tomba romana a cavallasca, in rivista archeologico dell'antica provincia e diocesi di como,...

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TOMBA ROMANA AC LLASCA A Cavallasca (tav. l), in località Montagnola, nel 1969. durante lavori si sterro, venne individuata una tomba romana, purtroppo quando già la metà circa era franata. Si trovava a m. l,50 circa di profondità dal piano di campagna ed era del tipo a cassetta, a base rettangolare, di tegoloni, disposta parallelamente all'attuale strada. Parte del corredo, in particolare i manufatti ceramicr, andò dispersa, Vennero raccolti e conservati solo gli oggetti poco oltre considerati, recenreraente consegnati al Museo Civico Giovio di Como ed in seguito restaurati a cura della Sopriatendenza Archeo- logica della Lombardia, dove sono attualmente conservan Da notizie riferite dagli scopri tori, comunque. comprendeva, inoltre, almeno tre recipienti in Terra :::'1~ appliques, una lucerna, due o tre "brocchette ' o vitrea non ricostruibile. he il corredo o decorato con a ampolla" .1- Piccolo balsamario con labbro arrotondato. bordo i.w~on:!e. collo cilin- drico rastremato all'attaccatura con il corpo e anorci .•• tia-o. cereo al.anzato. fondo piano. Forma Isings 8. Vetro blu trasparente. Integro. Una sbrecciatura sul corpo. ST 55 o orlo 1,3; h 3,7; 0 base 0,4. .2- Balsamario con collo con leggero rigonfi corpo, appena attorcigliata, corpo pressoché cilindrico 8/27. Vetro verde-azzurro, trasparente, con qualche bo Mancante del bordo. ST 55845. h. max 8,2; 0 base 0,7. on il Catalogo (1) Un ringraziamento al dott. Fargnoli, al prof. Manuini ed all'av .•. ·. Piovan che si sono preoccupati che il materiale recuperato venisse consegnato al Comune <!J Cavallasca inizial- mente, ed in seguito al Museo Civico Giovio; alla dort.ssa ~1. Forrunari Zuccala che con grande disponibilità ha permesso la visione e lo studio deI materiale ed ha agevolato in ogni modo questo lavoro. La dott.ssa Fortunati ha già presentato il materiale di questa sepoltura di Cavallasca nel Notiziario della Soprintendenza del 1984 (p. 139). I disegni dei pezzi sono di S. Carletti Marceca, le fotografie di L. Monopoli, ambedue della Soprintendenza archeologica di Milano.

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TOMBA ROMANA A C LLASCA

A Cavallasca (tav. l), in località Montagnola, nel 1969. durante lavori si sterro,venne individuata una tomba romana, purtroppo quando già la metà circa erafranata. Si trovava a m. l,50 circa di profondità dal piano di campagna ed era del tipoa cassetta, a base rettangolare, di tegoloni, disposta parallelamente all'attuale strada.Parte del corredo, in particolare i manufatti ceramicr, andò dispersa, Vennero raccoltie conservati solo gli oggetti poco oltre considerati, recenreraente consegnati al MuseoCivico Giovio di Como ed in seguito restaurati a cura della Sopriatendenza Archeo-logica della Lombardia, dove sono attualmente conservan

Da notizie riferite dagli scopri tori, comunque.comprendeva, inoltre, almeno tre recipienti in Terra :::'1~appliques, una lucerna, due o tre "brocchette ' ovitrea non ricostruibile.

he il corredoo decorato con

a ampolla"

. 1- Piccolo balsamario con labbro arrotondato. bordo i.w~on:!e. collo cilin-drico rastremato all'attaccatura con il corpo e anorci .••tia-o. cereo al.anzato. fondopiano. Forma Isings 8.Vetro blu trasparente.Integro. Una sbrecciatura sul corpo. ST 55o orlo 1,3; h 3,7; 0 base 0,4 .

