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I COMPLEANNI DEL MESE DI GENNAIO

Auguri a:

Brambilla Annamaria il 3 gennaio

Colombo Angela il 7 gennaio

Grassellini Umberta il 15 gennaio

Mapelli Ambrogia il 4 gennaio

Mapelli Giuseppe il 24 gennaio

Mauri Luigi il 21 gennaio

Tommasi Lionello il 18 gennaio

Trapanelli Giuseppina l’1 gennaio

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Ricordando…

Il mercatino natalizio

Nella giornata di Domenica 5 dicembre le vie del paese, il corridoio della casa di riposo e il salone sono stati riempiti dalle bancarelle del tradizionale mercati-no natalizio. In salone c’erano le bancarelle di alcune ospiti, che, in questa oc-casione, espongono e vendono i lavori svolti durante l’anno, e la bancarella del-l’animazione, che quest’anno vendeva delle favolose babbucce per grandi e piccini fatte a mano dalle nostre ospiti che hanno “sferruzzato” con tanta pas-sione ed impegno. C’erano poi numerosi altri oggetti frutto di vari laboratori: collane e braccialetti, piatti decorati, borselli in pura lana, borse dipinte a ma-no… ed un simpatico angioletto che è proprio andato a ruba! C’erano inoltre tanti oggetti di vario genere donati da parenti ed ospiti che han-no generosamente contribuito a questa iniziativa. Non possiamo certo dimenticarci del simpatico “Cassettone della Nonna”, una pesca a sorpresa ricca di premi che ha divertito i più curiosi con pacchetti di tanti colori e diverse forme. Noi educatori vogliamo cogliere questa occasione per ringraziare tutti coloro che in diversi modi, hanno aiutato nella preparazione e realizzazione di questa giornata.

Pomeriggi in musica:

Giovedì 9 dicembre alcuni operatori della Casa di Riposo, hanno voluto portare un po’ della loro allegria a tutti gli ospiti. Accompagnati dal violoncello dell’infermiere Filippo, dal flauto traverso di Marco, e dalla pianola suonata dall’instancabile volontario Ambrogio, le A.S.A. Luisa e Antonella, la ragioniera Grazia, e alcuni volontari che durante l’anno accompagnano la S.Messa con le loro voci, hanno riempito questo freddo po-meriggio riscaldando i cuori di tutti con tradizionali canti natalizi.

Mercoledì 15 dicembre ci ha tenuto compagnia la voce di Paolo che armato del suo inseparabile computer e dell’immancabile microfono ha cantato per gli o-spiti rallegrandoli e riportando i loro pensieri a piacevoli ricordi.

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Il coro Brianza

Nella mattinata di Domenica 12 dicembre il Coro Brianza, con il proprio costu-me tradizionale e con le voci che risuonavano in ogni reparto della casa di ripo-so, ha allietato i nostri ospiti intonando canzoni natalizie per augurare un Buon Natale; noi li ringraziamo per la loro allegria e compagnia.

I Bambini Nel mese di dicembre sono venuti a trovarci, per porgerci i loro migliori auguri di Natale i bambini e i ragazzi di diverse scuole: Nella mattinata del 7 dicembre sono venuti i bambini della scuola dell’infanzia di Monticello. Insieme a loro abbiamo addobbato il nostro albero di Natale posto in salone, appendendo le palle natalizie create nel mese di novembre con un lavoro con-giunto di bambini e ospiti. Successivamente i bimbi hanno cantato per gli ospiti le canzoni imparate per l’occasione, poi hanno guardato insieme ai nonni la proiezione della storia della nascita di Gesù. Il tutto si è concluso con un piccolo spuntino ed un saluto affettuoso.

