il ruolo dell' etnografia nell' interpretazione dell' arte rupestre della valcamonica...

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NOTIZIE ARCHEOLOGICHE BERGOMENSI 9 2001 ESTRATTO COMUNE DI BERGAMO ASSESSORATO ALLA CULTURA CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO -.

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NOTIZIEARCHEOLOGICHE

BERGOMENSI

9

2001

ESTRATTO

COMUNE DI BERGAMOASSESSORATO ALLA CULTURA

CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO

-.

Il ruolo dell' etnografia nell' interpretazionedell' arte rupestre della Valcamonica

Angelo Fossati

Intraduzione I

La possibilità di interpretare l'arte rupestre si basa principalmente sulla conoscenza dell'am­bito cronologico e culturale coevi alle incisioni. Un aiuto sarebbe potuto derivare anche dalletèJJ1ti scritte, in particolare dalle opere di storici romani di età imperiale che descrissero i costumideJJe popolazioni a loro contemporanee. se avessero registrato informazioni sui Camunni e sullealtre popolazioni che vivevano nella regione alpina alla tìne dell'età del Ferro.

'ILlttavia, per comprendere l'arre rupestre e la sua simbologia ci si può rivolgere anche alle tra­dizioni, sia scritte che orali. locali, in cui talvolta sopravvivono in forma di tracce, usi e idee delpassato. Va subito detto che nella bibliogratìa edita tìno agli anni '80 non vi erano notizie sull'u­sanza di istoriare rocce- e non esisteva alcuno studio che istituisse un contÌ"onto tra l'arre rupestree il folclore recente.

Si possono reperire i primi riferimenti etnogratìci nell'opera di R. Battaglia, che mette a con­fì-onto il folklore europeo con le incisioni rupestri clmune'. Altri studiosi di arte rupestre deglianni '30, come Mano (1930), Altheim (1937) e Jakobsthal (1938), non riporrano nulla di inte­ressante al riguardo.

Da questi studi. che precedono l'opera principale di E. Anati (ANATI 1982), alcuni dati utiliderivano dallo studio dei toponimi tradizionali di molti siti della valle interessati dall'arte rupe­stre'; ma anche in questo caso lo studio non è stato approfondito nel tentativo di risalire al signi­tìcato dei toponimi. La ricerca, invece, sul sigllifìcato del toponimo di Naquane, ha dato risulta­ti di grande interesse per le ipotesi interpretative che ne sono derivate'.

Anati afferma che, durante gli anni '50, ;l1l'inizio della sua ricerca, quando visitava i varisltl interessati da arte rupesrre, cercava di informarsi sull'opinione che la popolazione localeaveva delle incisioni e riferisce che solitamente le attribuivano a un uomo solitario e stranoche viveva in quel posto. Anati una volta incontrò un raglialegna che affermava che le inci­sioni fossero" .. ,simboli segreti che potel'ano cOldèrire poteri lIwgici"'. Questa breve notizia èmolto interessante, perché permette di ricollegare le incisioni rupesrri alla sfera iniziatica, unconcetto che sarà chiarito pill avanti, essendo la chiave ltHerpretativa dell'arte rupestre camu-­na dell'età de! Ferro.

/1) Alcuni topolllml SOllO anCOLl li1 LISO comc Rèdolldo,~Jql1;lnC, f'Oppl' di Nadrn, (:arnpanillc, Scradina,

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migliori della sua (OI1lPCtCll/;l in el!1o~/'atì(() S0110 evi-denti 11('11:1 lk.scri/i(lIlc dl'llc (spesso corrL'\LlIllL'l1tC

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2) Il mio interesse vnso l'ètnograf-ìa in V~lk:aITHmicl ILlCql1t' inun momento in cui ;lVCVO intrèlpre~() lilla ricerca sullè danze tUdizionali, i L1Cl.-'<1Ini, le clnzoni l: le lomhardl'.

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L'arte rupestre della Valcamonica

Il patrimonio di arte rupestre in Valcamonica comprende circa 300.000 fìgure incise.All'inizio del xx secolo erano conosciuti solo i massi di Cemmo, scoperti e pubblicati dal geo­grafo Walther Laeng\ che la popolazione locale chiamava le "rocce dei puptlzzetti" (in dialetto leprede dei pitoti); la maggior parte delle scoperte in Valcamonica furono effettuate negli anni '30dall'archeologo Raffaello Battaglia" e dall'antropologo Giovanni Marro'!i. Un approccio piìl scien­tifìco nel definire le diverse fasi di istoriazione tra gli anni 'GO e '70 fu proposto da EmmanuelAIuti I e altri studiosi, specialmente Raffaele De Marinis " . Grazie alla scoperta nel 1964 di inci­sioni rupestri anche sulla sponda orientale del lago di Garda' e nel 1966 in Valtellina ' l, oggi pos­siamo identiftcare la zona centro-orientale delle Alpi come un'unica area istoriativa, con caratte­ristiche stilistiche, tematiche e cronologiche comuni, il cui fulcro rimane comunque laValcamonica " .

Dal punto di visra geologico le valli sono state scavate dai ghiacciai durante gli ulrimi100.000 anni. Da Pisogne sul lago di Iseo a sud di Sellero-Grevo nella media Valcamonica, lerocce, tutte levigate e modellate dal ghiaccio, sono di arenaria, nell'Alta Valle e in Valrellina sonodi scisto, mentre sul lago di Garda sono di calcare. 11 patrimonio figurativo è costituito dalleincisioni eseguire sulle superfìci all'aria aperta mentre sulle pareti di ripari sono srate rinvenuteanche alcune pitture, sei allo stato attuale delle conoscenze li,. Le incisioni sono state eseguite conle tecniche della picchiettatura, piìl frequente, e del graffìto. Gli strumenti utilizzati per incide­re la roccia erano di quarzo, come è attestato dai ritrovamenti di questi oggetti alla base di alcu­ne di essel-.

Le incisioni conosciute sono databili dal Neolitico alla conquista romana" (fìg. 1); ovvia­mente le raffìgurazioni non assumono sempre lo stesso signifìcato per gli artefìci, ma in ogniperiodo il valore simbolico delle rappresentazioni sembra essere differente.

La I fàse si data dalla fìne del Neolitico all'età del Rame (IV millennio a.c., l, II e inizio delIII stile, fìg. 1), comprende figure con valenza topografìca, le prime rappresentazioni del territorioprobabilmente legate a un'effettiva suddivisione territoriale a scopo agricolo, sancita da praticherituali per mezzo delle incisioni l'I. Altre fìgure attribuite a questa fase sono le spirali e i collari.

È accettato da quasi tutti gli studiosi che questa Else sia preceduta da una piìl antica, databi­le forse alla fine del Paleolitico'!i in cui le fìgure, molto rare, rappresentano animali, specialmentealci e cervi. Questa fase, chiamata Protocamuna (fig. l), rientra perfettamente nel fenomeno del­l'arte rupestre paleolitica, che oggi è conosciuta anche su rocce all'aperto, grazie ai recenti ritro­vamenti in Spagna e Porrogallo".

La seconda fase che corrisponde all'età del Rame (IV-III ntillennio a.c., stile III A; fìg. l) ècaratterizzata dal fenomeno delle stele e dei menhir incisi, che rappresentano le prime divinitàantropomorfe delle popolazioni alpine". La fìgura piìl imporrante è il sole, a volte rappresentato

8) I.AENC 1914. CHI-TOCT\OT\I l')')).

l)) BATTAC L1J\ 1')54. I C,) f'OSSXII 200 l.

IO) MARRO 1950. 171 f'OSSATI 19').l-I"

Il) ANAlI 1')7Cl. 18) ANAli 197(,: DE :V1ARI~IS 1988: l'OSSA l l 19'Jl. l')')l-h

12) DE :V1ARI~IS 1988, l')')). l'lI HJSSA.TI 1995-a. 2002.

Il) l'ASOTTI 1%). 20) AI\;\TI 1')74.

