let's dig again: un esperimento di comunicazione archeologica
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Università degli Studi di SienaFacoltà di Lettere e Filosofia
Corso di Studi in Scienze dei Beni Culturali
Let’s Dig Again:un esperimento di comunicazione archeologica
Relatore: Prof. Enrico Zanini Candidato: Andrea Bellotti Matricola 029059
Anno accademico 2014/2015
Indice
Introduzione 7
1. Comunicazione Archeologica 8
1.1 Nuovi Metodi Comunicativi…………………………………...10
1.1.1 Comunicazione Online. Blog, Video e Web Radio…...13
2. Let’s Dig Again 15
2.1 Perché una Web Radio?.........................................................17
2.2 I Problemi di uno Speaker………………………………………19
2.3 L’organizzazione di una puntata……………………………….22
2.4 Day of Archaeology………………………………………………24
2.5 L’Importanza dei Social Network per la Web Radio…………25
2.5.1 Facebook………………………………………………….30
2.5.2 Twitter……………………………………………………..32
2.5.3 YouTube…………………………………………………...33
5
2.5.4 Instagram, Vine e Periscope…………………………...35
3. Un progetto in evoluzione: #NeverendingTour 37
3.1 Progetti Futuri…………………………………………………....61
Conclusione 62
Bibliografia 64
Sitografia 65
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Introduzione
Nel Febbraio del 2013 mi giravano per la testa innumerevoli idee;
una era buona, così decisi di svilupparla.
L’idea era quella di trovare un modo per comunicare l’archeologia
a chi non sapesse esattamente cosa volesse dire studiarla e lavorare in
questo mondo. La necessità di un mezzo di comunicazione alternativo e
adeguato era nata dopo l’ennesima domanda da parte di amici e parenti
riguardo cosa facessi e dove mi avrebbero portato i miei studi. Pensai
subito a qualcosa che potesse unire un elemento piacevole come la
musica con argomenti che non a tutti potevano andare a genio, così
arrivai a immaginare un programma radio. Le reazioni alla mia proposta
non furono delle migliori; molti dubbi erano legati all’inesperienza nel
campo comunicativo e alla difficoltà di poter gestire un progetto così
complesso. Alcuni la snobbarono, altri pensarono fosse un po’ folle, due
persone mi appoggiarono. Tutto iniziò in un monolocale senese, totale
inesperienza; molta ansia ma anche tante idee su quello che c’era da fare,
bastava solo rimboccarsi le maniche. Oggi, a due anni di distanza, è
possibile tracciare un primo bilancio: quello che prima sembrava un
progetto folle oggi è diventata una piccola realtà nel panorama
comunicativo archeologico. Tra mille difficoltà ci stiamo imponendo
come canale attraverso cui parlare di ciò che è l’archeologia, quanto sia
un lavoro impegnativo e affascinante allo stesso tempo, provando a far
capire a più persone possibili l’importanza del proprio passato, che non
deve essere visto solamente in ciò che è conosciuto a livello mondiale
come i Fori a Roma o Pompei, ma anche negli scavi più piccoli perché,
anche questi, importante testimonianza del passaggio degli uomini.
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Capitolo 1
Comunicazione Archeologica
“If your time to you
Is worth savin’
Then you better start swimmin’
Or you'll sink like a stone
For the times they are a-changin”
(Bob Dylan – The times they are a-changin’)
Il clima dell’archeologia sta cambiando, un mutamento che porta
necessariamente a un adeguamento anche dal punto di vista
comunicativo. La ricerca non deve essere fine a se stessa, i dati ottenuti
devono essere comunicati nel modo adatto a raggiungere le persone
facendo sì che queste siano attratte da ciò che si è studiato e appreso nei
laboratori e sul campo con tanto impegno. La fatica data dal lavoro deve
essere rafforzata con un ulteriore sforzo che comporta la diffusione delle
informazioni, regolando i toni dei contenuti e adattandoli a seconda dei
soggetti a cui si vogliono comunicare.
Trasformare i dati in qualcosa di accattivante per attirare
l’interesse del pubblico non vuol dire abbandonare la scientificità a favore
della teatralità, il contenuto può rimanere di ottima qualità se diffuso
tramite i giusti canali di comunicazione e con un metodo efficace.
Oggi siamo abituati a un’informazione scientifica viziata dai numerosi
programmi televisivi che puntano unicamente alla meraviglia e al mistero,
abbandonando ciò che è l’informazione a favore di una scienza che tale
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non è. Questo non implica l’impossibilità di trasmettere un contenuto
valido mantenendo dei toni leggeri che più si avvicinino a coloro che
solitamente seguono tali programmi.
Succede spesso che ricercatori i quali passano parte della loro
carriera a curare l’aspetto comunicativo dei propri studi non vengano
presi sul serio, per via della convinzione che si presti meno attenzione alla
ricerca vera e propria. Al contrario la divulgazione non deve essere
bollata come una perdita di tempo, ma come un dovere del ricercatore.
Una formazione di base in comunicazione è sempre più spesso
considerata necessaria per chi intraprende o sta per intraprendere una
carriera di ricerca1.
Con i nuovi e sempre più numerosi canali comunicativi che si
stanno andando diffondendo oggi non è più un’utopia sviluppare
parallelamente le due cose, ricerca e comunicazione, anzi, spesso possono
procedere di pari passo aiutandosi a vicenda.
1 G. Carrada. Comunicare la scienza: kit di sopravvivenza per ricercatori. Vol. 12. Alpha Test, 2005, pp. 10-11
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1.1 Nuovi Metodi Comunicativi
Nel corso degli ultimi anni la comunicazione archeologica si è
mossa in direzione di un rinnovato interesse nello stimolare l’attenzione
delle persone verso contenuti che aspettavano solo di essere mostrati.
Spesso capita di trovarsi all’interno di musei o mostre con visitatori dallo
sguardo fisso che passano svogliati da un pannello all’altro, leggendo
targhette che hanno la colpa di non avere contenuti in grado di favorire il
coinvolgimento del pubblico2. I nuovi metodi comunicativi3 sono diretti a
riallacciare il rapporto con queste persone.
L’interesse assopito dalla cattiva comunicazione deve essere
ravvivato con i mezzi messi a disposizione dall’innovazione tecnologia,
come possono essere, ad esempio, le applicazioni per smartphone e tablet
attraverso le quali si possono raccontare le storie degli oggetti che si
trovano nelle vetrine, sfruttando il coinvolgimento emotivo e l’interazione
tramite domande e curiosità.
Recentemente professionisti nel campo dei beni archeologici e
culturali provenienti da tutta Italia, hanno unito le forze mettendo insieme
esperienze raccolte all’interno del volume Archeostorie (Cisalpino, 2015).
