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Tendenze Trend, feedback, brunch. Uso quotidiano, scarsa conoscenza p ALLE PAGINE 36-37 «I Servizi segreti non fermarono le Brigate rosse» Manutenzione del linguaggio L’inglese parlato dagli italiani Carol Tarantelli a 25 anni dalla barbara uccisione del marito, Ezio. «È come se fosse ancora quel giorno...» p ALLE PAGINE 40-41 Io le invettive non le lancio contro nessuno, non mi piace scagliare anatemi, gli anatemi sono espressione di fanatismo e c’è troppo fanatismo nel mondo. Enrico Berlinguer p ALLE PAGINE 4-15 L’ORA LEGALE ASPETTANDO Chiamaci al 800 07 07 62 o vai sul sito www.linear.it L’invasione mediatica Berlusconi occupa le televisioni Ha paura di perdere. Il segretario Pd: è come Kim Il Sung Voto avvelenato Il Procuratore di Lamezia: elezioni sotto minaccia. Veltroni a Fondi: fermiamo la mafia WWW. MELAMPOEDITORE. IT Nando dalla Chiesa IN LIBRERIA Poliziotta per amore OGGI CON NO I... Moni Ovadia, Lidia Ravera, Angiolo Marroni, Franco Cardini, Chico Buarque Classe operaia Bersani all’alba davanti ai cancelli della Fiat: «Il vento sta cambiando» Bonino: ecco cosa farò nel Lazio 1,20Marzo 2010 Sabato 27 www.unita.it Anno 87 n. 85

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Tendenze Trend, feedback,brunch. Uso quotidiano, scarsaconoscenzap ALLE PAGINE 36-37

«I Servizi segretinon fermaronole Brigate rosse»

Manutenzionedel linguaggioL’inglese parlatodagli italiani

Carol Tarantelli a 25 anni dalla barbarauccisione delmarito, Ezio. «È come se fosseancora quel giorno...»p ALLE PAGINE 40-41

Io le invettive non le lancio contro nessuno, nonmi piace scagliare anatemi, gli anatemi

sono espressione di fanatismo e c’è troppo fanatismo nelmondo. Enrico Berlinguer

p ALLE PAGINE 4-15

L’ORA LEGALE

ASPETTANDO

Chiamaci al

800 07 07 62o vai sul sito

www.linear.it

L’invasione mediaticaBerlusconioccupa le televisioniHapauradiperdere. Il segretarioPd:ècomeKimIl Sung

Voto avvelenatoIl ProcuratorediLamezia: elezionisottominaccia.VeltroniaFondi:fermiamolamafia

WWW.MELAMPOEDITORE.IT

Nando dalla Chiesa

IN LIBRERIA

Poliziotta per amore

OGGICONNOI... Moni Ovadia, Lidia Ravera, Angiolo Marroni, Franco Cardini, Chico Buarque

Classe operaiaBersaniall’albadavanti ai cancellidellaFiat: «Il ventostacambiando»Bonino:eccocosa farònelLazio

“1,20€ Marzo 2010

Sabato 27 www.unita.itAnno 87 n. 85

PAG. 34 ECONOMIA

Polizze dormienti, ancora tanti beffati

PAG. 46-47 SPORT

Oggi Roma-Inter, la partitissima

Caso Claps, a Potenza reticenze e bugie

Il buonesempio

Scatta l’ora legale, speriamo che sia vero.

Giochiamocon le parole, fa bene alla testa,

occupiamoci della loromanutenzione,

oliamole come si fa con le biciclette e sentia-

mole suonare distinguendole una per una

come i vecchi sapevano fare col canto degli

uccelli quando ancora l’unico suono che

tutti ci ipnotizza non era quello della tv.

L’ora legale scatta stanotte, bisogna rimette-

re a posto l’orologio e il destino che ci aspet-

ta: dipende da noi, da noi che andiamo a

votare. Ostinatamente, con rabbia e con

pazienza, con la certezza che sono le picco-

le azioni quotidiane quelle che cambiano il

mondo, le azioni e le parole insieme, il loro

senso. Legalità, onestà, democrazia, libertà.

Le sentite suonare? Riuscite a ricordarne il

senso? C’è bisogno di questo. Di restituire

un senso a quel che abbiamoereditato

dalla fatica dei padri per consegnarlo intatto

ai figli: quando ci diranno, framolti anni,

«dov’eravatementre accadeva tutto que-

sto» noi dovremopoter dire eravamo lì, è

stato difficile e faticosissimo, sembrava una

fatica inutile a volte, ci dicevano che stava-

moperdendomanon ci siamo lasciati in-

cantare, non li abbiamo ascoltati ed è stato

così, come in certe favole, è stato non ascol-

tando e andando diritti lungo quella strada

lastricata di nomi che hanno fatto la storia

che abbiamo, invece, alla fine, vinto quel

maleficio che stava per portarci in rovina.

Sarà unbel racconto. Non importa quanto

tempoci vorrà. Si vince poco per volta,

certe volte. E comunque sempre si vince

quandonon ci si arrende.

Servono i simboli, anche. Certo. Serve un

dito che indichi lontano e la capacità di chi

guarda di non fissare il dito. Pazienza se c’è

unpo’ di nebbia, se non èproprio tutto

chiaro all’orizzonte. Importante è tenere il

passo e conoscere lameta. Uscire di qui.

Andarsene via da questo posto doveKim Il

Sung in versione catodica compare come

in un videogioco impazzito da tutti gli scher-

mi ogniminuto, guarda in favore di teleca-

mera e ti dice comedevi votare, basta una

croce,mi raccomando, fate i bravi e con le

candidate ricordatevi che ho lo jus primae

noctis. Ha paura, i suoi sondaggi questa

volta gli dicono che ha commessomolti

errori, persino chiudere gli odiati program-

mi di giornalismo in tv si è rivelato un boo-

merang. Così si trasformano i nemici in eroi,

possibile chenon abbia nessuno tra i suoi

vassalli che glielo spieghi? Sì, glielo spiega-

no.Ma non resiste. Non sopporta altre voci

che non siano la sua. Altri specchi che i suoi.

Fini se ne andrà. La Legapotrebbe facil-

mente superarlo. La sua stagione è finita.

Bisogna faremolta attenzione: è nella coda

il veleno, certe codedi dinosauro sono

lunghissime. Bisogna anche pensare presto

il dopo, che non èdetto che siamigliore di

questo: non basterà che Berlusconi tramon-

ti perché il paese abbia indietro quello che

in vent’anni ha perduto. Ce ne vorranno

altrettanti, ci vorràmolto lavoro da fare

insieme, con le teste con il cuore e con le

mani. Bisogna cominciare subito. Dai cancel-

li delle fabbriche al primo turno: quello è un

bel simbolo. Dal lavoro. Dalla scuola. Dalla

cultura. Dall’esempio. Da una cosa semplice

comedare il buon esempio: è rivoluziona-

rio.

CONCITADEGREGORIO

Chico Buarque dentro la storia brasiliana

PAG. 20-21 ITALIA

Filo rosso

PAG. 35 ECONOMIA

Oggi nel giornale

All’Unità l’Oscar delle copie del 2009

Verdi: «Ecco i posti nuclearisi ripartirà daMontalto»

Armi nucleari, Usa e Russiadecidono l’autoriduzione

Il New York Times incalza:il Papa sapeva del caso tedesco

[email protected]

Diario

http://concita.blog.unita.it

PAG. 38-39 CULTURE

PAG. 28-29 ITALIA

www.unita.it

PAG. 26-27 ITALIA

PAG. 30-31 ESTERI

2SABATO27MARZO2010

Lorsignori Il congiurato

La voce della LegaStaino

Ignobili invenzioni

Da lunedì contro Fini nuova offensiva a colpi di dossier

IlNYTimes,èunodeiquotidianipiù impor-tanti, e più attendibili delmondo. E sicura-mente prima di dare una notizia cosi gra-ve, si è documentato con assoluta serietà.NoidellaSantaLega,nonsiamobigotti,maci siamo rimasti male nel sentir dire che ilSanto Padre ha insabbiato tutta la faccen-da del reverendo Lawrence C. Murphy edel suo comportamento che, definire biz-zarro, èpoco: perché si tratta di uncasodipedofilia.FortunatamenteilCardinalBerto-neharispostoper lerime:«Si trattadiodio-se invenzioni per sputtanare il Santo Pa-dre».Ilgiornaleamericanodiceche ilPapate-

desco aveva ricevuto delle lettere che loavvisavano dei fatti. Ma vi rendete conto?Qui danoi si pagano le toghe rosseper in-fangareilDucediArco-reeorailorolercitenta-colisonoarrivati fino inAmerica. Attenti: sonosolo ignobili invenzionidei comunisti.

Rag. Fantozzi

Comunque vada nel Pdl sarà resa dei conti.Lo dicono i finiani più eretici come i berlu-scones più ortodossi. Il voto delle regiona-

li, che almeno negli ultimi tre giorni di campagnaha costretto tutti ad una tregua interna, è destina-to a diventare nel giro di quarantotto ore il fatto-re scatenante di nuovi e più cruenti scontri. Seinfatti ad urne quasi aperte Fini e Berlusconi sisono limitati a scambi di battute polemiche chein qualunque altra alleanza avrebbero fatto co-munque parlare di pre-crisi, nessuno osa immagi-nare quanto sarà duro il livello del conflitto unavolta finite le elezioni. E soprattutto i mezzi con iquali sarà combattuto. Si pensi solo alle campa-gne stampa che i media vicini al premier hannocondotto contro il presidente della Camera fino a

qualche settimana fa e che, da quello che diconofonti molto ben informate, sono state solo sospe-se per riprendere una volta che al capo del gover-no dovessero servire a mettere in mora il suo alle-ato più ostico, allargando «l’analisi» agli ambitipiù diversi, comprese vecchie storie già chiaritein modo definitivo, dal mondo del cinema a quel-lo della sanità. Sono i finiani per primi ad essereconsapevoli di questo clima, soprattutto sannoche per il loro leader è stato già ritagliato il ruolopolitico del capro espiatorio, e per questo duegiorni fa hanno preso ufficialmente posizione, at-traverso Fare Futuro e il Secolo, per difendere laterza carica dello stato dalle critiche preventivedella stampa berlusconiana. Quello che le donnee gli uomini dell’ex leader di An non possono dire

apertamente, ma che già hanno deciso da tempo,è che qualunque tipo di processo sommario allaloro componente non potrà che accelerare la lorouscita dal gruppo del Pdl per costituirsi in compo-nente autonoma e soprattutto sufficiente a deter-minare la caduta del governo alla prima occasio-ne utile. Difesa preventiva, certo. Ma anche il se-gnale che l’assenza di elezioni per i prossimi treanni potrebbe essere tutt’altro che una assicura-zione sulla vita del governo. Lo dimostra il nervo-sismo creato tra i berluscones dalla disponibilitàal confronto con i settori più responsabili del cen-tro destra dichiarata da Bersani. Così come il se-gretario Udc Cesa, in teoria alleato a sostegno del-la Polverini, che giudica il travaso di voti berlusco-niani alla Lega «l’inizio della fine del Pdl».❖

ORALEGALELancetteavantidi un’ora

Questa notte torna l’ora legale.

Alle 2.00 bisognerà spostare

in avanti di un’ora le lancette dell’orologio.

3SABATO

27MARZO2010

Foto di Ettore Ferrari/Ansa

Ha piantato in asso Merkel,Sarkozy e Consiglio europeo perrientrare prima del previsto a Ro-ma. Poi, sfidando l’Agicom e le suemulte, ha occupato via tv cucine esalotti italiani. Berlusconi in tuttele salse e in tutte le reti per la chiu-sura della campagna elettorale: Ita-lia1, Tg4, Tg1, Tg5, Tg2, Gr1 eSkyTg24 per circa un’ora. «Ci stia-mo avvicinando ad uno standard“Kim Il Sung” - ironizza Bersani - Inattesa che dalle autorità di vigilan-za arrivino sanzioni meno facil-mente onorabili da un miliardario,c'è da augurarsi che gli elettori co-mincino a mettere qualche rime-dio».

PARCONDICIO STRACCIATA

Par condicio? Il regolamento nonimpedisce le interviste e Silvio dila-ga sul servizio pubblico e su quelloprivato. E tentando di soddisfare idiversi palati dichiara tutto, il con-trario di tutto e a tutte le ore. DaStudio Aperto si mostra concilian-te con l’opposizione, auspicandoun nuovo «clima» e riforme «condi-vise». Mentre da Sky sbarra la stra-da al confronto, perché la sinistra«mi calunnia, mi offende e non mirispetta». Il «no» al faccia a facciatv con Bersani? Non è per timoreche Silvio lo rifiuta. «Io non ho pau-

ra di nulla e di nessuno - si vanta - Hotenuto a bada i più grandi leader delmondo come presidente del G8, im-maginate se c'è qualcuno che puòcrearmi imbarazzo». Il leader Pd, inogni caso, «è un professionista nel ca-povolgimento della realtà», garanti-sce il Cavaliere. Che tuona, poi, con-tro «la sinistra antidemocratica» dalTg4 di Fede e racconta la fiaba suiprodigi del governo «miracoloso»dai microfoni del Gr1.

INTERVISTA SPOT PERMINZOLINI

Lo spot-intervista, però, Berlusconilo riserva al Tg1 di Minzolini. «Il vo-to è un diritto e un dovere per tutti icittadini - spiega - L'astensionismoha sempre premiato la sinistra, nonce lo possiamo permettere. Agli ita-liani dico di andare a votare». Stessaminestra - non condita dalle doman-de Rai congegnate apposta per fareda intermezzo all’appello preconfe-zionato del Cavaliere - servita in pre-

cedenza attraverso Sky. «Da qualetelecamera posso essere inquadra-to?», chiede Berlusconi ad Emilio Ca-relli, che sta concludendo la trasmis-sione. e giù a dissertare sul «doveredel voto». Perché è l’astensionismodel suo popolo il vero incubo del Ca-valiere che, a fine giornata, chiudela campagna elettorale assieme a Re-nata Polverini. Prima dell’appunta-mento romano, però, e dal Tg2, Sil-vio esclude conseguenze sul gover-no nel dopo voto. «Siamo assoluta-mente consapevoli che ci attendono

L’appello«L’astensionismo premiala sinistra: cittadiniandate a votare»

ASINO

«Se la Lega ci sorpassa sono pronto a mangiareun asino vivo: e non sarà un asino leghista, ma unciuccio sardo» (Ignazio La Russa).

Berlusconi in onda

CANCRO

«Nei tre anni di governo che mancano alla finedella legislatura vogliamo anche vincere il can-cro» (Silvio Berlusconi)

SPECCHIO

«Al mattino Mercedes Bresso si guarda allo spec-chio e cosa vede? Vede la Bresso e si è già rovina-ta la giornata» (Silvio Berlusconi).

p Il fenomeno: in un’ora il premier ha occupato tutto, Italia1, Tg4, Tg1, Tg5, Tg2, Gr1 e SkyTg24...

pMaha già capitoNessuna conseguenza sul governo dal voto, anche in caso di sconfitta...

Primo Piano

ROMA

[email protected]

Berlusconi a reti unificateBersani: «SembraKim Il Sung»

www.unita.it

Il successore? Lo sceglierà il Pdlcon un congresso o con prima-rie. Berlusconi a tutto campo ein tutte le reti. Fiuta un risultatonon esaltante, ma annuncia chenon ci sarà alcuna conseguenzasul governo in ogni caso.

NINNI ANDRIOLO

FRASID’AMORE

4SABATO27MARZO2010

tre anni di duro lavoro», assicura epromette «una vera rivoluzione libe-rale». Ma che le urne non producanoconseguenze, qualora il dato Pdl do-vesse essere negativo, ci credono inpochi. Il Cavaliere, intanto ci mettela faccia, pronto a scaricare su altri -prima di tutto su Fini - la responsabi-lità di una delusione elettorale. Perevitarla deve recuperare sulle asten-sioni e sull’Udc di Casini, che in que-sta campagna elettorale ha avuto«un comportamento schizofrenico,andando a destra e a sinistra a secon-do delle poltrone e degli assessora-ti».

Silvio, in ogni caso, tiene bassal’asticella. «Ogni Regione in più vin-ta da noi costituirà un successo - assi-cura - La vera vittoria sarebbe la mag-gioranza dei cittadini amministratada noi». E vai contro la sinistra che«vuole reintrodurre l'Ici e mettere letasse», ostacola il governo nelle re-gioni rosse e «spalanca le frontiereagli extracomunitari».

LA LEGANONSORPASSA

La Lega, quindi. Nessuna paura del

sorpasso al Nord, assicura il Cavalie-re «È un'ipotesi che non esiste - ta-glia corto - Bossi è un alleato fedele enon ho alcuna preoccupazione sulfatto che possa irrobustirsi». I magi-strati, quindi, con «la giustizia mala-ta che fa venire il mal di stomaco» e igiudici di Milano che organizzano«plotoni di esecuzione» che sconsi-gliano al Cavaliere di recarsi in tribu-nale per difendersi - come vorrebbe- nei suoi processi. Chi sarà il succes-sore di Berlusconi alla guida delPdl? «Non sono io a indicare chi misuccederà. Sarà il partito, attraversoun grande congresso, a portare avan-ti dei nomi sui quali si farà una sceltacon primarie o in altro modo». Equanto a Santoro che fa processi inTv il premier - che non ha visto Raipe-runanotte dell’altro ieri - la stroncacon un «lugubre carro di tespi». ❖

Se ne deve essere reso contolo stesso Berlusconi chel’aver zittito i talk show diinformazione politica nonsi è rivelata poi una gran

mossa. «Non ho un parere. Non sa-prei dire se è un bene o un male» si èlimitato a dire in un giorno di grandicertezze su ogni altro argomento pre-sente e futuro.

Sembraproprio che il Cavaliere sisia reso conto della incredibile realtà,attraverso quei sondaggi che sono inbella mostra sulla sua scrivania mache, questa volta per fortuna sua,non possono essere resi noti. Ci saràda fare i conti, a cominciare da quellicon i suoi alleati che lanciano, ormaida troppo tempo per non essere veri,evidenti segnali di smarcamento.

Il paradosso con cui misurarsi è

quello che proprio l’assenza delle tra-smissioni di informazione politica po-trebbe influire sull’assenteismo che,è scontato non arriverà mai alle pro-porzioni francesi, ma sembra sarà lanota caratterizzante della prossimaconsultazione elettorale. Santoro,Floris e tutti gli altri, ognuno a suomodo, oggettivamente hanno sem-pre portato un contributo alla forma-zione di un’opinione. Pro o contro,non è questo il problema. E gli eletto-ri indecisi, quelli che solo all’ultimominuto fanno la scelta del se e per chivotare, questa volta non hanno avutoil consueto contributo, cancellato daun surreale regolamento.

Gli italiani stanno lanciando segna-li chiari di non gradire un voto politi-cizzato. In cui i problemi del Paese so-no stati messi in secondo piano dalpremier per uno sterile referendumsulla sua persona. E sul suo futuro.Quello su tutto il resto. I magistratisempre “rossi” e le riforme istituzio-nali fatte nei gazebo non sono statimessaggi coinvolgenti per gli elettorisul crinale dell’indecisione. Pesa su

tutto una crisi senza precedenti e ri-masta senza risposte convincentida parte di chi governa per chi lasubisce ogni giorno.

E’ azzardato fare una previsionesu quanto peseranno gli assenti. Mac’è il rischio autentico che diventi illoro se non il primo, il secondo parti-to del Paese. Messi insieme a quelliche al seggio ci andranno, magariper deporre nell’urna una schedabianca o nulla, c’è la possibilità diun primato che in una democrazianon è mai augurabile. Ma la sfidu-cia si potrebbe manifestare propriocosì. Contro chi l’ha ingenerata. E,di conseguenza, il maggiore partitodi governo alle prese con l’alleatoLega che sta assaporando il gusto diun sorpasso al Nord.

Se alla conta complessiva dei vo-ti il sorpasso potrebbe non esserci,in alcune realtà un risultato clamo-roso a favore del partito di Bossi po-trebbe avvantaggiare anche gli av-versari. Prendiamo il Veneto. Se lì,come pare, il Carroccio farà il pie-no, a chi, se non in gran parte al Pdl,saranno sottratti i voti che porteran-no il ministro Zaia a palazzo Balbi,dove ha governato per anni lo scal-zato Galan? E allora cosa potrebbesuccedere? Che il Pd diventi il se-condo partito. Aspettiamo.

Si inseguono quindi le previsionisu quante regioni andranno al cen-trosinistra e quanti al centrodestra.Sempre quei sondaggi di cui sopranon devono essere poi granché selo stesso Berlusconi si è lasciato an-dare ad un «è vittoria ogni regionein più strappata alla sinistra». Il Ca-valiere che gioca al ribasso. Una no-vità. ❖

MARCELLA CIARNELLI

TELEFONO

«È un brutto Paese quello in cui il presidente delConsiglio non può parlare al telefono» (MaurizioGasparri).

ROMA

Scaldanoimotori ibusdiVendo-

lachepermetterannoastudenti

universitari e lavoratori di rien-

trare in Puglia per votare. I «Ni-

chibus»partirannodaRoma,To-

rino, Pisa, Padova e altre città.

FIGLI

«Noi siamo quelli che mandano avanti chi lavora.E anche con mio figlio Renzo (candidato a Bre-scia, ndr) è stato lo stesso» (Umberto Bossi).

I NICHI BUS IN PARTENZA

ETILICO

«Il questore di Roma, evidentemente in preda astress o in crisi etilica, ha diffuso cifre false sullanostra manifestazione» (Maurizio Gasparri).

Lo scenario

P

Unboomerangil bavaglio alla RaiCresce l’astensioneAumenta il numero degli indecisi dopo l’alt ai talk showIl premier «non saprei se è stato un bene ounmale». E dopoi sondaggi (segreti): «Sarebbe già una vittoria con tre regioni»

Nell’invasione su sei telegior-nali, ieri Silvio Berlusconi ha lettosul «gobbo» le sue risposte alle com-piacenti domande di Susanna Pe-truni nell’intervista al Tg1 delle 20.Domande rese note prima dalla vi-cedirettore del tg, risposte scritte elette a distanza dal premier. Il setallestito a Palazzo Chigi dal «regi-

sta» Roberto Gasparotti con luci ac-conce su Silvio. La Petruni (che hastrappato il servizio a Giorgino) illu-minata dalle luci delle telecamere; idue mai inquadrati insieme.

Questa la «verità» del tg di Minzo-lini, che vuole far assumere come vi-cedirettore un giornalista esterno,denuncia l’Usigrai: un ritorno del

ciellino Roberto Fontolan, che sta-rebbe trattando per 300mila euro .

La serata Raiperunanotte è stataun boom: 125mila accessi sul sito,700mila sul web Tg3, 350mila suRepubblica.tv e tanti altri; oltre il13% gli ascolti sulle tv, Rai e Me-diaset hanno perso un 10%. Scon-tro acceso anche sull’intervento diLuttazzi. Il Dg Rai, Masi, ha scrittoa Garimberti: si discuta nel Cda il«caso urgente», Santoro. Il presi-dente ha frenato. Masi cerca un’ar-ma, ma la violazione dell’esclusivaRai non regge: era una manifesta-zione sindacale. NATALIA LOMBARDO

PARLANDO

DI...

Il presidenteNapolitano

Noncista ilPresidentedellaRepubblicaaformulareunauspiciosull’ultimogiornodi

campagnaelettorale. «Facciounauspicio per l’AeronauticaMilitare che compie 87anni e

nonper lacampagnaelettorale» -hadettoGiorgioNapolitano lasciandol’aeroportomilita-

re di Pratica diMare dove è stata festeggiata l’annuale festa dell’ArmaAeronautica.

Il Cavaliere legge sul «gobbo»E intanto Santoro fa il boom

5SABATO

27MARZO2010

«Anche stavolta Berlusconi ha

trasformatoleelezioniregiona-

li «inuna rissa, unoscontroaa favore

o contro di lui». Ma «non funziona

più», la «gente è molto stanca e mi

aspettounsegnalepositivo»dalvoto

di domani e lunedì.

«Seaccadecheaccantoallapre-

ferenzaperPolverinivienescrit-

toilnomediuncandidatodelPdl,rima-

stofuoriper lenotevicende,cerchere-

mo di non farlo annullare». Sarà que-

sto ilcompitodei5mila«gladiatoridel-

la libertà» lanciati ieri dal Pdl romano.

Comincia col buio l'ultima giorna-ta di campagna elettorale di PierLuigi Bersani, alle 5, a Torino, da-vanti ai cancelli di Fiat Mirafiori,con una pioggia che scende giù fa-stidiosa e il tempo di un volantinoallungato e di una stretta di manoper dire agli operai che arrivanoquello che vuole dire, facendo at-tenzione che il modo sia quellogiusto, perché c'è da fare i conticon i nervi provati da un'alzatac-cia alle quattro o giù di lì e con unapiù profonda sensazione di esserestati abbandonati anche da chi sisarebbe dovuto battere per loro.

Alcuni glielo dicono direttamen-te, al segretario del Pd, che non vabene farsi vedere solo alla vigiliadelle elezioni, che l'opposizionedovrebbe fare di più per contrasta-re la destra, per difendere i dirittidei lavoratori, per aiutare chi haredditi bassi e chi rischia il posto.

Bersani se lo aspettava, pratica-mente è venuto qui proprio per que-sto, per bypassare i filtri mediatici edirglielo altrettanto direttamenteche se la crisi viene pagata dai piùdeboli la colpa è di chi per mesi hafatto finta di niente e si è occupatod'altro, andando avanti a colpi di de-creti e voti di fiducia.

“Oggi sono qui, ma finora non c'èstato giorno in cui non sia andatodavanti a una fabbrica, in un quar-tiere popolare, a incontri con i lavo-ratori perché voglio che il lavoro tor-ni al centro della discussione pubbli-ca”, dice il segretario del Pd. “E que-sto voto dovrà servire a dare un se-gnale al governo, facendogli capireche adesso bisogna cominciare aparlare dei problemi veri del paese,non di quelli di Berlusconi, perchéla crisi non è passata e bisogna rea-gire con un serio piano economi-co”.

Quelli che varcano la porta 2 diMirafiori continuando a scuotere latesta sono pochi. E nessuno si met-te a fare battutacce, o a ad alzare lavoce. In tanti invece son contenti distringere la mano e parlare per unpo' col segretario del Pd e con la pre-sidente uscente Mercedes Bresso.“Tute blu, non camicie verdi”, c'èscritto sul volantino della candida-ta del centrosinistra. Ed ecco l'altro

motivo che ha portato qui Bersani.

IL RISCHIO PADANIA

La sfida in Piemonte si gioca sul filodi lana. E vincerla è un obbligo, perpiù motivi. Per continuare a gover-nare la Regione è quello più imme-diato. Ma poi c'è il fatto che qui si

sta sperimentando la coalizione acui punta Bersani, quella che va dal-le forze della sinistra extraparla-mentare fino ai centristi dell'Udc, eun fallimento non sarebbe di certodi buon auspicio per un analogoprogetto sul piano nazionale. E poic'è la terza ragione per cui è fonda-

FOTO DI TONINO DI MARCO/ANSA

p Bersani dopo il voto i temi del lavoro al centro dell’iniziativa politica

p La sfida in PiemonteCentrosinistra in vantaggio a Torino. Bresso: tute blu, no camicie verdi

Franceschini: Berlusconiha voluto la rissa

Bersani ai cancellidi Mirafiori

Roma, arrivano cinquemila«gladiatori della libertà»

INVIATOATORINO

Bersani all’ingresso diMirafiori

Ora legalePrimoPiano

Il paesereale

Il leader Pdtra gli operai«Il vento stacambiando»«Tute blu, non camicie verdi»,questo il volantino che Merce-des Bresso, candidata del cen-trosinistra, distribuiva ieri aicancelli Fiat. È il contagio delCarroccio, il virus da combatte-re nelle fabbriche del nord.

SIMONE COLLINI

Dario Franceschini

6SABATO27MARZO2010

«Èabbastanza inutile risponde-realvaniloquiopreelettoraledi

Berlusconi.Dallesueparoleperòsica-pisce con chiarezzauna cosa: il pianoanticorruzioneèscomparsoe laprio-rità adesso è la legge che cancella leintercettazioni».

mentale per il centrosinistra vince-re: dato per scontato che Veneto eLombardia sono perse, se in Pie-monte dovesse vincere il leghistaRoberto Cota (con il Carroccio cheha già prenotato il comune di Mila-no) la Padania sarebbe sempre me-no un puro parto della fantasia diBossi e soci. “Fermeremo i lumbardsul Ticino”, dice con piglio batta-gliero Mercedes Bresso durante lamanifestazione di chiusura, dodiciore dopo il volantinaggio davantiai cancelli di Mirafiori (per inciso,quello alle 7, davanti alla porta 7,durante l'ingresso degli impiegati,si svolge in un clima molto più rilas-sato, con molti più sorrisi, strette dimano e anche qualche foto velocecol cellulare).

MORALISTI DA WEEK END

Ma il rischio ce l'ha ben presenteBersani, che non a caso dopo averpassato la mattinata e buona partedel pomeriggio prima a Cuneo epoi ad Asti (il vantaggio del centro-sinistra a Torino è assicurato ma de-ve arrivare almeno al 58% per com-pensare lo svantaggio che si regi-strerà nelle altre province) in quel-la stessa piazza, alla periferia norddi Torino, scelta perché nel cuoredi un quartiere popolare e ora gre-mita di simpatizzanti ed elettori,lancia l'affondo più pesante pro-prio contro la Lega: “Se non ci fossenon ci sarebbe Berlusconi. Neiweek-end i leghisti sono con il po-polo, parlano di federalismo, fan-no i moralisti, e poi durante setti-mana reggono la sedia al miliarda-rio e votano tutto quello che vuolelui. E non ci venissero più a parlaredi autonomia, dopo che Cota a piaz-za San Giovanni ha giurato nellemani dell'imperatore”.

Quindici ore dopo averla comin-ciata, il bilancio che Bersani fa dell'ultima giornata della sua prima cam-pagna elettorale da segretario delPd è sotto il segno della soddisfazio-ne. Ci sono i telegiornali della sera arovinare un po' l'umore (“ci stiamoavvicinando a uno standard Kim IlSung”), ma c'è anche la “felicità” peril sostegno di Vasco Rossi a EmmaBonino. Ma, soprattutto, c'è la con-vinzione che “dopo le batoste subitealle politiche e alle regionali, oral'aria sta cambiando”.❖

«Alice? A me piace esserlo»«Queste elezioni regionali fini-

ranno 9 a 2 per il centrosinistra». È laprevizionediNichiVendola,candidatogovernatoreper il centrosinistra inPu-glia, ospite a Radio2 «Ne mancanodue»,gli fannonotare idueconduttori

Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lau-ro. «E allora 10 a 3». «I miei avversaridel centro destra hanno ridotto la Pu-gliaadunabellaaddormentatanelbo-sconoi l`abbiamorisvegliata» -hadet-to Vendola. Il governatore ha rispostocosì al concorrente Rocco Palese, cheavevadettoVendola èAlice nel paesedella meraviglie. E poi il governatoreaggiunge:«Alice?Amepiaceesserlo».

Orlando (Pd): scomparsoil piano anti-corruzione

Il pronostico di Vendola«Finirà 10 a 3 per noi»

DIRETTORISSIMO TONI JOP

Via la crisi che strangola il paese,via il caso che toccando il Papa

stamettendoindifficoltà laSantaSede,dentro invece, il ritratto di un’Italia se-polta dal fondotinta, a cominciare dalvolto del premier, per finire con il«boom»delle vacanze pasquali e dellepalestre di fitness. Oggi gnocchi: nelsensodi«chepacchia»:Minzolinihaim-postato l’apertura con una intervista alcapo, sotto il titolo geniale «Berlusconi,al voto». Niente di nuovo, anzi sì: tra isuoi giuramenti manca quello relativo

alla sconfitta del cancro: panico in pla-tea, non è che anche questo tema faràla fine, tragica, del taglio delle tasse?

Nuovo colpo di genio del direttore:alla sanzione dell’Agcom ai danni delsuotgperaver favoritosmaccatamen-te le forzedi governonei notiziari,Min-zolini oppone l’Osservatorio di Paviachesembradical’opposto,masonoso-lo dati non disaggregati. Tacendo dabravo sui numeri contestati dal-l’Agcom. Ma i soldi pe’ Camél chi te lidà?

Clicchi su google e ap-pare Formigoni. In-credibile ma vero,l’ex governatore hadeciso di costringe-

re i lombardi, alla ricerca di untreno su internet, a subire lasua propaganda.

A parte l’invadenza del meto-do, il vero problema sta nellascelta del tema. Scegliendo itreni come veicolo autopubbli-citario, Formigoni rischia l’au-togol. Per lui sarebbe stato mol-to meglio non ricordare ai sei-centomila pendolari lombardilo stato avvilente in cui versa-no i trasporti su rotaia e non so-lo.

