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38 Olympian’s News / MIND & BODY WWW. OLYMPIAN . IT Gli anabolizzanti, come gli steroidi, gli ormoni della crescita e l’insulina, sono senza dubbio i farmaci più usati dai bodybuilder e dagli altri atleti, ma non sono gli unici. A seconda delle necessità, nella farmacopea degli atleti si trovano anche altri farmaci, fra cui vari tipi di sti- molanti. Sebbene molti integratori da banco per il pre-allenamento contengano stimolanti, come la caffeina, alcuni atleti sentono il bisogno di stimolanti più poten- ti e ricorrono alle versioni farmacologi- che. Usarli ha lo scopo specifico di fornire energia per un allenamento intenso – spesso durante una dieta rigida che pro- voca effetti snervanti – e, in alcuni casi, di smorzare l’appetito in soccorso alla dieta. Farmaci come questi non sono immuni da rischi e gli stimolanti hanno effetti particolarmente forti sul cervello. In alcuni casi un loro uso massiccio ha causato sintomi di schizofrenia in alcuni bodybuilder, mentre altri sono ca- duti in preda a sintomi di paranoia estrema. Nel peggiore degli scenari possono causare danni cerebrali permanenti. Un’altra tipologia di farmaci comunemente usata da atleti e bodybuilder sono gli analgesici, o antidolorifici. Un allenamento intenso tende a gravare sul sistema mu- scolo-scheletrico, con effetti che vanno dal dolore croni- co alle articolazioni e ai muscoli fino all’artrite, una vera È IL CASO DI USARLI? FARMACI ABBRONZANTI Foto: © Michael Neveux ti, i gli

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38 Olympian’s News / MIND & BODY WWW.OLYMPIAN. IT

Gli anabolizzanti, come gli steroidi, gli ormoni della crescita e l’insulina, sono senza dubbio i farmaci più usati dai bodybuilder e dagli altri atleti, ma non sono gli unici. A seconda delle necessità, nella farmacopea degli atleti si trovano anche altri farmaci, fra cui vari tipi di sti-molanti. Sebbene molti integratori da banco per il pre-allenamento contengano stimolanti, come la caffeina, alcuni atleti sentono il bisogno di stimolanti più poten-ti e ricorrono alle versioni farmacologi-che. Usarli ha lo scopo specifico di fornire energia per un allenamento intenso – spesso durante una dieta rigida che pro-voca effetti snervanti – e, in alcuni casi, di smorzare l’appetito in soccorso alla dieta.

Farmaci come questi non sono immuni da rischi e gli stimolanti hanno effetti particolarmente forti sul cervello. In alcuni casi un loro uso massiccio ha causato sintomi di schizofrenia in alcuni bodybuilder, mentre altri sono ca-duti in preda a sintomi di paranoia estrema. Nel peggiore degli scenari possono causare danni cerebrali permanenti.

Un’altra tipologia di farmaci comunemente usata da atleti e bodybuilder sono gli analgesici, o antidolorifi ci. Un allenamento intenso tende a gravare sul sistema mu-scolo-scheletrico, con effetti che vanno dal dolore croni-co alle articolazioni e ai muscoli fi no all’artrite, una vera

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e propria degenerazione delle superfi ci articolari. Nella maggioranza dei casi il dolore del tessuto connettivo è dovuto a fattori come il superallenamento, soprattutto se combinato a tempi di recupero insuffi cienti. Tutti i tes-suti corporei, compreso il tessuto connettivo, hanno biso-

gno di tempo per guarire. Se non gli si concede abbastanza tempo, la guarigione resta incompleta, con conseguente dolore cronico. Tom Prince è un buon esempio di come le cose possa-no andare storte. Qualche anno fa Prince era fra i migliori body-builder professionisti. Lo guar-davo spesso allenarsi alla Gold’s Gym a Venice, e nessuno si al-lenava più intensamente di lui. Purtroppo alla fi ne il suo debole per i sollevamenti pesanti tutto l’anno gli ha causato dolori arti-colari acuti. Tom decise di curar-

