l'archivio antonio gramsci. criteri di ordinamento di un \"totem di carte\", in...

23
Anno XXVII, 2013 SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

Upload: uniroma1

Post on 11-Nov-2023

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Anno XXVII, 2013

SA PIENZA UNIV ER SITÀ DI ROMA

La rivista è pubblicata con il contributo della Sapienza Università di Roma

«Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari»is a peer-reviewed journal

Comitato scientifico • Editorial Board

Alberto bArtolA, Sapienza Università di RomaMAriA teresA biAgetti, Sapienza Università di Roma

itAlo birocchi, Sapienza Università di RomagiorgettA bonfiglio Dosio, già Università degli studi di Padova

rosA MArisA borrAccini, Università degli studi di MacerataPAolA cArucci, sovrintendente dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica

flAviA cristiAno, direttrice del Centro per il libro e la lettura del MiBACTAttilio De lucA, già Sapienza Università di Roma

chArles M. DollAr, ChicagoJeAn Dufour, Parigi

luciAnA DurAnti, University of British Columbia, VancouverlinDA giuvA, Sapienza Università di Roma

MAriA guercio, Sapienza Università di Romaelio loDolini, professore emerito Sapienza Università di Roma

Antonio MAnfreDi, Biblioteca Apostolica Vaticana guiDo Melis, Sapienza Università di Roma

AntonellA Meniconi, Sapienza Università di RomaMAssiMo olDoni, Sapienza Università di Roma

MArco PAlMA, Università degli studi di Cassino e del Lazio MeridionaleferMín De los reyes góMez, Universidad Complutense de Madrid

AntonellA rovere, Università degli studi di GenovaPeDro rueDA rAMírez, Universitat de Barcelona

MArco sAntoro, già Sapienza Università di RomaDeAnnA sheMek, University of California Santa Cruz

giovAnni soliMine, Sapienza Università di RomaPAul gAbriele Weston, Università degli studi di Pavia

herbert zielinski, Justus-Liebig-Universität Gießen

INDICE

Una rivista per la ricerca (Alberto Petrucciani) . . . . . . . Pag. 5

AngelA nuovo, La scoperta del Corano arabo, ventisei anni dopo: un riesame . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9

TiziAnA PesenTi, Stampe & stampa: nuovi studi sulla xilografia delle origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 25

lorenzo MAncini, L’inventario della libreria Bouchard e Gravier di Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 45

sAMAnTA segATori, ‘Conviene seguire una bandiera’: il «Conciliatore»tra carteggi, testimonianze e scritti vari . . . . . . . . . » 63

eMAnuele Dionisi, Profili giuridici del fedecommesso artistico . . » 81

WAyne A. WiegAnD, ‘A Part of our Lives’: a people’s history of the American public library . . . . . . . . . . . . . . » 93

PAolA cAsTellucci, Mundaneum: una prospettiva geopolitica per la Documentazione . . . . . . . . . . . . . . . . » 103

AlberTo PeTrucciAni, L’utopia della documentazione: a proposito diuna lettera inedita di Paul otlet a Luigi de Gregori (1937) . . » 119

giAnfrAnco cruPi, Le «buone letture». 1. La Federazione italiana delle biblioteche circolanti cattoliche (1904-1912) . . . . . . . » 137

irene MAriA civiTA Mosillo, La Biblioteca dell’istituto nazionale di cultura fascista . . . . . . . . . . . . . . . . . » 165

eleonorA lATTAnzi, L’archivio Antonio Gramsci: criteri di riordina-mento di un ‘totem di carte’ . . . . . . . . . . . . » 177

MAriA cArMelA De MArino, L’umanista e lo scienziato: Silvio Giu-seppe Mercati ed Ettore Biocca . . . . . . . . . . . » 195

ernesT AbADAl, La Biblioteconomía y la Documentación en la uni-versidad española a principios del siglo XXi . . . . . . . » 211

RECENSIONI (a cura di Paola Castellucci)

lorenzo bAlDAcchini, Alle origini dell’editoria volgare. Niccolò Zop-pino da Ferrara a Venezia. Annali (1503-1544). Nota di Amedeo

INDICE4

Quondam, Manziana, Vecchiarelli, 2011, 355 p. (Valentina Se-stini) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 229

MArco sAnToro, Lezioni di bibliografia, con la collaborazione di Gianfranco Crupi, Milano, Editrice Bibliografica, 2012, 293 p. (Fiorella Romano) . . . . . . . . . . . . . . . . » 231

hAnnA serkoWskA, Dopo il romanzo storico. La storia nella lettera-tura italiana del ’900, Pesaro, Metauro, 2012, 445 p. (Marcello Ciocchetti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 233

MAriA gioiA TAvoni - PAolo TinTi, Pascoli e gli editori, Bologna, Pàtron, 2012, 271 p. (Samanta Segatori) . . . . . . . . » 234

MiMMo fiorino, Alla guida dell’Einaudi, Milano, Mondadori, 2011, 159 p. (Giovanni Colucci) . . . . . . . . . . . . . » 236

AlberTo sAlArelli, introduzione alla scienza dell’informazione, Mila-no, Editrice Bibliografica, 2012, 135 p. (Antonella iacono) . . » 238

Archivio d’autore: le carte di Fabrizio De André. Inventario a cura di Marta Fabbrini e Stefano Moscadelli, introduzione di Stefano Moscadelli, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Di-rezione generale per gli archivi, 2012, 342 p. (Maria Procino) . » 239

silviA frATTini, Comunicare il libro: dalla quarta al web, Milano, Editrice Bibliografica, 2012, 160 p. (Daria Verzilli) . . . . . » 241

giAn cArlo ferreTTi, Siamo spiacenti. Controstoria dell’editoria ita-liana attraverso i rifiuti dal 1925 a oggi, Milano, Bruno Monda-dori, 2012, 233 p. (Giovanni Colucci) . . . . . . . . . » 243

chiArA fAggiolAni, La ricerca qualitativa per le biblioteche. Verso la biblioteconomia sociale, Milano, Editrice Bibliografica, 2012, 252 p. (Paola Castellucci) . . . . . . . . . . . . . » 244

SegnAlAzioni (a cura di Samanta Segatori, con i contributi di Cecilia Carloni, Nico Ciampelli, Antonella Iacono, Valeria Lo Castro, Antonella Meniconi, Francesca Nemore, Maria Procino, Daria Verzilli, Luana Zorzi) . . . . . . . . . . . . . . » 247

Vita della Scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . » 261

ElEonora lattanzi

L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI: CRITERI DI RIORDINAMENTO DI UN ‘TOTEM DI CARTE’

Sono ormai numerosi gli studi e i contributi che hanno posto al cen-tro della loro riflessione le modalità di formazione e sedimentazione degli archivi di persona 1 e le dinamiche sottese alla conservazione della propria memoria da parte di diversi soggetti produttori.2 È soprattutto nel corso del Novecento che singoli individui decidono di conservare e trasmettere la propria memoria dando origine a nuclei archivistici in cui vicende in-dividuali, proprie del soggetto produttore, e vicende collettive, legate ai mutamenti di ordine politico e sociale intervenuti nel secolo, tendono a intrecciarsi inestricabilmente.3 Con l’entrata delle masse nella scena poli-tica e l’incidenza della sfera pubblica nelle vicende personali, le esperien-ze dei singoli si dilatano per divenire rappresentative dei percorsi di inte-re generazioni.4 In questo contesto, parallelamente al ruolo centrale che i partiti hanno rivestito nella storia politica e sociale del Novecento, gli ar-chivi personali dei dirigenti politici svolgono una funzione preminente non solo per chi intenda tracciare il profilo biografico del soggetto produttore

1 In generale, si vedano gli interventi raccolti nei seguenti volumi: Il futuro della memo-ria. Atti del convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone, Capri, 9-13 settembre 1991, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997; Specchi di carta: gli archivi storici di persone fisiche. Problemi di tutela e ipo-tesi di ricerca, a cura di Claudio Leonardi, Firenze, Fondazione Ezio Franceschini, 1993; Sto-ria d’Italia nel secolo ventesimo. Strumenti e fonti, III, Le fonti documentarie, a cura di Claudio Pavone, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Dipartimento per i beni archivistici e librari, Direzione generale per gli archivi, 2006.