Proprio sui trasporti infattiFormigoni ha lasciato al palo alLombardia, se è vero che lagran parte dei treni circolantiin regione ha più di trent'annid'età, che metà delle rete ferro-viaria è ancora a binario unicoe che il venti per cento dei loco-motori è ancora alimentato agasolio.

La situazione dei trasportiferroviari della Lombardia sem-bra ferma a trent’anni fa, e nonsi fa nulla per farla crescere vi-sto che nei trasporti si investeall’anno meno di quanto inve-ste ad esempio la Campania. In-vece si può e si deve fare tanto,come investire cento milioni dieuro l’anno fino al 2015 percomprare nuovi treni e creareil «biglietto unico» per treno,bus, ecc. che consentirebbe aogni pendolare di andare da ca-sa al lavoro con un solo ticket.

Insomma se proprio avessevoluto propagandare il suo sitoil candidato governatore avreb-be certamente dovuto affidarsiad un espediente più efficace.Ma d’altronde va bene così, ègiusto che leghi il suo nomeproprio a quei disservizi ferro-viari che descrivono, meglio ditanta propaganda, la reale si-tuazione della nostra Regionedopo quindici anni di governodel centrodestra e di Formigo-ni.❖

E Berlusconi dimenticò di guarire il cancro

capogruppo Pd lombardia

Più generosità vuol dire più ricerca

di volontariato che raccoglie fondi

da destinare alla ricerca per combattere

e debellare la grave malattia

della sclerosi multipla.

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aziende e chiunque voglia aiutarci nella lotta alla sclerosi multipla.

Negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti contro la sclerosi multipla,

ma c’è ancora molto da fare. Migliaia di ricercatori sono impegnati nella

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P

FORMIGONI

SUL BINARIO

UNICO

Carlo Porcari

PARLANDO

DI....

Blitz a Romadi Sel

Il Colosseo illuminato dalla scritta «Immagina un Paese migliore», il Ministero delLavoroilluminatodallascritta«Liberodallaprecarietà»,«UnPaesecheamaechesogna»aCastel S. Angelo, e l'immagine di Nichi Vendola all'isola Tiberina. È successo l’altra notteRomaper iniziativa di Sinistra Ecologia e Libertà (www.sinistraecologialiberta.it)

SPOTE PENDOLARI

7SABATO

27MARZO2010

Foto di Tonino Di Marco/Ansa

All'assemblea degli azionisti

della Fiat erano presenti 149

azionisti con circa 454.728.000 azio-

niordinarie. Imaggiori soci sonoExor

con il 30,428%, Capital Research con

il 4,778%, Fmr con il 4,16%, Blackrock

con il 2,74%, azioni Fiat Spa, 3,23%.

«Il fatturato del Gruppo, pari a

50,1 miliardi di euro, e diminui-

to del 16% rispetto ai livelli recorddel

2008.Lohaaffermatol'amministrato-

redelegatodiFiatSergioMarchionne

in apertura del suo intervento all'As-

semblea degli Azionisti Fiat.

Ci sono gli striscioni delle fabbrichee anche gli operai di Cassino all’in-gresso del Lingotto, sono una testi-monianza della paura di migliaiadi lavoratori. Ma questo è il giornodell’orgoglio Fiat, di Sergio Mar-chionne che le canta chiare a politi-ca e sindacati colpevoli di non capi-re le dimensioni e la gravità dellacrisi. «Stiamo vivendo un altro gio-co pericoloso, c’è un nuovo tiro albersaglio contro la nostra azien-da», afferma l’amministratore dele-gato, «penso alle dichiarazioni di al-cuni esponenti del mondo politicoe sindacale, a volte imprenditoria-le». C’è un pezzo d’Italia, secondo ivertici della Fiat, che non compren-de gli sforzi realizzati dal gruppo to-rinese, dai suoi manager e dai suoiazionisti. Marchionne l’americanonon pretende «le fanfare ogni gior-no, ma non trovo giusti i fischi gra-tuiti e mi piacerebbe vedere un po’di equilibrio nei giudizi».

Le dure parole del capo aziendae il giuramento del presidente Lucadi Montezemolo sul «radicamentoin Italia» dominano l’assemblea de-gli azionisti Fiat, che approva il bi-lancio 2009 con la distribuzione diun dividendo complessivo di 243,7

milioni di euro, e rendono ancorapiù evidenti quelle domande, queidubbi, quelle preoccupazioni su qua-le sarà il ruolo del gruppo, quali fab-briche e quanti dipendenti italianipotranno continuare ad operare an-che in futuro. Inutile chiedere a Mar-chionne se ci sarà lo scorporo del set-tore auto, se emergeranno esuberinei livelli occupazionali, cosa sarà diMirafiori o Pomigliano. Di questo edi molto altro si parlerà il 21 aprilequando l’azienda presenterà a Tori-no il nuovo piano strategico. L’unicacosa certa è che Termini Imeresechiude alla fine del 2011, ma la Fiatdarà «il suo supporto a trovare alter-native» anche se fosse un’ipotesi in-dustriale legata all’auto, come auspi-

cato dai sindacati. Per rispondere al-le severe critiche cadute sulla Fiat,Marchionne ha ripercorso tutta lastoria dello stabilimento di TerminiImerese, ha ammesso di aver pensa-to a un suo rafforzamento anche senon sarebbe stato sufficiente a supe-rare tutte le diseconomie legate allacollocazione geografica dell’impian-to . Ma poi «è esplosa la crisi ed è cam-biato il mondo intero”. E se ci sonopolitici, sindacalisti che non hannocapito, «che vivono fuori dal mon-do», l’amministratore delegato ricor-da che «la domanda di automobili inEuropa ha iniziato a scendere in mo-do significativo nel 2008, l’anno scor-so l’emorragia è stata tamponata so-lo grazie agli incentivi varati da mol-

ti paesi europei, ma per il 2010 si at-tende un crollo nell’ordine del 15%,arriveremo a valori così bassi chenon si vedevano dal 1994».

Il messaggio di Marchionne è espli-cito, senza fronzoli: se questa è la re-altà industriale, se il mercato è inemergenza e ne uscirà forse solo traquattro anni, come osate attaccare laFiat che vuole chiudere uno stabili-mento in Sicilia? La politica e il sinda-cato devono fare la loro parte, comesta facendo il Lingotto. Marchionneinsiste, tornano parole e toni che era-no usuali in altre stagioni della Fiat,quando si riteneva che tutto dovesseessere subalterno alla centralità del-la grande azienda torinese. Mar-chionne non fa distinzioni, attacca i

Presenti al Lingotto149 grandi azionisti

Fatturato del grupposceso del 16%

Prospettivestrategiche

Lamanifestazione degli operai Fiat

L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, Luca Cordero diMontezemolo e Johl Elkann

[email protected]

pAssemblea al Lingotto L’ad vuole rompere l’accerchiamento dopomesi di polemiche

pGaranzie Lui e il presidenteMontezemolo assicurano: le radici dell’azienda sono in Italia

L’Italia reale

INVIATOATORINO

PrimoPiano

I datidi bilancio

Marchionne: «Dalla politicatiro al bersaglio contro la Fiat»L’orgoglio Fiat e di Marchion-ne nel giorno dell’assemblea alLingotto. «Non pretendo le fan-fare ogni giorno, ma non trovogiusti i fischi gratuiti e mi piace-rebbe vedere un po’ di equili-brio nei giudizi».

RINALDO GIANOLA

8SABATO27MARZO2010

L’impressione, ma è solo un’im-pressione, è di essere alla vigi-lia di una svolta clamorosa alla

Fiat, qualcosa di paragonabile a quan-to successe trent’anni fa con la verten-za di Mirafiori e la fine di una lungastagione sindacale e sociale. Per cari-tà, chiariamo: oggi non ci sono tensio-ni e scontri sociali paragonabili aquelli del 1980, non c’è Enrico Berlin-guer davanti ai cancelli a garantirel’appoggio dei comunisti agli operaiin lotta. Siamo in altri tempi, Pierlui-gi Bersani distribuisce garbatamentevolantini elettorali ai lavoratori delprimo turno. Ma così come trent’annifa i vertici, i manager del gruppo era-no determinati a una battaglia decisi-va per recuperare in pieno il control-lo delle fabbriche, oggi la Fiat affidaal suo uomo di punta Sergio Mar-chionne una rivoluzione negli assettiproduttivi, nella collocazione interna-zionale delle fabbriche, nei livelli oc-cupazionali che determinerà una pro-fonda metamorfosi della maggior in-dustria privata italiana.

La crisi di questo capitalismo, laprima dell’economia globalizzata, im-pone alle imprese scelte coraggiose eambiziose (speriamo non velleitarie)che mettono in discussione, ad esem-pio nel caso Fiat, la storica presenzain Italia. Perché al di là delle garanziee delle smentite di progetti di tagli oc-cupazionali e industriali, la Fiat diMarchionne appare sempre più desti-nata ad avere fuori dal nostro paesela parte più rilevante della produzio-ne, probabilmente anche della ricer-ca, dell’innovazione. Una Fiat del fu-turo che avrà in America, con la Chry-sler, il centro dello sviluppo tecnolo-gico, in Polonia, Brasile e magari inRussia e Cina i maggiori poli produtti-vi e in Italia una presenza residuale.Magari difenderemo il simulacro del-la vecchia Mirafiori perché siamo tut-ti sentimentali, ma poco di più. Il mes-

saggio di Marchionne è che la Fiatpost-crisi vuole avere le mani libere,andrà a produrre dove le conviene,senza inutili orpelli nazionali. Pomi-gliano e anche Melfi si adeguino allanuova aria. E se questa è la linea, co-mune ad altre multinazionali, alloraè evidente che i lavoratori italiani do-vranno lottare per difendere il loroposto perché nel mondo c’è semprequalcuno che costa meno di te.

L’importante in questi tempi gra-mi sarebbe non raccontare che il divi-

dendo agli azionisti, al termine diun anno drammatico per l’industriamondiale, è un premio per il loro im-pegno così come la cassa integrazio-ne sarebbe il paracadute che la Fiatapre generosamente a favore dei di-pendenti. Non bisogna fare del mo-ralismo, per carità, ma il dividendoo il piano di stock options mentre lagente perde il posto sono iniziativeche in altri tempi avrebbero suscita-to reazioni sociali meno educate.Oggi siamo tutti più maturi e com-prensivi.

Non ci sarebbe da sorprendersi sel’azionista di maggioranza relativa,la finanziaria Exor che raccoglie gliinteressi degli eredi Agnelli, diven-tasse presto solo un socio di mino-ranza, qualora fosse scissa l’auto dal-la Fiat e aggregata alla Chrysler, congli interessi prevalenti da un’altreparte, nelle banche, nella finanza,magari nella Juventus e nella adora-ta Stampa. Forse è giusto così, forseè inevitabile che un’antica dinastiadel capitalismo familiare italianopassi la mano in un’industria tantomatura ma ancora tanto importantecom’è quella dell’auto. ❖

Via libera dall'assemblea degli

azionistidiFiatalbilancio2009

e alla distribuzione di un dividendo

lordo di 0,17 euro per azione ordina-

riaedi0,31europerazioneprivilegia-

ta e 0,325 euro per azione risparmio

in pagamento dal 22 aprile.

sindacati e i lavoratori: «Dichiarare ilblocco degli straordinari, come è suc-cesso alla Cnh di Modena negli ulti-mi tre sabati, oppure bloccare l’usci-ta dei materiali, come è accaduto al-la Fma di Avellino, non mi pare unatteggiamento molto collaborativo».Il sogno di Marchionne è di importa-re in Italia il modello Tychy, lo stabili-mento polacco che oggi da solo pro-duce quanto i cinque impianti italia-ni. In Polonia, dove il costo del lavo-ro è assai più basso che da noi, glioperai della Fiat non fanno storie, so-no estremamente flessibili, hanno la-vorato 39 sabati nel corso del 2009.Persino i sindacati americani vengo-no presi come esempio da Marchion-ne, per segnalare il loro senso di re-sponsabilità che ha consentito di av-viare il risanamento della Chrysler, ilcolosso di Detroit di cui la Fiat puntaa «rilevare il 35% del capitale entro24 mesi». Per le quattro fabbriche ita-liane che resisteranno c’è la prospetti-va di produrre 900mila auto all’annocontro le 600mila di oggi. Ma non sa-

rà una passeggiata, soprattutto perlo stabilimento di Pomigliano d’Arcoche avrà la produzione della nuovaPanda. Marchionne chiederà al tavo-lo col governo flessibilità, innovazio-ne, impegno, livelli di produttivitàpolacchi. Perché nel mondo c’è sem-pre qualcuno che costa meno e se laFiat resta a Pomigliano la sua sceltadeve essere premiata adeguatamen-te. Mirafiori, se va bene, potrà vede-re la produzione di qualche modelloibrido, ma è tutto da vedere. Mar-chionne promette fedeltà eterna e af-ferma persino che «quello che è beneper l’Italia andrà bene anche per laFiat», ma forse un dubbio è legitti-mo.

In conclusione resta la delusionedi John Elkan «tifoso juventino», l’ab-braccio tra Marchionne e Monteze-molo per smentire voci di dissenso.Ultima battuta: dottor Marchionnelei si sente socialdemocratico? «Nonposso rispondere a due giorni dalleelezioni». Alla prossima. ❖

L’analisi

Previsto dividendoper le ordinarie di 0,17 euro

[email protected]

Piano strategico

P

L’azienda vuole

mani libere. Possibile

una svolta clamorosaAl di là delle patriottiche parole la casa di Torino vuoleandare a produrre dove più conviene. Non unbel segnalela distribuzione del dividendo con gli operai in cassaintegrazione

INVIATOATORINO

Oggi nulla, solo ildividendo. Se ne parla il21 aprile

PARLANDO

DI...

Sindacato

«Marchionne la smetta di fare la vittima e invece di evocare complotti si confronti

conilsindacatoedicacosaveramentehainmente.noinonpossiamostarefermiadaspet-

tare il piano del 21». Fiom, Uilm e Fim non sembrano per niente impietositi dallo sfogo di

SergioMarchionneerestanosulpiedediguerra,aspettandorisposte«chiare»dalLingotto.

R.G.

9SABATO

27MARZO2010

Una campagna elettora-le nel terrore. Incendi,attentati, intimidazio-ni. Noi non ce la faccia-mo, non abbiamo le

forze per indagare su tutto. La socie-tà civile, la parte sana che è ancorauna parte importante della piana la-metina, è rassegnata e umiliata. Ein questo clima domenica e lunedìsi va a votare».Procuratore Vitello, il suo è un atto

d’accusa durissimo.

«È esattamente per questo che lo

faccio».Salvatore Vitello è stato uno dei so-stituti più agguerriti della procuradella Repubblica di Roma. Refratta-rio a telecamere e taccuini, ha sem-pre lavorato nel silenzio, grandi in-chieste sui reati contro la pubblicaamministrazione e finanziari (ha co-ordinato l’inchiesta su Stefano Ri-cucci e la scalata a Rcs) e sul riciclag-gio della ‘ndrangheta nella capitale(ha firmato il sequestro di un notoristorante in piazza di Spagna). Unanno fa, a 51 anni, ha deciso che po-teva e doveva andare a combatterein prima linea. A giugno 2009 hapreso possesso dell’ufficio di procu-ratore a Lamezia Terme, la terzaprocura in Calabria, senza capo daoltre un anno, sostituti in fuga, unterritorio quasi fuori controllo. Vi-tello stringe nelle mani un foglio, lafotografia di una Caporetto della le-galità.Perchè?

«Restiamo al mese di marzo. Il 4marzo resta inesplosa una bombalanciata contro l’abitazione di Salva-tore Vescio, ex Pdl, ora candidatosindaco in una lista civica. L’8 mar-zo si sono messi a fare il tiro a segnocontro i manifesti elettorali di Raffa-ele Mazzei candidato al consigliocomunale in quota Pdl. Il 15 marzoqualcuno ha assalito e danneggiatola sede elettorale di Ida D’Ippolito,candidata sindaco di una lista civi-ca. Vado avanti?»Prego...

«... il 18 marzo tre proiettili calibro7.65 sono stati spediti a Giulia Ser-rao, candidata alle regionali perconto del Mpa. Il 20 marzo ancoracolpi di pistola contro l’abitazionedi Salvatore De Biase segretario pro-

vinciale del Pdl e padre di FrancescoDe Biase, consigliere comunale delPdl. Due giorni fa, infine, altri dueepisodi quasi in contemporanea: èstata bruciata l’auto di Salvatore Ve-scio parcheggiata all’interno del gara-ge di casa ed è stata bruciata l’autodel fattore di Giulia Serrao».Sette attentati in venti giorni. Guerri-

glia a bassa intensità?

«È un clima generale di intimidazio-ne e di terrore. È una sensazione mol-to sgradevole e avvilente. Difficile daspiegare, bisognerebbe viverla. Nonsono neppure gli attentati in sè, tuttiper fortuna senza vittime nè feriti. In

realtà è in atto da settimane una con-tinua e quotidiana attività di minac-ce, ricatti, prepotenze che sembraavere la forza dell’impunità e il privi-legio di una sorta di immunità territo-riale».Sembrano attentati trasversali, che

colpisconolapersonapiuttostochela

formazione politica. Le indagini che

dicono?

«È questo il punto. La procura di La-mezia copre un territorio di circa150mila abitanti e oltre 40 comuni.La pianta organica prevede sei perso-ne, in realtà siamo quattro, tre sosti-tuti e il procuratore, cioè io. Ognuno

di noi ha un flusso di lavoro di circa2.500 fascicoli. A questo va aggiuntoche manca proprio la forza investiga-tiva, polizia, carabinieri, finanza,non ci sono uomini, non ce ne sonoper fare le indagini.Ha denunciato questo problema nel-

le sedi opportune?

«Certo, in continuazione. Anm e Csmhanno preso posizione. Ai colleghimagistrati chiedo uno sforzo: su no-vemila quanti siamo qualcuno, già diesperienza, venga giù volontario percoprire la pianta organica. Il resto di-pende dal governo».Il territorio lametinoèinmanoalleco-

Foto di Franco Cufari/Ansa

Pochimezzi

A Lamezia Terme in venti giorni di campagna elettorale ci sono stati setteepisodi di intimidazione ai danni dei candidati. A Gizzeria ritirata la lista Pd

Intervista a Salvatore Vitello

La ’ndrangheta colpisce alla procura di Reggio Calabria. È il gennaio scorso. Le cosche hanno alzato il tiro

«Elezioni sottominacciaLo Stato deve reagire»

La campagna dei veleni

«La nostra procura copreun territorio di circa150mila abitanti. Siamo inquattro. Emancanogli investigatori»

[email protected]

PrimoPiano

CLAUDIA FUSANI

10SABATO27MARZO2010

sche?

«Sono almeno quattro i clan leader,Giampà, Torcasio, Iannazzo, Gualtie-ri. Da un anno non abbiamo omicidima attività di riciclaggio ed estorsiva.Appena arrivato abbiamo cominciatoa demolire sei costruzioni abusive nel-la piana lametina con l’aiuto dell’eser-cito. Una era del clan Giampà. Sto se-questando depuratori e collettori. Cisono intere famiglie di zingari arruo-late per fare i cavalli di ritorno (autorubate e riconsegnate dietro paga-mento di riscatti) ma indaghiamo an-che sull’ospedale di Lamezia che nonha la Tac ma paga la manutenzione».I clan appoggiano alcune liste?

«Non sta a me a dirlo. Sottolineo peròil caso del comune di Gizzeria dove lalista di opposizione (Pd) ha rinuncia-to. Perchè la Commissione Antimafianon se ne occupa?»Minacceanchea lei, unproiettile eun

avvertimento “Anche tuqui a rompe-

re i coglioni. Attento che fai boom”. A

chi altro, ancora?

«Al vescovo. Al Presidente della sezio-ne penale del Tribunale. Il modo direlazionarsi in questo paese conoscesolo l’intimidazione».Quale alternativa?

«Una mobilitazione sociale per risve-gliare le coscienze. Per combatterenon solo il male ma soprattutto la zo-na grigia che sopporta in silenzio lostato delle cose». ❖

Alla fine ho potuto fare ilmio comizio all’ultimominuto dell’ultimo gior-no di campagna elettora-le». Gianni Speranza

non è solo il sindaco più onesto chepossiate trovare ora in Calabria, maanche modesto. Mai lamentato degliattacchi dei tre candidati che da cen-tro destra lo insidiano alle elezionicomunali di Lamezia Terme, ma so-prattutto non si lamenta del fattoche negli ultimi 30 giorni non ha pra-ticamente potuto fare campagnaelettorale, perché troppo impegnatoa difendere l’incolumità degli altricandidati, in qualche caso suoi com-petitori: «Passo il tempo a coordinar-mi con prefetto, carabinieri Finanzae Polizia, chi ha tempo di incontraregli elettori, che ci chiedono di prose-guire 5 anni di buon governo, men-tre nel decennio precedente a Lame-zia due volte il Comune venne sciol-to per ‘ndrangheta». Nell’ultimo me-se sono sette gli attentati a candidatia sindaco o consigliere, in alcuni casidoppia intimidazione. Come per laloierista Giulia Serrao, unica candi-data lametina alle regionali a riceve-re proiettili in busta, al suo agrituri-smo. Serrao è la vedova di TorquatoCiriaco, vittima di mafia, caduto inun agguato delle ‘ndrine nel marzo2002. Martedì un fattore dell’agritu-rismo ha trovato l’auto in fiamme.

Stessa sorte per l’Alfa e la Lanciadel candidato sindaco Salvatore Ve-scio; paria del centrodestra della li-sta provinciale catanzarese Pdl, cheha avuto l’ardire contestualmente al-la candidatura al consiglio regionaledi tentare la sorte contro Speranza,ma anche contro la parlamentarePdl Ida d’Ippolito. L’aspirante gover-natore Pdl ex Missino Giuseppe Sco-pelliti dichiarò subito che Vescio era«politicamente escluso» dalle liste,per una autonomia, che costerà al-

meno 5 punti alla candidata ufficia-le di destra. Da allora sono arrivatedue intimidazioni: un ordigno ine-sploso sotto casa a inizio mese, ilgarage in fiamme mercoledì scor-so.

EsulPdlaltri spari e incendi: sa-bato 20 marzo 15 colpi calibro 7,5e 12 sulla vettura di Salvatore DeBiase, berluscones provinciale e pa-dre di un consigliere comunale,con altre pistolettate contro il por-tone di casa De Biase e alle villetteattigue dei cognati veniva appicca-to il fuoco. Un clima da guerra trabande, degno delle cronache ira-chene, che coinvolge la terza cittàdella regione, 75mila abitanti, 50mila elettori di cui 42mila abitual-mente alle urne. Con 21 liste per603 candidati a consigliere comu-nale. «Praticamente un candidatoper 66 votanti effettivi – considerail giornalista Nuccio Iovene ex sena-tore Ulivo e Ds, conoscitore dellapolitica a certe latitudini – parafra-sando Von Clausewitz, in Calabriala politica diventa una faida condot-ta con altri mezzi; è una conseguen-za della frammentazione del voto,che porta ogni candidato ad avereun bacino di voti quasi prosciuga-to». Solo 60 voti disponibili, e le pal-lottole servono a eliminare concor-renti; ma in questo buco nero dellalegalità c’è un sindaco che per pri-mo si è costituito parte civile in unprocesso antiracket, in cui l’8 gen-naio scorso per la prima volta ilcommerciante, Rocco Mangiardi,ha accusato l’estortore PasqualeGiampà, Zi Pascali per tutti, il bossdi Lamezia. Un sindaco aggredito il20 novembre scorso in Comune dauno dei 400 abusivi che avevano co-struito al di fuori dalla norma, veratragedia calabra del Nonfinitismo ehanno visto i loro obbrobri abbattu-ti dalle ruspe di Speranza. E la sfidadel Nichi Vendola di Calabria con lesue liste Socialismo e Libertà («manon solo – tiene a precisare – abbia-mo anche una decina di candidatidichiaratamente di destra, che cre-dono nella legalità») contro le Ma-fie ha avuto coerenza fino alla fine:«Siamo gli unici alle amministrati-ve calabresi ad avere inviato al va-glio della commissione parlamenta-re Antimafia le posizioni dei nostri150 candidati in lista; e a tutti loroho fatto firmare un codice etico,l’Autoregolamentazione, sorta dicertificato Antimafia: abbiamo di-chiarato tutti e 150 di non averenessun rapporto di parentela o d’af-fari con membri delle cosche, e dinon essere coinvolti in nessun pro-cedimento giudiziario, né inquisitinè indagati e figurarsi condanna-ti». ❖

Il caso

GIANLUCA URSINI

Stragi del ’92-’93, Tagliavianon vuole collaborare

Francesco Tagliavia, presunto

bossdiBrancaccio,all’ergastolo

per l’attentato di via D’Amelio non ha

intenzionedicollaborareconlagiusti-

zia. Lo scrive il legale di Tagliavia, Lu-

caCianferoni, nella richiestadi revoca

dellamisuracautelarenotificataincar-

cere a Tagliavia lo scorso 17marzo su

richiestadellaProcuradi Firenze, che,

sullascortadelledeposizionidelpenti-

toSpatuzza,hariapertole indaginisul-

le stragi di mafia degli anni Novanta.

Secondo l’avvocato Cianferoni «non

sussiste nessuna esigenza cautelare,

tanto per l’epoca remota dei fatti

quantoperchèTagliaviasi trovadete-

nuto all’ergastolo per reati assoluta-

mente ostativi a ogni beneficio».

SALVATOREVITELLO

REGGIOCALABRIA (RC)

SOSTITUTOPROCURATOREALAMEZIA TERME

Chi è

Colpi d’arma da fuocosulla autovetturae contro l’abitazione

Proiettili in una bustae auto di un dipendentedata alle fiamme

Il punto52ANNI

Lo storico esponentedella sinistra da annisi batte contro le cosche

Un ordigno inesplosodue auto e un garageincendiato

P

Dalle inchieste sulla finanzaalla piana lamentina

Uncomune a rischio

dove le consultazioni

diventanouna faidaIn un climada guerra tra bande, 50mila elettori andrannoa votare per 21 liste e 603 candidati a consigliere comunaleUn’escalation di intimidazioni li accompagna alle urne

Gianni Speranza

Salvatore Vescio

PARLANDO

DI...

Politicareggina

La segretaria cittadina del Partito Democratico di Reggio Calabria, Consuelo Nava,

ha reso noto di aver ricevuto insulti eminacce su facebook. «Ho ricevuto insulti, minacce

sotto acronimi di non parlare più. Io non solo nonmi vergognoproprio delmio impegno

ma continuerò conpiù lena in queste ore ad impegnarmi», ha dichiarato.

Hadecisodi partireper laprima

linea dopo essere stato per anni pub-

blico ministero a Roma. Salvatore Vi-

tiello, 52 anni, nella Capitale si è occu-

pato di grandi inchieste sui reati con-

trolapubblicaamministrazione(tra le

altre cose ha coordinato l’inchiesta su

Stefano Ricucci e la scalata a Rcs) . A

giugno 2009ha preso possessodella

procura lametina.Nel febbraioscorso

è stato oggetto di minacce: una lette-

raminatoria e una cartuccia di fucile.Salvatore De Biase

Giulia Serrao

11SABATO

27MARZO2010

La provincia di Caserta, Avellino,Santa Maria Capua Vetere, Min-turno e Fondi, il basso Lazio or-mai più noto per le infiltrazionimafiose che per la frutta, le moz-zarelle e il turismo. I luoghi sonoparole. Messi insieme uno dopol’altro parlano di legalità, traspa-renza e antimafia. Walter Veltro-ni li ha scelti per chiudere questacampagna elettorale, «per darevoce ai fatti, ad una politica piùvicina ai problemi reali della gen-te».

In Campania Veltroni tira l’ulti-mo miglio per Vincenzo De Luca,il sindaco di Salerno e candidatogovernatore per il centrosinistra,un uomo che prima ha molto divi-

so e poi molto unito, «intorno a luici sono l’entusiasmo e la spintaper innovare questa regione».

GLI ALLARMI

Vigilia di voto. E in Campania, manon solo stando alle circolari delViminale, scatta l’allarme sicurez-za nelle urne. Veltroni si appella

ai prefetti perché sappiano garanti-re «un controllo molto accurato».Parla ai prefetti perché Maroni e ilViminale intendano. «In Campania– denuncia – sta riaffiorando labrutta bestia del voto di scambio edell’interferenza dei poteri crimina-li sul voto».

Veltroni sceglie Fondi per chiude-re. Per l’ultimo appello in favoredella candidata del centrosinistraMaria Civita Paparello. Alle nove disera le dà la parola sul palco alzatoin piazza Castello. «Ricomincia-

mo» e «trasparenza» sono le paroled’ordine della candidata sindacoche dovrà vedersela contro tre listedel centrodestra, la favorita porta ilnome di Salvatore De Meo, l’uomodel ras della zona, il senatore Fazzo-ne che ha già fatto sapere di volerfare l’assessore regionale alla Sani-tà.

IL RASDI FONDI

È indagato per abuso d’ufficio perfaccende legate alla sanità, ma nonimporta. È stato nei servizi segreti,

ma non importa. Fazzone s’è per-messo anche di condizionare il Con-siglio dei ministri e di evitare lo scio-glimento del comune di Fondi perinfiltrazioni mafiose. Ma, ancorauna volta, non importa.

Poi prende la parola Veltroni. Ela piazza ascolta parola per parola:«La mafia continua ora più che maia fare affari»; «attenzione al votoperché in certe zone del paese è for-temente condizionato dalle ma-fie». Il Basso Lazio è una di questezone. «Attenzione ai candidati, alle

Foto di Matteo Bazzi/Ansa

I numeri

Walter Veltroni è componente della CommissioneAntimafia

Della vecchia giuntasi ripresentano cinqueassessori su otto

p L’ex segretario Pd chiude la campagna nel comune che il governo non volle sciogliere permafia

pAd ascoltarlo tra la folla anche alcuni boss di ’ndrangheta già arrestati nell’operazione Damasco 1

La campagna dei veleni

Veltroni a Fondi: «I prefettivigilino suqueste elezioni»

INVIATAA FONDI (LT)

50 milioniLa cifra sequestrata ai clan casalesi

giovedì tra immobili, vetture e imprese, tra l’alta

Campania e il basso Lazio.

85 immobiliSono quelli posti sotto sequestro,

assieme a 20 terreni, 69 veicoli, 10 società, 7 ditte

individuali, 3 negozi, 23 polizze e 157 conti bancari

POLITICAEANTIMAFIA

11.253 votiQuelli ottenuti dall’allora

candidato di Forza Italia Luigi Parisella alle

elezioni delmaggio 2006. Al centrosinistra 2.060

PrimoPiano

«Attenzione ai candidati, alle li-ste», ammonisce perché la ma-fia cambia i volti ma non i meto-di. Il voto di domenica deve ser-vire «per dire basta ai prepoten-ti e agli arroganti». Per ricomin-ciare.

CLAUDIA FUSANI

12SABATO27MARZO2010

liste», ammonisce perché la mafiacambia i volti ma non i metodi. Ilvoto di domenica deve servire «perdire basta ai prepotenti e agli arro-ganti». Per ricominciare, appunto.In piazza lo ascoltano anche alcuniboss della ’ndrangheta già arrestatinell’operazione Damasco 1.

IL COMUNE NON SCIOLTOPER MAFIA

I luoghi sono parole. E anche simbo-li. Qui l’estate scorsa Veltroni deci-se di tornare «pubblico» dopo le di-missioni da segretario del Pd conun nuovo e per lui inedito impegnonell’antimafia. Nella scelta del luo-go c’è una coerenza con se stesso. Econ la cronaca. Fondi è la vergognapubblica di un governo che per que-stioni di potere, e di voti, non ne havoluto sciogliere la giunta comuna-le nonostante le infiltrazioni mafio-se dimostrate dagli arresti delle in-chieste della magistratura. Ed è la

provocazione di un ceto politico lo-cale che alla fine, pur di fronte a ma-nette ed avvisi di garanzia, ha potu-to farsi da parte cinque mesi fa consemplici dimissioni e oggi ripresen-tarsi in blocco alle elezioni. BrunoFiore, candidato del Pd al consigliocomunale e uomo di punta in que-sti lunghi e duri mesi di battagliaper la legalità, fa i conti con rabbia:«Della vecchia giunta si ripresenta-no cinque assessori su otto e 13 con-siglieri su 25». Uno di loro, De Meo,l’ex assessore all’urbanistica candi-dato sindaco per conto di Fazzone,ha rilasciato le concessioni edilizieall’Arcobaleno srl, grande insedia-mento immobiliare a cui quattrogiorni fa la procura antimafia di Na-poli ha messo i sigilli: riciclaggiodel potente clan Mallardo. DeMeo? si ferma un attimo Veltroni.«Questa è la differenza che passatra lo scioglimento per mafia e l’au-toscioglimento». Tutto cambia per-ché nulla cambi. Adesso Fondi vor-rebbe cambiare.❖

Da Scampia a Casal di Principe, il lun-go viaggio di Vincenzo De Luca allaconquista dei «mondi chiusi», delleGomorre di Campania, si chiude qui,nelle terre di Don Peppino Diana, do-ve una coop sociale ha frantumatocon furore iconoclasta tutte la barrie-re: fisiche, psicologiche, culturali,per dare ricovero a quelli che primadi Basaglia si chiamavano matti. So-no sei, in una casa alloggio che al pia-no terra ospita un ristorante dal no-me che ha il sapore di uno sberleffogioioso urlato in faccia ai malacarne.Nuova Cucina Organizzata, si chia-ma: prosciutto, mozzarella di bufalae «paccheri alla camorra» conditicon il meglio delle terre sottratte aIovine e Zagaria, Bidognetti e Schia-vone.

