funboard 144

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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.

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Page 1: Funboard 144
Page 2: Funboard 144
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Page 4: Funboard 144

Model Size Fin R·S·SFreestyle Wave 78 Ltd. V2 231 x 57 cms MFC FREEWAVE 23 CNC G-10 3.7-5.4Freestyle Wave 84 Ltd. V2 232 x 59 cms MFC FREEWAVE 25 CNC G-10 4.2-5.8Freestyle Wave 90 Ltd. V2 233 x 61 cms MFC FREEWAVE 27 CNC G-10 4.5-6.0Freestyle Wave 96 Ltd. V2 234 x 63 cms MFC FREEWAVE 28 CNC G-10 4.7-6.4Freestyle Wave 102 Ltd. V2 235 x 65 cms MFC FREEWAVE 29 CNC G-10 5.0-6.7Freestyle Wave 108 Ltd. V2 236 x 68 cms MFC FREEWAVE 31 CNC G-10 5.2-7.3Freestyle Wave 116 Ltd. V2 237 x 70 cms MFC FREEWAVE 33 CNC G-10 5.8-8.0

78LTS 84LTS 90LTS 96LTS 102LTS 108LTS 116LTS5.9 kgs 6.2 kgs 6.4 kgs 6.4 kgs 6.4 kgs 6.7 kgs 6.9 kgs

Page 5: Funboard 144

Ride

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Page 6: Funboard 144

ANNO XVIII - NUMERO 144FEBBRAIO/MARZO 2012

DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]

REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]

ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]

GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]

IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]

FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi: Antoine Albeau, Manu Bouvet, Carine Camboulives,

Ricardo Campello, Valentina Crugnola, Daniele Di Rosa, Ovidio Ferrari,

Luigi Madeddu, Matteo Iachino, Florian Jung, Andre Paskowski,

Mattia Pedrani, Simone Pierini, Kevin Pritchard, Benjamin Thouard.

immagini: Robert Almqvist, Eric Bellande, Franck Berthuot, John Carter,

Andrea DeMaria, Jimmie Hepp, Sofie Louca, Valerio Pedrani, Kevin

Pritchard, Mateo Righetti, Giacomo Sanna, Michael Sumereder,

Benjamin Thouard, Darrel Wong.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it

AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]

SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAPress-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l.20090 Segrate (MI)

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano

SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTEROJohnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milanotel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - [email protected] attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

MODALITA' DI PAGAMENTOBonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 MilanoBanca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199CAUSALE: abbonamento FUNBOARD - NOMINATIVO E INDIRIZZO

Funboard è una testata della casa editrice

JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche

gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite),

Snowb (snowboard) e le riviste

Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite)

Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle)

6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),

SupTime (stand up paddle).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva

autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non

espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,

nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di

riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso

essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati

dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista.

Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.

PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00

ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00

PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio

ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234

STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)

>ECCETERA

Cover Story

Questo mese si aggiudica la copertina Kevin Pritchard,Atleta con la A maiuscola, è stato Campione del MondoWave e ultimamente si sta dilettando sempre più siacon la macchina fotografica che con la telecamera. Èun collaboratore di Funboard da tempo e con questacover lo ringraziamo per il suo prezioso lavoro.

RIDER Kevin Pritchard LOCATION Maui, Hawaii FOTO John Carter

Inside

Come ogni anno in questo periodo ci teniamo a sorprendervi con una veste grafica nuova della

rivista. Ma le novità non sono finite, molti collaboratori sono stati confermati e ci sono anche

altrettante new entry. Matteo Iachino, il forte atleta Slalom di Albissola (Liguria), inizia con

questo numero una sua rubrica tecnica sui materiali, spiegandoci a modo suo molte cose

interessanti, ovvero andando dritto al punto senza inutili giri di parole.

Mr. Kevin Pritchard invece, sempre più impegnato dietro l’obiettivo della macchina fotografica o

telecamera, ci proporrà interessanti nuove destinazioni. Purtroppo, e anche un po’ per colpa

mia, è appena sfumata una toccata e fuga in Sardegna con Mr. Pritchard per il giorno della

Befana, ma a volte alcuni impegni familiari non sono posticipabili. Il nostro super Freestyle

teacher continua a spiegarci delle formidabili manovre, alcune anche di sua invenzione,

finalmente proponendoci delle sequenze fatte al mare!

Il nuovo DVD Minds Wide Open di Andre Paskowski è ora in vendita, essendo Funboard partner

ufficiale del progetto vi abbiamo tenuto aggiornati sull’argomento e in questo numero vi

proponiamo anche il Making Of finale con tante curiosità. Se non lo avete ancora preso correte

a comprarvi il DVD… fortemente consigliato!!!

Raimondo Gasperini dopo qualche numero di latitanza torna a raccontarci le sue iniziative

rivolte ai giovani. Bravo Ray… mai come in questo momento c’è bisogno di nuove leve! Mentre il

presidente della AICW ci spiega per bene il panorama agonistico italiano del prossimo anno, in

cui sono presenti diverse agevolazioni per i più piccoli!

E la rubrica dedicata alle ragazze?!? La nostra Valentina Crugnola tra un impegno e l’altro

continuerà a farci conoscere il lato gentile del nostro sport!

Altri collaboratori durante l’anno ci daranno il loro contributo e in queste righe li voglio

ringraziare tutti per il loro lavoro e soprattutto per la loro passione che vogliono condividere

con i lettori di Funboard.

Ci rivediamo in edicola ad aprile dove ci sarà anche il primo numero del 2012 di SUPTIME, nel

frattempo passerò qualche giorno nel mio amato Sud Africa.

ALOHA

Have fun!

Fabio I-720

4

Jacqueline&Fabio.© Kevin Pritchard

Page 7: Funboard 144
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6

RIDER Phil Horrocks | LOCATION Sunset, Sud Africa | FOTO John CarterSommario

36 TIMES RULEDI Florian JungGli infortuni purtroppo fanno parte della vita agonistica di ogni sportivo. Vediamo come il forte waver tedesco Florian Jung sta affrontando la sua rottura del ginocchio.

68 UN ANNO ON THE ROAD CON JOHN CARTERDI John CarterJohn Carter è il fotografo ufficiale del PWA e lavora per quasi tutte le maggiori aziende del settore che lo chiamano ovunque ci sia bisogno di lui e della sua arte. Scopriamo insieme chi è JC e come gestisce il suo frenetico anno di lavoro sugli spot più belli al mondo.

42 CARINE, MANU E BENJAMINDI Fabio CalòAbbiamo intervistato direttamente dalla Maui Lily Farm, Carine Camboulives, Manu Bouvet insieme al fotografo Benjamin Thouard, che ci raccontano qualche cosa sui loro viaggi.

48 MAKING OFDI Andre PaskowskiIl nuovo film di Andre Paskowski, Minds Wide Open, sta ottenendo il successo che si merita. Vediamo come è stato prodotto e gestito questo capolavoro.

56 CAPE MENDONCINODI Kevin PritchardIn viaggio con Kevin Pritchard nell’America del Nord per cercare la condizione tanto attesa ma che non arrivano, poi improvvisamente in uno spot sconosciuto…

62 BIG FIFTYDI John CarterRicardo Campello risponde senza esclusione di colpi in esclusiva per Funboard a 50 domande hot.

34 ONDE E CURVEValentina Crugnola ci porta a Perth con Alessandra Sensini.

82 FAQLa sezione di Funboard dedicata a chi vuole surfare meglio e divertirsi di più.In questo numero:PUSH LOOP TWEAKEDSWITCHY 900BURNER

90 SPOT GUIDEXRAY ON TOUR IN SARDEGNAL’insaziabile Raimondo Gasperini ci racconta il suo nuovo progetto di lezioni itineranti in Sardegna con particolare attenzione allo spot di Sa Barra con Gigi Madeddu.

Page 9: Funboard 144
Page 10: Funboard 144

8

Ecstasy, cibo per la mente!

Page 11: Funboard 144

9

RIDER Massimo Mannucci | LOCATION Hookipa, Maui | FOTO DI Sofie Louca

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10

Ecstasy, cibo per la mente!

Page 13: Funboard 144

11

RIDER Federico Infantino | LOCATION Hookipa, Maui | FOTO Franck Berthuot

Page 14: Funboard 144

Toys

Questa vela è stata realizzata per ottenere la massima performance,

facilità d’utilizzo e velocità vertiginosa. Questa versione elaborata della

EVOIII, è assolutamente velocissima, con un’accelerazione eccezionale

anche con poco vento e una maggior facilità di gestione anche con

vento forte.

La costruzione della tasca d’albero è stata realizzata con materiale a

bassa resistenza nella zona dei camber, per facilitare la rotazione.

Questo materiale è stato rinforzato con l’utilizzo di

Kevlar, soprattutto nella zona superiore della tasca, in modo da ridurre

il peso in rotazione e favorire il twist progressivo.

Una curva d’albero progressiva per un migliore bilanciamento delle

performance e per un utilizzo più facile.

Bugna compatta integrata: il nuovo sistema di bugna NeilPryde

Intergrated Compact Clew elimina l’utilizzo dei cutout, e collega la

zona inferiore della balumina con la penna, chiudendo il profilo dietro

la bugna. Il risultato è un controllo migliore, stabilità e range di

vento.

Robby Swift: “La MKIV è incredibilmente morbida e leggera tra le

mani. È facilissima da portare, ma è comunque potente e veloce.

Questa vela combina planata anticipata sia con vento leggero che

forte, ed è la scelta perfetta per gli spot d’acqua piatta, e per

arrivare alla massima velocità.”

SIZE LUFF BOOM BASE BATTENS CAMS IDEAL MAST TOP FINISHING

5.5 399 180 30/0 7 3 370/400 Fixed Head

6.2 423 190 24 7 3 400 Fixed Head

7.0 448 200 18 7 3 430 Fixed Head

7.8 469 210 14 7 3 460 Fixed Head

8.6 494 223 4 7 3 490 Fixed Head

9.5 520 233 30 7 3 490 Fixed Head

NEIL PRYDE RS:SLALOM MKIV LIMITED EDITION

12

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Prendi la WARP 2012, togli un camber e riduci leggermente la larghezza

della tasca dell’albero e otterrai la nuova RAM F12, quasi! Effettivamente,

logicamente, tutti i dettagli sono stati adeguati al range di utilizzo per

combinare le caratteristiche del Racing estremo con una maneggevolezza

eccezionale. La RAM F12, però, rimane una vela spietata in termini di

velocità. Grazie all’incremento del profilo nella zona del boma e dalla

balumina, l’accelerazione e massima velocità sono state aumentate

notevolmente, assieme anche al range di vento!

Dettagli: 7 stecche, una tasca d’albero più stretta e un peso ridotto

rendono la RAM F12 molto più maneggevole rispetto alla WARP F2012.

L’INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT aiuta definitivamente questo concetto.

Invece di utilizzare un solo tipo di shape per realizzare in toto la vela, (tasca

d’albero e profilo interno), Kai Hopf ha lavorato e conciliato due diversi

profili in 3D per la tasca dell’albero e per il corpo della vela. Il range di

utilizzo quindi è stato drasticamente aumentato di oltre il 25%.

L’utilizzo della TWIN.TRIM.CLEW amplia ulteriormente il range di utilizzo. Il

segreto della TWIN.TRIM.CLEW sta nell’utilizzo di due buchi piazzati

orizzontalmente. L’anello esterno garantisce maggiore potenza e feeling

diretto, mentre quello interno garantisce maggiore controllo e una

sensazione più morbida. La TT.TOP , la BOX.BATTEN iper-rigida e l’ampia

tasca conica AERO. SLEEVE, permettono alla nuova RAM F12 di arrivare a

velocità di punta eccezionali, ideali sia per tutti coloro che si divertono col

GPS o in gara. Un missile di questo calibro non è mai stato così facile da

usare, ed è proprio questo il segreto del suo successo.

Sullo scorso numero vi abbiamo presentato le vele da Race di Neil Pryde, North Sails e Severne, ora è il turno delle vele di questi tre branddedicate ad un pubblico più “amatoriale”, le Slalom, che non hanno nulla da invidiare in termini di prestazioni di velocità rispetto alle sorellemaggiori perdendo solamente un po’ in range di utilizzo e in accelerazione, ma sono la scelta ideale per quelli a cui piace correre a tuttavelocità senza avere troppe complicazioni di trim e settaggio.

Size

Boom max (cm)

Luff max (cm)

Vario Top

Battens

Camber

Weight (kg)

Best Mast

Mast: Best/Alternative Length (cm)

Mast: Best/Alternative Geometry

5.2

185

411

--

7

3

4.6

****

400

SDm/--

5.7

192

431

--

7

3

4.8

****

430/400

SDm/--

6.3

198

453

--

7

3

5.0

****

430

SDm/--

7.0

209

476

--

7

3

5.3

****

460

SDm/--

7.8

222

498

--

7

3

5.6

****

490/460

SDm/--

8.6

233

519

--

7

3

5.9

****

490/460

SDm/--

9.3

248

528

--

7

3

6.2

****

520/490

SDm/--

NORTH SAILS RAM F2012

13

FOTO DI John Carter

Page 16: Funboard 144

14

La OverDrive 2012 è la discendente diretta delle vele Reflex Race di

Bjorn Dunkerbeck. Equipaggiata con tecnologia Reflex, e condividendo

la stessa filosofia di una vela Race in termini di design, questa vela

rende la massima performance accessibile a chiunque. La OverDrive

è più veloce di molte altre vele Race tradizionali per molti rider,

anche grazie alla facilità di utilizzo. Questa vela permette al rider di

stare in posizione più eretta, perfetta per raggiungere velocità più

alte con maggiore controllo e pressione più moderata sulla gamba

posteriore.

La tasca d’albero più stretta, con chiusura in neoprene, impedisce

all’acqua di entrare, mantenendo la vela più leggera sia durante la

partenza dell’acqua che durante il recupero.

Avendo anche sviluppato la vela per performare al meglio con alberi

a minore componente di carbonio, evitando anche l’utilizzo di stecche

rotonde in carbonio, Severne ha aumentato la longevità della vela,

diminuendone il costo complessivo.

È stato anche integrato il Reflex System. Così facendo, è stato

aumentato notevolmente il range di vento coperto, diminuito l’attrito,

aumentato il controllo e la massima velocità della vela. Questo

gioiellino permette anche ai rider che vogliono solo divertirsi di

sfruttare al massimo, con accessibilità, le caratteristiche che prima

erano accessibili solo ai top rider PWA.

SIZE LUFF BOOM HEAD WEIGHT BATTENS CAMS REC. MAST IMCS COM. MAST

5.4 412 182 ADJ TBA 7 3 SEVERNE 400 19 SEVERNE 430

6.0 433 185 FIXED TBA 7 3 SEVERNE 430 21 SEVERNE 400

6.7 447 200 FIXED TBA 7 3 SEVERNE 430 21 -

7.5 464 211 FIXED TBA 7 3 SEVERNE 460 25 SEVERNE 430

8.5 493 224 FIXED TBA 7 3 SEVERNE 490 29 SEVERNE 480

9.5 524 236 FIXED TBA 7 3 SEVERNE 490 29 -

SEVERNE OVERDRIVE

Toys

Page 17: Funboard 144

15

Le vele Racing Blade 2012 di Loft disegnate da Monty Spindler sono ideate

per le discipline Slalom/Speed. Queste vele sono un’evoluzione delle 2011

che hanno dato il 3° posto Overall PWA in Slalom a Ben Van Der Steen, e

prima ancora hanno dato una lunga serie di successi alla Loft, come i 3

record Mondiali Speed, i Mondiale Coppa del Mondo di Speed 2008 e 2009,

una vittoria Slalom PWA nel 2010. La Racing Blade del 2012 è la versione

più facile e veloce finora creata. Disegnata specificamente per le gare

Slalom e Speed e sviluppata a Tarifa da Ben Van Der Steen e Ludovic

Jossin, la nuova vela promette un maggior spunto con vento leggero e più

controllo in high wind. Grazie al suo systema ITS (internal batten tensioner

system), cioè un sistema di tensione delle stecche al contrario delle prime

tre stecche in penna, permette di rendere la vela più equilibrata e

leggera, con una sezione top più reattiva e aerodinamica. Grazie anche

all’utilizzo del materiale PX05 nei panelli superiori la vela ha un feeling

generale più leggero per una migliore performance. Ben dice a proposito

della vela: “La vela già al “primo contatto” convince per bellezza del profilo

e solidità e ricercatezza dei materiali tra i quali spiccano un largo uso di

Pentex, le “solite” Internal Kevlar strip e le stecche dotate di “Super tubes”

100% carbon, oltre ai nuovissimi ITS Internal Batten Tensioning System,

esclusiva Loft Sails per ottimizzare il peso e l’efficienza del leech in alto.

Materiali e soluzioni che consentono, poi, di mantenere un peso

assolutamente in linea con le migliori e più leggere produzioni”. Completa

il panorama delle prime impressioni una non trascurabile perfetta

rotazione dei camber e ultimo ma non ultimo un corredo di primo ordine

composto da una doppia serie di camper (per l'impiego con alberi rdm o

sdm), doppio tappo, due strisce di monofilm trasparenti per evitare di

rovinare il monofilm della vela con lo sfregamento del boma e addirittura

un rinvio di bugna morbido.

Vele Formula BLADE FR: Quest’anno sono

anche state sviluppate le nuove vele Formula

Blade FR 11.0 e 12.0 m. Grazie alla collaborazione

di Dennis Little, le vele Loft possono ora

affermarsi anche nelle regate Formula.

FORMULA BLADE FR 11.0

Albero: 558cm

Boma: 252cm

4 camber

FORMULA BLADE FR 12.0

Albero: 575cm

Boma: 274cm

4 camber

LOFT SAILS RACING BLADE 2012

SIZE BATTENS CAMS MAST/BOOM REC. MAST EXT BEST MAST IMCS

9.5 7 4 526x242 520sdm 6 520 Loftmasts Sdm 100% Carb 33

8.6 7 4 506x225 490sdm 16 490 Loftmasts Sdm 100% Carb 29

7.8 7 4 484x217 460sdm 24 460 Loftmasts Sdm 100% Carb 25

7.0 7 4 458x200 430sdm 28 430 Loftmasts Sdm 100% Carb 21

6.3 7 4 436x189 430rdm 6 430 Team Edition Rdm 100% Carb 21

5.6 7 4 406x180 400rdm 6 400 Team Edition Rdm 100% Carb 19

4.9 7 4 380x170 370rdm 10 370 Team Edition Rdm 100% Carb 17

Robert Hoffman, nuovo distributore per l'Italia di Loft Sails, ci ha inviato lecaratteristiche delle vele da Racing di Monty Spindler che non siamo riuscitia pubblicare sullo scorso numero. Vi proponiamo ora qualche info sullenuove Racing Blade di Loft e le misure ufficiali delle nuove vele da Formula.

Page 18: Funboard 144

Esclusivo

ANCHE SE LA NOTIZIA HA COMINCIATO A CIRCOLARE SU INTERNET BEN PRIMA DELLA FINEDELLʼANNO, IL PASSAGGIO DEL PLURICAMPIONE DEL MONDO ANTOINE ALBEAUALLʼITALIANISSIMA RRD È SICURAMENTE IL COLPO DEL MERCATO DEL 2012! IL CAMPIONEFRANCESE VANTA 19 TITOLI MONDIALI DAL FREESTYLE AL FORMULA, PASSANDO PER LOSLALOM, DETIENE LʼATTUALE RECORD DI VELOCITÀ IN WINDSURF E UN INCREDIBILE NUMERO DIVITTORIE SU TUTTI I CAMPI DI REGATA DEL MONDO. ANTOINE ALBEAU NON HA SICURAMENTEBISOGNO DI PRESENTAZIONI, MA NOI DI FUNBOARD SIAMO RIUSCITI A BECCARLO A CALDO NONAPPENA HA MESSO PIEDE IN MAREMMA ALLʼINIZIO DELLʼANNO NUOVO PER FIRMARE ILCONTRATTO, RECUPERARE I SUOI NUOVI GIOCATTOLI E COMINCIARE IL SUO LAVORO DI TESTPER LO SVILUPPO DI NUOVI GIOCATTOLI DELLA FACTORY GROSSETANA.

16

Page 19: Funboard 144

Ciao Antoine, grazie per questa intervista. Il tuo

passaggio a RRD è uno dei colpi di scena più

interessanti di questo periodo. Puoi raccontarci le

motivazioni che ti hanno spinto verso la factory di

Grosseto?

Il primo motivo per cui ho cominciato a guardarmi

attorno è stato che ero alla fine del mio contratto col

mio sponsor JP, e prima di rinnovare per altri 3 anni

volevo valutare nuove opportunità. Conoscevo bene il

potenziale di RRD e l’ambiente della factory

grossetana, visto che Julien Quentel è un mio buon

amico e partner di allenamento, per cui ho contattato

Roberto e in men che non si dica siamo arrivati alla

firma di un nuovo contratto che ci legherà per tre

anni. Devo ammettere che dopo essere stato a

Grosseto ed avere incontrato tutti quanti di persona

sono ancora più convinto di aver fatto la scelta giusta,

mi sembra davvero di essere entrato a far parte di

una grande famiglia e la cosa mi motiva ancora di più.

Penso che ci sia un bel futuro per me qui in RRD!

La tua scelta è stata anche motivata dal desiderio

di riconquistare subito il titolo PWA Slalom perso

nel 2011?

Sicuro! Voglio ritornare a vincere subito e voglio

essere sicuro di avere tutte le migliori carte da

giocare nel mio mazzo! Ho già provato quasi tutte le

tavole X-Fire LTD V4 e devo dire che mi piacciono

molto: si sono tutte rivelate molto facili e veloci sin dal

primo bordo, pertanto penso proprio che questa mia

scelta mi renderà ancora più competitivo ed

aumenterà le mie possibilità di poter riconquistare il

titolo già in questa stagione.

Quali tavole pensi di registrare per la stagione

PWA 2012?

Devo ancora fare un test e trim accurato di tutte le

tavole, ma in linea di massima penso che registrerò

l’X-Fire 129 per il vento leggero, dal momento che

volume e larghezza (85 cm) sono perfetti per il mio

peso e il mio stile col vento leggero. Come tavola da

vento medio penso che registrerò l’X-Fire 114: è largo

70 cm, l’ho già provato ed ha dimostrato di essere una

tavola molto polivalente, molto veloce e molto facile in

strambata. Per le tappe con vento forte tipo Fuerte o

Costa Brava dell’anno scorso, penso che registrerò l’X-

Fire 98: è largo 62 cm e mi è subito sembrato molto

veloce e facile da controllare.

Quali pinne e vele abbinerai a queste tavole?

Come ti ho già detto devo ancora fare test accurati

prima di fare una scelta definitiva, ma penso che

utilizzerò pinne da 48-50 cm sull’X-Fire 129, pinne da

38-40 cm sull’X-Fire 114, e pinne da 32-34 cm sull’X-Fire

98. Per quanto riguarda le vele sono abbastanza

sicuro che utilizzerò la 9.5 e 8.6 sull’X-Fire 129, la 7.0 e

7.8 sull’X-Fire 114, e poi per il vento forte 5.8 e 6.2

sull’X-Fire 98.

Secondo te quali saranno gli avversari più duri

per la riconquista del titolo?

Beh, penso che Bjorn sarà ancora l’avversario da

battere. L’anno scorso ha dimostrato di essere in una

forma straordinaria e di avere un’ottima velocità in

navigazione, quindi sono sicuro che quest’anno farà

l’impossibile per riconfermare la propria supremazia.

Un altro da cui mi dovrò guardare sarà Benny (Ben

Van der Steen, ndr). L’anno scorso ha dimostrato

un’ottima velocità e se quest’anno saprà confermare

la sua crescita sarà un osso duro da battere per la

conquista di ogni tappa. Poi ci sono tutti gli altri Top

10 come Cyril Moussilmani e Finian Maynard, che ha

grande esperienza e tavole molto veloci! Inoltre dovrò

stare attento al mio compagno d’allenamento Julien

Quentel, che è cresciuto molto l’anno scorso e sono

sicuro che quest’anno riuscirà a fare ancora meglio!

La prima tappa PWA sarà in Corea all’inizio di

maggio. Qual è il tuo piano per arrivare al

massimo della condizione per il primo

appuntamento PWA?

Beh, il fatto che il primo evento PWA sarà fra 5 mesi

mi darà l’opportunità di allenarmi bene e testare a

fondo tutta la mia attrezzatura. Per lo più mi allenerò

e farò i miei test con Julien Quentel per essere

pronto per la nuova stagione. Partirò per i Caraibi a

fine gennaio, per allenarmi con Julien e per

partecipare a un evento Slalom a St. Barth. Si tratta

di un evento promozionale a cui parteciperanno

anche Julien Quentel e molti altri top rider francesi,

per cui sarà sicuramente un buon banco di prova

per infilare i piedi nelle mie nuove tavole per la

prima volta in una competizione ufficiale. Poi voglio

andare a Maui assieme a Julien per almeno un mese

per ultimare la mia preparazione e mettere a punto

anche pinne e vele. Sarà sicuramente molto bello,

perché conosco bene molti posti come Kanaha,

Sprecks e Kihei e sono sicuro che potremo fare un

buon lavoro laggiù. Poi ritornerò in Francia in aprile

per partecipare al Mondial du Vent di Leucate e poi

sarà già tempo di partire per la Corea per la prima

tappa PWA.

RRD ha già dimostrato di avere un ottimo reparto

di ricerca e sviluppo capeggiato da Finian

Maynard e Julien Quentel per lo Slalom e John

Skye per il Wave. In che modo pensi di contribuire

allo sviluppo dei nuovi giocattoli RRD?

Sapevo che RRD ha già un ottimo reparto Ricerca e

Sviluppo, d’altronde questa è una delle ragioni per cui

17

INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò e Ovidio Ferrari | FOTO DI Eric Bellande/RRD

Page 20: Funboard 144

18

mi trovo qui! Quindi per il momento per quanto

riguarda lo Slalom la mia intenzione è quella di

testare in maniera certosina tutte le tavole della

gamma V4 e poi sarà molto interessante testare tutti i

futuri prototipi assieme a Julien e Finian. Con Julien

c’è già un ottimo feeling e con Finian ho già lavorato in

passato quando eravamo insieme il Pryde, quindi

credo sarà molto interessante. Sicuramente

svilupperò tavole Wave per rider pesanti come me, e

già in questi giorni ho cominciato a lavorare assieme

ad Aurelio allo sviluppo di tavole da vento leggero con

larghezza massima di circa 90 cm da utilizzare con

vele da 10.0 e 11.0 e nelle gare di long distance che ci

sono in Francia. Inoltre se ci sarà l’opportunità, mi

piacerebbe poter sviluppare anche una tavola da

Formula RRD per poter ritornare a lottare per la

riconquista del titolo di Formula.

Inoltre, visto che si tratta di uno sport che mi

appassiona parecchio, penso che cercherò di dare il

mio contributo per lo sviluppo di nuovi SUP Wave e

Race. Insomma, ho già visto che ci sono un sacco di

cose qui in RRD che continueranno a darmi

motivazione per lavorare sodo anche in futuro!

Julien Quentel è già da anni tuo sparring partner

in allenamento. Puoi raccontarci quando hai

conosciuto Julien e come mai è iniziato questo

rapporto di amicizia e collaborazione?

Ho incontrato Julien a St. Martin, nei Caraibi, parecchi

anni fa. Lui viveva lì e io ero andato a presenziare ad

un evento di Slalom e Formula. Non ricordo

esattamente quando è stato, ma era giovanissimo. Lui

viveva su un’isola, anch’io vivo su un’isola, per cui ci

siamo capiti immediatamente e siamo diventati

immediatamente amici.

Così quando l’anno dopo è venuto in Francia per

partecipare al Tour l’ho invitato spesso a casa mia per

allenarsi, e tutte le volte che Julien viene in Francia

non perde occasione per venire da me. Quindi ci

alleniamo quasi sempre assieme, specie da quando ha

cominciato a seguire il World Tour. Lui sa benissimo

che allenarsi con me può aiutarlo a crescere molto e

quest’anno avere esattamente le stesse vele e le

stesse tavole sono sicuro che darà grandi vantaggi ad

entrambi, perché ci permetterà di capire esattamente

che trim usare per ottenere il massimo delle

prestazioni da vele, pinne e tavole… e sarà

sicuramente un’ottima opportunità di sviluppare le

prossime generazioni di tavole RRD.

Immagino che ora ti vedremo più spesso in Italia,

oltre al Lago di Garda hai mai surfato da altre

parti nel nostro paese?

Sono già stato parecchie volte al Lago di Garda che è

uno spot ottimo per testare sia col vento leggero sia

col vento forte, ma non sono venuto molte altre volte

nel Bel Paese. Ero venuto all’inizio della mia carriera

nel Tour ad una tappa di Race PWA in Sicilia nel 1992.

Mi ricordo che avevo preso il traghetto da Marsiglia

ed era stato un viaggio lunghissimo, ma poi non sono

più ritornato ad uscire nel vostro mare fino ad ora. Ho

fatto un paio di uscite a Marina di Grosseto e

Talamone con vento leggero, e ho visto che ci sono

parecchi buoni spot per uscire da queste parti. Penso

che ritornerò prossimamente.

E dove ti piacerebbe andare, sempre in Italia... ?

Per prima cosa vorrei andare a trovare il mio amico

Robert Hofmann che mi ha detto che ci sono molti

buoni spot vicino a casa sua (Robert abita a Latina,

ndr) e poi mi piacerebbe andare in Sardegna, perché

conosco molto bene la Corsica, e so che in Sardegna

ci sono condizioni anche migliori.

Quando ti rivedremo in Italia?

Beh, prima o poi ritornerò per testare nuove tavole

RRD, inoltre se i miei impegni me lo permetteranno,

ritornerò al Lago di Garda per partecipare alla RRD

One Hour Classic e se riesco anche alla RRD

Surfin’Venice. Non vedo l’ora di pagaiare in mezzo alle

gondole di Venezia!