2 StEfano Vitali, Memorie, genealogie, identità, in linda GiuVa - StEfano Vitali - iSabEl-la zanni roSiEllo, Il potere degli archivi. Usi del passato e difesa dei diritti nella società con-temporanea, Milano, Bruno Mondadori, 2007, pp. 79-87.

3 Giulia barrEra, Gli archivi di persone, in Storia d’Italia nel secolo ventesimo, III, Le fon-ti documentarie cit., pp. 617-657.

4 ErSilia alESSandronE PErona, Gli archivi personali come fonte della storia contempora-nea, «Contemporanea», II (1999), 2, pp. 325-330.

ELEONORA LATTANZI178

dell’archivio, ma anche per chi voglia ricostruire alcuni aspetti nodali del-la vita di un paese nel quale il soggetto in questione ha operato.

L’archivio Antonio Gramsci, del quale in questo saggio si intendono presentare i lavori di riordinamento ed inventariazione informatizzata, co-stituisce a tal riguardo un esempio specifico.

La storia delle carte fra recuperi e ordinamenti

Conservato presso l’omonima Fondazione di Roma e dichiarato di no-tevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica del Lazio il 18 settembre 1975, l’archivio Gramsci è un fondo collettaneo, a metà fra un archivio personale e «una collezione di autografi raccolti da terzi».5 Al lascito documentario del dirigente comunista, composto dalle carte pro-dotte e ricevute durante gli oltre undici anni di detenzione, fu infatti ac-corpata la corrispondenza autografa carceraria e, in un secondo tempo, la documentazione pregressa. Un archivio frutto di «lunghe e pazienti ri-costruzioni» 6 che, nelle forme in cui si è sedimentato, testimonia la rile-vanza politica e culturale assunta da Gramsci nell’Italia del dopoguerra. In particolare, nel recupero della documentazione si rispecchia l’atten-zione posta dal Partito comunista italiano – di cui Gramsci fu segreta-rio dal 1924 e, almeno formalmente, fino alla morte – nella ricostruzione della sua biografia e del suo pensiero politico finalizzate alla costruzione dell’identità del movimento comunista e, allo stesso tempo, di quella re-pubblicana nata dall’antifascismo.7 Pertanto, la definizione ‘totem di car-te’ è sembrata appropriata per evidenziare questo complicato intreccio fra la ‘monumentalità’ del soggetto produttore, la complessa storia del recu-pero della documentazione e le motivazioni ad essa sottese. Ma anche a sottolineare come, nell’elaborare i criteri di riordinamento, si sia dovuto tener conto di una massa imponente di studi basati su questa documenta-zione, nonché dei significati politici legati alla mancanza di questo o quel documento.8 Tuttavia, prima di esplicitare nel dettaglio i criteri di riordi-

5 CatErina dEl ViVo, L’individuo e le sue vestigia. Gli archivi delle personalità nell’espe-rienza dell’Archivio contemporaneo «A. Bonsanti» del Gabinetto Vieusseux, «Rassegna degli ar-chivi di Stato», LXII (2002), 1/3, pp. 218-233 (p. 220).

6 E. alESSandronE PErona, Gli archivi personali … cit., p. 326.7 Ci sembra opportuna, a questo proposito, la considerazione per cui «per gli archivi di

persone del Novecento, se pure la creazione può essere stata determinata da finalità pratiche, la conservazione dopo la morte del titolare avviene di norma per motivazioni di ordine cultu-rale, affettivo, politico» (G. barrEra, Gli archivi di persone … cit., p. 617).

8 I molteplici studi sulla lettera inviata da Ruggero Grieco a Gramsci nel febbraio 1928,

179L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

namento, è opportuno fare un accenno sommario alla storia delle carte e agli ordinamenti che si sono susseguiti.

Il primo nucleo, da cui presero avvio le successive ‘stratificazioni’, è composto dalle carte carcerarie – ovvero la corrispondenza e i quaderni di appunti, alla cui compilazione Gramsci si dedicò dal 1929 – che pos-sono essere considerate il vero «specchio di carta», poiché esse riflettono ampiamente gli interessi di studio, ma anche la rete dei sentimenti e de-gli affetti. La loro conservazione è frutto di un’azione volitiva dello stes-so Gramsci. Come è ampiamente documentato, sin dall’arresto egli cer-cò di monitorare il flusso della corrispondenza con la famiglia per avere una mappatura sufficientemente esaustiva delle lettere inviategli, consen-tendogli l’immediata individuazione di lacune e salti.9 Tale azione di con-trollo, seppure in parte dovuta al contesto limitante e costrittivo del car-cere, fu probabilmente motivata dalla volontà di salvaguardare e tenere in vita il filo ‘di carta’ degli affetti, «condizione primaria per la difesa e la conservazione dell’identità».10 Analoghe considerazioni possono essere estese anche all’altra tipologia documentaria del periodo carcerario, i qua-derni di appunti, che Gramsci riuscì a portare con sé negli spostamenti successivi presso le cliniche di Formia e di Roma.11

Data la successiva inclusione nel fondo, è necessario accennare breve-mente alle modalità di formazione e di invio della corrispondenza auto-grafa di Gramsci, che veniva smistata al resto della famiglia dalla cognata

rinvenuta solo in copia fotografica nel fondo del Ministero dell’Interno presso l’Archivio cen-trale dello Stato, hanno ad esempio posto l’attenzione non solo sulle motivazione politiche le-gate alla sua spedizione, ma anche su quelle della sua riproduzione e conservazione da parte degli organi di polizia e sui caratteri formali della copia del documento ritrovato, aprendo un dibattito sulla sua genuinità o manipolazione. Inoltre, il mancato ritrovamento dell’originale della lettera ha indotto gli studiosi ad avanzare alcune ipotesi in merito alla movimentazione delle carte gramsciane. Sulla questione si rimanda a luCiano Canfora, La storia falsa, Mila-no, Rizzoli, 2008; lEonardo P. d’alESSandro, I dirigenti comunisti davanti al Tribunale specia-le, «Studi storici», L (2009), 2, pp. 481-553; GianCarlo dE ViVo, Gramsci, Sraffa e la «fami-gerata lettera» di Grieco, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi», XLIII (2009), pp. 11-24; GiuSEPPE VaCCa, I sospetti di Gramsci per la sua mancata liberazione (A proposito della lettera di Grieco), ivi, pp. 25-51.

9 Cfr. la lettera di Antonio Gramsci a Tatiana Schucht del 2 maggio 1927, in Fondazione Istituto Gramsci (d’ora in avanti FIG), Archivio Antonio Gramsci (AAG), Epistolario, Corri-spondenza 1927, in antonio GramSCi - tatiana SChuCht, Lettere 1926-1935, a cura di Aldo Natoli e Chiara Daniele, Torino, Einaudi, 1997, pp. 99-101.

10 SaVEria ChEmotti, Oltre l’«Hortus conclusus»: le “Lettere dal carcere” di Antonio Gram-sci, in Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai Greci al Novecento, a cura di Adriana Che-mello, Milano, Guerini studio, 1998, pp. 421-494 (p. 422).

11 Si rinvia alla testimonianza di Gustavo Trombetti in Gramsci vivo nelle testimonianze dei suoi contemporanei, a cura di Mimma Paulesu Quercioli, con prefazione di Giuseppe Fio-ri, Milano, Feltrinelli, 1977, pp. 231-240 (p. 233).

