risorgimento italiano
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INTRODUZIONE
Che cos’è il Risorgimento?
È un processo politico culturale che si avvia alla fine del XVIII sec e che
porta all’unificazione d’Italia nel 1861.
Per NAZIONE si intende una comunità di individui che condividono tratti
comuni e che hanno la libertà di esprimersi politicamente nello stato-nazione
.
Tratto di unione fra i popoli italiani è la lunga tradizione della
letteratura volgare e la comune confessione religiosa. Anche se in realtà la
tradizione letteraria riguardava un elite molto ristretta in quanto la
maggior parte della popolazione parlava il dialetto della propria zona.
Quando nacque l’Italia gli italofoni erano fra il 2 e 9 per cento della
popolazione, e coloro che sapevano leggere e scrivere erano il 22 per cento.
Secondo Luciano Cafagna il movimento nazionale non è stato promosso da
interessi economici per un mercato interno ma è stato il movimento nazionale
a sollecitare tali interessi economici.
Il discorso patriottico prende spunto dalla rivoluzione francese.
Che vuol dire Risorgimento?
Significa risurrezione della patria dalla dominazione straniera.
Tale termine venne usato per la prima volta da Saverio Bettinelli e negli
articoli del Caffè, rivista milanese.
Nel triennio 1796-99 venne usato come rigenerazione
Quanto comincia il Risorgimento?
Ci sono tre ipotesi:
1. Con la metà del Settecento, come continuazione della cultura
illuminista e del dispotismo illuminato
2. Con il 1796 con l’arrivo dell’Armata d’Italia guidata da Napoleone che
determinò una crisi politico-istituzionale.
3. 1800 con la riorganizzazione istituzionale imposta da Napoleone
IL TRIENNIO REPUBBLICANO 1796-99
il Direttorio,Napoleone e l’Italia
Nel 1796 il Direttorio della repubblica francese aveva approvato il progetto
di un’offensiva militare in Italia affidando il comando dell’impresa a
Napoleone che con una serie di vittorie costringe Vittorio Amedeo III di
Sardegna a firmare l’armistizio di Cherasco. Con la pace del 15 maggio il
Piemonte riamane autonomo però deve cedere Savoia e Nizza alla Repubblica
francese.
I francesi entrano nella repubblica veneta e nello stato pontificio fra
maggio e giugno.
Il 30 dicembre un congresso composto dai deputati eletti dalle repubbliche
di Modena-Ferrara-Bologna-Reggio approva la formazione della repubblica
Cispadana.
Il 7 gennaio 1797 viene decretato che la bandiera del nuovo stato sia verde,
bianca e rossa
la costituzione approvata dal Congresso verrà corretta da Bonaparte
Nel maggio 1797 Bonaparte decide di costituire un nuovo stato la repubblica
cisalpina con l’unione della Lombardia-Reggio-Modena-Garfagnana-Massa-
Carrara-Bergamo-Brescia-Crema e successivamente anche la Cispadana
Nel giugno del 1797 nasce la repubblica ligure
L’uccisione del generale francese Duphot offre l’occasione di invadere lo
stato pontificio arrivando a Roma il 10 febbraio del 1798 proclamando la
repubblica romana, papa Pio VI lascia la città e si rifugia in Toscana
Nacquero i contrasti con il regno di Napoli di Fernando IV di Borbone che
tentò di invadere lo stato pontificio ma venne costretto alla ritirata, così
i francesi invasero il suo regno e il re si rifugiò a Palermo lasciando
Napoli alle rivolta plebee antifrancesi.
Viene invaso il Piemonte e Carlo Emanuele IV e costretto a cederlo ai
francesi.
Viene invaso il gran ducato di Toscana e il papa fatto prigioniero viene
portato in Francia ma durante il tragitto muore.
Così l’Italia era divisa in cinque repubbliche formalmente autonome, due
aree direttamente controllate dai francesi mentre solo la Sicilia e la
Sardegna sono nelle mani dei Borboni e dei Savoia.
L’opinione pubblica nel triennio
L'opinione pubblica era divisa fra:
1. MODERATA FILOFRANCESE
2. AUSTRIACANTE
3. RADICALE-GIACOBINA
Napoleone voleva appoggiare la prima,controllare la seconda e sconfiggere la
terza. L'opinione radicale-giacobina era per lo più composta da giovani di
varia estrazione sociale e con una buona formazione intellettuali. Questi si
definivano “patrioti”, mentre dagli avversari venivano chiamati “giacobini”
oppure “anarchistes”
Il dibattito politico-costituzionale tra i patrioti
Concetti fondamentali nel dibattito dei patrioti erano quelli di DEMOCRAZIA e
REPUBBLICA.
Questi si dividevano in 3 ipotesi:
1. Coloro che si basavano sul contratto sociale di Rousseau ad eccezione
del fatto che la sovranità dovesse appartenere a tutta la nazione e deve
essere espressa attraverso sistemi di rappresentanza elettorale. Invece
Rousseau era per la democrazia diretta senza elezioni
2. legislativo ed esecutivo devono essere autonomi e non devono
interferire con il giudiziario in modo da evitare eventuali tirannie
3. Coloro che erano interessati più a riforme economiche-sociali che a
quelle costituzionali
Per le donne non c’era la parità dei sessi e la politica era un affare
maschile perché le donne essendo subordinate agli uomini non potevano
esprimere un loro giudizio. Le donne sostenevano che era necessaria la loro
partecipazione nella vita politica perché secondo un diritto naturale
costituiscono la metà del genere umano e che inoltre bisogna seguire il
modello dei dotti ateniesi e spartani che con le donne gestivano le pubbliche
cure
I patrioti e l’idea unitaria
Il patriottismo è l’amore per le istituzioni libere, per la democrazia e la
repubblica al punto da sacrificare la vita.
Nasce l’ipotesi di una formazione di uno stato che unisca tutti i popoli
italiani.
Filippo Buonarroti afferma che le distinzioni fra i diversi popoli d’Italia
spariscono nell’intento di creare una nazione.
