funboard 140
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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.TRANSCRIPT
PH: A
. De M
aria
100 LTD 90 LTD
Model Twintip LTD V2 90
VoluVolumeme 90 Lts
SiSize 230x230x230x230x030 6060600600cmcmcmcmm
Fin FS 18 MFC Prrrepreg
Fin iii box Power
Model Twintip LTD V2 100
VoluVolumeme 100 Lts
SizeSiiziz 231x3 646 cm
FinFiFFiFi FS 20 MFC Prepreg
Fin boxo Power
0 LT90LTD100 L TECHNOLOGY: Custom Made Herex 100 sandwich to and bottom with Carbon Kevlar® deck custom made lamination.
PROGRAM: FREESTYLE PRO
www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
“Natural progression”
SEGUICI SU:
“Natural progression”As the level of freestyle performance is redefining the word “windsurfing”,our R&D custom factory as committed to redesigning two new progressive shapes that would represent this change. Modern, compact, lightweight, easy to plane and to be jumped out of the water with an eyeblink, the new TwinTips V2 are simply a new tool to express your desire to write a new page in freestyling …
FIN: FS 20 MFC Prepreg
ANNO XVII - NUMERO 140LUGLIO 2011
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Marco Andreani, Francesco Bianchini, Max Brunetti, Fabio Calò,
Valentina Crugnola, Patrick Diethelm, Dylan Duffus, Ovidio Ferrari,
Simone Grezzi, Federico LaCroce, Andrea Mariotti, Alberto Menegatti,
Giovanni Nogler, Mattia Pedrani, Francisco Porcella, Francesco Prati,
Chris Pressler, Matt Pritchard, John Skye, Nicolas Slijk, Nicola Spadea,
Benjamin Thouard, Marco Valler.
immagini: B. Biancotto, Lucio Buono, John Carter, Piangi Chiesura,
Emanuela Cauli, Erto, FotoFiore, Valerio Pedrani, Kerstin Reiger, Jean
Souville, Ian Strickland, Benjamin Thouard, Felice Zompanti, Darrell Wong.
.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]
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Funboard è una testata della casa editrice
JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche
gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite),
Snowb (snowboard) e le riviste
Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite)
Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle)
6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),
SupTime (stand up paddle).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva
autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non
espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,
nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di
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Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio
ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Questo mese abbiamo scelto di dedicare la cover delnumero di luglio a Skyeboy, John Skye, il talentuosowaver britannico che tra qualche pagina potreteconoscere meglio!
RIDER John Skye
LOCATION Maui
FOTO Darrell Wong/RRD
Ma quanto è bello il Live stream sul sito del PWA?!? Quante
emozioni e quante distrazioni. Spero che tutti voi sappiate di cosa
sto parlando… Ragazzi le tappe di Coppa del Mondo si possono
guardare in streaming e spero che non vi siate persi le ultime tappe di Bonaire, Aruba e la nucleare
Costa Brava in Spagna che per una volta ha smentito il suo soprannome di Costa Calma. Facciamo
due passi indietro e soffermiamoci un attimo sulla Costa Brava. Vedere in diretta la vittoria del nostro
Alberto Menegatti nello Slalom 8 mi ha fatto saltare sulla sedia e urlare come se fossi allo stadio, se
vi siete persi quella gara andate subito sul vostro computer e cercate il video su youtube, vi posso
garantire che è da cardiopalma! Alberto in finale winner parte in boa sottovento a tutti e come un
satellite, fa impressione sembra che vada il doppio degli altri, arriva alla boa dove sta per strambare
Bjorn, gli chiude la porta entrando all’interno ed è fatta! E’ passato davanti a tutti in una finale di
Coppa del Mondo… e ci è rimasto fino alla linea di arrivo guadagnando dopo ogni strambata metri
preziosi su Terminator Bjorn; non c’è stata storia, Dunkerbeck ha tagliato il traguardo in seconda
posizione e con parecchi metri di svantaggio! Bravo Alberto, abbiamo tifato tutti per te. Speriamo che
sia solo l’inizio del salto di qualità del nostro Campione. Tra qualche pagina potrete leggere la sua
intervista su questa esaltante vittoria. Vogliamo parlare del Live stream di Bonaire? Per fortuna che
c’era il fuso orario di 4 ore in meno e le finali le davano di sera, altrimenti chi si sarebbe più staccato
dal monitor? Con inevitabile ritardo di consegna della rivista… Guardare Steven Van Broeckhoven
ribattere manovra su manovra quello che fa Kiri Thode non ha prezzo! Il belga grazie alla sua potenza
rimbalzava però mezzo metro di più nelle doppie rispetto a Kiri! Uno spettacolo. Thode ha comunque
vinto a Bonaire ma Steven si è ripreso la rivincita ad Aruba conquistando la sua seconda vittoria
stagionale dopo quella di Podersdorf e facendo vedere al mondo intero che è pronto per il titolo! Non
dimentichiamoci anche che il Live stream del PWA è ora ancora più interessante con il commento
dell’animal party Ben Profit, con il microfono ci sa proprio fare! Riesce a rendere interessanti anche
le prime batterie di qualificazioni femminili, senza nulla togliere alle ragazze che partecipano al PWA.
E qui in Italia che succede? La One Hour si è svolta come al solito con i capricci del tempo, ma almeno
si è portato a casa il risultato, il CDC è stato chiamato all’ultimo giorno del waiting period e le
condizioni non erano per niente male, i ragazzini del Freestyle Juniores hanno fatto una super gara
in Conca e anche quelli dello Slalom a Marina di Grosseto. A Frassanito si è svolto il Wave Trotter con
condizioni epiche e i local erano molto in forma, vi racconteremo qualche cosa sul prossimo numero,
e chi più ne ha più ne metta. A livello agonistico ce n’è davvero per tutti i gusti! Ma non è ancora finita,
il giorno dopo la chiusura di questo numero inizieranno una serie lunghissima di gare qui sul Garda,
a partire dalla Shaka Bump&Jump, Wind’s Bar Cup, Campionato Italiano Assoluto Slalom e la prima
tappa del Campionato Nazionale Freestyle. Ragazzi… fatevi una bella visita medica agonistica,
tesseratevi alla AICW e venite a divertirvi, 100% Funboard approved!!!
Have fun!
Fabio I-720
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WHITE REEF - TEL 0547.22756 - [email protected]
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Brand new nel Windsurfing: Fanatic Boardriding & NorthSails Windsurfing applicazione per
iPhone! Divertiti con la nuava esperienza Fanatic e North Sails per iPhone. Non è mai stato
così facile avere tutte le informazioni di cui hai bisogno. Scopri il range della tua vela, guarda
i video clip dei tuoi campioni preferiti oppure trova il rivenditore più vicino alla tua zona.
Entrambe le applicazioni hanno le seguenti caratteristiche:
PUSH NEWS: sarai sicuro di essere il primo a sapere le ultime news direttamente sul tuo
iPhone via Push-Notification! Team rider-news, product-news gossip e molto altro!
FOLLOW US: Segui o diventa parte del nostro Social Media World! Collegati attraverso il canale
di You Tube o di Facebook senza uscire dalla applicazione.
WALLPAPER FUNCTION: scarica le foto dei due brand con gli atleti più forti al mondo per il tuo
personale salvaschermo.
LOCATOR: trova e raggiungi il negozio o centro più vicino a te.
PRODUCTS: avrai una grandiosa visone generale dei prodotti Fanatic e North Sails dal 2009 al
2012, e potrai vedere anche le caratteristiche specifiche per ogni singolo prodotto.
CONVERTER FUNCTION: Knots vs. beaufort, metri vs. inch, con il convertitore universale integrato saprai sempre quello di cui gli altri stanno parlando.
Queste due applicazioni saranno scaricabili gratuitamente da iTunes AppStore dal 15 luglio 2011!
FANATIC BOARDRIDING&NORTHSAILS WINDSURFING
SKULLCANDY UPROCKSkullcandy è orgogliosa di presentare il suo ultimo modello: l’incomparabile Uprock. La Uprock è
una bomba sonora di ultima generazione, che combina stile e prestazioni in un design leggero ed
ergonomico. Grazie a potenti driver audio di 40 mm, un cavo piatto a prova di groviglio e un mix di
componenti resistenti agli urti, la Uprock è perfetta per un uso quotidiano. Vivace e sobria al tempo
stesso, con una superficie opaca soft-touch e soffici cuscini anti urto per le orecchie, la Uprock
offre un esperienza sonora ineguagliabile. Fedele al suo nome urban-dance, l’Uprock è la tua
migliore alleata per sincronizzare la propria musica con i ritmi rock della vita. Prezzo: 29,95 euro
Speaker Diameter: 40 mm
Magnet Type: Ferrite
Frequency Response: 20-20 K Hz
Impedance: 32 ohms
Max Input Power: 120 mW
Cable Type: TPE Flat Cable
Cable Length: 1.3 m
Plug Type: 3.5 mm Gold Plated
WHITE REEF - TEL 0547.22756 - [email protected]
DYLAN DUFFUS A PROPOSITO DELLA NISSAN-RRD ONE HOURAbbiamo fatto qualche domanda a Dylan, Sales Manager RRD, in occasione della One
Hour sponsorizzata dall’azienda grossetana.
Ciao Dylan, RRD è stato ancora una volta il main sponsor della One Hour. Come mai la
vostra azienda ha deciso di affiancarsi a questo tipo di manifestazione?
Abbiamo deciso di dare il nostro supporto alla One Hour grazie al sostegno del nostro
partner storico NISSAN principalmente per un paio di ragioni: la prima è che si tratta
dell'unico evento in Italia che permette a qualsiasi praticante anche non professionista
di esprimersi, misurarsi e confrontarsi anche con i migliori specialisti in un format di
gara molto semplice e accessibile a tutti, potendo anche ottenere un risultato di
prestigio. La seconda ragione è che riteniamo che Torbole in questo momento sia
ritornata ad essere il cuore pulsante dello Slalom in Europa.
Sei soddisfatto di questa edizione della One Hour a livello di interesse del pubblico, della
promozione, dei partecipanti e dell'organizzazione?
Devo dire che nonostante le previsioni meteo disastrose che sicuramente hanno tenuto lontano molti appassionati, la risposta è stata molto positiva sia da parte del
pubblico, sia per numero e qualità degli iscritti. Inoltre devo fare un plauso all'organizzazione a dir poco impeccabile del Circolo Surf Torbole, che è riuscita a utilizzaare
al massimo ogni refolo di vento riuscendo così a capitalizzare un risultato valido per l'evento. Per non parlare dell'organizzazione a terra che è stata perfetta.
Cosa rende unica questa gara?
Il fatto che sia una gara aperta a tutti, con un format molto semplice che permette a tutti di potere partecipare e divertirsi con qualsiasi tipo di attrezzatura, ed in più è
l'unica manifestazione in Italia che mette sullo stesso livello professionisti e amatori, per cui si può valutare sul campo quanto vadano forte i propri beniamini di Coppa
del Mondo!
Alla premiazione hai detto che RRD sarà presente anche alla One Hour 2012, confermi?
Assolutamente sì, e visto che il montepremi in palio per chi stabiliva il nuovo record non è stato assegnato, per l'anno prossimo rilanciamo e magari raddoppiamo anche!
Come ha commentato Roberto Ricci questa One Hour?
Roberto era molto dispiaciuto di non poter partecipare alla One Hour per via di una sovrapposizione di impegni e si è detto assolutamente motivato ad essere in acqua
alla prossima One Hour, anche perché l’evento di quest’anno lo ha davvero gasato e gli ha fatto toccare con mano le emozioni della Coppa del Mondo in Italia.
Andrea Rosati alla Nissan-RRD One Hour 2011.© fotofiore/canon
IPARASSITI AL SURFSEGNANAForte di un clima più consono al sorgere della
primavera anziché al suo svogliato defluire nella
calda estate, la “Domani Plano anch’io… forse” 2011
volume 1, si è svolta il 18 e 19 giugno nella cornice
abituale del Centro Surf Segnana a Torbole, sul lago di
Garda. La due giorni di avviamento al windsurf
organizzata dalla ASD IParassiti.com, più che un mini
corso per neofiti della tavola, è diventata ormai un
happening tradizionale nel panorama delle
manifestazioni surfistiche gardesane. Giovani e meno
giovani aspiranti planatori (con una nutrita
rappresentanza femminile), acquisiti i rudimenti
teorici basilari della tecnica, si sono subito cimentati
in acqua con tavola e vela, seguiti da vicino da valenti
para-istruttori. C’è chi ha rivelato un talento innato
per la disciplina e chi una marcata propensione al
litigio con albero e boma. Tutti comunque si sono
divertiti un mondo, come testimoniavano senza ombra
di dubbio i sorrisi impressi sui volti dei partecipanti…
Soprattutto dei 10 cuccioli (tra i 7 e 10 anni), per i
quali l’esperienza è stato uno spassoso mix di sport e
gioco. Al termine di ogni sessione, uno “spritz on the
beach” sanciva la fine delle “fatiche” di allievi e
istruttori. L’aperitivo lungo di sabato sera al Sesto
Grado di Torbole ha coronato l’evento, contribuendo
a creare quell’aggregazione e spirito di gruppo, che sono elementi cardine della filosofia Parassita, secondo la quale il windsurf non è solo tecnica e manovre,
ma occasione di incontro, di socializzazione, di condivisione. In una parola, di amicizia. Arrivederci a settembre per la “Domani plano anch’io…forse” 2011
Volume 2. www.iparassiti.com. Contattate la segreteria SurfSegnana per ogni informazione sulle iniziative o per saperne di più sui convenientissimi pacchetti
tutto compreso “Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro. INFO: SurfSegnana – Foci del Sarca – 38069 Torbole sul Garda
(TN). Tel. 0464-505963. Web: www.surfsegnana.it - e-mail: [email protected]
Il gruppo di stagisti in posa nel prato del SurfSegnana.
POINT-7 SAILS, MONOFILM NERO E ARANCIONEVi siete mai chiesti come mai le vele nere di Andrea Cucchi, le Point-7, oltre al caratteristico
colore dark abbiano anche uno “strano” monofilm colorato nella finestra centrale? Francesco
Parti, collaboratore e tester per Point-7 ci spiega il motivo.
FP: “Quando all'inizio Point-7 iniziò a usare il monofilm nero era quasi esclusivamente per una
questione estetica, per differenziarsi dalla massa. Ma dopo qualche “discussione” con il
produttore americano ci si è resi conto che si poteva far diventare questo materiale “anti-UV”.
Ovvero un materiale che non si cuocia al sole e che non perda la sua qualità e integrità nel
tempo. Più tardi anche il monofilm della finestra centrale è stato sostituito con un materiale
colorato. Questo per rendere il look ancora più aggressivo e avere tutti i vantaggi dell’anti-UV.
Questa finestra non è così anti-UV come il materiale nero, ma dovrebbe comunque durare
almeno una stagione in più che un normale monofilm trasparente. Dite poco!”.
SUN+FUN - CATALOGO VIAGGI KITEL’organizzatore sun+fun, specializzata in viaggi sport, ha
realizzato il primo catalogo in lingua italiana di viaggi e vacanze
dedicati solo al kitesurf. Contiene i kitespot più famosi del
mondo con tutte le spiegazioni che riguardano il mare, il vento,
le particolarità del posto, le scuole e centri kite e le
sistemazioni più indicate per alloggiare comodamente
vicinissimo alla spiaggia dove uscire in kite e divertirsi in
acqua… Il nuovo catalogo si può sfogliare online sul sito
www.vacanzekitesurf.com. O ricevere gratuitamente con posta
richiedendolo tramite il sito o telefonando al 0365-918700 o
mandando una mail a [email protected] indicando
nome e indirizzo completo.
Francesco Prati in controluce dovesi nota bene il monofilm coloratoanti-UV delle finestra principale.
© fotofiore/canon
CHOCO FINS SUL TETTO DEL MONDO FREESTYLEInizio a pensare che Funboard “porti bene”! Dopo la nostra cover dedicata a Steven Van
Broeckhoven, il fortissimo atleta belga è volato in testa alla classifica mondiale di Freestyle a pari
punti con Kiri Thode, e un europeo in lotta per il titolo mondiale ci fa urlare “forza Steven!!!”. In terza
posizione Gollito Estredo, il 4 volte Campione del Mondo che proprio non ci sta a lasciare il trono.
Non perdetevi il live ticket su pwaworldtour.com, ne vale veramente la pena! Nei giorni in cui questo
numero di Funboard sta andando in stampa è di scena la tappa di Aruba. Steven ha già vinto il
Freestyle, mentre aspettiamo di vedere cosa succederà nello Slalom, dove il nostro Alberto
Menegatti sembra ancora una volta molto informa. Tornando al Freestyle, Steven, Kiri e Gollito
hanno una cosa in comune sotto le loro tavole… le mitiche Choco Fins di Daniel Aeberli, Mr.F2!!! Lo
svizzero Daniel sarà
decisamente contento
della prestazione dei
suoi atleti, e soprattutto
di sapere che nel
Freestyle le sue pinne
non hanno rivali. Fonti
accreditate ci hanno
informato che Choco
fins si sta muovendo
anche nello Slalom, ma
abbiamo il segreto
professionale da
rispettare e non
possiamo svelarvi
ancora nulla, ma
qualche cosa di grosso
sta bollendo in pentola e come sempre vi terremo aggiornatissimi! Sul fronte italiano, tramite il
nuovo distributore di Choco Fins, Ocean Avenue, molti atleti stanno iniziando ad usare queste pinne…
il vostro caporedattore compreso. Distribuito da: Ocean Avenue - [email protected]
COAST TO COAST AL VASCO RENNACoast to Coast on
board al Lago di
Garda, sponsor
ufficiale del Vasco
Renna Professional
Surf Center. Vento,
sole… la surf mania
plana sul Garda con
la riconferma
dell’alleato Coast to
Coast. Coast to
Coast, brand nel
settore moda mare
uomo e bambino
che fa capo al
Gruppo Calzedonia,
anche per il 2011 si
riconferma come lo
sponsor ufficiale
del Vasco Renna
Professional Surf Center di Torbole. Tutto il team del Vasco
Renna Professional Surf Center anche per l’estate 2011 vestirà
i costumi e l’abbigliamento Coast to Coast, realizzati in tessuti
tecnici ad altissima traspirabilità e ad asciugatura ultrarapida
disponibili in tantissimi colori e fantasie. Per Info: VASCO RENNA
- PROFESSIONAL SURF CENTER - Parco Pavese 38069 Torbole sul
Garda (TN) Tel. 0464/505993 Fax 0464/506254 -
www.vascorenna.com - e-mail:[email protected].
Steven Van Broeckhoven ad Aruba.© John Carter/PWA
HOT SAILS MAUI BOLTPer la stagione 2011 la veleria hawaiiana migliora ancora, presentando la
versione definitiva della Bolt, la rivoluzionaria vela freestyle/wave a 4 stecche,
frutto dell'intensa ricerca e sviluppo che caratterizzano tutti i prodotti
marchiati Hot Sails Maui.
Più leggera e controllabile senza rinunciare alla sua esplosiva performance
dinamica, tutto ciò grazie ad un nuovo layout dei ferzi che eliminano ogni piega,
e ad una sapiente disposizione dei materiali che danno una sensazione di
leggerezza maggiore del reale risparmio di peso.
Attenzione però! Non fatevi ingannare dal prezzo super competitivo. La Bolt non
è una vela per tutti… se amate fare freeride non fa al caso vostro, è una vela che
offre il massimo in accelerazione e manovrabilità ed è quindi stata designata
per il surfista esperto che vuole un prodotto senza compromessi.
La costruzione è super solida, completamente tramata in X-ply, boma
accorciato per diminuire la tensione del leech e aumentare le doti dinamiche
della vela; nelle metrature più grandi è stata incrementata l'accelerazione
mentre nelle più piccole il controllo.
La base ha un taglio più verticale rispetto alla concorrenza, per dare maggiore
spazio nelle manovre, e un bordo in dacron rivestito in EVA leggero per evitare
abrasioni o tagli della pelle in caso di contatto. Il nuovo shape permette
transizioni da lato a lato morbide regalando sia grande fluidità di movimento
che una bella dose di aggressività nelle onde.
La Bolt si posiziona a tutti gli effetti tra le vere vele freestyle-wave, una
macchina da guerra nelle manovre, agile e potente nelle onde. Le metrature
vanno dalla 3,7 fino alla 6,2 per un listino che va dai 375 euro per la più piccola
ai 479 euro per la più grande.
Ciliegina sulla torta la scelta aziendale di non rinnovare i prodotti fino a che non
si presenterà la possibilità di un effettivo e sensibile miglioramento, del resto
la vela c'è e va alla grande perchè cambiarla? Finalmente qualcuno cambia
atteggiamento... www.hotsailsmaui.com
Distribuito da: Ocean Avenue - [email protected]
Size Luff Boom Ideal Mast # of Battens Weight (LB) Weight (KG)
3.4 367 133 340 4 6.8 3.1
3.7 384 139 370 4 7 3.2
4.1 400 154 370 4 7.7 3.5
4.5 412 158 400 4 7.9 3.6
4.7 419 163 400 4 8.2 3.7
5.0 425 168 400 4 8.4 3.8
5.3 431 173 400 4 8.6 3.9
5.6 435 177 430 4 8.9 4
5.9 441 186 430 4 9.2 4.2
6.2 451 188 430 4 9.5 4.3
NEIL PRYDE SOLARLa parola chiave di questa vela è
semplicità! La Solar è la vela più user-
friendly mai prodotta da Neil Pryde. Una vera all-
round no-cam che vi permetterà di planare con le leggere brezze estive avendo
tra le mani una vela stabile e in grado di permettervi tutto. In caso di vento
rafficato o forte questa vela manterrà comunque il suo profilo senza farsi sentire
troppo sulle braccia del rider. Abbiamo provato questa vela per voi sul Lago di
Garda all’hotel Pier durante una normale Ora pomeridiana sui 12-15 nodi. Il
modello testato è stato la 6.5. Abbiamo armato la vela con un albero Maverx
EVODS 430 sdm e Stilo 200 430 rdm, notando una perfetta compatibilità in
entrambi i casi. A terra la vela si presenta estremamente leggera ed essenziale,
e lo deve essere in quanto ricopre la fascia di prezzo più bassa delle vele Neil
Pryde, è una vera e propria entry level. Gli accessori sono comunque uguali a
quelli delle vele di categorie superiori come il comodo e protettivo mast base in
EVA, la carrucola integrata per cazzare agevolmente il caricabasso, i classici
tensionatori di stecche by Neil Pryde e l’occhiello di bugna integrato nel rinforzo
della zona dove è stato utilizzato il Dyneema per assicurare resistenza e
leggerezza. La tasca d’albero è abbastanza larga e permette di infilare facilmente
sia l’albero sdm a sezione standard, che quello rdm a sezione ridotta. Come per
tutte le Neil Pryde bisogna cazzare di caricabasso utilizzando l’esatta lunghezza di
prolunga, come indicato sulle misure della vela stampate sulla base, per fare
sventare la vela fino alla terza stecca. La bugna invece va cazzata poco lasciando
la pancia della vela quasi a sfiorare il boma. La leggerezza della vela si trasmette
immediatamente appena la si alza, è una vera piuma! Abbiamo prima testato la
Solar utilizzando una tavola Freerace. La partenza in planata è pressoché
immediata e si evidenzia fin da subito una certa stabilità di profilo. Quando il
vento aumenta la vela tende un po’ a spanciarsi facendo aumentare la pressione
sulla mano posteriore e comunque trasmette una maggiore velocità alla tavola.
