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Page 1: I COMPLEANNI DEL MESE DI - Casa di Riposo … uno spartito e suonò una canzone in voga, il suo preferito era Lucio Battisti, accompagnandola con la sua bella voce. 10 Ora la voce

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I COMPLEANNI DEL MESE DI

SETTEMBRE

Auguri a:

Boschetti Giuseppina il 22 settembre

Colombo Rosa il 7 settembre

Mapelli Maria l’8 settembre

Martinenghi Teresa il 22 settembre

Pozzoni Giosuè Ercole il 7 settembre

Ripamonti Rosa l’1 settembre

Ronco Angelo il 14 settembre

Scaccabarozzi Vittorina il 19 settembre

Tasso Elena il 4 settembre

Viganò Andreina 22 settembre

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Ricordando…

La fiera di Rogoredo Anche quest’anno in occasione della fiera di Rogoredo, venerdì 30 luglio, sia-mo andati a mangiare la pizza con i nostri ospiti. Siamo partiti dalla Casa di Riposo verso le 18.30 accompagnati dall’ormai sempre presente Luigi (volontario AMAS). Dopo dieci minuti di auto siamo ar-rivati a destinazione, dove, il signor Carlo, figura storica della fiera di Rogore-do (e non solo) insieme alla nostra Grazia ci aspettavano davanti all’entrata e ci hanno accompagnato direttamente alla pizzeria. Ognuno ha scelto il tipo di piz-za che preferiva e crediamo di parlare a nome di tutti nel dire che era veramente buonissima! Dopo la pizza il signor Carlo ci ha stupiti offrendoci una deliziosa fetta di stru-del di mele ed infine a sorpresa è arrivato il direttore Alfonso Galbusera per farci un saluto. Dopo cena ci siamo fatti un giretto tra i vari stand dove abbia-mo visto gli animali ed abbiamo concluso la serata con un ottimo caffè. Siamo rientrati verso le 21.30 in struttura, direi completamente soddisfatti sia dal cibo che dalla serata.

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Uscita al traghetto di Imbersago Finalmente dopo tre rinvii a causa del maltempo, venerdì 27 agosto siamo riu-sciti ad effettuare la tanto attesa uscita al traghetto di Imbersago! Appena arrivati abbiamo gustato chi un delizioso gelato e chi un buon caffè espresso. E proprio mentre iniziavamo a mangiare il gelato ecco arrivare il figlio di Am-brogia che ha voluto fare una bellissima sorpresa a sua mamma! Poi abbiamo fatto una breve passeggiata sul sentiero che costeggia il lago dove c’erano cigni, anatre e paperelle che hanno fatto da sfondo alle nostre foto, in-sieme al bellissimo traghetto in legno! I nostri ospiti hanno molto gradito l’aver trascorso questo pomeriggio all’aria aperta, ma sono stati ancora più felici quando, non appena arrivati davanti alla Casa di Riposo e qualche goccia di pioggia ha bagnato i vetri dell’auto, final-mente hanno potuto dire: “Questa volta ce l’abbiamo fatta!”

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L’angolo della tradizione brianzola

