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ESPERIENZE TEATRO TOTALE: IL GESTO, LA PAROLA, IL CORPO

Stage formativi per un teatro amatoriale consapevole

Può apparire paradossale, quasi un ossimoro, che, nel fare teatro amatoriale (e la parola “amatoriale” va intesa come sottolineata), si ambisca a progredire verso un livello di qualità – negli allestimenti, nelle regie, negli adattamenti e soprattutto nella tecnica recitativa – che con un termine ormai abusato si potrebbe definire professionale. È infatti un luogo tristemente comune, in Italia, l’equazione secondo la quale amatoriale è sinonimo di dilettantesco, con tutte le accezioni di negatività che alla parola dilettantesco si possono affiancare: per limitarci ai più ovvii, approssimativo, raffazzonato, goffo, superficiale, e via così di seguito. Va quindi superato, prima di tutto, proprio questo luogo comune. Certo, non si può negare che molto spesso il dilettantismo prevalga. Ma non si può neppure negare, d’altra parte, che siano numerosi gli esempi di alto spessore artistico, culturale e tecnico raggiunti da compagnie di teatro amatoriale, nelle quali la parola amore, che dell’aggettivo è la radice, si traduce in impegno, attenzione al dettaglio, capacità interpretativa e registica; in esigenza, cioè, di dare alla propria attività teatrale una valenza di autentico impegno culturale.

E, anche, di conseguenza, in sforzo di allargare le conoscenze in materia, appunto di

fare teatro, magari con l’aiuto e il supporto di professionisti. Perché senza il confronto con chi di teatro vive, la sua esperienza e professionalità, il rischio è di circoscrivere in un ambito angusto, limitato alle sole proprie esperienze - e quindi di sclerotizzare e irrigidire - il proprio modo di proporsi, e di proporre al pubblico il proprio teatro, a tutti i livelli: dalla scelta dei testi alla chiave di lettura dei testi stessi, al modo di utilizzare i propri mezzi espressivi per far vivere i personaggi sulla scena.

Quest’ultimo aspetto forma l’oggetto dei tre stage che, in questo quadro, il centro studi

U.I.L.T. Marche in collaborazione con l’Associazione Culturale “Il Teatro dei Picari” ha organizzato: tre seminari dedicati al rapporto dell’attore con i mezzi che sono il tramite attraverso il quale egli comunica al pubblico la propria lettura del personaggio che interpreta: il gesto, la voce, il corpo.

Queste tre componenti giustamente armonizzate e misurate sono alla base di ogni interpretazione di ogni approccio recitativo.

I corsi sono affidati da docenti di provata competenza che porteranno a Macerata la loro professionalità e le loro esperienze per lasciare un segno nel nostro “fare teatro”.

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STAGE Il Gesto, il Carattere, la Maschera

introduzione alla Commedia dell'Arte

diretto da Claudia Contin e Ferruccio Merisi della Scuola Sperimentale dell’Attore di Pordenone

La fortuna della Commedia dell'Arte presso i grandi maestri del Teatro del 900, che l'hanno considerata una palestra fondamentale per l'attore contemporaneo,deriva in sostanza da un paradosso: la sua elementare e ferrea disciplina, fatta di una fisicità elementare, dura e di non facile articolazione, si coniuga con un senso di libertà, del corpo e dello spirito, e con una prospettiva, per l'attore, di indipendenza e di creatività. Nella Commedia dell'Arte ogni carattere (da Zanni ad Arlecchino, da Pantalone a Balanzone passando per Colombina e Pulcinella) è un preciso schema corporeo di sentimenti e pulsioni, che la maschera sul volto poi sottolinea e riassume. Il corso, pur nella sua estrema brevità, offre una conoscenza dei principali caratteri, della loro potenzialità espressiva e della loro voce; ma soprattutto offre, attraverso anche elementari esercizi di improvvisazione, la sensazione precisa proprio del paradosso di cui sopra: una libertà conquistata accettando e praticando una "limitazione" artistica del comportamento.

I contenuti del laboratorio sono: -analisi dei valori antropologici universali delle posture fisiche -composizione e struttura dei caratteri principali (Zanni, Pantalone, Balanzone, Amorosi, Capitano, Pulcinella, Colombina, Brighella)

-studio della voce dei personaggi -uso della maschera -elementi basilari della improvvisazione

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CLAUDIA CONTIN e FERRUCCIO MERISI , provenienti da esperienze diverse, lavorano insieme nella Scuola Sperimentale dell'Attore di Pordenone dal 1985. Sulle basi della loro ricerca, Claudia Contin è diventata un Arlecchino di fama internazionale, oltre che una riconosciuta "maestra" di teatro e una scrittrice di copioni, libri e saggi. La Commedia dell'Arte non è l'unico orizzonte di indagine e produzione della Scuola Sperimentale dell'Attore, che abbraccia anche linguaggi d'attore contemporanei relazionati al ritmo, alla musica, all'arte figurativa. Ferruccio Merisi ha diretto Claudia Contin e i suoi colleghi attori in una ventina di spettacoli, alcuni dei quali godono di una circuitazione internazionale. Come insegnante, si occupa soprattutto della parte vocale del lavoro dell'attore, e delle tecniche di improvvisazione. I progetti più importanti della Scuola Sperimentale dell'Attore, oltre ai corsi curricolari, sono "L'Arlecchino Errante" , festival-laboratorio sulla Commedia dell'Arte (in settembre) e il "Progetto Sciamano" , laboratorio con le diverse abilità (nel periodo marzo-maggio).