si da solo con massicce dosi quotidiane di farmaci anti-infi ammatori non steroidei, come l’ibuprofene. Spesso ne prendeva 12 pillole, o anche di più, al giorno, ma non sapeva che l’uso prolungato può danneggiare seriamente i reni, portando a insuffi cienza renale. È triste ma questo è ciò che accadde: la sua carriera nel bodybuilding fu presto stroncata dall’insuffi cienza renale, a cui seguirono la dialisi e poi il trapianto. Ci sono poi altri farmaci, apparentemente meno pe-ricolosi, che sono talvolta privilegiati dai bodybuilder. Tra questi ci sono i farmaci abbronzanti. Quando io ga-reggiavo, uno degli aspetti più odiosi della preparazione alle gare era abbronzarsi. Essere abbronzati faceva sembrare molto più defi niti e in salute, cosa che era un po’ un’impo-stura, visto che adesso sappia-mo come abbronzarsi signifi chi provocare un danno alla pelle. L’abbronzatura è il tentativo della pelle di difendersi dagli effetti dannosi dell’esposizione ai raggi ultravioletti del sole, ma, ciò nonostante, gareggia-re bianchi come polli non esi-steva allora, ed è ancora così. Pensate che uno dei motivi principali della vittoria di Frank Zane su Arnold Schwarzenegger nella prima gara statunitense di Arnold, Mr. Universe IFBB del ‘68, fu che Arnold, appena ar-

rivato dall’Europa, gareggiò bianco come il latte. Ciò lo fece apparire poco defi nito. Invece, Zane, sebbene note-volmente più piccolo, sfoggiava un’abbronzatura intensa, aggiungendo contrasto alla sua muscolatura in confronto al più grosso ma meno defi nito Arnold. Arnold imparò la lezione e in pubblico non è mai più apparso pallido come la controfi gura del fantasma Casper. Nonostante io abbia i capelli scuri (adesso con una notevole quantità di grigio), ho sempre avuto la tendenza a bruciarmi al sole. L’unica “abbronzatura” che ottenevo era una manciata di lentiggini. Però, poco dopo la sconfi t-ta di Arnold, ho trovato la risposta ai miei problemi di ab-bronzatura – un farmaco poco noto chiamato Trisoralen. Il Trisoralen non era prescritto frequentemente ed era usato principalmente per il trattamento di una malattia della pigmentazione della pelle chiamata vitiligine, poi diventata famosa quando Michael Jackson dichiarò di averla. Un’altra proprietà del farmaco era che provocava velocemente un effetto abbronzante con l’esposizione ai raggi UV. Mi ricordo che il foglietto illustrativo diceva che usando il Trisoralen per due settimane si otteneva lo stes-so effetto abbronzante di tre mesi di esposizione al sole. Mi sembrava buono, anche se lo stesso foglietto avvertiva di “possibili danni epatici“. Si doveva utilizzarlo per non più di due settimane. Il farmaco funzionava simulando la produzione di melanina, il pigmento primario della pelle, stimolando l’attività dei melanociti, le strutture della pel-le che producono melanina. Si dice che il Trisoralen fosse il farmaco utilizzato dal-lo scrittore John Howard Griffi n nelle sue ricerche per scrivere il libro Black Like Me, pubblicato nel 1961 e poi adattato anche per il cinema. Nel suo libro Griffi n

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L’abbronzatura può farvi sembrare in salute ma può danneggiare la pelle. I farmaci abbronzanti sono una risposta più sicura?