Vuoi essere felice? Fa felice! Gli avevano imposto il nome di Gerolimino, perché era nato il 30 settembre, festa appunto di San Gerolamo. Per i vecchi della Villa Greppi era semplice-mente “il giardinee”; le due nobildonne invece erano più estrose e sofisticate e lo chiamavano “gardener”, in inglese. Tutti gli altri in villa o fuori, lo avevano battezzato l’omm di piant. Il brav’uomo si sentiva a suo agio quando, sdraiato sul balin del suo sgabuzzi-no, socchiudeva gli occhi e si immedesimava una volta nella vesti del boscaio-lo, una volta in quelle di contadino e un’altra in quelle di pastore… da anni era vedovo e solo, senza altri punti di riferimento! Gli abitanti del paese, a conoscenza del suo importante ruolo di giardiniere in Villa Greppi , usavano con lui un dialetto italianizzato e privo di termini volga-ri, in una parola alla milanese, anche se con l’accento brianzolo suonava come una cosa buffa. Gerolimino era molto fiero dentro di sé di sentirsi un paisan d’una volta cre-sciuto alla dura scuola del vangatore, del falciatore o del concimatore e quasi si vergognava di essere costretto, a causa del suo lavoro, ad uscire da quella sua indole. Prediligeva le piante delle sue colline (gelsi, ciliegi, fichi, castagni, salici, onta-ni, robinie…) ma detestava tutti i fiori e le piante esotiche di cui l’immenso parco era pieno, tanto da essere considerato, a quei tempi, l’orto botanico della Lombardia. Con le piante della sua infanzia era loquace e addirittura affettuoso: parlava con loro come se fossero compagne di viaggio, soprattutto con il vec-chio salice che a primavera ospitava un usignolo dal canto notturno impareg-giabile. Il ripido pendio che segnava il confine con la proprietà del Marchese Rivolta era stato lasciato in abbandono e così erano cresciute le robinie, le felci, il sam-buco e i noccioli. Questo posto selvaggio era il rifugio di Gerolimino che di quel luogo si sentiva il re. Gerolimino era diventato un esperto floricoltore, conosceva i nomi di tutti i fio-ri, ma, come tutti i contadini dell’epoca, non coglieva mai i fiori campestri per-ché “un fiore reciso è una vita che muore”. Solo ai bambini era consentito por-tare a casa viole e nontiscordardimè. L’unica eccezione a questa regola la fece quando si sposò la figlia Romilda. La ragazza andava matta per i fiordalisi, det-ti “oecc di anger” in contrapposizione ai papaveri detti “oecc di diavul”.

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Romilda espresse al padre il desiderio di avere la chiesa parata con questi fiori il giorno del suo matrimonio e Gerolimino, sentendo questa richiesta si sentì ribollire dentro, non credeva alle proprie orecchie e rispose semplicemente : “Ghe pensaremm!”. La ragazza insisteva con questa richiesta e alla fine il padre acconsentì ma le disse: “Però non dire che ci sono di mezzo io, deve risultare che si tratta di un’idea del to murus!” Il mattino dopo Gerolimino prese un giorno di permesso dal lavoro e partì col suo carretto, lasciando detto che doveva andare a Cologno a trovare sua sorella vedova che aveva bisogno di aiuto per la mietitura. In realtà si era fermato a Monza da un suo caro amico e commilitone. Il matrimonio, con l’altare tutto vestito di “fiur bluett” risultò l’ottava meravi-glia del mondo, anche secondo il curato. Così tutti andarono a congratularsi con lo sposo per la splendida idea e nessuno degnò Gerolimino del benché minimo sguardo perché agli occhi della gente lui non c’entrava un fico secco. Ma a Ge-rolimino il fatto di aver reso felice la sua Romilda gli dava una contentezza senza pari. Quando, dopo nove mesi, nacque il primogenito, Gerolimino, sempre per la contentezza, bevve qualche bicchiere di vino di troppo e rivolto al nipotino sbottò: “Ti te seet ul bagai del fiur bluett, ma se te savessett cosa m’hinn custa-a! Cumè crumpà un primarie! Fortuna ch’hoo truvà ul sciur Dissoni de Munza ch’el m’ha faa propi un un prezzi de amis, anca se i fiur bluett de l’Ulanda hinn meno bei de quei di nost part...Ma nissugn el s’è acurgiù!”

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La notizia del mese di agosto

La Russia brucia: « E' una catastrofe»

La Nasa: il fumo arriva alla stratosfera Russia, siamo in agosto, sono innumerevoli gli incendi , causati dal caldo e dalla siccità (la peggiore dal 1972). E’ una vera e propria emergenza, che ha provocato decine di morti e decine di migliaia di sfollati; sono ormai cinque-cento i focolai attivi e ci sono 170 mila pompieri in azione da giorni. La Russia brucia e il governo annuncia un nuovo piano per rafforzare la difesa contro gli incendi, mentre il fronte delle fiamme continua ad avanzare e la situazione vie-ne definita, secondo quanto riporta la stampa russa, "catastrofica". Con la tem-peratura che rimane intorno ai 40 gradi, altri focolai continuano ad accendersi e si teme che sia destinato a salire il bilancio delle vittime delle fiamme, ora di 50 morti. Una delle regioni più colpite è la repubblica Caucasica del Dagestan. In-tanto la stampa russa comincia a fare le prime stime dei danni, con un miliardo di euro persi con la distruzione dei campi di grano e migliaia di ettari di foresta carbonizzati.

