forza magica

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FORZA MAGICA Anno 5° - n.° 40 - Mensile d’informazione gratuito C he ROMA SAREBBE se restasse MONTELLA ? Derby: un dominio giallorosso Il ritorno del Pek Il poster di Francesco Totti

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Page 1: Forza Magica

FORZA MAGICA Anno 5° - n.° 40 - Mensile d’informazione gratuito

Che Roma saRebbe se restasse montella ?Derby: un dominio giallorosso

Il ritorno del Pek

I l poster di Francesco Totti

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EDITORIALE [email protected] toriaor alle@@e@@ff rzamagiororrzzaaammmag ccca.a cccomomedie itoriaor alle@@e@@ff rzamagiorzorrrzzzaaaammmmmaaggiccca.a cccomomdi�Federica�Afflitto

FORZA MAGICAAnno 5° - n.° 40

Mensile d’informazione gratuito

EDITOREEsse Editore

DIRETTORE RESPONSABILEFederica Afflitto

[email protected]

REDAZIONEvia Rodengo, 31 00124 Roma

Tel. 06.89.52.76.97

Reg. Tribunale di Romain data 08-10-2007 n°465/07

GRAFICA | EDITING | LAYOUTAlessandra Cutugno

COLLABORATORIDaniele Cecchetti | Serena De Iaco Andrea Di Carlo | Gianluca Guarnieri

Max Leggeri | Fulvio StinchelliFederico Vespa

FOTOGRAFOClaudio Crescenzi

STAMPASOGRAF SRL

FORZA MAGICATutti i diritti di riproduzione riservati,

salvo accordi scritti o contratti di cessione copyright, la collaborazione

a questo mensile è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.

La responsabilità dei contenuti dei testi è esclusivamente degli autori.

e-mail: [email protected]

Si ringraziano gli inserzionisti pubblicitari per il loro contributo

che consente la pubblicazione e la diffusione di questo periodico.

Questo numero di Forza Magica è stato licenziato per la stampa il

25 Marzo 2011

1927....la storia continuaun programma ideato e condotto da Max Leggeri

tutti i giorni dalle ore 16:00 su teleradiostereo (fm 92,7 e sul digitale terrestre Teleroma 56 e T9)

Tifare Roma non è per i

deboli di cuo-re, perché ogni giorno il pas-saggio di pro-prietà si tinge

di nuovi colori, talvolta dai toni vivaci, ma altre volte i colori sono piutto-sto cupi. Per rispettare la tradizione secondo la quale solo attraverso la sofferenza un risultato conseguito lo si può assaporare meglio, eccovi accontentati. Thomas Di Benedetto se ne torna a Boston con un accor-do raggiunto , ma senza la firma in tasca, scatenando nel pubblico gial-lorosso dubbi, incertezze, rabbia e malinconia. Cavilli tecnici, formule finanziarie, elementi sottovalutati, solo questo e non certo mancanza di volontà, ma spiegarlo a milioni di ti-fosi in attesa di potersi lasciare anda-re ad un grido liberatorio, non è im-presa semplice. Per la gente comune non è facile comprendere le ragioni economico-finanziarie, chi ama la Roma, vuole informazioni semplici e notizie chiare, mentre invece, ancora oggi, si fa il possibile per complicare la vicenda. Saranno i venti giorni più lunghi della storia romanista, in cui ci sarà spazio per insinuare incertez-

ze e provocare sgomento nella piaz-za. E’ ragionevole pensare ad un’ac-celerazione dell’operazione nel caso in cui alcuni documenti dovessero essere pronti prima del previsto. Di Benedetto, sperava ed era convinto di chiudere l’operazione questa set-timana, tanto da aver organizzato la sua presentazione ufficiale in occa-sione della gara di Coppa Italia pri-mavera, svoltasi mercoledì 30 marzo proprio allo Stadio Olimpico di Roma. Non è stato possibile, ma sarebbe stata una location bellissima, l’occa-sione di salutarsi e conoscersi pro-prio davanti ai tanti gioielli del futuro e all’interno di uno stadio nel quale, almeno per il momento, la Roma di Thomas Di Benedetto comincerà la sua avventura. Rimandiamo il saluto, dunque, e speriamo di poter presto conoscere il nuovo presidente, a lui, intanto, incontrandolo per le strade del centro di Roma, i tifosi gialloros-si hanno già manifestato tutto il loro affetto attraverso meravigliosi slo-gan tipicamente romaneschi. La città lo ha accolto mandando in scena la sua più bella primavera, i romani lo hanno accolto con calore, per il pri-mo appuntamento dobbiamo ancora attendere, e speriamo che l’attesa potrà essere ripagata.

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INDICEforza magica

EdITORIAlE 2

ChE ROMA sAREbbE sEnZA MOnTEllA 6-7-8DI SERENa DE IaCO

Il RITORnO dEl PEk 10-11-13DI aNDREa DI CaRLO

FRATEllI d’ITAlIA 14-15DI DaNIELE CECChETTI

Il POsTER dI FRAnCEsCO TOTTI 16-17

Il dERby è RObA nOsTRA 18-20-22DI aNDREa DI CaRLO

GOssIPPAndO 25DI SERENa DE IaCO

1927...lA sTORIA COnTInuA 26DI DaNIELE CECChETTI

GOOd byE RAnIERI 28-29DI GIaNLuCa GuaRNIERI

OROsCOPO 30

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Dieci anni fa, di questi giorni, approfittò di un infortunio a Gabriel Omar Batistuta per

ritagliarsi un posto fisso tra i titola-ri della Roma, targata Fabio Capello. Era la stagione 2000-2001, quella che avrebbe portato al terzo scudetto della storia giallorossa. Vincenzo Montella, il numero nove, fino al quel momento, non era un titolare indiscusso. Anzi. Il Re Leone, a suon di gol, aveva tra-scinato la squadra al primo posto. Montella era rimasto a guardare, con l’umore tutt’altro che alle stelle. Con lo stop al ginocchio dell’argentino, poi, oltre che completare l’opera iniziata dal collega di reparto (confermare la Roma ai vertici), riuscì anche a convin-cere delle sue doti il tecnico di Pieris, che certo non lo considerava il centra-vanti ideale. Oggi, quel ragazzo di Po-migliano d’Arco, è diventato l’allenato-re della Roma. E, come dieci anni fa, ha un’altra “missione impossibile da compiere: non lo scudetto, ma il rag-giungimento della zona Champions. Un salto triplo, quello di Vincenzino. Da allenatore dei Giovanissimi a tecnico di prima squadra con il peso sulle spalle

