casa natale costabile carducci

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Progetto di conservazione della Casa Natale di Costabile Carducci – Capaccio (SA) - Comune di Capaccio – Settori III e IV 1 Comune di Capaccio - Paestum (Provincia di Salerno) Settore III: Gestione del territorio – Sportello unico Settore IV – Lavori ed Opere Pubbliche PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA CASA NATALE DI COSTABILE CARDUCCI Rilievo dello stato di fatto TAVOLA I – Relazione illustrativa Il rilevatore : geom. Dean Auricchio Febbraio 2007

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Progetto di conservazione della Casa Natale di Costabile Carducci – Capaccio (SA) -

Comune di Capaccio – Settori III e IV 1

Comune di Capaccio - Paestum

(Provincia di Salerno)

Settore III: Gestione del territorio – Sportello unico Settore IV – Lavori ed Opere Pubbliche

PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA CASA NATALE DI COSTABILE CARDUCCI

Rilievo dello stato di fatto TAVOLA I – Relazione illustrativa Il rilevatore : geom. Dean Auricchio

Febbraio 2007

Progetto di conservazione della Casa Natale di Costabile Carducci – Capaccio (SA) -

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Relazione descrittiva dello stato di fatto La “Casa natale di Costabile Carducci” di proprietà del comune di Capaccio pervenuta per acquisto fattone dagli ex proprietari fam. De Maria è ubicato in Via S.Agostino, ovvero a “ù rosario” nella tradizione toponomastica locale. La casa è ubicata al secondo piano del palazzo oggetto del presente progetto di conservazione. Il palazzo è parte del tessuto del centro storico di capaccio capoluogo. Il suo fronte si affaccia sul sagrato della chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Ivi era ubicato in epoca remota il convento degli Agostiniani da cui l’omonima strada, convento del quale si può leggere l’ambito del chiostro negli orti a oriente dell’edificio.

Alcune parti della fabbrica quindi possono costituire brani dell’antico edificio.

Il portale di ingresso di fronte al sagrato della chiesa

Veduta dell’orto ad oriente dalla finestra del vano E , le dimensioni e l’ambito suggeriscono l’idea del chiostro dell’antico convento.

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Il palazzo è riportato in catasto al foglio 44 particelle 414, 416, 417, 418 e subalterni connessi. Nel vigente piano di recupero del centro storico è individuato nel contesto 6 alla U.M.I. 6.3.5 soggetta ad intervento di categoria B - che prescrive un restauro o un intervento di risanamento conservativo.

Stralcio del foglio 44, particelle 414, 416, 417, 418 scala di 1:1000 L’edificio attualmente ospita n. 6 distinte unità immobiliari delle quali solo una è in efficienza. Il piano terra ospita n. 2 unità immobiliari: particella 414 sub 1 e 2, di proprietà degli eredi di Petillo Vincenzo fu Alfonso (una ex falegnameria); particella 416 sub 1, di proprietà Ventre Armandina ed eredi Salviuolo, un locale terraneo con accesso dall’androne di pertinenza dell’unità immobiliare sita al piano primo e della stessa ditta. particella 418 sub 1, di proprietà Caroccia Stefania, un locale terraneo con ingresso indipendente su via S.Agostino; particella 417, l’androne comune con il vano scala condominiale, delle due unità suddette la falegnameria ha ingresso anche dall’androne. Al piano primo servito dalla scala condominiale, troviamo: particella 416 sub ignoto, un vano comune alla proprietà ex De Maria comunale e alla proprietà Caserta, Bello, dal quale vano si ha ingresso: alla scala esclusiva della casa natale di Costabile Carducci, alle particelle 416 sub 2 e 4, 417 sub 2 e 5, di proprietà Caserta Angelo e Mauro Giuseppa Concetta, l’unità immobiliare in efficienza ed in discrete condizioni strutturali, alle particelle 417 sub 1 e 418 sub 2 di proprietà Bello Mario, altra unità in buone condizioni. Dal ballatoio della scala condominiale invece si apre l’ingresso delle particelle 414 sub 3, 417 sub 3, e di proprietà Ventre Armandina e eredi Salviuolo, l’unità immobiliare in abbandono con gli orizzontamenti di succielo in collasso ed ubicata al di sotto della casa natale di Costabile Carducci. Al piano secondo sono dislocate n. 2 unità immobiliari: particelle 414 sub 4, 416 sub 3, 417 sub 4, la casa natale di Costabile Carducci ex proprietà De Maria, che occupa il maggiore sviluppo del piano; particelle 417 e 418 sub vari di proprietà Bello-Caserta, vani di pertinenza della unità in efficienza ed in buone condizioni strutturali.

