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20 C 20 LA TERRA NELLO SPAZIO A ITINERARIO 2 piroclastiti UD C2 • Paragrafo 1 pomici UD B5 • Paragrafo 3 vulcanismo idromagmatico UD C2 • Paragrafo 1 acqua di falda UD B4 • Paragrafo 2 20 LA TERRA COME SISTEMA Clima e vegetazione del Monte Baldo L a catena del Monte Baldo – il rilievo più occi- dentale delle Prealpi Venete, lungo circa 37 km e largo in media 11 km – è orientata in direzione Nord Nord-Est/Sud Sud-Ovest e separa due grandi valli di origine glaciale: una percorsa dal fiume Adige (la Val Lagarina, a Est), l’altra occupata dal Lago di Garda (a Ovest). Sia il versante occidentale che quello orientale del Monte Baldo sono molto ripidi e i sentieri che li per- corrono consentono di passare in pochi kilometri dai 65 m sul livello del mare della sponda del lago, ai 2218 m della Cima Valdritta, il picco più alto della catena. Questa orografia particolare, unitamente alla presenza dell’ampio bacino lacustre del Garda, fa sì che «in poco spazio» siano concentrate specie vegeta- li caratteristiche di latitudini diverse: dalla flora di ti- po mediterraneo, come il leccio o la fillirea, a quella alpina delle quote più elevate, come la silene a cusci- netto o la sassifraga dei ruscelli. La peculiarità della vegetazione baldense non è legata solo alle odierne caratteristiche climatiche dell’area, ma anche alle an- tiche vicende glaciali del Quaternario. Durante l’ulti- ma glaciazione, terminata circa 10 000 anni fa, la sommità del Baldo spuntava come un’isola in un ma- re di ghiaccio. Scoperti in parte dai ghiacci e isolati dalle montagne circostanti, i versanti più alti del Monte Baldo hanno funzionato come stazione rifu- gio per le specie vegetali preesistenti (che risalivano all’Era cenozoica), ma anche come area di colonizza- zione per le specie sub-artiche e artiche che si erano spostate verso Sud e di quelle mediterranee che si era- no spinte a Nord nell’alternanza dei climi caldi e freddi delle fasi interglaciali e glaciali. Inoltre, il lungo isolamento geografico ha deter- minato la presenza sul Monte Baldo, come pure sulle altre cime comprese tra il Lago di Como e il Lago di Garda, di ben 26 specie vegetali endemiche (cioè esclusive): le intere Alpi ne annoverano 170. L’itinerario che vi proponiamo si sviluppa sul ver- sante orientale del Monte Baldo, cioè quello che si affaccia sulla Val Lagarina o Val d’Adige. Dapprima percorreremo a piedi il sentiero che dall’abitato di ITINERARIO 5 + La zona interessata da questo itinerario. PIANO DI VISITA Lago di Garda Monte Altissimo di Nago 2079 M o n t e B a l d o Cima Valdritta 2218 Punta del Telegrafo 2200 Adige Canale Cavallo di Novezza Lupia Palmieri, Parotto Immagini e itinerari del sistema Terra © 2006, Zanichelli editore

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20C20

LA TERRA NELLO SPAZIOA

ITINERARIO 2

piroclastitiUD C2 • Paragrafo 1

pomici UD B5 • Paragrafo 3

vulcanismo idromagmaticoUD C2 • Paragrafo 1

acqua di falda UD B4 • Paragrafo 2

20

LA TERRACOME SISTEMA

Clima e vegetazione del Monte Baldo

La catena del Monte Baldo – il rilievo più occi-dentale delle Prealpi Venete, lungo circa 37 km e

largo in media 11 km – è orientata in direzione NordNord-Est/Sud Sud-Ovest e separa due grandi valli diorigine glaciale: una percorsa dal fiume Adige (la ValLagarina, a Est), l’altra occupata dal Lago di Garda (aOvest).

