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Periodico dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba Anno XXIII n°2 - Marzo 2015 - Sped. in AP D.L. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n°46 art. 1 comma 2 - DCB Milano - Reg. Trib. Torino n. 3862 del 10/12/87 el Moncada el Moncada ... e ora parliamo del blocco e di Guantánamo

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Page 1: el Moncada - Italia Cuba · 2019. 5. 9. · El rincón de Latinoamérica . - Obama dichiara il Venezuela straordinaria minaccia 19 - Venezuela, Argentina e gli artigli dei rapaci

Periodico dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Anno XXIII n°2 - Marzo 2015 - Sped. in AP D.L. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n°46 art. 1 comma 2 - DCB Milano - Reg. Trib. Torino n. 3862 del 10/12/87

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Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cubavia P. Borsieri, 4 - 20159 Milano - tel. 02680862

[email protected] - www.italia-cuba.it

Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale n°82

El MoncadaPeriodico dell’Associazione

Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Anno XXIII n° 2 - Marzo 2015

Redazione e amministrazione:Via P. Borsieri, 4 - 20159 Milano

[email protected]

Direttore responsabile:Gianfranco Ginestri

Direttore redazionale: Raúl Della Cecca

Progetto grafico e impaginazione:Camilla Sarzi

In redazione:Federico Anfusio Mauro Casagrandi

(corrispondente da La Habana) Maria Angelica Casula

Raúl Della CeccaRocco Sproviero (i Circoli)

Lucia Taddeo

Hanno collaborato a questo numero:

Miguel Barnet, Atilio Borón, Pedro Antonio García,

Arthur González, Gloria La Riva, Lito,Francisco G. Navarro, Eugenio Suárez

Pérez e Acela Caner

Editore:Politeko - Torino

Stampa:Bine Editore Group srl Milano

Sped. in AP D.L. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n°46

art. 1 comma 2 - DCB Milano - Reg. Trib. Torino

n. 3862 del 10/12/87

el Moncada è inviatogratuitamente a tutti gli associati

Tiratura di questo numero:5.000 copie

Chiuso in redazione: 10/4/2015

Editoriale 3

Discorso di Raúl Castro Ruz al III Vertice della CELAC in Costa Rica 4

Breve storia di un’usurpazione 8

Campioni del pretesto 10

Chi blocca chi? 11

Contrordine: si dirotta su Cuba 13

Il capretto che rompe il tamburo paga con la sua pelle 14

mediCuba Europa - Campagna 2015 16

Il perché della “Campagna per i bambini cubani” 17

El rincón de Latinoamérica .

- Obama dichiara il Venezuela “straordinaria minaccia” 19

- Venezuela, Argentina e gli artigli dei rapaci d’America 20

Chávez è morto o l’hanno ammazzato? 22

Documentos .

- Il primo piano per un attentato a Fidel 24

Scultori e marmi italiani nobilitano la città patrimoniale cubana 25

Dai Circoli 27

Riferimenti dei nostri Circoli 31

Sommario

el Moncadahttp://www.italia-cuba.it/el_moncada/el_moncada.htm

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cubacodice fiscale: 96233920584

NO AL BLOCCO!

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Ancora sui Cinque! Non andremo avanti a parlarneper altri 16 anni, tanti quanti ne hanno passati in car-cere ingiustamente, forse lo faremo anche oltre. Certolo faremo riassumendo di volta in volta il significatointenso del loro spirito di sacrificio per la causa, masoprattutto ribadendo, come abbiamo fatto per tantotempo, il parallelo tra il loro destino e la storia dellaCuba rivoluzionaria.Rimangano impresse insomma come le impronte rossedi cinque dita in faccia dopo uno schiaffo, le vicendeche in pochi, anche nella sinistra eurocentrica, avevanointeso come parabola rivoluzionaria rispetto ad unmondo in via di perdizione totale grazie al Capitalismoimperiale. Con brevi pillole comunicative continuere-mo a riferirci al messaggio che proviene dalla vittoriacubana del rientro dei Cinque, perché questo ci apriràancora una volta l’orizzonte dei mutamenti in attoverso un mondo migliore, che sosteniamo possibile.

A chi ha perso la speranza perché schiavo delcolonialismo culturale imperante, facciamonotare che a dispetto di tutte le accuse piovuteciaddosso per decenni di essere degli illusi, noicontinuiamo a sperare su basi concrete, con vit-torie faticose ma comprovate.

Ecco perché proprio noi dell’Associazione Nazionaledi Amicizia Italia-Cuba che ci siamo spesi tanto per lavicenda dei Cinque, festeggiamo il conferimento deltitolo di Eroi a questi compagni che hanno pagatoanche per noi e per quelli che non sanno, avendo lastri-cato di qualche altro metro la strada verso il progressi-smo.A farci notare che il nostro lavoro è stata una parteimportante di un grande sogno che si è realizzato, ci èarrivata la lettera della nuova Amba-sciatrice di Cuba in Italia, Alba Bea-tríz Soto Pimentel, che ringrazia anome dell’Ambasciata, dell’ICAP edel popolo cubano.La lettera indirizzata al nostro presi-dente perché sia inoltrata ai Circolie agli associati, mette in risalto l’in-formazione gestita dall’Associazio-ne e menziona El Moncada, dan-doci una gratificazione che cisprona a continuare per fareancora meglio di quanto abbia-mo potuto fino ad ora.Riproduciamo qui la lettera ori-ginale e sotto il testo della suatraduzione in italiano.

Un infinito ringraziamento atutti quelli che sostengono e dif-fondono El Moncada tra i sim-patizzanti progressisti. Aquanti inoltrano ai propri con-tatti l’informazione di questaredazione che oltre che conquesta rivista è diffusa con ilNotiziario AMICUBAONLINE in PDF, con lapagina FACEBOOK del-l’Associazione Nazionale,ecc., ecc.

Raúl Della Cecca

Sergio MarinoniPresidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Con il ritorno in patria dei nostri cinque eroi, ingiusta-mente incarcerati per aver combattuto il terrorismocontro Cuba, desideriamo condividere con Voi la gioiadi tutto il nostro popolo nel vedere il rientro dei suoifigli.

Questo grande evento, che è il trionfo della verità edella giustizia, a cui ci siamo appellati, tutti questi anni,dimostra la convinzione con la quale hanno lottato inostri amici dell’Associazione Nazionale di Amicizia alfianco del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, edel Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri,Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz.

L’Associazione, i suoi mezzi dicomunicazione, spe-cialmente la rivista“Moncada”, con ilsuo cuore ardente ele sue righe graffianti,non hanno mancatodi risaltare la ignomi-nia in difesa della giu-stizia insieme alle tantealtre pagine di continuoappoggio al Governo eal popolo di Cuba.

Dalla nostra Ambasciata,a nome dell’ICAP, e delnostro popolo, desideria-mo esprimere a tutti gliiscritti dell’Associazioneche rappresenti e ai suoi cir-coli di amicizia, il più sinceroriconoscimento, per il validocontributo realizzato nell’in-teresse della libertà dei nostrifratelli che raffigurano i più altivalori della dignità della Rivo-luzione cubana.

Un abbraccio fraterno,Alba Beatríz Soto Pimentel

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editoriale

I Cinque Eroi alla consegna dell'onoreficenza

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Stimato Presidente Luis GuillermoSolís;Stimate Cape e Capi di Stato o diGoverno dell'America Latina e deiCaraibi;Stimati Capi di Delegazioni e invita-ti che ci accompagnano:

La Nostra America si è addentrata inun'epoca nuova e ha avan-zato, dalla creazione dellaComunità degli Stati Lati-noamericani e Caraibici,nei suoi obiettivi di indi-pendenza, di sovranitàsulle sue risorse naturali, diintegrazione, di costruzio-ne di un nuovo ordinemondiale, di giustiziasociale e di democrazia delpopolo, dal popolo e per ilpopolo. Esiste oggi unimpegno con la giustizia econ il diritto dei popolisuperiore a quello di qua-lunque altro periodo stori-co.Tutti insieme, siamo laterza economia a livello mondiale, lazona con la seconda maggior riservapetrolifera, la maggiore biodiversitàdel pianeta e con un'alta concentra-zione delle risorse minerarie globali.Sviluppare l'unità nella diversità, l'at-tuazione coesiva e il rispetto delle dif-ferenze continuerà a essere il nostroprimo proposito e una necessità ine-ludibile, perché i problemi delmondo si aggravano e persistonograndi pericoli e forti sfide che tra-scendono le possibilità nazionali eperfino sub-regionali.Nell'ultimo decennio, le politicheeconomiche e sociali e la crescitasostenuta, ci hanno permesso diaffrontare la crisi economica globalee hanno facilitato una diminuzionedella povertà, della disoccupazione e

della disuguale distribuzione delleentrate.Le profonde trasformazioni politichee sociali portate a termine in varipaesi della regione hanno portato ladignità a milioni di famiglie che sonouscite dalla povertà.Ma la regione dell'America Latina edei Caraibi è ancora la più disuguale

del pianeta. In media, il 20% dellefamiglie con minori entrate prende il5% delle entrate totali; 167 milioni dipersone soffrono ancora della pover-tà, uno ogni cinque minori di 15 annivive nell'indigenza e il numero dianalfabeti supera i 35 milioni.La metà dei nostri giovani non haeducazione secondaria o il nonogrado di insegnamento, ma nel setto-re di minori entrate non la porta atermine il 78%. Due terzi dellanuova generazione non arrivanoall'università.Crescono le vittime del crimineorganizzato e della violenza cheminacciano la stabilità e il progressodelle nazioni.Che cosa penseranno le decine dimilioni di emarginati della democra-

zia e dei diritti umani? Quale sarà illoro giudizio sui modelli politici?Che cosa penseranno sulle leggi elet-torali? È questa la società civile cheprendono in considerazione i gover-ni e le organizzazioni internazionali?Che cosa direbbero se fossero inter-pellati sulle politiche economiche emonetarie?

Poco devono mostrare allanostra regione, su questiaspetti, molti degli Statiindustrializzati dove la metàdei loro giovani sono disoc-cupati, dove si scarica la crisisui lavoratori e sugli studen-ti i quali vengono repressi,mentre si proteggono i ban-chieri, si impedisce la sinda-calizzazione, si paga un sala-rio inferiore alle donne perlo stesso lavoro, si applicanopolitiche inumane contro gliimmigranti, cresce il razzi-smo, la xenofobia, l'estremi-smo violento e le tendenzeneofasciste, e dove i cittadininon votano perché non

vedono alternativa alla corruzionedella politica o sanno che le promes-se elettorali vengono dimenticatemolto presto.Per raggiungere il cosiddetto inseri-mento sociale e la sostenibilitàambientale, dovremo creare unavisione propria sui sistemi economi-ci, sui modelli di produzione e diconsumo, sulla relazione tra la cresci-ta economica e lo sviluppo e, anche,sull'efficacia dei modelli politici.Dobbiamo superare le brecce strut-turali, assicurare educazione gratuitae di alta qualità, copertura universalee gratuita della salute, previdenzasociale per tutti, uguaglianza diopportunità, ottenere l'eserciziopieno di tutti i diritti umani per tuttele persone.

Discorso del Generaledell’Esercito Raúl Castro RuzPrimo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba ePresidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri, al III Vertice della CELAC,Costa Rica, 28 gennaio 2015, “Anno 57 della Rivoluzione”

Mettiamo in risalto il primo intervento di Raúl Castro in un importantissimocontesto internazionale dopo l’apertura del nuovo percorso di rapporti con gliStati Uniti. Ogni singolo argomento trattato nel discorso assume un significa-to esplicativo per capire la posizione della dirigenza cubana in questa fasestorica

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All’interno di tali sforzi, sarà undovere elementare la solidarietà e ladifesa degli interessi dei Caraibi e, inparticolare, di Haiti.Occorre un nuovo ordine economi-co, finanziario e monetario interna-zionale, dove abbiano capacità epriorità gli interessi e le necessità deipaesi del Sud e delle maggioranze,dove non prevalgano quelli cheimpongono la concentrazione delcapitale e il neoliberalismo.L'Agenda di Sviluppo dopo il 2015deve offrire soluzioni ai problemistrutturali delle economie dellaregione e generare i cambiamentiche conducano allo sviluppo sosteni-bile.È anche imprescindibilecostruire un mondo di pace,senza il quale è impossibile losviluppo, retto dai Principidella Carta delle NazioniUnite e del Diritto Interna-zionale.La firma effettuata dai Capidi Stato e di Governo delProclama dell'America Lati-na e dei Caraibi come Zonadi Pace, ha significato unpasso storico e offre un riferi-mento per le relazioni tra inostri Stati e con il resto delmondo.La solidarietà nella NostraAmerica sarà decisiva per fareavanzare gli interessi comuni.Esprimiamo un’energicacondanna alle inaccettabili eingiustificate sanzioni unilate-rali imposte alla RepubblicaBolivariana del Venezuela e al conti-nuo intervento esterno diretto acreare un clima di instabilità in quel-la nazione sorella. Cuba, che conosceprofondamente tutte quelle storieper averle sofferte per oltre 50 anni,ribadisce il suo più deciso sostegnoalla Rivoluzione Bolivariana e allegittimo Governo condotto dal Pre-sidente Nicolás Maduro Moros.Ci uniamo alla Repubblica Argenti-na nel suo reclamo delle Isole Malvi-nas, della Georgia del Sud e delleSandwich del Sud, e degli spazimarittimi circostanti. Sosteniamo lanazione sud-americana e la sua Pre-sidentessa Cristina Fernández, cheaffronta gli attacchi dei fondi specu-lativi e le decisioni di corti venali, cheviolano la sovranità di quel paese.Riaffermiamo la solidarietà con ilpopolo e il Governo dell'Ecuador,presieduto da Rafael Correa, inappoggio alle sue richieste di ripara-zione per i danni ambientali provoca-ti dalla multinazionale Chevron nel-l'Amazzonia ecuadoriana.Come abbiamo detto in altre occa-sioni, la Comunità sarà incompletafino a quando mancherà PuertoRico. La sua situazione coloniale èinammissibile, e il suo carattere lati-noamericano e caraibico non lascialuogo a dubbi.Nel processo di pace della Colom-bia, sono significativi gli accordi rag-

giunti dal Governo e dalle ForzeArmate Rivoluzionarie della Colom-bia-Esercito del Popolo al Tavolo deiColloqui che si svolgono a La Haba-na. Mai prima si era avanzato tantonella direzione di raggiungere lapace. Cuba, nella sua condizione digarante e di sede di questi colloqui,proseguirà a offrire le agevolazioninecessarie e a contribuire per quantopossibile alla fine del conflitto e allacostruzione di una pace giusta eduratura nella sorella Colombia.Daremo un risoluto sostegno, comeavvenuto fino a ora, al giusto reclamodei paesi dei Caraibi di indennizzoper i danni della schiavitù e del colo-

nialismo, così come ci opporremorisolutamente alla decisione di pri-varli di risorse finanziarie imprescin-dibili con pretesti tecnocratici pre-tendendo di considerarli a redditomedio.Salutiamo gli eccellenti progressiraggiunti nel Forum CELAC-Cina ei legami della regione con il gruppoBRICS.Ribadiamo la preoccupazione per leenormi e crescenti spese militariimposte al mondo dagli Stati Uniti edalla NATO, come pure il tentativodi estendere l'aggressiva presenza diquesta fino alle frontiere della Rus-sia, con la quale abbiamo storiche efraterne relazioni, mutuamente van-taggiose. Dichiariamo un’energicaopposizione all'imposizione di san-zioni unilaterali e ingiuste controquella nazione.La crescente aggressività della dottri-na militare della NATO e lo sviluppodi guerre non convenzionali, che giàhanno avuto devastanti conseguenzee gravi strascichi, minacciano la pacee la sicurezza internazionale.Per Cuba, il principio di uguaglianzasovrana degli Stati e di autodetermi-nazione dei paesi è irrinunciabile.L'Assemblea Generale dell'Organiz-zazione delle Nazioni Unite deveusare le sue facoltà per preservare lapace e la sicurezza internazionali difronte alla doppia morale, ad eccessi

e omissioni del Consiglio di Sicurez-za.Non si deve più aspettare per assicu-rare il pieno diritto a essere rappre-sentata alla Palestina, a cui esprimia-mo la solidarietà del popolo e delGoverno cubani. Deve cessare il vetonel Consiglio di Sicurezza per garan-tire impunità ai crimini di Israele.L’Africa, dove ci sono anche lenostre radici, non ha bisogno di con-sigli né di intromissioni, bensì di tra-sferimento di risorse finanziarie, tec-nologia e un giusto trattamento.Difenderemo sempre gli interessilegittimi delle nazioni con le qualiabbiamo lottato spalla a spalla contro

il colonialismo e con-tro l'apartheid e conle quali sosteniamofraterne relazioni ecooperazione. Ricor-deremo sempre laloro immutabile soli-darietà e sostegno.La voce di Cubadifenderà senza sostale cause giuste e gliinteressi dei paesi delSud e sarà leale ailoro obiettivi e posi-zioni comuni sapen-do che la Patria èl’Umanità. La politi-ca estera della Rivolu-zione cubana conti-nuerà a essere fedeleai suoi principi.

Stimate e stimati col-leghi:

Lo scorso 17 dicembre sono tornatinella loro Patria i combattenti cuba-ni antiterroristi Gerardo Hernández,Ramón Labañino e Antonio Guerre-ro che, insieme a Fernando Gonzá-lez e René González, sono per noimotivo di orgoglio ed esempio di fer-mezza.Il Presidente degli Stati Uniti hariconosciuto il fallimento della politi-ca contro Cuba applicata per oltrecinquant’anni e il completo isola-mento che ha provocato al suo paese;il danno che il blocco causa al nostropopolo e ha ordinato la revisione del-l'ovviamente ingiustificabile inseri-mento dell'isola nella Lista dei PaesiPatrocinatori del Terrorismo Inter-nazionale.Quel giorno, ha annunciato anche ladecisione di ristabilire le relazionidiplomatiche degli Stati Uniti con ilnostro Governo.Questi cambiamenti sono il risultatodi quasi un secolo e mezzo di eroicalotta e di fedeltà ai principi del popo-lo cubano. Sono stati anche possibiligrazie alla nuova epoca che vive lanostra regione, e al solido e coraggio-so reclamo dei Governi e dei popolidella CELAC.Sono stati una rivendicazione per laNostra America che ha agito in stret-ta unione per questo obiettivo nel-l'Organizzazione dalle Nazioni Unitee in tutti gli ambiti.