di uno spogliatoio ribelle, che non ha reso facile la vita a Claudio Ranieri, il predecessore. Mentre scriviamo, lo score non è affatto negativo: cinque partite (in campionato), tre vittorie – derby compreso – e due pareggi. Male solo in Europa contro lo Shakhtar Do-netsk – sconfitta 3-0 – ma il danno era stato fatto all’andata, quando sulla panchina giallorossa sedeva Ranie-ri, colui che considerava gli ucraini “al pari del Barcellona”. Ma, risultati a parte, Montella piace parecchio da “trainer”. Alla stampa, che lo ha accol-to e sostenuto nel migliore dei modi, definendolo persino “il Guardiola della Roma”, e dai suoi stessi uomini. Danie-le De Rossi lo ha elogiato pochi giorni dopo il suo insediamento, affermando di essere rimasto favorevolmente im-pressionato “dall’aggressività e dalla ventata di giovinezza portata da Vin-cenzo”. Il primo obiettivo era quello di restituire una preparazione fisica ade-guata per concludere la stagione nel migliore dei modi. “La squadra ha un problema di tenuta, ad un certo pun-to della gara va in difficoltà”, parole di Montella dopo il pareggio interno con

il Parma, gara che aveva visto la Roma andare in doppio vantaggio, salvo poi farsi riprendere da due gol di Amauri (!). Detto, fatto. Allenamenti più intensi e più lunghi (circa due ore a seduta; in precedenza, si lavorava meno della metà del tempo) sotto la regia di Ber-telli (preparatore ai tempi di Spalletti), computer satellitari per monitorare le prestazioni di ogni atleta e la novità del giorno di riposo: non all’indomani del-la partita giocata, ma due giorni dopo. Esperienza, quest’ultima, maturata nella breve esperienza in Inghilter-ra, al Fulham. Piccole correzioni che hanno migliorato la condizione gene-rale del gruppo. Eppure, a sentire l’ex tecnico, la preparazione del professor Capanna era “avveniristica” e svolta da “un luminare” della materia. In realtà, i risultati di quel lavoro non si sono mai visti. Un’altra novità della cura “Top Gun”, il ritorno al 4-2-3-1 di Spalletti. Un modulo invocato da gran parte dei calciatori, Marco Borriello e Jeremy Menez a parte. Il centravanti napoleta-no non è più un elemento imprescindi-bile. Colpa di uno scadimento di forma e di un carattere un po’ naif, che non lo fa amare da molti a Trigoria. In avanti, Francesco Totti è tornato ad essere un attaccante prolifico, come ai bei tempi. Il fantasista francese, invece, in un’in-tervista all’Equipe, si è lamentato per la nuova guida tecnica: “Con Ranieri giocavo di più – ha detto – ora di meno. Montella quando mi ha parlato non mi è sembrato sincero Ho bisogno della fiducia di tutti per rendere al meglio in un club e ora non l’avverto. A fine sta-gione potrei anche pensare di andare

Che Roma saRebbe se restasse montella ?

THOMAS DI BEnEDETTO LO STA VALUTAnDO, IL LAVORO FIn qUI SVOLTO DA VInCEnzO MOnTELLA HA FAVOREVOLMEnTE COLPITO IL FUTURO PRESIDEnTE DELLA ROMA. IL PRIMO OBIETTIVO, In-SOMMA, MOnTELLA PUò DIRE DI AVERLO OTTEnUTO: FAR nASCERE DEI RAGIOnEVOLI DUBBI nELLA MEnTE DELLA nUOVA PROPRIETà. POTREBBE ESSERE COnFERMATO LUI ALLA GUIDA DELLA ROMA An-CHE nELLA PROSSIMA STAGIOnE. ECCO COSA nE PEnSAnO I SUOI UOMInI.

di serena de Iaco

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via”. In realtà, l’indolente ragazzo ha trovato spazio – dal primo minuto – in due gare importanti delle ultime, nel derby e con la Fiorentina, ma non ha convinto nessuno. Ha convinto, invece, la personalità di Vincenzo. non solo nell’imporre nuovi metodi di lavoro, ma anche nell’operare scelte doloro-se: tra tutte, la promozione a titolare di Doni, a scapito di Julio Sergio. Tanto da ammettere davanti a taccuini e mi-crofoni che “Doni è superiore a Julio. Giocherà lui, non devono esserci dubbi per il ruolo”. A prescindere dall’essere d’accordo o meno sul contenuto, paro-le nette, decise, apprezzate pure dai dirigenti di Trigoria. Su tutti, Gian Pao-lo Montali, che potrebbe diventare suo sponsor con la nuova proprietà: “Vin-cenzo mi piace, sta lavorando benissi-mo, deve continuare così”, le parole del neo direttore operativo. Se dovessero arrivare quarto posto e Coppa Italia, la candidatura di Montella per il prossi-mo anno diventerebbe più che mai cre-dibile. Il favorito degli americani resta sempre Carlo Ancelotti, attualmente al Chelsea, ma l’ex centrocampista giallorosso ha già fatto sapere che preferirebbe continuare a lavorare con una squadra in Champions League. E la Roma tutto è tranne che sicura di prendere parte alla prossima competi-zione europea. Se l’alternativa dovesse essere l’ancor più giovane Villas Boas (classe ‘77, come Marco Cassetti e Si-mone Perrotta, peraltro fresci di rin-novo di contratto), ambizioso tecnico del Porto, ex vice di Mourinho, a quel punto converrebbe davvero puntare sul Guardiola de noantri. Almeno lui, Montella, la Roma ce l’ha a cuore.

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Della serie “a volte ritornano”. Eh si perché la storia d’amore tra

David Pizarro e la Roma ha rischiato di finire anzitempo intorno all’atmosfera natalizia dell’ultimo Dicembre quando ufficialmente il centrocampista cile-no era nella sua Valparaiso per farsi curare quella maledetta condrite che aveva trascurato per mettersi sem-pre e comunque a disposizione del-la Roma. Inutile adesso nascondersi dietro un dito, il problema era Claudio Ranieri. Con Spalletti c’era un’empa-tia che andava anche fuori dal campo di gioco, il tecnico di Certaldo lo volle fortemente con sé dopo l’esperienza di Udine e ne fece un baluardo insosti-tuibile della sua Roma. Con il tecnico testaccino campò di rendita nel primo anno, guidando la Roma insieme a De Rossi quasi al suo quarto scudetto. nella stagione attuale invece lo spar-tiacque dela rapporto con il mister fu il 15 Settembre 2010: questo è il mo-mento di svolta della carriera di David Pizarro ed è la data di Bayern Mona-co – Roma. Il mister Ranieri vedendo la sua Roma in palese difficoltà vuole semplicemente strappare un punto all’Allianz Arena e schierò la squadra

con un 4-4-2 da catenaccio puro. quella sera qualco-sa si ruppe tra il tecnico e alcuni se-natori, tra cui

