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Gruppo Fabbisogni documento del 20/05/08 PROGETTO ESECUTIVO DI POLO FORMATIVO Logistica Intermodale e Mobilità Metropolitana RELAZIONE INTERMEDIA INDICE Premessa......................................................... 2 Capitolo 1. Obiettivi specifici..................................2 Capitolo 2. Metodologia e piano di lavoro........................4 2.1 Definizione delle aree tematiche............................4 2.2 Formazione dei gruppi di lavoro e relativa ripartizione delle attività........................................................5 2.3 Stesura del progetto esecutivo..............................6 Capitolo 3. Risultati............................................ 6 3.1 Analisi dei fabbisogni (vedi indice all’inzio del paragrafo 3.1)............................................................7 3.2 Progettazione..............................................22 3.2.1. Percorsi formativi.................................... 23 3.2.2. Trasferimento tecnologico.............................27 3.2.3. Laboratori a cielo aperto.............................31 3.2.4. Valenza internazionale................................32 Capitolo 4. Governance..........................................34 Capitolo 5. Comunicazione e qualità.............................35 Allegati........................................................ 36 Report Gruppo Analisi dei fabbisogni...........................36 Report Gruppo Progettazione....................................39 A. Cassone 1

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Page 1: Gentili componenti del gruppo Progettazione,€¦  · Web viewLogistica Intermodale e Mobilità Metropolitana. RELAZIONE INTERMEDIA. INDICE. Premessa 2. Capitolo 1. Obiettivi specifici

Gruppo Fabbisogni documento del 20/05/08

PROGETTO ESECUTIVO DI POLO FORMATIVO Logistica Intermodale e Mobilità Metropolitana

RELAZIONE INTERMEDIA

INDICE

Premessa.............................................................................................................................2

Capitolo 1. Obiettivi specifici................................................................................................2

Capitolo 2. Metodologia e piano di lavoro............................................................................4

2.1 Definizione delle aree tematiche.................................................................................4

2.2 Formazione dei gruppi di lavoro e relativa ripartizione delle attività...........................5

2.3 Stesura del progetto esecutivo...................................................................................6

Capitolo 3. Risultati..............................................................................................................6

3.1 Analisi dei fabbisogni (vedi indice all’inzio del paragrafo 3.1).....................................7

3.2 Progettazione............................................................................................................22

3.2.1. Percorsi formativi..............................................................................................23

3.2.2. Trasferimento tecnologico.................................................................................27

3.2.3. Laboratori a cielo aperto...................................................................................31

3.2.4. Valenza internazionale......................................................................................32

Capitolo 4. Governance......................................................................................................34

Capitolo 5. Comunicazione e qualità..................................................................................35

Allegati............................................................................................................................... 36

Report Gruppo Analisi dei fabbisogni.............................................................................36

Report Gruppo Progettazione.........................................................................................39

A. Cassone 1

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Premessa

( a cura del capofila)

Capitolo 1. Obiettivi specifici

Gli obiettivi specifici del polo formativo “Logistica Intermodale e Mobilità metropolitana” si inseriscono nel contesto degli obiettivi generali definiti dalla regione Piemonte: sviluppare modelli formativi e organizzativi per la realizzazione di azioni integrate

(formative, di sistema, di accompagnamento) a sostegno dei processi di innovazione connessi al settori regionali strategici. La logistica, nella sua accezione di trasporto intermodale delle merci, e la mobilità metropolitana sono stati individuati come i settori strategici per i quali il polo predisporrà un progetto formativo che sappia cogliere la complessità propria del settore dei trasporti delle merci e dei passeggeri e la grande possibilità di innovazione che esso ha, soprattutto nell’ottica della sostenibilità, diventata un obiettivo primario non solo a livello europeo;

individuare e descrivere figure e profili professionali e le relative competenze nel settore dei trasporti, sia con riferimento alle prospettive evolutive definite dal processo di riordino della istruzione e formazione tecnico professionale (cfr. D.P.C.M. 25 gennaio 2008), sia rispetto all’innovazione di cui sopra che deve essere innescata anche grazie a figure professionali che sappiano interpretare correttamente, anticipandola, la dinamica del sistema dei trasporti che è il motore di un mondo sempre più globalizzato.

Nell’ottica degli obiettivi generali di cui sopra, in cui l’integrazione e l’innovazione saranno gli elementi portanti del Polo, si intende considerare tutti i modi di trasporto presenti nella nostra regione: stradale, ferroviario, aereo e su vie d’acqua interne (laghi e fiumi/canali), con, ovviamente, particolare attenzione ai settori maggiormente presenti ed importanti, strategicamente parlando, nel nostro territorio regionale. Ciò significa che il contesto in cui si muoverà il Polo sarà quello del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) e dei Piani Territoriali Integrati (PTI), associati al perseguimento di uno sviluppo economico sostenibile e della competitività.

L’aspetto prioritario sarà, inoltre, di far emergere i fabbisogni latenti e quelli che latenti non sono ancora, ma diventeranno tali nel prossimo futuro, non dimenticando che viviamo, ormai, in un mondo globalizzato e che non possiamo prescindere da cosa accade “altrove”, in particolare nel settore dei trasporti. Di qui la scelta di dare al Polo una forte valenza internazionale, come sarà descritto più avanti.

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Fatte queste premesse, la metodologia di lavoro prevede la definizione di un obiettivo principale che delinei il target che il polo si pone, sia in termini di formazione (tipologia di competenze) sia di utenza della stessa, le fasi organizzative della formazione ed i risultati che intendiamo ottenere con le relative ricadute sul territorio.

Il nostro obiettivo specifico è quello di fornire un’educazione di elevata qualità a persone aventi diversi livelli di crescita scolastica e professionale, con una forte valenza europea, attraverso una formazione “ad hoc” per diverse figure professionali. La valenza europea sarà perseguita attraverso la progettazione di corsi con contenuti di interesse comunitario per rendere i discenti versatili rispetto alle necessità dei diversi paesi europei. Tale risultato sarà garantito anche grazie alla definizione di percorsi formativi che prevedano una parte dedicata alla mobilità dei discenti che permetta loro esperienze formative e di stage in altri paesi europei. La presenza nel polo di un importante istituto di ricerca straniero (INRETS - Francia) e l’appartenenza del Politecnico all’associazione ECTRI (European Conference of Transport Research Institutes: www.ectri.org) favorirà da subito una progettazione di percorsi formativi con moduli teorici e stage all’estero.

A tal fine è fondamentale prevedere una possibile classificazione delle figure professionali, individuate sulla base di quanto detto sopra, in funzione della formazione per esse prevista, sia in termini organizzativi che di contenuto, che comporteranno “un’utenza” di diverse età e preparazione culturale/professionale di base:

a. obbligo formativo (post scuola media);

b. formazione post-diploma (ex IFTS);

c. formazione per i lavoratori di aziende del settore trasporto, sia passeggeri che merci (formazione continua).

Il Polo ha deciso di concentrarsi sui punti b. e c., tralasciando la formazione post scuola media, perché la formazione post-diploma e quella continua costituiscono il vero motore di una rinnovata professionalità che dovrebbe essere raggiunta all’interno del settore dei trasporti. Si ritiene, infatti, che il Polo dovrà costituire un laboratorio di qualificate professionalità affinché il sistema dell’obbligo formativo possa beneficiarne e fungere da anticipatore di trend e modelli/metodi formativi di alto livello.

Il punto c. rappresenta la sfida più difficile, anche se permette maggiormente di progettare percorsi innovativi e con valenza internazionale, e sta diventando cruciale ai fini di una riqualificazione di persone che già lavorano a diversi livelli di responsabilità in azienda o negli enti pubblici.

GLI OBIETTIVI SONO DA RIFINIRE.

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Capitolo 2. Metodologia e piano di lavoro.

Per raggiungere gli obiettivi specifici descritti nel paragrafo precedente, è stata messa a punto una metodologia di lavoro che permetta di strutturare e definire il progetto esecutivo secondo i requisiti richiesti dalla Regione.

Distingueremo dunque, la metodologia seguita per la stesura del progetto esecutivo da quella che qui accenneremo e proporremo poi nella relazione finale e che sarà la metodologia di sviluppo del polo nei tre anni di vita del progetto.

In questa relazione intermedia verranno fornite le indicazioni relative alla metodologia seguita per la redazione del progetto esecutivo, che prevede le seguenti fasi di lavoro: definizione delle aree tematiche oggetto del progetto esecutivo; formazione dei gruppi di lavoro e relativa ripartizione delle attività, metodo

di lavoro e tempi; stesura del progetto che sarà articolato, a sua volta in:

1. Obiettivi;2. Fasi di lavoro;3. Suddivisione delle competenze tra i partecipanti4. Tempi di realizzazione;5. Indicatori per il monitoraggio e l’auto-valutazione.

2.1 Definizione delle aree tematicheLa metodologia seguita si articola nell’approfondimento di due tematiche principali:

- l’analisi dei fabbisogni e l’individuazione dei profili di figure professionali sia richieste oggi dal mercato sia “latenti”, ma che diventeranno il fabbisogno dell’avvenire e del futuro. A questo scopo si sono raccolte e sistemate le informazioni derivanti da:

Studi specifici per l’area e i settori di riferimento:

Interviste con testimoni privilegiati

Focus Group

Indagini ad hoc

Analisi di altre esperienze e casi notevoli

L’analisi della domanda viene posta a confronto con l’offerta esistente e inserita nel contesto socio-economico, culturale e istituzionale, allo scopo di individuare le azioni formative specifiche del Polo.

Flow Chart

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- la progettazione dei corsi relativi alle figure individuate nella prima fase. La metodologia definita per la fase di progettazione è stata articolata in quattro aree tematiche:1. Percorsi formativi.2. Trasferimento tecnologico.3. Laboratori a cielo aperto.4. Valenza internazionale.

Qui non sarebbe male un flow chart complessivo che includa, anche se in modo molto schematico, l’analisi di contesto (flow chart) inviata da Muzzarelli e l’altro schema da lui prepararato e che inserirò più avanti.

CHIEDO A MUZZARELLI DI PREPARARE IL FLOW CHART

2.2 Formazione dei gruppi di lavoro e relativa ripartizione delle attivitàIndividuate le aree tematiche oggetto del piano esecutivo, il Polo ha deciso di costituire dei gruppi di lavoro che affrontassero in modo operativo le stesse e si occupassero della stesura della relazione. Ogni gruppo di lavoro si è formato in base alle competenze dei partecipanti ed ha nominato un coordinatore.

1. Il gruppo di lavoro sui fabbisogni formativi nel contesto del sistema economico territoriale, coordinato dal Professor Alberto Cassone (Università del Piemonte Orientale) è così composto:

Chiara Patrucco (ARGOL)/ Carla Rondano (ARGOL) Gianmarco Bisio (Casa di Carità)/ Giorgio Rosso (Casa di Carità)/Tiziana Uggetti (Casa di Carità)/ Vittorio Poggio (Interporto di Rivalta Scrivia)/ R.Orzini / M.Mirabello Daniele Beruatto (SAGAT) Giovanni Oliaro (Inforcoop Lega Coop) /Bartolomeo Avataneo ( Inforcoop Lega Coop) Annalisa Chiappetta (Istituto Avogadro, Torino Mario Scarsi (Istituto Ciampini, Novi Ligure)/ Fernando Robino Marco Muzzarelli ( Engim) Massimo Infunti (Impronta) Roberta Richiero ( CFIQ) ?? ( Confcooperative)

2. gruppo “Progettazione”, coordinato dalla Prof.ssa Pronello del Politecnico di Torino e composto da:- xxxx- cccc- www- yyyy

3. gruppo “Elaborazione e governance”, coordinato da xxxxxxxxxxxxxx e composto da:

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- xxxx- cccc

I gruppi di lavoro hanno messo a punto, singolarmente, un proprio metodo di lavoro condiviso all’interno del gruppo stesso, ma hanno comunque deciso di mantenere una forte integrazione tra di loro inserendo, nella mailing list di ciascuno, i coordinatori degli stessi, per avere una completa informazione sullo sviluppo del lavoro ed una sicura integrazione. In particolare, i gruppi “Fabbisogni” e “Progettazione” hanno lavorato in stretto contatto, essendo i fabbisogni un input importante per la progettazione.