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Sabato 18 dicembre sono venute le ragazze del coretto della parrocchia di Monticello che hanno cantato brani natalizi e non, accompagnate dalle chitarre delle loro educatrici. E’ stato un pomeriggio emozionante in cui anche gli ospiti hanno voluto intonare alcune canzoni tradizionali per contraccambiare il caro augurio di buon Natale. Il 20 dicembre sono venuti i bambini delle classi 4°e 5° della scuola elementare di Monticello. Nel salone sono risuonate le note dei flauti e delle voci che hanno dato gioia ed emozionato tutti gli ospiti presenti. Il 21 dicembre sono venuti i ragazzi della scuola media di Barzanò. Nonostante la neve che cadeva, lasciando dovunque un candido manto bianco, una cinquantina di ragazzi e ragazze accompagnati dai loro genitori sono venuti in casa di riposo per rallegrare il pomeriggio dei nostri ospiti, cantando e suo-nando. La loro professoressa, con la pazienza e la bravura che la contraddistin-gue, li ha guidati un gruppo alla volta nello svolgimento dei brani e delle can-zoni. Durante queste visite, molto gradite ai nostri ospiti, non solo i bambini hanno cantato, suonato brani natalizi e recitato poesie di auguri; ma soprattutto hanno fatto divertire i nostri ospiti, ed hanno regalato loro sorrisi sinceri, come solo i bambini sanno dare.

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Auser di Paderno...

Anche quest'anno in occasione delle imminenti festività natalizie l'associazione Auser Filo d'Argento del Meratese, martedì 14 dicembre si è recata, come se-conda tappa del loro giro di auguri nelle case di riposo, qui da noi a Monticello. Gli ospiti della struttura hanno così passato un favoloso pomeriggio in musica, animato dalla compagnia dei volontari dell'associazione. Tra una canzone e l’altra si sono divertiti a partecipare alla tradizionale lotteria, ricca di premi. Infine i volontari dell'Auser hanno consegnato ad ogni ospite un piccolo dono, augurando loro buone feste. L'appuntamento con l'Associazioner Auser è ormai una tradizione qui a Monti-cello, è un evento che si ripete tutti gli anni e che gli ospiti della Casa di Riposo attendono con gioia. Per questo ci siamo salutati rinnovando l’appuntamento all’anno prossimo.

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La festa dell’associazione Amici, famigliari e volontari della

casa di riposo Domenica 19 dicembre alle ore 15.00 l'Associazione Amici Famigliari e Vo-lontari della Casa di Riposo ha organizzato, mantenendo la tradizione dell’anno precedente, un pomeriggio speciale per tutti gli ospiti ed i parenti. La presidente dell'Associazione Agnese Spreafico, dopo aver dato il benvenuto a tutti ha dato inizio alla tanto attesa tombolata natalizia. Gli ospiti si sono molto divertiti mentre aspettavano l'uscita dei numeri giusti per potersi assicurare qualcuno dei bellissimi premi in palio. Dopo una tradizionale merenda con il panettone c’è stato il brindisi natalizio dove tutti hanno potuto scambiarsi i migliori auguri. Terminata la merenda e il grande gioco, l’Associazione ha distribuito ad ognu-no degli ospiti di questa casa di riposo un gradito dono: alle signore una calda sciarpa, e ai signori dei comodi calzini, che sono stati mostrati a tutti facendo aprire ad un ospite il bellissimo dono. Ringraziamo i volontari, il presidente e tutti coloro che hanno reso possibile la buona riuscita di questa giornata di festa.

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I nostri auguri agli ospiti ed ai volontari

Giovedì 23 dicembre gli educatori hanno voluto riservarsi un pomeriggio in cui porgere i loro più cari auguri a tutti gli ospiti e un caloroso ringraziamento ai volontari per il loro operato. Inizialmente è stata proiettata e narrata la storia “Luce di stella”, una rivisita-zione del tradizionale presepe raccontato dalla stella cometa; poi, insieme al di-rettore della casa di riposo, abbiamo brindato e gustato il panettone ed infine abbiamo omaggiato i volontari, consegnando loro un piccolo dono, e gli ospiti, regalandogli una poesia.