È una ready to go, alla prima raffica basta entrare in planata e fare dei
lunghissimi bordi spensierati. Paragonata a vele più orientate alla velocità non ha
nulla da invidiare, la velocità di punta che
si riesce a toccare con questa Solar è di
tutto rispetto. In strambata e virata le
stecche ruotano attorno all’albero in
modo deciso ma senza bruschi cambi che
possono sbilanciare il rider ancora poco
esperto. Siamo poi passati a provarla su
una tavola Freestyle e abbiamo notato
subito un’ottima propensione allo stacco,
grazie alla leggerezza della sua
costruzione. Anche avendo una 6.5 tra le
mani, Spock, Flaka e Speed Loop non sono
stati un problema! Ovviamente la
costruzione è molto leggera e il profilo
non è così stabile in manovra come in una vela da Freestyle, ma con un po’ di
buona volontà si possono eseguire anche manovre complesse. Questo significa
che coloro che utilizzeranno la Solar per imparare le basi del Freestyle, o i primi
chop hop, Duck Jibe, Body Drag ecc… avranno la giusta compagna di divertimento,
per poi poterla utilizzare anche su un Freeride per sfrecciare a tutta velocità sui
nostri mari o laghi, ovvero nella sua dimensione naturale. Insomma una vera
tutto fare ad un prezzo super! Neil Pryde Solar 6.5, prezzo al pubblico Euro 532,00.
SIZE LUFF BOOM BASE BATTENS CAMS WEIGHT IDEAL MAST
4.5 405 161 6 5 0 3.50 kg 400
5.0 418 171 18 5 0 3.70 kg 400
5.5 432 181 2 5 0 3.80 kg 430
6.0 447 193 18 5 0 3.95 kg 430
6.5 459 203 30 5 0 4.10 kg 430
7.0 469 211 10 5 0 4.25 kg 460
7.5 480 219 20 5 0 4.40 kg 460
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RRD TWINTIP LTD V2La factory grossetana ha presentato i nuovi TwinTip LTD V2 in anteprima
mondiale, al Circolo Surf Torbole, in occasione dell’ultima One Hour. La nuova
linea Twin Tip V2 è basata su due shape completamente nuovi, che presentano
diverse novità rispetto alla linea V1. In particolare, l’outline è stato accorciato
per dare miglior pop (propensione allo stacco) alle tavole e gli shape sono stati
pensati per sviluppare maggiore velocità, e proprio per questa ragione la
larghezza massima del 100 è inferiore di mezzo centimetro rispetto alla versione
V1, mentre il 90 è più stretto di un paio di centimetri rispetto alla versione 1 del
TwinTip 88, in poppa la differenza si fa più marcata. Anche la carena è stata
completamente ridisegnata e semplificata per rendere più efficace l’entrata in
planata e lo scivolamento della tavola sull’acqua e adesso presenta un design
piatto con V.
Un grosso lavoro è stato fatto sui bordi e sulla distribuzione dei volumi, con una
parte posteriore un po’ più voluminosa che permette di avere maggior
accelerazione e spunto per le nuove doppie manovre, ma garantisce comunque
un buon appoggio anche per le manovre classiche come Spock e Vulcan.
La coperta presenta una nuova configurazione con un interessante doppio rail
che permette di avere una zona di piatto attorno al piede d’albero e nella parte
centrale della tavola, fondamentale per dare equilibrio e rendere la tavola più
maneggevole, mentre i profondi scavi nella zona delle strap permettono di avere
un controllo perfetto della tavola anche in presenza di chop formato.
Altra novità importante è rappresentata dalla costruzione Custom Made con
coperta laminata a mano in Carbon Kevlar e scassa del track ultra leggera in
carbonio, mentre per quanto riguarda la scassa della pinna, bisogna registrare
il ritorno della scassa Power Box.
RRD WAVE CULT QUAD E HARDCORE WAVE QUAD CONTEST EDITIONPer la nuova stagione RRD ha deciso di investire innovare nei materiali, riproponendo
i medesimi apprezzatissimi shape delle due linee Wave Cult Quad e Hardcore Wave
Quad con una nuova tecnologia full custom, dai livelli di rifinitura assoluti, chiamata
CONTEST. Le tavole di questa linea sono realizzate con un nuovo materiale chiamato
Innegra/Carbon, caratterizzato da una resistenza agli urti analoga a quella del Kevlar,
ma con caratteristiche meccaniche analoghe a quelle del carbonio. Su queste tavole
si è fatto un grande lavoro per esaltare leggerezza e resistenza e anche il sandwich
PVC Herex 100 ha uno spessore da 5mm nelle aree maggiormente stressate, per poi
assottigliarsi a 3 nella zona di prua meno soggetta gli urti. Un’altra grossa novità è
rappresentata dall’utilizzo di nuove scasse Slot Box in carbonio per le pinne anteriori
e nuove scasse super leggere full carbon anche per il piede d’albero. Tutto questo ha
permesso di alleggerire i modelli Contest di oltre un chilo rispetto ai modelli della
serie LTD, pur mantenendo la proverbiale solidità costruttiva.
Altra interessante novità è rappresentata dall’introduzione di due nuovi shape che
vanno a integrare le due gamme: si tratta dell’Hardcore Wave 91 e del Wave Cult 100.
Si tratta di due tavole che riprendono in pieno la filosofia e le caratteristiche della
propria gamma di riferimento: planante e manovrabilità per condizioni On-Shore per
la Wave Cult, rocker più accentuato e carena disegnata per onde grosse e veloci per
la gamma Hardcore.
L’aumento e l’introduzione di questi nuovi volumi è stato sentito come uno step
necessario dalla factory grossetana, in quanto le caratteristiche di manovrabilità di
queste tavole e il loro range di utilizzo permettono di entrare in acqua con volumi
maggiori, la cui galleggiabilità aiuta molto in fase di uscita dalla zona dei frangenti e
nei buchi di vento. Tanto per fare un esempio: la tavola più piccola utilizzata da Dario
Ojeda anche nelle giornate più radicali a Pozo è l’Hardcore Wave Contest 84!
Model Volume Size Fin Fin box R·S·S
Twintip 90 Ltd. V2 90 lt 230 x 60 cm FS 18 MFC PREPREG POWER 4.0-5.4
Twintip 100 Ltd. V2 100 lt 231 x 63,5 cm FS 20 MFC PREPREG POWER 4.5-6.3
Hardcore Wave 68 Contest Quad fin 68 lt 229 x 53 cm MFC QUAD SET QS 250 CNC G-10 US+slot box 3.2-4.7
Hardcore Wave 76 Contest Quad fin 76 lt 229 x 54 cm MFC QUAD SET QS 300 CNC G-10 US+slot box 3.7-5.3
Hardcore Wave 84 Contest Quad fin 84 lt 229 x 55,5 cm MFC QUAD SET QS 350 CNC G-10 US+slot box 4.2-5.6
Hardcore Wave 91 Contest Quad fin 91 lt 230 x 58 cm MFC QUAD SET QS 350 CNC G-10 US+slot box 4.5-5.8
Wave Cult 75 Contest Quad Fin 75 lt 230 x 56 cm MFC QUAD SET QS 300 CNC G-10 US+slot box 3.7-5.2
Wave Cult 83 Contest Quad Fin 83 lt 231 x 58 cm MFC QUAD SET QS 300 CNC G-10 US+slot box 4.0-5.7
Wave Cult 92 Contest Quad Fin 92 lt 232 x 60 cm MFC QUAD SET QS 350 CNC G-10 US+slot box 4.5-6.2
Wave Cult 100 Contest Quad Fin 100 lt 233 x 62 cm MFC QUAD SET QS 350 CNC G-10 US+slot box 4.9- 6.6
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RRD THE FOURRRD presenta per la prossima stagione una vela Wave a quattro stecche
completamente nuova: The Four. Si tratta di una vela più morbida e leggera
rispetto alle altre vele della gamma RRD, capace anche di perdonare
maggiormente gli errori del rider. Il lungo lavoro di test e sviluppo portato avanti
dal top rider John Skye ha permesso di sviluppare una vela capace di restare
bilanciata anche in condizioni di sovrainvelatura. I vantaggi di una vela Wave a 4
stecche sono evidenti: si tratta di una vela più morbida che ha un centro di
gravità più basso e permette di rendere più semplici le rotazioni quando si salta,
mantenendo un controllo migliore. Il boma lungo permette di avere buona
potenza sulla mano di bugna e rende più semplice la gestione della potenza della
vela. La balumina della vela presenta un evidente cut out disegnato per creare
un twist progressivo e costante, capace di mantenere stabile il profilo della vela
anche con le raffiche più estreme. Due mini stecche piazzate sul pannello
superiore della vela permettono di evitare fastidiose vibrazioni della balumina e
aiutano a stabilizzare lo shape della penna. Dal punto di vista della costruzione,
è stato raggiunto un ottimo compromesso per rendere la vela molto leggera ma
a prova di bomba, il corpo è completamente realizzato in X-Ply e ci sono ferzi in
monofilm per la finestra e in penna.
Model Boom (cms) Luff (cms) Battens Recom. Boom Recom. Mast Head
Four 3.3 T.B.C. T.B.C. 4 T.B.C. T.B.C. T.B.C.
Four 3.7 T.B.C. T.B.C. 4 T.B.C. T.B.C. T.B.C.
Four 4.2 156 382 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 370 Adjust.
Four 4.5 160 389 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 370 Adjust.
Four 4.7 162 402 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 370 Fixed
Four 5.0 168 409 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 400 Fixed
Four 5.2 172 414 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 400 Fixed
Four 5.7 182 434 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C100 430 Fixed
A completely new addition to our wave sails line. The need of a lighter, softer and more forgiving type of wave sails was clear, and we made it happen. In the beginning we were afraid of having a sail that would be hard to handle in overpowered conditions, but after extensive testing and various modifications on the shaping points we have been able to achieve an easy to trim sail that holds lots of wind and remains in balance. The advantages of having 4 battens are clear: a softer sail that keeps a lower center or gravity and allows you make rotating jumps faster and in control. The longer boom of the Four will allow you to use your back hand on the boom as a throttle of your motorbike!
hPhhPhPhPh: :D
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oWongoW
RiiRdeer:
Jhon
SkSkSSyeykS
“Less is More”M
Modele Boom (m (cmscms) Luff (cms) Battens Recom. Boom Recom. Mast Head
FouFouo r 3r 3.3.3 T.BT.BT.B.C..C.C T.BT.B.C..C. 444 T.BT.BT.B.C..C.CC T.BT.BT.B.C.C..C. T.BT.BT.B.C..C.C
FouFouoFour 3r 3.7.77 T.BT.B.C..C.C T BT.BT.BT.BBT .C.C.C..C..C. 444 T.BT.BT .C..C.. T.BT.BT.BB.C..C.C T.BT.BB.C..C.CC.
FouFouF ur 4r 444.0.0.0 T.BT.BT. .C..C.C T.BT.BBT .C..C. 444 T.BT.B.C..C.C VogVogVogue ue e RDMRDMRDM C7C77C 5 35 35 3707070770 AdjAdjA ustustus ..
FouFour 4r 4r .2.2 156156 382382 444 WavWavWW e Ve VVoguogug e 1e 1145-45-454 205205055 VogVogV ue ue RDMRDMRD C7C7C75 35 3707070 AdjAdjAdAd ustustustsust..
FouFouo r 4r 4.5.5 1601600 3893899 44 WavWave Ve VVoguogue 1e 1145-45-2052052 VogVogue ue RDMRDMM C7C7C75 35 370700 AdjAdjustusustsu .
FouFouF r 4r 4.7.7 162162162 402402402 444 WavWavWave Ve Ve Voguoguogue 1e 1e 145-45-45-205205205 VogVogVogue ue RDMMRDMRD C7C7C75 35 35 3707070 FixFixFixFixF edededed
FouFoFour 55r 5 0.0 168 409 44 WavWave Ve Voguogue 1e 1e 45-45-445-2052052055 VogVogVogue ue RDMRDM C7C75 45 40000 FixFixeded
Four 5.2 172 414 4 Wavave Ve Voguogue 1e 145-45-205205 VogVoggueue RDMRDM C7C75 45 40000 FiFixeded
Four 5.77 182 434 4 Wavave Ve Voguogue 1e 145-45 205205 VogVo ue RDM C100 4300 FixF ed
www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
SEGUICI SU:
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QUAD5 shape completamente nuovi per il concetto 4 pinne, con una trazione incredibile
per surfate potenti. Ora i nuovi Quad di Fanatic partono prima in planata grazie ad
un outline più profondo, un volume distribuito più uniformemente e un minore tail
kick. Sono anche più veloci grazie all’aumento della zona di piatto tra le strap. Da
quest’anno ancora più leggere grazie all’utilizzo delle Slot Box. Disponibili anche nella
versione Glass Double Sandwich nei modelli 75, 81 e 87.
FREEWAVEUno dei modelli di maggior successo dello shaper Sebastian Wenzel, combina
alla perfezione uno smooth-sailing ad uno stile compatto. L’ottimo compromesso
fra velocità di punta, carving e slide fanno di questa tavola il modello più
versatile dell’intera linea Fanatic. Tucked rail, punta arrotondata e l’ingegneria
CAD che ha creato la linea rocker non sono un segreto per planate anticipate,
massima velocità e controllo.
SKATEIl 4 volte Campione del Mondo Freestyle Gollito Estredo ha lasciato la sua
impronta sui nuovi Skate di Fanatic! 3 shape completamente nuovi con prua più
larga che punta meno e poppe più sottili per incrementare la facilità di utilizzo e
la manovrabilità. Un concetto di lunghezza inversa, che prevede misure più corte
su tavole più grosse e chiglia a power V per aumentare la slashata. Design della
poppa con double-curved deck per assicurare massimo stacco e slashare le
manovre senza sforzo, guadagnando sempre più punti.
Board Vol. Width Length Weight Technology Fittings
Quad GDS 75 75 54.5 226 TBA GDS/LF Choco Fins 2 ° - 9 cm/2° - 14.5 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 3.7 - 5.3m2
Quad GDS 81 81 56.5 227 TBA GDS/LF Choco Fins 2 ° - 9.5 cm/2° - 14.5 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 4.0 - 5.8m2
Quad GDS 87 87 58.5 228 TBA GDS/LF Choco Fins 2 ° - 10 cm/2° - 14.5 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 4.2 - 6.2m2
Quad TE 69 69 52.5 225 TBA CK/LF TE Choco Fins 2 ° - 9 cm/2° - 14 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 3.3 - 5.0m2
Quad TE 75 75 54.5 226 TBA CK/LF TE Choco Fins 2 ° - 9 cm/2° - 14.5 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 3.7 - 5.3m2
Quad TE 81 81 56.5 227 TBA CK/LF TE Choco Fins 2 ° - 9.5 cm/2° - 14.5 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 4.0 - 5.8m2
Quad TE 87 87 58.5 228 TBA CK/LF TE Choco Fins 2 ° - 10 cm/2° - 14.5 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 4.2 - 6.2m2
Quad TE 94 94 60.5 229 TBA CK/LF TE Choco Fins 2 ° - 10 cm/2° - 15 cm G10; Slot Box 13 cm° - 4; Sailsize: 4.5 - 6.5m2
FW 75 75 56 235 TBA CWS Fanatic FreeWave 23 G10; US Box; Sailsize: 3.7 - 6.0m2
FW 85 85 58.5 238 TBA CWS Fanatic FreeWave 25 G10; Power Box; Sailsize: 4.2 - 6.5m2
FW 95 95 61 240 TBA CWS Fanatic FreeWave 27 G10; Power Box; Sailsize: 4.5 - 6.7m2
FW 105 105 63.5 242 TBA CWS Fanatic FreeWave 29 G10; Power Box; Sailsize: 4.7 - 7.0m2
FW 115 115 66 244 TBA CWS Fanatic FreeWave 29 G10; Power Box; Sailsize: 5.0 - 7.3m2
Skate 99 99 63.5 228 TBA BGS Fanatic Skate 22 Prepreg; Power Box; Sailsize: 4.5 - 7.0m2
Skate 109 109 66.5 227 TBA BGS Fanatic Skate 24 Prepreg; Power Box; Sailsize: 5.0 - 7.5m2
Skate TE 89 89 60.5 229 TBA CK/LF TE Fanatic Skate 20 Prepreg; Power Box; Sailsize: 4.0 - 6.6m2
Skate TE 99 99 63.5 228 TBA CK/LF TE Fanatic Skate 22 Prepreg; Power Box; Sailsize: 4.5 - 7.0m2
Skate TE 109 109 66.5 227 TBA CK/LF TE Fanatic Skate 24 Prepreg; Power Box; Sailsize: 5.0 - 7.5m2
Speedo Aquabeat per essere sempre, anche in acqua, sulla cresta dell’onda.
Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MI) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com - www.123vai.it - www.playhd.it - www.sportxtreme.it
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Aquabeat - Aquabeat2.0 - MP3 player impermeabile.AquaBeat consente di riprodurre brani musicali fino a 3mt di profondità.Grazie al suo design innovativo e alle diverse colorazioni, si propone comeil compagno ideale di ogni sportivo. Nuotare o svolgere un’attività fisicasenza rinunciare al piacere di ascoltare la propria musica preferita. � Impermeabile e stagno� Look unico con il DNA Speedo� Design ergonomico
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WMA (FLAC per alcuni modelli)
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EVO IQL’Evo è stato lanciato nel 2003 e da allora ha definito nuovi standard per le tavole
Wave compatte, rimandendo uno dei modelli di maggiore successo. Le Evo sono
tavole che permettono una surfata fluida e sono soprattutto le tavole più versatili
dell’intera collezione con un enorme range di utilizzo, sia per le condizione down the
line australiane che per le surfate in condizioni on shore su onde piccole, con la
possibilità di mixare alla surfata le manovre Freestyle. La versione IQ introdotta nel
2010 permette anche un assetto multi fin per aumentare ancora di più il range di
utilizzo, twin fin o single fin. È la scelta dei rider Philip Koster e Taty Frans, per la loro
abilità di sfruttarne il potenziale Wave abbinandoci manovre Freestyle sul face
dell’onda, come impone la tendenza attuale dei moderni wave rider. Le Evo sono
fornite quest’anno con due nuove pinne G10 by Drake Twin Fin e non con la Single Fin
dell’anno scorso, la scelta di default è quindi twinzer lasciando il single come
opzione.
QUAD IQÈ il Quad fin di Starboard con uno shape wave in grado di produrre la massima
potenza e precisione di traiettoria nelle surfate. Stabile e diretto è la tavola che può
sprigionare molta potenza nei turn in base alla pressione sui rail del rider e arrivare
con estrema verticalità a colpire il lip. Con il suo grip a 4 pinne connette il rider al
face dell’onda, producendo un feeling immediato di surfata. Con le sue carvate
potenti è la scelta dei team rider come Scott McKercher e Kevin Pritchard. Con il
sistema IQ si possono spostare le pinne in base alle condizioni, se le si mettono tutte
e 4 molto vicine la tavola sarà più “looser”, mentre distanziandole si avrà più grip a
disposizione. Si può utilizzare la tavola anche in modalità Twinzer per uno stile più
“skate”. Gli shape dei Quad IQ 2012 sono rimasti invariati rispetto alla stagione
precedente ad eccezione dell’87 litri. Le tavole per quest’anno sono fornite con un
nuovo set di 4 pinne in G10 e lasciano l’opzione Twinzer delle due pinne acquistabili
separatamente.
FLARELa tavole Freestyle di Starboard sviluppata dal miglior Freestyle team al mondo. Le
parole chiave di questa tavola sono accelerazione immediata e massima velocità di
punta, lo sviluppo del bottom deriva direttamente dall’iSonic e il feeling è compatto
sia in aria che negli slide; ottima propensione allo stacco su acqua piatta e al carve,
risponde in modo immediato agli impulsi del rider. Anche quest’anno le tavole
rimangono molto leggere ma robuste e sono disponibili in diverse misure, più di ogni
altro range di tavole, per tutti i rider, di ogni età. È stato leggermente aumentato il
volume sulla poppa per permettere ai rider di finire le loro manovre con maggiore
sicurezza. La novità di quest’anno è l’utilizzo degli ultra leggeri slot box per la pinna
(solo 70 gr), le tavole vengono fornite con una nuova pinna di serie specifica per il
Freestyle sviluppata da Taty Frans. La versione Wood-Carbon è ancora più leggera
grazie alla rifinitura no paint sulla coperta e sui rail. I Flare 91, 101 e 111 sono shape
completamente nuovi. Il 60 e 71 Pro kid e il 116 sono rimasti inavariati.
Nome Volume(litres) Length(cm) Width(cm) Tail Width(cm) Weight (Wood Carbon - kg) Weight (Wood - kg) Weight (Technora™ - kg) Sail Range(m2)
Evo IQ 71 71 223 56 34.3 6.1 6.3 7.1 3.0-5.0
Evo IQ 76 76 230 57.5 36 6.2 6.4 7.3 3.5-5.5
Evo IQ 81 81 232 58 36.7 6.4 6.5 7.5 4.0-6.0
Evo IQ 86 86 232 59.5 37.1 6.7 TBA TBA 4.5-6.5
Prokids Quad 69 224 53.5 33.4 - - 5.96 2.3-4.7
Quad IQ 69 69 224 53.5 33.4 5.82 6.08 - 2.3-4.7
Quad IQ 74 74 227 57.0 35.1 6.11 6.36 - 3.0-5.0
Quad IQ 77 77 228 57.5 35.6 6.21 6.37 - 3.5-5.5
Quad IQ 82 82 234 58.5 36.3 6.37 6.57 - 4.0-6.0
Quad IQ 87 87 234 59.5 37.5 6.6 6.8 - 4.5-6.5
Quad IQ 92 92 235 60.5 37.5 6.75 6.99 - 4.7-6.7
Flare 91 91 228 59.0 39.4 6.2 6.4 - 4.5-6.0
Flare 101 101 231 62.5 40.5 6.5 6.8 - 5.0-6.8
Flare 111 111 235 66.0 42.2 6.7 7.0 - 5.2-7.0
Flare 116 116 242 70 43.6 6.9 7.3 - 5.5-7.3
ProKids Flare 60 60 214 54.5 32.4 - - 5.2 2.0-4.7
ProKids Flare 72 72 230 57 35.1 - - 5.6 2.5-5.5
OBERALP - TEL 0471.242874 - [email protected]
DUKEPower Wave-Freestyle sail. La Duke arriva alla sua 5° edizione e ancora una volta è
una delle vele che copre il più ampio range di utilizzo dal Wave al Freestyle. Per
raggiungere questa versatilità la Duke viene costantemente testata in diverse
condizioni dall’intero team insieme al velaio Kai Hopf per garantire che funzioni in
ogni condizione e per ogni rider. In continua evoluzione questo modello è ancora più
maneggevole per le radicali manovre Freestyle e più leggero (di circa il 10% ripetto
al modello 2011) senza andare a compromettere la resistenza. Kai Hopf è riuscito per
il modello 2012 a conferire alla Duke un feeling ancora più elastico. Essendo una vela
power Wave/Freestyle la Duke si abbina alla perfezione alle tavole Single Fin.
Garanzia di 5 anni!
HEROCompact Wave. Già dal primo test Marcilio Browne non ha più voluto utilizzare
altro, questa brand new Wave a 4 stecche si sposa alla perfezione con il suo
stile e con l’utilizzo delle tavole multi-fin. Questa vela genera in ogni momento
potenza, senza mai diventare instabile e incontrollabile. A discapito del suo
shape non genera mai troppa pressione sulla mano posteriore nemmeno in
condizioni di sovrainvelatura. Il peso leggero della vela conferisce inoltre una
feeling molto maneggevole e soft. La rotazione delle stecche è morbida, anche
quando la vela è cazzata molto poco di caricabasso. Grazie alla potenza e
accelerazione quando necessarie, è possibile utilizzare vele più piccole rispetto
agli altri modelli. Kai Hopf ha sviluppato un nuovo “Balanced.Luff.Lenght”
bilanciando alla perfezione la lunghezza dell’albero con quella del boma. Più
corto possibile per le manovre radicali, ma lungo a sufficienza per non
compromettere la stabilità e per il massimo range di utilizzo. La Hero è stata
sviluppata esclusivamente su alberi RDM.