Il metodo di lavoro si è basato sulla definizione di incontri per la discussione e sul lavoro individuale. Precisamente sono stati fissati due incontri, uno per definire l’approccio iniziale ed uno per discutere i risultati del lavoro e finalizzare gli stessi in vista della relazione intermedia. Tali incontri sono stati affiancati dal lavoro individuale basato sullo scambio di e-mail gestito dal coordinatore e supportato dalla creazione di uno spazio web dove poter documentare i lavori del gruppo. All'interno dello spazio è possibile tenere traccia delle e-mail che vengono scambiate, commentare le attività svolte dai singoli soggetti e scambiare del materiale utile (links, documenti, ecc.). Lo spazio sarà finalizzato, nella fase operativa triennale, alla gestione del Polo e come strumento per scambiare informazioni con le Provincie, ma anche per effettuare eventuali indagini tramite questionari on line. Lo spazio è gratuito, esportabile in altri formati e si possono creare dei collegamenti con RSS per rimanere aggiornati su eventuali variazioni. Il link è il seguente: http://polologisticsmobility.wordpress.com/.

I tempi previsti per le attività operative dei gruppi sono stati basati sulle due scadenze del piano operativo: la redazione della relazione intermedia entro il 30 maggio e la stesura del progetto esecutivo entro il 30 giugno.

2.3 Stesura del progetto esecutivoLa stesura del progetto esecutivo, concretizzata nella relazione finale che sarà consegnata entro il 30 giugno, costituisce il punto d’arrivo della metodologia operativa durante la redazione del progetto e prevede, a sua volta, una metodologia che dovrà garantire l’ottenimento degli obiettivi prefissati e che sono già indicati, se pur sinteticamente, nel primo paragrafo di questa relazione intermedia.

Dati gli obiettivi, le fasi di lavoro previste si concentrano sullo sviluppo delle tematiche previste:- analisi dei fabbisogni;- progettazione e strategia triennale- governance- comunicazione e qualità.

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Capitolo 3. Risultati

Si riportano qui i risultati ottenuti ad oggi in forma sintetica, rimandando i dettagli ai report specifici contenuti in Allegato.

I risultati fanno riferimento, in particolare, al lavoro svolto all’interno dei gruppi “Analisi dei Fabbisogni” e “Progettazione”.

3.1 Analisi dei fabbisogniINDICE3.1.1. Oggetto e limite dell’analisi

3.1.1.1 Ambito spaziale3.1.1.2 Orizzonte temporale3.1.1.3 Mercati3.1.1.4 Modi di trasporto e corrispondenti infrastrutture di servizi

3.1.2 Il quadro di riferimento economico, sociale, istituzionale, politico, tecnologico, ambientale3.1.3Analisi dei fabbisogni del territorio di riferimento

3.1.3.1 La domanda di formazione e figure professionali3.1.3.1.1 Le fonti disponibili

3.1.3.1.2 La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria - II Fase sintesi sui trasporti

3.1.3.1.3 Indagini ad hoc3.1.3.1.4 Interviste con testimoni privilegiati3.1.3.1.5 Focus Group3.1.3.1.6 Analisi di altre esperienze e casi notevoli

3.1.3.2 L’offerta di formazione e figure professionali3.1.3.2.1 In Italia3.1.3.2.2 In Europa

3.1.3.3 Il confronto tra domanda e offerta formativa3.1.4 Analisi del contesto culturale economico e sociale dei destinatari dell’attività formativa3.1.5 Figure professionali considerate per le attività del Polo3.1.6 Le azione del polo formativo

3.1.1. Oggetto e limite dell’analisi3.1.1.1 Ambito spazialeIl polo formativo ha come territorio delimitato dalla partecipazione dei propri componenti il territorio delle province di Alessandria, Vercelli e Torino.Il bacino di riferimento è quello del Piemonte, tenendo presente le importanti interrelazioni che esistono con il territorio delle Liguria e dell’area emiliano-lombarda. L’ambito spaziale di

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riferimento è quindi quello dell’Italia Nord-Ovest con la consapevolezza dei flussi che interessano tali aree con il resto del territorio europeo.In particolare, il territorio beneficiario del progetto è strategico dal punto di vista dello sviluppo logistico in quanto punto di incrocio del Corridoio 5 (Lisbona – Kiev) con il Corridoio 24 (Genova – Rotterdam), istituiti dalla Commissione Europea.La piattaforma logistica del Nord-Ovest, così come definita nel Piano per la logistica, è una delle sette piattaforme integrate previste dal DPEF 2006-2009 ed è costituita dal sistema portuale ligure Genova, La Spezia, Savona, con la retroportualità di Rivalta Scrivia e Alessandria, le strutture intermodali di Novara e Orbassano, strettamente integrate, per il tramite dell’hub dell’area milanese, con il nodo ferroviario di Mortara e le piattaforme logistiche di Piacenza-Pavia e dall’hub aeroportuale di Malpensa.Ad un dettaglio più fine, il progetto esecutivo guarda con particolare attenzione alle 2 subaree costituite dalla provincia di Torino da un lato, e dalle province di Alessandria e Vercelli dall’altro, dove si localizzeranno le iniziative formative.

3.1.1.2 Orizzonte temporaleL’orizzonte temporale del polo logistico è fissato dalla Regione in 3 anni. Una progettazione adeguata implica di estendere l’orizzonte almeno a 5-10 anni.

3.1.1.3 MercatiI mercati oggetto dello studio dei fabbisogni formativi sono quelli delle merci e delle persone. Si tratti di due mercati che, se condividono alcune problematiche comuni (………..), si differenziano in maniera significativa per altri aspetti. In particolare da un lato il mercato della logistica delle merci si caratterizza per transazioni che coinvolgono i rapporti tra imprese e solo marginalmente tra imprese e famiglie, movimenti a lungo raggio (con l’eccezione delle cosiddetta citylogistics), un elevato grado di concorrenza, una regolazione a livello mondiale, europeo e nazionale, la presenza preponderante di operatori privati.Al contrario il mercato il mercato della logistica delle persone si caratterizza per transazioni che coinvolgono principalmente i rapporti tra imprese e famiglie intese come consumatori finali, movimenti a breve raggio (con l’eccezione del trasporto aereo), un basso grado di concorrenza, una regolazione particolarmente forte a livello regionale e locale, la presenza preponderante di operatori pubblici o a partecipazione pubblica.

3.1.1.4 Modi di trasporto e corrispondenti infrastrutture di serviziI fabbisogni formativi con riferimento al modo di trasporto possono essere comuni (sicurezza, sistemi informatici, sistemi tariffari…….), ovvero anche profondamente specifici (I fabbisogni formativi saranno studiati con riferimento ai seguenti modi di trasporto, prestando particolare attenzione agli aspetti legati all’intermodalità: via terra e cioè su ferro o su gomma combinato terrestre via acqua e cioè su nave o su chiatta combinato marittimo via ariaUna particolare riflessione va applicata al settore della city logistic, che ha l’obiettivo di razionalizzare la distribuzione delle merci nei centri urbani. Si tratta di un settore che sta conoscendo un forte sviluppo e sempre più sarà al centro del dibattito economico per le nuove normative, per le connessioni con i temi ambientali e con le nuove tecnologie.A tale proposito, è necessario individuare le città che possono costituire un benchmark per le azioni del polo e definire le caratteristiche dei possibili interventi sulla situazione locale.In ogni caso, è indispensabile il coinvolgimento di tutti gli attori della logistica di città, vale a dire, tra i principali, trasportatori, commercianti e amministrazioni locali.

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3.1.2 Il quadro di riferimento economico, sociale, istituzionale, politico, tecnologico, ambientale

Da tutti i punti di vista, il quadro di riferimento è dominato da un elevato grado di incertezza. La crisi finanziaria internazionale iniziata nell’estate 2007 e le conseguenze che si sono

propagate nel 2008 a gran parte dell’economia mondiale, ma certamente all’economia americana ed europea, sembrano aver posto fine all’impetuoso sviluppo della produzione e conseguente, a tassi tradizionalmente doppi, del commercio mondiale. I processi di globalizzazione, proprio grazie al loro successo, vanno perdendo di intensità. I movimenti di merci sono destinati, nel medio periodo ad un rallentamento della crescita.

Anche i movimenti di persone, a livello mondiale, sono destinati ad un rallentamento della crescita: fattori demografici, politici e sociali convergono verso una riduzione dei flussi. Anche i modelli di governance sia delle istituzioni sia delle imprese sembrano orientati verso un processo di consolidamento che privilegia l’aspetto locale rispetto a quello globale. D’altra parte il venir meno, proprio grazie al loro successo, dei differenziali di competitività anche nel settore turistico e all’affermarsi di modelli culturali più orientati alla riscoperta delle tradizioni e delle identità, vanno nella direzione di un assestamento dell’impetuoso sviluppo dei movimenti di persone connesso al turismo internazionale.

Dal punto di vista istituzionale e politico l’incertezza sull’evoluzione del processo di integrazione europea suggerisce anche in questo caso una battuta di arresto dei processi di integrazione, con conseguente aumento dei flussi di persone e merci.

Per quanto riguarda la tecnologia, sfruttati ormai a fondo i vantaggi nel trasporto via mare, e rimanendo modesti quelli realizzabili via aria, le prospettive più forti riguardano modalità “tradizionali” come ferrovie, metropolitane, bus, biciclette nelle aree urbane, con l’importante aggiunta delle idrovie interne.

Le crescenti preoccupazioni ambientali inevitabilmente comporteranno uno spostamento nelle modalità di trasporto, con una redistribuzione delle persone dall’aereo al treno su medie distanze, dal trasporto privato a quello pubblico nelle aree metropolitane, da modalità energivore , in particolare di combustibili fossili, verso modalità ecologicamente più evolute, dall’elettricità ai biocarburanti, con la nicchia, che rimarrà tale, dell’idrogeno.

L’incertezza domina anche il quadro di riferimento piemontese, nel contesto italiano ed europeo. La crisi Alitalia, ed il conseguente abbandono del ruolo di hub per Malpensa lascia

indeterminato, nel medio lungo periodo il ruolo di altri aeroporti del Nord Italia, in particolare Caselle, ma anche Genova e in misura limitata, Levaldigi. E’ facile prevedere un aumento dei collegamenti point to point tra Torino e Genova e altre destinazioni europee e non solo. Nel breve periodo si avrà anche uno spostamento della domanda di figure professionali dal bacino lombardo verso gli altri eroporti del Nord italia: si tratta di una redistribuzione geografica, non di aggiunte nette, e pertanto potrebbero verificarsi spostamenti sul lato dell’offerta di lavoro, senza effetti netti di sistema.

La linea TAV Lyon Torino ha tempi ancora lunghi di realizzazione, e problemi di finanziamento

La linea ferroviaria ad Alta Capacità Genova Milano (cd Terzo valico) è forse prossima ad un rilancio, con tempi e modalità ancora da definire

La crescita del sistema dei porti liguri e le interazioni con il retroporto del Piemonte meridionale è stabile, ma non lascia intravedere cambiamenti epocali, anche per il continuo miglioramento anche della competitività degli altri porti mediterranei, da

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quelli spagnoli a quelli francesi, in entrambi i casi sostenuti da più convenienti opportunità territoriali e di collegamenti ferroviari ed autostradali.

Il ritardo infrastrutturale caratterizza ormai da decenni lo sviluppo logistico italiano. Tuttavia si fa sempre più pressante la necessità per il sistema “porti liguri-retroporto piemontese” di essere in grado di alimentare l’Europa da sud, attraverso il Corridoio 24. A fronte di questa constatazione, al fine di promuovere l’integrazione fra porti e retroporto, stanno prendendo forma alcune iniziative tangibili. Ne citeremo due fra le più importanti.E’ stato firmato a Genova un protocollo di intesa tra le principali istituzioni interessate (Regioni Piemonte e Liguria, Province di Genova, Savona e Alessandria, Comuni di Genova e Alessandria, Fondazione Slala, Autorità portuali di Genova e Savona, Confindustria, FS,…) per la creazione di un polo logistico presso lo scalo merci di Alessandria, collegato via treno ai porti di Genova e Savona. Un passo concreto verso la creazione di una piattaforma logistica in grado di intercettare, a partire dal 2010, i traffici provenienti da Est, senza aumentare il traffico su gomma che soffoca il nodo di Genova.L’Interporto di Rivalta Scrivia, per passare a una iniziativa del privato, ha avviato la realizzazione di un terminal dedicato alle merci provenienti da Genova. L’obiettivo è la realizzazione di una piattaforma per lo sviluppo di traffici intermodaliIn un territorio che si sta attrezzando dal punto di vista infrastrutturale per cogliere l’opportunità dello sviluppo logistico, si rende necessaria la predisposizione di tutte le attività correlate: dalla fornitura di servizi alla formazione, quest’ultima indispensabile per la costruzione di una “cultura logistica” legata alle specificità territoriali.