Sia il versante occidentale che quello orientale delMonte Baldo sono molto ripidi e i sentieri che li per-corrono consentono di passare in pochi kilometri dai65 m sul livello del mare della sponda del lago, ai2218 m della Cima Valdritta, il picco più alto dellacatena. Questa orografia particolare, unitamente allapresenza dell’ampio bacino lacustre del Garda, fa sìche «in poco spazio» siano concentrate specie vegeta-li caratteristiche di latitudini diverse: dalla flora di ti-po mediterraneo, come il leccio o la fillirea, a quellaalpina delle quote più elevate, come la silene a cusci-netto o la sassifraga dei ruscelli. La peculiarità dellavegetazione baldense non è legata solo alle odiernecaratteristiche climatiche dell’area, ma anche alle an-

tiche vicende glaciali del Quaternario. Durante l’ulti-ma glaciazione, terminata circa 10 000 anni fa, lasommità del Baldo spuntava come un’isola in un ma-re di ghiaccio. Scoperti in parte dai ghiacci e isolatidalle montagne circostanti, i versanti più alti delMonte Baldo hanno funzionato come stazione rifu-gio per le specie vegetali preesistenti (che risalivanoall’Era cenozoica), ma anche come area di colonizza-zione per le specie sub-artiche e artiche che si eranospostate verso Sud e di quelle mediterranee che si era-no spinte a Nord nell’alternanza dei climi caldi efreddi delle fasi interglaciali e glaciali.

Inoltre, il lungo isolamento geografico ha deter-minato la presenza sul Monte Baldo, come pure sullealtre cime comprese tra il Lago di Como e il Lago diGarda, di ben 26 specie vegetali endemiche (cioèesclusive): le intere Alpi ne annoverano 170.

L’itinerario che vi proponiamo si sviluppa sul ver-sante orientale del Monte Baldo, cioè quello che siaffaccia sulla Val Lagarina o Val d’Adige. Dapprimapercorreremo a piedi il sentiero che dall’abitato di

ITINERARIO 5

+ La zona interessata da questo itinerario.

PIANO DI VISITA

La

go

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MonteAltissimodi Nago

2079

M o

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CimaValdritta

2218

Punta delTelegrafo

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Canale

Cavallo diNovezza

Lupia Palmieri, Parotto Immagini e itinerari del sistema Terra © 2006, Zanichelli editore

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ERCOLANO E POMPEI:DUE CITTÀSOTTO IL VULCANO 1IT

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camera magmaticaUD C2 • Paragrafo 1

nube ardente UD C2 • Paragrafo 2

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CLIMA E VEGETAZIONEDEL MONTE BALDO 5IT

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Per imboccare il sentiero ènecessario percorrere la

stradina che dalla chiesa par-rocchiale – situata nella partealta dell’abitato di Canaled’Adige – sale verso Nord.Come spesso accade per i sen-tieri di montagna, la stradinaè segnalata con dei segnaliconvenzionali: strisce rosse ebianche accompagnate da unnumero identificativo (inquesto caso, il numero 71),predisposti dal Club AlpinoItaliano (CAI). Il sentieropermette di attraversare unadelle zone più interessanti dalpunto di vista geomorfologi-co di tutto il versante meri-dionale del Baldo. Per esem-pio, lungo il tragitto potreteosservare grandi lastre di roc-cia levigate dalla discesa delle

masse glaciali quaternarie.Inoltre, le rocce che borda-

no il sentiero sono solcate daprofonde incisioni e scanala-ture, dette campi carreggiati(o karren), provocate dalladissoluzione dei calcari adopera dell’acqua piovana, re-sa leggermente acida dall’ani-dride carbonica presente nel-l’aria. Questo fenomeno,chiamato carsismo, è piutto-sto diffuso sul Monte Baldo,che è costituito principal-mente da calcari e dolomie,rocce sedimentarie marineche si sono depositate duran-te l’Era mesozoica nell’anticomare Tetide.

È stato calcolato che, sulBaldo, ogni 1000 anni, l’ac-qua piovana (che in mediaraggiunge i 1200 mm all’an-

no), asporta chimicamente1,2 kg di roccia per decimetroquadrato, cioè uno spessore diroccia pari a quasi 5 cm. Tut-tavia, l’acqua non scorre solosulla superficie ma si infiltraanche nelle fessure della roc-cia, contribuendo ad allargar-le e scavando una rete di ca-

vità e condotte sotterranee,cosicché una parte dell’erosio-ne avviene in profondità. Ilfenomeno carsico spiega lascarsità di corsi d’acqua super-ficiali sul Monte Baldo (èconsigliabile quindi portaresempre dell’acqua da bere du-rante le escursioni!).