14) l'ACL 1%8. 21) ABR1T-ARCÀ-HJSSATI 199).

I)) ANATI 1982, DE MARINIS 1988; ARC.Ì\-HJSSXrJ-MAR- 22) 1.1' pietre tlegli tlci 1994.

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Stile

Protocamuno

I-II

III A

III H-C-D

IV

Post-camuno

Temi Cronologia

XIII-VI mill. a. C.

V-IV mitI. a.c.

IV-III mill. a.c.

Il mitI. a.c.

I mill. a.c.

Età romana, medievale e moderna

Fig. l: Temi c cronologia dclLurc rupcstrc camuna (a cura di "Le Orme dell'Uomo").

anche come un uomo con la corona raggi~lta, spesso associato a fìgure di armi; altri due perso­naggi ricorrono nelle incisioni: uno femminile adorno di gioielli (pendenti a doppia spirale, col­lari, orecchini e pettini) e un'alo'a divinità maschile il cui attributo è un mantello frangiato. Ilrepertorio iconografico di questo stile è molto vario e comprende animali come cervi, cani, volpi,lupi, camosci, stambecchi, maiali, bovidi, e armi: asce, alabarde e pugnali.

9.3

La III fase dell'arte rupestre della Valtellina e della Valcamonica (stile III B, C D; fìg. 1) ègeneralmente datata al II millennio a.c. e corrisponde all'età del Bronzo". Il repertorio icono­grafìco è più limitato, ma non per questo meno signifìcativo: armi (non piil associate a divinità),scene di aratura, scene rituali composte da antropomorfI oranti e simboli (sole e palette). Duranteil Bronzo Finale (Xll-X sec. a.c.) compaiono le prime fìgure di guerrieri, un preludio al vastissi­mo repertorio iconografìco che si svilupperà durante l'età del Ferro';.

[ultima Else dell'arte rupestre preistorica della Valcamonica e Valtellina è, appunto, quella del­l'età del Ferro (il cosiddetto IV stile, fìg. 1) ed è la piil interessante e ricca dal punto di vista tema­rico". Tra le raHìgurazioni si riconoscono scene di caccia, duelli rituali, gare e danze armate, edifì­ci, carri, armi, stl~umenti musicali, scene di agricoltur<l, fìgure con forte ~alore simbolico (impron­te di piedi, coppelle, svastiche, stelle, palette), divinità e raffigurazioni topografiche. In questoperiodo le fìgure sono rappresentate molto realisticamente, al punto da poter parlare di naturali­smo descrittivo, con il quale si raccontano scene di vita reale. Le fìgure dei guerrieri sono preva­lenti, anche se sono piuttosto rare le scene in cui sono impegnati in combattimenti veri e propri.

1 guerrieri forniti di armi pesanti sono piil spesso rappresentati con le armi alzate in segno diesultanza, mentre nelle numerose scene di duello i contendenti si affrontano armati alla leggera,come per un evento sportivo; il loro armamento consiste, infuti, in un bastone e una piccolaborsa di cuoio che protegge come uno scudo il braccio che combatte. Nelle scene i duellanti e glispettatori sono raHìgurati vicini, i primi hanno una taglia inferiore, elemento che induce a desu­mere che sono individui di giovane età. Anche le impronte e le calzature con lacci sembranoappartenere a ragazzi essendo di dimensioni inferiori rispetto a quelle di un adulto.

Questo costante riferimento a individui di giovane eti! induce a ritenere che l'arte rupestredella Valcarnonica durante l'età del Ferro possa essere considerata un insieme di immagini voti­ve, incise in occasione di rituali di iniziazione, attraverso i qual i i giovani del l' aristocrazia localeaccedevano nella societil degli adulti. Un altro elemento che mostra l'esistenza di differenze socia­li deriva anche dalla presenza di cavalieri scortati da scudieri.

Alcune scene illustrano le prove a cui i giovani sono sottoposti, altre simboleggiano l'inizia­zione. I duelli, le corse con i cavalli, le prove di equilibrio, le gare, le danze degli armati e la cac­cia al cervo erano probabilmente concepite come vere e proprie prove iniziatiche. Coppelle agruppi di 8 e la cosiddetta "rosa camuna" (evoluzione dalla svastica) sono probabilmente altri sim­boli relativi all'iniziazione'('. Circa quest'ultimo simbolo, Paola Farina riferisce un'informazione dicarattere etnografìco: i pastori erano soliti toccare una fìgura di questo tipo incisa lungo il sen­tiero che conduce al sito rupestre di Coren a Sellero, convinti che portasse loro fortuna; è dun­que possibile che anche nella Preistoria questa fìgura, molto simile alla svastica (originariamenteun simbolo solare) avesse il signifIcato di prosperità e buona fortuna.

La f~lse fìnale dell'arte rupestre della Valcamonica è prodona dai Camunni, una popolazionemolto spesso associata agli Euganei, specialmente dagli storici romani (Catone citato da Plinio,111, 133- 155). Recenti studi suggeriscono l'originalità culturale della regione che si estende dallaValtellina alle Giudicarie, dove almeno tìno al V sec. a.c., venivano prodotti recipienti ceramicicon caratteristiche analoghe (i boccali dei cosiddetti tipi Breno, Dos dell'Arca e Lovere), si eraevoluto un tipo di scrittura autonomo che utilizzava l'alt~lbeto nord etrusco (alfabeto camuno) e,infìne, dove si incontra un' arte rupesrre dai medesimi caratteri. Questa ampia regione, anche sedenota forti legami con il mondo retico della valle dell'Adige, mosrra aspetti culturali così simili,da potersi spiegare con l'esistenza di un ethnos, quello degl i Euganei'.

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hg. 2: l'v1appa della Contrada Aquane.

In Valtellina l'arte rupestre preistorica si esaurisce prima che in Va1camonica, probabilmentedurante il VI sec. a.C., per ragioni ancora ignote". In Valcamonica l'arte rupestre continua, inve­ce, sino all'arrivo dei Romani nel 16 a.c.; una legione (circa 6.000 soldati) guidata dal consolePublio Silio Nerva, sottomise i Hiumplini, i Camumzi e i VennolZefes e cioè rispettivameme gli abi­tami della Valtrompia, Valcamonica e Valtcllina, in un'unica rapida campagna militare. Questanotizia è attestata dal Tì'OptleUm Alpiurn, un monumcmo costruito dall'imperatorc Augusto nel 6­7 d.C. a La Turbie (Francia)") che ricorda il nome di tuttc le popolazioni alpine sottomcsse.L:esaurirsi dell'arte rupestre della Valcamonica è dovuta forsc al processo di assimilazionc dcllacultura romana avvenuto durame la seconda mctà del I sec. d.C. (età Flavia). La riduzione e poila perdita del potere da parte dellc classi aristocratiche, dovuta alla cresceme inf1uenza economi­ca, culturale e religiosa cscrcitata dagli insediamcmi romani, in particolare dalla colonia di CiuitasCmnumzorum'<! (odierna Cividate Camuno), determinò la perdita delle rradizioni loclli e quindidelle temariche specifìche dell' artc rupestre'l.

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~·'()si editìci pubblici l' di grandi dimensioni, come il tem­pio di l\linerv:l. in cui stJra anche rillVl'llLJra una statLla della dea.Si vcd" N\AI. 1')')'1· I ')')7 c ,\'\;11 l ')l)K 0Pf'lIiC ROSSI I'm7

.l I) IOSSATI Il)') I .

95

Con l'avvento della religione cristiana, le incisioni rupestri ebbero nuovo vigore, riguardan­do ruttavia solo le simboligie cristiane: croci, chiavi, cesoie, nodi di Salomone (un disegno caba­listico di nodo formato da una corda senza capo), guerrieri, castelli e, ovviamente, date e iscri­zioni. Questa forma di arte non ha nulla in comune con quella preistorica. Attualmente è impos­sibile datare queste incisioni in maniera puntuale (fase Postcamuna, fìg. l), perché non sono statieseguiti studi sufficientemente approfonditi \2.