Nel 1796 un concorso organizzato sul quale fosse il governo migliore per la
felicità d’Italia vince il testo di Melchiorre Gioia , DOCUMENTO 2,
sostenitore della posizione centralista ossia la formazione di una repubblica
che unisca tutti i popoli perché il territorio italiano è unito naturalmente
e gli stati sono accomunati dalle stesse caratteristiche come un passato
travagliato dalla presenza straniera. Mentre i federalisti volevano una
repubblica federale che riconoscesse le diversità culturali e storiche dei
popoli senza forzare l’unità DOCUMENTO 3.
La vita politica nelle repubbliche
L’intento dei francesi non è quelli di costruire uno stato unitario ma di
ottenere la conquista di stati strategici per l’acquisizione di risorse
economiche e per impedire un’espansione territoriale austriaca.
La Repubblica cisalpina nasce perché voluta da Napoleone e la costituzione
che viene emanata è decisa da una costituzione nominata sempre da Napoleone.
Quest'ultimo sceglie anche il Corpo legislativo. Le pressioni fiscali
francesi consistevano in pesantissime contribuzioni finanziarie, a
requisizioni, a sequestri di opere d'arte, a estorsioni, a prepotenza e
violenza. Tutto ciò deluse i patrioti italiani che vedevano Bonaparte come
liberatore.
Le repubbliche create dalla Francia hanno delle costituzioni sul modello
della costituzione francese del ’95
Venne emanate legge di ispirazione francese:
1. Abolizione dei fedecommessi e primogeniture
2. Parità fra i sessi nelle successione intestate
3. Maggiore età a 21 anni
4. Introduzione del matrimonio civile
5. Abolizione dei diritti feudali
La fine di una repubblica
Nacquero delle sollevazioni antifrancesi spesso da parte delle popolazioni
rurali.
Austriaci e russi attaccarono i francesi nella pianura padana aiutati dalla
sollevazioni esplose nella penisola per difendere l’identità e i valori della
Chiesa, DOCUMENTO 4 appello di un cardinale verso i calabresi affinchè
lottino contro il nemico francese che ha offeso la religione, il re e la
nazione.
Le repubbliche francesi vengono abbattute e nel’ 99 la presenza francese era
ridotta a Genova e furono reintrodotti i vecchi sovrani.
L’ETÀ NAPOLEONICA 1800-181 5
Nuove speranze
Con il ritorno di Napoleone dall’Egitto nacque in Francia un regime consolare
e lui organizzò una nuova spedizione militare per l’Italia.
Sconfisse gli austriaci a Marengo ottenendo la Lombardia e l’Emilia e
formando la repubblica cisalpina giungendo alla pace di Lunéville.
Con la pace con la Spagna, Ludovico di Borbone-Parma ottiene la Toscana
mentre Ferdinando ottiene Parma.
Viene occupato il Piemonte.
Fattori che hanno portato all’opposizione dell’opinione pubblica sono:
1. La cattiva amministrazione
2. La violazione dei diritti personali e di proprietà
Fra le opinioni ricordiamo:
Vincenzo Cuoco riflette sull’insuccesso della repubblica napoletana, e dice che
la rivoluzione francese da “lotta per la libertà” divenne “causa degli
scellerati” ma almeno portò a nuove libertà DOCUMENTO 5 SULL’INDIPENDENZA
ITALIANA necessaria è l’indipendenza e l’unità italiana così la Francia
acquista un grande alleato e necessaria è l’indipendenza del popolo
napoletana ostile ai nemici della libertà. A Napoli i patrioti volevano una
costituzione sul calco di quella francese quindi estranea al popolo
napoletano, perciò è una rivoluzione passiva. Il nazione napoletana ha tre
componenti: a) comunanza di tradizioni,usi,costumi; b) insieme di tratti
territoriali; c) diversità socio-culturali. DOCUMENTO 6 SULLA RIVOLUZIONE
NAPOLETANA impossibile è il dialogo fra patrioti e popolo perché la nazione
napoletana è divisa fra: a) la parte colta formata sui modelli stranieri; b)
l’incolta diversa dalla prima per usi,costumi quindi la nazione è un insieme
di popoli. I rivoluzionari dovevano introdurre dei parlamenti territoriali
uniti nel parlamento nazionale che emana leggi generali. Il diritto di voto
doveva essere di coloro che sono maggiori di trent’anni, capaci di leggere e
scrivere, che hanno prestato il servizio militare o possessori di beni. “i
partiti corrompono l’uomo” .
Ugo Foscolo ne orazione a Bonaparte pel congresso di Lione evidenzia le debolezze della
repubblica cisalpina che come le altre non è stata mai realmente libera ma in
mano ai francesi. Obiettivi sono: a)la costruzione di uno stato italiano
unitario; b) la garanzia della libertà e dell’indipendenza.
Napoleone e l’Italia
Nel ’02 la repubblica cisalpina diventa repubblica italiana con Napoleone
presidente. Con una costituzione che lascia al capo del governo tutto il
potere, con un organismo legislativo consultivo.
Nel ’09 viene conquistata tutta la penisola ma non viene mai unificata.
La carta politica italiana comprendeva:
1. EX REPUBBLICA CISALPINA-STATO DI MILANO- VENETO- TRENTINO- TIROLO-
MODENA- BOLOGNA- ROMAGNA- MARCHE
2. TERRITORIO ANNESSI ALLA FRANCIA PIEMONTE-LIGURIA- TOSCANA- PARMA- EX
STATO PONTIFICIO
3. MEZZOGGIORNO CON IL REGNO DI NAPOLI NELLE MANI DEL FRATELLO GIUSEPPE
BONAPARTE
4. EX REPUBBLICA DI LUCCA DELLA SORELLA ELISA BONAPARTE
5. SICILIA E SARDEGNA DEI BORBONI E DEI SAVOIA
Caratteristiche:
Con delle costituzioni sul calco di quella francese.
