tempo

spazio movimento

Il tempo che diventa movimento, il movimento che si sviluppa nello

spazio, lo spazio per rappresentare il tempo

• A partire dalla definizione di tempo data dai bambini, ci siamo riallacciati a tutto quello che poteva parlare dell’argomento e che era riconducibile alla loro esperienza di tutti i giorni. Le unità e i multipli di tempo declinati in parole note quali giorno, settimana ,mese, parole che, pur rientrando nel vocabolario corrente, non erano percepite, nella loro durata, come convenzionalmente vengono intese dagli adulti. Il calendario, ciò che è già passato e ciò che arriverà, la scoperta di quanti giorni ci sono in una settimana e di quante settimane servono per formare un mese, il tempo della semina e della crescita di una piantina registrato con una stringa di colori che si ripetono dando un ritmo al trascorrere del tempo. Misurare il tempo andando a riprendere strani strumenti già sperimentati (meridiana) e scoprendone altri poco utilizzati (clessidra) o addirittura impensabili (orologio ad acqua). Così scoprire tempi lunghi (la giornata) o lunghissimi (l’anno di scuola), tempi brevi ma intensi come quello di una corsa e “questioni di un attimo” come un salto, un sorriso, un battito di mani. Segnare il tempo, annotare quel che succede in una giornata, attraverso simboli convenzionali e il lento gocciolio dell’orologio ad acqua, sapendo che giorno è perché l’acqua ha un colore particolare, sapendo che è quasi ora di pranzo perché ci avviciniamo alla linea dell’acqua del giorno prima. La contemporaneità delle azioni in spazi diversi, magari lontani, ma uniti dal riferimento temporale convenzionale. Alla fine il nostro tempo è scandito dalla somma di tutte le nostre azioni, del nostro movimento continuo che ha bisogno di uno spazio per poter essere rappresentato. Come si disegna il movimento? Dai particolari che ci fanno intuire il movimento alla ripetizione dell’immagine sovrapposta che disegna uno spostamento, lascia traccia di un movimento. Gli autoritratti alla maniera di Duchamp per rappresentare il movimento rapido della testa si trasformano in una sorta di scultura che riassume la visione da più punti di vista. I bambini sono anche stati protagonisti di una ripresa video effettuata da un regista che ha così documentato una sorta di riassunto delle attività più prettamente scientifiche del progetto.

Parlano i bambini:

Cos’è il tempo?

• Il tempo che scorre, i giorni che passano, i mesi

• C’è il passato (era ieri) e il futuro (è domani) e oggi è il presente

• Sta finendo l’inverno e arrivando la primavera

• Il presente dura pochissimo

A cosa serve il tempo?

• A vedere l’ora

• Passa l’ora e noi lavoriamo

• Mentre dormiamo, noi non ce ne accorgiamo ed un minuto ed è mattina

A cosa serve sapere che ore sono?

• A sapere se devi andare o no, a casa o a scuola

• Alle 5 Mati va in piscina e alle 6 a musica; Omar alle 6 va a calcio e quasi a mezzanotte va a letto; Tommy alle 5 va alla spesa; alle 10 o alle 9 Guenda va a letto; Andrea O. e Cate il martedì vanno in piscina e Cami alle 5 va a ginnastica

• Forse i tempi servono anche per vivere: non è che passi tutta la giornata a stare sul letto e a guardare le stelle…

Misurare il tempo

L’orologio

Perché guardiamo l’orologio?

• per vedere l’ora

• Se no non arriva il pranzo

E se usciamo da qui e non riusciamo più a vederlo? Come facciamo?

• La mamma ce l’ha sul braccio

• Anche il papà ce l’ha sul braccio e c’è anche a casa

Ma che ora segnano l’orologio della mamma e quello di casa?

• Tutti gli orologi segnano la stessa ora

• Se non abbiamo l’orologio arriviamo in ritardo

• Il mio nonno, però, mi viene a prendere anche se non ha l’orologio

Allora cerchiamo di ricordarci il lavoro fatto lo scorso anno: avevamo trovato un modo per vedere il passare del tempo utilizzando la luce del sole.

La Meridiana

Se riprendiamo lo gnomone che avevamo utilizzato lo scorso anno e proviamo a metterlo davanti alla finestra, possiamo registrare gli spostamenti della sua ombra fino all’ora in cui dovremo andare a casa.

Abbiamo osservato lo scorrere del tempo (nello spazio).

La clessidra

Oltre all’orologio (che non sappiamo ancora leggere) e alla meridiana (che non funziona senza sole) abbiamo scoperto il funzionamento della clessidra. Visto che quella che avevamo era molto piccola, ne abbiamo costruita una più grande che misurasse un tempo un po’ più lungo.

Abbiamo utilizzato due fustini di plastica, la colla a caldo, il collo di due bottiglie di plastica, il nastro di carta e della sabbia.

Eccola in funzione. È molto pesante e fragile e non sappiamo quanto tempo misura. Così abbiamo deciso di fare delle prove per vedere cosa saremmo riusciti a fare nel tempo misurato dalla nostra clessidra.