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La notizia del mese di dicembre

Inverni sempre più freddi , perché il pianeta si riscalda Gli esperti non hanno dubbi: Europa del nord, Nord America e Asia orientale per i prossimi anni devono aspettarsi inverni sempre più freddi, piovosi e anche nevosi, come quello cioè, che si è avuto a cavallo tra il 2009 e il 2010. Ecco perché:

L’inverno appena iniziato in Italia è stato preceduto da un periodo di gelo non facile da dimenticare. E sembra che nuove ondate di freddo siano alle porte. Se facciamo memoria poi, non sarà difficile ricordare quanto freddo, soprattutto al centro nord, si è dovuto patire durante l'inverno scorso. E se ci si sposta più a nord del pianeta, verso la Francia settentrionale e l'Inghilterra la situazione è stata ancor più tremenda. Paradossalmente invece, in Groenlandia e nel Nord del Canada la situazione è opposta: le temperature sono sopra le medie. Ma come è possibile ciò se il pianeta si sta riscaldando sempre più? Sembrerà strano, ma la situazione rientra perfettamente in un quadro di un pia-neta sempre più caldo. Europa del nord, Nord America e Asia orientale per i prossimi anni devono aspettarsi inverni sempre più freddi, piovosi e anche ne-vosi. Come quello che si è avuto a cavallo tra il 2009 e il 2010.

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La causa è da ricercare molto più su rispetto alla fascia del pianeta interessata dal freddo: bisogna cioè salire in prossimità del Polo Nord. Qui l'area artica si sta riscaldando come in nessuna altra parte del pianeta, al punto che la tempera-tura degli ultimi anni è cresciuta mediamente di due volte rispetto al resto del pianeta. Ciò causa una variazione sulla pressione atmosferica al Polo Nord, che a sua volta determina una variazione della circolazione atmosferica. Tutto que-sto porta i venti freddi a scendere verso sud. Questi fenomeni fanno si che in-verni freddi e nevosi diverranno la norma piuttosto che l'eccezione. E tutto ciò è determinato dalla perdita di ghiacci che si sta verificando in prossimità del polo boreale. È questa la spiegazione che alcuni studiosi ambientali hanno esposto durante un incontro tenutosi ad Oslo.

Secondo il ricercatore James Overland , la perdita di ghiacci polari (che sta av-venendo ad un ritmo dell'11% al decennio) fa sì che una maggiore quantità di mari accumuli al Polo Nord molto più calore rispetto al passato e le ricadute sul clima causate da tale situazione è di molto superiore a quanto i modelli climati-ci avevano delineato fino ad oggi.

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L’angolo degli ospiti

Roberto Bolis Continua dal mese di dicembre…

Dopo una mezz’ora i frati che erano usciti nell’orto ritornarono. Erano tutti giu-livi: “Padre, miracolo! Non si erano mai visti fichi più belli e grossi! L’uva poi… i grappoli sono più grossi del normale!”. Tutti li circondarono ed emette-vano grida di stupore! Ed ancora non credevano ai loro occhi. Imbandirono una lunga tavolata, con abbondanti portate di ciò che avevano raccolto. Ma tante ne mettevano in tavola, tante ne avanzavano nei cesti. Si fecero il segno della cro-ce. Il priore disse: “Dobbiamo mangiarli così come sono in tavola, perché non abbiamo pane abbastanza, e né da bere!”. Il giovane chiese: “avete una tazza di caffè e un bicchiere di vino? E anche mezza pagnotta? Va bene… portatele!”. I frati pensarono: “ Come possono bastare per 13 persone?”. Glieli portarono. Il giovane li prese con la mano sinistra mentre con la destra impose la benedizio-ne. I suoi occhi erano elevati al cielo e le labbra pronunciavano frasi incom-prensibili, le sue braccia alzate come per un’invocazione. Nel compiere questo gesto, le maniche della sua veste si abbassarono, lasciando intravedere sul dor-so e sul palmo delle mani delle macchie rosso sangue. “Le stigmate! Le stigma-te!”mormorarono i frati e si inginocchiarono facendo il segno della croce e con-tinuarono: “è Gesù!”. Indi si accomodarono a tavola, mentre due frati versavano nei bicchieri il vino, il caffè ancor bollente prelevato da tre grandi tinozze e il pane preso da una grande cesta. Ne avrebbero avuti per più di una settimana! Pregarono tutti in-sieme: “Ad abundantiam, osanna osanna Deo gratias” e incominciarono a man-giare e bere a sazietà. Il priore prese coraggio e chiese: “Signore Gesù, non era meglio dircelo prima? Eravamo sorpresi e spaventati! Chi avrebbe detto che dopo 1536 anni, avremmo rivisto Gesù, il figlio prediletto di Dio Padre, che si immolò sulla croce per cancellare i peccati dell’umanità?” “In verità vi dico: in voi vedo i miei apostoli che sparsi per altre terre a predicare la mia dottrina, trovarono poi la gloria eterna dei cieli!”. I frati sio guardarono sbigottiti e Pie-tro, il priore, rispose: “Oh, Signore! Noi umili fratelli non potevamo sapere di avere questo grande onore! Non siamo degni nemmeno di baciare l’orlo della vostra veste!” “In verità vi dico che sapevo già come vi chiamate. Lo stesso no-me dei miei apostoli: tu Pietro, che porti il nome glorioso del primo papa della Chiesa; tu Giovanni, il beniamino del mio cuore, e tu Tommaso, che dopo la resurrezione e trovato il sepolcro vuoto, hai voluto toccare il mio costato trafit-to dalla lancia, e tu Giuda che come l’Iscariota ne porti il nome ed anche voi Andrea, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Giacomo D’alfeo, Simone Ca-naneo, Taddeo”.