. 2 - Balsamario con collo con leggero rigonficorpo, appena attorcigliata, corpo pressoché cilindrico8/27.Vetro verde-azzurro, trasparente, con qualche boMancante del bordo. ST 55845.h. max 8,2; 0 base 0,7.

on il

Catalogo

(1) Un ringraziamento al dott. Fargnoli, al prof. Manuini ed all'av .•.·. Piovan che si sonopreoccupati che il materiale recuperato venisse consegnato al Comune <!J Cavallasca inizial-mente, ed in seguito al Museo Civico Giovio; alla dort.ssa ~1.Forrunari Zuccala che con grandedisponibilità ha permesso la visione e lo studio deI materiale ed ha agevolato in ogni modoquesto lavoro. La dott.ssa Fortunati ha già presentato il materiale di questa sepoltura diCavallasca nel Notiziario della Soprintendenza del 1984 (p. 139).

I disegni dei pezzi sono di S. Carletti Marceca, le fotografie di L. Monopoli, ambedue dellaSoprintendenza archeologica di Milano.

390 OTIZIE E DISCUSSIO

.6-Seisaldato un gaz

rastremano.Integri. ST 55o est. 2,5: <J

.7 -SerTangoli quartrconica). Indecorata cNella serraaffiancatoquadrangolaraltezza.La placca ~-serratura.placca

Tav. 1- La località "Montagnola" è situata a N / E dell'abitato di Cavallasca (da S. MAGGI, L'insediamentoromano nel territorio di Comum, in RAC, 164/1982, tav. II1).

(l simboli riportati indicano gli altri reperti della zona).

Intatto.lungh. lO.

NOTIZIE E DISCUSSIONI 391

N. 3 - Balsamario con labbro piatto, bordo imbutiforme e collo cilindrico, conleggera strozzatura all'attacco con il corpo, corpo troncoconico, base appena conca-va. Forma Isings 28a.Vetro verde-azzurro, trasparente, con qualche bolla d'aria. Un'incrinatura al bordoed una nel corpo. ST 55844.o orlo 1,7; h 6; 0 base 1,5.=- [P"~

~ "..,. ,,'N. 4 - Specchio circolare in argento, decorato, all'orlo, con una serie di fori circolari .Alcune linee incise a circa mezzo centimetro dal bordo sulla superficie riflettente. Sulretro linee incise al bordo ed al centro.Mancante di due frammenti al bordo. ST 55842.o 13,3; spesso 0,1.

N. 5 - Frammento di pinzette in bronzo, costituite da una barretta a sezionerettangolare, con lieve risega presso la molla, piegata nella parte della presa. ST 55839.lungh. 8,6; barra 0,5xO,2.

N. 6 - Sei anelli di bronzo in verga a sezione pressoché circolare. Ogni anello conservasaldato un gancio (in un caso due), costolato, le cui estremità, saldate in linea retta, sirastremano.Integri. ST 55838.o est. 2,5; 0 int. 1,9.

. 7 - Serratura in bronzo costituita da una piastra di forma quadrangolare con agliangoli quattro fori di forma quadrata (in tre fori è inserito un chiodino con capocchiaconica). In rilievo la parte centrale circolare, delimitata da linee incise. La linguetta èdecorata con un motivo a lineette e puntini incisi (spiga?).Nella serratura è ancora inserita la chiave, pure in bronzo, con impugnatura ad anello,affiancato da due protuberanze all'attacco con il corpo. Quest'ultimo è a sezionequadrangolare, con "fermo corsa" pure a sezione quadrangolare, a circa metàaltezza.La placca è rovinata ai bordi e corrosa in vari punti, come gli altri elementi dellaserratura. ST 55843placca 7,8x6,7; lungh. chiave 4.

nsediamento

N. 8 - Spillone d'argento, costituito da una verghetta a sezione circolare affusolata.L'estremità superiore, curvata a bastone, termina con un globetto, decorato con duelinee incise a croce. Nella parte curvata decorazione di motivi a "V" incisi.Intatto. ST 55841lungh. lO.

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394 NOTIZIEE DISCUSSIONI

. 9 - Chiodino in bronzo con capocchia piatta e barra a sezione circolare.Piegato ad angolo retto e mancante di frammenti in più punti. ST 55840.lungh. 2,4.