ICEWorld cup wave. Nuovo design più compatto per la versione 2012 per ottenere il
massimo da ogni condizione, anche quelle più radicali. Molti cambiamenti sono
stati fatti nei dettagli di questa vela. In primis la riduzione della lunghezza
dell’albero che ha portato molti benefici, tra cui un feeling più compatto e quindi
grande maneggevolezza. La potenza non è stata persa grazie alla modifica della
curva dell’albero e all’ottimizzazione del profilo. Anche questo modello risulta
essere un 10% più leggero rispetto alla versione precedente ed è garantito 5
anni. Ideale da utilizzare con tavole Wave Single fin. Sviluppata su alberi RDM ma
compatibile anche con quelli RDM. Disponibile anche nella versione Ice HD, super
resistente 100% Xply.
IDUltra light wave-sail. Completamente nuovo questo modello, creato
appositamente per Victor Fernandez, Campione del Mondo Wave 2010. Come il
nome suggerisce, ID è il mix della Ice e della Duke e combina il meglio di
entrambi i mondi (fino alla 5.0 è basata sul designe della Ice, dalla 5.4 in su
sulla Duke). Il risultato è una vela super leggera Freestyle Wave con l’utilizzo del
nuovo laminato hi-tech “OLD” al posto del tradizionale XPly.
Questo materiale è 50% più leggero e tecnicamente porta il peso della ID, se
paragonato a quello della Ice o della Duke, a 1.5 m2 in meno (quindi una 5.0
pesa quanto una 3.5!). Il feeling di questa vela è molto neutrale, aspetto
fondamentale per l’esecuzione delle nuove manovre Freestyle, sia su acqua
piatta che sulle onde. La ID è stata disegnata su alberi RDM ma è compatibile
anche per quelli SDM. A causa dell’utilizzo del nuovo materiale “OLD” la vela è
sensibile ai raggi-UV e per questo motivo è al di fuori della normale garanzia
di 5 anni by North Sails.
30
PURELa vela di Stven Van Broeckoven e Kiri Thode, attualmente in cima alla classifica
mondiale di Freestyle! Gaastra ha un obiettivo ambizioso per la Pure, avere la
migliore vela Freestyle sul mercato con il miglior Team. La Pure va a sostituire la
famosa Echo LE raggiungendo un nuovo livello di performance. Configurazione a 4
stecche per le misure dalla 4.0 alla 5.4, e 5 stecche dalla 5.6 alla 6.0. Una vela super
leggera e in grado di accelerazioni brucianti per eseguire le nuove manovre. Questo
progetto è il frutto del lavoro del nuovo velaio Peter Munzlinger che ha sostituito la
Echo con una vela ancora più leggera grazie all’utilizzo di pannelli in X-Ply, con tanta
potenza quando serve ma allo stesso tempo neutra durante le manovre.
MANICLa radical Wave di Gaastra, disponibile anche nella versione HD indistruttibile,
riconfermata anche per il 2012 grazie al suo successo. Dalla 5.7 alla 3.7 questa vela
risulta essere ultra leggera e sempre con un controllo estremo in qualunque
situazione. È morbida, bilanciata e neutra nelle surfate, ma reagisce
immediatamente agli impulsi del rider. Una vela ideale per tutti i tipi di condizioni
Wave o per le giornate di uragano con acqua piatta.
POISONVela Power Wave, con un’ottima risposta per le condizioni on-shore. Il profilo
profondo, per la versione 2012, è stato arretrato per assicurare una potenza estrema.
Il profilo è stato in oltre ottimizzato grazie all’utilizzo dei nuovi pannelli Radial Panel
Layout, che combinati ai pannelli in doppio X-Ply della tasca dell’albero aumentano in
modo significativo il range di utilizzo. Nella versione 2012 ancora più resistente.
BLADELa vela Wave disegnata da Ben Severne per la massima connessione tra potenza e
controllo. I materiali tecnici utilizzati rendono quasta vela leggera, maneggevole e
con un rilascio soffice della potenza. Costruita al 100% in X-Ply e con il pannello
centrale KS Optic per una visuale perfetta. Nel range sono state inserite due nuove
misure. La 5.5 è una misura per quei rider che vogliono una vela da vento leggero
armabile sia con il 400 che con il 430. Il perfetto completamento del set 4.5, 5.0. La
6.7 è la misura per i rider pesanti, tavole Wave grosse e condizioni di vento leggero.
Armabile con il 430 o il 460. La Blade è raccomandata per alberi RDM ma è
compatibile anche con gli SDM.
S-1La nuova S-1 è leggera, manovrabile con performance progressive e una risposta
immediata. È stata costruita utilizzando tutti i materiali tecnologici più avvanzati di
Severne con uno shape new school. Con il suo profilo piatto è ideale per tutte le
manovre di Freestyle in acqua piatta o tra le onde. La S-1 ha tre differenti zone,
caratterizzate da tre materiali diversi: Contol Zone, in Technora per una assoluta
risposta alle manovre e per alleggerire il peso; Power Zone, KS Optic X-Ply per il
pannello centrale, per un’ottima visibilità e resistenza agli urtti; Impact Zone, HD
Dyneema X-Ply per la resistenza agli impatti più duri.
SWATCompact Wave. Leggera, manovrabile e compatta questa vela a 4 stecche di Severne.
La Swat 2012 è stata ridisegnata con un profilo che genera una spinta più orientata
in avanti verso l’albero e con una sostanziale riduzione di peso. È la vela ideale per i
rider che cercano una vela semplice, resistente e a un prezzo molto interessante.
36
Slalom 8 PWA Costa Brava... un momentostorico. Alberto entra in boa chiudendo la porta
in faccia a Bjorn e vince la finale!
Alberto Menegatti vince una prova di coppa del mondo in costa brava. È il primo
italiano a riuscire nell'impresa. A fine evento arriva 14°, ma ci sono tutti i
presupposti per vederlo sul podio nei prossimi appuntamenti.
CIAO ALBERTO E COMPLIMENTI PER AVER VINTO UNA PROVA DI COPPA DEL MONDO!
RACCONTACI COME È ANDATA:
È stata un’emozione incredibile! Sono partito in boa, dove forse ero leggermente
sfavorito, riuscendo però a passare la linea in perfetto timing a piena velocità.
Subito mi sono accorto di poter dire la mia, anche se ero basso basso e Bjorn
che era partito in barca stava scendendo ad alta velocità. Il rumore della sua
tavola si è fatto sempre più forte fino ad arrivare negli ultimi 100 metri appaiati
in una strambata all'unisono. È stata una questione di centesimi e
concentrazione, il minimo errore avrebbe permesso a Dunkerbeck di
precedermi alla boa e di infrangere il tutto.
Era da troppo però che rincorrevo questo risultato per lasciarmelo sfuggire così.
Sono arrivato alla prima boa a mille, strambando ed uscendo in planata
rapidissimamente, guadagnando terreno. Penso sia stato questo il punto
fondamentale della gara, dove si è giocato il primo posto. All’uscita della boa con
un piccolo vantaggio tutto si è poi fatto più semplice.
Me lo ricordo ancora come fosse ieri, sono uscito dalla prima strambata a fuoco!
Subito ho guardato dietro per anticipare ogni sua mossa, e boa dopo boa sono
arrivato alla vittoria.
CON CHE ATTRAZZATURA HAI VINTO? HAI FATTO QUALCHE MODIFICA STRANA ALLA
TUA ATTREZZATURA OPPURE è TUTTO DI SERIE?
Le condizioni erano simili a quelle del Garda, permettendomi di utilizzare
l’attrezzatura che meglio conosco: Gaastra 9,5 Vapor 2011, Starboard Isonic 127
e Z fin. Sono arrivato a testare persino il trapezio, e ha cambiare dopo la prima
batteria il trapezio “slalom” o meglio a mutanda per mettere il mio mitico
Trapezio Wave TFM PRO della PatLove. Ho preso in considerazione ogni singolo
fattore, per non lasciare nulla al caso ed avere il trim migliore.
NEI PRIMI GIORNI DI REGATA CON VENTO FORTE NON ERI DI CERTO NELLE PRIME
POSIZIONI, MENTRE CON VENTO LEGGERO TI SEI DIMOSTRATO IL PIU’ VELOCE.
COME MAI QUESTO DIVARIO?
C’è stato un bel divario fra i primi giorni nei quali abbiamo regatato con la 5,7
sovrainvelati e gli ultimi nei quali abbiamo avuto condizioni da 9,5. Abitando al
lago di Garda, ho la possibilità di uscire con il materiale grosso quasi tutti i
giorni, ma praticamente mai con 5,7 e 6,4. Questo porta un’influenza pesante sul
risultato in gara, non solo concretizzandosi in una velocità migliore nel vento
leggero, ma dandomi anche un altro approccio alla regata, che alla fine vuol dire
moltissimo. Sarà mia premura impostare una preparazione anche in condizioni
di vento forte, per poter arrivare pronto per ogni condizione.
GRAZIE ALBERTO E IN BOCCA LA LUPO PER LE PROSSIME TAPPE DI PWA!
Cosa sta succedendo a Maui in questi giorni… Bhè il vento è sempre più forte, ma le
onde sembrano essere sparite, ma almeno c’è sempre il sole! La vita è bella, questo
è certo! Ancora una volta, sto scrivendo questo resoconto mentre sono a bordo di
un jumbo jet diretto verso casa. È sempre un piacere ricordarmi che vivo alle Hawaii!
Non voglio fare il figo, solo capisco quanto sia fortunato a poterlo dire, se non potete
proprio trasferirvi qui anche voi, almeno venite a farci un salto! Vi divertirete un
sacco.
Questa volta sono andato alla seconda tappa dell’AWT (American Windsurfing Tour)
in uno dei miei spot preferiti in assoluto, che si chiama Pistol River. È praticamente
nel bel mezzo del nulla, a circa 8 ore e mezza a nord di San Francisco e 7 ore e mezza
a sud di Portland, è una bella missione arrivarci! Il posto, però, è uno dei migliori per
il wavesailing in Oregon ed anche su tutta la costa occidentale!
Ottanta atleti si sono iscritti all’evento ed hanno approfittato delle ottime condizioni.
Il vento soffiava ad oltre 30 nodi, spazzando onde sui 2-3 metri che rompevano potenti
sulla sabbia. C’erano 5 divisioni in totale, tra cui Giovani, Donne, Masters, Amatori ed
Esperti. Tutte le batterie sono state davvero interessanti da vedere e sono diventate
sempre più combattute verso la fine della giornata di gara. Sono riusciti a
completare una double elimination in ogni singola divisione.
Nomi grossi come Boujmaa Guilloul, Kevin Pritchard, Josh Stone (tornato alle gare),
Keith Teboul, Graham Ezzy, Zane Schweitzer, Kai Lenny e Bernd Roediger, tutti pronti
a rubare il trono a Nathan Mershon, che ha vinto la tappa precedente a Santa Cruz
il mese scorso. Robby Naish ha fatto un’apparizione speciale nel suo eccezionale
camper con un’enorme garage pieno di giochi da portarsi in giro e divertirsi in ogni
condizione! Per quanto riguarda la competizione, ci sono state delle batterie
veramente combattutissime fino all’ultimo. I ragazzi facevano tutti i trick, tra cui
Taka, Goiter e perfino doppi Forward. Tutti gli occhi erano puntati su Boujmaa,
aspettando il colpo di scena che però non è mai arrivato. Nathan Mershon è rimasto
impassibile. Ha mostrato una grande esperienza e capacità in ognuna delle sue
batterie, riempiendo fino all’orlo i suoi tabellini con tutte le manovre più nuove e
pesanti, riuscendo ad emergere vincitore ancora una volta. Il rivale che gli ha dato
più filo da torcere è stato l’ex Campione del mondo, Josh Stone! Sì, proprio lui, Josh
è tornato alla ribalta ed ha sbaragliato chiunque gli si presentasse davanti, finendo
in una meritata seconda posizione. Boujmaa non ha fatto la sua migliore
performance ed è arrivato in terza posizione. I compagni di team Ezzy, Graham Ezzy
e Kevin Pritchard hanno poi completato la top 5.
Per quanto riguarda le ragazze, c’erano 8 rider registrate, che tutto sommato è stato
un buon successo. Non dimenticate che l’acqua è davvero fredda e bisogna essere
delle vere dure. Le ragazze son andate benissimo. È anche arrivata una rider
sconosciuta, direttamente dal Giappone, che ha veramente fatto girare la testa a tutti
per le sue capacità, si chiama Miho Tanaka. Si è presentata alla sua prima batteria
come se niente fosse, battendo una rivale dopo l’altra per poi arrivare in finale,
andando a scontrarsi contro la leader imbattuta, Ingrid Larouche! Queste ragazze
hanno continuato con un serrato botta-risposta fino alla fine della batteria,
facendole finire a parimerito!
I nuovi ragazzini sulla scena stanno veramente cambiando passo! Morgan Noireaux,
dritto da Maui, ha dato davvero spettacolo, facendo sapere a tutti chi sia il miglior
windsurfista sotto i 18 anni! Morgan è arrivato fino in cima al podio a suon di Taka,
lasciando il suo ultimo rivale Bernd Roediger stranito, mentre cercava di capire cosa
avesse fatto per batterlo. Il terzo posto è andato a Zane Schweitzer che ha sfoggiato
il suo stile durante tutto l’evento. È davvero bello guardarlo. L’ highlight della
divisione giovani però è stata sicuramente la performance dell’undicenne Harley
Stone, che, come suo padre, ha un talento incontenibile. È evidente che Harley un
giorno sorpasserà di gran lunga suo padre e non ha problemi a farglielo sapere!
Parallelamente all’evento di windsurf, s’è svolta anche una gara di SUP! Il campione
del mondo Kai Lenny ha mostrato a tutti le sue capacità, giocando come il gatto col
topo con tutti gli altri riders, per tutto il giorno. L’unico che gli ha dato qualche
problema in più è stato Zane “INZANE” Schweitzer che ha fatto a pezzi ogni singola
onda che ha preso! È stata una delle batterie più combattute che abbia mai visto ed
ha fatto capire sia a me che al resto degli spettatori in spiaggia le vere potenzialità
di questo sport neonato. Kai Lenny è quindi salito sul gradino più alto del podio,
seguito da Zane e Bernd Roediger. È stato davvero uno spettacolo incredibile di
capacità e talento e sono sicuro che questi ragazzi faranno molto parlare di se nel
mondo dei watersports!
Per quanto riguarda la scena PWA, la tappa di Bonaire verrà ricordata come una
degli eventi Freestyle più spettacolari di sempre! I ragazzi e ragazze hanno davvero
fatto l’impossibile, incendiando le acque paradisiache di quest’isola caraibica
accarezzata dai caldi alisei. L’acqua bassissima, cristallina, calda e piatta come un
biliardo ed il vento costante rendono questa location il nuovo paradiso del windsurf
Freestyle. Tutti i ragazzi locali sono andati benissimo, e Kiri ha mostrato di essere
una spanna sopra a tutti, seguito a ruota da Steven Van Broekhoven in seconda
posizione. I due team rider Gaastra si sono scontrati a suon di passaggi sotto la vela
ed hanno mostrato al mondo intero quanto sia viva la scena! Il campione del mondo
dello scorso anno, Gollito, non è riuscito a performare come in precedenza,
chiudendo l’evento in quarta posizione, dietro ad un altro ripper del posto, Taty
Frans. La regina dei Caraibi, Sarah Quita Offringa ha ancora una volta ribadito la sua
estrema superiorità, mostrando a tutte le nuove manovre che solo i top rider
maschili riescono a fare! Questa ragazza è semplicemente troppo brava per batterla!
Ha sia le capacità che il carattere e molto probabilmente guadagnerà il suo quarto
titolo mondiale quest’anno!
Per quanto riguarda Maui, sono finalmente tornato in paradiso e non vedo l’ora di
fare Slalom per tutta estate! Il mio prossimo viaggio poi sarà a Baja per la terza
tappa dell’AWT Tour, per quella che sicuramente sarà una delle migliori in assoluto!
Rimanete aggiornati sullo svolgimento di questa gara in quanto tutti i nomi grossi
saranno presenti e combatteranno fino alla fine, prima di affrontarsi sulla East Coast
ad Hatteras e concludere in bellezza a Maui il 27 ottobre! Venite a guardare! Ne varrà
la pena! Fino alla prossima volta, buon divertimento!
Ciao Italia!
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Leysa, raccontaci qualcosa circa la tua
adolescenza e il tuo primo contatto con il windsurf?
Sono cresciuta a Capilla del Monte, Cordoba
(Argentina), in una vera piccola città montana, con
un lago, dove i miei genitori praticavano moltissimo
il windsurf. Durante il liceo mi sono spostata a
Buenos Aires, li sentivo moltissimo la mancanza
della natura, cominciai così a far windsurf nel fiume
“Rio de la Plata” luogo in cui mi appassionai
completamente a questo sport!.
Le onde ti sono piaciute sin dall’inizio?
Provavo un forte interesse verso le onde ma il mare
era abbastanza distante. Qualche giornata di intenso
vento, al lago si formava una specie di grande chop
abbastanza verticale tanto da consentire il tentativo
di salti. Era divertente imparare ad alzare la tavola
dall’acqua. Cominciai presto a sognare Maui,
guardavo moltissimi video di Josh Stone e Jason
Polakow! Mi ricordo ancora l’emozione e la pelle
d’oca che mi veniva!
Cosa ci racconti del suf e il SUP, li hai provati?
Ho praticato un po’ di surf a Maui, ma il windsurf lo
prediligo decisamente: un po’ perchè non amo remare,
ed un po’ perchè non adoro attendere ferma l’onda
giusta. Invece da poco ho scoperto il SUP e mi incanta!
È semplice da apprendere e la sensazione trovo che sia
molto vicina a quella che provo facendo windsurf!
Hai dovuto superare grossi ostacoli per inseguire
la tua passione? La tua famiglia ti ha supportata?
Il passo più grande credo sia stato interrompere i miei
studi e iniziare a lavorare. La mia famiglia non si è
opposta ma ovviamente il lavoro e la vita me la sono
dovuta guadagnare da sola.
Hai mai provato ad intraprendere la carriera
professionistica? Le gare ti piacciono?
Non sono una ragazza competitiva, sin da piccola ho
sempre prediletto sport individuali. Avevo si l’idea di
diventare una “professionista” ma in un ottica un po’
diversa; quando faccio windsurf mi sento libera e
felice, quindi non ho mai desiderato perdere tale
sensazione facendo della mia passione un lavoro.
Potresti riassumere la tua “esperienza Forward”?
Ohh questo è stato un passo enorme!!! Ho poi sempre
avuto la sfida con me stessa di provarlo fino a quando
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fossi mai riuscita ad atterrarlo! In principio ne ho fatti
molti davvero male e brutti, cominciando la rotazione
lasciando aperta la mano dietro… ooops.! Che male! La
cosa peggiore che si possa fare credo! Ma non mi sono
mai data per vinta. Ho provato e riprovato fino al giorno
che finalmente non ho più aperto la mano posteriore!
Mi ricordo che all’inizio mettevo sempre una
protezione per il timpani, amici mi dicevano che poteva
capitare di avere un impatto violento con l’acqua tanto
da ledere l’orecchio. Quando provavo chiedevo sempre
ad amici di guardarmi. La mia prima rotazione fu
proprio fuori dalle onde di Hookipa! Ero felicissima! Da
quella volta non ho mai più aperto la mano dietro!
In che modo il windsurf ha cambiato la tua vita?
Il grande cambiamento della mia vita è stato
tramutarmi in una specie di nomade ai fini di seguire il
vento e le condizioni che più mi piacevano. La seconda
chiave di volta della mia vita è stato incontrare la mia
metà francese ad Hookipa! A ciò devo il fatto che il mio
anno si divida tra Francia, Brasile, Argentina e gli altri
eventuali luoghi che riesco a visitare!
Ci sono molti wave spot in Argentina?
Si ,Mar del Plata, Mar Chiquita sono gli spot argentini
migliori, ma vicino ad essi ce ne sono molti altri!
Quale wave spot Sud Americano consiglieresti?
Brazile, Cile e non so bene ancora ma credo che in Perù
ci sia uno spot con onda lunghissima!
Hai qualche Sponsor che ti supporta?
Si! Soöruz, Naish e DaKine.
Qual è il posto più bello dove sei uscita in wave?
Il migliore spot che ho surfato è Ibraquera in Brasile!
Cosa significano per te le onde?
Significano moltissimo per me, le dipingerei ogni volta,
sono nella mia mente sempre e anche nella mia vita!
Di cosa non potresti fare a meno?
Degli amici.
Qualche rimpianto?
Nessun rimpianto: amo la mia vita e sono convinta
che a tutti (quasi sempre) venga data l’opportunità
di fare ciò che si vuole della propria esistenza; solo
bisogna capire ciò che si desidera e cercale di
raggiungerlo con ogni forza!
Qualche consiglio per chi desidera provare ad
uscire tra le onde?
Penso che per un apprendista waver la cosa
migliore sia prender confidenza in uno spot facile
uscendo con amici in modo da non aver paura e
chiedere consigli!
FAST INTERVIEW Surf o windsurf: windsurf
Freestyle o wave: wave
Mure a destra o a sinistra: entrambe
Tavola e vela preferite: tavola Custom (non trovo
tavole di serie abbastanza piccole ☺); vela, la
leggerissima Naish Session 4.2
Cibo preferito: pasta gratinata
Un “must” per tuo marito: lealtà
Musica preferita: Coldplay
Libro preferito: “La profezia di Celestino” un romanzo
di James Redfield del 1993
Lingua preferita: spagnolo con cadenza argentina ☺di Cordoba
Rider preferito: Naish e Goya
Wave spot preferito: Ibiraquera, Brazil
Hobby: cucinare e dipingere
Movimenti artistici preferiti: astrattismo ed
espressionismo
42
Prima di tutto è sempre meglio tener controllate tutte le previsioni possibili,
offerte dai vari meteo alpini che danno indicazioni su temporali (di solito danno
una scala da 1 a 3 come intensità); quelli violenti con possibili grandinate sono
ottimi per il ventone.
Visto che i temporali più violenti si formano con lo scontro tra masse d’aria
calda e fredda ... è sempre meglio tener controllati anche i vari meteo marini in
modo da sapere se sono in arrivo correnti calde di scirocco o libeccio che sono
molto utili anche loro a fare diventare il lago di Garda uno spot wave dove poter
fare qualsiasi manovra di wavejump.
I siti da controllare per il meteo sono:
www.meteotrentino.it
www.centrometeolombardo.com
www.arpa.veneto.it
www.windfinder.com
www.windguru.com
Detto questo non rimane che portarsi nei pressi del lago di Garda e aspettare il
big day! A volte può capitare che il vento non sia così forte da permettere di
uscire a Desnzano alla “Lega Navale”, spot per eccellenza, ma non sottovalutate
i tanti altri spot wave lacustri come:
- Toscolano (nei pressi della cartiera di Toscolano Maderno)
- San Sivino (Manerba del Garda)
Crero (Torri del Benaco)
Brema (Sirmione)
Con l’aiuto della tecnologia si possono tener controllati ogni momento i vari
anemometri e web cam per sapere le condizioni in tempo reale e decidere dove
andare:
www.meteosirmione.it
www.pradelafam.net
www.windsurfer.it
www.reinstaller.net
Spetta a voi poi la scelta di decidere le vostre sorti con 50/55 nodi... Nell’ultima
uscita fatta a fine maggio tre surfisti sono spiaggiati a Desenzano rientrando
presso il lungo lago o presso qualche giardino di ville private adiacenti allo spot!