COME I VULCANI - L'allarme è alto perché l'emergenza tocca quasi tutti gli ambiti: la salute e l'economia ( il raccolto di grano è ampiamente compromes-so), l'aspetto ambientale e quello della sicurezza. E poichè da giorni ormai non si riescono a fermare i focolai, la battaglia diventa anche più difficile. E l'emer-genza è ormai ampiamente visibile anche all'occhio del satellite. Con valutazio-ni scientifiche che sottolineano anche altri rischi. Secondo i dati forniti dai sa-telliti della Nasa, il fumo degli incendi si estende per 3000 km dagli Urali alle frontiere occidentali della Russia e in altezza ha aggiunto la stratosfera, a 12 km di quota. «A questa altitudine, il fumo può diffondersi a grande velocità, de-teriorando la qualità dell'aria anche lontano dai focolai d'incendio. I pirocumuli e il fumo nella stratosfera testimoniano la grande intensità dei roghi» dicono gli esperti dell'agenzia spaziale Usa.

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L’angolo degli ospiti

Roberto Bolis Amore ritorna! Prima parte La città di Milano Marittima, centro del Comune di Cervia e provincia di Ra-venna è a ridosso del mare. Le vie pullulavano di forestieri e di bagnanti: era mezzogiorno, si sentiva la fragranza del caffè e dalle finestre uscivano i suoni armoniosi della tv. Rosa era appena uscita dalla stazione, in una piazza assolata e imboccò le viuz-ze che l’avrebbero portata alla sua casa dove la attendevano la madre e le due sorelle minori che già facevano le ferie estive. Il padre purtroppo era morto un paio d’anni fa, investito da un’auto sulle strisce pedonali. Le sovvenne, quando era sul treno, un signore bonario, anziano ed in vena di filosofare che disse tra una frase e l’altra: “E’ così signorina! Lo stress oggi vie-ne sottovalutato, mentre per me è una piaga sociale. Si lavora troppo e dove ab-bondano le macchine si logora il cervello e la resistenza fisica dell’uomo. E lo chiamano il secolo del progresso!!”. Rosa gli diede ragione, ma era arrivato il momento per lei di scendere dal treno. Mentre camminava si diceva: “Quel discorso non faceva una piega!”. Anche lei aveva lavorato undici mesi, battendo con la macchina da scrivere e coprendo di cifre violette le pagine bianche di un registro. Era contabile, e davanti ai suoi occhi passavano milioni di cifre. Finalmente vide apparire la sua casa al mare, anche quella acquistata dal suo povero padre, immersa nel verde e circondata dai pini marittimi che donavano profumo e freschezza. Nell’attesa, la madre e le sorelle, avevano preparato il pranzo e apparecchiato la tavola. Proprio in quel mentre Rosa entrò in casa. Che bello ritrovare la fami-glia! Si raccontarono tutto, a partire dall’ultima volta in cui si erano viste. Rosa raccontò del lavoro in ufficio e dei pettegolezzi su colleghe e colleghi, della padrona di casa che minacciava di aumentarle l’affitto da un giorno all’a-tro, della portinaia che chiedeva sempre di loro, dei treni che non erano mai puntuali... Avrebbe riempito di sé la casa se la madre non l’avesse interrotta: “Sai, Rosa, ho saputo che Roberto è stato tanto male quest’inverno. È rimasto a letto tre mesi e nel delirio della malattia non ha mai smesso di chiamarti! Per lui eri diventata un incubo!” Rosa si alzò per nascondere il suo turbamento e non rispose. Si sedette al pianoforte, ultimo regalo di suo padre quando ebbe la vaga idea di diventare cantante, ma la morte del padre pose fine ai suoi progetti ed alle sue speranze artistiche. Scelse uno spartito e suonò una canzone in voga, il suo preferito era Lucio Battisti, accompagnandola con la sua bella voce.