FERRUCCIO MERISI Fondatore a Pordenone nel 1989 della Scuola Sperimentale dell’Attore, si è formato negli anni ’70 come allievo di Eugenio Barba e come regista del Teatro di Ventura. Ha poi diretto il Festival di Santarcangelo ed è stato docente stabile presso la Scuola del Teatro a l’Avogaria di Venezia. Tiene seminari e dirige messe in scena in tutto il mondo. Ha inserito le ricerche sulla Commedia dell’Arte nel contesto linguistico-strutturalista più ampio delle ricerche sull’arte dell’attore contemporaneo.

CLAUDIA CONTIN Figura di spicco della Scuola Sperimentale dell’Attore come attrice, come docente e come ricercatrice. Sempre più conosciuta a livello internazionale come Arlecchino e come maestra di Commedia dell’Arte, esperta di teatro orientale, è titolare anche di originali ricerche sperimentali per nuovi linguaggi d’attore. Si occupa con continuità di pedagogia teatrale per disabili. Ha pubblicato anche all’estero diversi copioni, saggi, relazioni ed interventi.

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STAGE

Il respiro e la Voce principi di Educazione Vocale

diretto da Antonio Mastellone del Centro studi Enrico Maria Salerno di Roma

Il corso si propone di svelare, a chi fa uso della voce senza averne coscienza, la dinamica fisica dell’emissione del suono.

In un così breve periodo di lavoro non ci si pone l’ambizioso obiettivo di risolvere la complessa problematica fisica connessa al gesto dell’emissione del suono, ma più concretamente di consegnare ai partecipanti i primi elementi di questa grammatica.

L’uso corretto dell’apparato fonatorio non dipende soltanto dalle corde vocali. La cosa più importante è imparare a respirare. Può sembrare un'assurdità dato che l’atto della respirazione è involontario, eppure la maggior parte delle tensioni muscolari si riflettono sulla respirazione compromettendo il corretto funzionamento delle corde. Da qui lo sforzo eccessivo che la voce fa per “uscire”, e quindi le conseguenze note come afonia o la cosiddetta “voce rotta”.

Uno studio sull’emissione parte quindi dal problema della respirazione, ed in particolare della corretta immissione dell’aria definita respirazione diaframmatica. Per entrare in contatto con questo tipo di movimento si proporrà ai partecipanti un percorso verso la presa di coscienza dell’atto della ricezione dell’aria.

Si passerà quindi all’emissione vera e propria di suono coinvolgendo diaframma, corde vocali e risuonatori.

Infine si proverà ad applicare quanto appreso ad un breve studio del V Canto dell’Inferno di Dante, in modo da verificare, assieme ai partecipanti, il percorso compiuto e la nuova coscienza acquisita.

Il corso si articola quindi in tre fasi: 1. la respirazione diaframmatica;

2. Il suono; 3. La parola.

La prima fase tenderà a far conoscere ai partecipanti la dinamica fisica dell’emissione vocale e a consegnare alcuni esercizi di base della tecnica della respirazione.

Quindi si comincerà a tentare l’emissione dei suoni. Questa è la fase del canto, nel senso che la voce è solo suono, non ancora imbrigliato nelle parole.

Nella terza fase comincerà a parlare. Si affronteranno elementi della dizione con particolare attenzione alla variazione del suono nelle differenti vocali e alla corretta pronuncia delle consonanti.

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Antonio Mastellone

Nato a Genova il 5 gennaio 1961.

Frequenta un corso di recitazione presso la coop. Teatro Laboratorio di Genova (corso biennale 1977/79). Diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova ( corso triennale 1984/87 ). Nel 1978 partecipa al IV congresso di studi pirandelliani di Agrigento vincendo il primo premio con una tesi sul passaggio da novella ad atto unico. In qualità di attore viene diretto , tra gli altri, dai seguenti registi : G. Manganelli , V. Malcangi , A.L. Messeri , T. Conte , A. Trionfo, E. Marcucci, D. Bonifaccio, G. Dall'Aglio, L. Salveti , A Piccardi , A. Di Stasio, F. Cavalli, M. Jorio, M. Belli. Dal 1989 prende parte in qualità di regista ad allestimenti per le seguenti compagnie: Centro Universitario Teatrale di Genova Compagnia Beat 72 Centro Studi “Enrico Maria Salerno” Ciclope srl Dal 1989 in poi svolge attività di docente di recitazione per il Centro Universitario Teatrale di Genova, per il quale guida alcuni laboratori per studenti e collabora ad un ciclo di lezioni del Prof. Vazzoller docente di Storia del Teatro. Dal 1995 svolge attività di docente di recitazione e impostazione vocale presso la Scuola D’Arte Teatrale “Enrico Maria Salerno”. Dirige alcuni laboratori teatrali presso istituti scolastici romani ( medie inferiori e superiori ). Insegna recitazione presso il Liceo Scientifico Statale delle Arti e dello Spettacolo Manfredi Azzarita (corso di sperimentazione del 15% dell’orario curriculare ) Svolge attività di attore doppiatore, radiofonico e cinematografico.