La Contrada Aquane e la signora con i piedi caprini

Nel 1989 l'esame di una mappa catastale della Contllldtl Aqutlne" ha offerto una nuova chia­ve interpretativa per le incisioni rupesrri. Aquane era il toponimo originario del siro oggi chia­maro Naquane, dove si trova il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, come il linguista M.Alinei aveva già iporizzato". Alinei non conosceva l'esisrenza della mappa, ma aveva collegaro iltoponimo Naquane a quello delle Aquane, esseri semi divini molto noti nel folclore delle Alpicentro-orientali, specialmente delle Dolomiti", designati con vari nomi e attributi. Alcuni deinomi conosciuti sono: Aquane, Anquane, Enguane, Eguane, Gane, Guane, Sagane, Sguane,Aivane e Vivane. Questi nomi si ritrovano anche nel mondo classico, ad esempio Aganippe, laninfa e il pozzo omonimo sull'Elicona in Beozia; la strega Sagana menzionata da Orazio; il lati­no S(lg(l, da Stlgus, signifìca sacerdotessa o profetessa.

Naquane rappresentava per Alinei il toponimo più occidentale nella regione delle Alpi cen­tro-orientali; oggi, grazie al procedere delle ricerche, conosciamo a Cantù (CO) un'epigrafe roma­na dedicata alle Aquane (CIL V, 5671) e il toponimo Aguane presso una sorgente a Soncino(CR)\('; quest'ultimo è il toponimo più meridionale e attesta l'esistenza del culro delle Aquaneanche nella pianura padana. Secondo R. De Marinis, anche il nome di Euganei, il gruppo etnicoa cui appartenevano gli abitanti della Valcamonica durante l'età del Ferro, è da ricondurre all' o­nomastico Eguane o Enguane"-.

Per comprendere chi fèJssero le Aquane possiamo riassumere le descrizioni raccolte da Alinei,con la consapevolezza che il lavoro potrebbe essere ampliato. Nel folclore sono indicate come esse­ri antropo-zoomorfì e la leggenda l'iii antica le descrive come donne che potevano tramutarsi inlontre o come bellissime sirene con i capelli di acqua e i piedi all'indietro; esse abitavano i laghi,le grotte e le fonti. Nelle leggende più recenti hanno acquisiro gli attributi dei fauni e hanno dun­que gambe e piedi caprini.

Generalmente avevano il dono di conoscere il passato e il futuro ma non il presente; aveva­no, inoltre, potere su tutta l'acqua esistente sulla terra e anche sulla pioggia. Spesso sono descrit­te come esseri timorosi che evitavano il contatto con gli esseri umani; ruttavia, a volte si univanoin matrimonio con gli uomini e dopo un certo tempo scomparivano per non tornare più.Cantavano misteriosi nenie o !amentazioni e spesso davano consigli ai giovani uomini. Secondomolri racconri era meglio non conoscere i nomi propri delle Aquane, pena il vederle sparire persempre. In alcune leggende le Aquane sono accompagnate da uccelli acquatici e tessono su untelaio: a questo proposito è interessante notare che sulla roccia 1 del Parco Nazionale di Naquanevi sono incisi sette telai e numerosi uccelli acquatici.

.]2) SANSONI I'l'n

.}]) la mappa della ('oiltl'ld,1 /Iq/ldll!' mi hl mostrata da BarristaRuggeri, ex propril'tario dell'arca, ;11]01'<1 gllardiano dcI Parcof'\a/~iollalc. Un giorno gli stavo spiegando che IV1. ;A.linei pensavache il nome toponimo Naqu<lne potesse derivare da Aquanc cche io ero i..l'accordo con lui, ma che non vi erano prove persosrenerlo. Ruggcri mi disse che era in possesso di una m;lppa,dove ho pOlllto veritìcne l'originario roponimo della zona. Ildocumenro risale all'inizio del XIX secolo c non è l'unico ariporure qUC'SlO roponimo: più tardi inhtti ho rilllracci~110 llna

lllapp;l C;lctsull' dl'll'area di ~oppe di r\adro, con l'indicll.ionedclb s[Ll(b di collcg;unento con f'\aqtIJlle, denolllinaLl ,)'Uddtl

delle Aq/l(Il!!'.

.]4) ;\L1~L1 ]')84, l'OSSATI ]')')1.

.])) Dove la mlruu dominanec è Lrdina, \VOLFF 1')87.

J6J 1\1. I\OC1, cOllllll1icazione personale.

)7) IOSSATI I ')') l

Alinei cita anche alcuni siti che potrebbero avere qualche connessione con l'arte rupestre: inFriuli, vicino a Clauzetto, è noto il Cfap des Aganes (roccia delle Aquane) dove sono incise impron­te di piedi (piìJ probabilmente coppelle) che sono in relazione con la leggenda delle Aquane.Naquane d'altra parte non è l'unico sito preistorico collegato alle Aquane: anche a Lagole diCalalzo, in Cadore, gli abitanti del luogo raccontano che le Aquane vivevano presso le sorgenri sul­furee, dove numerosi ex voto rinvenuti nell'acqua indicano l'esistenza di un santuario paleoveneto.

Poco lontano dai confini del Parco di Naquane vi è una piccola chiesa dedicata alle santefaustina e Liberata. Si racconta che nel Medioevo queste due donne vivessero come eremiti inpiccole grotte e che avessero salvato Capo di Ponte da una frana, bloccando con le proprie manii massi che cadevano. La leggenda si ricollega in modo evidente alla presenza, nella cripta dellachiesa, di un grosso masso che reca profondamente incise delle mani e delle coppelle risalentiall' epoca preistorica. Questo sito è anche legato a una celebrazione cristiana che aveva luogo inmaggio (l'Ascensione) e prevedeva una lunga veglia notturna e l'utilizzo di molte candele. È moltoprobabile che questo rito abbia sostituito una cerimonia pagana connessa con la primavera, ilcosiddetto "maggio", e con i riti di fertilità. La celebrazione notturna, che fu abolita dopo la visi­ta di S. Carlo Borromeo, che la giudicò immorale, era anche un'occasione, per coloro che vi par­tecipavano, di concludere affari che riguardavano gli animali domestici, come accade anche oggi,e gli strumenti di ferro forgiati nei magli locali, la principale attività artigianale nella valle duran­te il Medievo. Ciò collega chiaramente il rito, il tema della fertilità e il ferro lavorato, anche comearmi. Secondo coloro che vivono vicino alla chiesa delle Sante, ancora negli anni '50, i pellegrinivenivano da ogni parte della valle per porre le loro mani sulle impronte incise sul masso chie­dendo protezione e grazia.

Vi sono molti elementi che permettono di istituire un parallelo tra le Sante e le Aquane: lavicinanza di Naquane alla chiesa, la prossimità di quest'ultima (contenente anche una pietra inci­sa) a un corso d'acqua, il torrente Serio. La leggenda, inoltre, descrive le Sante come le Aquane:vivevano in grotte e aiutavano gli uomini.

È interessante al riguardo un'incisione sulla Roccia Grande di Naquane, che raffigura unantropomorfo risalente all' età del Ferro, con attributi maschili, che sembra impugnare le suegambe divaricate; è una scena molto rara nell'arte rupestre, mentre un confronto calzante pro­viene dalla chiesa del Monastero di San Salvatore (XI secolo) dove uno dei capitelli romanici recail motivo di alcune sirene che tengono le gambe ferine avvolte attorno all' angolo del capitello.

La connessione tra le divinità acquatiche e la presenza di incisioni rupestri sembra avere pre­cedenti durante l'età dci Rame: nella località di Valzcl de Undine a Borno, la valle (o il torrente)delle Ondine, furono rinvenuti massi incisi. Le Ondine erano ninfe acquatiche (che avevano glistessi attributi delle Aquane) frequenti nelle leggende dei Ladini.

