estate 2015 - approfondimento 01 - arcobaleno lunare

3
1 DOSSIER L’arcobaleno LUNARE Lo chiediamo a voi! Lo chiediamo a voi: È possibile toccare un arcobaleno? Perché? Mandate le vostre ri- sposte a redazione@ planck-magazine.it! K C P N L a ! 15 57 6 7 19 La foto che vedete mostra un affascinante arcobaleno lunare. Giustamente vi starete chiedendo: e cosa sarebbe? È un fenomeno ottico simile all’arcobaleno solare che tutti conosciamo: in questo caso la luce che passa attraverso le gocce d’acqua sospese nell’at- mosfera è quella riflessa dalla luna. Dove dobbiamo guardare per vederlo? Come per l’arcoba- leno solare, dobbiamo rivolgere le spalle alla sorgente di luce, cioè la luna: quindi se la luna è a ovest noi dovremo guardare verso est. Foto di Alessandra Piasecka, ponte di Castelvecchio, Verona

Upload: planck

Post on 22-Jul-2016

216 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

Page 1: Estate 2015 - Approfondimento 01 - Arcobaleno Lunare

1

DOSSIER

L’arcobalenoLUNARE

Lo chiediamo a voi!Lo chiediamo a voi: È

possibile toccare un

arcobaleno? Perché?

Mandate le vostre ri-

sposte a redazione@

planck-magazine.it!

KCP NLa !15

57 6

7 19

La foto che vedete mostra un affascinante arcobaleno lunare. Giustamente vi starete chiedendo: e cosa sarebbe? È un fenomeno ottico simile all’arcobaleno solare che tutti conosciamo: in questo caso la luce che passa attraverso le gocce d’acqua sospese nell’at-mosfera è quella riflessa dalla luna. Dove dobbiamo guardare per vederlo? Come per l’arcoba-leno solare, dobbiamo rivolgere le spalle alla sorgente di luce, cioè la luna: quindi se la luna è a ovest noi dovremo guardare verso est.

Foto di Alessandra Piasecka, ponte di Castelvecchio, Verona

Typewritten text
A cura di Laura Ciavarella
Page 2: Estate 2015 - Approfondimento 01 - Arcobaleno Lunare

2

Copyright immagine di sfondo: ESA, NASA; Acknowledgement: A. Gal-Yam (Weizmann Institute of Science)

L’arcobaleno lunare, però, è più pallido di quello solare, perché la Luna non emette luce propria ma riflette quella del Sole. Pensate: la luce riflessa dalla Luna è circa un milione di volte più debole di quella che arriva direttamente dal Sole! L’arcobaleno lunare, quindi, è più difficile da vedere, e di solito succede nelle notti di luna piena, dopo un temporale oppure vicino a cascate e sorgenti. Ma sentiamo cosa dice la foto-grafa: “Ho scattato la foto circa mezz’ora dopo il tramonto. Il cielo particolarmente buio, la luna piena, la presenza di umi-dità portata dalle nubi e il lungo tempo di esposizione sono condizioni essenziali per fotografare un arcobaleno lunare!”

Foto NASA

A cacciadi arcobaleni!

Se quest’estate osservi un arcobaleno (dopo un temporale o vicino a una ca-scata) fotografalo e invia la foto a [email protected]: le più belle saranno pubblicate, come la foto che puoi vedere qui a fianco. È stata scattata nel parco di Yellowstone!

Lo sapevate che...

Due persone non vedranno mai lo

stesso arcobaleno! Infatti il modo

in cui vediamo l’arcobaleno dipende

dalla posizione dei nostri occhi ri-

spetto al Sole, e gli occhi di due per-

sone non possono occupare la stes-

sa posizione nello stesso momento.

Page 3: Estate 2015 - Approfondimento 01 - Arcobaleno Lunare

3

Prisma

Tavolino dell’iride

Questa è una ricostruzione del prisma di Newton, con il quale il famoso scienziato fece un esperi-mento per studiare le proprietà della luce nel 1666. Praticò un forellino nella finestra della sua stanza, dove aveva fatto buio completo; poi spostò il pri-sma in modo che la luce che penetrava dalla piccola apertura lo colpisse, e osservò l’imma-gine sulla parete opposta. Non era un cerchietto bianco, ma una figura allungata in cui si distin-guevano i colori dell’arcobaleno. Così scoprì che la luce bianca può essere scomposta nei diversi colori! Ogni goccia d’acqua che provoca l’arcoba-leno fa la stessa cosa del prisma di Newton.

Giovanni Poleni era un professore del ‘700 che per primo, all’Università di Padova, iniziò a usare degli strumenti per fare esperimenti durante le lezioni di Fisica. Questo strumento è stato co-struito proprio per essere usato durante le lezioni: mostra dove si devono posi-zionare il Sole, l’osservatore e le nubi per poter vedere l’arcobaleno.

Costruito da Jan van Musschenbroek nel 18° secolo.

Costruito da Giovanni Poleni nel 1749

Ma vi ricordate bene come si forma l’arcobaleno? Per ripassarlo assieme andiamo al Museo di Storia della Fisica dell’Università di Padova e aiutiamoci con alcuni strumenti!