3.1.3ANALISI DEI FABBISOGNI DEL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.1.3.1 La domanda di formazione e figure professionaliPossiamo affermare che le indagini sui fabbisogni formativi sono indispensabili per cercare di capire se i mutamenti che stanno interessando il settore della logistica sono adeguatamente supportati da un sistema di istruzione, formazione e informazione, quale base di consolidamento dello sviluppo.

Il Sistema Informativo Excelsior, promosso e realizzato da Unioncamere, in accordo con il Ministero del Lavoro e l’Unione Europea, si colloca tra le principali fonti informative disponibili sui temi del mercato del lavoro e della formazione, fotografando l’andamento occupazionale e il flusso delle assunzioni previste dalle imprese italiane.La rilevazione 2005 mostra anzitutto, come il settore “trasporti e servizi postali” sia fra quelli che più contribuiscono alla crescita dell’occupazione italiana. La quota delle assunzioni previste in tale settore è infatti passata in Italia dal 5,4% del 2001 al 6,5% del 2005.Ma non solo: tra i profili trainanti compaiono i conducenti di veicoli a motore, i manovali del settore trasporti e addetti al carico/scarico delle merci, gli addetti alla registrazione dei materiali e ai trasporti.Le figure esecutive legate al settore della logistica sono quindi caratterizzate da una forte domanda. E’ altrettanto evidente che le scelte di assunzione si concentrano su professioni non particolarmente qualificate: nel settore trasporti la richiesta di personale con bassa o nulla qualificazione scolastica è pari al 41% delle assunzioni previste, mentre la domanda di laureati si ferma al 6%.Le aziende di trasporto e servizi postali dichiarano di avere difficoltà di reperimento delle risorse umane rappresentano il 28,7% delle aziende che prevedono assunzioni. Tuttavia ciò che colpisce è la motivazione: al primo posto l’assenza della necessaria qualificazione o esperienza (41%), seguita dalla carenza (o forte domanda) del profilo richiesto (33%).

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La difficoltà di reperimento riguarda prevalentemente i titoli di studio più bassi e le figure professionali di natura più operativa, ma anche (e in modo deciso) le figure di responsabili e dirigenti adeguatamente formati. Secondo uno studio condotto da Isfort – Diap Politecnico di Milano (2003), gli operatori sopperiscono alla mancanza di competenze presso i lavoratori attraverso la formazione on the job (68%) o corsi di aggiornamento periodici, ma destinano una quota molto esigua del fatturato in investimenti sulle risorse umane. Le proposte formative delle imprese riguardano per la maggior parte l’attivazione di corsi post-diploma per addetti alla logistica (53%) oppure l’inserimento delle materie logistiche nei canali di istruzione pubblica come istituti tecnici e professionali o nelle università (42%).

Relativamente alle figure professionali che si collocano a un livello medio-alto, possiamo fare riferimento ai risultati di un’indagine condotta nel 2005 dal Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università del Piemonte Orientale. Emerge anzitutto una carenza di persone in possesso di una formazione specifica per tali posizioni e questo primo risultato stride in parte con la proliferazione di corsi di laurea e, soprattutto, master e corsi post-laurea in tema di logistica. Le persone che ricoprono posizioni di livello medio-alto in logistica, infatti, sono prevalentemente persone con una prolungata esperienza in aziende del settore, cresciute in azienda e che si sono letteralmente costruiti una professionalità. Il know-how del logistico risulta quindi costruito attraverso il learning by doing e, di conseguenza, fortemente specializzato.Il settore della logistica è perciò caratterizzato oggi da una forte probabilità di intraprendere un percorso di mobilità ascendente, anche a partire da posizioni molto basse; allo stesso tempo, è chiaro che assumono particolare importanza le qualità personali e la disponibilità del lavoratore stesso a fare investimenti in termini di impegno.L’impressione è che il learning by doing non sia soltanto una consuetudine, quanto una necessità, dettata probabilmente da carenze a livello formativo.

Sia nel caso delle figure professionali esecutive, sia nel caso di quelle di livello medio-alto si rilevano carenze dal punto di vista dell’istruzione e della formazione. L’azione del polo formativo dovrà perciò concentrarsi sulla soluzione di questo problema, attraverso interventi mirati.

3.1.3.1.1 Le fonti disponibiliLe informazioni sui fabbisogni formativi nel campo delle logistica intesa nell’accezione più estesa, possono da un lato essere desunte da fonti disponibili, dall’altro possono essere l’oggetto di indagini ad hoc. Tra le informazioni già disponibili si segnalano quelle reperibili in: Database EXCELSIOR di fonte UnionCamere La Formazione come Risorsa del Sistema Locale, Cervap 2007 La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria, II Fase Rapporto Finale- Febbraio 2008, CERVAP …………….. ……………..

3.1.3.1.2 La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria - II Fase SINTESI SUI TRASPORTI

Le figure professionali indagateCoordinatore di movimentocoordina i conducenti e la movimentazione dei mezzi che operano nell'unità di sua responsabilità per garantire la massima regolarità dei servizi e dei flussi.

Operatore di gestione dei trasporti

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gestisce la registrazione degli aspetti operativi del trasporto passeggeri e merci, si occupa di tutte le attività collegate ai servizi di assistenza alla clientela; preparano i report per i dirigenti.

Tecnico della logistica del trasporto mercidefinisce i flussi della movimentazione dei mezzi di trasporto merci.

Operatore di movimentazione/magazzinicura l'accettazione, l'immagazzinamento, la movimentazione, la spedizione delle merci e l'aggiornamento in tempo reale dei dati.

Autistaguida e gestisce i veicoli assegnati, adempiendo agli obblighi amministrativi connessi; cura la sistemazione del carico e le operazioni di carico/scarico.

Operatore polivalentesi occupa delle attività di supporto alla manutenzione degli automezzi e alla gestione del magazzino.

Manutentore meccanicocura il funzionamento e l'efficienza delle componenti meccaniche, pneumatiche, idrauliche dei mezzi attraverso interventi di ripristino, prevenzione guasti/anomalie e miglioramento.

…. OMISSIS …

Entrando nel dettaglio delle figure professionali, si osserva che la figura che evidenzia il più elevato grado di difficoltà di reperimento è l’operatore di gestione dei trasporti (ITA pari a 0.14). Tutte le altre figure presentano indici di tensione nulli o comunque inferiori a 0.08, per le quali praticamente la totalità delle imprese in cui queste figure sono presenti dichiara di non riscontrare difficoltà di reperimento della figura sul territorio provinciale.

Tabella 1 - Gli indici di tensione assoluta (ITA) (si veda la relazione a pag. 34)

… OMISSIS …

In tabella 2 sono illustrati i valori dell’Indice di fabbisogno assoluto (IFA) per il settore “trasporti e logistica”. Il quadro d’insieme che emerge dall’indagine è una diffusa percezione di stabilità della futura domanda per tutte le figure professionali oggetto di indagine, con livelli dell’IFA pari a 0.50 per tutte le figure.

Tabella 2 - Gli indici di fabbisogno assoluto (IFA) (si veda la relazione a pag. 36)

... OMISSIS …

In tabella 3 sono illustrati gli indici di fabbisogno relativo (IFR) che trasformano i punteggi dell’IFA in una graduatoria relativa che assegna punteggio pari a ad 1 alla figura professionale con il fabbisogno futuro percepito in termini maggiormente positivi (valore dell’IFA più elevato) e punteggio pari a zero alla figura professionale con il livello IFA più basso. Le figure professionali con livelli IFA intermedi tra il minimo ed il massimo del settore evidenziano invece valori dell’IFR vicino a 0.5.Il coordinatore di movimento, evidenziando l’IFA più elevato tra le figure professionali del settore, registra il massimo valore dell’IFR (pari a 1). Tutte le altre figure registrano un valore dell’IFR pari a zero, in quanto tali figure presentano tutte un l’IFA pari a 0.50 (valore più basso registrato nell’ambito delle figure indagate).

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Tabella 3 - Gli indici di fabbisogno relativo (IFR) (si veda la relazione a pag. 37)

… OMISSIS …

L’attribuzione del punteggio finaleIn tabella 4 sono illustrati i punteggi finali assegnati alle figure professionali del settore “trasporti e logistica”. Come illustrato nella sezione metodologica del presente lavoro, il punteggio finale assegnato a ciascuna figura è espressione di sintesi dei punteggi assegnati in base agli indici assoluti e relativi. Dal momento che la numerosità delle figure professionali del settore è limitata (sette), come esplicitato nella sezione metodologica del presente rapporto, il punteggio finale è ottenuto mediante una media ponderata tra il punteggio in base agli indici assoluti e quello in base agli indici relativi, con peso preponderante del primo (il 65%) rispetto al secondo (il 35%).

In base a tale procedura di stima, la figura professionale con il punteggio finale più elevato è il coordinatore di movimento (con 21/60). Seguono l’operatore di gestione dei trasporti (con 14/60) ed il tecnico della logistica del trasporto merci e gli autisti (con 10/60).

Tabella 4 - Punteggi finali

Figura professionalePunteggio

indici assoluti

Punteggio indici

relativi

Punteggio finale

Coordinatore di movimento 5 50 21

Operatore di gestione dei trasporti 5 30 14

Tecnico della logistica del trasporto merci 5 20 10

Operatore di movimentazione/magazzini 5 0 3

Autista 5 20 10

Operatore polivalente 5 0 3

Manutentore meccanico 5 0 3

Fonte: elaborazioni CERVAP su dati campionari

Inoltre informazioni di carattere qualitativo sulla domanda di competenze e figure professionali nel settore sono desumibili dalla letteratura e dalla pubblicistica.

3.1.3.1.3 Indagini ad hocPossono riguardare il sistema delle imprese e degli altri soggetti interessati esistenti. Di conseguenza è necessario identificare un criterio di individuazione dei soggetti direttamente o indirettamente interessati: Imprese di trasporto

A. Cassone 13

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Imprese di logistica Responsabili degli uffici acquisti di imprese non del settore Imprese di trasporto pubblico locale e non Autorità portuali Gestori di infrastrutture di trasporti e telecomunicazioni

Un primo necessario punto di partenza è la disponibilità di un panel di riferimento costituito dalle imprese dei vari comparti.Tale data base è già ora a disposizione del Polo, grazie da un lato alla collaborazione con la Provincia di Alessandria e la Camera di Commercio di Alessandria che hanno messo a disposizione il database delle imprese dei comparti rilevanti e della Provincia di Torino che ha fornito l’elenco delle imprese raggiunte dai questionari RIFL’obiettivo di tali indagini è principalmente quello di tenere sotto osservazione il contesto di riferimento del polo formativo e sarà trattato ampiamente più avanti (monitoraggio e valutazione).

3.1.3.1.4 Interviste con testimoni privilegiatiIl metodo dell’intervista discorsiva con testimoni privilegiati è certamente adeguato ai fini del progetto di polo formativo. E’ infatti possibile, attraverso tale strumento, raccogliere dati pertinenti con il grado di approfondimento desiderato sui temi oggetto di studio, interagendo con individui ricchi di informazioni ed esperienze.

Un esempio è riportato in una apposita appendice (Avataneo)Sintesi intervista da inserire

3.1.3.1.5 Focus GroupSono previsti dei Focus Group su specifici aspetti con operatori particolarmente esperti. Inoltre qui di seguito è sintetizzato quanto emerso da precedenti iniziative in vari campi.