Chiaro esempio questo dello sforzo messo in atto per riportare il pubblico
dalla parte dell’archeologia senza perdere credibilità o valore scientifico.
2 G. De Felice, Pazzi da Museo. Archeostorie (2015) Cisalpino, pp. 105-1133 Cfr. p.12 La Comunicazione Online. Blog, Video e Web Radio
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Archeostorie e Let’s Dig Again
Il volume presenta le storie di chi cerca di abbattere, attraverso
tecnologie e nuovi approcci comunicativi, come video, videogiochi e
social media, le barriere tra il pubblico e i beni culturali.
Quello che si può capire dal Manuale non convenzionale di
archeologia vissuta è che c’è le possibilità di rimettere in moto l’interesse
delle persone; le idee ci sono, sono numerose e possono essere sviluppate
di pari passo con le attività di ricerca. Il lavoro dell’archeologo non viene
banalizzato, anzi, si valorizza facendo chiarezza sulle potenzialità che
questa occupazione può offrire. La nuova comunicazione deve essere
anche questo: ridare credibilità a una professione fin troppo stereotipata
dalla forte influenza del mondo del cinema e dello spettacolo che ha
contribuito a creare un’idea fuorviante di ciò che è realmente un
archeologo. Non si tratta dell’avventuriero con frusta e cappello, ma
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neanche del topo da laboratorio dedito unicamente ai suoi studi chino sui
libri giorno e notte.
Oggi l’archeologo si dedica a ricerca, attività di scavo e, negli
ultimi tempi, alla divulgazione tramite nuovi metodi comunicativi che
stanno andando delineandosi. Un chiaro esempio possono essere i canali
che offre internet dove l’informazione si traduce in blog, YouTube o web
radio.
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1.1.1 Comunicazione Online. Blog, Video e Web Radio
Per quanto riguarda la comunicazione online la web radio è
solamente una piccola parte di una realtà andata a definirsi nell’ultimo
periodo. Veri e propri innovatori sono gli archeobloggers, i quali hanno
sentito l’esigenza di raccogliere le loro esperienze tramite i blog,
focalizzandosi su differenti argomenti. Alcuni esempi di blog personali
possono essere: Alessandro d’Amore che con “Parole in Archeologia”
tratta di archeo storytelling ovvero come raccontare l’archeologia,
Giuliano De Felice blogger di “Passato e Futuro” parla del rapporto tra
Università, archeologia, archeologi e nuove professionalità. Rientrano fra
le attività degli archeobloggers anche i blog museali, i quali, al contrario
dei precedenti, sono istituzionali e hanno il compito di presentare ciò che
avviene all’interno delle strutture.
Per favorire la comunicazione fra questi esiste il progetto
#svegliamuseo nato nell’ottobre del 2013 con l’obiettivo di far capire che
le informazioni divulgate online sono possibili e utili. Era stato infatti
constatato che musei ed enti culturali non sfruttavano la comunicazione in
rete o lo facevano in maniera non appropriata. Questa non avviene solo
tramite i siti istituzionali, ma anche attraverso altre piattaforme di social
network quali Twitter e Facebook.
Una menzione particolare va fatta al blog “ArcheoVideo” di
Francesco Ripanti che si occupa di video storytelling, ovvero raccontare
l’archeologia non solamente mediante la scrittura ma anche tramite video;
con un approccio fresco e stimolante dà un’idea di come si svolge la vita
di un archeologo, spesso dedicandosi anche a rievocazioni storiche dei siti
presso cui ha lavorato basandosi sui dati archeologici raccolti.
Il volume Archeostorie presenta inoltre aspetti della
comunicazione online inoliti. Vi sono infatti persone che si sono occupate
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di studiare attentamente videogiochi per constatare quanto fosse stato
curato l’aspetto archeologico e storico e quanto avesse influito sulla
programmazione del gioco stesso4. Nella creazione degli scenari e delle
ambientazione assistiamo a una cura quasi maniacale dei dettagli storici,
archeologici, artistici e ambientali.
Una ricostruzione di Firenze nel videogioco Assassin’s Creed II (2009)
4 F. Fossetti, La storia ai tempi del joypad, Archeostorie. Cisalpino (2015) , pp. 214-217
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Capitolo 2
Let’s Dig Again
“Do you remember when
things were really hummin’
come on, let’s twist again
twistin time is here”
(Let’s Twist Again - Chubby Checker)
Let’s Dig Again nasce nel 2013 in un monolocale senese utilizzato
come studio di registrazione. Tante idee e buone intenzioni che sono state
espresse anche all’interno della prima intervista, avvenuta nello stesso
anno della nascita del progetto, voluta e portata a compimento dallo staff
del blog di divulgazione “Professione Archeologo” nato anch’esso nel
2013 per mettere in rete gli archeologi italiani, creando uno spazio di
confronto e condivisione. Proprio sulle sue pagine siamo stati definiti la
prima web radio archeologica italiana, fatto confermato anche in una
seconda intervista avvenuta l’anno successivo ma questa volta ad opera
del progetto “Open Pompei” che si propone di aprire un canale di
comunicazione tra i soggetti che stanno emergendo nell’era digitale e lo
Stato Italiano.
Ad oggi, dopo due anni di attività, la web radio è riuscita a crearsi
un nome nell’ambito del comunicare l’archeologia. Merito anche della
grande pubblicità fatta con la distribuzione di vari gadget come i
diecimila adesivi e il centinaio di magliette raffiguranti il nostro logo,
oltre ai numerosi contatti ottenuti grazie all’ottima interazione con i nostri
ospiti e con i partecipanti ai vari eventi a cui abbiamo presenziato.
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Ma tutto questo perché è iniziato? Inoltre, tenendo in conto la
presenza di esigui esempi pratici cui riferirsi, come possono essere
Fahrenheit (programma culturale di Radio 3) e pochi altri; qual è il
motivo che ha spinto due studenti di archeologia ad iniziare un percorso
così difficile e senza certezze sulla sua riuscita?
Il primo logo
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2.1 Perché una Web Radio?
L’idea era quella di creare un canale comunicativo per esprimere
informazioni di carattere archeologico con parole semplici ma
mantenendo una qualità tale da non perdere di credibilità. Vista la
quantità di social network e di mezzi di comunicazione l’imbarazzo della
scelta era piuttosto evidente. Prima di tutto la scelta doveva ricadere su
qualcosa che permettesse di parlare a lungo mantenendo vivo l’interesse
dell’ascoltatore, evitando lunghi discorsi e tecnicismi che non tutti
avrebbero potuto intendere, in questo modo si è definito anche il target a
cui proporre le nostre idee, non solo archeologi ma soprattutto chi non
aveva mai avuto a che fare con la disciplina archeologica.