PRIMA TAPPA

Le forme carsiche di Canale

Canale d’Adige (provincia di Verona, 146 m s.l.m.)sale fino a Rozza Galletto, una «sella» (cioè un avval-lamento tra due creste) situata alla quota di 556 ms.l.m. Poi ci sposteremo in pullman fino alla localitàCavallo di Novezza dove, passeggiando lungo la stra-da principale, osserveremo le caratteristiche della ve-

getazione alpina. Il percorso a piedi da Canale a Roz-za Galletto non presenta difficoltà tecniche e la solaandata richiede circa 2 ore; la passeggiata lungo lastrada dal Cavallo di Novezza ha una durata a piace-re. La stagione consigliata per questo itinerario è laprimavera, da metà aprile a metà giugno.

> Il versante sudo-rientale del MonteBaldo, in una veduta invernale.

= I calcari di Canale d’Adige sonopercorsi da solchi chiamati karren,tipiche forme di erosione carsica.

= Superfici levigate dall’erosione dei ghiacci.

Canale

Lupia Palmieri, Parotto Immagini e itinerari del sistema Terra © 2006, Zanichelli editore

LA TERRACOME SISTEMA

Il sentiero sale fino a portarsiall’altezza dell’abitato di Tes-

sari (dove interseca una mulat-tiera) e prosegue con pendenza

costante addentrandosi nel bo-sco di leccio, una quercia tipicadel clima mediterraneo. Comemai si trova qui? La presenza di

specie mediterranee come illeccio, l’alloro, il pungitopo, ilterebinto, il cipresso (unapianta mediterranea introdottasul nostro territorio dagli Etru-schi), il ligustro ecc. è determi-nata dall’influenza del Lago diGarda che, con la sua enormemassa d’acqua, contribuisce alimitare le escursioni termichee a mitigare il clima. Anche l’e-sposizione del versante (che inquesto caso guarda verso Sude-st) è importante per determi-nare le condizioni di tempera-tura e umidità che rendonopossibile la presenza di questespecie. (Ricorda, infatti, chenel nostro emisfero i versantirivolti a Sud godono di un pe-

riodo di insolazione più lungodi quelli esposti a Nord.)

Il leccio è una pianta sem-preverde diffusa soprattuttonell’area mediterranea. Circa10 000 anni fa, dopo l’ultimaglaciazione e durante una fasecalda intermedia, il leccio si èspinto verso Nord e, al verifi-carsi di una nuova fase fredda,ha trovato sul Baldo delle oasirelativamente calde e asciutte,dove è potuto sopravvivere.

Tutte le piante che abbiamocitato (e molte altre presentiabitualmente nella macchiamediterranea) sono accomu-nate dal fatto di possedere del-le foglie piuttosto coriacee, unadattamento contro l’eccessiva

SECONDA TAPPA

La lecceta

Dopo essere tornatia Canale com-

piendo lo stesso tragittodell’andata, ci spostia-mo in pullman fino alla loca-lità Cavallo di Novezza. Per-correndo a piedi la stradaprincipale e guardando le pa-reti rocciose e i pascoli sulla si-nistra avremo modo di notarecome la vegetazione sia moltodiversa da quella di tipo medi-

terraneo del sentiero diCanale. Ci troviamo a1437 m s.l.m. e il cli-ma è quello di alta

montagna.Le piante che vivono a que-

ste quote – dove le temperatu-re sono molto basse, le precipi-tazioni nevose sono abbondan-ti, soffiano spesso forti venti e

il suolo forma uno strato sotti-le sulla roccia sottostante –presentano particolari adatta-menti, che consentono loro lavita in condizioni così ostili.Una delle specie più caratteri-stiche è il pino mugo, una co-nifera che cresce in forma diarbusto. Questa conformazio-ne prostrata – che il pino mugocondivide con altre piante alpi-ne ben rappresentate sul Bal-do, come i rododendri, i mir-tilli e i salici nani – rappresentaun adattamento contro il ven-to e la neve che, con il suo pe-so, tenderebbe a spezzarne i ra-mi se questi non fossero flessi-bili e vicini al suolo.

Le rocce nelle parti sommi-tali del Monte Baldo, sullequali il suolo è praticamenteinesistente, vengono coloniz-zate da specie vegetali calcicole,cioè adattate a vivere in presen-za di un abbondante contenu-to di ioni Calcio, derivanti dal-la dissoluzione della roccia cal-carea. Le specie calcicole pro-ducono acidi in grado di legarechimicamente, e quindi neu-tralizzare, tali ioni. Tra quelleche è possibile osservare dallastrada sulle pareti rocciose late-rali, ricordiamo la Pinguicolaalpina (il nome italiano è erba-unta bianca, ma è poco usato),una pianta carnivora le cui fo-

TERZA TAPPA

La vegetazione alpina di Cavallo di Novezza

= Un gruppo di pini mughi.