3.1.3.1.6 Analisi di altre esperienze e casi notevoliAccanto alle informazioni ottenibili dal sistema produttivo esistente nel bacino di riferimento, è necessario, in una prospettiva di progettazione di medio periodo, tener conto dei fabbisogni di competenze di figure professionali associabili ad un sistema produttivo più avanzato e maturo di quello osservabile in loco. Queste informazioni sono desumibili dall’analisi, facilmente rinvenibile in letteratura, sulla struttura organizzativa e sulla composizione per qualifiche e competenze professionali di sistemi produttivi che potrebbero rappresentare il benchmark di riferimento. Gli esempi europei immediatamente proponibili, e che corrispondono a diversi stadi di sviluppo quantitativo e qualitativo di diversi “distretti logistici” sono quelli di: Amburgo Rotterdam Siviglia Marsiglia Saragozza ………..

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3.1.3.2 L’offerta di formazione e figure professionali

3.1.3.2.1 In Italia, relativamente alla scuola media superiore non esistono qualifiche di secondo o di terzo livello che offrano formazione specifica per la logistica.

La formazione degli operatori (educazione post-secondaria) è affidata a agenzie che operano soprattutto attraverso il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), cui possono accedere diplomati che non intendono iscriversi all’università o adulti occupati e non occupati, che forniscono una preparazione tecnica e professionale approfondita. Il sistema degli IFTS si colloca fra gli interventi più efficaci, dal momento che forma figure professionali altamente specializzate.

Quanto alla formazione universitaria, l’offerta didattica istituzionale e post-lauream è molto ricca e variegata. I corsi universitari sono proposti prevalentemente nell’ambito dell’ingegneria gestionale, mentre master e altri percorsi post-lauream nascono all’interno di facoltà di ingegneria, ma anche economiche e giuridiche, nonché dall’iniziativa di centri universitari, consorzi di aziende e centri di formazione. L’offerta formativa italiana di livello accademico, tuttavia, non è sempre adeguata ai reali bisogni di imprese e pubbliche amministrazioni che hanno competenze in materia di logistica. La rilevanza dal punto di vista quantitativo sembra non colmare l’inadeguatezza qualitativa, nonostante il successo riscontrato, ad esempio, dai corsi post-lauream.

La formazione logistica rivolta ai manager viene spesso affidata, infine, alle associazioni di settore, che spesso sono in grado di raccogliere le esigenze formative direttamente dalle imprese.

A questo proposito l’informazione è completa con riferimento alla situazione esistente.Breve descrizione dell’offerta formativa esistente nel territorio di riferimento: Istituti di istruzione pubblica (Marocni, Ciampini, Avogadro) Istituti di istruzione privata (Turin Flying School….) Agenzie formative Altre iniziative (di singole imprese e altri soggetti)

3.1.3.2.2 In Europa Per completezza di informazione, ma soprattutto per ottenerne spunti di riflessione, è opportuno gettare uno sguardo sulla situazione in alcuni paesi europei.In Francia e Inghilterra il percorso di studi di scuola media superiore è organizzato sulla base di tre anni alla fine dei quali viene rilasciata una qualifica professionale (secondo livello) e un ultimo anno alla fine del quale è possibile ottenere un certificato corrispondente a quello che in Italia si chiama diploma (terzo livello). In Inghilterra l’offerta formativa inerente il settore della logistica si articola secondo 4 aree formative: "Logistics", "Road haulage & transportation", "Retail" e "Port operations", distribuita su vari livelli come si mostra nelle tabelle che seguono.

Tab. 1. Le certificazioni/diplomi in “Logistics”

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N. LOGISTICS (macro area): tipi di certificazione Livello 1 BTEC First Diploma in Logistics Level 2 2 BTEC National Award in Logistics Level 3 3 BTEC National Certificate in Logistics Level 3 4 Level 3 BTEC Certificate in Road Freight Logistics Level 3

Tab. 2. Le “Road haulage & transportations”

N. ROAD HAULAGE & TRANSPORTATION (macro area): tipi di certificazione

Livello

1 NVQ level 2 in Transporting Goods By Road Level 2 2 NVQ level 3 in Performing Road Haulage & Distribution Operations Level 2

Tab. 3. Le certificazioni/diplomi in “Port operations”

N. PORT OPERATIONS (macro area): tipi di certificazione Livello 1 NVQ level 2 in Marine Operations (Ports) Level 2 2 NVQ level 2 in Port Passenger Operations Level 2 3 NVQ level 2 in Stevedoring Level 2

Tab. 4. Le certificazioni/diplomi in “Retail”

N. RETAIL (macro area): tipi di certificazione Livello 1 BTEC First Diploma in Retail Level 2 2 BTEC National Award in Retail Level 3 3 BTEC National Certificate in Retail Level 3 4 BTEC National Diploma in Retail Level 3 5 Intermediate GNVQ in Retail & Distributive Services Level 2 6 NVQ level 2 in Distribution & Warehousing Operations Level 2 7 NVQ level 2 in Retail Operations Level 2 8 NVQ level 3 in Distribution & Warehousing Operations Level 3 9 NVQ level 3 in Retail Operations Level 3 10 Advanced VCE in Retail & Distributive Services Level 3

In Francia, analogamente, esiste un primo livello di formazione logistica articolato in classi che preparano in due anni (qualifica di 2° livello), mentre il secondo livello di formazione professionale, articolato in altri due anni di corso, permette di conseguire il baccalauréat professionale (qualifica di 3° livello).

Tab. 5. I diplomi: BACPRO / transport

BACPRO : Baccalauréat professionnel / Transport

N. Le figure professionali N. istituti che offrono la specializzazione

1 Exploitation des transports 69 2 Logistique 112

3 Maintenance des systèmes mécaniques automatisés option C : systèmes ferroviaires 9

Tab. 6. Le certificazioni: BEP / transport

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BEP : Brevet d’études professionnelles / Transport

N. Le figure professionali N. istituti che offrono la specializzazione

1 Conduite et services dans le transport routier 62 2 Logistique et commercialisation 162 3 Maritime de marin du commerce 5 4 Maritime de mécanicien 15 5 Maritime pêche 13

Tab. 7. Le certificazioni: CAP / transport

CAP: Certificat d’aptitude professionnelle / Transport

N. Le figure professionali N. istituti che offrono la specializzazione

1 Agent d’accueil et de conduite routière - transport des voyageurs 6

2 Agent d’entreposage et de messagerie 44 3 Conduite routière 40 4 Déménageur professionnel 5 5 Emballeur professionnel 1 6 Livreur 3 7 Maritime de matelot 16 8 Monteur de structures mobiles 1 9 Navigation fluviale 2 10 Transports par câbles et remontées mécaniques 2 11 Tri, acheminement, distribution du courrier 19

Figure professionali nella logistica – confronto con l’esteroRegno Unito(Riferimenti: Durham Logistics College http:// www.finefurnituregallery.co.uk , Logistics College North West http:// www.lcnw.ac.uk , The Chartered Institute of Logistics and Trasport http:// www.ciltuk.org.uk , Heriot Watt University Logistic Research Centre http://www.sml.hw.ac.uk/logistics/ )

Esiste una variegata offerta formativa inerente il settore della Logistica secondo quattro macro-aree: Logistics

Road Haulage & Tansportation

Port Operations

Retail

All’interno di tali aree vengono attivati varie tipologie di corso:Road Freight Logistics, Transporting Goods By Road, Road Haulage & Distribution Operations, Marine Operations (Ports), Distribution & Warehousing Operations.Le certificazioni sono :Level 2 - Introductory Certificate in Logistics – BTEC* First Diploma (corrispondente alla nostra qualifica professionale)

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Level 3 – BTEC (Business and Technology Education Council) National Certificate in Logistics (corrispondente al nostro diploma di scuola superiore)Relativamente alla formazione superiore:Level 4 – Professional Diploma in Logistics and TransportLevel 5 – Advanced Diploma in LogisticsLevel 5 – Advanced Diploma in TransportFrancia(Riferimenti: www.aft-iftim.com/_isteli/formation_superieure_logistique.html , www.formation-transport-logistique.com/ , http://www.certu.fr/)Esistono varie tipologie di corsi di formazione che consentono il raggiungimento dei seguenti:CAP – Certificate d’aptitude professionnelBEP – Brevet d’ études professionnelsBACPRO – Baccalauréat professionnelCertifiés de niveau III (Bac + 2), II (Bac + 3/4), I (Bac + 5).Le figure professionali individuate per quest’ultima certificazione (che si potrebbe assimilare alla nostra formazione superiore) sono le seguenti:Technicien Supérieur Transport Logistique, Responsable Production Transport Logistique, Dirigeant Transport Logistique et Commerce International.

3.1.3.3 Il confronto tra domanda e offerta formativaIl confronto tra le caratteristiche e la dimensione della domanda di competenze e di figure professionali nel campo della logistica, condotto su un periodo con una prospettiva di 5-10 anni, consente di individuare le aree di eccesso di domanda o eventualmente di altri squilibri.

3.1.4 Analisi del contesto culturale economico e sociale dei destinatari dell’attività formativaIl polo formativo offrirà formazione nel campo della logistica a diversi soggetti e con diverse modalità (corsi, corsi brevi, corsi IFTS, stage, moduli etc): Studenti dai 14 anni in su interessati a attività formative nel campo della logistica nell’ambito della istruzione in corso, con moduli integrabili fino al 20% della formazione originaria. Giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico fino a 16 anni e sono in cerca di occupazione o occupati Diplomati di scuole secondarie che non si iscrivono immediatamente all’università, con corsi IFTS Studenti universitari con corsi mutuati da particolari moduli di elevata qualità metodologica Laureati interessati a perfezionare con un master o altre iniziative la loro formazione

La formazione possibile per il polo, riguarda segmenti di popolazione giovanile o adulta che non rappresentano il sottoinsieme di migliore qualità.A questo tipo di attività infatti si rivolgono prevalentemente soggetti con esperienze di dispersione scolastica, abbandono di studi universitari, prolungati periodi di ricerca di prima occupazione, difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro dopo deludenti esperienze lavorative a scarsa qualificazione…….Inoltre non sono una rarità i casi di disagio sociale, psicologico, economico……La implicazione di questa constatazione è che la progettazione dei corsi e delle figure professionali deve necessariamente prevedere anche livelli e qualifiche medio-basse.

Allo stesso tempo, sempre tenendo presente gli studi e i dati presentati, la progettazione dell’attività del polo formativo logistico non può prescindere dal rivolgersi anche alle figure professionali di livello medio-alto.

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In particolare, esistono almeno due tipi di esigenze da soddisfare: da una parte, la formazione specialistica post-universitaria e, dall’altra, la formazione manageriale.

3.1.5 Figure professionali considerate per le attività del PoloQui sono momentaneamente indicate le figure professionali che ho trovato proposte in vari contesti. Devono ovviamente essere ridotte alle stesse previste dal gruppo progettazione.Aeroportuale ( Fonte : Polo) addetto che opera nel piazzale degli aeroporti (addetto rampa, responsabili carico e scarico,addetto cargo) Flight dispatcher Addetto ai servizi operativi nelle compagnie aeree Addetto all’impiego dei materiali compositi Addetto alla sicurezza nella lavorazione e nell’impiego dei nuovi materiali Addetto alla gestione dei mmezzi aeroportuali Tecnico addetto alle piattaforme inerziali Addetto ai sistemi di telerilevamento Tecnico per la trasmissione dati Tecnico maniìutentore di cellula strutturale Tecnico manutentore dei sistemi di propulsione Addetto ai servizi avionici Addetto ai sistemi di sicurezza aeroportuale Tecnico addetto ai controlli non distruttivi Addetto alle prove sui materiali

Altre ( Fonte: varia)Tecnico superiore della logistica integrataTecnico superiore delle infrastrutture logisticheTecnico superiore per i trasporti e l’intermodalità Addetto alla manualisticaOperatori di piazzale 8movimentazione e gestione merci)Operatori amministrativi ( dogane, spedizionieri)

Proposta individuazione nuova figura professionale per Polo di Logistica: Tecnico superiore per la Logistica SanitariaL’ITI A. Avogadro (partner del Polo per la Logistica Intermodale e Mobilità Metropolitana) si propone per lo studio, progettazione ed erogazione di un corso IFTS con indirizzo logistico sanitario. Il corso sarà destinato a quanti svolgono o si troveranno a svolgere l’attività professionale nella gestione logistica dei farmaci e del materiale sanitario, lungo le varie tappe della supply chain, dai flussi di trasporto alla gestione di magazzino, attraverso l’utilizzo spinto delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).