L’uomo che con una campagnaelettorale sfiancante ha rialzato daterra un centrosinistra in stato catato-nico appena un mese e mezzo fa, ciarriva a mezzogiorno in punto e spa-ra subito due botte. La prima è unproverbio tedesco che riesuma dalpassato di giovane studioso di Hegel«non ancora inselvatichito dalla poli-tica»: «La tenacia vince tutto», e ripe-tuto qui sembra il manifesto dellanuova primavera che comincia a far-si strada tra i rigori del buio invernocasalese. La seconda è meno filosofi-ca e parecchio prosaica. A chi gli fa

notare che la campagna elettorale aCasale l’avrebbe dovuta chiudere Ni-cola Cosentino se non fossero arriva-ti prima i pm antimafia di Napoli, luireplica con un perentorio «È la provache Dio c’è» che scatena l’entusia-smo in sala. Nel paese del potentesottosegretario all’Economia accusa-to da un plotone di pentiti di esserestato organico alla Cosa Nostra diCampania, De Luca chiude con il suoPiano per il Lavoro, «che sarà all’ordi-ne del giorno, insieme alla cacciatadi tutti i consulenti regionali, dellaprima riunione di Consiglio». Perché«la lotta alla camorra, la battagliaper la legalità sono destinate a rima-nere formule vuote se non si affrontail nodo vero, quello dell’occupazio-ne». E quindi: un miliardo di eurodai Fondi Ue per creare, «subito, pri-ma ancora che partano i grandi pro-

getti di sviluppo regionale, in primisil più grande distretto turistico delmondo», cinquantamila posti di lavo-ro. Credito d’imposta, credito d’im-presa, incentivi per la riemersionedal sommerso, che rappresenta il60% dell’economia campana, sgravidell’Irap alle aziende che assumono,e procedure ridotte all’osso: per DeLuca «è questa la politica del fare ilgoverno ha fatto solo fumo e sparatopalle. A sostegno del mio competito-

re sono arrivate in Campania vago-nate di ministri. Gli stessi che han-no perpetrato la rapina del secolo:la sottrazione dei fondi Fas, che hamesso in ginocchio il Sud».

SIMBOLI

La gente applaude, lo interrompedi frequente per porgli domande, ivolontari della coop Agropoli chegestisce il ristorante gli passano iltestimone «della rivoluzione». Elui, che ha «mosso le montagne» edè così stanco da «non ricordarenemmeno che giorno è oggi» lo rac-coglie volentieri. Da qui, dalle terredescritte come «mondi chiusi, main realtà ricche di voglia di rinasce-re, parte la rivoluzione della legali-tà, della trasparenza, del rispettoreciproco e della non violenza». Lavoce gli si incrina quando ammettedi essere a Casale «per rendere ono-re a don Peppino Diana, uno deigrandi martiri della nuova Italia: le

mafie - scandisce - possono distrug-gerli fisicamente, ma non riusciran-no mai a demolire il loro lascito mo-rale. E, lasciatemelo dire, sono quianche per ripristinare l’onore deicasalesi onesti, che sono il 99%. Glialtri non hanno avuto il coraggio difarlo. Hanno ricandidato uno (l’exconsigliere Roberto Conte, ndr)che è stato addirittura sospeso per-ché condannato per concorso ester-no in associazione mafiosa. È gra-vissimo: è un messaggio devastan-te che denota un comune sentirecon i poteri criminali». E via, a pas-so di carica, per le strade di Casaleintorpidite dalla controra. Il corteoattraversa il corso, fa tappa nel bardove l’imprenditore dei rifiuti Mi-chele Orsi comprò una coca cola pri-ma di essere crivellato dai sicari diBidognetti, sconfina nella vicinaSan Cipriano, nella sede di Rinasci-ta Sanciprianese, la «lista degli one-sti», come la chiama Lorenzo Dia-na, ex commissario antimafia oggicandidato al consiglio regionalecon Idv. Promette: «Non sarete maipiù soli. Il mio slogan è: cambieràtutto. Per me, significa soprattuttomantenere la parola data». ❖

SALVATOREDEMEO

100EUROUNVOTO

[email protected]

Voto pulitoIl Pd campano, guidato da Enzo Amendola, haincontrato il prefetto di Napoli: ha chiesto piùcontrolli ai seggi contro il mercato di voti.

Carfagna contro «turismo politico»«Noi non abbiamo fatto turismo politico». LaministroMara Carfagna, capolista Pdl a Napoli, nonha preso bene la visita di De Luca a Casal di Principe.

Sandra Lonardo torna a casaÈ sospeso da oggi al 30marzo, il divieto didimora in Campania per Sandra Lonardo,candidata al Consiglio regionale con l’Udeur.

L’ex assessore all’Urbanisticacandidato sindaco per contodi Fazzone, ha rilasciato leconcessioni edilizie all’Arco-baleno srl, che riciclava per ilpotente clanMallardo.

«A Scampia la camorra compravoti per cento euro». Lo ha di-chiarato il candidatodelcentro-sinistra De Luca ieri sera duran-te unamanifestazione nella cit-tà di Caserta.

P

DeLuca chiudeaCasal di Principe«La camorrasi batte col lavoro»

CASALDI PRINCIPE (CE)

«Con l’azzeramentodei fondi Fas il governoci ha messo in ginocchio»

PARLANDO

DI...

Culturalibera

Nelle terre dove domina la ca-morra e dove il sottosegretarioall’Economia Nicola Cosentino(indicato da diversi pentiti comevicino ai clan) ha un vasto segui-to, il candidato del centrosini-stra parla di occupazione.

MASSIMILIANO AMATO

La critica

13SABATO

27MARZO2010

Bisognava boicottare il made inChina, salvaguardare le nostreimprese dalla concorrenza slea-le, difendere i diritti dei nostri la-voratori, produrre sul territorioa chilometro zero, mettere dazicontro Pechino «perché la no-stra terra non è in vendita», per-ché noi non possiamo esportareverso la Cina «se non a prezzo diun enorme dazio, invece le im-prese cinesi possono esportareda noi senza dazi».

Bisognava mobilitarsi per dire«No all’invasione di merci cine-si» e farne un cavallo di battaglia

elettorale. Ma a ben guardare leetichette si scopre che i gadget del-la Lega sono prodotti nella Repub-blica Popolare: con tanto di“made in China”, come si vede dalportachiavi nelle foto. Che è solouno tanti regalini da distribuirenei gazebo per ricordare agli elet-tori di mettere la X al posto giusto,di dare il voto a chi difende l’italia-nità dalle invasioni extracomuni-tarie.

SOUVENIR

Sono tanti i souvenir elettorali pa-dani. Forse il Carroccio è il partitoche ne distribuisce di più: si va daiportachiavi, ai cappellini, le sapo-nette, le salviettine e i disinfettan-ti anti-immigrati, fino ai poster«Immigrati clandestini torturali, èlegittima difesa».

Adesso però i leader della pada-nia dovranno spiegare ai loro elet-tori come mai si sono serviti delletanto odiate aziende cinesi perprodurli. Coma mai non abbiano

fatto lavorare i lavoratori e le im-prese padane. E dovranno dirloanche ai giovani padani, che deidazi a Pechino avevano fatto unadelle loro battaglie. Una mobilita-zione che partì tempo fa su ispira-zione del ministro Tremonti.

VISITORS

Per le elezioni europee del 2009venivano affissi manifesti o distri-buiti regalini come i sottobicchie-ri «Cin Cin, cinesi no grazie»; men-tre oggi nelle regioni di sinistra sidice che «per togliere i gialli pri-ma bisogna togliere il rosso», rife-rendosi ovviamente ai comunisti.E in questi giorni a Prato, dove lapresenza cinese è forte, radicata e

ROMA«Noi siamo prima di tutto contro

questo bipolarismo e quindi per depola-rizzareilsistemapolitico.Bastaconlapoli-tica intesa come lotta amorte tra poli». Èla tesi di Rocco Buttiglione, dell’Udc. «Sela Lega straripa - ha sostenuto Buttiglio-ne a Rovigo - in contemporanea al pro-cesso di decomposizione in atto del Pdl,ci saranno ripercussione sul partito e an-chesulGoverno.L'Udcdi fronteaquestafasecriticadelcentrodestrasiponerilan-ciando la visione di un partitomoderatoecentristachepropugnaun'altrapolitica,lontanadallarabbiaadallarissa.Buttiglio-ne è preoccupato soprattutto dal partirodiBossi«chenonsaràlanuovaDc.LaDc-ha concluso Buttiglione -mediava tra lo-cale e nazionale, la Lega è campanile».

Una borsa con il simbolo della LegaNord Unportachiavi «leghista» e unmanifesto contro lemerci cinesi

Succede in «Padania». La Legadiffonde slogan xenofobi co-me «cin, cin cinesi, no grazie»,ma poi si scopre che i gadgetdel Carroccio sono «made inChina». E poi difendono le im-prese «padane».

Buttiglione temeche vinca il Carroccio«Non sarà la nuova Dc»

pDifendono le imprese «padane» e gridano contro gli immigrati: cinesi? Nograzie

pManei gazebo del partito di Bossi ci sono cappellini e portachiavi arrivati da Pechino

In Veneto giocano unacampagna elettoraleda Prima Repubblica

Ora legale

GIUSEPPE VESPO

NORD-EST

Bortolussi (Pd)

PrimoPiano

Sorpresa:made inChinai gagliardetti della Lega

14SABATO27MARZO2010

«Alfabeto Bonino». È il titolo del li-bro, a cura di Cristina Sivieri Taglia-bue (Grandi passaggi, Bompiani, 14euro) nel quale la candidata del cen-trosinistra nel Lazio spiega il suoprogramma elettorale. Ieri Emmaha, in esclusiva per l’Unità, sintetiz-zato in un mini-vocabolario i temidel suo alfabeto politico

Acome Astensionismo, che fati-co sempre a capire, ma domani

in particolare.

Bcome Banda del Buco, o meglioil buco della banda ripianato

con grandi sacrifici.

Ccome Citofono, che se suonapotrebbe esserci Berlusconi.

Dcome Diritti, che abbino alla Ddi doveri.

Ecome Economia verde, il futu-ro energetico su cui punto; e

come Europa, di cui il Lazio ha mol-to bisogno.

Fcome Fede, nella democraziae nella laicità delle istituzioni.

Gcome Grazie, a tutti quelliche hanno messo passione in

questa campagna.

Hcome Hi-Tech, perché il futu-ro del Lazio si gioca sulla sua

capacità d’innovare.

Icome Illegalità , che ha contrad-distinto questa campagna eletto-

rale.

Lcome Lista Bonino-Pannella;ma anche Lazio, Legalità , La-

voro: tre parole chiave del mio pro-gramma

Mcome Motivazione e Merito-crazia, che dovranno essere

alla base di tutte le nostre scelte.

Ncome Nucleare che nessunovuole eccetto Scajola.

Ocome Operazione verità ,quella che voglio fare sulla

sanità .

Pcome le Pmi, cuore pulsantedell’economia laziale.

Qcome Qualità della vita, cheva migliorata nella sua quoti-

dianità.

Rcome Riscossa, quella che cideve far risalire la china, a

partire dal Lazio.

Scome Salute, in cima alle prio-rità del mio programma.

Tcome Trasparenza, che ci do-vrà essere in ogni settore del-

l’attività regionale.

Ucome Urbanistica basata sul-l’equazione eco quartieri-effi-

cienza energetica-bioedilizia.

Vcome Valorizzare le potenzia-lità del Lazio a cominciare

dalle sue eccellenze nel campo del-la ricerca.

Zcome Zapping, quella chedobbiamo fare quotidiana-

mente per sfuggire all’invadenzadel Premier.

dove molte aziende - in nero - fan-no concorrenza sleale al tessile ita-liano, circolano delle vignette incui i cinesi sono raffigurati come iVisitors - il telefilm sugli invasorialieni che mangiavano i topi - So-no i «V-cinesi»: un po’ Wc un po’alieni.

LAPOLEMICA

Adesso, forse per via della crisi,anche il Carroccio ha ripiegato sulmade in China. Succede con i por-tachiavi ma succede anche con icappellini del ministro Zaia, can-

didato alla guida della RegioneVeneto. Su qyesti temi, contro iltitolare dell’Agricoltura recente-mente ha polemizzato il candida-to del Partito democratico alla pre-sidente della Regione, GiuseppeBortolussi, che ha denunciato la«campagna elettorale dopata» del-la Lega Nord. «In Veneto - ha det-to nei giorni scorsi Bortolussi - stia-mo assistendo ad una campagnafuori da ogni regola». C’è «un usoquantomeno disinvolto dei soldi edei mezzi pubblici che ci riportaalle peggiori campagne elettoralidella Prima Repubblica». Il riferi-mento era agli accertamenti predi-sposti dalla magistratura su «IlWelfare», una rivista edita da Fe-dersanità, che ha recentementededicato a Zaia un bel po’ di spa-zio con un opuscolo a spese del mi-nistero dell’Agricoltura.

«Mi chiedo se agli elettori leghi-sti piacciono queste cose - si è do-mandato il candidato del Pd - Lefelpe, le torce, le carte da gioco, ilecca lecca verdi. A quando la scar-pa sinistra prima del voto e quelladestra dopo? Mi chiedo soprattut-to come può piacere una campa-gna fatta secondo i metodi di“Roma Ladrona”, per citare unodegli slogan più utilizzati dalla Le-ga. Sono esempi di un modo di fa-re, che dimostrera solo una cosa:che la campagna è dopata e che ilVeneto non merita questa classepolitica».❖

Foto di Claudio Peri/Ansa

Sit-in con Emma Bonino davanti alla Rai

www.leganord.org

IL CAVALIERE ECOLOGISTA

TUTTOSULLA LEGADI BOSSI

Mini-dizionario

Vasco Rossi, Dario Fo, Alessia Fi-lippi, SilvioOrlando. Sono i contributi diesponenti del mondo dello spettacoloe dello sport che hanno arricchito la«maratona»oratoriachehavistoprota-gonista ieri pomeriggio EmmaBonino,impegnatasullefrequenzediRadioRa-dicale. Un filo diretto durato quasi treorenelcorsodeiquali sisonosussegui-ti anche collegamenti con Radio CittàFutura, Radio Popolare Roma, Ecora-dio, Sky Tg24, Rainews24, Current Tv,RadioRadio e YouDem. Rossi, Fo, Filip-pi e Orlando hanno espresso il loro so-stegno alla leader radicale nella corsaalla presidenza della Regione. È statoMassimoBordina leggereilmessaggioinviato dal «Blasco»: «Invito i cittadinidel Lazio a votare EmmaBonino e la li-sta Bonino-Pannella. Posso garantireonestà,rigoreel'affidabilitàditutti iradi-cali».

IL LINK

Bonino: ecco come

cambierò il Lazio

dalla A alla Zeta

Dario Fo e Vasco Rossiin campo persostenere la candidata

«Gli alberi stannomoltoa cuo-

re a Berlusconi». A sottolinea-

re la sensibilità ambientale del

premier è il ministro dell'am-

biente Stefania Prestigiaco-

mo.

PSi è chiusa sulle note di «Bella ciao», accompagnata dalle note della FantomatikOr-

chestra, la campagna elettorale di Claudio Burlando per le regionali in Liguria. Un corteocoloratochehainvasopiazzaDeFerrari, conunsensodi fiduciaedivogliadipartecipazio-ne che da temponon si respirava nel centrosinistra.

ROMA

RADIO RADICALE

PARLANDO

DI...

Bella Ciao

a Genova

EMMA BONINO

15SABATO

27MARZO2010

CaraUnità

La satira de l’Unità

Luigi CancriniDialoghi

Il voto a Torino e in Piemonte

RISPOSTA Lo scontro fra la Bresso e Cota a Torino è molto di più,oggi, che lo scontro fra due idee sul governo della Regione. La Lega diCota è quella dei riti barbari sulle sponde del Po’, dei sindaci che neganoil pasto ai bambini e che propongono la caccia casa per casa agli emigra-ti. E’ un insieme disordinato di rigurgiti razzisti e di ignoranza crassa deiprocessi economici in atto nel nostro paese. Riccardo Staglianò ha de-scritto in un bel libro intitolato “Grazie” (Chiare lettere, 2010) il contri-buto (essenziale almeno quanto quello dato negli anni del boom daimeridionali che oggi votano a Torino) che il lavoro degli emigranti dàall’economia complessiva del nostro paese e dei cittadini di quella che lapropaganda leghista chiama Padania. Non saperlo perché si è stupidi ofar finta di non saperlo perché si vogliono imbrogliare i cittadini chevotano è comunque indegno di chi si candida a governare Torino e ilPiemonte. Che il nostro diventi o no davvero il paese razzista, intolleran-te e cretino tanto sognato dalla destra italiana dipende soprattutto daquello che accadrà in questa Regione: domani e lunedì.

CaroMarcello prima di votare domenica va su "Google", digita "non siaffitta aimeridionali" e pensa a quanto hanno subito i "nostri" genitorie nonni quando con le famosevaligie di cartonearrivaronoal Nord. Leparoled'ordine e l'odio anti immigrati di oggi sonogli stessi chehannoaccolto e subíto i nostri allora.

LETTERA FIRMATA

La pensioneche non arriva

Ho55anni. Primo impiego a tempo

indeterminato dal 23 agosto 1973,

precedentemente 5 mesi di impie-

go a tempo determinato. Sono an-

datoinmobilitàdalgiugno2006,ta-

le mobilità è terminata il giugno

2009. Homaturato 40 anni di con-

tributi lavorativi a marzo 2009, ri-

scattando 3 anni e 9mesi di contri-

butiagricoli. Laprimafinestraper la

pensione da autonomoeradal 1 ot-

tobre 2009, ho richiesto però di ot-

tenere il pensionamento da dipen-

dente,devoquindi riconvertire i3an-

ni e9mesidaautonomoadipenden-

te.Laprimafinestrautileperilpensio-

namento da dipendente è gennaio

2010. Ilproblemaèrappresentatodal

fattoche l’inpsnondisponedellapro-

cedura per effettuare i conteggi, so-

no, quindi ormai 9mesi che non per-

cepisco “mobilità o pensione”. L’uffi-

cio inps continua a rispondermi che

nondisponedellaprocedura,edioso-

nosenzasoldi. Lasituazionesistaag-

gravandovistochehoacarico2miei

figlienonriescoagarantire loro i ser-

vizipiùbasilari.Comedebbocompor-

tarmi? A chi debbo rivolgermi?

GIANFRANCOCECI

Diciamolo con chiarezza!

Finalmente! Brava Concita! Diciamo-

lo che siamo stufi di questo storico

fiancheggiamento da parte della

Chiesadidittatorietiranniechelape-

dofilia nella Chiesanonèun fenome-

no solo di ieri ma anche di oggi. Gri-

diamolo ai quattro venti che questi

Papi e cardinali hanno appoggiato

sempre Hitler, Salazar, il governo di

Vichy,Mussolini,Petain,Franco,Pino-

chet e i colonnelli greci, hanno sem-

pre lottato contro l’uso della ragione

econtro il relativismoe l’illuminismo.

Diciamoloche rispettiamo tutte le fe-

die lereligionimachevogliamoesse-

re rispettati tutti noi comecittadini di

uno Stato laico e indipendente. Se

non dimostriamo questo coraggio

che è poi il nostro diritto non abbia-

mo titolo a pretendere la laicità dello

Stato. Lo spirito di Porta Pia non è

mortoeloStatodelPapaRenonrisor-

gerà. Voglionodare unamanoaBer-

lusconi nelle elezioni, bene che lo di-

cano apertamente: vogliamo appog-

giareunPresidentechestadivorzian-

do, che circuiscecon il poteredei sol-

di leminorenniechesiporta leputta-

ne a letto, che evade il fisco, che ha

corrotto giudici e funzionari, e che si

ritiene al disopra della legge e delle

istituzioni. Lo debbono riconoscere

apertamente!

GIUSEPPE ZANECCHIA

Un piccolo nullatumultuoso

Mi è sembrato l’incubo di un sogno,

ma ugualmente mi sono stati suffi-

cienti trenta secondi, poi ho cambia-

tocanaleperchéuncaloremiè salito

dal petto alla gola: si chiama indigna-

zione.Mi ha indignato vedereunpic-

colo«nulla tumultuoso»chemostra-

va, innomediciòchenonconosce, la

sua boccamodellata dall’ingordigia,

emettere inveceurla scomposte che

invadevano tutto il suovisogonfian-

dolocomequellodiunrospochesta

per scoppiare di odio, autoalimenta-

to dall’ambigua percezione (finzio-

ne?)diesseresempreportatoredive-

rità indiscutibili.

IGNAZIO MONTERISI

L’aborto e gli oboli

SiamoinpochiapensarecheilCardi-

nale dice "aborto" ma intende oboli

da incassare dalla giunta di destra,

sottraendo risorse per i servizi alla

generalità dei cittadini? Ecco un

buonmotivo inpiùpervotareEmma

Bonino!

MINISTERODELLA SALUTE

Quell’ordinanzasugli additivi

In relazione a quanto riportato dal-

l’articolo di Cristiana Pulcinelli

“Niente additivi in cucina? I cuochi

controildecreto”pubblicatosull’Uni-

tàdel22marzoprecisiamo:èscorret-

toassociare l’ordinanzaadunaparti-

colare modalità di cucina quale ap-

punto quella molecolare. L’ordinan-

zadelMinisterodellaSalutenonèun

ostacoloalla libertadisperimentazio-

ne nel settore della ristorazione, ma

miraaregolamentarel’usonellacuci-

na italiana di additivi, che se usati in

modo improprio possono arrecare

un danno alla salute dei consumato-

ri. Gli additivi vietati nell’ordinanza

sonosìautorizzatia livellocomunita-

rio, ma per essere impiegati devono

rispettare rigidedosid’impiegoede-

vonoesserenecessaridaunpuntodi

vista tecnologico.

MARCO

VIABENAGLIA, 25 -00153 [email protected]

Forum

virus.unita.it

www.unita.it

16SABATO

27MARZO

2010

RAIPERUNANOTTEEVENTOBELLISSIMOSTECCA DI LUTTAZZI

Sms

SANTORO, SPERANZA E LIBERTÀ

Che serata piena di speranza e libertà!Grazie ad AnnoZero E Santoro! Mi rac-comando popolo di sinistra andiamoa votare!FIORELLA (VIAREGGIO)

SANTORO, LA TV

Raiperunanotte. Una Tv che vorrei ve-dere anche di giorno, tutti i giorni.ALFREDO (MODENA)

SANTORO, BELLO MAATTENTI

Una bella serata d’informazione giove-dì. Una sola nota: ricordiamo a Trava-glio che l’obiettivo da sconfiggere èBerlusconi, non il Pd o il Presidentedella Repubblica.PAOLA (RE)

LEGACORRESPONSABILE

Vorrei ricordare a chi, deluso dal Pdl,dice che voterà lega x protesta, che an-che la Lega è stata al governo in questianni e che è corresponsabile dello sfa-scio di oggi.CARMEN (TORINO)

LACHIESA EUN PIATTODI PASTA

La Chiesa dà indicazioni di voto a favo-re della destra, ma fa finta di non ricor-dare che a destra c’è un partito che è laLega i cui rappresentanti comunali ne-gano un piatto di pasta ai bambini piùbisognosi. Come la mettiamo sig. Ba-gnasco?REMO

I CONTI DI CALDEROLI

Calderoli ha bruciato 375mila leggiinutili da lui personalmente seleziona-te. Dedicando una media di almenodieci minuti di lettura per legge ci sa-rebbero voluti almeno sei o sette anniper vagliarle. Calderoli ci ha racconta-to 375mila balle preelettorali.ALE

AMORE EODIO

I berluscones chiamano «amore»l’adorazione e l’adulazione servile del-le anime semplici, bisognose di un ca-po, «odio» e «invidia» il disprezzo el’umana pietà degli esseri pensanti neiconfronti dell’opulento e narcisistacondottiero.GIANCARLORUGGIERI (REGGIO EMILIA)

QUELLAMULTARAI

Le multe per le violazioni Rai le pa-ghiamo noi o il premier visto che lofavoriscono? Italia sei desta?ARMANDO

L’OPERAIO SUICIDA

Vorrei chiedere a Silvio Berlusconichissà come si sarà visto allo specchiol’operaio di Frosinone prima di ucci-dersi.BIAGIO

Mario il barbone ha passato 3 mesi in car-cere per aver rubato un pezzo di pane inun supermarket. Il 76enne Romeo inve-ce, aveva occupato abusivamente d’in-

verno una spiaggia con gli ombrelloni. Carlo, 65 an-ni, ha passato Natale in cella per aver rubato corren-te dall’illuminazione pubblica. Sono questi i casiche, quotidianamente, affronta chi si occupa di car-cere. Situazioni ormai sempre più frequenti con unapopolazione carceraria arrivata in tutta Italia ad ol-tre 66mila unità e che, ad esempio, nel Lazio ha sfon-dato da pochi giorni la fatidica quota seimila.Un’emergenza figlia di una politica che punisce colcarcere ogni condotta illecita e confermata dai nume-ri: se i reati gravi diminuiscono ma i detenuti cresco-no in maniera esponenziale, qualcosa non torna. Poise a tutto ciò si aggiunge che, come nel Lazio, il 50%dei reclusi è in attesa di sentenza definitiva, l’impres-sione che se ne ricava è che il giocattolo si sia irrime-diabilmente rotto. La soluzione del governo control’emergenza è il «Piano carceri» che, nelle intenzionidel Ministro Alfano, dovrebbe risolvere il sovraffolla-mento con quattro mosse: 1) Stato di emergenza peril 2010; 2) Aumento della capienza degli istituti di21mila unità; 3) Assunzione di 2.000 agenti peniten-ziari; 4) Detenzione domiciliare per chi ha una penainferiore a un anno e affidamento in prova per chi èin attesa di giudizio con reati fino a 3 anni.

Il Piano è fatalmente destinato a fallire. La costru-zione di nuovi istituti potrebbe essere utile se servis-se a sostituire carceri ultracentenarie e fatiscenti, co-me Regina Coeli, che non garantiscono condizioniminime di vivibilità e violano il dettato Costituziona-le in materia di pena. Il ministro ha detto che in 20mesi i posti sono aumentati di 1.600 unità, 80 almese, mentre i detenuti crescono di circa 700 unitàmensili. Con la stessa velocità, per realizzare i postiprevisti occorreranno 20 anni: nello stesso periodo idetenuti saranno arrivati ad oltre 160.000. Le assun-zioni copriranno solo i pensionamenti dimentican-do che, per far funzionare le carceri, occorrono mi-gliaia di nuovi agenti, educatori, assistenti sociali epsicologi. Le pene alternative non influiranno sullapopolazione detenuta, perché già oggi i condannatinon recidivi con pene fino a 3 anni possono averedei benefici. La vera soluzione passa dall’abolizionedelle leggi che producono carcere e dal rilancio del-le misure alternative, oggi in crisi per carenza dimezzi e normative adeguate. Accanto a ciò, occorrela radicale riforma del codice penale, con il ricorsoal carcere per i reati più gravi e un sistema di penealternative per le categorie disagiate (tossicodipen-denti, malati psichici, stranieri senza permesso disoggiorno); un meccanismo che ridurrebbe i detenu-ti senza danno per la sicurezza dei cittadini.❖

CARCERI, IL PIANODELGOVERNO

DESTINATO A FALLIRE

LO SHOW DEL COMICO

NONHAFATTORIDERE

GARANTE DIRITTI DETENUTI REGIONE LAZIO

La descrizione realistica di un coito anale,in letteratura, non determina né impedi-sce il capolavoro. Dipende dalle parolescelte dallo scrittore, dalla scrittrice, dal-

la necessità della scena, dal suono, dal senso, dal-la distanza dello sguardo. Che cosa vede, non ve-de, immagina, fa immaginare. Una sequenza disesso in cui una donna viene penetrata da terganon trasforma un film bello in un film porno. Unmonologo teatrale in cui si reciti il più dettagliatodei resoconti erotici estremi può essere potente ecatartico, commovente come una messa cantata.Da Plauto ad Artaud passando per Benigni e Paso-lini. L’arte gode di un privilegio che si chiama li-bertà espressiva. Non ci sono argomenti tabù oparole vietate. La televisione, e tutto quello che cifinisce dentro, invece, obbliga alla moderazione,al taglio dei picchi, alle cautele. Forse nel corso diquel bellissimo evento che è stato Raiperunanot-te, esempio di resistenza civile al monopolio degliamici del padrone delle tivvù, Daniele Luttazzinon si è ricordato che sarebbe finito, anche se tra-sgressivamente, nel caro vecchio elettrodomesti-co, si è sentito in teatro, dove, in effetti, era. Harecitato un brano dal suo spettacolo, circondatoda spalti gremiti di pubblico plaudente.

Secco, esplicito, ha inanellato tutta la schiumanera dei fatti di cronaca politica, tutti le tragicheanomalie cui siamo sottoposti da anni. Era effica-ce. Anche se non faceva ridere. Cioè: provocavaquel tipo di risata nervosa cui ci si consegna senon si vuole piangere. Poi, come un Pulcinellastanco di non capire, si è domandato come mai lamaggioranza degli italiani si ostini ad approvarechi lo sta fregando (Berlusconi). E qui è partito,per libera associazione gergale, un paragone infe-lice: il popolo sarebbe contento di farsi prenderedal posteriore così come una donna che si sottopo-ne alla penetrazione «contronatura», prima conpreoccupazione e resistenza fisica, poi con godi-mento masochista. La descrizione della pratica,dettagliata e realistica, ha gelato una bella percen-tuale dei sorrisi presenti in sala. L’intimità di unteatrino off avrebbe consentito la risata liberato-ria in cui sfocia, spesso terapeuticamente, l’imba-razzo. Ma la dimensione non era quella. Luttazziha preso una stecca. Poco male: la serata era unasinfonia di umori diversi e ben armonizzati. Dalladenuncia all’analisi, dalla satira (che sempre na-sce da un profondo disagio) alla rivolta morale.Naturalmente quelli che non sopportano Santoroe tutti gli altri solisti della banda dei «non allinea-ti», fingono di aver sentito soltanto la stecca. Me-glio per loro.

wwwlidiaravera.it

SCRITTRICE

cellulare3357872250

Angiolo MarroniLidia Ravera

La tiratura del 26 marzo 2010 è stata di 130.819 copie

NECESSARIE RIFORME

EMISUREALTERNATIVE

17SABATO

27MARZO2010

GIORNALISTIIL PECCATODELLA VERITÀ

Il 3maggio, con unminuto di silenzio, sarannoricordati tutti i giornalisti uccisi. Con 28morti in20 anni l’Italia è al primo posto tra i paesi europei

Tra il 2008 ed il 2009, spie-ga un rapporto dell’Une-sco, sono stati uccisi cen-toventicinque giornalisti

in 27 Paesi del mondo. La classifi-ca dei paesi più pericolosi mette intesta alla lista luoghi lontani, di-sperati, spesso offesi da guerresenza rimedio: le Filippine, l’Iraq,la Somalia... Ma il dato più spieta-to di quel rapporto è un altro: simuore anche dove ci sono pace edemocrazia, si muore per un’in-chiesta giornalistica troppo docu-mentata, per un’intervista fattasenza il dovuto garbo, per una no-tizia svelata, una menzogna de-nunciata. Nel 60% dei casi non sitratta di corrispondenti o inviatidi guerra ma di cronisti locali, de-cine di giornalisti messicani, russi,colombiani, georgiani... Nomi estorie da impiegati, vite trascorsenella penombra di redazioni diprovincia, gente comune abituataa raccontare fatti, non a scriverein bella copia. Ammazzati, tutti.

Millecinquecento giornalistipassati per le armi in vent’anni. InEuropa, il primato è nostro: in Ita-lia ne hanno uccisi ventotto. Ma-fie, camorre, guerre, terrorismo,fascismi. Da Piero Gobetti, am-mazzato di botte dai fascisti nel’26, a Enzo Baldoni, freelance ucci-so in Iraq cinque anni fa. Al bollet-tino di guerra andrebbe allegato ilrapporto di Ossigeno, l’osservato-rio della Federazione della Stam-pa e dell’Ordine dei Giornalisti suicronisti sotto scorta e sulle notizieoscurate in Italia con la violenza.Sono oltre duecento i giornalistiitaliani, negli ultimi tre anni, chehanno ricevuto intimidazioni o su-bito aggressioni. Una decina di lo-ro vive stabilmente sotto scorta.Non per vezzo ma per necessità.La regione d’Europa dove s’è con-centrata la più alta densità di gior-nalisti ammazzati è la Sicilia: otto,in una trentina d’anni. Un solomandante, la mafia. Un solo pec-cato, la verità.

