espress edizioni - paranoia (ugo fornari) - anteprima

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PARANOIA - http://www.espressedizioni.it/news/id/21Dalla psicopatia alla schizofrenia paranoidedi Ugo Fornari Nella storia della psichiatria molto si è detto a proposito della Paranoia, un disturbo psicotico che nelle diverse epoche storiche è sempre stato trattato con imprecisioni terminologiche e confusioni diagnostiche. Anni di esperienza peritale e clinica hanno indotto l’autore a riesaminare la letteratura specialistica e a ripercorrere casistiche cliniche e peritali per far luce sulla questione. La diagnosi di disturbo paranoide, afferma in conclusione Fornari, dovrebbe essere abolita o riconsiderata, quando ne esistono gli indicatori, come anticamera e prodromo di un funzionamento al limite o psicotico (paranoia e schizofrenia paranoide); altrimenti, non dovrebbe essere utilizzata per etichettare diffusi – ancorché non condivisibili – modi di essere e comportarsi.

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Accedendo al sito <www.espressedizioni.it>è possibile visualizzare gratuitamente la versione online del testo, inserendo il codice apposito nella sezione digitale.

Il codice per Paranoia è

___

Comitato sCientifiCo AreA DIscIplIne forensI

Direttore: Ugo Fornari (Torino)

roberto Catanesi (Bari)

stefano Ferracuti (roma la sapienza)

franco Freilone (Torino)

fiorella Giusberti (Bologna)

Giuseppe Sartori (padova)

Georgia Zara (Torino)

espress università

ciascuna delle aree tematiche in cui è distinta la produzione universitaria di espress fa capo a un comitato scientifico composto da docenti universitari provenienti da diversi atenei, che garantisce la qualità dei testi, assicura il processo di peer review delle ricerche scientifiche e concorre a identificare i temi più significativi e i contributi innovativi nel mercato di settore. l‘obiettivo è diffondere pubblicazioni di qualità legate ai risultati della ricerca scientifica nel panorama della comunicazione accademica nazionale e internazionale.A contraddistinguere le opere, sottoposte a sistema di referaggio (<www.espressedizioni.it/universita/referaggio>), qualità e rigore dei contenuti, taglio pratico-operativo e aspetto grafico studiato per agevolare consultazione e fruibilità, in primis da parte degli studenti.

I profili professionali dei professori sono consultabili

sul sito della casa editrice

(<www.espressedizioni.it/universita/comitati_scientifici>)

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paranoiaDAl DIsTUrBo DI personAlITà

AllA psIcosI DelIrAnTe

Ugo Fornari

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L’editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte, laddove non sia stato possibile rintracciarli per chiedere la debita autorizzazione.

©2011 ESPRESS EDIZIONI srl

via po 14 – 10123 Torino

tel. 011 19501623 www.espressedizioni.it [email protected]

prima edizione: giugno 2011

IsBn 978-88-97412-007

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.

fsc Mixed sW-coc-003789

Questo libro è stampato con carta riciclata ed ecologica, orientato alla sostenibilità e prodotto attraverso un processo a basso impatto ambientale.

Fotocopie per uso personale (cioè privato e individuale) nei limiti del 15% di ciascun volume possono essere effettuate negli esercizi che aderiscono all’accordo SIAE – AIE – SNS e CNA, Confartigianato, CASA, Confcommer-cio del 18 dicembre 2000, dietro pagamento del compenso previsto in tale accordo. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposi-zione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica com-mette un furto e opera ai danni della cultura.

Illustrazione di copertina: Scala di Riccardo Cecchetti

progetto grafico e impaginazione: Pangramma – Torino

stampa: Stamperia Artistica Nazionale – Trofarello (Torino)

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presenTAzIone di franco freilone

preMessA

CapitOlO primO. lA rIcosTrUzIone sTorIcA

la scuola francese

la scuola tedesca

l’avvento di Kraepelin

la scuola italiana

Altri contributi

l’evoluzione attuale

CapitOlO seCONdO. AlcUnI cAsI sTorIcI

1° caso: resoconto su due omicidi commessi da un uomo affetto

da monomania con allucinazioni

2° caso: Monomania erotica

3° caso: Monomania istintiva

carlo Guiteau, il presenticida

Davide lazzaretti, il profeta del monte Amiata

CapitOlO terZO. lA cAsIsTIcA personAle

Sindromi paranoidi senza destrutturazione della personalità

(disturbi deliranti acuti, psicosi deliranti) caso 1

caso 2

caso 3

caso 4

caso 5

caso 6

caso 7

caso 8

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indiCe

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Sindromi paranoidi con destrutturazione della personalità