Nella visione tradizionale dell’organizzazione sanitaria, sinora non è stato adeguatamente valutato il “valore” fornito da un’adeguata gestione del processo logistico.Tuttavia, l’evoluzione normativa del Sistema Sanitario ne ha modificato radicalmente l’impianto organizzativo e gestionale introducendo principi di management, di qualità e di controllo di gestione.

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L’efficienza dei processi logistici del mondo sanitario può essere ampiamente migliorata, prendendo spunto da modelli industriali collaudati. La logistica presenta potenzialità atte a rendere più efficienti i percorsi di pianificazione delle risorse disponibili necessarie a un ulteriore miglioramento del servizio sanitario. Si consideri che i modelli industriali operano con obiettivi e condizioni diverse da quelle presenti nella struttura ospedaliera; di conseguenza, lo scopo dell’azienda sanitaria non sarà quello di massimizzare il profitto ma la qualità dell’assistenza in termini di: appropriatezza, tempestività, riduzione degli eventi avversi.

La proposta si basa sul confronto di due tra le 18 ricognizioni settoriali RIF (Rete Indagine Fabbisogni Province e Regione Piemonte Spin-Poliedra-Ceris/CNR 2007): Farmaceutica-Biotecnologie e Logistica-Autotrasporti. In entrambe vengono individuate figure di riferimento con competenze simili : Tecnici programmazione della produzione/logistica, Tecnici sistema qualità (processi e prodotti), Tecnici acquisti/approvvigionamenti, Magazzinieri (accettazioni/spedizioni) per il settore Farmaceutico e Tecnici acquisti / approvvigionamenti, Tecnici sistema qualità (processi e prodotti) per il settore Logistica.Di qui la necessità di formare una figura professionale di alto livello che possa coniugare le esperienze di efficienza con le particolarità e le abitudini del mondo sanitario.Nello specifico, il “Tecnico Superiore per la Logistica Sanitaria” interverrà sul re-engineering della logistica dei materiali sanitari con particolare attenzione alla logistica del farmaco [dose unitaria, automazione del processo, distribuzione ].

Tali considerazioni tengono conto di quanto emerso dai recenti convegni: “La Logistica in camice bianco” e “Nuove professionalità a supporto della medicina: la logistica nella sanità”, che AILOG (Associazione Italiana di Logistica e di Supply Chain Management) ha organizzato rispettivamente a Torino (13/12/2007- con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia e della città di Torino) e presso l’Ospedale San Raffaele di Milano (3/04/2007), nonché dal forum della P.A. “COME CAMBIA LA SANITA' ITALIANA - Proposte per una logistica della salute. Processi di outsourcing ed innovazioni tecnologiche” (Roma, 5 dicembre 2006)

A supporto della proposta di formazione nel seguito esplicitata sono state condotte delle interviste con responsabili e funzionari dei settori dell’A.S.O. San Giovanni Battista di Torino sotto elencati:S.C. Farmacia - S.C. Logistica - S.C. Ingegneria Clinicacon particolare riferimento all’evoluzione del settore relativo all’attività svolta e all’evoluzione delle competenze del personale in termini di sapere e saper faresono emerse le seguenti problematiche:difficoltà di reperire personale che possa intervenire in un’azione congiunta logistica/informatica/organizzativa di reingegnerizzazione ed evoluzione del flusso del farmaco finalizzata a migliori standard di efficienza

impossibilità di misurazione della qualità e del valore economico del servizio resoscarsa visione della problematiche a livello sistemicoasimmetria nella diffusione delle informazioniscarsa adesione al core del servizio resonecessità di un flusso più possibile continuo di informazioni tra fornitore-distributore-farmacia-repartonecessità di coinvolgimento e formazione per il personale interessato, in considerazione dell’elevato grado di automazione dei processimoltiplicarsi di sistemi e software di gestione

e i seguenti aspetti critici:Sovradimensionamento scorteRischio di scadenza

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Imprevedibilità delle richiesteFrequenza delle emergenze

Al fine di supportare le informazioni ricavate direttamente dall’indagine sul campo con una base di dati consistente, si prevede una seconda fase di analisi (realizzata con la collaborazione di Ailog) in cui il questionario (sintesi tra quello relativo al settore Farmaceutico e quello relativo al settore Logistico) verrà sottoposto ad aziende operanti nel settore specifico.

3.1.6 Le azioni del Polo Formativo (da modificare)

Le implicazioni derivanti dal confronto tra domanda e offerta formativa costituiscono la base per poter generare, insieme ai risultati del gruppo di lavoro sulla progettazione dei percorsi formativi (che analizza le tipologie di attività formative, l’organizzazione a moduli e in generale le interrelazioni tra diverse iniziative formative, le tecnologie di insegnamento e apprendimento, le prassi di certificazione e accreditamento, etc) il progetto che riguarda i contenuti delle attività formative.

Corsi IFTSObiettivi: fornire una preparazione tecnica e professionale approfondita relativamente a specifici profili Target: giovani e adulti occupati e non occupatiContenuti: temi specialistici legati a logistica e trasporti

Percorso scuola secondaria con specializzazione in logistica Obiettivi: fornire una preparazione di base ai giovani interessati al settoreTarget: giovani dai 14 ai 19 anniContenuti: nozioni di base per la comprensione della supply chain, con forti legami con la situazione territoriale

Corso specialistico post-laureamObiettivo: fornire preparazione specialistica Target: giovani laureatiContenuti: specialistici per settore (trasporti, supply chain management, city logistic e così via)

Corso di formazione managerialeObiettivo: aggiornamento su tematiche specificheTarget: quadri di aziende e funzionari pubblici già operanti in aziende di logistica o amministrazioni pubblicheContenuti: altamente specialistici, costruiti sulle reali necessità espresse dai beneficiari stessi.

Che cosa hanno in comune queste azioni?Qualità dal punto di vista scientifico, garantita da docenti esperti del settoreRicaduta sul territorio: il polo formativo fornisce in questo modo figure professionali formate per ogni livello. Il bacino di riferimento può aspirare a diventare un laboratorio di innovazione nel settore logistica.

Auto-monitoraggio e auto-valutazione delle azioni del polo formativoIl monitoraggio e la valutazione sulle attività poste in essere dal polo formativo dovranno articolarsi su due livelli: quello delle competenze e quello della domanda di servizi.Dal punto di vista delle competenze, sarà necessario avviare una indagine periodica (panel) sui fabbisogni formativi delle imprese; naturalmente il campione deve comprendere anche istituzioni e associazioni del settore, al fine di avere un panorama quanto più variegato possibile, ma dovrà

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essere “ragionato” e, di conseguenza, costruito sulle reali esigenze del polo formativo, coinvolgendo imprese e attori che costituiscono il bacino di riferimento del polo stesso.In tal modo, sarà possibile tenere sotto osservazione i cambiamenti e le tendenze del mercato del lavoro, nonché la capacità dell’offerta del polo formativo di rispondere alle necessità del territorio.Sullo stesso campione di imprese, occorre promuovere una rilevazione della domanda di servizi logistici suddivisi per tipo (trasporto, stoccaggio, allestimento ordini, e così via). L’obiettivo è la costruzione di un database che consenta l’incrocio di domanda e offerta di servizi logistici; l’accesso a un database di questo tipo comporta una serie di vantaggi per i membri dell’ATS: la possibilità da una parte di avere un quadro preciso della situazione (utile anche per la programmazione degli interventi formativi); la possibilità di offrire un servizio innovativo e utile alle imprese stesse, ma soprattutto la possibilità di verificare l’efficacia e l’efficienza degli interventi formativi nel tempo.

3.2 ProgettazioneIl gruppo progettazione ha definito, come già detto, quattro aree tematiche (Percorsi formativi, Trasferimento tecnologico, Laboratori a cielo aperto, Valenza internazionale) che sono schematizzate, per facilità di lettura, nella figura 1.

Figura 1 – Schema delle aree tematiche relative alla progettazione

LA FIGURA DEVE ESSERE POI CALIBRATA SULLA VERSIONE FINALE DEL PARAGRAFO

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3.2.1. Percorsi formativiL’obiettivo individuato di elevata qualità della formazione, che è prioritario a tutti gli altri obiettivi più specifici, pone una serie di vincoli nella progettazione che vengono tradotti nei seguenti aspetti:

- acquisizione degli elementi delle discipline di base come la matematica e la statistica per affrontare la complessità e gestire un sistema complesso (es. il sistema dei trasporti). Questa parte la si può considerare trasversale e comune a tutte le figure professionali perché fornisce una solida base per affrontare le tematiche più diverse;

- acquisizione di conoscenza specifica, ad alto livello, attraverso corsi di tipo specialistico, es. a livello di master, di dottorato, ecc. sulle tematiche dei trasporti. Questa parte si traduce nella definizione di una serie di percorsi formativi specialistici per figure molto specifiche. Un esempio: una figura esperta nella valutazione degli impatti causati dalla catena logistica che dovrà saper utilizzare strumenti come l’analisi costi benefici, l’analisi multicriteri, la “life cycle analysis”, ecc.) e dovrà essere in grado di supportare le scelte aziendali strategiche;

- l’acquisizione di esperienza nella gestione dei progetti, nel lavoro di gruppo e nella capacità di integrazione della conoscenza di diverse discipline attraverso corsi di tipo specialistico (teoria e laboratori);

- l’apprendimento di tecniche mirate alla gestione delle discussioni dove vi sono molteplici e contrastanti punti di vista, per risolvere i conflitti e trovare buone soluzioni di compromesso;

- l’acquisizione di esperienza nella comunicazione e nella capacità di dialogo con gli “stakeholders” e nella comprensione del punto di vista altrui per poterlo tradurre in un problema da risolvere.

Sulla base di questi aspetti ed in funzione degli obiettivi specifici che il Polo si è posto, lo schema che si intende perseguire prevede un percorso di base comune (discipline di base) e, poi, corsi specifici molto specialistici su tematiche circoscrivibili, in modo che possano essere non troppo lunghi, ma molto mirati. In tal modo possono essere scelti come da un menù (scelta à la carte).

L’intenzione è di costruire percorsi brevi e semplici, ma anche percorsi più articolati che utilizzino più “moduli” (quelli molto specialistici) per formare una figura professionale di più ampio respiro e, dunque, più versatile (profilo generalista) oppure una figura estremamente specializzata su tematiche di nicchia (profilo molto specialistico). La modularità, per la composizione in modo semplice e flessibile di figure professionali che varino da quelle più generaliste a quelle più specialistiche, sarà un elemento portante della progettazione dei percorsi formativi che potranno essere indirizzati a figure di diversa

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cultura e professionalità, secondo gli obiettivi del Polo, per coprire tutta la gamma delle figure “da formare” che il mercato richiede.

Su tale base, gli elementi che caratterizzano i percorsi formativi, che sono indicati in fig. 1, possono essere così sintetizzati:

- certificazione delle competenze. Il profilo elaborato terrà in conto la possibilità di passaggio e di certificazione delle competenze tra i vari soggetti presenti all'interno del Polo, in particolare tra quelli che hanno un legame diretto con il mondo della formazione. Verrà dedicata particolare attenzione al riconoscimento ed alla certificazione dei crediti nell'ottica di una semplificazione dei passaggi necessari per l'accesso al mondo universitario;

- accesso al percorso formativo da parte di persone laureate. Sarà previsto l'accesso, all'interno del percorso formativo, anche da parte di persone in possesso di Laurea o diploma di Laurea o frequentanti il Dottorato (III livello di formazione universitaria). A tal fine si deve ricordare come il Dottorato di Ricerca richieda un percorso formativo finalizzato all’ottenimento di crediti didattici attraverso corsi che non necessariamente sono offerti all’interno della Scuola di Dottorato. Ciò comporta la necessità, da parte degli studenti di costruire il proprio percorso formativo con corsi che servano alla propria crescita nell’attività di ricerca. La modularità di cui sopra consentirà il facile accesso di tali figure, non solo in termini di percorsi di certificazione delle competenze, ma anche di offerta formativa molto specialistica che è di interesse primario per gli studenti di dottorato. La collaborazione con università ed enti di ricerca all'estero permetterà anche una mobilità degli studenti al fine di rendere l'esperienza formativa di elevato livello, ma anche adattabile alle singole esigenze ed aspettative degli allievi;

- formazione continua e permanente. Si intende prevedere moduli in cui inserire persone occupate nell'ottica della riqualificazione. Con questa modalità sarà possibile prevedere moduli di formazione che potranno essere erogati nel percorso formativo previsto dal Polo, ma anche in forma differente (Bandi di Formazione Continua a livello Regionale o Provinciale – Modalità privata). Quest'ultima ipotesi potrà costituire una forma di autosostentamento del Polo Formativo stesso;

- formazione a distanza. Si prevede la possibilità di fruire di unità formative attraverso strumenti di didattica online (moodle – Adobe Connect…). L’esperienza del Politecnico, partner del Polo, nella didattica a distanza, sarà di ausilio nella progettazione;

- sistema collaborativo per la condivisione di informazioni e contenuti. E’ stata prevista una modalità che permetta al Polo Formativo di condividere informazioni relative alle attività corsuali, ma anche informazioni sui soggetti che partecipano alle

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attività stesse. Si è rilevato interessante l’utilizzo di strumenti Web2.0 per creare Comunità di Pratica tra soggetti che hanno attività e compiti simili.