Il 3 maggio sarà la giornatadedicata ai giornalisti caduti in tut-to il mondo, e potremmo cavarce-la, come chiede l’Unesco nel suorapporto, con un minuto di silen-zio in tutte le redazioni per ricor-dare quei morti. Ma siccome sia-mo in Italia, dobbiamo a quei mor-ti un supplemento di onestà spie-gando che questo paese, oggi, nonè degno di loro. Da un mese il go-verno impone i suoi cinegiornalidi regime e le sue censure sull’in-formazione politica, pretendendo

di risolvere la presunta faziositàdei talk show con l’obbligo del si-lenzio. Se in gioco ci fossero sol-tanto una manciata di voti per leelezioni regionali, qualche candi-dato oscurato e qualcun altro cele-brato, sarebbe la solita fiera di pro-vincia, il solito tintinnio di sciabo-le di latta che in Italia precedeogni chiamata alle urne. Ma inquell’oscuramento dell’informa-zione, nei pellegrinaggi sul webdei giornalisti televisivi oscurati,in quel sapore da Agenzia Stefanidei TG nazionali c’è qualcosa dipiù e di peggio. Come se i giornali-sti che rischiano la pelle per rac-contare gli affari dei casalesi o deicorleonesi fossero solo una compa-gnia di guitti, come se i giornalistiammazzati per aver preteso di scri-vere e di dire la verità fossero lefigurine di una cartolina patriotti-ca, una pagina del risorgimento,cose vecchie e stinte e pure un po’noiose.

Lodicomeglio: in Italia per nonfarsi togliere dalla bocca o dallapenna una sola parola sono mortiin tanti, ma adesso qualcuno hadeciso che è possibile sopprimereper decreto non una ma tutte le pa-role e pretendere dal paese il silen-zio, il buio, il niente. Sarà che suqueste villanie batte spesso la no-stra lingua, ma quale altro paesesarebbe disposto a tollerare di por-tare sul palmo della stessa manoun giornalista di trent’anni con-dannato a morte dai camorristi eun uomo del governo che di que-gli stessi camorristi è consideratodai giudici prezioso amico? A chilo dedicheremo quel minuto di si-lenzio il tre maggio, a quelli comeSaviano che hanno messo nel con-to anche la propria morte, o a quel-li come Cosentino che nel contohanno messo solo la propria impu-nità? Che ce ne facciamo del rap-porto dell’Unesco se a noi italiani igiornalisti piacciono solo quandosi mostrano umili, devoti, obbe-dienti e rimminchioniti? Dite checosì non è? Che la schiena del pae-se è ancora dritta? Che i Minzoliniscorrono e passano e noi invece re-stiamo? Che domani, vincendo leelezioni da sinistra, avremo final-mente un CdA della Rai di spec-chiati professionisti, un’autoritàdi controllo di irreprensibili fun-zionari, una commissione parla-mentare di vigilanza super par-tes? Vabbe’, proviamo a crederci.Ma fino a quando non l’avremo fat-to, per favore, risparmiamoci il mi-nuto di silenzio per quelli che sene sono andati.❖

Ottobre 2006 Ai funerali di Anna Politkovskaya unagiovane porta un ritratto della giornalista

Claudio Fava

FURTIDIMEMORIA

18SABATO27MARZO2010

Non molla la presa il New York Ti-mes. Aggiunge un’altra denunciacontro l’attuale pontefice, Benedet-to XVI. Un altro colpo alla sua credi-bilità. Nel 1980 l’allora arcivesco-vo di Monaco di Baviera e Frisingamonsignor Joseph Ratzinger,avrebbe dato il suo assenso al tra-sferimento nella sua diocesi daquella di Essen di un sacerdote giàaccusato di aver abusato di minori,padre Peter Hullermann. Avrebbedovuto essere curato, sottoposto aterapia psichiatrica, evitando ognicontatto con bambini. Invece gli fuconsentito di svolgere «azione pa-storale» tra i giovani e tra i minori.Commise nuovi abusi.

LENUOVEPROVE

Il fatto era già noto. La stampa tede-sca lo già aveva sollevato lo scorso12 marzo. Vi era già stata una pun-tualizzazione del direttore della sa-la stampa vaticana, padre FedericoLombardi e una dettagliata notadella diocesi di Monaco che dandoconto degli spostamenti compiutida padre Hullermann, delle sue uti-lizzazioni, terminava liberando Pa-pa Benedetto XVI da ogni possibileresponsabilità. Benché titolare del-la diocesi Joseph Ratzinger era sta-to tenuto all’oscuro sulla utilizza-zione del «prete pedofilo». Tutta leresponsabilità se l’è addossatamonsignor Gerhard Gruber, l’allo-ra vicario generale dell’arcivesco-vo che ha ammesso l’errore e hachiesto scusa per quella errata deci-sione.

Una tesi che avrebbe voluto esse-re di definitivo chiarimento e che,invece, il prestigioso quotidianonewyorchese contesta. Il New

York Times con documenti inediti,la cui esistenza sarebbe confermatada due fonti ecclesiastiche, mostrache l’allora arcivescovo sapeva. Conun memorandum sarebbe stato mes-so al corrente del fatto che il sacerdo-te sarebbe tornato in parrocchia, an-che se aveva appena iniziato la tera-pia per controllare gli istinti pedofi-li. Una terapia rivelatasi infruttuosa,visto che successivamente Huller-mann fu condannato per aver mole-

stato bambini in un'altra parrocchia.È preciso il New York Times. La vi-cenda risale al 15 gennaio del 1980.In quell’occasione - chiarisce - l’arci-vescovo di Monaco, Joseph Ratzin-ger, presiedette una riunione in cuifu deciso il trasferimento del sacer-dote e fu tenuto al corrente sulla suanuova assegnazione.

Replica la Santa Sede con il diret-tore della Sala Stampa, padre Lom-bardi. Ribadisce la sua verità la dio-cesi di Monaco di Baviera. Ma il NewYork Times si sente forte della docu-mentazione in suo possesso. «L'arti-colo è frutto di un meticoloso lavorogiornalistico e di documenti, moltidei quali affissi sul sito web del gior-nale. Alcuni particolari sono staticonfermati dalla Chiesa e finora nes-suno ha messo in dubbio i fatti di cuiabbiamo scritto» replica a padreLombardi il portavoce del quotidia-no. Non avrebbe lanciato una secon-da bordata così diretta contro Bene-

detto XVI senza avere elementi preci-si. La prima l’ha lanciata mercoledìscorso. Dal suo sito web accusa il Pa-pa: quando era prefetto della congre-gazione per la dottrina della Fedeavrebbe «occultato» un altro caso dipedofilia, quella del sacerdote delWisconsin (Usa) padre LawrenceMurphy che dal 1950 al 1974 in unascuola cattolica per sordi avrebbemolestato 200 bambini. Nel 1996l’arcivescovo di Milwaukee, Rem-bert Weakland con due lettere ave-va denunciato il caso al cardinale Ra-tzinger prefetto dell’ex sant’Uffizio.Si era ipotizzato un processo canoni-co segreto. Poi dopo una lettera di«pentimento» inviata al cardinaledallo stesso Murphy questo non subìpiù alcun processo. La decisione èstata dell’allora segretario del dica-stero, Tarcisio Bertone. Era anziano,isolato e malato. Il prete pedofilomorirà dopo quattro mesi senza subi-re alcuna condanna. ❖

La storia

Foto Ansa

Il prete avrebbecommesso abusi anchenella nuova diocesi

Peter Hullermanntrasferito con l’assensodi Ratzinger

Gli abusi

IlNewYorkTimes incalza:il Papa sapevadel caso tedesco

La paginaweb del NewYork Time con la foto di Papa BenedettoXVI

Italia

Nuovo attacco al Papa mossodal New York Times. Con nuovidocumenti il quotidiano lo ac-cusa di aver coperto, quandoera arcivescovo di Monaco, unprete pedofilo. A Ratzinger sicontesta che non sapesse.

p Secondo attacco del quotidiano Usa dopo quello sugli abusi di padreMurphy su 200minori

p Prove documentate «Ratzinger coprì il prete pedofilo quando era arcivescovo diMonaco»

www.unita.it

[email protected]

ROBERTO MONTEFORTE

20SABATO27MARZO2010

La Chiesa fa quadrato attor-no al Papa. Il portavoce va-ticano, padre Lombarditorna a rispondere al NewYork Times e definisce

«una mera speculazione» la notiziariportata dal quotidiano. Nessuncoinvolgimento o copertura del pon-tefice quando era arcivescovo di Mo-naco di Baviera nei confronti del pre-te pedofilo Hullerman. Il direttoredella Sala Stampa vaticana rimandaalla «smentita pubblicata dall'arci-diocesi di Monaco». In sostanza siconferma quanto detto lo scorso 12marzo scorso, quando il caso fu solle-vato da un quotidiano tedesco. «L'ar-ticolo del New York Times non con-tiene alcuna nuova informazione ol-tre a quelle che la arcidiocesi ha giàcomunicato sulle conoscenze dell'al-lora arcivescovo sulla situazione delsacerdote H». Quindi si «rifiuta ognialtra versione» che sarebbe «meraspeculazione».

La Chiesa si stringe attorno a Bene-detto XVI. Non potrebbe essere diver-samente. Il problema della pedofilianella Chiesa è un cancro vero da estir-pare. È quanto ha chiesto con fermez-

za lo stesso Papa Ratzinger rompen-do omertà, resistenze e sottovaluta-zioni ancora presenti nella Chiesa.Continuando una battaglia difficile,iniziata da prefetto per la dottrinadella Fede con Giovanni Paolo II. Nel-la sua lettera ai cattolici d’Irlanda ilPapa invoca umiltà, oltre a severa au-tocritica, trasparenza e determina-zione nel contrastare il fenomeno,piena collaborazione con le autoritàcivili. Non sono ammissibili insabbia-menti per il buon nome della Chiesa.

Il Papa si sarebbe spinto troppo inlà per alcuni. Sarebbe stato troppodebole per altri. È quello che si respi-ra Oltretevere. La caduta di credibili-tà rischia di essere verticale e plane-taria, man mano che lo scandaloemerge. Questo preoccupa i verticidella Chiesa che si affidano al Papa.Non ha senso parlare di dimissioni diBenedetto XVI. Ma qualcosa è attesoche accada. Intanto si fa quadrato an-

che attorno alla via della tolleranzazero.

Non ha dubbi l'arcivescovo diWestminster, monsignor VincentNichols, capo dei cattolici di Inghil-terra e Galles. «La Chiesa non stacercando di insabbiare nulla» scri-ve al Times. Ribadisce che il cardi-nale Joseph Ratzinger «non è statoosservatore passivo» nel caso delprete americano denunciato dalNew York Times. Esprime la suavergogna e la sua rabbia. Annunciauna straordinaria «operazione tra-sparenza» sulla pedofilia nella Chie-sa.

«Vergogna e rincrescimento»esprimono anche i vescovi di Fran-cia. Riuniti nella loro assemblea ge-nerale inviano un «messaggio cor-diale di sostegno» al Papa. Sonoper la fermezza contro i preti pedo-fili. «Coloro che hanno commesso

questi atti - scrivono - sfigurano lanostra Chiesa, feriscono le comuni-tà cristiane e estendono il sospettosu tutti i membri del clero». Ma de-nunciano anche le strumentalizza-zioni: «Questi fatti inammissibili so-no utilizzati in una campagna perattaccare» il pontefice. Si fanno sen-tire anche i vescovi italiani. «È im-portante non cedere alla strategiadi chi vuole staccare il popolo daipastori, perché il tentativo è chiara-mente questo» dichiara l’arcivesco-vo di Firenze, monsignor Betori. «Èil coraggio del Papa che dà fasti-dio» commenta l’arcivescovo diChieti-Vasto, Bruno Forte. «Se ci sa-rà umiltà, la Chiesa uscirà più splen-dente che mai da questa guerra!»afferma il predicatore della Casapontificia, padre Raniero Cantala-messa.❖

La stampaLeMonde: lo scandaloinfanga i vertici della Chiesa

El Pais: silenzio di Ratzingersui 200 bambini abusati

Times, scrive l’arcivescovo:non stiamo coprendo nulla

IRLANDA

La polemica

Lettera ipocrita

Mea culpa per i criminicommessi per annidal loro fondatore

«Ratzingernondisse nulla sugli

abusi di 200 bambini. Il Vaticano af-

fermadi nonaver fattonulla contro il

pretepedofiloperchèvecchioemala-

to», scrive il giornale spagnolo.

Pubblicato un articolo dell'arci-

vescovo di Westminster, Vincent Ni-

chols: «La Chiesa non sta cercandodi

coprire alcunché, Il Papa ha assunto

una linea dura».

P

Quarta notizia in prima pagina.

«Lo scandalo degli abusi sessuali in-

fanga sempre di più il vertice della

Chiesa», scrive il quotidiano francese

citando il fattocheRatzinger informò

Giovanni Paolo II del caso.

Il Vaticano: tutto falsoVescovi francesi e inglesisolidali conRatzingerLa Santa Sede: il pontefice all’oscuro sul casoHullermanLettera dell’episcopato di Francia: «Proviamovergognae rammarico davanti a questi abominevoli atti»

I legionari di Cristo

Lenuoveaccuse rivolte al Papa

fannosembrare«ipocrite» ledi-

chiarazioni fatte nella lettera ai

cattolicid'Irlanda,hannodenun-

ciato due vittime irlandesi.

PARLANDO

DI...

ThomasDoyle

«Solo Dio può licenziare il Papa»: secondo padre Thomas Doyle, uno dei religiosi

americani in prima linea nella battaglia contro la pedofilia dei preti. La rabbia dei cattolici

sulleduespondedell'Atlanticopergliscandalisessualidelclerononpuòavereripercussio-

ni pratiche sulmandato di BenedettoXVI alla guida della Chiesa.

R.M.

21SABATO

27MARZO2010

Foto di Alessandro Bianchi/Reuters

«Quand’è per un Papa il momentodi dare le dimissioni? Di quanta au-torità gode ancora BenedettoXVI?». Le domande riecheggianoin un indignato commento del set-timanale Der Spiegel, pubblicato

nell’edizione online. Nel pezzo, inti-tolato «Signore, perdona la sua pa-zienza», si fa soprattutto riferimen-to alle responsabilità di Joseph Rat-zinger negli anni in cui guidava laCongregazione per la dottrina dellafede (1981-1996). «Nessuno nellaChiesa era informato più di lui sullareale estensione degli abusi sessua-li» scrive il settimanale di Amburgo.

IL TERREMOTO

E così dagli USA e dall’Irlanda le ac-cuse che coinvolgono direttamenteil Pontefice rimbalzano in Germa-nia, nella nazione in cui Ratzinger ènato ha intrapreso la carriera eccle-siastica.

Nessuno poteva immaginare unpaio di mesi fa, quando cominciaro-no a trapelare sui quotidiani di Berli-no le prime notizie circa abusi su mi-nori compiuti negli anni ’80 in una

prestigiosa scuola di gesuiti, che sisarebbe arrivati a questo punto: larichiesta a mezzo stampa di dimis-sioni del Papa. Lo scandalo si è allar-gato a macchia d’olio nell’arco di po-

che settimane.La lettera aperta con cui il rettore

del liceo Canisius invitava gli ex al-lievi a raccontare ciò che sapevanoha funzionato come un detonatorecatartico. L’ondata di testimonianzeha travolto il mondo delle istituzio-ni educative cattoliche.

TUTTI I CASI

Dal Canisius di Berlino all’Aloisiusdi Bad Godesberg, passando per va-ri istituti di Amburgo, Monaco, Hil-desheim, abbazie come quella di Et-tal in Baviera. Clamoroso è stato ilcaso della scuola dei giovani cantoridi Ratisbona per il coinvolgimentodiretto di Georg Ratzinger, fratello

San Pietro La protesta contro gli abusi sessuali compiuti da padreMurphy su 200bambini sordomuti

[email protected]

p Sondaggi amari Dopo lo scandalo solo il 39% si fida del pontefice. Si teme una fuga di fedeli

p Sullo Spiegel duro commento: «Di quanta autorità gode ancora Benedetto XVI?»

BERLINO

Denunce di abusinel periodo di direzionedi Georg Ratzinger

Italia

Chiesa tedesca, crolla la fiduciaEvocate le dimissioni del PapaScoppiato in Germania due set-timane fa, lo scandalo pedofiliaha avuto l’effetto di un terremo-to sulla Chiesa tedesca. La fidu-cia nel pontefice è in caduta li-bera. Lo Spiegel: quando è, perun Papa, tempo di dimissioni?

GHERARDO UGOLINI

Il coro di Ratisbona

22SABATO27MARZO2010

«Da cattolico giudicosbagliato parlaredi attacco anticlericale»Lo storico delle religioni: «Negare che esistal’omertà vuol dire chiudere gli occhi. La Chiesaa disagio nel dare una lettura civica del peccato»

Intervista a Franco Cardinimaggiore del pontefice e per decen-ni direttore musicale del coro. Il bi-lancio, certo non definitivo, ammon-ta a oltre 250 vittime che finora han-no denunciato di aver subito abusisessuali da bambini all’interno discuole cattoliche.

FEDELI SOTTO CHOC

Le accuse di omertà e insabbiamen-to, quando non di complicità, fannoemergere forti malumori nel varie-gato mondo del cattolicesimo tede-sco. Sono lontanissimi i tempi in cuil’elezione di Ratzinger a Papa veni-va salutata trionfalmente sulla co-lonne della Bild col titolo «Noi sia-mo Papa», che ricalcava lo slogan«Noi siamo il popolo» gridato nellepiazze all’epoca della riunificazionee suggeriva un’identificazione tral’intera nazione tedesca e il nuovopontefice. Oggi il rapporto di fidu-cia tra i tedeschi e le istituzioni eccle-siastiche è in caduta libera. Un son-daggio dell’istituto Forsa dice che so-lo il 24% dei cittadini si fida di Bene-detto XVI e appena il 17% della Chie-sa cattolica, con un crollo drammati-co consumatosi nelle ultime due set-

timane. Il quadro risulta ancora piùallarmante se si considerano solo icattolici: tra di loro la fiducia nel Pa-pa è passata dal 62% di fine gennaioal 39%, mentre quella verso la Chie-sa è scesa dal 56% al 34%.

Sarà poi interessante verificare laricaduta che lo scandalo pedofiliaavrà sul fenomeno della fuga dei fe-deli dalla comunità religiosa, untrend che per altro è già in atto daun po’ di tempo.

Lo scorso anno 120mila cattolicitedeschi hanno deciso di abbando-nare la Chiesa, e tutti gli osservatoriconcordano nella previsione che nelcorso del 2010 i transfughi sarannomolti di più. La fuga dei fedeli ha ri-svolti importanti anche sul pianoeconomico, visto il sistema di finan-ziamento delle confessioni religiosediverso da quello italiano. In Germa-nia non si dirotta l’otto per mille allaChiesa indicata, ma chi si dichiaraappartenente ad una confessione re-ligiosa paga extra una «tassa per laChiesa», pari all’otto per cento inpiù delle tasse. Meno fedeli significaquindi automaticamente meno sol-di.❖

Da cattolico, oltre cheda storico delle religio-ni, non mi sento di li-quidare le rivelazionidel New York Times

come un virulento attacco anticleri-cale. Così come penso che questerivelazioni non siano state accoltecon dispiacere da tutta la gerarchiadella Chiesa di Roma. C'è, infatti,chi chiede una “purificazione” in-terna, i colpevoli paghino il loro fio,e chi va al di là e evoca, più o menoesplicitamente, la questione del su-peramento del celibato ecclesiasti-co, uno degli ostacoli da rimuovereper arrivare all'unità delle Chiesecristiane». A sostenerlo è uno deipiù autorevoli storici delle religio-ni: il professor Franco Cardini. «Die-tro l'omertà di settori della Chiesain questa vicenda – riflette Cardini -c'è anche l'irrisolto problema diuna lettura civica del peccato. LaChiesa riconosce il peccato ma nonha ancora definito una sua letturacivica sul rapporto tra peccato e cri-mine. Il che manifesta la difficoltàdella Chiesa a fare i conti con la mo-dernità».Professor Cardini quale lettura dare

della vicenda-pedofilia che sta inve-

stendo i piani altissimi della Santa Se-

de?

«La questione non data l'oggi, sem-mai c'è da chiedersi perché esplodain questo momento».E qual è la sua risposta?

«Ha molto a che fare con la rozzez-za dei nostri giorni. Non tirerei inballo l'anticlericalismo. Il discorso èpiù complesso: in tempi di culturameno volgare, le polemiche nei con-fronti della Chiesa avrebbero tocca-to altri tasti, chiamato in causa altrechiusure o omertà. Davanti a una so-

cietà massificata, sempre più legataalle Tv e alla Rete ma sempre piùrozza, colpisce di più, fa più audien-ce tirar fuori argomenti, in questocaso la pedofilia o gli abusi sessualiperpetrati in seminario, che rientra-no in quella curiosità morbosa che èparte di questi tristi tempi. Va an-che detto, da storico, che abusi ses-suali, pedofilia, stupri, un vissutoviolento e deviato della sessualità,sono amplificati nelle società di uo-mini e donne chiuse, nella societàche hanno conventi, seminari cosìcome caserme e quant'altro. Un'am-plificazione che risulta ancor piùgrave, e fondata, quando riguardareligiosi escatologicamente deposi-tari di una Morale che non ammettedeviazioni. Mi lasci aggiungere unacosa che mi pare sia stata poco valu-tata».Quale, professor Cardini?

«Nessuno ricorda che già nel 2002 ifalchi dell'amministrazione Bush,come il vice presidente Cheney tan-

to per fare un nome, ispirarono gliattacchi contro la Chiesa cattolicaper casi di pedofilia che avevanoriguardato alcuni vescovi america-ni. L'intento era di mettere in diffi-coltà Giovanni Paolo II non certoper una qualche, inesistente, ac-quiescenza verso i colpevoli, maperché Giovanni Paolo II era l'uni-ca personalità al mondo di talespessore che si era pronunciatacontro l'infamia dell'attacco ameri-cano all'Iraq. Nessun parallelismocon quanto sta avvenendo oggi,ma per dire che, in generale, è co-sa buona e giusta guardare non so-lo la natura dello scandalo ma an-che chi lo suscita».LaChiesafaquadratocontroleaccu-

se del New York Times...

«Mi sarei meravigliato del contra-rio, ma questo non vuol dire, chefuori dall'ufficialità, non vi sia chi,dentro e fuori il Vaticano, non sistrappi poi le vesti talari perl'esplodere del “bubbone”. Pensoa chi invoca una “purificazione” in-terna e chi guarda più in là e evocauna tematica scottante: quella delcelibato ecclesiastico, uno degliostacoli più rilevanti da rimuove-re sulla strada dell'unificazionedelle Chiese cristiane. Non va pe-raltro dimenticato che il celibatoecclesiastico, altra cosa dal dog-ma della castità, è stato assuntodalla sola Chiesa cattolica e nondalla sua fondazione bensì nell'XI-mo secolo».Questavicendachiama in causaan-

che l'omertà presente nella Chiesa

su temi scottanti quali la pedofilia e

gli abusi sessuali.

«Negare che esista omertà vuol di-re chiudere gli occhi di fronte allarealtà. In questo atteggiamentoleggo anche un disagio della Chie-sa a definire una sua lettura civicadei peccati. Questione che non ri-guarda solo gli abusi sessuali. LaChiesa ha chiaro cosa sia peccatoma fa fatica a definire una lettura

civica del crimine. In questo c'è iltimore che i reprobi, se sottopostial giudizio della giustizia della so-cietà temporale, non vengano giu-dicati per il reato commesso maper la loro appartenenza alla Chie-sa di Cristo. Anche qui c'è un rap-porto non risolto della Chiesa conla modernità. Un rapporto che vadefinito al più presto».❖

FRANCOCARDINI

Il Vaticano

65ANNI

MEACULPA DELVESCOVO

«Fa quadrato

madietro l’ufficialità

c’è chi invoca

unapurificazione e chi

discute del celibato»

[email protected]

STORICO

Chi è

Il vescovo di Fulda, Heinz Josef

Algermissen, ha ammesso «pe-

santi omissioni» da parte della

Chiesacattolicanell'ambitodel-

lo scandalo degli abusi sessuali

suminori.

P

Il saggista che insegnastoriamedievale a Firenze

PARLANDO

DI...

Orfanotrofiotedesco

SpuntanoinGermanianuovicasidiabusisessuali suminorianche inunorfanotrofio

e inunacoloniascolasticanelloSchleswig-Holstein (Nord)gestitedallaChiesacattolica.Lo

hariportato ieri il quotidiano localeLuebeckerNachrichten, checita il portavocedelladio-

cesi di Amburgo. I casi sono già stati segnalati all'ufficio della Procura di Lubecca.

UMBERTO DE GIOVANNANGELI

23SABATO

27MARZO2010

Maramotti

«Io ero un bambino piccolo, non co-noscevo niente. Stavo alle medie,c’era gente che bestemmiava e io miandavo a confessare perché solo ilsentirle... Ruggero mi fece metteresul bordo del divano e cominciò apalparmi...».

Ruggero è don Ruggero Conti, exparroco della Natività di Maria San-tissima, nella periferia di Roma, ar-restato il 30 giugno 2008 e tutt’orasotto processo con l’accusa di mole-stie. Chi parla (a verbale, davanti alpm Francesco Scavo) è invece unadelle sette piccole vittime che han-no trovato il coraggio di salire sulbanco dei testimoni. Un caso finitosu tutti i giornali, anche perché donRuggero era garante per la famigliadel neosindaco Alemanno, che è sta-to citato come teste dalla difesa.

«Prima di rivolgerci ai carabinie-ri, abbiamo bussato a tutte le portepossibili in Vaticano», racconta Ro-berto Mirabile, presidente dell’asso-ciazione La Caramella Buona, chefin dall’inizio ha affiancato le vitti-me nel percorso di denuncia. È unsacerdote, don Claudio, a contattar-lo. Raccolti i primi riscontri, comin-cia il pellegrinaggio dalle alte gerar-chie. Monsignor Rivella, Don Pom-pili, portavoce della Cei, monsignorParmeggiani, all’epoca segretarioparticolare di Ruini, il cardinale Co-mastri, ora vicario del Papa, padreLombardi, direttore della SalaStampa Vaticana. «Li abbiamo in-contrati tutti, per ultimo monsi-gnor Charles J. Scicluna, il pm delSant’Uffizio».

È il 18 luglio 2007 (don Ruggeroverrà arrestato solo un anno dopo,gli ultimi presunti abusi risalgano

al marzo 2008) l’incontro dura circa45 minuti. «Ci è stato ad ascoltare,poi ha preso i fogli che avevamo por-tato e si è alzato: “Vado a chiedere seci sono notizie su questo sacerdote”.È tornato un quarto d’ora dopo, di-cendo che non risultava nulla: “Secredete, rivolgetevi alla giustizia”».«Non era certo quello che ci aspetta-vamo», racconta Mirabile che orachiede di incontrare il Papa: «Non cisono solo gli Stati Uniti, mi chiedo co-me è possibile che non risultasse nul-la visto su don Ruggero che all’epocail vescovo da cui dipendeva era già aconoscenza dei fatti». Gino Reali, il

vescovo di S. Rufina, sarà sentito inaula a maggio. Ma il verbale del 1 di-cembre 2008 (vedi Il peccato nasco-sto, ed. Nutrimenti) è eloquente.

Vescovo: «Uno di questi ragazzi miraccontò di essere stato molestato alcu-ni anni prima durante un campeg-gio...».

Pm: «L’episodio non le fece venire inmente che potesse esistere una situazio-ne un po’ delicata?»

Vescovo: «Lei sa bene che di voci nearrivano tante... Non posso correre die-tro a tutte».

A uno a uno il pm passa in rasse-gna tutti gli avvertimenti.

Vescovo: «Sì, alcuni collaboratori didon Ruggero mi parlarono di un atteg-giamento che poteva prestarsi a equi-voci, ma non mi riferirono fatti preci-si».

Pm: «Magari, forse approfondendocon i ragazzi...»

Vescovo: «Ma vede, dottore, io fac-cio il vescovo, non è che faccio l’istrutto-re».

«Noi abbiamo intenzione di solle-vare di nuovo la questione del suoruolo, almeno con la legge canoni-ca», spiega Mirabile, convinto che ilvero bubbone che anche il processo adon Ruggero sta facendo scoppiaresia proprio il «silenzio dei vescovi». ADon Ruggero certe accuse erano sta-te mosse prima ancora di diventaresacerdote, quando insegnava catechi-smo a Legnano. Fu monsignor CarloGalli a raccoglierle. Ma anche lui nonle ritenne importanti. Quanto a mon-signor Reali, don Ruggero non era ilprimo caso che gli veniva segnalato.Nel 2005 lo informarono che un altroprete della sua diocesi don Povedaaveva molestato alcuni ragazzi man-dando loro sms piuttosto espliciti. Ilvescovo lo fece tornare in Spagna:«Mi promise che sarebbe cambiato»,spiega al pm. Quanto a don Ruggero:«Ha sempre spergiurato la sua inno-cenza, non sono riuscito a ottenere dipiù.. Noi oggi però abbiamo ancheun impegno molto grande, salvare labuona reputazione, non ha idea diquante accuse vengono mosse, le piùstrane...».❖

[email protected]

pUno dei sette piccoli violentatidall’ex parroco della periferia di Roma arrestato il 30 giugno 2008

p L’inutile pellegrinaggio dai Vescovi che al pmdissero: «Sa, di vocine ne arrivano tante...»

Foto di Paolo Cocco/Reuters

ROMA

Italia

E le vittimedi donRuggerobussaronoalle porte chiuse«Non ci sono solo gli Stati Unitio la Germania«, denuncia il pre-sidente dell’associazione anti-pedofilia che fin dall’inizio haseguito il caso, portandolo findavanti al pm del Sant’Uffizio.«Ora voglio incontrare il Papa».

MARIA GRAZIA GERINA

24SABATO27MARZO2010

Sua Eccellenza monsignorGianfranco Girotti, attuale reggentedella Penitenzieria Apostolica Vatica-na, cioè l’alto prelato che il 30 Mag-gio del ’98, come rivelato dal NewYork Times, partecipò con Bertone al-la riunione che di fatto insabbiò il ca-so del reverendo Lawrence Murphy,gratta-gratta, è un sacerdote dall’im-barazzante passato giudiziario.

Il Vaticano ha scelto come rappre-sentante della massima autorità mo-rale della Chiesa, dopo il Papa (inpratica la Penitenzieria è il tribunaleche decide su grazie e indulgenze)un uomo che nel 1985 fu inquisito - epoi prosciolto - perché sospettato difare arrivare in carcere cocaina, far-maci, radioline e altri oggetti proibitiai componenti della banda della Ma-

gliana. All’epoca Girotti, che ora ha77 anni, faceva infatti il cappellanonel penitenziario romano di ReginaCoeli. E peraltro nel carcere lavoravaa fianco, in qualità di suo aiutante,del noto don Piero Vergari, lo stessosacerdote che caldeggiò la scandalo-sa sepoltura del bandito Enrico DePedis nella basilica monumentale diSant’Apollinare. Girotti fu formal-mente accusato di favoreggiamentopersonale e interessi privati in attid’ufficio insieme a un altro ex cappel-lano, don Pietro Prestinizi, che ven-ne addirittura arrestato: dalle inter-cettazioni telefoniche la polizia sco-prì che padre Girotti parlava al telefo-no, «apparentemente in amicizia»,con Enrico Nicoletti, il “banchiere”della banda della Magliana attual-

mente sotto processo per associa-zione mafiosa, mentre Prestiniziconversava con uomini vicini a Pip-po Calò. «Non sono in grado di di-re, almeno per quanto concernel’hashish e la cocaina, se padreGianfranco conoscesse il contenu-to dei pacchetti che consegnava.Chi teneva dall’esterno i rapporticon lui era Sestili (un affiliato allabanda, ndr) il quale lo andava a tro-vare nel suo ufficio presso il carceree gli consegnava i pacchetti e gli og-getti da recapitare a me e a Lucio-li... In uno di questi pacchetti c’eral’offerta per la chiesa... Per quantoho potuto constatare... dei favori dipadre Gianfranco beneficiava an-che Massimo Carminati, che era de-tenuto in una cella contigua allamia... » dirà Maurizio Abbatino nelsuo verbale del 2 luglio 1993. AdAbbatino, raccontarono i pentii,Girotti avrebbe consegnato di na-scosto anche dei semi di ricino: ser-virono al bandito per simulare unamalattia agli occhi, escamotagegrazie al quale riuscì ad essere tra-sferito in una clinica da cui eva-se.❖

«MI VIOLENTÒ» Brunoè veronese,ha oltre sessant’anni e vive solo. «Avevo 8anni,unaltoprelatomiviolentò».Èunadellepersonesorde,vittime,daadolescenti,divio-lenze e abusi sessuali a cui sarebbero statisottoposti da esponenti del clero durante lapermanenza all’istituto Provolo. Penalmen-te,visti idecennitrascorsi,gliorrorinonsonoperseguibili nè per la legge italiana nè per ilcodicecanonico,maledenuncedel2005da67 ex allievi verranno ugualmente analizza-tedallaCongregazionevaticanaperlaDottri-na della Fede. La diocesi di Verona insiste:sul caso ha ricevuto solo una lettera anoni-ma.Sulpianogiudiziario ilGipdovràpronun-ciarsi il 9 giugno solo sull'opposizione all'ar-chiviazionepresentatadai familiaridellevitti-me nei confronti del vescovo di Verona,mons. Zenti, denunciato dopo che aveva re-spinto leaccuseattribuendoleamire econo-michesuibenidellacongregazione«Compa-gnia diMaria» che gestisce il Provolo.