43
THE BIG DAY
La giornatona da basso Garda era già stata pre-allertata da 3/4 giorni, visto che
nel week-end davano un fronte freddo in arrivo dall’Est europeo; non male
pensavo... un po’ di action con materiale da wave! Erano già più di due/tre
settimane che al Garda si sbroccava dal caldo, 30° C e Ora a palla al Pier, ma con
duecento tavole intorno e il chop tremendo che si forma, rimpiangi qualche bella
sventolata di Peler! Sicuramente, con l’arrivo di un fronte freddo, qualcosa di
interessante l’avremmo fatto sul Garda, certo guardando anche le previsioni su
windguru c’era la reale possibilità di uscire anche a Sottomarina di Chioggia
visto che le sburianate che arrivano sul Garda e quelle di “PozoMarina” molte
volte coincidono. A volte però preferisco non fare km e rimanere nel mio home
spot. L’idea della giornata era già chiara nella mia testa. Mi sveglio la mattina
presto, controllo gli anemometri e se non c’è nulla si parte per Sottomarina...
senza troppo sbattimento! Così è stato domenica 23 maggio, non ho avuto
nemmeno la possibilità di aprire i soliti siti con anemometri che la situazione era
già ben definita, il vento aveva iniziato a soffiare forte già nella notte e non
appena si intravedevano le prime luci dell’alba ero già in macchina alla ricerca
del primo bar aperto... ho chiamato Mirko (Braghieri)... “servizio di segreteria
telefonica”, sapendo della possibile botta da Nord nel basso Garda ha preferito
dormire qualche ora di più! L’unico che mi ha anticipato con i tempi è stato Lele,
l’sms parlava chiaro: “Bomba a Dese! Action man!”. Inforco la prima via nel
centro di Desenzano e arrivo ad un bar dove l’anno precedente per un’altra botta
da Nord avevo già fatto colazione... non appena entro mi trovo il popolo della
notte che sta ancora bevendo con musica a palla, pure l’odore di vomito vicino
al bancone! Croissant e cappuccio pessimi in mezzo all’odore di vomito... molto
bene ho pensato, speriamo nel vento almeno! Il primo sorriso è arrivato non
appena ho aperto la porta per uscire da quel bar, è arrivata una raffica che ha
fatto rimbalzare la vetrina, fatto partire gli antifurti delle macchine parcheggiate
e piegare i rami degli alberi al limite della rottura. Arrivato allo spot per
eccellenza per queste condizioni, la “Lega Navale”, (ottimo spot ristrutturato anni
fa, sembra un po’ la Conca d’Oro), la situazione meteo marina era già ben
definita: 25m/s e onde da 1a 2 metri che giravano verso lo spot; ottimo per
saltare e surfare back side e front side con bugna chiaramente aperta! Difficile
da credere per i più scettici ma il Lago in queste situazioni è come Pozo! Intanto
che preparo l’attrezzatura da wave: Simmer Icon 4.0, ma se avessi avuto una 3.5
sarebbe stato meglio meglio, e Goya Quad 72 lt, mi accorgo che due ragazzi della
“jung generation” sono già stati sputati fuori dalla furia del vento! E così entro in
acqua nella giornata annuale epica del Lago di Garda, la prima ora era
impossibile fare qualsiasi salto, troppo overpower ! In aria era impossibile
governare l’attrezzatura, c’erano più dei 50 nodi registrati a riva dall’anenometro
in mezzo al lago. L’unico che è entrato dopo un’ora circa con una tavola da 50 litri
sotto i piedi ed una 3,3 è stato Carlo seguito dal Ciccolanza…
Alla fina della giornata ho portato a casa tre ore di windsurf in condizioni Wave!
Per i più diffidenti, sullo sfondo delle foto si può notare la penisola di Sirmione,
a dimostrazione che siamo sul lago di Garda e non al mare! È stata una domenica
da leoni... onde per poter saltare e surfare tipo Sottomarina.
NDR: Nella stessa giornata il vostro caporedattore non ha dato fiducia al Lago ed è
andato a Sottomarina… trovando ugualmente una bellissima giornate di vento e
onde!
Simone Grezzi in Back Loop One Hand.
A volte anche al Lago è possibile fare un Bottom Turn!
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Il Vela Club Marano è stata la location scelta data l’esperienza nell’organizzazione di
eventi internazionali e data la capacità di ospitare, grazie agli spazi ed agli
allestimenti messi a disposizione, atleti e pubblico. All’evento hanno partecipato 60
atleti da 18 paesi del globo che si sono dati battaglia nelle varie prove. Tra gli altri
era presente anche il 3 volte campione del mondo Steve Allen. I primi 15 atleti si sono
spartiti il montepremi di 20.000 Euro messo a disposizione dal VCM. Ad allietare atleti
e pubblico con la sua voce era presente, come official speaker dell’evento, il mitico
Robert Hoffman (ITA-11) attualmente al 3° posto nel ranking Windsurfing Slalom
Italia. Sono stati 4 giorni caratterizzati da vento incostante. Nonostante tutto sono
state disputate 4 prove delle 15 previste che, da regolamento, prevedono comunque
di assegnare il Grand Prix.
1 giugno - DAY 1
La prima giornata dell’evento è stata dedicata all’apertura del Vela Club Marano
Sport Village e alla registrazione degli atleti. Nel pomeriggio, data la presenza di
scirocco inatteso è stata organizzata dai giudici la Practice Race per permettere agli
atleti di prendere confidenza con le condizioni dello spot e con il percorso di gara. A
fine pomeriggio un mega aperitivo, organizzato dal VCM, ha ristorato atleti e staff in
attesa dell’ inizio ufficiale delle competizioni programmato per il giorno successivo.
2 giugno – DAY 2
Alle ore 13:00 era stata fissata l ora di inizio delle regate. Un vento da Nord-Est sui 10
nodi ha permesso di iniziare e completare la prima prova che ha dato inizio alla
manifestazione e che ha dato la possibilità di stilare le prime classifiche che si
saranno poi aggiornate nei giorni successivi (1° Bouman Casper NED52 – 2° Allen
Steve AUS0 – 3° Koerdel Basti GER220, primo degli italiani al 6° posto Begalli Marco
ITA415). Finite le competizioni tutta l’ attenzione si è spostata verso lo spettacolo di
frisbee freestyle del campione del mondo Claudio “Clay” Collerà che ha sbalordito
tutti con i vari trick e fantastiche performance. Nella serata si è tenuta una
meravigliosa cerimonia di inaugurazione con buffet, organizzata dal VCM, presso l’
Hotel Los Angeles di Riccione.
3 giugno – DAY 3
Mentre gli accompagnatori degli atleti tornavano dall’escursione organizzata dal
VCM alle 11:00 era in programma l’ inizio delle competizioni. Circa 10 nodi di vento
sempre da Nord-Est hanno dato inizio alla seconda prova. Il vincitore della prima
regata, forse ispirato dalle condizioni locali, si aggiudica anche la seconda heat
lasciandosi alle spalle il 3 volte campione del mondo Steve Allen AUS0 ancora
secondo e l’estone Martin Ervin EST202 al terzo posto. Nel pomeriggio il Fardamatti
team ha dato spettacolo di rollerblade e BMX sulla rampa allestita all’interno del
VCM Sport Village. La giornata è terminata con spettacoli vari e un bellissimo beach
party con musica live.
4 giugno – DAY 4
Dopo un’escursione nella Repubblica di San Marino sempre alle ore 11:00 era fissato
lo skipper meeting per l’inizio delle regate. Purtroppo un vento altalenante ed
incostante non ha permesso agli atleti di competere anche se chiamati più volte sul
campo di regata dalla giuria. Il vento si è sempre mantenuto sotto i 7 nodi valore
minimo per potere dare inizio alla regata. Fortunatamente, grazie alla organizzazione
del VCM, la giornata non è stata povera di action! Infatti nel pomeriggio 3 freestyler
locali Paolo “Bacco” Bacchini, Nicola “Terenz” Terenzi e Francesco “Psaico” Bianchini,
in collaborazione e grazie alla supervisione di Urbano di Nautica Urban
(www.urban.it), si sono dati battaglia in un contest windsurf freestyle trainati dalla
moto d’ acqua (grazie Luca!!). Un tow-in surfing insolito e mai visto nelle acque
antistanti la location dell’ evento che ha preso spunto da varie competizioni nazionali
ed internazionali.
5 giugno – DAY 5
…Le previsioni non si sono fatte attendere!! Già dalla mattina era entrato un levante
sui 12 nodi che ha fatto anticipare l’ inizio delle competizioni previsto per le 11:00.
Tutti gli atleti sono stati chiamati sul campo di regata dalla giuria che era già pronta
sulla barca giuria dalla prima mattina. Grazie al vento arrivato sono state disputate
2 regate che hanno permesso di stilare e convalidare la classifica finale del Grand
Prix Windsurfing Riccione 2011. Vincitore indiscusso della prova riccionese è stato
l’olandese Bouman Casper seguito a soli 2 punti dal tre volte campione del mondo
l’australiano Steve Allen ed al terzo posto Ervin Martin atleta estone. Primo degli
italiani Marco Begalli che è giunto solo quindicesimo, al ventitreesimo posto Giovini
Alessandro, al venticinquesimo il bolzanino Luis Marchegger. Degno di nota il 49
esimo posto di Stefano Filippi Atleta amatoriale e socio del Vela Club Marano.
Massimo Pironi Sindaco di Riccione ha premiato gli atleti in un pomeriggio di pioggia
e temperature tutt’altro che primaverili confermando il suo sostegno e simpatia per
questa manifestazione. È stato uno spettacolo unico per quanti hanno potuto vedere
in azione gli atleti. Numerosi gli eventi collaterali e i momenti di accoglienza previsti
per gli atleti e per i soci del Vela Club Marano da tempo impegnato
nell’organizzazione di eventi di questo genere.
Arrivederci al prossimo anno!!
Thank’s to:
AICW – Associazione Italiana Classi Windsurf
International Windsurfing Association
Formula Windsurfing Class
FIV - Federazione Italiana Vela
VCM – Vela Club Marano Riccione
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BEFORE DAYS
Non vedevo l’ora di partecipare a questa edizione della Defi Wind e il mio sogno era
classificarmi molto meglio rispetto all’anno precedente, avevo anche una pazza
voglia di planare! Ho quindi deciso di arrivare a Gruissan un paio di giorni prima
della gara, così avrei avuto anche il tempo di trimmare meglio le vele piccole che non
avevo ancora mai usato e di godermi il posto. Devo ammettere che è stata una scelta
azzeccata perché, oltre ad aver preso due giornate con vento forte, mi sono rilassato
nella tranquilla atmosfera del centro storico del paese, e tra una planata e qualche
dolcetto di troppo in un attimo è arrivato mercoledì 1 giugno, il giorno prima
dell’evento. Il park ha iniziato a riempirsi di macchine e furgoni e alle 10:00 sono
state aperte le iscrizioni che a fine giornata hanno contato solo 500 iscritti.
Decisamente meno rispetto alle ambizioni del comitato gara che avrebbe voluto
raggiungere i 1111 partecipanti.
GIOVEDI 02/06/2011
La giornata per noi inizia presto poiché già alle prime ore del mattino abbiamo
scaricato dal furgone RRD le attrezzature e allestito lo stand in spiaggia con tutte le
novità! Le iscrizioni continuano fino alle 12:00, ed oggi si contano altre 300
registrazioni per un totale di 800 partecipanti. Verso le 13:00 si dà inizio allo
skipper's meeting dove vengono illustrati tutti i dettagli sulle procedure di partenza
e le norme generali di sicurezza. Lo start è sempre dato dal veloce gommone nero
caratteristico della Defì con una partenza detta “a coniglio”, sarà quindi obbligatorio
passare a poppa dello stesso, subito dopo si dovranno percorrere ben 40 km a tutta
birra divisi in 4 bordi. Alle 15:00 tutti i partecipanti si trovano sulla linea di partenza
e il gommone parte a tutta velocità percorrendo la linea immaginaria da sottovento
a sopravento. Già dal primo bordo troviamo Patrik Dielthiem, con le sue veloci e
nuove tavole Patrik, che domina il gruppo di testa, seguito dal team RRD capitanato
da Gauzere Laurent che concluderà la prova in terza posizione a causa di una caduta
poco prima dell’arrivo. Il gigante caledone ha dimostrato che le tavole Freeride non
invidiano nulla a quelle Slalom, ha infatti corso con un RRD FireRace 122 preso in
prestito dallo stand RRD (quando c'è il manico...). La 4° posizione è stata occupata
da un altro atleta dell’azienda grossetana, lo sloveno Tine Slabe (RRD/Challenger
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Sails). Tra gli italiani ci terrei a sottolineare la grande prestazione di Andrea Ferrin
(RRD/Challenger Sails) che ha concluso la sua primissima Defi Wind in 9° posizione,
e del mitico Nico Salvini che dopo anni di latitanza dal mondo dello Slalom ha ripreso
con un bel 33° posto, tenendo a bada molti ragazzini assetati di risultati! Per quel che
mi riguarda ho chiuso la giornata con una dignitosa 69° posizione, anche se sono
rimasto un po’ deluso dalla mia prestazione perchè per tutto lo svolgimento della
prova ero intorno alla trentesima posizione, ma a causa di una sbagliata valutazione
di traiettoria nell'ultimo bordo mi sono trovato sottovento alla boa d’arrivo e quindi
ho dovuto effettuare 4 virate prima di tagliare il cancello di arrivo... no comment!
Terminata la prima giornata di gara smaltiamo le fatiche con una bella doccia ed una
abbondante cena per poi ritrovarsi nuovamente in spiaggia a guardare le proiezioni
di video di windsurf organizzate in occasione dell'evento.
VENERDI 03/06/2011
Nonostante i meteo parlassero di “un importante calo del vento da nord” con
relativa rotazione nelle prime ore pomeridiane, l’organizzazione tiene duro e
fissa lo skipper's meeting per le 08:00 provando a sfruttare le ultime raffiche da
nord per la seconda prova, sfortunatamente alle 09:00 il vento era già sotto i 20
nodi e quindi non più sufficiente per una seconda partenza, ma ha comunque
permesso a tutti noi di trimmare le vele grandi fino alle prime ore del
pomeriggio. Durante il corso della giornata sono arrivati alcuni degli ospiti
attesi, i grandi wave rider Jason Polakow e Levi Siver. Devo ammettere che è
stato davvero emozionante conoscerli di presenza, sono due persone molto alla
mano, in particolare Polakow mi è sembrato una persona molto educata e
disponibile, sono invece rimasto perplesso sulla mancanza di Robby Naish; nei
giorni precedenti si vociferava che sarebbe stato presente a questa edizione in
onore del numero di iscrizioni 1111! In attesa del vento la giornata si è conclusa
tra qualche risata e qualche lavoretto allo stand RRD.
LAST DAYS
Sulle giornate successive purtroppo non c’è molto da raccontare poiché la
mancanza di vento è stata accompagnata da diverse precipitazioni. Sinceramente
questa non è stata una grande edizione ma è stato comunque appagante planare nel
golfo di Narbone, in acque piattissime e condividere la propria passione con
tantissime altre persone... tante nazioni un’unica lingua ... il vento!
Abbiamo chiesto ad un nostro lettore, Marco
Andreani di Reggio Emilia, di raccontarci la sua
esperienza alla Defi Wind. Ecco cosa ci ha risposto:
Ciao Marco dicci chi sei, cosa fai nella vita, e
come mai hai deciso di partecipare alla Defi
Wind?
Mi chiamo Marco Andreani, ho 49 anni e faccio
windsurf dal 1982, ho giocato anche a calcio in
categorie semiprofessionistiche e ho fatto
l’allenatore, in inverno pratico lo sci. Ho una ditta di riparazione e vendita di utensili
elettrici e pneumatici a Reggio Emilia. Ho deciso di partecipare alla Defi Wind perchè
sentivo questa competizione in me da parecchio tempo.
So che hai avuto qualche problema di "rotta" durante il percorso e hai fatto
un po' di strada in più? Cosa è successo?
Sono arrivato a Gruissan tre giorni prima della gara e già tirava una forte
tramontana anche oltre i 40 nodi, si usciva con vele da 4 o 4.5 e tavole sotto i 100 litri.
Il primo giorno di gara invece il vento era notevolmente calato e soffiava da Nord-Est.
“A sentimento” ho armato una vela da 6.5 con un Tabou Manta da 115 litri, e al “count
down” della partenza ho fatto un po’ di confusione, non avevo capito se mancavano
20 minuti o 2 minuti.. .erano 2! Sono partito subito ma tra gli ultimi; avendo
l'attrezzatura adatta per le condizioni di quel momento, ho velocemente raggiunto
due gruppi di surfisti davanti a me, ma alla prima strambata molti erano in acqua,
zero vento! Per evitare scontri ho dovuto mettere la vela in acqua anch'io. Nel
secondo bordo con la direzione del vento da Nord-Est era difficile il rientro perchè
c'era da fare molta bolina e molti concorrenti che spingevano verso l'esterno
creavano una barriera e mi sono trovato “sopravento” alla boa che si faceva fatica a
vedere. Per poter recuperare la strambata ho fatto una virata parallela alla boa
rientrando sottocosta per poter strambare sulla boa stessa allungando il percorso
di molto. Per il 3° e 4° bordo, avendo capito cosa mi era capitato, li ho interpretati
meglio e li ho fatti a scheggia, tagliando il traguardo... che era il mio obiettivo! L'unico
rammarico è che, mancando il vento, la seconda gara e le successive non si sono
disputate e mi è rimasta come una "incompiuta"!!
Avevi partecipato già ad altre gare?
Non ho mai partecipato ad altre gare, questa era la prima per me, ma era da un po’
di anni che sentivo parlare della Defi. Vedendo in Internet i video delle passate
edizioni e leggendo i report su Funboard, mi sono incuriosito ed ho voluto fare
questa esperienza che ho trovato stimolante ed emozionante.
Ti sei preparato in modo particolare per questa gara? Hai avuto delle difficoltà
fisiche?
Sinceramente non mi sono preparato in modo particolare. Non ho avuto difficoltà
fisiche durante la gara.
Marco Andreani
48
Per quanto riguarda l’organizzazione dell’evento era tutto come ti aspettavi?
Alla Defi mi sono trovato molto bene, tutto molto organizzato, l'unica cosa un po'
carente e poco precisa era la traduzione in inglese! Anche l'organizzazione della
sicurezza era impeccabile, così pure l'accoglienza e la collaborazione sono state
ottime e gestite con grande semplicità (rara dote).
Vuoi aggiungere qualche cosa?
Un pensiero vorrei farlo per la partecipazione aperta ai ragazzi giovani e fino agli
ultra settantenni; vedere persone e generazioni così diverse che condividono la
stessa passione è stato molto interessante e costruttivo. Voltandomi “indietro” verso
i giovani mi sono detto: “Cosa mi sono perso di questo sport!", ma guardando avanti
ho visto quante cose posso ancora fare... (salute permettendo)! L’obiettivo per il
prossimo anno è di ritornare ed arrivare nei primi 150, anche perchè ho un
“appuntamento” con alcuni francesi... con i quali ci siamo ripromessi di ritrovarci e
darci battaglia!! I miei spot sono: Torbole Lago di Garda (da Marco Segnana e Conca
d'Oro) e al Circolo Surf di Fano, che ringrazio dell'aiuto per l'iscrizione.
PATRICK DIETHELM CI RACCONTA LA SUA DEFI WIND.
Come mai hai deciso di “abbandonare” lo Slalom PWA in Costa Brava e
partecipare alla Defi Wind?
Non ero fisicamente e mentalmente in buone condizioni e ho quindi deciso di
abbandonare la tappa del PWA in Costa Brava. Sono partito per Gruissan ma non
volevo partecipare alla Defi Wind a causa dei problemi al mio tendine di Achille, ma
alcuni amici, i clienti e i fans mi hanno convinto a fare il contrario.
Insieme alla tua fidanzata Karin Jaggi, siete rispettivamente ai primi posti
della classifica Maschile e Femminile della Defi Wind 2011. Come è andata la
tua gara?
Sono molto contento che entrambi abbiamo vinto e specialmente il nostro
distributore francese era anche lui molto felice. Come molti ho fatto una pessima
partenza e sono stato coperto da centinaia di vele e non avevo vento per planare.
Quando ho superato la linea di partenza avevo già un ritardo di circa 1 km rispetto
ai primi ma ero molto motivato e raggiungerli. Dopo 10 km alla prima boa ero già in
15-20° posizione. Sul bordo di rientro ho deciso di rimanere un po’ più sottovento
rispetto agli altri e alla secondo boa ero 3°! Il bordo successivo è stato duro perché
Laurent Gaüzère e Bieuzy Mauffret sentendo la pressione hanno iniziato a spingere.
Ho superato Laurent all’ultima strambata ma Bieuzy era ancora davanti a me di 50
metri! Ma nell’ultimo bordo ho fatto la scelta tattica giusta, e lui quella sbagliata, e
ho vinto per 50 metri!
In quali condizioni avete gareggiato e con quale materiale?
Il vento sul percorso era sui 15-18 nodi, ma con le centinaia di vele alla partenza
c’erano solo 2-10 nodi. Ho gareggiato con il Patrik Slalom 110 con pinna da 40cm e
vela da 7.8.
Dai un tuo giudizio sulla Defi Wind 2011?
La Defi Wind è una regata davvero bella dove chiunque può divertirsi.
L’organizzazione è ottima ed è tutto pianificato nei minimi dettagli quindi la sicurezza
è garantita. Peccato che c’erano “solo” 850 partecipanti e noi i 1111 sognati
dall’organizzazione. Questo evento ti lascia dei ricordi indelebili e spero che il
prossimo anno saremo 1110 alla partenza!
Che sensazione si prova a partire insieme ad altri 850 windsurfer?
In partenza non mi sono reso conto esattamente della quantità di windsurf in acqua,
ma dopo la prima boa mentre tornavo indietro e vedevo le centinaia di vele che la
stavano raggiungendo ho provato una sensazione pazzesca e non me la
dimenticherò mai!
Dai un tuo consiglio a chi vorrebbe partecipare alla Defi il prossimo anno?
Vi consiglio di registrarvi presto perché il prossimo anno l’organizzazione vuole
aumentare ancora di più il numero dei partecipanti. Vi consiglio anche di usare un
materiale più grosso rispetto a quello che usereste in freesailing perché con tutte
quelle vele in acqua sul campo gara c’è sempre meno vento di quello che sembra!
CLASSIFICA DEFI WIND 2011
Prime 10 posizioni. Classifica completa su www.defiwind.com
1 427 DIETHELM PATRICK M - 1
2 112 MAUFFRET BIEUZY M SENIOR 2
3 88 GAUZERE LAURENT M MASTER 3
4 676 TINE SLABE M MASTER 4
5 511 BONHOMME SEBASTIEN M SENIOR 5
6 531 WARENBOURG NICOLAS M MASTER 6
7 56 HUET ANTOINE M SENIOR 7
8 856 GOYARD THOMAS M JEUNE 8
9 673 ANDREA FERIN M SENIOR 9
10 767 JOLY XAVIER M SENIOR 10
CLASSIFICA ITALIANA DEFÌ WIND 2011
1 DIETHELM PATRICK
9 FERRIN ANDREA
33 SALVINI NICO
53 LAMI CESARE
69 BRUNETTI MAX
119 LAI ANTONIO
206 MINERVINI IACOPO
210 FORNARI BRUNO
283 PIANA OLIVIA
300 SAPONIERO CLAUDIO
319 SALIGARI UGO
375 BRESCIA FRANCESCO
376 MANCINI ALESSANDRO
510 MARCO ANDREANI
550 VIANI ANDREA
Italian Team alla Defi Wind 2011.
Il nostro insider Max Brunetti.
La coppia più veloce del mondo,Karin Jaggi e Patrick Diethelm,vincitori della Defi Windclassifica Femminile e Maschile.
naishsails.com
ForcePower Wave
SessionAll Around Wave
BoxerCompact Wave
RallyFreeride
Indy2 Cam Slalom
Grand Prix Ltd.3 Cam Slalom
RipperJuniors
Scout SESchools
WaveCore Wave
KonceptUniversal Wave
FreestyleFreestyle/Wave
Nitrix/Nitrix ASTFreeride
Grand PrixSlalom
KailuaSchools/Recreational
PPPPPPPPPPPPPPPPPPPPooooooooooooossssssssssssssssssiiiiiiiiiiiiibbbbbbbbbbbbbiiiiiiiiiiiillllllllllliiiiiiiiiiitttttttttttiiiiiiiiiiiieeeeeeeeeeeeeesssssss
distribuito da: Action to Sport SrlT: 0185-264754, F: [email protected]
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Francisco Porcella, il Capo del Capo 2011,ancora una volta una spanna sopra tutti gli altri!