Tuttavia a Naquane non vi è traccia di corsi d'acqua", cosa che rende diffIcile comprendere per­ché il tema dell'acqua sia così importante nell'arte rupestre (gli uccelli acquatici) e nei toponimi.

Bisogna però rimarcare due aspetti: il primo è la morfologia delle rocce, levigate e modellatedai ghiacciai, in modo che, a volte, si sono formate vere e proprie onde, che richiamano quelledell'acqua (fig. 3). Il secondo è che il ghiacciaio ha creato cavità e piccole pozze dove l'acqua siferma per qualche tempo e dove, forse, potevano risiedere le Aquane.

Nelle tradizioni locali esiste anche la credenza che esseri trascendenti vivano nelle rocce inci­se. Nel 1997 è stato possibile rintracciare casualmente una leggenda riguardan te una roccia nellafrazione di Plemo, che reca una sola grande coppella'''.

,18) Le due t(l!1une di "laquane prendono acqua da un piccolobacino piulLOSro IOlltano.

,)li) A qucl temf)() la Cooperativa Archeologica era impegnatanello studio di incisioni del sito di Librinì a Esine, nel1a hal.ioncdi Plclllo. l)ur~lJlte ulla lezione di arche()]ogi~l tenuta in un~l

scuola di Esine chiesi agli studenti di intervistare i gcnit<Jri e illonni sull'csistCIlZ;1 di al~tiche leggende riguardanti lc\occc dellazona. Una studentessa rikTì che secondo i suoi nonni cd altriJhitdlHi dì Picillo lilla roccia con LIlla grande coppella, che nonaveva lllai attiraro la nostra attenzione, era appunto collegata conla ll'ggcnda della .ìcittrÙ/{{ dei pc' dc ((lUlil.

97

rigo 5: "Ondc pierrifìcalc" sulla roccia .)~ dci l'arco Nazionale dellc Incisioni Rllpesrri di )Jaquanè(tlno "Le Orme dell'L:omo").

Fig. J: CLleniero e "busto" sulla roccia I dci l',m:o ~'lliOJLlk delle incisioni Rllpestri di J\:cJ'ILlallc(t'HO "Le OrIllè delI'Uolllo").

"Si raccontil che la '~'ciurirlil dai pe' de CtWlil" (signorina dai piedi di capra) abitflSse in unti rocciae si diuertisse ti .Iptwentare ltl gente, soprattutto i ctlcciatori e i /Jisitatori del bosco. Quando questi pa.\~I'{/­

lJ(/IUJ elitl .W!tf/1)fl fitori dtllltl roccia e li rn(/llgùwa. La sl~r;lIorilla metteutl il piede in unti coppella perentrare nelltl roccia. Dietro la .ìUtl CtIStI, secondo la lel,genda, {Ii em UII pozzo, dOlJe lei bUttt/1!fl i cmnidelle vittime. LI .ìtorùl dice che 1111 gruppo di uomini l;we{ltl ctlttumta cd ùlCtltenata tld una monttl­gl/ti. Lei cm peri; riuscita a libemrsi c iII monttlglltl lIelle notti di lUlltl piena si sellte fIIlcom il l'umoredelle mieI/C che Ici si Imscilltl appresso per l'elldiCtlrsi delltl .l'Wl Ct!tlum" ,i>.

Questa leggenda è particolarmeme importanre, perché documenta l'esistenza di credenze sullapresenza degli spiriti nelle rocce e oHì'e una sorta di interpretazione per le coppelle' . Particolarmel][einteressal][e è il ÙttO che lo spirito vi\Tme nella roccia sia descritto corne una donna con i piedi dicapra, in modo del rutto simile alle Aquane delle versioni piLl recenti della leggenda. Ila perso lecaratteristiche della sirena e ha mal][enuto quelle di una fìgura demoniaca. La leggenda sembrereb­be suggerire anche la pratica dci sacrifìci umani (i teschi) e dci depositi votivi presso le rocce.

In Valcamonica ~lltri elementi sembrano testimoniare la credenza che le rocce fòssero abitateda spiriti, in particolare i cosiddetti "busti di orami", ossia antropomorfì di cui è stato inciso soloil busto, talvolta solo la testa, in altri casi la testa e le spalle (fìg. 4).

41J) LaSraule

98

l' suu racco)t:l cb /\1l1l~1 Frcllli~llli, Scuo!J i\lcdia/\. Sin;!", Esille.

4]) LILI L1Cl:O]U sull'ill!crprL'Lllioll\.: dl'lk· L~{)ppcllc ni lIJ1\',slL"d

hihliogr;I!-ì;l sulll' Illc'ck',siIl1L' si lr()\"~l inARCA l t)(){l.

Fig. ): hgura di Cl'1"IlUIlIlOS. illciso sulla roccia 70de'i Parco Naiiollale delle !I1L'isiolli R.upcslri di Na'luane

U{Jt() "I.c Orlllc dell'Uolllo·').

rarte rupestre camuna eonserva quella cheè considerata" la più antica immagine europeadel dio Cernunnos, una divinità a metà tra ilcervo e l'uccello. Il dio. inciso sulla roccia 70 diNaquane (fìg. 5), è in piedi, indossa una lungaLLmica, reca un palco di corna cervine sulla testa,impugna un coltello nella mano destra al cuipolso è un bracciale. Una barca a testa ornito­morb flloriesce dal suo busto, come il collo diun cigno. Una tìgura di oranre si trova di fìanco.

Le immagini del Cernunnos provengonoprincipalmente dal mondo celtico transalpino:è raHìguralo su alcune stele gallo-romane '", sulcalderone di Cundestrup (Danimarca) >O" sualcune lamine di Waldalgesheim (Cermania)'­e su alcune stele irlandesi "~o In tutre queste rap­presentazioni, che si datano dal IV sec. a.C:.all'età Medievale, la divinità, che appare con late'sta coronata da corna cervine, siede a gambe incrociate, impugna torques e coltelli e spesso èassociata con serpenti, animali selvatici e domestici, buoi, tori, lupi e cervi ".

Ii motivo della barca con protomi ornitomorfc compare nell'arre rupe'stre della Valcamonicae della Valtellina Uìg. 6). Nell'arte camuna la barca non è associata con il solc, iconografìa che'ricorre sui motivi decorativi de'gli oggetti in lamina di bromo in Europa, a partire dal XIII sec.

C. Ragazzi" ritIene che queste incisionipossano essere comparate con fìgure dipintesulla ceramica atrica. Sarebbero rappresenta­zioni degli spiriti che compaiono di fronte aiguerrieri emergendo dal suolo, il luogo dovevivono. In alcuni casi queste fìgure sono arma­te e vanno dunque considerate maschili'.Talvolta appaiono accanto al cervo, una fìgurache ricorre con grande frequenza sulle rocce eche ha f()rse un legame con le pratiche inizia­tiche.

Il cervo è rappresentato in contesti diversi:talvolta è cacciato. talvolta cavalcato, a voltecompare in branchi. La cavalcatura del cervoporrebbe essere in tesa come un gesto im itati vodi una divinità. Nella saga irlandese di CuChulainn l'eroe celtico addomestica un cervo elo lega al suo carro, cosa che brà successiva­mente anche con due cigni. Cunione del cervoe dell'uccello acquatico i.: certamente noncasuale e ha un preciso signifìcato religioso.

j(») l'':;\UI 1')')1

L:;) ()UL'S[() p()trl'hhc sllg~)i.'rirl' il LH[O chl' k i\qlUlll' non .SOIlO

gli ul~ili ,'\~1irili Cill' Vi\'OI~{'~ in Llll'alrr;l dimensionc.

