a. pane, alle origini dell’ingegneria ferroviaria in campania: la costruzione della linea...
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Storia dell�IngegneriaAtti del 2° Convegno Nazionale
Napoli, 7-8-9 aprile 2008
a cura di
Salvatore D�Agostino
comitato di redazione
Alfredo BuccaroGiulio Fabricatore
Lia M. Papa
tomo secondo
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SEGRETERIA SCIENTIFICA E ORGANIZZATIVA:
C.I.Be.C.Centro Interdipartimentale di Ingegneriaper i Beni Culturali dell�Università di Napolie-mail: [email protected]: 0817682106
Facoltà di IngegneriaPiazzale V. Tecchio, 8080125 Napoli
COMITATO SCIENTIFICO:
VITO CARDONE
Conferenza Presidi delle Facoltà di Ingegneria
EDOARDO COSENZA
Università di Napoli Federico II
SALVATORE D�AGOSTINO
Università di Napoli Federico II
FELICITA DE NEGRI
Archivio di Stato di Napoli
GIUSEPPE GALASSO
Università di Napoli Federico II
VITTORIO MARCHIS
Politecnico di Torino
GIUSEPPE MARRUCCI
Università di Napoli Federico II
ANDREA SILVESTRI
Politecnico di Milano
PAOLO STEFANELLI
Consiglio Nazionale degli Ingegneri
COMITATO ORGANIZZATORE:
ALFREDO BUCCARO
Università di Napoli Federico II
GIULIO FABRICATORE
Università di Napoli Federico II
LIA M. PAPA
Università di Napoli Federico II
VITTORIA RINALDI
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli
LUIGI VEROLINO
Università di Napoli Federico II
LUIGI VINCI
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli
ARMANDO ZAMBRANO
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno
ENTI SOSTENITORI:
Centro Interdipartimentale di Ingegneriaper i Beni Culturali (Ci.Be.C.)Ordine degli Ingegneri della Provincia di NapoliOrdine degli Ingegneri della Provincia di Salerno
Per le immagini pubblicate l�editore resta a di-sposizione degli eventuali aventi diritto.
PROGETTO GRAFICO:
Maria Ines Pascariello
COLLABORAZIONE ALL�IMPAGINATO:
Carolina Graziani
Si ringraziano le signore Carmela Allagrande eLuciana Sepe per la collaborazione prestata.
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Sommario
Tomo primo
Il percorso continua: una nuova tappa
SALVATORE D�AGOSTINO
STORIA E SCIENZE DELL�INGEGNERIA
Una �sistematica� per la Storia dell�Ingegneria
VITTORIO MARCHIS
Il ruolo dell�ingegneria nell�osservazione della Terra dallo Spazio
MARIO CALAMIA, GIORGIO FRANCESCHETTI
Le stazioni spaziali
RAIMONDO FORTEZZA, RODOLFO MONTI, GIUSEPPE DE CHIARA
L�ingegneria dei trasporti:
da ingegneria ferroviaria a ingegneria dei sistemi
ENNIO CASCETTA, FRANCESCA PAGLIARA
Ingegneria e beni culturali: una storia difficile
SALVATORE D�AGOSTINO
Gli sviluppi della Teoria dei Giochi e le sue applicazioni
nel campo dell�ingegneria
GIUSEPPE BRUNO, GENNARO IMPROTA, LINA MALLOZZI, ANTONINO SGALAMBRO
L�evoluzione dei Linguaggi di Programmazione
ANTONINO MAZZEO, FLORA AMATO
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La computazione e comunicazione quantistica:
dall�idea alla realizzazione tecnologica
ALBERTO PORZIO, SALVATORE SOLIMENO
La Teoria dell�elasticità tra Fisica e Ingegneria
ERMENEGILDO CACCESE, FEDERICO GUARRACINO
La scoperta dell�acqua calda
(storia dei dispositivi per lo sfruttamento dell�Energia Solare)
DARIO ASSANTE, LUIGI VEROLINO
Breve storia della chimica
FRANCESCO BRANDA
Il ruolo dell�acciaio nella rivoluzione industriale
WALTER NICODEMI, CARLO MAPELLI, CRISTIAN CORNA
Le tecnologie metallurgiche nello sviluppo dell�ingegneria
WALTER NICODEMI, CARLO MAPELLI, SILVIA BARELLA
Una storia degli strumenti di analisi strutturale
NICOLA AUGENTI
Logica ed evoluzione delle strategie descrittive
LIA M. PAPA
Il ruolo dell�ingegneria strutturale
nella creazione di nuove spazialità
ZAIRA DATO, STEFANIA DI PIETRO, ANTONIO PERRETTI
La storia dei materiali cellulari nell�ingegneria
SALVATORE IANNACE, LETIZIA VERDOLOTTI, STEFANO COLINI
La geotecnica e l�evoluzione della progettazione
nell�ingegneria civile
GIOVANNI CALABRESI, GIUSEPPE SCARPELLI
La lampadina elettrica: una storia anche italiana
GIULIO FABRICATORE
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L�elettrificazione delle ferrovie italiane.