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Grande la partecipazione di pubblico e l’interesse da parte della Provincia di
Oristano, Assessorato al Turismo, che crede e sta credendo sempre più nei
nostri sport come una fonte di sviluppo e interesse per promuovere il turismo
nella provincia di Oristano. Grande è stato il supporto delle aziende del settore
come ION, North, RRD, Naish, Ogio, Slingshot, non dimenticando le realtà locali
come la Kitefamily, Eolo, ONO? Surf Shop, che hanno collaborato con tutte le loro
forze nell’organizzazione del Capo del Capo. E come sempre il fotografo ufficiale
Giangi Chiesura ha incorniciato le due giornate di gara con le sue splendide
immagini. Sergio Cantagalli, organizzatore del Capo del Capo, ha creduto nel suo
progetto e quest’anno ha dovuto far fronte ad alcune difficoltà, ma crede nel suo
evento e il Capo lo ha premiato con due giorni di vento e onda. Nel Windsurf la
vittoria è andata al sardo-hawaiano Francisco Porcella, nel Kitesurf al
Capoverdiano-Italiano Airton Cozzolino, nel Longboard vince il sardo Marco
Pistidda e nel S.U.P. è Leonard Nika il Capo 2011.
FEDE LACROCEOrmai mi sento quasi un “serfista” della domenica, non tanto per il livello, inizio a
dare qualche segno di cedimento, ma per fortuna non ho ancora disimparato,
quanto per il fatto che in acqua ci vado, se va bene, solo nel weekend. Tra impegni
di lavoro e impegni familiari è davvero difficile far conciliare tutto e le occasioni
quest’anno per andare a caccia di vento e onde sono state davvero poche, così che
partecipare ad una gara è diventato un mero pretesto per scappare e andare a
fare surf. Se poi la gara in questione è l’invitational wave più prestigioso d’Italia,
oltre ad essere un piacere, è anche, e soprattutto, un grande onore!
La chiamata del Capo del Capo quest’anno è arrivata davvero inaspettatamente, il
waiting period è stato caratterizzato da un’alta pressione mai vista in questo
periodo dell’anno, ogni giorno le previsioni meteo non annunciavano, nemmeno a
lungo termine, perturbazioni interessanti, ma con la solita imprevedibilità del
vento, in un martedì di deliro lavorativo (vi basti sapere che alle 8.30 ero in
tribunale a Monza, alle 11.00 in ufficio a Milano e alle 14.30 a Bergamo!), la
condizione perfetta è apparsa all’improvviso come un miraggio e ha fatto scattare
immediatamente il semaforo verde… per il giorno successivo!
Dopo un breve momento di “panico panico panico” per la frenesia ed agitazione dei
preparativi all’ultimo secondo, l’entusiasmo della partenza alla volta di sole, vento e
mare ha preso il sopravvento, sostituiti computer e abiti da lavoro con tavola, vela e
boardshorts, alle 21.00 mi imbarcavo con destinazione Sardegna.
Gabriele Serra, II classificato. La rivelazione dell’evento!© photo Alex Tocco
Matteo Spanu, III classificato.Sempre costante e solido nelleonde di casa sua!
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Il format della gara è stato lo stesso dell’ultima edizione: 4 discipline (windsurf,
kitesurf, SUP e longboard) con classifiche distinte, 16 atleti invitati per ciascuna
specialità e un unico obbiettivo… puro waveriding! La giornata di mercoledì è stata
dedicata alle categorie windsurf e kitesurf. La condizione era tanto bella quanto
impegnativa: le onde erano di buona misura, tra logo e mast high, glassy e sbaffate
dal vento side-off shore, ma purtroppo la frequenza era poca e il vento molto leggero,
praticamente al limite (penso di non aver planato nemmeno una volta nel bordo ad
uscire!). Le due batterie di qualifica, della durata di 45 minuti, hanno visto
l’esclusione dalla finale di un paio di nomi importanti, come quelli dei due wavers di
Cala Pishina, Giannmario Pischedda e Nicola Campus. Insieme a loro anche alcuni
giovani e promettenti nuovi volti del wave italiano, complice sicuramente il fatto che
fosse la loro prima uscita a Capo Mannu. La finale ha visto la supremazia del sardo-
hawaiano Francisco Porcella che ha dato a tutti lezioni di vero waveriding. Il secondo
posto se lo è aggiudicato il cagliaritano Gabriele Serra e il terzo gradino del podio è
andato a Matteo Spanu, segue l’altro sardo, il cagliaritano Emanuele Argiolas. Un
incredibile poker che ha distanziato gli altri rider, al quinto posto Federico La Croce,
al sesto Raimondo Gasperini, al settimo Andrea Franchini e Renato Vitale chiude in
ottava posizione. Da segnalare la performance di Andrea Franchini durante la
batteria di qualifica e quella dell’intramontabile Raimondo Gasperini che non solo si
è qualificato tra gli 8 finalisti, ma ha anche chiuso con un degno sesto posto.
La mia gara?? Beh che dire… come tutte le cose in aspettate, anche il risultato ha
superato le attese!
INTERVISTA AL CAPO DEL CAPO 2011, FRANCISCO PORCELLACiao Francisco e complimenti per la tua vittoria al CDC 2011, come al solito eri
due gradini sopra tutti gli altri e hai dimostrato ancora una volta la tua
supremazia in Italia. Prima di tutto ti sei divertito durante la gara?
Si molto! Come ogni anno, peccato per l’anno scorso che non c’ero perchè ero in
Marocco, perciò quest’anno non potevo mancare. Questa volta il vento era più
leggero ma aveva finalmente una direzione migliore, era side-off invece di side-on…
con dei bei set che entravano dal logo al mast high, e scegliendo quelli giusti, avevi
la possibilità di fare un Bottom e Cut Back sul picco fuori, prima che si riformasse
nell’inside per un Aerial o un altro paio di Cut Back. Ogni session che faccio al Capo
e molto speciale per me, e vincere tra amici col sole e le onde che a volte tubavano
è stato proprio bello!
Sei stato anche fortunato... so che sei venuto in Italia da Maui appositamente
per il CDC e la gara è stata proprio chiamata all’ultimo giorno prima della fine
del waiting period. Te lo aspettavi? Eri in ansia per questa gara?
Sono arrivato in Sardegna con un timing perfetto, il giorno dopo dell’arrivo c’è stata
subito una bella perturbazione che ci ha regalato una super giornata al Capo col
vento e il giorno dopo una bella scaduta, non potevo chiedere di meglio sapendo che
quest’inverno è stato molto scarso di condizioni. Certo ero un po’ in ansia quando
Sergio non aveva chiamato la gara per quella perturbazione, ma alla fine è andata
benissimo abbiamo avuto quest’altra botta di Maestrale.Federico LaCroce alle prese con un bello schiumone!
Angelo Zoccarato Raimondo Gasperini
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C’è stata una surfata in particolare durante la finale che ti ricordi?
Si, quella dove ho preso un set medio, e ho visto fin dall’inizio che aveva la parete
e il lip giusto per spararmi un bel aerialino. “It’s all about timing” e su quest’onda
ho aspettato molto… come succede spesso al Capo… fino a quando la vera bolla
si è alzata nell’inside con la ripidità giusta e anche se il vento era leggero quando
ho staccato mi ha proiettato bene davanti all’onda e mi dato la stessa sensazione
di un Aerial a Cabo Verde!
Che materiale hai utilizzato?
Vela Simmer Black Tip 5.1e tavola 99 col mio modello Quad FPM da 79 L, trapezio
DaKine e muta Simmer.
Cosa ti piace e cosa non ti piace del Capo?
Mi piace la visuale del posto quando sei sull’onda. La Sardegna ha dei paesaggi
unici e il colore dell’acqua non ha niente da invidiare a tutto il resto del mondo.
Non mi piace tanto invece andare a rocce… il reef del Capo è molto tagliente.
Hai qualche considerazione da fare sulla gara di quest’anno?
Avrei potuto competere anche nelle altre discipline, e credo che l’hanno
prossimo proverò a farle tutte se Sergio me lo permetterà, questo evento è fatto
per veri Waterman!
Quali sono gli altri rider che più ti hanno impressionato?
Tutti i Sardi si sono fatti valere, Gabriele Serra, Matteo Spanu, Manuel Argiolas
ed io eravamo i quattro mori della situazione, non c’è cosa migliore di surfarti
un’onda, fare il Kick Out e vedere i tuoi amici sulle onde dopo cavalcarsela alla
grande. Anche Federico La Croce, altro rider 99, Renato Vitale e Raimondo
Gasperini erano in forma, peccato che mancava Andrea Rosati, ma vorrà dire che
l’hanno prossimo ci saremo tutti!
Il Capo in due parole...
Unico e tagliente.
CLASSIFICA FINALE WINDSURF CDC 20111° Francisco Porcella (99/Simmer)
2° Gabriele Serra (Quatro/Goya)
3° Matteo Spanu (Fanatic/Ezzy)
4° Emanuel Argiolas (RRD)
5° Federico LaCroce (99/Maui Hot Sails)
6° Raimondo Gasperini (Starboard/Severne)
7° Andrea Franchini (Fanatic/North Sails)
8° Renato Vitale (Tabou/North Sails)
L’avvocato Renato Vitale pennella un’onda del Capo. © photo Fabrizio Lamela
Il podio tutto Sardo del Capo del Capo 2011. Da sinistra: Spanu, Porcella, Serra.
Andrea Franchini, bello radicale e super in forma.© photo Alex Tocco
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Tanti i grandi nomi in acqua, come Finian Maynard, Julien Quentel, Peter
Volwater, Alberto Menegatti, Andrea Cucchi, Patrik Diethelm e molti altri.
Alle 8:00 di domenica mattina si è quindi dato il via a questa edizione della One
Hour, che però i giudici hanno dovuto accorciare dopo soli 22 minuti per il
continuo calare del vento. Alberto Menegatti (Starboard/Gaastra) ha vinto la
regata, per il secondo anno consecutivo, davanti al francese Julien Quentel (RRD,
Neil Pryde) e a Thomas Fauster (RRD, North Sails). Non solo competizione per
La partenza della One Hour 2011con il vento da Nord.
Alberto Menegatti (a sinistra) in testa fin dalla partenzae seguito a distanza da Julien Quentel (a destra).
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questa edizione della One Hour. Sabato sera si sono aperte le danze sul prato del
CST, con la presentazione in anteprima mondiale delle nuove tavole RRD 2012 in
collaborazione con SurfPlanet, per poi spostarsi in terrazza per la super cena
offerta agli atleti. E ancora DJ set con il primo e vero beach party della stagione
gardesana che è stato un successo! Domenica pomeriggio, dopo la premiazione
e i ringraziamenti di rito, ancora una volta sono stati tutti invitati sulla terrazza
del CST per l’aperitivo conclusivo offerto da SurfPlanet.
Per il report tecnico della gara e la classifica completa vi rimandiamo alla news
pubblicata sul nostro sito www.funboardmag.com. Sentiamo i commenti in
esclusiva dei protagonisti di questo grande evento.
PATRICK DIETHELM (ITA-120)Ciao Patrick, raccontaci come è andata la tua regata?
Non sono sicuro se fosse la mia prima One Hour o meno, ma sfortunatamente questa
volta non c’era vento e le procedure di partenza sono state un po’ difficili e confuse.
Personalmente ho fatto una brutta regata perché ho scelto il materiale troppo
piccolo e mi fermavo ad ogni strambata. Quasi tutti avevano il materiale piccolo,
perchè ci aspettavamo più vento ed era difficile da capire dalla spiaggia.
Secondo te si poteva arrivare almeno ai 30 minuti invece di fermare la gara a 22?
Bhe questa cosa sinceramente mi ha un po’ confuso perché pensavo fosse una
“One Hour” e non una “22 minuts”. Quando hanno fermato la gara per dare gli
arrivi io sinceramente pensavo che l’avessero giustamente annullata e quindi mi
sono fermato prima dell’arrivo. Non penso sia giusto usare il nome “One Hour” e
fermarla dopo 22 minuti, ma sicuramente per gli sponsorr era importante
portare a casa qualcosa.
I personaggi che più ti hanno stupito in acqua?
C’era qualche atleta famoso in acqua, ed è stato divertente vederli finire con un
brutto risultato… ahaha!!! La scelta del materiale è veramente importante e il
vento da nord è andato calando, ma questa è la natura ed è stato comunque
divertente gareggiare alle 8 di mattina!
Alberto Menegatti, sempre il più veloce.
Francesco Prati a tutta velocità.Andrea Rosati seguito da Andrea Ferin, entrambi atleti RRD.
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Un consiglio per chi volesse partecipare alla One Hour del 2012?
Dipende molto dalle condizioni ma come alla Defi Wind io consiglio di usare
sempre materiali più grandi di quelli normalmente usati.
Con quale tavola e vela hai gareggiato?
Ero in acqua con la Patrik/Airinside Slalom 77 con 44cm di pinna e la vela 8.6, ma
era troppo piccola. La scelta giusta sarebbe stata la 9.2, 48 di pinna e stessa
tavola.
Un consiglio per fare un’ottima partenza?
Le procedure di partenza erano ben differenti da tutte le altre gare a cui avessi
mai partecipato. Normalmente ci sono 3 minuti di conto alla rovescia con
differenti bandiere colorate, ma alla One Hour c’era solo 1 bandiera e 1 minuto
per potersi preparare. Questo rende impossibile prepararsi e uscire
dall’allineamento in perfetto sincronismo con l’inizio della gara. Bisognava
essere veramente bravi per partire bene e avere anche tanta fortuna. Penso che
sarebbe meglio per tutti avere il prossimo anno una partenza con 3 minuti, così
tutti gli amatori avrebbero il tempo per posizionarsi bene e partire al meglio.
ALBERTO MENEGATTI (ITA-4):“La One Hour è sempre stata una gara particolare, caratterizzata ogni anno da mille
polemiche. Il vento, i bordi, la bolina, la poppa, ma poteva essere, ecc. Una
competizione diversa da molte altre, dove bisogna mettere in preventivo che in
un’ora tantissimo può accadere! E così è stato anche quest’anno. Ci siamo presentati
all’alba, per poter portare a termine la gara con il vento da nord. Prima della
partenza il vento sembrava forte, e molti hanno avuto il dubbio di montare la vela
piccola. C’è voluto coraggio, in quanto tutti i Big, Finian, Volwater, Cucchi, Patrick,
Iachino, Quentel parlavano di vento forte. C’è chi come Quentel inizialmente armava
7,8 e 8,6. Ma da buon local ho mantenuto i nervi saldi e ho montato il mio gioiellino,
la 9,5! Alla partenza il vento era buono, ma subito si è capito che la scelta era
vincente. Dopo una partenza battagliata assieme a Julien Quentel, ho preso sin dal
primo bordo il comando e con una marcia in più ho iniziato a spingere
sull’acceleratore, guadagnando metri su metri di bordo in bordo, sino a quando
dopo circa 20 minuti il vento è calato notevolmente, costringendo il giudice a dare lo
stop alla gara. Voglio ringraziare i miei sponsor per avermi dato questa possibilità,
a partire dai materiali Gaastra, Starboard, Z Fins, agli altri che mi stanno aiutando
logisticamente lungo la stagione come Selin Srl, Quiksilver, Smith, Trentino,
www.Agriturlaura.com con una ringraziamento speciale al Circolo Surf Torbole che
ha messo in piedi un evento fantastico.”
GIOVANNI NOGLER – presidente del Circolo Surf Torbole
Ciao Giovanni, il Circolo Surf Torbole è stata ancora una volta sede della One
Hour. Come mai il CST ospita da alcuni anni questa manifestazione?
Se non ricordo male la prima edizione risale al 1989 ed è stata studiata “a tavolino”
con Helgo Lass e Peter Muzlinger (allora mente e braccio della North Sails di Riva del
Garda). Una formula semplice: due boe, 60 minuti per compiere il maggior numero
di lati possibili tra le due sponde del lago. Boe a 300 metri dalla costa e un format
che per il CST è rimasto tale da allora. Ed è questo che a nostro avviso affascina di
questa regata! Ci si misura sempre e comunque non con una vittoria, ma con una
prestazione. Ed il record, come tutti sappiamo, rimane quello di Alessandro
Comerlati e i suoi 16 lati in 1’04” del 1995.
Sei soddisfatto di questa edizione della One Hour a livello di interesse del
pubblico, della promozione, dei partecipanti e dell’organizzazione?
Si, siamo soddisfatti principalmente per la macchina organizzativa che ora gira
a pieno regime. Il supporto di NISSAN, RRD e non ultimo il prezioso appoggio di
Chiara ed Alberto (Surf Planet) hanno permesso la riuscita di una edizione direi
da ricordare. Peccato solo per il vento che non ci ha aiutato, ma direi che tutto
il resto è stato perfetto.
Quali sono le difficoltà organizzative di questo tipo di eventi?
Le difficoltà sono sia economiche che meramente organizzative. Quest’anno ci
siamo impegnati nel fornire la manifestazione di un supporto mediatico
all’altezza del nome, e così ci siamo rivolti a Promovideo per i filmati e a Foto
Fiore per le foto, non dimenticando l’amico Cataldo Albano ed il suo gentile
apporto. Non solo. Serata con cena esclusiva sulla terrazza del CST, e mega festa
con DJ set e tanta allegria. Tutto ciò comporta un dispendio di energie che parte
molti mesi prima dell’evento e che ci tiene impegnati anno per anno.
One Hour 2012, progetti particolari?
Stesso “format” ma stiamo pensando ad una via d’uscita qualora il vento ci
giochi brutti scherzi. Non abbiamo ancora la soluzione ma vi faremo sapere.
Un po’ di bagarre in boa.Fate spazio a Peter Volwater!
Marco Begalli prepara la strambata.
Thomas Fauster, III classificato.
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CLASSIFICA NISSAN RRD-ONE HOUR (dopo 22 minuti)
Classifica completa su www.circolosurftorbole.it
1 MENEGATTI ALBERTO ITA 4 M OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE (STARBOARD - GAASTRA - SELIN - CST)
2 QUENTEL JULIEN FRA421 M OPEN FRANCIA (RRD - NEIL PRYDE - O’NEILL - MAGIC SURF BREST)
3 FAUSTER THOMAS ITA 106 M OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE
4 REUSCHER MALTE ITA 7777 M OPEN ASD PORTO AZZURRO (RRD - POINT 7 - AL 360)
5 BEGALLI MARCO ITA 415 M OPEN WINDSURFING CLUB CAGLIARI (GARMIN - SEVERNE - STARBOARD)
6 FERIN ANDREA ITA 1111 M OPEN A.V.WINDSURFING MARINA JULIA (RRD - CHALLENGER - TAMRE IMM.)
7 MARTINI BRUNO ITA 160 M/J OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE
8 CAMOZZI NICOLA ITA 993 M/J OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE
9 PRATI FRANCESCO ITA 10 M OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE (POINT 7)
10 VOLWATER PETER NED24 M OPEN OLANDA (FANATIC - MAUI SAILS - PRO LIMIT)
11 JAGGI KARIN SUI14 F OPEN SWISS SAILING (PATRIK - SEVERNE - O’NEILL - SINOUT)
12 ROMANO LUIGI ITA 911 M/J OPEN C.D.V. GROSSETO (RRD - POINT 7)
13 MANTOVANI ANDREA ITA 15 M/J OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE
14 FAUSTER VERENA ITA 31 F OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE (PATRIK - NORTH SAILS - CST)
15 IACHINO MATTEO ITA 140 M OPEN LNI ALBISOLA (JP - GAASTRA - MYSTIC - AL 360)
16 DIETHELM REMO SUI201 M OPEN SVIZZERA (PATRIK)
17 CALO’ FABIO ITA 720 M OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE (STARBOARD - NEIL PRYDE - MAVERX - LIZARD)
18 BRONZETTI ARMANDO ITA 186 M FREE12 CIRCOLO SURF TORBOLE (SCOPION BAY - RRD)
19 VALENTI STEFANO ITA 604 M OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE
20 VERHAGEN SEBASTIAAN ITA 997 M/J OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE
21 MIGLIORINI PAOLO ITA 253 M FREE12 (RRD)
22 MONTESANO ANTONELLO ITA 318 M OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE
23 MAYNARD FINIAN KV11 M OPEN ISOLE VERGINI (RRD)
24 VERDI ATTILIO ITA 1977 M OPEN COMPAGNIA DELLA VELA GROSSETO (RRD)
25 MAGNAGUAGNO GIGI ITA 167 M OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE (SURF PLANET - STARBOARD - SEVERNE)
Armando Bronzetti del CST in battaglia con il vostro caporedattore.
Circolo Surf Torbole life style.
Il podio della One Hour 2011.
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DAY 1 - SABATO
Dopo l’iscrizione di sabato mattina tutti i giovani atleti e gli organizzatori aspettavano
con ansia l’arrivo dell’Ora, che normalmente si presenta regolare sul Lago.
Purtroppo il sabato ha dato buca, perciò per fare divertire gli atleti si è improvvisata
una Gara di SUP. 5 heat per stabilire chi era il più veloce. Nicholas Slijk si è
aggiudicato il primo premio, seguito da Marco Forace, caddy del terzo arrivato
Francesco Capuzzo.
DAY 2 - DOMENICA
La domenica sembrava si ripetesse lo stesso scenario del giorno prima. Fortuna
invece per gli atleti Eolo è stato clemente: una brezza ha iniziato a soffiare verso le
due del pomeriggio, seguita da una burrasca per fare contenti tutti i surfisti del Lago,
ma sopratutto gli atleti! Dopo i consueti preparativi si parte con la prima heat che
vede affrontarsi i local Alessandro Cestele e Andrea De Lillo (unico regatante per la
categoria Grommets), passa il turno Cestele che si dovrà scontrare con il campione
Nazionale in carica Matteo Romeo, per il resto le heat vedono sfidarsi Livraghi contro
Panzera, Todeschi contro Cappuzzo e Smania contro il padrone di casa Nicolas Slijk.
In tutte le heat il livello è veramente alto, Spok, Eslider, Puneta, Flaka, Flaka One hand
sono alcune delle manovre espresse dagli atleti che si dimostrano veramente
all’altezza di questi campionati. Il campione in carica Romeo, pur non apparendo in
brillantissima forma, passa il turno contro Cestele, andando ad affrontare Nicolas
Slijk, mentre l’altra heat vede sfidarsi marco Livraghi e un altro local dell’alto lago di
Garda, Matteo Todeschi. Parte la heat Romeo contro Slijk, passa il turno e vola in
finale Slijk che con una radicalissima Air Flaka si aggiudica la heat. Dall’altra parte
un Todeschi veramente in forma dà il meglio di sé e anche lui passa il turno è va in
finale. Parte la finalissima, Todeschi sembra più in forma del rivale e va a vincere
questa spettacolare heat con una bellissima Air Chachoo Swith, eseguita alla
perfezione sotto il palco giudici al suono della tromba di fine heat.
Dopo il Single Elimination i risultati sono per gli Juniores: 1° Matteo Todeschi, 2°
Nicholas Slijk e 3° Matteo Romeo. Super Grommets: 1° Francesco Capuzzo, 2° Alvin
Panzera e 3° Cesare Smania.
Il vento è così forte che la giuria decide di fare anche la Doubble Elimination.
Si parte con Panzera contro De Lillo, passa il turno Alvin Panzera che scontrerà il
giovanissimo raider siciliano Francesco Cappuzzo, mentre la heat Cestele contro
Smania vede passare il turno Alessandro Cestele. Parte la heat Cappuzzo vs Panzera,
passa il turno Cappuzzo che va a sfidare Cestele. Parte la heat n. 30, Cappuzzo passa
la heat e inizia la risalita andando a scontrarsi con Matteo Romeo. Il tempo di far
risalire sopravento Cappuzzo e parte anche questa heat, Romeo sembra
decisamente più in forma rispetto al tabellone precedente e infila Puneta, Funnel,
Eslider a uscire e Flaka, Spock 540, Grubby e Shove It a rientrare, senza cadute,
discorso diverso per Francesco Cappuzzo che forse per la stanchezza non è
brillantissimo e cade di più ed è costretto a cedere il passo al rivale Romeo che
dovrà vedersela con Marco Livraghi.