Con organismi amministrativi locali con personale scelto dal sovrano
Istituzione giudiziaria composta da: a)tribunali di primo grado; b)corti
d’appello; c)corte di cassazione
Con un sistema fiscale con imposte dirette,personali,patente,e di registro.
Introduzione coscrizione obbligatoria
La Sicilia borbonica subisce una fase di trasformazioni. viene introdotta una
costituzione sul modello inglese con una camera dei pari, nobiliare e
ereditaria, una camera dei comuni, elettiva. E abbiamo l’abolizione dei
diritti feudali.
Tendenze antifrancesi
Introduzione della coscrizione obbligatoria suscita delle proteste e la
nascita del brigantaggio.
La censura è piú dura e gli intellettuali-patrioti non esprimono piú il loro
pensiero nei pamphlets e nei saggi ma nella narrativa. Esempi sono:
1. Foscolo ne le ultime lettere di Jacopo Ortis TRAMA tratta la storia di Jacopo
costretto a fuggire da Venezia dopo il trattato di Campoformio e si rifugia
sui Colli Euganei. Qui incontra e si innamora di Teresa, una donna promessa
in sposa a Odoardo. Nel non poter soddisfare l’amore per la patria e per la
donna viaggia in Italia ricordando le glorie di questa nazione. Quando torna
Teresa si è sposata e si uccide per la disperazione. La nazione è intesa come
una comunità oppressa dai tiranni stranieri. DOCUMENTO OTTAVO DALLE ULTIME
LETTERE DI JACOPO ORTIS l’Italia è oppressa dallo straniero ma nonostante
questo gli italiani invece di unirsi sono gli uni contro gli altri. DOCUMENTO
9 DA DELL’ORIGINE E DELL’OFFICIO DELLA LETTERATURA esorta all’amore per la
patria e all’unione fra i diversi popoli nella comune lotta contro i tiranni
stranieri
2. Cuoco nel Platone in Italia narra il viaggio di Platone dalla Grecia
all’Italia e insiste sulla necessità che gli ordini politici si conformino
alla natura territoriale e culturale degli uomini. DOCUMENTO 10 DA PLATONE IN
ITALIA afferma che a)le istituzioni nascono dove ci sono gli uomini secondo
un istinto naturale che ci porta alla società b)che si adotti una
costituzione con una divisione dei poteri DOCUMENTO 11 DA PLATONE IN ITALIA
afferma che affidare il potere a un solo è rischioso perché può avere delle
debolezze e essere il migliore se è giusto o il peggiore se è ingiusto;
affidarlo a tutti è sbagliato perché la maggior parte sono stolti; perciò lo
si dà a pochi e lo si divide in parti che si bilanciano fra loro. Afferma la
supremazia italiana sugli altri popoli dal punto di vista culturale,
filosofico,politico DOCUMENTO 12 DA PLATONE IN ITALIA anticamente l’Italia
primeggiava per commercio,arti,leggi dopo ridotta a un deserto dalla
dominazione straniera conservando i simboli dello splendore di un passato
tramontato.
Il crollo dei regni napoleonici
La ritirata dalla Russia; la creazione di una lega antinapoleonica fra Gran
Bretagna, Prussia, Russia, Svezia e Austria; la sconfitta a Lipsia furono
delle pesanti sconfitte per Napoleone.
Il re di Napoli avviò in segreto le trattative con gli austriaci e gli
inglesi affinché potesse conservare in regno in cambio di una collaborazione
militare contro la Francia.
Le truppe russe e prussiane entrano a Parigi e Napoleone è costretto a
firmare la pace di Fontainbleau dove rinuncia al trono di Francia a si ritira
sull’isola d’Elba.
Vengono stabiliti gli accordi con il Regno d’Italia la cui sorte doveva
essere stabilita dalle potenze alleate.
Viene chiesto alle potenze alleate l’indipendenza e l’unificazione italiana
DOCUMENTO 13 richieste da parte dei collegi elettorali alle potenze: a)
indipendenza b)costituzione liberale con divisione dei poteri c)governo
monarchico ereditario primo geniale. DOCUMENTO 14 il conte Confalonieri
spiega a un lord inglese le ragioni delle sua nazione. Afferma che da oltre
20 la nazione corre dietro il desiderio dell’indipendenza e sostiene che non
è disposta alla dominazione austriaca perché i cittadini come gli austriaci
non sono gli stessi di prima anzi gli austriaci hanno usato l’Italia come un
campo di battaglia.
Con la pace di Parigi cambia la cartina politica dell’Italia dove la
Lombardia è dell’Austria troncando la speranza dell’indipendenza.
Il re di Napoli dichiara guerra all’Austria spinto dagli esponenti del
governo che volevano un regno d’Italia indipendente e costituzionale
DOCUMENTO 15 DISCORSO DI MURAT RE DI NAPOLI invita i popoli italiani a unirsi
nella comune lotta contro gli stranieri per creare uno stato unito,
costituzionale e libero sul modello inglese e a impugnare le armi quando il
nemico oltrepasserà le barriere naturali di mari e monti inaccessibili di
ogni territorio.
Sconfitto dagli austriaci alla fine cede la costituzione e fugge in Corsica e
si stipula l’armistizio con l’Austria. Tenta una spedizione in Calabria per
la riconquista del regno ma viene catturato e fucilato.
LA RESTAURAZIONE E LE PRIME RIVOLUZIONI
L’Italia della Restaurazione
Con il Congresso di Vienna vennero reintrodotti i vecchi sovrani e le vecchie
istituzioni per evitare iniziative espansionistiche.
L’Italia è ancora sotto la dominazione, austriaca.
Nessun stato ha la costituzione e la rappresentanza elettiva, tutti hanno
organismo di governo centrale responsabili verso il sovrano e amministrazioni
periferiche.
Fenomeno che si sviluppa è la nascita delle sette segrete.
Il mondo delle sette
La piú importante è la Carboneria ,di derivazione massonica, nasce durante il
regime murattiano nel sud.
Poi c’è la bolognese guelfia, la piemontese Adelfia e la rete dei federati.