Il mezzo è stato individuato nella radio, spesso sottovalutata, che permette
una comunicazione immediata e stimolante, spingendo l’ascoltatore a
mettere in moto l’immaginazione a mantenere l’attenzione5. Nel nostro
caso una web radio, ovvero un emittente radiofonica che trasmette in
formato digitale il proprio palinsesto attraverso internet, risultando
accessibile con qualsiasi strumento in grado di accedere alla rete.
Solitamente sono definite con questo termine quelle che trasmettono
unicamente per il web un programma in streaming, permettendo agli
utenti di fruirne online.
Una volta chiarite idee e intenzioni restava da capire come
svilupparle: in particolare se fosse necessario un programma o
dell’attrezzatura specifica. Dopo molte ricerche la risposta è stata vista in
Spreaker, un sito che permette di avere il proprio programma, in diretta o
5 G. Carrada. Comunicare la scienza: kit di sopravvivenza per ricercatori. Vol. 12.
Alpha Test, 2005, pp. 113-115
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in podcast, gratis o a pagamento. La sua semplicità di utilizzo ci è venuta
incontro, l’utilizzo non richiede necessariamente ulteriori apparecchiature
se non un computer e un microfono di buona qualità.
Proprio quest’ultimo richiede comunque un minimo di fondi per poter
acquistarne uno che permetta un ottimo audio, cosa che abbiamo ottenuto
solamente con l’ultimo acquisto ad inizio 2015 grazie ad un
finanziamento esterno, ovvero la nonna di uno degli speaker. Ciò ci ha
permesso di accantonare i due microfoni comprati a poco in un negozio
cinese con cui andavamo in onda da quasi due anni e che ovviamente non
permettevano delle performance di alta qualità.
Logo da Dicembre 2013 a Febbraio 2015
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2.2 I Problemi di uno Speaker
Il primo ostacolo è stato quello di trovare una spalla, un ulteriore
speaker per evitare che le puntate risultassero un lungo e noioso
monologo. Uno schema espositivo con due persone che espongono un
argomento attraverso una chiacchierata, con qualche botta e risposta e se
necessario con delle battute, alleggerisce e rende più piacevole l’ascolto.
La fortuna è stata quella di aver trovato una persona con cui c’era già una
chimica necessaria a rendere i discorsi più naturali, e questo elemento di
“naturalità” della nostra interlocuzione ci ha permesso di renderci anche
simpatici ad un certo numero di ascoltatori.
È ovvio che non possiamo definirci speaker professionisti dopo
solamente due anni di attività e una cinquantina di puntate alle spalle,
abbiamo ancora molto su cui lavorare e tante imperfezioni da sistemare.
Queste sono legate soprattutto ai ritmi della radio, alla tempistica di cui
non eravamo a conoscenza e per cui abbiamo dovuto documentarci e
leggere libri e articoli sulla materia. Ci siamo così resi conto della
necessità di ritmi serrati da seguire per evitare tempi morti che
porterebbero ad un abbassamento della qualità. Per fare un esempio della
specificità del linguaggio che ci trovavamo a utilizzare, all’inizio
cercavamo di eliminare le ripetizioni, solamente qualche tempo dopo
abbiamo preso in mano un manuale di comunicazione radiofonica
capendo l’importanza di ripetere più e più volte ciò di cui si sta parlando
per rendere il più chiaro possibile il discorso e riprendere i concetti base
mano a mano che si procede.
I problemi comunicativi sono legati anche alla difficoltà nella
scelta del tema da trattare, soprattutto con a disposizione un tempo
limitato a 45 minuti (determinato dal piano abbonamento “on-air talent”
di spreaker di cui usufruiamo), con il parlato ridotto a 20-25 minuti
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togliendo il tempo occupato dalle canzoni, le quali solitamente sono
quattro o cinque a puntata. Necessario quindi condensare tutto in una
manciata di minuti, quando l’archeologia è un mondo infinito per cui si
potrebbe parlare per ore.
Più che riuscire a preparare un’argomentazione la difficoltà sta nel far sì
che questa contenga un contenuto di carattere informativo nonostante il
poco tempo a disposizione per esporne tutti gli aspetti, evitando di
perdersi in inutili spiegazioni e facendo in modo che tutti siano in grado
di capire ciò di cui si sta parlando.
La nostra inesperienza aveva fatto ricadere le scelte della prima
puntata (Archaeology for Dummies, 17 Aprile 2013) sulla storia
dell’evoluzione dell’archeologia dalla sua nascita come idea al suo
divenire una disciplina che prevede innumerevoli nozioni ardue da
condensare in un breve discorso a cui si aggiunge l’ansia e l’agitazione
della prima esperienza dietro un microfono. Seppur tra le mura di casa,
sapere che decine persone ascolteranno ciò che hai da dire mette
pressione, soprattutto in caso di errori che sarebbero stati giudicati da
possibili professionisti all’ascolto.
Il primo passo è stato quello di eliminare tutte le parole che non
sarebbero state comprese dagli ascoltatori, per via del target scelto, cioè
di coloro estranei alla disciplina. Vietato scendere nei particolari e nei
tecnicismi, tenendosi le argomentazioni prettamente scientifiche per
possibili puntate future, spiegando a piccoli passi al pubblico cosa è
l’archeologia.
Una volta capito come fare e rimanendo sempre molto impacciati
abbiamo concluso una serie di otto puntate che davano un’idea generale
del lavoro dell’archeologo e delle varie facce della disciplina.
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Logo in uso dal Marzo 2015
Solamente con le ultime puntate possiamo dire di aver raggiunto un
livello qualitativo nel parlato e nei contenuti tale da poter essere presi
seriamente come mezzo di comunicazione di un’archeologia in
evoluzione.
Le difficoltà iniziali stanno lentamente scomparendo, resta sempre
presente l’ansia prima delle dirette e carenze tecniche che riusciremo a
colmare solamente con l’esperienza, oltre a problemi tecnici non
prevedibili e che sono risultato del caso, spesso legati alla connessione
internet poco potente per le dirette o all’attrezzature che smette di
funzionare. Questo ci ha anche abituato a trovare soluzioni tempestive per
la riuscita della puntata nei tempi previsti.
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2.3 L’organizzazione di una puntata
Il tema di una puntata all’inizio era scelto in base alle nostre
conoscenze, non trattavamo niente di più di ciò che avevamo studiato o
che già conoscevamo. Ci documentavamo per approfondire il tema ed
evitare di parlare a sproposito ma non ci siamo mai spinti su argomenti
con cui non avevamo mai avuto a che fare. Nel corso di due anni di
attività il format delle puntate è cambiato, siamo passati dalle due voci
degli speaker alla presenza di uno o più ospiti scelti per argomentare il
tema trattato in puntata. Questo ci ha permesso di spingerci anche verso
cose con cui non avevamo mai avuto a che fare, trasformando le puntate
semplicemente espositive in interviste sui temi più disparati del mondo
archeologico.