Parte la heat n. 33. Il verdetto dei giudici premia Matteo Romeo che passa la heat e
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va a scontrarsi con il 2° classificato del tabellone Winner Nicolas Slijk. Anche questa
heat vede passare il turno e quindi andare in finale Matteo Romeo che se la dovrà
vedere con Matteo Todeschi apparso in ottima forma. Tutto è pronto per la heat
finale, Todeschi vs Romeo, il suono della tromba dà il via e subito: Flaka e Spock per
Romeo, mentre Todeschi risponde con Eslider a rientrare e Flaka a uscire, tocca a
Romeo che con Flaka, Spock e Spock One Hand si porta in leggero vantaggio, ma la
situazione di parità costringe i giudici a chiedere 2 minuti di extention nei quali
Romeo mette a segno una Spock 540 e un Eslider 540 mentre Todeschi, apparso
stanco, colleziona una Flaka Flip e un eccessivo numero di cadute. Si attende il
verdetto dei giudici che danno la vittoria di questa heat a Matteo Romeo. Ma non è
finita, infatti per decretare il vincitore della competizione è necessaria una Super
Finale sempre tra Romeo e Todeschi.
Il tempo di far riprendere fiato ai due atleti ed ecco partire l’ultima heat che
decreterà il vincitore finale della competizione. Gli atleti molto stanchi partono
decisi, la battaglia è agguerritissima. In questa heat Romeo sembra avere qualcosa
in più rispetto al rivale che provato dalla stanchezza sbaglia qualcosa di troppo e non
riesce a replicare la prestazione vista nel winner elimination. Il suono della tromba
decreta la fine della heat che vede come responso della giuria la vittoria di Matteo
Romeo che si aggiudica quindi anche la competizione
Alla fine della gara si è svolta la cerimonia finale per consegnare agli atleti i premi
offerti da Shaka e Shaka Surf Center. Il vento ha continuato a tormentare tutti e
anche i giudici ormai non vedevano l’ora di assaggiare un po’ della bontà di Eolo in
questa splendida domenica di sport!
ABBIAMO INTERVISTATO IL FRESCO VINCITORE DELLA PRIMA TAPPA DEL CAMPIONATO
ITALIANO JUNIORES, MATTEO ROMEO, ARTEFICE DI UNA SUPER RIMONTA NEL DOUBLE
ELIMINATION.
Complimenti Matteo per la tua vittoria, raccontaci qualche cosa di te?
Ciao, innanzitutto volevo ringraziarvi per avermi dato l’opportunità di essere
intervistato per la prima volta. Sono Matteo Romeo, vivo a Como, ho 18 anni e studio
presso un istituto tecnico per geometri. Sono un “local” del lago di Como e i miei
principali spot sono Valmadrera e l’alto lago.
Quando hai iniziato a fare windsurf?
Ho iniziato a fare windsurf all’età di 7/8 anni, ma la primissima volta è stata in
Sardegna nello spot di Coluccia all’età di 6 anni.
Come sono state le condizioni in Conca durante la gara? Che materiale hai usato?
Le condizioni in Conca sono state difficili. Inizialmente c’era poco vento e l’acqua era
troppo mossa, successivamente, nel Double, è stato tutto più favorevole grazie al
vento più forte e disteso. Ho utilizzato la RRD Superstyle 5.3 e il Twintip 88.
So che il primo tabellone Single non è andato troppo bene per te, invece ti sei poi
rifatto nel Double vincendolo, puoi raccontarci come è andata la tua gara?
Concordo! Nel Single Elimination mi sono ritrovato con poco vento e con un’acqua
troppo mossa che mi ha reso difficile la planata e anche l’esecuzione delle manovre.
Nel Double invece la condizione è migliorata: il vento era più sostenuto e la mia 5.3
in alcuni casi si è rivelata troppo grossa. Credo di essere riuscito a rimontare nel
Double grazie a una maggiore concentrazione e una migliore programmazione delle
manovre da eseguire. Penso di non aver realizzato manovre eclatanti, ma di aver
eseguito al meglio ciò che ho fatto.
La manovra più difficile che hai imparato? E quella che vorresti imparare?
Sono sicuro che chiunque pratichi Freestyle sia d’accordo sul fatto che la Vulkan,
essendo la prima manovra, sia il più grosso ostacolo da superare. Obiettivo attuale?!
Niente di specifico… Culo, Kono, Toad…
La tua heat ideale di 5 minuti?
La mia heat ideale sarebbe quella di entrare in acqua e svolgere tutte le manovre di
repertorio; purtroppo ciò non può avvenire, perché come sapete, l’ansia e
l’adrenalina che si presentano in gara diminuiscono le possibilità di dare il massimo.
CLASSIFICA JUNIOR
1° Romeo Matteo (RRD)
2° Todeschi Matteo (RRD/Hot Sails Maui)
3° Slijk Nicolas (Naish)
4° Livraghi Marco
5° Cappuzzo Francesco
6° Cestele Alessandro
7° Smania Cesare
7° Panzera Alvin
9° De Lillo Andrea
CLASSIFICA SUPER GROMMETS
1° Cappuzzo Francesco (RRD/MaverX)
2° Panzera Alvin
3° Smania Cesare
4° De Lillo Andrea
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Paddle-in a Jaws.
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Una giornata particolare è stata quella del 15 marzo; le onde a Jaws erano
grosse ed erano previsti per l'ora di pranzo dai 15 ai 20 nodi di vento.
Io ed il mio amico/tow-partner Kai Katchadourian, pronti per una giornata di “full
immersion” nel nostro home spot, ci svegliamo alle 6:30, com’è di consueto a
Jaws, per dirigerci verso Maliko con la nostra moto d’acqua e tutte le nostre
tavole tra cui tow-in, windsurf e il mio glorioso 9'6 che già il mese prima mi aveva
regalato delle bellissime surfate.
Arrivati a Maliko ho incontrato per la prima volta Shane Dorian, uno dei più
grandi big wave chargers della storia, e lì ci siamo preparati a trascorrere
un’altra giornata epica cavalcando le onde di Peahi a.k. a "Jaws".
PADDLE IN
Arrivati al picco vediamo subito un paio di set srotolarsi col tubo gigante, decido
quindi di entrare “a braccia” con il mio paddle-in insieme a Shane Dorian ed Ian
Walsh, mentre Kai mi teneva d'occhio con il jetski.
Essere sul picco di Jaws solo con la forza delle braccia ed una tavola lunghissima
è tutto un altro gioco, devi essere sempre attento e pronto ad uscire dall’“Impact
zone”, il punto dove le onde frangono. È molto difficile prendere le onde con la
sola potenza delle braccia perchè le onde di Jaws si muovono ad una velocità
pazzesca e per riuscire a prenderle devi andare almeno alla stessa velocità. Per
questo motivo l’onda di Jaws per anni è stato possibile ed immaginabile
cavalcarla solo con l'aiuto della moto d'acqua.
TOW IN
Dopo un’ora di pura adrenalina stando sul picco e beccando due belle sinistre e
una destra più piccola, decido di lasciare il paddle-in e prendere la mia tavola da
tow-in per beccarmi i set più grossi della mattina.
Devo dire che era un sollievo potere prendere l’onda più grossa del set avendo
già la velocità giusta per entrare nella bolla cattiva, mentre vedevo tutti quelli
che facevano paddle lasciare le loro tavole ed andare sott’acqua pochi secondi
prima che la schiuma di 8 metri li travolgesse. Quella mattina ho potuto godere
di entrambi gli sport e mi sono reso conto che fare paddle-in su un onda così ti
fa avere ancora più rispetto dell'onda e delle persone che possiedono le palle
per farlo! Dopo un paio d’ore che facevamo tow-in, alternandoci alla guida del
jetski, avendo visto che il vento cominciava a salire abbiamo deciso di tornare a
terra, fare rifornimento, mangiare qualcosa e ritornare sul picco con la nostra
attrezzatura da windsurf.
WINDSURF
Arrivati su a Jaws, c’erano 20 nodi costanti ed il picco era invaso da un gran
numero di windsurfisti, circa una quindicina ed un paio di kiters, e tutti
battagliavano per le onde più grosse.
Io, avendo già cavalcato un bel po’ di onde la mattina, ho ceduto la mia tavola a
Windsurf session per chiudere la giornata.Tow-in... e il Triathlon di Jaws
di Francisco Porcella è servito!
Kai che era sprovvisto di quella adatta per l'onda di Jaws e sono rimasto a
guardare per un oretta tutti i riders in acqua tra i quali i sette dei più forti al
mondo. Con i photoshotting di tutte le ditte in questo periodo a Maui nessuno
poteva mancare ad una giornata storica a Jaws.
Tra tutti in acqua, quello che veramente mi ha colpito di più è stato Jason
Polakow che attaccava l'onda ad un altro livello.
La tavola che usi su quest’onda è molto importante ed io, personalmente, vorrei
potere copiare quella di Jason !
Insomma dopo che Kai si becca un bel paio di set grossi e rimane un’ora a
gironzolare sul picco affollato, non vedevo l'ora che mi restituisca il rig!
Era bello vedere i miei amici cavalcare onde di 8 metri, ma ho deciso che per la
prossima volta Kai dovrà portare la sua tavola per Jaws perché guardare dal
canale delle giornate così speciali e rare non fa proprio per me.
Finalmente Kai mi consegna il rig e vado subito al picco mettendomi bello
profondo come sempre, vicino a Jason. Dopo un paio di onde mediocri, becco un
set bello con la parete lunga e l’elicottero sopra che mi seguiva, ma il tedesco
Florian Jung ha cercato in tutti i modi di prenderla anche lui, droppandomi ed
infine rovinandomi l’onda liscia con la sua scia... E va beh, mi stavo subito per
incavolare, poi ho riflettuto un attimo e ho pensato a quanto deve essere stato
bello per lui cavalcare per la prima volta un’onda a Jaws e quante onde io mi
becco tutto l’anno e quante già me ne ero surfate quella mattina. Ancora adesso
non sono riuscito a vedere come sembrava quell'onda dall'elicottero perchè è
sempre un casino rintracciare tutti i fotografi e farti dare le foto.
Devo dire che le onde migliori che ho preso quel giorno non sono riuscito a
trovarle tra i fotografi. A volte succede che l'onda, essendo molto grossa, alza
anche a 60 metri sopra la cresta un velo d’acqua che mischiata all’aria forma un
fumo marino dando una pessima visione della stessa e penso che le mie onde
più grosse non sono state fotografate o sono state scartate proprio per questo
motivo.
Comunque, dopo che mi sono fatto due ore di windsurf ho ridato il rig a Kai che
si è buttato per un altra mezz'oretta prima dell'imbrunire, poi siamo tornati a
casa sani e salvi con un gran sorriso in faccia.
Questa giornata storica per me non me la dimenticherò mai perché, per la prima
volta, sono riuscito a fare quello che io chiamo il “triathlon” di Jaws, facendo
paddle-in, tow-in e windsurf !
Adesso mi sento più un Waterman che solo un windsurfista e posso anche dirvi
che questo è solo l'inizio!
Ciao a tutti e buone onde! Godetevi l'estate e tenete pulito il vostro mare e le
vostre spiagge.
Aloha
Francisco
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Francisco entra nel tubo di Jaws con il Tow-in.
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Ciao John, puoi presentarti ai lettori di Funboard?
Mi chiamo John Skye, vengo dall’Inghilterra e sono cresciuto vicino a Londra, ad
una bella distanza dal mare. Ho cominciato a fare windsurf su un piccolo lago
con l’aiuto di mio papà all’età di 8 anni. Ai tempi però il materiale per i bambini
non era granché quindi ho dovuto aspettare di avere 13 anni prima di potere
cominciare a divertirmi veramente. Dopo la prima volta, il windsurf era l’unica
cosa a cui riuscivo a pensare, sia quando ero al liceo che all’università e,
finalmente, dopo tanti sforzi, sono riuscito a farlo diventare il mio lavoro! Ora
passo sempre più tempo a Gran Canaria e mi trovo davvero bene; vento ed onde
quasi tutti i giorni e finalmente vivo a pochi passi dall’Oceano. È anche veramente
facile e conveniente viaggiare partendo da GC, quindi posso tornare in
Inghilterra in 4 ore e rivedere la mia famiglia, che fa sempre piacere.
John Skye in Sud Africa a Sunset con la Table Mountain di Cape Town sullo sfondo.
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Ci siamo incontrati in Sud Africa, mentre stavi testando le tavole RRD Wave
2012, eri appena tornato dalla Namibia per fare un articolo e stavi anche
facendo una tua Wave Clinic. Ti tieni davvero occupato… È questo che fai nella
tua vita, oltre ad essere un pro rider? Puoi spiegarci un po’ il tuo lavoro?
Penso sia importante mantenersi attivi anche per i propri sponsor, che hanno
bisogno che i rider non si limitino a far windsurf e basta. Ovviamente saper
fare degli enormi Back Loop ad una mano non è da tutti ed è importante, ma
allo stesso tempo non è l’unica cosa che ti rende appetibile agli sponsor. Da
quando ho cominciato ho sempre avuto la fortuna di avere sponsor che
m’incoraggiassero a scrivere degli articoli e lavorare con le riviste, e cerco di
continuare a spingere il più possibile. Le clinics sono una novità, ma adoro
insegnare alla gente tutti i trucchi per imparare più velocemente. Non è solo
un’ottima promozione per i miei sponsor, ma anch’io imparo un sacco dalle
esperienze. In Sud Africa infatti, aiutando dei ragazzi a migliorare in surfata,
anche la mia surfata è migliorata, sviscerandone i minimi dettagli! L’aspetto
più importante è sicuramente il divertimento ed ogni singola clinic è stata uno
spettacolo! Cerco anche di aiutare RRD a sviluppare le nuove tavole ed,
ovviamente, cerco anche di andare bene in gara. Quest’ultimo aspetto non è
sempre facile, ma penso sia importante cercare di migliorare con costanza,
spingendo sempre verso il prossimo livello.
Skyeboy a Witsand, uno dei migliorspot per saltare del Sud Africa.
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Quando e come hai cominciato a collaborare con RRD? Cos’è cambiato da
quel momento?
Sono entrato nel team RRD 3 anni fa, principalmente grazie a Jem Hall che mi
ha raccomandato a Roberto (Ricci). Penso che inizialmente non fossero tanto
convinti, ma poi ho avuto un’ottima stagione col loro materiale e si sono
immediatamente interessati. Sono un gran team ed è davvero bello far parte di
questa famiglia. Tutti hanno un ottimo spirito e grande talento, dai graphic
designer, ai ragazzi in magazzino, fino ovviamente al boss!
Sei mai stato a Grosseto? Ti piace l’Italia? Sei mai uscito in qualche
spot… Dove?
Sto scrivendo quest’intervista proprio da Grosseto. È la mia seconda volta qui,
ma la prima in estate. Mi trovo davvero bene e finalmente sono anche riuscito
a fare una session divertente di freestyle a Talamone, assieme agli shaper
Aurelio ed Attilio, testando alcuni alberi e divertendoci come pazzi. Lo spot era
davvero bello ed il paesaggio intorno è spettacolare. Dopo siamo andati a
prenderci una birretta nella città vecchia, per chiudere in bellezza la giornata.
Ci potresti descrivere un po’ il nuovo Quad Contest RRD 2012, cos’è
cambiato e quali sono le nuove caratteristiche?
Per quest’anno abbiamo deciso di utilizzare le stesse linee d’acqua delle tavole
2011, ma abbiamo fatto dei cambiamenti radicali nella costruzione. Abbiamo
aumentato la resistenza della zona a poppa ed abbiamo modificato la prua per
alleggerire tutta la tavola. Il risultato finale è molto più leggero, ma allo stesso
tempo più resistente! Le tavole dello scorso anno mi piacevano davvero un
sacco ed ora sono perfino meglio. Abbiamo anche introdotto un 100 litri Wave
Cult ed un 91 Hardcore Wave. Penso che con le tavole Quad si possa anche
usare un volume molto più grosso di prima, senza intaccare minimamente la
manovrabilità della tavola. Io ho sempre usato il mio 75 litri in quasi tutte le
condizioni ma ora uso sempre l’84 Quad, che, sebbene sia più grosso, mi da
anche più controllo. Uso perfino il 91 anche quando c’è tanto vento, cosa che in
passato non avrei mai fatto. Penso che Aurelio abbia davvero fatto un ottimo
lavoro su questa linea di tavole!
Ti ho visto in Sud Africa con le nuove vele a 4 stecche, ci potresti dire
altro su questo nuovo progetto RRD?
Avevo già provato ad utilizzare le vele a 4 stecche, quindi ho cercato di
convincere Roberto a realizzarne una. Inizialmente abbiamo realizzato dei
prototipi partendo dalla Vogue, rendendo la forma più compatta. Il risultato è
stato ottimo, ma sempre a 5 stecche. Abbiamo poi provato ad eliminare una
stecca ed il prototipo era spaventoso, ed una volta che anche Roberto l’ha
provata, si è convinto di realizzarne una linea intera. Alla fine sono davvero
contento di come funziona la nuova FOUR e tutti ne sono entusiasti.
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La nuova vela, FOUR, va bene anche per il Freestyle?
Avendo 4 stecche è davvero leggera ed è stata realizzata appositamente per
essere manovrabile, con depotenziamento immediato se necessario. Queste
caratteristiche rendono la vela perfetta anche per il Freestyle, ma il meglio lo da
sicuramente in surfata. La vela ha una reattività immediata, permettendoti di
fare il doppio dei Turn sulla stessa onda.
Per lo sviluppo delle tavole lavori anche con gli altri rider del team RRD? I
feedback arrivano solo dai team rider o anche dai surfisti normali?
È davvero importante avere le opinioni di tutti i rider e fortunatamente Roberto ci
tiene in grande considerazione. In Sud Africa quest’anno abbiamo testato tutto ed
abbiamo fatto provare il materiale a quanta più gente potessimo, tra cui anche gli
ospiti della mia clinic. Più vario è il feedback, meglio sarà il risultato finale.
Competizioni… a quali gare partecipi durante l’anno?
È da ormai 4 anni che gareggio solo in Wave. Di solito faccio il tour inglese, che
ho già vinto un po’ di volte, e poi anche le tappe del PWA World Tour.
Cosa pensi della situazione attuale del PWA?
Penso che il PWA sia in uno dei momenti migliori di sempre. Ora abbiamo un Tour che
John Skye in Goiter.
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ha tappe dal Vietnam ai Caraibi. Ci sono anche un sacco di eventi di Slalom, un tour
Freestyle completo e perfino live streaming di un sacco di eventi, ed ora stanno
veramente cominciando a migliorare il lavoro coi media. Il Wave tour è probabilmente
quello messo peggio, con solo 4 eventi confermati, che sono comunque più di quelli
che avevamo fino a qualche anno fa. L’unica critica è che il tour Wave offre solo
destinazioni mure a sinistra e con vento onshore. Penso servirebbe una maggiore
varietà nelle condizioni per poter permettere ai rider di esprimersi meglio e vedere
un maggiore ricambio di leader in cima al podio, ma è davvero difficile trovare degli
sponsor pronti a sponsorizzare gli eventi in posti specifici.
Devi anche partecipare ad altri eventi durante l’anno, tipo photoshooting,
etc…?
Come ho già detto, normalmente faccio anche il tour inglese. Abbiamo un ottimo
tour con 4 tappe in spot con ottime condizioni. Quest’anno potrei saltarlo però,
dopo anni di partecipazione e vittorie, ma probabilmente andrò comunque alle
ultime due tappe a Tiree ed in Cornovaglia. Quest’anno inoltre ci sono un sacco
di viaggi per fare photoshooting. RRD ha deciso di non lanciare sul mercato tutti
i suoi prodotti nello stesso momento, dovendo quindi fare diversi photoshooting
ogni 3-4 mesi. È davvero divertente però, amo fare i photoshoot!
Come organizzi il tuo anno tra allenamenti, competizioni, e lavoro?
La mia stagione è piuttosto piena a dirla tutta. Gennaio/febbraio vado in Sud
Africa a testare, fare clinic e photoshooting. A marzo/aprile vado a Maui, per un
altro photoshooting ed altri test. A maggio ho un Wave Camp/Clinic in Marocco,
prima di allenarmi a giugno per l’inizio della stagione di competizioni che inizia
a luglio. In agosto poi facciamo qualche viaggio verso delle isole disperse
nell’Atlantico. In settembre mi devo davvero dare da fare a promuovere i miei
sponsor in Inghilterra, poi tappa PWA a Klitmoller e Sylt, per poi finire con la
tappa del Wave tour inglese a Tiree. Poi Maui a novembre per testare e qualche
foto prima di tornare a GC. Abbiamo una piccola attività di media che ci permette
di aiutare i rider a proporsi ai media, quindi in dicembre solitamente li aiutiamo
anche con la discussione dei contratti.
Come mantieni la tua forma?
Sebbene faccia sia test che photoshootings, alla fine faccio solamente windsurf,
quasi tutto l’anno. È questo che rende il mio lavoro così spettacolare. Un’altra
interpretazione del paragrafo precedente è: “Surfo qua, surfo la, ed in qualche
modo ho delle ottime giustificazioni per farlo!”.
Dicci qualcosa della tua ragazza, Nayra Alonso. Come vi siete conosciuti? Avete
qualche progetto nuovo insieme?
Nayra è una rider eccezionale, ed una dei tanti rider che potrebbe veramente
dare il meglio con un tour un po’ più vario. Fa davvero fatica contro le gemelle a
saltare mure a sinistra ma, per me, se le mangia in surfata sia mure a destra
John Skye a Scarborough, Sud Africa.
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Aerial One Hand a Platboom, Sud Africa.
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che a sinistra. Ha davvero un sacco di potenza e stile. L’ho incontrata a Sylt nel
2003. Siamo andati subito d’accordo e dopo quasi 8 anni insieme, ci siamo
sposati. È davvero spettacolare poter condividere una vita del genere con la tua
partner ed essere felici il 99% del tempo. Di solito giriamo sempre insieme, in
quanto abbiamo praticamente gli stessi impegni. Per esempio a Maui ci
svegliamo assieme, poi Nayra va a fare il photoshooting Fanatic, mentre io vado
a fare quello per RRD! È davvero una bella sensazione.
Hai altri sponsor? Come ti aiutano?
Sicuramente RRD è il mio sponsor primario. Adesso mi danno praticamente tutto
quello di cui ho bisogno. Tavole da windsurf, vele, alberi, boma, tavole da SUP ed ora
anche tavole da surf. Il mio altro sponsor è Animal, che mi da abbigliamento e mute.
Sono davvero grossi in Inghilterra. Anche MFC mi aiuta con pinne di ottima qualità.
Come saprai, Jonas Ceballos ed Anxton Otaegui hanno deciso di abbandonare
la loro carriera da professionisti. Secondo te, è possibile vivere di solo
windsurf?
Penso sia possibile, ma devi veramente farti un mazzo enorme. Non puoi permetterti
di essere “solo” bravissimo in acqua, a meno di vincere quasi tutti gli eventi di coppa
del mondo. Forse solo Gollito e Victor possono permettersi di fare “solo” windsurf,
ma tutti gli altri devono veramente darsi da fare. Viaggi, articoli per le riviste, video
su internet, collaborare nello sviluppo coi marchi o semplicemente parlare con la
gente, sono tutti modi per promuovere i propri sponsor ed aiutarli a vendere più
materiale possibile. Alla fine gli importa solo quello. Penso sia davvero triste che la
scena perda due top rider, ma nessuno vieta che Jonas si presenti a Pozo e vinca la
gara… Poi sono sicuro che gli sponsor si presenterebbero in fila sotto casa sua… !
Cosa pensi del futuro del windsurf?