ELEONORA LATTANZI180

di Gramsci, Tatiana Schucht.12 Per sopperire alla rigida normativa carce-raria, la rete politico-familiare aveva dato vita a un fitto carteggio paralle-lo contenente spezzoni e trascrizioni delle lettere del detenuto, in un con-tinuo scambio di informazioni e notizie. Un circuito aperto di rapporti e relazioni che ha prodotto una mole di documenti trasversali, imprescin-dibile per studiare la biografia di Gramsci, e che saranno oggetto, come più avanti esplicitato, di recupero e conseguente inserimento nel fondo. La legislazione carceraria allora vigente era particolarmente restrittiva non solo sui corrispondenti e sul numero di lettere in uscita, ma anche sul nu-mero di fogli che era consentito utilizzare.13 In tal modo, il detenuto era obbligato a limitare l’estensione delle proprie missive, costringendosi «a una autocensura preventiva che oltre a inibire qualsiasi forma di intimità, impone[va] di preselezionare gli argomenti, il tono, il modo, la forma».14 Fino alla condanna del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, Gram-sci ebbe la facoltà di scrivere una volta a settimana, mentre in seguito ogni quindici giorni. Cercò pertanto di sfruttare al massimo il tempo e i mez-zi a disposizione, redigendo sull’unico foglio consegnato di volta in vol-ta dalle autorità carcerarie due lettere di cui una parte veniva indirizzata a Tatiana, l’altra a rotazione alla moglie o a uno dei membri della fami-glia d’origine. Così, ad esempio, indirizzando la lettera alla madre, aggiun-geva in calce: «Spedisci, per favore, a Tatiana il mezzo foglio che scrivo per lei»; 15 o indirizzando a Tania: «Spedisci a mia madre la sua parte di lettera».16 A partire dalla metà del 1929, tuttavia, le lettere venivano indi-rizzate quasi esclusivamente a Tania, che inviava al rispettivo destinatario. Oltre a quelle indirizzate a Giulia Schucht, moglie di Gramsci, Tatiana spediva a Mosca anche gli originali delle lettere indirizzate a lei. Tuttavia, prima di inoltrare le lettere, Tania le trascriveva in più copie: una era de-stinata a Giulia, che poteva così essere al corrente delle lettere scritte da Gramsci agli altri; un’altra per Piero Sraffa, canale di comunicazione con

12 Sulla famiglia Schucht cfr. antonio GramSCi jr., I miei nonni nella rivoluzione. Breve storia della famiglia russa di Antonio Gramsci, Roma, Edizioni riformiste, 2010.

13 Come stabilito dal Regolamento generale degli stabilimenti carcerari e dei riformatori go-vernativi, approvato con r.d. 1° febbraio 1891, n. 260, e modificato con altro del 1° giugno 1891, nonché con i rr.dd. 14 novembre 1903 n. 484, 20 dicembre 1906 n. 695, 15 luglio 1909 n. 541, 12 febbraio 1911 n. 120, 16 maggio 1920 n. 1908, 23 dicembre 1920 n. 1921 e 19 febbraio 1922 n. 39. Sulle coeve politiche carcerarie cfr. Guido nEPPi modona, Carcere e società civile, in Sto-ria d’Italia, V, t. 2, Documenti, Torino, Einaudi, 1973, pp. 1903-1998 (pp. 1955-1962).

14 S. ChEmotti, Oltre l’«Hortus conclusus» … cit., p. 446.15 FIG, AAG, Epistolario, Corrispondenza 1929, 24 febbraio, in a. GramSCi - t. SChuCht,

Lettere 1926-1935 … cit., p. 240.16 FIG, AAG, Epistolario, Corrispondenza 1930, 27 gennaio, ivi, p. 452.

181L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

il PCdI; una terza per la stessa Tania, che inviando l’originale, rimaneva in possesso di una copia per rispondere al detenuto «con maggiore faci-lità e opportunità».17 Questo schema di smistamento di copie e originali non veniva però applicato in maniera rigida da Tania, che a volte tratte-neva gli autografi per sé inviando la copia a Mosca.

In seguito alla morte di Gramsci, il 27 aprile 1937,18 le carte da lui conservate furono prese in consegna da Tatiana Schucht che, fra il 27 apri-le e il 5 maggio 1937, le depositò presso l’ambasciata sovietica di Roma,19 dove iniziò un primo lavoro di catalogazione dei quaderni.20 Probabil-mente, già in questa fase Tatiana accorpò la corrispondenza carceraria di Gramsci con le lettere autografe rimaste in suo possesso e probabilmen-te con le trascrizioni delle lettere del detenuto. A partire dal luglio 1937 le carte, divise in blocchi,21 furono inviate a più riprese a Mosca tramite corriere diplomatico e depositate presso la famiglia Schucht.22 Qui furo-no unite alla corrispondenza autografa di Gramsci degli anni del carce-re e a quella indirizzata alla moglie a partire dal 1922. Contemporanea-mente anche il partito, già in possesso delle trascrizioni delle lettere di Gramsci fatte da Tania, si era attivato per entrare in possesso degli ori-ginali delle carte e avviare la pubblicazione degli scritti. Il conflitto fra la famiglia e il partito portò, nel gennaio 1939, all’istituzione per volontà dell’Internazionale comunista di una Commissione per il patrimonio let-terario del compagno Gramsci.23 Dopo una fase di stallo seguita alle ac-

17 FIG, AAG, Epistolario, Corrispondenza 1931, 28 gennaio, ivi, p. 662.18 La letteratura che ricostruisce le vicende biografiche di Gramsci è vasta. Per il perio-

do carcerario ci limitiamo a GiuSEPPE VaCCa, Vita e pensieri di Antonio Gramsci (1926-1937), Torino, Einaudi, 2012.

19 Cfr. GiuSEPPE VaCCa, Togliatti editore delle “Lettere” e dei “Quaderni”, in id., Appunta-menti con Gramsci. Introduzione allo studio dei “Quaderni del carcere”, Roma, Carocci, 1999, pp. 118-120. A lungo fu invece accreditata tra gli studiosi, sulla base di una testimonianza di Nilde Jotti, la tesi secondo cui i quaderni sarebbero stati conservati in un caveau della Banca Commerciale Italiana da Raffaele Mattioli. Cfr. nildE jotti, Nascose ai fascisti i «Quaderni del carcere», «Rinascita», XXX, 31 (3 agosto 1973), p. 21. Recentemente, tale ipotesi è stata ripro-posta anche in franCo lo PiParo, L’enigma del quaderno. La caccia ai manoscritti dopo la mor-te di Gramsci, Roma, Donzelli, 2013.

20 Il catalogo incompleto redatto da Tatiana Schucht è conservato in FIG, AAG, Carte T. Schucht, Relazioni ed istanze.

21 In generale, si rimanda alla corrispondenza fra Tatiana e la famiglia Schucht conserva-ta in FIG, Carte Famiglia Schucht, Corrispondenza, e in particolare alla lettera di Tania a Eu-genia Schucht del 16 luglio 1938.

22 È plausibile l’ipotesi secondo cui all’arrivo in Urss i documenti fossero sottoposti ai controlli dell’NKVD (i servizi di sicurezza sovietici); cfr. G. VaCCa, Vita e pensieri di Antonio Gramsci … cit., p. 346.

23 La vicenda è ampiamente ricostruita in Togliatti editore di Gramsci, a cura di Chiara Daniele, introduzione di Giuseppe Vacca, Roma, Carocci, 2005.