(schizofrenie paranoidi, psicosi cicloidi sviluppi deliranti) caso 9

caso 10

caso 11

caso 12

caso 13

caso 14

caso 15

caso 16

CapitOlO QUartO. epIcrIsI DellA cAsIsTIcA personAle

CapitOlO QUiNtO. fenoMenoloGIA Del GrUppo In esAMe

CapitOlO sestO. le DIMensIonI crIMInoGeneTIcHe

e crIMInoDInAMIcHe caso 1

caso 2

caso 3

caso 4

caso 5

caso 6

caso 7

caso 8

caso 9

caso 10

caso 11

caso 12

caso 13

caso 14

caso 15

caso 16

CapitOlO settimO. le IMplIcAzIonI psIcHIATrIco-forensI

CapitOlO OttavO. consIDerAzIonI crITIcHe conclUsIVe

BIBlIoGrAfIA essenzIAle

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presentaZione

Il tema della paranoia e della declinazione del continuum paranoideo-paranoicale nei contesti forensi è argomen-to di straordinario fascino attrattivo. Allo stesso tempo trasporta in una dimensione clinica notevolmente com-plessa, non solo come distinzione diagnostica (la diagno-si che si lega necessariamente alla comprensione, se non alla spiegazione, dei fenomeni), ma soprattutto come po-tenziale riferimento all’analisi criminogenetica e crimino-dinamica, senza la quale abbiamo una psichiatria forense e una psicopatologia clinica appiattite, meramente «cro-nologiche» e non vitalmente ricostruttive della qualità del nesso eziologico fra l’atto-reato e la dimensione paranoi-deo-paranoicale. fornari, il cui pensiero fa da scuola nella psichiatria foren-se (chi non conosce o non cita il suo trattato e le sue ope-re, quando ci si occupa in ambito di studio di questi argo-menti o ci si confronta come periti e consulenti nelle aule giudiziarie), conduce il lettore a riflettere sul «significato di infermità dell’atto», in modo responsabile e approfondi-to, soffermandosi sulle poliedriche sfaccettature del pen-siero (e dell’esistenza vissuta) di coloro che sono al centro di quella trasformazione di senso, ad alta infusione di ag-gressività, di natura paranoideo-paranoicale.Mi pare che uno – fra i tanti – punti di attenzione clinica indicati da fornari sia proprio nei passaggi, nelle sottili di-stinzioni e negli sviluppi che vi possono essere, nel corso del tempo, fra il disturbo di personalità paranoide (talvolta in contiguità con altre entità, quali il disturbo narcisistico e altri disturbi di personalità), il disturbo delirante e quindi la schizofrenia paranoide.la rappresentazione dei quadri clinici, delegata in modo rigido al modello categoriale (del DsM-IV-Tr1 e, domani, del DsM-V), rischia forse di perdere di vista le aree grigie di transizione fra un quadro e l’altro e il peculiare «funziona-mento dell’Io» in quella specifica situazione, che per il cli-nico forense non è un «momento» fra i tanti dell’esistenza mentale, relazionale e comportamentale di una persona

1. che il clinico forense deve, io credo, avere ben presente e utilizzare in modo adeguato nel contesto giudiziario, tenendo in fondo in giusta considerazione quelle che sono le «precauzioni» iniziali indicate dal manuale stesso sull’uso in ambito legale.

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sofferente, ma è il «momento di un fatto», dove la soffe-renza personale ricade sull’altro, ne viola l’esistenza e di-venta reato (talvolta grave e comunque contaminato dalle ricadute purulente dell’aggressività persecutoria e para-noide-paranoicale).Il pensiero di fornari sulla paranoia permette a tutti noi, con la consueta generosità didattica e applicativa «con-creta», presente in tutti i suoi scritti, di costruire un im-pianto teorico ed esplicativo, a cui proverò ad accenna-re, del tutto approssimativamente, attraverso quattro punti fondamentali.Il primo rappresentato dalla ricca «ricostruzione storica», dove il clinico sia evoluto sia in formazione avrà modo di ripercorrere un «sentiero» di linguaggi, denso di sfumature di significato e articolato nelle sue tappe storiche (fin dal-la metà dell’ottocento) e «transculturali» (italiana, tedesca e francese), dipanando un intreccio fondante di riferimenti alla psichiatria classica, che costituisce il complesso milieu su cui si è radicato il concetto di paranoia e quindi di distur-bo delirante. Un secondo punto, rigoroso, fa venire in mente la ricerca costante del principio organizzatore della psicopatologia classica, dove le distinzioni diagnostiche ed evolutive chia-riscono la proteiforme «complessità» della «paranoia».particolarmente interessante, nella sua potenziale ricaduta giuridica, è la visione d’insieme fra disturbi deliranti acuti e cronici e, in particolare, fra gravi forme senza destruttura-zione della personalità e forme con destrutturazione della personalità, indicando quindi un punto di riferimento valu-tativo non scontato. l’osservazione dubitativa di fornari sullo «scompenso transitorio» e sulla psicopatologia come «fulmine a ciel sereno» che compare e rapidamente si esaurisce, senza postumo alcuno, mi pare altrettanto significativa.Un terzo punto è dato dall’illustrare un numero così am-pio di casi clinici (storici e soprattutto legati alla profonda esperienza forense di fornari) da lasciare l’impressione che questa parte del libro rappresenti l’integrazione per imma-gini psichiatrico-forensi, o meglio, attraverso storie e vis-suti per immagini, ed essere uno straordinario valore ag-giunto al libro.