I balsamari appartengono alle forme Isings 8 (n. 1),8/27 (n. 2), 28 (n. 3), forme tutteben attestate, soprattutto la prima.

Il balsamario n. 2 è del tipo con collo allungato che, già attestato nei primi decennidel I sec., appare prevalente dopo la metà del secolo; agli inizi della seconda metà del Isec., per le dimensioni ancora ridotte, è collocabile il pezzo n. 3; più genericamente nelI sec. è da porsi il balsamario n. I (2). Quest'ultimo, in particolare, si distingue sia per ilvetro colorato (dato che prodotti di questa forma sono generalmente costituiti davetro verde-azzurro), sia per le piccole dimensioni. Non sono rari, comunque, oggettivitrei miniaturistici, che sono attestati sia in sepolture femminili che infantili (J).

Lo specchio appartiene ad un tipo ben attestato nel mondo romano, circolare,decorato con forellini al bordo e linee circolari. Uno specchio molto simile, anch'essoin argento, proviene dalla necropoli di Mariano Comense (4).

(3) Esemplari di piccole dimensioni appaiono prevalere, nell'area ad ovest del Ticino, neiprimi decenni del I sec. (C. MACCABRUNI,cit., p. 112); un balsamario miniaturistico, in vetrocolorato giallo bruno, è attestato in una sepoltura infantile, d'età flavia ad Angera (G. M.FACCHINI, Vetri, in G. SENA CHIESA(a cura di), Angera romana. Scavi nella necropoli 1970-79,Roma 1985 (poi Angera), pp. 546-7), da cui provengono anche parecchi esemplari di colombineminiaturistiche (ibidem, p. 547);inoltre F. BERTI./.a necropo/i romana di Voghenza, in AA.vV.,Una necropoli di età romana nel territorio ferrarese, Ferrara 1984, p. 85, n. Il, tomba 4 e L.MERCANDO, La necropoli romana di Portorecanati, in NS, 28 (1974), p. 381, nn. 4 e 5, t. 303datata fine 1- prima metà del II, sepolture ambedue femminili data la presenza di aghi. Purefemminile, per la presenza di uno specchio, dovrebbe essere una sepoltura di Luzzi (Cosenza),con due balsamari miniaturistici in vetro colorato (P. G. Guzzo, Luzzi (Cosenza). Necropolid'età romana, in NS, 28 (1974), pp. 456-7, e fig. 12, t. 7).

(4) M. SAPELLI, I materiali della necropoli di Mariano Comense, in AA.VV., I Romani nelComasco, Como 1980, p. 114.

Fra i tipi analoghi decorati con fori AA.VV., Archeologia in Valle d'Aosta, Aosta 1981, p. 118;G. FANTAGUZZI,Sulla necropoli dell'epoca romana fuori porta S. Caterina in Asti, in Alti dellasocietà di archeologia e belle arti per la provincia di Torino, 4, 3, 1883, tav. 14, nn. 1 e 2; G.ASSANDRIA-C. BERTEA,Rinvenimento di tombe romane a Pianezza, in Alti della società piemon-tese di archeologia e belle arti, 8, l, (19 IO), p. 31, tav. 3, nn. 25 e 26; M.C. ROGATEUGLIETTI,Duecorredifunerari d'età romana da Ghemme, in Studi di archeologia dedicati a P. Barocel/i, Torino1980, p. 278; M. BERTOLONE,Scoperte archeologiche nell'agro gallaratese, in RAC, 102-104

(2) Per la diffusione e la datazione, fra gli ultimi, con ulteriore bibliografia, C. MACCABRUNI,I vetri romani dei Musei Civici di Pavia, Pavia 1983, pp. 111-113 e 151; L. PASSIPITCHER, Vetri,in AA.VV., Sub ascia, una necropoli romana a Nave, Modena 1987, p. 138; M. BOLLA, Lenecropoli romane di Milano, Notizie dal Chiostro del Monastero Maggiore, suppl. 5, 1988, p. 172.