Pizzaro. “Va bene mister difenderci, ma così è davvero troppo. non ce la giochiamo nemmeno”. Per i giocato-ri passare da una mentalità offensiva come quella di Spalletti che soprat-tutto in Europa professava sempre il suo credo calcistico a diventare pro-

vinciale in ambito europeo era davve-ro troppo. E da lì Pizarro perde il posto in squadra, si convince l’ambiente che non può più coesistere con De Rossi e che problemi gravi al ginocchio non lo rendano più utilizzabile. Il cileno sparisce dalla realtà Roma e solo il

suo amico e preparatore Bertelli lo convince a rientrare nella capitale dopo la pausa natalizia. Ma continua ad allenarsi e giocare con la Prima-vera, ma a non esser considerato da Ranieri, nonostante anche lui non si dichiari disponibile a rischiare. Ar-

LA STAGIONE DI DAVID PIZARROdata Competizione Match Min. Gol

28.08.2010 Serie A Roma-Cesena 0-0 90 0

11.09.2010 Serie A Cagliari-Roma 5-1 90 0

15.09.2010 UEFA CL Bayern-Roma 2-0 90 0

19.09.2010 Serie A Roma-Bologna 2-2 90 0

22.09.2010 Serie A Brescia-Roma 2-1 90 0

25.09.2010 Serie A Roma-Inter 1-0 90 0

28.09.2010 UEFA CL Roma-CFR Cluj 2-1 90 0

03.10.2010 Serie A napoli-Roma 2-0 90 0

16.10.2010 Serie A Roma-Genoa 2-1 79 0

19.10.2010 UEFA CL Roma-Basilea 1-3 90 0

24.10.2010 Serie A Parma-Roma 0-0 90 0

23.11.2010 UEFA CL Roma-Bayern 3-2 8 0

28.11.2010 Serie A Palermo-Roma 3-1 62 0

23.02.2011 Serie A Bologna-Roma 0-1 73 0

27.02.2011 Serie A Roma-Parma 2-2 45 0

04.03.2011 Serie A Lecce-Roma 1-2 90 1

08.03.2011 UEFA CL Shakhtar D.-Roma 3-0 90 0

13.03.2011 Serie A Roma-Lazio 2-0 90 0

20.03.2011 Serie A Fiorentina-Roma 2-2 90 0

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riviamo così al 20 Febbraio 2011: la Roma a Marassi al 52’ del secondo tempo è avanti tre a zero con le reti di Mexes, Burdisso e Totti ma in tren-ta minuti si fa non solo rimontare, ma perde 4 a 3 il match. Ranieri è costret-to a dimettersi e Pizarro, con l’arrivo di Montella, diventa il nuovo Lazzaro, guarisce dal giorno alla notte. Dalla trasferta di Bologna infrasettimana-le, torna titolare e gioca gli interi 90 minuti e continua così fino ad oggi, con prestazioni di alto livello ed un gol decisivo nella trasferta di Lecce.

TERMInERàPRObAbIlMEnTE lA sTAGIOnE In CORsO COnIl PIù bAssOMInuTAGGIO dEllA suA MIlITAnZA GIAllOROssA

TIl momento più buio dell’esperienza del cileno a Roma sembra archiviato e alcuni pensieri di andare altrove e non onorare il contratto con la Roma sembrano spazzati via. Con Montella in panchina ha ritrovato rendimento, titolarità e continuità, tutto ciò che era sparito nel periodo Ranieri. Termine-rà probabilmente la stagione in corso con il più basso minutaggio della sua militanza giallorossa (al momento 1159 in campionato) e minor numero di presenze (solo 14, con 3 subentri e 6 panchine).Ma ora che il Pek è torna-to, che sia come sempre il faro della Roma insieme a Totti per accendere nuovamente nella prossima stagione i riflettori della Champions League sul prato verde dell’Olimpico.

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la patria prima di tutto, quella pa-tria troppo spesso osteggiata e di-

leggiata anche entro i nostri confini. quest’analisi però sarebbe molto com-plessa e rischieremmo di dilungarci troppo: preferiamo quindi soffermarci su quelle che sono state le tappe fon-damentali che hanno caratterizzato l’Unità d’Italia, 150 anni di storia fatta di orgoglio, fratellanza, amore patriottico, ma anche di divisioni, contrapposizioni, ideologiche e non solo, conflitti. Tutti gli ingredienti giusti per raccontare una storia gloriosa e ricca di avvenimenti, che hanno caratterizzato il nostro pa-ese.Il 17 marzo 1861, come data imprescin-dibile, che ha caratterizzato i recenti festeggiamenti. Con la prima convo-cazione del Parlamento italiano del 18 febbraio 1861 e la successiva procla-mazione, appunto il 17 marzo, Vittorio Emanuele II fu il primo re d’Italia, fino al 1878. La monarchia costituzionale appena nata, si ritrovò ad affrontare e tentare di risolvere diversi problemi che affliggevano all’epoca il paese: stan-dardizzazione delle leggi, mancanza di risorse a causa delle casse statali vuote per via delle spese belliche, creazione di una moneta unica valida per tutta la penisola e più in generale problemi di gestione per tutti i territori acquisiti in breve tempo. A tutto ciò, si aggiungeva-no le annose questioni relative all’anal-fabetismo, la povertà diffusa, nonché la mancanza di infrastrutture. La presa di Roma rappresentò una del-le tappe fondamentali dei primi anni dell’Unità d’Italia. nota anche come Breccia di Porta Pia, fu un avvenimen-to del Risorgimento in cui Roma venne annessa al Regno d’Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio e del po-tere temporale dei Papi. Infatti, l’anno successivo, la capitale fu trasferita da