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Ora la voce le tremava in gola e gli occhi luccicavano...Disse a tutti: “Sono stanca, vado a buttarmi giù! Nel tardo pomeriggio faremo un giretto e vi offrirò un gelato”. La madre la guardò ma non rispose, era al corrente di quello che era successo tra Rosa e Roberto. Cinque anni prima era passato nel suo animo un uragano! Fu un incontro ed un innamoramento a prima vista per entrambi! Si conobbero in una sala da ballo. Lei era con un’amica e lui con degli amici. Era evidente che l’avrebbe invitata. Rosa divenne euforica. Entrambi giovani ed ai-tanti formavano una bella coppia. E lei Rosa era la prima volta che ballava con un bel cavaliere. Le pareva di sognare e di immedesimarsi nella bella principes-sina Sissi che era la sua eroina e con l’imperatore d’Austria Francesco Giusep-pe, bello, giovane e conteso da molte donne. In seguito Rosa seppe che Roberto era un giovane di trent’anni di famiglia ric-chissima. Suo padre era un noto industriale, chiamato il “re dell’acciaio”, men-tre Roberto frequentava il Politecnico di Milano per conseguire la laurea in in-gegneria. Stavano bene insieme, ma col tempo sorsero dei contrasti. Le illusioni bisogna metterle da parte perché a lungo andare logorano l’animo e la felicità! Continua nel prossimo numero!

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L’angolo di Massimo Giussani Settembre

Settembre è il nono mese dell’anno e proprio durante questo mese, ed esatta-mente il 21, giorno in cui finisce l’estate, cade l’equinozio d’autunno. L’atmo-sfera si raffredda progressivamente, turbata dai temporali di fine stagione. Settembre è anche il mese in cui riprendono la maggior parte delle attività, sia quelle commerciali che quelle industriali e didattiche. Nel contempo, nelle campagne, gli agricoltori si preparano a vendemmiare, cioè a raccogliere l’uva che matura proprio in questo periodo. Lungo i filari del vigneto vengono colti i grappoli che poi vengono accumulati in luoghi predisposti e dove viene separata l’uva da tavola e l’uva da vino. L’uva da pigiare viene messa poi nel torchio per essere spremuta a dovere, poi la si ripone nei tini a fermentare e dopo una decina di giorni viene trasferita nel-le botti dove riposa fino a marzo quando il vino è pronto da imbottigliare. Le graspe invece vengono distillate per produrre la grappa. In questa stagione anche gli ulivi sono pronti per la raccolta che ormai è mecca-nizzata. Dagli uliveti partono i carri carichi di cassette di olive, in parte destina-te all’industria conserviera ed in parte ai frantoi dove vengono spremute al fine di ricavarne l’olio.

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Le poesia di Federica

Anche se mi pungono le spine voglio cogliere la rosa.

Chi vuol cogliere la rosa non deve badare

alle punture.

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ASSOCIAZIONE AMICI FAMILIARI,

E VOLONTARI CASA DI RIPOSO

MONTICELLO BRIANZA

TEL .039 92304201

E-mail [email protected]

L’angolo dell’Associazione...

A ferragosto la giornata di pioggia non ha spaventato i nostri ospiti che, insie-me ai loro familiari, hanno aderito all’invito degli alpini per il pranzo di ferra-gosto in baita. Nel pomeriggio il salone della Casa di Riposo ha accolto per la Tombolata di Ferragosto ospiti, parenti e tante altre persone del paese. Il pubblico è stato come sempre numeroso e anche i nostri ospiti si sono diver-titi, qualcuno di loro ha anche vinto... Queste feste rappresentano momenti di svago ai quali gli ospiti partecipano sempre volentieri: per loro è un pomeriggio di festa, un pomeriggio da trascor-rere insieme ai loro cari e alle tante persone del paese che non vanno in vacanza e che si uniscono a noi per aiutarci, con la loro presenza, a rendere più allegra la festa. Altro appuntamento che l’Associazione sostiene, e al quale tutti gli anni dà il proprio contributo, è il “Progetto Nettuno”. Anche quest’anno Tagliata di Cervia ha ospitato, in un confortevole e attrezzato hotel, 10 ospiti della casa di riposo che hanno potuto godere di una breve va-canza in questa località del Mar Adriatico, dove si può passeggiare oltre che in riva al mare anche in una bella pineta.