Page 21: Funboard 144

INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò | FOTO DI A.DeMaria/RRD

19

SONO STATI PRESENTATI IN ANTEPRIMAMONDIALE AL CST DI TORBOLE LENUOVE ARMI DA CORSA DI RRD, LETAVOLE SU CUI GAREGGERANNOANTOINE ALBEAU, FINIAN MAYNARD EJULIEN QUENTEL ALLA CONQUISTA DELTITOLO MONDIALE DI SLALOM.NELLʼOCCASIONE ABBIAMOINTERVISTATO LO SHAPER AURELIOVERDI CHE CI HA SPIEGATO LE NOVITÀDI QUESTE INTERESSANTISSIMETAVOLE.

Ciao Aurelio, puoi presentare ai lettori di

Funboard la nuova linea X-Fire 2012?

Nella linea X-Fire 2012 abbiamo prodotto 5 nuove

tavole che vanno ad affiancarsi al glorioso 90lt che

rimane invariato e nonostante sia in produzione ormai

da 4 stagioni rimane una tavola senza rivali in

condizione di vento forte. Per quest’anno abbiamo

lavorato molto sulle tavole più grandi per il vento

leggero, soprattutto sviluppando le varie tipologie di

tavole in base ai differenti pesi delle persone, fattore

che influisce molto sulla scelta finale della tavola, del

volume e della larghezza. Il 135lt del 2011 è stato

sostituito con il 129lt, sempre largo 85cm ma con uno

scoop rocker totalmente nuovo, cambia anche il

concavo della coperta che è stato diminuito

proporzionalmente per avere più stabilità sulla tavola,

soprattutto nella zona del nose dove è stato appiattito

e diminuito il volume per agevolare sia la stabilità in

planata che in andatura.

E per quanto riguarda il nuovo T-Tail?

Anche le poppe dei nuovi X-Fire hanno subito delle

importanti modifiche, soprattutto sui modelli 129lt, 122lt

e 114lt, dove abbiamo introdotto il rivoluzionario T-Tail

(Toro Tail): uno scalino posizionato nella zona della strap

posteriore che permette di avere il piede più esterno

possibile rispetto al bordo della tavola che tocca in acqua

quando si plana. Questo permette di avere più portanza

sul bordo di poppa e con il tallone più fuori si può

spingere ancora di più per usare anche una pinna più

piccola. In questo modo la tavola è molto potente ma ha

una poppa con una superficie bagnata che si restringe e

riduce drasticamente negli ultimi 20 cm e consente di

avere un ottimo rilascio dell’acqua e di conseguenza

sempre più accelerazione e meno attrito, per garantire il

massimo della velocità.

Per quanto riguarda lo scalino del T-Tail è importante

dire che non si tratta di uno scalino a 90°, ma il bordo

dello scalino ha un bevel con un’inclinazione che

permette di dare più velocità in uscita di strambata alla

tavola senza compromettere la manovrabilità in fase di

impostazione.

Il 98lt mi sembra una tavola molto interessante,

puoi descrivercela?

Si tratta di una tavola completamente nuova della

gamma, che prima non era in produzione. È un nuovo

concetto che può coprire il range della tavola da vento

forte per rider pesanti o da tavola da vento medio-

forte per persone più leggere. Questo grazie ai suoi

62cm di larghezza che permettono di portare anche

vele da 6.5 e 6.8, rendendola di fatto utilizzabile anche

con 20 nodi. Questa tavola è stata testata e sviluppata

assieme alle altre a Fuerteventurta dove abbiamo

avuto la possibilità di fare molti test in diverse

condizioni e intensità di vento. Abbiamo potuto

constatare che anche con venti veramente forti dai 40

ai 50 nodi l’X-Fire 98 si è comportato alla grande,

dimostrando grandi doti di accelerazione, fluidità e

stabilità in acqua, senza dare mai problemi in

andatura. Si tratta pertanto di una tavola molto

compatta ed equilibrata con cui è possibile

raggiungere ottime velocità di punta.

Quali sono i team rider con cui avete portato

avanti il progetto X-Fire?

Quest’anno abbiamo sviluppato le tavole con l’aiuto di

tutti i team rider: Finian Maynard è sicuramente il

rider di maggior peso del team (in tutti i sensi! Ndr) e

ormai da anni i suoi feedback e le sue intuizioni ci

permettono di sviluppare tavole Slalom sempre più

competitive e maneggevoli, siamo comunque ben

consapevoli che la sua stazza e potenza potrebbero

rappresentare un limite nello sviluppo di rider di

taglia “umana”, per questo abbiamo iniziato a lavorare

molto e bene anche con Julien Quentel e con Pascal

Toselli che quest’anno per la prima volta sono venuti

anche a Grosseto permettendoci di fare un bel lavoro

di ricerca, sviluppo e test anche dalle nostre parti. Il

processo di sviluppo si è concluso poi a Fuerteventura

dove abbiamo sfruttato la presenza del team RRD al

completo in occasione della tappa del PWA.

Toys

Il particolare delnuovo T-Tail.

Page 22: Funboard 144

20

Ho notato che avete due misure differenti di

scasse d’albero a seconda del modello, perché?

Il trim sulle tavole da vento leggero negli anni si è

sempre più ridotto e per facilitare la possibilità al

rider di non avere troppe regolazioni da fare per

trovare il trim ideale. Pertanto la scassa è stata

ridotta da 10 a 8 pollici. Questo anche perché le tavole

sono sempre più compatte e quindi si ha

effettivamente meno bisogno di muovere il piede

d’albero. Sulle misure più piccole che si usano con

vento forte (105lt, 98lt e 90lt), invece il discorso

cambia e siamo costretti ad utilizzare le scasse

d’albero lunghe: infatti quando si esce con vento forte

è fondamentale poter variare anche di molto il trim a

seconda delle condizioni, quindi è molto importante

poter spostare il piede d’albero anche di diversi

centimetri in modo da poter variare completamente

l’assetto della tavola.

Cosa ci puoi dire a proposito dei rail e dei cut out

dei nuovi X-Fire?

Cosa importante da aggiungere è stato il lavoro

effettuato sui rail delle tavole che sono più compatti e

aiutano ancora di più il tallone e la pianta del piede a

spingere sul bordo, evitando inoltre di ritrovarsi col

tallone troppo basso che tocca in acqua. Inoltre i cut

out sono stati cambiati e modificati su tutte le tavole.

Ovviamente sulle tavole più grandi con il T-Tail questo

cambiamento è stato necessario per il concetto che

stavamo sviluppando. Quindi andava completamente

rivisto il cut out e abbiamo incominciato ad

ingrandirlo in modo che la tavola scorresse ancora

più libera. Più la liberavamo di sotto e più scorreva

veloce.

Inoltre l’X-Fire 122 è stato modificato e portato da

79cm di larghezza dell’anno scorso a 81cm. Questo

perché è diventata la tavola utilizzata nelle condizioni

di vento leggero dai rider che pesano dai 70 agli 80 kg,

inoltre la nuova larghezza permette di poterla

utilizzare come tavola unica dalla 9.5 (massimo del

suo range) fino a una 7.5. Invece per i rider sui 65-70

kg e che non usano mai vele al di sopra della 8.5, io

consiglio di orientarsi sull’X-Fire 114, perché è la

tavola in assoluto più veloce e polivalente!

Per partecipare alle gare Slalom qui in Italia, che

abbinamento di tavole consiglieresti?

Per un rider sui 70-75kg consiglio di avere due tavole:

il 122lt e il 105lt.

MODEL: X-FIRE 90 LTD V4Volume (lt): 90

Misure (cm): 240x59

Pinna: la pinna non è compresa

Scassa della pinna: Tuttle Box

Misura pinna raccomandata: 30-34

Range vele: 5.5-7.0

Peso ± 6% in kg: TBA

MODEL: X-FIRE 98 LTD V4Volume (lt): 98

Misure (cm): 235x62

Pinna: la pinna non è compresa

Scassa della pinna: Tuttle Box

Misura pinna raccomandata: TBA

Range vele: 5.5 - 7.0

Peso ± 6% in kg: TBA

MODEL: X-FIRE 105 LTD V4Volume (lt): 105

Misure (cm): 235x65

Pinna: la pinna non è compresa

Scassa della pinna: Tuttle Box

Misura pinna raccomandata: TBA

Range vele: 6.3-7.8

Peso ± 6% in kg: TBA

MODEL: X-FIRE 114 LTD V4Volume (lt): 114

Misure (cm): 235x70

Pinna: la pinna non è compresa

Scassa della pinna: Tuttle Box

Misura pinna raccomandata: TBA

Range vele: 7.0-9.0

Peso ± 6% in kg: TBA

MODEL: X-FIRE LTD 122 V4Volume (lt): 122

Misure (cm): 228x81

Pinna: la pinna non è compresa

Scassa della pinna: Deep Tuttle Box

Misura pinna raccomandata: TBA

Range vele: 7.8-9.5

Peso ± 6% in kg: TBA

MODEL: X-FIRE LTD 129 V4Volume (lt): 129

Misure (cm): 228x85

Pinna: la pinna non è compresa

Scassa della pinna: Deep Tuttle Box

Misura pinna raccomandata: 44-54

Range vele: 8.4-11.0

Peso ± 6% in kg: TBA

Page 23: Funboard 144

Model Boom(cms) Luff(cms) Battens Rec.Boom Rec.Mast HeadFour 3.3 133 350 4 T.B.C. T.B.C. T.B.C.

Four 3.7 145 365 4 T.B.C. T.B.C. T.B.C.

Four 4.0 149 373 4 T.B.C. Vogue RDM C75 370 Adjust

Four 4.2 155 385 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 370 Adjust

Four 4.5 159 392 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 370 Adjust

Four 4.7 163 405 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 370 Fixed

Four 5.0 168 411 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 400 Fixed

Four 5.2 172 418 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C75 400 Fixed

Four 5.7 180 438 4 Wave Vogue 145-205 Vogue RDM C100 430 Fixed

Ride

r: Jo

hn S

kye

- Ph

: Dar

rell

Won

g

Page 24: Funboard 144

Fast news

TESTO DI: reemedia

Mi ricordo che avevi detto che non avevi mai provato altre tavole oltre alla

tua da Freestyle. Avevi aggiunto: “Niente di nuovo per me, grazie!”. E ora hai

cambiato il tuo sponsor di tavole?

Il tempo è cambiato e il livello si è alzato. Ho utilizzato per tre anni la stessa tavola

e la conoscevo davvero bene e per questo motivo ero spaventato al pensiero di

cambiare. Il Freestyle sta continuando ad alzarsi di livello e quindi cambiare tavola

è ancora più difficile. Cambiare sponsor di tavola non è stata la decisione più facile,

una cosa per me molto importante è che ho bisogno della migliore tavola.

Come è cambiata la tua testa?

La mia testa è sempre la stessa, ho solamente seguito il mio feeling come sempre.

Ma per darti una breve risposta: ho provato i JP Freestyle 2012 e sono rimasto

sorpreso di quanto fossero semplici. Per me è pazzesco essere in un team con così

tante leggende e lavorare insieme allo shaper e al saildisigner.

“Per me è pazzesco essere in un team con così tante leggende”: e per avere

il giusto feeling sei appena stato a Maui insieme alla crew JP. I tuoi nuovi

compagni di team come Jason Polakow, Ricardo Campello e co. ti stanno

dando nuove motivazioni?

All’inizio è stato strano lavorare con grossi nomi come Kauli, Ricardo etc… È

semplicemente pazzesco!!!

Avevi già parlato con Martin Brander, JP Brand Manager, durante la stagione

2010, è vero?

Si è vero, ma in quel momento non ero pronto per un cambiamento così grande,

probabilmente non credevo ancora abbastanza nei miei obiettivi.

Quali tavole e vele utilizzerai da ora in poi per il Freestyle?

Userò le tavole di serie JP Freestyle 2012 89, 99 e 106. E come ti ho detto sto

lavorando a dei nuovi e pazzeschi prototipi!

Parola chiave “prototipi”. Come parteciperai allo sviluppo delle prossime

tavole JP e vele Neil Pryde?

Parteciperò pienamente allo sviluppo dei nuovi Freestyle JP, e questo è molto

importante per me. Insieme allo shaper Werner Gnigler stiamo lavorando a dei

nuovi Freestyle che si integreranno alla perfezione con il mio stile. Penso che

stiamo lavorando bene e le tavole finali saranno perfette per i nuovi trick!

Lo stesso per Neil Pryde, sto lavorando sodo con i ragazzi di Neil Pryde come Robert

Stroj e Pieter Bijl per fare una pura vela da Freestyle. Stiamo facendo molti

prototipi! Stiamo lavorando su un nuovo concetto di vela molto megera, potente e

super maneggevole per le nuove manovre. Sono davvero orgoglioso di come sta

andando lo sviluppo con Werner e Robert.

Come ti stai preparando per la stagione 2012?

Sono a Cape Town per allenarmi e dopo deciderò dove andare in base a quello che

succederà nel PWA per l’evento in Vietnam.

Sarai quindi ancora più forte che nel 2011?

Questo è il mio obiettivo e ci sto lavorando!

Qual è il tuo obiettivo per il 2012?

Continuare a lottare per il titolo, sarà dura ma cercherò di fare del mio meglio al 100%.

LE NUOVE TAVOLE STARBOARD CON CHOCO FINSStarboard annuncia che da ora in poi tutti i nuovi Flare 2012 saranno distribuiti con

la pinna freestyle “New Radical” di Choco Fins. Poiché i top rider come Kiri Thode e

Dieter van der Eyken la stavano già utilizzando nel loro setup, è stata una scelta

ovvia. Questo significa che la “New Radical” sarà un’altra pinna disponibile per il

sistema Slot Box.

Starboard: “La New Radical è una pinna CNC in G10. Molto tecnica e dedicata ai

rider della new school, rende il Flare ancora più leggero grazie all’utilizzo degli slot

box e si ha anche la possibilità di variare il trim”.

Da ora in poi i nuovi Flare 2012 verranno distribuiti con queste pinne:

2012 ProKids Flare 60 – New Radical 16 Kiristyle signature model

2012 ProKids Flare 72 - New Radical 17

2012 Flare 91 - New Radical 18

2012 Flare 101 - New Radical 20

2012 Flare 111 and 116 - New Radical 22

I clienti che hanno ricevuto i loro Flare 2012 con la pinna Drake, potranno

sostituirla con la nuova Choco Fins New Radical presso il loro distributore nazionale

(consultate il sito di Starboard per avere l’elenco dei distributori nazionali).

22

Steven van Broeckhoven con i suoi nuvi materiali JP/NP a Maui. © Darrell Wong

STEVEN VAN BROECKHOVEN, CAMPIONE DEL MONDO FREESTYLE 2011

Page 25: Funboard 144

CARLO COTTAFAVIFA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE La stagione agonistica italiana è terminata e sono

stati eletti i Campioni Nazionali delle varie discipline.

Il segretario di classe AICW Carlo Cottafavi ci

racconta come è andata e quali sono le novità per il

2012.

INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò

Ciao Carlo, puoi fare un bilancio della stagione 2011

appena conclusa?

Prima di tutto Auguri ai lettori e amici di Funboard, e un

grazie dell’ospitalità, il 2011 l’ho definito un anno molto

difficile, poco vento in tanti eventi molto importanti, stand

by molto lungo per il Wave, ci sono state tensioni molto

forti e situazioni complesse da gestire.

Come regate abbiamo avuto per la prima volta nella storia

dell’AICW il titolo Wave riconosciuto in FIV, tutti i diversi

titoli assegnati seppur con mille problemi, sponsor che si

erano riavvicinati al nostro mondo, un discreto movimento

che era da un po’ che non si vedeva e tanti Seniores sul

podio. In generale sono soddisfatto ma che fatica!

Novità e progetti per il 2012?

La prima grande novità per il 2012 è per il settore

tesseramento ed aspetti che venivano seguiti da una figura

che dal 1 gennaio non avremo più, dopo tanti anni è stato

chiuso il rapporto con il Coordinamento Nazionale, è stata

una decisione difficile ma necessaria dettata da diversi

fattori, economici e gestionali; è giusto, a mio avviso, che

nella nostra Associazione i vertici facciano sempre di più il

loro compito nel miglior modo possibile e che i Soci

partecipino sempre di più alla vita associativa.

Altra grande novità è l’attenzione verso i giovani, il loro

tesseramento sarà di solo 20 euro per tutta la stagione

agonistica con la possibilità di partecipare a tutte le

discipline, agganciato a questo si è deciso di chiudere il

FREE12, che nacque per avvicinare tanti al mondo delle

regate, ma questo progetto ha di fatto avvicinato molti

giovani e quindi abbiamo deciso di trasformarlo in un

format TEAM 12 solo per Junior e Youth con il forte

supporto di RRD.

ICampionati Nazionali di Slalom e Formula si chiuderanno il

sabato sera con premiazione e party, questa news

dovrebbe servire, come già accade a livello Internazionale,

a dare maggiore visibilità a sponsor e media. Troppe volte

si chiudeva la manifestazione in fretta e furia per andare e

prendere aereo/traghetto perchè il giorno dopo si doveva

ritornare al lavoro e ad altro. Con questo sistema avremo il

tempo di fare tutto con calma regatando fino all'ultimo

minuto e poi ripartire la domenica. Altre aspetti di

tesseramento e normative sono consultabili sul nostro sito,

dove tutti spero che lo visitino sempre più spesso per

essere aggiornati sulle news.

Quest’anno abbiamo visto l'introduzione del nuovo

titolo Overall vinto da Giorgio Giorgi. Puoi spiegarci

come funzione e se ci sarà come verrà calcolato per

il 2012?

Dai tempi del CIF, anni 80-90 esisteva questo titolo, lo

scorso inverno ne parlai con il nostro main Sponsor

dicendo che volevo riportare questo titolo che premiasse

l’Atleta più completo tenendo conto di tutte le discipline.

L’idea piacque e così è stato reintrodotto. Il

funzionamento è semplice, tutte le diverse discipline

vengono considerate, Wave, Slalom, Formula, Freestyle,

Raceboard, di ognuno si sono presi i Campionati Assoluti,

con un certo coefficiente, lo stesso è stato fatto per la

Coppa Italia Formula e Italian Slalom Tour. Come

funzionava lo spiegammo in una comunicazione a tutti gli

Atleti ad aprile 2011, sul sito sono sempre stati presenti i

coefficienti di ogni singola disciplina ed alla fine Giorgio

ha vinto. Nel 2012 abbiamo cercato non solo di

mantenerlo ma abbiamo anche eliminato le possibili

sovrapposizioni che quest’anno a molti waver e freestyler

non hanno permesso di fare pienamente lo slalom e

viceversa. Il titolo Overall deve servire ai migliori come

stimolo ad essere Atleti sempre più completi anche in

vista di ambizioni professionistiche quali il PWA.

Il momento migliore della stagione AICW 2011 e

quello peggiore?

Il migliore senza ombra di dubbio il Campionato Nazionale

Giovanile Slalom a Marina di Grosseto, pochi giovani ma

con uno spirito di fair play, divertimento che mi ha fatto

veramente piacere. Ragazzi di 15-17 anni che si aiutavano

tra loro senza polemiche, senza proteste, tutti con uno

spirito che mi ha fatto vedere come dovrebbe essere

sempre una nostra manifestazione.

Il momento peggiore? Beh in generale non mi sono

piaciuti gli atteggiamenti di non rispetto delle regole, del

bla-bla continuo, ci sono più siti di windsurf e/o blog che

persone che fanno windsurf, tutti che parlano, poi alle

regate solo i soliti conosciuti. Un uso smodato dell'io

voglio fare quello che voglio, e non ho mai visto un

atteggiamento da gruppo coeso, unito. Molti non leggono

i comunicati, i bandi e poi scoppiano problemi con

atteggiamenti veramente allucinanti.

Su questo si dovrà lavorare ancora molto, se vogliamo

che sponsor, aziende di settore, media etc., ci prendano

in seria considerazione dobbiamo dare un'immagine di

un gruppo, le polemiche e le diverse discussioni mi hanno

fatto male, sia psicologicamente che umanamente,

pretendere professionalità e professionismo ma senza

avere un atteggiamento speculare dall'altra parte è

molto difficile da capire e da gestire, capisco l'agonismo,

ma quello che è accaduto in certe situazioni proprio non

mi è piaciuto. Tutti devono capire di essere più presenti

nella nostra Associazione, partecipare alle riunioni,

sapere le regole, il nostro Statuto, le differenze dalle

regole di regata rispetto alle regole della Associazione, se

cresceremo su questo aspetto avremo da guadagnarne

tutti quanti perchè diverremo più professionali e

professionisti.

I tre atleti che più ti hanno colpito nel 2011?

Trovarne solo tre è molto difficile, per me siete tutti

uguali! Spero per il 2012 di vedere tanti nuovi volti giovani

alle regate. Vi aspetto in acqua.

Page 26: Funboard 144

24

GPS-LARIOSPEEDTESTO DI: Francesco Prati

Il 15 novembre si è conclusa l’edizione 2011 del contest gps-lariospeed iniziata il 15

marzo scorso. Otto mesi in cui tutti gli appassionati dello speed e dello slalom si

sono potuti confrontare per stilare la classifica finale. Quest’anno hanno

partecipato ben 42 windsurfisti per la classifica lago e 34 per quella mare. I più

veloci hanno misurato con i gps velocità superiori ai 36 nodi (67 km/h) superando

tutti i record delle cinque edizioni precedenti del contest. Gli organizzatori ci

tengono a ringraziare tutti gli sponsor che hanno reso possibile il contest che

rimane gratuito per tutti i partecipanti: Starboard, Point7, Tecnolimits, Dikom, Non

Solo Mute, Detour, Urban, Shaka, Techart, Abcwindsurf, Circolo Surf

Torbole. Cogliamo ovviamente l'occasione per invitare tutti i surfisti italiani a

prendere parte all’edizione 2012. Per tutte le info sui regolamenti, classifiche, eventi

e molto altro andate sul sito www.gps-lariospeed.ti

LE CLASSIFICHE

SEZ. LAGO

1) Armando Bronzetti

2) Simone Schiavoi

3) Robert Hofmann

4) Alberto Guella

SEZ.MARE

1) Michele Rocco

2) Robert Hofmann

3) Giorgio Magi

4) Antonio Crepella

PARACARD 2012Aloha Parassiti!

È iniziata la campagna di tesseramento 2012. Anche quest’anno cercheremo di

animare la Vostra attività windsurfistica sul Garda con una serie di iniziative a

supporto della promozione del nostro nobile sport. Il primo identificativo del

Parassita doc è come sempre la ParaCard: la nostra tessera associativa anche

quest'anno è stata oggetto di un accurato studio grafico da parte dei brillanti

designer di MacCom che la hanno resa ancora più cool. La Card è quest’anno

dedicata a 4 giovani talenti del windsurf che partecipano attivamente alla vita del

gruppo. È quindi stata realizzata in 4 versioni in cui sulla parte anteriore spicca una

splendida immagine di action. Il nostro Grazie va a Alessandro, Andrea, Marco e

Matteo! È da subito possibile ricevere la Card a casa senza nessun costo

aggiuntivo... in omaggio riceverete anche l'adesivo ufficiale de iParassiti.com - ASD!

Sono sempre di più gli esercizi ParaConvenzionati dove presentando la tessera gli

associati avranno esclusivi vantaggi. Saranno ulteriormente potenziati i servizi del

risponditore telefonico con i dati dei ParaAnemometri di Torbole e Malcesine con

l'esclusiva opzione Five per avere notizie in real time dagli spot... meno chilometri

per niente rendono il tesseramento davvero conveniente! Maggiori informazioni e

dettagli su www.iParassiti.com

LUIGI SECCHI: "UN AMICO DA PAURA..."Di seguito qualche riga che spero possa essere utile per rendere merito al grande

Luigi detto Ciccallero, scomparso lo scorso 8 gennaio a Mugoni (Alghero, Sardegna)

mentre faceva windsurf.

TESTO DI: Gli amici di Luigi

L'anno per tanti di noi da queste parti è iniziato con la solita certezza che se si va a

fare windsurf in qualche spot del nord Sardegna, lì dove il vento è buono, sei certo

che troverai una persona speciale. Uno di quei tipi che anche se ancora non ti

conoscono, si avvicina a te, con una scusa qualunque ti rivolge la parola e

all'improvviso ti ritrovi con un amico... Non per modo di dire; non con la

superficialità di chi usa termini importanti come questo, senza saperne il valore.

No. Un amico vero. Perchè è una di quelle persone che anche se magari hai

conosciuto da poco, ti tratta meglio di quelli che conosci da tanto tempo. Perchè

anche se prima o poi ha qualcosa da farsi perdonare, è sincero e leale e quel

perdono non ti sognerai mai di negarglielo. Perchè è chi, se magari sei tu ad aver

qualcosa da farti perdonare, mai e poi mai ti serberà rancore, anzi, alla prima

occasione, ti chiamerà al telefono per invitarti a cena, abbracciarti e volerti bene

sempre e comunque. Per chi come me ha avuto la fortuna di incontrare

quell’amico, fare windsurf è diventata una cosa diversa da quello che è stato fino a

quel giorno. È diventata l'occasione di fare lo sport che amiamo, ma con un gusto

ancora più intenso. Andare in acqua, anche se il nostro è uno sport individuale, è

diventata l'occasione di ritrovarsi in compagnia, di scherzare, ridere e fare festa;

da quel giorno è bello andare in acqua, ma ancora più bello tornare a riva, perchè

lui è lì ad aspettarti per una battuta, un sorriso, un sorso di birra fresca.

E se non fai windsurf, non fa nulla, perchè quello è solo un pretesto: tu sei

comunque suo amico; lui non ha mica quei pregiudizi del cavolo che hanno in tanti.

Non glie ne frega nulla se sei alto, basso, magro grasso, se sei veloce o scarso, se

sei windsurfista o se fai kite. Per lui sei comunque "Compà"; lui una birra te la offre

lo stesso e se stasera è di riposo dal suo lavoro, organizza una cena e ti convince

che sarà la cena più eccezionale della tua vita, anzi, sarà una serata “da capelli

dritti”. Non è retorica è la verità e chi ha avuto la fortuna, anzi l’onore di conoscere

Luigi, tutto quello che sto dicendo non può che confermarlo e sottoscriverlo senza

riserve.

Chi lo ha conosciuto come noi, porterà sempre con sé il suono della sua ristata; gli

basterà pensare a lui e a tutti i bei momenti che gli ha regalato, per avere sempre

un motivo per sorridere. Continuerà per sempre a vederlo sfrecciare nel suo spot,

nel suo mare, quello di Alghero, di Porto Conte, di Mugoni.

A chi non ha avuto quel privilegio, quello di conoscerlo, non resta che il rimpianto

di non aver fatto in tempo a godere della sua amicizia.

Anzi no; forse non è così. Perché quella certezza, quella di trovarlo sempre lì con la

sua simpatia e la sua infinita umanità, noi, da queste parti ce l’abbiamo sempre e

continueremo ad averla ogni volta che andremo in mare, ogni volta che saremo in

spiaggia. Lui sarà sempre con noi e continuerà a tenerci legati dall’amicizia e dalla

gioia di vivere; quella stessa gioia con cui ha vissuto lui e che per noi tutti è stata e

sarà sempre un esempio.

E allora se qualcuno dovesse passare da queste parti magari per caso, magari una

sola volta nella propria vita, è bene che tenga gli occhi aperti, perchè Luigi sarà

sempre qui tra i suoi amici e riuscirà a conoscerlo e a ridere con lui così come noi.

Ciao Luigi.

© Giacomo Sanna

Page 27: Funboard 144

Distributore Italiano: Pandora srl - [email protected] - www.severnesails.com

Page 28: Funboard 144

Ita events

UNO SCENARIO TIPICAMENTE MEDITERRANEO, LA LOCATIONDOVE GLI ATLETI DELLʼAICW SI SONO RITROVATI A DISPUTARELA QUARTA ED ULTIMA PROVA DELLʼITALIAN SLALOM TOUR2011, PROVA DECISIVA PER LʼASSEGNAZIONE DEL TITOLO.

09/12/2011

MARSALA (TRAPANI)La città di Marsala, particolarmente graziosa, è caratterizzata ancora dagli antichi fasti

garibaldini e di quelli legati alla produzione del vino, il rinomato “vino di marsala” la cui

produzione risale alla fine del Settecento costituendo tuttora una voce importane per

l’economia locale, e delle famose saline. Di rilievo è il centro storico, molto curato, dove

si affacciano antichi palazzi e chiese e le imponenti porte d’accesso al centro cittadino.

Quattro rider matematicamente in gioco per l’assegnazione del titolo: Matteo Iachino,

Malte Reuscher, Marco Begalli e Andrea Ferin; lo spettacolo è assicurato! Inoltre a

questa tappa, coincide la quarta ed ultima prova del campionato zonale Calabria/Sicilia,

con il titolo già assegnato al siciliano Antonio Finocchiaro; interessante anche la

partecipazione del giovane local 15enne Danilo Salvo, proveniente dalla “scuola” RSX e

anche molto talentuoso.

Purtroppo a causa delle condizioni meteo instabili l’evento è stato limitato ad un solo

giorno di regate, durante il quale sono stati disputati quattro tabelloni da due batterie.

Sabato mattina il vento da sud-ovest già alle 8:00 soffia a più di 20 nodi, il che fa

presagire bene, molto bene…

Ore 10:00 in punto skipper’s meeting. Quindici i partecipanti, divisi in due gruppi per

affrontarsi in 4 prove. Alle 10:30 tutti in acqua, velocissimi e con vento in aumento tra i

25 e 28 nodi!

Condizioni eccezionali, merito dello specchio d'acqua della laguna dello Stagnone,

caratterizzato da acque basse che consentono di raggiungere velocità elevate,

un’ottima palestra per lo Slalom.

