architettura e identità locali, ii, a cura di h. burns e m. mussolin

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B I B L I O T E C A D E L L « A R C H I V U M R O M A N I C U M » S e r i e I : S t o r i a , L e t t e r a t u r a , P a l e o g r a f i a 4 2 5 A R C H I T E T T U R A E I D E N T I T A ` L O C A L I I I a c u r a d i H O W A R D B U R N S e M A U R O M U S S O L I N L E O S . O L S C H K I E D I T O R E M M X I I I

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BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia

425

ARCHITETTURAE

IDENTITA LOCALI

II

a cura di

HOWARD BURNS e MAURO MUSSOLIN

LEO S. OLSCHKI EDITOREMMXIII

ISSN 0066-6807

ISBN 978 88 222 6325 4

B.A.R.

I

Vol. 425

LEO S.

OLSCHKI

AR

CH

ITE

TT

UR

AE

IDE

NT

ITA

LO

CA

LI

–II

I saggi qui proposti hanno inteso integrare tre ele-menti socio-culturali raramente analizzati in recipro-ca relazione nella tradizione di studio sia storico-ar-chitettonica, sia storico-letteraria. Questi elementi sipossono sintetizzare in tre parole chiave: «architettu-ra», «antico», «identita».Architettura: da intendersi come espressione com-plessa e articolata di esigenze di una comunita urba-na, come prodotto di risultanze storiche e culturali dicarattere generale e/o particolare, come sistema diauto-rappresentazione simbolica nel tessuto urbanoe nei monumenti che da quel tessuto ‘emergono’.Antico: da intendersi come necessario sguardo re-trospettivo a una tradizione fondante reale o ‘in-ventata’.Identita: cittadina, regionale, statale, creata attraver-so l’architettura, che soddisfa, mediante la continuitao discontinuita con il passato piu o meno recente, unbisogno di riconoscimento di se nei luoghi simbolicidella citta.L’approccio multidisciplinare ha consentito, conl’ottimizzazione e l’affinamento delle metodologiedi studio, di affrontare il rapporto fra i tre elementi,in una prospettiva di reale interesse nazionale e ge-nerale.

In coperta: JOHN RUSKIN, Portale della Badia Fiesola-na, The Ruskin Library at Lancaster University(U.K.).

BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia

425

ARCHITETTURAE

IDENTITA LOCALI

II

a cura di

HOWARD BURNS e MAURO MUSSOLIN

LEO S. OLSCHKI EDITOREMMXIII

ISSN 0066-6807

ISBN 978 88 222 6325 4

B.A.R.

I

Vol. 425

LEO S.

OLSCHKI

AR

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ITE

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UR

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NT

ITA

LO

CA

LI

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I saggi qui proposti hanno inteso integrare tre ele-menti socio-culturali raramente analizzati in recipro-ca relazione nella tradizione di studio sia storico-ar-chitettonica, sia storico-letteraria. Questi elementi sipossono sintetizzare in tre parole chiave: «architettu-ra», «antico», «identita».Architettura: da intendersi come espressione com-plessa e articolata di esigenze di una comunita urba-na, come prodotto di risultanze storiche e culturali dicarattere generale e/o particolare, come sistema diauto-rappresentazione simbolica nel tessuto urbanoe nei monumenti che da quel tessuto ‘emergono’.Antico: da intendersi come necessario sguardo re-trospettivo a una tradizione fondante reale o ‘in-ventata’.Identita: cittadina, regionale, statale, creata attraver-so l’architettura, che soddisfa, mediante la continuitao discontinuita con il passato piu o meno recente, unbisogno di riconoscimento di se nei luoghi simbolicidella citta.L’approccio multidisciplinare ha consentito, conl’ottimizzazione e l’affinamento delle metodologiedi studio, di affrontare il rapporto fra i tre elementi,in una prospettiva di reale interesse nazionale e ge-nerale.

In coperta: JOHN RUSKIN, Portale della Badia Fiesola-na, The Ruskin Library at Lancaster University(U.K.).

BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia

425

ARCHITETTURAE

IDENTITA LOCALI

II

a cura di

HOWARD BURNS e MAURO MUSSOLIN

con la collaborazione di

CLARA ALTAVISTA

LEO S. OLSCHKI EDITOREMMXIII

Tutti i diritti riservati

CASA EDITRICE LEO S. OLSCHKI

Viuzzo del Pozzetto, 850126 Firenze

www.olschki.it

Pubblicazione realizzata con il contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versita e della Ricerca (PRIN 2008), Politecnico di Torino, Politecnico di Milano,Scuola Normale Superiore di Pisa, Universita degli studi ‘‘G. d’Annunzio’’ diChieti-Pescara (Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali), Universita delMolise.