Per il Comasco: F. BUTTI RONCHETTI,Materiale d'età romana da Olgiate Comasco. in RAC,168 (1986), pp. 138-139.

NOTIZIE E DISCUSSIONI

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396 NOTIZIE E DISCUSSIONI

(1931), p. 40, fig. Il; G. PONTIROLl, Catalogo della sezione archeologica del Museo Civico" AlaPonzone" di Cremona, Milano 1974, nn. 168-169; M. DE MIN, Una tomba romana da Montagna-na con skyphos in ceramica invetriata, in Aquileia Nostra, 53 (1982), tav. l, n. 6; Antichi bronzi diConcordia, Catalogo della mostra, Portogruaro 1983, p. 54; M.C. PARRA, La Villa dellaScariazza, in AA.VV., Misurare la terra: centuriazione e coloni nel mondo romano. Il casomodenese, Modena 1983, fig. 79; C. CORNEllO CASSAI, I materiali dell'età romana. Appendice.La necropoli di Stella/a, in AA. VV., Bondeno e il suo territorio dalle origini al Rinascimento,Casalecchio di Reno 1988; tav. 29 e p. 227; L. MERCANDO, La necropoli romana di Portorecanati,cit., tomba 21; più esemplari in L. PLESNIcAR-GEC, Severno Emonsko Grobisce, Ljub1jana 1972 eS. PETRU, Emonske Nekropole, Ljub1jana 1972; infine E. RIHA, Romisches Toilettgerdt undmedizinische Instrumente aus Augst und Kaiseraugst, Forschungen in Augst 6, Augst 1986, tav. l,p. 13, variante B, con bibliografia.

Specchi con fori e cerchielli in S. JORIO, Specchi, in Sub ascia, cit., pp. 120-121 e M. BOLLA,cit., p. 20 l, con ulteriore bibliografia.

(5) Di questo tipo sono gli esemplari in M.C.PARRA, cit., fig. 79; M. BERGAMINI, Centuriatiodi Bologna, Materiali dello scavo di tre centuriae, Roma 1980, tav. 100, n. 1351; L. BEZZIMARTINI, Necropoli e tombe romane di Brescia e dintorni, Brescia 1987, tomba 53, n. 14; M.A.LEVI, Roma Antica, Torino 1976, p. 271 da Copenhagen; E. RIHA, Romisches Toilettgerdt, cit.,tav. 13, nn. lO 1-102, p. 33 ss. variante F;M. DEIMEL, Die Bronzekleinfunde vom Magdalensberg,Klagenfurt 1987, tav. 97, nn. l e 2, p.342; S. PETRU, cit., tav. 116, n. 7; L. PLESNIcAR-GEC, cit., t.567, n. 8.

Dal Comasco proviene l'esemplare in 1. NOBILE, I corredi della necropoli di Villa Soave:analisi e considerazioni, in La necropoli romana di Villa Soave, Storia di Capiago Intimiano, IV,Como 1984, n. 69.

(6) Si veda ad es. E. KUNZL, Medizinische Instrumente aus Sepulkralfunde der romischenKaiserzeii, in Bonner Jahrbucher, 182 (1982), p. 83, tav. 57, n. 13.

(7) Per la funzione di questi oggetti, CH. DAREMBERG-E. SAGLlO, Dictionnaire des antiquitésgrècques et romaines, voce acus, Paris 1875 ... ; J.C. BEAL, Catalogue des objets de tabletterie duMusée de la civilisation gallo-romaine de Lyon, Lyon 1983, p. 183 ss.; S. BESUTTI, Gli oggetti datoilette e da cosmesi in AA.VV., La romanizzazione dell'Etruria: il territorio di Vulci, Milano1985, pp. 184-185.