Chi lo sa… penso che in questo momento lo sport sia più vivo che mai. Il materiale è
il migliore di sempre ed è diventato veramente user friendly e più versatile. Ho usato
il mio Hardcore 84 in quasi tutte le condizioni, da 5.3 a Hookipa, fino alla 3.7 in Sud
Africa o a Pozo. Qualche anno fa non avrei mai potuto fare una cosa simile. Anche la
nuova Firemove, per esempio è facile da utilizzare, ma offre anche un’ottima
performance. Tutte queste novità sono ottime per lo sport e spero che la gente si
svegli e possa godere appieno dei vantaggi del nuovo materiale.
Torniamo all’acqua… Sei riuscito finalmente a chiudere il Push Forward?
No… odio quel trick. È davvero spaventoso e necessita delle condizioni perfette per
provarlo e chiuderlo. Io riesco ad avere forse 9 o 10 giorni adatti per provarli in un
anno intero, quindi devo veramente essere concentrato e lanciato per sfruttarli al
meglio. Alla fine sono solo un po’ sfigato, ma sono sicuro che riuscirò a chiuderne
uno prima dell’autunno. Esco un sacco con Philip Koster a Gran Canaria e lui mi
spinge sempre a provarli, quindi è solo una questione di tempo!!
A Platboom, durante una delle tue Wave Clinic, ti ho visto chiudere un’infinità
di Back Loop perfetti. Qual è il segreto di questo trick?
Penso che il Back Loop sia una delle manovre più difficili da imparare. È davvero
facile cominciare a provarlo e quasi tutti i miei allievi mi chiedono quali siano i
segreti per chiuderli correttamente. Ci sono però così tanti dettagli che fanno la
differenza in un Back Loop che non posso neanche elencarli. Penso che la cosa
fondamentale per me sia guardare il mio punto d’atterraggio. Ciò non significa
solamente girare la testa e guardare dove vai, ma concentrarsi sull’esatta posizione
in cui si atterrerà. Dopo, penso che il fisico faccia tutto il resto, e cominci a
controllare il materiale senza nemmeno renderti conto.
Il trick più difficile che hai dovuto imparare? E che trick devi ancora imparare?
A parte il Pushloop Forward, la manovra che mi ha dato più filo da torcere è stata la
Shaka. Non so perché abbia fatto così tanta fatica ad impararla, ma ho cominciato a
provarla appena l’ho vista ed ancora adesso faccio quasi fatica a chiuderla.
Stranamente l’ho chiusa quasi immediatamente ai primi tentativi, poi invece
qualcosa è andato storto ed è diventata il mio incubo! Penso comunque che sia
importante avere sempre qualcosa da imparare, in modo da restare motivati e
continuare a provare per poi chiuderla, finalmente!!
Come hai cominciato a collaborare con Oceansource (www.oceansource.net),
l’organizzatore delle tue Wave Clinic?
Nayra ed io abbiamo fatto la nostra prima clinic assieme a Dany Bruch a Tenerife
ed è andata piuttosto bene. Dopo quella prima volta, Oceansource ci ha
contattato ed abbiamo provato ad organizzare la nostra prima clinic in Marocco.
È stato un enorme successo e da quel momento abbiamo continuato a crescere.
Lo scorso anno abbiamo fatto 2 settimane in Marocco e quest’anno abbiamo
perfino aggiunto un viaggio in Sud Africa. Sembra che tutti adorino il giusto mix
tra freesailing divertente unito alla progressione del clinic. La vacanza perfetta
per migliorare le proprie capacità divertendosi come pazzi. Maggiori info su
www.oceansource.net
Progetti per il futuro?
Chissà… Ho talmente tante cose in mente… Vorrei continuare a collaborare con RRD,
sia nello sviluppo che nella promozione. Ho anche degli altri piccoli progetti in mente
che potrebbero realizzarsi o meno, continuando sempre con le clinics. Penso non si
sappia mai cosa possa succedere in futuro, quindi bisogna cercare di non rinunciare
a nessuna opzione!
Sogni nel cassetto?
Penso di averlo raggiunto! Ho una vita praticamente perfetta ed ho anche incontrato
la donna della mia vita con cui condividere tutto. Non c’è molto altro che potrei
volere… forse una vittoria alla lotteria!
FAST INTERVIEW
DATA DI NASCITA: 28/06/77
LUOGO DI NASCITA: Luton, UK
ALTEZZA: 177cm
PESO: 80kg
SPONSOR: RRD tavole, vele, sups, e tavole da surf…
Animal per l’abbigliamento e le mute e pinne MFC.
Quiver di tavole: RRD Wave Cult Contest 83, RRD
Hardcore Wave Contest 84.
Quiver di vele: La nuovissima RRD FOUR
PROFESSIONE: Windsurfista
BIONDE O MORE: More
DESTRA O SINISTRA: Destra
CANARIE O HAWAII: Hawaii in vacanza, Canarie per vivere!
WAVERIDING O SALTI: Entrambi. Amo variare. Mi
annoio a fare sempre la stessa cosa
DUNKERBECK O NAISH: Naish
IBALLA O DAIDA: Iballa per le surfate, Daida per i salti…
Ma Nayra se le mangia a colazione!
KOSTER O CEBALLOS: Koster
SLALOM O KITE: Slalom
MACCHINA O VAN: Van
5 STECCHE O 4 STECCHE: 4
PEPSI O COCA-COLA: Coca-cola
RED BULL O GATORADE: Redbull per le feste, Gatorade
per il resto del tempo
COMPETIZIONE O FREESAILING: Freesailing, ma i
contest sono fondamentali per tenerti motivato
BACK O PUSH LOOP: Pushloop Table Top!
FORWARD O BACK LOOP: Back Loop
PUSH FOWARD O DOUBLE FOWARD: Vorrei poter dire
Push-Forward, ma non l’ho ancora fatto!
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Ho raggiunto i ragazzi della “Poor Boyz Production” ed i protagonisti del film a
riprese già iniziate, prima di imbarcarci verso la nostra nuova scoperta, la
“Windward”.
L’avventura comincia proprio qui e non ci sono vie di mezzo. Questa sarà la scoperta
di un nuovo spot fuori dal mondo oppure un fiasco completo. I rischi e la posta in
gioco sono altissimi… Abbandonare Maui con condizioni spettacolari per cosa? Che
spot? Che condizioni?
Un conto è pensarci seduti in spiaggia all’ombra di una palma ed un conto è invece
pensare seriamente di organizzare un viaggio in barca alla scoperta di un’isola
sconosciuta senza avere la minima idea di come sia la situazione e cercando di
tornare con immagini mozzafiato su onde surreali.
La ricerca, informazione, conoscenza, idee ed anche comunicazione sono le chiavi
per il successo di qualsiasi impresa.
Ma cosa s’intende per successo?
Come riesci a capire se il tuo lavoro in un viaggio sia un vero successo?
Non è soggettivo?
Questo è proprio il nocciolo che i rider della Oxbow vogliono rivelare nel prossimo
film, “Walls of Perception”, che uscirà a giugno 2011.
Ognuno, forgiato dalle proprie esperienze individuali, vive il suo sport in prima
persona con un approccio differente.
Performance, tecnica, sensazioni estreme, divertimento, relax o solo una scusa per
La base operativa: “Windward”.
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Mr. Jason Polakow
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girare il mondo… Da questo film emerge come chiunque sia libero di scoprire ed
interpretare la propria visione dello sport e che non c’è un solo modo per surfare le
onde al massimo delle possibilità.
La passione per ciò che facciamo è il filo conduttore, è l’unica cosa che ci accomuna
tutti!
Ed eccoci qui, tutti insieme, tutti malati del nostro sport, che viaggiamo con centinaia
di kg di materiale, a bordo di questo vascello che può stare in mare aperto per
settimane, completamente autosufficiente.
Una mappa gigantesca ci svela un’infinità di reef e costa orientata alla perfezione
rispetto alla direzione prevalente degli swell, lontano da tutto e tutti ed ancora in
attesa di essere scoperti.
Manu Bouvet, Levi Siver e Keith Teboul, che sono già venuti a fare windsurf in queste
zone, sono curiosi di vedere quali altre sorprese stupende celano queste isole!
Il nostro capitano, che naviga regolarmente qui vicino e conosce le previsioni alla
perfezione, ci consiglia vivamente di sfruttare al massimo l’ultimo giorno dello swell
per andare a vedere uno dei primi spot, che è solo a qualche ora di distanza.
Per il resto del viaggio, le traversate, le lunghe attese e le scoperte inaspettate sono
all’ordine del giorno.
Dopo un primo giorno già parecchio impegnativo, avendo già passato qualche ora in
acqua dopo esser scesi direttamente dall’aereo, sfruttiamo la traversata per
riposarci al meglio e cominciare la vera avventura.
Ci sono almeno una dozzina di atolli situati nel raggio di 150 km e, guardando sulla
mappa, abbiamo subito l’impressione che, per qualche ragione, tutti questi puntini
di sabbia dispersi nell’Oceano siano orientati alla perfezione.
Levi Siver ci manda in estasi con questo perfetto Wave 360.
Jason Polakow
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In effetti, numerosi atolli, uno dopo l’altro, si trovano proprio nel bel mezzo
dell’imponenza di uno swell nord-occidentale, che farà tremare le barriere coralline
per i giorni seguenti.
Ci sono alcuni canali e pass nascosti qua e là che ci fanno subito pensare che ci
siano degli spot surfabili. L’eccitazione sulla barca continua a crescere e tutti
parlano, sognando ad occhi aperti immaginando cosa potrebbero trovare dietro
l’angolo.
L’unica cosa di cui siamo certi è, a questo punto del viaggio, che questi spot non
siano mai stati surfati!
Ci sono solo poche isole abitate, lontano dal mondo, con gente che ci si è insediata
dopo esser naufragata ed altri che non ricordano nemmeno come ci siano arrivati…
Quindi… essendo così lontani dal mondo e senza la minima certezza di trovare
condizioni adatte, la nostra avventura è diventata ancora più critica, sapendo che lo
swell dell’anno stava ribollendo nel Pacifico.
Il desiderio di scoprire nuove mete però è così forte che ti da la spinta per scoprire
nuove destinazioni, mettendo tutto in discussione.
Durante la traversata, la barca comincia a dondolare sempre più e l’Oceano
comincia a mostrare di cosa sia veramente capace. Proprio nel bel mezzo della notte
ci troviamo in mezzo al Pacifico, lontano da qualsiasi tipo di luce ed inquinamento,
permettendo di goderci il cielo terso e la visuale mozzafiato delle stelle del sud.
Man mano che ci avviciniamo a riva, veniamo rassicurati dalla visione di linee di
schiuma all’orizzonte, ma quando arriviamo sul primo pass, tutto viene smentito!
C’è solo un po’ di schiuma che si srotola su un reef quasi asciutto, creando una
corrente davvero impressionante. Keith Teboul
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Delusi, cominciamo a pensare… strano però, lo swell magari non è ancora arrivato…
Cosa facciamo allora, impacchettiamo tutto ed andiamo al prossimo pass?
Per distogliere le nostre menti dal problema, organizziamo una bella session di
pesca d’altura!
Lungo il reef, proprio dove tira la corrente, c’è un posto perfetto per i Mahi Mahi e
tonni che abboccano in un batter d’occhio! Niente di meglio per tenere alto il morale!
Abbiamo già tirato su le nostre prime prede a bordo ed alcuni dei rider corrono a
poppa per osservare lo spettacolo.
Eccoci, questo è il posto!
Il secondo pass ci ha sorpreso ed era molto meglio del primo.
Ritiriamo le lenze a bordo mentre esploriamo il reef lungo il pass. Appena entrati
nella laguna, vediamo che le onde si allineano alla perfezione, proprio come avevamo
sognato!
Urla d’eccitazione riempiono l’aria tranquilla e la barca si trasforma in un branco di
scimmie affamate che hanno appena visto un casco di banane!
L’attesa paziente di ognuno di noi è finalmente arrivata al termine e ne è veramente
valsa la pena.
In un batter d’occhio, tutti i rider si gettano fuoribordo, per sfruttare al meglio le
onde perfette e godersi lo spot tutto per se, senza ovviamente l’ombra di un’altra
barca in zona.
I rischi che abbiamo preso sono stati ripagati già dalla prima session, ma col
passare dei giorni, lo swell è diventato ancora più grosso e perfetto.
Gli altri spot sulla mappa sono altrettanto spettacolari, permettendoci di scegliere lo
spot ideale a seconda delle condizioni di vento e marea.
Kai Lenny fa lavorare il suo Trifin sullasuperfice vetrata di quest’onda.
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Le session non finiscono mai, finendo per sfiancare ognuno di noi!
Lo swell continua a pompare senza sosta, permettendoci di esplorare nuovi spot
ogni giorno, perfino in luoghi che non erano nemmeno segnati sulla mappa.
Il nostro capitano ci dice che qui ci sono alcuni local, in quanto è l’unica isola abitata.
Non vedono quasi mai nessuno, al di fuori dei pescherecci giapponesi che fanno
strage di qualsiasi cosa ci sia in acqua, come un po’ ovunque nel Pacifico.
Qui, lontano da tutto in questo mondo dimenticato, per loro siamo solamente dei
turisti dispersi. La nostra passione li ha fatti ridere!
Il modo in cui cavalcavamo le onde li spaventava tantissimo e ci rendeva quasi delle
divinità ai loro occhi!
Sentiamo le loro urla dal lineup e, mentre si divertivano un sacco a guardarci, noi
abbiamo anche approfittato dell’incontro per comunicare in qualche modo e
comprare un po’ di noci di cocco, la materia prima principale dell’isola.
Cosa avranno pensato di noi?
Il nostro capitano ci dice che probabilmente siamo i primi rider che hanno visto in
vita loro, e solo l’idea ci fa sorridere.
Partiamo poi a bordo del nostro yacht lussuoso, se confrontato con le loro piccole
imbarcazioni cadenti, tornando verso l’aeroporto internazionale, mentre
metabolizziamo l’intensità delle giornate passate qui.
Siamo stracolmi di ricordi indimenticabili, che hanno saziato pienamente il nostro
desiderio di scoperta di nuovi spot in cui praticare gli sport che amiamo.
Questo risultato è un successo?
In ogni caso, i locali sono rimasti stregati da quello che hanno visto e, secondo me,
solo questo avvenimento vale l’intero viaggio.
Manu Bouvet e una cascata d’acqua trasparente.
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SINOSSI DI WALLS OF PERCEPTIONSurfare significa amare la natura. Devi affrontarla nella sua forma più pura, cercare
di resistere alla sua forza bruta, cercando di credere nelle proprie capacità ma
mantenendo l’umiltà. La natura è selvaggia ed imprevedibile. Non si può circuire…
La nuova produzione Oxbow Walls of Perception presenta l’approccio di 7 diversi
rider fuori dal comune, mentre si adattano ed affinano le proprie capacità per
surfare spot diversi in giro per il globo, prima di riunirsi tutti in un unico paradiso:
le Isole Marshall. Questo arcipelago è un parco giochi magico in cui tutte le
possibilità si tramutano in realtà, permettendo a tutti i rider di fare quello che fanno
meglio. Questo film può essere visto come il seguito dell’Oxbow Waterman
Experience del 2010, in cui i rider del team Oxbow hanno condiviso con gli spettatori
lo spirito unico dei loro singoli sport, con una produzione davvero straordinaria, che
rispecchia al meglio la loro mentalità. Sono sempre alla ricerca di condizioni epiche
e sensazioni uniche, facendoci entrare nella loro quotidianità, in modo da farci
capire dal profondo cosa provino ogni volta che prendono un’onda. I loro Muri della
Percezione “sono profondi, ritornando alla sensazioni primordiali del contatto con la
natura. Solo così potrete veramente capire…”
Jason in Aerial!
Lo Spot...
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HOW TO DOLe condizioni ideali per questa manovra sono di acqua piatta o chop non troppo
“ravvicinato”; serve una buona in velatura. Percorro il bordo alla massima
velocità possibile, quindi al lasco in stile “run di speed”, verso un punto dove lo
specchio d’acqua sia liscio per fare in modo di eseguire la prima parte di
scorrimento perdendo meno velocità possibile. Con i piedi ben saldi nelle strap
premo con decisione sul bordo sottovento della tavola con entrambi i piedi,
lascio cadere progressivamente la vela verso l’acqua all’interno della curva
tenendo il braccio d’albero teso. A questo punto chiudo col braccio posteriore
in modo che la base della vela non vada a toccare l’acqua. Durante questa fase
la vela si scarica completamente, è molto importante mantenere il peso centrale
e le gambe piegate poichè fungono da ammortizzatori per rendere la curva più
fluida possibile. Si arriverà così al traverso sulle nuove mura con la vela sdraiata
a pochi centimetri dall’acqua: siamo pronti per la seconda fase. Nei brevi istanti
che precedono lo stacco, sollevo leggermente l’albero per fare in modo che la
vela si gonfi dal lato sopravento controllando con la mano posteriore la potenza,
contemporaneamente individuo il chop dove staccare leggermente di bolina.
Stacco! Con decisione spingo nella mano di bugna e contemporaneamente
spingo con i piedi in avanti distendendo le gambe come per un high jump in
cielo!!! A questo punto vi sentirete letteralmente catapultare in alto e spinti
indietro dalla forza del vento, per compensare dovrete cazzare la vela e piegare
le gambe per preparare l’atterraggio. Lo stacco da una bella sensazione di
potenza, vediamo ora la sequenza commentandola.
STEP BY STEP1: Alla massima velocità al lasco inizio la manovra come se facessi una
strambata con piedi nelle stap portando progressivamente la vela verso l’interno
della curva
2-3: Mantengo la posizione tenendo il peso del corpo il più possibile avanti, l’arco
di curva sarà così molto ampio, nel frattempo le gambe dovranno ammortizzare
i piccoli chop. Tutto ciò per fare in modo di mantenere la velocità più elevata
possibile.
4: Sempre nella stessa posizione con vela parallela all’acqua cerco un piccolo
chop per lo stacco.
5-6: Individuato il punto giusto, spingo più deciso sul bordo della tavola
stringendo così l’arco di curva arrivando di bolina nel momento dello stacco. Nel
frattempo sollevo l’albero per far prendere vento alla vela.
7-8: Nell’attimo dello stacco spingo con decisione sia sulla mano posteriore che
sulle gambe per fare in modo che la tavola decolli!
9-10: Una volta catapultato in aria spingo l’albero avanti, cazzando la vela con la
mano posteriore, tipo la fase iniziale di uno Speed Loop.
11-12: Poi piego le gambe per fare in modo di atterrare il più verticale possibile.
13: Mi ritrovo così sulle stesse mura di partenza, cazzo la vela e riprendo la
planata pronto per la prossima manovra.
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Il Cut Back è appunto una manovra originaria del surf da onda, la differenza è che
per poterla eseguire nel surf sono indispensabili sia una perfetta padronanza
dell’onda che un totale controllo della tavola, mentre nel windsurf abbiamo il
vantaggio di avere una vela che ci aiuta a mantenere velocità ed equilibrio durante
l’esecuzione della stessa. Questa manovra può essere eseguita con qualunque tipo
di onda e vento ed è la curva che si effettua sulla parte più ripida del lip, dopo il
Bottom Turn, per tornare nuovamente alla base dell’onda.
Il Cut Back, in relazione alla conformazione della spalla dell'onda, alla sua potenza
ed al grado di difficoltà della curva che si intende intraprendere, si può eseguire in
svariati modi passando da un “classic Cut Back” (vedi sequenza 1) con un raggio
della curva molto ampio, ad uno con curva più stretta od, infine, ad un “Cut Back in
re-back” sull’onda (vedi sequenza 2), secco ed aggressivo con un notevole spruzzo
d’acqua e con la tavola che ritorna nel punto originale di entrata sull’onda.
Quest’ultima, al momento, è la transizione più in voga tra i guru del wave riding
moderno come Kauli Seadi, Keith Teboul e Levi Siver che, grazie anche ai nuovi shape
delle tavole multi fin da loro sviluppati negli ultimi anni, ne hanno favorito
l’esecuzione. La manovra andrà eseguita in velocità sulla sommità dell'onda o al
massimo a metà della stessa; se la impostate diversamente rischierete di scendere
troppo verso la base del frangente e di perdere tutta la velocità. Per compiere il
movimento che vi consentirà di far curvare la tavola a 180° dovrete agire spingendo
sul bordo esterno (quello che guarda verso terra) con il piede posteriore; il busto,
abbastanza basso, dovrà ruotare e sbilanciarsi verso la direzione che intendete
prendere, con un movimento tanto più brusco quanto più la manovra vorrà essere
eseguita in maniera aggressiva. Ora vi spiegherò meglio fase per fase.
Dopo il Bottom Turn (analizzato nel capitolo I sul precedente numero di Funboard),
iniziate a girare nel momento in cui, alzando lo sguardo, localizzate il punto esatto in
cui volete piazzare il vostro Cut Back. Il punto migliore è quello più vicino possibile
alla parte dell’onda che sta rompendo.
Risalendo l’onda assumete una posizione più centrale con il corpo, mantenendo
sempre lo sguardo fisso sul punto in cui volete andare a colpire il lip. Mentre ci si
avvicina al lip si passa dalla presa larga ad una più stretta del boma, spostando la
mano della bugna più avanti (in vicinanza delle cimette del trapezio). Le prime volte
provate ad esagerare, mettete la mano posteriore di fianco a quella anteriore e vi
renderete conto di quanto questo movimento sia importante per far sventare la vela
e permettervi di spingere a fondo la tavola durante il Cut Back. Altra cosa
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fondamentale è che il piede posteriore deve prendere tutta la poppa della tavola e
spingere forte sul tallone per far mordere l’acqua al bordo backside prima del Cut
Back e far girare la tavola velocemente, passando appunto dal bordo frontside a
quello backside, sfruttando anche tutto il peso del vostro corpo.
Più spingerete forte col piede posteriore e più radicale sarà il vostro Cut Back, ma
ricordatevi però di non piantarvi e di lasciare nuovamente correre la vostra tavola
verso la base dell’onda per ricominciare tutto da capo. Un ultimo consiglio, il surf
da onda o il bodyboard aiutano moltissimo ad imparare a leggere le onde ed a capire
quindi in anticipo come e dove frangeranno. Questa è una dote essenziale per
trovarsi sempre nel punto giusto ed al momento giusto, per poter piazzare
sorprendenti Cut Back per la vostra gioia e l'ammirazione di chi vi guarda.
Have fun and “GO FOR IT”
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INTROLa Flaka bugna avanti è una manovra molto tecnica, consiste nell’eseguire una
rotazione di 360° in slide sopravento. Questa manovra è stata per molti anni il
cavallo di battaglia di Nicolas Akgazcyan in grado di eseguirla anche nella
versione Diablo, è ora presente nel bagaglio di manovre dei migliori atleti in
coppa del mondo e si vede sempre più spesso nelle avvincenti finali di questo
circuito.
STEP BY STEPFoto 1. Eseguite il passaggio Duck Jibe cercando di perdere meno velocità
possibile. Si può quindi effettuarlo in andatura di traverso o lascare eseguendo
il passaggio in condizioni di maggior controllo per poi orzare leggermente al fine
di riavere vento nella vela e continuare a planare con velocità.
Foto 2. Questa è forse la fase più critica della manovra, poiché bisogna trovare
l’angolo giusto in cui infilare la bugna nel vento. Come sapete, gestire la vela
bugna avanti è una cosa non così facile e se volessimo dare un valore di difficoltà
a questo, ciò sarebbe sicuramente minore in andatura di lasco, per diventare più
difficile di traverso fino al livello massimo di difficoltà e nervosismo della vela
negli angoli di bolina. Quindi dall’andatura di traverso/lasco si inizia a
posizionare la vela in avanti fino a quando non si sente il momento fatidico in cui
la vela è nel vento. È questo il momento con il quale deve coincidere la fase di
stacco ed un aumento di pressione nella vela in direzione della prua e della
rotazione.
Foto 3. Siamo adesso nella fase aerea con la vela che ruota velocemente
sottovento e ci spinge indietro, dobbiamo quindi mantenere un assetto corporeo
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sbilanciato in avanti per contrastare questa spinta.