ELEONORA LATTANZI182

cuse mosse dalla famiglia a Togliatti circa la mancata liberazione del di-rigente sardo,24 il 23 dicembre 1940 la Commissione decise la creazione, presso l’archivio dell’IC, del fondo personale di Antonio Gramsci (519, secondo la classificazione dei fondi russi) 25 in cui riunire «tutti i docu-menti e i materiali riguardanti Gramsci e la sua attività custoditi presso l’Archivio del l’Ikki» 26 e soprattutto «i quaderni, i documenti, le lettere e gli altri materiali che si trovano presso la sua famiglia (presso le compagne Schucht)».27 Tuttavia, solo in seguito allo scoppio della guerra le sorelle Schucht consegnarono all’IC tutte le lettere ricevute da Gramsci, le let-tere ricevute da Tania e i manoscritti dei quaderni. Il materiale fu porta-to a Ufa, in Baskiria, dove furono spostati gli archivi del Comintern nella primavera del 1941 per motivi di sicurezza legati all’avanzata del fronte. Le carte rimasero a Ufa fino al 1943,28 per poi essere riportate a Mosca e, a seguito dello scioglimento dell’Internazionale comunista, conserva-te presso l’archivio dell’Istituto Marx-Engels-Lenin. Da qui, i documen-ti furono poi inviati in Italia, consegnati personalmente a Togliatti fra il 1945 e il 1947,29 e conservati presso l’archivio della Direzione nazionale del Partito comunista italiano.

Con l’arrivo della documentazione in Italia iniziarono le pubblicazio-ni degli scritti carcerari.30 Parallelamente si diede avvio al sistematico la-voro di recupero delle carte da vari nuclei in cui si erano naturalmente

24 SilVio PonS, L’ “affare Gramsci-Togliatti ” a Mosca (1938-1941), «Studi storici», XLIV (2004), 1, pp. 83-117.

25 Inventario sommario consultabile al sito <http://www.comintern-online.com/class> (URL attivo al 10 marzo 2013).

26 Si tratta dei documenti relativi all’attività politica svolta da Gramsci in qualità di rap-presentante del Partito comunista d’Italia presso l’IC dal 1922 al 1923. Un analisi sommaria dell’inventario permette di ipotizzare che nel fondo furono spostate parte delle carte di Gram-sci non confluite nell’archivio del partito (fondo 513).

27 Il verbale della riunione venne redatto il 23 dicembre 1940, in Rossijskij Gosudarst-vennyj Archiv Social’no-Politiceskoj Istorii (d’ora in avanti RGASPI), fondo 519, inventario 1, fasc. 114, in Togliatti editore di Gramsci … cit., pp. 69-70.

28 La data è ricavata dalla lettera di Togliatti a Dimitrov del 20 agosto 1943 con cui si ri-chiedeva che «il materiale del compagno Gramsci […] venga portato a Mosca, in modo che si possa prepararlo per una prossima utilizzazione. Per quanto riguarda le dimensioni, si trat-ta di non più di 3-4 piccole casse. Poiché ho sentito che in questi giorni l’archivio di Ufa ver-rà trasferito, chiedo che vangano date disposizioni in questo senso» (RGASPI, fondo 495, inv. 73, fasc. 118, in Togliatti editore di Gramsci … cit., pp. 70-71).

29 Il primo invio riguardò esclusivamente i quaderni, che furono consegnati a Togliatti il 3 marzo 1945 dall’ambasciatore sovietico a Roma Kostylev; le lettere e gli altri documenti in-vece rimasero a Mosca fino al 12 dicembre 1946, per essere poi consegnati al PCI sempre tra-mite corriere diplomatico (cfr. ivi, p. 73 e ss.).

30 Nell’aprile 1947 furono pubblicate da Einaudi le Lettere dal carcere e tra il 1948 e il 1951 i sei volumi dell’edizione tematica dei Quaderni del carcere.

183L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

sedimentate, ovvero presso la famiglia d’origine, Piero Sraffa e la fami-glia a Mosca ancora in possesso di numerosi documenti, ma anche presso compagni di partito. A tal proposito, sin dal suo rientro in Italia, Togliatti aveva lanciato un appello ai militanti del PCI dalle colonne de «L’Unità», nella rubrica Convocazioni e comunicazioni, affinché inviassero al partito gli eventuali scritti di Gramsci in loro possesso.31

Nel 1954 la curatela delle pubblicazioni gramsciane fu affidata all’Isti-tuto Gramsci.32 Proprio per favorire un’edizione completa degli scritti, nel corso dell’anno una parte delle carte fu consegnata all’Istituto, mentre parte dei manoscritti e delle lettere rimase conservata presso l’Ufficio di amministrazione della Direzione del PCI.33 Con l’attribuzione delle carte all’Istituto Gramsci e in vista della pubblicazione di una nuova edizione delle lettere dal carcere ebbe inizio una nuova fase di recupero delle carte gramsciane, sia degli anni giovanili che di quelle carcerarie; tale lavoro fu affidato a Giuseppe Berti affiancato inizialmente da Maria Teresa Lanza De Laurentiis e poi, dalla fine degli anni Cinquanta, da Elsa Fubini.

Ovviamente, la tipologia delle carte cui si fa riferimento è prettamen-te epistolare, con aggiunta di manoscritti di altro genere, per lo più ap-punti. Non sono invece mai stati individuati documenti inerenti l’attività di giornalista negli anni torinesi,34 né tantomeno carte relative alla carica di deputato o di segretario del PcdI.35 Dato questo intreccio complesso fra biografia, nuclei documentari ed esigenze editoriali, la collazione delle carte fu molto spesso motivata dalla necessità di accrescere e arricchire le pubblicazioni degli scritti di Gramsci con documenti inediti. Le fasi di re-

31 Dell’appello, pubblicato il 30 luglio 1944, si dà conto nella lettera che un militante, Mario Tonda, inviò a Togliatti il 4 agosto 1944, in FIG, Gramsci dopo la morte, carte in or-dinamento.

32 G. VaCCa, Introduzione, in Togliatti editore di Gramsci … cit., p. 30.33 Patrizia GabriElli, Il Fondo Gramsci. Per una descrizione analitica, «IG Informazioni.

Trimestrale a cura della Fondazione Gramsci di Roma», III (1992), 1, p. 93.34 Si ritiene che tale mancanza sia dovuta probabilmente alla distruzione e dispersione, in

seguito all’avvento del fascismo, degli archivi delle redazioni dei giornali presso i quali Gram-sci aveva lavorato, in particolare quelli de «L’Ordine nuovo». Sulla formazione e le assenze negli scritti pre-carcerari di Gramsci si rimanda a franCESCo GiaSi, Problemi di edizione degli scritti pre-carcerari, «Studi storici», LII (2011), 4, pp. 837-858.

35 Se parte delle carte politiche di Gramsci possono essere rintracciate nel fondo del PCdI (513) conservato nell’archivio del Comintern, è più difficile l’analisi delle carte in possesso di Gramsci prima dell’arresto. Come si evince da una lettera di Tania alla famiglia del novembre 1926 (FIG, Carte Giulia Schucht, Corrispondenza 1926, parzialmente in G. VaCCa, Vita e pen-sieri di Antonio Gramsci … cit., p. 42), dopo l’attentato di Bologna a Mussolini Gramsci aveva messo in salvo parte della sua documentazione. In seguito all’arresto, Tania affidò le carte ritenu-te più «compromettenti» all’Ambasciata sovietica a Roma e prelevò poi successivamente il resto del materiale. Cfr. Camilla raVEra, Diario di trent’anni, Roma, Editori riuniti, 1973, p. 253.