Una storia di coraggiosa intraprendenza e di incapacità
a seguire una coerente politica industriale
EMILIO MARAINI
La Storia della Radio nella mostra di Cassino
sulla Storia dell�Ingegneria delle Telecomunicazioni
MARCO DONALD MIGLIORE, FRANCO CREMONA, FULVIO SCHETTINO, CIRO D�ELIA
Il Radar e la sua storia.
Il museo del Radar di SELEX Sistemi Integrati
ANTONIO PUGLIA
Sviluppo di automi in Italia
MARCO CECCARELLI, MICHELA CIGOLA, CESARE ROSSI
Storia dell�Ingegneria Forense
NICOLA AUGENTI
Le comunicazioni mobili: una storia in movimento
ERMANNO TURCO, PASQUALE FEDELE
La sicurezza stradale per una mobilità responsabile
ANTONIO COPPOLA
Ingegneria e beni culturali: interdisciplinarietà
in una collaborazione recente e in continua evoluzione
SILVIA PENNISI, RAFFAELLA RIVA SANSEVERINO
EVOLUZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
Innovazione tecnologica e innovazione formale nell�architettura:
l�evoluzione nelle costruzioni in calcestruzzo armato
ROSALBA LA CRETA, LUIGI ALINI
Ingegneria e architettura nel modernismo italiano:
strutturalismo e realismo
SERGIO PORETTI
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La teoria della consolidazione fra Terzaghi e Fillunger:
una disputa accademica nell�Austria degli anni �30
CARLO VIGGIANI
Costruire con la terra cruda: un esempio dall�antichità
GIOVANNA GRECO
Breve storia dell�evoluzione dei modelli
per il suono nelle grandi sale
CARMINE IANNIELLO
Il progetto e la costruzione degli apparati radioelettrici
durante il secondo conflitto mondiale: diverse filosofie
SIGFRIDO LESCHIUTTA
Origini filosofiche del principio delle velocità virtuali
ANNA SINOPOLI
Principio delle velocità virtuali e trasformazione
per analogia degli �oggetti� della meccanica
ANNA SINOPOLI
Il meccanismo di Anticitera: un oggetto fuori tempo
o un prodotto dell�età classica?
