

    autovalore

    Applichiamo ( )121 P alle nostre i ( )( )( )( ) 34412

    433123312

    212

    111121112

    1

    1

    01

    01

    ==

    ==

    =

    ===

    P

    PP

    P

    PP

    nonautofunzioni di 12P

    tutte autofunzioni di H con il medesimo autovalore

    a meno di un termine costante (-1)

    =

  • Universit di Roma La Sapienza he-21

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    In conclusione lunica accettabile

    ( ) ( ) ( ) ( )122143 = complessivamente

    ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )[ ]12212111 = ssN Notiamo che la parte spaziale quella gi

    considerata H (nella nostra approssimazione)

    non opera sulle funzioni di spin QUINDI

    I risultati energetici a cui siamo giunti sono ancora validi

    Si pu vedere che questa funzione donda

    autofunzione di zSS 2 ed con autovalori =0

    - Abbiamo ottenuto una sola funzione accettabile - Stato di SINGOLETTO - molteplicit di Spin 112 =+S

  • Universit di Roma La Sapienza he-22

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Una interpretazione fisica (da usare con cautela) che: gli elettroni sono appaiati i relativi SPIN giacciono sui coni sempre

    in direzione opposta

    Infine si pu notare che (per H non relativistico

    loperatore Hamiltoniano non opera sulle coordinate di spin) [ ] [ ] 0,0, 2 == SHSH z

    ( zSS

    2 ed sono costanti del moto ) Donde la convenienza a classificare gli stati con la molteplicit di Spin

    Se si introducesse la interazione di SPIN- ORBITA

    SOHHH +=

    [ ] 0, 2 + SHH SO

    la molteplicit di Spin non sarebbe ben definita compaiono fenomeni nei quali lo Spin cambia fosforescenza intersystem crossing

    ( zSS 2 ed non sono piucostanti

    del moto )

  • Universit di Roma La Sapienza he-23

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Stato eccitato dellatomo di Elio Funzioni donda

    Con lapprossimazione di totale prodotto di idrogenoidi costruiamo delle funzioni donda in accordo al principio di Pauli usando ss 21 e

    Simmetria Simmetria

    ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )

    ( ) ( )( ) ( ) ( ) ( )2121

    212121122211

    +

    ssss

    ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )212121122211 + ssss Abbiamo 4 funzioni donda: spin totale S 3 stati con la stessa spaziale TRIPLETTO 1 1 stato SINGOLETTO 0 Dagli autovalori

    di 2S Le di spin del tripletto corrispondono ad elettroni

    per i quali :

    21=sm per entrambi gli elettroni

    A

    S

    S

    S

    S

    A

    Parte Spaziale

    Parte di Spin

  • Universit di Roma La Sapienza he-24

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    21

    =sm per entrambi gli elettroni

    sm miscela simmetrica di 21 e 2

    1

    Le di spin del singoletto corrispondono ad elettroni

    per i quali : sm miscela antisimmetrica di 2

    1 ed 21

    Energie Per vedere quale sia lenergia corrispondente a questi

    nuovi stati ( funzioni donda ) possiamo calcolare il valore di aspettazione di

    ( ) ( )12

    21121

    rHHH ++=

    tot

    tottot HE = H non opera sulle di SPIN

    Stato di Tripletto

    ( ) ( ) ( ) ( )[ ] ( ) ( ) HssssNE 2121122211 = ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )[ ]2112221121 ssss =

    quello esatto

    sono quelle approssimatetrovate ora

  • Universit di Roma La Sapienza he-25

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    = ( ) ( ) ( ) ( ) 2121 N

    {}=+

    )2(1)1(2)2(1)1(2)2(2)1(1)2(1)1(2

    )2(1)1(2)2(2)1(1)2(2)1(1)2(2)1(1

    ssHssssHss

    ssHssssHss

    {

    }=

    +

    )()()()()()()()(

    )()()()()()()()(

    2s21s1H2s11s22s11s2H2s11s2

    2s11s2H2s21s12s21s1H2s21s1

    ( ) ( ) ( ) ( ) = 21212 N = 1 se e sono

    ortonormali { }= )2(1)1(2)2(2)1(1)2(2)1(1)2(2)1(1 ssHssssHss

    ssssss KJEE 212121 ++=

    )2(2)1(11)2(2)1(1

    )2(1)1(21)2(2)1(1

    12

    12

    ssr

    ss

    ssr

    ss

    ssJ 21 Integrale di Coulomb repulsione fra le densita di carica associate agli 1s e 2s