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9presentaZione

Ultimo, ma non dimenticato, è il richiamo alla dimensione criminogenetica e criminodinamica, alla diversificazione del passaggio all’atto all’interno di deliroidi fugaci (il quid novi o il quid pluris e la connessione con i fattori di stress) dal reato invece assorbito nelle metamorfosi di significa-to persecutorio della paranoia (del disturbo delirante tout court) e della schizofrenia paranoide. per concludere, il la-voro di fornari è un richiamo innanzitutto alla psicopato-logia clinica e alla necessità di una psicopatologia forense consapevole, fondatamente scientifica e doverosamente umana, attenta sia all’esperienza vissuta di quello specifico soggetto (autore di reato) sia alla peculiarità fenomenolo-gia dell’atto criminoso in sé, quando si sia chiamati a por-tare il proprio conoscere nelle aule giudiziarie.

Franco Freilone

Professore associato di Psicologia clinica presso la facoltà

di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino

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premessa

non c’è, cioè, una paranoia intesa come «malattia»;

ci sono solo «paranoici», intesi come soggetti portatori

di un delirare che possa essere colto, e interpretato

nella sua genesi, sulla base del carattere, dei modi

personali di fare-esperienza e dell’ambiente.

(Borgna 1999)

In un mondo in cui la sospettosità, il dubbio, il pregiudizio, la tutela a oltranza dei propri diritti indipendentemente e a spese di quelli altrui, la convinzione di essere sempre e comunque dalla parte della ragione la fanno da padroni, prende nuovo vigore e interesse la diagnosi differenziale tra ciò che è frutto di patologia e la semplice espressione di gravi distorsioni nelle relazioni umane. Queste fanno ormai parte del nostro tempo e una loro lettura deve essere fatta tenendo conto non solo di fatto-ri «interni» o «endogeni» bensì anche, e talvolta in preva-lenza, di fattori «esterni» e «contestuali», ambientali e sto-rici. Voglio dire, in altre parole, che affermare l’esistenza di complotti di vario contenuto e orientamento a nostro danno non è la stessa cosa di vivere l’irriducibile convin-zione di un’oscura, incombente minaccia di un danno che attenta alla nostra vita. Il «qualcuno ce l’ha con me» assu-me significati ben diversi se quel qualcuno è individuato in una precisa persona o se è riferito a un personaggio senza volto e identità; se è circoscritto e limitato o tende a dif-fondersi a «macchia d’olio»; se si accompagna o meno a un vissuto di scacco e di oggettivazione angoscianti; se ri-entra in un certo funzionamento mentale o in un altro; se si manifesta in agìti solo verbali o in atti di violenza auto e/o eterodistruttivi; se è contenuto in una dimensione an-cora interlocutoria e dialettica o è chiuso e impermeabile a ogni tentativo di analisi e di critica. nella storia della psichiatria di tutto si è letto a questo pro-posito, ma la difficoltà di distinguere tra il piano di quanto appartiene ancora a uno stile di vita e a uno «stile cogni-

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tivo» eccentrico, disturbato e abnorme, e quello che indi-vidua già uno slittamento nell’oscuro mondo della psicosi, rimane a tutt’oggi argomento arduo e di non sempre age-vole soluzione diagnostica e valutativa.Anni di esperienza peritale e clinica mi hanno indotto a ri-esaminare la letteratura in argomento e a esporre alcuni casi clinici, che spero possano aiutare a portare un po’ di luce per comprendere come una separazione tra quella che è ancora una «variante abnorme dell’essere psichico», uno stile di vita, una modalità, pur particolare, di conferire senso e significato a determinati accadimenti esistenzia-li, e quella che è già una costruzione delirante risulti fon-damentale nella clinica e nella valutazione forense sull’im-putabilità. ciò perché quella del cosiddetto «disturbo paranoide» sembra essere una costruzione del tutto arti-ficiosa e ai limiti della «normalità» mentale: pertanto con-fusiva e spesso fuorviante, se è vero che «il pensiero para-noide non è di per se stesso patologico» (Gabbard 1994: 393 sgg.) e se il termine «disturbo», che risponde di per se stesso a un criterio per lo più statistico e non già clini-co2, significa già «patologia» psichiatrica. Altra cosa è cer-to il delirio che connota un funzionamento non più di una personalità, bensì di uno psicotico ed è individuato da ben precise caratteristiche psicopatologiche e comportamen-tali. su questo terreno oltremodo insidioso, ora prove-rò a cimentarmi, prendendo le mosse da una review sto-rica che di per se stessa documenta la difficoltà del tema in esame. la paranoia è «una varietà degna di Babele» (la-can 1980) o è possibile delimitarne chiaramente definizio-ne e contenuto, conferendole quel significato di disturbo psicotico che, in fondo e nelle diverse epoche storiche, sia pur sotto mentite spoglie, imprecisioni terminologiche e confusioni diagnostiche ha sempre avuto?

2.

si ricordano anche numerosi lavori pubblicati da me e/o

dai miei collaboratori su «rivista italiana di medicina legale», «rassegna italiana di criminologia» e «rivista sperimentale di freniatria».

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