CESARE ROSSI, FERRUCCIO RUSSO, FLAVIO RUSSO
Per una storia dell�ingegneria idraulica nell�antichità
MARIA LETIZIA CONFORTO, SILVIA NICOLUCCI
Il porto dell�antica Puteoli:
evoluzione dell�ingegneria marittima in età romana
MARIDA SALVATORI
Malte per il restauro di opere d�arte antiche
RICCARDO SERSALE
Traiettorie tecnologiche
nell�invenzione dell�orologio meccanico nel Medioevo
GIUSEPPE ZOLLO
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Alcune tappe verso l�automazione
CESARE ROSSI, MICHELA CIGOLA, MARCO CECCARELLI
Aspetti della costruzione dei ponti nel Settecento
LUCIANO MARIA MONACO
�Misurando�. Storia delle misure dal XVII secolo ad oggi
attraverso la collezione privata di un appassionato ingegnere
ORONZO MAURO
La Statica degli Edifici dell�ingegnere napoletano Vincenzo Lamberti:
un trattato teorico-pratico del tardo XVIII secolo
MARIA LIPPIELLO
Dalla cultura tecnica settecentesca alla meccanica di Navier
LUCIANO BOSCOTRECASE
Note sulla diagnosi dei dissesti strutturali tra XVIII e XIX secolo
BIANCA GIOIA MARINO
I sistemi di misura nel Mezzogiorno verso l��eguaglianza�:
da due pesi e due misure al sistema metrico decimale
FRANCESCA M. LO FARO
Un disegno per l�ingegneria ottocentesca
CRISTINA CÀNDITO
Saint-Venant prima del �problema di Saint-Venant�.
Studi sulla resistenza dei materiali (1837-1853)
FEDERICO FOCE
Materiali costruttivi nell�architettura napoletana
di fine Ottocento tra tradizione e nuove conoscenze tecniche
CLAUDIA AVETA
Stazioni ferroviarie: disegno e tecnologie tra XIX e XX secolo
PIERPAOLO D�AGOSTINO
I cicli tecnologici del trasporto terrestre delle merci
PAOLO FERRARI
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Evoluzione dei traffici e degli impianti portuali
EDOARDO BENASSAI
Un manoscritto anonimo di esperienze idrauliche
FILIPPO NIEDDU
Sviluppo della valorizzazione irrigua nel Mezzogiorno
ROBERTO CARRAVETTA
Dismissione e rinascita del trasporto tranviario. Il caso di Napoli
GIOVANNI FRESA
La cassaforma nella costruzione italiana del Novecento
STEFANIA MORNATI
Prime applicazioni del calcestruzzo armato
nella trasformazione di antichi edifici a Napoli
RAFFAELE AMORE
Consolidaciones históricas.
Las fábricas tradicionales y su consolidación mediante
sistemas y técnicas constructivas �modernas�
SUSANA MORA ALONSO-MUÑOYERRO
Relazione tra forma e struttura
nella recente storia dei ponti italiani
STEFANIA PALAORO, ENZO SIVIERO
L�edilizia scolastica prefabbricata in Italia.
La sperimentazione degli anni �60
RICCARDO GULLI
La costruzione metallica nell�architettura
dei punti ristoro autostradali del dopoguerra in Italia
LAURA GRECO
Patrimonio storico e catalogazione dei disegni
FRANCESCO ROSA, EDOARDO ROVIDA
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Strumenti e tecniche di rilevamento e restituzione grafica avanzate
per la valutazione dei meccanismi di danno
nell�architettura storica monumentale:
il caso della Chiesa di Santa Maria del Quartiere in Parma
CHIARA VERNIZZI
Le perizie tecniche per la stabilità della tholos micenea
MARIA TERESA COMO
L�ultima città. Ricerca formale ed elementi costruttivi
nelle necropoli etrusche
GIGLIOLA AUSIELLO
Lo studio del comportamento statico delle strutture antiche
e le nuove tecnologie per il rilievo e la modellazione tridimensionale:
la cupola esagonale di Santa Maria del Quartiere in Parma