Il campo di regata down-wind viene piazzato davanti alla sede della Lega Navale di

Marsala, organizzatrice dell’evento.

ORE 10:35 START DEL PRIMO TABELLONEFinale vincenti, con Malte Reuscher che parte benissimo inseguito da Begalli, Iachino,

più arretrati battagliano Ferin e Giorgi; infine Amarotto e Salvo nelle ultime posizioni.

Marco Begalli vince, è provvisoriamente primo in classifica; pesantissimo a queso punto

il sesto posto di Malte in chiave campionato con un distacco dai primi due, Begalli e

Iachino, rispettivamente di -3 e -4 punti!

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Page 29: Funboard 144

ORE 12:00 START DEL SECONDO TABELLONEEsaltante la finale vincenti, dove partono tutti benissimo: Reusher, Begalli, Ferin,

Iachino, Hoffmann e Giorgi in successione seguiti da Amarotto. Il gruppo è rimasto

compatto durante tutti e cinque i lati, Reusher e Begalli hanno comunque dominato

contendendosi la vittoria fino all’ultimo istante; nonostante la grande velocità e le

manovre molto efficaci il laziale non riesce a sottrarre la vittoria a Malte Reuscher,

piazzandosi in seconda posizione. Terza posizione per Iachino.

ORE 13:00 START DEL TERZO TABELLONEIl vento che fino ad ora soffiava costantemente a circa 25 nodi, è diminuito

notevolmente. Durante il break la flotta è tornata a terra a cambiare l’attrezzatura

con vele e tavole più grandi; quasi tutti rientreranno in acqua con vele di 9mt.

ORE 13:55 START DEL QUARTO TABELLONEIl vento è continuato a diminuire e si parte con il quarto tabellone in un campo di

regata decisamente “bucato”. A causa dell’ulteriore calo di vento, molti atleti

hanno rinunciato alla partenza; verrà disputata soltanto la “finale vincenti”.

Matteo Iachino, già imbattuto nella scorsa edizione 2010, vince la tappa di Marsala

riconfermandosi nuovamente campione dell’Italian Slalom Tour.

Il 22enne ligure, ha vinto il circuito grazie ad una costanza di risultati, mostrata

anche qui in Sicilia, fattore che gli ha permesso di avvalersi su avversari come

Reuscher, Begalli e Ferin, dimostratisi tutt’altro che facili da battere.

Degno di nota anche il piazzamento in campionato del giovane toscano, classe 1994,

Luigi Romano che assente a Marsala, mantiene la quarta posizione assoluta in

campionato dovuta alla ricchezza di risultati delle precedenti tappe: bravo e

complimenti Gigi!

Alla fine di un altro anno di competizioni nazionali, un grande ringraziamento a tutti

i circoli organizzatori che hanno ospitato le rispettive tappe di campionato e alla

Associazione Italiana Classi Windsurf, che dalla “presidenza Cottafavi” vive un epoca

di organizzazione, coinvolgimenti e ricchezza di eventi con pochi precedenti.

Arrivederci al 2012 e Buon Nuovo anno agonistico a tutti!

CLASSIFICA DELLA IV TAPPADELLʼITALIAN SLALOM TOUR 2011(Prime 10 posizioni)

1) Matteo Iachino (F2, Challenger Sails)

2) Marco Begalli (Starboard, Severne)

3) Malte Reuscher (RRD, Point-7)

4) Giorgio Giorni (Drops, Challenger Sails)

5) Fabrizio Amarotto (Drops, Gaastra)

6) Andrea Ferin

7) Robert Hoffmann

8) Antonio Finocchiaro (vincitore titolo zonale Slalom Cal/Sic)

9) Mario Menno

10) Danilo Salvo

CLASSIFICA GENERALEITALIAN SLALOM TOUR 2011

1) Matteo Iachino (F2, Challenger Sails)

2) Malte Reuscher (RRD, Point-7)

3) Marco Begalli (Starboard, Severne)

4) Luigi Romano (RRD, Point-7)

5) Andrea Ferin (RRD, Challenger Sails)

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TESTO DI Raffaele Gaetano | FOTO DI Dalex

Page 30: Funboard 144

Slalom technique

PINNE: CHOCO FINSCon questo numero iniziamo a parlare di materiali da Slalom per avere una visione

globale delle attrezzature che sono così fondamentali specialmente in questa

disciplina. Inizieremo parlando di pinne. Specialmente gli slalomari alle prime armi

sottovalutano la pinna credendo di non poter sentire la differenza di una pinna

dall'altra a causa del loro livello. Questa è la cosa più sbagliata che si possa

pensare. Basta infatti saper planare e tenere un assetto in planata per rendersi

conto delle enormi differenze tra una pinna e l'altra. Per esempio chiunque è in

grado di sentire il gap tra una pinna in G10 e una in carbonio. Forse non si renderà

conto del perchè una è diversa dall'altra o di “come” una sia diversa dall'altra ma

sicuramente sentirà la differenza. Da tavola a tavola infatti cambiano le necessità e

non è detto che se una pinna è perfetta su una tavola lo sia su tutte. Intanto per

iniziare ci sono tavole incollate all'acqua che hanno bisogno di essere liberate e al

contrario tavole liberissime che hanno bisogno di una pinna che le renda

controllabili. Io ora parlerò dei miei materiali ma le linee guida sono le stesse per il

giudizio di qualsiasi altro brand.

Oggi parliamo delle Choco Fins in carbonio. Pinne molto famose nel Freestyle,

utilizzate da Gollito e Van Broeckhoven, fino all'anno scorso presentavano una linea

Slalom solamente in G10. Da quest'anno è invece presente anche una linea Slalom

in carbonio. La pinna è molto particolare per la sua stabilità e potenza. Parliamo

qui di una pinna che rende la tavola molto controllabile, forse poco adatta a tavole

già molto “incollate” all'acqua ma consigliabile in condizioni di soprainvelatura e

per tavole molto libere. La pinna inoltre è potentissima in tutte le sue misure ed è

sconsigliabile utilizzare la stessa misura che si usava con un'altra marca a parità

di vela, tavola e vento. Da quel che ho potuto provare vanno utilizzati almeno 2 cm

in meno di quel che si usava con un’altra linea (parliamo di Tectonics, Deboichet

ecc...). Se la misura scelta è troppo grossa non “volerete via” come spesso accade

con altri brand quando si esagera la lunghezza, ma piuttosto vi sentirete più lenti e

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Page 31: Funboard 144

la tavola sbanderà in modo notevole

sottovento rallentandovi in quanto vi

si “incastrerà” il rail nell'acqua

frenandovi. Utilizzando invece la

misura giusta con vento leggero

avrete un bell'appoggio stabile e

privo di spin-out, e con vento forte e

misure ridotte avrete controllo a

volontà. Nelle misure più piccole la

pinna infatti forse non è veloce

quanto altri marchi. Quel che c'è

invece da sottolineare come ho già

detto è il controllo che dà alla vostra

attrezzatura in condizioni difficili.

Sta a voi poi valutare se con

“ventone” avete già controllo e vi

serve solo più velocità o se avete

bisogno di essere più comodi in

andatura essendo sempre a rischio catapulta. Io dal 2012 gareggio con F2 che sono

tavole molto veloci ma abbastanza tecniche specialmente nelle misure più piccole.

Ho quindi optato per una pinna che mi renda la vita semplice perchè in gara

secondo me paga di più il controllo e la rilassatezza piuttosto che avere magari

mezzo nodo di velocità in più. C’è già troppo a cui pensare e se uno deve anche

diventar pazzo per controllare la tavola e farla andar forte senza “ammazzarsi” di

sicuro la gara non andrà per il meglio se si naviga in condizioni “hard”. Al

contempo ho scelto queste pinne perchè nelle misure più grandi per il vento

leggero, da usare con la 8.7 e la 9.5 mi danno un bell'appoggio sicuro su cui

spingere. Personalmente odio la sensazione di stare sulle uova sempre attento allo

spin-out e potendo utilizzare 2 cm in meno ho la possibilità di avere la sensazione di

potenza che piace a me associata ad una pinna più corta che rende più veloci al

lasco. Badiamo bene al fatto che queste ultime cose sono soggettive e cambiano da

rider a rider. Andrea Rosati per esempio utilizza pinne potenti la metà e va forte lo

stesso perchè a lui piace avere quella sensazione e probabilmente ha uno stile più

fine e spinge meno di quanto faccia io.

Parlando del profilo, la pinna ha la testa piuttosto larga, ha un bello spessore, il

bordo di entrata non è molto fine ed è molto rigida per tutta la sua lunghezza... Ma

questo poco importa, provate più pinne che potete e scegliete quella che vi piace di

più, non state li a pontificare sul profilo di entrata ecc. che non vi serve a nulla!

VELE: CHALLENGER AERO+Ora spostiamoci invece sul versante delle vele. Ci sono una miriade di marchi che

propongono linee Slalom specialmente ora che è la disciplina più in voga. Oggi

parleremo della Challenger Aero+, il cavallo di battaglia di casa Challenger

proposta dall’esperienza trentennale di Claudio Badiali. Ho iniziato a gareggiare

con queste vele da poco ma Claudio mi sta già coinvolgendo spiegandomi il perchè

si hanno certe sensazioni con esse e come si sviluppa una vela. Sono solo all'inizio

e ho tanto, tutto da imparare, ma vi posso dire qualcosa riguardo alla vela e

riguardo al feeling che si ha con la stessa.

Iniziamo dicendo che la linea è sviluppata attraverso prototipi fatti, modificati e

studiati in Italia a Senigallia nella veleria, per poi mandare le specifiche alla

fabbrica di produzione. Il peso della Aero+ è nella media, non super leggero e

nemmeno pesante. Diciamo che, a meno che una vela sia fatta male, più pesa e più

dovrebbe durare il monofilm, meno pesa e più il monofilm è fine e minore è la

durata della stessa; credo che questo sia abbastanza intuitivo. In questi ultimi anni

abbiamo assistito allo sviluppo di vele Slalom sempre più “corte” d'albero e

sempre più “larghe” di bugna lasciando il boma corto attraverso il cosiddetto

“insert clew” (il buco in bugna tanto per intenderci), pensiamo a NeilPryde e

Gaastra. Questo almeno in teoria dovrebbe donare alla vela molta accelerazione

(dopo le strambate e in partenza in planata) a discapito di un po’ di velocità di

punta in meno. La Challenger ha scelto di non seguire questa linea di pensiero ma

continuare per la sua strada. La linea presenta vele molto allungate e boma

abbastanza corti ma senza l'insert clew. La Aero+ Slalom è una vela nata per

andare al lasco e in questa andatura regala le prestazioni migliori, meno

accentuate invece al traverso. Il profilo è molto particolare rispetto alle sue

concorrenti. La curva d'albero è meno accentuata, non rendendo necessario stra-

cazzare dalla base la vela prima di andare in acqua. La vela è studiata per non

essere supersventata nella parte alta, e quindi ha profilo e potenza anche la penna

della vela, e questa è un'altra differenza sostanziale. Il profilo infatti lavora sulla

superficie completa e tutta la balumina resta tesa e non si “accartoccia”. Questo

la rende sicuramente stabile ma anche molto potente ed è necessario scendere

subito di misura appena ci si sente soprainvelati per essere competitivi, altrimenti

si rischia di avere troppa potenza che ci trascina letteralmente in avanti e che non

si riesce a utilizzare. Ciò può essere controproducente ma a me piace il fatto di

poter usare una misura più piccola a parità di vento, che non si scompone quando

si è coperti da qualcuno sopravento anche se si ha una misura relativamente

piccola e potendo così avere più maneggevolezza nelle strambate. Ma è di nuovo

soggettivo, ci sono molti surfisti che preferiscono una vela che funziona

soprattutto quando si è soprainvelati a discapito di quando si è giusti o

sottoinvelati, dipende da persona a persona e non è assolutamente detto che

quello che piace e va bene a un surfista vada bene per tutti, come ho già detto. Per

esempio io mi devo ancora abituare a cambiare subito vela appena sono

soprainvelato, infatti a Marsala, nell'ultima tappa dell’Italian Slalom Tour 2011,

nelle prime 2 prove delle 4 disputate avevo la 8.7 con il 110 litri. La vela era piena

e non riuscivo a sfruttare tutta la potenza, problema che non avrei avuto se avessi

cambiato subito misura utilizzando la 7.8 con la quale sarei stato sicuramente più

comodo e più veloce, ma l'errore è stato mio e l'importante è imparare a fidarsi e

cambiare subito.

Sta di nuovo a voi capire cosa preferite, che stile avete e scegliere quindi la vela.

Spero con questo piccolo report di avervi illustrato dal mio punto di vista i pro e i

contro delle pinne e delle vele che ho scelto di utilizzare e specialmente mi auguro

di aver dato informazioni in modo obiettivo, che è la cosa più importante. Poi è

logico che se ho scelto di gareggiare con questi materiali è perchè credo in essi e

nelle loro potenzialità più che in altri! Alla prossima!

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TESTO DI Matteo Iachino

Matteo Iachino durante gliallenamenti invernali a Tenerife.

Page 32: Funboard 144

People

COME È NATA LA MIA PASSIONEAmo profondamente il mare, è parte di me… in acqua mi muovo sicuramente meglio che

in strada. Ho imparato a conoscere il mare a fondo, esplorando sin da bambino, con

tubo e maschera, le sue meraviglie, alla ricerca di pesci e conchiglie.

Ma non era solo il suo fondale ad attirare la mia attenzione... i colori vivaci delle vele e la

velocità delle tavole, riuscivano a farmi stare per ore seduto su uno scoglio, a guadare

tutti i windsurfisti che sfrecciavano sul mare. Mio padre è stato anche istruttore, e

ricordo che, osservandolo, cercavo di capire e far miei tutti i segreti di questo sport…

armato di tavola e pagaia seguivo ogni lezione, acquisendo trucchi e strategie, quasi

fosse un gioco. Da quando ho messo piede per la prima volta su una tavola, non ne sono

più sceso, non è mai esistita stagione per andare a mare, ed oggi porto sempre avanti

la mia passione con grande successo. L’amore per il mare e per il windsurf mi hanno

permesso di differenziarmi dai miei coetanei e non. Le mie prime esperienze sono

indimenticabili, grazie anche e a tutti i miei amici windsurfisti, più grandi di me che,

pazientemente, mi portavano con loro in tutti gli spot in giro per la Sicilia e fino anche in

Marocco, la mia prima esperienza fuori dalle nostre coste. Con gli anni, il Windsurf mi

ha portato a raggiungere mete più lontane, Capo Verde in Africa, il Marocco, la Spagna

ma, rimangono al primo posto le isole Hawaii, paradiso dei windsurfisti…

Nonostante i tanti viaggi, attraverso tanti mari e spot diversi alla ricerca di vento e onde

perfette, la Sicilia rimane per me uno degli spot più validi… ed è per questo che l’ho

scelta come sede della mia scuola di windsurf, trasformando la mia passione anche in

lavoro. Ovviamente non poteva che chiamarsi “Danielino” Windsurf School.

DANIELE DI ROSA

ANNI: 27

NATO: a Catania

ALTEZZA: 175cm

PESO: 70kg

DISCIPLINA: tutte!

DISCIPLINA PREFERITA: wave

SPOT PREFERITO: Portopalo (Sicilia), Hookipa (Maui)

SPONSOR: Reptile, Tushingham, 99international, Flying Objets, MFC, Maui cnc

MANOVRE PREFERITE: Pushloop, Aerial Tweacked

ANNI DI WINDSURF: 20

GARE: 3° Prince of the Lake 2002, 1° campionato regionale Sicilia Slalom 2002,

3° campionato regionale freestyle Nizza di Sicilia, 7° campionato regionale

freestyle 2003, Capo del Capo 2011

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Page 33: Funboard 144

LA MIA ESPERIENZA ALLE HAWAIILa mia prima volta alle Hawaii, nel lontano 2006, è stata incredibile ed

indimenticabile. L’arrivo a Honolulu, in un istante ha cancellato la stanchezza di

giorni di viaggio, lunghissime ore di volo e notti passate in aeroporto. Sono stato

accolto da una raffica di vento caldo e cullato dal suono delle palme, mosse dal

vento, che circondano l’aeroporto. Dopo la raccolta dei bagagli, sono andato a

recuperare la mia macchina hawaiiana a noleggio! Ho conosciuto così l’attuale mio

grande amico, Sergio Salaparuta, italiano trasferitosi da anni alle Hawaii, gestore di

un autonoleggio, ormai famoso a Maui, il “Manaloha rent a car” (e-mail:

[email protected]). Con la mia Chrysler ho quindi raggiunto il mio

alloggio, che, dopo tante volte, è diventato ormai una seconda casa, grazie

soprattutto all’ospitalità del mio fraterno amico Andrea Natoli. È lui l’italiano che ha

fondato la Maui cnc, azienda produttrice di pinne custom per i migliori marchi

mondiali, quali MFC, Maui Ultrafins, Vector, ecc. Dormivo proprio all’interno della

factory, aiutavo Andrea nella produzione delle pinne, sia ovviamente come segno di

riconoscimento, ma anche per piacere, il lavoro lì mi ha permesso di imparare

tantissimo sul Windsurf, quello vero, sullo studio di una pinna, sulle tecniche di

produzione e su tanti aspetti di questo sport. Attorno alla factory di Andrea, gira

tutto il mondo del Windsurf, tutto questo mi ha dato quindi la possibilità di

conoscere i più grandi campioni che praticano questo sport. Non mi sono fermato

alle pinne, ma curiosando nelle più famose shaper-room ho studiato come nasce

una tavola da surf-windsurf. Non poteva esistere posto migliore! Ho portato con me

tutto quello che ho imparato e al mio ritorno a casa, ho messo in pratica tutte le

cose viste e studiate. E così, miscelando colori e resina, mi sono ritrovato a

riparare le prime tavole. Con il tempo ho affinato la mia tecnica, la mia esperienza

insieme alle mie capacità grafiche mi hanno permesso di realizzare delle

riparazioni degne delle più grandi shaper-room hawaiiane! Mi sono anche dilettato

a costruire qualche tavola, sia personale che per la mia scuola.

IL MIO ULTIMO VIAGGIO ALLE HAWAII – LE NOVITAʼDopo il primo viaggio del 2006, periodicamente sono tornato alle Hawaii, ritrovando

sempre l’ospitalità di Andrea, gli amici di sempre e la grandiosità delle onde!

Sono tornato da poco dal mio ultimo periodo a Maui e come ogni volta, apprendo le

nuove tendenze su tavole e pinne. Come sappiamo, già circa cinque anni fa è stato

rivalutato il “twin”. Questo è nato circa 15 anni fa, ma fu subito abbandonato, ritornando

ad utilizzare il single fin. Il twin ha però avuto la sua rivincita, è stato ripresentato e

rivisitato con un nuovo shape della tavola, risolvendo i difetti di partenza in planata del

twin originario. Infatti, in pochissimo tempo questa novità da Maui ha raggiunto tutto il

mondo. Alla tavola stretta e lunga “a goccia”, si è sostituita una tavola molto più corta e

più larga, più compatta. Da cinque anni a questa parte ci sono state molte evoluzioni,

dal twin si è passati al quad, che dura tutt’ora, con buoni risultati, mantenendo l’outline

e lo shape della tavola compatta. Sul quad sono stati fatti diversi studi, soprattutto con

MFC. Pio Marasco ed il suo team, hanno disegnato e testato set di pinne di diversi shape

e misure, adatte per ogni singola condizione, permettendo di sfruttare la tavola quad ai

massimi regimi, da side ad onshore. Infatti, si è visto il quad anche surfare JAWS! Così

come anche, dare il meglio a Pozo! Accanto ad uno studio attento, queste pinne sono le

migliori anche per l’utilizzo di materiali eccellenti, altamente performanti, quale il G10.

Questo materiale da alla pinna la rigidità perfetta e di conseguenza la tavola quad

acquista maggiore velocità. Ma, come sappiamo bene, il nostro sport è in continua

evoluzione, grazie anche ai maestri shaper! È con l’esperienza sul campo, anzi sull’onda,

che c’è lo studio più attento della tavola e della pinna perfetta! E, se necessario, si è

pronti a tornare anche indietro… Proprio qualche settimana fa, all’interno della factory,

ho visto con i miei occhi Andrea Natoli lavorare su delle single fin! Eh si, avete capito

bene! Anche nel windsurf la moda ritorna! Chissà a chi lo vedremo per primo… Ho avuto

l’onore, oltre che di vedere, di toccare con mano, accorgendomi che si tratta di una

pinna molto flessibile, sempre by MFC. Ancora poco possiamo dire sul ritorno al single

fin, ma vi terrò aggiornati su queste pagine!

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TESTO DI Daniele Di Rosa | FOTO DI Jimmie Hepp | RIDER Daniele Di Rosa | LOCATION Hookipa, Maui

Page 34: Funboard 144

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ANCORA MAUI, GLI SPOT E I POSTI DA NON PERDERE…Lo spot per eccellenza, che caratterizza Maui, è Hookipa, famoso per la costante

presenza di swell e vento, dove si può trovare la più grande concentrazione di pro del

windsurf! Vederli in azione sulle onde, tutti insieme nello stesso posto, è un vero

spettacolo! È uno spot eccezionale, che richiede anche una buona esperienza, bisogna

avere buona destrezza con il nostro sport perché se si sbaglia è facile finire a rocce!

Ma Maui non è solo Hookipa, esistono moltissimi altri spot, divertenti e più accessibili,

che offrono caratteristiche diverse, accontentando ogni esigenza!

Spreckswille è uno di questi, è uno spot che ti permette, anche in quelle giornate un po’

monotone, di divertirti, imparando, onda dopo onda, salti e nuove manovre. È

caratterizzata da un vento molto laterale e set di onde non molto alte ma ottime per

allenarsi e provare a saltare.

Se non vuoi avere l’ansia di surfare rischiando di andare a rocce lo spot ideale è

Kanaha, un vero e proprio parco dei divertimenti per i windsurfisti, esperti e non. Ci

sono prati bellissimi dove armare la vela, comode docce dove lavare tutto, e anche una

pineta attrezzata con barbecue per delle arrostite a fine surfata. Kanaha è uno spot che

offre anche una vasta scelta di condizioni, molto divertente con lo Slalom e Freestyle,

perchè caratterizzato dai primi 200 metri da riva da acqua piatta, fuori da questi 200

metri c’è il vero parco-giochi, adatto per tutti i livelli. Le onde sembrano disegnate, sono

molto lunghe e dunque, un’onda può essere surfata da più persone.

Maui non è solo Windsurf, il poco tempo che rimane si può sfruttare per visitare luoghi,

ristoranti e le tante meraviglie naturali che caratterizzano l’isola. Mi viene in mente

Hana, famosa per la sua foresta di bambù; il vulcano, bellissimo salire fino in cima e

vedere una distesa di terra rossa e tutte le varie bocche che lo circondano; le twin falls,

cascate naturali che tagliano l’isola.

Non posso non nominare Paia, centro che lega tutti gli spot, incrocio famosissimo

presente in quasi tutti i video di windsurf girati a Maui, meta fissa giornaliera per molti,

famosa per i negozi, per i bar e i locali, tra i quali vale la pena nominare il “Mana Foods”

ed il “Fish Market”.

Il “Mana Foods” è un supermercato, piccolo ma ricco di alimenti biologici di ottima

qualità. E poi il famosissimo “Fish Market”, che è un piccolo ma buonissimo ristorante

tipo fast-food di pesce, mia meta fissa giornaliera! Si riesce a fare un pasto completo a

un prezzo davvero economico, mangiando cibo freschissimo, insostituibile il “mahi mahi

burger” e le “french fries”…da leccarsi i baffi!

Tutti questi luoghi citati appartengono alla North Shore, esistono anche altri bellissimi

posti sul South Shore, come Kihei e Lahaina, che accolgono molti turisti, soprattutto non

surfisti, prive di vento ma ricche di spiagge bianchissime e hotel mozzafiato.

DA MAUI A CATANIADopo tanto Windsurf, studio e test su onde, è arrivato il momento di tornare a casa,

giusto in tempo per il Natale! Ho ripreso la mia abituale attività, rielaborando a modo

mio tutto quello che ho visto e imparato alle Hawaii. Inoltre, ho subito informato i miei

sponsor sulla qualità e le prestazioni delle mie attrezzature testate a Maui, evidenziando

i punti di forza e annotando eventuali accorgimenti da fare per migliorare, mantenendo

il prodotto sempre al massimo della qualità.

Ne approfitto per ringraziare e rinnovare la mia stima per loro, 99 International, Reptile

masts e Wavedogs. Al più presto andrò di persona alla 99 Factory per ritirare le mie

nuove fantastiche tavole e incontrare di persona Gianni Valdambrini e Cesare

Cantagalli… non vedo l’ora! Continuerò il mio giro, passando da Wavedogs, dove mi

aspettano le mie nuove vele Tushingam (vera entusiasmante rivelazione!) e i miei nuovi

Python Reptile masts! Questi sono i miei primi obiettivi per il nuovo anno!

Il ritorno in Sicilia come potete immaginare può essere “traumatico” ma, questa volta

per me non lo è stato affatto! Per quanto belle siano le Hawaii, la voglia di tornare era

troppo forte, perché sapevo di ritrovare la mia dolce Silvia, unica passione al di sopra

del Windsurf! Spero che la prossima volta possa venire con me, il viaggio avrebbe

tutt’altro sapore!

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Onde e curve - Valentinaʼs Space

DESIDERO APRIRE QUESTO NUMERO CON UNA BREVEPARTE DI TESTO TRATTO DA UN ARTICOLO DI GENNAIO,SCRITTO DA FRANCESCO LONGO SUL “CORRIERE DELLASERA.IT” NEL “IL CLUB DE LA LETTURA”, PERCHÈ PENSOMERITI ESSER LETTO.

Francecsco Longo scrive: “Non è vero che la grande virtù dei surfisti è il coraggio. I

romanzi, su questo punto, sono chiari. La loro più grande abilità è l’attesa. I surfisti

sono imbattibili in questa attitudine: sanno vivere sospesi. Attendono l’onda giusta,

attendono la perturbazione in arrivo, sono perennemente convinti che la più

imponente onda della storia si stia per abbattere sulla loro spiaggia. Alla fine, tutte

le volte che all’orizzonte si profila davvero la grande onda, il tono si fa epico, e

torna immancabile la stessa domanda: «C’è qualcuno in grado di cavalcarla?»”

Sicuramente l’atleta che tra poco conoscerete, è alla perenne ricerca di grandi

onde da “cavalcare”. Surfista esperta, radicale, temeraria windusfrista e kiter,

Angela Peral è davvero una delle poche donne ad aver raggiunto nelle tre discipline

un altissimo livello. Capace di stile personale nella lettura delle onde…

Nell’inverno 2003 mi colpì il suo arrivo in spiaggia a Tarifa. Scendeva da un furgone

in compagnia di sua madre, entrambe armavano la vela non curanti della sabbia

che arrivava a raffiche pungendo viso e gambe. Entravano in mare dopo poco

alternando vulcan stellari a front loop impressionanti. Di sicuro, come conferma lei

stessa, è riuscita a vivere il suo sogno...

Buona lettura!

Angela, puoi raccontaci un po’ della tua adolescenza?

Sin da piccola ho amato il mare. Entrambi i miei genitori gareggiavano in windsurf,

e a me piaceva l’idea di diventare come loro, prima o poi. Da qui, credo, il mio

attaccamento agli sport acquatici sin da giovane età. A12 anni mi sono applicata

con più costanza al windsurf tanto da poter, dopo 2 anni, partecipare a qualche

tappa nazionale. Riscontrando risultati soddisfacenti decisi di iscrivermi a eventi

del circuito PWA. A 16 anni ho fatto lo stesso con il kite e riscuotendo buoni risultati

decisi di partecipare a competizioni anche in questo sport. Ho proseguito con il kite

essendoci molte più persone della mia età con cui allenarmi, inoltre gli sponsor mi

hanno supportata fin dall’inizio e così mi è stato possibile continuare con entrambi

gli sport, fare gare, studiare, viaggiare e uscire con gli amici. Il mio sogno è sempre

stato quello di viaggiare e incontrare nuove persone… per ora la mia vita è stato un

sogno divenuto realtà.

So che hai una relazione unica con tua madre, una windsurfista eccellente,

vuoi parlarci un po’ di lei e del vostro rapporto?

Si, lei da sempre è stata il mio idolo, è uno stimolo continuo, non smette mai di

motivarmi per seguirla. È stata lei che mi ha aiutata dall’inizio fino al

conseguimento dei miei obiettivi. Essere in acqua con lei è una soddisfazione senza

paragoni! Poterla vedere girare impressionanti forward loop, meglio di molti

uomini, viaggiare insieme, condividere surfate… è meraviglioso. Anche lei va matta

per il surf!

Raccontaci come hai iniziato a fare windsurf?

Come ho detto, entrambi i miei genitori erano professionisti. Da piccola mi

facevano prender confidenza mettendomi sulla tavola e spingendomi. Io li osservavo

molto. Quando ho compiuto 5 anni gli chiesi un mini Bic, che ho messo in acqua con

mia sorella. A 12 anni il cambiamento verso un windsurf un po’ più “serio”.

Come sei diventata una professionista?

All’inizio non ci pensavo molto, poi un giorno mi sono chiesta perchè non spingermi

un po’ oltre; ed è li che iniziai. Mia mamma mi seguiva spesso quindi avevo una

maestra sempre con me. Per permettermi di partecipare alle gare ho lavorato

durante l’estate in un negozio a Tarifa e anche mi occupavo delle pulizie di diverse

abitazioni, il che mi permise di poter guadagnare un po’ soldi per poter partecipare

alla mia prima gara a Pozo in Gran Canaria. Mi sono classificata 4° e ho ricevuto

abbastanza soldi per potermi iscrivere alla tappa successiva. Dopo pochi anni ho

ricevuto la sponsorizzazione di Roxy che mi ha aiutato enormemente dal punto di

vista economico. A me non restava altro che concentrarmi sul PWA e allenarmi!