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Raúl Castro Ruz e Bruno Rodríguez Parrilla, ministro degli esteri diCuba

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Preceduti dal Vertice dell'ALBA aCumaná, in Venezuela, i dibattitisostenuti nel 2009 nel Vertice delleAmeriche a Port-of-Spain, a Trini-dad y Tobago, hanno portato il Presi-dente Obama, appena eletto, a predi-sporre un nuovo inizio con Cuba.A Cartagena, in Colombia, nel 2012,si era prodotta una forte discussionecon un progetto unani-me e categorico controil blocco, occasione incui un importante diri-gente nordamericanofece riferimento allastessa come il grandefallimento di Cartagenao disastro – era stato iltermine esatto - e si eradibattuto sull'esclusionedi Cuba da questi even-ti. L’Ecuador, comeprotesta, aveva deciso dinon partecipare. IlVenezuela, il Nicaraguae la Bolivia dissero chenon avrebbero più par-tecipato a un altro Verti-ce senza Cuba e hannoricevuto il sostegno diBrasile, Argentina eUruguay. La Comunitàdei Caraibi aveva assunto un’identi-ca posizione. Il Messico e le restantinazioni si erano pronunciate allostesso modo.Il Presidente panamense, Juan Car-los Varela, prima della sua entrata incarica, ha fatto sapere con determi-nazione che avrebbe invitato Cuba, apieno diritto e uguaglianza di condi-zioni, al VII Vertice delle Americhe ecosì ha fatto. Immediatamente Cubaha dichiarato che avrebbe partecipa-to.È stata dimostrata la sicurezza diMartí quando ha scritto che “unprincipio giusto, dal fondo di unagrotta, vale più di un esercito(Applausi).A tutti i presenti esprimo la più pro-fonda gratitudine di Cuba.Ai 188 Stati che votano contro ilblocco nelle Nazioni Unite, a quelliche hanno fatto un reclamo similenell'Assemblea Generale, nei Vertici

e nelle Conferenze internazionali e atutti i movimenti popolari, forze poli-tiche, parlamenti e personalità che sisono mobilitati instancabilmente suquesto obiettivo, va un ringrazia-mento sincero a nome della Nazio-ne.Al popolo degli Stati Uniti che hamanifestato una crescente opposizio-

ne alla politica di blocco e di ostilità,di oltre cinquant’anni, ribadisco pureil nostro ringraziamento e amichevo-li sentimenti.Questi risultati dimostrano chegoverni che hanno profonde diffe-renze possono trovare soluzione aiproblemi mediante un dialogorispettoso e scambi di opinioni, basa-ti sull'uguaglianza sovrana e sullareciprocità, a favore delle loro rispet-tive nazioni.Come ho affermato ripetutamente,Cuba e Stati Uniti devono impararel'arte della convivenza civile, basatasul rispetto delle diversità tra i dueGoverni e sulla cooperazione in temidi interesse comune che contribuiscaalla soluzione delle sfide che affron-tano il continente e il mondo.Ma non si deve pretendere che, perquesto, Cuba debba rinunciare aisuoi ideali di indipendenza e di giu-stizia sociale, né venir meno a uno

solo dei suoi principi, né cedere di unmillimetro nella difesa della sovrani-tà nazionale.Non ci lasceremo provocare, maneppure accetteremo qualsiasi prete-sa di consigliare né di fare pressioniin materia dei nostri affari interni. Cisiamo guadagnati questo dirittosovrano con grandi sacrifici e al costo

dei maggioririschi.Si potrebberoforse ristabilire lerelazioni diplo-matiche senzariallacciare i ser-vizi finanziari allaSezione di Inte-ressi di Cuba e alsuo Ufficio Con-solare a Washin-gton, tagliati inconseguenza delblocco finanzia-rio? Come spie-gare il ristabili-mento delle rela-zioni diplomati-che senza che sitolga Cuba dallaLista degli StatiPatrocinatori del

Terrorismo Internazionale? Qualesarà, in futuro, la condotta dei diplo-matici statunitensi a La Habanarispetto all'osservanza delle normestabilite dalle Convenzioni Interna-zionali per le Relazioni Diplomatichee Consolari? È quello che la nostradelegazione ha detto al Dipartimen-to di Stato nei colloqui bilaterali dellasettimana scorsa e saranno necessa-rie altre riunioni per trattare questitemi.Abbiamo condiviso con il Presidentedegli Stati Uniti la disponibilità aprocedere verso la normalizzazionedelle relazioni bilaterali, una voltache siano ristabilite le relazioni diplo-matiche, fatto che implica di adotta-re misure reciproche per migliorare ilclima tra i due paesi, di risolvere altriproblemi pendenti e di avanzarenella cooperazione.La situazione attuale apre, modesta-mente, un'opportunità al continentedi trovare nuove e superiori forme dicooperazione che convengano alledue Americhe. Questo permettereb-be di risolvere pressanti problemi epercorrere nuove strade.Il testo del Proclama dell'AmericaLatina e dei Caraibi come Zona diPace costituisce la piattaforma indi-spensabile per questo, compreso ilriconoscimento del fatto che ogniStato ha il diritto inalienabile di sce-gliere il suo sistema politico, econo-mico, sociale e culturale, senza inge-renza di qualsiasi tipo da parte di unaltro Stato, aspetto che costituisce unprincipio irrinunciabile del DirittoInternazionale.Il problema principale non è statorisolto. Il blocco economico, com-merciale e finanziario che provocaenormi danni umani ed economiciA margine del vertice

Fermo immagine da TeleSur

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ed è una violazione del Diritto Inter-nazionale, deve cessare.Ricordo il memorandum del sottose-gretario Mallory, dell’aprile 1960che, in mancanza di un'opposizionepolitica effettiva, presupponeval'obiettivo di creare a Cuba fame,disperazione e sofferenza per provo-care il rovesciamento del Governorivoluzionario. Ora, tutto sembraindicare che l'obiettivo sia di pro-muovere un'opposizione politicaartificiale attraverso mezzi economi-ci, politici e di comunicazione.Il ristabilimento delle relazioni diplo-matiche è l'inizio di un processoverso la normalizzazione delle rela-zioni bilaterali, ma questo non saràpossibile fino a quando esisterà ilblocco, fino a quando non sarà resti-tuito il territorio illegalmente occu-pato dalla Base Navale di Guantána-mo (Applausi), fino a quando nonfiniscano le trasmissioni radiofonichee televisive che violano le normeinternazionali, fino a quando non cisarà la giusta compensazione alnostro popolo per i danni umani edeconomici che ha sofferto.Non sarebbe etico, né giusto néaccettabile che si chiedesse a Cubasenza nulla in cambio. Se non sirisolvono questi problemi, questoavvicinamento diplomatico tra Cubae Stati Uniti non ha senso.Non ci si può attendere neanche cheCuba accetti di negoziare gli aspetticitati con i nostri affari interni, asso-lutamente sovrani.Si è potuto procedere in questirecenti negoziati perché ci siamotrattati reciprocamente con rispetto,da uguagli. Per continuare a proce-dere, dovrà essere così.Abbiamo seguito con attenzionel'annuncio del Presidente degli StatiUniti di alcune decisioni esecutiveper modificare certi aspetti dell'ap-plicazione del blocco.Le misure pubblicate sono moltolimitate. Persistono la proibizione dicrediti, dell'uso del dollaro nellenostre transazioni finanziarie inter-nazionali; sono impediti i viaggi indi-viduali di nordamericani sotto lalicenza per i cosiddetti scambi“popolo a popolo”, si condizionanoquesti a fini sovversivi e si impedisco-no pure che viaggino per via maritti-ma. Continua a essere proibito l'ac-quisto in altri mercati di apparec-chiature e di tecnologie che abbianopiù del 10% di componenti norda-mericani e le importazioni dagli StatiUniti di merci che contengano mate-rie prime cubane, tra moltissimealtre cose.Il Presidente Barack Obama potreb-be utilizzare con determinazione lesue ampie facoltà esecutive permodificare sostanzialmente l'applica-zione del blocco, quello che è inmano sua poter fare, anche senza ladecisione del Congresso.Potrebbe permettere in altri settoridell'economia tutto quello che haautorizzato nell'ambito delle teleco-

municazioni con evidenti obiettivi diinfluenza politica a Cuba.È stata significativa la sua decisionedi sostenere un dibattito con il Con-gresso con l'obiettivo dell'eliminazio-

ne del blocco.I portavoce del governo nordameri-cano sono stati chiari nel precisareche ora cambiano i metodi, ma nongli obiettivi della politica, e insistonoin azioni di ingerenza nei nostri affa-ri interni che non accettiamo. Lecontroparti statunitensi non sidovrebbero proporre di avere rela-zioni con la società cubana come sea Cuba non ci fosse un Governosovrano (Applausi).Nessuno potrebbe sognare che lanuova politica che si annuncia accet-ti l'esistenza di una Rivoluzionesocialista a 90 miglia dalla Florida.Si vuole che nel Vertice delle Ameri-che di Panama ci sia la cosiddettasocietà civile e questo è ciò che Cubaha sempre condiviso. Protestiamoper quello che è successo nella Con-ferenza dell'Organizzazione Mondia-le del Commercio a Seattle, nel Ver-tice delle Americhe di Miami e delQuebec, nel Vertice del Cambiamen-to Climatico di Copenhagen, oquando si riunisce il G-7 o il FondoMonetario Internazionale, che sonostati effettuati dietro recinti di accia-io, sotto una brutale repressione poli-ziesca, confinata a decine di chilome-tri degli eventi.Indubbiamente la società civilecubana parteciperà e io spero chenon ci siano restrizioni per le orga-nizzazioni non governative del nostropaese che ovviamente non hanno, néinteressa loro avere, nessuno statusnell'OEA ma che hanno il riconosci-mento dell'ONU.Spero di potere vedere a Panama imovimenti popolari e le Organizza-zioni Non Governative che si batto-no per il disarmo nucleare, gliambientalisti, contro il neoliberali-smo, gli Occupy Wall Street e gliIndignati di questa regione, gli stu-

denti universitari e secondari, i con-tadini, i sindacati, le comunità origi-narie, le organizzazioni che si oppon-gono all'inquinamento degli scisti,quelle patrocinatrici dei diritti degli

immigranti, quelle che denuncianola tortura, le esecuzioni extragiudi-ziali, la brutalità poliziesca, le prati-che razziste, quelle che reclamanoper le donne un salario uguale per unlavoro uguale, quelle che esigonoindennizzi per i danni dalle compa-gnie multinazionali.Tuttavia, gli annunci realizzati il 17dicembre hanno suscitato un ricono-scimento mondiale e il PresidenteObama ha ricevuto per ciò un gran-dissimo sostegno nel suo paese.Alcune forze negli Stati Uniti cerche-ranno di far fallire questo processoche inizia. Sono gli stessi nemici diuna relazione giusta degli Stati Uniticon l’America Latina e i Caraibi,sono quelli che intorpidiscono lerelazioni bilaterali di molti paesi dellanostra regione con quella nazione.Sono sempre quelli che ricattano eche fanno pressioni.Sappiamo che la sospensione delblocco sarà una strada lunga e diffi-cile che richiederà il sostegno, lamobilitazione e l'azione risoluta ditutte le persone di buona volontànegli Stati Uniti e nel mondo; l'ap-provazione da parte dell'AssembleaGenerale delle Nazioni Unite, nellasua prossima sessione, della risolu-zione che reclama di porre fine e,molto in particolare, dell'azionecombinata della Nostra America.

Stimate Cape e Capi di Stato eGoverno:Stimati amici:Ci congratuliamo con il Costa Rica,con il Presidente Solís e il suo Gover-no per il lavoro sviluppato alla testadella CELAC. Diamo il benvenuto epresteremo pieno appoggio all'Ecua-dor e al Presidente Correa che pre-siederà la Comunità nel 2015.Molte grazie (Applausi).

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L’ultimatum dell’impero era statochiaro: come condizione inevitabileper ritirare l'occupazione militare nel1902, non si poteva rimuovere una vir-gola all’Emendamento Platt, che èstato imposto come appendice allaCostituzione del 1901.Anche se Salva-dor Cisneros Betancourt aveva avverti-to che l’approvazione “è in assolutaopposizione (...) alla nostra indipen-denza, asservendo per sempre il desti-no dei cubani a venire”, nella riunionesegreta del 12 giugno 1901, dei 27delegati presenti, 16 votarono per l'ac-cettazione.Con tale emendamento, Cuba consen-tiva che gli Stati Uniti potessero eserci-tare il diritto di intervenire “per la sal-vaguardia dell'indipendenza cubana”.In un’altra sezione, tanto lesivaper la sovranità nazionale come laprecedente, si stabiliva che “perporre gli Stati Uniti in condizionidi mantenere l'indipendenza diCuba e proteggere la popolazione,oltre che per la propria difesa, ilgoverno di Cuba venderà o affitte-rà agli Stati Uniti i terreni neces-sari per carbonaie o stazioni nava-li in alcuni punti specifici”.Su quest’ultimo punto, ancorauna volta si alzò la voce di Cisne-ros Betancourt per esprimere:«Che astuti sono e come si interes-sano per i propri beni! ... Sidimentica che con questa condizioneinvadono il territorio cubano, che è incontrasto con l’intero primo articolo.”Il valoroso si riferiva a all’Emenda-mento Platt, dove si legge: “il Governodi Cuba non definirà nessun trattato oaltro accordo con un potere o potenzestraniere che compromettano o possa-no mettere in pericolo l’indipendenzadi Cuba, né in alcun modo autorizzi oconsenta a qualsiasi potere o potenzastraniera di ottenere per colonizzazio-ne o per scopi militari o navali o inaltro modo, la sicurezza o il controllosu qualsiasi parte di detta isola.”Una volta stabilita l'indipendenza for-male, il 20 maggio 1902, Washingtonfece pressioni sul governo di EstradaPalma per firmare i trattati che l'emen-damento stipulava come obbligatori. Il16 febbraio 1903 a La Habana e il 23dello stesso mese nella capitale degliStati Uniti, si sottoscrisse il contratto

per la locazione dei terreni a Guantá-namo e a Bahia Honda.Nove anni dopo, l’accordo sui terrenidi Bahia Honda fu rescisso perché gliStati Uniti erano più interessati aespandere l’area di Guantánamo, chehanno poi chiamato “stazione navale”.Nel 1943 cambiò la sua denominazio-ne in “base navale delle operazioni; dal1952 il suo nome ufficiale è base nava-le, che mantiene la sua estensione apoco più di 117 chilometri quadrati,quasi la metà di terra ferma e un quar-to, di paludi. La linea costiera si esten-de per circa 17 chilometri.

Proteggere il popolo cubano?Mai l’attuale base navale è servita apreservare l'indipendenza di Cuba,

piuttosto costituiva “un trampolino dilancio per le agressioni”, come la defi-nisce lo storico René González Bar-rios. Pochi giorni dopo lo scoppio dellaprotesta armata degli Indipendenti diColore (maggio 1912), 750 marinessbarcarono nella Base. Da là 250 mar-ciarono a Daiquiri e 50 a El Cobre perproteggere le proprietà yankees. Poisono arrivati più effettivi e più di 2.500sono stati schierati lungo l’enclavemilitare, lungo la linea ferroviariaguantanamera, che ovviamente appar-teneva a una società del nord.Cinque anni più tardi, con la rivoltadei liberali, nota come “la piccola guer-ra di La Chambelona” migliaia dimarines e di soldati hanno usato laBase come un trampolino di lancio perdislocare truppe a Camagüey e aOriente; nel 1918 c’erano ancora30.000 di loro a guardia delle proprie-tà yankees.

Una base navale o altro?Come la Casa del Sole Nascente delsud statunitense, che denunciava unacanzone di Eric Burdon and The Ani-mals, nel 1960, la Base Navale eradiventata la tana di corruzione e mise-ria per ragazzi e ragazze. Diverse sonostate le pandemie che proliferavano neivillaggi attorno a causa della vicinanzadell’enclave militare: il gioco d'azzardo,la prostituzione, la tossicodipendenza,il contrabbando di tutti i tipi, la pedo-filia. Secondo gli storici locali, c’erano27 bordelli operanti nella zona, cheospitava più di cinquecento prostitute,senza contare i postriboli clandestiniquasi sempre volti a prostitute nere,perché nessun bordello poteva inclu-

derle nel libro paga, secondo unalegge mai scritta.Tre medici atten-devano alla sanità in questi stabili-menti perché non “contagiassero”le truppe di stanza alla Base, ma aCaimanera, la città più vicina, nes-sun medico era stanziale, se nonuno che veniva settimanalmente daun’altra città alla Casa di Soccorso.Recentemente l'autore di questerighe, insieme con i membri delComitato Esecutivo Nazionale del-l’Unione degli storici ha visitatoCaimanera e constatato che oggi vifunziona un policlinico integrato,una clinica infantile e 13 consulto-

ri di medici di famiglia, cui attendono30 operatori della salute.

Tempi di RivoluzioneIl governo dei 100 giorni è stato l’uni-co nei primi quattro decenni del XXsecolo che ha ripudiato l’Emendamen-to Platt. Anche se Washington è statadeterminante nella caduta di quelgoverno, si rese conto che l'emenda-mento era ormai obsoleto e andavasostituito con nuovi meccanismi neo-coloniali. Il 29 maggio 1934, alla sotto-scrizione del Trattato di relazioni traCuba e gli Stati Uniti, si aboliva il trat-tato Permanente del 1903, come adire, l'Emendamento Platt formalizza-to da un accordo tra i governi e noncome mera appendice costituzionale.Ma si convalidava la permanenza dellaBase Navale di Guantánamo Bayimposta senza limiti di data.Come molti storici dicono, da Emilio

Base Navale diGuantánamo: breve storia di un’usurpazionePedro Antonio García

Una delle rivendicazioni storiche del popolo cubano in contrasto con il colo-nialismo e l’arroganza nordamericane

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Roig de Leuchsenring a René Gonzá-lez Barrios, l’emenda-mento, se ne andavama lasciava la Basenavale, le economiesoggiogate dai trattatidi reciproco commer-cio (1934) e le quotedi zucchero, e pro-consoli alla manieradi Jefferson Caffery.Per l’affitto dellaBase, gli Stati Unitipagarono da poco piùdi 3 milioni di dollaril’anno (1934) a circa4 milioni, che è quan-to stabilito oggi.Nel gennaio 1959 un

funzionario del governo rivoluzionario,senza consultazione, avevaaccettato il pagamentomensile. Da febbraio, quan-do Fidel assunse il ruolocome primo ministro, vennerespinto il recupero di qual-siasi somma, perché quelloche è richiesto da Cuba è larestituzione di quel territo-rio.Negli ultimi anni la Basenavale di Guantánamo èservita solo a provocazionicontro il nostro paese, chesono costate la vita a nume-rosi connazionali guardia-frontiere, e più recentemen-te come un campo di con-

centramento per gli immigrati haitianie cubani illegali e prigionieri delleguerre intraprese in questi ultimi annidagli Stati Uniti.Cuba ha chiesto la restituzione di quelterritorio in vari organismi internazio-nali e non cesserà di farlo fino a ricon-quistare la piena sovranità di quellaparte del nostro paese. Come ha dettoFidel, "la Base navale è un pugnaleinfilato nel cuore della terra cubana ...Base che non andremo a rimuoverecon la forza, ma pezzo di terra al qualenon rinunceremo mai".

Fonti: Historia de la Enmienda Platt,di Emilio Roig de Leuchsenring, e UnMaine detenido en el tiempo, di RenéGonzález Barrio

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SSttaattii UUnniittii ffuuoorrii ddaa GGuuaannttáánnaammoo

Il governo degli Stati Uniti ha dichia-rato che intende chiudere il centro ditortura installato a Guantánamo, manon intende rendere a Cuba questoterritorio, occupato militarmentedalla fine del XIX secolo. Le ragionisono insostenibili: dicono che la basemilitare di Guantánamo è importan-te per gli Stati Uniti. Al di là che labase non ha alcuna importanza mili-tare - tranne il centro di tortura – que-sto non concede alcun diritto agliUSA per mantenere l’occupazione diparte del territorio cubano, come se lenecessità statunitensi potessero esseresuperiori alla sovranità di Cuba.Gli Stati Uniti si comportano come sefossero padroni naturali di un territo-rio acquisito militarmente, senzadiscutere. Si comportano come sel'occupazione militare desse dirittoalla proprietà di un territorio che nonappartiene.E’ stata una chiara occupazione mili-tare quella condotta dagli Stati Unitiquando intervennero nel momento incui Cuba stava battendo la decadentepotenza coloniale spagnola, alla finedel XIX secolo, con il pretesto dipacificare il conflitto,quando quello che real-mente volevano erabloccare l’indipendenzadi Cuba. L'appropria-zione di Guantánamo,mediante un contrattoimposto, per un secolo,ha contribuito a denun-ciare il carattere neoco-loniale dell’interventonordamericano, cheinoltre era quello disovraintendere alla tute-la dei governi di Cubaper tutta la prima metà

del XX secolo, caratterizzato comeun periodo neocoloniale. Cuba hapotuto realizzare il suo desiderionazionale solo con la Rivoluzionecubana del 1959, per la quale hadovuto sconfiggere e rovesciare ilregime di Fulgencio Batista, che rap-presentava gli interessi statunitensinell'isola.Quella di Guantánamo era un’azioneparallela a quella del Canale di Pana-ma. Dopo aver indotto la separazionedel territorio di Panama dalla Colom-bia, gli Stati Uniti ripresero immedia-tamente il fallito progetto francese dicostruzione del canale. Lo completa-rono, rivelando quale fosse il signifi-cato della separazione di Panama. Eimposero un contratto di controllodel territorio del canale per un seco-lo da parte degli Stati Uniti, oltre aintrodurre il dollaro come moneta,per confermare il carattere neocolo-niale di tutta l'operazione.Quando si avvicinava la scadenza delsecolo di occupazione del canale, ilpresidente nazionalista panamenseOmar Torrijos, impedi che, dato difatto, gli Stati Uniti estendessero a

tempo indeter-minato l’occu-pazione dellaZona del Cana-le. Sono stati poifirmati accordiche prevedonola devoluzionedel controllo delcanale al gover-no di Panamá,cosa che si èconclusa con-cretamente allafine del ventesi-mo secolo.