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documentava le terribili condizio-ni di vita della popolazione nera nel profondo Sud alla fi ne degli anni ’50. Griffi n aveva usato il Trisoralen per scurirsi la pelle allo scopo di sembrare un nero. Evidentemente aveva funzionato. Per quanto mi riguarda, un giorno, dopo due settimane di Trisoralen, sono entrato alla Gold’s Gym, e Ken Waller, che gestiva la palestra all’epoca, non mi riconobbe. Era stupefatto di fronte alla mia abbronzatura ed essendo lui un rosso dalla pelle chiara, volle sapere come avevo fatto. L’abbronzatura che avevo ottenuto grazie al farmaco era di gran lunga più intensa di quella che avrei mai potuto ottenere na-turalmente. Io non ho sofferto al-cun effetto collaterale, se non che gli amici non mi riconoscevano. Negli ultimi anni sono usciti farmaci auto-abbronzanti anche più sofi sticati. Si basano su una sostanza naturale che si chiama ormone stimo-lante l’alfa melanocita, o alfa-MSH, che stimola i mela-nociti della pelle a rilasciare melanina e quindi a scurire la pelle. I farmaci sono una versione sintetica dell’alfa-MSH sviluppati in origine dagli scienziati dell’Università dell’Arizona. Uno si chiama afamelanotide, noto anche come melanotan-1. È stato sviluppato con il nome com-merciale Scenesse da un’azienda australiana che si chia-ma Clinuvel Pharmaceuticals. Il vero a-MSH è solo un peptide di 13 amminoacidi. Un problema della versione naturale è che ha un’emivita breve nel corpo, cioè si di-sgrega rapidamente. Per compensare ciò, la versione sin-tetica gioca con la sequenza di amminoacidi, facendola durare più a lungo. Un’altra forma, chiamata melanotan-2, è nota per sti-molare la pigmentazione della pelle a un dosaggio più basso, ma ha più effetti collaterali del melotan-1, tra cui nausea, insonnia ed erezioni involontarie. Queste ul-time sono causate da un’interazione con i recettori dei melanociti nel cervello, che sono connessi neuralmen-te alla stimolazione dell’erezione. Questo farmaco può anche ridurre l’appetito, il che, secondo alcuni scien-ziati, lo renderebbe utilizzabile per le diete. L’insieme di abbronzatura, e calo di appetito hanno fatto sì che il melanotan-2 sia stato soprannominato “la medicina di Barbie.” Numerosi studi hanno mostrato che il Melanotan-1, la versione farmacologica autorizzata, induce la pigmenta-zione della pelle, sia con, sia senza, esposizione ai raggi ultravioletti, sebbene usarlo esponendosi agli UV produca effetti sinergici. È usato sotto forma di impianto sotto la pelle. Uffi cialmente, deve essere usato per prevenire i precursori del cancro alla pelle, come le cheratosi acnei-che, e anche per prevenire forme comuni di cancro alla pelle. Può anche proteggere le persone con ipersensibili-tà all’esposizione solare. Su Internet si vedono spesso pubblicità di imitazioni del melanotan-2, il che spinge i produttori del farmaco

originale ad avvertire i consumatori sul pericolo dell’uso di queste versioni fatte in casa. In effetti, la letteratura medica ha pubblicato diversi rapporti che documentano i vari cambiamenti nell’aspetto dei nei di coloro che han-no usato i farmaci disponibili su Internet. Le sostanze contenute sono simili, ma non sono uguali, a quelle usati nella versione farmaceutica del melanotan-2. Alcuni me-dici hanno avvertito che usare i prodotti di imitazione può provocare problemi cardiovascolari e del sistema im-munitario, e l’FDA è intervenuta dicendo che non ci sono prove sulla loro sicurezza. Effettivamente, i veri farmaci aiutano a prevenire la comparsa del melanoma, la forma più mortale di cancro alla pelle. Il grande bodybuilder Reg Park ne è rimasto vittima. Non si sa se i farmaci in vendita su Internet of-frano una protezione simile, ma i cambiamenti che sem-brano indurre sui nei esistenti sono preoccupanti, per-ché alcuni sono segnali precoci di melanoma. Tuttavia, l’effetto abbronzante indotto da alcune delle versioni su Internet impartisce un certo livello di protezione della pelle. Fatte tutte queste considerazioni, non si può con-siderare salutare stendersi al sole per abbronzarsi, ma almeno avete un’idea di quale sarà il risultato fi nale. Lo stesso non si può dire per i farmaci auto-abbronzanti in vendita online al momento1.

Bibliografia1 Langan, E.A., et al. (2010). Melanotropic peptides:more than just “Barbie drugs” and “sun-tan jabs”? Brit JDermatol. 163(3):451-455.

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Nota del Redattore: Jerry Brainum è ricercatore e gior-nalista nel settore dell’allenamento e dell’alimentazione da oltre 25 anni. Ha lavorato con bodybuilder professio-nisti e anche con molti atleti olimpici e professionisti. Per acquistare il suo nuovo e-book Natural Anabolics – Nutrienti, sostanze e integratori che possono accelerare la crescita senza farmaci, visitate il www.olympian.it.

L’abbronzatura è un elemento necessario nelle gare di bodybuilding, perché la pelle scura aggiunge contrasto, facendo apparire l’atleta molto più definito.

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