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Pietro, Giovanni e Tommaso ne furono molto commossi: “Maestro, non ci sia-mo mai accorti di avere gli stessi nomi degli apostoli! Ne siamo onorati. Non sappiamo come gloriare pienamente la Vostra venuta tra noi, e ringraziarVi per tutto quello che avete fatto per noi”. Tutti i frati si erano inginocchiati intorno a Gesù e salmodiarono: “Ad honorem et ad memoriam! Osanna! Osanna! Sia gloria a Dio!”. Poi si calmarono e passarono il pomeriggio parlando con Gesù. All’imbrunire Gesù volle comunicarli, come nella famosa Ultima Cena. Porse ad ognuno dei frati una ciotola di vino ed un pezzo di pane già benedetto. Dopo una preghiera, ogni frate inzuppò nel vino il pane e bevve tutta la ciotola. La Comunione era fatta! Il Santo Natale era stato celebrato! Gesù pronunciando una preghiera in lingua giudaica con la mano destra alzata li benedisse. Poi uno alla volta li abbracciò. I fraticelli rimasero commossi e sbalorditi da quello che vedevano ed udivano. Gesù disse: “Prima di andare voglio raccomandarvi una cosa: pregate e vogliatevi bene. Ricordatevi che ogni inverno non dovrete più essere colti alla sprovvista! Prima che nevichi rifornitevi di cibo, di bevande ed anche di legna!” “Oh, è vero, ci siamo dimenticati di rifornirci anche della scor-ta di legna…” si lamentò Pietro. “mi ero già accorto” disse Gesù “ma voglio farvi un ultimo regalo di Natale: il camino continuerà ad essere acceso notte e giorno, finchè non avrete provveduto a rifornirvi di legna”. “Ma ci vorranno ancora alcuni mesi” rispose sorpreso e sbigottito. “Questo vi farà trovare la ma-niera di rifornirvi… ed intanto riscaldatevi!” disse Gesù “Ora devo andare che si fa buio e la strada è ancora lunga. La Giudea mi attende. Non accompagna-temi che fuori si gela. Forse un giorno ci rivedremo. Vi benedico un’ultima vol-ta”. Una luce abbagliante, come se tutti i raggi dell’universo si fossero dati ap-puntamento, accecava gli occhi di quei frati che, ancora una volta, si stupirono. A ricordo di quella notte di Natale, fu posata una targa commemorativa accanto al portone e un’altra all’inizio della strada in salita per il Monviso e le Alpi Co-zie. Non risulta che vi fosse costruita un’abbazia; certamente il ricordo è rimasto vivo nei cuori e nelle menti di quegli umili frati.