Cuba è arrivata, in un determinatomomento, a non porre la restituzionedel territorio di Guantánamo comecondizione per il ripristino delle rela-zioni tra i due paesi, in un gesto dibuona volontà. Ma ora, in occasionedella riunione della CELAC, a SanJosé de Costa Rica, il presidente diCuba Raúl Castro, ha inserito la resti-tuzione di Guantánamo, come unadelle condizioni per l'effettiva norma-lizzazione delle relazioni tra i governidi Cuba e degli Stati Uniti.Nel momento in cui il governo degliStati Uniti fa il suo elenco di condi-zioni che intende imporre a Cuba,ignora la più ovvia questione in sospe-so: il ritiro definitivo e totale dal terri-torio di Guantánamo e la sua restitu-zione al governo di Cuba. I nordame-ricani non hanno argomenti che pos-sano essere invocati pubblicamenteper non rendere quel territorio. Leloro presunte esigenze militari comepotenza imperiale sono loro e nonhanno un perché per essere assunteda altri paesi, meno ancora da Cuba,vittima di questa aggressione e dimolte altre.Con la sconfitta e il ripristino dellerelazioni diplomatiche tra Cuba eStati Uniti, ora si tratta che terminidefinitivamente e completamente ilblocco e che Guantánamo sia restitui-ta a Cuba, dato che non avrebbedovuto essere presa.

* Emir Simão Sader è professore difilosofia politica alle università di SanPaolo e di Rio de Janero. E’ statoricercatore del Centro Studi Socioe-conomici in Cile. Brasiliano, di origi-ne libanese, è uno dei divulgatori delpensiero di Gramsci in Sud America

Emir Sader

Emir Simão Sader *

Rievocare la restituzione di altri territori occupati da parte degli StatiUniti per sostenere che anche Cuba può reclamare il ritorno alla suatotale integrità

Il libro UN MAINE DETENIDOEN EL TIEMPO

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Per anni, milioni di persone hannoconosciuto i pretesti utilizzati dagli StatiUniti per giustificare le sue aggressionimilitari, ma pochi ricordano che uno deipiù spregevole è stato utilizzato nel 1898per dichiarare guerra alla Spagna epoter ottenere Cuba, sogno che ancoraperdura nelle menti contorte di alcunifunzionari yankee. Ancora sono vive leimmagini cinematografiche dei dueaerei commerciali che impattano leTorri Gemelle di New York, fotografiache nessuno ha potuto spiegare da qualitelecamere siano state prese, perché laqualità è molto distante da quella impie-gata nei sistemi di sicurezza.Quel colpo “terrorista” è stato il prete-sto per la guerra contro l'Afghanistan,paese che soffre ancora l'invasione degliStati Uniti, nonostante il fine dei milita-ri fosse solo la cattura e la morte dell’ideologo di queste azioni terroristiche,Bin Laden, qualcosa di già raggiunto, edel suo luogotenente Mullah Omar, delquale non si è mai più parlato.Un altro dei pretesti recenti è ricordatocome “la grande menzogna di Bush”che, accusando l'Iraq di avere armi chi-miche ha trascinato nella sua avventuraguerrafondaia i suoi alleati della NATO.La fine è nota e taciuta: era un’invenzio-ne per invadere uno dei paesi maggioriproduttori di petrolio al mondo.La Libia e la fantasiosa repressioneeffettuata dal Presidente MuammarGheddafi contro la sua popolazione, siaggiungono alla lunga lista di pretesti.Quel presidente godeva del sostegnopopolare, era riuscito a unire un paeseformato da molte tribù e negli ultimianni della sua vita è stato un alleato del-l'Occidente.L'assassinio del leader libico non è statocondannato da nessuno, tanto meno da

coloro che difendo-no i diritti umani eattaccano con fie-rezza i processi equicontro “oppositorio dissidenti” pagatidalla Casa Bianca.La crisi provocatain Siria, e la più recente in Ucraina, siaggiungono alla lunga lista di pretestiutilizzati da Washington.Per quanto riguarda Cuba, il 15 febbra-io 2014 si sono compiuti 117 anni dalcriminale pretesto artificioso per giusti-ficare la dichiarazione di guerra controla Spagna, ed entrare nel conflitto dellalotta dei cubani contro gli spagnoli perottenere la loro libertà.Per raggiungere questo obiettivo, gliStati Uniti hanno ideato una visita“amichevole” a La Habana della coraz-zata Maine, con 354 membri dell'equi-paggio a bordo, il 25 gennaio 1898.Il 15 febbraio alle 21.40 una forte esplo-sione scosse la capitale cubana; il luogodell’avvenimento fu la corazzata ameri-cana dove morirono 266 marinai e solodue ufficiali, il resto era a terra a unacena organizzata dagli spagnoli.Tutto era stato pianificato e subito furo-no accusati gli spagnoli di aver messouna mina subacquea, dando forse inizioalla prima campagna mediatica nellastoria.Il 19 aprile 1898 fu approvata dallaCamera dei Rappresentanti e del Sena-to degli Stati Uniti, la risoluzione comu-ne su Cuba, convertita in legge quandofu firmata dal presidente WilliamMcKinley.Due giorni dopo veniva comandato ilblocco navale di Cuba e bloccati i suoiporti principali. Si iniziava l’intromissio-ne negli affari cubani per impadronirsi

dell’amata Perla delleAntille.La crociata intrapresadai tabloid cercò diinculcare l’idea dellacolpa della Spagna ediversi storici hannoseguito lo stesso percor-

so, accogliendo i risultati della commis-sione d'inchiesta, ma la verità non puòessere occultata e come il sole sempreviene alla luce.Il 13 marzo 1961, 63 anni dopo l’orren-do delitto, il Generale Lyman L. Lem-nitzer, presidente del Joint Chiefs ofStaff statunitense propose al segretarioalla Difesa Robert S. McNamara, ungruppo di azioni per giustificare un’in-vasione delle forze armate statunitensi aCuba.Il documento classificato come “TopSecret Special Handlin NOFORN”proponeva tra gli altri compiti, quelloche spiega il dilemma.Ai sensi del paragrafo 3, proponetestualmente:“3. Organizzare un’operazione simile aquella della corazzata Maine. A tal finesi potrebbe far esplodere una nave statu-nitense a Guantánamo Bay e incolpareCuba dell’azione”.Questo memorandum è stato declassifi-cato il 21 maggio 1984 e si intitola“Giustificazioni per l’intervento militarea Cuba”.Non è propaganda pro-castrista, è laverità molte volte sconosciuta che dimo-stra ancora una volta quello che sono ingrado di fare per raggiungere i loroscopi.Davanti a questo ricordiamo l’ApostoloJosé Martí, quando saggiamente disse:“Scoprire una verità fa gioire tantoquanto vedere nascere un figlio”.

Campioni del pretestoDagli Stati Uniti un’infinita serie di scuse per condizionare il consenso adavere via libera alle aggressioni. Cinismo e disprezzo della vita anche dei pro-pri cittadini è una storica pratica nordamericana. Cuba: il Maine e la Baia diGuantánamo Arthur González

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L'attentato del Maine con 266morti

UUNN AALLTTRROO AAGGEENNTTEE AALLLL’’AAVVAANNAALLee aavvvveennttuurree ddii uunn iinnffiillttrraattoo ddeellllaa CCIIAA

Oggigiorno centinaia di Organiz-zazioni Non Governative (ONG)e Organizzazioni della SocietàCivile (OSC) operano come fac-ciata per le attività dei servizisegreti degli Stati Uniti in Ameri-ca Latina, usurpando i simbolidella lotta anticapitalista e dellebattaglie per l’eguaglianza socialee per i Diritti Umani. Si sonoappropriati del linguaggio della

sinistra e lo usano senza scrupolia favore di quegli stessi interessiche dicono di combattere.Il sistema di organizzazioni pre-sente a Cuba ha lo scopo diabbattere il sistema socialista,creando la garanzia futura dellademocrazia, un Think Tank dellanuova destra cubana, capace diformare quadri dirigenti, prepa-rare cittadini “democratici”, dare

vita a un immaginario collettivoche impedisca il ritorno delleidee socialiste nel paese, attraver-so l’educazione della gioventù aivalori della destra cattolica eultraconservatrice.Raúl Capote con la storia dellasua doppia vita di agente segretosvela i meccanismi che ha sco-perto e smascherato per difende-re il socialismo e la sua Cuba.

Verrà presentato al Salone del Libro di Torino e sarà distribuito finalmente anche in Italia

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La "cyberguerra" che Washington hadichiarato a Cuba, un paese che con-tinua a essere scandalosamente inseri-to nella lista dei "patrocinatori del ter-rorismo", continua il suo corso. Man-terrà questa volta Obama la sua pro-messa?...…la gran parte del crescente trafficocubano deve transitare attraverso lalenta e molto costosa connessione aisatelliti.Il nervosismo che si è impadronitodella destra latinoamericana con la"normalizzazione" delle relazioni tragli Stati Uniti e Cuba ha scatenato unaserie di manifestazioni che stupisconoper l'impunità con cui si altera la real-tà. Un esempio lo offre l’articolo difondo di Andrés Oppenheimer su "LaNación" di martedì 2 febbraio il cuititolo dice tutto: "La chiave della liber-tà a Cuba è l'accesso a Internet".L'articolista, noto peril suo viscerale rifiutoverso tutta l'operadella Rivoluzionecubana, si domandase "il regime cubanoaccetterà l'aiuto sta-tunitense per espan-dere l'accesso adInternet". Poco piùavanti ricorda che nelsuo discorso del 17dicembre 2014Obama ha detto che"Washington elimi-nerà varie regole cheimpedivano alleaziende statunitensidi esportare telefoniintelligenti, softwaredi Internet e altreapparecchiature di telecomunicazioni,ma a giudicare da quello che mihanno detto vari turisti che sono appe-na ritornati dall'isola, ci sono buoneragioni per essere scettici rispetto alfatto che il regime cubano lo permet-ta".La conclusione del suo articolo è daantologia: "Washington dovrebbeincentrarsi su Internet. E se Cuba nonvolesse parlare del tema, gli Stati Unitie i paesi latinoamericani dovrebberodenunciare il regime cubano per quel-lo che è: una dittatura militare a cuisono già terminate le scuse per conti-nuare a proibire l'accesso a Internetnell'isola".Preferisco non perdere tempo a ribat-tere l'inaudita caratterizzazione diCuba come una dittatura militare, chein un esame di Introduzione allaScienza Politica meriterebbe la fulmi-

nea bocciatura dello studente cheosasse manifestare una trovata (chenon è la stessa cosa di un'idea, piùrispetto a Hegel, per favore!) di questotipo. Oppenheimer non è uno deglienergumeni che pullulano nella televi-sione nordamericana, violatori serialidelle più elementari norme della pro-fessione giornalistica. Ma il nervosi-smo e la disperazione che si sonoimpadroniti dei gruppi anticastristi diMiami - ogni volta più ridotti e scredi-tati – devono averlo contagiato e spin-to a scrivere una nota piena di falsità.Mi limiterò a segnalarne tre.In primo luogo, non si può ignorareche a causa del blocco Cuba è entratain modo parziale e in ritardo nel cybe-respazio, e quando c’è stata la vertigi-nosa espansione della banda larga e diInternet la Casa Bianca ha fatto pres-sioni brutali su coloro che offrivano

questi servizi all'isola affinché li inter-rompessero immediatamente, ordineche ovviamente non ha potuto esseredisatteso dai piccoli paesi del bacinodei Caraibi. Per questo, fino all'arrivodel cavo sottomarino proveniente dalVenezuela, è da poco più di un anno,la connessione di Internet a Cubaavveniva esclusivamente attraverso ilsatellite. Ora esiste questa connessionefisica, ma purtroppo la gran parte delcrescente traffico cubano deve transi-tare ancora attraverso il lento e moltocostoso allacciamento satellitare, e conuna larghezza di banda assolutamenteinsufficiente. Problemi che non sonodovuti a una decisione di La Habanabensì all'accecamento di Washington.Secondo, prima di domandarsi se LaHabana accetterà l'aiuto che prometteObama converrebbe che Oppenhei-mer verificasse se Washington accette-

rà di mettere fine all’assedio informa-tico disposto contro Cuba. Il suo argo-mento sembra uscito da una canzoneper bambini di María E. Walsh: "Ilregno del contrario". Non è stataCuba che prima della venuta dellarivoluzione delle comunicazioni hadeciso di farsi un harakiri informaticoma è stato l'impero che, cosciente del-l'importanza di quelle nuove tecnolo-gie, ha esteso la portata del suo crimi-nale blocco per comprendere ancheInternet.Chiunque abbia visitato questo paesesa che non si può accedere a moltissi-mi siti della rete né disporre dei prin-cipali strumenti di navigazione nelcyberespazio. Se lo tenta quasi invaria-bilmente apparirà un fatidico messag-gio di "Errore 403" che dice qualcosacome "Dal luogo dove si trova non èpossibile accedere a questo URL" o

un altro più eloquente: "Il paesenel quale si trova ha la proibizionedi accedere a questa pagina". Nonsi può utilizzare Skype, GoogleEarth, o le piattaforme di sviluppocollaborativo Google Code e Sour-ce Force, o scaricare liberamente leapplicazioni di Android. E quandoè possibile, la ridotta larghezza dibanda rende praticamente impos-sibile lavorare con un minimo dirapidità ed efficienza.Tutto questo,per colpa del Governo cubano? Ametà dell'anno scorso il CEO diGoogle, Eric Schmidt, è stato acapo di una delegazione che havisitato a Cuba come risposta alleaccuse che il gigante informaticobloccava l'accesso ai suoi servizi.Dopo avere verificato che vari pro-dotti di Google non erano disponi-

bili, Schmidt ha fatto una segnalazio-ne obliqua al responsabile dicendo che"le sanzioni statunitensi contro Cubasfidavano la ragione".Terzo, forse Oppenheimer ha ragionenel suo scetticismo, ma non per causadi Cuba ma degli Stati Uniti. Perché,come dimenticare che all'inizio del suoprimo mandato Obama aveva già pro-messo quello che è tornato a promet-tere da poco più di un mese: "ammor-bidire" alcune sanzioni mirate per leaziende informatiche che abbianoaffari con Cuba? Che cosa è avvenuto?Poco e niente. Magari ora fosse diver-so.La Legge Torricelli, del 1992, avevapermesso la connessione a Internetper via satellitare ma con una decisivarestrizione: che ogni prestazione fossecontrattata con aziende nordamerica-ne o con le sue filiali previa approva-

Chi blocca chi?

Atilio Borón *

La disamina che Borón estende a quanto divulgato sul presunto divietoall’uso di Internet da parte dei cubani, dimostra che le bugie su Cuba anchenegli Stati Uniti potrebbero iniziare ad emergere

Posto pubblico per Internet a Cuba

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zione del Dipartimento del Tesoro.Questo ha imposto strette limitazioni eha stabilito sanzioni straordinarie - peresempio, multe di 50.000 dollari perogni violazione - per coloro che favo-rissero, dentro o fuori degli Stati Uniti,l'accesso dei cubani alla rete. Quelloche ha fatto Obama, nel marzo del2010, è stato di eliminare alcune diqueste sanzioni, in particolare per leaziende che facilitino gratuitamenteapplicazioni di posta elettronica, chat e

simili.Nonostante questo, nel 2012, la filialea Panama della compagnia Ericssonha dovuto pagare una multa di quasidue milioni di dollari al Dipartimentodel Commercio degli Stati Uniti peraver violato le restrizioni di esportazio-ne di apparecchiature di comunicazio-ne a Cuba. Come sempre: usare ilbastone e la carota. Per questo motivol'accessibilità senza restrizioni alla retecontinua a imbattersi nei ceppi del

blocco. La "cyberguerra" che Washin-gton ha dichiarato a Cuba, un paeseche continua a essere scandalosamen-te inserito nella lista dei "patrocinatoridel terrorismo", continua il suo corso.Manterrà questa volta Obama la suapromessa? Chi è che proibisce l'acces-so a Internet a Cuba?

*Atilio Borón: Direttore del PLED,Centro Culturale della CooperazioneFloreal Gorini

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IIll pprriimmoo WWii--FFii ppuubbbblliiccoo aa CCuubbaaDal mese di febbraio in un centro cul-turale a La Habana, Cuba, è disponi-bile una connessione Wi-Fi pubblicae gratuita: è la prima connessioneinternet di questo tipo di cui si hanotizia sull’isola, ed è stata approvatadalla compagnia telefonica nazionalecubana Etesca. Iltitolare della con-nessione è ilgestore del centroculturale, l’artistacubano Kcho, cheha messo a dispo-sizione di tutti lapassword del pro-prio abbonamen-to: la password èesposta su un car-tello fuori dal cen-tro ed è il grido dibattaglia del rivo-luzionario JuanAlmeida. Kcho, ilcui vero nome èAlexis LeivaMachado, èamico della fami-glia Castro, tantoche l’ultima appa-rizione pubblicadi Fidel Castro fu

proprio in occasione dell’inaugura-zione del centro culturale, nel genna-io del 2014.Da quando è stato reso disponibile ilWi-Fi, ogni giorno al centro culturalesi ritrovano decine di persone perusare internet sui propri laptop e

tablet: pubblicano cose e passano iltempo sui social network, chiamanogli amici e i parenti che non vivono aCuba e leggono le notizie. […]

( Tratto da The Atlantic, rivista men-sile edita a Washington)

La rete attorno a Cuba - Unico collegamento dal Venezuela

AA CCuubbaa aarrrriivvaa llaa ccoonnnneessssiioonnee WWii--FFiiEntro fine febbraio farà il suo debut-to a Cuba il Wi-Fi. L’annuncio è statofatto direttamente sul sito dell’Unio-ne deiGiorna-listi del-l ’ i s o l acaraibi-ca chec i t ac o m ef o n t eEtecsa,la com-pagnia telefonica statale cubana. Laprima città ad essere testata con que-sta tecnologia di connessione adInternet che da oltre un decennio è lanorma nelle principali città delmondo sarà Santiago de Cuba dove,intorno al centrale parco Ferreiro,Etecsa sta installando una postazione

per diffondere il nuovo servizio. Entrofine mese, dunque, tutte le personeche si troveranno a Santiago de Cuba

e che hanno un tablet, uncellulare od un pc portati-le potranno così scaricarecontenuti da Internet allavelocità di un megabyte alsecondo. Unico problemaper i cubani, il cui salariomedio si aggira attorno ai20-30 dollari, è che perconnettersi al Wi-Fi ilcosto è stato fissato a 4,50

dollari l’ora. Insomma questa rivolu-zione tecnologica, per ora, interesseràsoprattutto i turisti stranieri.Sul finire del 2014 Etecsa aveva pre-annunciato che il 2015 sarebbe statol’anno di Internet, con il “potenzia-mento dei 154 centri web già esisten-ti”, l’allargamento sino ad almeno 5

volte della “banda”, “la creazione didecine di nuovi locali connessi” e lanascita di piazze, vie ed altre areepubbliche dotate di Wi-Fi. L’esperi-mento di Santiago de Cuba confermaquanto dichiarato due settimane fa daalcuni funzionari di Etecsa a JuventudRebelde, uno dei due quotidiani uffi-ciali della Revolución assieme aGranma.Resta da vedere come e quando, per-ché il problema per connettere Cubaal Web è soprattutto di tipo tecnologi-co e ci vorranno centinaia di milionidi euro o dollari di investimenti.Uno dei principali motivi dell’arretra-tezza di Cuba è che ad oggi esiste soloun cavo in fibra ottica che la collega alVenezuela.