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ASSOCIAZIONE AMICI FAMILIARI,

E VOLONTARI CASA DI RIPOSO

MONTICELLO BRIANZA

TEL .039 92304201

E-mail [email protected]

La nostra Associazione in collaborazione con il sindacato F.N.P. - CISL della zona di Barzanò con il patrocinio del Comune ha invitato il Maresciallo Mi-chele Gerolin , Comandante della caserma di Casatenovo per un incontro aper-to a tutta la popolazione su un argomento che purtroppo è molto attuale: come difendersi dai malviventi che girano nelle case e raggirano le persone , in modo particolare gli anziani e altri argomenti che riguardano la sicurezza.

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L’angolo della salute

Il succo di mirtillo migliora la memoria degli anziani, ne

bastano 2 tazze al giorno!

La memoria dei nonni si rafforza anche a tavola. Due tazze di succo di mirtillo al giorno possono migliorare la capacità di fissare i ricordi, soprattutto negli an-ziani. Lo dimostra uno studio pubblicato su 'Journal of Agricultural and Food Chemi-stry', condotto dall'università di Cincinnati, in collaborazione con i ministeri dell'agricoltura statunitense e canadese, su un gruppo di pensionati settantenni con disturbi precoci di memoria. Tra gli anziani volontari, per oltre due mesi, la metà ha bevuto ogni mattina il succo di mirtillo, particolarmente ricco di antiossidanti, l'altra metà una bevan-da al gusto di frutta ma senza mirtilli. Tutti sono stati sottoposti a test per la me-moria prima e dopo la 'dieta'. Ma se i risultati dei primi test erano comparabili a quelli successivi, il gruppo che aveva bevuto succo di mirtillo mostrava una migliore capacità di memoriz-zazione. Gli autori della ricerca, coordinati da Robert Krikorian, sottolineano che diversi studi di laboratorio avevano mostrato come negli animali che invec-chiano il consumo di mirtilli migliori la memoria. Ma, fino ad oggi, non erano stati realizzati studi sugli effetti di questi frutti sugli esseri umani

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L’angolo delle risate

Due capre affamate vagano nel deserto. Ad un tratto scorgono la bobina di un film in mezzo alla sabbia. La prima capra urla: - Guarda! Finalmente abbiamo qualche cosa da mangiare! E, così detto, divora tutta la pellicola in pochi secondi. L'altra capra guarda stu-pita la compagna ed esclama: - Allora, com'è? - Mah, ti dirò... era meglio il libro!

Un agricoltore texano va in vacanza in Australia. Qui incontra un agricoltore australiano e incominciano a discutere. L'australiano mostra il suo campo di grano e il texano: - Oh! Noi in Texas abbiamo campi di grano che sono grandi il doppio! I due fanno un giro per la fattoria e l'australiano mostra la sua mandria. Al che il texano: - Oh! Noi in Texas abbiamo mandrie che sono grandi almeno tre volte le vo-stre! Vanno avanti a parlare, ma il texano si interrompe quando vede un gruppo di canguri: - Oh! Che cosa sono quelli? L'australiano risponde con uno sguardo incredulo: - Come? Non avete le cavallette in Texas?

Un tipo racconta ad un amico: - Avevo un cane ferocissimo. Così l'ho mandato ad un istituto di rieducazione. - E gli è servito? - Si che gli è servito. Adesso prima di mordere qualcuno si mette il tovagliolo!

- Perché il mare è salato? - Perché è pieno d'acciughe!