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La fabbrica è costituita da murature portanti in pietrame calcareo ordite a corsi orizzontali dell’altezza di cm 45 circa, realizzate con scapoli e conci sbozzati di norma su due facce, con rara presenza di diatoni, legate con malta di calce aerea e costipate con scaglie e brecce di calcare. Nel complesso esse si presentano in buone condizioni. Non si ravvisano lesioni preoccupanti, né cedimenti fondali. Sul fronte occidentale si nota un leggero appanciamento in corrispondenza del portale di ingresso. Al secondo piano si leggono alcune lesioni ad evidenziare un leggero scollamento della facciata, lesioni causate probabilmente dalle spinte della copertura. Hanno spessore massimo di cm 70 al piano terra e spessore minimo di cm 45 al piano secondo. L’edificio presenta l’ingresso principale su via S.Agostino, connotato da un pregevole portale con arco tutto sesto e piedritti in elementi di calcarenite decorati con scene di caccia sui conci di imposta e con maschera antropomorfa sul concio di chiave. L’ingresso apre sull’androne comune pavimentato in basoli in calcarenite, con solaio soprastante in legno e panconcelli in buone condizioni. Dall’androne attraverso un portale ad arco in calcare si ha ingresso nella unità di proprietà Petillo a piano terra destinata ad ex falegnameria, si apre il vano scala, e si ha ingresso in un deposito di pertinenza della proprietà Salviuolo. Il vano scala diparte da un vano con arco a tutto sesto, presenta la rampa con gradini in calcarenite ed è in buone condizioni.

Il portale di ingresso.

In alto a destra del portale fu affissa una lapide commemorativa in marmo. Si nota nell’androne un vecchio ingresso tamponato, ornato da un portale ad arco in calcare posto di fronte il vano scala. L’unità Petillo è in discrete strutturali condizioni, è composta da n. due vani collegati da ampio arco, e da un servizio igienico posto nel sottoscala. Il pavimento è costituito da un lastrico in cemento. Gli orizzontamenti dei due vani sono uno in ferro e tavelloni, uno in legno. Il deposito di proprietà Salviuolo è in buone condizioni strutturali ha pavimento in battuto di calce e orizzontamento in legno. Le altre proprietà sono discrete ed in efficienza, salvo i guasti apportati con le finiture adottate (vedi infissi in alluminio etc.). Acquisito al patrimonio del Comune di Capaccio nel 2004 l’edificio è in abbandono per le parti di proprietà comunale e per le unità Salviuolo e Petillo.

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La casa natale di Costabile Carducci L’unità acquisita al patrimonio comunale è ubicata al piano secondo dell’edificio, ha ingresso esclusivo al piano primo in testa al vano scala ed è costituita da n. 5 vani. E’ di pertinenza inoltre il piano sottotetto corrispondente ai 5 vani sottostanti. L’unità ha superficie complessiva utile di m2 104,75. Con riferimento agli elaborati tecnici, si sono denominati i vani: A di superficie m2 26,20, B di m2 25,40, C di m2 12,60, D di m2 17,30, E di m2 16,50, il vano scala di m2 6,75