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4')) l(l'S\11 1')')1

99

Fig. 6: Figura di barca ornitomorr;l incisa sulla roccia 50 del l'arco 0Jazionalc delle Incisioni Rupesrri di Naquane(t(HO 'Te Orme dell'Uomo").

a.C. Scudi, armature e schinieri, alcuni dei quali trovati in Italia settentrionale"!, rit1ettono l'anti­co mito secondo cui il sole è trasportato nel suo percorso giornaliero dai cigni, uccelli che posso­no sia volare sia nuotare il, Alla fine della I età del Ferro la barca solare perde progressivamenteimportanza, a bvore di un'iconografìa in cui compaiono piil frequentemente i cavalli". Dal V sec.a.C, la barca solare sembra sparire dal linguaggio figurativo dell'Italia settentrionale.

La barca ornitomorEl e gli uccelli acquatici oltre a trasportare il sole, conducono le anime deiguerrieri morti nell'al di là. La barca a protomi ornitomorfe è dunque, nell'accezione preistorica,il veicolo del sole.

È anche possibile che il Cernunnos camuno, precedentemente al V sec. a.C:. fosse considera­to una divinità solare. I Celti adottarono il culto di Cernunnos in seguito ai contatti con le popo­lazioni della regione alpina, per le quali il cervo aveva un ruolo importante non solo dal punto divista economico, ma anche da quello religioso".

Il Cernunnos non ha solo un significato solare. Gli animali che lo circondano sul calderonedi Gundestrup sembrano l'i connettersi al suo ruolo di "signore delle fìere". Nel racconto gaelicodel Iv1abinogion, nella storia della Signora della fontana, una fìgura nera appare con un occhio,un piede e una grande mazza nella mano, ed è il guardiano della f(Jresta' '. Su richiesta del prota­gonista della storia questo personaggio racconta quale sia il suo potere sugli animali della f()resta:

50) Si vcda SIIAUFR I~)82.

5 I) KUSSACK 1954.

52) H)SSATI 1'i') l.

100

5.11 DI M!WI\lIS 1')88. lUSSATI 19')1.

54) RUSS 1%7.

--.--.....-,

~~4r;':-, " "':"""

hg. 7: Cruppo di tìgure femminili inciso sulla roccia .)2 del l'arco J\:azionalc delle- Incisioni Rupestri di Naquane(rilievo "l.e Orme dell'Uomo").

"t'gli prese il rrmdello in Inano e con esso diede unfìJrte colpo ad IfIl cer/'o llIilschiofìnché il cerilO (Jiillnìpotentemente e in rispostil al suo bmmito giumero da ogni luogo 'lIlimali selvatici numerosi come lestelle nelfìrnulmento, cosicché vi em il malrlpentl posto per me nella mdum con loro e con tutti queiserpenti, leoni e vipere e ogni genere di animali. r:d egli guardò l'eno di loro e lifècc pascolare. Ed essipiegarono lrl loro test{l e gli si sottornisero, come gli umili serviftlllno col loro padrone"".

Il Cernunnos non è la sola divinità con corna cervine, né l'unico associato con il cervo. A.Ross'(' ha discusso in modo ampio la presenza di divinità con corna nel mondo celtico della GranBretagna. Nell'iconografìa corrente anche Esus e Vosegus hanno come compagno un cervo.Vosegus è particolarmente interessante, per il fatto che è associato anche con un uccello, richia­mando in tal modo il Cernunnos camuno. Si può osservare qui anche una connessione con iltema dell'acqua. Gli uccelli che accompagnano queste divinità sono solitamente acquatici. Ilruolo psicopompo del cervo è nuovamente chiaro in questo contesto.

Tornando al soggetto principale, la presenza delle Aquane, spiriti femminili in un mondomaschile come quello dei guerrieri dell'età del Ferro, ha indotto a ripensare al signifìcato del sito,che si era venuto costituendo nel tempo. Se si escludono per un momento tutte le figure incisedelI'età del r;erro del Parco Nazionale di Naquane, si scopre che le restanti appartengono all' etàdel Bronzo e che in massima parte sono di carattere muliebre: figure femminili o oggetti legatialla sfera femminile, come ad esempio le palette e i telai. Sulla roccia 50 di Naquane vi sononumerose figure schematiche di manti, sulla roccia 35 un gruppo di sei palette è inciso in unpunto ben visibile della roccia, come per suggerire a visitatori occasionali che essi stanno perentrare in un sito riservato al mondo femminile'-, e quindi, forse, ad essi proihito.

~~) ROSS 1%7

~6) ROSS l W,7.

')7) Interdizioni rituali ;1 particolari siri (a volll' con arte rupcstre)

sono cOllosciuti in altre ,Hù' del mondo, COllle in Australia, dovelIll0 dci casi pill L11110si t: il sito chian1;llo Rulajanf?" connesso aldio Buia ICUì'1" 1')')21,

101

hg. 1-:: Crllppo di figllre femminili illci,,, \lIlLI mCci.1 l d,,1 l'arco \I.\lioll:1k delle !Ilci,ioni !l.lIpe,rri di :'\;lCjll.lntt,,[O "'le Orme ckll'l'OlllO'")

ln:l .,ccna imcrcss:,mc si [r(l\:, sulla roccia 32: un gruppo di tìgurc femminili, incise sul bordodi una piCCOÌ<l C:lI1alt'rra glaciale, osscrva un'altra donna chc giace distesa (tìg. 7). Precedenti imer­prctazioni"' considerav:1l1o la scena come rituale c la donna giacente cra ritcnuta morta, o vicc­versa, in una t~lSC del parto o impegnata in qualche ritLuie iniziatico.

L:n'alrra interprctazione si basa sul tema dell'acqua'. La supertìcie su cui la scena è incisa PU(J

risulure, in caso di pioggia, in parre semplicememe bagnata (la zona dovc si trova la fìla di donne)e in parte riempita d'acqua (l'area dove giace la tìgura distesa): l'acqua riempie il piccolo canale escorre, suggerendo l'idea di un corso d'acqua, dove la lìgura sembra nuotarc. (~uesta scena è daconsiderarsi riruale, poiché non compare solo sulla roccia 32, ma anche sulla roccia l (tìg. i)) csulla roccia 44 di 1\"aquanc, sulla roccia 4 di [n Valle, sulla roccia ')1 di Vite di Paspardo"".

'-':lquanc cra probabilmcme in origine un luogo dedicalO alle donne, divenuto forse a carane··re m:lschile durante l'età del Ferro, quando la tìgura femminile scompare dalle incisioni a E1\'orc ditcm:Hiche legate al mondo dci guerricri. li prevalere dell'clemento maschile non ha rullavia can·celLHo l'idea di un sito origin:,riameme dedicato alle donne, che sopravvive nel roponirno stesso.

Dunque le lìgure dell'arte rupesrre dell'ctil del ~erro vanno considerate votive, rcaliuatc inoccasione dci rituali di iniziazione, attraverso i quali i giovani uomini dell'aristocrazia loc:,\ea\'t'vano accesso alla societil degli adulti; si può aggiungere che queste incisioni crano probabil­mente dedicHc alle Aquane, che aiutavano (come nelle leggende) i giovani guerrieri a supera­re le prove.

,)R) .Alcuni anni 1:1 ;1\ l'\'O prop()~(() l'n ql1C"U-;CCIU 111l'iIltl'rprl'­

uzioJlc l-hl' Pl](\ eSSeTe' it..'l(;J in Ull P;lIlllL'llo vicino ;t1IJ rOCli~1 J2(!l,I PJ1TO ~alionalc di ~(\qllal1L', IlLl adesso vorrei cOJlsi(LLlrC

Llna seconda ipotesi.

]02

idea LTI q~lU ()rigill~lrjalll\.·llll' disL·ll."\~l l"()]1 (;.1ìL')l l)l)-l. c

(){l) IÙlt;l\'i~l tjul'llo lklh roccia .)2 l' l'llnico C;L..;n in cui LI tìgIJr:!sdr;li;lLl gi~lCL' ;dl'illll'rllO di un G111alLTro.

tre Santi Fratelli e i menhir incisi dell' età del Rame

Nel 1C)':J3, in oCClsiolle di una mostra sulla tìgura del cervo nell'arte rupesrre, che si renne' aNew Dehli, in collaborazione con l'Indira Candhi N~trional Cenrre l'or the A.m , fu possibilemettere in relazione con l'arte rupestre dell'cTà del Rame una particolare leggenda lexalc.