(Tratto da Engadged.com, webmagazine britannico)

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Noi che siamo attenti a quanto riguardaCuba lo sospettavamo, ma per molti èstata una sorpresa. Alcuni dei nostrihanno anche partecipato a incontri nelnido dell’Aquila per favorire la distensio-ne e dare chiarimenti; certo che sospetta-vamo la non perfetta buona fede dei nor-damericani.Infatti gli Stati Uniti che hanno fattotanta pressione sugli alleati europei per-chè attivassero sanzioni e ritorsioni con-tro Cuba, in realtà “segretamente tratta-vano con il nemico” per giungere primadei partner ad accordi che potessero eli-minare in anticipo sull’Unione Europeagli impedimenti al commercio. Un vialibera non tanto con Cuba, ancora sottoblocco, ma verso il resto del subconti-nente. Che dire, l'Europa aveva mal dige-rito le cattiverie aggiuntive all’embargostorico, proprio perchè indigeste ai paesilatinoamericani, trovandosi poi gli amicinordatlantici già a tavola con i cubani.Come proseguiranno ora le trattativeUSA-Cuba? Come si muoverà l'Europa,entità sovranazionale notoriamentesenza una visione strategica unitaria? ...el'Italia?L'Unione Europea seguirà adattandosi alpasso imposto da chi guida l'economia alsuo interno e quindi sarà opportunoosservare i rapporti Germania-Russia (eBRICS) per capire. Il prossimo mancatoinvito alla tavola apparecchiata con Cubae con i paesi della CELAC potrebbeessere uno sgarbo di ritorno dell’Europaall’amministrazione statunitense postObama. Per le para-democrazie europeeè necessario ora riconvertire l’informa-zione trash precedente, quella che demo-nizzava a tutto tondo Cuba,Venezuela e“caudillos” vari...Su questo versante ogni singolo paesed'Europa procederà in ordine sparso;dove più agguerrita è stata la lunga offen-siva mediatica anti-cubana, si registreràqualche malumore nello sventolare ban-diera bianca, ma grazie a servizi ruffianisulle riviste patinate allegate ai quotidia-ni disinformativi, inizierà la retromarcia.L’Italia, preparatissima nel correre insoccorso del vincitore, tiene come sem-pre il piede in due scarpe.Forse per questa ragione con una frettapoco usuale in altri tempi, dai portabor-se ai ministri degli esteri e del turismo, ètutto un preparare valigie per partenzecaraibiche. L’Italia del “fare”, approfit-tando anche dell'investitura di PaeseInvitato Speciale alla Fiera cubana 2015

del turismo(FIT), ha carica-to sull'aereo perCuba la delega-zione al più altolivello, ministroGentiloni intesta. Il tutto pre-parato alla Far-nesina dove il 3marzo scorso siera tenuto il wor-kshop “Il re-engagement di Cuba nelsistema internazionale”. Promotori:l’Unità Analisi e Programmazione delMinistero degli Affari Esteri e della Coo-perazione Internazionale e l’Ispi (Istitutoper gli studi di politica internazionale).L’Italia è di fatto il secondo partner com-merciale di Cuba nell’Unione Europeacon 340 milioni di euro di interscambio,270 milioni di export e 70 di import, perun attivo italiano di ben 200 milioni.Guardando avanti… “In questo sensoCuba potrebbe rappresentare un’oppor-tunità politica ed economica unica”,conclude il documento finale del gruppodi lavoro che ha favorito la partenza perCuba anche della delegazione imprendi-toriale.In questi giorni abbiamo visto anchesulla stampa codina italiana quanto erapossibile leggere solo su El Moncadafino dal 2013. Ad esempio che sono statiinvestiti 1.092 milioni di dollari dal Bra-sile nell’ampliamento del porto cubanodi Mariel, inaugurato da Raúl Castro eDilma Rousseff oltre un anno fa. Perprimi, da queste pagine, avevamo spiega-to che il nuovo porto di Mariel e la suaZona Speciale, stanno per diventare unimportante hub di smistamento nellecomunicazioni tra Atlantico e Pacifico,con l’ampliamento del Canale di Pana-ma e soprattutto con la realizzazione delnuovo Canale del Nicaragua, proprio difronte a Cuba. E’ buffo che ora i quoti-diani italiani, anche quelli della destra,sostengano senza nessun pudore che:“...alcuni analisti ritengono che questoscenario abbia avuto un ruolo nelladistensione tra Barack Obama e RaúlCastro...”.Ricollegandoci a quanto detto sopra,rimarchiamo che a Cuba, come in tuttala regione latinoamericana, chi si èmosso in largo anticipo è stato il gruppodei BRICS. Soprattutto a livello di finan-ziamenti e infischiandosene alla grandedegli embarghi nordamericani. I cinesi

poi, hanno diretta-mente o indiretta-mente partecipato atutto. Nel solo2014, le banchecinesi hanno con-cesso prestiti inAmerica Latina perun totale di 22,1miliardi di dollari,secondo i dati pub-blicati recentemente

dal Think Tank Inter-American Dialoguedi Washington ( http://www.thedialo-gue.org/ ).Quasi tutti i capitali esborsati proveniva-no da enti come China DevelopmentBank e China Ex-Im Bank come ICBCe Bank of China. Anche se non sono nelconto i “prestiti” inferiori ai 50 milioni didollari, i dati riportano un aumento dioltre il 70% rispetto agli stanziamenti peril 2013.Dal 2005 al 2014, la Cina ha fornito pre-stiti ai Paesi dell’America Latina per untotale di 119 miliardi di dollari e quindi icrediti cinesi superano l’importo conces-so da US Ex-Im Bank, dalla Banca Inte-ramericana di Sviluppo (BID) e dallaBanca Mondialeinsieme: questa èstata la vera spallataall’egemonia finan-ziaria di Washingtonnella regione.Mettere in mostraquesti dati, così pocodivulgati dai mediaoccidentali, ci poneancora una volta fraquelli che anticipanole spiegazioni diprossimi riequilibrigeopolitici.Certo che il livello raggiunto dai prestiticinesi, prenotazione della futura esporta-zione verso oriente di materie prime,piuttosto che spingere lo sviluppo tecno-logico e le infrastrutture, potrebberoconcentrare gli investimenti verso l’estra-zione e la massiva produzione agricola.Sarà compito dei coordinamenti macro-regionali come la CELAC, non rischiarela spogliazione di risorse per l'esportazio-ne dall’America Latina creando nuoveminacce per il territorio e per i diritti deipopoli indigeni.Starà alla lungimiranza dei governi pro-gressisti latinoamericani equilibrare ilpercorso che si inizia a intravedere.

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Contrordine: si dirotta su CubaSuperando i partner europei con una strategia non proprio elegante, gli StatiUniti proseguono la politica del bastone e della carota verso Caraibi e SudAmericaLito

Il recente incontro Castro- Gentiloni

L'Alta rappresentante UEper gli affari esteriFederica Mogherini eEsteban Lazo

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Questi sono stati giorni luminosi,anche se con sentimenti contrastan-ti. Da un lato sperimentiamo lagioia che finalmente siano tra noiGerardo, Ramón, Fernando,Tony eRené; dall'altro, l'annuncio del rista-bilimento delle relazioni diplomati-che con gli Stati Uniti che suscitamolti interrogativi. Noi cubani sap-piamo già che questa Rivoluzionenon abbasserà mai le bandiere e chei principi sui quali si è forgiata lapatria di Céspedes, Martí e Maceonon sono negoziabili. Ricordiamosolo la Protesta di Baraguá. Ma c'èuna via verso la luce, o almeno unospiraglio attraverso il quale si scorgela speranza di vivere in pace. Laspada di Damocle oramai non devepiù pendere sulle nostre teste. Saràcosì, davvero, o è solo un'illusionepoetica? Chi lo sa! Con loro prevar-rebbe sempre la diffidenza. Ricor-diamo anche Playa Girón. Ma peruna volta siamo ottimisti. La grandepotenza imperiale non può conti-nuare a voltare le spalle al continen-te in cui viviamo. Il rapporto diforze è cambiato. Pensiamo che si

siano dav-vero con-vinti cheCuba è unba s t i onem o r a l einvulnera-bile. E chenon è sola.Se noc o m einterpreta-re il venirmeno diuna prete-sa testardadi sotto-

missione e di umiliazione.Il cosiddetto embargo più che unalegge criminale contro un piccolopaese sovrano, è stato il riflesso dellavolontà storica di impadronirsi,mediante vincoli oppressivi, di unfrutto lungamente bramato. Chipuò dimenticare la teoria della frut-

ta matura?Allora, che senso avrebbe negoziarela normalizzazione di relazionidiplomatiche senza risolvere alcunequestioni vitali?Risulta indispensabile eliminarealcune misure che da quanto sonoassurde e contraddittorie portereb-bero al sarcasmo, se non fosse per leloro crudeli e ingiuste conseguenze, come per esempio, la Ley de Aju-ste Cubano (Legge di Accomoda-mento Cubano) che concede inpoco tempo la residenza ai cubaniche arrivano negli Stati Uniti “con ipiedi asciutti”.E il resto degli immigranti che sibuttano in mare, allora? Forse chenoi abbiamo un privilegio divino suinostri fratelli latinoamericani ocaraibici? Siamo per caso superioria loro? Niente di tutto questo. Conla Legge di Accomodamento Cuba-no si criminalizza un popolo e sipunisce la Rivoluzione.Che siamo un paese che promuoveil terrorismo? Non ci credono nem-meno loro. È solo un'altra manieradi punirci con una provocatoriamenzogna. Siamo stati, questo sì,vittime dei più crudeli atti di terro-rismo di stato. E i colpevoli vanno ingiro liberi.Molti ostacoli appariranno duranteil percorso perché non bisogna sot-tovalutare la burocrazia nordameri-cana né il conservatorismo repub-blicano che si mordono la coda.Infine, che come ha detto PapaFrancisco tutto si farà “passo dopopasso”.Chi ha aspettato tanto può aspetta-re ancora**. Anche se Cuba haaspettato pazientemente e stoica-mente troppo senza salpare le anco-re.Che cosa abbiamo a favore? Laforza del tessuto spirituale delpopolo cubano, la coscienza acqui-sita con il sangue e il fuoco e il lega-to storico dei nostri antenati, anchepadri fondatori della nazione.La gloria che abbiamo vissuto hasvolto il suo ruolo. E Fidel, come

timoniere ideologico in acque pro-cellose, quello principale.E in questa analisi non potremmocertamente dimenticare la stampacubana che non sarà la migliore delmondo, ma neanche la peggioreI nostri educatori e i nostri giornali-sti hanno svolto un lavoro ingentenella difesa dei principi della Rivo-luzione e nell'appoggio a una politi-ca educativa e culturale coerente,integrale e democratica.I poteri mediatici sono stati forse laleva principale per cominciare amettere in moto il motore della Sto-ria.Dobbiamo lottare ancora contromolti demoni.Tra essi il relativismocosiddetto postmoderno e il vabene tutto.Il nostro dovere come intellettuali eartisti è contribuire con energia -questo antidoto contro l'immobili-smo e la burocrazia - allo stabili-mento delle gerarchie e alla decan-tazione del gusto estetico.Per questo bisogna educare, educa-re ed educare. Ma criticamente e alfine che quelli che ricevono il mes-saggio lo condividano con la comu-nità e con i progetti creativi che essagenera.Senza una relazione organica conquel mondo tanto trascurato daipoteri egemonici non è possibileavanzare, perché è quello che halegittimato la piattaforma del nostrosistema sociale.Una definizione del concetto diidentità tanto controverso e ritorna-to mille volte da definire si spiegasolo a Cuba per le lotte che il popo-lo ha portato a termine nella suastoria di fronte al colonialismo cul-turale che tante volte hanno cercatodi imporci. Identità che si raggiungesolo con un dialogo aperto verso ilpassato fondatore e con lo spirito diuna memoria condivisa nel presen-te. Per questo motivo un'operacome quella di Fernando Ortiz, peresempio, si può interpretare inmodo approfondito su questi pre-cetti di oggi.

Il capretto che rompe il tamburo paga con la sua pelleIl cosiddetto embargo più che una legge criminalecontro un piccolo paese sovrano, è stato il riflessodella volontà storica di impadronirsi di un frutto lun-gamente bramatoMiguel Barnet*

Barnet con l'amico Gabriel GarcíaMárquez

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Prima questa opera ha potuto esse-re riconosciuta isolatamente traonesti uomini di pensiero, in forumaccademici o in tribune specializza-te. Ma la comprensione più ampiadi essa ha raggiunto il suo senso piùpieno nella fusione dei più legittimivalori del popolo e della politica cul-turale che ostentiamo oggi conorgoglio.Lì c'è un potente meccanismo diintegrazione nazionale. E io direipiù, di vera unità. Il riscatto di ciòche c’è di più puro del corpus iden-titario della nazione è compito prio-ritario della sfera sociale e politica.L'impegno per la salvaguardia delpatrimonio culturale tradizionale eil lavoro comunitario contribuisco-no all'interazione della popolazionecon i suoi valori, e fomentano neiloro lavori quotidiani la qualità dellavita, l'autostima e l'etica.Essi sono una barriera insormonta-bile di fronte alle minacce di colo-nialismo e annessionismo.Il lavoro comunitario non solo è unobiettivo prioritario dell'Uneac perla sua incidenza sociale ma perchélo animano principi inviolabili delsocialismo. Difendere ciò che ènostro non è ancorarci a un passatovetusto, ma proiettarci verso l'uni-versalità. Ciò che è straniero nonnecessariamente è sempre il moder-no. A volte è solo qualcosa di pas-seggero. Identificare il moderno conil capitalismo consumistico è unerrore di lesa cultura.Fernando Ortiz ha rivelato nella suaimmensa opera scientifica la pre-senza di elementi ispanici, africani o

asiatici che hanno dato al nostropaese quella diversità che fa sì chesiamo universali. E lo ha fatto conuna visione antropologica e unavocazione rivendicativa.È stata un'impresa di giustizia socia-le e un atto di estrema responsabili-tà intellettuale. E non ha mai avutol'appoggio dello Stato, né ha potutosolidarizzare con una politica cultu-rale giusta. In quegli anni dellarepubblica, la maggior parte deitemi che ha affrontato erano sotto-valutati o urtavano contro schemicolonialisti.Solo quando il popolo è stato prota-gonista e ha espresso con libertà lesue espressioni artistiche è avvenutal'autentica fusione tra lo stato e lesue più legittime aspirazioni.Oggi più che mai abbiamo l’obbligodi essere attenti custodi di quelbaluardo prezioso. L'unico modo dicostruire un modello che risponda aquelle aspirazioni di fronte al poteredominatore del capitalismo neolibe-rista è quello di formare cittadinicoscienti della loro storia, padronidi un loro proprio immaginario eimpegnati nel progetto di trasfor-mazione sociale.Perciò è necessario agire nel presen-te con un'ottica critica del passato econ la convinzione che affrontere-mo il futuro con maggiore lucidità ebasi intellettuali. Lottare contro lamediocrità mentale e la perdita divalori autoctoni dovrà essere lanostra meta.Per questo motivo, ripeto, dobbia-mo indagare nella base della nostracultura e delle nostre tradizioni,

conoscere eapprezzare inostri simbolipatri, in tutta laloro ricchezza ediversità, e nondisdegnare la sto-ria che ci ha datol volto chemostriamo almondo.Di fronte allesfide che si pre-sentano oggi nelpanorama socialee politico delpaese, noi, intel-lettuali e artisti,abbiamo il dovere di ergerci comeavanguardia nella difesa dei nostrivalori.Non farlo sarebbe correre il rischiodi camminare su rottami o affonda-re nel pantano della dipendenzacoloniale e della mediocrità.Fernando Ortiz ha scritto: “Ognipopolo che rinnega se stesso è sul-l’orlo del suicidio”.Lo dice un proverbio afrocubano:”Il capretto che rompe il tamburopaga con la sua pelle”. Salvémonos.Salviamoci.

*Presidente dell’ UNEAC - Uniónde Escritores y Artistas de Cuba(Unione degli Scrittori e Artisti diCuba).** Frase tratta da “Nessuno scriveal colonnello”, di Grabiel GarcíaMárquez: “—Será cuestión desiglos. —No importa. El que esperalo mucho espera lo poco.” [ndt].

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Un libro di Ortiz

DDiivviissiioonnii ee lliittiiggii iinn qquueell cchhee rreessttaaddeellllaa ddiissssiiddeennzzaa

Dopo le dichiarazioni ufficiali sulprossimo ristabilimento delle relazio-ni tra Cuba e Stati Uniti e in seguitoagli incontri delle delegazioni chedevono pianificare il percorso, lacosiddetta dissidenza cubana è allosbaraglio.La pasionaria del web,Yoany Shan-

chez, si è rifugiata a Washington conuna lauta borsa di studio dell'azienzaYahoo rendendo così esplicito il suoasservimento. Poi esiste il caso delle“beghe” che sisono create tra lec o s i d d e t t e“Damas de blan-co”, cioè la “fat-toria degli anima-li” ereditata o car-pita dalla signoraBerta Soler dopola morte della“ f o n d a t r i c e ”Laura Pollan. Le “Candide Signore”operanti nella città orientale di San-tiago de Cuba ora quando escono alloscoperto sono poco meno di una ven-

tina dopo la spaccatura. Precisamen-te19 stando alla stessa Radio Martì,che è quella emittente statunitenseche usurpa inmodo inde-gno il nomedel Padredella patriacubana dadecenni cer-cando d'in-fluenzare i

cubani, ormaipalesemente coninutilità. Dasempre in colle-gamento telefo-nico con ledame, tanto cheil loro portavocepoi rivelatosi un

agente della sicurezza cubana, fece undivertentissimo video di una “falsa”diretta, non ha per ora specificato chesi sono separate dall'altro nucleo de

La Habana, litigando per gli ultimiscampoli di finanziamenti statuniten-si.

I rappresentanti dialtri gruppuscoli,dai nomi semprealtisonanti ma conuna ridicola rappre-sentanza, sono stativisti entrare e uscirepiù volte dalla sededella SINA, la rap-presentanza statuni-tense nella capitale

cubanna. Il loro nervosismo parla dasolo, sembrano ora, dopo lo storicofallimento delle loro missioni, difficil-mente riciclabili e sicuramente malvi-sti in patria.

Accompagniamo questa nota condelle fotografie che un membro delnostro Direttivo Nazionale ha avutomodo di scattare proprio a Santiagodurante quella che potrebbe essereuna delle ultime uscite delle dameandate in bianco.