Pianta del piano secondo

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La fabbrica La fabbrica è costituita da murature portanti in pietrame calcareo ordite a corsi orizzontali dell’altezza di cm 45 circa, realizzate con scapoli e conci sbozzati di norma su due facce, con rara presenza di diatoni, legate con malta di calce aerea e costipate con scaglie e brecce di calcare. I setti hanno spessore massimo di cm 55 e minimo di cm 45. Nel complesso esse si presentano in buone condizioni. Destano preoccupazione unicamente le parti di fabbrica poste sugli architravi in legno di alcune aperture, che prossimi al collasso hanno determinato dei complessi di crepe che ne suggeriscono la sostituzione. Al vano D si leggono alcune lesioni ad evidenziare un leggero scollamento della facciata, lesioni causate probabilmente dalle spinte della copertura. Il setto murario a confine con l’edificio posto a monte è stato oggetto di intervento di consolidamento post-sisma mediante serie di iniezioni di malta cementizia e barre armate. Si notano inoltre i capichiave di n. due catene in ferro a quota di sottotetto nei vani A e B, poste in epoca non recente a ridurre le spinte della copertura in facciata.

La muratura esterna del vano A, si notano i capichiave in ferro.

Vano D, l’architrave in collasso e le lesioni verticali di scollamento. Il vano scala Il vano scala esclusivo ha invito al piano primo dal vano comune ivi presente, ancorché angusto, è in buone condizioni statiche. E’ stato oggetto di intervento strutturale post-sisma mediante la realizzazione di una soletta in calcestruzzo armata ammorsata alle murature ed un cordolo in c.a. sul setto tra lo stesso ed il vano E. La rampa, abbastanza ripida, è costituita da gradini in calcestruzzo. Tale intervento appare nel complesso garantire buona solidità strutturale.

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L’androne di ingresso con la bella pavimentazione in basoli.

La scala in pietra dall’androne d’ingresso.

La scala in pietra dal piano terra al piano primo, si nota la soletta armata.

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L’ingresso del vano scala dal vano comune al piano primo.

Il vano scala esclusivo con il ballatoio dotato di finestra.

Gli orizzontamenti Gli orizzontamenti di calpestio sono costituiti da travi e panconcelli in legno di castagno con sovrastante caldana di calcine per i vani A, B, C ed E. Sono collassati alcuni dei travi dei vani A e B, determinandone il crollo con l’apertura di ampie voragini al calpestio degli stessi. Si rileva inoltre collasso dei panconcellli del vano C. Il vano C data la orditura ed il ridotto n. di travi in funzione della luce, nonché le infiltrazioni di acqua piovana cui è soggetto, presenta un evidente avvallamento del pavimento tale da destare preoccupazione. Il vano D presenta solaio in laterocemento ammorsato alla muratura, efficiente ed eseguito in epoca post-sisma dal proprietario del vano sottostante. Gli orizzontamenti di succielo sono costituiti da travi e panconcelli in legno di castagno con sovrastante caldana di calcine per tutti i vani. La caldana presenta spessore inferiore rispetto a quelle di interpiano. Sono collassati alcuni dei travi dei vani A., B e D provocando l’apertura di ampie voragini negli orizzontamenti. L’orrizzontamento dei vani C ed E appare discreto. Come già detto i vani A e B presentano all’esterno della muratura due capochiave di catena in ferro di cui non si è riusciti a rilevarne l’intero sviluppo.

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Il crollo del solaio di calpestio del vano B, visto dal piano primo.

Il solaio di calpestio del vano E visto dal vano comune al piano primo.

Il solaio di succielo del vano E.

Il crollo del solaio di succielo del vano B. Si notano al sottotetto le aperture composite.

Il crollo del solaio del succcielo del vano B. In vista l’orditura delle coperture.

Il crollo totale del solaio di succielo del vano D. Si noti il setto in muratura fuori filo a supporto del trave di mezzeria del tetto.