Firenze a Roma. La mattina del 20 set-tembre l’esercito italiano, guidata dal generale Raffaele Cadorna, aprì una breccia nelle mura della città, proprio accanto a Porta Pia, che consentì ai battaglioni di occupare la città. Ovvia-mente l’azione militare fu condannata dall’allora Pontefice Pio XI, che con il decreto non Expedit, intimò a tutti i cri-stiani di non partecipare alla vita politi-ca italiana. D’altra parte, il Parlamento cercò di mediare con la promulgazione nel 1871, della Legge delle Guaranti-gie, ma il Papa non accettò tale solu-zione rimanendo sulle sue posizioni. La “questione Romana” tenne banco fino al 1929, data dei Patti Lateranensi.I primi anni del Regno d’Italia furono segnati anche da diverse guerre per l’espansione coloniale. La situazio-ne più delicata riguardò senza dubbio l’Etiopia. L’esercito italiano, nel 1889 occupò una zona dell’altopiano etiopi-co, compresa la città di Asmara. Mene-lik, che dopo la morte di Giovanni IV gli successe nel ruolo di negus neghesti (Re dei Re), accettò la presenza dell’Ita-lia sul territorio e la riconobbe come in-terlocutore privilegiato nei rapporti con il resto dei paesi europei. La politica di conquista dell’Etiopia culminò con la Campagna d’Africa Orientale e si con-cluse con la sconfitta di Adua, 1° mar-zo 1896. quella battaglia rappresentò uno dei pochi successi della resistenza africana contro il colonialismo europeo. Tuttavia, nonostante questi accadimen-ti, la politica coloniale italiana non si arrestò e nel 1905 la Somalia venne di-chiarata colonia. Come un fulmine a ciel sereno ecco scoppiare nel 1915, la Prima Guerra Mondiale. L’Italia inizialmente rimase neutrale, entrando in azione il 23 mag-gio del 1915, dopo la firma segreta del Patto di Londra. Tale accordo prevede-

va l’entrata in guerra entro un mese a fianco dell’intesa, e il riconoscimento in caso di vittoria, dei territori di Tren-tino, Tirolo, Alto Adige, Venezia Giulia, l’intera penisola istriana, ad eccezione di Fiume, e una parte della Dalmazia. Il conflitto si protrasse fino al 1918, Capo-retto rappresentò la disfatta più dram-matica subita dall’esercito italiano, che costò il posto al generale Cadorna, che perse il comando delle operazioni mi-litari. Le ostilità cessarono il 29 otto-bre, quando le forze austro-ungariche furono costrette ad arrendersi di fron-te all’avanzata dell’esercito italiano in Veneto. A Padova, il 3 novembre, fu firmato l’armistizio. L’Italia completò la sua riunificazione nazionale acqui-sendo il Trentino Alto Adige, la Vene-zia Giulia, l’Istria ed alcuni territori del Friuli e Trieste. Il prezzo da pagare però fu altissimo: più di 1 milioni di vittime caddero sotto i colpi del nemico, di cui quasi la metà furono civili. Rimase in eredità un paese unito si, ma dilaniato dal conflitto appena concluso: con la sua economia basata sull’agricoltura, si perse una grossa fetta della forza-lavoro causando la rovina di moltissime famiglie. Gli anni che seguirono furono contrad-distinti dall’avvento di Benito Mussolini e del fascismo. Mussolini divenne Pre-sidente del Consiglio a soli 39 anni, il più giovane nella storia dell’Italia Unita. nel 1940, l’Italia entrò in azione nella Seconda Guerra Mondiale, che appe-na un ventennio dopo la Prima Grande Guerra, tornò a sconvolgere il mon-do. Già il mondo, perchè l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania di Hitler contro Regno Unito e Francia, e nel 1941 fu dichiarata guerra anche all’Unione Sovietica e, con l’Impero Giapponese, agli Stati Uniti d’America. Le operazioni belliche investirono le

nazioni coinvolte fino al 1945, quando le forze italo tedesche vennero sconfitte, anche con l’aiuto dei partigiani: l’arrivo degli alleati a Milano fu anticipato dalla insurrezione partigiana proclamata dal CLn (Comitato di Liberazione naziona-le) il 25 aprile, data che sarà poi scelta come festività nazionale per ricordare la liberazione. La fine del conflitto però, lasciò all’Italia un’eredità pesantissima in termini di perdite di vite umane e di distruzioni: i bombardamenti avevano raso al suolo intere città, riducendole a cumuli di macerie.Pochi mesi dopo, la svolta nella storia del nostro paese. Il malcontento della popolazione era elevatissimo e il re-ferendum indetto per il 2 giugno del 1946, sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica Italiana: in contemporanea vennero eletti anche

i deputati all’Assemblea Costituente. Per la prima volta in Italia anche le donne usufruirono del diritto di voto (suffragio universale). Il 1° luglio En-rico de nicola venne nominato primo Presidente della Repubblica Italiana. Il 1° gennaio del 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione Italiana. Legge fondamentale e fondativa dello Stato Italiano, fu varata il 22 dicembre 1947, promulgata e pubblicata sulla Gazzet-ta Ufficiale della Repubblica Italiana il 27 dicembre.Il resto è storia recente, di un paese che tra alti e bassi si stringe intorno alla suo simbolo, quel tricolore che a volte viene messo in discussione con troppa superficialità: essere italiani rappresenta un onore, un vanto di cui andare fieri...”Siamo pronti alla morte, l’Italia chiamò”.

unITI. un InTERA nAZIOnE sI è sTRETTA, quEsT’AnnO PIù ChE MAI, InTORnO AllA PROPRIA sTORIA, AllE RAdICI, AllE TRAdIZIOnI dI unPOPOlO RIunITO sOTTO Al TRICOlORE ChE svEnTOlA FIERO, bEllO E sOlARE COME nOn MAI. sIAM PROnTI AllA MORTE l’ITAlIA

ChIAMò, E lA RIsPOsTA dEGlI ITAlIAnI è ARRIvATA PunTuAlE.

FRatelli D’italia

di daniele Cecchetti

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I poste

r di

Foto di Claudio Crescenzi

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è risaputo: chi ben comincia è a metà dell’opera. E quindi il primo derby:

l’8 Dicembre del 1929 la Roma si aggiu-dica la prima stracittadina con il gol del centravanti austro-ungherese Volk. E per chi si professa la più antica realtà calci-stica capitolina è un bello smacco dover

attendere ben 7 derby per assicurarsi la vittoria; peccato avvenga nella Coppa Fornari. E così la Roma deve attendere appena due anni per assaggiare il sapore della vittoria nel derby, mentre la Lazio (calcolando dalla nascita della Roma per non essere così cattivi) ne impiega

ben cinque. Sapore della vittoria bianco-celeste che però viene annientato poco dopo: infatti il 1 novembre del 1933 la Roma schianta la Lazio per ben 5 reti a zero (rimane tuttora la vittoria più larga nella storia dei derby capitolini) con una partita magistrale e Tomasi autore di ben tre segnature; insomma, si cominciano a vedere simpatiche “cinquine”. negli anni seguenti la vita per i cugini è ama-ra perché sono gli anni in cui la Roma si consolida ai vertici del campionato fino a vincere il suo primo tricolore nel

IL DERBY èROBA NOSTRA

Di Andrea Di Carlo

ProPrio così. NoN voglia-mo essere troPPo fazio-si e tifosi, Né sembrare

sPocchiosi e PresuNtuosi Nell’affermarlo, sem-

PlicemeNte vi dimostre-remo attraverso questo

articolo che il derby a roma,NoNostaNte i 27 aNNi

di ritardo Nei coNfroNti della società biaNcocele-ste, è stato semPre e solo

di marca giallorossa.