La preparazione della puntata cambia in base agli eventi e convegni che
seguiamo, in tal caso chiediamo in anticipo il programma e gli abstract
degli eventi per organizzarci per tempo e avere una panoramica generale
dei temi che saranno trattati. Ciò è utile per vedere gli argomenti che
potrebbero essere più attrattivi o piacevoli da discutere con gli ospiti
all’interno delle nostre puntate. La scelta dell’ospite prevede la necessità
della conferma ad essere intervistati qualche giorno prima della diretta in
modo da creare un palinsesto di ciò di cui andremo a parlare e prepararci
le domande da fare. Quello che cerchiamo di fare è di offrire un quadro
generale dell’argomento rispettando il tempo a disposizione dei 45 minuti
concessi dal piano abbonamento che abbiamo con Spreaker, dove il
parlato effettivo scende a venticinque minuti una volta inserite anche le
canzoni che vanno a spezzare il discorso. Per quanto riguarda le puntate
che trattano scavi archeologici numerose sarebbero le nozioni da trattare
ma cerchiamo di scegliere un discorso e un linguaggio semplice per i
nostri ascoltatori ma senza perdere i contenuti scientifici e di qualità, la
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stessa cosa viene spiegata ai nostri ospiti per far sì che il linguaggio
utilizzato non risulti troppo complesso. Nel rapporto con gli ospiti c’è
sempre l’intento di intrattenere una chiacchierata tranquilla come può
essere quella fra amici, cercando di articolare un discorso che non vada a
perdere l’argomento scientifico anche se espresso con parole semplici.
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2.4 Day of Archaeology
Il Day of Archaeology è un evento annuale online della durata di
24 ore in cui gli archeologi scrivono articoli riguardo il loro lavoro,
un’occasione per aprire una finestra sulla tipica giornata dei
professionisti.
Iniziato nel 2011 e organizzato da un gruppo di archeologi
provenienti da Gran Bretagna, Stati Uniti e Spagna, ha una media di 400
partecipanti all’anno. Durante la quarta edizione, nel 2014, gli
archeobloggers italiani hanno invitato tutti i colleghi connazionali a
scrivere un articolo sulle loro attività lavorative, con il risultato di una
forte risposta. Fra le tante partecipazioni c’è stata anche quella del
progetto Let’s Dig Again, che nel 2014 vedeva nello staff solamente due
persone: il sottoscritto e Alessandro Mauro. Il Day of Archaeology è stata
una finestra utile per iniziare a farci conoscere dagli archeologi legati a
questo mondo comunicativo che sta andando delineandosi, inoltre ci ha
dato nuove idee su possibili temi da trattare in radio, trovando fra i
partecipanti dell’evento persone disponibili a fare una chiacchierata con
noi per poter approfondire quegli articoli scritti da loro e dedicati a
progetti interessanti da divulgare.
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2.5 L’importanza dei Social Network per la web radio
Numerosi sono i social network attivi e altrettanti quelli che nel
corso degli anni sono stati abbandonati perché non soddisfacevano le
richieste degli utenti o perché ritenuti obsoleti. Tutti molto simili a prima
vista ma con contenuti molto differenti, diretti a trasmettere un
messaggio, un pensiero che sia scritto, fotografico o video, ma ognuno di
essi si manifesta e interagisce con l’utente in maniera differente.
Ci permettono di comunicare in svariati modi e di puntare ad un
target sempre più vasto, quasi mai lo stesso. La differenza di
comunicazione ha infatti in sé anche un’audience diversa con
conseguente necessità di adattarsi ai vari metodi comunicativi utilizzati.
Per questo motivo siamo partiti da Facebook, passando per Twitter e
Google Plus, accostandoci alle varie applicazioni collegate a questi come
Instagram, Vine o Periscope.
Il social network è una tecnologia che può e deve essere utile per
la comunicazione archeologica, aiuta a raggiungere un pubblico per cui
non sarebbe possibile neanche destare l’interesse qualora la nostra attività
di archeologi fosse limitata al lavoro sul campo o a quello nei laboratori.
Quale modo migliore di far capire ciò che facciamo, chi siamo e
l’importanza del nostro lavoro se non utilizzando quei canali a cui ormai
hanno accesso, se non tutti, almeno la maggior parte della popolazione
mondiale.
I social network ci hanno dato la possibilità di diffondere molto
più facilmente il nostro pensiero, far capire chi siamo e perché stiamo
mettendo anima e corpo dietro a Let’s Dig Again. Non siamo dei semplici
appassionati, siamo degli studenti di archeologia che vogliono aiutare le
persone a capire l’importanza di questa disciplina e aiutarla tramite uno
svecchiamento che potrebbe permettere il raggiungimento dell’obbiettivo.
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La parola chiave per aumentare il proprio target è quindi
l’immediatezza, le notizie e gli aggiornamenti delle nostre attività devono
essere semplici e permettere a chi li vede di percepirli senza troppo
sforzo, sempre per via della velocità di interazione.
Il canale che utilizziamo (Spreaker), ci permette non solamente di
eseguire dirette radio ma di mantenere tutti i podcast di quelle precedenti,
con la possibilità di eseguire anche un download della puntata,
garantendoci un grande numero di ascolti in differita.
I canali comunicativi dei social network ci hanno garantito una
diffusione tale da superare il centinaio di ascolti per quasi la totalità delle
puntate tramite la condivisione di queste su Facebook e Twitter,
ottenendo risultati sorprendenti con 8833 ascolti e 278 download
(aggiornati al giorno 15/6/15) su un totale di 50 puntate.
A questi vanno aggiunti i dati relativi ai social network più utilizzati e con
una buona interazione radio/pubblico:
Facebook, 1750 mi piace;
Twitter, 438 follower;
Instagram, 78 seguaci.
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Analizzando tutti questi dati possiamo farci alcune idee di cosa
può fare la “fortuna” di una puntata, ovvero ciò che può portare un
maggior numero di ascolti attraendo l’interesse di più ascoltatori. Le
motivazioni possono essere varie e vanno dalla tematica, agli ospiti, al
modo in cui il tema viene esposto o a come la puntata viene pubblicizzata
sui social network. Partendo dal primo punto esistono ovviamente temi
che destano maggiore interesse rispetto ad altri, trattare di qualcosa che è
conosciuto ai più ovviamente porterà ascolti superiori rispetto ad una
tematica sconosciuto fuori dal mondo archeologico come può essere
l’archeologia dei non luoghi trattata nell’Aprile del 2014 e che ha
superato a malapena il centinaio di ascolti. Quello che può portare ad un
aumento di questi è ovviamente il modo in cui è stata esposta, una
maggiore chiarezza e proprietà di linguaggio può rendere possibile un
avvicinamento al tema anche da parte di chi non ha mai mostrato
interesse, ipotesi possibile dato che la maggior parte delle puntate con
ascolti minori riguardano le prime esperienze della web radio. La fluidità
dell’esposizione può essere indebolita anche da problemi tecnici che
hanno portato ad un’inevitabile divisione della puntata in due parti:
“DISCO” e “Libera Professione” ne sono un chiaro esempio. Questi
inconvenienti tecnici si ricollegano anche alla difficoltà di pubblicizzare
una puntata, la condivisione sui social network risulta infatti più
complessa e meno diretta non avendo la possibilità di condividere
entrambe le parti contemporaneamente ottenendo la stessa visibilità.