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L’angolo della natura

Tutte le rane da salvare per il bene del pianeta

Allarme dei ricercatori, un terzo delle specie anfibie è a rischio di estinzione! Dalla Gran Bretagna parte un progetto che coinvolge ricercatori in 14 paesi di-versi alla ricerca degli esemplari più in pericolo, importantissimi per valutare le condizioni dell'ecosistema

LONDRA - Il rospo della Mesopotamia, la rana levantina in Israele, la rana Callixalus pictus, vista l'ultima volta nel 1950 in Congo e Ruanda, tutti sono nell'elenco dei ricercati speciali. La grande caccia, per la loro protezione e non per ucciderli, partirà nei prossimi due mesi e vedrà impegnato un esercito di ri-cercatori in 14 Paesi diversi. Il progetto è una novità assoluta ed è stato presen-tato ieri a Londra. Gli anfibi sono tra gli animali a maggiore rischio del pianeta, con un terzo delle specie vicine all'estinzione. Distruzione degli habitat, inquinamento, cambia-mento climatico e una malattia fungina trasmessa dall'acqua stanno mettendo in serio pericolo la sopravvivenza di rane e rospi in tutto il mondo ma mentre l'o-pinione pubblica si mobilita per tigri, panda e cetacei, fino a oggi gli allarmi dei ricercatori per gli anfibi sono rimasti inascoltati.

Le minacce all'ambiente sono globali e anche in Italia la popolazione di anfibi è in costante diminuzione. Secondo il Wwf,(la più grande organizzazione per la conservazione della natura) nel nostro Paese 28 specie di anfibi su 37 sono a rischio di estinzione. Visto che si tratta di animali importantissimi per lo stato di salute dell'ecosistema, questo dato è indicativo del degrado dell'ambiente in Italia.

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In Italia a oggi non esistono leggi per la protezione degli anfibi e la salvaguar-dia di queste specie è limitata alle aree protette ed alle poche regioni che hanno legiferato in materia. Gli ultimi tagli al bilancio, inoltre, stanno mettendo a ri-schio parchi naturali e zone protette, con conseguenze che saranno disastrose anche per i nostri anfibi.

La lotta contro la scomparsa di molti anfibi è ostacolata dalla scarsa conoscen-za su alcune specie e sulla loro reale presenza in alcune zone. Occorre quindi andare sul campo, vedere cos'è rimasto, quali specie sono più attaccate dal fun-go sperando di trovare un rimedio contro la malattia. Se la caccia sarà fruttuosa si saprà entro ottobre alla Conferenza mondiale dell'Onu sulla biodiversità in Giappone, un appuntamento nel quale i governi saranno chiamati a riflettere sulle ragioni per cui gli impegni presi nel 2002, di fermare l'estinzione delle specie animali entro il 2010, sono falliti.

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L’angolo della storia

L’undici settembre La mattina dell'11 settembre 2001, 19 terroristi islamici di al-Qa'ida dirottarono quattro aerei. I dirottatori fecero intenzionalmente schiantare due di questi aerei sulle famose torri gemelle di New York in America, causando poco dopo il crollo di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo di linea fu fatto schiantare dai dirottatori contro il Pentagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington, si schiantò in un campo situato in Pennsylvania, dopo che i passeggeri e i membri dell'equipaggio ebbero tentato di riprendere il controllo del velivolo. Oltre ai 19 dirottatori, vi furono 2974 vittime come conseguenza immediata degli attacchi, mentre i dispersi furono 24. La gran parte delle vittime erano persone civili ap-partenenti a 90 diverse nazionalità. Nel corso del dirottamento, alcuni passeg-geri e membri dell'equipaggio furono in grado di effettuare chiamate con l'ap-parecchio radiotelefonico e con i telefoni cellulari; affermarono che diversi di-rottatori erano a bordo di ciascun aeroplano e che i terroristi avevano preso il controllo dei velivoli usando coltelli e taglierini per uccidere alcuni assistenti di volo. Gli attacchi ebbero grandi conseguenze a livello mondiale: gli Stati Uniti d’A-merica risposero dichiarando la "Guerra al terrorismo" e lanciando una invasio-ne nell'Afghanistan controllato dai Talebani, accusati di aver volontariamente ospitato i terroristi. L' 11 settembre del 2001, il terribile attacco alle "Torri gemelle " di Manhattan risvegliò ancora una volta, nelle nostre coscienze, l' incubo del terrorismo. A distanza di alcuni anni, molte so-no ancora le ferite non rimarginate, e non solo di tipo fisico. A partire da quel giorno maledetto, infatti, tutti fummo costretti ad abbandonare il senso di as-soluta sicurezza che pensavamo offrissero le società occidentali, super industrializzate e su-per vigilate e ad accettare la convivenza col senso di pericolo imminente e la minaccia rap-presentata da aberranti estremismi ideologici.