ISBN 978 88 222 6325 4

PREMESSA

Nulla meglio delle parole di Lucia Corrain e Francesco Paolo Di Teodoro inapertura al primo volume di studi dedicati ad Architettura e identita locali po-trebbe introdurre questo secondo «I saggi proposti [...] sono il risultato di in-contri, seminari, convegni, discussioni che, nel corso di alcuni anni, hanno so-stanziato e orientato il PRIN 2008: Architettura e identita locali: identita civica,presenze di antichita e storiografia locale quali fattori determinanti gli stili regio-nali e locali in Italia e in Europa durante il ‘‘lungo’’ Rinascimento». Le definizionidi architettura, antico e identita, cosi come appaiono nella loro introduzione,possono altrettanto efficacemente fare da premessa a questa nuova raccolta,proprio perche i due volumi vanno considerati quali un insieme unitario.

Gli studi che qui si presentano hanno beneficiato di tempi di analisi piulunghi e di una piu organica possibilita di scambi e interazioni fra gli autori:alcuni di essi costituiscono la continuazione di quanto pubblicato nel primovolume, altri raccolgono ricerche compiute che per motivi editoriali non risul-tano inserite nella prima parte. Ma il filo rosso rimane lo stesso. Il contestogenerale di tali ricerche e costituito dal modo in cui gli stati e i comuni italiani,nel definire la propria identita dal XII secolo in poi attraverso l’incremento e ilrinnovamento del tessuto urbano, operarono un’interpretazione creativa delloro passato e delle strutture che erano stata lasciate in eredita e l’argomentoqui affrontato non si limita al solo caso italiano, come dimostrano gli studi suiPaesi Bassi, su Bordeaux e sul ruolo dell’antico nella formazione dell’architet-tura di Stato nella Francia di Luigi XIV.

I versi di Virgilio o le decadi di Tito Livio, come le epigrafi superstiti, alimen-tarono miti di fondazione o leggende autocelebrative. Con la nascita della filo-logia umanistica, tuttavia, questo patrimonio pote trasformarsi in realta opera-tiva, come dimostrano le ricorrenze di iscrizioni e di citazioni attinte da testiantichi e, per eventi piu recenti, da cronache medievali. Allo stesso tempo, nar-razioni identitarie finirono per trovare un’espressione diretta nell’architettura,spesso attraverso allusioni piu o meno letterali alle principali antichita del luogo.

Quattro saggi si concentrano sulla presenza dei monumenti antichi nellacitta e nel modo in cui vennero evocati in modo piu o meno diretto negli edi-

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fici medievali e rinascimentali. Francesco Paolo Di Teodoro analizza la tradi-zione e la retorica dell’uso del marmo in architettura a Firenze. Valeria Cafa sisofferma sull’interesse per i frammenti scultorei antichi di Verona e di comeessi vennero registrati, collezionati e esposti. Bianca De Divitiis esamina il casodi tre centri della Campania, Capua, Nola e Sessa, dove i notabili del luogoedificarono edifici nei quali la continuita con l’antico e manifesta non solo nel-lo stile ma anche nel riuso di strutture murarie e spolia. Emanuela Ferretti af-fronta le prime fonti e gli studi (soprattutto di Vincenzio Borghini) dei restidell’acquedotto romano di Firenze.

L’esempio di architetture caratterizzate sul piano identitario fornito da cit-ta e da ordini religiosi venne presto seguito da governanti, istituzioni e singolipersonaggi di spicco, come chiarisce il saggio proposto in questa sede da Ho-ward Burns, che si concentra sulle identita espresse cosı come sulle strategieimpiegate per esprimerle.

Due saggi elaborano storie relative a singole citta. L’opera di LeonardoDati sul re Porsenna quale mitico fondatore di Montepulciano, analizzatada Lucia Bertolini, colloca un fantasioso testo quattrocentesco nel piu ampiocontesto del ‘mito di fondazione etrusco’. All’opposto, come dimostra lo stu-dio di Marie Madeleine Fontaine dedicato a Elie Vinet, cronologicamente suc-cessivo di un secolo, la Bordeaux romana viene restituita attraverso un accu-rato processo di ricognizione planimetrica che dimostra erudizione, metodocritico e attenzione filologica alla storia.