Servizio fotografico di Claudio Crescenzi

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1942. Anni ad esser sinceri in cui le due squadre si spartiscono in maniera equa le vittorie nelle stracittadine, dove non registriamo particolari risultati. Arrivia-mo a cavallo degli anni 50 dove i bianco-celesti rivendicano una sestina storica, 6 derby vinti consecutivamente dal 15 Ot-tobre del 1950 al 6 Settembre del 1953: peccato cari cuginetti che il 7 settembre del 52 si giocasse per la Coppa Messag-gero e il 6 Settembre del 53 per la Coppa dell’Amicizia. Ottimo tentativo per entra-re nella storia, ma ci dispiace, tentativo che fallisce miseramente. Ed ecco allora che riportammo subito alla cruda realtà i biancocelesti, regalando loro la seconda cinquina: 11 Settembre del 1955 la Roma ne rifila ben cinque (mattatore dell’in-contro nyers con una tripletta) nel torneo Remo zenobi ma facendo comunque ca-pire chi comandasse a Roma. E come se non bastassero queste, la Roma si affe-ziona alla cinquina ma non segna altret-tanti gol in un derby, bensì ne vince cin-que consecutivamente: dal 30 novembre del 58 al 13 novembre del 60, la Roma in cinque match rifila 14 gol alla Lazio (4 di Piedone Manfredini, di cui tre in uno storico Lazio-Roma 0 - 4, e 3 di Da Costa, due marcatori storici nei derby) metten-do un marchio importante sulla supre-mazia cittadina. Da questo momento in poi il derby a livello di spettacolo conosce

una consistente crisi: vittorie giallorosse sempre in maggioranza ma si giunge al massimo a segnare una o due reti com-plessivamente, fino a giungere agli anni 90 in cui il Derby di Roma si ammalò di pareggite. Pensate, dal 2 Dicembre del

1990 al 18 Aprile del 1993 ben sei derby finirono in pareggio consecutivamente e i primi cinque di questa striscia con il risultato di 1 a 1. Si arriva così a dire il vero all’unica gioia che il popolo laziale può vantare nei derby: l’amara quaterna nella stessa stagione compiuta dalla La-zio di Eriksson a cavallo tra il 2 novem-bre del 1997 e l’8 Marzo del 1998. Gran-de soddisfazione per carità, durata poco ed offuscata dall’incubo Delvecchio che cominciava a tormentare le notti bian-cocelesti e con strisce negative di ben 11 derby senza mai conoscere il sapo-re della vittoria: da registrare in mezzo a tale periodo, la terza cinquina storica giallorossa, il 10 Marzo del 2002 con un Montella da poker che fece impazzire la Sud, piazzandosi nell’eternità nella sto-ria dei derby. Storicamente così la Lazio era ormai nell’immaginario collettivo un avversario troppo bello da battere a cui erano legati solo bei ricordi, e quindi perché non festeggiare contro di loro il record di 11 vittorie consecutive in cam-pionato? Detto fatto: 26 Febbraio 2006 Taddei e Aquilani regalano un altro derby alla Roma festeggiando in un Olimpico biancoceleste che voleva rovinare la fe-sta alla squadra giallorossa. Ennesimo tentativo fallito.Infine arriviamo a noi, alla cinquina re-cente (la secondo per strisce di risulta-

Arriviamo a cavallo degli anni 50 dove i biancocelesti riven-dicano una sestina storica, 6 derby vin-ti consecutivamen-te dal 15 Ottobre del 1950 al 6 Settembre del 1953.

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to). Tutto inizia nella notte del 6 Dicem-bre in un derby brutto e nervoso deciso al minuto 77 dal nostro numero 77, Mar-co Cassetti. Scherzi del destino. Come quello del 18 Aprile 2010: la Roma sotto di una rete (Rocchi) nella ripresa guidata da Vucinic si sbarazza della Lazio e ri-mane in vetta alla classifica, cucendosi addosso mezzo scudetto. Sarà la partita contro la Samp a congelare il sogno del popolo giallorosso. Per Claudio Ranieri due derby giocati e due vittorie, un ruoli-

no niente male. Ma migliora-bile ed eccone l’occasione: 7 novembre 2010 Borriello e Vu-cinic battono di rigore la Lazio, derby che darà

il via al famoso tormentone “rigore paa Riomma”. Cugino mio, mettila come vuoi, ma non vinci più. quaterna consu-mata, anche per il tecnico testaccino, nel derby di Coppa Italia del 19 Gennaio 2011: nuovamente Borriello e Fabio Sim-plicio portano la Roma i quarti di finale

della competizione nazionale in un’altra notte magica per noi, di rosicamenti per loro. Fino ad arrivare al 13 Marzo 2011: il derby in cui la Lazio può estromettere la Roma dalla corsa Champions, torna-re a vincere un derby in casa della Roma (l’ultimo il 21 Gennaio del 1998) e far fi-nalmente felici i propri tifosi. Secondo voi com’è finita? Il giocatore finito per anto-nomasia ne fa due, la Roma torna in cor-sa per la Champions e facendo la manita ai cugini s’impone di forza nella storia del derby. In attesa della tombola, lazia-le mio prova con i dadi, forse lì qualche cinquina esce anche a te, ma con i derby lascia stare, quelli sono roba nostra.

Da registrare, la terza cinquina storica gialloros-sa, il 10 Marzo del 2002 con un Montella da po-ker che fece im-pazzire la Sud.

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GossippandoDi�Serena�De�Iaco

1927....la storia continuaun programma ideato e condotto da Max Leggeri

tutti i giorni dalle ore 16:00 su teleradiostereo (fm 92,7 e sul digitale terrestre Teleroma 56 e T9)

“Certo che ho avuto un fidanzato. Piaceva tanto a mia nonna, era inna-morata di quel ragazzo perbene con gli occhi celesti”. Restia, in genere a parlare di cose private, Rosy Bindi ha raccontato i suoi amori passati, in un’intervista ad ‘a’. La ‘pasionaria’ del Pd, che ha da poco compiuto sessant’anni, ha detto di aver avuto “due, tre innamorati”, oltre a quello che aveva presentato in famiglia. Mai avuto delusioni? “Eh no, manco per idea, e che, mi faccio lasciare, io? Piuttosto non mi faccio prendere... un amore non corrisposto non l’ho mai preso in considerazione”. “Con il tempo il rapporto con il mio corpo e’ migliorato. In passato lo ignoravo, non mi ci sono mai dedicata molto. Ora mi sento riconciliata con me stessa”.