Sono in qualche modo avvicinabili al nostro pezzo da Cavallasca un esemplare vitreo delCanton Ticino (C. SIMONETT, Necropoli romane nelle terre dell' attuale Canton Ticino, Bellinzo-na 1967-71, dis. 140, n. 5) ed un esemplare in argento, piegato, però, ad angolo retto in AA. VV.,Gli ori di Taranto in età ellenistica, Milano 1984, p. 352; si veda anche il pezzo in C.MACCABRUNI, cit., n. 171 collocato nella prima metà del I sec.

edifici extnacus comatComo; alumentre in

Gli strwriposti in uti lignei edconservandovevano

La piacircolare.nella fendecoratadiffusis -

Le pinzette, frammentate, non permettono una ricostruzione completa del tipo, chedoveva, comunque, essere il più semplice, con i bracci riuniti a "V" (5). La presapoteva essere sia liscia, come nel nostro caso, che dentata (6). Anche questo strumentoè ampiamente diffuso; infatti poteva essere utilizzato sia nella toilette femminile checome attrezzo medico.

Notevole appare lo spillone (n. 8), sia per il materiale che lo costituisce, sia perl'elegante fattura. È con ogni probabilità un acus crinalis, l'attrezzo utilizzato cioènell'acconciatura dei capelli (1). Gli acus comatoriae appaiono ben attestati nel Coma-sco. Infatti uno spillone, anch'esso in argento, terminante con un uccello, motivoampiamente attestato, è stato reperito nel recente scavo presso la Porta Pretoria, in

(8) Si ''"PETR

(9) Si __

in RAC.Tiberio ininRAC ~-lavori perRAC, =:

citato unpp. 71·--

(lO)con gansimili ~bibliogr1977.della Cr.Taranto,

(11romana182·1&~Aufstiegzo,BcofanerzL.B

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(13che.

NOTIZIEE DISCUSSIONI 397

del tipo, chei). La presao strumentonrninile che

ce, sia perfuzato cioèinel Coma-tUo, motivoPretoria, in

edifici extramurali di I sec.d.C. (8). Un astuccio cilindrico, in bronzo, contenente ottoacus comatoriae in osso, è stato reperito in una sepoltura presso la Tintoria Pessina diComo; altri esemplari, sempre in osso, provengono da Via Borgovico e Barzanò,mentre in bronzo da S. Carpoforo e rame da Longone (9).

Gli strumenti per la toilette precedentemente descritti erano con ogni probabilitàriposti in una cassetta, di cui gli scopritori della tomba individuarono alcuni frammen-ti lignei ed un chiodo, ed a cui sono pertinenti la serratura e gli anelli. Questi ultimiconservano ancora i ganci che li fissavano alle pareti del cofanetto; a loro voltadovevano sostenere altri elementi come maniglie o catenelle per il trasporto (lO).

La placca della serratura è del tipo a forma rettangolare, con parte centrale,circolare, rilevata (Il). Decorata è la linguetta, reggente il bolcinello che si inserivanella fenditura rettangolare della placca. Nel Comasco ne è stata reperita un'altra, madecorata con motivi diversi (12). La chiave, pure in bronzo, è di un tipo molto comune,diffusissimo nel mondo romano (13).

i Civico "AlaMontagna-

'chi bronzi dia Villa dellaano. Il caso. Appendice.

ascimento,ortorecanati,bljana 1972 ettgeràt und1986, tav. I,

Villa Soave:timiano, IV,

(8) Si veda AA.VV., Archeologia urbana in Lombardia. Como, Como 1984, pp. 15 e 18 (cfr. S.PETRU, cit., tav. 94, n. 52).

(9) Si vedano nell'ordine: A. GIUSSANI,La necropoli romana della Tintoria Pessina in Como,in RAC, 79-80-81 (1919-1921), pp. 72-73; A. GIUSSANI, Un sepolcreto romano del tempo diTiberio in Como, in RA C, 48-49 (1904), p. 39; A. BALBIANI,Tombe scoperte inprovincia di Como,in RAC, 141-142 (1959-1960), p. 77; V. BARELLI,Scoperte archeologichefatte in occasione deilavori per la nuova ferrovia tra S. Giovanni Pedemonte e S. Carpoforo di Camerlata, nel 1875, inRAC, 7-8 (1875), p. 37; S. TAGLIASACCHI,Tombe romane di Longone, inRAC, 12(1877),p. 22; ècitato un esemplare in oro in G. BASERGA,Scoperte romane a Cermenate, inRAC, 88-89(1925),pp. 71-72.