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Le aperture I vani porta, balcone e finestra presentano tutti architravi in legno, fatta eccezione per la porta di ingresso al vano E che presenta un architrave in c.a. Gli architravi in legno presenti sono appena sufficienti, in particolare destano preoccupazione quelli: del vano balcone del vano D, del vano finestra del vano C, del vano porta tra i vani C e D e tra i vani A e B.

L’apertura vano porta dal vano B al vano A, si notano i calchi delle cornici andate perdute.

L’apertura vano porta dal vano C al vano B, con sulla sinistra il davanzale della finestra.

Il vano finestra del vano E.

L’apertura del balcone del vano B.

L’originale apertura balcone del vano A.

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Gli intonaci Gli intonaci dell’edificio sono costituiti da malta di calce aerea legata con inerti locali ricchi di calcio e di scaglie di calcare, possono raggiungere spessore di 7/8 cm. Si presentano abbastanza coesi, e solo in alcuni punti sono in distacco. Tuttavia, all’interno, le infiltrazioni di acqua e l’abbandono hanno provocato una rete capillare di crepe e di esfoliazione della calcina di tonachino superficiale. Il vano A presenta alla base del setto murario verso la corte uno spanciamento con distacco di una grossa toppa di intonaco.

Vano A - Alla base del muro si nota un consistente distacco di intonaco. Altresì sul setto a confine con altra ditta è visibile l’intervento di consolidamento della parete mediante iniezioni di cls e barre armate.

Vano C – Emergono tracce delle antiche tinteggiature sulle pareti. Gli intonaci esterni, presenti solo sulla facciata che dà su via S.Agostino, nel complesso sono discreti, tranne alcune parti ammalorate e annerite ed oltre alcune lacune provocate da dilavamento per inefficienza delle tegole di gronda.

La parte di facciata del palazzo che affaccia sul sagrato della chiesa.

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I pavimenti I pavimenti superstiti si rinvengono nei vani A, e C e sono costituiti da pianelle quadrate in cotto da 22 cm. Il vano B come il vano E presenta un battuto di cemento, mentre il vano D a seguito dell’intervento di rifacimento del solaio ne è sprovvisto, pertanto presenta la soletta in cls al calpestio. Pregevole la soglia di ingresso al vano B da vano scala in elementi in calcare scalpellato e lucidato.

Vano B - La soglia di ingresso in pietra. Vano C – Principio di crollo di parte del solaio Gli infissi Gli infissi esterni superstiti sono tutti in legno di castagno e da recuperare; il vano A presenta un originale infisso al vano balcone, probabilmente coevo all’edificazione del piano secondo, è costituito da due ante con piccola invetriata e retrostante controsportello, con telaio ammorsato alla mezzeria della muratura che quindi presenta gli squarci esterni intonacati e stuccati a polvere di marmo; l’infisso del vano finestra è un doppio infisso costituito da invetriata e controsportelli, presenta le caratteristiche tipiche della serie in uso locale alla fine dell’ottocento, che a differenza dei precedenti veniva installata con invetriata e cornice sul filo esterno della muratura e l’infisso con i controsportelli all’interno. Il vano B presenta al vano balcone un infisso costituito da due ante con parziale invetriata e retrostante controsportello. Il vano C presenta l’infisso del vano finestra del tipo a doppio infisso costituito da invetriata e cornice sul filo esterno e controsportelli all’interno. Il vano D ha un vano balcone del quale l’infisso è andato perduto nel corso del rifacimento del solaio, restano solo due controsportelli malandati utilizzati come schermatura. Dalle tracce leggibili sulle murature l’infisso era del tipo doppio a invetriata a due ante e cornice sul filo esterno e controsportelli all’interno. Il vano E ha un vano finestra privo di infisso. Dalle tracce leggibili sulle murature l’infisso era costituito da finestra a due ante posto su telaio ammorsato alla mezzeria della muratura. Il vano scala ha un vano finestra a due ante con invetriata e controsportelli, con telaio posto alla mezzeria della muratura.