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mediCuba-Europa è dalla sua fonda-zione l'unica rete europea di organizza-zioni di solidarietà con Cuba specializ-zata in salute, composta da organizza-zioni di 13 paesi con uno stesso obiet-tivo che è la difesa, l'appoggio e la coo-perazione con il Sistema Nazionaledella Salute Pubblica di Cuba. Trapoco, mediCuba-Europa compirà 20anni di solidarietà continua, momentoche vogliamo festeggiare con tutti e contutte, con più cooperazione e più soli-darietà.Nel 2013 abbiamo aperto a La Haba-na un ufficio di coordinamento deinostri progetti. Questa situazione cipermette di seguire meglio le nostreattività e avere una relazione più strettacon i nostri partner delle diverse istitu-zioni cubane.Negli ultimi anni, abbiamo definito lanostra cooperazione in Cinque Lineed’Azione che ben si adattano ai nuovitempi che Cuba sta vivendo:Sostegno alla Produzione Nazio-nale di Medicinali, con l'invio dimaterie prime chimico-farmaceutichee apparec-chiature, conprogetti dis o s t e g n oall'industriachimico emedico-far-m a c e u t i c acubana, den-tro il PianoNazionale diSostituzionedi Importa-zioni, ed elu-dendo così ilblocco imposto dagli USA, che colpi-sce notevolmente le medicine. Lanostra attuale campagna per il 2015prevede l'acquisto e l'invio a Cuba dimaterie prime farmaceutiche per psi-cofarmaci di ultima generazione, pro-duzione che entra nell’ambito di unprogetto di sostegno alla psichiatriainfantile promosso da mediCuba-Sviz-zera.Sostegno all’Istituto Nazionale diOncologia e Radiobiologia di Cuba(INOR), con progetti di ricerca controil cancro, forniture di apparecchiaturetecnologiche, scambi professionali, for-mazione e divulgazione scientifica. Lanostra attività nel 2015 prevede azionidi formazione del personale dell'INOR

nell’ambito del progetto “Hospitalinteligente” e l'avviamento di un nuovoprogetto di “Informatizzazione delsistema di gestione del Servizio diOncologia Medica”.Sostegno allo sviluppo scientificodi Cuba, con azioni di cooperazioneper lo sviluppo tecnologico del “PoloScientifico” di Cuba, e particolarmen-te nel campo biotecnologico con ilCentro di Immunologia Molecolare(CIM) per la formulazione di vacciniterapeutici e anticorpi monoclonali econ il Centro di Ricerca e Sviluppo diMedicinali (CIDEM), per lo sviluppoe la produzione di diverse medicine,come antiasmatici, anticancerogeni,etc. Per l'attuale campagna del 2015, èprevista la promozione del sostegno perla formazione del personale del CIM intecniche di biologia molecolare. Conquesta linea d’azione, mediCuba-Europa ha l’obiettivo di dare rilevanzae sottolineare l'importanza della ricercaa Cuba tanto per la stessa popolazionecubana, come per decine di paesi, lamaggioranza paesi poveri, nei quali si

esporta la tecnologiacubana, a prezzi moltovantaggiosi. Questi pro-dotti costituiscono,inoltre, una fonte dientrate economicheimportanti per Cuba.Sostegno di emer-genza contro il bloc-co. Uno degli effetti piùinumani del bloccoimposto dal Governodegli Stati Uniti controCuba è l'impossibilità diottenere medicine vitali

per i bambini e le bambine con malat-tie gravi, come il cancro. mediCuba-Europa appoggia azioni che contrasta-no questa situazione, con la fornitura dimedicinali antitumorali pediatrici, cosìcome con la ricerca e sviluppo di pro-dotti farmaceutici (forme finite) per iltrattamento del cancro in bambini ebambine. Nella campagna di quest’an-no 2015 continuerà il sostegno finan-ziario tanto per la ricerca e lo sviluppocome per la fornitura di citostaticipediatrici secondo un elenco di priori-tà definite dall'INOR.Sostegno alla Solidarietà di Cubacon altri popoli. mediCuba-Europacontribuisce, mediante azioni di soste-gno materiale, fornitura e apparecchia-

ture tecnologiche, a questo straordina-rio progetto educativo cubano interna-zionale della solidarietà di Cuba contutto il mondo, che forma medici di110 paesi, in un esempio di coopera-zione sud-sud e di internazionalismosolidale. Nel 2015, mediCuba-Europasta valutando la possibilità di sviluppa-re un nuovo progetto di cooperazionecon l'ELAM (Scuola Latinoamericanadi Medicina).Tutte queste linee d’azione formano uninsieme di interventi che si completanotra loro, e configurano una coopera-zione efficace e strategica, che siadatta alla capacità reale di mobilitazio-ne di risorse che in questi tempi sonopiù limitate, ottenendo quindi unamaggiore e migliore utilizzazione dellestesse e una grande efficacia dei proget-ti.IL CONTESTO ATTUALE DICAMBIAMENTI A CUBA E L’IM-PEGNO DI MEDICUBA-EUROPAI cambiamenti che sta vivendo il paesenegli ultimi mesi, con l'annuncio di unasoluzione dialogata per la normalizza-zione delle relazioni politiche e diplo-matiche con gli USA, hanno una por-tata storica. Purtroppo, però, il bloccoeconomico criminale continua senzacambiamenti e questo è l'ostacolo piùimportante per qualunque tipo di nor-malizzazione.Cuba può contare sull'elevata capacitàdi sviluppo scientifico e tecnologico,specialmente, nell'ambito della salute, econta su un personale altamente quali-ficato e molto motivato. Questo settore,molto riconosciuto internazionalmentee in crescita, può permettere al paese dimigliorare la sua economia.La rete mediCuba-Europa, nei suoiventi anni di storia di solidarietà, coo-perazione e difesa del Sistema dellaSalute Cubano, continua come sem-pre, e anche in questo momento tantoimportante, a sostenere Cuba nelladifesa delle conquiste sociali in materiadi salute e di sviluppo tecnologico.Per questo motivo insistiamo sull'im-portanza del sostegno di tutti, organiz-zando attività a favore dei progetti dimediCuba-Europa, facendo conoscerele sue attività.Il vostro aiuto, anche modesto, èimprescindibile e contribuisce signifi-cativamente a che Cuba continui aessere un esempio di diritti in tutto ilmondo!

INOR - Istituto Nazionale di Oncologia eRadiobiologia di La Habana

mediCuba-EuropaCampagna 201520 anni di solidarietà con Cubadalla lettera di mediCuba-Europa ai suoi membri

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José Martí, l’eroe nazionale cubanodelle lotte d’indipendenza contro laSpagna, affermava che “la solidarietà èla tenerezza dei popoli”.Da questo suo insegnamento, la Rivo-luzione cubana ha sempre offerto, inmodo disinteressato, la sua solidarietàad altri popoli bisognosi, con l’invio didecine di migliaia tra medici, insegnan-ti, tecnici di ogni tipo, oltre a vaccini,medicinali, materiali e metodi didattici.Diversi organismi delle Nazioni Unitecome la FAO, l’UNICEF, l’UNESCO,la OMS e vari altri, hanno più voltericonosciuto l’impegno e i risultati diCuba in questi campi.L’Associazione Nazionale di AmiciziaItalia-Cuba opera in solidarietà con ilpopolo cubano, tra l’altro per cercare diattenuare gli effetti dell’illegale bloccoimposto dagli Stati Uniti da oltre 50anni.La nostra Associazione fa anche partedi mediCuba-Europa, una rete euro-pea di organizzazioni di amicizia e disolidarietà con Cuba, specializzata inaiuti nel campo medico e della salute ilcui obiettivo principale è la cooperazio-ne con il Sistema della Salute cubano.Nata nel 1997 con lo slogan “Unabreccia nel blocco”, è costituita daorganizzazioni non governative e asso-ciazioni che attualmente appartengonoa 13 paesi europei e che con mediCu-ba-Europa condividono uno spazio

comune per realizzare progetti di mag-giore impatto e avere maggiore forza inambito internazionale. In mediCuba-Europa l’Italia è rappresentata dall’As-sociazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.Il sistema di cooperazione di mediCu-ba-Europa viene realizzato direttamen-te con il Ministero della Salute Pubbli-ca di Cuba.Una delle Campagne assunte da medi-Cuba-Europa e portata avanti con ilsostanziale supporto della nostra Asso-ciazione, è quella dell’acquisto di far-maci antitumorali pediatrici che Cubanon può ottenere a causa del blocco. Sitratta di farmaci indispensabili peralcune chemioterapie e si è arrivatiall’assurdo che Cuba ha le strutturenecessarie e il personale di altissimolivello per curare tutti i piccoli pazientiche ne abbiano bisogno, ma non haaccesso ai farmaci con brevetti statuni-tensi. Ricordiamo che a Cuba la sanità,così come l’istruzione a qualsiasi livello,è gratuita e per tutti.La Campagna è iniziata alla fine del2009 quando ci è stata segnalataun’emergenza: Cuba importava dalMessico uno dei farmaci necessari peruna chemioterapia combinata, fino aquando la fabbrica, la sola a produrrequesto farmaco, è stata acquistata daun’azienda nord-americana la quale, acausa del blocco USA, ha il divieto di

venderlo a Cuba. Leconseguenze? Senzaquesto medicinale iltrattamento medicoè meno efficace e ilsuccesso di guarigio-ne, che di solito è del70-80%, crolla dra-sticamente.La nostra Associa-zione si è attivataimmediatamente perraccogliere fondi efar fronte all’emer-genza acquistandotramite mediCuba-

Europa il farmaco e portandolo, “rom-pendo il blocco”, a Cuba.In quell’occasione è stato fondamenta-le il supporto di vari testimonial chehanno aiutato a far capire la portata delproblema. Il Prof. Dr. Franco Cavalli,Oncologo, già Presidente dell’UnioneInternazionale contro il Cancro(IUCC) e attuale vicepresidente dimediCuba-Europa, ha scritto: “Comeoncologo non posso accettarlo. So cosasignifica non poter trattare per tempo unbambino a causa di un medicinale che nonsi trova. È per questi motivi che mediCu-ba-Europa e l’Associazione Nazionale diAmicizia Italia-Cuba vogliono sostenere ilprogetto per l’invio a Cuba di questo far-maco…”.E la scrittrice Banca Pitzorno : “Ancorauna volta constatiamo che la violenza ipo-critamente non dichiarata del blocco hacome effetto stragi silenziose.Impedire l’ac-quisto di un farmaco che può salvare ognianno la vita di ottanta bambini, significacondannarli a morte. Non c’è bisogno disganciargli addosso bombe per essere assas-sini di innocenti. Almeno questa voltabasta un nostro gesto,un piccolo sforzo,perridare ai piccoli ammalati cubani ciò a cuihanno dritto: la speranza nella guarigionee nella vita…”.Da allora non ci siamo mai fermati.Ora Cuba può acquistare da una nuovafabbrica asiatica il farmaco per cui èiniziata la campagna, ma purtroppo ifarmaci “bloccati” sono tanti, e semprepiù numerosi.Non perdiamo occasione per raccoglie-re fondi: dalle “cene” ai banchetti alpassa parola. C’è chi manda piccolecifre, evidentemente tolte con sacrificioa magri bilanci, e chi rinuncia allebomboniere da sposa per destinare lacifra “ai bambini cubani”. C’è anchechi manda cifre più consistenti facendobonifici anonimi o chi chiede agli amici

di versare alla Campagna laquota dell’eventuale regalo diNatale. Grazie ai contributi rac-colti dal 2010 a oggi abbiamofornito a Cuba farmaci antitu-morali pediatrici per un valore di80.000 Euro.Questa solidarietà è commoven-te e condivisa, “la tenerezza deipopoli” come diceva Martí, e tut-tavia insufficiente per compraretutti i medicinali di cui ci sarebbebisogno.Il nostro slogan è “LA SOLI-DARIETÀ NON SI BLOC-CA”.

Il perché della “Campagnaper i bambini cubani”

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L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba si è impegnata a sostenere la campagna per l’acquisto dei farmaci. Ogni vostro contributo è importantissimo.

I contributi destinati a questa campagna possono essere versati:

su c/c postale n. 37185592 intestato a Ass. Naz.Amicizia Italia-Cuba - IBAN IT59 R076 0101 60000003 7185 592 su c/c bancario n. 109613 – Banca Etica, Milano - intestato a Ass. Naz.Amicizia Ita-lia-Cuba IBAN IT59 P050 1801 6000 0000 0109 613in entrambi i casi indicare nella causale ‘Erogazione liberale per campagna antitumora-le per bambini cubani’I contributi versati con queste modalità e con le corrette indicazioni possono beneficiare delle age-volazioni fiscali previste dall’Art. 22 della legge 383/2000 secondo i criteri e con i limiti previsti.

[email protected]. 02-680862

LA SOLIDARIETÀNON SI BLOCCA!

i bambini cubani

ammalati di cancro

hanno ancora bisogno di noi

IL BLOCCO USA CONTINUA

La raccolta fondi prosegue!

Grazie ai contributi raccolti dal2010, a oggi abbiamo fornito aCuba farmaci antitumorali pedia-trici per un valore di

80.000 EuroFin dall’inizio, ci siamo fatti caricodi questa campagna promossa damediCuba-Europa - di cui lanostra Associazione fa parte - perl’acquisto di questi medicinali cheCuba non può comprare a causadel blocco genocida cui è sottopo-sta da oltre 50 anni.Il blocco è ancora in vigore e quin-di dobbiamo continuare a far inmodo che i piccoli cubani ricevanotutte le cure necessarie per avereciò a cui hanno diritto: la speranzanella guarigione e nella vita.

Foto Radio Reloj

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Obama dichiara ilVenezuela “straordinaria minaccia”alla sicurezza nazionale

El rincón de Latinoamérica

L’angolo dell’America Latina

Informazioni dal sub-continente

americano in evoluzione

In un’escalation minacciosa contro laRivoluzione Bolivariana del Venezuela, ilPresidente Barack Obama ha emessoun grottesco ordine esecutivo il 9 marzoche dichiara il Governo venezuelano“una minaccia insolita e straordinariaper la sicurezza nazionale e per la politi-ca estera degli Stati Uniti”. Il lea-der venezuelano ha immediata-mente denunciato l’ordine esecuti-vo di Obama. Dopo tutto, èWashington che ha complottatocontro il Governo bolivariano per16 anni.In un discorso televisivo nazionale,il Presidente Nicolás Maduro haaccusato Obama di “commetterel'aggressione più grave contro ilVenezuela in tutta la sua storia”,definendo il suo ordine, “unmostro creato con il sostegno delDipartimento di Stato e la CIA”. Ileader di Cuba, Bolivia, Ecuador edi altri Governi progressisti lati-noamericani hanno con fermezza con-dannato questa ultima mossa aggressivada parte degli Stati Uniti come un inter-vento palese negli affari interni del Vene-zuela.Il Presidente ecuadoriano Rafael Cor-rea ha definito l'ordine del 9 marzo “unbrutto scherzo”, e “un attacco inaccet-tabile alla sovranità” del Venezuela. IlGoverno cubano ha rilasciato unadichiarazione in una parte della quale silegge: “Il Governo rivolu-zionario della Repubblicadi Cuba ribadisce nuova-mente il suo sostegnoincondizionato e quello delnostro popolo alla Rivolu-zione Bolivariana, al legitti-mo Governo del Presiden-te Nicolás Maduro eall’eroico popolo fraternodel Venezuela.” Anche ilsegretario generale uscentedell'Organizzazione degli

Stati Americani, José Miguel Insulza,che non è amico della Rivoluzione Boli-variana ha detto che l’azione di Obamaè “molto dura”. Nella sua dichiarazionedel 9 marzo Obama ha ordinato ilsequestro dei beni e delle attività negliStati Uniti, di sette cittadini venezuelani

- militari e civili - che Washington accu-sa di “violazioni e abusi dei dirittiumani”, per i loro propositi di detenereo di limitare i manifestanti anti-governa-tivi.

La ‘logica’' coloniale dell’azione diObamaSecondo la “logica"coloniale dell’ordinedi Obama, l'arresto di controrivoluzio-nari di estrema destra in Venezuela rap-

presenta una “straordi-naria minaccia” alla sicu-rezza nazionale. I manife-stanti di estrema destrahanno lanciato attacchiterroristici a partire dalfebbraio 2014, per cerca-re di destabilizzare ilGoverno venezuelano ecreare un clima di caos.Ci sono state 43 personeuccise negli attacchi. Perporre fine alla violenza,

la Guardia Nazionale, le Forze ArmateBolivariane e la polizia nazionale sonostati mobilitati per soccorrere persone inquartieri che erano stati chiusi da pesan-ti barricate innalzate dalla destra, al finedi arrestare gli aggressori e riportare lapace.

Il 12 febbraio di quest'anno, ilGoverno venezuelano ha sconfittoun nuovo colpo di Stato che avreb-be compreso bombardamenti aereisu più luoghi a Caracas. Esseresopravvissuto alle trame sostenutedagli Stati Uniti è il motivo per cuiil Governo rivoluzionario del Vene-zuela è stato dichiarato una “straor-dinaria minaccia per la sicurezzanazionale e la politica estera” aWashington. L’ordine di Obamasanziona i comandanti che hannodifeso la popolazione lo scorsoanno, così come il pubblico mini-stero che accusa i cospiratori delrecente tentativo di colpo di Stato.

Il Governo degli Stati Uniti raffigural'opposizione come dei manifestantipacifici maltrattati dalle forze di poliziavenezuelane, ma molti ufficiali e laGuardia Nazionale sono stati brutal-mente attaccati da quelle bande.Il procuratore Katherine NayarithHaringhton Padrón è bandita dagli StatiUniti con questa ordinanza. Lei è il pro-curatore nazionale che accusa MaríaCorina Machado e Antonio LedezmaDíaz di aver cospirato per rovesciare ilGoverno il 12 febbraio 2015, facendoappello alla violenza nelle strade. Sonoattualmente in attesa di processo, insie-me a Leopoldo López, un altro chefaceva parte del complotto. L’OrdineEsecutivo di Obama inoltre definisce ingenerale qualsiasi leader e sostenitoredel governo bolivariano attuale o prece-dente, come oggetto di possibili sanzio-ni. La minaccia statunitense colpiscepersone ed enti che hanno “material-mente assistito, sponsorizzato, fornito

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Gloria La Riva

Proponiamo un articolo dell’attivista statunitense che per tanti anni ha con-dotto la battaglia per la liberazione dei Cinque, che approfondisce le ultimemosse degli Stati Uniti contro il Governo del Venezuela

appuntamento con

Gloria La Riva

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supporto finanziario, materiale, tecnolo-gico, con beni o servizi o in sostegno” divenezuelani filo-governativi che sonoattualmente individuati o che lo sarannoin futuro.

ContromisureIl Governo del Venezuela ha avviatocontromisure nei giorni scorsi, e altresono sicuramente in arrivo. Ai primi dimarzo, Maduro ha ordinato la riduzio-ne del personale dell'Ambasciata statu-

nitense da 100 a 17, lo stesso numero difunzionari venezuelani dell'Ambascia-ta/Consolato negli Stati Uniti. I vistidovranno essere richiesti ora dai cittadi-ni americani che vogliono visitare ilVenezuela. E una dettagliata descrizionedei crimini di guerra commessi da fun-zionari degli Stati Uniti a cui ora è ban-dito l’ingresso in Venezuela è disponibi-le su Internet. Questi includono GeorgeW. Bush e Dick Cheney.Maduro ha annunciato di chiedere il 10

marzo (data della pubblicazione di que-sto articolo - ndr.) una “Abilitazione diLegge” speciale all’Assemblea Naziona-le per avere il potere di emanare leggi diemergenza, di adottare un’azione rapidaed efficace per sconfiggere la controri-voluzione. Sarà una legge anti-imperia-lista per prepararci a tutti gli scenari, pervincere ha detto Maduro.Tratto da Liberation – Giornale del“Partito per il Socialismo e Liberazio-ne” degli Stati Uniti

Oggi, padrona totale della politica occi-dentale è l’economia capitalista postimprenditoriale, quella altrove definitaspeculativa. Proprio questa ha innescatola globalizzazione, punto di non ritornodel Capitalismo secondo Marx che lapreannunciava 150 anni fa con l'appel-lativo di mondializzazione. Si tratta diun potere a scala piramidale, diciamonoi un Impero, dai contorni impersona-li che ha come braccia operative i gran-di gruppi multinazionali, gestori dellerisorse come del consumo e radicatinelle varie Wall Street, almeno nominal-mente. Questo potere, subentrato nellagestione a quello delle grandi famigliecapitaliste per garantire il possesso sulle

risorse e per argi-nare le rivendica-zioni dei subal-terni, ha preso inpugno la situa-zione negli ultimidecenni del seco-lo scorso. Si trattadel sistema post-neocon che nellafase che precedeinevitabili cam-biamenti, vuoletentare di sbaraz-zarsi - ora più chemai - di alcunigoverni perchéprima di cedere ilpasso a un nuovo

assetto vuole giocare tutte le carte perprocrastinare la propria riconversione,con il tentativo in questo lasso di tempodi conservare a sé precisi territori. Con-temporaneamente e per altri scopiparalleli ha promosso la maturazione

sottotraccia del percorso che ha l’obiet-tivo di innescare lo sminamento nellalunga Guerra Fredda con Cuba.America Latina – L’obiettivo si èquindi spostato più a sud e il giro di boaè stato compiuto. Lodiamo per effettuatopoco prima del Natalescorso, anticipato dallanoncuranza dei mediastatunitensi con cui si èconcesso di iniziare ilavori per l’istmo delNicaragua proprio difronte al Puerto Marieldi Cuba. Si accenna quial nuovo percorso cheha annullato gli scenaridella guerra del golfo: ilgolfo del Messico. Nonesageriamo nel sostene-re che per decenni sultavolo delle ammini-strazioni nordamerica-ne sono state dispiegatemappe anche militaricontenenti ipotesi diconquiste territoriali confinanti. Sappia-mo benissimo che in quella zona piùche le risorse naturali, nelle malsaneintenzioni, dovevano essere riconqui-state l’obbedienza e la subalternità. Eranecessario annullare l’esempio di ribel-lione al Tallone di ferro.Ma tutto ritorna: non è certo a caso chela famiglia Guevara-de la Serna avevachiamato Ernesto il primogenitomaschio, come l’attivista protagonistadell’opera “The iron heel” di Jack Lon-don.Vittoria - Arrendersi all’evidenza,come più volte lanciato all'Impero

anche dalle pagine di questa rivista, èstato infine inevitabile. La cosiddettaPax-cubana è ora in cammino. Conpassi falsi o zoppicanti eppur si muove.I megafoni che raccontano le bugie non

lo possono dire,altrimenti sarebberoliberi e non piùschiavi, ma su quelfronte è arrivata l'oradi una sconfitta perl’Impero. Questonon vuol dire, comeha sottolineato ilPresidente Obama,che si demorda daltentare con altrimetodi, ma per oral'Isola Ribelle verràriammessa al tavolointernazionale contanto di propriadignità. Lo vedremoanche mediatica-mente il 10 e 11aprile a Panama, conla possibile seconda

stretta di mano tra i due Presidenti,quello cubano e quello statunitense, inoccasione della VII Cumbre de las Amé-ricas, l’OEA. Cuba ha dato l’esempioche resistere è difficilissimo ma ripaga,con l’unità di un intero popolo e gliideali progressisti fondati sull’umanesi-mo si vince anche sulla più grossa mac-china da guerra che la storia ricordi.Questa è la sostanza. Una sconfitta for-male che non era ulteriormente riman-dabile perché per l’Impero è ora impor-tante non perdere del tutto il già com-promesso rapporto con l’intero sub-continente americano, mantenendo