La certezza di una maggior interesse verso una puntata può essere
data dalla presenza di un ospite con numerosi contatti interessati a sentirlo
parlare di un determinato argomento. Esclusa la prima puntata, la seconda
a raggiungere i 300 ascolti è stata “Run to the Hill”, con ospite il Prof.
Marco Valenti che, essendo molto attivo sui social network per quanto
riguarda le sue attività didattiche e di scavo, ha fatto si che la puntata
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venisse pubblicizzata notevolmente e ascoltata da un alto numero di
persone; ad oggi, la soglia dei 300 ascolti, per noi è un traguardo
abbastanza raro e hanno ovviamente aiutato per quanta riguarda
l’aumento delle persone che ci seguono.
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2.5.1 Facebook
Il punto di partenza fra i vari canali comunicativi non poteva non
essere il social network per eccellenza.
La pagina Facebook della radio è stata aperta ancora prima della
messa in onda, con un’idea ben precisa, dare un supporto visivo a ciò di
cui avremmo parlato durante le puntate, in modo da dare un’idea ancora
più chiara dei temi, luoghi o oggetti trattati. La sua funzionalità è quella
di aumentare l’interazione con gli ascoltatori, permettendo interventi a
commento di materiali ed immagini condivise. Questo ha portato, in
alcuni casi, all’aggiunta di materiali di approfondimento da parte di chi ci
stava ascoltando, sottolineando in questo modo l’importanza del canale
comunicativo.
Prima interazione durante una diretta
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La visibilità non l’avremmo ottenuta con solo Spreaker come
supporto, ma il merito non è unicamente della pagina Facebook. Infatti
dietro di essa vi è una campagna comunicativa iniziata al momento della
nascita della web radio e portata avanti tutt’oggi con un’attività
programmata nei minimi particolari, tutto ciò che viene pubblicato è
controllato e si basa su una semplice ma efficace programmazione tenuta
fissa per ogni settimana e inserita alla fine del primo anno di attività.
Funzionale perché permette di sapere che ad una determinata ora ci sarà
la presenza di un determinato tipo di contenuti che possono avere
carattere di svago quale la canzone o la vignetta, alla pura informazione
storico/archeologica.
Programmazione tipo della pagina Facebook
8.30/9.30 Canzone
12.00 Notizia di carattere archeologico
14.30 Vignetta di carattere storico/archeologico
17.00 Notizia di carattere archeologico
20.30 Video/Documentario scelto fra i vari canali comunicativi esistenti
In quanto radio la canzone è parte integrante di ciò che siamo, fa parte
del nostro metodo di interazione. Le news vengono condivise dai vari
canali comunicativi di stampa nazionale e internazionale, dalle pagine
storico/archeologiche seguite sempre dopo aver controllato la veridicità e
la qualità dei contenuti. Niente viene caricato nella pagina senza un
controllo precedente di ciò che vi è scritto.
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2.5.2 Twitter
I contenuti di Twitter variano rispetto Facebook per via di una
maggiore immediatezza dei messaggi comunicati, ciò lo rende un canale
ancora più difficile da gestire. Ogni tweet è limitato a 140 caratteri
all’interno dei quali si deve riuscire ad inserire quello che si è interessati a
comunicare.
Ad oggi il profilo Twitter della radio non è stato sfruttato al
massimo del suo potenziale, sia per limitazioni di tempo che per una poca
conoscenza di base del social. L’interesse deve essere mantenuto vivo con
un’attività continua e serrata, come può succedere nel caso del live
tweetting portato avanti durante le puntate dove, nei casi di maggior
successo, si instaurano interazioni in diretta con ascoltatori e follower.
Fondamentali per un corretto utilizzo di questo social network
sono gli hashtag (un tipo di identificatore utilizzato nei social network per
creare delle etichette, formati da parole precedute dal simbolo “#”), sotto i
quali saranno riuniti tutti i tweet contenenti i medesimi argomenti,
andando a creare un trend che influisce sulla visibilità del profilo e dei
materiali trattati. La sua potenzialità è sfruttata adeguatamente nel caso di
eventi che prevedono un maggior numero di puntate spalmate su diversi
giorni perché permette il recupero di argomenti trattati tramite il sistema
di ricerca per hashtag.
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2.5.3 YouTube
Il linguaggio da adottare su YouTube è molto complesso, non è
sufficiente girare un video in cui si spiega un’attività o un progetto,
necessario è capire il comportamento da mantenere e le parole da
utilizzare per poter far breccia nell’interesse di chi si trova a navigare fra
le centinaia di migliaia di canali, molti dei quali direttamente
“concorrenti” in quanto a tipo di informazione trasmessa.
Il canale è stato inaugurato in seguito alle quattro puntate molisane
ad Isernia nell’Agosto del 2014 dove, ospiti del Centro Europeo di
Ricerche Preistoriche, abbiamo tenuto puntate con oggetto alcuni siti
archeologici fra i più importanti del Molise quali Pietrabbondante, San
Vincenzo al Volturno e Isernia La Pineta, sede dello stesso centro di
ricerche. Questi primi video erano un semplice contenuto di ciò che
chiunque avrebbe potuto vedere durante la puntata se presente con noi
dietro al microfono. Una sorta di backstage per far capire
l’organizzazione che c’è dietro ogni singola messa in onda per spiegare
ciò che accade anche durante gli intermezzi musicali che vengono
utilizzati come pause o per chiedere delucidazioni ai nostri ospiti.
Alessandro intervista l’ospite Francesca Giannetti
33
Una puntata particolare è stata quella che ha portato alle orecchie degli
ascoltatori il primo ospite musicale della web radio, una band del luogo
(Lapingra) che ha intrattenuto noi e gli ospiti con alcuni dei loro pezzi
originali creando un’atmosfera molto soddisfacente sia per gli addetti ai
lavori che per i presenti o chi ci ascoltava da casa. Il risultato positivo
dell’esperimento ci ha convinto a continuare in queste direzione, ove
possibile, a Siena per due eventi in due differenti negozi abbiamo avuto
altrettanti ospiti musicali (Quello D’Arezzo e Paolo Ronconi), con video
che saranno presto caricati sul canale una volta conclusa la lavorazione.
