architettura 14
TRANSCRIPT
Architettura 14di Tino Grisi, foto Ufficio stampa Architettura - Biennale di Venezia
0414
16progettare
Mentre l’informazione conquista nuovi strumenti e l’aggiornamento si fa più facile, sono i pericoli di conformismo e d’indifferenza che ci preoccupano; indifferenza e conformismo portano a passività e spengono persino il desiderio di arte e di architettura. Una mostra della Biennale deve contrapporsi, deve saper mettere i bastoni fra le ruote del conformismo e rivitalizzare quei desideri. Ritrovare “elementi” di riferimento per esprimere meglio quei desideri è tra le ambizioni della presente ricerca, rivolta agli addetti sì, ma soprattutto al pubblico in generale. Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia
Ou
vert
ure
Bie
nnal
e d
i Vene
zia
[email protected] 16 27/08/14 11:59
0414progettare
17
Partita a Venezia: “Fundamentals”, la Biennale-Architettura (14ma edizione) curata da Rem Koolhaas; due giorni di vernice hanno preceduto l’apertura al pubblico e la cerimonia di premiazione, con il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale assegnato alla Corea e quello d’argento al Cile; menzioni a Canada, Francia, Russia e a tre progetti della sezione Monditalia allestita alle Corderie dell’Arsenale. La sezione Elements of Architecture occupa, invece, il padiglione centrale dei Giardini, preceduta e annunciata da una riproduzione lignea della centenaria struttura Dom-Ino di Le Corbusier; le stanze si susseguono nell’usuale, labirintico allestimento dell’ex padiglione Italia, formando una sorta di riproduzione pop-post di un salone dell’edilizia (idea ripresa, in totale verosimiglianza, nella presenza russa con tanto di stand e variopinte hostess). Più che editoriale (Elements of Architecture è anche un libro) il
2
1
ZUCCHI PENSIEROModernità anomala
Il pensiero contemporaneo persegue nuovi fini e valori attraverso una
metamorfosi delle strutture esistenti. Si tratta di una “modernità anoma-
la”, marcata dalla capacità di innovare e al contempo di interpretare gli
stati precedenti. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto
all’esistente, piuttosto “innesti” capaci di agire con effi cacia e sensibilità
nei contesti urbani consolidati.
Italia
L’Italia è un paese dove la cultura architettonica moderna ha assunto una
natura complessa e sofisticata nel suo confronto con l’estrema varietà
delle condizioni esistenti ed è oggi studiata da tutto il mondo, divenendo
un riferimento ideale per una nuova generazione di ottimi progettisti.
Milano caso esemplare
Gli episodi che hanno attraversato i secoli, le vicende traumatiche, come
la ricostruzione post-bellica o la Triennale occupata, possono essere
riletti attraverso documenti e ritratti contemporanei che focalizzano
l’interesse sugli edifici nuovi e la loro ricerca di condizioni di vita attuali,
all’interno della forma urbana preesistente.
Architettura contemporanea
Ho rappresentato l’architettura italiana contemporanea di qualità con
un suggestivo paesaggio costituito da 85 opere di progettisti di varie
generazioni che si sono confrontati con ambiti impegnativi. La mostra
presenta anche una serie di collage di architettura e di cartoline au-
tografe da architetti stranieri per offrire un’interpretazione sintetica
della particolare condizione italiana vista dai diversi angoli della Terra.
Stratificazione
Nella mostra del Padiglione Italia non vi è l’idea di un’evoluzione lineare,
bensì l’esame di singoli episodi o eventi progettuali legati nel tempo da
relazioni inaspettate. L’insieme del Padiglione mostra la ricchezza e la
stratificazione del paesaggio italiano e la capacità di interpretare i segni
del passato da parte degli attori che più hanno contribuito alla sua tra-
sformazione in un Paese contemporaneo, capace di dialogare con il mondo.