Sinuosa, sensuale e completamente nuda. alyssa Miller, giovane e bellissima modella americana, nuovo volto di Inti-missimi, ma anche musa di Sports Illustrated, seduce con le sue curve intriganti nel video girato per il fotografo Greg Kadel. Scatti sexy dietro un obiettivo dal diffuso colore ambrato, che rende le scene ancora più hot.Occhi verdi e un cor-po da far perdere la testa, alyssa è una delle nuove e fresche rivelazioni del fashion system. una bellezza irresistibile e sex appeal da vendere, le carte giuste insomma per entrare nell’Olimpo delle bellissime top in-ternazionali, senza troppe difficoltà. Olimpo nel quale la giovane Miller è del resto già entrata a pieno diritto.

al cuore non si comanda, so-prattutto se si innamora dell’ex di una collega. E i baci appassio-nati che si scambiano Manuela arcuri e Gianluca Mobilia sono la prova che stavolta la single più desiderata della tv italiana è davvero innamorata. Complice il lavoro di pierre per la palestra milanese dei vip, l’ex di Serena

autieri ha fatto fare un bel po’ di esercizio fisico alla bella Manuela. Lezioni private comprese. un lungo bacio suggella le ore passate insieme in palestra, dove Gianluca si occupa di relazioni esterne. Il weekend di relax si conclude a casa, non prima di essere passati a noleggiare dei dvd da guardare abbracciati sul divano.

Per farsi desiderare bastano due gocce di profumo appena alzate dal letto. Il fascino di Kei-ra Knightley invece è inimitabile come dimostra bene il nuovo spot per Chanel dove l’attrice inglese torna a vestire i panni di Mademoiselle Coco in versione moderna femme fatale. Compli-ce una tutina aderente da biker che, indossata mentre sfreccia

per le vie di Parigi e tolta sul set fotografico, rende davvero hot il video.a disegnarla appositamente per le curve di Keira è stato Karl Lagerfeld, alla guida della maison. Il famoso stilista ha scelto una tonalità beige per il completino da motociclista con cui l’attrice sfreccia a tutta velocità per le vie della Ville Lumiere a bordo di una Ducati 750SS color crema. a lei si affida Chanel per il nuovo spot del profumo Coco Mademoiselle dopo quello di tre anni fa. anche stavolta a sedurre è il fascino raffinato di Keira: prima avvolta nelle lenzuola all’alba e poi mentre gioca maliziosa-mente con il fotografo che dovrebbe riprenderla.

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1927....la storia continua

Cresciuto calcisticamente nell’ Uniao San Joao, si affermò nel grande calcio con la maglia del Santos, dal quale la Roma lo prelevò a titolo definitivo. Il suo ambien-tamento nella citta eterna doveva essere facilitato anche dalla presenza degli altri brasiliani della rosa, Aldair, Cafu, Paulo Sergio, ma la storia c’ha raccontato ben altro. E cioè di un giocatore che, nono-stante le indubbie qualità tecniche, non è mai riuscito ad esprimere durante la sua avventura giallorossa il suo poten-ziale, lòasciando invece ampio spazio a quelle che si sono poi rivelate lacune ca-ratteriali che ne hanno frenato l’ascesa. I suoi compagni di squadra dell’epoca, ce lo descrivono come un vero mistero, un calciatore capace di dare spettacolo in

allenamento, ma che poi la domenica, rimaneva quasi vittima di una sorta di blocco psicologico, che gli impediva cosi di ripetere le gesta cui dava vita durante la settimana. Certo, la presenza davanti a sè di mo-stri sacri come Di Biagio, Tommani e DI Francesco, veri e propri perni inamovibili dell’allora 4-3-3 zemaniano non gli facili-tarono i compiti, ma ciò non potè giustifi-care in alcuna maniera il suo scarso ren-dimento. 11 presenze in totale, solo 5 da titolare, nessun gol messo a segno, ma soprattutto mai una giocata, magia o nu-mero a sensazione ( lecito aspettarselo da un centrocampista brasiliano dall’elevato tasso tecnico come lui) in grado di rima-nere negli occhi e nella mente dei tifosi. Un feeling mai scoccato con un ambiente che lo aveva accolto euforico, speranzo-so e convinto della validità dell’acquisto, contagiato dalla prorompente allegria di Rogerio, tipica dei brasiliani. quell’anno la Roma chiuse quarta in classifica, da-

vanti alla Lazio di Eriksson, risultato che valse “solo” la partecipazione alla Coppa Uefa della stagione seguente (oggi un piazzamento del genere consentirebbe l’accesso ai preliminari di Champion’s Le-ague), ma la stagione di Vagner si chiuse tra molte ombre e poche luci. Tanto da convincere in estate la dirigenza giallo-rossa, a soli 12 mesi dal suo acquisto, a cedere in prestito il calciatore al Vasco da Gama, con la speranza che un ritorno in patria potesse risvegliarne le qualità che a Roma sembravano sopite definiti-vamente. L’esperimento però non diede i frutti sperati e a fine stagione Rogerio tornò a Roma. Ma soltanto di passaggio: altro prestito, sempre in Brasile ma al San Paolo, dove collezionò 15 presenze realizzando 4 reti. Ancora una voltà però, a fine stagione, ecco il ritorno alla Roma. Ma toccata e fuga: pochi giorni dopo Va-gner salutò tutti e si trasferì a titolo defi-nitivo in Spagna, nel Celta Vigo. qui il ren-dimento del brasiliano fu indubbiamente milgiore rispetto a quello espresso nella Capitale: 4 stagioni e 89 presenze, condite da 9 reti. Poi il ritorno in Brasile, all’Atle-tico Minerio, dove però la sua avventura durerà soltanto un paio di mesi. Resta il rammarico per un calciatore dal poten-ziale inespresso, che molto poteva fare con la maglia giallorossa. Parola dei suoi ex compagni di squadra, per i quali Roge-rio rimarrà sempre un enigma irrisolto.

MeTeoraa rITMo dI saMba.di daniele Cecchetti

C’ERA UnA VOLTA A ROMAVAGnER ROGERIO nUnES. nATO In BRASILE, PIù PRECISAMEnTE A BARAU, IL 19 MARzO DEL 1973, PROFESSIOnE CEnTROCAMPISTA, GIUnSE A ROMA nELL’ESTATE DEL 1997, COn I MIGLIORI AUSPICI DEL CASO, MA SOPRATTUTTO,SU ESPLICITA RICHIESTA DIMISTER zDEnEk zEMAn.