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Venezuela, Argentina e gliartigli dei rapaci d’America

Raúl Della Cecca

Può essere utile mettere in chiaro i retroscena per smascherare le bugiecostruite con la cesellata disinformazione dei media generalisti. Spesso non èdifficile spiegare neppure ai distratti la sequela degli eventi e a chi tornanoutili tragedie e sofferenze

Il gesto di Lula in una fotopoco nota del 2005

Dopo l'intervento di Kirchner con-tro l'ALCA nel 2005

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dove possibile alleanze ma tentando nelcontempo di rovesciare quei Governiche sono installati sulle importanti risor-se primarie.Forzieri di risorse naturali - Eccochiarite, dall’avvento di Chávez in poi, leragioni dell’attacco al Governo vene-zuelano che continua a essere disubbi-diente ai piani imperiali per quellaregione. Risulta un dato di fatto che ilVenezuela possieda una tra le riserve dipetrolio più grandi al mondo e dall’ini-zio della Rivoluzione bolivariana utilizziil suo reddito da idrocarburi per ilmiglioramento della qualità della vitadella popolazione.Il Venezuela è diventato quindi un ulte-riore esempio del fatto che si possonointraprendere le riforme sociali in uncontinente devastato dalla rapacità dellemultinazionali con base negli StatiUniti. Impossibile non capire che tuttele “rivoluzioni” del secolo scorso, daquella martiana di Cuba a quella socia-lista del Cile di Allende, a quella sandi-nista in Nicaragua hanno rappresentatoper prima cosa una vera minaccia agliinteressi degli sfruttatori di risorse, pro-prio grazie all’esempio. Ovviamente la“minaccia” del Venezuela è grande, per-ché non è né piccolo né debole, maricco e influente e considerato taleanche dai BRICS. Quindi forse il man-cato “intervento” nordamericano inNicaragua, alle prese con la costruzionedel nuovo grande canale transoceanico,come probabilmente lo stallo bellige-rante operante in Venezuela e in parte laPax-cubana, sono da osservare alla luceche illumina gli inevitabili equilibri conil gruppo dei BRICS (Brasile, Russia,India, Cina e Sudafrica) partner avanza-to dell’intero mondo latinoamericano inespansione. Lo straordinario cambia-mento in atto del destino di milioni dipersone in America Latina è tuttora alcentro delle ostilità degli Stati Uniti perconto delle multinazionali, ma gli equi-libri delle forze in campo sono cambiatie di molto. In Argentina le attuali mano-vre politiche “poco chiare” possonoessere suonate con lo stesso spartito. Lanazione compresa tra l’oceano Atlanticoe le Ande, affrancata dal primo colonia-lismo spagnolo grazie a José de SanMartín, è con il Venezuela una delleriserve strategiche di partenza per unafutura ripresa economica mondiale. Chiguiderà questo risveglio, chiunque sarà,ne è cosciente già oggi. Si tratta di unenorme territorio produttivo, poco abi-tato ma vasto come un continente conpotenzialità ancora poco sfruttate eaddirittura sottostimate; è un altro for-ziere conteso di risorse naturali. L’Ar-gentina dei Kirchner è inoltre l’obiettivodi artigli rapaci dal 2005. Risale infatti al4 novembre di quell’anno lo schiaffosubito da Bush il Giovane che nel tenta-tivo di imporre l'ALCA (il trattato dilibero scambio delle Americhe) si eratrovato cassato il progetto dal Presiden-te Néstor Kirchner, padrone di casa,sostenuto dal Venezuela e dalla contrap-posizione dell'ALBA creata proprio con

l'odiata Cuba. Era la IV Cumbre de lasAméricas a Mar del Plata e l’appoggio aNéstor era festeggiato dall’esultanzadegli altri leader progressisti.La storia di fondo è quella che segue.Dopo il default neoliberista (provocatocon tempismo perfetto) nell'anno 2001,i nordamericani credevano di comprarel'Argentina per un pugno di dollari, mala sponda venezuelana ne sottraeva nel2005 la paura di ripetere la caduta.Anche qui la “deriva” verso il progressi-smo, dopo le batoste del conservatori-smo, era lentamente in movimento.L’Argentina è un paese, come altri del-l’area, dove viene ora difficile installarein modo stabile un nuovo corso del neo-colonialismo selvaggio o una dittatura;le popolazioni, anche le classi medie,hanno già dato e la gente nonostante imedia sempre in mano alle multinazio-nali del Nord, ha comunque memo-ria…Sono state quindi meno violente alivello di piazza, ma non per questomeno attive, le manovre per neutralizza-re il percorso del peronismo progressi-sta; molte voci infatti si sono schierate asostenere che il Presidente Néstor nonsia riuscito a morire di vecchiaia perinterventi esterni sulla sua salute.Vero ofalso, la moglie Cristina che gli era suc-ceduta elettoralmente, ha trovato, forsenon a caso, lo schieramento mediaticoimpegnato a contrastarne l'immagine ela reputazione. Nella nostra visione, leattuali vicende legate alla tragica mortedel procuratore Nisman provengono daun passato di eventi gestiti dall’estero,dove forze a cui veniva utile incolparealtri paesi (Iran) di atti scellerati qualiattentati a strutture ebraiche (CentroCulturale AMIA -1994), possono averriproposto azioni sotto falsa bandiera,come l’omicidio di un procuratore perincolpare con la pressione dei media chiostacola i piani dell’Impero. Potremmosbagliare, ma nonostante questa enor-me montatura, a nostro parere, destinodi Cristina Kirchner a parte, il peroni-smo progressista non dovrebbe dera-gliare molto alle prossime elezioni presi-denziali di ottobre…Sono rapaci sia il Condor chel’Aquila - Da due secoli gli Stati Uniti,o meglio gli interessi che rappresentano,sono gli avversari non dichiarati del pro-gresso sociale in America Latina.Un’Aquila che con l’aiuto di Condorlocali ha frenato la storia. Indipendente-mente da chi sia l’inquilino della CasaBianca non viene tollerata l’esistenza deipaesi con Governi che mettono alprimo posto le esigenze della popolazio-ne e che si rifiutano di sottostare allerichieste e alle pressioni delle multina-zionali. Ottima cartina di tornasole percapire le intenzioni di un indirizzo poli-tico è lo sguardo alla Sanità e all’Educa-zione. Con enormi difficoltà Venezuela eArgentina si sono mosse con buoneintenzioni proprio su queste strade. Unademocrazia sociale riformista con basecapitalista, come in Venezuela o unasocietà in cammino verso una democra-zia compiuta, con gli sforzi dei Kirchner

per riallacciare il tessuto sociale dilania-to da una atroce dittatura come inArgentina, non sono però accettate.Erano meglio i proconsoli, i ladronesche non permettevano fossero affronta-te neppure giuridicamente le atrocitàdell’epoca dittatoriale; in Argentina adesempio rimanevano impuniti oltre ognidecenza grandi crimini contro l’umani-tà. Di contro e per fortuna del progres-sismo, esiste in questi due paesi unadestra quasi sempre imparentata con lapeggior malavita e poco affidabile ancheper gli interessi del Nord. Inoltre incal-za una situazione internazionale chevede nuovi poteri sostenere l’antagoni-smo alle politiche liberiste che vengonoripresentate come cura ai disastri chehanno già provocato. Quando si dicedelle avvisaglie di cambiamenti epocaliche la fine della Guerra Fredda conCuba ha annunciato, si parla della finedell’abbassamento forzato del prezzodel petrolio e dell’inizio dello scambiocon l’uso di altre divise, innescabile franon molto da Cina e Russia in primoluogo. Questi giganti, partner deiBRICS, osservano da vicino Sud Ame-rica e Carabi. Se non fosse così, non sispiegano, per esempio, le visite recentidel Ministro russo della Difesa proprioa Cuba, in Venezuela e in Nicaragua.Noi da El Moncada continuiamo asostenere le buone ragioni storiche delprogressismo con il suo travagliato per-corso e seguiamo gli sviluppi indicandoverso dove, a nostro parere, rivolgere losguardo per capire prima. Con le “lenti”di lettura della politica e della societàforniteci dai cubani, spesso abbiamodistolto lo sguardo dalle miopi visionieurocentriche della stessa sinistranostrana.

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Dall’alto: recente missione russa a Cuba, inNicaragua e in Venezuela

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In questi giorni molto si è detto dellapossibilità che il cancro che alla fineaveva preso la vita del Comandante

Hugo Chávez era stato indotto e nonprodotto in modo endogeno dalla vitti-ma. Nicolás Maduro ed Evo Morales

ne hanno rimarcato la possibilità etutta la stampa imperialista dell'interocontinente si avventò su di loro perridicolizzarli per aver fatto un com-mento “assurdo” come quello. Sonovenuti fuori i cosiddetti “esperti”,medici e biologi, per deridere accusecosì assurde.Tuttavia, il quotidiano bri-tannico The Guardian ha pubblicatopoco più di un anno fa l'articolo chesegue sotto e nel quale è stata divulga-ta qualche storia sconvolgente cheassegnano all’ipotesi di induzioneesterna del cancro a Chávez un soste-gno non trascurabile. Leggetelo e trae-tene le vostre conclusioni.

Era un caso destinato ai teorici dellecospirazioni simili agli X-Files, quando ilPresidente venezuelano Hugo Chávezandava ipotizzando che gli Stati Unitiavrebbero potuto sviluppare un tipo diarma cancerogena, dopo che ad alcunileader latinoamericani era stata diagno-sticata la malattia. L'elenco comprendel'ex Presidente argentino Nestor Kir-chner (cancro del colon), il Presidentedel Brasile, Dilma Rousseff (cancro dalinfoma), il suo predecessore Luiz InácioLula da Silva (cancro alla gola), Chávez(non rivelato), l’ex-Presidente cubanoFidel Castro (cancro allo stomaco). Ilpresidente boliviano Evo Morales (can-cro nasale) e il presidente paraguayano

Fernando Lugo (cancro da linfoma).Che cosa hanno in comune, oltre il can-cro? Tutti loro sono leader di sinistra.Coincidenza? Nel suo discorso del 28dicembre 2011 di fine anno davanti aimilitari venezuelani, Chávez aveva fattocapire che gli Stati Uniti avrebbero potu-to trovare un modo per inoculare il can-cro ai leader latinoamericani.“Sarebbe così strano se avessero inventa-to la tecnologia per diffondere il cancro enoi non ne venissimo a sapere nulla per50 anni?”, affermò Chávez. “E 'moltodifficile da spiegare, anche con la teoriadella probabilità, quello che sta accaden-do ad alcuni leader dell'America Latina.È almeno strano”, aveva detto. Chávez

aveva dettoche avevaricevuto unavvertimentodell’ex leaderdi Cuba,Fidel Castro,che è soprav-vissuto a cen-tinaia di ten-tativi fallitid’assassinio.“Fidel me lo

ha sempre detto”, ha avvertito Chavez.“Queste persone hanno sviluppato latecnologia. Sei molto sbadato. Fareattenzione a quello che si mangia, quelloche ti danno da mangiare ... un piccoloago e ti iniettano non sai cosa”, disse.Misteri irrisoltiSuona pazzesco? WikiLeaks ha riferitoche nel 2008 la statunitense CentralIntelligence Agency (CIA) sollecitò lasua ambasciata in Paraguay a raccoglieretutti i dati biometrici, compreso il DNAdei quattro candidati presidenziali. NeiCaraibi i teorici della cospirazione tendo-no a credere che la CIA avesse le manianche nella morte dell’attivista trinitariadei diritti civili e pan-africani KwameTure, nella leggendaria icona del reggaegiamaicano Bob Marley e in quella delprimo ministro di Dominica (da nonconfondere con la Repubblica Domini-cana - NdT.) Roosevelt Bernard notocome “Rosie Douglas”.Durante l'indagine del “Select Commit-tee” del Senato degli Stati Uniti sui pianiper assassinare leader stranieri della CIA(condotta nel 1975) venne rivelato chel'agenzia aveva sviluppato una pistola aidardi avvelenati che causano attacchi dicuore e il cancro. La pistola spara un

Chávez è morto o l’hannoammazzato? Nuovi precedenti

introduzione di Atilio Bóron

In occasione della ricorrenza della scomparsa del leader venezuelano, il notointellettuale progressista argentino Attilio Bóron propone di non eliminarel’ipotesi del suo assassinio. Consiglia a tale riguardo la lettura di un vecchioarticolo del quotidiano britannico “The Guardian”

Cancro, l’Arma SegretaQuella che segue è la traduzione di gran parte dell’articolo consigliatoda Bóron, scritto dal giornalista Charles Koon Soo e pubblicato il 27febbraio 2012

Frank Church e John Tower, senatori, mostrano la micidiale pistola

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dardo della larghezza di un capelloumano e con un quarto di pollice di lun-ghezza (poco più di 6 millimetri -NdT.)contenente nella punta un veleno conge-lato che penetrando l’abbigliamento,potrebbe rilasciare un fluido quasiimpercettibile senza traccia nel corpodella vittima .Stokely Carmichael, noto come KwameTure, ex leader radicale delle Black Pan-thers (Partito delle Pantere Nere), cheaveva aperto il movimento Black Powerdel 1960 è morto dicendo che la CIA loaveva avvelenato con il cancro. KwameTure è morto di cancro alla prostataall'età di 57 nel 1998. Il suo amico, l’ar-tista multimediale e attivista Wayne“Rafiki” Morris, sostenne che Ture avevadetto che “inequivocabilmente” la CIAgli aveva provocato il cancro. “Conosce-vo Kwame dal 1976 e per tutto il tempoche l’ho frequentato non ha mai bevutoo fumato sigarette”, ha detto Morris.“Era un ottimo nuotatore, si esercitavaregolarmente, non aveva problemi medi-ci ed era molto consapevole della suasalute”.Se la scarpa si adatta ...

Bob Marley morì di cancro - melanoma- nel 1981. Aveva 36 anni. La relazioneufficiale è che ha contratto il cancro dopoun infortunio al piede che non è maiguarito mentre giocava a calcio nel 1977.I teorici della cospirazione sostengonoche Carl Colby, figlio del defunto diret-tore della CIA William Colby, aveva datoa Marley un paio di stivali nei quali c’eraun pezzo di filo di rame rivestito con unasostanza cancerogena che aveva perfora-to l'alluce di Marley. C’è una somiglian-za inquietante tra Marley e la situazione

di Castro con le scarpe avvelenate. L'am-basciatore di Cuba a Trinidad e Tobago,Humberto Rivero disse che la CIA e gliesuli cubani hanno provato più di 600volte a uccidere Castro -… con sigariesplosivi, iniettandogli il cancro, utiliz-zando una muta foderata con del veleno-. Per il cancro di Marley la CIA avrebbeusato presumibilmente il cancro nellesue scarpe, per Castro sali di tallio, unveleno altamente tossico cosparso neisuoi vestiti. Dopo solo otto mesi dall’es-sere stato eletto primo ministro dellaDominica, il politico radicale “Rosie”Douglas fu trovato morto sul pavimentodella sua residenza nel 2000. La causadella sua morte fu un attacco di cuore. Ilsuo cuore era di due volte la dimensionenormale. Come Ture e Marley, facevaesercizi regolarmente. Il figlio maggioredi Douglas, Cabral, ha insistito nel direche il padre era stato assassinato e avevafatto capire che la CIA era coinvolta nellafaccenda. Anche Moshood Aiola (leaderd’opposizione, economista e progressista- NdT.) l'uomo che secondo molti avevavinto le elezioni del 1993 in Nigeriasenza potersi insediare, era morto per unattacco di cuore dopo che gli era statodato un cocktail che aveva ampliato ilsuo cuore di due volte la sua dimensionenel 1998. Jack Ruby, l'assassino cheaveva ucciso il presunto omicida del Pre-sidente americano John F. Kennedy, LeeHarvey Oswald, è morto di cancro aipolmoni nel 1967. La cosa strana era chele cellule tumorali non erano del tipo cheha origine nel sistema respiratorio. Dissealla sua famiglia che gli erano state iniet-tate le cellule tumorali in carcere quandogli erano state somministrate iniezioni

per combattere l'influenza. Morì giustopoco prima che fosse posto a testimonia-re davanti al Congresso. […]Il leader del partito di opposizione delCanada, di tendenza di sinistra NewDemocratic Party (NDP), Jack Laytonmorì di una forma non conosciuta dicancro nel 2011.Sembra che avere ten-denze di sinistra sia peri-coloso per la salute diuna persona.Ma non solo; a partiredal 1953 i russi stavanoutilizzando microondeper attaccare il personaledell'Ambasciata degliStati Uniti di Mosca. Unterzo del personale del-l'Ambasciata alla finemorì di cancro comerisultato di tale irradia-zione.Immaginate come deveessere avanzata e sofisticata la tecnologiadegli omicidi oggi.

Fonte - http://www.guardian.co.tt/lifesty-le/2012-02-27/cancer-secret-weapon

Nota : The Guardian è un quotidianobritannico che si definisce indipendentedalla politica, classificabile come appar-tenente alla stampa liberale/democratica.Alla domenica viene “sostituito” con TheObserver. Una fotografia dei senatoriFrank Church e John Tower con la “can-cer gun” è stata pubblicata con l’articolo,l’altra è tratta da un filmato recentemen-te declassificato egli Stati Uniti

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Cuba conta sul miglior complessoturistico del regime “Tutto com-preso” a livello mondiale, ilRoyalton Cayo Santa María, cer-tifica la lista presentata dal sitospecializzato TripAdvisor. L’in-stallazione Cinque Stelle situatanel polo Jardines del Rey, occupaora il primo posto tra i 25 hotelpiù popolari del mondo, ha sta-bilito Traveler´s Choice 2014,che gli ha concesso il premio sta-bilito dal portale dei viaggi, par-tendo dalle opinioni che invianomigliaia di clienti in un anno.“Un complesso turistico prezio-so, con un servizio spettacolare. Ilpaesaggio è impressionante e il cibodelizioso. Non si può immaginareun luogo più bello per rilassarsi”,scrivono.Dopo il Royalton Cayo SantaMaría, vengono l’Iberostar GrandHotel Paraiso, del Messico; ilKurumba Maldives, delle Maldive;Le Blanc Spa Resort e il Secrets

Maroma Beach Riviera, tutti e due a

Cancún, in Messico, dice la lista cita-ta dal bollettino CNN Travel. Alposto numero 20 si trova un altrogioiello tra gli alberghi cubani, ilMeliá Cayo Coco, situato anche luinel polo Jardines del Rey, sulla costanord, al centro dell’arcipelago delleAntille.I premi Traveler´s Choice riconosco-no un totale di 100 strutture in tutto

il mondo e i vincitori si determinanopartendo dai migliori criteri chescrivono milioni di viaggiatori invarie categorie, come il miglioralbergo, la destinazione, la spiag-gia e i ristoranti favoriti.Per i clienti del Royalton CayoSanta María, gestito da tempodalla canadese Blue Diamond,risaltano in TripAdvisor l’eccel-lenza dei servizi, la squisita atten-zione del personale e la bellezzadei luoghi del complesso turisti-co. “È un hotel dove ricevi vera-mente quello che immaginavi.Ritornerò il prossimo anno per

ripetere l’esperienza di comodità epiacere e non posso immaginare unposto più bello per rilassarmi”, hascritto nel sito un cliente. Cuba, chevuole rinforzare il settore turistico,spinge per l’incremento del suoimpianto alberghiero per il qualedispone di 61.000 camere e ne pro-getta un totale di 85.000 per il 2020.(da Granma International).