Foto 4. Nel momento in cui la tavola tocca l’acqua inizia lo slide degli ultimi 180°,
il fatto di essere di nuovo in appoggio sull’acqua rende il controllo della
rotazione più facile rispetto alla fase aerea.
Foto 5. Difatti rimanendo ben posizionati con il copro la rotazione continua da se,
fino all’ultima fase in cui bisogna concentrarsi nuovamente per concludere la
manovra e non far si che la vela bugna avanti ci colga di sorpresa nel suo
nervosismo a causa della velocità acquisita in rotazione o più semplicemente a
causa di una raffica improvvisa e vanifichi il tutto.
Foto 6. Per avere un buon controllo della fase finale l’assetto corporeo deve
cambiare, di conseguenza da una posizione sbilanciata in avanti iniziamo ad
arretrare con il peso facendo più pressione sulla poppa e maggior forza con il
braccio di bugna che è quello che controlla la vela in andatura clew first.
TIPS- Condizioni di acqua piatta e vento costante sono senza dubbio favorevoli
all’esecuzione di questa manovra.
- Vele dai 5.0m2 a 4.5m2 sono le misure più gestibili bugna avanti.
ERRORI- Saltare prima di aver posizionato la vela.
- Non avere abbastanza velocità dopo il passaggio Duck Jibe non riuscendo
quindi a saltare ed innescare la rotazione.
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Vola al traverso a tutta velocità, con la vela bella piena e comincia a lascare
leggermente per metterti in switch stance, cercando di trovare una zona di
acqua piatta che ti permetta di mantenere una buona velocità. Essendo una
combinazione, ed anche una delle più contorte aggiungerei, è consigliato saper
chiudere i mattoncini base che la compongono, cioè switch Kono e Puneta. Una
volta che ti ritrovi in switch a tutta velocità, infila l’albero nel vento spingendo in
avanti col braccio posteriore, per poi prendere il terminale con quello anteriore
e passare sottovento alla vela come per una Duck Tack. Per tutte le manovre in
Duck è davvero importante eseguire il passaggio correttamente, specialmente in
questo caso, dato che la potenza della vela garantisce l’esplosività e il momento
necessari per staccare e girare l’intero trick. Appena sei sottovento alla vela, in
switch, sbilanciati leggermente verso prua ed appena vedi un ripido choppino
sopravento a te, spingi con forza sulle punte e sulla mano di bugna. Questo
movimento combinato ti solleverà letteralmente dall’acqua, facendoti volare in
Kono switch. Una volta che sei in aria, cazza la vela verso poppa e tirati la gamba
posteriore sotto il sedere, in modo che la prua, all’atterraggio della prima fase
aerea di 180°, faccia da perno, innescando la rotazione in Puneta. La difficoltà
vera e propria di questo trick sta appunto nell’inversione della rotazione da
sopravento, con la Kono switch, a sottovento, con la Puneta. Una volta che stai
slashando tranquillamente indietro, infila l’albero nel vento col braccio
anteriore, cercando di non spingere sulla bugna, altrimenti fermerai la
rotazione. Resta centrale col peso, appoggiandoti nel boma e continua a tenere
la gamba posteriore stesa verso poppa e lo sguardo che anticipa la rotazione. A
questo punto la rotazione è quasi completata, finisci il trick come una normale
backwind jibe e sarai un passo più vicino al livello dei top rider del PWA!
STEP BY STEPFoto 1-3: Mettiti in switch al traverso a tutta velocità in una zona d’acqua liscia
come olio, cercando di sfruttare tutta l’inerzia che hai a disposizione e
cominciare a passare sottovento alla vela come per una Kono switch. Infila
l’albero nel vento spingendo con la mano posteriore, vai poi a prendere la bugna
con la mano anteriore e passa sottovento alla vela. Migliore sarà il passaggio,
maggiore potenza e proiezione avrai a disposizione per eseguire correttamente
la prima rotazione area di 180° del trick. Sbilanciati leggermente in avanti
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quando sei sottovento alla vela, in modo da non perdere velocità. Appena vedi un
ripido choppino davanti a te, sposta il tuo peso con forza sulle punte e spingi
sulla mano di bugna (foto 3). Più brusco e veloce sarà questo movimento, più
andrai alto, quindi io spingo sempre come un pazzo!
Foto 4-6: Stendi le gambe per fare salire la prua della tavola in cielo e gira la
testa e le spalle sopravento, innescando la rotazione nel vento. Appenditi nel
boma e, appena passi nel vento (foto 5), rannicchiati in una piccola pallina in
modo da riprendere l’equilibrio e tornare dritto, ruotando velocemente.
Cazzando sulla mano di bugna poi, la prua punterà verso il basso, permettendo
alla tavola di slashare appena tocca l’acqua.
Foto 7-8: Questa è fase di transizione dalla Switch Kono alla Puneta ed è anche
la fase in cui si inverte la rotazione, da sopravento a sottovento. È fondamentale
cercare di restare col peso in avanti e sperare di aver fatto tutto correttamente,
in modo che la tavola abbia abbastanza inerzia per slashare ed arrivare almeno
a 270° della rotazione finale. Spingi l’albero nel vento col braccio anteriore, e
ricordati di non spingere sulla bugna, altrimenti fermerai la rotazione.
Foto 9-12: Se hai fatto tutto ciò con una buona velocità e precisione, la tavola
continuerà a slashare sottovento senza intoppi, come una normale Puneta. Le
prime volte può capitare che la fine della rotazione sia un po’ più lenta e statica…
in quel caso, stacca sempre più veloce e tira di più col braccio posteriore
all’atterraggio, in modo che la prua si abbassi ulteriormente, non facendo
fermare troppo la tavola all’atterraggio e rendendo difficoltosa la slashata della
seconda parte della rotazione. Continua a girare testa e fianchi sottovento e
chiudi il trick come una normale backwind jibe… Facile!!
DRITTE ED ERRORIPer questa manovra è importante trovare le condizioni di acqua giuste,
possibilmente con vento costante. Non iniziare il passaggio troppo al lasco
altrimenti non avrai abbastanza potenza nella vela per staccare correttamente.
In generale, se sbagli, devi andare più veloce e spingere di più sulla mano
posteriore al momento dello stacco!
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Chris Pressler si diverte con il Freeride nello spot principale di Sigri.
Panoramica di Lesbos.
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È stato Marcel a farci venire voglia di andare a Lesbos. Il posto
in cui il il poeta e cantante Sappho ha creato un enorme
baraonda nel 700 AC e i fratelli bucanieri Barbarossa hanno
cercato la loro fortuna nel 15esimo secolo. Il nativo austriaco
da Vorarlberg ha aperto un centro di windsurf a Sigri lo
scorso anno. Ho cercato lo spot perfetto in lungo e in largo
per tutto l’arcipelago greco. Finalmente ho trovato ciò che
cercavo a Lesbos, la terza isola maggiore del paese, subito
dopo Creta ed Eubea. Dopo il giro in ottovolante verso Sigri,
sapevo che qualcosa di speciale mi stava aspettando dietro
l’angolo. I greci sono isolani. Anche se non vivono tutti sulle
stesse isole. Solo nell’Egeo ce ne sono 1425, 3054 se si
considera tutto il paese. Noi però abbiamo scelto proprio
questa, Lesbos, un posto sconosciuto alle mappe dei
windsurfisti e di maggior richiamo, anche al giorno d’oggi,
per gli ornitologi e le coppie omosessuali. Noi, invece, siamo
venuti in cerca di venti costanti e gente locale cordiale ed
accogliente. “Se volete veramente vivere la Grecia,
condividendo lo stile di vita Greco, dovete andare sulle loro
isole", scrisse l’autore tedesco Johannes Poethen in uno dei
suoi saggi. Sembra che abbiamo fatto la scelta giusta.
I primi raggi di sole brillano sopra le colline riarse e spoglie
della zona occidentale di Lesbos. Non c’è molto da vedere oltre
al paesaggio tipicamente desertico, punteggiato qua e là da
qualche vallata verde.
Intanto percorriamo una strada apparentemente infinita che
corre lungo una serie di piccole fattorie di capre e pecore,
destreggiandoci tra il poco traffico e le curve pericolose. Non
c’è alcun segno di prosperità fra la popolazione; c’è solo un
monastero, proprio sull’orlo di un burrone. Improvvisamente
Spyros imbocca l’ennesima curva e ci mostra la visuale fuori
dal finestrino, indicando tutto agitato e dicendo: ”Questa è la
fine della strada. La mia Sigri!”. Dopo la suggestiva alba, la
luce orientale illumina la nostra macchina da dietro,
facendoci notare un piccolo villaggio verso sinistra. Si notano
le rovine di un’antica fortezza, un mulino a vento e un sacco di
tetti a distanza ravvicinata. Sullo sfondo poi si notano anche:
altre isole, corpi nudi che assorbono i caldi raggi solari, che
Michael Guttenbrunner ha poeticamente descritto come le
dite infuocate di Dio. Ci sono anche resti di alberi pietrificati
che sono stati coperti di fango, essiccatosi, dopo l’ultima
inondazione. Fortunatamente, proprio davanti, c’è la grossa
isola di Nissiopi, anche conosciuta come Megalonisi (Grande
isola). Come aveva cantato Omero nella sua Iliade, il signore
della Guerra, Agamennone, si era fermato qui a riposarsi
prima di andare a combattere contro i troiani. Nissiopi è
situata a destra della sorella maggiore Lesbos e forza le onde
in questo piccolo canale, in cui si trova proprio un reef dal
fondale piuttosto basso che crea dei banchi di sabbia su cui
occasionalmente rompono le onde. Nell’inside invece c’è una
laguna, spazzata con violenza dal vento e completamente
piatta. La profondità massima si aggira attorno ai 25 metri.
Siamo arrivati al piccolo paradiso di Spyros e Marcel, sulla
punta occidentale dell’isola che esce fuori dall’ombra
protettiva della Turchia e viene travolta dai venti settentrionali
con tutta la forza possibile.
Il primo giorno ci regala condizioni memorabili da Freeride
nella laguna di Sigri. Il vento fischia tra le persiane della villa
di Anastasia, imponendoci di armare. Le case bianche come
gesso volano via mentre sfrecciamo a tutta velocità con le
nostre 8.0 metri, ricordando le sensazioni familiari che
avevamo già provato durante gli altri viaggi qui in Grecia. Una
volta tornati in spiaggia, veniamo salutati da Adonis, un vero
local di Sigri che di solito aiuta nella costruzione di nuovi
edifici e si occupa della manutenzione dell’unica strada
d’accesso per la proprietà privata di una famiglia locale. “Le
condizioni di oggi sono perfette per me. Ho 36 anni e ho
appena imparato la partenza dalla spiaggia. Devo cercare di
sfruttare le giornate tranquille come questa prima che il
Meltemi entri con tutta la sua potenza.” Adonis è uno dei pochi
local che si sono malati di windsurf. Dopo essere arrivato al
Sunset Bar, Marcel ci ha persuaso a bere un bicchiere di Ouzo
e ha quindi cominciato a parlare ad Adonis delle possibilità e
del divertimento legati al windsurf. Prima di entrare in acqua,
Adonis ci svela il suo segreto: “Ho la chiave che apre il
cancello di acciaio per arrivare alla spiaggia di
Andromaca. È davvero un posto da vedere quando c’è
Meltemi forte!”.
Nei giorni seguenti, infatti, il Meltemi comincia a
spirare a pieno regime, come capita spesso ad agosto,
raggiungendo punte ben oltre i 35 nodi. Adonis ci lascia
caricare le tavole Wave sul tetto dell’auto e ci lascia
anche la chiave del cancello. Dopo aver attraversato
l’enorme giardino del proprietario, seguiamo un
sentiero che ci conduce allo spot. Ci sono lunghi fasci
d’erba che scivolano sulle fiancate dell’auto fino a
destinazione, quando vediamo le onde del Mar Egeo
rompere in una piccola baia sabbiosa. Il Meltemi
tempestoso spira mure a destra. La zona di partenza
iniziale è estremamente bassa e il quad si rivela la
scelta più appropriata per la situazione. Ci mettiamo
un po’ ad abituarci alle forti raffiche che accelerano
sulla collina, ma le corte e ripide onde si rivelano delle
rampe perfette per volare nel cielo Greco. Non male!
Andromaca può tranquillamente competere con
Prasonissi, Ftelia o Tsoukalia. Il nome? La baia è stata
battezzata così dalla famiglia locale. È stata chiamata
Andromaca, come la moglie del temerario eroe troiano
Ettore. Andromaca era una donna sfidata dal destino.
Nella sua baia infatti, il destino metterà alla prova
chiunque si allontani troppo verso le rocce a sinistra.
Surfare troppo vicino potrebbe costare qualche taglio
e la distruzione quasi completa del materiale.
Chi ha bisogno di nominare le strade?! Qui a Sigri,
semplicemente non esistono. Dopo la nostra visita del
primo giorno, sappiamo già a memoria la via per
arrivare al Surf Center e per arrivare da Remezzo, la
nostra taverna preferita, dove tutti ballano al suono del
flauto Nondas. I due piccoli minimarket e il panificio in
centro città fanno ormai parte delle nostre tappe
obbligate. Fortunatamente non avevamo bisogno di
prelevare soldi o di farmacie. Abbiamo portato
abbastanza denaro e non abbiamo quasi mai avuto
problemi di salute. La serenità di Sigri ci sta
contagiando. “Molte persone vengono qui per
rilassarsi e soprattutto per liberare le loro menti” ci ha
detto Anastasia. Qui non si prova la stessa agitazione e
ansia che sul continente. Il vento sembra raffreddare
gli spiriti e notte dopo notte i grilli ti cullano finché ti
addormenti. “Se vuoi ritrovare te stesso, visita la
cappella di Zoedochos sulla spiaggia di Faneromeni sul
fiume Tapsas. Ci sono parecchi affreschi di icone sacre
e anche una piccola caverna cosparsa di candele, per
ogni giorno benedetto dal vento.” La gente alla ricerca
di varietà e cambiamenti può anche andare a fare un
giro ad Eressos, isola natia della poetessa Saffo, nata
nella città costiera di Skala Eressos, dove un sacco di
coppie omosessuali camminano per le strade. La
maggior parte della gente che arriva a Sigri è
composta da viaggiatori giornalieri che poi ripartono
al tramonto. Il villaggio comunque è più vivo durante i
mesi estivi, ovviamente.
Mentre i venti nordorientali spazzano la baia, incuranti
delle colline a ridosso, arriviamo finalmente alla
spiaggia di Faneromeni. Io uso la mia 5.3 al limite ed il
sole al tramonto proietta una lunga ombra sulla baia.
C’è una maestosa roccia sulla sinistra che proietta
un’enorme ombra sulla spiaggia.
Un matrimonio alla cappella di Zoedochos, gremita di
gente, sfida con audacia le brutali raffiche di vento,
mentre io viro quasi sul bagnasciuga. Peccato non aver
scoperto Faneromeni un po’ prima. La lunga e poco
frequentata baia sabbiosa offre condizioni perfette per
il bump&jump ed un’indescrivibile immersione nella
natura. La prossima volta che verrò però porterò
anche la mia 4.5!
Il tempo è l’essenza. Non pensavamo di trovare così
tanti spot. La prossima cosa da fare sulla lista è andare
a vedere la foresta pietrificata. Non c’è però una fretta
particolare in quanto questa foresta si è preservata in
quello stato per circa 20 milioni di anni in una piccola
caverna vicina a Sigri e non cambierà per altrettanto
tempo. C’è stata un’eruzione vulcanica e la colata lavica
ha invaso questa zona boschiva. I tronchi sono stati
avvolti dalla fuliggine, su cui si è poi solidificata la lava
che li ha resi duri come marmo. Alcuni alberi sono
ancora in piedi e danno vita ad uno spettacolo davvero92
La baia di Andromache.
Ad Andromache ci sono ottime rampe per saltare.
suggestivo e singolare. Certi si stagliano sino a 7 metri
d’altezza. Gli alberi pietrificati però non si trovano solo
qui nell’entroterra. A sud di Sigri, vicino a Limena, si
trovano altri alberi fossili, alcuni sono perfino nel mare
e sono anche molto grossi. Limena, tuttavia, non offre
gli stessi tesori geologici né la stessa costanza di vento
ed abbondanza di condizioni. Non volevamo però
rischiare di perderci questo bello spot Freeride,
raramente visitato dai turisti. A sud di Sigri c’è una
piccola strada sterrata che porta a Eressos.
Dopo aver guidato per circa 3 km su questa stradina,
una piccola baia sabbiosa spunta tra le rocce. Ci sono
un sacco di isolette sparse sullo sfondo. Il relitto di uno
yacht è spiaggiato proprio davanti ad una delle più
lontane, un fatto che però ci lascia indifferenti data la
nostra situazione corrente. Stiamo vivendo il nostro
sogno isolano. “Cosa può interessarmi di un relitto
quando non m’interessa nulla al di fuori della mia isola
paradisiaca” (Friedrich Hölderlin, Hyperion).
Numerose ochette aggiungono del bianco all’azzurro
intenso dell’acqua, che sembra quasi un’enorme
piscina. La session di Freeride in questo spot, di
conseguenza, è diventata l’highlight del viaggio.
Le condizioni si sono rivelate così perfette che mi
hanno permesso di risalire via mare da Limena fino a
Sigri, tornando al mio punto di partenza al centro surf.
La distanza in linea d’aria è di circa 3km, ma è passata
in un secondo. La continua potenza nella mia 6.7
Freeride era semplicemente perfetta. La superfice
glassy dell’acqua mentre risalivo verso la fortezza di
Sigri è stata un vero piacere. Stranamente, sembra che
il Meltemi nell’Egeo nordorientale sia molto più
costante!
Il momento dolente di dover ripartire è ovviamente
arrivato troppo prematuramente. Ben lontano dai soliti
cliché e rintanati nel piccolo villaggio di Sigri, abbiamo
potuto vivere e respirare il vero stile di vita greco. Il
Meltemi ha riconfermato la sua reputazione. Forse per
il prossimo viaggio a Lesbos dovrei portarmi anche la
4.2. Ci sono almeno 5 spot nella zona di Sigri che
offrono un’eccezionale varietà e qualità di condizioni.
Se il Meltemi dovesse essere ancora più forte poi, si
punterebbe diretti al canale, ad 1km dal centro di
windsurf di Martina e Marcel, per surfarsi un po’ di
onde interessanti.
Anastasia ci saluta dalle scale della sua villa,
circondata dal profumo dei fichi maturi. L’estate è
quasi finita. Durante gli ultimi giorni di agosto, il
Meltemi continua a soffiare con audacia,
permettendoci di praticare il nostro bellissimo sport in
un sacco di posti nella zona di Sigri, sia in acqua piatta
e bassa che in canali con le onde. Le uniche parole
scambiate con la nostra padrona di casa erano la sera,
dopo aver surfato tutto il giorno. La partenza è stata
una doccia fredda. "L’isola è grossa. Siete rimasti
troppo poco," ha detto Anastasia, che passa più di sei
mesi ogni anno nella sua villa in riva al mare, sulla sua
spiaggia privata vicino a Sigri. "Personalmente
preferisco questa parte dell’isola e se ho voglia di
nuotare, vado a fare un salto alla spiaggia di
Fanomereni. Anche voi siete riusciti a visitare la mia
zona preferita per bene, spero torniate presto!”.
Atmosfere uniche e paesaggi mozzafiato per delle lunghissimesession di Freeride a Sigri sospinti dal fresco Meltemi.
Lo spot di Faneromeni dove il vento a volte può essere molto forte.
93
INFORMAZIONI GENERALICome arrivare a Lesbos:
• Voli diretti con Air Berlin, Aegean Airlines, più numerose
altre coincidenze con Olympic Airlines da Atene.
• Si può spostarsi con voli interni o traghetti con la
propria macchina. I traghetti partono una volta a
settimana da Kavalla per Limnos con arrivo diretto a
Sigri, o da Cesme, Turchia con tappa a Chios.
• Transfer dall’aeroporto o dal porto, con macchina a
noleggio già pronta organizzata da Sigri Surf Center.
Prenotazione: SUN+FUN
www.vacanzewindsurf.com/grecia_ lesbos.htm
Alloggio:
Ci sono notevoli possibilità per alloggiare in
appartamenti privati o hotel a Sigri.
• Villa Anastasia: l’indirizzo numero 1, proprio vicino
all’aeroporto e a soli 150 metri dalla scuola di
windsurf. Appartamenti ben arredati con vista mare,
gestiti da Anastasia, una greca che vive anche in
Germania. Tel. 0030-2253-054427 (numero greco).
0049-30-743 44 26 (numero tedesco)
Web: www.villa-anastasia.de.
E-mail: [email protected]; [email protected]
• Altri alloggi: Hotel Orama, Sigrion Villas, Aeolis
Maisonettes, Evangelia Appartments. Si può prenotare
l’alloggio da agenzia di viaggi o tramite Sigri Surf
Windsurfcenter.
• Camping: No camping vicino agli spot, ma Anastasia
ha messo a disposizione uno spazio della sua proprietà
per accamparsi.
Autonoleggi:
Direttamente all’aeroporto a Mytilini o a Skala Eressou.
I transfer sono organizzati dal Sigri Surf
Windsurfingcenter. www.lesvoscar.com
Spot vicino a Sigri
Dal 2010 Marcel e Martina Simon dall’Austria
gestiscono il windsurfing center qui a Sigri. Per avere
ulteriori informazioni su prezzi, o offerte
www.sigrisurf.com.
Tutti gli spot in zona Sigri funzionano con venti da nord
e nordest e anche da sud, che spirano con forza in
primavera. Il team Sigri Windsurf Center organizza
viaggi tutta la settimana anche negli altri spots.
Lista degli spot da Nord a Sud:
Faneromeni: lunga spiaggia di sabbia con un piccolo
shorebreak, il vento accelerato dalla collina può essere
molto forte!
Andromache: condizioni di waveriding side-onshore
con vento mure a destra e onde europee da 1-1.5m. La
baia è privata, ma il team Sigri Windsurfcenter ci
organizza dei viaggi.
Sigri Surf Center:acqua piattissima, entrata con acqua
bassa, rocce e alghe, con vento che accelera sulla
collina e spira davanti al centro aumentando di 1 Bft.
Rafficato, forte, ideale sia per il Freestyle che per lo
Speed, con piccole onde di windswell e vento più calmo
di fronte al centro, permette di fare le manovre proprio
vicino a riva.
Channel (Megalonisi Insel): dall’altra parte del
windsurfing center. A circa 1000 metri di distanza c’è
un canale, tra l’isola principale e Megalonisi. Lo swell
passa in questo canale largo più o meno 500 metri e in
giornate grosse permette di surfare le onde, che
rompono su un tavolato di roccia.
Limena: a sud del villaggio di Sigri ci sono altre baie
sabbiose. Limena offre condizioni di vento molto
costanti e acqua turchese e cristallina, grazie al
fondale sabbioso. Ci si può arrivare guidando sullo
sterrato verso Eressos.
Fanes: a sud di Limena, spot molto solitario che
funziona con vento da sud.
Clima:
In primavera occorre una muta semistagna. In estate,
è davvero caldo e si può entrare in acqua in costume.
Le temperature più alte sono a luglio e agosto ma
grazie all’effetto rinfrescante del vento settentrionale,
le temperature effettive sono comunque piacevoli. La
stagione comincia a maggio e in aprile è ancora
abbastanza fresco.
Mese Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott
Aria 22° 26° 30° 32° 32° 29° 24°
Acqua 16° 18° 22° 24° 25° 24° 22°
Il vento predominante è il Meltemi settentrionale e
spira con forza quando si formano dei sistemi di alta
pressione sopra all’Europa e dei sistemi di bassa
sull’Asia minore. Il Meltemi rinforza poi sulla costa
occidentale di Lesbos, dove si trova Sigri.
Le statistiche del vento degli ultimi 3 anni
(condizioni planabili in %)
Maggio 60% / Giugno 65% / Luglio 80% / Agosto 85% /
Settembre 70%/ Ottobre 65%
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Lo spot di Limena con la sua acqua turchese e il vento disteso.
Full speed a Sigri.
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