    infatti

    [ ] [ ] 2112

    2221

    1)2(2)1(1 ddr

    ssJ ss = un termine sempre positivo che per lo He vale .4195 Hartrees

    sono identici a coppie in quanto indifferente etichettare gli elettroni come 1 e 2 oppure 2 ed 1 ( gli indici sono fittizi perch la integrazione sulle coordinate sia di uno che dellaltro elettrone )

  • Universit di Roma La Sapienza he-26

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    ssK 21 Integrale di scambio

    ha origine dal requisito di antisimmetria della tot

    rappresenta la repulsione fra la

    sovrapposizione ss 21 e se stessa

    [ ] [ ] [ ][ ] 2112

    21 )2(2)2(11)1(2)1(1 ddss

    rssK ss =

    normalmente (ma non sempre) positivo (

    per lo Hartrees044.=eH ) fisicamente si pu osservare che la

    funzione donda si annulla se gli elettroni hanno le stesse coordinate

    poich compare con un segno negativo

    (ed di norma positivo) la energia minore per una antisimmetrica di quanto sarebbe stata per una di elettroni distinguibili

    in quanto antisimmetrica la si

    annulla se gli elettroni hanno le medesime coordinate: Il buco (buca di Fermi) che ne risulta diminuisce la repulsione ed abbassa lenergia totale

    si pu anche notare che poich la continua e deve divenire nulla per q(1)=q(2) essa deve incominciare a diminuire prima che le coordinate coincidano

  • Universit di Roma La Sapienza he-27

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Complessivamente

    HartreesHartrees

    EEEEE hhhh

    1755.21245.2

    044.04195.0212

    =

    =+=

    sperimentale Stato di Singoletto

    HartreesHartrees

    KJEEE ssssss1465.20365.2

    212121

    =

    =+++=

    sperimentale ETripletto < ESingoletto DEcalc ( 0.088)= buon successo = 3.03 DEsperim (0.029) MA

  • Universit di Roma La Sapienza he-28

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Determinanti di Slater Il modo usato per ricavare le correttamente

    antisimmetrizate troppo laborioso per atomi con pi elettroni

    Slater ha introdotto un metodo che sfrutta le

    propriet dei determinanti di cambiare di segno scambiando righe o colonne

    Consideriamo, per esempio, uno degli stati di

    tripletto dellElio ( ) ( )[ ]12m1m ss =+

    ( ) ( ) ( ) ( )[ ] ( ) ( )[ ]

    ( ) ( ) ( ) ( )( ) ( ) ( ) ( )

    ( ) ( )( ) ( )

    ( ) ( )( ) ( )2SO2SO

    1SO1SON

    2SO2SO1SO1SO

    N

    22s222s111s211s1

    N

    212s11s22s21s1N

    21

    21

    21

    21

    =

    ==

    ==

    =

    Unaltra notazione usata frequentemente quella

    di scrivere soltanto gli elementi della diagonale della matrice

    nel nostro caso per esempio

    )2()1( 21 SOSON=

    la si pu scrivere come

    oppure invertendo Spin Orbitali ed Elettroni

    OS1 =Spin Orbitale 1 = =1s S 2 =Spin Orbitale 2 =2s

  • Universit di Roma La Sapienza he-29

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    In generale

    ( ) ( ) ( )( ) ( ) ( )

    ( ) ( ) ( )Quantici) (Stati Orbitali SpinN ed elettroniN conNSONSONSO

    2SO2SO2SO1SO1SO1SO

    N1

    N21

    N21

    N21

    ==

    =

    LMOMM

    LL

    !