Kwame Ture ex diri-gente delle PantereNere

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Il 1° febbraio 1959 una granata esplodenel mezzo di una processione che arriva-va a piedi da Santiago de Cuba per ren-dere omaggio alla Virgen de la Caridaddel Cobre nel suo santuario.Il lunedì 2 si conobbero nuovi dettaglidell’esplosione a El Cobre. L'evento, tra-gico di per sé, assunse dimensione politi-ca quando si seppe che non si trattava diuno sfortunato incidente, semi di mortedisseminati nei campi di battaglia, mal’avvertimento di un pericoloso complot-to controrivoluzionario. Fu una granata enon una mina a provocare lo scoppio.Un soldato dell’esercito regolare, JoséDuany Cobas, fu arrestato, confessandoin una conferenza stampa l’esistenza diun piano per uccidere Fidel Castro erovesciare il governo. A questo scopo siera mescolato con i pellegrini sulla lorostrada verso il santuario, cercando ilmomento per attaccare una pattuglia eprendere le armi. In tale occasione glicadde il dispositivo letale, che produssela catastrofe.Invischiati nel tentativo apparvero altrimembri delle forze armate: Juan AlbertoRivera, Miguel Vazquez, Jorge López, unaltro di cognome González e molti altri.Per lo più erano giovani arruolati –“spuntini” - che avevano combattuto iribelli sul fronte di Guantánamo e Yate-ras. Il progetto prevedeva di assassinare ilComandante in Capo, approfittandodella visita in Oriente e l’inizio di unaguerriglia nella Sierra Maestra.A prima vista, il movimento sovversivosembrava una pazzia. Ma emersero altrecircostanze sospette in grado di inquieta-re la cittadinanza.A Jiguaní venne arrestato Robert AlanNye, di 31 anni, pilota civile e residentea Coral Gables, Florida. Indossava pan-taloni kaki e stava viaggiando in una jeep,in cui era nascosto un fucile con mirinotelescopico, un revolver calibro 38 e unabbondante parco munizioni. Secondo ipiani, Robert Nye arrivò nel paese conun piccolo aereo che atterrò nelle vici-nanze di Bayamo. Disse che aveva inten-zione di unirsi ai ribelli per offrire loro isuoi servizi come pilota. Durante questiandirivieni lo sorprese la caduta della dit-tatura.Al momento non vi era alcuna traccia diquali furono i suoi contatti precedenti neper quale via pretendesse di incorporarsi

alle forze di Fidel. A giudizio delle auto-rità, il detenuto, soldato di ventura, aveval’intenzione di mettere a repentaglio lavita del leader rivoluzionario, in cambiodi una ricompensa di diecimila dollari.Risultava significativo che si fosse chiusoin un silenzio ostinato, rifiutando di par-lare con il console del suo stesso paese.Era necessario determinare se esistessequalche relazione tra la granata di ElCobre e il fucile telescopico di AlanRobert.1

Per i rapporti che si trovano in manodelle autorità rivoluzionarie si presumeche Alan Robert abbia mentito dato chesecondo i dati ottenuti il proposito diquesto nordamericano era quello diassassinare il dottor Fidel Castro, quan-do avrebbe attraversato Bayamo o San-tiago de Cuba nel suo viaggio di ritornoa La Habana. Inoltre fu stabilito cheAlan ricevette la somma di 10.000 pesosper commettere l’omicidio da parte dipersone finora non identificate.2

Giorni dopo il quotidiano Revoluciónamplia l’informazione. Il nordamericanoAlan Robert è stato arrestato alcuni gior-ni fa presumendo che intendesse attenta-re alla vita del leder máximo della Rivo-luzione e durante l’interrogatorio hafatto importanti dichiarazioni.Ha affermato che è di Chicago ed èvenuto a La Habana da Miami con unpiano che gli era stato proposto dall’ex-dittatore Batista, mediante un cubanoresidente a Miami, di nome Daniel Váz-quez, che era stato accusato dal Movi-mento 26 Luglio di essere un traditore,mettendolo in contatto telefonicamentecon l’ex-dittatore che lo mise in comuni-cazione con il brigadiere Carlos Tabernil-la e Orlando Piedra.Arrivando a La Habana il 12 novembre1958, iniziò le pratiche per entrare nel-l'Esercito Ribelle, alloggiando all’albergoComodoro, dal 1 ° al 19 dicembre, contutte le spese pagate dal brigadiereTabernilla e da Orlando Piedra, utiliz-zando il nome di George R. Collins.Il giorno 19 si spostò con l’aereo 231Adelle forze aeree fino a Bayamo con ilproposito di entrare nell’Esercito Ribelleper portare a termine l’assassinio deldottor Castro.Il 20 lasciò Bayamo verso la Sierra, mavenne catturato da due soldati dell'Eser-cito Ribelle che lo disarmarono.

Il nordamericano Nye continuò dicendoche ricevette l’offerta di ricevere cento-mila pesos dal brigadiere Tabernilla seavesse procurato la morte del leader delMovimento 26 luglio, Fidel Castro,dovendo passare a recuperare il denarouna volta compiuto il fatto, nella sua casasituata all'angolo della calle 84 angolo19, a Miramar.3

Il libro La guerra segreta: Azione esecu-tiva, del generale di brigata Fabián Esca-lante Font, raccoglie ulteriori informa-zioni su questo primo piano organizzatodopo la Rivoluzione per assassinare FidelCastro.[...] Alan Robert Nye era stato reclutatoda diversi mesi dal Federal Bureau ofInvestigation (FBI) per penetrare neigruppi di emigrati cubani che cospirava-no contro la dittatura di Fulgencio Bati-sta. Pilota di aviazione, era apparente-mente stato espulso dal corpo, dopo cheil capo della sua base aveva ricevuto unadenuncia anonima, dove veniva accusatodi aver cospirato con gli esuli cubani perlanciare attacchi aerei contro obiettivimilitari a Cuba.In realtà, si trattava di un attento pianodell’FBI per offrire una forte lettera dipresentazione agli esuli cubani che com-battevano la dittatura di Batista.[...] Nel mese di aprile [1959], AlanRobert Nye fu sanzionato dai tribunalirivoluzionari ed espulso dal paese, percui venne consegnato all'Ambasciatadegli Stati Uniti. Così terminò il primoprogetto criminale contro la vita di FidelCastro al quale aveva partecipato una agenzia governativa degli Stati Uniti, ilFederal Bureau of Investigation, in com-plicità con la polizia della dittatura diFulgencio Batista.4

Note originali:1 - “Sección En Cuba”, Bohemia, (6):90, La Habana, 8 de febrerode 1959.2 - Revolución: 11, La Habana, 3 defebrero de 1959.3 - Revolución: 15, La Habana, 5 defebrero de 1959.4 - Fabián Escalante Font: La guerrasecreta: Acción Esecutiva.(Tratto dal libro di Eugenio Suárez Péreze Acela Caner: Fidel: en el año de la libe-ración, t. 1, enero-marzo de 1959. Edito-rial Verde Olivo, 2008)

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Il primo piano di un attentato contro la vita di Fidel

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Delle sculture cesellate da artisti ita-liani con delle insegne di Carraranobilitano la città cubana di Cien-fuegos, il cui centro storico è statoriconosciuto dall'UNESCO comePatrimonio dell'Umanità.Tre di queste opere monumentaliportano il marchio che la cultura ita-liana ha donatoall’unica città del-l'America spagnolafondata da coloni diorigine francese, il22 aprile 1819.In primo luogo, datala sua dimensione,colpisce la sculturadedicata all'EroeNazionale di Cuba,Josè Martì (1853-1895), nell'epicentrodella piazza cheporta il suo nome,l'antica Plaza deArmas (Piazza delleArmi).L'opera dello sculto-re genovese CarloNicolini Manfredi èstata collocata nel 1906, un annodopo da quella simile nel PiazzaCentrale a La Habana, la prima eret-ta a Cuba dedicata all'Apostolo del-l'Indipendenza.In seguito, Nicolini ha finito in ungruppo scultoreo con una allegoriaalla Repubblica, una donna con loscudo e una cuffia Fregio, che sem-bra proteggere l'organizzatore dell'ul-tima guerra di indipendenza (1895-

1898) contro il dominio colonialespagnolo.Se questa opera rappresenta la mae-stosità dell'arte statuaria nella cosid-detta Perla del Sud, la mistica favori-sce quella nota come La Bella Dor-miente, che riposa il suo eternosogno sulla tomba di una giovane nel

cimitero Municipale o della Regina(Monumento Nazionale), unico chea Cuba preserva il sistema di sepol-tura tramite loculi verticali.L'opera mostra una donna sedutareclinata su una croce cristiana chesostiene con la mano destra un ramodi ghiande, mentre schiaccia un ser-pente con la mano sinistra, è la partevisibile di una leggenda popolaresulla maternità troncata

dalla morte, molto radicata nella sto-ria locale.

Delle note della storiografia di Cien-fuegos, a 250 chilometri da LaHabana rivelano che il mausoleodella famiglia Erba, nel cimitero diStaglieno della città italiana di Geno-

va, esiste una figura quasi identi-ca.In conseguenza indicano la pos-sibilità che la scultura del campo-santo di Cienfuegos sia statacreata dalle mani dell'artista Sac-comanno, autore di quella erettanel cimitero genovese.A differenza dalle precedenti,situate all'aperto, la terza di que-ste opere riceve l'ombra dell’atriodel teatro Tomas Terry, costruitonel 1889 con il capitale lasciatodal mecenate d'origine venezue-lana che da il nome alla struttura.La statua di Terry seduto e amisura naturale è stata scolpitada un artista napoletano dicognome Solari.Secondo quanto raccontano lecroniche antiche il creatore non

ha mai visto di persona il possidente,morto a Parigi nel 1886 e il suounico modello è stato una foto delpersonaggio.Sembra che l'opera abbia avuto lasua notorietà dentro la produzionecompleta di Solari, perché circola laversione che all'inizio del secolo XXil Governo italiano sia stato interes-sato al suo acquisto.

Scultori e marmi italianinobilitano la città patrimoniale cubanaFrancisco G. Navarro*

Il Teatro Tomas Terry

Qui sopra a sinistra l’esterno, a destra la sala

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I marmi di Carrara magnificanoanche alcune delle principali costru-zioni di Cienfuegos come il Palazzodel Governo (d'or-dine toscano), che èstata la casa delc o m m e r c i a n t easturiano Acisclode Valle e l'anticaSocietà Liceo.L'ingresso al palaz-zo Del Valle, princi-pale mostra del-l'ecletticismo nel-l'architettura cuba-na del secolo XX, ècustodito da unpaio di sfingi scol-pite in pietra dellapiù famosa cava ita-liana.Tre mascheroni diceramica fatti amano dalla casaSalviatti, di Venezia,che rappresentano

la Commedia, la Tragedia e la Musi-ca, completano la facciata del teatroTomas Terry.

Questa sala delle arte sceniche formainsieme al teatro Sauto, dell'occiden-tale città di Matanzas e alla Caridad,

della città centrale diSanta Clara, la trilo-gia dei teatri classicidel secolo XIX cuba-no, al di fuori dellemura della capitale.Artefici italiani omateriali estratti dalleviscere della penisolache assomiglia a unostivale completanol'essenza artistica diquesta città, la piùgiovane tra quelle chea Cuba ostentano lacategoria di patrimo-nio.

(*) L'autore è corri-spondente di PrensaLatina nella provinciacubana diCienfuegos.

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CCuubbaa,, nneell 22001166 iill sseettttiimmoo

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La Habana 24 feb. (askanews) - Il Partito Comunista cubanoguidato da Raúl Castro si riunirà nell'aprile 2016 per il suoSettimo Congresso con l'obbiettivo principale di varare unanuova legge elettorale.Il Congresso è l'appuntamento più importante per la forma-zione politica fondata nel 1959 da Fidel Castro con la fusionedei tre principali gruppi che si opponevano al dittatore Ful-gencio Batista.L'organo ufficiale del PCC, il quotidiano Granma, spiega cheal centro del Congresso ci sarà "l'instaurazione di una nuovalegge elettorale... Che sarà adottata già nelle elezioni politichedel 2017" ovvero a un anno dal prevedibile cambio della guar-dia al vertice del Paese dopo 10 anni di governo di RaúlCastro.

Tomas Terry

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Circolo di Petraia Sottana

L’ignoranza acceca gli uominiGiorno 29 novembre 2014: con icompagni del mio circolo abbiamoorganizzato un piccolo seminariosulle differenze tra due organismisovranazionali: la CELAC e l’UnioneEuropea. Ospite speciale è stato ilgiornalista cubano Oliver Zamora.Un numero cospicuo dei partecipan-ti era composto da giovani, l’enormeinteresse mostrato da questi per gliargomenti trattati ci ha fatto rifletteremolto. Viviamo all’interno di unasocietà che a colpi di pubblicità cipaventa una situazione di ricchezzageneralizzata, moltissimi giovani ven-gono distratti dalle continue promes-se di un capitalismo che, nonostantele crisi cicliche di marxiana memoria,continua a rigenerarsi e a sopravvive-re, con un sistema educativo che nonpone più al centro la critica costrutti-va del mondo che viviamo, ma soltan-to il raggiungimento di un fantomati-co traguardo che non arriva mai.In tutto questo c’è una piccola isolacon alle spalle il “Golia” del capitali-smo, per più di cinquanta anni ha lot-tato per difendere un’idea. Cuba edaltri paesi dell’America Latina cihanno dato oggi conferma che unmondo diverso è possibile, un mondoche guarda a quelle libertà inviolabili,libertà che gli Stati Uniti non inten-dono rendere universali, ciò è eviden-te non solo nella politica contro Cubama anche in altre situazioni interna-zionali.La forza di questo imperialismo nonsi serve solo di attacchi terroristicicontinui contro il popolo cubano, maanche di metodi molti più subdoli evelati: l’indirizzare i media in unacontinua ed incessante propagandaanti- cubana ricorda molto quello chescriveva Foucault in “Sorvegliare epunire” : “bisogna insomma ammet-tere che questo potere lo si esercitipiuttosto che non lo si possieda, chenon sia privilegio acquisito o conser-vato dalla classe dominante, ma effet-to d’insieme delle sue posizioni strate-giche – effetto che manifesta e talvol-ta riflette la posizione di quelli chesono dominati” .Così quando si racconta la verità suCuba inevitabilmente le personerimangono affascinate.Durante il seminario, dall'interesseper la questione del funzionamentodella CELAC, diverse domanderivolte a Zamora hanno riguardato lasocietà cubana. Alcune dimostravanocome i maggiori media qui in Italiafanno passare Cuba per una dittatu-ra, distorcendo effettivamente la real-tà dei fatti. Erano facce molto sorpre-se quelle che ascoltavano qual’è ilsistema di voto a Cuba, quasi sgo-mente nel sapere che i politici a Cubanon ricevono stipendio. Questi non

sono altro che piccoli esempi che sipossono fare per capire che una voltache si conosce Cuba essa si dimostrauna vera alternativa al capitalismoimperialista statunitense.Parliamo dell’abc dell’informazione,la situazione cubana e gli enormicambiamenti che sta vivendo l’Ame-rica Latina spesso non sono cono-sciuti dalla maggioranza delle perso-ne; diversi giornalisti che spesso scri-vono su Cuba, sanno poco o nientedella sua storia, della sua Rivoluzione,delle importanti trasformazioni degliultimi decenni.La controinformazione, è stato piùvolte ribadito, sta alla base del lavorodei compagni perché solo grazie allavoro incessante di tutti tramite larete e nei giornali che vogliono davve-ro informare, si possono ottenere otti-mi risultati.Altro tema è il ritardo delle nostrescuole, Marx parlava spesso nei suoiscritti del nesso tra istruzione-lavoro,la rivoluzione cubana ha messo comeobiettivo principale quello di garanti-re il diritto di apprendere e sviluppa-re le proprie idee. Qui in Italia le disa-strose riforme degli ultimi governinon hanno fatto altro che aumentaretale problema, oltre alla continua pri-vatizzazione di questo settore, anche illivello dei docenti e dei programmicontinua a calare costantemente.Logiche di mercato invadono ilcampo del sapere, nei licei moltospesso nella programmazione relativaalle materie umanistiche non si arrivamai a studiare eventi e situazioni vici-ni a noi (nei programmi di storia siarriva con fatica alla seconda guerramondiale, ciò pone lo studente adisconoscere i fatti degli ultimi ses-sant’ anni). Con la mancanza di unadeguato senso critico si è semplice-mente incapaci di leggere la realtà, dinon vederne le continue mistificazio-ni.Penso perciò che sia una prerogativadella nostra associazione quella dipoter entrare maggiormente in con-tatto con gli ambienti scolastici e uni-versitari, per far conoscere un idealesocialista che può ridare speranza atutti coloro che nonsanno quale viaimboccare, chehanno perso la bus-sola dopo il 1989,che si ritrovanoimmersi in quelindifferenza politicache tanto piace alcapitalismo.Quella luce di spe-ranza proviene daCuba, paese che cipermette di guardareal futuro con ottimi-smo, un ottimismoche è proprio di noigiovani ma che viene

oggi continuamente attaccato. Tenia-mo a mente la lezione del Che:“Ricordatevi che ciascuno di noi, dasolo, non vale nulla”.El pueblo unido jamas serà vencido!

Circolo di Milano

Cuba -USA: ¿todo cambia?Appena prima di natale, subito dopolo scambio di prigionieri fra Cuba eStati Uniti e la riapertura delle rela-zioni diplomatiche abbiamo sentitol’esigenza di dare una prima rispostaalle molte richieste che ci pervenivanoper telefono e per messaggi; le variequestioni erano riassumibili in duedomande: è finito il bloqueo? L’Asso-ciazione si scioglierà? Fra l’altro laprima era giustificata dalla solitadisinformazione interessata, che inquest’occasione è riuscita a superarsi,confondendo anche alcuni nostriiscritti, meno militanti o meno atten-ti.In poco tempo ci siamo accordati conil prestigioso Circolo Culturale Con-cetto Marchesi di Milano, fissandouna data, sabato 17 gennaio, perun’iniziativa pubblica e concordandogli invitati, che sono stati: la ConsoleGenerale di Cuba, Oneida BaróEstrada; la Console Olga Dalmau;Geraldina Colotti, giornalista delManifesto ed esperta di AmericaLatina, Giorgio Oldrini già corri-spondente de L’Unità da Cuba.