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STAGE

IL MIMO CORPOREO principi tecnici ed elementi della poetica di Etienne Decroux

diretto da Michele Monetta dell’I.C.R.A. Project

Lo stage si propone di affrontare un’esperienza basata principalmente su elementi di attenzione, velocità, precisione e astrazione scenica. La scoperta delle articolazioni e del lavoro “artificiale”sul proprio corpo comportano l’esplorazione di movimenti e forme attraverso il parallelo lavoro di tecnica e gioco. Più che un lavoro sul movimento, sarà un lavoro che avrà come obiettivo l’AZIONE e le sue componenti dinamiche e biomeccaniche attraverso la poetica del Mimo Corporeo che fa capo al grande maestro francese Etienne Decroux (1898-1991).

“il giardino delle belle arti non è un orto” E.Decroux

programma: -Lavoro sulla colonna vertebrale

-Centri e fasce del Mimo Corporeo

-Dinamoritmi

-Scomposizione di un’azione e partitura

-L’uomo cammina

-Improvvisazione

-Videoforum: POUR SALUER DECROUX e REPERTORIO

-ogni partecipante dovrà indossare abiti comodi (colori neutri nero, grigio ,beige)

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Michele Monetta

Regista-attore-insegnante di Mimo Gli studi artistici-figurativi e poi di Architettura(Università di Napoli) gli creano un interesse particolare per la scenografia, lo studio del corpo e del movimento nello spazio. Dopo i primi studi di dizione, clown e pantomima a Roma al MimoTeatroMovimento, si trasferisce a Parigi e per circa tre anni studia MIME CORPOREL con il M°Etienne DECROUX (il più grande maestro di mimo moderno del ‘900).Contemporaneamente si perfeziona all’Ecole de Mime Corporel Dramatique de Paris con i maestri S.Wasson e C.Soum. Negli stessi anni frequenta l’Ecole National du Cirque “FRATELLINI” per la danza, l’equilibrismo e il clown. Dal 1976 ad oggi è stato regista, attore, mimo e coreografo in produzioni teatrali di testi di GOLDONI, GOZZI, PIRON, BECKETT, RODARI, LORCA, RILKE, PETROLINI, COMPAGNONE,ARTAUD, ANDERSEN...e in opere musicali di STRAVINSKI, ROSSINI, OFFENBACH, MOZART, PAISIELLO, DONIZETTI, PERGOLESI, MONTEVERDI, LUCCHETTI, JOMMELLI, CIMAROSA... Si è specializzato negli anni ’90 a Parigi con MONIKA PAGNEUX in “Pedagogia Teatrale”. Ha lavorato con i registi: V.Bertinetti,G. Battiato,R. Cappuccio, G.Cobelli,P. De Cristofaro, G.Caliendo, U.Gregoretti, A. Partesano, C.Gavras,M. Rigillo,L. Salveti... e con i musicisti Salvatore ACCARDO, Riccardo MUTI, Roberto .DE SIMONE… Attualmente svolge una intensa attività, per progetti speciali in campo musicale, con il M° BRUNO DE SIMONE. Ha lavorato come mimografo, curatore dei movimenti scenici , mimo e/o regista per Il Teatro di S.Carlo di Napoli, Teatro alla Scala di Milano, Comunale di Bologna, Teatro Lirico Vittorio Emanuele di Messina, Rossini Opera Festrival di Pesaro, Teatro Lirico Sociale di Rovigo, Teatro Lirico dell’Aquila di Fermo etc… Collabora con il Centro Regionale della Danza di Napoli , diretto da MARA FUSCO,per corsi, Workshops e regie. Ha collaborato con l’Università di Napoli, Salerno, Arezzo,con l’Università canadese del Quèbec , con il DAMS di Bologna e di Cosenza. Ha lavorato come attore, regista e insegnante in Italia, Francia,Svizzera, Grecia,Ungheria, Indonesia, Malesia… Nel 1999 ha fondato l’Associazione Teatrale “I.C.R.A. Project”. Attualmente è il direttore artistico della coop.di sperimentazione teatrale Magazzini di Fine Millennio di Napoli. Insegna MASCHERA e MIMO all’ACCADEMIA NAZIONALE D’ARTE DRAMMATICA “Silvio d’Amico” di Roma. E’ stato recentemente impegnato come docente e regista di “Commedia dell’Arte” alla Ecole “Rudra” diretta da MAURICE BEJART a Losanna.

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