Anche nel Kite, North Kiteboarding mi ha dato una mano enorme!

Qual è la disciplina che preferisci?

Le onde senza dubbio! Le amo, cosa altro potrei aggiungere!?

Quale sport preferisci tra surf, windsurf e kite?

Il surf è la mia principale passione, poi decido con cosa uscire in base alle

condizioni.

Tarifa è spesso caotica e sovraffollata, qualche problema di precedenze tra

kiter e windsurfer?

Cerco di non preoccuparmi troppo di questo… ad ogni modo quando esco in

windsurf i kite mi danno un po’ fastidio e viceversa quando esco in kite…

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La vera pace di Dio comincia in qualunque luogo che sia

mille miglia distante dalla terra più vicina.

Joseph Conrad

Page 37: Funboard 144

È Tarifa la tua base?

Si! È il luogo in cui vivono i miei genitori e i miei migliori amici, e dove ho più

ricordi.

Il tuo spot wave preferito vicino a Tarifa?

Il Palmar.

La tua meta preferita?

Peru.

Cosa significano le onde per te?

Felicità e un sorriso di 24 ore.

Il surf ti è stato utile per migliorare la tua tecnica con il windsurf tra le

onde?

Si è molto utile in particolare per leggere l’onda, capire quale linea scegliere e

come tagliarla.

Quale sponsor ti ha supportata durante la tua carriera?

Roxy, sono stati presenti fino dai miei esordi.

Di cosa non potresti fare a meno?

Della spiaggia.

Qualche sogno?

Continuare a viaggiare in meravigliose destinazioni con onde incredibili e diventare

una bravissima personal trainer.

Qualche consiglio per appassionati principianti?

Impegnarsi per ore con passione: alla fine si raggiungeranno gli obiettivi.

FAST INTERVIEW:Surf, Kite O Windsurf? SURF

Disciplina preferita? WAVE

Mure a destra o sinistra? DESTRA

Tavola e vela preferite? VELE NORTH E TAVOLE FANATIC

Cibo preferito? PASTA

Musica preferita? FLAMENCO

Libro preferito? L’ALBERO SAPORITO

Film preferito? BAMBI

Ragazzo Ideale? IL MIO YOURI ZOON

Lingua preferita? SPAGNOLO

Rider preferito? JULIAN WILSON

Hobby? RIDERE, BALLARE, USCIRE CON GLI AMICI

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TESTO DI Valentina Crugnola | FOTO DI Youri Zoon

Page 38: Funboard 144

People

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LA VITA DI TUTTI NOI È SEMPRE PIÙ FRENETICA PERLʼACCUMULARSI DI IMPEGNI. ARRIVA PERÒ IL MOMENTO DIFERMARSI A RIFLETTERE. FLORIAN JUNG DA 6 ANNI NON SIFERMAVA MAI, SPINTO DALLA SUA PASSIONE E IMPEGNATOTRA I VARI PHOTOSHOOTING, EVENTI PROMOZIONALI ECOMPETIZIONI. NELLʼULTIMO EVENTO PWA DELLA STAGIONEIN DANIMARCA, ATTERRANDO DA UN BACK LOOP SI ÈROTTO IL GINOCCHIO. DOVENDO STARE FUORI DALLʼACQUAPER UN POʼ DI MESI SI È FERMATO A RIFLETTERE SUQUELLO CHE FINO AD ORA HA FATTO E SU ALCUNI NUOVIPROGETTI. VEDIAMO COSA HA INTENZIONE DI FARE.

Florian Jung, la sua prima onda a Jaws!© Jimmie Hepp

Sulla strada per la Namibia.© Nayra Alonso

Page 39: Funboard 144

INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò

Ciao Florian, raccontaci come è andato il tuo 2011?

Nel 2011 ho avuto molti alti e bassi. Sono stato in Sud Africa, Namibia, Maui,

Canarie, Marocco, Francia e in Danimarca. La stagione è iniziata davvero bene con

l’annuale photoshoot di RRD a Cape Town, seguito da una travel story con John Skye

a Nayra Alonso in Namibia, di cui Funboard ha pubblicato l’articolo. Qualche

settimana dopo ho trovato delle perfette onde in Marocco insieme a Boujmaa.

L’highlight successivo è stato il viaggio a Maui dove ho surfato a Jaws per la prima

volta nella mia vita, e ho iniziato le riprese per un grande progetto video. Dopo

qualche evento di promozione in giugno, ho trascorso l’estate alle Canarie dove ho

continuato a lavorare sul progetto video e ho partecipato alle gare Wave PWA di

Tenerife e Pozo. Sfortunatamente durante il successivo evento PWA di Klitmoler in

settembre mi sono infortunato il ginocchio e ho dovuto subito iniziare la

riabilitazione per il resto dell’anno.

Come ti sei rotto il ginocchio?

C’erano condizioni davvero toste con tanto vento, corrente fortissima e onde

overmast. Ero nel secondo round delle eliminazioni durante la gara di Klitmoller. Ero

super soprainvelato con la mia 3.7, quando ho visto una buona onda. Ho deciso quindi

di fare un Back Loop. In aria una raffica violenta mi ha fatto andare in over rotation.

Quando ho guardato giù ho capito che ero molto alto e completamente fuori controllo.

Mi sono detto: “Non andare!”. Ma se avessi lasciato l’attrezzatura con quella corrente

non sarei più riuscito a riprenderla. Così ho deciso di tenere e l’atterraggio è stato

davvero duro. Ho subito sentito che qualche cosa si era rotto nel mio ginocchio

destro. Quando ho provato a risalire sulla tavola ho avuto molto male e ho capito di

aver terminato la gara. Ho rotto i legamenti e anche una piccola frattura ossea. In

questo momento ci tengo a ringraziare i miei sponsor, RRD, Gun Sails e Fiat Freestyle

Team che mi hanno davvero supportato nei miei 4 mesi di riabilitazione.

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Page 40: Funboard 144

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Quali sono i tuoi piani per i prossimi mesi?

Il mio obiettivo è di ritornare in acqua il prima possibile. A febbraio vorrei andare a

Cape Town con il team RRD per il photoshoot. Sto comunque continuando a lavorare

al Movie che dovrebbe uscire a fine 2012. Vi comunicherò presto maggiori

informazioni. Insomma, ho un sacco di cose da fare.

E nel 2012 che progetti hai?

Per il 2012 ho già pianificato alcuni trip per il mio progetto video chiamato: “Don’t

Let Go”. Insieme a rider come Camille Juban, Robby Swift, Boujmaa Guilloul e

Graham Ezzy, con i quali ho già effettuato molte riprese negli ultimi 5 mesi in

Marocco, Maui e in Francia. Ma c’è ancora molto lavoro da fare. Abbiamo

fatto anche molte foto pazzesche per produrre articoli per le riviste e

presto uscirà un trailer di presentazione. In oltre vorrei divertirmi

durante la stagione e senza avere altri infortuni!

Flo in Back Loop durante la gara in Danimarca a Klitmoller.Con la stessa manovra poco dopo si è rotto il ginocchio all’atterraggio.© John Carter

Tempo di riabilitazione...

Page 41: Funboard 144

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Florian a Witsand, Sud Africa. Uno dei migliori spotdella zona per saltare, non a caso frequentato

assiduamente da tutti i top sailor del PWA durantei loro allenamenti invernali. © John Carter

Page 42: Funboard 144

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Una volta qualcuno mi disse: “Devi amare quello che fai”.

Diventare un windsurfista professionista è una delle più belle cose che puoi

immaginare. Fin da quando ero piccolo sognavo di fare windsurf girando il mondo.

Ma sembrava impossibile. Sono nato nel mezzo della Germania, molto lontano

dall’Oceano. Le mie giornate di windsurf nell’anno si potevano contare sulle dita di

due mani. Nonostante questo ho iniziato a migliorare il mio livello. Mi piace

ricordare che ho imparato il mio primo Front Loop sul windskate saltando da una

rampa e atterrando in acqua! A 17 anni ho letto un articolo su una scuola a Maui

dove gli studenti potevano studiare al mattino e fare windsurf il resto del

pomeriggio. La Maui Ocean Academy mi sembrava essere la migliore scelta per me.

Ho lavorato duro e alla fine sono stato accettato. Ho avuto così la possibilità di

stare 7 mesi a Maui e questo mi ha permesso di migliorare il mio livello in acqua.

Quando sono tornato in Europa ho partecipato e vinto ad alcuni eventi Freestyle e

ho così trovato i miei primi sponsor che mi hanno aiutato fornendomi il materiale.

Passo dopo passo ho iniziato a inserirmi nel windsurf business sotto ogni aspetto.

Ho partecipato ai primi photoshooting, ho ottenuto le prime cover dalle riviste e ho

gareggiato ad alcuni eventi PWA, ma non ho mai direzionato tutte le mie energie

verso il World Tour non sentendomi così competitivo. Per me c’era molto altro da

fare. Era però anche molto divertente fare qualche evento e girare il mondo

insieme a tutti gli altri pro, ma ho sempre preferito viaggiare per conoscere nuove

destinazioni e trovare onde inesplorate.

Lavorando nel windsurf business negli ultimi 6 anni ho avuto la possibilità di vedere

molti posti, scoprire culture differenti, stringere nuove amicizie in tutto il mondo e

surfare onde fantastiche in perfette condizioni.

Mi ricordo ancora quando ho chiuso il mio primo Spock dopo averci provato

assiduamente per una settimana. È stato bellissimo e ne ero orgoglioso per

settimane. In contrasto a questo molti anni dopo ho surfato a Jaws per la prima

volta ed è stata un’iniezione di adrenalina pazzesca, ma il giorno dopo me ne ero

già quasi dimenticato. È un po’ come fare sesso con la ragazza più bella del pianeta,

ma dopo averlo fatto per molti anni diventa un’abitudine e ti dimentichi della sua

bellezza.

Fortunatamente ho trovato un modo davvero semplice per risolvere questo

problema: il ritiro.

Come vi ho già detto qualche riga sopra, a Klitmoller atterrando da un Back Loop

molto alto e decisamente fuori controllo mi sono rotto il ginocchio. Avevo

immediatamente capito che per me la gara era finita e non avevo idea di quanto

tempo mi servisse prima di ritornare in acqua. Dopo un lungo viaggio per tornare a

casa la diagnosi del dottore è stata devastante: frattura dei legamenti e una piccola

frattura ossea. Dopo di che ho dovuto affrontare un’operazione e una lunga

riabilitazione di 4 mesi.

Sono stati giorni lunghi e dolorosi ma ho avuto anche molti momenti positivi. Ho

imparato ad apprezzare cosa significa avere il privilegio di fare quello che ami. Ora

sono ancora più motivato e non vedo l’ora di andare la fuori a colpire il primo lip

che mi capiterà a tiro!

Fare riabilitazione per 5 ore al giorno avendo come unico obiettivo quello di tornare

in acqua il prima possibile è la migliore medicina che ci possa essere per un veloce

recupero. Ti ricorda di vivere nel presente e di esserne consapevole.

Il mio infortunio è solamente temporaneo e non è paragonabile alla tragedia che

sta vivendo Andre Paskowski che sta lottando contro il cancro.

Ad ogni modo vi vorrei ricordare la gioia di saltare o semplicemente di fare del

sano cruising con i vostri amici anche quando il vento è rafficato e le onde sono

piccole. È qualche cosa di speciale… sempre!

Flo Jung è sponsorizzato da: RRD, Gun Sails, Fiat, O’neill, Surf&Action & Dakine.

TESTO DI Florian Jung

Aerial a Sunset, Sud Africa,durante il photoshooting RRD 2011.© John Carter

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People

Quante volte avete letto su queste pagine i report dei viaggi più pazzeschi di

Carine Camboulives, Manu Bouvet e del fotografo Benjamin Thouard?

Sicuramente molte volte perché Funboard è media partner da diversi anni dei

loro progetti. Foto mozzafiato di windsurf ma non solo, immagini di vita

quotidiana immerse nella cultura locale, approfondimenti sugli usi e costumi

degli indigeni, e poi i testi mai banali dove raramente si racconta di manovre in

particolare, bensì di emozioni e esperienze condivise. Questa è la loro idea di

windsurf trip, ciò che noi apprezziamo e vi mostriamo proponendovi i loro

articoli. Ma dietro a tutto questo cosa si nasconde? Chi sono veramente Carine,

Manu e Benjamin? Dove vivono e cosa fanno? Come organizzano i loro viaggi negli

angoli più sperduti del pianeta? Nel mio recente viaggio a Maui di novembre ho

avuto modo di incontrarli in una piovosa e classica mattinata Hawaiiana bevendo

un caffè a casa loro per poi andare tutti insieme ad Hookipa a fare windsurf!

INTRO

“Maui Water Lily Farm”, le indicazioni di Carine erano chiare: “Da Hookipa prosegui

verso Haiku sulla Hana hwy e quando arrivi al km15 vedrai sulla sinistra il cartello

che indica la casa!”. Bene… il cartello si fa un po’ fatica a trovare per le sue

dimensioni decisamente ridotte, ma tutto sommato in un attimo eravamo davanti al

garage della Maui Lily Farm. Ad attenderci c’era Carine, in dolce attesa e

praticamente pronta al “delivery” (significa “parto” in inglese… vi giuro che non lo

sapevo e come termine fa decisamente sorridere). Dopo anni di scambio di e-mail,

messaggi, articoli pubblicati passando ore e ore a selezionare e impaginare le loro

foto, ecco che finalmente potevo conoscere Carine dal vivo, e vi devo dire che è

ancora più bella di come la mostrano le foto! La casa è molto spaziosa e

incasinata… come è giusto che sia quando ci sono in giro dei bambini. Ci fa

accomodare sulla veranda in giardino e iniziamo a parlare. Subito ammiro la

42

Carine Camboulives

Manu Bouvet

Benjamin Thouard

Page 45: Funboard 144

INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò | FOTO DI Matteo Righetti, Benjamin Thouard

grandezza del giardino e le vasche piene d’acqua sparse qui e la con dei bellissimi

fiori, nel frattempo ci raggiunge Benjamin Thouard, il loro compagno di viaggio e

fotografo, arrivato sull’isola da solo due giorni, anche lui finalmente lo incontro dal

vivo per la prima volta. Mentre Lou, la bellissima bimba di Manu e Carine, continua

a gironzolare intorno a noi attendiamo ancora che ci raggiunga Manu, che è a casa

di Robby Seeger per un lavoretto. Chiedo a Carine di avvisarlo sul telefonino del

nostro arrivo e lei mi risponde: “Manu non ha mai avuto un telefonino e non lo

vuole avere. Ora che potrei partorire da un momento all’altro gliene ho dato uno

ma lo dimentica sempre in giro, e quando non è a casa semplicemente mi chiama

ogni tanto se riesce a trovare un telefono da qualche suo amico…”. Tempo di bere

un caffè ed ecco arrivare anche Manu e iniziamo la nostra chiacchierata.

Ciao Carine, raccontaci un po’ come riesci a organizzarti durante l’anno,

dividendo il tuo tempo tra allenamenti, viaggi esotici e e la vita quotidiana di

mamma?

Di solito passiamo la maggior parte del tempo qui a Maui, che ormai è diventato il

nostro campo base. Restiamo in zona durante i mesi autunnali, che offrono le

condizioni di onda migliore sia per il windsurf che per il sup. Quando poi viene

l’inverno inoltrato e il vento comincia a singhiozzare qui sulla north shore,

puntiamo verso qualche destinazione esotica. Inseguiamo onde e vento verso nuove

location, come i Caraibi, per poi tornare a casa Maui verso fine marzo o aprile,

giusto in tempo per fare i photoshooting per i nostri sponsor.

Adesso la situazione sta cambiando un po’ perché Lou ha compiuto 6 anni e ora

deve andare a scuola. Prima andavamo via anche per 4-5 mesi alla volta, passando

un po’ di tempo anche in Francia, con la famiglia e surfando le condizioni del

Mediterraneo. Ora invece le sue vacanze scolastiche cadono nei mesi di giugno e

luglio, quindi ci siamo adeguati andando prima in Francia e poi a Tahiti. Cerchiamo

di fare almeno 2 travel stories all’anno, di cui una in estate.

Come fate a decidere le destinazioni?

Il bello è che più si gira e più possibilità ti si presentano. Facciamo un sacco di

ricerche su internet, chiediamo in giro, ci informiamo in qualsiasi modo. Spesso e

volentieri, anche in Micronesia, chiediamo ai pescatori o ai surfisti da onda, che ti

danno qualche indicazione verso spot remoti in isole disperse nell’Oceano.

Una volta che abbiamo un’idea, cominciamo a studiare le carte nautiche,

googlemaps, e cerchiamo di contattare gente sul posto. Manu è davvero motivato e

curioso, e ogni volta che vede una foto interessante da qualche parte s’interessa

immediatamente e si mette al lavoro. Una volta che abbiamo raccolto tutte le

informazioni, poi cerchiamo di contattare gente della zona per organizzarci in loco.

Poco tempo fa avete fatto un report su Papua Nuova Guinea, ed è stato

sicuramente uno degli articoli migliori di Funboard. È veramente inusuale

vedere una famiglia di windsurfisti fare foto con il capo tribù nel bel mezzo

della foresta pluviale!

Anche quando siamo andati in Indonesia a Timor la situazione era abbastanza

“selvaggia”, con intere tribù di uomini nudi, vestiti con foglie di banane e copricapi

di piume colorate. Papua ci ha sempre incuriosito e allora abbiamo colto la palla al

balzo. Su internet siamo riusciti a contattare una guida americana che lavorava in

zona da circa 25 anni. Ci siamo quindi affidati alla sua conoscenza e ci ha

consigliato di andare a vedere le case sugli alberi. La tribù che abbiamo conosciuto

noi, però, era stata scoperta poco tempo prima da dei cercatori d’oro, che li hanno

visti pescare lungo il fiume, nei meandri più reconditi della vasta foresta pluviale.

La guida americana si è offerta di portarci da loro, garantendoci che sarebbe stata

un’esperienza eccezionale, in quanto, la nostra crew più due antropologi e due

giornalisti, sarebbe stato il loro primo contatto con l’uomo bianco. Abbiamo quindi

pensato anche che vedere la nostra famiglia, con Lou, avrebbe dato un’immagine

più amichevole e pacifica.

43La Maui Lily Farm diCarine e Manu Bouvet.

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44Carine Camboulives.© Benjamin Thouard

Alcuni momenti della nostra intervista alla Maui Lily Farm.

Page 47: Funboard 144

45

Durante il viaggio, infatti, avete prodotto molto più materiale di lifestyle che

di windsurf.

Sì, per noi è importante documentare queste esperienze, perché sono davvero fuori

dal comune. Alla fine le onde e le condizioni perfette si trovano in molti posti, anche

conosciuti, ma è proprio questo scambio culturale e il toccare con mano altre

culture che ti da la scossa di adrenalina e ti fa sentire in pace con te stesso.

Come vi supportano i vostri sponsor in questi progetti?

Noi abbiamo un budget annuale, che poi ci gestiamo a nostro piacimento. A volte

cerchiamo anche di appoggiarci a enti turistici locali ed altre aziende

extrasettore, in modo da poter far girare i nostri 2 report annuali su tutte le

riviste windsurfistiche mondiali. Anche Oxbow ci ha aiutato un sacco, in modo da

produrre quanto più materiale video per promozione sul web e su dvd, facendoci

anche seguire da cameraman professionisti per realizzare anche montaggi

televisivi.

La crew solitamente quindi è composta da te, Manu, vostra figlia Lou, più un

fotografo e due cameraman. Sono un bel numero di persone da far spostare

e richiede anche tempi piuttosto lunghi.

Sì, i viaggi sono piuttosto lunghi, ma a noi non piace fare come fanno in molti

windsurfisti, che vanno anche in posti sconosciuti su previsione per una o due settimane

ma si piazzano in spiaggia e non girano neanche un po’. Noi, invece, cerchiamo subito di

integrarci, mandando Lou a scuola, o di trovare una babysitter locale, ed è proprio in

questo modo che vieni a contatto con le famiglie, la gente, e la cultura locale, vivendo il

tutto in prima persona. Per questo non amo neanche le gare, perché alla fine sei sempre

in un parcheggio o in un albergo ad aspettare che ti chiamino per la tua batteria.

Tantissima gente ha girato per il Brasile, l’Africa, ecc ecc, ma appena gli si chiede

qualcosa al di fuori delle condizioni, ti guardano con occhi sgranati. Per me viaggiare

significa prima di tutto scoprire e conoscere qualcosa di nuovo.

Ora anche con due bambini!

All’inizio eravamo un po’ in apprensione per Lou, ma a dir la verità, arrivare con un

bambino tra le braccia, specialmente in paesi del Terzo Mondo, ti apre molte porte,

in quanto la gente capisce immediatamente che tipo di persone siamo e che non

abbiamo secondi fini. È più facile trovare una connessione comune se c’è un nucleo

familiare, piuttosto che dei ragazzi con telecamere e macchina fotografica. Lou poi

gioca subito con tutti i bambini locali, e quindi poi si va a scuola e ci si integra

immediatamente nella vita locale.

Qual è la vostra prossima destinazione?

Il reparto di maternità all’ospedale! Manu è già tutto eccitato e vuole andare in

India appena il bambino avrà 3 mesi, ma io non son tanto convinta!

Com’è spostarsi con tutto quel materiale?

Semplicemente pazzesco. Spostarsi con tavole da surf da onda, windsurf, kite e

ora perfino SUP… ora però possiamo usare le tavole piccole da sup come freeride,

mettendo su il rig e girando per le lagune. Quando Lou aveva circa due anni, volevo anche

portarle le formine di plastica per fare i castelli di sabbia mentre ci aspettava in spiaggia.

Saranno pesate si e no 100 grammi in totale ma Manu si è arrabbiato come una bestia,

perché già avevamo troppo materiale indispensabile, figuriamoci poi i giochi “superflui”.

Prima era più facile, adesso con l’Excess Baggage è veramente critica la situazione.

Cosa fate tu e Manu quando siete qui a Maui? Lavorate?

Siamo in affitto in questa casa e subaffittiamo un piccolo appartamento, in modo

da poterci pagare le trasferte e le spese. Abbiamo anche un giardino enorme in cui

coltivo fiori, che poi vendiamo ai grandi alberghi o alla gente che ha delle piccole piscine

o stagni in cui mette le ninfee decorative per occasioni particolari. Ospitiamo anche

degli studenti francesi, che vengono qui per 6 mesi, e in cambio di alloggio e materiale

da windsurf, ci aiutano lavorando alla raccolta dei fiori e controllando che tutto vada

bene anche quando noi siamo in giro.

Come siete arrivati qui?

Io e Manu ci siamo conosciuti nella facoltà di Economia di Parigi, e siamo venuti qui

insieme da studenti e abbiamo aperto un’agenzia di viaggi insieme, che abbiamo

tenuto per 10 anni. Poi abbiamo cambiato e ora eccoci qui.

Manu, hai qualcosa da aggiungere?

È ormai da 15 anni che facciamo questo tipo di vita e per noi, la ricompensa più grande,

oltre al viaggiare in sé, è vedere quanto sia cresciuto il nostro rapporto con le riviste.

Quando infatti pubblicano le foto giuste, con il nostro testo e l’impaginazione perfetta, il

viaggio prende veramente vita tra le dita dei lettori. E devo dire che Funboard, più di

tutte, ha davvero occhio e buon gusto nel pubblicare le nostre storie, scegliendo

esattamente le foto più significative che piacciono anche a noi.

Qual è la vostra prossima destinazione?

L’ospedale per Carine tra circa 4 giorni e poi qualche nuovo paradiso esotico

sconosciuto. Ora dovremmo anche fare il report di Tuamotu!

Manu Bouvet a Taiti.© Benjamin Thouard

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Benjamin Thouard, tu sei il fotografo. Puoi raccontarci qualcosa anche dal

tuo punto di vista? Com’è viaggiare sempre verso destinazioni sconosciute?

Il mio unico lavoro è la fotografia e circa 3 anni fa ho deciso di trasferirmi a Tahiti,

sia per la fotografia, ma anche perché adoro il posto, la gente e la cultura.

Faccio photoshooting di windsurf, surf, kitesurf e Sup, ed anche qualcosa

dall’elicottero, ma soprattutto dall’acqua; facendo anche io surf e windsurf voglio

comunicare la mia prospettiva personale.

Ho visto delle tue foto in cui sei praticamente dentro il tubo a Teahupoo che

riprendi verso il canale. Devi davvero conoscere lo spot come le tue tasche

per fare scatti del genere.

Sicuramente ho dovuto uscire parecchie volte anche a nuoto, per conoscere lo spot

prima di rischiare di perdere tutto il materiale per essermi piazzato nel posto sbagliato.

Ci racconti cosa fai durante l’anno?

Solitamente resto a Tahiti nel periodo degli swell in quanto vengono un sacco di

surfisti conosciuti, permettendomi di fare foto mozzafiato. Poi, di solito, parto per

qualche viaggio, con Carine e Manu, con cui poi faccio tutte le varie foto nel posto

scelto da lui, e poi lavoriamo insieme sulla presentazione del report alle riviste. Da

ottobre a dicembre spesso vengo qui a Maui, in quanto un sacco di pro rider ci

vengono per allenarsi, dandomi la possibilità di far altre foto interessanti, in ottimi

spot, con ottime condizioni, e che sicuramente le riviste vorranno pubblicare. Io di

solito arrivo verso novembre e mi piazzo ad Ho’okipa in modo da far un po’ di foto e

incontrare nuovamente i personaggi più importanti del windsurf. Tahiti è perfetto

per fotografare i grandi del surf da onda, proprio come Maui per il windsurf. Verso

marzo-aprile poi ci sono anche i photoshooting, e anche questa è un’opportunità

per collaborare direttamente coi marchi dell’industria windsurfistica. Torno poi a

Tahiti e organizzo il secondo viaggio annuale con Manu.

Ci puoi illustrare qualche dettaglio tecnico del tuo modo di fotografare?

Ogni fotografo ha diverse tecniche e preferenze personali per cercare di ottenere lo

scatto che vuole. Personalmente adoro fare foto dall’acqua, nuotando tra le onde e

proprio nel vivo dell’azione, a pochi centimetri dal mio obiettivo, piuttosto che

fotografare con un tele dalla collina. È molto più personale e stretta la

collaborazione che si viene a creare tra rider e fotografo. Quando per esempio giro

con Manu, cerco di visualizzare lo scatto su quello spot specifico, ancora prima di

entrare in acqua. Anche Manu dev’essere al corrente delle mie impostazioni, e se

ho quindi bisogno che mi venga vicino, l’angolo di approccio ecc ecc. È molto

diverso dal fotografare un rider in freesurf, completamente diverso. È un lavoro di

squadra. Il tutto ovviamente, con la luce, l’inquadratura e il timing perfetti.

Poco tempo fa, Funboard ha utilizzato per la copertina una tua foto scattata

in Indonesia, ripresa dal tubo. Come ci sei riuscito?

Bhè innanzitutto devi essere molto a tuo agio a nuotare tra le onde, sapendo

esattamente dove posizionarti e come muoverti. Non è che arrivi su uno spot e ti

butti in acqua con macchina e lente da 5000¤. Devi saper leggere l’onda, le maree e

anche il diverso approccio in surfata tra windsurfisti e surfisti da onda. Devi

aspettare che le condizioni siano perfette, che l’acqua sia pulita e cristallina e la

luce calda e vibrante, utilizzando un’ottica molto ampia come il Fisheye, in modo

che si possa vedere tutto il tubo sopra di te e il rider più in lontananza.

Inquadri nel mirino quando scatti?

No, non guardo nemmeno. È esclusivamente una questione di timing, in quanto il

Fisheye è talmente largo che sicuramente, se usato correttamente, tiene in frame

tutto il necessario. In quella foto in particolare, tutto il mio corpo era già immerso

nella parete dell’onda, e ho scattato alla cieca.

Gli squali non ti fanno paura?

No, questo tipo di squali è innocuo per l’uomo, quindi ero tranquillo. Se dovessi

andare domani in Sud Africa, patria degli squali bianchi, ci penserei mille volte e

probabilmente non entrerei nemmeno in acqua a far foto. In generale però, in tutti

gli spot in cui siamo stati noi, non ho mai avuto grosse preoccupazioni. A volte

magari ti preoccupi un po’ perché viene sera, ma niente di che.

Devi essere un ottimo nuotatore quindi?

Eh sì per forza. A volte poi vieni anche frullato, quindi devi stare tranquillo e muoverti al

meglio, in modo da non rischiare danni né a te, né al materiale! Io comunque ho anche un

leash di sicurezza al polso, in modo che se anche l’onda mi dovesse strappare la macchina

delle mani, non cola a picco. Aiuta molto essere anche un buon surfista e saper leggere le

onde, in modo da posizionarsi correttamente. È tutta una questione di timing. Se sai come

e dove romperà l’onda, interpretando le varie sezioni, allora con buone probabilità farai

delle buone foto, ma andare allo sbaraglio non è proprio una buona idea!

Carine sfreccianella laguna di Taiti.