+ Foglie di pino mugo. + Una pinguicola.

< La lecceta sulversante orientaledel Monte Baldoassume l’aspettodi macchia cespu-gliata.

Canale

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218Cavallo diNovezza

Lupia Palmieri, Parotto Immagini e itinerari del sistema Terra © 2006, Zanichelli editore

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traspirazione fogliare causatadalle alte temperature estive edalla scarsità di precipitazioni.

Il sentiero prosegue oltreTessari e sale, sempre conpendenza moderata, passandosotto ripide pareti di roccecalcaree di colore giallastro.Dopo aver superato unghiaione (un ammasso di de-

triti roccciosi), alla quota dicirca 460 m s.l.m., il sentieroincrocia sulla destra una vec-chia mulattiera.

La traccia da seguire correpiù in alto e a sinistra dellamulattiera; dopo un brevetratto compie una serie di cur-ve oltre le quali, dopo una sa-lita, si giunge a un’«insellatu-ra» (un largo avvallamento)coperta di bosco, chiamataRozza Galletto (556 m), com-presa tra il Monte Cordespino(628 m), a Sud, e il Monte LeSaline (664 m), a Nord.

Dopo la salita, il bosco offreuna piacevole sosta.

glie sono ricoperte da ghiando-le vischiose adatte a catturare edigerire i piccoli insetti che visi posano, lasciandone solo loscheletro esterno.

Molte delle specie che vivo-no sulla roccia nuda, inoltre,hanno le foglie «succulente»,cioè capaci di immagazzinarel’acqua che è disponibile soloper brevi periodi di tempo pri-ma di scorrere sulla superficierocciosa. È il caso della primu-la orecchia d’orso, una specieprotetta che fiorisce tra mag-gio e luglio, occupando le fes-sure nelle rocce: con un po’ difortuna potrete osservarla an-che voi.

1 Il Garda è un lago:vulcanico;carsico;di escavazione glaciale.

2 L’alternanza di epoche glaciali e intergla-ciali durante il Quaternario ha influenzato ladistribuzione:

della flora ma non della fauna;della fauna ma non della flora;della fauna e della flora.

3 Il clima mediterraneo è caratterizzato da:estati calde e secche seguite da autunni einverni tiepidi e umidi;estati calde e secche seguite da autunni einverni molto freddi;estati calde e umide seguite da autunni einverni caldi e asciutti.

4 Il leccio è una pianta tipica del clima:di alta montagna;mediterraneo;predesertico.

5 Il clima di alta montagna caratterizza:solo i rilievi alpini;tutte le zone elevate dei grandi rilievi dellaTerra;tutte le zone poste alle medie latitudini.

6 Il clima di alta montagna appartiene algruppo dei climi:

temperati;nivali;aridi.

7 Quale di queste forme del rilievo ha un’o-rigine carsica?

KarrenCirco MorenaDelta

8 Si dice che il pino mugo ha un portamen-to prostrato. Questo significa che si presentain forma di:

alberi alti e slanciati;arbusti bassi con rami contorti che restano vicini al terreno;alberi con la chioma a forma di palla.C

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In libreria

– L. Costantini, L. De Kock, La Flora del Monte Baldo, Ed.Gruppi Alpinistici e Naturalistici Veronesi, 1993

– E. Cipriani, Monte Baldo, Athesia, 1993Vita del Monte Baldo - L’ambiente e l’uomo, Comunitàmontana del Baldo, 1985

In rete

– Sito del centro di educazione ambientale di Legambientedi Verona:http://easynet.it/legambienteverona.it/cea/N/N.htm

– Sito di Veneto Agricoltura:http://www.venetoagricoltura.org/Default.aspx

– Sito ufficiale della SAT (Società Alpinisti Tridentini):http://www.sat.tn.it

– Sito dedicato alle Prealpi Veronesi:http://www.prealpiveronesi.it/index.php

– Sito della Comunità Montana del Monte Baldo:http://www.comunitamontanabaldo.vr.it

< Foglie di leccio.

+ Una primula orecchio d’orso.

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Lupia Palmieri, Parotto Immagini e itinerari del sistema Terra © 2006, Zanichelli editore