Siccome anche Youtube richiede una differenziazione dei
contenuti, non ci siamo potuti limitare al semplice backstage delle
puntate. Evento molto importante per la svolta è stato, ancora una volta,
quello di Drena (TN) dove, tramite i video, era necessario approfondire
l’aspetto scientifico del workshop non concentrandosi solamente su
backstage. Protagonisti gli archeologi dell’Università di Padova
impegnati in un’approfondita spiegazione del lavoro che stavano portando
avanti.
Ciò ha reso possibile portare sugli schermi di chi ci segue il
bellissimo Castello di Drena e il territorio che lo circonda, tema del
workshop e delle puntate andate in onda durante la settimana di lavoro.
34
2.5.4 Instagram, Vine e Periscope
Le ultime aggiunte all’ampio reparto comunicativo del progetto non sono
altri social network, ma delle applicazioni collegate ad essi.
Il profilo Instagram, avviato da ormai un anno, permette la condivisione
di fotografie con grande importanza per gli hashtag che permettono di
raggiungere la più ampia visibilità. Alla voce di un hashtag vengono
infatti riunite tutte le foto in cui viene menzionato.
Il profilo Instagram della web radio
Vine e Periscope sono applicazioni ancora in fase di sperimentazione che
ci permettono di comunicare tramite video con contenuti totalmente
differenti l’uno dall’altro. Il primo permette di girare video della durata
massima di sei secondi, utili per mostrare i luoghi in cui andiamo in onda
35
in modo da associare una breve sequenza di immagini dei luoghi visitati e
ciò che stiamo facendo. Inoltre ci permette di trasmettere contenuti più
leggeri come accaduto durante l’evento di Maggio 2015 presso Drena
(TN), primo vero utilizzo dell’applicazione, in cui oltre ai contenuti
scientifici ci siamo occupati di mostrare alcune peculiarità del luogo quali
il cibo offertoci e canti degli alpini.
Periscope funziona in modo differente, si tratta ugualmente di video ma in
live streaming e senza alcun tipo di limitazione temporale. L’idea è quella
di applicarlo al backstage e tutto ciò che ruota intorno ad una puntata oltre
la semplice diretta. Come può essere ad esempio l’incontro con gli ospiti,
momenti di pausa o riflessione.
I social network e le loro applicazioni operano insieme alla
comunicazione archeologica svolta con le dirette, non facendola mai
passare in secondo piano.
36
Capitolo 3
Un progetto in evoluzione: #NeverendingTour
“How many roads must a man walk down
before you call him a man?”
(Blowin’ in the Wind – Bob Dylan)
Il Neverending Tour, nome ispirato a quello che Robert Allen
Zimmerman, in arte Bob Dylan, porta avanti dal 1988, è iniziato in
occasione del primo anno di attività della radio con Bologna come prima
meta designata.
La decisione di intraprendere questa scelta è avvenuta dopo lunghe
riflessioni avute in seguito al buon risultato ottenuto con la puntata
“Scavando le Trincee”, esperimento di applicazione di un nuovo format
alla web radio. La novità è stata quella di avere un ospite a cui porre le
domande sul tema da trattare, come risultato abbiamo avuto una diretta
piacevole, alleggerendo l’ascolto con una sorta di chiacchierata tra amici
ma mantenendo un contenuto di qualità.
Una volta concluse le prime otto puntate, non avendo la possibilità
di avere a Siena gli ospiti che eravamo interessati ad intervistare, abbiamo
deciso di trasformare “Let’s Dig Again” in una web radio itinerante,
toccando varie mete di interesse archeologico, affiancando alle dirette,
materiale fotografico e video sul tema trattato o sulle attività svolte dietro
al microfono. Il carattere itinerante ha reso possibile un aumento dei
contenuti per poter mantenere vivi e attivi tutti i canali dei social network
con aggiornamenti di viaggio e delle attività svolte in parallelo alle
interviste degli ospiti. Determinando un miglioramento dell’interazione e
della qualità comunicativa. Una maggior serietà all’immagine della radio
37
è stata data anche dal contributo del grafico e amico Antonio Zelaschi,
che ha prodotto per ogni singolo evento una locandina di presentazione
delle date e del luogo della messa in onda. Questo ci ha concesso di
pubblicizzare con grande facilità le date delle dirette, condividendo le
locandine nei social network in cui la web radio è attiva.
Live al Calavera’s Street Shop di Siena
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2014
28-30 Aprile
Luogo: Bologna, Alma Mater Studiorum
Ospiti: Prof. Antonio Curci, Marialetizia Carra, Elena Maini, Riccardo
Helg, Prof. Enrico Giorgi, Federica Boschi, Roberto Chiariello.
Puntate:
Bioarcheologia – Archeozoologia
Bioarcheologia – Archeobotanica
Pompei wasn’t built in a day
Archeologia dei non luoghi
Non solo scavi
Ascolti totali: 699
Anche se Let’s Dig Again era ancora poco conosciuta la disponibilità del
dipartimento di archeologia di Bologna è stata tale da concederci una
stanza all’interno dei loro laboratori per poter mettere in atto le dirette che
avrebbero visti fra gli ospiti alcuni tra Professori e Collaboratori
dell’Università. L’impatto è stato positivo suscitando l’interesse per un
progetto ancora nelle sue fasi iniziali.
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3 Maggio
Luogo: Vignale Riotorto
Ospiti: Andrea Bellotti e Alessandro Mauro
Puntate:
Vignale, There and Back Again
Ascolti totali: 84
Prima e per ora unica occasione in cui gli speaker sono passati dalla parte
degli intervistati per poter rispondere a domande sul progetto Let’s Dig
Again: motivazione della nascita della web radio, sviluppo del progetto,
aspettative e progetti futuri. Nel ruolo inedito di intervistatrici Nina
Marotta e Maria Sole Di Stefano.
41
19 Giugno
Luogo: Verona, archeoFOSS ((Free, Libre and Open Source Software e
Open Format nei processi di ricerca archeologica)
Ospiti: Denis Francisci, Alessandro Bezzi, Anna Marras, Marina Lo
Blundo, Alessio Innocenti.
Puntate:
archeFOSS
Archeologia in 140 caratteri
Ascolti totali: 161
L’edizione 2014 di archeoFOSS (Free, Libre and Open Source Software e
Open Format nei processi di ricerca archeologica) ci ha portati per la
prima volta a trattare di tematiche tecnologiche applicate all’archeologia,
dagli Open Source al corretto utilizzo di Twitter per trasmettere
informazioni di qualità.