Simili scritture, criticamente piu esaustive e impegnate, rinforzarono ilsenso di continuita con l’antico e sovente con il passato medievale e inserironole citta e i loro governanti nel panorama della grande storia. I contemporaneipoterono vivere l’emozione di sentirsi in qualche modo connessi alla grandez-za di Roma, e che questo legame apparisse gia manifesto nelle opere illustridei secoli immediatamente precedenti. Le idee di antico e moderno, non ap-pena furono meglio comprese e definite, divennero piu strettamente interdi-pendenti, servendo ciascuna a definire ed esaltare il valore dell’altra.

Questo emerge chiaramente dai contributi del volume che si confrontanocon la faccia ‘moderna’ della medaglia. Giovanni Santucci si concentra sull’ope-ra di Vasari, letteraria e architettonica, in un contesto finora piuttosto neglettodell’identita architettonica fiorentina del Tre-Quattrocento ovvero quella rap-presentata dall’uso di tiranti e catene di ferro di sorprendente audacia strut-turale. Allo stesso modo Andrea Felici si sofferma sulla terminologia utilizzatada Michelangelo in riferimento alle operazioni di estrazione dei marmi dallecave, mentre Anna Siekiera discute in modo illuminante gli obiettivi di Vasari– nella sua «Introduzzione» alle Vite del 1550 – nel costruire una solida basepratica per un moderno sistema delle arti definita attraverso un estensivo glos-

PREMESSA

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sario di termini artistici. Martin Disselkamp esamina il volume di GiovanniBattista Casali su Roma antica del 1650 e dimostra come l’antica «caput Or-bis» rappresenti una prefigurazione della Roma dei papi, sottolineando altempo stesso l’ambizione dell’impresa e il tentativo dell’autore di manipolarela percezione della citta tanto antica che moderna. Nell’affrontare il restaurodell’anfiteatro di Lucca nella piazza del mercato da parte di Lorenzo Notto-lini, avviato nel 1834, Susanna Caccia nota l’assenza di un approccio archeo-logico, suggerendo un atteggiamento diverso nei confronti di quanto venivaconsiderato piu rilevante a quel tempo ai fini dell’identita civica.

Le guide e le descrizioni di citta, come quelle di Vinet o di Casali ebberogrande importanza, sia nel processo di definizione dell’identita civica, sia nel-l’offrire un criterio di analisi degli edifici piu importanti. Oltre ai contributiprima citati, in questo senso risultano assai calzanti il saggio di Eliana Carrarasulla descrizione di Firenze da parte di Francesco Bocchi e Giovanni de’ Bar-di, e quello di Cristiana Pasqualetti sul volume di Angelo Leosini MonumentiStorici Artistici della citta di Aquila, con le note manoscritte dall’autore peruna versione ampliata dell’opera.

Altri saggi esaminano la continuita e il revival nell’uso di elementi stilisticimedievali e rinascimentali. Marco Frati si concentra sulla storia di lungo pe-riodo delle facciate a bugne e pubblica informazioni dettagliate sui blocchiutilizzati. Massimiliano Savorra analizza l’entusiasmo per gli stili «FlorentineQuattrocento» e «Roman Cinquecento» abbracciato dagli architetti associatiMcKim, Mead & White, oltre che da altri studi di architetti, e dalla plutocra-zia statunitense, che ne divento committente all’inizio del Novecento. MauroMussolin discute la contesa sul corpo di San Bernardino tra Siena e L’Aquilanei suoi rapporti tra culto religioso, identita civica e committenza architet-tonica.

Un importante aspetto (spesso sottovalutato) riguardante le strategie dicomunicazione dell’identita locale risiedette nell’ospitalita offerta a personaggidi rango, ufficiali e ambasciatori stranieri. Cio coinvolge i cerimoniali connessialle visite, al soggiorno e agli alloggi. Il taglio di lettura offerto da Clara Alta-vista riguardante il caso dei Palazzi dei Rolli genovesi e in questa sede parti-colarmente efficace. Affini a questo sono i saggi dedicati alle entrate cerimo-niali e agli «ingressi» in citta. Per la citta di Livorno, Giorgio Bacci analizza lamemorabile partenza di Maria de’ Medici nel 1600 (splendidamente celebratacon un vascello sontuosamente allestito) e due trionfali ingressi granducali.Fausto Testa esamina il balletto di corte tenutosi al castello di Rivoli nel1645, nel quale venivano presentate delle personificazioni delle regioni delloStato sabaudo, unite non da identita nazionale, ma dalla fedelta alla casa re-gnante. Non solo dunque architetture effimere e celebrative, ma anche gli am-