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appuntamento con

Le notiziedai

Circoli

Le notiziedai

Circolia Cura di Rocco Sproviero

circoli.moncada@libero,it

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Credo che la scelta del titolo dellaserata “Cuba-USA: ¿ todo cambia?”abbia creato molta curiosità sia neifedelissimi, che nei dubbiosi, tantoche alle 14,30 la sala era già stracolmaed è stato poi registrato il record dipresenze della sala (130 persone),nonostante in quel pomeriggio aMilano ci fossero alcune altri impor-tanti avvenimenti pubblici.Segnalo anche la presenza della Con-sole Generale della Bolivia e di unrappresentante del Consolato del-l’Ecuador.Tutti gli intervenuti hanno giudicatomolto positivamente i gesti distensivifra i due paesi, salutando con soddi-sfazione il prossimo avvio di normalirelazioni diplomatiche, dopo unatteggiamento ostile da parte USAdurato più di 50 anni e divenuto sto-ricamente ingiustificabile dopo la finedella guerra fredda.Tuttavia, pur auspicando che vengaposto fine al blocco economico, piùvolte condannato quasi all’unanimitànell’assemblea generale delle NazioniUnite, è stato sottolineato più voltecome questa sia una delibera che nonsta nei poteri del Presidente, ma chedeve essere presa dal congresso statu-nitense, al momento a maggioranzarepubblicana.Inoltre si è osservato che lo stessoObama, pur ammettendo che la poli-tica attuata in questi anni dal suopaese non ha dato i risultati sperati,ha pubblicamente dichiarato un cam-biamento di strategia verso Cuba,sottintendendo neanche troppo vela-tamente, che l’obiettivo è quello di uncambiamento della forma di governoe di democrazia nell’isola.La compagna Oneida Baró, ConsoleGenerale, nel suo applaudito inter-vento, ha ribadito più volte l’impor-tanza che la solidarietà internazionaleha avuto in tutti questi anni sia pernon aver mai lasciato isolato il paese,ed aver sempre sostenuto la Rivolu-zione cubana, i suoi valori e le lotteper il superamento del blocco, per ilritorno del piccolo Elián Gonzáles inpatria, e negli ultimi anni la dura bat-taglia per la liberazione del 5 eroi; leultime due conclusesi con un grandesuccesso.Altro punto che è stato toccato è l’at-tenzione che dovrà essere posta ad unprevedibile intensificarsi di “guerramediatica”, sia all’interno di Cubacon appoggi tecnologici ed aiuti eco-nomici ai vari “dissidenti”, cheall’esterno tramite la stragrande mag-gioranza dei “media” che continuanola loro opera di disinformazione emenzogne.L’artista cubana Renata Mezenov sacon la sua bellissima voce e la chitar-ra ha allietato il pomeriggio interve-nendo con alcuni brani fra un’esposi-zione ed un’altra, concedendo ai pre-senti momenti di respiro dall’intensaattenzione con cui hanno seguito

tutta l’iniziativa.La conclusione che posso trarre comemembro dell’Associazione, anche inbase alle precise dichiarazioni dellarappresentanza consolare cubana, èche non sbagliamo affatto, dopo averdato la giusta importanza all’inter-vento di Papa Francisco, e soprattut-to alla pazienza ed alla capacità disopportazione del popolo cubano, adattribuirci anche noi, che fin dal 1961sosteniamo la Rivoluzione cubana, unpo’ di merito per questa che è indub-biamente una vittoria di Cuba/Davi-de contro il gigante USA/Golia.Fatta questa piccola autocelebrazio-ne, quello che è emerso dal dibattitoconferma in toto quanto avevamoimmediatamente intuito ed afferma-to, cioè gli impegni futuri perl’ANAIC:lotta insistente contro e per il supera-mento del bloqueo; per la chiusuradel disumano carcere illegale diGuantánamo e per la restituzione delterritorio della base nordamericanaalla repubblica di Cuba; perché siafatta verità e giustizia per Fabio DiCelmo, il nostro compatriota uccisonell’attentato in Cuba nel 1997; per lagiusta pena per il responsabile reoconfesso dell’attentato Posada Carri-les; per il superamento della cosiddet-ta “posizione comune europea”.A chi ci chiedeva se l’Associazione sisarebbe sciolta, posso rassicurarlo,rispondendo che, visti “i piccoli impe-gni “ qui sopra elencati, saremmo benfelici di poterli raggiungere a breve,ma purtroppo la data di fine attività lavedo ancora abbastanza lontana.

Gianni FossatiSegretario circolo

Arnaldo Cambiaghi-Milano

Circolo di Parma

Il Circolo “Italia Cuba” di Parma(dedicato a Marilisa Verti e a CeliaSánchez) domenica primo marzo2015 ha organizzato l'anteprima dellospettacolo "Cuba Libre" presso il tea-tro del Centro Sociale Giovanile “M-X-24” di Bologna, alla presenza di 15soci “Italia-Cuba” e di altrettanti nonsoci. "Cuba Libre" è un recital teatra-le e musicale della durata di un’ora eun quarto (scritto recentemente dallanarratrice Katia Sassoni e interpreta-to dal regista-musicista SalvatorePanu), ideato dal ricercatore Gian-franco Ginestri con lo scopo di ricor-dare il 70° della Liberazione e al finedi omaggiare quattro partigiani italo-cubani le cui vite sono state dedicateai principi della Resistenza Italiana edella Rivoluzione Cubana, i cui nomisono: Alba De Cespedes, Italo Calvi-no, Arnaldo Cambiaghi, Gino Donè.La scenografia di “Cuba Libre” è for-mata da un grande schermo dovevengono proiettati i volti dei suddettipartigiani, più un tavolino con quat-tro sedie e altrettanti bicchieri con

una caraffa colma di vino rosso. L’ar-tista Salvatore Panu ha recitato lequattro parti e ha cantato (accompa-gnandosi con la fisarmonica) unadozzina di canzoni partigiane e cuba-ne, tra cui Fischia il vento, Stalingra-do, Cuba si Yanqui no, Hasta siempreComandante. Nei giorni successivi lospettacolo “Cuba Libre” ha debutta-to ufficialmente in tre spazi situati neidintorni di Roma Capitale: il 6 marzopresso il Centro Sociale degli Scario-lanti di Ostia Antica (a cura del loca-le Circolo “Italia-Cuba” Julio Anto-nio Mella); il 7 marzo presso il Cen-tro Sociale Giovanile di Cinecittà (acura del Circolo “Italia-Cuba” diRoma Città) e l’8 marzo nella Biblio-teca Comunale di Manziana (a curadel Circolo “Italia-Cuba” dellaTuscia). Dopo l’anteprima bologneseed il debutto laziale, il recital “CubaLibre” ha replicato in altre regioni econtinuerà a replicare per tutto ilbiennio 2015-16.

Circolo del ravennate

Con quello che accade oggi tra Cubae Stati Uniti si apre una nuova pagi-na. Vince la risolutezza della Rivolu-zione Cubana, ma restano i pericoli.Probabilmente l’imperialismo useràcontro Cuba armi più sottili quali ilcondizionamento economico, media-tico, di internet per spezzare la solidi-tà e l’unione tra il popolo e la Rivolu-zione Cubana. Siamo convinti che leidee ed il progetto della Rivoluzioneavrà la meglio. Dal canto nostro con-tinueremo a dimostrare fattivamentela nostra solidarietà a Cuba Sociali-sta.Con questa premessa diventanoancora più importanti i progetti che,come Circolo, assieme al coordina-mento dell’Emilia Romagna, al circo-lo di Senigallia e all’Associazione SanMarino Cuba sviluppiamo in terracubana, soprattutto nel campo del-l’informatica.Anche quest’anno è partito un con-tainer “40°high cube” con più di 200postazioni informatiche diretteall’ICAP Nazionale e all’ACRC cheprovvederanno a installarle nellevarie sedi provinciali.Ricordiamo che l’ICAP è l’ IstitutoCubano di Amicizia tra i Popoli, fon-dato dal Che , ha il compito “interna-zionalista” di mantenere contatti contutti i popoli che attivano solidarietàcon la Rivoluzione per cui, oggi, piùche mai necessita di quell’ alta tecno-logia che, a causa del Bloqueo o percosti molto alti, non sempre puòavere a disposizione.L’ACRC è l’Associazione Combat-

tenti della Rivoluzione Cubana, ècomposta da più di 330 mila cubanidi tutte le età, che sono stati in primalinea nelle battaglie rivoluzionarie dal1933 ad oggi; alcuni dei suoi compitisono di far rivivere le esperienze

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individuali e collettive alle nuovegenerazioni e di appoggiare e sostene-re le famiglie degli internazionalisticubani che portano medicina, istru-zione e competenze tecniche in più di150 Paesi in tutto il mondo.Questi progetti sono seguiti sull’Isoladal responsabile dei progetti regiona-li, Rodolfo Dal Pane.Il container conteneva inoltre unimpianto di irrigazione indirizzatoalla CPA Angel Montejo di SanctiSpiritus e materiale ciclistico cheverrà utilizzato dall’Accademia Cicli-stica di Sancti Spiritus con la quale ilnostro circolo, per il terzo anno con-secutivo ha organizzato una competi-zione ciclistica “ Contro il terrorismo,

per la liberazione dei 5 Eroi cubani” .La competizione, divisa in 5 tappe, siè svolta nel gennaio 2014 con circa100 atleti cubani e provenienti da altriPaesi, ha visto anche la partecipazio-ne durante le premiazioni dei parentidei 5. Il 2014 ha visto il nostro Circo-lo impegnato in una serie di iniziativeche hanno avuto come temi centraliCuba, il meschino e assassino Blo-cheo che cerca da più di 50 anni distrozzare l’economia e la societàcubana nonostante sia stato condan-nato per l’ennesima volta dall’ONU,e la campagna mediatica dei nostrigiornali che continua a descrive-re l’Isola come una tremendadittatura.Convinti dell’importanza checome Associazione abbiamo neldare una corretta informazione,il 12 maggio alla presenza di piùdi 300 persone è stata nostraospite Aleida Guevara March e il30 maggio il primo segretariodell’Ambasciata della Repubbli-ca Bolivariana del Venezuela inItalia,Alfredo Viloria Perez. Que-st’ultimo è stato nostro ospiteanche in agosto durante la serataorganizzata dal ns. Circolo all’in-terno della festa provinciale delPRC .

Nel mese di luglio è stato nostro ospi-te Pedro Paolo Gomez funzionariodell’ICAP e ex direttore della rivista “Habanera” esper-to nella costruzio-ne dell’informa-zioni e della cyberguerra controCuba, con luiabbiamo organiz-zato una serie diconferenze intutto il territoriod e l l ’ E m i l i aRomagna.Gli ideali dellaRivoluzione, perla costruzione di

un mondo fondato sulla solidarietà,equità sociale e libero arbitrio deipopoli sono stati affiancati a quellidella Resistenza italiana che hannoliberato l’Italia dal giogo del Nazifa-scismo nei tre giorni di “ Festad’Amicizia con Cuba” a Ravenna inpiazza Ugo La Malfa sotto lo sguardoattento e “sorridente” delle effigi delChe e di Bolow rappresentati nelleopere musive installate in quella piaz-za da giovani artisti cubani e ravenna-ti.

Queste giornate di festa, oltre abuona musica hanno portato molti

giovani a contatto, forse per la primavolta, con la realtà cubana e la suaRivoluzione. Gli ideali internazionali-

sti del Che sono stati sottolineatianche in agosto in una serata dedica-ta a lui alla taverna Bucoski a Marinadi Ravenna assieme a poeti ravennati,in collaborazione con l’Assessoratoalla Cultura di Ravenna.La presenza del nostro Circolo adalcune iniziative dell’ANPI di Faenzae Brisighella a Cà Malanca (campo dibattaglia dei Partigiani sulle collineromagnole) ha sottolineato che cisono ideali condivisibili nelle lotte dipopoli lontani nel tempo e nello spa-zio, ideali che sopravvivono al Blo-queo, all’informazione venduta e alrevisionismo storico.Come Circolo abbiamo sempre pen-sato che la solidarietà con Cuba devepassare per la conoscenza, la conta-minazione tra culture e, in questaottica anche nel 2014 è continuata lacollaborazione con il Comune diRavenna, Assessorato alla Cultura ePolitiche Giovanili e l’Accademiadelle Belle Arti di questa città. Nelmese di maggio questa collaborazio-ne ha visto giovani artisti ravennati aSancti Spiritus per il 500° anniversa-rio della sua fondazione, lavorare congiovani artisti cubani nella program-mazione, ideazione e installazione di

una opera musiva chesi affianca a quella giàcollocata qualche annofa. Ogni anno vieneorganizzata al LaHabana dall’Amba-sciata d’Italia, la “Setti-mana della cultura ita-liana”, in collaborazio-ne con il Ministerodella Cultura cubano,la Oficina del Historia-dor della Città de LaHabana ed il Comitatocubano della SocietàDante Alighieri e rap-presenta senz’altro ilprincipale evento a

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A destra artisti ravennati e Spirituensi al lavoro; inalto sbandieratori faentini a Cuba

Partenza di una tappa della competizione ciclistica

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Cuba legato alla cultura italiana non-ché l’appuntamento culturale piùimportante tra quelli organizzati dalleRappresentanze straniere nella Capi-tale cubana. "I legami tra Italia eCuba sono particolarmente ravvici-nati ed intensi, oltre che sul piano isti-tuzionale, anche tra inostri due popoli, dandoluogo ad un variegatoscambio di esperienze,che si manifesta soprattut-to nelle molteplici attivitàculturali, cui l’Ambasciatafornisce ogni possibilesostegno. Ne è noto esem-pio la "Settimana dellacultura italiana a Cuba",che tradizionalmente sisvolge in novembre, edalla quale si sono semprepiù affiancate svariatealtre iniziative nell’arcodell’intero anno." Rac-conta l’ambasciatore ita-liano a Cuba CarmineRobustelli.Grazie ai rapporti delnostro Circolo con l’Am-basciata italiana a Cuba,protagonisti della settima-na della Cultura Italianaedizione 2014 sono ilgruppo Sbandieratori eMusici del Borgo Dur-becco di Faenza, compo-sto da 16 persone (etàmedia 25 anni) divise trasbandieratori, tamburini,chiarine e figure chehanno dato lustro a pas-seggiate storiche del grup-po a La Habana e in altrecittà cubane.Al Festival delle Culture aRavenna eravamo presen-ti con la presentazione diun filmato (girato da GigiTartaull) che raccontavadi Cuba e del suo popoloattraverso un viaggio cheha visto una “ brigata”ravennate accompagnareil cinema italiano di GianMaria Volontè sulla Sierradell’Escambraj assieme acinofili cubani a alla figliaGiovanna dell’indimenti-cabili artista e amico diCuba. In autunno EvelioTieles Ferrer, consideratouno dei più grandi violini-sti mondiali che si dividetra Cuba, suo Paese dinascita e Spagna suoPaese di residenza, hasuonato con il pianistaGianCarlo Peroni in unaserie di 5 concerti, portan-do con le loro note, levicende dei 5 Eroi inAuditori e teatri in terraRomagnola.Le iniziative del Circolo si

sono potute sviluppare grazie a tutti isoci, simpatizzanti e amici dell’Asso-ciazione che a settembre, in occasionedello stand gastronomico durante lasagra paesana dei “ Sett Dulur” aRussi hanno contribuito venendo afare cuochi, lavapiatti, camerieri, spa-

recchiatavoli, baristi o semplicementea gustare le specialità gastronomiche.A loro, ai 159 soci che sostengono ilCircolo “ Vilma Espin” va il ringrazia-mento del Direttivo.

Hasta la Victoria Siempre!

Resoconto tesseramento 2014ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA

Come stabilito dal Direttivo Nazionale sulle pagine della rivista dell’Associazione vienedato conto dei dati relativi al tesseramento dell’anno scorso.Per prima cosa è da rendere noto che la pubblicazione sul secondo numero del 2015 èdovuta ai tempi di rientro, consegna e saldo delle tessere da parte dei Circoli.

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PIEMONTE Collegno via Tampellini 39 10093Collegno TO tel 3473864311 Cuneo c/o PRC viaSaluzzo 28 12100 CN tel 3311417354 Novarac/o O. Tacchini strada privata Tacchini 2 28100NO tel 3490603822 Rivoli c/o Pier FrancescoSimioli Via Lipari 12 10098 Rivoli TO tel3336634146 Torino via Reggio 14 10153 TO tel3206353855 Valle Susa c/o F. Peretti via Susa77 10050 Chiusa S. Michele TO tel 3385807647

LOMBARDIA Abbiatense-Magentino c/o C.Amodeo via Folletta 11 20081 Abbiategrasso MItel 3358296834 Bassa Bresciana c/o A. Cò fraz.Monticelli d’Oglio 47 25029 Verolavecchia BS tel3284839521 Bergamo c/o Sergio Nessi via Pro-messi Sposi 56 24127 BG tel 3394714122 Brian-za c/o Franco Calandri via Guglielmo Marconi 6020092 Cinisello Balsamo MI tel 3471568798Brugherio c/o Casa del Popolo PRC via Cavour1 20861 Brugherio MB tel 339-5944749 Colo-gno Monzese c/o F.Amaro via Ovidio 14/e 20093Cologno Monzese MI tel 3388559304 Como viaLissi 6 22100 CO tel 3387637866 Cremona c/oR. Porro via Cadore 74 26100 CR tel3394458112 Lecco c/o ARCI via C. Cantù 1823900 LC tel 339-3380002 Lodi c/o ARCI viaMaddalena 39 26900 LO tel 3386841659 Man-tova c/o CGIL-Motta Fausto via Argentina Alto-belli 5 46100 MN tel 3407060407 Milano via P.Borsieri 4 20159 MI tel 02680862 Nord Mila-no c/o O. Perini via Prealpi 41 20032 CormanoMI tel 335-7375092 Pavia c/o CGIL E. Riccipiazza D. Chiesa 2 27100 PV tel 3311117140Sesto San Giovanni - Cinisello Balsamo c/oA.N.P.I. Nuova Torretta via Saint Denis 102 20099Sesto San Giovanni MI tel 3358321080 Varesec/o ARCI via Monte Golico 16 21100 VA tel3348461887

TRENTINO ALTO ADIGE Bolzano c/oFIOM-CGIL via Roma 79 39100 BZ tel3387724713 Trento c/o PRC via Santa Marghe-rita 20 38122 Trento tel 3496615241

VENETO Venezia calle Dorsoduro 3686 30123VE tel 3358115235 Verona via G. Dai Libri 437131 VR tel 3474898012

FRIULI VENEZIA GIULIA Pordenonese viaM. Ciotti 11 33086 Montereale Valcellina PN tel3383130544 Trieste c/o Casa del Popolo viaPonziana 14 34137 TS tel 3495935277

LIGURIA Celle Ligure-Cogoleto-Varazze viaRisso 28 17015 Celle Ligure SV tel 3886115991Ceriale via Concordia 6/8 17023 Ceriale SV tel3494238797 Genova c/o PRC via S. Luca 12/4016124 GE tel 3482269814 Imperia c/o CircoloA. Gramsci Bastioni di Mezzo 6 18100 IM tel338777749 San Remo c/o Pasquale Gumina via

Galileo Galilei 601 18038 San Remo IM tel0184500924 Savona c/o SMS Fornaci corso Vit-torio Veneto 73/r 17100 SV tel 3335259029Tigullio Golfo Paradiso c/o PRC viale Devoto22/5 16043 Chiavari GE tel 3471127869

EMILIA ROMAGNA Castell’Arquato c/oRaimondo Magnani località Belvedere 2 29014Vigolo Marchese PC tel 3381632434 Forlì via P.Mastri 15/a 47014 Meldola FC tel 3494431973Parma c/o Roberto Lesignoli Piazzale ClementeRuta 3 43124 PR tel 3492401864 Piacenza c/oLibreria Fahrenheit 451 via Legnano 4 29121 PCtel 3492929085 Ravennate via Chiesuola 1748026 Russi RA tel 3492878778 Reggio Emiliac/o ARCI Pigal via Enrico Petrella 2 42122 Reggionell’Emilia tel 3473823549 Riminese c/o Centrodi Quartiere San Lorenzo via Bergamo 2 47838Riccione RN tel 3398084259

TOSCANA Firenze c/o Circolo ARCI Unionevia Chiantigiana 177 50126 FI tel 3346206148Livorno c/o PRC Borgo Cappuccini 278/t 57126LI tel 3407698865 Pisa via Nuova Oratoio 2/b56121 PI tel 3311327944 Poggibonsi c/o PRCvia Trento 47 53036 Poggibonsi SI tel3387277618

MARCHE Senigallia c/o Stadio Comunale viaMonte Nero 60019 Senigallia AN tel3333806715

LAZIO Roma vicolo Scavolino 61 00187 RM tel3313774048 Roma J. A. Mella c/o Franco For-coni Via G. Conestabile della Staffa 79 00124 RMtel 3394605762 Tuscia c/o Sandra Paganini viaGaribaldi 48 00066 Manziana RM tel3393245665 Velletri c/o A. Della Corte via ColleCalcagno 54/4 00049 Velletri RM tel 3386077187

ABRUZZO Fossacesia c/o PRC via XIV Luglio10 66022 Fossacesia CH tel 3333961555

CAMPANIA Avellino c/o Roulotte Agency viaVerdi 9 83100 AV tel 335-5391621

SICILIA Catania c/o Maria Merlini via D’Ami-co 64 95131 Catania tel 3388039189 Isnello c/oCamera del Lavoro CGIL Via Roma 16 90010Isnello PA tel 3357744262 Palermo c/o F. Fer-lisi via A.Veneziano 57 90138 PA tel 320-0332451Petralia Sottana c/o PRC 'Alte Madonie' CorsoPaolo Agliata 160/162 90027 Petralia Sottana PAtel. 3299455308

SARDEGNA Cagliari via Domenico Cimarosa60 09128 CA tel 3337016358 Nuoro vico Giusti17 08100 NU tel 3392092688 Sassari c/o Cate-rina Tani via E. Besta 16/b 07100 Sassari tel3283590444 Sinnai via Emilia 22 09048 SinnaiCA tel 3282815716

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i circoli

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