© Benjamin Thouard

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Making of

“GODITI OGNI MOMENTO COME FOSSE LʼULTIMO” È UNAFRASE MOLTA NOTA CHE HO SENTITO DIVERSE VOLTE

PRIMA DʼORA, MA SOLTANTO IL FATTO DI STARE IN UN LETTODʼOSPEDALE MENTRE IL MIO CORPO SUBISCE LA

DIFFUSIONE DEL CANCRO ME NE HA FATTO VERAMENTECAPIRE IL SENSO. IL WINDSURF OFFRE MOLTI BEI MOMENTI

GRAZIE AL SUO LIFESTYLE COINVOLGENDO VIAGGI,PERSONE ED AMICI. DOBBIAMO ESSERE A CONOSCENZA DI

QUESTA BENEDIZIONE E GODERCI LA VITA MEGLIO CHEPOSSIAMO! NON IMPORTA SE SI TRATTA DI UNʼUSCITA DI

UNA GIORNATA NEL TUO LAGO VICINO A CASA O SE È UNVOLO INTERCONTINENTALE VERSO UNA DESTINAZIONE

LONTANA, SPERO CHE MINDS WIDE OPEN CATTURI LESENSAZIONI CHE SI RICEVONO DA QUESTI VIAGGI E CHE,

GUARDANDO IL VIDEO, POSSIATE RIPROVARE A SENTIRLEUNʼALTRA VOLTA E CHE VI GUIDI AD ORGANIZZARE IL

VOSTRO NUOVO VIAGGIO.

LʼINIZIO DI TUTTOAll’inizio di ottobre del 2009, al PWA Sylt World Cup in Germania, Peter Svensson,

Sebastian Dorr ed io abbiamo presentato in collaborazione il nostro primo Windsurfing

movie intitolato “Four Dimension” su uno schermo teatrale, in una sala gremita con i

migliori windsurfer al mondo e leader di industrie. Emozionanti applausi per questo

primo show ed un’ovazione alla fine del video ci hanno fatto sentire soddisfatti e ci

hanno reso fieri del nostro lavoro, così abbiamo intrapreso questo stressante e

memorabile progetto. Era la prima esperienza per noi e per i rider coinvolti. Poche

settimane dopo la premiazione, Peter ed io siamo partiti per il Brasile per divertirci e

fare un po’ di windsurf. Credeteci, oppure no, ma qualche Caipirinha al tramonto e

siamo tornati al tema video. Abbiamo discusso sulla possibilità di creare un nuovo video

ed in cosa doveva essere diverso da “Four Dimension”, se fossimo andati avanti con

questo progetto avremmo dovuto dedicare più tempo per le riprese, per il montaggio e

per i viaggi, considerando anche nuovi luoghi di ripresa, migliorare le attrezzature per

le riprese e per i rider coinvolti. Peter aveva le sue riserve per rimbarcarsi in un nuovo

progetto, ma la mia mente era perseguitata dall’idea e non potevo lasciarla andare.

IL PIÙ GRANDE CAMBIAMENTO DELLA MIA VITAAll’inizio del 2010 sono partito per un viaggio a Maui. Al mio ritorno ho avuto la

conferma di partecipazione al progetto di quelli che penso siano i più grandi

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TESTO DI Andre Paskowski | FOTO DI Michael Sumereder/Minds Wide Open

windsurfer del mondo: Ricardo Campello, Philp Koester, Gollito Estredo, Kauli Seadi,

Marcilio Browne e Victor Fernandez. I rider ed i loro sponsor si accordarono per

finanziare il progetto! In cima il principale sponsor: Planet Windsurfing e Pousada

WindJeri. Tutto ciò che è andato oltre questo bilancio è pesato sulle mie spalle, ma

è un peso che ho dovuto sopportare per una grande produzione. Abbiamo deciso

per il titolo “Minds Wide Open”. All’inizio della primavera del 2010 ho ricevuto una

notizia per cui il budget economico per il film era l’ultimo dei miei pensieri. La mia

vita era appesa ad un filo. Con un regolare check-up di un’ora, il mio dottore mi ha

pronosticato il cancro. Istantaneamente il progetto era uscito dalla mia mente

lasciando spazio a milioni di altre domande come: “Cosa devo fare? Cosa ne sarà

della mia carriera come windsurfer? Morirò?”. La mia famiglia, la mia vita e la mia

salute hanno avuto la priorità su tutto.

CERCHIAMO DI FARLO PARTIRE?I miei dottori hanno cominciato subito a pensare a dei programmi per sconfiggere il

cancro. Ho fatto un lungo percorso di chemioterapia, qualche operazione e la speranza

era che entro la fine dell’anno sarei dovuto stare di nuovo bene. Purtroppo, per questo

motivo non ho potuto competere nel 2011, quindi ho pensato che il movie sarebbe stato

il progetto perfetto per rimanere comunque nel mondo del windsurf mentre mi

occupavo della mia salute.

PRIMA DESTINAZIONEAbbiamo iniziato a registrate per Minds Wide Open con una nuova destinazione,

qualcosa di veramente diverso sia in natura che in azione rispetto ad una classica

ripresa a Maui, ma non così distante come nome: “Cold Hawaii”. Klitmoller, in

Danimarca, dove si è tenuto il PWA Cold Hawaii World Cup nel 2010, ci ha mostrato delle

condizioni mostruose. Nell’aria si respirava un’atmosfera competitiva con Sebastian

Dorrs (Basti) e Andi Jansen che hanno focalizzato le loro camere sugli atleti tutto il

tempo, catturando alcune delle più radicali azioni mai filmate. Il clima freddo ed il

paesaggio invitante hanno superato la prova in modo più che sufficiente per essere la

prima sezione del movie. Le cose andavano bene!

ALTI E BASSIPer creare un Windsurfing Movie c’è bisogno di molta passione. Non si diventa ricchi

e molte volte si finisce a spendere più di quello che si aveva programmato. Qualsiasi

windsurfer sa che pianificare tutto con questo sport, basato esclusivamente sulle

condizioni metereologiche, è praticamente impossibile. La natura dice dove e

quando. Ho mandato tre uomini del nostro team a Sal, Cabo Verde, per quattro

settimane nel novembre del 2010, ma madre natura ha detto di no. Niente vento,

niente onde; 7000¤ completamente gettati via. In ogni caso, si sa che Cabo Verde ha

il suo “potenziale”, così tutti erano d’accordo per tornare a Sal su previsione. Questo

Andre Paskowski e la sua crew di Minds Wide Open. 49

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accade all’inizio di febbraio 2011. Considerato “libero dal cancro”, ho seguito il

gruppo a Capo Verde. In questa occasione abbiamo trovato onde perfette tutti i

giorni ed anche se non ho potuto surfare tornavo a casa tutte le sere esausto ma

soddisfatto delle riprese e volevo solo mangiare e dormire. È qualcosa che perdi

quando devi rimanere bloccato su di un letto d’ospedale per mesi. Proprio come non

avere onde e vento per un po’ rende tutto più eccitante e ti fa apprezzare il tempo

nel momento in cui le onde ed il vento ci sono. Dopo il nostro ritorno da Capo Verde,

ho potuto sentire una forte sinergia tra il nostro gruppo di surfer e i cameramen.

Era perfetto. Abbiamo trovato il nostro flusso e ciò era indispensabile per potere

avere i migliori risultati. Non è sufficiente filmare solo l’azione, questo flusso è

necessario per far sentire l’atmosfera del viaggio allo spettatore. Quello che si prova

è la cosa più difficile da trasmettere, ed è ancora più importante in un video di

sport. Mi sentivo come se fossimo sulla strada giusta!

TUTTO IN PERICOLO, DI NUOVO!Dopo il ritorno da Capo Verde sono stato colpito da nuove notizie dai miei dottori. Il

cancro era tornato. Ero tornato nel flusso dell’ospedale; operazioni, altre dosi di chemio

e radio terapia. Ancora una volta avevo dei dubbi sul proseguimento del film. Sarei

tornato ad essere bloccato nel letto per parecchi mesi ancora, non avrei potuto fare

alcuna ripresa, avrei dovuto organizzare tutto dall’ospedale. Tuttavia, l’ultimo viaggio di

successo a Capo Verde ha mantenuto le mie speranze alte, così ho deciso di continuare

le riprese, ho cancellato il mio biglietto per Maui e ho mandato Sebastian al mio posto

per fare le riprese che ci servivano.

VIAGGIO DOPO VIAGGIOGremiti con 150 kg di equipaggiamento per le riprese, Michael Summereder (Sumsi) e

Basti si sono imbarcati in quello che poteva sembrare un viaggio senza fine. Sono arrivati

Gollito Estredo

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a Maui giusto in tempo per prendere Jaws il 15 marzo. C’erano già così tante riprese di

Jaws di quel giorno in Internet che non ho pensato di utilizzarle per la nostra produzione

finale. Volevamo il nostro video diverso da tutti gli altri e quindi si aprì la strada per nuove

riprese. Come si può immaginare, questa non è una cosa facile da fare a Maui,

specialmente perchè è il playground di molti registi di video di Windsurf. Qui il nostro

investimento per nuove tecnologie e tecniche avanzate ci ha permesso di creare nuovi

aspetti ed alla fine anche degli shoot spettacolari. Questo era quello che stavamo

cercando. Maui offre sempre delle buone condizioni, ma più importante per Minds Wide

Open sono state le straordinarie manovre che Marcilio Browne è riuscito a fare a

Hookipa. L’isola offre anche stili di vita filmati che le persone non hanno mai visto in video.

Un altro grande vantaggio di riprendere a Maui sono i voli in elicottero relativamente

economici. Abbiamo utilizzato il nostro nuovo “Gyro System” per riprendere in maniera

pulita e fare delle riprese stabili pur utilizzando lo zoom dall’elicottero. La destinazione

successiva era una località segreta in Egitto. Le cose iniziarono ad andare meno bene.

Gollito è arrivato quarto a Podersdorf e non era per niente d’accordo con il suo risultato,

nel frattempo Basti e Sumsi avevano un sovraccarico per il peso in eccesso del bagaglio

quindi non partirono con tutto l’equipaggiamento. Comunque sia, quando guardai le loro

riprese mentre ero disteso sul mio letto in ospedale, mi venne da sorridere, specialmente

la clip di Gollito dove fa una Flaka, arrivando da una Shaka e risaltando poi in Shaka. Che

combinazione! La prossima tappa era Pozo nelle Canarie. Sumsi è partito da solo mentre

Basti è rimasto in Germania per iniziare a fare un po’ di montaggio. Sumsi prima è venuto

da me a trovarmi ad Amburgo per prendere anche un po’ di attrezzatura e poi si è diretto

verso Gran Canaria. Il posto con più vento sulla terra ci ha regalato le condizioni di cui

avevamo bisogno, ci siamo focalizzati a riprendere i salti, specialmente Philip Koster.

Abbiamo avuto un po’ di difficoltà a noleggiare un elicottero per le riprese dall’alto, ma

dopo quattro settimane di attesa per la sua disponibilità, durante delle buone condizioni

Philip Koster e Victor Fernandez a Camp One, Maui.

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abbiamo finito il lavoro. Le riprese di Pozo sono ottime dalla spiaggia ma penso che

dall’alto siano un’altra cosa, qualcosa di diverso; nuove angolazioni ancora più radicali.

Sono rimasto molto felice e soddisfatto nel vedere che cinque dei sette top rider a Pozo

facevano parte della squadra di Minds Wide Open.

ANCORA DUE VIAGGI DA FARE Era agosto del 2011. Basti stava finendo dei tagli per il trailer, io stavo cercando

lentamente di uscire dall’ospedale e Sumsi era tornato in Austria per prepararsi per il

nostro ultimo viaggio: Indonesia. Kauli, Victor e Ricardo volarono direttamente

all’aeroporto di Jakarta e si trovarono la con Sumsi e Basti. Nel frattempo io ero in

Germania e cercavo la giusta musica, PR, i testi per le riviste e ovviamente dovevo

prendermi cura di me stesso. L’Indonesia era esattamente quello che speravamo di

trovare. Offre una natura bellissima, paesaggi e onde. Abbiamo visitato così nuovi posti

e speravamo di poter trasmettere le nostre emozioni direttamente ai nostri spettatori

nel progetto finale. I nostri rider in quelle onde hanno subito pesanti wipe out, facendosi

male e devastando molta attrezzatura, ma dopo un po’ hanno eletto sui social network

questo viaggio come il più bello della loro carriera. Sentire queste cose da rider che

hanno visto onde e vento in quasi tutto il mondo prova il successo del viaggio. Gli

Emirati ci hanno riportato indietro con 3000 ¤ di bagaglio extra ma sono stati soldi ben

spesi per le riprese che abbiamo ottenuto alla fine. Subito dopo il ritorno di Busti e

Sumsi dall’Indonesia, abbiamo lavorato giorno e notte al trailer per renderlo perfetto e

per trasmettere alle persone la giusta impressione sul film. L’ultimo viaggio è stato con

Gollito sul Lago di Garda. Gollito si era fatto male alla spalla all’inizio dell’estate e questo

l’ha tagliato fuori dalle riprese di Pozo. Il viaggio sul Garda è stato un’occasione per

ottenere degli shoot di freestyle da questo quattro volte Campione del Mondo. Siamo

partiti da Amburgo, abbiamo preso Sumsi a Innsbruck ed abbiamo surfato con il vento

Victor Fernandez in Indonesia.

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del nord sul Garda la mattina presto per tre giorni. È stato divertente svegliare Gollito la

mattina alle 5 e motivarlo a surfare. Fortunatamente tutto è andato bene... ho perfino

preso in prestito l’attrezzatura di Gollito per fare un po’ di Windsurf, la prima volta dopo

così tanto tempo e solamente dopo due settimane di radio terapia. Mi ha trasmesso

una bella sensazione e ha confermato la mia decisione nel scegliere di continuare e

portare a termine il film.

TRAILERLa sera che siamo tornati dal Lago di Garda ho messo il trailer on-line e sono andato a

letto. Mi sono svegliato la mattina dopo con più di 1000 e-mail! E-mail di congratulazioni,

di offerte e di ordinazioni. Questo ci ha dato la motivazione che ci serviva per continuare

con il film e per mettere i nostri futuri eroi del windsurf sulla ribalta. Quando ero più

giovane il mio windsurfing movie preferito era RIP di Robby Naish. Dopo averlo visto

l’unica cosa che volevo fare era surfare, sono andato in giardino e mi sono messo la

muta giusto per sentire l’emozione del windsurf e la volta dopo che ero sulla spiaggia ho

dedicato tutte le mie energie al windsurf. Il mio “goal” con Minds Wide Open è che lo

spettatore non è solo impressionato dalle azioni in acqua ma è anche toccato dal video

nel suo insieme. E’ un video che dovrebbe aiutarvi a fare passare un periodo senza vento,

senza onde e con temperature fredde. Volevo farvi sognare il vostro prossimo viaggio.

Informazioni tecniche: Le riprese:

• Panasonic af101 con

• 400mm 2.8 Nikon

• 80-200 2.8 Nikon

• 135 2.8 Nikon

• 55 1.4 Nikon

• 20mm 2.0 Nikon

Kauli Seadi a Cabo Verde.

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Questa Camera ti fornisce le opzioni per avere una profondità di campo per

trascinare l’attenzione degli spettatori là dove la vuoi tu… Ma ha il focus manuale.

Sony EX1 plus SPL Waterhousing

Per il nostro lavoro in acqua:

• Filmati da terra con auto focus mode. Per forte vento ed azioni veloci. O per

l’elicottero dove vuoi incorniciare l’immagine non preoccupandoti del focus.

• Canon 7d più un set di lenti. Utilizzato solo con qualche handheld lifestyle, e

riprese da terra.

• 2 treppiedi.

• 1 time lapse, motorised Slider. Il quale permette alla camera di scattare le foto,

cambiare posizione e scattare la foto un’altra volta. Questa modalità può essere

utilizzata in vari modi differenti.

• 1 camera Cran, la quale offre diverse variazioni di ripresa.

• 1 Dolly System per muovere la camera. Usato soprattutto per le azioni.

• 2 Gyro Stabilisation System. Utilizzato per avere la camera fissa in condizioni

estreme, esempio: elicottero, barche macchine, cammelli…

• E molto altro…

Guarda il sito www.mindswideopen.com pe il trailer ed altro.

Per ordinare il video a un prezzo veramente speciale guarda sul nostro web-site.

Sponsor principali: Planet Allsport, Pousada Windjeri.

Altri sponsor: Starboard, Fanatic, JP, North Sails, Neil Pryde.

Marcilio Browne

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Extreme Sessions

LʼAMERICA SETTENTRIONALE ÈDAVVERO GRANDE. SULLA SUA

SUPERFICIE SI PASSA DA UNA CITTÀALLʼALTRA, TUTTE STRACOLME DI

GENTE, CHE CERCA DI FARSI LAPROPRIA VITA. IN QUESTO MOMENTO,

SPECIALMENTE, LO STRESS E LAROUTINE LAVORATIVA SONO IL PANE

QUOTIDIANO DEI CITTADINI,SPENDENDO SEMPRE PIÙ ENERGIE EPREOCCUPAZIONI NEI LORO LAVORI,

CERCANDO DI SALVARE IL SALVABILEDURANTE QUESTI DIFFICILISSIMI TEMPI

DI RECESSIONE. NOI PERÒ ABBIAMODECISO DI ABBANDONARE IL NOSTRO

PARADISO PRIVATO SULLʼISOLA DIMAUI PER ANDARE ALLO SBARAGLIO E

ESPLORARE NUOVE FRONTIERE.

Ho raggiunto il mio amico della Maui Nerd

Productions, Johannes, all’aeroporto di LAX. Lui è

arrivato con un volo da Berlino e, dopo averlo preso

su sulla mia Tacoma, il mio mezzo continentale, ci

siamo messi in strada. Per andare sul sicuro, siamo

andati a chiedere direttamente al capitano della

Southern California Seas, John Colgate, che è un

pescatore di Santa Barbara da ormai 35 anni e

conosce il meraviglioso Pacifico come le sue tasche.

Siamo arrivati al suo centro di previsione,

eccitatissimi per il viaggio che ci aspettava, ma

abbiamo ricevuto delle notizie tutt’altro che piacevoli.

“Non c’è il minimo movimento, zero vento, zero onde…

avreste maggiori probabilità di sbancare il jackpot a

Las Vegas che di beccare condizioni qui”, ha detto

John. Dopo aver appena speso $500 per imbarcare il

mio materiale da Maui al continente, non ero molto

entusiasta. Abbiamo quindi deciso di provare a

spostarci più verso nord, per vedere se riuscissimo a

beccare qualcosa di buono. Siamo quindi andati al

supermercato per fare provviste e ci siamo messi in

strada. Prima fermata, Jalama Beach.

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TESTO E FOTO DI Kevin Pritchard

Jalama è da sempre uno dei miei spot preferiti, sin da

quando ero giovane, ed è stata una delle mie prime

destinazioni windsurfistiche assieme a mio fratello, circa

20 anni fa. Il posto è davvero incantevole e c’è sempre un

po’ d’onda, quindi mi sembrava la location ideale per

accamparsi la prima notte. Siamo arrivati al tramonto e

l’Oceano era piatto come un biliardo, senza un alito di

vento. Abbiamo preparato le tende, tirato fuori la nostra

griglia BBQ nuova di zecca e ci siamo fatti un po’ di carne,

godendoci la vista. L’indomani ci siamo svegliati con onde

pulite e l’Oceano era perfettamente glassy, quindi siamo

corsi in acqua con le nostre tavole da surf. Abbiamo

preso qualche bella onda, è sempre bello entrare in

acqua, però non eravamo ancora tanto soddisfatti di

quello che ci aspettava. Dopo aver preso ancora qualche

onda ed esserci divorati il famoso Jalama burger, ci

siamo rimessi in viaggio verso nord.

Non scorgendo alcuna traccia di vento e onde, e dovendo

completare un paio di progetti, abbiamo deciso di andare

a casa di Taylor Congdon, che stava facendo le ultime

modifiche a Moto 3, il film.

Anch’io avevo fatto delle riprese per questo progetto,

quindi ero ansioso di vedere il risultato finale, e nel

frattempo Johannes si occupava delle grafiche. Abbiamo

quindi deciso di lavorare un po’ aspettando che la

fortuna girasse. Non c’era ancora però la minima traccia

di condizioni, né in California, nè in Oregon, né sulla costa

di Washington. Stavo cominciando ad agitarmi.

Dopo aver lavorato ancora un po’, ci siamo trovati

nuovamente in strada verso Cambria, dove vive Brian

Caserio, leggenda della West Coast. Siamo andati a casa

sua, sperando che lui fosse a conoscenza di qualche

secret spot magico, dove sapevamo che anche una sola

ora di riprese avrebbe prodotto abbastanza materiale da

salvare l’intero viaggio. Non c’era niente di eccezionale in

zona, a parte qualche piccola onda divertente a Pico

Creek, e quindi ci siamo andati diretti senza perder

tempo. Dopo un paio d’ore a scambiarci surfate su

queste belle onde di beach break, in cui mi stavo davvero

divertendo, surfando destre, sinistre e tutto quello che

riuscissi a prendere col mio surf da onda, abbiamo

caricato un po’ di legna per il fuoco e poi ci siamo

rimessi nuovamente in viaggio. Abbiamo continuato a

guidare finchè abbiamo trovato un posto adatto ad

accamparsi, mentre stavamo cominciando a perdere le

speranze di riuscire a combinare qualcosa di positivo.

La prossima tappa era a Santa Cruz, ed io qui ho sempre

avuto fortuna, quindi incrociamo le dita, e magari

riusciamo a strappare qualche session a Davenport o in

zona. Stavo cominciando ad agitarmi, sapendo che

mancassero solo 4 giorni alla fine del viaggio. L’unica

cosa che abbiamo trovato al nostro arrivo erano delle

piccole onde perfette che si srotolavano lungo il reef di

un secret spot che conosce il mio amico Ruben. Ci siamo

divertiti tantissimo, però niente che potesse servirci per

la nostra storia. Abbiamo surfato tutto il giorno, finchè

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On the road...

KP in Back One Foot, il suo marchio di fabbrica!

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non ci siamo più sentiti le braccia e poi siamo partiti

verso il tramonto, mentre continuavamo a gustarci la

perfezione delle barre che si srotolavano lungo la strada

costiera.

Siamo andati online per vedere se qualcosa si stesse

muovendo, ma no c’era niente d’interessante. L’unica

cosa che abbiamo visto era che le previsioni davano un

bello swell in arrivo per i giorni successivi. Questa

notizia ha riacceso le nostre speranze, proprio mentre

stavo pensando di salvare il viaggio, facendolo diventare

un viaggio di SUP. Forse, ma non ero ancora sicuro.

A questo punto, tutte le previsioni davano onde buone

ma non un alito di vento, quindi ho deciso di continuare

a puntare verso nord, controllando la situazione mano a

mano. Adoro la bellezza della California Settentrionale e

c’è anche una zona costiera che non ho mai esplorato

prima, quindi puntiamo proprio là. Non sono mai stato

nella contea di Mendocino, in quanto è una zona poco

conosciuta. Mi sono sempre chiesto come fosse, ma

non avevo mai avuto voglia di guidare un’ora per

arrivarci, ma adesso non avevamo altro da fare, quindi

siamo andati in esplorazione. Le uniche voci che avevo

sentito erano che fosse una zona rocciosa, piena di

squali bianchi e senza particolari condizioni. Però,

abbiamo comunque deciso da andare a esplorare Capo

Mendocino, la punta più occidentale degli Stati Uniti

continentali. Dopo aver lasciato la 101 per una piccola

strada battuta, ci siamo ritrovati in uno dei boschi più

belli che abbia mai visto. È stato davvero divertente

girare e fare un po’ di foto per ammazzare il tempo,

sapendo che non ci fosse nulla di meglio da fare, se non

godersi la bellezza di alcuni degli alberi più belli al

mondo. Dopo aver guidato per circa due ore, siamo

finalmente arrivati sulla costa e… cosa abbiamo trovato?

Venti da terra a palla, onde perfette che si srotolavano

e… staccionate! Dietro l’angolo, il vento era più leggero e

side-offshore, con onde ben formate e il sole che stava

andando giù sempre più velocemente. Ero in uno stato

di frenesia. È l’opportunità che aspettavo per dare un

senso al mio viaggio, ed alla guidata di 8 ore da San

Francisco. Il sole però stava tramontando e non c’era

un singolo accesso alla spiaggia, solamente

staccionate e cancelli chiusi e nemmeno un accesso

alla spiaggia. Sembrava tutto perduto mentre

continuavamo a guidare ed ecco che abbiamo trovato

una piccola baia perfetta per entrare in acqua. Ero

davvero preso male, però dovevo assolutamente

provare, e allora ho armato la mia 5.0 e sono entrato

senza perdere tempo prezioso, proprio mentre il sole

stava già cominciando ad inabissarsi nell’Oceano. Ho

preso delle onde spettacolari, ma ormai era troppo

tardi, e non c’era abbastanza luce per catturare

l’azione. Avremmo dovuto aspettare fino alla mattina

successiva per controllare se le condizioni fossero

adatte, sia per surfare, che per filmare. Sarebbe stato

un miracolo però, dato che già oggi non davano niente

ed ha fatto qualcosa, quindi è come se cadessero non

uno ma due fulmini a ciel sereno!

Appena ho smontato, ci siamo messi a cercare un

posto dove accamparci, ma abbiamo trovato

solamente cancelli chiusi e cartelli di proprietà

privata. Non c’era assolutamente niente al di fuori di

una sola fattoria, circondata da centinaia di vacche al

pascolo. Nient’altro. Niente cibo, né benzina, né negozi,

né ricezione del cellulare, solamente la costa

californiana in tutta la sua bellezza. Abbiamo trovato

una piccola area di sosta vicino a una fattoria, e c’era

giusto abbastanza spazio per tirare fuori le nostre

tende ed accamparci e abbiamo semplicemente

ignorato il cartello di divieto d’accesso e ci siamo

messi a mangiare tranquillamente, altrimenti

avremmo dovuto guidare altre 2 ore. Abbiamo passato

la notte tranquillamente e ci siamo svegliati con

l’Oceano perfettamente glassy. A dir la verità il mio

morale ha subito un colpo a questa visione, in quanto

stavo cominciando a pensare sempre più che ormai

fosse finita così. Proprio mentre fissavo la mia tazza

piena di Cheerios, dal nulla è arrivato questo pickup

enorme, disturbando la nostra atmosfera, ed è sceso

il proprietario della fattoria, e sembrava davvero

arrabbiato. Io mi stavo già preparando a subire ogni

insulto e a dir il vero ho cominciato ad agitarmi

mentre ha caricato il fucile urlandomi di andarmene

dalla sua proprietà. Ci eravamo accampati sul terreno

del capo di Capo Mendocino, e non ne era per nulla

contento. Ho cercato di calmarlo a parole, dicendogli

che io fossi venuto dalle Hawaii, e il mio amico da

Page 62: Funboard 144

60Bottom full power per Mr. Kevin Pritchard.

Work on the road!

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Berlino e non avevamo idea di dove dormire, quindi ci

siamo solo fermati per riposarci un po’ ma saremmo

ripartiti in men che non si dica. La sua ira s’è placata

un po’, ha messo via il fucile mentre cominciava ad

abbassare i torni. Dopo aver parlato per un po’, mi ha

invitato, facendomi firmare una carta in cui non lo

ritenevo responsabile della mia incolumità, a entrare

in questa spiaggia segreta, dove c’erano onde perfette

e completamente deserte. La marea era appena

cambiata e si vedevano già le ochette all’orizzonte. Non

avremmo potuto chiedere di meglio. Ora o mai più.

Il vento stava aumentando, i set si allineavano e io non

vedevo l’ora di entrare in acqua, sia per divertirmi che

per produrre del materiale. Abbiamo camminato per

quasi due km con tutto il materiale, sia windsurfistico

che fotografico, eccitati a mille. Non vedevo l’ora. Ero

su una delle spiagge più belle al mondo, al riparo

dall’America consumista, con un mio amico, il mio

windsurf, la mia macchina fotografica ed il nulla tutto

intorno. Non si potrebbe chiedere di meglio! Era ora di

passare ai fatti!

Mentre stavo armando, vedo dei set entrare e

abbastanza grossi. Toh, eccone un altro! Conviene

ricordare che io non sono mai uscito prima in questo

posto e non ho mai sentito di nessuno che sia mai uscito,

né sapevo dove andare, vedevo solamente delle onde,

delle grosse rocce ed una bellissima spiaggia. Il

paesaggio è davvero eccezionale e parla da sè, ma

surfare lo spot tutto solo, tra queste gigantesche rocce a

riva e sotto il picco, circondato da leoni marini, ed altro

ancora sicuramente, è stato davvero una sensazione

eccezionale. Sono andato un po’ più sopravento per

cercare di fare un po’ di salti con le grosse rocce sulle

sfondo, e poi sono tornato sottovento per cercare di

trovare un po’ di sezioni su barre pennellate con vento

side-offshore. Mi stavo divertendo da pazzi. Sono poi

rientrato per dire a Johannes di fare un tentativo,

proprio mentre il vento stava aumentando. Johannes

finalmente è entrato in acqua, rendendosi conto che

fosse molto meno pericoloso di quanto sembrasse.

Vedendo i leoni marini che ti ringhiano quando ti avvicini

troppo, e le rocce che quasi emergono mentre fai i

Bottom Turn, il giovane tedesco ha deciso di chiudere la

sua session dopo qualche onda, soddisfatto e sorridente.

Ho deciso di uscire a fare un altro giro mentre il vento

stava ri-aumentando e le onde pompavano, solo per

godermi la pura gioia di surfare sul continente. E

infatti questa si è rivelata una delle giornate migliori a

mia memoria. Onda dopo onda, il mio fisico diventava

sempre più stanco e provato, e non c’era nessun altro

in zona con cui condividerle. Dopo 5 ore in acqua, la

giornata stava ormai volgendo al termine, ma questi

momenti resteranno impressi nella mia memoria per

sempre. Abbiamo poi camminato su per Capo

Mendocino, abbiamo caricato tutto sulla mia Tacoma

e, proprio come si vede nei film, ci siamo messi in

strada diretti verso il tramonto!

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People

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TESTO E FOTO DI John Carter

Nome intero?

Ricardo Campello Rochebois Alvares.

Data di nascita?

16.07.1985

Anni di windsurf e anni come pro?

12 anni come surfer e 10 anni come pro.

Raccontaci dell’abbigliamento di Campello?