— VII —

PREMESSA

bienti nei quali tali eventi furono appositamente allestiti, o nei quali ospiti espettatori furono condotti, giocarono un ruolo importante nella definizionedell’identita dei governanti. Uno di questi spazi e rappresentato dalla GrandeGalleria di Carlo Emanuele I di Savoia a Torino, con la sua rappresentazionegenealogica della casa regnante e le sue vaste collezioni ducali, analizzato daCristina Cuneo.

Quattro saggi riguardano specificamente committenti o gruppi di commit-tenti che nel rinnovamento edilizio cercarono di comunicare identita specifi-che. Maddalena Scimemi offre un profilo di Alessandro Farnese, futuro PaoloIII, nel suo territorio nativo in Alto Lazio, dedicando un’attenzione particola-re all’oratorio di Santa Caterina sull’Isola Bisentina. Francesco Ceccarelli esa-mina l’importante, ma poco noto testo di Giovan Battista Bombello sulle villecon la sua dettagliata descrizione delle residenze di campagna delle elite bo-lognese di fine Cinquecento. Enrico Lusso si concentra sulla committenza ri-nascimentale dei marchesi del Carretto, il cui rinnovamento delle prime resi-denze fortificate (un fenomeno parallelo a quello dell’attivita di Farnese inLazio e dei nobili bolognesi discussi nel testo del Bombello) e analizzato daPaolo Cornaglia.

Altri cinque saggi riguardano non committenti, bensı architetti e musicisti.Maria Beltramini esplora la questione di come Filarete abbia modificato ilproprio linguaggio all’antica (quale appare nel suo progetto per la cattedraledi Bergamo) tanto nel Banco Mediceo, con tutta probabilita autografo, quan-to nei suoi progetti per Venezia. Stefano Maggi analizza la presenza di unastatua antica nella facciata della casa mantovana di Giulio Romano, trasforma-ta attraverso un restauro nella figura del dio Mercurio, probabilmente seguen-do un’intenzione di Giulio mirata ad esaltare il proprio ruolo pubblico. Bar-bara Galli si sofferma sugli approcci di Sebastiano Serlio e del suo traduttoreJean Martin e su queste premesse esamina le illustrazioni del manoscritto to-rinese collegato con il Vitruve illustrato di Martin del 1547, notandone le si-gnificative varianti. Francesco Zimei raccoglie e discute le molte testimonianzecontemporanee elogiative relative al famoso liutista e compositore Marco dal-l’Aquila, nelle quali si riflette non solo il prestigio del musicista, ma anchequello della citta di provenienza. Lorena Savini considera il compositore Renede Mel(le) da Malines, che soggiorno a Chieti e l’Aquila tra 1583 e 1585, i cuilegami con l’Abruzzo e il ruolo pubblico vengono riconsiderati sulla base dellededicatorie pubblicate nei suoi madrigali.

Tutti i saggi di questa ricca collezione riguardano piu o meno esplicita-mente temi relativi all’identita in rapporto all’antichita locale, sia essa di am-bito civico, regionale o nazionale, o in rapporto al suo corollario, ovvero lamodernita locale. Alcuni contributi, in aggiunta a quello di Howard Burns,

PREMESSA

— VIII —

sono particolarmente rivolti all’analisi dell’identita nel contesto fin qui discus-so, o in relazione all’esame di quegli elementi che possono servire come iden-tificatori. Questi studi hanno un interesse teorico e metodologico ben oltre lamateria fin qui trattata e sono particolarmente preziosi come indicazioni peraprire nuove frontiere di ricerca. Tra questi, la magistrale disamina di Kristade Jonge sull’architettura cinquecentesca nei Paesi Bassi e la sua diffusionenella Spagna di Filippo II e nel nord Europa, nella quale si discute l’idea avan-zata da Hans Vredeman de Vries di uno stile locale non allineato a quello spe-cificamente italiano e caratterizzato da particolari modi di utilizzare il matto-ne, la pietra e alcuni specifici motivi ornamentali, e insieme la sempremaggiore diffusione di modalita italiane e lo studio, iniziato da Jean Lemairede Belges, delle antichita locali.