ELEONORA LATTANZI184

cupero della documentazione non sempre furono testimoniate da appositi e dettagliati elenchi di versamento; nei casi in cui questi furono compila-ti, essi danno conto esclusivamente delle lettere di Gramsci, mentre non contengono informazioni sulle lettere da lui ricevute o sulle altre tipolo-gie documentarie. Il lavoro di individuazione e successiva acquisizione di tutto il materiale esistente prodotto da Gramsci si è poi scontrato a lungo con la volontà dei famigliari di mantenerne il possesso. Infatti la conse-gna di documenti solamente in copia dattiloscritta o in fotocopia consen-tiva la mappatura e la pubblicazione del documento, ma non la definitiva acquisizione dell’originale che rimaneva alla famiglia. Pertanto, nel cor-so degli anni, uno stesso documento è stato acquisito prima in fotocopia, poi in copia digitale e successivamente in originale, rendendo in tal modo complesso il lavoro di identificazione dei diversi nuclei che tuttora com-pongono il fondo. Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta l’archivio fu incrementato con una consistente mole di documenti, proveniente princi-palmente dalla famiglia d’origine. Recupero, ordinamento e pubblicazio-ne delle carte procedevano di pari passo, come fasi diverse di un unico programma. A tal proposito, in una lettera del 6 aprile 1963 indirizzata a Piero Sraffa, Elsa Fubini specificò che stava «mettendo ordine nell’ar-chivio Gramsci, cercando di completare per quanto è possibile la docu-mentazione dell’Istituto» e chiedendo all’economista «copia possibilmen-te fotografica» delle lettere in suo possesso 36 (che furono poi consegnate nel 1974). La lettera si rivela importante perché fornisce le direttrici me-todologiche seguite da Fubini: l’ordinamento delle carte e l’acquisizione di nuova documentazione procedevano parallelamente. Sembra anzi che il tentativo di dare un ordinamento ben definito al fondo si legasse non all’esigenza di conservare il posseduto, quanto piuttosto alla necessità di colmare lacune e vuoti presenti nella documentazione e di conseguenza nelle previste pubblicazioni. Non si conosce nemmeno il modo in cui le carte furono ordinate, ma è ipotizzabile che seguissero l’ordinamento cro-nologico dato agli autografi di Gramsci.

Agli inizi degli anni Novanta, nell’ambito di una ripresa degli studi gramsciani, iniziò una progressiva valorizzazione delle carte ricevute da Gramsci durante gli anni della detenzione.37 Inoltre, la dissoluzione del-

36 FIG, Gramsci dopo la morte, carte in ordinamento, in Togliatti editore di Gramsci … cit., p. 181.

37 In particolare, con il volume di aldo natoli, Antigone e il prigioniero. Tania Schucht lotta per la vita di Gramsci (Roma, Editori riuniti, 1990) veniva per la prima volta pubblicata una selezione di lettere di Tania a Gramsci. Furono poi pubblicate le lettere di Tania con la fa-miglia a Mosca dal 1926 al 1934 (tatiana SChuCht, Lettere ai familiari, a cura di Mimma Pau-

185L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

l’Unione sovietica e la conseguente politica di apertura degli archivi ex-sovietici permisero il recupero della documentazione di Gramsci presso il Rossijskij Gosudarstvennyj Archiv Social’no-Politiceskoj Istorii (RGASPI, Archivio statale russo per la storia socio-politica). L’individuazione di let-tere di e a Gramsci, ma anche di altre carte a lui inerenti, svolta dagli ar-chivisti russi, su richiesta della Fondazione Istituto Gramsci, ha portato all’acquisizione di numerosi documenti provenienti dai diversi fondi del Comintern, corredati da un inventario, intitolato appunto Regesto Gram-sci, con una descrizione sommaria dei singoli documenti e il relativo fon-do di conservazione.

Nello stesso periodo, la Fondazione Gramsci era impegnata nella pub-blicazione della Guida agli archivi della Fondazione Istituto Gramsci, a cui si deve la prima analisi in termini archivistici delle carte possedute dalla Fondazione.38 La scheda del fondo Gramsci, curata da Patrizia Gabriel-li, fornì il primo lavoro di descrizione analitica dell’archivio (unitamente alle carte di Tatiana Schucht giunte a partire dal 1991), così come ordina-to da Elsa Fubini, prima curatrice del fondo. Si sottolineava infatti come il fondo, strutturato in 5 serie, fosse «parzialmente ordinato, suddiviso in fascicoli raccolti a loro volta in scatole» e come sull’ordinamento avesse-ro «influito, almeno in parte, le scelte di pubblicazione».39 L’ordine dato alle carte rispecchiava dunque quel complesso intreccio fra recupero ed edizione della documentazione sin qui descritto. Suddivise cronologica-mente e per corrispondenti, le carte erano consultabili tramite un elen-co della documentazione e uno schedario dettagliato. Alla fine degli anni Novanta la Fondazione Istituto Gramsci si impegnò in un primo proget-to di riorganizzazione delle carte del fondo Gramsci, affidato a Donatella Di Benedetto, con lo scopo di valorizzare il patrimonio archivistico del-la Fondazione, ma anche di rispondere alle «suggestioni provenienti dal-la comunità archivistica internazionale».40 Le carte furono parzialmente ordinate in 4 serie (Miscellanea; Epistolario; Quaderni; Gramsci dopo la

lesu Quercioli, Roma, Editori riuniti, 1991) e le lettere di Piero Sraffa a Tania (PiEro Sraffa, Lettere a Tania per Gramsci, a cura di Valentino Gerratana, Roma, Editori riuniti, 1991).

38 Guida agli archivi della Fondazione Istituto Gramsci di Roma, a cura di Linda Giu-va, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivisti-ci, 1994.

39 Antonio Gramsci, scheda a cura di Patrizia Gabrielli, ivi, pp. 94-101.40 donatElla di bEnEdEtto, Il fondo Gramsci: un caso di democrazia telematica, in Gram-

sci e il Novecento, a cura di Giuseppe Vacca, Roma, Carocci, 1999, pp. 333-338 (p. 333). Il ri-ferimento è alla elaborazione dello standard di descrizione archivistica ISAD(G), per il quale si rimanda a La traduzione italiana delle ISAD(G), a cura di Stefano Vitali, «Rassegna degli ar-chivi di Stato», LV (1995), 2/3, pp. 392-413.

ELEONORA LATTANZI186

morte) e inventariate tramite il software Highway; solo la serie Epistola-rio fu descritta e schedata per singoli documenti, con una compilazione analitica per gli autografi gramsciani, cui fu associata la trascrizione dat-tiloscritta dei testi consultabili anche via web. Non furono invece riordi-nate le carte di Tatiana Schucht e quelle di Piero Sraffa, che si presen-tavano unite in un unico fondo, accorpate in unità archivistiche annuali.

Criteri di riordinamento e inventariazione

Nel 2008 si sono avviati i lavori di riordinamento e di inventariazione informatizzata di tutta la documentazione dell’Archivio Antonio Gram-sci e di catalogazione della biblioteca carceraria: l’archivio e il fondo bi-bliotecario costituiscono il Fondo Antonio Gramsci istituito dalla Fonda-zione Istituto Gramsci. La necessità di riordinare le carte è originata da due diversi motivi tra loro strettamente legati e conseguenti: da un lato, quantificare l’effettiva consistenza della documentazione di e a Gramsci posseduta in originale, dall’altra tenere conto delle numerose copie pre-senti nel fondo, raccolte sin dagli anni Sessanta, e necessarie a fornire agli studiosi uno strumento di consultazione di tutta la documentazione in-dividuata nel corso degli anni. Inoltre, i nuovi versamenti di materiali da parte dei familiari di Gramsci, effettuati fra il 1999 e il 2008, hanno inte-grato in maniera consistente la documentazione pregressa e reso necessa-rio un nuovo intervento sull’ordinamento per permetterne l’inserimento. In particolare, si è dovuto tener conto soprattutto della differente funzio-ne dei documenti: gli originali costituiscono il ‘vero’ fondo archivistico di Gramsci posseduto dalla Fondazione sul quale è necessario intervenire sia da un punto di vista di ordinamento che di salvaguardia della docu-mentazione; le copie, ugualmente conservate dalla Fondazione, intenzio-nata a mappare e acquisire tutto il materiale di e a Gramsci, provengono da documenti conservati in altri fondi archivistici o ancora in possesso dei familiari. L’acquisizione di documenti in copia è inoltre propedeutica alla pubblicazione degli scritti, soprattutto in seguito all’avvio dei lavori dell’Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci, istituita dal Mini-stero per i beni culturali e ambientali con decreto ministeriale del 20 di-cembre 1996, il cui scopo è quello di pubblicare per la prima volta tutta la documentazione prodotta da Antonio Gramsci e a lui indirizzata, cor-redata da un apparato filologico e da note di commento.41