In apertura, Paolo Baratta1 Ingresso al Padiglione Italia (foto Marina Caneve)
2 Sezione su Milano (foto Marina Caneve)3 Cino Zucchi
3
[email protected] 17 27/08/14 11:59
190414progettare
5
lavoro appare quello di un collezionista che, per dirla con Benjamin, “consiste nel togliere alle cose il loro carattere di merce”, dando loro “solo un valore d’amatore invece del valore d’uso”; gli elementi costruttivi qui presentati appaiono in realtà sciolti dalle loro funzioni originarie per entrare in un rapporto di similarità con il pensiero para-nostalgico del curatore. Le partecipazioni nazionali principali hanno variamente e piuttosto arbitrariamente svolto il tema assegnato; per esempio la Francia, interrogandosi sulla modernità come promessa o minaccia, offre il divertissement del plastico della villa del film “Mon oncle” di Jacques Tati e i dettagli di Prouvé; gli Stati Uniti ammassano lindamente sulle loro pareti una serie di “architectural files”, così come fa l’Austria con plastici di parlamenti e consessi internazionali. Attraente la Spagna, dove l’”interior” si fa immagine di archetipi dell’architettura iberica attraverso un ottimo allestimento fatto di foto e disegni a grande scala che trasformano lo spazio del padiglione in un percorso intessuto di luoghi. La Svizzera onora Lucius Burckhardt e Cedric Price nella chiara stanza del padiglione di Max Bill dove è possibile sfogliare disegni sotto la curatela di Herzog e de Meuron. Interessante l’allestimento visuale del padiglione egiziano, con poche note di rilievo i Paesi nordici e il ruolo della Gran Bretagna. Nazioni come Cina, Bahrein e Kosovo utilizzano in modo
6
7
REM FUNDAMENTALSRem Koolhaas descrive l’evento veneziano come distacco dalla “celebrazione
del contemporaneo” e concentrazione “sulla storia, con l’intento di indagare lo
stato attuale dell’architettura e di immaginare il suo futuro”. Lo compongono
tre mostre complementari: “Absorbing Modernity: 1914-2014”, tema unico dei
padiglioni nazionali, ha l’intento di svelare “la capacità di culture materiali e
ambienti politici diversi di trasformare una modernità generica in una specifica”;
“Monditalia”, dove una serie di proposte di ricerca “rappresenta delle condizioni
uniche e specifiche” che “costituiscono un ritratto complessivo del paese ospitante”;
infine “Elements of Architecture”, mostra risultante da una ricerca della Harvard
Graduate School of Design dove sono analizzati “gli elementi fondamentali dei
nostri edifici, utilizzati da ogni architetto, in ogni tempo e in ogni luogo: pavimenti,
pareti, soffitti, tetti, porte, finestre, facciate, balconi, corridoi, camini, servizi,
scale, ascensori, rampe” dei quali si ripercorre la storia attraverso una messa a
confronto “in stanze dedicate ciascuna a un singolo elemento”.
4 Panoramra d’architettura italiana contemporanea (foto Marina Caneve)5 Mostra al padiglione coreano
6 La presenza cinese a Venezia7 La villa di “Mon oncle” al padiglione francese8 Rem Koolhaas
8
[email protected] 19 27/08/14 11:59
11
9
10
inusuale “furniture” per calamitare l’attenzione sul moto trasformativo ivi in atto. Monditalia, come detto, si distende lungo le Corderie varcata la luminaria d’ingresso: le presenze sono minimali, oggetti tabelloni tavoli vetrine, e distribuite secondo un progressione geografica dal sud al nord, iniziando a raccontare la Penisola del decostruendo costruito dalle labili soglie del canale di
0414
20progettare
Ou
vert
ure
Bie
nnal
e d
i Vene
zia
[email protected] 20 27/08/14 11:59
210414progettare
12
www.progettarearchitettura.it/xM8Fq
9 L’allestimento del padiglione della Spagna10 Elements of Architetecture al padiglione centrale dei Giardini11 Il Kosovo
12 Interno dell’esibizione del Bahrein13 Ancora un esempio della mostra sugli elementi base della costruzione architettonica
Sicilia fino alle chiese bergamasche. Celati sul fianco, schermi riproducono noiosamente i cliché neorealisti del cinema nazionale; bella l’interruzione proposta dagli stage della Biennale danza. Al termine, alle Tese delle Vergini, anche l’Italia ha la sua presenza ufficiale a Fundamentals. Sembra che il contributo proposto più che con i
dichiarati “innesti” abbia a che fare con l’abbondanza. La “modernità anomala” citata nell’iperbole introduttiva alla mostra si accosta non tanto alle impalpabile “efficacia” e alla “sensibilità”, quanto al carattere dell’italiano, il cui costume abbonda e risplende anche in tempi grami. Le due possenti navate del padiglione ci mostrano, l’una la celebrazione
imperterrita della milanesità come linearismo costruttivo, maschera del rovello interiore, mentre l’altra getta sul pavimento una tale disseminazione digitale d’immagini progettuali in cui diventa perverso anche il gioco del “chi c’è e chi non c’è”. Sola tattile presenza la parete di testa animata dalla grafica composita di Gambardella Servino e Ian+.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
13
[email protected] 21 27/08/14 11:59