Restano infine da considerare altri due contributi metodologicamente ri-levanti: il saggio di Carlo Olmo, con il suo esotico titolo «Abbasso il tangoe Parsifal!», nel quale si confrontano le difficolta associate con i dibattiti sul-l’architettura e la costruzione dell’identita nazionale italiana nel periodo tra il1886 e il 1911, e il saggio di Daniel Tsai Architecture and Identity: the concep-tualization and organization of a database. Quest’ultimo rappresenta una pro-posta di database il quale oltre ad archiviare informazioni su committenti,architetti ed edifici in rapporto ai loro contesti, induce anche a stabilire rela-zioni e associazioni cruciali in una piu ampia prospettiva, dando rilievo alledescrizioni coeve ed esplicitando soggetti identificanti, quali iscrizioni, stemmied emblemi. Un database quindi che si configura non solo quale strumento diarchiviazione o indagine, ma anche come un motore di ricerca dinamico, chepermette la costruzione e la verifica di nuove ipotesi relative all’architettureattraverso i suoi significati e alla sua ricezione in epoca medievale e moderna.

Come curatori del volume, desideriamo ringraziare tutti gli autori dei sag-gi e in particolare Clara Altavista per il suo insostituibile aiuto nella redazionedel volume e per la non semplice compilazione dell’indice dei nomi. I nostriringraziamenti vanno inoltre a Angela Di Blasio, Riccardo Greco, Elisa Guidi,Sabrina Guzzoletti, Leonardo Pili, Isabella Ricco, Aldo Rizzo, Marisa Scatto-lin, Larissa Zoni.

Infine e soprattutto la nostra riconoscenza piu sentita va a Francesco Pao-lo Di Teodoro per la sua generosita scientifica e il suo consiglio, l’incrollabileenergia e il costante supporto.

HOWARD BURNS e MAURO MUSSOLIN

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PREMESSA

INDICE

Premessa di Howard Burns e Mauro Mussolin . . . . . . . . . . . . Pag. V

ARCHITETTURA E IDENTITA LOCALE:CREAZIONE, EVOLUZIONE E CRISI DI UN BINOMIO

HOWARD BURNS, Architecture and the Communication of Identityin Italy, 1000-1650: Signs, Contexts, Mentalities. . . . . . . . . . » 3

CARLO OLMO, «Abbasso il Tango e Parsifal!» . . . . . . . . . . . . . . » 81

NARRAZIONI CONDIVISE:CITTA, NAZIONE, PATRIA

LUCIA BERTOLINI , Il De gestis Porsenne di Leonardo Dati: Monte-pulciano, gli Etruschi e un’idea di identita regionale . . . . . . . » 91

MAURO MUSSOLIN, «Aquila ladra inamorata di Bernardin beato».Culto di san Bernardino, Osservanza francescana e identita civi-ca tra Siena e L’Aquila nel Quattrocento . . . . . . . . . . . . . . . » 103

KRISTA DE JONGE, Forging Local Identity in the Architecture of thesixteenth-century Low Countries. From the Brabantine Mode tothe Quest for Roman Gaul . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 153

ELENA GRANUZZO, L’architettura di Stato francese e il suo rapportocon l’antico nell’eta di Luigi XIV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 169

GIORGIO BACCI, «Che la memoria di essa si rinnovelli»: entrate eduscite trionfali a Livorno attraverso dipinti e stampe . . . . . . . » 187

MASSIMILIANO SAVORRA, Da luogo dell’immaginazione a paesaggiodella memoria: l’Italia e il mito del Rinascimento nell’architettu-ra americana della Gilded Age . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 203

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CLARA ALTAVISTA, I palazzi dei rolli a Genova (secc. XVI-XVII):identita civica o costruzione storiografica? . . . . . . . . . . . . . . Pag. 223

TRADIZIONE, MEMORIE LOCALI, MEMORIE FAMILIARI

MADDALENA SCIMEMI, Dottrina e autorita dell’antico in Antonio daSangallo il Giovane. Una ‘dieta’ per Alessandro Farnese sull’Iso-la Bisentina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 243

ENRICO LUSSO, Tra il Mar Ligure e la Lombardia. La committenzaarchitettonica dei marchesi Del Carretto nei secoli XV-XVI . . » 261