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L e storie d’amore finiscono. Succede. non c’è da stupirsi. Sono cose che che capitano. Le coppie si dividono, ci sono alimenti da pagare, avvocati, figli contesi

e molto altro, in un un vortice che travolge un pò tutti, cambiando radicalmente il cor-so della vita. Capita anche nel calcio, dove i matrimoni sono labili e si spezzano al primo alito di vento. E’ accaduto a Roma, in casa giallorossa con la fine delle nozze con Clau-dio Ranieri.

Sembrava un matrimonio perfetto, una sor-ta di ricongiungimento dopo oltre un tren-tennio, visti i precedenti degli anni ‘70, con un giovane Claudio, difensore alla corte del “filosofo” Manlio Scopigno e poi, del “baro-ne” nils Liedholm, prima di iniziare un viag-gio lungo e faticoso tra Catanzaro, Catania

e Palermo, per finire, in seguito, in capitali europee quali Londra e Madrid, e poi Torino, sponda bianconera. quell’inizio di settembre 2009, con l’addio di Luciano Spalletti, profeta del 4-2-3-1, fu determinante per il ritorno del “figliol prodigo” made in Testaccio nella casa romanista, in un momento di difficol-tà crescente, dopo 2 sconfitte iniziali. “Sir Claudio” sembrava la scelta migliore, anche per le sue origini e per la sua “elegante” romanità, mantenuta a dispetto dei viaggi continui, caratteristiche che lo fecero prefe-rire a Walter Mazzarri, anch’esso in cerca di panchina. Ranieri fu il nuovo tecnico giallo-rosso, e le cose dopo un momento difficile, cominciarono a filare come un orologio. La squadra, dopo un assestamento compren-sibile, si ricompattò e grazie al valore di un gruppo cominciò a marciare, tappa dopo

tappa, passo dopo passo, tanto da lanciarsi in un inseguimento alla Super Inter di Mou-rinho, inizialmente, nemmeno preventivabi-le. quella Roma sfiorò il miracolo, tanto da gettare uno scudetto certamente meritato, in una assurda partita di fine aprile contro la Sampdoria, abbandonando sogni e lascian-do solo una scia di rammarico e delusione. Una cicatrice che non si sarebbe suturata velocemente.Probabilmente l’origine di tutti guai risale proprio lì, con un titolo perduto e con la suc-cessiva sconfitta (sempre con i neroazzurri) nella finale di Coppa Italia. quella Roma avrebbe potuto vincere, ma qualcosa non aveva funzionato per il verso giusto e i pro-blemi si manifestarono subito, già all’inizio della stagione successiva. Infatti già dall’ar-rivo del mastodontico Adriano, qualcosa non sembrò funzionare, e il “Sir Claudio” ammirato in precedenza cominciò a perde-re colpi (divenendo in maniera netta “Sor Claudio”...), perdendo spesso e volentieri le staffe, soprattutto in conferenza stampa. I precedenti c’erano tutti. Proprio a Tori-no, Ranieri si era trovato ad affrontare uno scontro con la stampa locale. Inutile dire che la ripetizione si verificò anche sotto l’ombra del Colosseo, in particolare dopo la doppia sconfitta di Cagliari e in Champions con il Bayern Monaco. In quell’occasione i nodi vennero al pettine, con una squadra che non gradì l’atteggiamento tattico preimpostato

dal tecnico testaccino, basato su un 4-4-2 statico ed eccessivamente difensivo, con Perrotta e Brighi dirottati sugli esterni, in un ruolo non molto amato dai 2 centrocampisti. Da lì uno stillicidio continuo, con un logorio ininterrotto, sia con la squadra che con la stampa. Molte le scelte discutibili: sicura-mente la scissione del duo di centrocampo, De Rossi-Pizarro, che tanto aveva fatto bene con Spalletti, con l’allontanamento del cile-no dal ruolo di Playmaker titolare,ai continui battibecchi con Borriello, rinforzo forse mai troppo richiesto e con il rapporto a fase al-terne con Capitan France-sco Totti, coinvolto magari troppo spesso in un turn over non sempre azzeccato.nonostante i 4 derby vinti (3 in campionato uno in Coppa Italia) e qualche bella sod-disfazione (la vittoria di San Siro con il Milan e quella in Champions League contro i tedeschi del Bayern Mona-co), già a Gennaio 2011 l’aria che tirava era di quelle pesanti: partite come quelle con il Ce-sena, con la Sampdoria a Genova, con il Bre-scia in casa, e poi il doppio k.o. con napoli ed Inter, avevano svelato l’arcano calcistico: la Roma di Ranieri del secondo anno era ve-ramente lontana parente di quella della sta-gione precedente. Il capitolo finale, ovvero il folle 4-3 di Genova, con una Roma rimontata e superata, dopo un parziale 3-0, sarebbe stato il titolo di coda di un film scontato.

Il divorzio era cosa scritta e, l’addio consu-matosi in una triste e piovosa sera di febbra-io, atteso fin troppo a lungo. Probabilmente, la prossima destinazione di Ranieri sarà l’In-ghilterra, in un “Come Back” oltre Manica, atteso dai tempi del Chelsea.La storia, forse non poteva durare e per certi versi è meglio che sia così. Un divorzio a vol-te, fa meno male di un matrimonio infelice.

“GOODBYE, RANIERI!”

“Non piangere su un amore finito. Piangi, i

nvece,

su un amore dimenticato, perché solo allor

a sarà veramente finito”.

James Douglas Morrison

“Sir Claudio” sembrava la scelta migliore, anche per le sue origini e per la sua “elegante” romanità, mantenuta a dispetto dei viaggi continui.

Nonostante i 4 derby vinti e qualche bella soddisfazione già a Gennaio 2011 l’aria che tirava era di quelle pesanti.

dI Gianluca Guarnieri

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ARIETE

21 marzo – 19 aprile

Aprile incisivo per nativi Ariete con la presenza dello stellium nel segno, l’energia di Marte vostro astro guida congiungendosi nel vostro

segno vi darà la vitalità per affrontare i cambia-menti posti da Urano congiunto e da Plutone in quadratura (soprattutto per nativi della prima decade), con soddisfazione. I nativi della seconda decade saranno i più colpiti da Saturno contrario ma con l’alleanza di Giove e Mercurio avrete la prontezza di affrontarlo con soddisfazione, la terza decade è la più favorita da Giove ad avere successi in campo lavorativo e in amore.