Verona, stile Usa«All’istituto per sordiil pretemi violentò»

P

Mons.Girotti «regge»la Penitenziera, fu indagatocon la bandadellaMagliana

IL CASO

PARLANDODI...

Leggendenere

Il sitocattolico«Petrus»paragona lerivelazionidelNYTalla«leggendanera»chehaoffuscatolamemoria di Pio XII con l’accusa di aver taciuto sulla Shoah. Siamodi fronte, denuncia il sito, «allaleggenda nera del Pontefice che ha passato tutta la vita a coprire preti pedofili. Una calunnia, unabestemmia,consideratocheRatzingernonavevaresponsabilitàquandoquestifattisiverificavano».

25SABATO

27MARZO2010

Qu9i nessuno si fa piùil segno della croce,passando davanti al-la Ss Trinità. C’è untappeto di fiori sul

sagrato della chiesa “bene” di Po-tenza: tutti per Elisa, scomparsaun giorno di settembre di dicias-sette anni fa e ritrovata mummifi-cata (la settimana scorsa, tre me-si fa, forse addirittura prima?)nel sottotetto di quella stessa chie-sa. Qualcuno ha cancellato conun frego le due “s” che, sul cartel-lo che ne narra la storia, starebbe-ro da tempo immemorabile ad in-dicarne la santità. Sulla sua fian-cata ogni giorno vengono attacca-ti nuovi striscioni, nuovi cartelli:«Anche se vi credete assolti, sietelo stesso coinvolti», da De André.«Vi sono momenti in cui anche ta-cere diventa una colpa: parlare èun obbligo». E ancora: «Il silenziouccide».

Il messaggio non poteva essere

più chiaro. Sotto accusa ci sono gliuomini di chiesa: perché quella diElisa Claps, uccisa il 12 settembre1993 e considerata “evaporata”per tutti questi anni, è una lunga etorva storia di omissioni, intenzio-nali o se non altro sospette, diomertà, di curiose dimenticanze,di sacerdoti – questa è cronaca de-gli ultimi giorni - che ritrovano unteschio ed altri resti di un corpo e

non lo comunicano né alle forzedell’ordine né, così pare, al propriovescovo. Ma è anche la storia, al-l’origine, di indagini che oggi nes-suno esita a giudicare un groviera,tra mandati di perquisizione mai ef-fettuati, tabulati telefonici mai ri-chiesti, interrogatori incomprensi-bilmente blandi e connivenze sucui nessuno ha voluto interrogarsipiù di tanto. Un unico sospetto, sin

dal primo giorno: Danilo Restivo,allora il fidanzatino di Elisa, da an-ni vive in Inghilterra, dove è sospet-tato – ma non formalmente incrimi-nato – dell’omicidio di un’altra don-na, e da dove gli inquirenti fannosapere di attendersi novità decisi-ve proprio da Potenza. Da subitoDanilo disse che lui era stato lì, allaTrinità, con la ragazza. Ne avevaaddirittura le chiavi. Anche per

Il reportage Reticenze e bugiePotenzanon fa piùil segnodella croce

Foto di Tony Vece/Ansa

L’imbarazzo del Vescovo: assolve il parroco che ha occultato il cadavere di ElisaLa rabbia della gente: cancella la parola Santissima davanti alla chiesa della Trinità

INVIATOAPOTENZA

[email protected]

Italia

Fiori e striscioni davanti la chiesa Santissima Trinità, nel centro storico di Potenza, dove è stato trovato il corpo di Elisa Claps

ROBERTO BRUNELLI

26SABATO27MARZO2010

questo gli sguardi sono rivolti ver-so il suo tetto della bella chiesa inpieno centro: tutti pensano che inmolti sapevano che i resti della ra-gazza stavano lì, sotto un cumulodi detriti.

La città guarda attonita al pro-prio cuore marcio, e non può fare ameno di tormentarsi di domande.La prima è legata alla clamorosasvolta nella vicenda Claps legata al-la tempistica del ritrovamento delcadavere di Elisa, praticamentemurato in un angusto antro nel sot-totetto della Ss Trinità: ufficial-mente scoperto il 17 marzo, ma inrealtà – questo ha detto agli investi-gatori il viceparroco della chiesa, ilbrasiliano Don Vagno – quei restierano stati trovati già a gennaio. Ilsuo superiore, il parroco della Tri-nità Don Ambrogio, continua a ne-gare di sapere alcunché. Il vesco-vo, Agostino Superbo, braccato ie-

ri dai cronisti sin dentro le navatedel Duomo, implora di credere chelui ha scoperto tutto solo dai gior-nali. «Ma lei non ha pensato di par-lare subito con don Vagno?», glichiede l’inviato di Chi l’ha visto?,che segue la vicenda sin dall’inizio.Il monsignore – che per inciso è an-che vicepresidente della Cei – è im-barazzato, ripete formule di rito:«Bisogna dare tanto coraggio allacittà...noi facciamo il nostro dove-re, collaboriamo con gli inquirenti.Ho la coscienza limpida, davanti aDio e agli uomini». Altre domande.

Dicono di averla vista già ad iniziomarzo sulla terrazza della Trinità,mentre c’era un sopralluogo... «Mano, io stavo solo in fondo alle sca-le...». Don Vagno sostiene di avercercato di parlare con lei e di nonesserci riuscito. «Io non so questecose, io in quei giorni non ero a Po-tenza». Cosa risponde alla città, al-la famiglia? «Anch’io cerco la veri-tà, più di loro». Pensa che su donAmbrogio e don Vagno abbia influi-to il segreto confessionale? «Noncredo, no». Parlerà con don Va-gno? «Lo ascolterò presto». Perchédon Vagno non avrebbe detto a nes-suno che aveva visto il cadaveregià a gennaio? Monsignor Superboparla di sviste, di debolezze. Asso-luzione piena.

Tecnicamente non ci sono anco-ra degli indagati. Il questore Romo-lo Panico ripete una cosa che fadrizzare le antenne: «Il nostro in-tento è trovare il responsabile, o iresponsabili». In attesa – ma ci vor-rà del tempo – dei risultati dell’au-topsia, oggi la scientifica tornerànel sottotetto della Ss Trinità perun nuovo incidente probatorio. Cisaranno anche i magistrati di Saler-no, competenti del caso. Il punto èche gli investigatori stanno lavo-rando sull’ipotesi che in molti sia-no entrati nel sottotetto, a più ripre-se: non solo quando gli operai diuna ditta incaricata di eseguire deilavori a causa dell’infiltrazione del-la pioggia hanno “ufficialmente”scoperto il cadavere. No: prim’an-

cora qualcuno ha tagliato i fili del-la corrente elettrica. Qualcuno hamosso delle tegole che coprivanoil corpo. Qualcuno l’ha spostato.Qualcuno ha portato via una mas-sa di detriti. In sostanza: c’è statauna “regia” non solo dietro l’oc-cultamento del cadavere, ma an-che dietro il suo ritrovamento?

Solo sospetti, ipotesi: è ovvio.Ma ci sono degli interessanti pre-cedenti. Nel ’95 un’informativadel Sisde indicava il vecchio par-roco della Trinità, don Mimì Sa-bia, morto a 84 nel 2008 dopouna vita passata in quella chiesa,come detentore di un segreto in-confessabile riguardo proprio al-la sparizione di Elisa Claps. Nel2001 un ispettore di polizia riferìquel che gli disse un confidenteda lui ritenuto attendibile, e cioèche la ragazza stava lì, nel sotto-tetto. Negli anni vari testimonihanno continuato a tirare in bal-lo la Ss Trinità. Dopo la morte di

don Mimì, sui muri della chiesaappaiono delle scritte misteriose.Il senso è sempre lo stesso: Elisa èqui. E lì, alla fine, l’hanno trova-ta.

Un’elegante signora, davantial sagrato della Trinità dei miste-ri, dice: «Si è preferito non sape-re, non vedere, non parlare. Perla nostra città è una macchia chenon potrà essere lavata». Anchelei ha smesso di farsi il segno del-la croce, quando passa di qui.❖

Perché?

Perché don Vagno nonha detto niente? «Peruna svista...»

Scritte contro la Chiesa

Il sisde

Tutte le domande sultappeto: da quando Elisaè occultata in chiesa?

«Anche se vi credeteassolti, siete lo stessocoinvolti», da De André

Un’informativa del ’95:don Mimì è morto ecustodiva un segreto....

Elisa disse all’amica: «Vadoin Chiesa». E incontrò Restivo

Uscita di casa la mattina del 12

settembredel1993perrecarsial-

la messa, della 16enne Elisa Claps si

perdeognitraccia;secondoletestimo-

nianze, la giovane aveva detto ad un'

amica di dover incontrare una perso-

na nella chiesa della Santissima Trini-

tà, in via Pretoria, ubicata nel centro

storico di Potenza. Fu scoperto in se-

guito che la persona incontrata da Eli-

saèDanilo Restivo, l'ultimoadaver vi-

sto la ragazza: il giovanevienesospet-

tato dagli inquirenti di avere un ruolo

importanteperl'incapacitàdiricostrui-

re i suoi spostamenti dopo l'incontro.

I resti mummificati del corpo di Eli-

sa saranno ritrovati dopo 17 anni, lo

scorso 17marzo. Ma è stato accertato

che il cadavere era già stato scoperto

ben tre mesi prima e cioè in gennaio.

Poi il silenzio. Il corpo è stato trovato

nelsottotettodellacanonicadellaSan-

tissimaTrinitàdiPotenza.DallaChiesa

silenzio imbarazzato: addirittura mer-

coledìscorsol’arcivescovomonsignor

Agostino Superbo aveva convocato

unaconferenzastampacheèpoistata

annullata e sostituita con il silenzio.

P

I fedeli invece nonassolvono: «Il silenziouccide»

Per qualcuno ilcadavere della ragazzaè lì da 17 anni

PARLANDO

DI...

Carloil pasdaran

«Èoradi finirlaconquestavergognosaesquallidacampagnadistampachedalcasodellapoveraElisaClapsaPotenzaadepisodidipedofiliaaccadutidecenniorsono, fannodi tuttaun'er-ba un fascio tentando di criminalizzare l'intera chiesa cattolica dalle parrocchie fino alla SantaSede». Lo afferma in una nota il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi.

Debolezze

La rottura

Il sospetto

Sparita per 17 anni

27SABATO

27MARZO2010

Foto di Fabio Campana/Ansa

Quanto sia attuale il tema del nucle-are lo dimostra l’uscita del ministrodell’Istruzione (chissà perché pro-prio lei) Maristella Gelmini, che enpassant, parlando al Sole 24 ore, hadetto: «Le direttrici su cui ci muove-remo sono quattro: invecchiamen-to e salute, energia e nucleare, agro-alimentare e beni culturali. Sul nu-cleare, al di là del discorso tecnicose sia meglio quello di terza o quar-ta generazione, vogliamo avviareun tavolo con i ministri Scajola, Pre-stigiacomo e Fazio a cui inviteremoanche i rappresentanti degli enti egli esperti per spiegare ai cittadiniche il nucleare non p pericoloso. Adesempio mi piacerebbe coinvolgereUmberto Veronesi».

Al di là dei desideri, l’indicazionedelle direttrici di sviluppo dell’azio-ne di governo è chiara. Dal 30 mar-zo, il nucleare, dove e come, saràtema di agenda politica. Così l’usci-ta dei Verdi di ieri appare menofolkloristica di come la vorrebbe di-pingere il governo: «La prima cen-trale nucleare di Italia sarà con mol-ta probabilità quella di Montalto diCastro in provincia di Viterbo. Poi,tra i possibili siti atomici, ci sono Ca-orso in provincia di Piacenza e Tri-no Vercellese (Vercelli) e per il de-posito nazionale di scorie radioatti-ve la località di Garigliano a cavallotra le province di Latina e Caserta».Gli ambientalisti, con in testa il pre-sidente Angelo Bonelli, si sono mes-si a distribuire la mappa delle cen-trali nucleari a Roma davanti a Mon-tecitorio. Così hanno chiuso la cam-pagna elettorale, dove il tema delnucleare è emerso a bocconi, intal-pato dal governo e sollecitato dal-

l’opposizione.

L’ELENCO

«Il governo - osserva Bonelli - non haavuto il coraggio di rivelare primadelle elezioni regionali i luoghi in cuiverranno costruite le centrali» e incui dovrebbero verranno «sprecati al-meno 30 miliardi di euro dei contri-buenti italiani». Ecco allora la cartinadelle sedi che produrranno energiaatomica, secondo le indicazioni deiVerdi. Elenco ampio, da raffinare, ein parte già diffuso dal nostro giorna-le: Caorso (Pc), Trino Vercellese(Vc), Monfalcone (Go), Chioggia(Ve), San Benedetto del Tronto (Ap),Scarlino (Gr), Montalto di Castro(Vt), Borgo Sabotino (Lt), Garigliano(Lt-Ce), Termoli (Cb), Mola di Bari

(Ba), Scansano Jonico (Mt), Orista-no, Palma di Montechiaro (Ag).

Tanto è l’imbarazzo del governoche giovedì la candidata dei radicali

Emma Bonino, sostenuta dal Pd, DiPietro e sinistra, in corsa per governa-re il Lazio, ci aveva marciato: «Credoche qualcuno dovrebbe avvertire ilministro Scajola, il Governo, l’Enel ecompagnia bella che il piano sul nu-cleare è chiuso per sempre, perchè inPiemonte Cota ha detto di no, Formi-

Lamanifestazione contro il nucleare e in favore delle energie alternative organizzata dai Verdi, ieri a piazzaMontecitorio, a Roma

[email protected]

pGli ambientalisti davanti a Montecitorio con i siti delle centrali: «Li nascondono, ma sono questi»

p La gaffe della Gelmini Lo sviluppo del Paese passerà dal ritorno all’energia nucleare, dopo il voto

Tutto fermo da 20 anniCosì volle il popolo italiano

L'incidente di Chernobyl del

1986portò l'Italia a indire l'anno

successivo tre referendum nazionali

sul settore nucleare. In tale consulta-

zionepopolare,circa l'80%deivotan-

ti si espresse a favore delle istanze

portate avanti dai promotori.

Si giunse pertanto nel 1990 alla

chiusuradelle tre centrali funzionanti

(Sessa Aurunca era infatti già stato

fermato per guasti nel 1982): Latina,

Trino e Caorso. Fu fermato il cantiere

diMontaltodiCastro, e riconvertita la

centrale.

ROMA

Per timori elettorali tuttii candidati di destra sidicono contro le centrali

Italia

Verdi: «Ecco i posti nuclearisi ripartirà daMontalto»I Verdi “presentano” la lista na-scosta dal Governo sui siti pre-scelti per le centrali nucleari.Intanto la Gelmini ne prometteil ritorno dopo il voto, mentre isuoi candidati si fingono am-bientalisti...

FELICE DIOTALLEVI

La storia

Eppure...

28SABATO27MARZO2010

Foto di Luca Zennaro/Ansa

goni ha detto che il nucleare è magni-fico ma in Lombardia no, in VenetoZaia ha detto che non se ne parla, ieriil presidente Berlusconi, in Puglia, hadetto che lì non serve, in Lazio abbia-mo detto di no, quindi io credo chesia già una cosa ottenuta, una grandevittoria e ne sono molto contenta».

IMBARAZZI ELETTORALI

Nell’intervista a La7 ovviamente Em-ma Bonino provocava, per sottolinea-re la difficoltà dei candidati del cen-trodestra, costretti a rinnegare il go-verno. La Gelmini spera di convince-re i cittadini, ma sarà impresa ardua.E alla gente guarda anche i Verdi:«Dopo le elezioni regionali deposite-remo il quesito - insieme con altri -per il Referendum» contro il nucleareche si legherà anche a quello «sullaprivatizzazione dell'acqua e per l'abo-lizione dell'articolo 842 del codice ci-vile che consente ai cacciatori di en-trare nei fondi privati».

Bonelli - che a Montecitorio ha si-mulato la presenza di un reattore nu-cleare, e i rischi di un suo guasto, pre-vede un Referendum su nucleare, ac-qua e caccia per «aprire una nuovastagione in questo Paese», come quel-la del solare organico e della mobilitàsostenibile. Il solare organico, spiega-no dei ricercatori guidati da ThomasBrown, è «una nuova generazione dicelle fotovoltaiche senza silicio e più

sostenibili.L’ultima battuta sul tema arriva da

Bersani e da Torino, dove il segreta-rio è andato a sostenere MercedesBresso. Sull’avversario Cota - antinu-clearista di facciata - ha scherzato:«Se gli telefona l’imperatore (Berlu-sconi, ndr) e gli dice: c'ho bisogno diuna centralina nucleare...quello lìgliela dà». ❖

Tracce di Dna maschile. Il piedinodel piccolo Alessandro, il bimbo di 8mesi ucciso a Genova in una notte di-sgraziata di dieci giorni fa mentre sitrovava in un residence di Nervi conla madre 26enne Katerina Mathas e ilsuo compagno Giovanni Antonio Ra-sero, broker 29enne, recava i segni diun morso. Del morso di un uomo, di-cono oggi le perizie che, stando alprocuratore aggiunto Vincenzo Sco-lastico «aggravano la posizione» diRasero «in considerazione anche dialtri elementi raccolti».

La guerra delle accuse tra l’uomo ela donna, che devono rispondere diconcorso in omicidio e spiegare diquella notte in cui, drogati dalla coca-ina, procurarono o non impedironola morte del piccolo, continua attra-verso gli avvocati. Quelli di Rasero,Romano Raimondo e Giuseppe Nada-lini, dopo aver criticato la dichiarazio-ne di Scolastico («intempestiva nellaforma e nei tempi e azzardata nel me-rito») hanno pronti dei testimoni chedimostrino come la ragazza maltrat-

tasse il bimbo. «Quando Alessandro èmorto - spiegano - indossava un pigia-mino, mentre quando è stato portatoin ospedale era vestito. La madre hacambiato un morto, un cadavere. Co-me ha fatto a non accorgersene? Per-chè al pronto soccorso ha detto che ilbimbo era caduto?». Esprimono inve-ce soddisfazione i legali di lei.

Dopo l’interrogatorio e il duro con-fronto con la Mathas la notte di giove-dì in procura (la donna avrebbe grida-to al suo compagno: «Te la farò paga-re. Vedrai che ti faccio prendere 30anni»), Rasero è tornato nella pro-pria cella di Marassi fortemente scos-

so perdendo quell’apparente distac-co mostrato nei giorni scorsi. Cosìieri mattina è stato visitato da unopsichiatra e gli sono stati sommini-strati dei tranquillanti. La direzionedel carcere ha poi disposto il con-trollo da parte della polizia peniten-ziaria ogni quindici minuti per veri-ficare le condizioni del detenuto edevitare atti di autolesionismo.

Rasero, recluso in una cella al pia-no terra, romperà oggi l’isolamentototale in cui si trova da dieci giorniincontrando la madre e il fratello.Ha consegnato ai giudici una me-moria di undici pagine.❖

p Per il procuratore si complica la posizione del broker Rasero

pGiovedì duro confronto con la giovane compagna: «Ti fai 30 anni!»

Antonio Rasero, accusato con la compagna di aver ucciso il piccolo Alessandro

[email protected]

PIlsegretariodiForzaNuovaRobertoFioreealtri29militantineofascistisonostatidenuncia-

tidallapoliziaper«inosservanzadeiprovvedimentidell'autorità»dopoilblitzcompiuto ieri intor-

noalle18.30inpiazzaleLoretoaMilano.Vienecontestatodiavercontravvenutoallaprescrizione

del questore che vietava lamanifestazione dopo aver ricevuto la richiesta delmovimento.

«Anti-nucleare? Vedremoquando il premier gli dirà:mi serve una centralina...»

ROMA

PARLANDO

DI...

FascistiaMilano

Bersani attacca Cota

Sul piede del piccolo Alessandrounmorso con il dna di unuomo

Il procuratore aggiunto Vincen-zo Scolastico afferma che le ana-lisi sul Dna «aggravano la posi-zione» di Rasero «in considera-zione anche di altri elementi rac-colti». Per adesso la coppia è ac-cusata di concorso in omicidio.

GI. VI.

29SABATO

27MARZO2010

Foto di Mikhail Klimentie/Ansa

Quasi un anno di negoziati, ed orafinalmente l’accordo. In un ultimocolloquio telefonico Obama e Me-dvedev hanno definitivamente fis-sato ieri le clausole del «Trattatosulla riduzione delle armi strategi-che», che diventerà noto con la si-gla Start-2 (lo Start-1 risale al1991 ed è scaduto in dicembre).Stati Uniti e Russia si impegnanoa tenere i propri arsenali atomicientro limiti ben definiti. Se rispet-teranno le promesse, il mondo sa-rà relativamente più sicuro, e ledue potenze avranno più argo-menti per imporre la continenzaatomica ai Paesi desiderosi di co-struirsi anche loro la bomba.

SIMBOLODELLA RICONCILIAZIONE

Il nuovo documento sarà firmatoa Praga. La sceltà della città non ècasuale. Fu proprio nella capitalececa che il 5 aprile scorso Obamaespose la sua visione di un mondodenuclearizzato. Allora il capo del-la Casa Bianca parlò di un traguar-do da raggiungere gradualmente,a piccoli passi, cominciando dallariduzione degli arsenali delle duesuperpotenze chiamate a «dare ilbuon esempio».

Praga è un luogo simbolo siadella guerra fredda che vide l’Eu-ropa ed il mondo divisi in due, conWashington e Mosca a capo di con-trapposti blocchi militari, sia dellariconciliazione seguita al crollodella cortina di ferro. Una delle pri-me positive conseguenze dellarappacificazione fu lo Start-1 con-cordato fra Gorbaciov e Bush se-nior.

Oggi si va molto oltre i traguar-

di allora stabiliti. Né la Russia né gliStati Uniti potranno disporre di piùdi 1550 testate a testa. Prima i livel-li massimi erano compresi fra 2200e 2700. Non solo, cala drasticamen-te il numero dei vettori autorizzati(missili, bombardieri e altri sistemi

in grado di lanciare una bomba ato-mica verso il suo obiettivo): non piùdi 800 ciascuno, esattamente la me-tà del tetto autorizzato precedente-mente.

Un’altra importante conquista èil sì a procedure di verifica incrocia-te. Si svolgeranno sia attraverso

ispezioni che con il libero accesso aidati sui rispettivi test missilistici. Inquesto modo entrambe le parti po-tranno tenere sotto controllo le ini-ziative militari del potenziale avver-sario, e i rischi di una nuova escala-tion di riarmo saranno ridotti.

UNSEGNALEA TEHERAN

«Con questo accordo -spiega Oba-ma- Stati Uniti e Russia, le due mag-giori potenze nucleari del mondo,intendono lanciare un chiaro mes-saggio sulla loro intenzione di gui-dare» la lotta alla proliferazione nu-cleare. La firma del trattato l'8 apri-le a Praga precederà di pochi giorniun summit in programma a Washin-gton, dal 12 aprile, dedicato pro-prio alla non proliferazione. Ci sa-ranno i leader di oltre 40 Paesi. Lasegretaria di Stato Hillary Clintonha sottolineato che lo Start-2 lancia

Il miracolo si è ripetuto e la rifor-

masanitarianegliUsahaavuto il suose-

condo sì dal Congresso con la stessa

maggioranzadiquellodidomenicanot-

te,cioè220votia favore,quattropiùdel

quorum, anche sul pacchetto di emen-

damentigiàpassatigiovedìseraalSena-

to. Lemodifiche apportate, sedici righe

su 153 pagine dell’allegato di norme ri-

mastodavarare, sonodi scarsa rilevan-

za rispetto all’impianto della legge. I re-

pubblicani, che hanno votato in massa

contro, hannopromessoai democratici

ditrasformarelacampagnaelettoraledi

Midtermanovembre inunreferendum.

Il presidente russoDmitryMedvedev conBarackObama

Riforma della sanitàUltimo sìdella Camera Usa

pAccordo fra Obama eMedvedev Il trattato Start-2 sarà firmato l’8 aprile a Praga

pNé Mosca né Washingtonpotranno disporre di testate atomiche in numero superiore a 1550

Mondo

[email protected]

IL CASO

Non proliferazioneHillary Clinton: oraabbiamo più argomenticon Iran e Nord Corea

www.unita.it

Arminucleari, Usa eRussiadecidono l’autoriduzioneObama e Medvedev firmeran-no l’8 aprile a Praga un nuovotrattato sulla riduzione delle ar-mi nucleari. Né Usa né Russiapotranno disporre di testatenucleari in numero superiore a1550.

GABRIEL BERTINETTO

30SABATO27MARZO2010

Vittoria sul filo di lana dello sfidantein Iraq. A sorpresa, dopo un lungo te-sta a testa nello scrutinio, vince IyadAllawi, ex capo del governo ad inte-rim che cinque anni fa portò il Paesealle prime elezioni legislative. Al-lawi, sciita a capo di una coalizionelaica, fautore del dialogo con espo-nenti moderati dell’ex regime di Sad-dam e del fu partito Baath, ha ottenu-to 91 seggi. Soltanto due in più delcandidato sciita Nuri Al Maliki, il piùvotato a Baghdad, che è rimasto a 89seggi. Altri 70 seggi sono andati inve-ce all'Alleanza Nazionale Irachena,blocco sciita più radicale che inglobaanche i seguaci dell’imam MoqtadaAl Sadr e ha legami stretti con l’Iran.Kurdistania, la coalizione formatadai due partiti storici curdi -Upk ePdk - ha preso 43 deputati.

Gli elettori sciiti avevano dunquel’imbarazzo della scelta ma la vera no-vità è stata la grande partecipazioneal voto dei sunniti che questa voltahanno votato in blocco Iraqiya, la for-mazione di Allawi, un raggruppa-

mento non confessionale che tra lesue fila presentava anche personalitàsunnite. Il presidente della Commis-sione elettorale irachena, Faraj Hai-dari, presentando i risultati ufficialiieri ha spiegato che «è sempre possibi-le fare ricorso seguendo però le nor-me di legge». I risultati inoltre, ha ri-cordato, «devono essere comunqueconvalidati dalla Corte Suprema».Non sono del tutto definitivi, dun-que. Ma l'inviato speciale delle Nazio-ni Unite in Iraq, Ad Melkert, presente

alla conferenza stampa, ha sottoli-neato che si è trattato di elezioni«credibili» facendo appello a tuttele parti affinché accettino il verdet-to del voto del 7 marzo. Gli Usa han-no ribadito che non ci sono state«frodi estese».

LUNGASUSPENSE

L’annuncio slittato di tre ore (men-tre arrivava la notizia di 40 personemorte in due attentati a nord a Ba-ghdad), ha messo però in fibrillazio-ne i giornalisti in attesa, mentre ilpremier uscente, lo sconfitto Al Ma-liki, annunciava un discorso al po-polo subito dopo la proclamazionedel vincitore. A sera il messaggio diMaliki è stato telegrafico: «Accettoil risultato emerso dalle urne e rin-grazio il popolo iracheno e le forzepolitiche perché queste elezioni so-no state trasparenti». Ma si è apertoun giallo quando ha parlato di «datipreliminari». Maliki sa che non gliconviene non accettare il verdettodelle urne visto che probabilmenteresterà ancora in sella. Nessuno deipartiti ha ottenuto la maggioranzanecessaria di 163 deputati. Si dovràformare un governo di coalizione. Ilpresidente Jalal Talabani nei giorniscorsi aveva già sondato la disponi-bilità di Maliki ad accettare il soste-gno dei curdi. Dando per scontatoun reincarico lui ieri ha annunciatoche lavorerà «per trovare un'allean-za di governo più ampia possibile»,«senza escludere nessuno».❖

un preciso segnale a Stati comel'Iran e la Corea del Nord sulla deter-minazione degli Usa nell’impedireche si lancino in un programma nu-cleare di tipo militare.

Un punto controverso dell’intesaè la sua estensione agli armamentidifensivi. La questione riguarda spe-cificamente lo scudo antimissili cheBush decise di dislocare in Polonia.Benché motivato con la necessità diproteggere l’Occidente da eventua-li attacchi iraniani, il progetto fu in-terpretato da Mosca come un’inizia-tiva anti-russa.

LO SCUDO IN POLONIA

Non a caso il presidente della Du-ma, Boris Grizlov nei giorni scorsiha sottolineato che i deputati nonratificheranno lo Start-2 se non sa-rà chiarito che destino avrà lo scudoamericano. Il ministro degli EsteriSerghiei Lavrov ha lasciato capireche Mosca si è comunque garantitail diritto di svincolarsi dal trattato

se gli americani tradiranno le lororassicurazioni sullo scudo. Per oracomunque il Cremlino commentacon soddisfazione un’intesa che «ris-pecchia l'equilibrio degli interessidi entrambi i Paesi» e «segna il pas-saggio della cooperazione tra Rus-sia e Usa ad un livello più alto nellosviluppo dei nuovi rapporti strategi-ci».

Obama avrà problemi ad ottene-re la ratifica parlamentare per ragio-ni esattamente opposte a quelle diMedvedev. Gli serve il sì di 67 sena-tori su 100. Deve convincere quindianche almeno una decina di repub-blicani a votare per l'accordo. E i Re-pubblicani sono tenaci assertori del-la necessità di non rinunciare alloscudo in Polonia.❖

Dubbi sugli effettidell’intesa sul progettoamericano in Polonia

Chi è

p Iraqiya La lista laica dell’ex premier votata inmassa dai sunniti

p Larghe intese per avere lamaggioranza. Attentato: 40morti

P

Scudo anti-missilistico

[email protected]

Fautore del dialogoanche con gli ex baathisti

PARLANDO

DI...

Soldati ePizza Hut

NientepiùBigMacopizzaHutper i soldatiamericani, spuntatinegli spaccidellebasi

di Kandahar eBagram, inAfghanistan. L'editto arriva direttamentedal comandante in ca-

po delle forze Usa in Afghanistan, Stanley McChrystal. «Questa è zona di guerra non un

parcodivertimenti», ha detto il generale noto per sobrietà e rigore.

In Iraq vince l’ex premier Allawicontro lo sciitamoderatoMaliki

È Allawi ad uscire dal cappellodelle elezioni irachene del 7 mar-zo scorso. Il premier uscente Ma-liki accetta la sconfitta e dà perscontato un reincarico. Intantovicino a Baghdad 40 persone so-no morte in due attentati.

RACHELE GONNELLI

Sciita di classe sociale elevata e

integrata nel regime di SaddamHus-

sein,chepoihaabbandonatorifugian-

dosi a Londra, Ayad Allawi, 65 anni, è

unpoliticodi lungocorso,molto lega-

to al discusso uomo d’affari Ahmed

Chalabi, che lo sostiene tutt’ora.

31SABATO

27MARZO2010

L’annuncio israeliano di un piano per co-struire nuovi alloggi a Gerusalemme Estha provocato l’interruzione di un trabal-lante negoziato indiretto tra israeliani e

palestinesi. Eppure, la ripresa del negoziato sem-brava ormai una via obbligata considerati i muta-menti intervenuti nel quadro strategico regiona-le. Il riavvicinamento con l’Iran cui aveva puntatoObama nella fase iniziale della sua amministrazio-ne non è andato in porto; conseguenza dell’oltran-zismo iraniano è stato il rifiuto da parte di Hamasdella costituzione di un governo di unità naziona-le palestinese; l’infiltrazione di Hezbollah in Egit-to ha portato il Cairo alla decisione di costruireuna barriera per impedire il trasferimento di arma-menti verso Gaza; la Siria, malgrado le aperturedegli Stati Uniti, non ha intenzione di riconsidera-re la propria alleanza strategica con l’Iran. In untale difficile contesto gli Stati Uniti (e i Paesi arabimoderati) si erano venuti convincendo sempre dipiù che l’unica strada per sbloccare la situazioneconsistesse nella ripresa dei negoziati. Di qui l’in-coraggiamento ad Abu Mazen e la pressione sulgoverno israeliano per avviare la trattativa. Quel-lo che colpisce è che, in realtà, sia gli israeliani sia ipalestinesi sembrano non essere interessati a ri-prendere il dialogo. La coalizione guidata da Ne-tanyahu appare divisa sul possibile compromessocui dovrebbe condurre il negoziato: tregua negliinsediamenti, accettazione dell’obiettivo bistatua-le. Abbas, da parte sua, sembra non perseguirepiù l’obiettivo dei due Stati attraverso il negoziatocon Israele. L’obiettivo di Abbas e del premier pale-

stinese Salam Fayyad, sembra essere la realizzazio-ne delle premesse in termini economici, di sicurez-za e di governance, per la creazione de facto delloStato palestinese. Uno Stato che, forte del riconosci-mento internazionale, negozierebbe poi con Israe-le. Una strategia che, come scrive Roberto Aliboni,sottrarrebbe Abbas al discredito del possibile falli-mento dei negoziati con Israele e al rischio di com-piere atti che potrebbero delegittimarlo agli occhidell’opinione pubblica palestinese e favorire Ha-mas. Si tratta tuttavia di una strategia irrealistica.