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L’angolo del prodotto di stagione

Il melograno Il melograno è una pianta antichissima che proviene dalle regioni del sud-ovest asiatico, è diffusa e coltivata sia in Italia che in Spagna, nelle zone dove il cli-ma è più caldo. È di crescita piuttosto lenta e modesta, infatti, non raggiunge altezze superiori ai 5-7 metri. Ha foglie caduche, piccole e di forma allungata, che nei giovani germogli sono rosse, diventando poi di color verde chiaro. Ha fiori rossi a 5-8 petali che crescono, sia sull'apice dei rami di un anno che sui dardi. Produce frutti più o meno grossi di color rosso-arancio, al cui interno si formano dei semi ricoperti da una polpa rossa, molto succosa e aspra, che è ap-punto la sola parte edule del frutto. Il melograno resiste bene alle alte tempera-ture estive mentre, nelle zone meno calde teme parecchio le piogge e l'elevata umidità del terreno e dell'aria durante l'autunno, facendo sì che la pianta si spo-gli piuttosto precocemente. I frutti, oltre che per il consumo fresco, sono usati anche per la preparazione di sciroppi, bibite e prodotti di pasticceria.

Inoltre, tale frutto, viene considerato uno dei più benefici per la salute. Il succo di melagrana, infatti, ha un elevato livello di antiossidanti, che sono in grado di aiutare la riparazione dei danni cellulari, riducono gli effetti dell’in-vecchiamento e rafforzano così il corpo. Sono contenute, nel succo ottenuto da questo frutto, elevate quantità di vitami-na A, C, E e, per questo, risulta indicato per combattere il raffreddore. Questo frutto può anche contribuire alla lotta contro il progresso delle cellule del cer-vello danneggiata dall’Alzheimer e contro l’avanzamento del cancro alla pro-stata, alla mammella e alla pelle. Infine è indicato per chi ha alti livelli di colesterolo e la pressione alta.

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L’angolo delle ricette dei nostri ospiti

Lo Strudel di mele di Federica

Ingredienti:

Per la sfoglia:

una scodella di farina 2 cucchiai di olio di semi 1 cucchiaio di zucchero 1 uovo intero 1 pizzico di sale Un po’ di acqua tiepida per amalgamare Per il ripieno:

1,5 kg di mele 2 cucchiai di rum 60 gr di uva sultanina 120 gr di zucchero 60 gr di burro pane grattugiato 1 limone cannella in polvere

Preparazione Si inizia con il preparare l’impasto amalgamando tutti gli ingredienti, aiutando-si con l’acqua tiepida per rendere l’impasto omogeneo. Per preparare una buona sfoglia bisogna lavorare molto la pasta, come si fa per il pane. (Mentre l’impasto riposa accendere il forno a 180° e cominciare a pre-parare il ripieno).

Quindi sbucciare le mele e preparare il resto degli ingredienti. Stendere la pasta e coprirla interamente con il burro fuso, mettere le mele ta-gliate a pezzi cosparse di pane grattugiato, cospargere alcuni riccioli di burro per tutto l’impasto e aggiungerci la cannella, l’uva secca, un po’ di succo di li-mone, lo zucchero. Arrotolare la pasta con l’aiuto di uno straccio, spalmare la pasta con l’uovo, infine infornare a 180° per 45 minuti. Servire freddo.

Buon appetito da

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Carlo e Nicolò sempre al lavoro per noi.

Se non ci fossero bisognerebbe inventarli.