ANDREA GHIRETTI
L�influenza dell�evoluzione territoriale moderna sulle grandi
infrastrutture del passato: il caso dei Regi Lagni in Campania
ANNA NATALE
Tomo secondo
ORIGINI E FORMAZIONE DELL�INGEGNERE
L�insegnamento delle discipline umanistiche e sociali
nella formazione degli ingegneri
VITO CARDONE
Ingegneria tra scienza e arte: il Codice Corazzae la permanenza del modello vinciano nella cultura napoletana
ALFREDO BUCCARO
Il disegno illuminato dal testo
PIER GABRIELE MOLARI
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Il disegno degli ingegneri, tra metodo e ragion pratica
MARIA INES PASCARIELLO
Il constructeur: la tradizione ingegneristica francese
del XIX secolo nella storiografia architettonica del Novecento
ANDREA MAGLIO
L�ingegneria dei ponti in ferro nella manualistica ottocentesca
ANNA BOTTINI
Il ruolo del disegno nella formazione e nella professione
dell�ingegnere: uno sguardo al passato
LICIO PAVAN
Una dissertazione di laurea presso la Regia Scuola
di Applicazione per gli Ingegneri di Napoli
TOMMASO ESPOSITO, RAFFAELE MAURO
L�insegnamento dell�ingegneria chimica: storia e prospettive
GIANNI ASTARITA, GIUSEPPE MARRUCCI
La didattica del disegno di architettura tra Otto e Novecento
MAURA BOFFITO
L�insegnamento della scienza delle costruzioni in Italia
RICCARDO BARSOTTI, STEFANO BENNATI, DANILO CAPECCHI, GIUSEPPE RUTA
Evoluzione dei modelli di termoregolazione del corpo umano
FRANCESCA ROMANA D�AMBROSIO
Un sogno durato un secolo: il Politecnico di Palermo
ANTONIO COTTONE, TIZIANA BASIRICÒ
Donne e tecnologia: il caso del politecnico di Torino
tra la fine dell�Ottocento e gli anni Cinquanta
MARGHERITA BONGIOVANNI
Camillo Guerra e i �Quaderni di Architettura e di Urbanistica�:
didattica e costruzione nella Napoli degli anni Trenta
FRANCESCO VIOLA
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Da �Casabella� a �Costruzioni-Casabella�: la rivista
di Giuseppe Pagano e il trait d�union con la cultura dell�ingegneria
GABRIELLA MUSTO
L�ingegnere oggi tra azienda e società
MARIO RAFFA
OPERE E PROTAGONISTI TRA ANTICO E MODERNO
Luigi Giura: il primo ingegnere di Stato nell�Italia in costruzione
EDOARDO COSENZA, ROBERTO PARISI
Gli ingegneri del granduca di Toscana e i terremoti del Seicento:
una nota sull�eredità dell�osservare e del descrivere
EMANUELA GUIDOBONI
Sulla storia del restauro statico della cupola di San Pietro
in Roma eseguito da Poleni e Vanvitelli
MARIO COMO
Eugenio Miozzi, un ingegnere tra tradizione e modernità
ENZO SIVIERO, ILARIA ZAMPINI
Santo Domingo de la Calzada:
l�ingegnere del Camino de Santiago
GIULIO FABRICATORE
Obras de ingeniería en el Próximo Oriente en la Antigüedad
AMPARO GRACIANI GARCÍA
La trasformazione dei porti e degli arsenali del Regno di Napoli nel
passaggio dalla propulsione remica a quella velica
MARIA SIRAGO
L�approvvigionamento idrico della città di Napoli.
L�acquedotto del Serino e il Formale Reale in un manoscritto
della Biblioteca Nazionale di Madrid
GIUSEPPE MARIA MONTUONO
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Niccolò Tartaglia, matematico e ingegnere
EMILIO CHIRONE, PIERLUIGI PIZZAMIGLIO
Luigi Vanvitelli e la cultura tecnica del Settecento
ALDO AVETA
L�Acquedotto Carolino: il sistema produttivo dei mulini
RICCARDO SERRAGLIO
Sulle orme di Luigi Vanvitelli.