43
6 Luglio
Luogo: Gortina (Creta), Scuola Archeologica Italiana d’Atene
Ospiti: Prof. Enrico Zanini, Stefano Costa
Puntate:
Archeologi nel Mediterraneo
Ascolti: 97
Let’s Dig Again sbarca all’estero grazie alla campagna di scavo
dell’Università di Siena presso Gortina (Creta). Puntata andata in onda
dalla casa base della Scuola Archeologica Italiana d’Atene, sono stati
illustrati vari aspetti di una spedizione archeologica italiana all’estero,
dall’organizzazione ai contatti e i legami che si instaurano con le persone
del luogo e le altre università italiane facenti parte del progetto di scavo.
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5-8 Agosto
Luogo: Isernia, Centro Europeo di Ricerche Preistoriche
Ospiti: Prof. Adriano La Regina, Prof.ssa Antonella Minelli, Arch.
Franco Valente, Federica Fasano, Luca Inno.
Puntate:
Bed of Bones
San Vincenzo on the rocks
Isernia in progress
Sulle orme dei Sanniti
Ascolti totali: 514
Le quattro puntate molisane sono andate tutte in onda dal Centro Europeo
di Ricerche Preistoriche di Isernia. I temi trattati hanno riguardato alcuni
dei siti archeologici più importanti del Molise, come, ad esempio
Pietrabbondante e San Vincenzo al Volturno. La parte musicale della
puntata dedicata a quest’ultimo “San Vincenzo On the Rocks” è stata
curata da una band del luogo, i Lapingra.
47
30 Ottobre – 1 Novembre
Luogo: Paestum, Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico 2014
Ospiti: Alessandro Pintucci (Presidente CIA), Tommaso Magliaro, Salvo
Barrano (Presidente ANA), Angelo Deiana (Presidente Confassociazioni),
Francesco Ripanti, Alessandro D’Amore, Antonia Falcone, Alessandra
Addonizio (responsabile comunicazione BMTA), Yasemin Cam
(responsabile stand Turchia)
Puntate:
DISCO
#BMTA2014
Bloggers on Parade
La carica della 110
Libera Professione
Ascolti totali: 531
Invitati dalla Confederazione Italiana Archeologi per discutere di dati
raccolti ad inizio anno tramite il progetto DISCO, la Borsa Mediterranea
del Turismo Archeologico è stata un’ottima opportunità per prendere
contatti e farsi conoscere, riuscendo anche ad organizzare altre puntate
grazie alla disponibilità di alcuni stand che hanno funzionato da “campo
base” per le dirette.
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4-5 Dicembre
Luogo: Verona, convegno Statio Amoena
Ospiti: Prof.ssa Patrizia Basso (UniVr), Mary Adeline Le Guennec (Aix-
Marseille Université), Francesco Ripanti, Nina Marotta
Puntate:
Highway to Statio
Le Mille e una Mansio
Ascolti totali: 308
Statio Amoena è un convegno internazionale di studi dedicato al sostare e
vivere lungo le strade romane tra antichità e alto medioevo.
Giunti presso l’Università di Verona per la seconda volta l’ambiente non
era una novità e la presenza di numerose persone provenienti dal
dipartimento di Siena ci ha permesso di muoverci molto liberamente per
l’organizzazione delle puntate e la ricerca di ospiti da intervistare.
Particolarità delle puntate andate in onda è la partecipazione del primo
ospite internazionale della radio, per la puntata “Highway to Statio”,
trattando ovviamente il tema delle stazioni di sosta, abbiamo infatti
beneficiato dell’intervento della Dott.ssa Mary Adeline Le Guennec
dell’Università di Aix-Marseille in Francia.
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2015
25 Marzo
Luogo: Siena, Calavera’s Street Shop
Ospiti: Cinzia Dal Maso e Francesco Ripanti curatori di Archeostorie
(Cisalpino, 2015)
Puntate:
Archeostorie
Ascolti totali: 309
La presentazione del volume Archeostorie: manuale non convenzionale di
archeologia vissuta, è stata colta come occasione per organizzare una
puntata insieme ai curatori del libro. La diretta dal Calavera’s Street Shop
di Siena ha visto la partecipazione dei primi ospiti musicali (Quello
D’Arezzo) durante la diretta in un luogo pubblico. Questo ci ha permesso
di testare la funzionalità della radio in contatto diretto con gli ascoltatori e
soprattutto la potenzialità di una nuova strumentazione, in particolare un
microfono abbastanza potente da riuscire a percepire oltre alla voce degli
intervistati anche la musica eseguita dal vivo dalla band.
53
31 Marzo – 1 Aprile
Luogo: Siena
Ospiti: Francesca Giannetti, Prof. Giuliano De Felice, Stefano Costa,
Gabriele Gattiglia
Puntate:
Una Nuova Speranza
L’Open Source colpisce ancora
Il Ritorno del 2D
Ascolti totali: 552
L’organizzazione del CAA (Computer Applications and Quantitative
Methods in Archaeology) a Siena ci ha permesso di cogliere l’occasione
per programmare puntate con alcuni dei partecipanti al convegno. Con i
nostri ospiti abbiamo trattato di nuove tecnologie applicate
all’archeologia.
55
9 Maggio
Luogo: Solarolo (RA)
Ospite: Prof. Maurizio Cattani (UniBo)
Puntate:
Che ne sai tu di un campo di grano
Ascolti totali: 204
Intervista al Prof. Maurizio Cattani dello scavo di Solarolo (RA). Progetto
che nasce come ricerca scientifica di un villaggio dell’età del Bronzo in
Romagna, nonché progetto di archeologia sperimentale per conoscere da
dove le antiche comunità potevano ottenere le risorse necessarie per
l’alimentazione partendo dai dati archeologici a disposizione.
Solarolo (RA), Maggio 2015
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18-23 Maggio
Luogo: Drena (TN), Workshop “All’ombra del castello”
Ospiti: Prof. Gian Pietro Brogiolo, Giovanni Pellegrini (Responsabile
MAG), Eleonora Voltan, Simone Carini, Julia Sarabia, Filippo Ceres,
Francesca Giannetti, Simone Sestito, Tarcisio Michelotti (Sindaco di
Drena), Sara Bombardelli, Alessandro Paris (Museo Alto Garda)
Puntate:
All’Ombra del castello
Fuori dal castello
Down in the valleys, up on the mountain
Drena’s Tales
Archeologia Partecipata
High Hopes
Ascolti totali: 952
Le puntate di Archeofrontiers ci avevano permesso di prendere contatti
con l’Università di Padova ed essere invitati al Workshop di ricerca
“All’Ombra del Castello” dove il nostro compito è stato quello di curare
la parte comunicativa facendo conoscere al pubblico le attività del
progetto e i risultati scientifici intervistando, non solo gli archeologi di
Padova, ma anche la gente del paese di Drena, vera e propria risorsa
informativa per il progetto.