(lO) Si veda ad es. S. PETRU,cit., tomba 813, in cui una maniglia è ancora infilata in un anellocon gancio del tutto simile ai nostri. Fra le numerosissime altre artestazioni di anelli e gancisimili M. DEIMEL, cit., tav. 93; M.C. UGLIETTI, Materiali in ferro. in Angera, p. 562 conbibliografia, tav. 103, n. 8; Scavi di Luni, Roma 1973, lavo 1-3. n. 431; Scavi di Luni, II, Roma1977, tav. 203, n. lO; L. MERCANDOEALTRI. Urbino O'esaro). Xecropoliromana: rombeal Biviodella Croce dei Missionari e a San Donato, SS, 36 (1982). p. 169. l. 38, d; AA.VV., Gli ori diTaranto, cit., pp. 366, 462, 468, 4-5.

(11) Un esemplare molto simile in S. ~l.\SS-.••S..••..'T .••..'f.ARlA. Cividate Camuno: reperti di etàromana dalla casa di Via Palazzo, in A.-\. YY .. Lo Valcamonica romana, Brescia 1987, pp.182-183; si veda anche W. GAITZSCH. Werkzeuge IDIdGeràte in der romischen Kaiserzeit, inAufstieg und Niedergang der ràmischen Welt, n. 12 3 (1985), lavo l, E; in generale V. GALLIAZ-ZO, Bronzi romani del Museo Civico di Treviso, Treviso 1979, p. 149 5S.; per la diffusione deicofanetti bibliografia in ~i.C.ljGLIETIl. cit., 562-563 a cui vanno aggiunti F. BERTI, cit., p. 198 eL. BEZZI MARTI:\ì, cit., p. 99.

(12) V. BARELLI, Scoperte archeologiche, cit., p. 37, tav. 2, n. 6.Il pezzo da Cavallasca presenta qualche analogia, nella parte superiore, con la linguetta in L.

MERCANDOE ALTRI, cit., p. 293, l. 48, la.

(13) Cfr. V. GALLIAZZO,cit., ibidem. Per es., dal Comasco, V. BARELLI,Scoperte archeologi-che, cit., pp. 37 e 39.

~~. BOLLA,

• Centuriatio.1: L. BEZZI,n.14;M.A.ntgerdt, cit.,'dalensberg,

~-GEC,cit. , t.

~ romischen

les antiquitésletterie du

;li oggetti da'd.Milano

re vitreo delo. Bellinzo-in AA.VV.,ezzo in C.

398 NOTIZIE E DISCUSSIONI

Questa sepoltura di Cavallasca è databile alla seconda metà del I sec. d.C., colloca-zione che si basa esclusivamente sui balsamari vitrei, dato che per gli altri elementi delcorredo non è possibile trarre affermazioni cronologiche molto precise in base allatipologia, che perdura per ampi archi di tempo.

Vi era certamente sepolta una donna, per lo meno benestante, a giudicare dallaricchezza del corredo superstite: infatti, anche se nessun pezzo è eccezionale, ènotevole la loro compresenza in una medesima tomba, soprattutto se posta inrelazione alle altre sepolture comasche, generalmente non ricche. Inoltre due oggetti,lo specchio e lo spillone, pur essendo attestati nel nostro territorio, si distinguonoperché costituiti da metallo prezioso.

All'interoangolo tra L(oggi declalcune reLi

È sempreattuale diaffiorano e

FUL VIA BUTTI RONCHETTI

Isings = C. ISINGS, Roman Glass from Dated Finds, Groningen 1957.

ABBREVIAZIONI

NS = Notizie degli Scavi di Antichità.

RAC = Rivista archeologica dell'antica provincia e diocesi di Como.