L’angolo degli operatori

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L’angolo dei parenti Sono Sandra, la figlia minore della signora Rina Ravasi. La mamma ha vissuto a Monticello per tutta la vita: è sempre stata molto legata al suo paese ed alla sua gente. E per questo, quando è arrivato il momento di lasciare la sua casa, non ha voluto allontanarsi dai luoghi in cui conserva tanti ricordi. Sentendosi mancare nelle forze, ha scelto di entrare nella Casa di Ripo-so di Monticello: stare qui la fa sentire in qualche modo più vicina a casa ed al-le persone con cui ha condiviso la sua vita. Nonostante le frequenti visite dei suoi figli e di tutti i parenti, la mamma mal sopportava i momenti di solitudine quando abitava nella sua casa. Qui invece il personale ed i volontari offrono occasioni di intrattenimento che rendono più piacevoli i pomeriggi, non solo per la mamma, ma anche per noi parenti. Abbiamo festeggiato qui i suoi 95 anni lo scorso giugno, in compagnia di tante persone. Io passo con lei uno o due pomeriggi la settimana. Quando è stanca di rimanere in salone, andiamo a fare una passeggiata nel parco, dove le piace raccontarmi alcuni avvenimenti del suo passato. Si ricorda anche i minimi dettagli, nono-stante siano passati tanti anni. mi racconta spesso di aver patito la fame durante la guerra e del suo lavoro in filanda. Certamente, abituarsi a nuovi ambienti ed a una nuova routine non è stato faci-le; tuttavia, la pazienza e la professionalità del personale e dei volontari ci aiu-tano di giorno in giorno a rendere questo ambiente sempre più familiare per la mamma. Sono tutti molto gentili e pazienti con lei, anche se qualche volta è un po’ scorbutica… Passare qualche pomeriggio con gli ospiti della Casa di Riposo è un’esperienza che mi arricchisce molto: basta poco, a volte, per farli sorridere!

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L’angolo dei fisioterapisti

Norme generali di sicurezza per il corretto utilizzo delle

sedie a rotelle Per sostare, salire o scendere scegliete sempre un fondo piano e stabile. Assicu-rare la sedia a rotelle per evitare che si muova. Se esposti direttamente ai raggi del sole, il rivestimento e l’imbottitura dei sedi-li e dei braccioli, i poggiagambe e le maniglie possono raggiungere temperature oltre i 41° C. Al contatto di queste parti con la pelle non protetta c’è il rischio di ferirsi. Per evitare il riscaldarsi di queste parti parcheggiate la vostra sedia a ro-telle all’ombra. Quando attivate i dispositivi di regolazione (ad esempio quelli dello schienale o del poggiagambe), fate attenzione e non mettete le mani nella zona di orienta-mento dei componenti perché c’è il rischio di ferirsi. Quando si trasportano oggetti, assicurarsi che non pregiudichino o limitino la manovrabilità della sedia a rotelle. Controllare lo stato delle gomme e controllare i freni. PESO TRASPORTABILE Non sovraccaricare la sedia a rotelle con pesi eccessivi e non usarla mai per tra-sportare più di una persona. TRASFERIMENTO DALLA SEDIA A ROTELLE Scendere dalla sedia a rotelle per passare in altro luogo, se effettuato autonoma-mente, è pericoloso. Rchiede: ♦ Rilevanti forze fisiche ♦ Buone capacità di coordinamento ♦ Un appoggio antisdrucciolovole (ad es. con il palmo delle mani sulla su-

perficie del sedile) ♦ Molto esercizio ♦ La conoscenza di tutte le possibili situazioni di pericolo ♦ Fatevi quindi aiutare da una persona. Discutete insieme lo svolgimento

dell’operazione e fate presente che ci potrebbero essere dei pe-ricoli imprevisti come ad esempio eventuali punti d’inciampo.

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Quando la sedia a rotelle non è carica non fare mai forza sulla pedana. Pericolo di ribaltamento! Attenzione: Le pedane poggiapiedi si trovano nella zona delle gambe e pertanto è possibile inciampare. Per questo motivo le pedane poggiapiedi vanno ribaltate verso l’al-to affinché ci sia spazio libero nella zona dei piedi.