Chi sarebbe disponibile al riconoscimento di unaentità statale palestinese proclamata su basi unilate-rali? In realtà la via maestra da seguire, al punto cuiè giunta la situazione, resta ancora quella di riavvia-re il negoziato affrontando subito le questioni di so-stanza: Gerusalemme, frontiere, coloni, insedia-menti, sicurezza, acqua. Un negoziato da conclude-re con la nascita di uno Stato palestinese indipen-dente, democratico e governabile, che viva accan-to, in pace e sicurezza con Israele. Perdurare nelconflitto non è una soluzione. Israele deve rendersi

conto che, come scrive Benny Morris, gli insedia-menti nei territori occupati «hanno aggiunto unulteriore strato di ostacoli a ogni possibilità di sud-dividere la terra in due Stati in grado di funziona-re». E tuttavia, soluzioni diverse non ci sono.L’idea che dopo 120 anni di guerra israeliani e pa-lestinesi possano condividere pacificamente il po-tere anche solo in una cornice confederale risultainaccettabile alla maggior parte degli ebrei israe-liani e alla maggior parte degli arabi palestinesi.Né appare praticabile che i territori palestinesi en-trino a far parte di uno Stato palestino-giordanoche unisca il grosso della Cisgiordania, Gerusa-lemme Est e l’attuale regno di Giordania. Soluzio-ne cui si oppongono sia i palestinesi sia il regimehashemita. In realtà, malgrado tutte le difficoltà,l’idea di creare uno Stato per i palestinesi che vivain pace con lo Stato degli ebrei rimane l’unica, soli-da base morale e politica per una soluzione cheoffra, per citare ancora Benny Morris, «almeno unpo’ di giustizia e quindi una possibilità di pace perentrambi i popoli». È in questa direzione che oc-corre riprendere a lavorare. C’è una minaccia con-creta da affrontare: l’oltranzismo dell’attuale lea-dership iraniana. Non a caso sono i vertici militariamericani, a cominciare dal generale David Petra-eus, a ritenere che l’impasse nel conflitto israe-lo-palestinese sia negativo per gli interessi Usa nel-la regione. Guai a dimenticare infine che, con iltrascinarsi della situazione, può prendere corpouna nuova intifada. Non vi sarebbe più spazio peril negoziato in quel caso. La parola tornerebbe allearmi e alla violenza aperta.❖

AbuMazen

Umberto Ranieri

L’annuncio di Netanyahu di un piano per nuovi alloggi nella parte Est della Città Santa ha portatoallo stop della trattativa.Ma anche i palestinesi sembrano non essere interessati al negoziato

«L’obiettivo del presidente Anp

edel premier SalamFayyad

sembra essere quello

della creazione de facto

dello Stato palestinese»

Gerusalemmee colonieObbligata la strada del dialogo

Mondo

L’ANALISI

32SABATO27MARZO2010

Una nave sudcoreana è affondatain un punto del mar Giallo che futeatro in passato di incidenti e scon-tri fra le flotte delle due Coree. Unmissile avrebbe centrato l’imbarca-zione, facendola colare a picco conparte dell’equipaggio. Dalla nave so-

no stati esplosi colpi verso il punto dacui sarebbe partito il proiettile. Ma ilgoverno di Seul ieri sera era cauto nel-l’attribuire a Pyongyang la responsa-bilità della sciagura. Per un portavo-ce della presidenza «non è chiaro se ilNord sia coinvolto» ed «al momentoci stiamo concentrando sul soccorsoai superstiti». Secondo un primo bi-lancio, 59 marinai sono stati tratti insalvo. Dei restanti 45 che erano a bor-do, un numero imprecisato sono mor-ti. I restanti risultano dispersi.

Se è stato davvero un attacco diPyongyang, è probabile che lo scoposia di aumentare la tensione nel mo-mento in cui potrebbero riprenderele trattative sul riarmo atomico del re-gime guidato da Kim Jong-il. Il Nord

è consapevole della propria inferiori-tà militare, ma sa anche di poter tene-re sotto scacco il Sud con la minacciadi infliggere enormi perdite nella ca-pitale Seul che si trova a ridosso dellafrontiera, prima di essere annienta-to. Per questo ritiene di poter portarecolpi anche piuttosto duri senza ri-schiare una reazione eccessiva da par-te di Seul.

NEGOZIATI FERMI

Quando questi episodi accadono èsempre difficile capire se si stratti diun modo per far naufragare i tentati-vi di dialogo, o del peggior espedien-te per alzare la posta e ottenere mag-giori concessioni dalla controparte.Da un anno non si svolgono più riu-

nioni al tavolo esagonale di Pechi-no (Cina, Usa, Russia, Giappone, ledue Coree). L’offerta di collabora-zione economica in cambio della ri-nuncia di Pyongyang alla costruzio-ne di ordigni atomici rimane valida,ma nel frattempo, lo scorso mese dimaggio, i nordcoreani hanno com-piuto un secondo test nucleare. Suc-cessivamente erano sembrati pro-pensi a riprendere i colloqui. Ieri,contemporaneamente all’affonda-mento della nave sudcoreana,l’agenzia ufficiale di Pyonguang hadiffuso un duro avvertimento a «co-loro che cercano di far cadere il si-stema nel Nord». Essi «saranno vitti-me di attacchi nucleari senza prece-denti». ❖

p L’imbarcazione si inabissa in un tratto dimare vicino alla frontiera con la Corea del Nord

pDubbi su Pyongyang In un primomomento si è parlato dimissile. Poi Seul ha frenato

P

[email protected]

PARLANDO

DI...

Scontria Gaza

Torna a scorrere il sangue al confine fra Israele e la Striscia di Gaza, dove ieri un

violentoscontroafuococostato lavitaaduemilitaridelloStatoebraico, fracuiunufficiale,

eadalmenoaltrettantimilizianipalestinesi.Carriarmati israeliani ieriserasonoentratinella

Striscia sparando e dirigendosi versoKhan Yunes.

Affondanave sudcoreana, è giallo

Forse colpita da un missile nor-dcoreano, nave di Seul esplodee affonda a ovest della frontie-ra marittima tra le due Coree.Salvi 59 marinai. Dei restanti45 una parte è stata tratta in sal-vo, altri risultano dispersi.

GABRIEL BERTINETTO

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Di Tra

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tv

tv canale813 diSky

Risultati, commenti con ospiti in studio,collegamenti con le sale stampa del Pd

e del Pdl e con i comitati elettoralidei candidati presidente del Centrosinistra

Lunedì 29 marzo 2010

dalle 15,30 in diretta sul canale 813 di Skye sul sito www.youdem.tv

33SABATO

27MARZO2010

La «tassa sul dolore» c’è ancora. Laquestione delle polizze dormientidirottate dal Tesoro per essere de-stinate al fondo per le vittime deicrac finanziari, infatti, non è statacompletamente risolta con l’ultimointervento del ministro Giulio Tre-monti. Vero è che il titolare del Te-soro - unico responsabile di questovero e proprio esproprio - ha corret-to se stesso, escludendo dal prelie-vo moltissime famiglie (sono sicu-ramente «salvi» i clienti di Poste Vi-ta). Ma le nuove regole valgono so-lo per le assicurazioni che non han-no ancora versato nulla: per le altreil gioco è fatto. Così gli eredi dei sot-toscrittori si ritrovano con un luttoe una beffa: non possono riavere irisparmi di una vita dei loro cari.

10MILIONI

«Il caso è sicuramente ridimensio-nato - spiega Antonio Lirosi, respon-sabile consumatori del Pd - Ma re-sta in piedi tutta l’incostituzionali-tà della norma e soprattutto resta-no alcune famiglie beffate. Non siconoscono le cifre esatte, ma pareche le compagnie abbiano già versa-to a quel fondo 8-10 milioni. Ebbe-ne, quelli sono persi». La vicenda ri-sale all’ottobre del 2008, quandocon il decreto Alitalia fu istituito ilfondo vittime dei crac, alimentatoanche dalle polizze dormienti. Peril codice civile dopo un anno di inat-tività la polizza è dormiente, ma lecompagnie garantiscono spessoper contratto la possibilità di anda-re a scadenza. Il decreto Alitalia al-lungava a due gli anni di inattivitànecessari, ma inseriva la retroattivi-tà di cinque anni. Così, molti legitti-

mi titolari (eredi dei sottoscrittori)che avevano per contratto acconsen-tito a non riscattare le somme, avreb-bero perso l’intero capitale. La setti-mana scorsa, sull’onda delle prote-ste, Tremonti ha cancellato la retroat-tività, inserendo un articolo ad hocnel decreto incentivi. Ma il testo fasalvi «gli importi che al momento del-l’entrata in vigore del presente decre-to siano stati già versati».

TERMINI

Secondo Lirosi sono a rischio le poliz-

ze il cui decesso è avvenuto dopo il27 ottobre 2007, ma i cui capitalinon sono mai stati richiesti entro il27 ottobre 2009. Per decessi o sca-denze di polizze successive al 27 otto-bre 2008 c’è tempo invece fino al 28ottobre 2010 per chiedere la restitu-

zione del capitale, evitando di en-trare nel girone infernale. «Quellanorma andava cancellata e basta -spiega Lirosi - Lotteremo per que-sta soluzione. Bisogna poi che le as-sicurazioni siano obbligate ad infor-mare in modo chiaro i clienti». ❖

Foto di Alessia Paradisi/Ansa

AGRICOLTURA

[email protected]

p Il ministro ha corretto il decreto, ma alcuni restano «impigliati»: persi tra gli 8 e i 10milioni

p È una tassa sul lutto attacca Lirosi (Pd): la norma che espropria gli eredi va cancellata

Sono pari a 20milioni di euro le

risorse economichemesse a di-

sposizionepergli incentivialset-

toredellemacchineedattrezza-

ture agricole oltre che per il set-

tore delmovimento terra.

Economia

ROMA

www.unita.it

Polizzedormienti, ancorafamiglie beffate da TremontiNon sono tutte salve le fami-glie che erano state espropria-te delle polizze dormienti conil decreto Alitalia. Tremonti haeliminato la retroattività, male somme già versate dalle com-pagnie sono perse.

BIANCA DI GIOVANNI

34SABATO27MARZO2010

Un tonfo pesante, ma non così inat-teso. Il crollo dell’azione Unipol ie-ri in Borsa (-7,65%) non preoccu-pa più di tanto il quartier generalebolognese. In fondo - dicono gli ad-detti ai lavori - dopo l’annuncio diun aumento di capitale (500 milio-ni) il mercato reagisce sempre ma-le. Eppure il mercato non ha lettosolo quel messaggio provenientedal gruppo di Bologna.

CHIAROSCURO

Sul tavolo della compagnia che facapo alle cooperative ci sono i con-ti in chiaroscuro, cioè difficili dadecifrare. La società torna in utilee distribuisce il dividendo, ma con-temporaneamente contabilizza769 milioni di perdite. Il fatto è

che quel segno meno si riferisce aminusvalenze (cioè perdite teori-che) rimaste in stand-by per un paiod’anni: da fine 2007 fino al 2009. In-somma, sarebbero i valori crollatinel pieno della crisi, non di esborsidi cassa fatti nel 2009. Come dire:roba vecchia e solo sulla carta. Maqueste svalutazioni, insieme all’an-nuncio di aumento di capitale, han-no spinto diversi broker ha tagliareil rating dell’azione. Sono stati scam-biati circa 80 milioni di pezzi, pari al5,4% del capitale, oltre 11 volte gliscambi medi.

NUOVOPIANO

L’aumento di capitale non prevedel’ingresso di nuovi soci. Saranno gliattuali azionisti a sottoscriverlo, pri-me tra tutte le cooperative. C'è una«dimostrazione ulteriore della fidu-cia della proprietà verso il gruppo»,ha spiegato ieri l'amministratore de-legato della compagnia assicurativaCarlo Salvatori. Il manager ha ag-giunto che l’aumento di capitale ser-virà da base per il prossimo pianoindustriale, sul tavolo del consigliod’amministrazione già a maggio (in-discrezioni parlano del 13 di quelmese). Accumulare più patrimoniorisponde a due obiettivi: risponderealle nuove regole europee sui ratiospatrimoniali e contemporaneamen-te avere un vantaggio competitivosui concorrenti. Certo Salvatori nonnasconde che sui tempi dell’annun-cio forse si poteva essere più cauti,

viste le reazioni. Ma i fatti sonosemplici: in aprile c’è l’assemblea epoi il piano. È importante arrivarcipreparati. Non fa paura neanchel’outlook peggiorato da parte diStandard & Poor’s: l’importanteper i bolognesi resta il rating. Sulfuturo tutti i competitor si prepara-no a un ridimensionamento: conla crisi che c’è. ❖

AFFARI

La Federazione EsperantistaItaliana ed il Gruppo Esperantista

Romano con grande doloreannunciano la scomparsa di

MAURO LA TORRE

uno dei grandi esperantisti italiani.

Roma, 26 marzo 2010

ALL SHARE

23563.06+ 0,10

MIB

23063.87+ 0,13

p La compagnia bolognese tra i titoli peggiori delmercato

p Salvatori: i numeri non dicono tutto. Amaggio il piano industriale

CesareGeronzipresidentedelleGenerali e Renato Pagliaro alla guidadiMediobanca.Èl'assettodiverticede-lineatodalcomitatonominediPiazzet-ta Cuccia, riunito per poco più di dueore, ieri pomeriggioaMilano, per defi-nirela listadeicandidatialCdadelLeo-ne. Dalla riunione, preceduta da unconfrontodecisivo,alfotofinish,fraGe-ronzi e l'amministratore delegato Al-bertoNagel, è emersa - questa la verasorpresa - anche la designazione diVincent Bollorè a vicepresidente dellacompagniaassicurativafinoaoggigui-data daAntoine Bernheim.

«È fattaall'unanimita»haaffermatoil finanziere francese, capofila sei sociesteridiMediobanca,alterminedelco-mitato.

Geronzi designatopresidentedella compagnia

Malgrado i continui attacchi.Malgrado il trend negativo dell’insie-me della carta stampata settore quo-tidiani, l’Unità è riuscita nel 2009 adessere un caso editoriale, natural-mente in positivo. Non siamo noi adirlo (anche se abbiamo sempre for-nito ai nostri lettori dati veri). Bensì irilevamenti sull’anno 2009 dell’Ads,che conteggia la diffusione dei quoti-diani. Questo giornale, tra i quotidia-ni è quello che avuto l’incrementopiù alto, + 7,4%. I dati sono pubblicie ieri sono stati resi noti dal quotidia-no Italia oggi, sempre attento al mon-do dell’editoria. Nella classifica è ri-portato il dato di un anno, esatta-mente la media mobile, che attestala diffusione media a 53.221 copie.Ma nell’anno di grazia l’Unità ha ab-bondantemente superato le sessanta-mila copie di venduto in alcuni mesie, invertendo il trend negativo delquadriennio 2004-2008, incremen-tando copie anche in estate. Nessunaricaduta dall’uscita di un nuovo gior-nale che certo non guarda a destra,lo scorso settembre. Nel complessoRepubblica supera il Corriere in edi-cola: 404.503 contro 395.038 copie.Gli altri record del 2009. Per i setti-manali: Tu Style (+43,7%). Per imensili: Flair (+6,4%).❖

Pesanti perdite suivalori finanziari, nonsu movimenti di cassa

PLeopinionideinuovireporteresconodalleauleedaigiornaliniscolasticiperarrivare

agli internauti: ogni settimana esce «dalla scuola - il giornale degli studenti», curato dallaredazione di diregiovani.it nell'ambito del progetto «giovani domani». L'iniziativa è già unsuccesso: tante le adesioni da tutta italia.

ROMA

GENERALI

Minusvalenze

PARLANDO

DI...

Scuola

Unipol, la borsa boccia i contiL’azioneperde più del 7%

Le perdite annunciate l’altroie-ri e l’aumento di capitale han-no messo sull’avviso gli investi-tori. Ma i bolognesi rassicura-no: sono perdite teoriche (mi-nusvalenze) riferite agli anniscorsi. presto il nuovo piano.

B. DI G.

2009, all’Unitàl’Oscar delle copietra i quotidianiBalzo del 7,4%

EURO/DOLLARO 1.341

35SABATO

27MARZO2010

Nero su Bianco

LINGUAGGI

Tobe or not to beInglese,m’hai provocatoe iome temagno...

www.unita.it

Tendenze L’uso inappropriato e smodato in Italia della lingua di Shakespeare nel dialogoParla il professor Alessandro Serpieri. Il nuovo gioco che dilaga su Internet è tradurreproverbi dialettali, nomi di luoghi emodi di dire. È anche unmodoper imparare

36SABATO27MARZO2010

C’era una volta «trend ne-gativo» e c’è ancora. Mol-tiplicato per briefing, fee-dback, brunch. Perché inbarba a Nanni Moretti gliitaliani, ormai, taggano,mandano poke, hannoun background, fanno

stage. Così che parlare l’italiano vuol dire in-ciampare in un prestito linguistico per ognifrase pronunciata: «Oggi sto davverodown», «Il prossimo week vado in monta-gna», «Domani sono out». Prendiamo in pre-stito parole dall’inglese scomodandolo incontinuazione neanche fossimo sul lastrico.«È un fenomeno non contrastabile, - spiegaAlessandro Serpieri, professore emerito diLetteratura Inglese presso l’Università di Fi-renze, il più grande traduttore di Shakespea-re vivente - l’inglese è diventata la linguafranca per la forte presenza culturale ameri-cana, più che inglese, e perché è la linguache impera su internet». Così mentre i fran-cesi «cercano di mettere un freno: loro han-no un entroterra purista», noi italiani siamodirty fino al midollo. L’ordinateur per noi èun computer e «le Sida» si chiama Aids, an-che se per sciogliere l’acronimo dobbiamopensare al contrario: acquisita immuno defi-cienza sindrome. E nessuno lo sa fare. Chesarà mai, tutto sommato, l’importante è sa-pere cos’è. Bello, bellissimo lo scambio cultu-rale e linguistico, l’apertura generosa versol’altro. Troppo nazionalisti i francesi, e trop-po retrò gli spagnoli che addirittura chiama-no la serie televisiva americana Perdidos an-ziché Lost, e il divo Tom Crusero. Noi italia-ni – Moretti a parte - siamo decisamente piùcool. Eppure, se l’atteggiamento conservato-re dei francesi per la loro lingua può tradur-re una forte identità nazionale. Se quellospagnolo suona come i nostri vecchi libri diStoria, dove Thomas Moreera Tommaso il Moro, eche dire di Francesco Baco-ne. Anche lo sbracamentoitalico di fronte a YourMajesty The English lan-guage avrà qualche pum-marola n’goppa. Si legge,per esempio, nei dati dell’Istat che tra gli ita-liani solo il 5,1 per cento parla un’altra lin-gua (dati del 2007). Imbarazzante: ce l’ab-biamo sempre in bocca, ma non lo sa parlarenessuno. «È ancora parlato e pronunciatomale da noi perché non c’è stato un investi-mento massiccio da parte della scuola nel-l’apprendimento dell’inglese. – intervieneancora il noto anglista - Anche in Francia,per esempio: i francesi lo parlavano malissi-mo, ma nonostante il purismo, adesso lo par-lano molto meglio». In Italia, invece, la penis ancora on the table, e da lì non sembravoler muoversi. Quel che rubiamo, poi, èspesso rubato male: se l’indomani non dob-biamo lavorare, in inglese si direbbe che èun giorno off, per esempio, e non out. Men-tre stage, che pronuciamo steig, in inglese è

utilizzato per indicare un palco o una fase sì,ma non esattamente un apprendistato. Loprendiamo in prestito, in realtà, dal france-se, e lo acclimatiamo a regole di pronunciadi un’altra lingua ancora: un esempio di pre-stito acclimatato che avrebbe acceso gli ap-petiti di Ferdinand de Saussure. MonicaLewinsky, in poche parole, non era una stagi-sta, perlomeno non in inglese, ma una trai-ner o una fortunata vincitrice di una intern-ship alla Casa Bianca. E tutta l’Italia, da Face-book in poi, si chiede cosa mai sia un poke.Lo parliamo poco e male, è vero, ma col giu-sto business plan e un serio briefing a vende-re la fontana di Trevi ci impiegheremmo unattimo. Ci traduciamo in inglese così in mo-do perfetto: «Facciamo co-se, vediamo gente». Ecco ilnostro modo di parlarlo, unpo’ spaccone e un po’ cialtro-ne, tutto wisky, soda androck n’roll. «Un fenomenoadolescenziale», per Serpie-ri, frutto dell’americanizza-zione della società italiana nel secolo scor-so, quando la fine della seconda guerra mon-diale mutò del tutto l’atteggiamento degliitaliani nei confronti della lingua degliyankee, passando da pose xenofobe allebraccia spalancate dagli eventi bellici e dalcinema. Non ci resta che piangere? Forse,ma preferiamo riderne. C’è, infatti, un nuo-vo fenomeno (o trend) tutto italico che dicedi più sul carattere nazionale: «Who doesn’trisica, doesn’t rosica», oppure «less bad»,per «chi non risica non rosica» e «meno ma-le». Perché se sei italiano vuoi ballare il rock‘n roll, giocare a baseball e tradurre tutto inun gioco. Impazza su internet ma è una mo-da ovunque, si trasformano modi di dire odetti dialettali traducendoli alla letterasdrammatizzando la lingua di Elisabetta I inpuro divertimento. Un fenomeno sponta-neo e regionale. I siciliani - che su internetregistrano il numero più alto di siti che elen-cano detti dialettali, ben 2 milioni e 200mila

– si traducono, per esempio,così: «beautiful mother»(bedda matri), «every little li-ver of fly makes substance»(ogni ficateddu i musca fa su-stanza/ ogni cosa, anche il fe-gato di una mosca fa sostan-za). E si gioca anche sui no-

mi, così che Forte Petrazza a Messina è or-mai Fort Rock, mentre il quartiere cataneseLibrino è diventato little book.

Ma il fenomeno non è solo siciliano e ildileggio dell’inglese spopola nelle pagineweb di tutta la penisola. Sara, dalla provin-cia di Frosinone, in una nota su facebookcrea un dizionario ceccanese-inglese: «youtold me turn me this donkey» (m'hai ditt gi-ramu st'asn), «even the flea have a cold»(pur l puci tenn la tossa), per fare qualcheesempio. Ancora su facebook, questa voltain Puglia, «proverbi anglo-gravinesi», è il ti-tolo del topic dove si legge: «it's better adrunk to a fountain, that a cock-beat to abitch» (Iè megghij na bvut a na funden, can'acceddet a na putten), o «The devil has puton in front of my eyes» (sè miis u diavhl

nanz all'occhij). Nella freeforumzone di Leo-nardo si trovano, invece, esempi dal veneto:«Look sometimes» (Varda dee volte). E nonpoteva mancare «You're out like a balcony»(sei fuori come un balcone). Né il romane-sco: “But go to die killed” (ma và a morì am-mazzato), o «I don’t care of less» (non me nepo’ fregà de meno). Roba da fare rivoltareJohn Florio nella tomba, che già nel ‘500 tra-dusse i proverbi italiani – ma non per scher-zo – in inglese, «molti detti e proverbi inglesihanno attinto all’opera di Florio, perciò aidetti italiani, così che nei proverbi inglesi tro-viamo delle precise trasposizioni di quelli ita-liani». Ma tradurli alla lettera non è che ungioco, e chissà che non sia stato William

Shakespeare in persona adanticiparlo, quando presedal siciliano «Tantu trafficupi nenti» lo spunto per il suo«Much ado about nothing»,ovvero «Molto rumore pernulla» (ambientato, infatti,a Messina). Così, anche il

grande traduttore si presta: «I’m of the cat:sono di gatto. – propone Serpieri - Espressio-ne usata a Firenze per dire che si è nervosi».

Fenomeno che dice molto sulla nostraidentità, ancora così regionalizzata, fruttodi un passato fatto di frammentazione, per-ciò ben lontano dai francesi, è chiaro. Maattenzione, regione per regione i detti cam-biano - non sempre -, e le traduzioni pure,ma il fenomeno è uguale dappertutto: è na-to in italì, non ci sta nothing to do’.❖

www.phrases.org. www.englishgratis.com

In barba a Nanni Morettigli italiani, ormai,taggano, mandano poke,hanno un background

«È ancora parlato maleda noi perché non c’èstato un investimentosulla scuola»

www.unita.it

Per saperne di più Per cominciare

Usicomuni

Ilprofessore

MANUELA MODICA

I giochi di traduzioneper familiarizzare con l’english

Un fenomeno, un gioco, ma anche unmodoefficaceperfamiliarizzareconl’in-

glese.Tantodadiventareuna lezionedi traduzio-

ne.Èl’esperimentotentatodaDarioBrancato,Docenteall'università«Concordia»diMontre-al, utilizzando i detti popolari. «Nel caso in cuiuna traduzione - spiega Brancato - sia intera-mentesbilanciatasull'assedella linguad'origi-ne(SL)sihauntipodi traduzionedetta«inter-lineare». Essa è usata essenzialmente dai lin-guisti per far capire la struttura della linguad'origineequindi«Lepiacemolto lastoriadelBoccaccio»diventa "Toherpleasesmuch thestoryoftheBoccaccio».Lievementediversaèla traduzione«letterale», nellaquale la sintas-si è adattata alla lingua di arrivo (TL): «ThestoryofBoccaccio pleases hermuch». Il risul-tatoèperòuna frase che sembra, nella TL, unpo' macchinosa ("to please" invece di "tolike”).CosìBrancatosottoponeaisuoistuden-ti canadesi la traduzione di proverbi italiani,come:«Fareicontisenzal'oste,omurucumu-ru cu spidali (detto siciliano, usato per direchesiè incondizionidisperate)senzadiziona-rio, chiedendo lorodi dirmi seneavevanoca-pito il significato. Abbiamopoi rifatto l'eserci-zio utilizzando il dizionario e abbiamo con-frontato i risultati».

Il caso

37SABATO

27MARZO

2010

Dopo averci regalato,dal 1964, alcuni deipiù amati motivi disamba e bossa nova,dal 1992 Chico Buar-que de Hollanda divi-

de il suo tempo tra musica e scrittura.Il Buarque de Hollanda romanziere è

autore di quattro libri, Disturbo,Benjamin, Budapest e ora, ancora perFeltrinelli, Latte versato. Sul latte ver-sato è inutile piangere, dice il prover-bio, e il protagonista Eulàlio d’Assum-pçao, terzo o quarto di una dinastia diEulàli, a sua volta progenitore di altretre generazioni di pargoli cui vieneimposto con albagìa lo stesso nome,sul letto di morte non si pente dei suoipeccati. Semmai rivendica. Bisnipote

del barone di Arcus e discendente deiportoghesi doc arrivati in Brasile al se-guito della Corte, figlio di un senatorerepubblicano commerciante d’armi elui stesso nel ramo, nella sua vita èpassato dai fasti dei grandi possidentilatino-americani alla miseria: suo pa-dre mandava le camicie a stirare in Eu-ropa, sua madre dopo l’omicidio delconiuge ha venduto perfino la tombadi famiglia, lui si è ridotto ad accetta-

CHICO BUARQUEDENTRO LA STORIA

BRASILIANAIl romanzo«Latte versato», il nuovo ro-

manzo di Chico Buarque de

Hollanda, è edito da Feltrinelli

(pagine 144, euro 13,00)

La storiaEulálio d'Assumpção, io nar-

rantedi«Latteversato», rivive

icentoannidellasuavitamen-

tre giace moribondo. Nei det-

taglidiunabiografiaossessio-

nata dalla figura della moglie

Matilde (mulatta sensuale e li-

bertina) e dallo sgretolamen-

to della sua passata grandeur

si snoda, in un inarrestabile

monologo venato di lirismo

amaro,rabbiaerimpianto,ma

anche di una irresistibile iro-

nia, l’affrescodiunasagafami-

liare le cui origini risalgono al-

lo splendore della corte di Rio

de Janeiro e arrivano a oggi,

seguendo una curva discen-

dente di ineluttabile declino.

L’ALTROMÁRQUEZ

Una sagafamiliare

ROMA

CultureIL NOSTRO SABATO

L’intervista Parla uno dei più amatimusicisti di samba, nonché scrittoreIl suo Latte versato è ungran bel romanzo sugli imbrogli dellamemoria«Ilmio Eulàlio è l’anti Lula. Ma una nazione non è figlia delle élites»

Il Corcovado Lamontagna al centro di Rio de Janeiro, Brasile

MARIA SERENA PALIERI

38SABATO27MARZO2010

re l’elemosina di un predicatore e vi-ve in un monolocale periferico con lafiglia. Perciò, sul letto di morte nellacorsia d’ospedale, rivendica il dovuto-gli: il compenso per una fazenda an-data in rovina da un bel pezzo. Eu-làlio d’Asompçao non piange. Ma nelflusso costante di memoria ondivaga,materia delle 140 pagine del roman-zo, insegue il ricordo erotico di Matil-de, la ragazza sposata ottant’anni pri-ma e che, dopo averlo lasciato, sem-bra essere scomparsa nel nulla. Già,perché il nostro uomo ha doppiato la

boa dei 100 anni. Se il prototipo dellasaga familiare latino-americana èCent’anni di solitudine, Latte versatola rifà al contrario: è un gran bel ro-manzo luminoso e concentrato, doveal realismo magico si sostituiscono gliimbrogli di una memoria che baracon le carte, e che mescola i piroscafisu cui s’imbarcavano gli Asompçaoricchissimi negli anni Venti e il traffi-co di stupefacenti messo su dal proni-potino che gira con piercing e cellula-

re, schiavisti e giovani discendentimaoisti uccisi dalla dittatura dei gene-rali negli anni Sessanta. Dove comeicone pop qua e là si stagliano Josephi-ne Baker e Le Corbusier, Rodolfo Va-lentino e la regina Elisabetta. ChicoBuarque de Hollanda, 65 anni, tre fi-glie e sette nipoti, i famosi occhi scin-tillanti («os ohlos che alumbran o Bra-sil»), è a Roma per incontrare staserail pubblico di «Libri come». Parla, nontroppo arrugginito, e ridendo spesso,l’italiano appreso nei due anni qui tra-scorsi da bambino al seguito del pa-dre Sergio, storico, sociologo e co-fon-datore con Lula del Partido dos Tra-balhadores (proprio all’Auditoriumdue anni fa fu presentata la cinebio-grafia dedicatagli da Nelson Pereirados Santos), e nel biennio d’esilio ita-liano seguito all’arresto a opera delladittatura, in quel 1969-70 in cui lasua Apesar de Você era diventata l’in-no – dolce – dei resistenti. Ma la verareligione di Chico Buarque de Hollan-da è il calcio. E allora partiamo da qui.In «Latte versato» il calcio appare induesoleoccasioni:Xerex, il calciatoreplebeo con cui si accoppia la figlia diEulàlio, e il frastuono di partite chefuoriescedal televisore inospedale. Ilsuo personaggio il calcio lo detesta.Per proprietà transitiva vuol dire chelei, Chico, detesta il suopersonaggio?«Eulàlio è estraneo al calcio come alsamba, al carnevale, alla tv con lefinte bionde, a ogni manifestazionepopolare. È un uomo di un altro tem-po, un centenario élitario. Li cono-sco bene, questi personaggi. Anchese non mi era simpatico dovevo tro-vare dentro di me qualche simpatia,sennò non avrei potuto farne il mioprotagonista. Oggi non è poca lagente che vive cent’anni. Mia madreli ha compiuti l’altro giorno. Mi di-verte vedere questa gente, con queiricordi degli anni Venti, che accom-pagna le nuove generazioni di bisni-poti. Tentano di adattarsi ai nuovitempi, però è difficile».E alla fine cos’è che le ha fatto simpa-tia in lui?«Piuttosto compassione. L’originedelle due parole è uguale. Attraver-so la compassione sono riuscito aparlare con la sua voce, anche se avolte è razzista».Il suo perduto sogno erotico, la mo-glie Matilde, è scomparsa diciasset-tenne. Forse adultera, forsemalata ditbc o di lebbra, forse annegata. L’hauccisa lui?«Io so cos’è successo a Matilde. Malui non ha il coraggio di dirselo.Quindi non lo rivelo per non tradir-lo».Nelsuomonologo interiore l’uomori-percorrecent’annidistoriabrasiliana.Anzi di più, perché ritorna indietro al-la Conquista e, attraverso le figure diindios, ancheoltre. Eulàlio “è” il Brasi-le?