Per i surfisti sud americani è un po’ difficile trovare sponsor stranieri perché

l’industria dell’abbigliamento non supporta il mondo del windsurf in quanto

relativamente piccolo. Mia mamma era sponsorizzata da una grande marca di

abbigliamento in Brasile ed essendo lei un’ottima disegnatrice, molti dei miei amici

mi hanno sempre chiesto perché non avessi ancora avviato una marca di

abbigliamento usando il mio nome e la mia immagine per promuoverla. Penso che

“Campello” sia un buon nome per una marca come lo è Armani... forse! Ahahahah!

Quindi ho iniziato questa nuova avventura che sta andando veramente bene.

Attualmente ho prodotto alcune t-shirt e board short ma il mio obiettivo è arrivare

ad avere sia una linea completa di abbigliamento che un team! Presto avremo

anche articoli per ragazze; in questo momento sto cercando gente e distributori in

Europa. Io credo che la cosa abbia un grande potenziale perché i nostri disegni

sono originali e differenti.

Cosa consigli ad un surfer che da un single Forward vorrebbe realizzare

un doppio?

Allora, per essere onesti la procedura del double Forward è un po’ dolorosa! Devi

passare attraverso il processo di atterraggio sulla schiena molte volte. Il segreto

per me è quello di non mollare mai, a meno che tu non sia in una situazione

pericolosa. Il doppio è un movimento super veloce ma una volta che cominci a fare

le rotazioni niente ti può fare del male. Devi solamente andare più veloce che puoi e

cercare l’onda ideale, io raccomando sempre di non imparare con onde ripide o

verticali perché si perde troppa velocità, però hai comunque bisogno di una buona

onda! Bisogna provare dirigendosi un po’ sopravento appena prima di colpire

l’onda così la vela ha più forza e la rotazione è più veloce. Quando salti lancia la

vela più veloce che puoi e guarda indietro con gli occhi chiusi. Una volta che hai

imparato decentemente puoi aprire gli occhi e piegare le ginocchia! Prova molte

volte e sono sicuro che riuscirai a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato! GO BIG

OR GO HOME! Ahahahah!!!

Come quoti Philip Koster?

Philip è un alieno! Ciò significa che fa cose da pazzi super controllate, è

giovanissimo e non ha paura di niente. Mure a sinistra e in condizioni onshore lo

voto 10 su 10! Merita davvero di essere il campione mondiale e sono felice per lui. È

un ragazzino molto gentile, super tranquillo anche se all’inizio un po’ timido… ma

una volta che lo conosci è divertente! Mi congratulo con lui! Ed attualmente devo

dire che mi inspira molto.

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QUESTO MESE IL NOSTRO BIG FIFTY RENDEOMAGGIO ALLʼINCREDIBILE RICARDO CAMPELLO.MAESTRO DEL WINDSURF, TRE VOLTE CAMPIONEMONDIALE FREESTYLE E QUESTʼANNO SECONDO

CLASSIFICATO NEL PWA WAVE DOPO PHILIPKOSTER. UN PURO GENIO DELLʼARIA, RICARDO ÈPROBABILMENTE IL MIGLIOR “DOUBLE LOOPER”

DEL MOMENTO; È TRA LE SUE AMBIZIONI ESSERE ILPRIMO RIDER A CHIUDERE IL TRIPLO FORWARD.

QUANDO SI È IN GIRO CON RICARDO RARAMENTE CISI ANNOIA, SIA IN ACQUA ATTRAVERSO IL SUO

SENSAZIONALE STILE, CHE FUORI DOVE MOLTI DEISUOI AMICI SONO VITTIME DEI SUOI SCHERZI INFAMI.

“BIG FIFTY” È UN NOME APPROPRIATO PERCAMPELLO, QUINDI SENZA ALTRI INDUGI POSSIAMOOCCUPARCI DELLA SUA BIOGRAFIA E RISPONDERE

ALLA NOSTRA LISTA DI DOMANDE.

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Ci sono delle nuove manovre che hai pensato di provare?

Sto lavorando sulla spinta nell’Airspock e penso che sia possibile fare un Pushloop into

Double Forward. L’anno scorso dopo il nostro evento a Klitmoller abbiamo avuto una

grande sessione a Hanstholme e mentre effettuavo un Push Forward ho ruotato troppo,

quindi credo sia possibile! Spero solo che Philip non stia leggendo questa intervista,

altrimenti ci proverà sicuramente!

Cos’è più difficile: un super stalled Double Forward o un clean Double Loop?

A questo proposito ho fatto un discussione con i giudici che, a mio avviso, non

valorizzano abbastanza il vero stalled Double Forward. Io credo che debbano essere

premiati di più in quanto più duri e molto più pericolosi di un normale Double landing!

Penso anche che un vero grande stalled Double sia di maggiore impatto sul pubblico

anche se c’è il rischio di atterrare piatto e di rompere la tavola, nonché la possibilità di

atterrare duramente sulle tue palle! Che fa malissimo!

Quale altro sport pratichi a parte il windsurf ed il surf?

Wakeboarding, Spearfishing, kite surfing, Sup e qualche volta motocross!

Cosa ti passa per la mente quando provi un Double Loop?

Buona domanda, non lo so nemmeno, forse prego solamente perché atterri

decentemente!

C’è un Double Loop che hai fatto che si diversifica da tutti gli altri?

Si, quest’anno contro Philip Koster durante la semi finale a Pozo. Quando gareggi contro

di lui devi dare il meglio; il mio piano per batterlo era di fare un Pushloop Forward e un

bel Double. All’inizio della heat stavo cercando una buona onda per farlo e dal nulla

un’onda decente si è alzata di fronte a me. Ho guadagnato così tanto in altezza e la cosa

divertente è che stavo andando in alto ma dritto in su… non alto andando in avanti come

dovresti fare normalmente e stavo pensando: “Hey ma cos’è questo?”. Ho continuato ad

andare su e mi sono sentito come se fossi andato 2 o 3 alberi in alto e poi ho fatto il

Double. Sono atterrato perfettamente ma ho rotto la tavola a metà. Penso che sia stato

il migliore Double che abbia mai fatto nella mia vita e ne avevo bisogno, ho avuto infatti

12 punti su 10. Sfortunatamente non ho trovato un’altra onda per tentare un Push

Forward, quindi Philip mi ha battuto.

Come ti sentivi mentalmente quando ti approcciavi a fare una session di

Triple Loop a Gran Canaria?

Ho avuto un po’ di paura alla fine e non so perché. Lo vorrei ancora fare ma non mi

sento veramente a mio agio. Quando ti senti così non penso che dovresti provarci,

quando mi sentirò a mio agio di nuovo ci proverò un’altra volta.

Quanto costa un pieno di benzina in Venezuela?

La mia macchina ha un serbatoio di 90 litri costa circa 1 euro o qualcosina meno.

Perché hai smesso di competere in Freestyle… e fai mai una session di

Freestyle quando sei a casa?

Ho smesso perché volevo concentrarmi sulle onde che è la parte dello sport che ho

sempre sognato. Negli ultimi anni gareggiavo nel Freestyle perché dovevo ma non

mi divertivo più. Amo ancora fare Freestyl e lo faccio a casa quando il vento è forte

ma solo quando me lo sento. Penso che a nessuno piaccia fare quello che non si

vuole fare.

Hai mai pensato di fare un ritorno nel Freestyle?

Ci ho pensato! Il mio capo Martin Brandern mi dice sempre che vorrebbe che io

tornassi e che è stato stupido smettere, ma io credo che adesso per me

raggiungere gli altri ragazzi sarebbe impossibile. Non riconosco nemmeno alcune

delle nuove manovre quando le vedo.

Descrivici il tuo giorno perfetto!

Svegliarmi presto alla mattina, fare surf con amici e con delle onde perfette.

Tornare a casa, fare una buona colazione, riposare un po’ con una bella ragazza ed

amici… Tornare in spiaggia, cavalcare le onde perfette con i tuoi migliori amici e

senza folla. Dopo una pausa pranzo, surfare di nuovo e forse nel pomeriggio fare

ancora una piccola session di surf… Dopo di che andare a cena e dormire! E poi

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65

fare tutto da capo… questo sarebbe perfetto!

Single o impegnato?

Al momento single.

Bionde o brune?

Mi piacciono entrambe… Ma le ragazze che preferisco sono brune con capelli fini…

belle!

Te o caffe?

Cioccolata calda.

Apple o pc?

Apple sicuramente! Continuo a dire a JC che dovrebbe comprare un mac ma non ha

ancora cambiato idea… viene sempre in spiaggia con il suo mattone! Ahahahah!

Quanto spesso surfi quando sei a casa a Isla Margarita?

Dipende dal vento e da quello che devo fare, solitamente faccio delle session di Slalom

con dei miei amici, quando invece è da 5 o meno faccio session occasionali di Freestyle,

specialmente quando c’è Gollito.

Qual è la tua combinazione preferita di tavola e vele, e perché?

Quando sono in posti come Capo Verde o Maui mi piace usare la mia 4.7 o 4.5, con la

mia tavola da 82 litri. Se sono a Pozo mi piace usare la 4.2 o 4.0 con la mia tavola da 72

litri. Mi sento a mio agio con solo queste 2 combinazioni e penso che sia una misura

perfetta per le giuste condizioni.

Preferisci mure a sinistra o a destra, e perché?

Per i salti ho molto più controllo mure a sinistra. Posso fare quasi tutte le manovre

mure a destra ma non così bene come a sinistra, a parte il Pushloop Table Top. Per

surfare le onde preferisco mure a destra, suppongo perché sono regular stance e

perché esco di più in quelle condizioni.

Chi credi sarà il primo ad eseguire un Triple Loop?

Non ne ho idea. Nella mia mente ho già effettuato le tre rotazioni ma non le ho ancora

eseguite realmente… immagino sarà Philip, Boujma o io.

Il miglior giorno della tua carriera fino ad ora?

Non c’è niente di meglio che ricevere il tuo trofeo da Campione del Mondo. Uno di quei

giorni è stato probabilmente il migliore, adesso vorrei ricevere il trofeo di Campione del

Mondo di Wave.

Il tuo giorno peggiore?

Tanto tempo fa in Canada, ero primo nel ranking Freestyle e potevo solo peggiorare la

mia posizione ottenendo un sesto posto. Nella mia seconda heat sono stato battuto da

Skyboy (John Skye) e le condizioni erano veramente dure. C’erano onde come a Sylt ed

ero al mio secondo anno in tour e non avevo mai surfato con delle condizioni così prima

di allora. Ho surfato veramente male e non ho potuto fare niente. Skyboy mi ha battuto e

sono arrivato settimo. Ero tristissimo e arrabbiatissimo. Stavo vincendo fino a quel

momento e sono sceso in seconda o terza posizione. Me ne sono andato dalla folla e ho

cominciato a piangere! Ero veramente arrabbiato! Dopo quella gara siamo andati a

Bonaire dove ho avuto la possibilità di recuperare ma sono riuscito a finire solo in

seconda posizione.

Se potessi rivivere tutta la tua vita da capo, faresti le stesse cose?

Non ho rimpianti, la mia vita è fantastica e conosco molta gente che amerebbe fare

quello che sto facendo io invece che stare bloccati in ufficio. Mi piacerebbe forse anche

esplorare qualcos’altro… non saprei realmente rispondere alla domanda… è un po’ a

trabocchetto.

5 persone famose con cui ti piacerebbe andare a cena?

Jessica Alba, Miss Universo del Venezuela e altre 3 hot girl.

Credi in Dio?

Si.

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Dove ti vedi fra 10 anni?

Speriamo ancora sul Windsurf ed a vincere gare, anche avere una bella attività

avviata così da non dovermi preoccupare e dipendere dai miei sponsor. Vorrei

anche avere una bella famiglia, mi piacerebbe fare qualche bel viaggio intorno al

mondo per vedere bei posti ma non solo per il Windsurf.

Ti ricordi la prima volta che hai partecipato al PWA?

La mia prima gara PWA è stata in Austria e non c’era vento! Ero solo sponsorizzato

dalla Jp e NeilPryde a livello nazionale e non conoscevo i miei capi. Martin Brandern

era là e mi ha visto surfare in allenamento quando ha fatto un po’ di vento ed era

veramente soddisfatto. Mi ha invitato a Maui per l’annuale photoshoot; lì è dove la

mia carriera è cominciata. Penso di avere vinto il Pince of the Lake e il King of the

Lake l’anno dopo.

Sei mai stato “derubato” dai giudici in una gara del PWA?

Non direi derubato perché non penso sia la giusta parola, ma ci sono state molte

volte che ho pensato di aver vinto una heat e di meritare un maggior punteggio.

Come ogni sport con giudici a volte non è giusto il risultato, ma ognuno ha il suo

modo di giudicare! Penso solo che a volte i giudici non hanno idea di quello che

stanno giudicando! Questa è la vita! A volte è contro e a volte è a tuo favore!

Hai altre ambizioni che vorresti raggiungere?

Mi piacerebbe che il tour fosse migliore e che il nostro sport fosse come era 15

anni fa. Grande, famoso e dove la gente sapeva di cosa si stava parlando! Vorrei

anche che il nostro tour avesse più montepremi e migliori location come Maui, Fiji,

Indonesia e Brasile! Posti con belle onde, non solo con calma piatta.

La tua migliore giornata di Windsurf negli ultimi 12 mesi?

Ogni volta che le onde sono buone è una giornata speciale per me! Specialmente a

Capo Verde. Ho appena fatto un viaggio in Indonesia dove le condizione erano

spettacolari, non ho surfato al meglio ma era così bello poter surfare quelle onde

perfette e condividerle solo con Kauli e Victor.

Abbiamo sentito che ti piace fare gli scherzi. Raccontacene un paio dei

migliori!

Sono veramente cattivo! Il mio ultimo scherzo era una penna elettrica che ho trovato

sulla mia sedia in aeroporto… l’ho portata con me in Indonesia e quasi tutti l’hanno

provata!

Che macchina possiedi?

Una Toyota Landcruiser del 2006.

Cosa fanno i tuoi genitori per vivere?

Mia mamma ha un ristorante, un bar sulla spiaggia e un piccolo negozio di bikini

brasiliani. Mio papa è un dentista in Brasile!

Dove vorresti vivere idealmente?

Amo la mia casa in Margarita dove ho tutti i miei amici... l’unico problema sono le onde,

non ne abbiamo molte! Per adesso sono stabile là però e viaggio molto. Probabilmente

un giorno mi potrò permettere una casa alle Hawaii.

Se vincessi un milione di dollari continueresti a surfare e a gareggiare?

Probabilmente smetterei di competere ma sicuramente surferei in fantastici posti

esotici, salvo che non ci siano gare in questi posti!

Hai animali?

Si, ho due Labrador, uno marrone ed uno biondo, entrambi pazzi per l’acqua. Hanno

windsurfato e veleggiato e, addirittura, uno ha fatto wake boarded con me, dopodiché

hanno avuto 10 cuccioli. Ne abbiamo dati via alcuni e tenuto il resto; sono la migliore

cosa al mondo; tutti pazzi e adorano giocare! I loro nomi sono: Goiter, Shaka, Kona e Hilo.

Chi sono i tuoi eroi al di fuori del windsurfing?

Ne ho solamente uno che ammiro veramente ed è Kelly Slater, certamente ne rispetto

molti altri ma Kelly è fantastico. Ha quasi 40 anni ma è ancora il migliore surfer al

mondo. Ha lo stile migliore rispetto a tutti i giovani surfer, è quasi imbattibile. È appena

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diventato Campione del Mondo per l’undicesima volta e se continua ad andare come sta

andando adesso lo sarà ancora per molti anni. Questa è la persona che rispetto e

ammiro di più.

Quanto è difficile vivere come pro windsurfer di questi tempi?

È un po’ difficile con tutta la recessione che c’è nel mondo. L’industria del windsurf deve

tagliare molto il budget e tutto è molto costoso, specialmente per me che abito in

Venezuela. Tutte le volte che volo mi costa intorno ai 1000 euro più l’extra per i bagagli

sempre più costoso! Così penso che se non sei al top è molto difficile farlo.

Scegli tre persone da portare con te in un windsurf trip in Indonesia e perché?

Kauli, Brawzinho e Swifty, perché sono i miei migliori amici di viaggio e mi diverto con

loro, mi ispirano nell’acqua e sono surfer come me.

Film preferito?

L’unico che mi ricordo è “Taken” che è un film veramente incredibile. Penso che il tipo

sia spettacolare in tutto quello che fa per trovare sua figlia e in più tutto da solo!

Quante ore al giorno passi su internet?

Dipende, se sono a casa non troppo, ma se sono in posti come Sylt o in posti dove non

c’è vento e quindi niente da fare, tanto.

Come è stato battere Koster nella Singola Elimination in Danimarca?

Mi sono sentito felice ed orgoglioso! Sono stato l’unico assieme a Danny Bruch che lo ha

battuto quest’anno. È stata una heat grandiosa, entrambi abbiamo surfato bene ma

quella volta ero davanti a lui.

Chi era il tuo eroe del windsurf quando eri un aspirante pro?

Non ci prestavo attenzione quando ero giovane ma penso che Bjorn era

probabilmente uno di loro, invece Antoine Albeau era colui che rispettavo di più.

Gareggia fantasticamente e ha uno stile perfetto per la sua stazza. È anche un buon

amico e mi aiuta molto!

Quanti anni ancora credi di rimanere un professionista?

Credo che dobbiamo aspettare e vedere; come ho detto prima Kelly Slater ha 39 anni ed

ha battuto tutti i giovani per diventare 11 volte Campione del Mondo; speriamo che

anch’io possa essere come lui.

Quanti mesi all’anno sei a casa a Isla Margarita?

Andando e venendo circa 6 o 7 mesi.

Una frase per descrivere te stesso?

Mi considero un bravo ragazzo a volte divertente, ma quando mi arrabbio mi arrabbio

veramente! Vado d’accordo con tutti. All’inizio sono un po’ timido quindi la gente pensa

non sia figo! Ma una volta che mi hanno conosciuto sono davvero figo! Questo è quello

che penso! Forse la gente pensa diversamente!

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Travel stories

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TESTO E FOTO DI John Carter

“LA VITA È COME ANDARE IN BICICLETTA, PERMANTENERE LʼEQUILIBRIO DEVI CONTINUARE AMUOVERTI”. SICURAMENTE ALBERT EINSTEIN SAPEVA DICOSA STAVA PARLANDO QUANDO INIZIÒ A VIAGGIARE.PRIMA DI COMINCIARE LA MIA ESPERIENZA COMEFOTOGRAFO DI WINDSURF HO PASSATO TRE ANNIGIRANDO LʼAUSTRALIA, LʼAMERICA E LA TAILANDIADOVE NON SOLO HO POTUTO VISITARE DEI PAESAGGIMERAVIGLIOSI MA HO AVUTO ANCHE LA POSSIBILITÀ DICONOSCERE, LUNGO IL MIO PERCORSO, MOLTISSIMEPERSONE INTERESSANTI CHE MI HANNO DATO PREZIOSELEZIONI DI VITA. I PRIMI SOGGIORNI ALLʼESTERO SONOSTATI DETERMINANTI PERCHÉ MI HANNO CONVINTO ADINIZIARE CON LA FOTOGRAFIA CHE, ALLA FINE, SI ÈTRASFORMATA NELLA MIA ATTUALE CARRIERA.VIAGGIARE PER ME HA SIGNIFICATO LʼAPERTURA DI UNNUOVO MONDO DI INFINITE AVVENTURE E OPPORTUNITÀ.QUALSIASI VIAGGIO DI WINDSURF ALLʼESTERO PUÒAMPLIARE I TUOI ORIZZONTI, PORTARTI VIA DALLA TUAROUTINE QUOTIDIANA E, SOPRATTUTTO, PUÒRINFRESCARE LʼENTUSIASMO PER LA TUA PASSIONE.POSSONO ESSERCI MOMENTI DIFFICILI MA NON VIPENTIRETE MAI DEL VIAGGIO VERSO LA DESTINAZIONEDEI VOSTRI SOGNI. LʼANNO SCORSO È STATO PAZZESCOPER ME, UN VIAGGIO SEMBRAVA FONDERSI IN UN ALTROCON UN PROGRAMMA COSÌ FRENETICO CHE MI HA FATTOSTARE IN VIAGGIO MOLTO PIÙ DI QUANTO POTESSIREGGERE. ADESSO CHE LA POLVERE SI È PLACATA EANCHE SE LA VITA DI TUTTI I GIORNI NON SEMBRA COSÌMALE, SO CHE UNA VOLTA A CASA DOVRÒ PASSARE PIÙTEMPO POSSIBILE CON LA MIA FAMIGLIA. COMUNQUE,HO FATTO UN RIASSUNTO DI TUTTI I MIEI VIAGGIDURANTE IL 2011 E SPERO CHE QUESTI SCARABOCCHIPOSSANO MOTIVARE ALCUNI DI VOI AD AVVENTURARVIAL DI FUORI DEI VOSTRI SOLITI LUOGHI E ESPLORARECOSA IL MONDO VI PUÒ OFFRIRE.

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Gollito Estredo

Klaas Voget

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Aereoporto, l’unico posto obbligatorio che ogni surfista

deve passare per poter viaggiare. Arrivare ad Heathrow o

Gatwick è una parte del percorso che amo e odio allo

stesso tempo, il momento che segna l’inizio di un viaggio

eccitante ma che significa anche che stai per attraversare

tutti i problemi relativi al check-in, alla sicurezza ed

all’imbarco sul volo. La maggiorparte delle persone che

attraversano un aereoporto sono chiuse nella loro bolla, o

corrono intorno apparendo ansiose, guardando

costantemente l’orologio, controllando le loro tasche,

portafogli e passaporti. Le emozioni corrono diffuse

nell’aeroporto: lacrime di amanti che prevedono gli addii o

gente che abbraccia e saluta i parenti all’arrivo. Poi ci sono

i gruppi di gente in vacanza, famiglie sotto stress, bambini

agitati, uomini d’affari, sportivi in giro per i tornei. In un

modo o nell’altro, l’aereoporto è sempre un luogo

interessante qualunque sia la tua ragione per esserci e

non c’è un altro posto nel quale si può trovare una così

grande varietà di gente tutta sotto lo stesso tetto. Il mio

posto nel sistema è quello di andare e tornare da

un’avventura all’altra e negli ultimi vent’anni ho trascorso

all’estero 6 mesi o di più ogni anno quasi sempre per

windsurftrip. Non fraintendetemi, io amo la mia casa ma

viaggiare mi ha portato a conoscere molti nuovi amici e mi

ritengo veramente fortunato di avere potuto visitare

centinaia di destinazioni in tutto il mondo.

GENNAIOAUSTRALIAIl 2011 era iniziato solo da 4 giorni quando sono partito per

il mio primo viaggio dell’anno. Sono stato invitato

fortunatamente dal mio buon amico Rob Goyen per fare

degli shoot alla Lancelin Ocean Classic. Il fatto di vivere

sull’isola di Wight implica che impiego almeno mezz’ora di

traghetto per raggiungere Heathrow tutte le volte che

decido di partire. Quindi di solito ci impiego almeno metà

giornata prima di essere realmente sull’aereo! Ci vogliono

almeno 20 ore da Heathrow fino a Perth, tralasciando uno

scalo veloce a Singapore per cambiare aereo, però mi

sento sempre bene quando devo tornare in Australia

perchè lì ho costruito diversi rapporti stabili di amicizia

durante gli anni. Non ho mai subito troppo il jet lag quando

mi dirigo ad est, ma quando volo nella direzione opposta,

per Maui o per gli Usa, mi sento sempre come sotto ad una

tonnellata di mattoni! Sembra una cosa da pazzi viaggiare

fino all’altra parte del pianeta per visitare l’Australia solo

per quattro giorni, però io ce l’ho fatta! Ho collezionato

tantissimi momenti memorabili con Scott McKercher, Ben

Severne, Rich Page e tutto il resto dell’equipaggio

australiano! Una cosa molto bella del “Ledge to Lancelin” è

che c’è sempre un budget molto ampio per una

trasmissione televisiva. Mi ritengo fortunato di poter

affiancare il cameraman sull’elicottero… Fare fotografie da

quella posizione è davvero eccitante!

L’evento gira intorno al grandioso party al “Endeavour

Tavern” di sabato sera, ed una cosa che posso garantirvi è

che gli australiani sanno bene come divertirsi, nonostante

gli esorbitanti prezzi della taverna. La partenza

dall’aeroporto internazionale di Perth è una scocciatura,

poiché c’è sempre un ragazzo, subito fuori delle partenze,

John Skye in Sud Africa.

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che controlla il tuo bagaglio a mano. Nella maggior parte

dei posti riesco a far sgattaiolare la mia pesante macchina

fotografica nei bagagli a mano, ma in Australia devo

sempre farla passare attraverso il check in ed una volta mi

è toccato pagare 800$ per l’extra dei miei bagagli! Tutto il

viaggio è stato una continua scoperta e sembra surreale

tornare nel pieno inverno inglese senza avere lasciato casa

da neanche una settimana.

CAPE TOWNEro tornato a casa da appena qualche giorno quando ho

ricevuto l’invito da Craig Gertenbach della Fanatic per

andare a Cape Town per un photoshoot il 13 gennaio.

Abbiamo trovato delle brutte condizioni a Table Bay così ci

siamo diretti a Cape Point dove, l’ultimo giorno del viaggio,

Roberto Ricci si è avvicinato sulla spiaggia chiedendomi se

potevo rimanere altri quattro giorni per un altro shoot.

All’inizio ho rifiutato l’offerta, ma all’ultimo minuto ho

pensato che essendo ormai lì sarebbe stato da stupidi dire

di no! Il passo successivo era quello di dare la notizia alla

mia amata moglie e chiederle il permesso di cambiare il

biglietto e rimanere alcuni giorni in più. Roberto porta la

sua famiglia a Cape Town tutti gli inverni ed affitta una

bella casetta a Big Bay, direttamente sulla spiaggia. L’unico

episodio spiacevole del viaggio è stato quando qualcuno,

l’ultimo giorno dello shoot, mi ha rubato 500$ dalla mia

borsa per la macchina fotografica; per il resto il viaggio è

stato molto divertente ed è stato interessante vedere come

gli inglesi a Cape Town appendevano le loro vele. Mi ritengo

fortunato perché nel bel mezzo del viaggio ho vissuto un

giorno mostruoso in una scogliera nascosta con John

Skye, Phil Horrocks, Klaas Voget, Victor Fernandez e

Brawzinho tutti usciti in acqua con delle condizioni epiche.

IRLANDAPrima che gennaio finesse mi sono ritrovato con Timo

Mullen e Scott Gardener nella North West Coast dell’Irlanda

per inseguire un’enorme perturbazione invernale.

Viaggiare per l’Irlanda significa utilizzare una compagnia

aerea economica come Easy Jet o Ryan Air ed è sempre

una battaglia riuscire a portare il mio equipaggiamento

per la macchina fotografica a bordo senza dover pagare il

bagaglio extra! L’Irlanda in inverno è esattamento l’opposto

di Cape Town o Perth ma fortunatamente mi piace la sfida

di lavorare con il freddo, la pioggia ed il tempo così difficile.

Con le giornate corte ed il sole basso nel cielo, bisogna

essere sempre pronti poiché il sole può durare una

mezz’oretta. Questo viaggio è stato molto strano perché

Boujmaa Guilloul

Page 75: Funboard 144

73Victor Fernandez

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74 Tonky Frans

Page 77: Funboard 144

eravamo in una spiaggia remota in mezzo al nulla sulla

West Coast, completamente soli, quando, di punto in

bianco, Thomas Traversa e Brendon Pyatt hanno deciso di

seguire la stessa previsione. Quanto è strano tutto questo?

FEBBRAIOAll’inizio di febbraio ero nuovamente in viaggio per

Singapore – Perth per un altro “in and out” photoshoot di

Starboard con Scottie McKercher, Philip Koster, Timo

Mullen e Danny Bruck. Le previsioni erano orribili ma con

Koster coinvolto non è servito troppo vento e grandi onde

per ammirare delle azioni incredibili! Questo viaggio mi ha

fatto capire che non servono sempre onde grandiose per

ottenere delle fotografie di surfate “killer”. Mi dispiace

tanto per Danny che si è ferito al ginocchio prima del

viaggio e non ha potuto surfare. Immaginatevi tutte le

rotture come prendere l’aereo, guidare per ore per poi

rimanere seduti nel furgone e guardare gli altri uscire.

Un’altra massima del viaggio è stata che sono riuscito a

battere Scott a golf a casa sua. Ogni anno qualsiasi

incontro sportivo tra me e McKercher diventa sempre più

competitivo, quindi batterlo al Margaret River Golf Club è

stata veramente una vittoria bellissima! Associo sempre

l’Australia con bei ricordi, visi familiari e persone easy-

going…questo viaggio ha “spuntato tutte le caselle”. La zona

West dell’Australia è la destinazione che merita di più per i

windsurfer di tutti i livelli. Sarà anche dall’altra parte del

mondo ma è senza dubbio un’esperienza che non

dimenticherete mai.

VIETNAMQuello che sto per dirvi potrà sembrare anche una

scemenza… ma ho fatto tutto il volo di ritorno dall’Australia

passando da Singapore, sono rimasto a casa una notte e il

giorno dopo sono ripartito per Singapore ed il pomeriggio

ero in viaggio per il Vietnam. Ho pensato che farsi 26 ore di

volo e 6 ore più o meno in giro per gli aeroporti valeva la

pena per stare una notte con la famiglia. Sono arrivato in

Vietnam due giorni prima dell’inizio del PWA ed ancora

prima che lo sapessi sono stato chiamato in un’isola

remota, 3 ore di distanza, per un freeride shoot della

Starboard. È stato un giorno da pazzi, ma l’isola aveva uno

scenario incredibile ed il vento ululava così forte che ne

valeva la pena. Il giorno dopo ero di nuovo a lavoro al PWA,

un evento che tutti stavano aspettando. Mui Ne è la nuova

mecca per il windsurf nel Vietnam e tutti i surfer erano

felici di essere ad un contest dove gli alloggi e le

infrastrutture erano delle costruzioni semplici in pietra

fuori della spiaggia. Il Full Moon resort era al centro di tutte

le azioni con il suo vento costante e il costo della vita

ragionevole, non è per niente una brutta opzione per un

viaggio in inverno.