Macro aree formative

Al di là delle figure professionali al momento individuate, emergono fabbisogni formativi che si possono ricondurre a delle macro-aree di riferimento, trasversali ai diversi Poli e che interessano, ovviamente, anche il settore dei Trasporti.

Infatti, a lato dell’area Logistica intermodale e Mobilità Metropolitana, oggetto del nostro Polo, le aree di cui sopra possono essere utilizzate per la formazione continua e permanente ed essere “interscambiabili” e adattate a seconda dei percorsi formativi specifici individuati e dei destinatari della formazione.

Tali aree si possono così riassumere:

1) Macroarea software (visualizzazioni e mappature del territorio di riferimento, gestione di database, SW per la pianificazione trasporti, indagini sui servizi, infomobilità…)

2) Macroarea Legislativa e Normativa

4) Macroarea Ambientale (aspetti energetici, inquinamento e rumore, mobility management per la sostenibilità, ecc.)

5) Macroarea Comunicazione (comunicazione, educazione e promozione della mobilità sostenibile, sistemi e tecnologie innovativi).

A titolo di esempio si riportano, di seguito, alcuni esempi di figure professionali che saranno approfonditi nella relazione finale e oggetto del report specifico in allegato.

Figure professionali

Si fornisce di seguito un esempio di figura professionale che è stata individuata, con la relativa descrizione.

Esempio figura Professionale “Tecnico dei sistemi di monitoraggio e programmazione della mobilità metropolitana”

Contesto: Muoversi all'interno dello spazio metropolitano significa: conoscere, lavorare, interagire e comunicare con il mondo circostante. Tuttavia, quando il movimento è condiviso simultaneamente da milioni di persone che, per diversi motivi, si spostano sul territorio, in modo ciclico, episodico o costante, gli effetti si moltiplicano esponenzialmente con ripercussioni negative sull'ambiente circostante in forme non previste e non governate efficacemente. Il tema della mobilità, ed in particolare quello della mobilità sostenibile, si è imposto prepotentemente all'attenzione dell'opinione pubblica negli ultimi decenni, in parte come componente essenziale delle strategie di sviluppo sostenibile, in parte come area specifica dei paesi sviluppati ad alto tasso di sviluppo industriale e post-industriale.

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Descrizione. Il percorso formativo ha la finalità di formare figure professionali per il monitoraggio e la programmazione della mobilità metropolitana. In particolare si propone di formare figure professionali nell'area tecnologica ed organizzativa delle imprese di trasporto e degli enti locali in grado di realizzare azioni di monitoraggio dei servizi di Trasporto Pubblico Locale e, conseguentemente, di comunicare e gestire interventi sul sistema di mobilità metropolitano. La nuova figura professionale di ESPERTO IN SISTEMI DI MONITORAGGIO E PROGRAMMAZIONE DELLA MOBILITÀ METROPOLITANA risponde alla richiesta di nuove soluzioni e di nuove figure professionali, che la società civile, il sistema economico e la Pubblica Amministrazione centrale e locale avanzano rispetto ai problemi del traffico, della viabilità, degli spostamenti e degli scambi di persone e beni.

Capacità.Analizzare il sistema metropolitano attraverso la quale il soggetto sarà in grado di:- Individuare le caratteristiche sociali-economiche-ambientali-urbanistiche del

territorio- Individuare e definire attività di analisi e raccolta dati- Progettare la raccolta dati relativa a diverse tipologie di offerta e domanda di

trasporto- Caratterizzare il sistema metropolitano in base a dati su cambiamenti sociali,

economici e tecnologici- Elaborare livelli di presentazione dei dati su mappe del sistema

metropolitano

Contestualizzare le norme vigenti attraverso la quale il soggetto sarà in grado di:- Armonizzare il quadro normativo vigente con il sistema metropolitano- Inquadrare la normativa riferita alla programmazione della mobilità

metropolitana- Relativizzare gli aggiornamenti normativi- Inquadrare le normative a livello nazionale ed internazionale riferite alla

programmazione della mobilità metropolitana- Riconoscere gli ambiti di applicabilità delle norme

Pianificare interventi sul sistema di mobilità metropolitana attraverso la quale il soggetto sarà in grado di:- Interpretare il Piano Urbano della Mobilità (PUM) e il Piano Urbano del

Traffico (PUT- Individuare le aree da monitorare e le loro caratteristiche- Individuare i vincoli legislativi- Calendarizzare gli interventi e valutare i risultati finali- Misurare il raggiungimento dei risultati attesi

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Attività

Realizzare azioni di monitoraggio dei servizi che può essere concretizzato attraverso le seguenti azioni specifiche:- Impostare e analizzare indicatori di monitoraggio e misura delle performance

del Trasporto Pubblico Locale- Proporre azioni correttive- Misurare l'adesione e lo scostamento dalle previsioni di performance- Applicare logiche di regolazione e monitoraggio nel Contratto di Servizio

Pubblico

Comunicare e informare su azioni di gestione della mobilità che può essere concretizzato attraverso le seguenti azioni specifiche:- Promuovere interventi di informazione- Redigere e fornire report- Elaborare procedure di comunicazione della mobilità sostenibile- Relativizzare lo scenario economico sociale e le nuove tendenze- Interpretare le fonti normative del settore

Gestire e coordinare interventi sul sistema di mobilità metropolitana che può essere concretizzato attraverso le seguenti azioni specifiche:- Cooperare allo sviluppo di strategie legate alla mobilità- Utilizzare tecnologie a servizio della mobilità- Verificare gli impatti ambientali ed energetici della mobilità- Utilizzare i principali strumenti per la simulazione dei sistemi di trasporto

Esempio figura professionale “Tecnico per la gestione della mobilità aziendale”

Da definire attività e competenze

CHIEDO DI SVILUPPARE QUESTA PARTE A MUZZARELLI CHE HA Già INIZIATO A SCRIVERLA NEL SUO CONTRIBUTO SUL BRAINSTORMING

Ho modificato alcuni elementi non corretti. Rivedrò insieme a lui la parte perché serve una competenza specifica sui trasporti che posso fornire io.

Chiedo anche che una serie di elementi aggiuntivi vengano inseriti grazie all’ottenimento di informazioni a seguito delle interviste che lui sta conducendo presso alcune aziende (vedi gruppo fabbisogni).

Propongo, infine, che qui ci si limiti ad una descrizione sintetica e che si rimandi all’allegato per la descrizione di dettaglio.

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3.2.2. Trasferimento tecnologico.Il trasferimento tecnologico è un tema molto importante e sentito, in primis, a livello europeo dove esistono linee di finanziamento dedicate. Il Polo intende mantenere l’accezione europea, laddove, quando si parla di “transfer of knowledge”, si intende il trasferimento di competenze, know how e tecnologie da ricercatori esperti ad altri meno competenti nella materia specifica o, anche, a giovani ricercatori.

Nel nostro caso possiamo intendere il trasferimento tecnologico come attività del Polo diretta a:

- favorire la nascita di professionalità che possono fare del Polo una sorta di “incubatore” per nuove aziende che opereranno nel settore dei trasporti in “nicchie” ad elevato contenuto tecnologico, ma anche di forniture specialistiche di servizi. In questo caso intendiamo individuare queste “nicchie” e le professionalità necessarie;

- contribuire al passaggio di conoscenze da università ad aziende, attraverso il finanziamento di assegni di ricerca per giovani studiosi che possano sviluppare la propria attività di ricerca in azienda.

L’incubazione di impresa

L’incubazione di impresa e le iniziative a sostegno dello sviluppo della imprenditorialità costituiscono un aspetto fondamentale alla formazione di uno “spirito imprenditoriale”. Si ritiene infatti essenziale prevedere, come possibile risultato, la possibilità di creare nuove imprese, oltre a prevedere una specifica formazione per insegnare e far crescere l'attitudine all'imprenditorialità.

Considerando la formazione alla creazione di impresa, si intende fornire un supporto all'eventuale creazione della propria Idea di Impresa, fornendo strutture, spazi idonei e competenze per incubazione di imprese. L’esperienza del Politecnico di Torino che ha avuto e continua ad avere un notevole successo con I3P ed ha consolidato un notevole know-how sarà un valore aggiunto nel polo per essere concreti, propositivi ed operativi rispetto a questo tema.

Quanto affermato non vuole evidenziare come unica possibile opportunità quella del lavoro autonomo, ma intende essere anche uno stimolo a diventare propositivi all'interno del proprio ambito lavorativo.

Il trasferimento delle conoscenze

Il trasferimento di conoscenze tra diversi attori, sia all’interno che all’esterno del Polo è l’altro elemento caratterizzante l’attività di trasferimento tecnologico prevista.

La condivisione delle competenze presenti all'interno del Polo sarà cura del gruppo di coordinamento dello stesso per facilitare, favorire e creare aree di scambio delle

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informazioni, luoghi per l’auto-aggiornamento, strumenti tecnici per la condivisione delle conoscenze.

La condivisione delle competenze all'esterno del Polo sarà gestita mediante l’organizzazione di seminari e conferenze e lo scambio di informazioni con partner stranieri.

In tal modo, la ricaduta formativa sulle scuole superiori e gli enti di formazione coinvolti è evidente e gli allievi appartenenti ai percorsi formativi tipici della scuola superiore e della formazione professionale potranno usufruire delle competenze presenti all'interno del Polo ed ottenere, inoltre, una specifica formazione sugli argomenti tipici dello stesso.

Tornando alla valenza più europea del trasferimento di conoscenze, questo intende avere uno scopo preciso: il trasferimento della conoscenza implicita (sottintesa). La conoscenza ha luogo in un “continuum”, da quella esplicita a quella implicita. Ad un estremo del continuum c’è la conoscenza che può essere espressa in procedure, fasi, checklist – la conoscenza esplicita. All’altro estremo c’è la conoscenza che risiede, principalmente, nella “testa” delle persone – la conoscenza implicita.

La conoscenza esplicita è relativamente semplice da cogliere ed immagazzinare in banche dati e documenti ed è condivisa con semplicità ed accuratezza.

La conoscenza esplicita può essere:

- strutturata: elementi individuali organizzati in un modo particolare o secondo uno schema per essere recuperati in futuro. In tal caso include documenti, basi dati e fogli di calcolo;

- non strutturata: l’informazione contenuta non è strutturata per il recupero, ad esempio messaggi di posta elettronica, immagini, corsi di formazione e selezioni video ed audio.

La conoscenza implicita è quella che le persone hanno nella loro testa ed è, perciò, di difficile accesso. Spesso, le persone non sono consapevoli della conoscenza che hanno o di quanto essa possa essere di valore per altre persone. La conoscenza implicita è considerata di maggior valore perché fornisce un contesto culturale di valore per le persone e per la nascita di idee ed esperienze. Il trasferimento effettivo della conoscenza implicita richiede in genere un “forte ed ampio” contatto personale e fiducia.