«Una versione. È la storia dei tanticome lui che fino a qualche tempofa hanno costruito la nazione. Mauna nazione non è figlia solo dellesue élites».Il Brasile di Lula com’è?«Lula è l’anti-Eulàlio. Ciò che ha con-tato nella sua elezione è che e la pri-ma volta il popolo si è sentito rappre-sentato. Mi ricordo di gente che dice-va “non voterò uno che è come me”!Lula beve la cachaça e ama il calcio.Questo è il cambiamento che inne-sca reazioni molto forti. Ma non vo-glio che si politicizzi il libro. Infattil’ultima menzione che si fa lì dellapolitica è quando i militari cadono eal padre di Eulàlio viene intestatauna strada».La riforma agraria è per Lula quelloche la riforma sanitaria è stata perObama. A che punto è?«Avanza con grandi difficoltà. La ri-forma agraria fu tra le cause del gol-pe del ’64. La disputa tra i non possi-denti e l’agro-business, con le lorolobbies anche dentro il governo, èdura. Siamo in ritardo di sessant’an-ni».In «Budapest» ha inventato una cittàmaivisitata.Stavoltacosa leharichie-stomaggiore sforzo di immaginazio-ne?«Ai tempi di Budapest mi sono detto,molti scrivono di tempi che non han-no vissuto, io posso bene inventar-mi una città. Qui ho esplorato untempo. Ma ho letto molto più sul1929 di quanto avessi letto su Buda-

pest».Ètuttovero,anche lacocainachecor-reva a fiumi?«Certo. Di primissima qualità. Lavendevano in farmacia».Nel 1966 ha scritto perMina «La ban-da». Cosa pensa dell’invisibilità che siè regalata?«Ogni artista popolare ha questo de-siderio di tornare nell’anonimato.Non è eccentrico. E poi sparisci marimane l’essenziale, la voce. È que-sto il bello».Leiquandoscrivenoncomponemusi-ca né suona. Ora, a romanzo finito?«Ho già composto due o tre brani.Scrivere è un’attività intensiva e soli-taria. Una canzone la fai, la canti, laesibisci, chiami i musicisti, incidi.Quel mondo lì mi piace. Viva la mu-sica!».●

CHICOBUARQUE DEHOLLANDA

L’INCONTRO

cANTANTE, COMPOSITORE, SCRITTORE

C’è un gruppo su Face-book, fondato da Sul ro-manzo (ovvero MorganPalmas), che elenca gliscrittori italiani presen-

ti su Facebook stesso. Non sono mol-tissimi quelli che gestiscono in primapersona un account FB, ma è diver-tente vedere la diversa declinazioneche ognuno di loro dà alla propria pa-gina. Franz Krauspenhaar, storicoagitatore del web, ex redattore di Na-zione Indiana, che continua a essereuno dei più presenti. In questi giorniil suo avatar è la copertina del nuovolibro, Un viaggio con Francis Bacon(Zona editore): «Bacon rappresentala sconfitta fino all’osso, fino al mi-dollo di bue dello scannamento almattatoio della fine. Certi suoi mera-vigliosi e rossastri cani sono esseri diseconda scelta piegati dallo sforzo diessere cattivi a ogni costo, come i pu-gili». Giuseppe Genna (avatar il suoritratto auratico dipinto da Tomma-so Pincio, anche lui su FB), che ulti-mamente imperversa con la satira diripubblica.net, oltre ad avere appe-na pubblicato la versione 3.0 di Assal-to a un tempo devastato e vile (mini-mum fax). Elena Stancanelli, anchelei minimum fax, che usa la paginasia per celebrare l’intelligenza di En-nio Flaiano nel centesimo della nasci-ta, che per far pubblicità all’officinadi un amico. Giulio Mozzi, che parladi sé in terza persona (coerentemen-te con quanto richiesto dallo statusdi Facebook) e gioca di rimbalzo colsuo litblog Vibrisse. E poi Donato Car-risi, Laura Pugno, Michela Murgia,Paolo Nori, Raul Montanari, TizianoScarpa, Carlo Lucarelli, Gianluca Mo-rozzi. Insomma gli scrittori italianiaccettano la sfida dell’interattività.Con tutti i rischi del caso – se è veroquel che Bertante scriveva: «il lavorointellettuale inteso nel senso dell’im-pegno quotidiano che di fatto è unlavoro che non può essere orizzonta-le perché implica una scala di valorie un codice riconosciuto e formatosinegli anni, ovvero l’esatto contrariodi quanto avviene su FB». Salvo, poi,scriverlo su FB...●

NATOARIODE JANEIRO il 19GIUGNO 1944

Chi è

La riforma agraria

[email protected]

Chico Buarque de Hollanda sa-rà stasera a «Libri Come», ore21, Sala Sinopoli, AuditoriumParcodellaMusica,Roma.Parle-rà al pubblico di come scrive isuoi libri.

P

La dittatura, i canti popolarie la passione per la scrittura

«Avanza con grandidifficoltà. Fu tra lecause del golpe del ’64»

SCRITTORI

INTERATTIVI

SU FB

MarcoRovelli

PARLANDO

DI...

CampielloGiovani

Tre veneti, una ragazza del Friuli Venezia Giulia e un ragazzo della Puglia sono i

cinque finalisti della XVedizionedel CampielloGiovani, selezionati nel corso di un evento

promosso dalla Fondazione Il Campiello - Confindustria Veneto a Verona. Sono Rocco

Mariano Pio Cautillo, Letitia Fontana, Ciro Gazzola, ValentinaMoro, Raffaella Petrosino.

Èunodeipiùnotiautoriedinter-preti della musica popolare brasilia-na.Durantegliannidelladittaturami-litaresi è rifugiato inEuropa.Ha com-posto poesie, sceneggiature cinema-tografiche e romanzi come «Distur-bo», «Benjamin» e «Budapest».

BUONE

DALWEB

39SABATO

27MARZO2010

Sono passati venticinqueanni dal quel maledettogiorno. Ma è come se iltempo si fosse fermato. Ilmio è un dolore senzatempo». Un viaggio nella

memoria che rinnova una ferita chenon si è mai rimarginata. Una rifles-sione che la investe come moglie, co-me madre, come donna che ha sceltol’impegno civile e politico anche asuo nome. In nome di Ezio Tarantel-li, l’economista assassinato venticin-que anni fa a Roma da un commandodelle Brigate Rosse. «A livello perso-nale – dice Carol Beebe Tarantelli al’Unità – la cosa che più mi sorpren-de, anche se da psicanalista dovrei es-sere un po’ più preparata, è che il do-lore per la perdita di Ezio resiste altempo. È come se fosse ancora quel

giorno...». Quel 27 marzo 1985.Il tempo. Ricorre spesso nelle consi-

derazioni di Carol. Non solo per il dolo-re personale che il trascorrere degli an-ni non ha lenito, ma anche per la straor-dinaria attualità del pensiero di EzioTarantelli. «Luca, nostro figlio – dicecon orgoglio Carol – ha avuto l’idea difare un documentario sul padre. Luca,che quando il padre fu assassinato ave-va 13 anni appena compiuti, è andatoa parlare con le persone che avevanoconosciuto Ezio, ha letto le cose chesuo padre ha scritto, nel tentativo l’uo-mo che è stato suo padre. Luca e la do-cumentarista Monica Repetto hannofatto davvero un lavoro straordinario,bellissimo». Un lavoro di ricerca, sotto-linea Carol Tarantelli, che «mi ha pro-fondamente colpito soprattutto per-ché mostra quanto sia attuale il pensie-ro di Ezio». Lui, dice Carol, «è mortoun’epoca fa. Quando non c’erano i tele-foni cellulari, Internet, la posta elettro-nica, i personal computer avveniristi-ci...». Ma questa distanza tecnologica«epocale» scompare di fronte all’attua-lità del pensiero di Ezio Tarantelli. «Ildocumentario – annota Carol – contie-ne l’unica intervista che Ezio aveva fat-to per la televisione. Quell’intervista siconclude con la sua previsione che senon vengono fatte le riforme struttura-li, l’Italia si troverà nel futuro a doverefare i conti con il dramma della disoccu-pazione giovanile e del Sud». Conside-razioni che appartengono al presente,ma che Ezio Tarantelli aveva svoltoventicinque anni fa. «Ezio - rileva Carol

´NESSUNOFERMÒ

LE BRIGATEROSSEÆ

L’accusa di Carol Tarantelli, moglie di Eziol’economista ucciso 25 anni fa´I servizio segreti sapevanoÆ

ROMA

Culture

L’assassinio rivendicato

con un volantino sull’auto

Ezio Tarantelli, economista,

venneuccisoil27marzo1985,a

pochi passi dall’aula dove aveva ap-

pena tenuto una lezione ai suoi stu-

denti. Verso le 11.50 due individui lo

colpirono con numerosi colpi di mi-

tragliettadopoesseresalitosullapro-

priaautoparcheggiatanelcortiledel-

la Facoltà.

L’assassiniovennerivendicatodal-

le «Brigate Rosse per la costruzione

del Partito Comunista Combattente»

(BR-PCC) con un volantino lasciato

sull’auto, in cui il professor Tarantelli

veniva attaccato come teorico della

predeterminazionedegliscattidisca-

la mobile e come uno dei principali

fautori della riforma strutturale del

mercato del lavoro. Per questo era

«sotto inchiesta» già da un anno e il

suo nome faceva parte di un elenco

trovatoinunodeicovidell’organizza-

zione criminosa. I processi accerte-

ranno che l’omicidio venne organiz-

zato e compiuto da esponenti del

gruppo che lo aveva rivendicato.

IL NOSTRO SABATO

Ezio Tarantelli fu assassinato 25 anni fa dalle Br

UMBERTO DE GIOVANNANGELI

27marzo 1985

40SABATO

27MARZO

2010

Tarantelli – era profondamente convin-to, e lo ha ripetuto più e più volte – chela fiducia che riscuotevano i vari attoriistituzionali fosse di fondamentale im-portanza per realizzare quella politicadella concertazione che Ezio ritenevaessere l’unico modo per far progredireil Paese». Il riferimento alle risse tra isti-tuzioni che marchiano la nostra quoti-dianità è inevitabile, tristemente inevi-tabile: «Queste risse – rimarca Carol –sono agli antitesi del pensiero e del mo-do di essere di Ezio: lui era convintoche lo scontro continuo avrebbe finitoper cacciare l’Italia in un vicolo cieco».

C’è una domanda che ha accompa-gnato Carol Tarantelli in questi venti-cinque anni senza Ezio. Perché propriolui fu scelto dai brigatisti rossi comebersaglio da abbattere. Perché Carol?«La risposta che mi sono data – dice – èterribile. Le Brigate Rosse per esistereavevano bisogno di assassinare qualcu-no. Non avevano l’organizzazione ne-cessaria per uccidere una persona pro-tetta. Erano dei vigliacchi mascheratida falsi rivoluzionari... Avevano biso-gno di assassinare qualcuno e hannoscelto di colpire una persona che crede-va che attraverso le riforme era possibi-le un futuro migliore». Per questo eradiventato un nemico mortale per i falsirivoluzionari, fautori del tanto peggio,

tanto meglio.... Da profonda conoscitri-ce del «pianeta Usa», Carol fa un riferi-mento forte. Emblematico. «Tra Oba-ma e Bush – dice – non ho dubbi: i bri-gatisti avrebbero certamente uccisoObama».

Quello di Carol Beebe Tarantelli èun j’accuse possente: «Le Brigate Rosse– afferma – sono state le vere forze rea-zionarie di questo Paese. È una cosacerta, che tutti gli esami storiograficihanno evidenziato: i servizi segretiavrebbero potuto fermarli in qualsiasimomento e invece li hanno lasciati agi-re. Li hanno lasciati liberi di uccidere».Non è dietrologia questa, insiste Carol,ma una verità storica. Una verità ama-ra, terribile. Che va riaffermata ancheper onorare la memoria di quanti cad-dero sotto i colpi delle Brigate Rosse.Magistrati, giornalisti, servitori delloStato. E riformisti convinti: come loerano Ezio Tarantelli, Marco Biagi. Co-me lo è stato Guido Rossa. «Le Br – de-nuncia Carol – realizzarono l’agendadei servizi deviati. Sono fatti, non die-trologia».●

IL CASO Nuove indagini sulla

morte di Pier Paolo Pasolini. Racco-

gliendo l’invitodiWalterVeltroni, ilmi-

nistro della Giustizia Angelino Alfano

annuncia che inoltrerà in tal senso

«un’apposita istanza» al Procuratore

della Repubblica di Roma. «Le parole

con cui il ministro Alfano ha risposto

alla mia lettera sono importanti per-

ché con queste si riapre il caso Pasoli-

ni: l’inchiestaperquella terribilemorte

(anche grazie alle nuove tecniche

scientifiche)potrebbe finalmenteave-

re una risposta convincente e definiti-

va»,diceWalterVeltroni(Pd).«Suquel-

l’omicidioabbiamoavutomolteverità

tanto parziali e contraddittorie da la-

sciare un’ombra pesante».

IL DOCUMENTARIO

[email protected]

Nuove indaginisullamortedello scrittore

ROMA

No, questa vendita vasaria-na non si può fare. Lo sta-bilisce la giustizia. Non ne-cessariamente rossa, ver-

de o di chissà quale colore. Gli eredidel conte Festari non possono vende-re (o minacciare di vendere) alla so-cietà moscovita Ross Engineeringl’Archivio vasariano per 150 sonorimilioni di euro e per il quale, proprioieri, il ministero dei beni culturaliperdeva il diritto di essere acquiren-te favorito.

Basterebbero le lettere di GiorgioVasari a Michelangelo, per taceredelle sue corrispondenze con lettera-ti, artisti e nomi importanti del ‘500,per sapere che le carte del criticod’arte architetto e pittore nella suacasa d’Arezzo non devono fuggiredall’Italia, D’altronde hanno due vin-coli: devono restare in Italia e nellaCasa vasariana. Se c’era un rischio abreve lo hanno sventato i carabinieridel nucleo tutela del patrimonio arti-stico su ordine della Procura di Ro-ma: una settimana fa, il 20 marzo,ma si è saputo ieri, l’Arma ha appo-sto i sigilli alla stanza che conserval’Archivio.

L’ipotesi convalidata dal Gip è di«tentata truffa aggravata ai dannidello Stato». Il capitano dell’ArmaRomano non si sbilancia: «L’Archi-vio ora è sotto sequestro e non simuove, finché le indagini non saran-no concluse la Procura ha nominatocome custode giudiziario il custodedella casa-museo». Neanche il mini-stero e la sovrintendenza archivisti-ca toscana possono metterci mano,senza permesso del giudice. Ancormeno i proprietari, gli eredi del con-te Festari. I cui legali dicono (provo-catoriamente?) di aver già vendutole carte alla holding russa e che po-trebbero impugnare il sequestro.«Sono perplesso, l’archivio è in cassa-forte, non corre pericolo e non credol’Archivio sia l’oggetto del reato»,

commenta Cosulich, avvocato del-la famiglia.

Cos’ha fatto scattare il seque-stro? «Gravi indizi» sull’identità de-gli acquirenti russi. I 150 milioni,ai quali il ministero aveva contrap-posto i più ragionevoli 2,6 milioni,sono spropositati, fuori mercato?«Esattamente», conferma il capita-no. Allora la Procura suppone chequella somma sia stata sventolatain realtà per spingere lo Stato a cor-rere e sborsare più del dovuto? Oforse c’è anche altro: la famiglia Fe-stari deve alla società di riscossio-ne tributi Equitalia 700 o 800milaeuro per imposte non pagate e lacontesta, Equitalia tenta il pignora-mento, la famiglia è in un ginepra-io. Ieri il sindaco aretino GiuseppeFanfani e Walter Veltroni hannoplaudito al sequestro invocandochiarezza sulla vendita. E quandoaffermano che troppi punti oscuriinquinano questa vendita hannofondati motivi, per dirlo. ●

Oggi a Roma un convegno per

ricordareEzioTarantellielapro-

iezione di un documentario del

figlio Luca. Rai Storia dedica al-

l’economista una puntata spe-

ciale della «Storia siamo noi».

P

Un fiore per protestare con-tro i tagli alla cultura. E cosìquella che doveva essereuna festa - la prima edizio-

ne italiana della Giornata mondialedel Teatro - si trasforma, giustamente,in un’occasione per farsi ascoltare, peralzare la voce a tutto volume e per urla-re che in Italia il mondo della politica èindifferente allo spettacolo dal vivo.Eppure gli attori, i registi, i tecnici, icostumisti, gli amministratori, gli sce-nografi, gli autori... nel nostro Paesesono più di 200mila.

Molti di loro saranno in piazza oggi.A Roma, davanti al teatro Argentina,ma anche a Milano, Napoli, Bari e intante altre città. Sono i lavoratori pre-cari dello spettacolo chiamati a raccol-ta da un tam tam partito sul web, viafacebook e non solo. Nella capitale an-nuncia la sua presenza anche l’assesso-re alla cultura della Regione Lazio Giu-lia Rodano (candidata Idv alle regiona-li). «Porterò anch’io un fiore davanti alTeatro Argentina e lo taglierò per la-sciarlo appassire come sta appassendol’intero mondo del teatro», spiega, sot-tolineando che «mai nessun governoprima d’ora aveva fatto tanti tagli e tan-ti danni alla cultura». In piazza ci sa-ranno anche i rappresentanti dellaCgil e del Movem, il cartello di associa-zioni dello spettacolo. «Chiediamo leg-gi che si fondino sul rispetto delle con-dizioni dei lavoratori - scrivono i LiberiLavoratori dello Spettacolo con Movi-mento Sogno e Zeropuntotre in un co-municato che in questi giorni circo alnei teatri - Un paese che si rifiuta diinvestire nella cultura e nell’arte nonrisparmia, ma diventa inevitabilmen-te più povero».

Intanto nei teatri che aderiscono aquesta prima edizione della Giornatamondiale del Teatro circolerà un mes-saggio del presidente della Repubbli-ca Giorgio Napolitano, che in un video(Il Quirinale per il teatro) testimonia lasua attenzione per il mondo dello spet-tacolo: «Sono convinto - dice il presi-dente - che la nostra tradizione teatra-le costituisca una componente origina-le e significativa della storia del teatroin Europa e che essa sia parte integran-te di quel patrimonio culturale e artisti-co che tutto il mondo apprezza e dacui l’Italia trae prestigio e simpatia».●

PASOLINI

PARLANDO

DI...

Fieraragazzi

Sono aumentati, rispetto all’anno scorso, i visitatori internazionali della Fiera del Li-

bro di Ragazzi di Bologna, che si è conclusa ieri. Nel 2009 erano stati 4.623. Lo spiega

MarcoMomoli, brandmanager di BolognaFiere: «Non abbiamoancora inumeri definitivi,

ma la spina dorsale dellamanifestazione è proprio la presenza internazionale».

Un fiorecontro i taglialla culturaNella giornata mondialedel Teatro i precari in piazza

FRANCESCA DE SANCTIS

Archivio Vasarisequestratodai carabinieriI sigilli della giustizia alle carte nella Casa di ArezzoL’ipotesi: dietro la ´venditaÆuna tentata truffa allo Stato?

STEFANO MILIANI

41SABATO

27MARZO2010

Salemi RomaPorto Empedocle

Arte

PIRANDELLOSI FA IN TRE

La mostra, ultima impresa di Claudia

Gian Ferrari, nota gallerista e collezioni-

sta recentemente scomparsa, che di Pi-

randelloavevaappena licenziato il cata-

logogenerale,èincentratasulleduesale

personali presentatedall’artistanel 1935

e nel 1939 allaQuadriennale di Roma.

Quadriennale

Curata da Vittorio Sgarbi, l’antologica

presenta una cinquantina di opere, tra di-

pinti e disegni, tutte appartenenti a una

collezione privata, realizzate dal 1921 al

1972.GlispazidelCastelloospitano inoltre

lamostra fotograficadiAngeloPitronesu

Pirandello e i luoghi del Caos.

I luoghi del caos

Organizzata nella terra d’origine dei Pi-

randellodallaFondazioneAndreaCamille-

riedallaCittàdiPortoEmpedocle, l’esposi-

zione ripercorre attraverso 36 opere, tra

dipintiepastelli, lacarrieraartisticadiFau-

sto (Roma 1899-1975), figlio del grande

drammaturgo siciliano.

Dipinti e pastelli

Dopo i centenari relati-vi a Cima e a Giorgio-ne celebrati nelle ri-spettive città natali,Conegliano e Castel-franco, ecco che il fer-

tile Veneto ne ha subito in serbo unaltro, questa volta in onore di Jacopoda Ponte, con un cognome di fami-glia che stava a indicare proprio la vi-cinanza al celebre ponte di Bassanodel Grappa, e dunque è toccato al Mu-seo civico di quella città dare atto deicinquecento anni dalla nascita delsuo grande artista (1510-1592), at-tingendo soprattutto ai molti capola-vori delle proprie collezioni.

Questo reiterato ricorso alla for-mula dei centenari non genera certonoia, in terra veneta, in quanto cia-scuno dei tre ha recitato una parteben distinta dalle altre, in base allagenerazione di appartenenza. Cima,all’ombra del Bellini, è stato il perfet-to esponente di un Quattrocentogiunto in fase terminale. A Giorgioneil compito di fondare sulla Laguna lamaniera moderna, cioè una piena le-zione di naturalismo atmosferico, in-stillatagli da Leonardo e poi trasmes-sa a Tiziano. Quanto a Jacopo, natouna generazione dopo, il copione del-la storia gli diede incarico di rappre-sentare ad alto livello la tappa succes-siva del Manierismo, assieme a un al-tro Jacopo, il Robusti, detto il Tinto-retto. In effetti, sulla Laguna nel quar-to decennio era giunto il Vasari, checome pittore non aveva ben capito

quella stessa prodigiosa formula dipieno naturalismo moderno da luiinvece così bene diagnosticata in Le-onardo e Giorgione. La maniera cuiindulgeva in proprio era alquantomagniloquente e accademica, eppu-re ebbe un qualche impatto su Tizia-no stesso, nonché sui più giovaniBassano e Tintoretto. Ma in sostan-za non faceva per loro, quell’ampol-losa grandeur, e dunque preferiro-no attenersi a un manierismo benpiù sottile e perturbante.

MADONNE, CANI E PECORE

Il nostro Bassano lo svolse nel suotema più frequentato, una serie diAdorazioni dei Magi o dei Pastori,in cui in realtà, invece di guardareverso il Vasari, raccoglieva spuntidal più grande dei manieristi nostra-ni, il Parmigianino, la cui virtù pri-ma fu di lasciar cadere lo specchiopiano, in cui le sembianze si rifletto-no in modo conforme, avvalendosipiuttosto di specchi curvi, defor-manti. E così, le Madonne del Bassa-no si accartocciano su se stesse, co-me giunchi flessibili, mentre i man-ti e le bende attorno alla testa sisventagliano in pieghe molli e si-nuose. Ma soprattutto, il Bassano siavvale della presenza degli anima-li, cani elastici, flessibili, che allun-gano i musi o torcono le zampe, pro-prio come aveva insegnato il Parmi-gianino nella Rocca dei Sanvitale.Oppure pecore a profusione, i cuivelli gli consentono di usare una ta-volozza densa, quasi fangosa, il chevale anche per i corpetti e i coprica-pi dei poveri pastori. Sono soluzio-ni che non si arrestano lì, ma vengo-no trasmesse a uno straordinario vi-sitatore giunto a Venezia, Domeni-co Theotocopulos, ovvero il Grecoper antonomasia, che ruba qualcheinvenzione ingegnosa anche al Tin-toretto, portando poi il tutto a matu-rare nella solitudine di Toledo. ●

I CANIELASTICI

DIBASSANO

A cinquecento anni dalla nascitauna mostra ripercorre le tappe

artistiche di Jacopo da Ponte

IL NOSTRO SABATO

Flavia Matitti

Fausto Pirandello

Forma emateria

Salemi (TP)

CastelloNormanno Svevo

Fino al 2maggio

Catalogo: Alsaba

****

Fausto Pirandello

alleQuadriennali

Roma,Galleria Nazionale

d’ArteModerna

Fino al 2maggio

Catalogo: Electa

*****

Fausto Pirandello

Ritorno allamarina

Porto Empedocle (AG)

AuditoriumSanGerlando

Fino al 6 aprile

Catalogo: Viviani

****

Jacopo Bassano

a cura di A. Ballarin eG. Ericani

Bassano del Grappa

Museo civico

fino al 13 giugno

cat. Electa

Jacopo BassanoUnadelle opere inmostra

RENATO BARILLI

42SABATO27MARZO2010

Finale di partita The Great Mass Omaggio a Galileo

LEPRIME

Federico Riva_2008

Il primo Beckett di Castri,chenellasua

lungacarrieranonsieramaiaccostatoal-

l’autore irlandese. Lomette in scena con i

parametridell’asciuttezzaedell’essenziali-

tà. Una fune tesa sull’abisso che ci lascia

sospesi nel vuoto senza un vero finale:

non sarebbeda Beckett...

Il Beckett di Castri

C’è un continuo anda-re e venire fra teatroe cinema nell’inquie-tante, emozionantespettacolo – Roman eil suo Cucciolo - mes-

so in scena da Alessandro Gas-sman. E, in modo addirittura iperre-alistico, c’è la violenza, l’angoscia,l’emarginazione, la solitudine: la vi-ta. Vita grama, senza sbocchi e quel-lo spaesamento che nasce dall’esse-re senza radici ma sempre e comun-que legato ai propri riti (il culto diuna Madonna nera detta schiavo-na) e perfino senza lingua con la ne-cessità di inventarsene un’altra. Inun rifugio ai margini dell’autostra-da dove vedi sfrecciare in lontanan-za le macchine, c’è la fisicità, fortis-sima, primitiva, quasi animalescache ti fa «sentire» i corpi proprio co-me senti l’odore delle uova che cuo-ciono. Ci sono i «papponi», la prosti-tuta ridotta a schiava, un finto poe-ta eroinomane, l’amico del cuore diCucciolo, che ha portato una canzo-ne a Sanremo e che si traveste daChe Guevara. E c’è la droga, coca,eroina che si vende, che si sniffa cer-cando di preservare «il cucciolo»per il quale si sogna un avvenire mi-gliore. Uno spaccato di vita terribi-le nel contrasto fra padre e figlioche vuole rompere con il passatodel genitore e si sente italiano. MaRoman, il protagonista, è costrettoa rendersi conto che è difficile sfug-gire al proprio destino. Non basta

la ribellione, non basta la voglia discrivere di Cucciolo e non bastaneppure la sua voglia di emarginar-si nei confronti di un padre padro-ne anche se non privo di affetto. Al-la fine di tutto ci sarà la morte diRoman e l’eroina per il Cucciolo.

L’EMIGRAZIONE ROMENA

Roman e il suo Cucciolo che Edoar-do Erba ha tradotto e adattato anziricreato con grande bravura e luci-dità da un testo (Cuba and his Ted-dy bear interpretato nel 1986 da Ro-bert De Niro) di Reinaldo Povod,drammaturgo rivelazione, figlio diuna portoricana e di un cubano diorigine russa scomparso a soli 34anni nel 1994, pone al centro il te-ma dell’emigrazione, della difficileaccettazione dell’altro (lo spettaco-lo ha il patrocinio di Amnesty Inter-national Italia). In Povod c’eral’emigrazione dei latinos negli StatiUniti; qui, reinventando genial-mente un linguaggio, Erba ci rac-conta l’emigrazione romena, di Ro-man e sua madre in fuga dalla ditta-tura di Ceaucescu, vent’anni primadella grande diaspora che l’uomoguarda con sospetto anche se il so-gno di inserirsi sposando un’italia-na è fallito miseramente. Ancheper questo Roman e il suo Cucciolo èun testo «politico» di grande forzache ha il pregio di squadernare difronte alla nostra supponenza, allanostra difficoltà ad accettare chi èdiverso da noi, un pezzo non eludi-bile della realtà che ci circonda.Grande prova di Alessandro Gas-sman, un Roman di straordinariaforza e profondità, bravissimo an-che nella direzione degli attori –Manrico Gammarota, Sergio Meo-grossi, Giovanni Anzaldo nel ruolodi Cucciolo, Matteo Taranto, Nata-lia Lungu, Andrea Paolotti - in per-fetta sintonia con il coinvolgenteprogetto dell’attore-regista.●

Terzo appuntamento di Spring Emo-

tions. Danzatore dal 1986 con Martha

Graham,Rioultsièavviatopoiaunacarrie-

ra autonoma. Dopo la tetralogia su Ravel,

ora si accosta aMozart in quel che defini-

sce “unviaggiospirituale, un’esplorazione

deldivinoattraversoicorpi”deidanzatori..

Danzare Mozart

La storia di un uomo controverso

ma straordinario, troppo spesso usato

comesimboloequindi ingigantito,mes-

sosuunpiedistallofastidioso.EccoilGa-

lileo secondo Paolini il narratore travol-

gente sulle orme delle lezioni-spettaco-

lo di Dario Fo.

La lezione di Paolini

Rossella Battisti

QUANDORIBELLARSI

NONBASTA

´Roman e il suo cuccioloÆUn testo politico, forte, emozionante

e una grande prova di Gassman

Teatro

BRESCIA

IL NOSTRO SABATO

TheGreatMass

coreografia di Pascal Rioult

musica diWolfgangAmadeusMozart

con la compagnia di Pascal Rioult

scene di Harry Feiner

costumi di Karen Young

Bolzano, Teatro Comunale 30marzo h. 20

Omaggio a Galileo

lezione spettacolo di Marco Paolini in occasione

della GiornataMondiale del Teatro

Mestre, Aula Magna del Liceo Scientifico Statale

UgoMorin, 27marzodalle 10 alle 13

Finale di partita

di Samuel Beckett

regia diMassimoCastri

conV.Franceschi,M.Dapcevic,D.Hobel, A.G.Peligra

scene e costumi diMaurizio Balò

luci di Robert JohnResteghini

Modena, Teatrodelle Passioni dal 30marzo

Roman e il suo Cucciolo

Adattamento e traduzione di Edoardo Erbada un testo di Reinaldo Povod

Regia di AlessandroGassman

Brescia, Teatro Sociale poi in tournée

****

Alessandro Gassman In scena «Roman e il suo cucciolo»

MARIA GRAZIA GREGORI

43SABATO

27MARZO2010

Zapping

06.00 Euronews. Rubrica

06.10 Da da da. Rubrica

06.30 Unomattina week-end. Attualità.

10.25 Aprirai. Rubrica.

10.40 Tuttobenessere.Rubrica. ConduceDaniele Rosati

11.30 Occhio alla spesa.Rubrica.

12.00 La prova delcuoco. Show.

13.30 Telegiornale

14.00 Easy Driver. Rubrica.

14.30 Le amiche del sabato. Talk show.

17.00 Tg 1

17.30 A sua immagine.Rubrica.

17.40 Tg 1 L.I.S.

17.45 25mo Anniversariodella Prima Giornata Mondialedella Gioventù Attualità. “Presie-duta da Sua SantitàBenedetto XVI”

18.50 L’eredita’. Quiz. ConduceCarlo Conti

20.00 Telegiornale

20.30 Rai Tg Sport. News

20.35 I soliti ignoti.Gioco. Conduce Fabrizio Frizzi

21.00 I Love Shopping.

Film commedia

(USA, 2008).

Con I. Fisher,

J. Cusack.

Regia di

P.J. Hogan

22.50 Cuori di vetro.

Film drammatico

(USA, 2009).

Con M. Chestnut,

T.P. Henson.

Regia di

B. Duke

21.00 L’era glaciale.

Film animazione

(USA, 2002).

Regia di

C. Saldanha

e C. Wedge

22.30 Questa volta

mi sposo.

Film sentimentale

(CAN, 2009).

Con T. McGinley,

G. Francis.

Regia di

D. Barr

21.00 Battle in Seattle.

Film azione

(USA, 2007).

Con C. Theron,

W. Harrelson.

Regia di

S. Townsend

22.45 Frankenstein

Junior.

Film comico

(USA, 1974).

Con G. Wilder,

M. Feldman.

Regia di M. Brooks

19.30 The Batman.

19.55 Zatchbell.

20.20 Teen Titans.

20.45 Le nuove

avventure di

Scooby Doo.

21.10 Shin Chan.

21.40 Staraoke.

Show

22.10 Teen Angels.

Film animazione

(USA, 2001)

18.30 Come è fatto. Rubrica. “Estin-tori/bomboloni/am-mortizzatori”

19.00 Top Gear. Rubrica

20.00 Top Gear. Rubrica

21.00 My Shocking Story.Rubrica.

22.00 Chirurgia Super:un tumore di 72 kg.Documentario

23.00 Mega Beast. Documentario.

17.00 50 Songs

Weekend. Musicale

18.55 Deejay TG

19.00 The flow. Musicale.

“Best of”

20.00 The Club. Rubrica

20.30 Deejay music club.

Musicale

21.30 DJ Stories. Show

22.30 Almost True.

Musicale. “L’ altra

storia del rock”

18.05 Made. Show

19.00 Speciale MTV

News. News

19.05 Vale Tutto. Show

20.00 MTV Essential.

Musicale

21.00 Speciale MTV

News. News

21.05 Teen Mom. Show

22.00 VH1 Present. Show

23.00 Fabri Fibra in Italia.

Reportage.