Obiettivi sono:
1. Indipendenza italiana
2. Governo costituzionale per molti federale con monarchie-costituzionali
DOCUMENTO 16 la costituzione deve adattarsi ai costumi del popolo e
possibilmente è meglio una confederazione italiana come quella svizzera e
tedesca dove si legittima il potere dei singoli sovrani.
Vi facevano parte ufficiali e soldati, studenti, liberi professionisti,
commercianti.
La carboneria è legata al culto cristiano per numerosi simboli, come le tre
virtú teologali e la concezione secondo cui Cristo fu il primo carbonaro.
Tentativi rivoluzionari
Iniziarono delle ondate rivoluzionarie che portarono a delle trasformazioni.
Con la rivoluzione del’ 20 in Spagna venne introdotta una costituzione
parlamentare monocamerale eletta con suffragio universale maschile dove il
sovrano detiene il potere esecutivo. DOCUMENTO 17 COSTITUZIONE DEL REGNO
DELLE DUE SICILIE sul modello spagnolo dove la nazione deve salvaguardare le
libertà civili, proprietà e i diritti di tutti gli individui. L’unica
religione è cattolica. Il re presta giuramento davanti al parlamento.
Scoppia fra il 1° e 2 luglio ’20 un’insurrezione napoletana porta a una
costituzione sul modello spagnolo DOCUMENTO 17.
Nasce una rivoluzione a Palermo sostenuta dall’élite nobiliare e dal popolo
che porta alla costituzione sul modello spagnolo. Ma Napoli invia una
spedizione militare che reprime l’insurrezione. DOCUMENTO 18 emerge come
L’opinione pubblica napoletana è preoccupata solo della sorte della nazione
napoletana. Una parte vuole stabilire i contatti con la carboneria perché
obiettivo è lo stato italiano. DOCUMENTO 19 i patrioti napoletani dividono il
territorio italiano in: a) regno di Sicilia b)pontificio c)di Toscana d)di
Venezia f)di Lombardia e)di Piemonte con una costituzione sul modello
spagnolo e un’assemblea generale che si riunisce ogni anno che decreta le
alleanze, le guerre e la pace, l’educazione pubblica, l’indipendenza di ogni
stato federale con proprie leggi, e come unica religione quella cattolica. Ma
Ferdinando I chiede l’intervento austriaco.
Poi abbiamo l’insurrezione torinese che vuole una costituzione e la guerra
all’Austria per la liberazione del Lombardo-Veneto e la formazione di un
regno alto d’Italia con i Savoia. DOCUMENTO 20 si propone la divisione
dell’Italia in due regni, uno di Napoli regnato dal re i Napoli, uno di
Savoia che comprende la Lombardia e l’ex repubblica di Venezia, entrambi con
delle costituzioni sul modelli spagnolo. Per la costituzione una buona parte
è favorevole a quella di Cadice un’altra a quella francese.
L’esercito austriaco si scontra con Napoli.
Carlo Alberto prende le distanze dal moto che scoppia fra il 9 e 10 marzo ’20
a Alessandria che giunge a conquistare la città DOCUMENTO 21 si proclama la
costituzione sul modello di Cadice con una giunta provinciale indipendente da
qualsiasi autorità con dignità non ereditarie ma elettive basate sul merito.
Vittorio Emanuele I abdica a favore di Carlo Alberto che accetta la
costituzione. Così l’esercito piemontese e austriaco si scontrano con quello
costituzionale a Novara ottenendo i primi la vittoria.
Segue un periodi di processi, esecuzioni.
Nel’ 31 un avvocato modenese, Misley, organizza una congiura che scoppi
nell’Italia centrale per propagarsi in tutta la penisola per la formazione di
uno stato italiano con una costituzione monarchica, con il duca di Modena,
Francesco IV d’Austria-Este. Ma Francesco si ritira e fa arrestare gli
organizzatori ma l’insurrezione scoppia lo stesso che porta alla formazione
del governo delle province unite italiane a Bologna.
Gli austriaci e Francesco si dirigono verso Modena e il governo si sposta a
Ancona.
Terminata l’esperienza rivoluzionaria giunge un periodo di dura repressione.
IMMAGINARE E PROGETTARE UNA NAZIONE
Il discorso nazionale
Fra il ’15 -47 vengono prodotte una serie di opere che elaborano il mito della
nazione ,della sua storia e vicende.
La nazione è una comunità, una madre che lega i suoi figli fra loro fratelli,
legati dalla religione, dalla lingua, dal passato comune.
Figure di queste opere sono:
1. EROE NAZIONALE ,un uomo soldato pronto a sacrificare la sua vita nel
porsi al comando di una comunità per la lotta al nemico, ma è sfortunato.
2. TRADITORE dove il tradimento nasce dal desiderio di potere, gloria e
denaro.
3. EROINA NAZIONALE ,donna virtuosa, madre e/o sposa affettuosa
Fra gli autori ricordiamo:
1. Massimo D’Azeglio : A)Ettore Fieramosca ossia la disfida di Barletta tratta il duello
fra due squadre di cavalieri francesi e italiani guidato da Fieramosca.
L’eroina è Ginevra ,sposa del traditore Grajano amata dal traditore Cesare
Borgia. Ettore e Ginevra si amano desiderio che non può essere manifesto per
via del matrimonio. Viene ospitata in un convento e trovata dal Borgia viene
violentata e sfinita muore e Ettore si suicida. B) Niccolò de’ Lapi ambientata
nella Firenze repubblicana assediata dai soldati di papa Clemente VII.
Laudomia è promessa in sposa a Lamberto, repubblicano. La sorella di
Laudomia, Lisa, si sposa con Troilo, traditore filo mediceo. Accolto nel
palazzo spia le mosse degli avversari ma si infatua di Laudomia e la rapisce
e Lamberto la libera.
2. Giovanni Berchet in Maltilde , una poesia, presenta una ragazza che sogna un
incubo ossia quello di essere promessa in sposa a un soldato austriaco. Al
risveglio implora il padre di mescolare il suo sangue con quello dei
traditori austriaci DOCUMENTO 22.