MARZOMAUISono stato a Maui almeno una volta l’anno dal 1989 e mi

piace chiamarla “la mia casa via da casa” quando sono lì

per le mie windsurfing destination! Quest’anno sono

rimasto per tre settimane e il mio viaggio è iniziato molto

bene con un posto in business con la United Airlines. Uno

dei benefici di essere un viaggiatore regolare è che una

volta che raggiungi un certo numero di viaggi l’anno ottieni

delle upgrade ed è permesso anche il bagaglio extra. Tutto

il tempo che ho trascorso a Maui negli ultimi due decenni,

probabilmente, se sommati, sono tre anni in tutto, quindi

so sempre di trovare visi familiari e tanti amici. La

primavera a Maui è anche un momento cool per trovarsi

con tanti altri fotografi, a noi piace confrontarci e

scambiarci opinioni sull’attrezzatura e trovare le

ultimissime nuove tecnologie sia per la fotografia

dall’acqua che per quella da terra. Solitamente, a Maui,

sono sempre stato fortunato perchè sono riuscito a

passare una buona quantità di tempo in elicottero e

quest’anno non ci sono state eccezioni. È sempre un po’

stressante quando fai la chiamata per noleggiare un

elicottero perchè per 1200$ ottieni un’ora, stai bruciando

soldi! Di solito il risultato salda i conti se ottieni una

sessione decente, ma occasionalmente sei sfortunato a

causa di acquazzoni, kiter o poco vento e lo stress inizia a

salirti sempre di più. Non sembrano mai esserci momenti

noiosi quando sono a Maui; mi sembra sempre di essere

impegnato dall’alba al tramonto. Se c’è un luogo dove vuoi

vedere veramente fare windsurf, allora Maui è il posto

giusto. È l’epicentro del windsurf ed è anche dove molti

professionisti come surfer, local legend ed importanti

designer di tavole e vele lavorano anche per le maggiori

aziende. Il fatto di essere su di un’isola nel bel mezzo del

Pacifico vuol dire che prima o poi un’onda gigante ti colpirà

se ci rimani per un po’ di tempo. Il momento in cui le onde

arrivano a Maui è una meraviglia naturale che non vedrai

mai da nessun altra parte. I giorni migliori sono quando i

grandi surfer come Jason Polakow, Robby Naish, Levi Silver

e Kauli Seadi sono a Maui e danno del loro meglio

spingendo il livello oltre ai limiti.

APRILEAUSTRIASono riuscito a rimanere a casa una settimana prima di

partire per l’Austria per il secondo Freestyle PWA Event. Mi

ricordo di essere stato al primo evento in Austria nel 1998

dove Bjorn Dunkerbeck era il vincitore e Matt Pritchard,

Peter Volwater, Josh Stone e Vidar Jensen erano i nomi più

grandi della disciplina. In quel anno per vento incerto

significava che noi dovevamo giudicare dal bel mezzo del

lago, sopra ad una barca, manovre come Willy Skipper,

Spin Loop e Carving 360°, che erano sufficienti per vincere

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Antoine Albeau

Phil Horrocks

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un evento. Le cose sono molto cambiate negli ultimi 13

anni. Surfare in Austria è l’opposto delle onde delle Hawaii,

ma per i local i laghi sono tutto. Il freestyle ed il

rimorchiare sono popolari, ma i party sono il vero fulcro

dell’evento specialmente grazie alla location vicina (meno

di un’ora) a Vienna. Durante questi giorni preferisco

lasciare la parte dei party ai giovani freestyler e

concentrarmi sul mio lavoro. Una volta ogni tanto la birra

incontra il mio cammino e se c’è un posto dove questo può

capitare quello è l’Austria.

MAGGIOKOREAUno degli aspetti strani ed al tempo stesso meravigliosi in

Korea è di trascorre il soggiorno, durante gli eventi, in

amorevoli hotel. Le stanze sono tutte fornite di letti

circolari, un tavolo pieno di olii e lozioni, luci oscurate per

far sentire le coppie a loro agio. Ogni stanza dell’hotel ha

una sua particolarità ed è abbastanza divertente scoprire

quale forma di letto o forma di Jacuzzi ogni membro della

truppa ha trovato. Anche il cibo coreano è strano,

sinceramente, gli odori che escono dalla cucina mi fanno

stare male ancora prima di vedere cosa c’è da mangiare.

I local non differenziano la colazione dal pranzo o dalla

cena, quindi molti piatti sono a base di Kimchi, un piatto di

verdure fermentate che mi fanno girare lo stomaco di

prima mattina. Quando ho iniziato a fare questo lavoro non

immaginavo di finire in Korea per fare shooting di

windsurf ma nel corso degli anni (tralasciando il mio

disgusto per la cucina) mi sono avvicinato molto alla gente

ed alla cultura di questo paese straordinario. È

sicuramente uno dei paesi più inusuali del tour, c’è

sempre uno sguardo alla cultura asiatica. Un giorno,

durante il nostro viaggio, siamo stati nel bagno turco,

nessuno dei surfer sapeva bene cosa aspettarsi da questa

esperienza, ci siamo dovuti coprire con ridicoli vestiti in

cotone marroni e indossare cappelli divertenti.

GIUGNOCOSTA BRAVAQuest’anno abbiamo volato in Costa Brava con la British

Airways con un volo conveniente di 2 ore. In quest’aria

radicata nel mediterraneo non avevamo mai trovato

condizioni così epiche, sebbene la minaccia dell’infame

Tramontana ci fosse stata raccontata ogni volta che

arrivavamo. Stiamo sempre tutti in campeggio in piccoli

bungalow, quindi è uno dei pochi eventi in cui organizzatori

e rider vivono come un grande gruppo. Tutti si aspettavano

una settimana di tennis, relax e altre attività e non un

vento da 50 nodi. Il vento più forte è stato durante la finale

del primo round e molti dei surfisti si sono trovati

impreparati a questo assalto furioso. Vedere persone

come Jimmy Diaz, Peter Volwater e Cyril Moussilmani

perdere completamente la vela dalle loro mani mentre

lottano per tenerla, questo realmente mostra cosa può

fare la forza della natura in pochi minuti!

BONAIREIl UK PWA team è volato a Bonaire con la Continental

Airlines passando per New York e sono finito ad avere un

gin tonic di troppo sulla prima parte del volo. Magari era il

pensiero di cosa ci attendeva. Dall’allungamento della

stagione era il primo evento di quello che fu poi chiamato

“the six island tour”. Due isole caraibiche seguite da tutte e

quattro le principali Canary Island tutte “Back to Back”,

sicuramente un lavoro difficile! In entrambi i casi non ci si

può lamentare quando si raggiungono i Caraibi e,

soprattutto, dopo aver fatto l’esperienza del primo

tramonto sorseggiando una birra fresca. L’acqua è così

bassa a Lac Bay che puoi anche solo guardare fuori per

prendere degli shoot nella laguna di cristallo chiaro.

È una location killer per provare diverse angolazioni con

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maschera e boccaglio. Il giorno prima dell’evento abbiamo

avuto il pomeriggio libero così alcuni del nostro gruppo

hanno preso dell’attrezzatura da windsurf da “Gybe City” e

hanno sfidato l’acqua. Le mie abilità come windsurfer sono

abbastanza arrugginite ma io adoro fare del buon cruising

insieme a Paul Hunt, Hugo Lewis ed alcuni surfer del PWA.

Se vuoi provare l’esperienza di un piccolo pezzo di paradiso

e ti accontenti di acqua piatta, allora devi considerare

Bonaire come un’opzione. C’è questa atmosfera caraibica

pigra, un sacco di facce sorridenti ed il surf non è secondo

a niente se fai freestyle o del freeride tranquillo con la

famiglia nelle acque turchesi.

ARUBAL’ultima volta che sono stato ad Aruba era il 1998 e

ritornare per visitare l’isola, dopo tanti anni, è stato

veramente cool. Al nostro arrivo siamo stati accolti da un

party bus con grandi ruote e sedili rialzati e musica a tutto

volume. Abbiamo avuto un giorno libero prima dell’inizio

dell’evento così abbiamo pensato di persuadere la mamma

di Sarah Quita ad organizzare una pesca d’altura in mare.

Come potrete immaginare la gita di pesca si è trasformata

come sempre in una grande competizione ed io sono

riuscito a pescare un tonno di 8lb e me ne sono andato con

la mia prestigiosa vittoria. Vincere il trofeo del tonno più

grande è stato ancora più soddisfacente perchè il mio

compagno di stanza Hunty è riuscito a pescare solo un

piccolo palamite ed è rimasto totalmente demoralizzato

per tutti gli altri giorni! Abbiamo alloggiato all’Hilton Hotel

che devo dire ha servito la migliore colazione di tutto il tour

di quest’anno, con omelette di qualità, caffè decente, frutta,

yogurt e tante altre bontà. L’aria condizionata dell’albergo

combinata con i 40 gradi fuori è una delle cose peggiori

per l’attrezzatura della macchina fotografica, infatti, tutte

le mattine sulla spiaggia le mie lenti e i miei obiettivi erano

pieni di vapore e la formazione della condensa c’era sia sul

lato interno che su quello esterno. Per quanto mi riguarda,

questa è una ricetta per un disastro e sono abbastanza

sicuro che più avanti nella stagione una delle mie nuove

canon 1D Mark IVS, costata 950 $, non risponderà quando

schiaccerò il pulsante “on”. Il secondo giorno della gara

sono stato fortunato a trovare un breve passaggio in

elicottero perché, dall’alto, la vista della barriera corallina

e l’acqua traslucida erano mozzafiato. Il nostro viaggio di

ritorno da Aruba ha portato un ritardato di un’ora

determinando per tutta la truppa diretta in Inghilterra la

perdita della coincidenza per Londra. L’effetto di tutto ciò è

stato che, dopo due settimane via, non potevamo tornare a

casa prima del prossimo evento a Lanzarote. Se si può

trovare un lato positivo, avendo un giorno libero a

disposizione a New York, abbiamo deciso di raggiungere la

cima dell’Empire State Building e visitare il negozio di

camere fotografiche B and H.

LUGLIOLANZAROTEA causa del viaggio, del ritardo e del tempo trascorso

sull’aereo ho subito un forte stress fisico. Mi sentivo già un

po’ strano quando siamo atterrati a Londra, ma quando mi

sono svegliato a Costa Teguise non ero nemmeno

cosciente di me stesso, così, per la prima volta da quando

faccio questo lavoro, ho passato tutto il giorno per le

iscrizioni nel letto e penso di essere stato anche

disidratato. Lanzarote è stato un viaggio corto e carino, è

durato solo quattro giorni e quando mi sono ristabilito è

stato divertente passare il tempo con i freestyler e vedere

Gollito vincere il suo primo evento della stagione.

GRAN CANARIAPuoi sempre contare sulle Canarie per assicurarti vento

forte e tempo soleggiato nei mesi estivi. Un volo di sole

quattro ore dall’Inghilterra. Ogni anno alloggiamo presso il

Gloria Palace Hotel a circa 15 km da Pozo, dove servono un

buffet grandioso sia per la colazione che per la cena.

Quest’albergo è diventato ormai come un “santuario” al di

fuori di Pozo perché è la tappa anche di molti surfer.

Quest’anno l’evento si è concentrato su Koster, il ragazzino

che ci ha lasciato tutti a bocca aperta con il suo

fenomenale modo di surfare. Quando le attenzioni deviano

su un singolo surfer è facile ignorare qualunque altra

performance che meriterebbe invece di essere

menzionata. Daida Moreno, ad esempio, ha alzato molto il

suo livello con straordinarie altezze nelle heat femminili ed

offre uno dei Push Loop Table Top più radicali del

momento. Nelle heat maschili, invece, Ricardo Campello è

una macchina del Double Loop mentre Brawzinho continua

a migliorare sulle port tack. Grazie ad un piccolo intervallo

tra Gran Canaria e Tenerife sono riuscito finalmente a

tornare a casa e stare con la famiglia per alcuni giorni e a

fare, anche, qualche partitina di golf! Dopo un mese circa

di viaggio senza sosta mi sono sentito felice di starmene

seduto sul divano a guardare la tv, tenendo la fotocamera

fuori dalla mia vista. Tutti questi giorni di sole implacabile

Timo Mullen

Page 81: Funboard 144

79

certamente lasciano il loro peso, ti accorgi di quanto sei

stanco realmente solo quando sei di nuovo a casa.

TENERIFEL’evento a Tenerife a El Medano ha avuto una reputazione

positiva in gran parte grazie alle offerte di Danny Bruch, il

quale ha aiutato ad organizzare e ad impostare tutte le

infrastrutture. Abbiamo alloggiato al Arenas Del Mar Hotel

che con la sua posizione fantastica ti permette di vedere

tutto El Medano. Ancora una volta Koster ha rubato il

palcoscenico, ma un meraviglioso rientro di Danny Bruch è

stato realmente il lieto fine di questa particolare storia.

Lasciando stare l’evento che è stato benedetto con

condizioni eccezionali, c’erano anche altre attività

divertenti per tutti i surfisti quando le competizioni

finivano. Abbiamo trascorso un giorno intero al Siam Water

Park con dei VIP ticket, ciò significa che non abbiamo

dovuto fare alcun tipo di fila per tutte le attrazzioni. Non mi

ricordo di avere mai urlato e riso così tanto, il park è

assolutamente una cosa che tira fuori il bambino che c’è

ancora in ognuno di noi. Quando il divertimento e lo spasso

del parco acquatico è finito, i surfisti del PWA sono stati

chiamati per due ore di session privata nell’incredibile

Wave Pool. Con il tramonto del sole, onde perfette e un bel

colore dell’acqua, la session di surf è stata un momento

memorabile del viaggio.

FUERTEVENTURAUn volo interno veloce per Fuerteventura ed eravamo

quasi alla fine del nostro tour delle sei isole. I surfer e gran

parte del resto dell’equipaggio di solito prenotano all’Hotel

Sol Gorriones che si affaccia sulla vista dell’evento ed è “il

Posto” dove stare a Sotevento. Tutte le mattine la nostra

routine abituale in tour era di fare una mezz’oretta di

jogging prima di colazione. Quest’anno Hunty, Hugo ed io

abbiamo deciso di attraversare delle enormi montagne

che circondano l’albergo. Mi sento sempre meglio facendo

alcuni esercizi fisici prima di affrontare una giornata di

lavoro ma scalare quelle vette, pensando di arrivare alla

cima, era un passo troppo grande forse. Durante la mia

assenza da casa, sapendo che sarei stato in una posizione

debole una volta rientrato, la mia famiglia ha continuato

ha pregarmi ed a supplicarmi di comprare un cane.

Adesso mia moglie sa che io non sono tipo da avere un

cane, preferisco i gatti perchè sono più indipendenti e

sanno badare a se stessi. In uno dei rari momenti in cui

avevo abbassato la guardia ho finalmente preso un

accordo con Susanna e ho permesso ai ragazzi di

scegliere un cucciolo. Non ho neanche potuto rettificare la

situazione e pensare a qualche forma di deviazione,

l’affare era già stato fatto e sono sprofondato al quinto

posto nella gerarchia di potere a casa mia. Per peggiorare

le cose il nostro nuovo cane era un imbarazzante Cocker

ed ero convinto che, una volta che la novità sarebbe

svanita tra i bambini, sarebbe toccato a me portarlo a

passeggiare…Tornando a Fuerteventura, la macchina ben

oliata di Rene Egli ha corso nel migliore dei modi con party

galattici e in tutte le azioni fuori dall’acqua a Sotevento. Da

questo momento della stagione la battaglia Dunkerback

contro Albeau è stata una lotta furiosa ed altri 50 nodi

hanno visto Dunkerback scivolare verso il basso nel

ranking ed Albeau recuperare per poi contenersi.

AGOSTOTURCHIAQuest’anno abbiamo viaggiato con la Lufthansa verso

Izmir, sembrava un po’ un raccoglitore da quando la

linea business turca ha creato una delle lounge piu

stravaganti che ho mai avuto il piacere di utilizzare. La

Turchia è un’altra fantastica destinazione per le famiglie

e per i principianti, l’acqua è poco profonda, fa sempre

caldo ed il vento è relativamente forte. Abbiamo

soggiornato al Solto Hotel ad Alacti, uno degli alberghi

più carini dove sono stato durante il PWA tour, l’unico

problema è che tutte le stanze hanno un enorme letto

king size così quando devi dividerlo con un altro

membro del gruppo uno dei due deve tagliare la testa al

toro e dormire su di un fragile letto sul pavimento.

Quest’anno è stato il mio turno per il grande e maestoso

letto, povero Hunty che ha dovuto subire l’altra opzione

poco confortevole. Bella vendetta dopo che era capitato

a me l’anno scorso! Sapevo che in Turchia Dunkerbeck

poteva vincere il titolo, così ho continuato ad osservare

molto bene la situazione della gara. Per fortuna avevo

ragione ed ero pronto al momento giusto quando

Dunkerbeck ha sigillato l’affare qualificandosi per la

finale. Un’emozione vera e difficile da replicare ed è

stato davvero entusiasmante catturare alcuni shoot di

questo leggendario campione che tornava a celebrare il

suo momento.

Page 82: Funboard 144

80 Tonky Frans in shoot by night ad Aruba.

Phil Horrocks in Sud Africa.

Page 83: Funboard 144

81

SETTEMBREDANIMARCAAl momento del mio arrivo in Danimarca stavo iniziando

a vedere la luce della fine del tunnel dopo un’estate di

implacabili viaggi senza stop. Sicuramente è divertente

visitare tutti questi luoghi, ma quando passi da un

evento all’altro più o meno back to back, anche per il

viaggiatore più forte, alla fine diventa sempre un po’

pesante. Quanto alla mia fotografia, è difficile mantere

le cose “fresche” dopo così tanti eventi e qualche volta

devo scavare in profondità per mantenermi motivato.

Dopo ogni evento mi guardo indietro e penso a quanto

avrei potuto fare di più ma una volta ogni tanto penso

anche che bisogna staccare la presa e rilassarsi per

mantenersi sani. Abbiamo alloggiato in una casa

privata nella periferia di Klitmoller ed in qualche modo

sono finito con un letto “accampato” nel soggiorno.

Proprio sopra il mio letto c’era una enorme luce a

strapiombo e devo averci sbattuto la testa almeno venti

volte, un gran divertimento per Duncan Coombs, Hugo

Lewis e Rich Page che hanno diviso la casa con me. Il

secondo giorno dell’evento è arrivata una mareggiata

grandiosa, quattro metri d’onda si scagliavano contro

la costa danese portando delle condizioni radicali per

gli atleti. Ha piovuto più o meno dall’inizio alla fine ed io

ho provato a focalizzare la fotocamera per sopravvivere

piuttosto che provare creative angolazioni per i miei

shoot. L’ultimo giorno dell’evento Koster ha insegnato a

tutti i surfisti come surfare on shore ed io mi ricordo

Kauli Seadi sulla spiaggia che era senza parole per le

straordinarie manovre che Koster stava facendo.

SYLTUn piccolo volo molto veloce con la Lufthansa Airlines

attraverso il canale di Amburgo per prendere il via

all’annuale PWA di Sylt. Da li bisogna poi prendere un

taxi e attraversare la città per la stazione di Altona e poi

prendere un treno e con mezz’ora di viaggio si arriva

nell’isola di Sylt. Qui iniziano 10 giorni di festa e

competizioni, tutto organizzato in pieno stile tedesco.

Sylt è un luogo di lusso della Germania con tantissimi

ristoranti eleganti dove pui mangiare ottimo pesce e la

popolazione è abbastanza anziana. Qualunque siano le

condizioni i tedeschi si ritrovano a guardare i loro eroi

del windsurf ed è uno dei pochi paesi dove artisti del

calibro di Dunkerbeck, Naish e adesso Koster sono

nomi familiari come sportivi. Molti dell’equipaggio e

anche molti surfisti hanno paura di Sylt per il freddo,

personalmente preferisco che il tempo sia differente

anche se sembra sempre portare un sacco di shoot

drammatici. Eventi come quello delle Canarie e in

Turchia sono ovviamente belli per i colori e immagini

con il cielo blu tutti i giorni, ma con nuvole scure con

forti tempeste e spesso pioggia possono raccontare

delle cose interessanti in fotografia. Sfortunatamente

quest’anno Sylt ha vissuto un’estate indiana così noi

non abbiamo visto nessuna delle condizioni del mare

del Nord. Comunque, con vento e risultati in tutti gli altri

eventi del PWA questa stagione nessuno dei surfisti può

davvero lamentarsi, come sempre Sylt ha offerto dei

party veramente grandiosi e selvaggi. Con tutti i

campioni incoronati alla fine dell’evento, il mio lavoro

rigurdante il PWA 2011 è finite, permettendomi così di

raggiungere la scena sul BWA.

OTTOBRETIREETornato in Inghilterra pensavo di poter stare quattro

giorni a casa con mia moglie, la famiglia e Rosy il nostro

cocker! Odio dirlo ma il nostro cagnolino marrone iniziava

a piacermi e ho cominciato a portarlo a passeggio ed a

fare altre cose così smielose. Ho guidato fino a Tiree con

Timo Mullen facendo un viaggio di 10 ore fino a Oban senza

mai smettere di parlare.

Ho partecipato

orgagliosamente a tutti

gli eventi a Tiree dal

1992 e per me è

sempre un

ritrovarsi con

tutti gli amici in

un’atmosfera

meno stressata,

con l’aspetto

competitivo e

fotografico in buona

misura. Mi sento rilassato a

Tiree forse in parte anche perchè i

miei impegni più complicati sono finiti. Quando l’evento a

Tiree finisce so che posso passare un bel po’ di tempo

stabile con la mia famiglia sull’isola di Wight durante il

periodo dell’anno che preferisco. Quest’anno l’evento ha

avuto un’inaspettata sorpresa per la presenza di Nik Baker

come ospite ed è stato veramente cool vederlo surfare

molto bene come sempre. Ho speso 130$ per un volo di

domenica subito dopo l’evento, mi sono dovuto fare tutta

la strada dal Southampton Airport fino a casa in tempo

utile per godermi i miei figli mentre guardavamo X-Factor!

Se avrete mai voglia di fare un viaggio a Tiree durante

l’estate, primavera od autunno assicuratevi di incontrare

Willy Angus del Wild Diamond Windsurfing che è l’uomo in

grado di aiutare tutta la famiglia ad imparare il windsurf

e, soprattutto, conosce tutte le spiagge e le condizioni

migliori meglio di chiunque altro.

NOVEMBREBOSTON Effettivamente sto scrivendo questa ultima parte della

mia storia mentre sono seduto in United Businnes

Lounge su un volo diretto a casa da un viaggio di quattro

giorni a Boston con Josh Angulo e Micah Buzianis. Josh

mi ha invitato a visitare la sua nuova casa mentre

eravamo seduti insieme a Sylt ed è stato veramente

interessante e diveretente trovarsi con lui e visitare il

New England in piena stagione. Siamo andati a vedere gli

sponsor di Micah “black dog” a Martha’s Vineyard e

mentre stavo aspettando ho comprato due piccoli

giocattolini black dogs per i miei ragazzi. C’erano due

cani black in vendita leggermente grandi ma ho pensato

che erano un po’ impegnativi, così ho preso quelli più

piccoli. Quando eravamo già imbarcati sulla nave per

tornare a casa, Micah improvvisamente mi ha turbato

dicendomi di aver comprato per i suoi figli i black dog piu

grandi. Ovviamente sono rimasto mortificato per tutto il

viaggio considerando gli scherzi senza fine per la mia

decisione di risparmiare sui giocattoli…Dunque il tempo

trascorso a Boston è stato meraviglioso e penso che

siamo venuti via con una storia differente da un luogo

che non ha visto molte esposizioni.

TRAVEL – VIAGGIAREPer adesso il mio anno si avvia alla conclusione con

ancora sei settimane fino a Natale, chi può sapere cosa

accadrà e dove potrò finire ancora una volta. Questa è

una delle cose più meravigliose del viaggiare, in meno

di 24 ore puoi essere più o meno in qualunque posto nel

mondo, alzarsi in un altra cultura, fare esperienze di un

nuovo paese e scoprire delle condizini sorprendenti.

Immagina di vedere il sole tramontare durante una

pausa… da qualche parte nel mondo sta solo sorgendo

di nuovo con una nuova giornata, dall’altra parte

dell’oceano magari. Viaggiare è nel mio sangue… non

posso pensare di fermare questo strano modo di vivere

per almeno qualche anno ancora. Il mondo è la nostra

ostrica, perchè quindi non aprirlo e scoprire quale

perla di saggezza contiene. Nel mondo del windsurf

siamo ristretti come comunità, così ovunque andrai

puoi essere sicuro di torvare nuovi amici e nuove

avventure. Come dicono nei windsurfing movie, bisogna

solo tenere le “Minds Wide Open” e lasciare che la

strada ti guidi nelle avventure e che i sogni si realizzino!

Ci vedremo allora! John Carter!

Page 84: Funboard 144

Faq Sommario

DI Florian Jung

L’esperto di rotazioni aeree Florian Jung ci spiega come eseguire un perfetto Push Loop Table

Top attraverso una sequenza molto didattica.

WAVE PAG. 84

DI Mattia Pedrani

A volte da errori possono nascere nuove manovre, il nostro freestyle teacher ci spiega un

trick di sua invenzione.

FREESTYLE PAG. 86

DI Mattia Pedrani

Volete essere competitivi in una gara Freestyle? Mattia ci spiega come fare una manovra che

non può mancare nel vostro repertorio.

FREESTYLE PAG. 88

82

Page 85: Funboard 144

Distributore Italiano: Pandora srl - [email protected]

Page 86: Funboard 144

Faq Wave

INTROIl Push Loop Tweaked è uno dei salti più stilosi del windsurf e deve essere un must

nel repertorio di ogni wave rider che vuole partecipare al PWA.

Fare un Push Loop non è la manovra più difficile del mondo ma dovete imparare a

superare le vostre paure.

È esattamente come fare un Forward le prime volte, è difficile impararlo ma dopo

aver superato l’ostacolo iniziale è una manovra relativamente facile.

Una volta che avete imparato ad eseguire un Push Loop, allora potete iniziare

a provare il Tweaked Push Loop, una combinazione tra Push Loop, Ponch e

Table Top.

STEP BY STEP1. Per prima cosa non dovete aver paura e dovete provarlo con decisione. Cercate di

visualizzare la rotazione nella vostra testa prima di provarlo. Una volta che avete

preso confidenza con il movimento uscite in acqua cercando di trovare una buona

rampa verticale e assicurandovi di essere in piena planata.

2-5. Saltate come per un normale Back Loop. Cercate di mantenere il vostro corpo in

una posizione compatta e saltate sopravento. All’apice del salto buttate la vostra

testa all’indietro, guardando oltre la vostra spalla anteriore. Questo vi permetterà di

innescare la rotazione senza troppo sforzo. La vostra mano anteriore deve essere il

QUESTO SALTO RAPPRESENTA UNA DELLE MIGLIORI INTERPRETAZIONI DELLʼARTE DEL VOLARE CONIL WINDSURF. IN QUESTA MANOVRA SPECIFICA LO STILE DEL RIDER SI ESALTA ALLʼENNESIMAPOTENZA TANTO PIÙ È TWEAKATO IL PUSH LOOP. NELLA SEQUENZA FLORIAN JUNG NE ESEGUE UNODA MANUALE E JOHN CARTER È RIUSCITO DA UNʼANGOLAZIONE PARTICOLARE A FOTOGRAFARE LAMANOVRA MOSTRANDOCI OGNI DETTAGLIO DEI MOVIMENTI DEL RIDER.

84

Page 87: Funboard 144

TESTO DI Florian Jung | FOTO DI John Carter | RIDER Florian Jung | LOCATION Witsand, Sud Africa

Ragazzo tedesco che è sempre stato attivo a 360° nel mondo del windsurf, sia partecipando a gare nel

PWA, che a eventi per la promozione dello sport. Collabora con le principali riviste di settore e di recente

ha iniziato un nuovo progetto video. La sua disciplina preferita è il wave e nello specifico i salti.

Durante i suoi allenamenti invernali di Cape Town è uno dei migliori saltatori, non a caso i suoi maestri

sono stati Regis Bouron e Xavier Huart, due che di salti ne capiscono qualche cosa.

I suoi sponsor sono: Gun Sails, Fiat, O'neill, Dakine, Surf&Action, RRD.

FLORIAN JUNG G-213

più vicino possibile al corpo mentre quella posteriore spinge la vela attraverso il

vento.

6-8. Per tweakare il Push Loop dovete focalizzare bene il movimento della tavola e

cercare di mandarla in un solo posto, è come innescare la rotazione del Ponch. A

differenza del movimento del Back Loop, la rotazione del Push Loop è molto veloce e

facilmente si può perdere il controllo. Per questo motivo è importante non lasciare

mai la vela. In caso contrario rischierete di cadere sopra la vostra attrezzatura.

Quando poi sentite il vento dall’altra parte della vela siete a metà strada.

9-11. Ora dovete assicurarvi di tornare nella posizione corretta per l’atterraggio. Per

fare questo dovete spingere la vela nel vento con la vostra mano posteriore per

fermare la rotazione e per tornare in posizione, esattamente come per uno Shove It.

12-17. Mentre state scendendo cercate di focalizzare l’atterraggio e provate a farlo

di poppa.

18. Dopo che siete atterrati, siate felici, sorridete e partite per la vostra prossima big move!

Buona fortuna.

85

Page 88: Funboard 144

Faq Freestyle

INTROSwitchy è il portmanteau di Switch Misty Flip. La rotazione aerea del trick, infatti è identica

a quella di un Misty Flip (o Toad, o Clew First Ponch), solamente che è staccato in switch.