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Il balcone del vano D, la cui mensola fu sostituita con una soletta in calcestruzzo ed il cui infisso è assente.

La finestra del vano C con infisso e cornice al filo esterno della muratura.

L’originale balcone del vano A con l’infisso su telaio alla mezzeria del setto e la bella ringhiera.

Le invetriate di finestre e balconi sono verniciati di verde vittoria all’esterno e di bianco all’interno. I controsportelli sono verniciati di bianco sulle due facce. I vetri sono in lastre sottili da 3 mm, sovrapposte con lamina in piombo dove più ampie le invetriate.

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Il balcone del vano D, presenta una soletta in calcestruzzo fuori misura, fortunosamente conservata la pregevole ringhiera in ferro.

La finestra del vano A con infisso e cornice sul filo esterno della muratura.

In alto il vano balcone del vano B, di rilievo la mensola in arenaria e la settecentesca ringhiera in ferro.

Infissi interni Gli infissi interni e le relative cornici sono stati asportati tutti, dalle tracce rimaste impresse sulle murature, le cornici presentavano volute barocche e dovevano essere di pregevole fattura. In ogni caso, in origine vi erano n. 3 porte interne a due ante, una porta di ingresso al vano B, anch’essa a due ante. Il vano E presenta una porta in legno divelta. Il vano scala al suo ingresso al piano primo è dotato di una semplice porta in legno priva di serratura.

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L’apertura tra il vano A ed il vano B, presentava porta a due battenti posta sul filo esterno della muratura, con cornici barocche Le coperture Per l’ordito principale del tetto sono impiegati falsi puntoni in castagno a sezione intera con spessori da 15 a 22 cm di diametro posti ad interasse di 1 metro circa e travi maestre rompitratto da 25 a 30 cm di diametro poste trasversalmente alla mezzeria della falda. La trave rompitratto del vano A è rinforzata agli appoggi da gattelli in legno. Tutti i travi vanno ispezionati minutamente al fine di individuare eventuali debolezze nel legno. La piccola orditura è in travicelli, listelli e morali in legno di castagno con spessori variabili come la sezione, a volte intera e a volte mezza o quarta, posti ad interasse di circa 35 cm.

Vano D - L’orditura della copertura con in evidenza una falla nel manto di copertura.

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Vano D – Il collasso della piccola orditura della copertura ha provocato una falla nel manto di copertura, la cui posizione arreca danno da stillicidio all’abitazione del privato confinante.

Vano B – Visibile la trave rompitratto di luce notevole sui vani B e C. Sulla sinistra una caratteristica apertura ad occhio di bue al sottotetto

La piccola orditura si presenta particolarmente in crisi, diversi elementi sono prossimi al collasso e per via delle sezioni ridotte di alcuni listelli e la loro vetustà, sono inflessi con frecce tali da aver scomposto il manto di copertura con l’apertura conseguente di numerose falle. Il manto di copertura è composto da tegole in laterizio del tipo coppo-canale per i vani A, C, D, E e del tipo coppo – embrice per il solo vano B. In complesso il manto è presente per il 90% della copertura, vi sono infatti poche lacune, tuttavia il collasso della piccola orditura come detto, ne ha scomposto la posa, provocando l’apertura di numerose luci dalle quali si hanno notevoli infiltrazioni di acqua piovana, tali da determinare, come visto, il crollo dei solai.

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Gli impianti L’appartamento è dotato di un punto acqua per un acquaio nel vano E, vano che fu rimaneggiato al fine di ospitarvi anche il servizio igienico costituito da un vaso e fecale.L’impianto elettrico non efficiente risale agli inizi del secolo scorso.