L’eroe nazionale può essere accostato alla figura di Cristo, La figura del
traditore a Giuda e quella dell’eroina alla Vergine.
Gli uomini hanno caratteristiche che mettono in risalto la loro mascolinità
mentre le donne sono delle buone figlie e/o madri.
Democratici e moderati
La corrente democratica fa a capo a :
Mazzini e la giovine italia VITA= diventa un infiltrato della carboneria e ciò lo
conduce all’arresto. Va in esilio in Marsiglia e scrive una lettera a Carlo
Alberto dove lo invita a valutare la possibilità di porsi a capo di una lotta
per l’indipendenza e unificazione italiana ma il re non lo risponde. Nel’ 31
fonda a Marsiglia la giovine e unificazione dell’Italia. Fonda nel 31 la giovine
Italia che di distanzia dalla carboneria per la propaganda e il coordinamento
centrale, DUCUMENTI 26-27 espongono le ragioni della giovine Italia come la
vendetta verso gli stranieri. Il sangue santifica non rigenera la nazione.
Come il Cristo, il sacrificio del sangue porterà alla nascita della nazione
italiana. L’azione dei pochi serve ad esempio ma è necessaria l’azione di
molti per la libertà. Obiettivi sono: a) governo repubblicano, perché la
monarchia elettiva tende all’anarchia e quella ereditaria al dispotismo b)
governo unitario, perché il federalismo porterebbe a delle tendenze
egemoniche fra popoli vicini. Attua una distinzione fra rivoluzione e
insurrezione. La rivoluzione inizia quando l’insurrezione è al termine.
L’insurrezione porta a un governo provvisorio affidato a un autorità
dittatoriale che deve cedere il potere a una assemblea costituente eletta dal
popolo. C’è nel suo discorso una forte componente religiosa. La lotta viene
presentata come una crociata contro i tiranni. Egli propone per impedire
l’accumulo di ricchezze nelle mani di pochi, la gestione dello stato di
lavori pubblici che determino una retribuzione egualitaria. Il pensiero
mazziniano si diffonde prima a Genova e Livorno, porti a contatto con
Marsiglia. La sua politica riscuote successo nelle città e non nelle campagne
perché i contadini non sanno leggere. Nel’ 33-34 vengono organizzate delle
insurrezioni, una di questa è affidata a Garibaldi, ma falliscono. Si
trasferisce in Svizzera dove fonda la Giovine Europa con un progetto di
autodeterminazione di tutti i popoli e con delle costituzioni degli stati-
nazione, ma il progetto è troppo ambizioso. Ricostruisce la seconda giovine
Italia interessandosi al problema operaio ossia alla riduzione della giornata
lavorativa, all’aumento del salario.
la corrente moderata si ispira a:
Gioberti e il neoguelfismo di ispirazione monarchica-costituzionale, aveva
collaborato alla giovine Italia di Mazzini. L’origine italiana deriva dai
discendenti di uno dei figli di Noè. Riprende da Cuoco il principio secondo
cui le costituzioni devono essere coerenti con le caratteristiche dei popoli,
propone la nascita di una confederazione italiana con la presidenza del
pontefice. DOCUMENTO 28 non si può essere un perfetto italiano senza essere
cattolico. Ma il suo pensiero incontra degli ostacoli come il carattere
reazionario di papa Gregorio XVI, non analizza la posizione dell’Austria
(tali limiti sono stati individuati da Cesare Balbo che inoltre si distacca
dalla concezione di superiorità morale degli italiani. A condurre l’impresa
deve essere il Piemonte mentre gli altri sovrani possono introdurre delle
riforme interne DOCUMENTO 29-30 Afferma che ci devono essere delle assemblee
rappresentative che se pur basate su opinioni diverse devono tollerarsi.
Alla vigilia di una nuova rivoluzione
Due eventi danno al progetto giobertiano credibilità:
1. La crisi mazziniana in seguito al fallimento dei tentativi
insurrezionali
2. Con la morte di papa Gregorio XVI, Pio IX concede l’amnistia ai
detenuti politici e introduce riforme istituzionali, attenua la censura,
nasce la Consulta di Stato.
Radetzky si prepara all’attacco e Regno di Sardegna,Toscana e Stato
Pontificio si preparano.
IL 1848-1849
La fase neoguelfa
Nel’48 a Milano ci furono degli scontri fra patrioti e militari austriaci.
A gennaio scoppia a Palermo una insurrezione contro i regnanti che si dilaga
in tutta la Sicilia. Federico II concede una costituzione con una camera
elettiva adottando la costituzione siciliana del ’12.
Carlo Alberto concede uno statuto con riforme costituzionali (DOCUMENTO 31
riconosce come unica religione quella cattlica, con un governo monarchico
rappresentativo dove il trono è ereditario, il potere legislativo è del re e
delle camere del senato e dei deputati, il potere esecutivo è del re, il re
nomina le cariche dello stato e convoca ogni anno le due camere, la
tassazione è regolata dal re e dalle camere) e lo stesso fanno il papa, con
un governo aperto ai laici, e Leopoldo II di Toscana.
Le costituzioni si basano su quella francese del’ 30 e belga del’ 31 con una
parlamento bicamerale con potere legislativo, con una camera elettiva e una
di nomina regia.
La rivoluzione diventa internazionale. A Parigi Luigi Filippo è costretto
alla fuga e si proclama la repubblica. a Vienna Metternich è costretto a dare
le dimissioni.
Milano dopo cinque giorni viene liberata.
Venezia viene liberata e viene proclamata la repubblica affidata a Manin e
Tommaseo.
Il 23 marzo Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria con l’aiuto di Leopoldo
II, del papa, e del governo di Napoli per la liberazione del Lombardo-Veneto.
Ma il papa si ritira perché non può appoggiare una guerra fra cattolici
DOCUMENTO 32.
Carlo Alberto vuole procedere all’annessione al Piemonte della Lombardia, del
Veneto e degli ex ducati.