Carte rupestre dell'età del Rame nella regione alpina è caratterizzaLl dalle' sLtrue-stele e anchein Valcamonica si prcfèrì isroriare grandi massi erratici o lastre di pietr~l, dando loro Llna fèJrmavagamente antropomorb e ponendoli verticalmente nel terrl.:'no, piuttosto chI.:' incidne Il' super­fìci orizzontali delle rocce ~lHìoranti.

0,'e1Llmbito delLuco alpino" si individuano alcuni gruppi (Lunigiana, Aosta-Sioll, Trent inoAlro Adige, Valcamonica-Valtellina) che condividono gli aspeni ideologici del fenomeno, ma chediflèrisc(;no d~l un punto di vista morfologico. In part'icolare il gruppo' della \'alcamonica e cleliaValtellina si discosLl dagli altri, in quanto l'elemento anrropomorr() è: solo abbon.lto, memre latrasmissionI.:' delml.:'ssaggio è aftìdata all'incisione di alcune simbologie ricorremi: il sole, in primoluogo, LlHìgu rato sem~)~'C ~ll centro in al ro, e le arm i. gli ornamen ti~ il rettangolo frangiare)"'.

\~uesti Lmonumenti sono considerati la prima L1f;presenra/iolle amropo;11Ort~1 delle divinir:lnella regione alpina. l soggetti nuschili l.:' femminili sono ugualmente presenti (con un~l lie'\e mag­giore incidenza dl.:'i primi), distinguibili da attributi ricorrenti: le armi per le rìgurl' !1Llschih, gliornamenti per quelle femminili.

Accanto agli attributi, turuvia, sui monuml.:'tlti della Valcamonica c della Valtellina ricorronoanche fìgure di ~lnim~J!i, che costituiscono un altro ell.:'meuro peculiare e distimin) di qucsto grup­po. In particolare sono spesso rappresentati i cervidi. I cervi sono frequl·ntemcme raHìgurati conle corna in forma di sole raggiato, come ad es. sulla stele Ossimo ~, de)\e la rìgura si trova in posi­zione cenrrale, preminente, risperro agli altri a!1imali. Il sole e il ceno in questo caso sembranocondi\'idere lo stesso signirìcato simbolico: tè)rse il cervo, comI.:' è: gi:1 stato detto, r,lppresenLl l'in­termediario tr;l il mondo cosmico e quello terreno. Viceversa, alcune' tìgure di sole SO!1u Lìpprl­senrate comc palchi cervini, come si osserva sull'incisione del Capitello dei Due Pini'''.

La simbologia camuna vienc sostituita ncl corso dcll'et:l ckl Rame (verso il 2400 a.c.) dallapresenza di alCl~nc tìgure antropomorfe che conservano in parte gli ~lttributi della fase preceden­le, permcttendo di distinguere tre divinità, due maschili c una tè~mminile, di cui le stele rappre­sentano le immagini, Uno dei tre person;lggi reca una corona solare, con un evidenre ric1Ji;lll1o alsimbolo della Elsc precedente. Ciò si osserva molto bene sulla stcle Ossimo l) Uìg. ':J), sulla qldecompaiono le tre fìgure insieme, associate a due asce, che conferiscono al personaggio più impor­tante, quello solare, un carattere guerriero,

Esiste in Valcamon ica un' amica leggenda, relativa all' alripi,lllo Ossi mo- Borno, dm'e si coma­no numt:TOSI siti con SCltuc-ste\c', chi~lmata "C;/isenle e i Sl/OijiillC!Ii", oppure "/ Iri' .,O!itili·; dciiiIllOllll/(TlltI". Si è, t()rmata in periodo carolingio (VIlI-IX sec.) e racconta di due tì'arelli guerrieri l.:'la sorl~ìla, che decisero di porre fìne alle 10l~) attività guerriere e di ritirarsi sulle montagne con1eeremiti. Tutte le manine, al sorgere del sole, Cliseme, il rÌ'atcllo maggiore, riceveva la visita di uncervo bianco (in alcune versioni è una cerva), che giungendo da eS1LI~'Ca\'a un misterioso ramo dih'uni el'oro. Di sera un lupo gli portava la legna p~r il 'fuoco. Tutte le notti i tre fratelli accende­vano i fuochi e si mandavano dei messaggi, come se pregassero insiemc: " ... Id!arrl pregheremolillili. Srmì il I,:/ù) de!ùI serri l'ullico !eiflllne de!!e lIostre esistellze, l'li Il il'o ricordo dc! illOlldo c dc! srln-p ò

glil'.,. ", recita LI leggenda· ...

()~,) \ulLt IL'lll;ltiL:~llk]k' SLlfUl' stele si vl',h il vnlull1l' S C/\~[Nl

IZ. ( .. In. ~ I:\IZI" [~·i\. l'li WUIII I.l LilLl di).\li/liti'Irci" i'

rÌe//'(t.ì d/'; NilJ!h', ..\'>'18, .t 1()l)'). \\'r IJ;llh:hl.' /.{' piClì"{' (I(~~/i riti.

(,';i Il l lI.1 I I 'i'I';: l'l I( ,( il\'.,1 l'[JlFR 1''')1,

(,(,1 "IU[ZA'.Jl)I"[ 1'12- 11< [\'.CI L.d. C;AIU~1 l')')()

105

Fi§:. 9: Tre personaggi (due maschili e uno femminile)raHìgurati sul masso Ossimo 9.

In posizione principale la divinità solare.

Sembrano esistere molti elementi di con­tatto tra le fìgure della tradizione popolare e leincisioni della triade sulle statue-stele dell'etàdel Rame; Glisente, il fratello maggiore, sem­bra poter essere messo in relazione con la figu­ra solare delle incisioni. Ma la parte più inte­ressante riguarda la citazione dell'altipianoOssimo-Borno e dei menhir: "Partiti sul jàrdella sem, da Breno, a1Je1Jano percorso la crinier{.ldi quella catena di colli che prolungandosi sulcentro de la media Valle la di1Jidono in due e sierano jèrmati in unel spùmata che i posteri chùl­marono degli eremiti e d01Je ancor oggi si 1Jedonotre sassi che ricordano la loro sosta"('-.

I dati che emergono dalle recenti ricerchenel sito di Asinino a Ossimo"" dove è statomesso in luce un allineamento di stele iswria­te, ancora in situ, anche se abbattute, sembra­no assumere particolare significato alla luce diquesta leggenda. Le stele erano originariamen­te infisse nel terreno con la faccia principalerivolta a est, ossia verso il sole nascente.Intorno ad esse, e soprattutto dietro, sono staterilevate tracce di attività rituali che prevedeva­no l'uso del fuoco, per bruciare le offerte.

Le parole fi.wco, luce e cer1JO sembrano essere connesse nella linguistica comparativa. In alcu­ne lingue indoeuropee la parola cervo deriva dalla radice bhren, da cui il greco brendos e il greco­messapico brémioJl. Brindisi, la principale città dei Messapi, deriva il proprio nome dal fatto che,il suo porto era a forma di testa di cervo.

La relazione con il fuoco è evidente non solo nel germanico brennen e nell'I nglese to bUrr!, maanche nella pianta chiamata brendolo (dialetto pugliese), una pianta pirofìta, ricercata dai cervi,che cresce dove il fuoco ha distrutto il bosco, nel Greco bromé, fulmine, tuono.

Ci si può chiedere che tipo di associazione potrebbe esistere tra il cervo e il sole e che cosali rende simbolicamente simili, oltre ad alcuni spunti iconografici e gli aspetti linguistici. II cervoè un emblema della natura e dei suoi cicli stagionali per la perdita e la ricrescita annuale del palcodi corna. II sole sorge e tramonta come le corna del cervo cadono e l'iCI-escono, una ciclicità cuisono legati gli aspetti fecondativi della natura. È diHìcile tuttavia precisare se siamo di fronte allazoomorfizzazione del sole oppure se il cervo non rappresenti un elemento di connessione tra ilcielo e la terra"".