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Massimo Giussani

Mercanti di neve Il clima invernale riferito ai mesi di dicembre, gennaio, febbraio è caratterizza-to da precipitazioni nevose, qui in brianza. Il detto popolare associa una serie di santi, a cui corrisponde una data, di tradizione cristiana. Questi santi , il cui no-me ci è ora ignoto, vengono quindi chiamati mercanti di neve. O, in dialetto, mercant de nef. La nostra tradizione, nello specifico, ne ha nominati 7: il primo è S. Ambrogio, il 7 dicembre, data in cui viene solitamente prevista la prima nevicata dell’an-no. Segue S. Lucia il 13 dicembre, poi S. Crispino il 13 gennaio, il 17 dicembre è il giorno di S. Apollonia, infine S. Antonio Abate il 9 febbraio, chiamato an-che S. Antoni del pourcell. In tutte queste date è prevista una nevicata abbondante, da cui questi santi prendono il nome di “mercanti di neve”. Il manto nevoso che, in effetti, è propizio all’agricoltura; viene però considera-to, a causa del freddo e del gelo ad esso associato, una scocciatura. Per questo si associa la neve ad una “vecchia megera”: la famosa giubiana. Per celebrare la fine di questo periodo, si è stabilita una data oltre la quale non avrebbe più nevicato (se non per casi eccezionali). Tale data corrisponde indi-cativamente all’ultimo giovedì di gennaio, giorno in cui viene bruciato il fan-toccio rappresentante la giubiana. In questo modo i brianzoli esorcizzano il tempo, scongiurando possibili nevicate.

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Le poesie di Federica

Una candela accesa.

Trabocca la cera e scende lentamente come lacri-

me. La fiammella emana tepore e calore:

rosso, rosa e giallo. Rosso come cuore, rosa come tenerezza e

giallo come calore. Questi sono i sentimenti dell’amore .

Federica

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ASSOCIAZIONE AMICI FAMILIARI,

E VOLONTARI CASA DI RIPOSO

MONTICELLO BRIANZA

TEL .039 92304201

E-mail [email protected]

L’angolo dell’Associazione...

L'Associazione ringrazia tutti i nuovi soci e coloro che generosa-

mente hanno rinnovato la loro adesione, augura a tutti un Anno ricco

di amore e felicità e lo fa con questa bellissima e significativa poesia.

Il valore di un sorriso

Donare un sorriso rende felice il cuore.

Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. Non dura che un istante

ma il suo ricordo rimane a lungo. Nessuno è così ricco da poterne far a meno

nè così povero da non poterlo donare. Il sorriso crea gioia in famiglia,

dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia.

Un sorriso dona sollievo a chi è stanco, rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina.

E se poi incontri chi non te lo offre, sii generoso e porgigli il tuo:

nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo.

P. John Faber

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L’angolo della salute Nei, un "vezzo" con altri poteri, chi ne ha molti invecchia meno.

Cindy Crawford ne ha fatto un punto di forza. Per non parlare di quello sul lab-bro superiore di Marilyn Monroe. I nei possono rendere più belle, ma secondo una ricerca presentata in una rivista medica sono anche indice di buona salute e aiutano a sembrare più giovani. Gli studiosi del King’s college di Londra hanno esaminato 1.200 gemelle non identiche fra loro, fra i 18 e i 79 anni: quelle con oltre 100 nei disseminati sulla pelle avevano muscoli più tesi, cuore e occhi più sani e sembravano più giovani di almeno sette anni rispetto alle coetanee. Inol-tre avevano ossa più forti del normale e di conseguenza un rischio dimezzato di sviluppare l'osteoporosi. Secondo i ricercatori inglesi, i fattori positivi legati alla presenza delle mac-chioline sulla pelle sono numerosi, anche se vanno protette per escludere even-tuali rischi di melanomi maligni causati dall'esposizione al sole. La maggior parte delle persone ha una media di 30-40 nei su tutto il corpo, ma c'è chi arriva a 600. Partendo da qui, i ricercatori inglesi si sono messi a studia-re la relazione tra la presenza di queste piccole macchie ed alcune caratteristi-che fisiche. "C'eravamo accorti da tempo che i pazienti con molti nei hanno un aspetto più giovanile - spiega Veronique Bataille, la dermatologa a capo della ricerca - , hanno meno rughe e meno macchie sulla pelle". Studiando il Dna delle persone con molti nei, il team di Bataille ha evidenziato la presenza di telomeri (la regione terminale del cromosoma) molto più lunghi. In genere, più è lungo il telomero, più è lento il declino. Sarebbe, dunque, que-sto fenomeno a regalare un aspetto più giovanile alle persone con molti nei. Per ora sembra escluso che il risultato del team del King's College di Londra possa dare il via a nuove sperimentazioni per combattere le tanto odiate rughe. Gli esperti escludono la nascita a breve di un elisir di eterna gioventù. "Il no-stro Dna - ammette Bataille - è il risultato di milioni di anni di evoluzione, non credo che sia possibile produrre una crema che lo possa alterare".