Ferdinando II preoccupato delle spinte egemoniche del Piemonte ritira la
costituzione e nasce uno scontro con l’opinione pubblica napoletana.
La pausa di riflessione del piemonte consente agli austriaci di ottenere
rinforzi e il 22 luglio i piemontesi vengono sconfitti a Custoza e il 9
agosto si giunge all’armistizio.
Il tempo della democrazia
A Roma il pontefice, incapace di gestire gli esponenti liberali, nomina capo
del nuovo governo Rossi, ambasciatore del governo francese di Guizot. Nascono
delle opposizioni. Un gruppo di giovani uccide Rossi. Una folla giunge
davanti al Quirinale per chiedere la chiusura del governo democratico ma il
papa rifiuta e la folla invade il palazzo. Papa Pio IX fugge a Gaeta e a Roma
nasce una Repubblica romana che abolisca il tribunale del sant’uffizio, abolisce
la censura della stampa, e nazionalizza tutti i beni terrieri ecclesiastici
che vengono divisi in piccoli appezzamenti di terreno con un modesto affitto
DOCUMENTO 33 COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA democratica,con libertà di
espressione con una assemblea elettiva con suffragio universale maschile.
Mazzini è eletto membro dell’assemblea e vuole riprendere la guerra contro
l’Austria. Nel frattempo un cardinale chiede l’intervento della Francia,
Austria, Spagna e Napoli. Un contingente militare francese di Luigi Napoleone
sbarca a Civitavecchia e si stipula una tregua con i francesi. I francesi il
3 luglio occupano Roma. Garibaldi fugge e viene arrestato dal governo di
Sardegna. Il governo piemontese lo manda a Tunisi, a Gibilterra lo cacciano e
va negli Usa mentre Mazzini rimane a Roma da privato cittadino.
A firenze il governo moderato è guidato da Capponi ma nascono delle proteste
guidate da Guerazzi a Livorno perché Capponi affida la città a Cipriani.
Leopoldo II nomina presidente del Consiglio Montanelli con ministro Guerazzi
ma i due si scontrano. Leopoldo abbandona Firenze e l’assemblea crea un
triumvirato composto da Guerazzi, Montanelli, e Mazzoni. I deputati nominano
Guerazzi dittatore temporaneo e uno scontro fra popolani fiorentini e
contadini e decade Guerazzi che viene arrestato così torna Leopoldo.
A Venezia Manin crea un triunvirato composto da lui stesso assieme a
Cavedalis,Graziani che convoca un’elezione con suffragio universale maschile
per un’assemblea permanente. Ottiene la maggioranza Manin che crea in governo
in cui egli è ministro degli esteri. Stipula l’accordo con i rivoluzionari
ungheresi ma questi vengono repressi dai russi e dagli austriaci e gli
austriaci rientrano a Venezia.
Il Piemonte tra la ripresa della guerra e dopoguerra
L’armistizio portò alle dimissioni del governo di Casati.
Diventa ministro Gioberti che si propone la guerra alla toscana per la
restaurazione dei vecchi sovrani e la guerra all’Austria ma questo non è
condiviso e si dimette.
Il 20 marzo viene dichiarata guerra all’Austria che si conclude tre giorni
dopo a Novara con la sconfitta.
Carlo Alberto abdica e Vittorio Emanuele III si incontra con Radetzky.
Le condizioni di pace sono difficili ,così non essendo accettate dalla
camera, chiede l’appoggio di D’Azeglio e convoca le elezioni che portano a
una camera favorevole alla pace.
Politica e antropologia di una rivoluzione
Si accentua il divario fra il Piemonte e gli altri stati.
Mentre nel Piemonte alle elezioni partecipe una ristretta èlite a
Roma,Toscana,Venezia viene introdotto il suffragio universale maschile.
Mentre il Piemonte conserva la monarchia altrove ci sono le repubbliche.
Mentre lo statuto albertino è concesso dal re altrove le costituzioni nascono
dal popolo.
Unico denominatore comune è il riferimento alla nazione italiana DOCUMENTO
34-35.
La partecipazione patriottica di molti preti fu da mediazione con le comunità
contadine ma il nucleo era costituito dalle città.
Si crea un alone di leggenda intorno ai comandanti del corpo di volontari,
come Garibaldi.
DOPO LA RIVOLUZIONE
La reazione
La sconfitta dei moti del’48 portò al ritorno dei vecchi sovrani e
all’attuazione di una dura
repressione.
L’Austria pone le sue truppe nelle legazioni e in Toscana e seguendo il
progetto Radetzky, in cui i contadini, nobili e borghesi vengono ritenuti
responsabili dei moti, ci furono arresti e esecuzioni e sequestri dei beni di
coloro che furono considerati responsabili.
Il piemonte costituzionale
Solo il regno di Sardegna conserva la costituzione e ospita i patrioti.
Il governo d’Azeglio vuole ridefinire i rapporti fra stato e Chiesa nel regno
di Sardegna e attuare un processo di modernizzazione economica del Piemonte e
della Liguria. Con la legge Siccardi vengono aboliti i fori ecclesiastici,
diminuite le feste religiose riconosciute dallo stato, e viene vietato al
clero il diritto di acquisire beni immobile senza il consenso regio.
Nel’ 5° entra a far parte del governo Camillo Benso conte di Cavour ,giornalista e
politico liberal-moderato, diventa ministro dell’agricoltura, del commercio e
della finanze. Promuove trattati doganali con Francia, Belgio e Inghilterra
con l’abbassamento dei dazi doganali.
Con il colpo di Stato di Luigi Napoleone che chiude la seconda Repubblica
Cavour è preoccupato per le azioni della Francia.
Questi stabilisce un accordo con la sinistra parlamentare di Rattazzi per una
ampia maggioranza che unisca sinistra e centro, tale azione è chiamata
connubio.