Pronti? via! A posto tutte le sedie, di corsa in aula gialla, ci sediamo, ci rialziamo e di nuovo corriamo in aula blu per tornare a sederci. Ce l’abbiamo fatta e c’è ancora un po’di sabbia, cioè un po’ di tempo.

Vuol dire che possiamo andare più lontano, perciò decidiamo di fare altre prove

Anche se siamo sempre molto veloci, non sempre il tempo che abbiamo a disposizione è sufficiente per fare quello che ci siamo proposti: alcune azioni sono più lunghe di altre e il tempo della clessidra non basta.

L’orologio ad acqua

Un altro modo per misurare il tempo, questa volta un tempo anche piuttosto lungo è rappresentato dall’orologio ad acqua che è stato montato in aula.

Da un serbatoio riempito con acqua, attraverso un rubinetto, le gocce cadono ritmicamente dentro ad un cilindro trasparente. Il livello sale con il trascorrere del tempo e ci permette di “prevedere “ la routine della giornata.

La prima misurazione è stata effettuata sul tempo di apertura della scuola: dalle 7,30 alle 17,00.

La seconda misurazione è partita all’ora di chiusura della scuola (17,00) fino alla riapertura del giorno dopo (7,30).

Questo ci ha permesso di osservare che il tempo di chiusura è più lungo di quello di apertura.

Per ricordare la successione delle azioni, abbiamo preparato dei simboli, pensando a quello che normalmente o eccezionalmente accade in una giornata scolastica. Ecco qualche esempio.

pranzo piscina

dormitorio giardino

merenda bagno salone

Per distinguere i giorni e ricordare cosa abbiamo fatto in ognuno di essi, abbiamo utilizzato i colori della nostra settimana, colorando anche l’acqua

Questi sono giovedì e venerdì.

Registrando lo scorrere dell’acqua in giorni diversi, abbiamo potuto osservare quanto durano le nostre attività, quali sono più lunghe di altre, quali capitano sempre più o meno allo stesso livello d’acqua, quali ricorrono più volte in una giornata. Alla fine abbiamo registrato una intera settimana, le cui strisce completavano il cilindro in cui gocciolava l’acqua.

Tempo di crescita

• Abbiamo cercato di capire quanto tempo fosse necessario perché un seme germogliasse facendo nascere una pianta. Abbiamo seminato tre tipi diversi di semi:

Fave fagioli neri salvia

• Quanto avremo aspettato? Ore, giorni, settimane, mesi? Per ricordarci del giorno della semina e contare i giorni fino al momento in cui avremmo visto spuntare qualcosa, abbiamo predisposto un istogramma e registrato quotidianamente le osservazioni e gli interventi.

E dopo soli 8 giorni abbiamo visto i germogli di fava che hanno continuato a crescere diventando delle belle piantine

Purtroppo i fagioli e la salvia non sono spuntati.

Ma quante settimane sono 8 giorni?

E quante settimane ci sono in un mese?

E quanti giorni in un mese?

Un giorno, una settimana, un mese

Anche se quotidianamente compiliamo il calendario e sappiamo i nomi dei giorni, non era molto chiaro che in una settimana ce ne sono sette e che questi si ripetono come per fare un girotondo.

Perciò siamo partiti proprio dal girotondo della settimana, utilizzando prima dei legnetti che rappresentavano i giorni, poi i cartelli della nostra striscia del calendario per arrivare a costruire l’orologio della settimana.

Ma quanto è “grande” un giorno rispetto ad una settimana e rispetto ad un mese?

Abbiamo rappresentato su un foglio quadrettato il mese di marzo, prendendo come unità di misura un giorno, formato da un quadrato di due quadretti di lato. Abbiamo potuto osservare la differenza di lunghezza di un giorno, rispetto a quella di una settimana e rispetto a quella di un mese. Abbiamo visto che in un mese ci sono quattro settimane e che “avanzano” dei giorni.

Così abbiamo capito meglio anche il nostro calendario che compiliamo ogni giorno: ormai l’anno si scuola non ha più segreti, quello che succede oggi, quello che è già passato e quello che arriverà

Rappresentare lo scorrere del tempo come movimento nello spazio

Come si disegna il movimento?

Qualcuno di noi aveva qualche idea….

Poi abbiamo provato a ripetere tante volte la sagoma di un oggetto spostandola di poco sul foglio

Ottenendo un effetto di movimento

Con non poca difficoltà siamo riusciti a tracciare, su un foglio molto grande, anche quattro istanti di due fra i nostri movimenti preferiti: la ruota (ginnaste in erba) e la rovesciata (calciatori si nasce…) che sono andati a comporre parte del pannello sul movimento.

Rivedere un movimento utilizzando il profilo del volto

Ispirati dal ritratto di Duchamp, ci siamo divertiti a rappresentare il movimento rapido del “voltare la testa”, utilizzando il nostro profilo e decorandolo come avrebbe fatto un pittore cubista.

Lasciar traccia di un movimento

Nel tempo di una clessidra abbiamo provato a lasciare una traccia che rimanesse a ricordo di un movimento. Dopo aver preparato un composto a base di gesso e poca colla vinavil, aiutandoci con piccoli strumenti, abbiamo rapidamente tracciato dei segni, che sono rimasti incisi come tracce indelebili.