41 L’edizione degli scritti di Gramsci è stata posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica nel 1990 e prevede una ripartizione in tre sezioni: Scritti 1910-1926; Quader-

187L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

Il lavoro ha dunque avuto avvio con una prima fase di analisi atten-ta di tutta la documentazione al fine di ricostruire la storia delle carte e soprattutto di ricostruire le diverse fasi di accumulo della documentazio-ne. Il fondo si presentava parzialmente ordinato e suddiviso in fascicoli, annuali nella serie Epistolario, tematici o cronologici nelle altre. Oltre a documenti in copia e documenti in originale, all’interno dei fascicoli era presente anche la documentazione di Tania o Sraffa inerente ad aspetti della vita carceraria di Gramsci.

Si è pertanto deciso di separare innanzitutto le carte possedute in co-pia da quelle in originale. Alla base di questa scelta vi è stata anche la con-statazione che la maggior parte delle carte sono già possedute in originale dalla Fondazione. Si è proceduto scorporando i documenti non prodotti né conservati da Antonio Gramsci, ma inseriti surrettiziamente nel fon-do: è questo il caso delle trascrizioni delle lettere carcerarie di Gramsci fatte da Tatiana Schucht o dei documenti relativi alle pubblicazioni degli scritti di Gramsci e al recupero delle carte. Il materiale rimasto è stato poi integrato con la nuova documentazione versata in originale. All’ordi-namento dei documenti è seguita la loro inventariazione. A tal proposito si è proceduto con la creazione di due diversi inventari: uno della docu-mentazione conservata in originale e che descrive l’archivio così come si è sedimentato, l’altro creato con lo scopo di ordinare virtualmente i do-cumenti e concepito come un database work in progress utile ai fini del-le edizioni delle carte. Si è proceduto poi alla schedatura informatizzata della documentazione con il software Gea. Nella schedatura del fondo sono state utilizzate la scheda unità archivistica e le schede corrisponden-za, manoscritto e documento.

L’Archivio Antonio Gramsci è stato riordinato in 4 serie:

1. Carte personali (1905-1937)2. Epistolario (1912-1937)3. Quaderni del carcere (1929-1935)4. Documenti su Antonio Gramsci (1928-1937)

Nella prima serie Carte personali (1905-1937) sono compresi docu-menti di diversa tipologia e relativi a un arco cronologico abbastanza ampio che va dagli anni del ginnasio a Santu Lussurgiu al trasferimento a Mosca, fino all’arresto e agli anni del carcere. La serie è stata suddivi-

ni del carcere 1929-1935; Epistolario 1906-1937. L’opera è edita dall’Istituto della Enciclopedia italiana e attualmente sono stati pubblicati due volumi dell’Epistolario (1906-1922 e gennaio-novembre 1923) e il volume dei Quaderni di traduzioni.

ELEONORA LATTANZI188

sa in due sottoserie, una relativa agli anni 1905-1926, l’altra dal 1926 al 1937, con una sottoserie per la documentazione senza data. In questa se-rie sono contenuti i temi scolastici, disegni, appunti, nonché la dispensa universitaria Appunti di glottologia relativa al corso tenuto dal prof. Mat-teo Bartoli nell’anno accademico 1912/13, nonché le prime due dispen-se preparatorie per la scuola di partito e i materiali per la terza; è inoltre presente il manoscritto sulla questione meridionale ultimato da Gramsci nei giorni precedenti l’arresto.42 Fra le carte del periodo carcerario sono conservate le copie della sentenza del Tribunale speciale e le minute di alcune delle istanze rivolte alla direzione del carcere. Corposa è la docu-mentazione relativa alle vicende giudiziarie e alle cure mediche: referti di analisi e visite, ricevute di pagamento, convenzioni con le cliniche; per il periodo di Formia sono conservate le dichiarazioni autografe di Gramsci per il prelevamento del proprio denaro tenuto sotto custodia dai carabi-nieri. Da questa serie sono state estrapolate le carte relative a Gramsci, ma prodotte da Tatiana Schucht e da Piero Sraffa, in particolare le di-verse minute delle istanze presentate alla direzione generale delle carceri e a Benito Mussolini per la visita specialistica del prof. Uberto Arcange-li, per il trasferimento in clinica e per la richiesta di libertà condizionale. I documenti sono stati schedati a livello di fascicolo e, nel caso di auto-grafi di Gramsci, per singolo documento.

La seconda serie Epistolario (1912-1937) è stata suddivisa in 22 par-tizioni annuali e si compone di 1493 documenti. Qui è confluita tutta la corrispondenza sia inviata che ricevuta da Gramsci e posseduta in ori-ginale: cartoline illustrate e postali, telegrammi, lettere, biglietti e buste, più alcune lettere per le quali non è stato possibile risalire a una datazio-ne certa. Il lavoro principale, oltre al riordino della documentazione, ha riguardato l’individuazione degli estremi cronologici delle lettere prive di riferimenti e l’attribuzione di lettere il cui mittente non era stato in prece-denza identificato. Le lettere autografe di Gramsci fino al 1934 sono gene-ralmente datate, non così quelle in arrivo, in particolare le lettere di Giu-lia Schucht. Si è cercato, nel tentativo di ricostruire analiticamente i flussi documentali, di desumere la data di redazione dagli eventuali riferimenti presenti nel testo; in altri casi è stato invece possibile ricavare la data di

42 L’autografo reca il titolo Note sul problema meridionale e sull’atteggiamento nei suoi confronti dei comunisti, dei socialisti e dei democratici. Fu pubblicato nel gennaio 1930 sulla rivista «Lo Stato operaio» con il titolo redazionale Alcuni temi della quistione meridionale col quale è comunemente noto. Se ne veda l’edizione curata da Francesco Giasi, in luiGi Stur-zo - antonio GramSCi, Il Mezzogiorno e l’Italia, a cura di Giampaolo D’Andrea, Francesco Gia-si, Roma, Studium, 2012.