Il governo Cavour deve affrontare delle difficoltà come la crisi Calabiana quando
il governo decide di cancellare il pagamento della congrua ai parroci
sostituendola con una modalità più diretta con l’abolizione delle
corporazioni religiose nel regno di Sardegna. Il re si oppone e l’episcopato
paga le congrue dei parroci impedendo l’abolizione delle corporazioni, tale
proposta è di Calabiana, e Cavour si dimette.
Cavour ritorna e affronta una nuova difficoltà data dalla guerra di Crimea dove
le truppe anglo-francesi vogliono cacciare i russi dai principati di Moldavia
e Valacchia dell’impero ottomano. Cavour la vede come l’occasione per
avvicinarsi a due grandi potenze così interviene a favore e la guerra finisce
con la vittoria e con la conquista di Sebastopoli.
La crisi della democrazia risorgimentale
Nasce una frattura ideologica fra i vari patrioti caratterizzata da:
1. Coloro che sono favorevoli alla costruzione di una federazione italiana
con repubbliche democratiche di Ferrari e Cattaneo
2. Coloro che sono favorevoli a una repubblica centralizzata da ottenere
mediante una rivoluzione nazionale e sociale
3. Coloro che appoggiano Mazzini con la nascita di insurrezioni in tutta
Italia seguite da una guerra di liberazione nazionale
Fra il ’51-53 i tentativi insurrezionali falliscono.
Manin elabora la possibilità di un avvicinamento al Piemonte per la
liberazione italiana sotto la guida di Vittorio Emanuele di Savoia.
Cavour stabilisce contatti con Manin e Garibaldi e con La Farina.
Mazzini con Pisacane mette in atto un progetto si imbarcano a Ponza e a Sapri
si inoltrano verso l’interno nella speranza di sollevare le popolazioni
contadine contro le forze borboniche ma non hanno successo. Pisacane si
suicida e Mazzini tenta due insurrezioni che falliscono.
Preparativi di guerra
Nel ’58 tre italiani lanciano tre bombe contro la nave che trasporta Luigi
Napoleone.
Luigi Napoleone e Cavour si incontrano e la Francia si accorda per combattere
al fianco del regno di Sardegna contro l’Austria per la creazione di una
confederazione italiana composta da quattro regni autonomi con la presidenza
del papa e la Savoia e Nizza dovevano essere cedute alla Francia come
compenso.
L’UNIFICAZIONE 1859-1861
La guerra contro l’Austria
Nel ’59 l’esercito piemontese contava 47.000 uomini, 3.000 ufficiali 16.000
volontari con uomini di un’età compresa fra 21 e 26 anni la maggior parte del
Lombardo-Veneto, la maggior parte dei volontari provenivano dai ceti medi e
popolari.
Il Piemonte voleva spingere l’Austria all’ultimatum.
Soldati francesi e piemontesi sconfiggono gli austriaci a Montebello il 20
maggio del’59 mentre Garibaldi sconfigge gli austriaci a San Fermo e arriva a
Como. L’8 giugno francesi e piemontesi sconfiggono gli austriaci a Magenta e
entrano a Milano. Il 24 giugno si scontrano a Solferino e San Martino
ottenendo la vittoria.
La conquista del Veneto è prossima ma Napoleone decide di stipulare
l’armistizio con gli austriaci con la pace di Villafranca spinto dal
malcontento del popolo francese per le spese della guerra.
Le insurrezioni nell’Italia centrale e le annessioni
Una serie di sollevazioni portano alla cacciata dal granduca di Toscana,della
duchessa di Parma e del duca di Modena che vengono sostituiti con governi
provvisori favorevoli all’unità.
Vengono annessi al Piemonte la Toscana, Modena, Parma, Bologna è Cavour
convoca i plebisciti fra l’11 e 12 marzo 1860 con suffragio universale
maschile.
Il 25 marzo si tengono le elezioni del parlamento di Torino che danno
l’appoggio alla maggioranza con a capo Cavour.
L’impresa dei mille
Nel’ 60 nascono sollevazioni antiborboniche in Sicilia che spingono i
patrioti mazziniani Pilo e Corrao a partire per l’isola.
Il governo Cavour li tollera ma se ne dissocia.
L’11 maggio i garibaldini sbarcano a Marsala e Garibaldi diventa dittatore
dell’isola in nome di Vittorio Emanuele.
I garibaldini si scontrano con l’esercito borboniche e ottengono una vittoria
che apre la strada per Palermo giungendovi il 6 giugno.
Il 20 luglio i borboni vengono nuovamente sconfitti a Milazzo e il 27 luglio
Garibaldi entra a Messina per poi dirigersi in Calabria e poi a Napoli il 6
settembre e Francesco II lascia la città.
Nascono tuttavia delle opposizioni. Caso eclatante fu quello di Bronte dove i
contadini si ribellarono e furono sterminati come esempio.
L’intento di Garibaldi è quello di formare uno stato unitario sotto la guida
dei Savoia per questo lo statuto albertino viene pubblicato in Sicilia e nel
Mezzogiorno.
Cavour non si fida di Garibaldi per questo invia una spedizione che lo deve
fermare e che dopo aver invaso lo stato pontificio deve giungere a Napoli per
attuare l’annessione della Sicilia e del Mezzogiorno al Regno d’Italia.
Il 1° ottobre l’esercito borbonico tenta un’offensiva che fallisce sul
Volturno.
Garibaldi decreta i plebisciti. Il 7 novembre il re fa il suo ingresso a
Napoli e Garibaldi gli chiede di nominarlo luogotenente ma deluso si ritira a
Caprera.
La proclamazione del Regno d’Italia
I plebisciti portano all’annessione della Sicilia, delle Marche, dell’Umbria.
Si forma il primo parlamento del regno d’Italia con capitale a Torino e il 17
marzo 1861 Vittorio Emanuele viene proclamato re d’Italia con un governo
guidato da Cavour.
Come carta costituzionale venne adottato lo statuto albertino.
LE EREDITÀ DEL RISORGIMENTO
Il nuovo governo vide numerose difficoltà dovute all’opposizione di una parte
dell’opinione pubblica. Gli esponenti politici avevano un progetto politico
diverso rispetto a quello attuata da Cavour.