    Notiamo che : > Scambiando righe o colonne la cambia di segno

    La correttamente antisimmetrica rispetto allo scambio di elettroni

    Se due righe fossero uguali (OS1 =OS2 ) la si annullerebbe

    non esiste la corrispondente a due elettroni assegnati al medesimo Spin-Orbitale

    in accordo con il Principio di Esclusione di Pauli

    Due elettroni ( Due Fermioni ) non possono essere simultaneamente nel

    medesimo stato quantico ( avere lo stesso insieme di numeri quantici )

  • Universit di Roma La Sapienza he-30

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Le cose non sono sempre cos semplici; si deve ricorrere a:

    combinazioni di Det. di Slater (per

    atomi con shell non complete) Teoria dei gruppi

    INOLTRE

    Stiamo pur sempre usando le approssimazioni:

    Particelle non interagenti Funzioni donda monoelettriche Spin Orbitali

    IN REALTA

    La eq. di Schroedinger per molti elettroni non

    separabile QUINDI

    La totale non pu essere scritta come un prodotto ( anche se antisimmetrizzato ) di

    funzioni monoelettroniche IN SINTESI Con i Determinanti di Slater:

    NON violiamo il principio di Pauli NON abbiamo risolto del tutto il problema: in

    pratica lo scambio di elettroni non un fenomeno fisico ma soltanto la correzione di un errore di origine e cio della errata descrizione che no tiene conto della indistinguibilita degli elettroni.

    La correlazione fra il moto degli elettroni non viene pienamente considerata

  • Universit di Roma La Sapienza ap-1

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    ATOMI POLIELETTRONICI

    Vediamone dapprima una descrizione qualitativa rimandandone i dettagli quantitativi.

    Non possibile risolvere la eq. di Schroedinger per sistemi ( atomi o molecole ) con due o pi elettroni

    Ci si aspetta, comunque, che si possa ancora usare la approssimazione di funzioni monoelettroniche, cio di orbitali che, pur essendo diversi da quelli degli atomi idrogenoidi, siano in numero uguale ed abbiano dipendenze angolari simili.

    Si possono,allora, usare degli orbitali idrogenoidi distorti per descrivere la struttura elettronica di un atomo con pi elettroni.

    Il campo elettrico prodotto dagli altri elettroni, per, rimuove la degenerazione degli orbitali con lo stesso numero quantico principale

    La sequenza dei livelli energetici diviene allora la seguente ( si pu det. sperimentalmente )

    .....43433221 pdspspss

  • Universit di Roma La Sapienza ap-2

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    La situazione pu essere descritta schematicamente come nel diagramma che segue

    Lordine degli orbitali dipende,inoltre, dal numero atomico

  • Universit di Roma La Sapienza ap-3

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Penetrazione e Shielding

    Il quesito : perch gli orbitali p hanno energia maggiore degli s ?

    Negli atomi polielettronici un elettrone risente di

    attrazione del nucleo

    repulsione degli altri elettroni

    Leffetto complessivo che lelettrone vedeuna carica nucleare effettiva Zeff = Z - S

    Shielding Costante di schermo

    La differenza nella parte radiale delle funzioni donda significa una diversa

    Penetrazione

    Lelettrone s pu trovarsi sul nucleo (il p no )

    Lelettrone ,per esempio,2s penetra attraverso gli elettroni 1s che schermano gli elettroni esterni e risente in misura maggiore del 2p della carica nucleare

    Leffetto combinato della penetrazione e dello schermo separa le energie degli elettroni 2s e 2p

    Si tratta ora di vedere con quali regole si possono assegnare gli elettroni agli orbitali

    Principio di Esclusione di Pauli

  • Universit di Roma La Sapienza ap-4

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Ogni orbitale in grado di ospitare soltanto due elettroni (uno con 2121 -== ss mm conunoed )

    Si tratta,allora, di riempire la sequenza degli orbitali seguendo il principio dello AUFBAU

    Si dispongono gli elettroni negli orbitali ( non pi di due elettroni per orbitale) cominciando da quelli ad energia minore in ordine di energia crescente

    Si ottengono le cosiddette configurazioni

    Na Na I 1s2 2s2 2p6 3s

    Cl Cl I 1s2 2s2 2p6 3s2 3p5

    Al+ Al II 1s2 2s2 2p6 3s2

    Si deve notare che esistono configurazioni meno stabili

    Na I Ne 3p (a ~ 16960 cm-1 dal fondamentale)

    Na I Ne 4s (a ~ 25700 cm-1 dal fondamentale)

    Per ogni configurazione si possono avere vari stati di moto con energia diversa

    Termini e livelli spettroscopici

  • Universit di Roma La Sapienza ap-5

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    E il principio di Esclusione che porta allesistenza stessa della tavola periodica degli elementi ed alle conseguenti PERIODICITA

