formazione del dipendente scolastico l’incendio

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1 Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO Prevenzione, Protezione, Spegnimento, Gestione delle emergenze,

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Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO Prevenzione, Protezione, Spegnimento, Gestione delle emergenze ,. Prevenzione incendi Protezione antincendio Gestione emergenze (il panico). L’INCENDIO. Affinché si verifichi una combustione è quindi necessaria: - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO

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Formazione del dipendente scolastico

L’INCENDIO

Prevenzione, Protezione, Spegnimento, Gestione delle emergenze,

Page 2: Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO

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• Prevenzione incendi

• Protezione antincendio

• Gestione emergenze (il

panico)

Page 3: Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO

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L’INCENDIOL’INCENDIO Affinché si verifichi una

combustione

è quindi necessaria:

• la presenza di combustibile;

• la presenza di comburente;

• la presenza di una sorgente di calore (innesco);

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Prodotti della Prodotti della combustionecombustione

Fiamme - CaloreGas della combustione

CO2 - anidride carbonica CO - ossido di carbonio

SO2 - anidride solforosa NH3 - ammoniaca

H2S - idrogeno solforato HCN - acido cianidrico

HCl - acido cloridrico COCl2 - fosgene

CH2CHCHO - aldeide acrilica

FUMO

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PREVENZIONE DEGLI INCENDI

• EVITARE L’INSORGENZA DELL’INCENDIO (probabilità)

• LIMITARNE LE CONSEGUENZE (gravità)

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SPEGNIMENTO DEGLI INCENDI

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PITTOGRAMMI ESTINTORIPITTOGRAMMI ESTINTORI

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UTILIZZO DELL’ESTINTOREUTILIZZO DELL’ESTINTORE

ATTENERSI ALLE ISTRUZIONI D’USO DELL’ESTINTORE

(etichetta)

OPERARE A GIUSTA DISTANZA PER COLPIRE IL FUOCO CON GETTO

EFFICACE ( 3 - 5 metri)

DIRIGERE IL GETTO DI ESTINGUENTE ALLA BASE DELLA

FIAMMA

NON ATTRAVERSARE CON IL GETTO LE

FIAMME

Page 9: Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO

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TEMPO DI SCARICA E GITTATATEMPO DI SCARICA E GITTATA

DEGLI ESTINTORI A POLVEREDEGLI ESTINTORI A POLVERE

CARICA (KG)

TEMPO DI SCARICA LUNGHEZZA DEL GETTO

3 14 sec. 3-5 m

4 16 sec. 3-5 m

5 17 sec. 3-5 m

10 19 sec. 3-5 m

12 20 sec. 4-6 m

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LA GESTIONE

DELLE

EMERGENZE

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OBIETTIVI DI UN PIANO DI EMERGENZA

• Fornire al personale le necessarie informazioni sulle norme comportamentali da seguire in caso di incendio o pericolo grave.

• Constatare e segnalare in tempi rapidi la presenza di un principio di incendio.

• Adottare idonee misure per l’estinzione o per il contenimento dell’incendio.

• Attuare l’esodo.

• Prestare aiuto alle persone in difficoltà.

• Chiamare soccorso in caso di incendio rilevante (VV. F., Ambulanza).

• Collaborare con i Vigili del Fuoco e con le Autorità di Pubblica Sicurezza.

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PIANO DI EMERGENZA

PUNTI CRITICI nelle SCUOLE

Disabili - Alunni fuori classe

Ditte - Genitori

Persone ai Servizi igienici

Tempo di reazione

Tempo di consegna del “modulo di evacuazione”

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TRASPORTO A DUE IN PERCORSI

STRETTI

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Page 20: Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO

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Mantenere la calma evitando di gridare.

Non cercare di precipitarsi frettolosamente all’esterno ma individuare il punto più sicuro dell’ambiente in cui ci si trova; ad esempio:

• pareti portanti,

• architravi,

• pilastri,

• sotto scrivanie e tavoli robusti.

TERREMOTO

In caso di terremoto attenersi alle seguenti indicazioni

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Evitare di portarsi vicino a:

- balconi e terrazzi,

- centro della stanza,

- vetrate,

- scaffali a parete.

TERREMOTO

In caso di terremoto attenersi alle seguenti indicazioni

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TERREMOTO

In caso di terremoto attenersi alle seguenti indicazioni

All’esterno di fabbricati:• non cercare riparo sotto balconi o cornicioni,

• non avvicinarsi a grondaie o ad elementi appesi sulle

murature dei fabbricati.

• assistere e dare indicazioni agli eventuali ospiti in merito al comportamento da adottare.

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FONTE: ARPA REGIONE LOMBARDIA 2004Nel 2000 la Regione Lombardia ha avviato nuovi studi di analisi della pericolosità del territorio finalizzati ad una migliore definizione della sismicità dei singoli comuni. La corrente classificazione – in conformità all’OPCM 3274 del 20 marzo 2003 “ prevede 4 “zone” sismiche a pericolosità decrescente.

Nessun comune lombardo appartiene alla zona 1 (massima pericolosità) e

la maggioranza di essi (1267) sono in zona 4

(bassa pericolosità);

41 comuni si trovano in zona 2

238 comuni insistono in zona a sismicità medio-bassa.

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GESTIONE DELLE EMERGENZE

IL PANICO

•CAUSE E CONDIZIONI CHE LO GENERANO

• EFFETTI E CONSEGUENZE

•FATTORI CHE RIDUCONO LA POSSIBILITÀ DI PANICO

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CAUSE E CONDIZIONI CHE GENERANO

IL PANICO

PERCEZIONE INESATTA DEL SINISTRO(EVENTO- SOPRAVVALUTATO O TRAVISATO)

PRESENZA DI FUMO E DI CALORE

IL DUBBIO DI NON SAPERE INDIVIDUARE LE VIE DI ESODO

L’IMPOSSIBILITÀ A COMUNICARE CON L’ESTERNO

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EFFETTI E CONSEGUENZE DEL PANICO

FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO (PENSIERO) IN MODO PRIMITIVO (GOVERNATO

DALL’ISTINTO) DIMENTICANDO REGOLE SOCIALI E ABILITÀ COGNITIVE

COMPORTAMENTO DETTATO DA UN UNICO SCOPO: SALVARSI LA VITA (istinto di

sopravvivenza)

FACILITA’ AD ESSERE INFLUENZATI DAL COMPORTAMENTO E DALL’ATTEGGIAMENTO DI

COLORO CHE CI CIRCONDANO

Page 28: Formazione del dipendente scolastico L’INCENDIO

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CONOSCENZA DEL LIVELLO DI RISCHIO AL QUALE SI E’ ESPOSTI (TEMPO DI PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO - PRESENZA O ASSENZA DI SOSTANZE ESPLOSIVE )

CONOSCENZA (E CONSAPEVOLEZZA) DELL’IDONEITÀ DELLE VIE DI ESODO (PROVE DI ESODO)

INFORMAZIONE SULLE VIE DA PERCORRERE

CORRETTA INFORMAZIONE SUL COMPORTAMENTO DA TENERE IN CASO DI SINISTRO

FATTORI CHE RIDUCONO

LA POSSIBILITÀ DI PANICO

ESERCITAZIONI PERIODICHE