Il Polo intende favorire e supportare il trasferimento della conoscenza implicita dalle persone che hanno una maggiore esperienza (li chiameremo “senior”) a quelle che ne hanno meno ed ai giovani. Dato che uno degli obiettivi è di integrare tra loro le diverse discipline coinvolte nel settore dei trasporti e superare eventuali frammentazioni, le

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persone esperte dovranno provenire da diverse discipline e dovranno agire in modo da seguire un duplice approccio:

- in modo “collettivo” dove sono presenti contemporaneamente tutti, “senior” e non, durante incontri periodici (es. una settimana per due volte all’anno: summer and winter schools). Lo scopo è promuovere la sinergia tra i “non esperti” e provare a facilitare l’integrazione dei diversi punti di vista attraverso l’esperienza dei “senior”;

- in modo “solitario”, durante brevi periodi di apprendimento dei “non esperti” presso l’azienda o la sede di lavoro dei “senior”. In questo caso lo scopo è di rafforzare la competenza dei “non esperti” attraverso l’esperienza dei “senior”.

Vi sono diversi modi per identificare, immagazzinare e trasferire la conoscenza. Alcune strategie funzionano meglio in sessioni “collettive” (il primo dei due approcci descritti sopra) che in sessioni “solitarie” (secondo approccio) ed alcune hanno buoni esiti in entrambi i casi. Si indicano alcuni modi di procedere:

per le sessioni “collettive”:

- interviste ad esperti: sessioni dove i “senior” considerati esperti in un determinato settore, programma, politica o procedura, ecc. incontrano i “non esperti” per condividere la loro conoscenza e competenza;

- giochi di apprendimento: queste attività di apprendimento strutturate sono utilizzate per rendere l’apprendimento divertente e più efficace e per fornire un’analisi e revisione del materiale già presentato, sia per rafforzare l’apprendimento, sia per valutare l’entità dello stesso;

- verifica delle lezioni apprese: queste verifiche costituiscono un modo per identificare, analizzare e catturare la conoscenza ed esperienza trasmesse, per capire cosa ha funzionato bene e cosa deve essere migliorato, in modo che gli altri imparino da queste esperienze. Per avere il massimo “impatto” le verifiche dovranno avere luogo subito dopo il seminario/school ed i risultati condivisi in modo immediato tra coloro che trarranno beneficio dalla conoscenza acquisita;

per le sessioni “solitarie”:

- guida (mentoring): nelle sessioni di “guida/consulenza”, una persona con grande esperienza (mentor) è messa in relazione con un’altra con minor livello di esperienza/conoscenza (protégé) con lo scopo di svilupparne o rafforzarne le competenze;

- racconto (storytelling): questo comporta la costruzione di esempi inventati (immaginari) od il racconto di fatti di lavoro/ricerca reali per illustrare un aspetto specifico e trasferire la conoscenza in modo efficace. Una storia di lavoro/ricerca

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è un racconto dettagliato di azioni legate alla gestione (management), ad interazioni tra lavoratori/ricercatori durante il loro lavoro o ad altri eventi/fatti che avvengono all’interno dell’azienda o istituto di ricerca. Se ben utilizzati, questi racconti diventano un potente strumento di trasformazione all’interno delle organizzazioni lavorative (siano esse aziende, università, istituti di ricerca).

I “non esperti” beneficeranno delle sessioni di cui sopra perché acquisiranno le competenze complementari nel gestire la propria attività lavorativa o di ricerca e nel risolvere i problemi (problem solving) sia dal punto di vista “scientifico” che “operativo”.

Nel contempo i “senior” rafforzeranno la loro capacità comunicativa nel trasmettere ad altri la propria esperienza e provando ad aiutare i “non esperti”. Inoltre, durante le sessioni “collettive”, essi miglioreranno la loro capacità di parlare in pubblico di fronte ad un largo uditorio come anche la capacità di essere chiari, semplici ed efficaci. Infine, la loro esperienza può ulteriormente aumentare grazie alla conoscenza di altri settori e di modi diversi di lavorare in realtà diverse dalla propria.

Ulteriori considerazioni

Da quanto detto, intendiamo il trasferimento tecnologico anche come strategia di auto-sostenibilità del Polo Formativo, al fine di non rendere l'esperienza dello stesso esclusivamente finalizzata alla formazione (sebbene questa costituisca l'elemento fondamentale), ma anche alla erogazione di servizi. Alcune delle attività previste a questo scopo sono:- utilizzo delle competenze presenti all'interno del Polo per la partecipazione a

bandi;- progettazione di attività di sperimentazione;- ingegnerizzazione di proposte progettuali.

QUI BISOGNA ELABORARE MEGLIO IL TESTO

3.2.3. Laboratori a cielo apertoAll’interno del Polo si intende progettare e, successivamente, gestire, alcuni “laboratori” in cui sperimentare sul campo le tecniche apprese, ma anche apprendere dall’interazione con la realtà. Si forniscono di seguito alcuni esempi che possono chiarire lo scopo di questo strumento.

Relativamente ad un argomento oggi di grande importanza ed attenzione, quale la mobilità sostenibile, si intende scegliere sul territorio dei luoghi in cui mettere in atto delle sperimentazioni e poi monitorarne gli effetti. Per meglio comprendere è bene proporre alcuni esempi.

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Un’azienda che dovrebbe sviluppare un piano mobilità casa-lavoro potrebbe dare spazio ad alcune persone in formazione per studiare la situazione della mobilità dei dipendenti dell’azienda e formulare un piano che ne razionalizzi gli spostamenti. Tale piano dovrà essere concepito nell’ottica di un risparmio energetico e di una riduzione delle emissioni inquinanti e del rumore prodotto dagli spostamenti attuali. Tale esperienza dovrebbe essere la parte applicativa fondamentale all’interno di un percorso formativo della figura di “mobility manager”.

Un altro esempio potrebbe prevedere, in ambito urbano, l’adozione all’interno di un quartiere, di una particolare politica di trasporto (interventi di traffic calming, politiche di pricing, ecc.), la relativa progettazione e messa in atto ed il successivo monitoraggio dell’intervento per comprendere gli effetti prodotti in termini di miglioramento della vivibilità della zona (meno inquinamento, rumore, incidenti, ecc.). Questa attività dovrebbe far parte del percorso formativo di un tecnico che lavori nel settore pianificazione di un comune, ma anche della Provincia e della Regione, ma anche di un tecnico che lavora all’interno di una società di consulenza che fornisce attività di consulenza di pianificazione dei trasporti agli enti locali.

Un altro esempio ancora potrebbe riguardare la razionalizzazione della movimentazione e distribuzione delle merci dai fornitori ai centri intermodali e, da questi, ai fruitori finali (city logistics). Un’attività di questo tipo potrebbe essere svolta all’interno delle strutture che costituiscono gli interporti, i centri intermodali, ecc. che hanno bisogno di tecnici con una formazione di “ingegneria dei sistemi” che consenta loro di programmare in modo efficiente i servizi che vengono erogati e che si interfaccino in modo efficace con le amministrazioni a cui offrono tali servizi (nel caso es. del city logistics).

I gruppi di lavoro potranno mettere in pratica ciò che hanno appreso dalla formazione mediante appositi moduli che costituiscono i percorsi formativi e iniziare ad acquisire un’esperienza sul campo, che potranno poi condividere con altri colleghi ancora “in formazione”, al termine del laboratorio.

In quest'ottica è già stata individuata la disponibilità da parte di una zona del territorio torinese (Mirafiori Nord, Santa Rita), sulla quale sono presenti almeno due soggetti facenti parte del Polo, a testare e collaudare eventuali proposte emerse dal Polo stesso. L'area è inoltre disponibile come “Open Lab” per i fruitori del percorso formativo.

QUI MI OCCUPERò DI PREDISPORRE UN ESEMPIO CONCRETO DI LABORATORIO (qui in sintesi e in modo più esaustivo in allegato nel report specifico)

3.2.4. Valenza internazionaleIl Polo intende avere una forte valenza internazionale, con una particolare attenzione verso i paesi confinanti, in particolare la Francia. A tal fine, già in fase di formazione del

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Polo è stato incluso, tra i partner, l’INRETS (Insitut National de Recherche sur les Transport et leur Securité) che è l’istituto nazionale francese che si occupa di ricerca sui trasporti. Inoltre, la presenza nel Polo del Politecnico di Torino consente di facilitare l’internalizzazione dello stesso grazie al fatto che il Politecnico è il membro italiano dell’associazione ECTRI (European Conference of Transport Research Insitute: www.ectri.org), di cui è membro anche l’INRETS.

L’obbiettivo della suddetta Associazione è di promuovere la ricerca integrata sui trasporti di superficie ed il suo sviluppo in ambito europeo. Tale obbiettivo viene raggiunto attraverso la rete formata dai centri di ricerca che costituiscono l’Associazione che fornisce una piattaforma per la costituzione di ulteriori reti di ricerca. In particolare, la suddetta rete si occupa della:- promozione della cooperazione nella ricerca sui trasporti di superficie;- creazione di una piattaforma di scambio per lo sviluppo di reti di ricerca;- partecipazione alla strutturazione dell’Area Europea della Ricerca (European Research

Area, ERA) mediante reti per la mobilità e la formazione e studi sulle infrastrutture di trasporto;

- stimolo alla partecipazione dei suoi membri nei progetti europei di ricerca e sviluppo nel settore dei trasporti.

Il Politecnico di Torino è uno dei 15 membri fondatori dell’Associazione (ora composta da 20 membri), nonché unico rappresentante della ricerca dei trasporti in Italia ed è rappresentato dalla Prof.ssa Pronello, che è anche referente del Politecnico all’interno del Polo. Dato l’alto contenuto strategico degli obiettivi dell’Associazione e la grande rilevanza ed importante ricaduta che tali attività possono portare all’attività di ricerca nel settore dei trasporti in ambito nazionale, la collaborazione con ECTRI ha portato il Politecnico a ricoprire una posizione privilegiata nel panorama di ricerca sui trasporti italiano. In questa prospettiva la sinergia fra il Politecnico e gli altri istituti europei nella ricerca sui trasporti, attraverso ECTRI, può essere decisiva per accreditare il Polo Formativo a livello nazionale ed europeo e concretizzare l’istituzione di un vero polo di eccellenza nella formazione dei trasporti.

A supporto di quanto affermato, si riportano le tematiche di ricerca di interesse dell’associazione che, come si può osservare, sono centrali rispetto a quelle del Polo Formativo. Tali tematiche possono essere schematizzate in cinque macrotematiche:a. i sistemi di trasporto sostenibili e la mobilità sostenibile;b. i sistemi di trasporto intelligenti (Intelligent Transport systems - ITS);c. la sicurezza (safety e security) del traffico e dei trasporti;d. gli aspetti sociali e comportamentali del traffico e dei trasporti;e. l’economia dei trasporti.

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Ai fini di una maggiore comprensione degli aspetti contenuti nelle macro-tematiche menzionate sopra, pur non entrando in dettagli eccessivi, si possono elencare i principali aspetti che vengono considerati prioritari nell’attività di ricerca dell’Associazione; la sostenibilità ambientale dei trasporti di superficie (The Greening of surface

transport), punto chiave della recente politica europea:- tecnologie e conoscenza per ridurre l’inquinamento;- “pulizia” dei sistemi di trazione e dei carburanti;- ottimizzazione dei sistemi;

l’incoraggiamento della diversione modale ed il decongestionamento dei corridoi di trasporto:- sviluppo senza interruzioni del trasporto passeggeri

porta a porta;- sviluppo senza interruzioni del trasporto merci porta a

porta;- interoperabilità e ottimizzazione operativa delle reti di

trasporto;- integrazione intermodale;- ottimizzazione dell’uso della logistica e delle

infrastrutture di trasporto;- sistemi intelligenti e nuovo concezione per i veicoli;- conoscenza per il “policy making”

l’assicurazione di una mobilità urbana sostenibile:- prossima generazione di veicoli merci e

passeggeri per la mobilità urbana;- nuova concezione di mobilità,

organizzazione innovativa e schemi di gestione della mobilità che includano un trasporto pubblico di elevata qualità;

- trasporti urbani puliti (fuel cell, autobus ibridi, ecc.);

- modi di trasporti non inquinanti, gestione della domanda, servizi;

- strumenti di supporto allo sviluppo ed attuazione della politica dei trasporti includendo la pianificazione del territorio;

il miglioramento della sicurezza (safety e security):- protezione delle persone

vulnerabili;

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- sistemi di analisi avanzata e analisi dei rischi;

- approcci integrati;- componenti della sicurezza

dei sistemi di trasporto

Tale contesto consentirà al Polo di progettare percorsi formativi profondamente calati nella realtà europea e, dunque, esportabili sia in termini di contenuti che di procedure di formazione adottate, ma soprattutto potrà garantire uno scambio con l’estero di studenti e/o figure professionali in formazione attraverso sessioni di formazioni (es. seminari) e stage all’estero (sia negli istituti di ricerca che nelle realtà aziendali e amministrative in relazione con gli istituti stessi).