PAOLO CORNAGLIA, Gorzegno, Saliceto e Priero: da castelli a dimo-re, all’ombra di Serlio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 279

CRISTINA CUNEO, La grande galleria di Carlo Emanuele I di Savoia«in bell’ordine ornata e ripiena d’historie e favole, di libri, discolture e di pitture [...] e meraviglie dell’antichita» . . . . . . . » 291

ANTICO E COSTRUZIONE DELL’IDENTITA LOCALE

BIANCA DE DIVITIIS, Architettura e identita nell’Italia meridionaledel Quattrocento: Nola, Capua e Sessa . . . . . . . . . . . . . . . . » 315

VALERIA CAFA , Verona seconda Roma. Frammenti di una identitacollettiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 333

STEFANO MAGGI , La facciata della casa mantovana di Giulio Roma-no e «una graziosa statua greca» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 345

MARIE MADELEINE FONTAINE, L’identite antique de Bordeaux sousle regard d’Elie Vinet (1539-1587) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 353

MARTIN DISSELKAMP, Antichita e identita. Paradossi antiquari nellaRoma barocca. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »» 375

SUSANNA CACCIA, «La bella curva dell’anfiteatro» di Lucca. Il ripri-stino della forma nei restauri sette-ottocenteschi . . . . . . . . . . » 393

INDICE

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MUSICA, FESTE DI CORTEE COSTRUZIONE DELL’IDENTITA LOCALE

FRANCESCO ZIMEI , Marco dall’Aquila a Venezia e ritorno. . . . . . Pag. 405

LORENA SAVINI , Identita dinamica: un musicista fiammingo nell’A-bruzzo margaritiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 419

FAUSTO TESTA, «Figure iconiche» ed «Armi gentilesche»: l’allegoriadello Stato sabaudo nel banchetto del Dono del Re del’Alpi (Ri-voli 1645) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 431

ARCHITETTURA E IDENTITANEI TRATTATI E NELLA LETTERATURA ARTISTICA

FRANCESCO PAOLO DI TEODORO, «Marmorea templa»: Firenze,identita romana e tutela identitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 449

MARIA BELTRAMINI, Il «didentro» e il «difuori»: identita locali mul-tiple nelle architetture di Filarete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 471

BARBARA GALLI, Jean Martin tra Sebastiano Serlio e Vitruvio . . . . » 481

ANNA SIEKIERA, Identita linguistica del Vasari «artefice». II. Lascrittura vasariana nell’«Introduzzione» alle Vite de’ piu eccel-lenti architetti, pittori, et scultori italiani (1550) . . . . . . . . . » 497

ELIANA CARRARA, Descrivere Firenze: i casi di Francesco Bocchi e diGiovanni de’ Bardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 511

EMANUELA FERRETTI, Da mirabilia a monumenta: Vincenzio Bor-ghini, la memoria dell’acquedotto romano e il mito fondativodell’origine di Firenze nelle fonti letterarie dal XIII al XVI seco-lo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 529

FRANCESCO CECCARELLI , «Delitie» Bolognesi. Identita e tradizionenel Dialogo della Villa di Giovan Battista Bombello (1585) . . » 553

CRISTIANA PASQUALETTI, I Monumenti storici artistici della cittadi Aquila e suoi contorni di Angelo Leosini. Verso un’edizionecommentata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 567

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INDICE

GENIUS LOCI: ARCHITETTURA E TECNOLOGIA

MARCO FRATI, Identita formale, varieta materiale. La ripetizione deimoduli progettuali nelle facciate dei palazzi muniti fiorentini(cantieri fra XIII e XX secolo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 585

ANDREA FELICI, Parole di marmo. Identita versiliese nei documentidi Michelangelo per la fabbrica di San Lorenzo . . . . . . . . . . . » 605

GIOVANNI SANTUCCI, «Incatenandolo al solito di ferri» Giorgio Vasarie l’uso del ferro nell’architettura toscana di Eta Moderna . . . . . » 627

STRUMENTI DI ANALISI

DANIEL TSAI, A Conceptual Database for Architectural Identity . . » 649

Indice dei nomi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 679

INDICE

— 716 —

FINITO DI STAMPARE

PER CONTO DI LEO S. OLSCHKI EDITORE

PRESSO ABC TIPOGRAFIA • SESTO FIORENTINO (FI)

NEL MESE DI DICEMBRE 2013