CRIMINAL MINDS

Rai 1 Rai 2 Rai 3 Rete 4 Canale 5 Italia 1 La 7

Sky Cinema 1 HD

Sky Cinema Family

Sky Cinema Mania

CartoonNetwork

DiscoveryChannel

Deejay TV MTV

RAIDUE - ORE: 21:05 - TELEFILM

CON THOMAS GIBSON

ULISSE - IL PIACERE DELLA SCOPERTARAITRE - ORE: 21:30 - DOCUMENTARIO

CON ALBERTO ANGELA

BONES

RETE 4 - ORE: 21:30 - TELEFILM

CON DAVID BOREANAZ

MADELINE - IL DIAVOLETTODELLA SCUOLAITALIA 1 - ORE: 21:10 - FILM

CON FRANCES MCDORMAND

SERA

21.10 Ti lascio una

canzone. Show

00.05 TG 1

00.10 Memorie dal

bianco e nero.

Rubrica. Conduce

Enrico Vaime.

00.50 Tg 1 - Notte

01.05 Cinematografo.

Rubrica. Conduce

Gigi Marzullo

03.10 Sabato Club.

Rubrica.

06.00 Cercando Cercando. Videoframmenti.

06.10 L’avvocato Risponde. Rubrica.

06.20 Inconscio e Magia.

06.30 Automobilismo -Gran Premio d’ Au-stralia di Formula 1.

08.30 TG2 Mattina

08.40 Mattina in famiglia. Rubrica.

10.30 Sulla via di Damasco. Rubrica

11.15 ApriRai. Rubrica

11.25 Mezzogiorno in famiglia. Show

13.00 TG2 Giorno

13.25 Dribbling. Rubrica.

14.00 Top of the Pops2010. Musicale

15.20 Giardini e misteri.Telefilm.

16.15 Kate & Emma. Telefilm.

17.05 Sereno variabile.

18.00 TG2

18.10 Primeval. Telefilm.

19.00 L’isola dei famosi -La settimana. Reality Show

19.30 L’isola dei famosi.Reality Show

20.00 Il lotto alle otto.Gioco

20.30 TG2 - 20.30

SERA

21.05 Criminal Minds.

Telefilm. Con

Mandy Patinkin,

Thomas Gibson

22.40 Sabato Sprint.

Rubrica. Conduce

Paolo Paganini e

Sabrina Gandolfi

23.25 TG 2

23.35 TG 2 Dossier.

Rubrica.

00.20 TG 2 Storie. I

racconti della

settimana. Rubrica.

07.55 Il videogiornaledel Fantabosco.Rubrica.

08.40 Il mondo di Stefi.Serie Tv

08.55 Mistery after misteri. Rubrica.

09.00 Tv Talk. Rubrica.

10.30 Art News. Rubrica.

11.00 TGR - I nostri soldi

11.15 TGR - Estovest

11.30 TGR - Levante

11.45 TGR Italia Agricoltura

12.00 TG3

12.25 TGR Il Settimanale.Rubrica

12.55 TGR Bellitalia

13.20 TGR Mediterraneo.Rubrica

14.00 Tg Regione

14.20 TG3

14.45 Tg3 Pixel

14.50 TGR Ambiente Italia. Rubrica

15.50 Tg 3 Flash LIS

15.55 Sabato Sport. Rubrica.

18.10 90’ Minuto. Rubrica. “Serie B”.

19.00 Tg 3 / Tg Regione

20.00 Blob. Attualità.

20.10 Che tempo che fa.Talk show

SERA

21.30 Ulisse - Il piacere

della scoperta.

Documentario.

23.20 Tg 3

23.35 Tg Regione

23.40 Palco e retropalco.

Rubrica.

Don Chisciotte.

Teatro

01.00 Tg 3

01.10 Tg3 Agenda

dal mondo.

Rubrica.

06.00 Boston legal.Telefilm.

06.40 Media shopping.Televendita

07.30 Il conte di Montecristo. Miniserie. Con Gerard Depardieu,Sergio Rubini, Ornella Muti

09.30 Vivere meglio.Show. Conduce Fabrizio Trecca

10.55 Cuochi senza frontiere - Anteprima. Rubrica. ConduceDavide Mengacci

12.55 Detective in corsia.Telefilm.

13.50 Forum: sessionepomeridiana delsabato. Rubrica. ConduceRita Dalla Chiesa

15.00 Poirot. Telefilm.

17.10 Monk. Telefilm.

18.00 Pianeta mare. Rubrica. ConduceTessa Gelisio

18.55 Tg4 - Telegiornale

19.35 Tempesta d’amore.Telefilm

20.30 Walker Texas Ranger. Telefilm.Con Chuck Norris

SERA

21.30 Bones. Telefilm.

23.10 Law & order:

unita’ speciale.

Telefilm.

00.15 Guida

al campionato.

00.47 Nessuno

può sentirti.

Film Tv thriller

(USA, 2001).

Con Kelly McGillis,

Kate Elliott,

Tom Huntington.

Regia di John Laing

06.00 Prima pagina

07.57 Meteo 5. News

08.00 Tg5 - Mattina

08.50 Loggione. Evento

09.45 Finalmente arrivaKalle. Miniserie.

10.45 R.I.S. Roma - Delitti Imperfetti. Con Fabio Troiano,Euridice Axen,Primo Reggiani.

13.00 Tg5

13.39 Meteo 5. News

13.40 Belli dentro. Situation Comedy.

14.10 I quattro finalisti diAmici. ShowConduce Maria De Filippi

15.30 Verissimo - Tutti i colori dellacronaca. NewsConduceSilvia Toffanin

18.50 Chi Vuol essere milionario. GiocoConduce Gerry Scotti

20.00 Tg5

20.30 Meteo 5. News

20.31 Striscia la notizia -La Voce dell’influenza.Show. Conduce Michelle Hunziker,Ezio Greggio

SERA

21.10 Lo show dei

record.

Show. Conduce

Paola Perego

00.30 R.I.S. Roma -

Delitti Imperfetti.

Con Fabio Troiano,

Primo Reggiani.

01.30 Tg5 notte

01.59 Meteo 5.

News

02.00 Striscia la notizia -

La Voce

dell’influenza.

06.30 Degrassi. Telefilm.

10.45 Cotto e mangiato.Rubrica

11.05 Tv moda. Rubrica.Con Jo Squillo

11.50 Jekyll. Show

12.25 Studio aperto

12.58 Meteo. News

13.00 Studio sport. News

13.40 Til Death - Per tuttala vita. Telefilm.

14.00 Teste di cocco. Film commedia(Italia, 2000). Con AlessandroGassman, Gianmarco Tognazzi,Manuela Arcuri.Regia di Ugo Fabrizio Giordani.

16.15 Air bud 2 - Eroe aquattro zampe.Film commedia(USA, Canada, 98).Con Kevin Zegers,Cynthia Stevenson,Nora Dunn. Regiadi Richard Martin.

18.30 Studio aperto

18.58 Meteo. News

19.00 La vita secondoJim. Telefilm.

19.35 Cenerentola e gli007 nani. Film animazione(USA, 2007). Regiadi Paul Bolger,Yvette Kaplan.

SERA

21.10 Madeline - Il diavoletto dellascuola. Film commedia(USA, Francia, 98).Con Frances McDormand, Nigel Hawthorne.Regia di Daisy vonScherler Mayer.

23.00 Money train. Film azione (USA, 1995). ConWesley Snipes,Woody Harrelson,Jennifer Lopez.

06.00 Tg La 7

07.00 Omnibus - Week-

end. Rubrica.

09.15 Omnibus Life -

Week-end.

Attualità.

10.15 Movie Flash.

10.20 L’ intervista

Rubrica.

10.50 Movie Flash.

10.55 Segreti

dell’archeologia.

Documentario

11.30 Portogallo, Porti-

mao - Superbike.

12.30 Tg La7 / Sport 7

13.00 Movie Flash.

13.05 L’ispettore Tibbs.

Telefilm.

14.05 E’ arrivato

mio fratello.

Film (Italia, 1985).Con Renato Pozzetto

15.55 Portogallo, Porti-

mao - Superbike.

17.05 Mac Gyver.

Telefilm.

18.05 Detective Extra-

large: Bersaglio

mobile. Film Tv(Germania, Italia,USA, 1991). Con Bud Spencer.

20.00 Tg La7

20.30 Chef per un

giorno. Show.

SERA

21.35 L’Ispettore

Barnaby. Serie Tv.

Con John Nettles

23.30 Victor Victoria.

Show. Conduce

Victoria Cabello

00.35 Tg La7

00.55 M.O.D.A. Rubrica.

01.30 Movie Flash.

Rubrica

01.35 La 25a ora -

Il cinema espanso.

Rubrica

www.unita.it44SABATO

27MARZO

2010

MOZARTCON 270 BAMBINI

Dopo mesi di laboratori, 270 ra-gazzi da 4 scuole elementari e me-die inferiori di Firenze portano inscena, oggi alle 16.30 al Teatro delMaggio, il Ratto del serraglio di Mo-zart. In sintesi e in tedesco.

CANNES, APRE «ROBIN HOOD»

Robin Hood, il colossal di RidleyScott con Russel Crowe principedei ladri è stato scelto per l’apertu-ra, mercoledì 12 maggio, del63/mo Festival di Cannes. Il filmsarà presentato fuori concorso.Uscirà in tutto il mondo il 14 mag-gio tranne in Francia dove sarà nel-le sale il giorno di Cannes.

FESTIVAL DI PASQUA

Musica e arte sacra, il talento di Ca-ravaggio legato alle note di Mo-zart e Vivaldi. Anche quest’annotorna a Roma il Festival di Pasqua,la manifestazione fondata nel1998 dal regista italiano Enrico Ca-stiglione, che si svolgerà nelle piùantiche e suggestive basiliche ro-mane da oggi fino al 5 aprile.

TUTTO ESAURITO PERALLEN

Tutto esaurito per il concerto diWoody Allen e dei suoi «New Orle-ans Jazz band» il 30 marzo alla Fe-nice di Venezia. Una data molto ca-ra all’artista americano, da semprelegato alla città lagunare.

IN CONFRONTOFEDE

ÈCOMUNISTA

Oggi

La scuola è sempre stato unbanco di prova per sadici casa-linghi. Ma forse in quel che è

accaduto nei pressi di Ferrara ha ra-dici più politiche. Lo saprete, un bim-

bo «indisciplinato», «cattivo» sarebbestato costretto a denudarsi in classe ea subire angherie da parte dell’inse-gnante di fronte ai suoi compagni. Ilfatto è che da quando questo governodecide che cosa deve essere la scuolaabbiamo assistito ad una operazioneche ha trasformato il compito educati-vo in una succursale repressiva di que-sta società. L’uso massiccio del 5 incondotta, l’aver deciso che il disadatta-mento infantile va criminalizzato o al

massimo medicalizzato ma al di fuo-ri delle strutture scolastiche ha offer-to al sadismo che è sempre stato en-demico nella scuola un fondale poli-tico favorevole. Siamo arrivati così areprimere e successivamente adespellere i corpi indesiderati dallastruttura scolastica. Certo, maltratta-re un bimbo in classe, a quel modo, èuna palese esagerazione ma ora è at-tivo un quadro di riferimento terribi-le che ne legittima la ragione.❖

Isignori del Pdl e della Lega han-no l’ideale etico e intellettualedella frittata, che si può rivoltare

come si vuole. Così, nel giorno in cuiil Paese si mobilita contro la censurache colpisce l’informazione, il Tg1manda in onda dati secondo i qualila maggioranza di governo verreb-be addirittura discriminata e messain minoranza negli spazi del suo no-tiziario. Insomma, il mondo non ècosì brutto come lo dipinge l’Agcom(che ha finalmente multato il tg di-retto da Minzolini), ma è molto più

brutto, perché al danno si aggiun-ge la beffa. E tutto quello che noivediamo quotidianamente coi no-stri occhi e cioè la scandalosa pre-valenza berlusconiana nell’infor-mazione televisiva, non è vero se-condo il più berlusconiano dei di-rettori di tg. Con buona pace diEmilio Fede, surclassato dai nuoviarrivati del servilismo. Una genera-zione di leccaculi che non si limita-no più a occultare le notizie sgradi-te al padrone, ma le ribaltano addi-rittura.❖

NORD locali addensamenti sul-

l’arcoalpinoe sul Triveneto. Poconu-

voloso sulle altre aree.

CENTRO molto nuvoloso a ri-

dosso dei rilievi; poco nuvoloso sulle

altre zone.

SUD pocooparzialmentenuvo-

loso su tutte le regioni.

NORD poco o parzialmente nu-

voloso su tutte le regioni con tenden-

za ad aumento della nuvolosità.

CENTRO poco nuvoloso su tut-

te le regionicon localiannuvolamenti

sui rilievi.

SUD sereno o velato su tutte le

regioni.

NORD nuvolososull’arcoalpino

consporadicheprecipitazioni; sereno

o poco nuvoloso sulle altre zone.

CENTRO sereno o poconuvolo-

soconlocaliaddensamentisullezone

appenniniche.

SUD nuvolososullaCalabriava-

riabile sulle altre regioni.

In pillole

Il Tempo

Foto: Cremonini per il Fai - Fondo per l’ambiente italiano

ZOOM

Dopodomani

Domani

Questa è la Scuola vecchia dellaMisericordia a Venezia: è uno dei 590

monumenti,affascinantimainaccessibili, che ilFondoper l’ambiente italiano

con merito apre oggi e domani nella 18esima «Giornata di primavera». Per

amare inostri luoghi e il Fai (ingressoecontributo liberi,www.giornatafai.it).

«Fai», alla scoperta dell’arte nascosta

Maria Novella Oppo

Sadismo scolastico

Toni Jop

Culture

NANEROTTOLI

FRONTEDELVIDEO

45SABATO

27MARZO2010

La fidanzata d’Italia ha ilvestito stracciato, il truc-co disfatto e un tacco rot-to, reduce da un’altranotte da dimenticare: ve-

di Napoli e crolla ancora. Non è laprima volta che le accade, ma oggi isuoi spasimanti dubitano che possatornare bella come prima, sotto sot-to molti non ci credono più, perchésanno che non basterà un bagno ri-storatore e un lifting superficiale. Ilrestyling dovrà essere totale. Nel ca-so della Juventus, perché è di leiche stiamo parlando, però la listadegli uomini sbagliati è lunga e no-ta, dal presidente Blanc a scendere,in una scala di incarichi e di aspetta-tive ormai andati a rotoli. La squa-dra bianconera è letteralmente im-plosa nelle proprie contraddizioni enelle proprie difficoltà economi-che, solo un progetto rivoluziona-rio e a lunga scadenza potrà ripor-tarla sulla via del successo. In fondoè già accaduto. La Juve di Ferrara eZaccheroni, infatti, nei risultati enella pianificazione sbagliata che liha preceduti, ricorda da molto vici-no la stagione ’90-91, quella per in-tendersi con Gigi Maifredi in pan-china. L’Omone restò fuori dallecoppe europee dopo 28 anni di qua-lificazioni ininterrotte in casa bian-conera.

Molte le similitudini, a iniziare dalfatto che, classifica alla mano, oggila squadra di Zac sarebbe fuori dal-l’Europa così come vent’anni fa. Neiprimi Novanta la Juventus era redu-ce dall’era Platini e aveva dato evi-denti segni di cedimento struttura-le, da una parte alla ricerca di unnuovo Trapattoni, dall’altra di unnuovo re del calcio, senza riuscirci.Tanto da incappare anche nell’ac-quisto imbarazzante di Ian Rush,uomo-simbolo del Liverpool nellatragica finale dell’Heysel. Erano an-ni bui e Giampiero Boniperti pensòdi affidarsi a un vecchio idolo delComunale, Dino Zoff. L’ex campio-ne del mondo aveva tra le mani unasquadra operaia con alcuni solisti divalore quali Schillaci, Casiraghi,Marocchi e l’ucraino Zavarov, chealla fine sarà ceduto e consideratouno dei flop più grossi tra gli stranie-

ri arrivati in Italia. Una squadra chepoco poteva contro il Milan, il Napolie l’Inter di allora, ma che seppe ag-grapparsi ai valori della tradizione edi un gioco semplice e redditizio, atratti anche spettacolare, che portòuna quarto posto il primo anno, unterzo il secondo, con la conquista con-testuale di Coppa Uefa e Coppa Ita-lia. Un successo incredibile che, però,non bastò, soprattutto ai tifosi abitua-ti a ben altri palcoscenici e a ben altrigiocatori.

Fucosì che la famiglia Agnelli deci-se di allontanare Boniperti e di affida-re la presidenza a Luca Cordero diMontezemolo, il quale si trovò in do-te Roberto Baggio, strappato alla Fio-rentina, e Luigi Maifredi considera-to, nell’agiografismo sacchiano diquegli anni, un tecnico emergenteper vincere e divertire. Il risultato fudisastroso. La sconfitta nell’ultimagiornata contro il Genoa lasciò la Ju-

ve fuori dall’Europa, dopo aver persoper strada Coppa Italia e Coppa delleCoppe, eliminata in semifinale dalBarcellona. Però, quella squadra pa-reva capace di tutto, lo dimostrano idue 5-0 rifilati a Parma e Roma e lavittoria contro il Napoli di Marado-na. Insomma, aveva un’anima, nonben definita ma ce l’aveva.

E visto che nel calcio la storia parenon insegnare niente a nessuno, eccoche dopo la serie B con Deschamps,la proprietà ha snobbato il terzo e ilsecondo posto di Ranieri, che ha por-tato la Juventus in Champions dallaporta principale, per rimescolare lecarte e rifare gli stessi errori divent’anni prima. Sia in società che inpanchina, con persone impreparateal calcio e, cosa peggiore, al lignag-gio bianconero, Blanc da una parte,Ferrara e Zaccheroni dall’altra. Alpeggio, però, non c’è mai fine e l’im-passe attuale sul mercato segna il da-to di un futuro sempre più incerto esportivamente pericoloso, con gran

16.00PATTINAGGIOMondiali Torino EUROSPORT

18.00CALCIORoma-Inter SKY SPORT 1

22.15 BASKET San Antonio-Cleveland SKY SPORT 2

Il club ha sottovalutatoi risultati fatti nel ciclodi Claudio Ranieri

Foto Ansa

Snobismo

Il disastro

Vent’anni dopoquella disastrosa annata 1990-91i bianconeri rischiano ancora di uscire dall’EuropaErrori dimercato e scelte sbagliate della società

Negli anni ’90 dopo Leroi il progetto diBoniperti con Dino Zoff

LO SPORT IN TV

Sport

[email protected]

Ricostruzione

www.unita.it

Corsi e ricorsinella crisi JuveMaifredi-Zacflop fotocopia

Alberto Zaccheroni (56 anni) guida la Juventus dal 29 gennaio scorso

FRANCESCO CAREMANI

6 campionati senza vittorie

dall’ultima affermazione,

considerando Calciopoli

3 i trofei conquistati dopo il ciclo

legato a Platini: 2 Coppa Uefa e una

Coppa Italia

13 i trofei messi in bacheca dai

bianconeri durante la gestione di

Marcello Lippi in panchina

8 stagioni senza scudetto

nell’epoca dopo all’era di Michel

Platini in bianconero

46SABATO27MARZO2010

parte della tifoseria ottusa dalle vit-torie passate e incapace d’acconten-tarsi come nel post Platini.

Parallelismi che accomunano ledue stagioni peggiori della storia ju-ventina. Anche nei giocatori, alloraLuppi e De Marchi, adesso Zebina eGrygera, vent’anni fa Baggio e DiCanio, oggi Diego e Felipe Melo. Cu-rioso che anche sotto al profilo del-lo sponsor i due momenti si somigli-no. Upim allora e adesso New Hol-land, infatti, sono società del grup-po, ergo è come se la proprietà pa-gasse due volte, invece che attinge-re soldi freschi da uno sponsor «ve-ro». Errori su errori che i risultatisportivi non aiutano a risolvere. An-che perché una squadra che non vin-ce non attira investimenti. Era acca-duto nel post Trapattoni, accade og-gi nel post Calciopoli e chi invocaancora la triade sappia che la Juven-tus non paga solo la retrocessionein B e la rescissione del contrattocon Tamoil, ma anche quell’imma-gine arrogante e prepotente costrui-

ta da Moggi, Giraudo e Bettega chenel terzo millennio pesa come unmacigno sulla firma di un contrattopubblicitario.

Quel disastro sportivo, con Mai-fredi liquidato senza nemmeno unaseconda chance (l’ebbe pure Mar-chesi), provocò un arroccamentosul passato con il ritorno di Boniper-ti e Trapattoni, alla fine arrivò un’al-tra Coppa Uefa, prima di tornare avincere scudetti e coppe con Marcel-lo Lippi, ma questa è un’altra storia.Da qui alla fine del campionato cisono ancora 8 paragrafi da scrivere,prima di chiudere il libro biancone-ro di questa stagione. Tutto può an-cora succedere, ma ciò che più con-ta sarà il dopo con il probabile ritor-no della famiglia Agnelli in rampadi lancio, un nuovo allenatore e unanuova Juventus. Solo allora torne-rà ad essere la fidanzata d’Italia.❖

Ora e allora

Mancano 8 partite, poiil prevedibile ritornoin pista degli Agnelli

Futuro

L’Inter e la Roma, iniziamo a chia-marlo «Classico». Questo è il dato difatto: da Calciopoli in poi il palloneitaliano si è cibato quasi esclusiva-mente di queste due squadre e delleloro sfide. Tre degli ultimi quattrotornei sono finiti con una contesa tranerazzurri e capitolini, con Morattisempre a esultare e Totti e compagnia leccarsi le ferite. O ad accontentar-si di qualche briciola, un paio di Cop-pe Italia e una Supercoppa, lasciateper strada dalla vorace gola dei ne-razzurri. Consolazione: la Roma è so-pra nel ranking dell’Istituto mondia-le di storia e statistica del calcio. In-somma, sia l’Inter che la Roma sem-brano farsi ancora una volta l’occhio-lino, in quello che ormai è un derbyitaliano. Molti gli ex in campo: Chi-vu, Samuel, Pizarro e Burdisso, co-me il Tao, c’è sempre un po’ di Internella Roma e viceversa.

GIGETTOCOL MICROFONO

Quattro anni a Trigoria e altrettantialla Pinetina, sono invece il curri-culum di Luigi Di Biagio, che staseravivrà la sfida ad un microfono di Sky:«Da mercoledì è cambiato qualcosa –rivela l’ex centrocampista azzurro -,la Roma non ha più due squadre da-vanti ma una sola. E senza Nesta ilMilan è fuori gioco». Olimpico esauri-to in ogni settore, che partita sarà?«Una bellissima partita, che io sentoin maniera particolare. Non mi aspet-to spettacolo ma molta tattica per-ché giocheranno entrambe specula-ri». Roma che, con Ranieri, ha sapu-to capovolgere una storia nata sottostelle brune. Imbattuta dal 28 otto-bre, una marcia scudetto che l’ha por-tata a recuperare ben 11 punti allacapolista. «La Roma ci arriva nel mi-gliore dei modi – dice Di Biagio - l’In-ter invece con la pressione di chi nonpuò sbagliare. Ma per esperienza di-co che quando l’Inter è sotto pressio-ne da il meglio di se». Ancora la Ro-ma sul cammino di Mourinho, conSpalletti erano parole di zucchero,con Ranieri, non si parla proprio. An-che se lo Special One, fin dall’inizio è

stato l’unico a credere alla risalita deigiallorossi. Difficile fare pronostici,perché «è una partita aperta a tutti irisultati – chiude “Gigetto”, come lochiamavano in Curva Sud - e quandosi giocano certe partite le squadrenon fanno calcoli. Ma se la Roma do-vesse perdere, andrebbe comunqueapplaudita per quello che ha fatto».L’ora della verità alle 18 in punto, lapartita dell’anno. O almeno così sivuole leggere Roma-Inter, anche sea ben sentire le parole di Ranieri,quella di stasera sarà solo una delletante partite della vita da giocare fi-no al 16 maggio. E Claudio applicaappieno la regola cartesiana del“penso, dunque sono”: «Se ce ne sa-ranno altre, vuol dire che ci sarà qual-cosa di positivo dietro questa parti-ta». Ergo, vincere o andarci vicini perla Roma non fa differenza, a 4 puntidi distacco anche un punto andrebbedi lusso, l’importante è prolungarel’estasi a tempo indeterminato. «Arri-va la superpotenza», gridava due se-re fa Ranieri dai merli di vedetta. L’In-ter è la squadra da battere, «è lei chedeve mantenere lo scudetto, sono lo-ro la squadra più forte, i detentori,noi male che va perdiamo e pazien-za». Dalla Pinetina nessun mormora,il gioco del silenzio finora ha funzio-nato. Servirà la meglio Inter stasera,per poi puntare la prua verso il Cska,già mercoledì, senza fiato.❖

Da Luppi e De Marchia Zebina e Grygera,giocatori inadeguati

ROMA Simili i moduli (4-3-1-2),dunque«ladifferenzalafaranno isingo-li»,DiBiagiononhadubbi. Sarà la stessaRoma vittoriosa a Bologna, con Ménezalle spalle di Vucinic e Toni. In panchinasi rivedeTotti, prontoasubentrare («stamoltobene»,paroladiRanieri),seneces-sario, a gara inoltrata. Anche l'Inter noncambiamoltorispettoal3-0dimercole-dì sera sul Livorno, con Eto'o davanti afarcoppiaconMilito,facendocosìrifiata-re Pandev. Balotelli fuori per la quintavoltadi fila,maquestononfapiùnotizia.Saranno tanti duelli inmezzo al campo,a partire da quello sulla stessa corsia diRiise eMaicon. È anche la sfida tra i duemigliori attacchi del campionato, 111 retitotali.ArbitreràlagarailsignorMorgantidiAscoliPiceno.All'andatafinì1-1,conre-ti di Vucinic e pari di Eto'o.

PARLANDO

DI...

Codicea barre

Un codice a barre sulle vetture e le tute dei piloti della Ferrari al posto dello sponsorveroepropriodelpacchettodisigarettetargatoMarlboro.UnastoriavecchiamaripresadaquotidianoWall Street Journal che alla vigilia del Gp diMelbourne parla di una campagnasubliminale «che costa allamultinazionale delle sigarette tra i 100 e i 130milioni di dollari».

[email protected]

4-3-1-2 per entrambiTotti va in panchinaCoppia Eto’o-Milito

PATTINAGGIO

Mondiali di TorinoBronzo a Faiella-Scali

Primamedagliaper l'ItaliaaiMondiali

di pattinaggio di figura di Torino. Fe-

derica Faiella e Massimo Scali hanno

conquistato il bronzonelladanzacon

197.85 punti. Oro ai canadesi Tessa

Virtue e Scott Moir (224.43), già cam-

pioni olimpici a Vancouver, argento

agli statunitensiMeryl Davies e Char-

lieWhite(223.03).L'altracoppiaazzur-

ra,AnnaCappellini eLucaLanottesiè

classificata invece all'undicesimo po-

sto (164.52)

SERIE A

Palermo-Bolognail posticipo in serata

Per la 31ª giornata, oltre all’anticipo

dell’olimpico, incampoPalermo-Bolo-

gna alle 20.45. Domani: Chievo-Par-

ma, Fiorentina-Udinese, Juven-

tus-Atalanta, Livorno-Bari, Napoli-Ca-

tania, Sampdoria-Cagliari, Siena-Ge-

noa, Milan-Lazio (ore 20.45).

SERIE B

Lecce-Gallipoliil derby del Salento

Oggi in campo la 32 giornata: Albino-

leffe-Brescia, Ascoli-Empoli, Cittadel-

la-Sassuolo,Crotone-Salernitana,Fro-

sinone-Ancona, Grosseto-Cesena,

Lecce-Gallipoli,Mantova-Vicenza,Mo-

dena-Piacenza, Reggina-Torino, Trie-

stina-Padova.Domani(ore12.30)Reg-

gina-Torino.Classifica:Lecce55;Cese-

na51; Sassuolo50;GrossetoeBrescia

48; Torino 47; Cittadella 46; Ancona

45; Empoli 44; Modena 43; Crotone

41; Ascoli e Albinoleffe 40; Vicenza,

FrosinoneeTriestina39;Piacenza38;

Padova e Gallipoli 37; Reggina 36;

Mantova 34; Salernitana 16.

FORMULA 1

Hamilton vola in pistapoimulta alla guida

Saràstata l'adrenalinadelle libere,do-

ve ha fatto registrare nel pomeriggio

il miglior tempo, fatto sta che Lewis

Hamilton, lasciando il circuito di Al-

bertParkconlasuaMercedes,erafor-

se convinto di essere ancora in pista.

Il pilota anglo-caraibico, infatti, è sta-

tofermatodallapoliziadiVictoriaper

qualche sgommata di troppoe la sua

auto è stata messa sotto sequestro

perleprossime48ore,comegiàacca-

duto tre anni fa in Francia, quando fu

beccato a 196 km/h.

P

C’è il «clasico» Roma-Interuno spareggio da scudettoDi Biagio: «Decide la tattica»

ROMA

IN CAMPO

Brevi

Negli ultimi quattro campionati,tre sono stati decisi dopo il duel-lo tra Inter e Roma. Alle 18 al-l’Olimpico la sfida che può tene-re aperta, o chiudere, la partitadello scudetto. Ranieri controMourinho.

SIMONE DI STEFANO

6 finali disputate e perse da

Marcello Lippi con la Signora tra

Coppa Italia e coppe europee

47SABATO

27MARZO2010

Il Pd tragli operaiBERSANI E BRESSO

A MIRAFIORI (FOTO)

POLITICA

Berlusconi: al governoanche se perdiamo

FOTOGALLERY

Le immagini più belledall’Italia e dalmondo

SPECIALE REGIONALI

Parlano i candidatidel centrosinistra

VOCI

D’AUTORE

LA FORZADELLE DONNEFA CRESCEREIL PAESE

LA FORZADELLE DONNEFA CRESCEREIL PAESE

28-29

MARZO

www.partitodemocratico.itcanale813diSky

VOTAPDSCEGLILEDONNE

VOTAPDSCEGLILEDONNE

ELEZIONI

REGIONALI

COMMITTENTE RESPONSABILE STEFANO DI TRAGLIA

TELEVISIONE

Raiperunanotte: 13 %di shareLa destra: l’Agcom sanzioni

MoniOvadiaSCRITTORE

IL TEMPOÈ

ADESSO

Il tempo che ci stiamo lascian-do alle spalle è stato un tempoper perdere. Abbiamo ripetu-tamente perso, anche quando

abbiamo vinto. Abbiamo persoperdendo un paese, abbiamo vin-to senza vincere un futuro. Abbia-mo vinto senza che con noi vinces-se la democrazia. Le ragioni diqueste sconfitte perdenti e dellevittorie sconfitte le conosciamo: ti-tubanze, pavidità, sfiducia nei pro-pri valori, politicismo senza politi-ca, oppure velleitarismo, autorefe-renzialità, delirio identitario, nar-cisismi e personalismi. Il tempodelle sconfitte mediocri deve vol-gere al termine, la posta in gioco ètroppo alta. Forse era lecito, an-che se sbagliato, fare ciò che abbia-mo fatto a noi stessi, ma sarebbeinfame consegnare il degrado acui non abbiamo saputo opporcicome era necessario alle future ge-nerazioni. E’ nostro dovere impro-crastinabile entrare nel tempo delvincere, lo dobbiamo al bene pre-zioso che ci è stato consegnato dal-la resistenza antifascista e dai pa-dri costituenti: la democrazia. Lodobbiamo ai nostri figli e ai nostrinipoti. L’ondata virtuosa che vie-ne dalla Francia dimostra che lasinistra può vincere e riprendere iltimone della speranza. Il coraggiodi Obama e di Nancy Pelosi mo-strano la forza e la superiorità del-la cultura progressista nei confron-ti della cultura reazionaria del pri-vilegio. Si può e si deve vincere.Ma perché la prossima vittorianon sia avvelenata dal veleno del-la disgregazione è necessario ab-bandonare la logica della furbiziae del tatticismo, è necessario disar-mare la vocazione al settarismoed è vitale ritrovare il coraggio e lalealtà dei propri valori. Il nostroelettorato chiede unità, fermezza,riconoscibilità. Tocca a tutte le for-ze del centro sinistra sapere fareun passo indietro perché il paesefaccia due passi avanti. Il tempo èarrivato, lo ha mostrato la lungaserata dell’informazione libera. Iltempo è adesso!❖

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www.unita.itSabato 27 Marzo 2010