Vano E – Il servizio igienico ed in primo piano l’acquaio. Il coronamento Il pregevole coronamento della facciata occidentale lungo via S. Agostino è caratteristico dell’edilizia signorile storica Capaccese della fine del settecento, esso è composto da una teoria di dentelli posti sotto un ovolo compreso tra due listelli, che regge una gola dritta sormontata a sua volta da una corona liscia aggettante. L’ossatura è costituita da elementi in laterizio e “manechiane” in travertino di Pesto, intonacata con malta di calce e stuccata con malta di polvere di marmo tirata a sagoma. Necessita di intervento di manutenzione che ne preveda la pulizia e che ne arresti il degrado dovuto alla cattivo stato della linea delle tegole di gronda.

Particolare del coronamento del fronte occidentale, interessante il duplice tipo di manto di copertura, coppi - canali per i vani A, C, D, E e coppi ed embrici per il vano B.

Il coronamento della falda orientale è una semplice orditura di coppi rovesci sporgenti per un terzo della loro lunghezza. Il timpano nord del vano E non presenta alcuna modanatura né sporgenza, secondo il tipo costruttivo in auge in queste aree.

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Sulla sinistra il timpano della falda del vano E privo di coronamento.

Vano E - Il semplice coronamento con un ordine di coppi-canale sul fronte orientale. Elementi di pregio Elementi di pregio si osservano soprattutto all’esterno, ovvero sulla facciata ovest dell’edificio. Belle le sue finiture quali gli elementi in calcarenite che compongono i davanzali delle finestre e le mensole che compongono i due balconi superstiti. Ancora si osservano le pregevoli ringhiere settecentesche in ferro ai tre balconi. Di rilievo inoltre le paraste e le cornici in stucco con ossature in laterizi ed elementi lapidei che ornano i vani finestra e balcone. All’interno, purtroppo, gli ambienti sono stati spogliati delle finiture che potevano costituire caratteristiche di pregio dell’appartamento.

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Conclusioni Alla luce di quanto illustrato si evidenzia nell’immediato la necessità di eseguire un primo intervento volto ad arrestare il degrado e in grado di conservare l’edificio, nonché atto a tutelare le private proprietà che ricevono danno dalle infiltrazioni di acqua piovana causate dall’inefficienza della copertura del palazzo. L’intervento minimo, tuttavia, dovrà per motivi di carattere strutturale tenere conto del sistema degli orizzontamenti in crisi e pertanto dovrà necessariamente estendersi al loro consolidamento che potrà avvenire attraverso un irrigidimento degli impalcati dove possibile, mediante la sostituzione degli elementi ammalorati, e l’impiego di un sistema di irrigidimento da stabilirsi. Altresì dicasi per gli architravi in collasso, essi andranno inevitabilmente sostituiti con modi e materiali da stabilirsi in sede di progetto esecutivo. Per ciò che concerne le murature in genere, che come visto offrono sufficienti garanzie di solidità, l’intervento minimo auspicabile consisterebbe nella sarcitura delle piccole crepe e lesioni, e nel rifacimento con tecnica di cuci e scuci delle parti di muro che presentano lesioni più importanti, peraltro non molto estese. Solo quando eseguiti i precedenti interventi potrà essere ripristinata la efficienza della copertura che dovrà vedere rimosso il manto di copertura con l’accatastamento delle tegole in buono stato da riutilizzare, la rimozione della piccola orditura che si consiglia di sostituire interamente, la verifica della grossa orditura con sostituzione degli elementi ammalorati, l’adozione di un opportuno sistema di eliminazione della spinta dei falsi puntoni, e conseguentemente il rifacimento della intera copertura. Per gli interventi da eseguirsi all’esterno si valuti la possibilità di limitare gli stessi al consolidamento del coronamento e al distacco di quelle parti di intonaco che mostrano segni di pericoloso scollamento, con il loro ripristino con malte di calce spenta opportunamente messe a tono. In seguito potrà considerarsi l’opportunità di una revisione degli infissi e di un intervento di conservazione degli intonaci di facciata, nonché il ripristino delle dimensioni dello sporto di balcone del vano D. Capaccio lì 19 febbraio 2007

geom. Dean Auricchio