Garibaldi sogna la conquista di Roma con una impresa simile alla spedizione
dei Mille ma i suoi tentativi falliscono in Calabria viene ferito e arrestato
dai militari italiani.
Anche I mazziniani e i repubblicani furono delusi. I repubblicani non
volevano riconoscere le istituzione del nuovo stato. Per quanto riguarda
Mazzini vide la guerra franco-prussiana come una possibilità di
un’insurrezione repubblicana nella penisola. Si reca a Palermo e arrestato
viene portato a Gaeta ma ottiene un’amnistia e se ne va in esilio.
Quando viene sottratta una buona parte dei territori del pontefice Pio IX
questo reagisce con la scomunica con l’enciclica quanta cura e il sillabo degli errori del
nostro tempo.
Altro grande problema fu la nazionalizzazione delle masse, secondo uno
storico Mosse, secondo cui la nazione non è un dato di natura. La destra
storica si distacca da tale progetto perché identifica le classi popolari
come pericolose e per questo devono stare lontane dalla cosa pubblica. Ciò si
riscontra nella legge elettorale che dà il diritto di voto a coloro che sanno
leggere e scrivere e che pagano 40 lire all’anno di imposte. Che sono il 2%
della popolazione totale e il 7% degli uomini.
Fra il ’61 e il ’70 nasce come reazione all’unità il brigantaggio,
concentrato nell’Abruzzo e in Basilicata con attacchi alle autorità del nuovo
ordine politico per la restaurazione dei Borbone o per la difesa del papa,
composta da ex militari borbonici e coloro che odiano i proprietari.
Nel’66 il governo La Mormora appoggia il governo prussiano contro l’Austria.
L’esercito viene sconfitto a Custoza. Viene firmata una tregua dove
l’Austria cede il Veneto e Mantova con la mediazione di Napoleone III suscita
l’umiliazione per l’opinione pubblica.
Con la morte dei grandi protagonisti dell’indipendenza viene creato una
mitografia. Come emerge in Cuore di Edmondo De Amicis che narra le vicende di
una terza elementare di Torino nel ’81-82 dove emergono i grandi
dell’indipendenza come Vittorio Emanuele,Cavour,Mazzini,Garibaldi.
LA STORIOGRAFIA, I LUOGHI DELLA RICERCA, LE FONTI
i primi a criticare il Risorgimento furono:
1. Alfredo Oriani critica tutta l’azione risorgimentale perché troppo elitaria
diventando una “conquista regia”. Critica anche i democratici e i moderati
perché i primi non hanno compiuto la rivoluzione i secondi non furono
autonomi e si appellarono agli stranieri.
2. Piero Gobetti il risorgimento italiano è una rivoluzione fallita che non
rese attive le masse italiane, “soliloquio di Cavour”, e non attuò un
processo di laicizzazione e modernizzazione delle masse.
Alla fine dell’Ottocento nascono istituzioni specializzate nello studio di
fonti relative al Risorgimento come l’istituto storico italiano a Roma, la
rivista storica del Risorgimento italiano. Grandi intellettuali di questo
periodo furono:
1. Benedetto Croce il processo di unificazione era caratterizzato da un
insieme di opinioni diverse, democratici-repubblicani e liberal-monarchici ma
in realtà questi non si annullavano ma si completavano. Non c’è continuità
con il fascismo, il Risorgimento è il trionfo della libertà.
2. Gaetano Salvemini si focalizza sulle personalità democratiche come Mazzini.
Il Risorgimento ha consentito lo sviluppo di un’idea di democrazia e
riconosce a Mazzini di aver obbligato i sabaudi a risolvere il problema
dell’unificazione. Fra Mazzini e Cattaneo guida del movimento fu quest’ultimo
3. Giovanni Gentile si dedica alla storia dell’idee nell’Italia del
Risorgimento soffermandosi su Alfieri,Cuoco,Gioberti,Manzoni. Insite
sull’importanza della componente religiosa nel pensiero mazziniano. Il
Risorgimento viene visto come un anticipazione del fascismo perché entrambi
religiosi e diversi dal liberalismo individualistico di Cavour.
4. Volpe il Risorgimento trae le sue origini nel Medioevo con la creazione
di una borghesia non municipale ma nazionale. Il Risorgimento è l’opera di
una minoranza , non negativa, varia.
Fra le due guerre nasce una generazione di storici del Risorgimento che
possono essere divisi in:
1. Storici che si interessano della storia delle idee e delle
organizzazioni politiche sulla base di Croce
2. Storici che si interessano del movimento democratico o dei problemi
sociali del Risorgimento sulla base di salvemini
3. Storici che vogliono individuare fattori comuni del fascismo sulla base
di Gentile
Nel 1936 nascono le prime cattedre di storia del Risorgimento.
Antonio Gramsci , fondatore del partito comunista viene carcerato dove vi rimane
fino alla morte, intende il Risorgimento come una rivoluzione
passiva ,riprendendo tale pensiero da Cuoco, che non ha coinvolto le masse,
rispetto al movimento giacobino francese non ha consentito la riforma agraria
ottenendo l’appoggio delle masse. Ma la borghesia italiana non guidò con
successo la lotta contro l’ancièm règime ma giunse a un compromesso non
eliminando le condizioni feudali e il divario Nord-Sud. L’unità era
l’egemonia del nord sul sud. L’arricchimento del nord era dato
dall’impoverimento del sud. Il sud era un mercato semicoloniale.
Rosario Romeo favorevole a una lettura positiva del liberalismo e capitalismo
italiano e critica Gramsci di anacronismo.
Emilio Sereni sottolinea la persistenza in Italia di regimi feudali che hanno
determinato l’arretratezza italiana.
Lucy Riall ricostruisce gli apparati amministrativi preunitari e analizza i
processi di trasformazione economica, storia revisionista.
Oggi gli studiosi analizzano sia le forme organizzative del movimento, le
biografia dei personaggi e la simbologia e antropologi della cultura