58
28 Maggio
Luogo: Siena, Libreria Caffetteria Cartazucchero
Ospiti: Elisabetta Giorgi, Nina Marotta, Samanta Mariotti
Puntate:
ArcheoKids
Ascolti: 189
Seconda diretta da un luogo pubblico con musica dal vivo (Paolo
Ronconi) con la gentile concessione di uno spazio da parte della Libreria
Caffetteria Cartazucchero di Siena. Tema della puntata ArcheoKids,
cinque archeologi che raccontano l’archeologia ai bambini e dialogano
con amici e colleghi, insegnanti, musei per spiegare a tutti che il futuro
del patrimonio dipende da noi.
Siena, Maggio 2015
60
3.1 Progetti Futuri
Il prossimo futuro vede un’ovvia continuazione dell’attività della
web radio, con il tentativo di renderlo un lavoro retribuito. Le continue
richieste per la nostra presenza a vari eventi e convegni ci fanno sperare
nella possibile riuscita dell’obiettivo.
Un’ulteriore idea è quella di allargare l’area di competenza del progetto,
non occupandosi dell’archeologia solamente tramite le puntate radio ma
creando dei documentari con l’intento di dare una visuale a 360 gradi del
panorama archeologico. In parte è quello che già stiamo tentando di fare
tramite le video interviste, il tentativo è quello di produrli non solamente
in occasione di eventi a cui partecipiamo, ma di aumentare il numero di
collaboratori per poter portare avanti i vari progetti parallelamente.
L’aumento dei collaboratori sarà legato anche a una maggiore e migliore
diffusione dell’immagine della radio a livello nazionale, con la creazione
di nuovi gadget da affiancare a magliette e adesivi, pensando a nuovi
design più accattivanti.
Da inizio 2015 stiamo pensando anche alla realizzazione di un
possibile tour di presentazione del progetto Let’s Dig Again da attuare nel
2016. Girare per l’Italia non per fare delle puntate ma per mostrare la
realizzazione di un ottimo progetto di comunicazione in grado di dare
un’aria di novità e freschezza al mondo archeologico.
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Conclusione
Dopo i primi due anni attività si può riconoscere un notevole
sviluppo del progetto, dovuto a miglioramenti nel parlato, grazie a una
maggiore attenzione nella preparazione delle puntate e alla comprensione
dei meccanismi base del mondo radiofonico, con una chiara idea delle
tempistiche da mantenere e del linguaggio da utilizzare all’interno delle
interviste agli ospiti.
Ospiti che sono andati aumentando permettendo maggiori contatti
con varie realtà universitarie e professionistiche, tutto a favore di progetti
futuri che potranno avere l’appoggio di persone rimaste positivamente
colpite dall’attività fino ad ora svolta.
Osservando i dati aggiornati al 10 Giugno 2015 a seguito del
boom iniziale della prima puntata, che ha superato in breve tempo i 300
ascolti, ci sono stati altri due casi di un raggiungimento di tale copertura
(Run to the Hills e Archeostorie), dovuti ad una maggiore attività di
pubblicità legata al numero elevato di contatti degli ospiti che hanno
preso parte alle due dirette. Nelle altre quarantasette puntate si è vista una
stabilizzazione degli ascolti con una media di 173 su un totale di 50
puntate. La stabilità può essere dovuta al livello qualitativo dei contenuti
che è andato migliorandosi e alla forte attività sui social network.
Essendo una web radio che tratta un argomento di nicchia, i
risultati possono ritenersi ottimi, calcolando anche l’iniziale difficoltà nel
relazionarsi con un pubblico e le dirette.
I progetti futuri e il miglioramento della gestione dei contatti
ottenuti tramite social network potranno garantire un aumento di ascolti
sia in diretta che in podcast. Per quanto riguarda i secondi è già in
lavorazione una programmazione posta a riproporre quelle puntate
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rimaste sotto il centinaio di ascolti per poterne aumentare la visibilità. Lo
scarso seguito di queste non è dovuto al contenuto, quanto alla presenza
di temi più interessanti nelle puntate subito precedenti o successive che
hanno portato a una focalizzazione dell’attenzione (vedi Bloggers on
Parade, 31 Ottobre 2014, 93 ascolti) oppure per problemi tecnici che
hanno causato una divisione della puntata in due parti a seguito della
caduta della connessione internet (DISCO-30 ottobre 2014, Libera
Professione-1 Novembre 2014).
La qualità delle ultime puntate è dovuta anche ad un
miglioramento dell’audio in seguito all’acquisto di un microfono
all’altezza dei contenuti espressi, che ha reso molto più godibile l’ascolto,
garantendo un suono migliore e aprendo così alla possibilità di far esibire
musicisti dal vivo durante le dirette. Le uniche puntate con un audio
ottimo precedenti al 2015 sono le quattro del tour molisano dell’Agosto
2014 in cui ci era stato prestato un microfono professionale da dei
colleghi di una web radio universitaria di Pescara (Radio KT). In seguito
c’è stata la convinzione nell’investire i nostri pochi fondi in
un’attrezzatura di livello.
Se manterremo costante il continuo miglioramento avuto nel corso
di questi primi due anni riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo
primario, diventare uno dei canali di comunicazione archeologica più
importanti in Italia.
Come On, Let’s Dig Again!
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Bibliografia
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archeologia vissuta. Cisalpino (2015)
G. Carrada. Comunicare la scienza: kit di sopravvivenza per ricercatori.
Vol. 12. Alpha Test, 2005.
L. Ciafani, In principio solo etere. Filosofia e storia della radio. Pascal
(2010)
S. Costa e F. Ripanti, Excava(c)tion in Vignale – Archaeology on the
Stage, Archaeology on the Web. (2013) AP Journal: pp. 97-109
A. Traverso, ed. Comunicare archeologia: strumenti, metodi e obiettivi:
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AR. FI. CL. ET., 2006.
G. De Felice, M. G. Sibilano, G. Volpe. "Ripensare la documentazione
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comunicazione." Archeologia e calcolatori 19 (2008): pp. 271-291.
M. Gaiani, B. Benedetti, F. I. Apollonio. "Teorie per rappresentare e
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(2011): pp. 33-70.
64
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la conoscenza archeologica attraverso la rete." Archeologia e
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College London, UK)
M. Shanks, The Archaeological Imagination. Left Coast Press, Inc.
(2012)
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Sitografia
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Day of Archaeology, www.dayofarchaeology.com
Open Pompei, www.openpompei.it, “Pompei wasn’t built in a day: a voi
la puntata di Let’s Dig Again” 3 Marzo 2015
Professione Archeologo, www.professionearcheologo.it, “Professione
Archeologo incontra Let’s Dig Again” 7 Ottobre 2013
Wikipedia, the free encyclopedia, www.wikipedia.org
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