189L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

arrivo grazie alla presenza di elementi formali quali i timbri carcerari e la sigla dei diversi direttori in carica al penitenziario di Turi. Particolarmen-te complesse si sono rivelate le lettere di Gramsci dei periodi di Formia e di Roma, indirizzate ai figli e prive di datazione. In questo caso la data è stata desunta, ove possibile, dai riferimenti presenti nelle lettere di rispo-sta. Validi riferimenti sono state le annotazioni autografe di Palmiro To-gliatti, presenti all’inizio di molte lettere, con le quali vengono specificati gli estremi dei timbri postali, ovvero data e luogo di spedizione. Ciò ha fatto supporre che Gramsci conservasse, per le lettere ricevute, anche le relative buste e che, al momento dell’arrivo a Mosca, queste fossero an-cora conservate. Attualmente sono poche le buste presenti nel fondo; non sappiamo se la loro eliminazione sia avvenuta a Mosca o al rientro delle carte in Italia. Comunque, sulla base di tali annotazioni è stato possibile desumere almeno un riferimento cronologico laddove la data non è indi-cata specificatamente nella lettera. Oltre al lavoro di datazione, si è cer-cato anche di identificare i firmatari delle lettere o delle cartoline ricevute da Gramsci dal 1927 al 1928. Si tratta per lo più di compagni di partito, le cui firme sono spesso illeggibili o composte da uno dei tanti pseudo-nimi utilizzati in quel periodo. Un’analisi di questa documentazione ha permesso di attribuire la paternità di alcune missive. Inoltre, è stato pos-sibile attribuire ad Alfonso Leonetti una lettera del 17 maggio 1927 pre-cedentemente attribuita a Mario Gramsci.43 Il lavoro sulla corrispondenza in entrata, per la prima volta ordinata e schedata analiticamente, si è ri-velato particolarmente fecondo perché ha permesso l’esatta ricostruzione della corrispondenza carceraria di Gramsci. La schedatura dell’intera se-rie Epistolario ha comportato innanzitutto la revisione, la correzione e la rinumerazione della documentazione già precedentemente schedata con il software Highway. Tutti i documenti sono stati schedati singolarmente con la scheda corrispondenza prevista dal software Gea. In ciascuna scheda è stato dettagliatamente compilato il campo delle note con l’indicazione della provenienza del documento, della data e dell’autore del versamen-to. Questo ha permesso di individuare il contesto esatto dell’entrata di un documento o di un nucleo di documenti nel fondo e di individuare facil-

43 Nuove lettere di Antonio Gramsci con altre lettere di Piero Sraffa, a cura di Antonio A. Santucci, Roma, Editori riuniti, 1986, p. 82. La lettera fu in precedenza attribuita a Mario Gramsci e così pubblicata. Una lettura attenta della lettera ha però evidenziato una serie di incongruenze con la presunta paternità. Infatti l’intestazione non presentava il familiare Nino, ma Antonio; inoltre il contenuto risultava troppo impersonale per la lettera di un familiare, mentre richiamava le missive dei compagni di partito. Un confronto calligrafico ha permesso la nuova attribuzione.

ELEONORA LATTANZI190

mente assenze e lacune nelle informazioni relative ai versamenti. Inoltre, per ciascuna lettera è stata indicata anche la prima pubblicazione, l’even-tuale prima edizione in volume e, in ogni caso, la riedizione in uno dei volumi delle Opere. Inoltre sono stati estesamente esplicitati gli elementi che hanno condotto a una nuova datazione del documento (laddove in-certa) o a una certa attribuzione; nel caso di trascrizioni nelle lettere di Tania di lettere dei familiari o di Sraffa, si è anche inserito il rimando alla lettera originale. Tutte le persone, gli enti, i luoghi e i periodici segnalati nella scheda descrittiva sono stati indicizzati.

Nella terza serie Quaderni del carcere (1929-1935) sono conservati i ma-noscritti dei 33 quaderni redatti da Gramsci a partire dalla detenzione nel carcere di Turi.44 I documenti sono stati schedati singolarmente basandosi sul lavoro di Gianni Francioni per l’edizione anastatica dei manoscritti.45

Nella quarta serie Documenti su Antonio Gramsci (1928-1937) sono stati ordinati documenti coevi relativi alla detenzione di Gramsci e alle pratiche per la sepoltura e la cremazione. Si tratta principalmente di cor-rispondenza della direzione del carcere di Turi con richiesta di informa-zioni sul rapporto di parentela fra Gramsci e Tatiana Schucht e ricevu-te dei versamenti per le pratiche di cremazione e sepoltura. I documenti sono stati schedati a livello di fascicolo.

Completato il lavoro sulle carte originali si è proceduto alla creazione dell’inventario ‘virtuale’ in cui questi stessi documenti sono stati integra-ti con la documentazione posseduta in copia. La creazione di questo in-ventario è stata facilitata dalla riproduzione digitale di tutti i documenti con lo scopo non solo di garantire la salvaguardia degli originali ma an-che di consentire una corretta fruizione da parte degli utenti. È stata in-fatti realizzata la riproduzione digitale di tutti gli autografi di Gramsci, ma anche di tutte le carte già presenti nell’archivio e di quelle acquisite recentemente in originale (come già detto, infatti, parte della documen-tazione è stata acquisita dalla Fondazione Gramsci solo in copie digitali). L’acquisizione digitale delle immagini è stata realizzata in due formati: in

44 Si è recentemente aperto un intenso dibattito sull’esatta consistenza dei manoscritti. In particolare Franco Lo Piparo, a partire dal volume I due carceri di Gramsci. La prigione fasci-sta e il labirinto comunista (Roma, Donzelli, 2012), ha sostenuto la mancanza di un quaderno, ipotizzandone l’occultamento da parte del PCI. Tesi ulteriormente ribadita nel volume dello stesso autore L’enigma del quaderno … cit. Contrario a questa tesi è Gianni Francioni, curato-re della nuova edizione dei Quaderni: cfr. Gramsci rubato. Una leggenda, in «L’Unità», 2 feb-braio 2012.

45 antonio GramSCi, Quaderni del carcere: edizione anastatica dei manoscritti, a cura di Gianni Francioni, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana – Cagliari, «L’Unione sarda», 2009.

191L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

formato TIFF che consente la riproduzione fedele del documento ad alta risoluzione e in formato JPEG che è stato successivamente collegato alla scheda archivistica riguardante il documento. Per quanto riguarda l’ordi-namento, è stata mantenuta la divisione nelle 4 serie già precedentemen-te elencate. Sono stati aggiunti documenti in copia nelle serie Carte perso-nali e Epistolario. Il lavoro più articolato – anche in considerazione delle sinergie con il parallelo lavoro di edizione dei volumi dell’Epistolario per l’Edizione nazionale 46 – è stato effettuato sulla serie Epistolario nella qua-le sono confluiti tutti i documenti conservati sia in copia digitale che in fotocopia provenienti dai fondi del RGASPI e dai versamenti di docu-mentazione della famiglia. Attualmente la serie ‘virtuale’ si compone di 1786 documenti su vari supporti. Particolarmente complesso è stato il la-voro effettuato sulla corrispondenza politica, relativa agli anni 1920-1926 e prodotta da Gramsci durante la sua attività di rappresentante del PCdI presso il Comintern, ma anche nel breve periodo in cui fu effettivamente segretario del partito. Nella fase di individuazione della documentazione da inserire, riversata successivamente in formato digitale, ci si è accorti che i documenti riprodotti erano più numerosi rispetto a quelli descritti nell’inventario. Ciò ha comportato una disamina attenta della documen-tazione. Le carte sono state schedate per singolo documento, adeguando la schedatura a quella già effettuata sulle carte originali. Indicazioni ag-giuntive sono state inserite nel campo forma della scheda corrispondenza, in cui è stato indicato il tipo di supporto del documento (originale, foto-copia, copia digitale), e nel campo note archivistiche in cui è stata indi-cata la segnatura presso l’archivio di provenienza e anche in questo caso l’eventuale pubblicazione in volumi o periodici.

Sono state poi esplicitati tutti quegli elementi che hanno consentito una nuova datazione delle lettere o una nuova attribuzione, ma anche tutto ciò che permetteva di effettuare rimandi con la documentazione presente negli altri fondi. Presso la Fondazione Istituto Gramsci i documenti sono con-sultabili tramite l’immagine del documento in formato digitale, associata ad ogni scheda, mentre l’inventario è consultabile anche da remoto.47

46 antonio GramSCi, Epistolario, I (1906-1922), a cura di Gadi Luzzatto Voghera, David Bidussa, Francesco Giasi, Maria Luisa Righi, con la collaborazione di Leonardo P. D’Alessan-dro, Benedetta Garzarelli, Eleonora Lattanzi, Francesco Ursini, Roma, Istituto della Enciclope-dia italiana, 2009; id., Epistolario, II (gennaio-novembre 1923), a cura di David Bidussa, Fran-cesco Giasi, Maria Luisa Righi, con la collaborazione di Leonardo P. D’Alessandro, Eleonora Lattanzi, Francesco Ursini, ivi, 2011.