TORO

20 aprile – 20 maggio

Venere favorevole per tutto il mese mette in risalto la vostra sensualità, dandovi serenità emotiva. La prima

decade è la più favorita dal trigono di Plutone che ne rinforza la personalità, e dal sestile di nettuno che vi darà l’intuito e la sensibilità di trarre van-taggio dai cambiamenti in atto, per la seconda decade la compagnia di Venere si farà sentire magica, mentre la terza decade avvantaggerà appieno dei favori di Venere affettuosa più verso la seconda metà del mese.

GEMEllI

21 maggio – 20 giugno

Sotto il segno dei Gemelli trarrete beneficio dallo stellium in Ariete in buon aspetto al vostro segno, la prima decade avrà Marte a favore per sostenere con

energia le trasformazioni benevole proposte da Urano in comunione di sestile, Giove e Saturno, favoriranno principalmente i nativi della seconda decade nelle relazioni interpersonali risaltando il lato sentimentale e l’amore, e per la terza de-cade ottimo il sestile di Mercurio che favorisce la comunicazione con gli altri, e di Giove negli ultimi dieci giorni del mese, favorita ulteriormente la comprensione nelle relazioni, in rilievo gli affetti e l’amore.

CAnCRO

21 giugno – 22 luglio

Mese in cui attraverserete tensioni, dovute ai pianeti in quadratura che si ag-giungono all’opposizione di

Plutone, la prima decade soprattutto potrà risentire dei contrasti di Plutone e Marte che portano un certo nervosismo, la seconda decade più colpita dalla quadratura di Giove che potrà farvi sentire di cattivo umore e da quella di Saturno può rendervi malinconici, la terza decade è soggetta dalla quadratura di Mercurio per cui si potranno verificare cattive valutazioni nelle comunicazioni in genere, occorre armarsi di pazienza.

lEOnE

23 luglio – 22 agosto

Ottime configurazioni prove-nienti dallo stellium in trigono al vostro segno, la prima decade potrà beneficiare

degli aspetti benevoli di Urano promettendo un favorevole cambiamento a una svolta decisiva e Marte vi darà energia che porterà alla riuscita dei vostri intenti, la seconda decade avrà i favori di Saturno che sprona saggezza nelle capacità intellettive e con Giove la capacità di saper sce-gliere le opportunità della vita che si presentano, la terza decade è favorita dal trigono di Mercurio che vi rende ottimisti e di buon umore e negli ultimi dieci giorni anche dal trigono di Giove.

vERGInE

23 agosto – 22 settembre

Un aprile tranquillo non segnato da aspetti parti-colarmente dinamici, la prima decade potrà avere

alti e bassi in amore, nettuno in opposizione vi rende irrequieti nelle relazioni col partner ma da Plutone in armonioso trigono riceve effetti bene-fici nel campo affettivo, per la seconda decade è un mese tranquillo se non per l’opposizione transitoria di Venere dal settimo campo, anche la terza decade risentirà della stessa opposizione di Venere che può portare un po’ di confusione alla vostra carica passionale.

bIlAnCIA

23 settembre – 22 ottobre

non di facile passaggio que-sto aprile per voi nati sotto il segno della Bilancia con la pesantezza di Saturno a voi congiunto e le molteplici

opposizioni dello stellium, più alleggeriti dagli aspetti dinamici i nativi della prima decade per l’allontanamento di Saturno ma Marte all’opposto rende un certo nervosismo di fondo, la seconda decade più colpita da Giove che non favorisce lo sviluppo di un nuovo progetto, avrete bisogno di un aiuto esterno, la terza decade ri-sentirà dell’opposizione di Mercurio, vi troverete a dover esaminare le vostre relazioni interperso-nali, e di Giove nella seconda parte del mese.

sCORPIOnE

23 ottobre – 21 novembre

Venere in trigono vi porta a dare valore più qualitativo alla vostra vita sentimentale, i nati della prima decade sentiranno maggiormente gli influssi del trigono di

nettuno in magica congiunzione a Venere, per la seconda decade Venere porta a esaltare gli affetti e vivere i sentimenti in sintonia, la terza decade sentirà gli influssi benefici di Venere più nella se-conda parte del mese, per tutti mese all’insegna di sentimenti profondi e intensi, caratterizzati da empatia e armonia con l’altro.

sAGITTARIO

22 novembre – 21 dicembre

Infinite emozioni dallo stellium nella vostra quinta casa, per la prima decade la propulsione di Marte in-

fonde un’energia travolgente diretta a valorizzare la qualità dei vostri scambi affettivi con l’altro e Urano vi dirigono verso questo cambiamento, la seconda decade gode particolarmente dei favori di Giove nei rapporti affettivi, il sestile di Saturno non è di ostacolo per relazioni armoniose, per la terza decade influisce anche il trigono di Mercu-rio che facilita i contatti, gli ottimi transiti sono di buon auspicio per le relazioni interpersonali anche lavorative.

CAPRICORnO

22 dicembre – 19 gennaio

Lo stellium nella vostra quarta casa impone con le sue quadrature la presenza di una situazione

dinamica da affrontare con autocontrollo, appe-santita su di voi dalla trasformazione imposta da Plutone dalla quadratura di Saturno nel vostro decimo campo, la prima decade sarà soggetta a nervosismi causati da Marte e Urano, favorevole invece il sestile di nettuno, più colpiti da Giove e Saturno, i nativi della seconda decade che do-vranno fare attenzione a evadere dure espressio-ni verbali che possono risultare irritanti, la terza decade risente meno degli aspetti dinamici in atto, Venere benevola mitiga le ostilità.

AquARIO

20 gennaio – 18 febbraio

Stellium favorevole nel vostro terzo campo in aspetto di sestile, per la prima decade Marte dona energia e Urano ne

favorisce l’espressione, anche la seconda decade sarà favorita Giove facilita il successo alle proprie intenzioni e Saturno favorisce le relazioni inter-personali alle quali si dà una certa importanza, la terza decade è favorita da Mercurio che rende la comunicazione relazionale brillante e piacevo-le, Venere nel vostro secondo campo vi rende magnetici e amorevoli.

PEsCI

19 febbraio – 20 marzo

Aprile tranquillo senza transiti dinamici, Venere nel segno intensifica la serenità, la prima decade è particolarmente influen-

zata dalla presenza di nettuno, astro guida del segno dei Pesci, Plutone in sestile spinge a mostrare se stessi con forza di volontà, per la seconda decade si aggiungono i favori di Venere esaltando emozioni, sentimenti e la propria pas-sionalità, anche la terza decade godrà appieno dei transiti benefici. Le configurazioni favorevoli influiranno sulla professione favorendo il campo lavorativo.

L’oroscopo

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