Scivolando sulle "rocce del diavolo"

Nell'ambito della Valcamonica solo pochi toponimi connessi a siti con arte rupestre forni­scono un'interpretazione delle incisioni dell' area stessa. Nomi di luoghi famosi, ad es. comeBedolina (luogo delle betulle), e Seradina (punto in cui la valle si restringe), fanno riferimento acaratteri ambientali e naturalistici.

(,il :vlURA:-JD11\! 1')2i; ER'I'A:-J! s.cL GA!OI\[ 1')')0.

6H) FEDEI.I-. I l)95.

104

(9) JC(,SSATI I ')91-h.

Alcuni toponimi, più interessanri, evocano l'esistenza di spiriti, come ad es. una località aVite-Deria, presso Paspardo, con una roccia che reca pitl di 700 fìgure incise, che è detta LI ~z!

di spiriti (la valle degli spiriti).Un'altra località inreressante è detta Corerz de le strie (la Roccia delle streghe) . a Sonico. nella

Va1camonica settentrionale, dove una roccia reca incise alcune palette, un ~ipico oggetto riferitoal mondo muliebre' l

. A Rogno, all'imbocco della Valcamonica, invece, esiste Coren Ptlgà (laRoccia pagana). A Piancamuno vi è Coren di Marte (la Roccia di Marte), dove è visibile una roc­cia con 150 coppelle, forse riferibili a un culto romano. A Pisogne vi è un altro interessante sitodenominato Coren del Diaol (la Roccia del diavolo), dove di nuovo è presente una roccia con cop­pelle.

Il riferimento al diavolo ricorre anche per una localiù di Paspardo dove si trova una rocciaincisa, la Brò"j-cariila del Diaol (lo Scivolo del diavolo)'. Lo scivolo era ottenuto sci\'olando sullaroccia direttamenre o seduti su una tavoletta di legno o una lastra di pieua. Oggigiorno lo scivo­lo sulla roccia è praticaco come gioco e non più come ricuale, come sappiamo essere avvenuto inparticolari siti europei. In Bretagna (Francia), infatti, vi è la testimonianza che lo scivolo fosse pra­ticato dalle donne su determinate superfici: sembra che ciò bvorisse il concepimento e addirittu­ra la nascita del bambino-'. In altri casi le donne non scivolavano, ma semplicemenre sedevanosulle rocce o vi strofìnavano la pancia. Latto di toccare un oggetto sacro (come baciare le reliquieo toccare parti di stacue, come ad es. i piedi di S. Pietro in Vaticano) permetteva al credente dienrrare a diretto conratto con il potere intrinseco dell' oggetto. Non stupisce dunque che ancoraoggi i pellegrini tocchino con i propri fazzoletti luoghi sacri, come la romba di un santO o il luogodi un' apparizione.

Molti studiosic, credono che fìn dal Paleolitico si ritenessero le rocce detentrici di particolari

poteri, mezzi per comunicare con differenri dimension i dell' esistenza. o sede di spiriti. In base aquesta credenza, la donna che avesse praticato lo scivolo sulle rocce anebbe acquisito il poteregenerativo. È tuttavia difficile stabilire per confì-onto e in assenza di testimonianze precise seanche gli scivoli della Valcamonica fossero utilizzati con questo scopo.

Dovremmo tenere presenti due considerazioni:• Le rocce sono usate ancora oggi dai giovani per giocare e non dalle donne per facilitare il con­

cepimento o il parto; non vi sono tradizioni etnografìche recenti che fanno riferimento arituali di fertilità sulle rocce. f~ diffIcile dunque, in mancanza di dati più precisi ritenere loscivolo sulle rocce il ricordo "inconscio" di credenze e pratiche pre-cristiane .

• Cattività dello scivolo, soprattutto là dove è stata utilizzata una roccia incisa, ha obliterato leincisioni. Sulla roccia 50 di Naquane alcune figure di guerrieri appartenenti al I sec. d.C. sonostate pressoché cancellate. Ciò dimostrerebbe che l'attività non può essere riferita ad epocapreistorica e romana, ma piuttosto a tempi molto recenti.

In Va1camonica abbiamo differenri esempi di scivoli di pietra in luoghi di arte rupestre: traquelli più signifìcativi vanno citati gli scivoli sulle rocce 1 e 50 del Parco Nazionale di Naquane(fìg. lO), le rocce 1, 2, 3 di Foppe di Nadro, Paspardo (BrosCtlrola del Diaol, la roccia 5 diCampanine di Cimbergo, la roccia 17 di Bedolina a Capo di Ponte e la roccia 1 al Coren de leFate di Sonico. Nell'arco alpino gli scivoli sono noti anche altrove: nel Parco Nazionale delleIncisioni Rupestri di Grosio (Valtellina), presso le incisioni di Bard (Val d'Aosta)', in Val Vigezzoe nel Parco Naturale di La Bessa vicino a Biella. In Francia è noto lo scivolo su roccia nel ParcoArcheologico di Le Lozes presso Aussois (Alta Moriana)-.

70) Questa è la denominazione originale. mentre oggi il nome l' 74) Tra i pill Ilori J, Cloues e L Williams (C\OITES-WIL-slaro murato in Roccia delle file, I.IAMS 200 I),

71) FOSSATI 199H, 75) SANSOJ\:I 2001, pp. 14,\-14("

72) Ciovanni Dassa mi raccontava che quando era bamhino era7(,) ARCA.l'OSSAI! 19"),), f'f" ')4.solito giocare su questa roccia scivolandovi con i coetanei.

l)) SrBlllOI liJiJO. 77) ARC"·HJSSAII 19')'), pp (,')

10'5

l-iS' IO: Iraccc di scivolo praticato .sulle· lìSlIr, In"" ,klLI m"i,) ~() ci ,·1 l'arco \:Clfion,Ii,' ,kllc Incisioni RlIpcsrri di,r;)[o I." \ hm, d,·II·l'onl<l

L'etnografia inventata: il caso dello "Spirito della Montagna"

Con il terminc "Spiriw della \[onLlgna" si indica un fcnomeno atmosferico che ha luogodurame gli equinOLi di prima\'cLI c lLllltunno sul Piuo Badile, Pur ricercando l'origine e la fÌJmedella leggenda popolarc dlC riguarda quesw fenomeno, non risultano tcstimonianze etnogratìchc

,upportino l'esistenza di simili crcdcnzc in Valcamonica. Tuttavia il fenomeno è molw impor­tantc localmcnte cd è indicato come la principale ClUsa della presenza di artc rupcstre inValcamonlca dalle guidc turistichc chc aCCCllnpagn:lIlo i \'isiratori, soprattutto a Naquane.

F. Anati descri\'e questo Slrano I~'nomeno nel suo primo volumc' dedlcHo all'arte rupestredclb Valcamonica , dove presenta un:l telwgr:ltìa. con h seguenle dichscalia: "/11 pl'imililem c iIIdiltliiiilO il sole,mge dietm il Pizzo Btldile. /'ol!llml deliri (ililii ì' pmietltltrl fieno i! cielo Iti/voùa/;Jr­I!ItIIldo sligf!,eslil'c/onne che Iii leiz'.!,endil popolill'e chùlIlliI "'~/,;I'Ìlo de//il i'v1ollltlglltl". L~lInl di lVilqlit/llCi' .,/tliilld III piedi dci Pizzo Bildi/e".

Bisogna nolalT chc nei volumi seguemi, dedicali all'arte rupesrre camuna, Anati non tornam,lÌ su q\lesro argomento e persino n~i suoi scrini princip:di no]] mette mai in relazione la pre­senza delLu·te rupesrre delb valle a questo leno1l1c'no atl11cht~TICO.