47 L’inventario è consultabile al sito <http://www.archividelnovecento.it> (URL attivo il 10 giugno 2013).

ELEONORA LATTANZI192

A conclusione dei lavori di inventariazione ‘virtuale’ è stato avviato l’ordinamento della documentazione prodotta e conservata da altri sogget-ti, ma inerente la biografia del dirigente comunista. Infatti già dal 1974, con il versamento delle carte di Sraffa – ovvero dei documenti da lui sele-zionati in quanto attinenti alla detenzione di Gramsci e scorporati dal fon-do dell’economista conservato presso il Trinity College di Cambridge 48 – aveva avuto avvio il recupero della documentazione necessaria a colmare le lacune e le limitazioni presenti nelle comunicazioni del detenuto con l’esterno, imposte dal regime carcerario. Con i versamenti, a partire dal 1991, di Giuliano Gramsci e di Antonio Gramsci jr. si è poi venuti in pos-sesso della corrispondenza in originale fra Tatiana Schucht e la famiglia a Mosca dal 1925 al 1934, mentre quella dal 1934 al 1938 è stata donata in copia. Tale documentazione ha permesso di chiarire molti dei punti oscuri della biografia carceraria di Gramsci; le lettere di Tania alla famiglia, in-fatti, prive della censura carceraria, forniscono notizie e spiegazioni sulle condizioni psico-fisiche di Gramsci e sui suoi rapporti con la famiglia e con il partito. I nuovi versamenti hanno inoltre permesso di delineare con maggiore chiarezza il quadro delle relazioni personali fra i vari membri della famiglia Schucht e dei loro rapporti con Gramsci. L’arrivo di que-sta consistente mole di documenti ha permesso di ripensare innanzitut-to le modalità in cui le carte erano state ordinate; era necessario infatti stabilire un criterio metodologico che restituisse ‘autonomia’ alle carte di ciascun soggetto. Analizzando le carte e basandoci sugli elenchi del loro versamento è risultato evidente che l’applicazione del principio di pro-venienza permetteva non solo di ricostruire l’esatta consistenza dei flussi documentali, ma anche di ricreare i nuclei in cui la documentazione si era originariamente sedimentata. Ad esempio, nel fondo Sraffa sono confluite le carte effettivamente in suo possesso e donate nel 1974. Poiché si tratta principalmente di corrispondenza, è stato deciso di attribuire a ciascun soggetto solo la corrispondenza ricevuta e le minute delle corrisponden-za inviata. Si è proceduto quindi a separare la documentazione pregres-sa, distinguendo le carte ricevute da Tania – composte dalle lettere scritte da Sraffa, da Carlo Gramsci, e dalla famiglia Schucht a Mosca –, le car-te ricevute da Sraffa – composte dalle lettere scritte da Tatiana, da Carlo Gramsci e altri corrispondenti – e le carte di Tatiana ricevute a Mosca e a Ghilarza. Escludendo la possibilità di identificare i suddetti fondi come ‘aggregati’ alle carte di Antonio Gramsci per il significato storico auto-

48 L’inventario è consultabile al sito <http://janus.lib.cam.ac.uk/db/node.xsp?id=ead%2 Fgbr%2F0016%2Fsraffa> (URL consultato il 10 giugno 2013).

193L’ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

nomo che posseggono le suddette carte, sono stati creati 5 diversi fondi, rispettivamente intestati a: Piero Sraffa, Giulia Schucht, Tatiana Schucht e alle famiglie Gramsci e Schucht. Mentre i primi tre fondi si riferiscono a soggetti singoli, nei nuclei documentari della famiglia Gramsci e della famiglia Schucht è confluita precipuamente la corrispondenza inviata da Tatiana ai diversi membri delle due famiglie. Stabilito quindi il criterio di ordinamento della documentazione, ci si è interrogati su come integrare i documenti presenti su supporti diversi. Anche per questi cinque fondi, quindi, è stato deciso di dividere la documentazione originale da quella in copia digitale, costruendo per ciascun fondo due diversi inventari, uno relativo alla documentazione originale e caratterizzato da una numerazio-ne progressiva, l’altro ‘virtuale’ in cui sono stati integrati copie e origina-li. Tale divisione ha consentito di creare una struttura dinamica di fondi che, si ipotizza, ancor più che per le carte di Gramsci, saranno ulterior-mente incrementati negli anni a venire con ulteriori versamenti.

Questa maniera di procedere nei lavori di riordinamento ha consenti-to di salvaguardare la peculiarità dei singoli fondi e, contemporaneamen-te, di fare in modo che essi interagissero orizzontalmente e su più livelli, così da ricostruire il flusso della corrispondenza e quindi le modalità di scambio delle informazioni.

Tuttavia, riuscire a rendere la complessità di questo ‘totem di carte’ in tutte le sue stratificazioni, restituendone le modalità con cui l’archi-vio si è formato ed è andato poi accumulandosi, non è stato certamen-te agevole. La maggiore difficoltà è derivata dal ‘mettere mano’ a docu-menti già in precedenza organizzati, anche per esigenze editoriali, e fusi in un’unica struttura sebbene provenienti da nuclei diversi. Ciò ha infatti reso particolarmente complessa l’individuazione delle diverse fasi di for-mazione dell’archivio imponendo un continuo ripensamento dei criteri di ordinamento e inventariazione persino durante la fase di lavorazione. Nondimeno, attraverso la ricostruzione dei movimenti e della provenien-za esatta delle carte si è arrivati a restituire autonomia documentaria a ogni singolo soggetto, facendo in tal modo emergere anche le implicazio-ni e le straordinarie connessioni presenti in un fondo ricco di stimoli e suggestioni per la ricostruzione di un capitolo ancora centrale della sto-ria del Novecento.

ELEONORA LATTANZI194

Nel saggio si presentano i risultati dei lavori di riordinamento e schedatu-ra dell’Archivio Antonio Gramsci, depositato presso l’omonima Fondazione di Roma. Vengono ripercorse innanzitutto le diverse fasi che hanno portato alla co-stituzione di questo nucleo documentario, a metà fra un archivio personale e una collezione di autografi. Al lascito del dirigente comunista, composto dalle carte prodotte e ricevute durante gli oltre undici anni di detenzione, fu infatti sin da subito accorpata la corrispondenza autografa. Inviata e conservata a Mosca in se-guito alla morte di Gramsci e rientrata in Italia nel 1945 unitamente ai materiali antecedenti il periodo carcerario, la documentazione fu ulteriormente accresciu-ta con le carte in possesso di compagni di partito e familiari, benché manipolata nell’ordinamento in rapporto ai lavori di edizione degli scritti gramsciani. I cri-teri di riordinamento sono stati connotati dalla necessità di restituire le specifi-cità di un fondo caratterizzato dallo stretto intreccio fra recupero, conservazio-ne ed edizione della documentazione che lo compone.

This paper illustrates the rearrangement and cataloguing of the Gramsci Ar-chives as preserved in the Gramsci Foundation in Rome. The author describes the formation of these archives, a mix between a personal archive and a collec-tion of autographs. The communist leader’s direct legacy, consisting of the pa-pers produced and received during his detention period, was implemented with autographs and correspondence. After Gramsci’s death, the whole complex was sent for preservation in Moscow and was brought back to Italy in 1945, when other documents belonging to the Italian Communist Party and to the family were added to the original core. The arrangement criteria used were based on the need to show the specificity of the archives, respecting the deep connection between the process of recovery and preservation and the subsequent editions of Gramsci’s works.