È come una Burner, senza però fare il passaggio sottovento alla vela, che spesso e

volentieri può essere un fastidio notevole, specialmente con condizioni choppate e con

Peler a palla tipiche dell’East coast gardesana. La primissima volta che ho fatto questo

trick, infatti, mi sono messo in switch stance al traverso a tutta velocità e, dopo aver

sbagliato l’ennesimo passaggio in duck per staccare una Burner, mi sono ritrovato in

switch bugna in avanti. Dato che le manovre in duck mi stavano veramente dando sui

nervi, ho continuato imperterrito a planare bugna in avanti in switch a tutta velocità e

appena ho trovato un choppino da cui staccare, ci sono andato dentro di cattiveria. Ecco

come devi procedere. Appena prima di sentir la tavola staccare dal choppo, tira sul

braccio di bugna, facendolo poi scivolare verso cime del trapezio, in modo che la bugna

si apra con violenza e ti sollevi dall’acqua, innescando la rotazione. Butta l’albero verso

poppa, tenendo il braccio posteriore, vicino alla maniglia del boma, piegato, in modo che

la penna non sbatta nell’acqua fermando la rotazione. Cerca di spingere sulle gambe per

staccare, andando il più in lungo possibile, e continua a girare testa e spalle sopravento

verso poppa, in modo da innescare la rotazione del bacino e quindi delle gambe e della

tavola. Una volta in aria, la rotazione è identica a un Ponch, o a un Misty Flip Switch Stance,

o a una Burner. Cerca quindi di restare col busto piuttosto (ma non troppo) vicino al

boma, in modo da restare nel baricentro della rotazione e girare più velocemente.

Sapendo già prima di staccare che avrei aggiunto altri 360° alla rotazione, ho staccato più

veloce e ho girato più alto, in modo da avere più tempo per prepararmi all’atterraggio.

Effettivamente in questo caso non ho avuto abbastanza proiezione e quindi lo Switchy into

Funnell risaltato che avevo in mente è stato declassato a uno Switchy 900, con un

microsaltino ridicolo! In questo caso, comunque, la proiezione impressa dalla prima

rotazione aiuta la riuscita del trick, e infatti è necessario avere ancora abbastanza inerzia

e momento per far ripartire la tavola in spinnata (o meglio ancora, risaltando into Funnel)

ed aggiungere altri 360° alla rotazione, ottenendo il blasonato 900! Una volta atterrato

dalla parte aerea della rotazione, cerca di ammortizzare l’impatto piegando le ginocchia,

restando centrale e facendo riprendere potenza alla vela, controvento. Scalcia la tavola

sottovento, cercando di alleggerire la pinna, in modo che la tavola slidi liberamente, e

infila l’albero nel vento, aspettando che la vela riprenda potenza controvento e ti permetta

di ultimare la rotazione. Stendi le gambe verso poppa e scarica il peso nel boma,

continuando a girare testa e spalle sottovento per completare il trick come una backwind

jibe. Ed ecco che sarai il secondo rider al mondo che avrà chiuso questo trick

assolutamente inusuale e underground, che però mi da grandi soddisfazioni, e mi evita

volentieri la frustrazione dei passaggi in duck sbagliati!

IO SONO INDUBBIAMENTE UN TIPO UN POʼ STRANO…FUORI DAGLI SCHEMI ED ANCHE UN POʼ FUORI DAL MONDO.HO UNA VISIONE TUTTA MIA DELLA REALTÀ, CHE SI RIFLETTE ANCHE NEL MIO MODO DI SURFARE.NON MI È MAI PIACIUTO SEGUIRE LA MASSA ED È PER QUESTO CHE SPESSO E VOLENTIERI, DA MOMENTI DI FOLLIAMOMENTANEA E/O PURA CURIOSITÀ, FACCIO SALTAR FUORI NUOVI TRICKS. QUESTA MANOVRA IN PARTICOLARE, LʼHOSOPRANNOMINATA SWITCHY 900.

86

Page 89: Funboard 144

TESTO DI Mattia Pedrani | FOTO DI Valerio Pedrani | RIDER Mattia Pedrani | LOCATION Malcesine, Lago di Garda

Freestyler e waver dalle indiscusse capacità tecniche, i suoi video lo dimostrano chiaramente. Campione

Italiano Freestyle 2008 e appassionato di Rap, le sue canzoni fanno da colonna sonora ai sui cliccatissimi

video. Trasferitosi al Lago di Garda ormai da alcuni anni è un assiduo frequentatore di Malcesine e del

Pier, anche quando le temperature sarebbero più appropriate ad uscite sulla neve con lo snowboard.

I suoi sponsor sono: Starboard, Simmer Sails, MaverX, AL360, Scorpion Bay, PierWindsurf, Windcatcher,

Circolo Surf Torbole, Residence VerdeBlu.

MATTIA PEDRANI I-00

STEP BY STEPFoto 1: Una volta che impatti il choppino a tutta velocità mentre sei in switch e

bugna avanti, stendi le gambe per far staccare la tavola, cominciando a portare

l’albero verso poppa e facendoti tirare nella rotazione dalla bugna. Gira testa e

spalle verso poppa, tenendo il braccio posteriore piegato e innesca la rotazione

aerea del trick.

Foto 2-4: Una volta innescata, buttati nel trick a testa bassa e credici. Buttati col

corpo sopra alla vela, come in un Ponch o una Burner, e scalcia la poppa

sottovento, cercando di non far toccare la prua della tavola, che potrebbe fermare

la rotazione e avere anche conseguenze molto più serie, specialmente per il

materiale. Resta sopra al materiale e ritirati la tavola sotto per prepararti

all’atterraggio.

Foto 5: Questa fase di atterraggio è molto delicata ed è proprio qui che hai un

centesimo di secondo per decidere se risaltare nuovamente into Funnell o slidare

into 900. In generale, io cerco sempre di risaltare into Funnell, così se mi dovesse

andar male il colpo, come in questo caso, avrò comunque abbastanza momento ed

inerzia per innescare la slidata.

Foto 6-7: Porta il peso da poppa a prua, appendendoti nel boma e lasciando che la

bugna passi nel vento. Cerca di alleggerire la pinna in modo che la tavola slashi

liberamente, dato che ormai non riesci più a risaltare, allora la rotazione slashata

dovrà essere fluida. Spingi l’albero nel vento e stendi le gambe verso poppa, portando

il peso a prua.

Foto 8-10: Resta centrale col peso e controlla la potenza della vela controvento col

braccio posteriore, continuando a girare la testa sottovento nel senso di rotazione e

completa il trick come una Flaka, o una normale backwind jibe. Così facendo

sembrerà ai distratti in spiaggia che tu abbia fatto solo un trick minimale… e invece

Switchy 900!

DRITTE ED ERRORIPer questa manovra è importante trovare le condizioni di acqua giuste,

possibilmente con vento costante e piuttosto forte, in quanto stacchi switch e

bugna avanti ed è facile perdere velocità. Cerca di staccare alto e veloce, in modo

da poterti concentrare sulla seconda parte del trick, fino a risaltare più alto del

primo.

87

Page 90: Funboard 144

Faq Freestyle

HOW TO DOVola al traverso a tutta velocità, con la vela bella piena e comincia a lascare

leggermente per metterti in switch stance, cercando di trovare una zona di acqua

piatta che ti permetta di mantenere la massima velocità. L’inizio del trick è identico

a una Funnell quindi una volta che ti ritrovi in switch a tutta velocità, infila l’albero

nel vento spingendo in avanti col braccio posteriore, per poi prendere il terminale

con quello anteriore e passare sottovento alla vela come per una duck tack. Per tutte

le manovre in duck è davvero importante eseguire il passaggio correttamente,

specialmente in questo caso, dato che la potenza della vela garantisce l’esplosività

ed il momento necessario per staccare e girare l’intero trick.

Appena sei sottovento alla vela, in switch, sbilanciati leggermente verso prua ed

appena vedi un ripido choppino sopravento a te, spingi con forza sulle punte e sulla

mano di bugna. Proietta il fisico in avanti mentre spingi sulle gambe per far

esplodere la tavola dall’acqua e gira bruscamente testa e spalle sottovento, buttando

l’albero verso poppa. Così facendo, innescherai la rotazione in Ponch, cioè la seconda

parte del trick. Cerca di tenere il corpo abbastanza vicino al boma, in modo da

restare nel baricentro della rotazione per girare più velocemente, mentre scalci la

tavola sottovento, cercando di non far toccare né prua né penna nell’acqua, per non

rallentare troppo la rotazione.

Continua a spingere sul braccio posteriore mentre la vela riprenderà nuovamente

potenza controvento e preparati ad atterrare. Resta centrale col peso e sfrutta tutta

l’inerzia data dallo stacco per chiudere il trick in maniera pulita, senza appopparti

troppo.

Ora non ti resta che mantenere questa posizione, spingendo l’albero leggermente

sottovento col braccio anteriore come per la chiusura di una normale backwind jibe

o di una Funnell 540.

Ci sono diversi stili di esecuzione della Burner. Alcuni rider le fanno più al lasco,

mentre altri, me incluso, le fanno più vicini al vento. Così facendo, non solo si ha una

maggiore esplosività allo stacco, ma si conserva maggiore momento in atterraggio,

permettendo quindi di aggiungere qualche variazione interessante, o perfino di

saltare nuovamente “into Funnell”, come vi mostrerò nella prossima FAQ! In ogni

caso, l’importante è che si capisca che c’è una rotazione di Ponch nel trick, quindi

poppa alta e penna bassa! Se c’è una cosa che non sopporto è vedere la gente che

ruba i trick. Una Burner doc non è una specie di AirFunnell impuntata con la penna a

3 metri dall’acqua. No No! Burner = Funnell into Ponch.

DIRE CHE QUESTO TRICK SIA RIVOLUZIONARIO SAREBBE COME DIRE CHE IL SOLE SIA TIEPIDO. LA BURNER RAPPRESENTA LABOMBA ATOMICA DEL MONDO DEL FREESTYLE. È STATA CONCEPITA DALLA MENTE MALATA E GENIALE DI UN GIOVANE RAGAZZINOPRODIGIO VENEZUALANO CHE, FACENDOLA IN GARA, HA SBARAGLIATO LA CONCORRENZA ED È RIUSCITO PERFINO A VINCERE ILSUO PRIMO TITOLO MONDIALE. NON CʼÈ PIÙ STATA STORIA. DA QUEL MOMENTO, IL GIOVANE GOLLITO ESTREDO HA CONQUISTATOALTRI 3 TITOLI MONDIALI, CESELLANDO LA SUA CREAZIONE NEGLI ANNALI DI COPPA DEL MONDO, E RENDENDO QUESTO TRICK UNMUST PER TUTTI I TOP RIDER DEL PWA. PENSARE CHE NEL 2004-05 STAVANO USCENDO LE PRIMISSIME MANOVRE IN DUCK, CIOÈPASSANDO SOTTOVENTO ALLA VELA, E QUESTO PAZZO SCATENATO HA PENSATO BENE DI UNIRE LʼENTRATA IN UNA FUNNELL CONLA ROTAZIONE DI UN PONCH… QUANDO SI DICE, TALENTO LUNGIMIRANTE... ECCO QUI LA BURNER.

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TESTO DI Mattia Pedrani | FOTO DI Valerio Pedrani | RIDER Mattia Pedrani | LOCATION Porto Pollo, Sardegna

Freestyler e waver dalle indiscusse capacità tecniche, i suoi video lo dimostrano chiaramente. Campione

Italiano Freestyle 2008 e appassionato di Rap, le sue canzoni fanno da colonna sonora ai sui cliccatissimi

video. Trasferitosi al Lago di Garda ormai da alcuni anni è un assiduo frequentatore di Malcesine e del

Pier, anche quando le temperature sarebbero più appropriate ad uscite sulla neve con lo snowboard.

I suoi sponsor sono: Starboard, Simmer Sails, MaverX, AL360, Scorpion Bay, PierWindsurf, Windcatcher,

Circolo Surf Torbole, Residence VerdeBlu.

MATTIA PEDRANI I-00

STEP BY STEPFoto 1-3: Mettiti in switch a tutta velocità in una zona d’acqua liscia come olio

(MAGARI…) al traverso, cercando di sfruttare tutta l’inerzia che hai a disposizione e

cominciare a passare sottovento alla vela. Infila l’albero nel vento spingendo con la

mano posteriore, vai poi a prendere la bugna con la mano anteriore e passa

sottovento alla vela. Migliore sarà il passaggio, maggiore potenza e proiezione avrai

a disposizione per eseguire correttamente la rotazione area, cercando di girare il più

possibile. Sbilanciati leggermente in avanti quando sei sottovento alla vela, in modo

da non perdere velocità. Appena vedi un ripido choppino davanti a te, sposta il peso

con forza sulle punte e spingi sulla mano di bugna (foto 3). Più brusco e veloce sarà

questo movimento, più andrai alto, quindi io spingo sempre come un pazzo!

Foto 4-6: Stendi la gamba posteriore per far staccare la tavola, pensando di

sbilanciarti in avanti e gira la testa e le spalle sottovento nel senso di rotazione. Butta

l’albero verso poppa e scalcia la tavola sottovento, con la poppa il più alto possibile

in modo che la prua non tocchi l’acqua, rallentando la rotazione. Questa fase aerea è

praticamente identica ad un Ponch (foto 5). Cerca di restare abbastanza vicino al

boma, in modo da ruotare più velocemente e da non far sbattere troppo la penna

nell’acqua. Continua a spingere sul braccio anteriore mentre aspetti che la vela

acquisti nuovamente potenza controvento, e preparati all’impatto.

Foto 7-9: Questa fase di atterraggio è molto delicata ed è proprio qui che si rischia

di sbagliare più spesso, in quanto si viene sbalzati indietro perché troppo arretrati

col peso. Cerca di scaricare il peso nel boma e lasciare che la tavola giri liberamente,

alla massima velocità, in modo da atterrare con abbastanza inerzia per completare

la rotazione totale di 540°. Distribuisci il peso a centro tavola e continua a girare la

testa nel senso di rotazione, completando poi il trick come se fosse una normale

backwind jibe o una Funnell 540.

DRITTE ED ERRORIPer questa manovra è importante trovare le condizioni giuste, possibilmente con

vento costante ed abbastanza sostenuto sui 20-25 nodi. Non iniziare il passaggio

troppo al lasco altrimenti non avrai abbastanza potenza nella vela per staccare

correttamente. In generale, se sbagli, devi andare più veloce e spingere di più sulla

mano posteriore al momento dello stacco!

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Page 92: Funboard 144

Spot guide

QUELLA APPENA CONCLUSA È STATA LʼESTATE DEL DEBUTTO DELLʼXRAY TOUR ON SPOT. UN MESEINTERO, DAL 6 AGOSTO AL 6 SETTEMBRE, A CACCIA DI VENTO E NUOVI SPOT INCONTAMINATI PER

PROMUOVERE IL WINDSURF. LA REGIONE SCELTA PER QUESTO LUNGO VIAGGIO È STATA LA SARDEGNA,UNA VERA E PROPRIA MACCHINA DEL VENTO CON PROSPETTIVE ANCORA SUPERIORI A QUELLE TUTTʼORA

PROPOSTE. IL PROTAGONISTA DI QUESTO LUNGO PERCORSO È STATO RAIMONDO GASPERINI,SUPPORTATO DAL SUO TEAM DELLA XRAY WINDSURF ACADEMY.

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Lo stretto sentiero per arri-vare a Marina delle Rose.

Le torri di Siniscola.

Page 93: Funboard 144

TESTO DI Simone Pierini | FOTO DI team XRay

Un modo tutto nuovo di insegnare il windsurf, di spot in spot, sempre alla ricerca

della condizione migliore e della disciplina preferita. Dalle situazioni light wind,

ideali per principianti e per appassionati delle manovre freestyle old school, fino ai

fanatici del wave e dei radikal spot. Venticinque uscite su trenta giorni, un bottino

che rende l’idea di quanto non sia necessario volare all’estero per fare del buon

windsurf. Per l’occasione la Starboard International ha messo a disposizione di Ray

la nuova tavola freestyle, il Flare 2012 in versione carbon 101 lt. Un’iniziativa che

apre nuove scenari e metodologia di test sul “campo”, dove è il pubblico stesso a

provare dal vivo le potenzialità e valutarne le caratteristiche.

Andiamo quindi alla scoperta degli spot più o meno conosciuti, attraversati grazie

alla collaborazione con Fca Veicoli Commerciali, che ha messo tra le mani di

Raimondo un mezzo ideale per gli spostamenti con il suo Team.

LA SUGGESTIONE DI CARLOFORTECarloforte è situata nell’isola di San Pietro, a soli 20 minuti di traghetto dall’isola di

Sant’Antioco, e rappresenta l’unico centro abitato. Le sue coste sono bellissime, con

calette meravigliose e mare cristallino. Ma a essere protagonista è il vento, che

sfrutta l’accelerazione termica per soffiare costante per gran parte dell’estate. Uno

scenario da brividi, dove l’immagine di un windsurf a contrasto con la natura

circostante rappresenta una cartolina indimenticabile. Diverse le località dove

immergersi tra vento e costiere in stile Madagascar, come quella del Giunco, della

Taccarossa fino a Spalmatore della Caletta.

IL VENTO “INFINITO” DI SANTʼANTIOCOSe cerchi un posto dove fare windsurf a Sant’Antioco la risposta è scontata: a Sa

Barra da Gigi Madeddu, una sorta di regno del freestyle. Si esce con Maestrale e

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Ray in Aerial a Cala Pischina.

Wave e Freestyle ma non solo, la Sardegnapuò offrire innumerevoli spot con unagrande varietà di condizioni.

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Scirocco con la medesima condizione: vento costante,

acqua piatta alternata a chop morbido e piacevole. Da

non sottovalutare anche lo spot di Porto Pino, avvolto

tra dune che riportano la mente a Jericoacoara con il

mare limpido della Sardegna, ma ottimo solo con venti

di Scirocco. Spostandosi poi in direzione di Cagliari

ecco spot storici come Chia, celebre per il wave ma

ideale l’estate anche per uscite di sano freeride.

LE TORRI DI SINISCOLASalendo lungo la costa est il cammino che porta a

Murta Maria, a due passi da Olbia e punto di

riferimento negli ultimi tre anni dell’XRay Talent

Factory, ecco le fermate a Siniscola, in provincia di

Nuoro, dove a sorprendere sono le spiagge di San

Giovanni e La Caletta con le loro torri, che

nell’antichità fungevano da baluardo a difesa della

zona con avvistamenti preventivi dell’arrivo dei nemici.

Tra queste in particolare le Torri di San Giovanni di

Posada e di Santa Lucia di Siniscola. Dei ruderi che

arricchiscono di storia e suggestione uno spot già di

per sé bellissimo per i colori del mare.

LO SCIROCCO DI MURTA MARIAQuindi ecco l’arrivo a Murta Maria, la “casa” di Antoine

Garrucciu e lo spot preferito di Gabriele Varrucciu,

atleta che da anni ormai è parte del XRay Team e che

lo scorso anno si è laureato campione italiano

assoluto di freestyle. A non mancare mai sulla

spiaggia di Marina Maria è lo Scirocco che assicura

uscite di qualità per gran parte della “bella” stagione.

Il termico spinge fino a “creare” giornate da oltre 20

nodi partendo da previsione di 8/10 nodi. L’acqua è

piatta e l’ambiente rende i benvenuti tutti, dai

principianti agli “accaniti” del freestyle.

LE CERTEZZE:PORTO POLLO E COLUCCIAL’XRay Tour on Spot non si è tuttavia accontentato, ed

ha proseguito il proprio percorso puntando dritto al

nord, per completare una traversata sarda

indimenticabile. Ecco infatti l’approdo in due location

storiche del windsurf nostrano: Porto Pollo e Coluccia.

La quantità di tavole e vele in acqua è incredibile, la

qualità degli atleti anche. Dai local dello Sporting Club

Sardinia come Valentin Ruggio e Jacopo Testa, fino ai

“ragazzi” di Steddu di Porto Liscia. Da Stefano Lorioli,

vero sindaco di Coluccia, fino al neo campione italiano

Mattia Fabrizi e al rivale e amico Filippo Bestetti. Il

Maestrale è il vento principe della zona, ma non è

questa più che una novità, è una certezza.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO:CALA PISCHINA Il Maestrale spinge forte, il mare reagisce a modo suo

e Cala Pischina apre agli amanti del radikal wave.

Onde grandi, lisce, accompagnano Raimondo e il suo

Team in surfate da mettere nel cassetto dei ricordi.

Con loro i “pro” del luogo Gianmario Pischedda e i

suoi amici. Una location, da anni tappa del campionato

italiano, che per i wave rider è considerata senza

dubbio tra le migliori di tutto il Paese. Ma in questo le

parole servono a poco per descrivere, lasciando il

giusto spazio alle immagini.

Lo spot di Carloforte.

Ray in Switch Chachoo a Sant’Antioco.

La Caletta.

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Action con lo Scirocco di Murta Maria...

Hi jump a Cala Pischina, uno dei migliori spot wave della zona e d’Europa.

Anna testa il nuovo Flare.

...e con il Maestrale di Porto Pollo.

Francesca in Eli-Tack durante una lezione.

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Spot guide

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Il rider ha un nome, Luigi Madeddu, uno dei più forti

freestyler italiani. Lo spot si chiama Sa Barra, e da un

paio d’anni è divenuta la sua casa, che divide con Cory,

la fidanzata, e Kono, il suo gatto. Un luogo magico,

incontaminato. Dove non c’è posto per il windsurf da

bar, rispettabilissimo, ma in tal caso fuori tema. Sa

Barra è una full immersion di vento, una full

immersion di windsurf allo stato puro. Vento e natura,

non c’è altro a dividere.

Uno spot che solo Gigi, così come viene chiamato da

tutti, conosce realmente a fondo. Uno spot che ti

stupisce per la varietà di condizione proposta. Vuoi

l’acqua piatta, e acqua piatta sia, da entrambi i lati del

canale. Vuoi il chop per migliorare qualche move più

radicale, ed ecco il chop, al centro del canale, tra i pali

che delimitano il passaggio delle barche (poche) che si

dirigono verso il paese. Vuoi un “flat” esagerato, chiedi

a Gigi, se sarai fortunato lo vedrai con i tuoi occhi.

Questa è Sa Barra, una palestra a cielo aperto, con un

maestro d’eccezione. Gigi è maniacale, nel senso

buono del termine. Non si accontenta della manovra in

se stessa, ma vuole che essa sia perfetta, fluida,

pulita. E la sensazione di una danza in mare ne è la

diretta conseguenza. Gigi in azione a Sa Barra è come

un gatto che scherza col topo. Agile, veloce, padrone

del contesto.

Da oggi la sua casa è aperta a tutti. Ed è qui che nasce

il Windsurf Club Sa Barra. Ed è lo stesso Gigi a

raccontarcela.

Quando hai iniziato a pensare a Sa Barra?

A marzo di diversi anni fa ero in giro a cercare vento per

tutto il sud della Sardegna, erano tre settimane che non

si usciva. Mia madre mi chiamava, io ero a Iglesias, e mi

diceva che a Sant’Antioco c’era vento. Andavo a Calasetta

ma era leggero. Poi ho provato a Porto Botte dove ho

incontrato un local del posto. Gli ho chiesto dove andare

e lui ha risposto: Sa Barra, nella laguna di Sant’Antioco.

Mi ha portato sullo spot e la prima cosa che ho detto è

stata: io qui mi faccio la casa. A distanza di anni è tornato

e mi ha detto: “Ti sei fatto la casa!”.

Caratteristiche di Sa Barra?

Tutto quello che vuoi: chop, super chop, piatto, super

piatto. In entrambe le mura. Basta spostarsi di 50 metri

sopravento o sottovento, e la condizione cambia. Quello

che non cambia mai il vento: costante, sempre. Entrano

tutte le direzioni. Il migliore è il Maestrale, che spinge già

dalla mattina aumentando di ora in ora, fino al tramonto.

Con lo Scirocco la condizione è leggermente più rafficata

ma con la medesima varietà di chop e piatto. D’estate è il

termico a fare da padrone, garantendo un numero

altissimo di uscite che, grazie al rinforzo del canale,

riesce a spingere a oltre il doppio dell’intensità prevista

dalle previsione, lasciando spesso sorpreso anche me.

Le vele più usate?

4.0, 4.5, 5.0. Tavole dai 70 ai 150 litri in base al livello e alle

esigenze del rider. Io esco sempre con il mio Fanatic

Skate 99, in qualunque condizione di vento.

Cosa offre lo spot?

Oltre al vento? (ride, ndr) C’è possibilità di affittare

materiale North-Fanatic o in alternativa lasciare il

materiale in rimessaggio. Abbiamo servizi, doccia, acqua

dolce per sciacquare l’attrezzatura. Per chi vuole fermarsi

a dormire, con il furgone o con una tenda, c’è elettricità a

disposizione. In sostanza al Windsurf Club Sa Barra si fa

windsurf in modo semplice, non sono interessato a

creare uno spot di moda, ma solo proporre le migliori

condizioni possibili per i rider affamati di vento.

“IO QUI MI CI COSTRUISCO LA CASA”. ERA IL MARZO DEL2004 QUANDO UN GIOVANE RIDER IN CERCA DI VENTONELLA ZONA SUD DELLA SARDEGNA SI IMBATTÉ NELCANALE CHE DIVIDE LʼISOLA GRANDE, LA SARDEGNA,DALLʼISOLA PICCOLA, SANTʼANTIOCO. IL VENTO È FORTE,TESO E SOFFIA SENZA SOSTA. NON ERA MAI USCITO INQUEL POSTO MA, CONSIGLIATO DA UN LOCAL INCONTRATOA PORTO BOTTE, DA QUEL GIORNO QUELLO STESSO POSTOGLI RESTERÀ IMPRESSO PER LA VITA.

Gigi Madeddu a casa sua!

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TESTO DI Simone Pierini | FOTO DI Marco Latini e Valentina Cocco

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A chi consiglieresti di venire a Sa Barra?

A tutti i livelli, da chi vuole imparare a chi si vuole

allenare, uno spot divertente, facile, per tutti i gusti.

La tua scuola windsurf in cosa consiste?

L’obiettivo è creare il giusto movimento che unisca la

mia passione a un accrescimento del turismo a

Sant’Antioco. Per questo motivo abbiamo due punti

sull’isola. Uno a Spiaggia Grande (località Calasetta)

presso l’Hotel Stella del Sud, con la cui direzione c’è

una splendida collaborazione e stima. Un luogo ideale

per l’approccio al windsurf, dove è facile unire una

vacanza in famiglia con un po’ di sport. Il vento soffia

leggero, mai fastidioso per chi assiste in spiaggia,

l’acqua è cristallina, la sabbia è bianca. Al primo

impatto una location meravigliosa, stile caraibico. Poi

c’è Sa Barra per i corsi avanzati. Dalla planata alla

Kono, si può imparare davvero tutto.

Quante uscite fai l’anno?

Moltissime, circa 220. Ma se mi mettessi a fare Slalom

potrei uscire anche tutti i giorni.

Come si diventa un freestyler professionista?

Passione, dedizione e una serie di crash incredibili.

Poche teorie, molti fatti, tanto divertimento e uno spot

come Sa Barra davanti casa!

La tua manovra preferita?

Te ne potrei dire un milione, a partire dalla ultime

super move. La realtà è che non ne ho una. Mi piace il

windsurf, e per me questo basta.

Il tuo obiettivo di rider?

Fare della mia passione il mio lavoro.

Il tuo rider preferito?

Matteo Spanu, il mio più grande amico in questo pazzo

mondo, con cui condivido passione e follia. Nel mondo

Robby Naish, Francisco Goya e Jason Polakow, le vere

leggende di questo sport.

Se dovessi descrivere Sa Barra in una parola?

Sa Barra in sardo significa “mascella”, ma intesa

come concetto di spavalderia. Sì Sa Barra è spavalda.

Ma in fondo venite a trovarmi e scopritelo da soli.

WINDSURF CLUB SA BARRA –LA SCUOLALa scuola si trova nello spot ideale per qualsiasi

livello. I corsi principianti si svolgono a Spiaggia

Grande, in località Calasetta in direzione nord-ovest

rispetto a Sant’Antioco. I corsi avanzati si svolgono a

Sa Barra, a pochissimi minuti dal centro di

Sant’Antico. I corsi vengono organizzati tutti i giorni

della settimana. Ogni lezione prevede una parte

teorica e una pratica. Prima dell’inizio del corso viene

testato il livello di partenza di ciascun allievo per

stabilirne il programma. Tutti i corsi vengono

effettuati in lingua italiana e inglese.

Sito internet: www.windsurf-santantioco.com

Blog: windsurf-santantioco.blogspot.com

Email: info@windsurf-sant’antioco.com

Matteo Spanu, assiduofrequentatore dello spotquando non ci sono leonde in zona Oristano.

Gigi Madeddu spiega comesi fa una Kono Switch.

I Local di Sa Barra smanovrano alla grande:a sinistra Stefano Salemi, a destra Fabrizio Fozzi.

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RIDER Klaas Voget | LOCATION Svezia | FOTO Robert AlmqvistNext Ride

Il campione tedesco Klaas Voget ci

porta nella glaciale Svezia per

un’entusiasmante Wave session.

Entreremo nel vivo della custom

factory più cool di Maui con

Francisco Goya in persona che ci

accompagnerà nei meandri più

nascosti della Cannery di Haiku.

Josh Angulo e Micah Buzianis ci

portano a scoprire Boston e

capiremo il motivo del

trasferimento di Angulo da Cabo

Verde all’America.

E come sempre, tanti altri articoli

esclusivi, approfondimenti,

didattica, la rubrica per le ragazze

Onde e Curve, i gossip più hot da

Maui e tanto altro ancora...

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