]n ultima analisi si trana del risuluto di una campagna pubblicitaria condona da uno stu­,]i",,) Lh.. alc di ,Irte rupe'srre, A. Priuli . Egli cita scmpre nei suoi studi lo Spirito della Momagnae ritiene che pcT questo fenomeno il PiI/O R:!dile si:! Sfato considerato sacro durante la preisroria

L:ill1l11U.

ANAli 1%2.

\. j\iuli l' 'O\ì,\idcL]fo l'allic\'o ,]vII:] \ClloL! IH,'sli:l!lJ di \tl li..l isull';lrtl· [)i Luro lu "Villlpp:110 k "li l'

llllL'l"prcl:l1 \l li 1:1 di r.. l' ,\1 RO!KTti. l suoi

] DCl

1'.IIII'.,'I.\llll,lli,· illll'r-l''''<I1Hi ~k'r h dO('lIrtìl-'llU/]Olll-' prodo![;l l'

""11""1.11'.1. 111:l llli trovo In I-ulnpkro dis:lÙ'ordo PlT qU:]lllO

L' le- l1l1npn'Cl/ioIli d,.. ll':lrtL' I"UpL'\lrl­

I I 'lkl

e che per questo motivo le incisioni si trovano sulle rocce ch,' ,dlH)1 ,llHJ al SUUI piedI.Anche la Concarena, sul versante UpPOS((), è considerata s~lcra perché negli stessi periodi del­

l'anno, m~l al tralllon((), si verifÌca lo stesso fenomeno.

li collegamento rra arte rupestre e le montagne S~ICIT, se pur suggestivo, semhra non avere.dunque, una tradizione locale a sostegno. Intervistati alcuni anziani'" di Capo di Ponte, nessuno

l'L1 di L',,,sil (JlJTHLl

i(~()Llr" 1.L1ci~1 Pl(}ILll1cllì, propricLllilcl !\'SC;lr/() di CJpU di 1'011 l e" il [Hl'S,'

\~lk,!lìl()lljCl.

IO!

hg. 12: Il fenomeno cosiddetro Spirito della :--[omagna, lllÙJmbra proicrrara nel cielo dalla puma del Pizzo Badile(t()[O "lè Orme deln:omo").

è stato in grado di rifcrirc la defìnizione "Spirito dclla Montagna" ai propri antenati; il collega­mento risulta unto più inaccettahilc se si pensa che l'arrc rupestre si trova lungo entrambi i ver­santi di tutta la valle, talvolta in luoghi da cui il Pizzo Badile non è ncmmcno visibile,

DI: Angelo FOSStltiCooperali1!tl Archeologica "Le Orme dell'Uomo"

/-25040 Cer1!eno (Brescia)Il'1IJ1IJ. rupestre. net

Summary

The purpollSe of this srudy is to tìnd a connccrion hctween the rock art tradition and recent t()lklorc.A cadastral map of the Cimtmda rC\'l'alcd the originai ropononw of the location or Naquane, roday

the National Engravings Park. Aquane are semi-di\'ine bcings known in rhe t()lklore of the ccmral-easrern Alps,b\' diverse namcs and artribures. They are anrhropo-/oomorphic beings, women who can change into otterl, orb"'llltifui sirens with hair or water and feer turned backwards. They inhabit lakes, caves and springs, Lately theyhave acquired the legs and !l'et of ,l goal. The\' wea\'(' on thc 100m and have powers over ali types or W'ller pre­sent on earth and ovcr the r'tin itself

.Just bcyond the borders or ;'\)aquanc P.lrk in Va!camonica rherc is a small chllrch dedicated to the Saintshll1stina and Liberata. Thcsc two women lived as hermirs in smal! caves in thc Medieval period and ,lre said to

have saved Capo di Ponte tì'om an avalanche, blocking the fll1ing boulders with their own hands, [n the cryptor [he church there is a large rock with the deep!:' engraved prehisroric tìgures or hands and cllp-marks. Manyelements make valid to connect the Saints with the Aquane, also hecallSe thc Saints are described with the sameartributes.

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The idet of spirit hcings living in thc rocks is documented h\ a Icgend; it says that in an arca where thereis a rock with a big CLLp mark, lived a lady called Sclllriila dei pé de CiIlTfl (the young ladv with the goat fcetl whoputting her hoof into a cup mark opcned a rock when: she used ro eal hcr prey. The prescncc of the i\ljuane ­female spirits prohahly living inside rocks - sccmed OUt of piace in a masculine site as :\,lljuanc. dominated byIron Age warriors. Ignoring thc Iron Age phase and focusing cxclusively on the ecldier imagcs cngraved, theremaining tìgures bc!ong almost alI lO the Bronze Age and thc majority are female cllllhropomorphs or t('malesymbols (i.e. shovels and looms). Tlws, Naquane originallv appears lO have hccn thollght uf as a tèmalc site, thatlOurned lO a male site during the lron Age. However, the idea that the site \\as a tCnnlc space in ancienr timeswas not cancellcd and the warrior images were probablv dedicated ro thc4.quane, who is noted in theIegends) hc!ped the young warriors lO pass their tesLs.

,4. local Christian Iegend has eVldent relationship with Copper Agl' rock art uf engraved menhirs and stelae,that show three tìgures (two males ami ct female onc) of divinilies. The legend is particulady alivc in the Bornu­Ossimo Plateau - the arca where several of these engraved hOllldcrs have been t(lllnd. It tclls of twu warriurbrothers and their sister, who decided to retire to theLmountain as hermits. b'en' morning. at the rising of thcsun, Cliscnre. the elder brother, was visitcd by a white srag (or a whitc doe) whc~ Cline fr(;m the Fast, l;ringinghim a mnterious branch with golden fruir. In rhe evening a wolfbrought him a burden uHìrewood. Every nighttbe three hermit siblings sent luminous signals lO each othcr by lighting rìrl's bCCcluse as ro pray rogether. Themust interesting part of the legend is when il refcrs to the Borno-Ossimo PLttcau and ro illenhirs thereon: threeboulders on the Ossimo p1atcau remember their resl.

:\clmes of some Etmous sites give a generai idea that the site was thought lO be inhabited h\ spirits. Vite­Deria, near Paspardo, has a speciallocality callcd La id di (Thc vallcy of thc Spirils). wheré tbCrl' is a rockengraved with more then 700 figures. Wl' know thcn Coren de II' Sirie (the Rock of the \Vitclll's) cl[ Sonico, wherethe rocks show engraved shovels, Col'al Pa~ìÌ at Rogno, Coren di AlartI' at Piancamuno, a rock with more thanl 50 cupules. L c c

Rdcrences to thc dcvii occur at Pisogne, Cì!ren del DiLlol (the Rock or the Dc\iI), a sirc ',\;rh cupules. amincar Paspardo, the BriisCtlriilLl ciel Diaol (thc Slide or the Devii),

In Valcamonica wc have several cxamples 01' rock slides at rock art sirò, Toda\' sliding on the rocks is done[()r fun ralher than ritual. hm rhere ate European sites whcre rimai sliding \\Cl\ donc. In Brittany (France) womensi id on particular rock surbccs in the hclicftbat it enhanced conccption or childhirrh, It is diftìcult to clpph theseethnographicalJy known rituals also to the Valcamonica slidcs, beClusc of nUl1\' rcasClllS, the musr im[lortam one:being the Etct [har [he activity of sliding, has usually canceled thc prchistoric cngra\'ings. So thisslidingis not prehislOric hut must be of more recent age.

The so-callcd "Spirit of thc Moumain" refers lO an atmospheric phenomenon that takes piace during tbespring ,md amumn equinoxcs behind the mountain Pizzo Badile: although heing irnporrant in the local expia­nation ofthe rock art irnagery, several Eteror, are contrary to this exp1an'ltion, which links the presence ofimpor­tam rock CIlgra\'ings to the Spirit ofthc Mountain. I bclieve that this is the fruit ofan organized cld\crrising C'lm­palgn.

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