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L’angolo dell’oroscopo: Capricorno Tutti i nati sotto il segno del Capricorno festeggiano il compleanno nel periodo dell’anno che va dal 21 dicembre al 19 gennaio. Il capricorno è un segno di fuoco, il suo pianeta dominante è Giove. Le persone capricorno presentano un carattere impulsivo e prendono la vita con ottimismo. I colori “preferiti” dalle persone capricorno sono rosso, viola, porpora e turche-se, mentre le pietre adatte sono il turchese, lo zaffiro e l’ametista. Il loro profu-mo è l’essenza di gelsomino. Le persone nate sotto questo segno amano i caval-li, i cervi, gli elefanti, i gufi e i pavoni. I fiori legati al capricorno sono il gelso-mino, la violetta, il garofano, l’agrifoglio. Il loro giorno fortunato è il giovedì e il numero fortunato è il 3. I mesi favore-voli per il capricorno sono aprile, luglio, ottobre e dicembre e a loro sono legati questi talenti: il canto, la danza, l’arte sacra, la filosofia, la medicina, la teolo-gia. Questo segno zodiacale ha affinità con le persone ariete, acquario, leone, bilancia. Ma vediamo cosa dice il famoso astrologo Branko in merito al 2011: i nati sotto il segno del Capricorno iniziano bene l’anno, protetti dal potente pianeta Saturno che garantisce protezione. Questo pianeta vi aiuterà infatti nei momenti dell’anno più delicati. Plutone, invece, si occuperà di risistemare le questioni familiari e sentimentali; in particolare, il flusso di questo pianeta poterà un po’ di irrequietezza in prima-vera. Sarà più facile, invece, per voi affrontare le difficoltà familiari in estate, soprat-tutto per quanto riguarda la sfera genitori-figli. Arriverete così, liberi da ogni peso, a gustarvi il momento più bello dell’anno: il Natale. Buon anno a tutti!

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L’angolo delle risate

Babbo Natale, la Befana, un avvocato onesto e un ubriacone stanno camminan-do per la strada quando vedono per terra una banconota da cinquanta euro. Chi la prende? La prende per forza l'ubriacone ... Le altre tre sono figure mitologiche. Ho messo la calza e la Befana non mi ha portato niente. Forse era meglio met-terne una pulita.. - Qual è l'unica tigre che festeggia il capodanno? - La tigre del "bengala"! Un bambino prima di Natale manda una lettera a Babbo Natale e gli scrive: “per la tua festa vorrei una bicicletta rossa”. Arriva il giorno di Natale controlla sotto l'albero e non trova niente. Arriva la festa della befana e scrive: ”cara be-fana per la tua festa vorrei una bicicletta rossa”. Arriva il giorno della befana va sotto l'albero e non trova la bici; allora deluso e arrabbiato prende il bambinel-lo del presepe e lo mette nella tasca e scrive: “cara Madonna se vuoi rivedere tuo figlio .........

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L’angolo della natura

Calicanto Il Calicanto è una pianta da esterno che si coltiva in piena terra in giardino; può essere sia sempreverde che a foglia decidua. È un arbusto ornamentale, di cui si distinguono il Calicanto d'estate e il Calicanto d'inverno che può raggiungere l'altezza di 3 m. ed un diametro di 1,5 - 2,5 m. Si tratta di piante rustiche, resi-stenti al freddo, che non hanno bisogno di particolari cure. Crescono in terreni ricchi e ben drenati; prediligono posizioni soleggiate, ben ventilate, ma protette da venti freddi e invernali. Per prevenire i danni dovuti al freddo, durante i me-si invernali, si possono proteggere gli arbusti, ricoprendo il terreno attorno al fusto con paglia o foglie secche.