Capitolo 4. GovernanceOrganizzazione e strutture di governance del polo formativoL’organizzazione del polo formativo presuppone una governance, vale a dire l’orientamento consensuale di ogni attore coinvolto a perseguire un interesse comune. Nel contesto ambientale descritto occorre anzitutto superare la frammentazione che da sempre condiziona gli interventi progettuali.La formula dell’ATS contribuisce certamente alla costruzione di relazioni collaborative in senso sia orizzontale (tra operatori, ad esempio), sia verticale (tra altri soggetti della filiera logistica: produttori, gestori di infrastrutture, istituzioni e così via).Occorre inoltre coinvolgere il tessuto industriale del territorio (ad esempio attraverso la formula del consorzio, anche se la formalizzazione di questo tipo di collaborazione va probabilmente valutata in un momento successivo), onde poter contare su una governance di sistema diffusa.Il contributo della logistica è infatti molto interessante per la singola azienda in termini di innovazione organizzativa, ma anche di risparmio sui costi dei cicli di produzione, magazzinaggio, manipolazione e distribuzione delle merci.Ma per realizzare la governance di sistemi complessi occorrono le professionalità adeguate, in possesso di conoscenze e competenze e con una visione aperta alla complessità. In tal senso, la logistica rappresenta per il nostro territorio soprattutto un’opportunità culturale. (fonte Cassone)Dobbiamo già scrivere qualcosa per la relazione intermedia ?

Forse basterebbe qualche cenno per far vedere che ci stiamo lavorando

Capitolo 5. Comunicazione e qualitàComunicazione interna e esternaIl metodo di lavoro definito dall’ATS prevede che ciascun gruppo di lavoro relazioni periodicamente del proprio operato. A tal fine si stabilirà l’intervallo di tempo adeguato per la convocazione di riunioni plenarie, cui prenderanno parte i componenti dell’ATS.

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Contemporaneamente, verrà definito un piano di comunicazione rivolto ai potenziali beneficiari delle azioni formative. È possibile fin da ora prevedere l’organizzazione di più eventi di presentazione sul territorio di riferimento in cui si coinvolgano amministrazioni, imprese e associazioni di categoria; in un secondo momento, a seguito di un’analisi approfondita dei fabbisogni, si definiranno interventi di promozione più puntuali e mirati.In una logica di collaborazione e integrazione con le iniziative già presenti sul territorio, il polo formativo costruirà una serie di contatti (a livello nazionale e internazionale) con i soggetti realizzatori di interventi su tematiche simili, al fine di stabilire nuove partnership (fonte Cassone)

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Allegati

Report Gruppo Analisi dei fabbisogniIl gruppo si è sforzato di seguire le indicazioni fornite dalla Regione Piemonte, assistita da DTM, reperibili in rete all’indirizzo:

http://extranet.regione.piemonte.it/fp-lavoro/centrorisorse/area_convegni/dwd/04_03_08/poli_form.pdf

AppendiciQuestionario per le imprese del settore

Dati anagrafici dell’impresa Dimensione (numero addetti di cui laureati…. E diplomati….) Previsioni di incremento numero dipendenti nei prossimi 3 anni Previsioni di investimenti in migliaia di Euro nei prossimi 3 anni in: Informatica Edilizia e strutture Mezzi di trasporto Altro Disponibilità ad ospitare stagisti (numero) con retribuzioni di euro

Intervista esperti logisticaInizio inserto Avataneo mail 12 maggio 2008

Gianluigi Bonanno (Consulente aziendale) Aziende di produzioneMarco Cresta – Consorzio ABACO (Direttore) Sistema di servizi logistici integrati (dalle

manutenzioni tecnologiche, alla gestione magazzini e archivi, ai trasporti, al guardianaggio…Rilevante è il progetto LTE (LOGISTIC TERMINAL EUROPA) sorgerà nel comune di Castellazzo Bormida (AL), in un’area di circa 1.116.000 mq attraversata dalla linea ferroviaria Genova-Alessandria (distanza da Genova 66 km) ed in prossimità dell’autostrada A26 Voltri – Gravellona Toce (l’area prevede uno svincolo autostradale dedicato. Attualmente l’uscita di riferimento è Alessandria Sud che dista 12 km).Il mercato di riferimento del progetto sono i SERVIZI AI CONTENITORI. I volumi di container mondiali movimentati sono passati da circa 50 milioni di TEU del 1980 agli attuali 400. Questa crescita è dovuta i ugual misura all’incremento

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degli scambi internazionali ed al maggior utilizzo della modalità di condizionamento del container da parte delle merci varie.

Giorgio Martini – UNILOGISTICA (Presidente)

Cooperativa di logistica integrata, specialisti del freddo, outsourcing totale…

Metodologia: colloqui intervista orientati ad esplorare le funzioni ritenute chiave per il successo aziendale, nell’ottica della competitività, e di riflesso per lo sviluppo. Anzitutto si chiesto di descrivere brevemente le attività aziendali per passare poi ad di indicare le

funzioni centrali per migliorare e innovare i processi e/o i servizi e per favorire i processi di internazionalizzazione.

Successivamente per facilitare l’avvio del colloquio si chiesto di delineare le conoscenze e capacità attese e poi non riscontrate al momento dell’inserimento nell’organico aziendale di una nuova risorsa proveniente dalla scuola superiore e l’università.

Ciò ha permesso definire il gap tra conoscenze e capacità in uscita dalla scuola superiore e dall’università e via via delineare le competenze oggetto dei percorsi formativi in modo da migliorare il livello di professionalità delle risorse umane..

Poi si sono elencati alcuni profili professionali indicati nella candidatura per individuare quelli di maggiore interesse:

o Tecnico superiore per la mobilità e il trasporto pubblico localeo Tecnico superiore delle infrastrutture logisticheo Tecnico superiore per della logistica integratao Tecnico superiore dei trasporti e dell’intermodalitào Tecnico superiore per la programmazione della produzione/logisticao Tecnico superiore per gli approvvigionamenti

La durata dell’intervista è stata di circa 2 ore.

Funzioni centraliL’articolazione del settore rende difficile la definizioni di funzioni cardine e intermedie tra la direzione e la manodopera. Tuttavia nel settore opera personale con forte specializzazione (es. manovratori di gru, container…) e che ha rilevanti problematiche da affrontare nelle fasi operative (contenitore deve essere in bolla).Si evidenziano tre problematiche con necessità di formazione professionalizzante al termine della scuola secondaria superiore e/o dall’università, propedeutica all’inserimento nel settore: integrazione della catena logistica (sia per funzioni aziendali che per aziende di servizi logistici) intermodalità (per aziende di trasporti, interporti, aziende con elevata livello di distribuzione) applicazione delle tecnologie di trasmissione alla tracciabilità (società di servizi logistici)

Gap tra preparazione e conoscenze e capacità atteseNon si è trovata unanimità nel ritenere adeguata la preparazione che fornisce la scuola e/o l’università, in ogni caso l’ingegneria gestionale offre una buon punto di partenza per operare nel settore. La conoscenza delle lingue dovrebbe essere scontata.Nello specifico hanno insistito su questi aspetti trasversali: conoscere il contesto, saper cogliere e collegare l’intero processo produttivo prendere iniziativa saper sviluppare un pensiero logico, sistemico e sistematico “archiviare” problem solving: analisi, prefigurare una soluzione, prevedere le conseguenze, verificare gli esiti lavorare in gruppo inteso come saper istaurare una relazione tra colleghi che svolgono funzioni

diverse e gestire i collaboratori

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conoscere la qualità e tecniche statistiche

Profili professionaliI profili professionali sono ritenuti elencati sono ritenuti significativi purché sia curata la metodologia formativa professionalizzante. In particolare si è ritiene di evidenziare figure che potrebbero essere formati: gestore di piattaforma – controllo di gestione e gestione dei collaboratori dispatcher – sviluppo delle competenze di triangolazione

Inoltre sono stati evidenziati contenuti e relative competenze che dovrebbero essere centrali nella attività di formazione: controllo di gestione sistemi informativi aziendali fiscalità internazionale, dogane mercati internazionali geografia economica prodotti agroalimentari (meritano un’attenzione rispetto alle atre merci per le problematiche legate

al freddo)

fine inserto Avataneo mail 12 maggio 2008

Documentazione La Formazione come Risorsa del Sistema Locale, Cervap 2007, su incarico della Provincia di Alessandria, Dipartimento Economia e Sviluppo, Direzione Politiche attive del Lavoro, Formazione Professionale – Istruzione - Cultura - Servizi alla Persona - Turismo. La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria, II Fase Rapporto Finale- Febbraio 2008 Ricerca prodotta dal CERVAP Su incarico della Provincia di Alessandria, Dipartimento Economia e Sviluppo Direzione Politiche Attive del Lavoro Formazione Professionale Istruzione – Cultura – Servizi alla Persona - Turismo Ricerca Dipartimento di Ricerca Sociale 2006 http://rs.unipmn.it/edit_finale.pdf Excelsior SLALA Provincia di Alessandria, Piano Provinciale del Trasporto Pubblico Locale, 2004 Piani Territoriali Integrati Elenco imprese logistica trasporti, prov. Torino, questionari RIF ( zip) Elenco imprese logistica, trasporti, ecc prov Alessandria, indagine cervap I e II

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Report Gruppo Progettazione

INSERIRE QUI:PER CIASCUN PERCORSO IFTS DOVRANNO ESSERE DEFINITI

A) Crediti previsti per l’accesso

Acquisibili attraverso precedenti percorsi formativi/di istruzione Acquisibili attraverso certificazioni parziali documentabili Acquisibili attraverso precedenti esperienze lavorative

B) Crediti previsti all’interno del corso

Moduli competenze di baseModulo a Crediti derivati da precedenti

esperienze formative/scolastiche Crediti acquisiti attraverso specifica

prova di valutazione Crediti acquisiti attraverso specifiche

certificazioni

Modulo bModulo …..

Moduli competenze trasversaliModulo a Non previstiModulo b Nono previstiModuli competenze tecnicheModulo a Crediti derivati da precedenti

esperienze formative/scolastiche Crediti acquisiti attraverso specifica

prova di valutazione Crediti acquisiti attraverso specifiche

certificazioni Crediti acquisiti attraverso esami

sostenuti all’università Crediti acquisiti attraverso precedenti

esperienze lavorative certificate

Modulo bModulo c

Stage Crediti acquisiti attraverso precedenti esperienze lavorative certificate

Crediti acquisiti attraverso l’attuale situazione lavorativa

C) Crediti previsti in uscita

Moduli competenze di baseModulo a Crediti previsti per eventuali

esperienze formative o di lavoro all’estero

Modulo b

Moduli competenze tecnicheModulo a Crediti previsti per successivi percorsi

universitari (da quantificare e definire l’ambito)

Crediti previsti strutturalmente

Modulo bModulo c

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(attraverso la definizione di un quadro complessivo dell’IFS in ambito logistico) nel circuito formativo della logistica

Crediti previsti per percorsi IFS diversi dall’ambito squisitamente logistico

Stage Crediti previsti per successivi percorsi universitari (da quantificare e definire l’ambito)

Crediti previsti strutturalmente (attraverso la definizione di un quadro complessivo dell’IFS in ambito logistico) nel circuito formativo della logistica

Crediti previsti per percorsi IFS diversi dall’ambito squisitamente logistico

Qui mettiamo il dettaglio sui percorsi formativi più altre informazioni che riteniamo utili quali, ad esempio, la sitografia relativa a siti istituzionali, di interesse e anche di associazioni/enti con attività relative ai trasporti e alla mobilità.

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