    Per esempio per le Energie di Ionizzazione

    lungo un periodo la carica nucleare aumenta e,quindi, aumenta lenergia di interazione nucleo-elettroneLi - Be , B -C - N , O - F - Ne

    Gli orbitali p sono meno legati degli s ecc.Be - B

    quando lAufbau porta ad accoppiare gli elettroni la repulsione fra questi maggiore di quanto ci si attende da una semplice estrapolazione

    N -O

    Un cambio di numero quantico principale significa una maggiore distanza ed un efficiente schermo da parte del guscio completo del periodo precedenteNe - Na

  • Universit di Roma La Sapienza ap-6

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Vediamo,ora, di affrontare il problema degli atomi polielettronici in modo pi rigoroso.

    Loperatore Hamiltoniano, supponendo il nucleo fermo, il seguente:

    >

    +-

    -=i i ij ijii

    irr

    ZH 12

    2

    La vera autofunzione dovr quindi essere una Yche tiene conto complessivamente delle coordinate di tutti gli elettroni

    ( )nnn z,y,x.,..y,x,z,y,x 22111Y=Y

    Il moto di ogni elettrone dipende dal moto degli altri in quanto ognuno risente della posizione relativa

    degli altri attraverso il termine repulsivo

    ijr1

    - Proprio questo termine impedisce di fattorizzare il problema , separare le variabili e risolvere la eq. di Schroedinger.

    - Non si puo nemmeno trattare il tutto perturbativamente perch il contributo di questi termini dello stesso ordine di grandezza degli altri

    Si deve ricorrere a metodi approssimati

    METODO HF-SCF

  • Universit di Roma La Sapienza ap-7

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Metodo HF-SCF ( Self Consistent Field )Campo Auto Coerente

    Auto Consistente

    Dobbiamo usare la approssimazione monoelettronica e, quindi, continuare ad usare gli spin-orbitali

    MApossiamo scrivere la funzione donda poliettronica in accordo al principio di Pauli come prodotto antisimmetrizzato di funzioni monoelettroniche (determinante di Slater)

    ( )

    ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )

    ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )

    elettronilidegnumeronnN

    O,.....,O,O,O,ODet

    .

    nnOnnOnnO..................................................OOOO....OOO

    z......,x,x

    N

    N

    N

    N

    n

    ==

    =

    =

    bba

    bbababa

    =Y

    2

    22222211111111

    2211

    11

    11

    211

    21

    KKKKKKKKK

    KKKKKKKKKKKKKK

    KKKKKKKKKKKKKK

    KKKKKKKKK

    KKKK

    dove Oi un orbitale (funzione delle sole coordinate spaziali) Oia uno spin orbitale (funzione delle coordinate

    spaziali e di quella di spin)

    In questo modo assumiamo di poter descrivere la struttura elettronica con un unico determinante con orbitali tutti doppiamente occupati

    stiamo usando la forma piu semplice del metodo (valida per shell chiuse, stati di singoletto)

  • Universit di Roma La Sapienza ap-8

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    Lidea quella di cercare la miglior forma analitica delle funzioni spaziali monoelettroniche Oi con il metodo variazionale.

    si cerca, quindi, il minimo del valore di aspettazione dellenergia della funzione scritta come determinante

    DetHDetE =detto in altri termini si usa come funzione di prova il determinante di Slater degli orbitali monoelettronici

    Hartree e Fock hanno dimostrato che si ottiene, per ogni orbitale, una equazione, cosiddetta di Hartree Fock di forma identica alla eq. di Schroedinger:

    )elettroninumeron;2nN,1,2,i( OOF iiii ====e= K

    Il singolo ORBITALE SPAZIALE

    [ ]KJrZ

    VrZ

    n

    jjj

    i

    i

    HFi

    i

    i

    -+-

    -

    =

    +-

    -

    =

    2

    1

    2

    2

    22

    2

    Operatore di Fock(Hamiltoniano Effettivo)

    Autovalore dellenergia dellORBITALE

  • Universit di Roma La Sapienza ap-9

    Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli

    In questo operatore sono identificabili:

    due termini esatti relativi a

    - energia cinetica

    - potenziale nucleo - elettrone

    termini appr