L’angolo del prodotto di stagione

I datteri L'albero del dattero è un’imponente palma appartenente alla famiglia delle A-recaceae. Originaria del Nord Africa, questa palma, è coltivata anche in Arabia, nel Golfo Persico, nelle Canarie, nel Mediterraneo settentrionale e nella parte meridionale degli Stati Uniti. Il tronco slanciato può raggiungere i 30 metri di altezza; è coronato da una fitta chioma, formata da rigide fronde grigio-verdi lunghe circa tre metri e da grandi spighe ramificate cariche di datteri, bacche oblunghe di colore arancione scuro contenenti un seme di consistenza legnosa. Ogni singola spiga può portare da 200 a 1000 frutti, arrivando a pesare anche 12 kg. La pianta inizia a fruttificare dopo l’ottavo anno di vita, raggiungen-do la piena maturità intorno ai trenta.

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Per aumentarne la concentrazione degli zuccheri e renderli così più dolci, quasi tutti i datteri vengono fatti essiccare al sole; alcune varietà, come la “Berhi” e la “Hiann”, vengono invece commercializzate fresche. I datteri secchi si presentano più scuri e piuttosto grinzosi, con una forma o-blunga irregolare, mentre quelli freschi sono lisci e perfettamente cilindrici. I più diffusi sono quelli di provenienza tunisina, la cui qualità è però spesso piut-tosto scadente: sono piccoli, poco dolci e addizionati con sciroppo di glucosio (sono quelli confezionati nel classico involucro di plastica ed attaccati ad un finto ramo anch’esso di plastica); i migliori, anche se più cari, sono senza dub-bio quelli di Israele, piuttosto grossi, scuri e dolcissimi; varietà altrettanto buo-ne sono la “Deglet Noor”, la “Hallawi” e la “Khadrawi”, coltivate in Medio Oriente. Questi frutti sono presenti sul mercato tutto l'anno, ma in special modo nel pe-riodo natalizio. Si conservano a lungo nella parte meno fredda del frigorifero; prima di consumarli, però, è preferibile lasciarli almeno un’ora a temperatura ambiente. In cucina, i datteri si possono mangiare al naturale o nei dessert e sono ottimi accompagnati con i formaggi, specie quelli più saporiti come il caprino, il gor-gonzola ed il pecorino stagionato. Per quanto riguarda le proprietà terapeutiche, i datteri, soprattutto quelli sec-chi, hanno un valore nutrizionale molto alto: rappresentano uno dei frutti più ricchi di zuccheri (fino al 70%); sono ricchissimi anche di potassio (che aiuta a riequilibrare la presenza di liquidi nell’organismo ed è un efficiente aiuto al si-stema cardiovascolare), di calcio, fosforo, magnesio, ferro e vitamine A e B; sono pertanto dei frutti molto energetici, rimineralizzanti ed anche lassativi; lo sciroppo di datteri, che si ottiene bollendo i frutti in acqua, è considerato un buon rimedio contro tosse e raffreddori. I datteri freschi sono da preferire a quelli secchi, sia per il maggior contenuto di vitamine, sia per l'assenza della glassa di glucosio utilizzata per la conservazione; e proprio per l'abbondante presenza di glucosio, i datteri secchi sono controindicati a chi soffre di diabete. Sono un frutto altamente calorico: infatti, 100 g. di prodotto forniscono ben 260 kcalorie.

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L’angolo della memoria Da questo mese, noi educatori abbiamo deciso di introdurre un nuovo angolo

nel giornalino della Casa di Riposo, che prende il titolo di “angolo della me-

moria”.

In questo spazio verranno pubblicati articoli che sono apparsi sui quotidiani

durante tutto il periodo del ‘900, articoli che “ricostruiscono” la memoria

dell’Italia e della nostra Brianza, articoli che “parlano” di un mondo che è

cambiato, di fatti di cronaca, di uomini e di donne che sono diventati sempre

più consapevoli, protagonisti del loro tempo, anche attraverso il disastro di

alcune guerre che hanno attraversato tutto il XX secolo.

La notizia...

IN UNO DEI SUOI PRIMI DISCORSI PUBBLICI IL “PAPA

BUONO” RICORDA LA “SUA” BRIANZA.

E’ il 21 novembre 1958 quando, Angelo Roncalli, da poco eletto papa Giovanni XXIII, arriva a Castelgandolofo, la storica dimora pontificia sul Lago di Brac-ciano. I giornali danno conto della sua prima visita definendo il pontefice come una persona con un’umanità che incanta. E dinnanzi alla folla che gremisce la piazza sulla quale si affaccia il palazzo pontificio, Giovanni XXIII conferma il suo tratto pacato e gioviale quando, come racconta La Stampa, tranquillizza due monsignori che davano segni di impazienza per le acclamazioni “che non ac-cennavano a calmarsi”. “Siete contenti?” chiede alla gente che lo saluta festosa, “vi ringrazio e vi salu-to. Benedico tra questo verde che mi ricorda tanto la mia Brianza; voi, tutte le persone che avete nel cuore, i bimbi in particolare”. Un riferimento, questo alla verde brianza, che colpisce i giornalisti. Infatti il pontefice non è brianzolo, es-sendo nativo di Sotto il Monte, uno dei primi paesi della Bergamasca, aldilà dell’Adda. Alla brianza però il papa è molto legato: di fronte al paese natio, c’è il Santuario della Madonna del Bosco, a Imbersago, dove Giovanni XXIII per due anni e da seminarista fece pellegrinaggi a piedi. Nel 1960, chiederà all’arci-vescovo di Milano, Giovan Battista Montini, futuro Paolo VI, di deporre una corona d’oro e di gemme sulla statua della Madonna.

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L’angolo della religione

Le parabole di Gesù

Non preoccupatevi troppo

Il lago di Galilea brilla sotto i raggi del sole, come una pietra preziosa incasto-nata tra le verdi colline. Una gran folla si è radunata nei prati che circondano Cafarnao, una cittadina di pescatori; tante persone si sono riunite per ascoltare Gesù. Fin da quando Gesù è partito da Nazaret per recarsi a Cafarnao, si sono susse-guite tante voci. La gente dice che compie miracoli. Sarà un messaggero man-dato da Dio? Ascolta… adesso Gesù parla. “Guardate gli uccelli (ce ne sono tanti, che volano e si fermano sull’erba verde, cantando dolci melodie). Non seminano, non raccolgono e non mettono il rac-colto nei granai… eppure il Padre vostro che è in cielo li nutre! Ebbene, voi non valete forse più di loro? E guardate come crescono i fiori dei campi: è primavera, la collina è piena di fiori di lino e anemoni, papaveri e margherite multicolori. I fiori non lavorano, non si fanno vestiti… eppure vi assicuro che nemmeno Sa-lomone, con tutta la sua ricchezza , ha mai avuto un vestito così bello! Voi non valete forse più dei fiori?” Tra la folla ci sono persone che riescono a comprendere ciò che Gesù dice. Sicuramente le persone sono importanti per Dio, se egli veste con tanto amore e tanta cura i fiori, che vivono solo un giorno prima di appassire al sole o di esse-re bruciati. Ma ascoltiamo ancora Gesù: “Dunque, non state a preoccuparvi troppo del denaro e delle cose che potete ac-quistare con esso. Cercate invece il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più”.

Da Matteo 6,26-33

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L’angolo degli operatori

Pensavate che il nostro super infermiere Tino avesse una somiglianza unicamente con Babbo Natale, ma che ne dite di queste altre?!!!! Chi è il vero nonno di Heidi? E chi è il vero Sean Connery?

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L’angolo della posta

I Bambini della scuola dell’infanzia Carissimi bambini, Siamo i nonni della casa di riposo, vi scriviamo per ringraziarvi di aver condi-viso con noi la preparazione degli addobbi natalizi per il nostro albero. Guardare l’albero pieno dei vostri disegni ci ha rallegrato il cuore e ricordare quella mattina trascorsa in vostra compagnia fa nascere sulle nostre labbra un sorriso. Il Natale è passato ed è arrivata anche la befana che in quattro e quattr’-otto si è portata via tutte le feste, ma ci ha lasciato le vostre belle palline. Per ricordarvi questo “nostro momento insieme”, restituiamo ad ognuno di voi il vostro capolavoro; vi chiediamo di conservarlo e proteggerlo, perché i nonni ve lo hanno custodito e vegliato con tanto amore. Ci farebbe molto piacere avervi di nuovo qui con noi, per ora vi salutiamo e at-tendiamo una vostra risposta. Fate i bravi. I nonni della casa di riposo.