Cultura tecnica e architettura in Terra di Lavoro
MARIA GABRIELLA PEZONE
Il regio ingegnere Giuseppe Giordano
nella cultura borbonica tra �700 e �800
GIUSEPPINA D�ERRICO
Le fucine della Valle Trompia alla base della metallurgia bresciana
MASSIMO PERSICO, CARLO REMINO
I progetti del Borgo Murattiano della città di Bari:
confronto fra ingegneri e architetti
CLAUDIO MAZZANTI
L�ingegneria idraulica in epoca borbonica:
il sistema produttivo del Regio Canale di Sarno
FRANCESCA CASTANÒ
Luigi Oberty
e il progetto di riduzione dell�antico castello di Montesarchio
GIULIANA RICCIARDI
Ignazio Gardella sr. e le �terrazze di marmo� a Genova
STEFANO POLI
Raffaele Pareto (1812-1882). Il contributo al dibattito sull�arte
e il restauro nella cultura italiana del secondo Ottocento
SERENA PESENTI
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L�ingegneria del ferro nei mercati del XIX secolo a Barcellona
CARLOS ALBERTO CACCIAVILLANI
Un ingegnere all�opera nel Grande Archivio
di Napoli (1835-1864): Ercole Lauria
FAUSTO DE MATTIA, FELICITA DE NEGRI
Storia dell�illuminazione a gas nella città di Napoli
ANDREA LIZZA
Illuminare le coste: i fari del golfo di napoli nel XIX secolo
ORNELLA CIRILLO
La pianificazione stradale in Sicilia prima dell�Unità d�Italia
MARCO GUERRIERI, ROBERTA MARINO, ALESSANDRO CRISAFULLI
Infrastrutture ottocentesche
della costa tirrenica orientale della Sicilia
MARIO MANGANARO
La via della Libertà a Palermo
ORAZIO GIUFFRÈ, MARCO GUERRIERI, ANNA GRANÀ
Dalla relazione Possenti ai primi provvedimenti postunitari
per il completamento e l�adeguamento della rete stradale siciliana
MARCO GUERRIERI, ANNA GRANÀ, ALESSANDRO CRISAFULLI
La prima pianificazione postunitaria
della rete ferroviaria della Sicilia
MARCO GUERRIERI, TULLIO GIUFFRÈ, ALESSANDRO CRISAFULLI
Sviluppo urbano della città di Campobasso dopo l�Unità d�Italia:
l�edilizia pubblica e il ruolo degli ingegneri
NINA MARIA MARGIOTTA
Persistenze e segni delle infrastrutture
nel paesaggio del sud Piemonte
MARIA PAOLA MARABOTTO, NADIA FABRIS, GIULIO CAPRIOLO
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Ponti in muratura di fine �800 nell�Italia meridionale
PAOLO BELLI
Le infrastrutture storiche della Valsugana
ANNA VILLANOVA
Alle origini dell�ingegneria ferroviaria in Campania:
la costruzione della linea Avellino-Ponte S. Venere (1888-1895)
e gli attuali problemi di conservazione
ANDREA PANE
Infrastrutture territoriali ed urbane in Costiera Amalfitana
tra Otto e Novecento
MARIA RUSSO
Prime funicolari: binari, freni, funi, rulli
GIOVANNI FRESA
Alle radici di una difficile coesistenza nella città stratificata:
elaborazioni e progetti per la Funicolare Centrale
e il cinema-teatro Augusteo in Napoli
VALENTINA RUSSO
Il contributo di Ercole Bottani e del Politecnico di Milano
alla ricostruzione postbellica nel settore elettrico
ANDREA SILVESTRI
Giuseppe Arici (1900-1980) figura eclettica nell�ingegneria
del primo Novecento. Parte I: il profilo del professionista,
dall�architetto all�ingegnere
ENZO SIVIERO, MARCELLO ARICI, FRANCESCA ARICI
Giuseppe Arici (1900-1980) figura eclettica nell�ingegneria
del primo Novecento. Parte II: il profilo dell�ingegnere
ENZO SIVIERO, MARCELLO ARICI, FRANCESCA ARICI
Cento anni di solitudine nell�Irpinia balcanica.
Emigrazione, capitali ed elettrificazione a Greci
CARLO MEOLA
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Puentes colgantes entre las estructuras metálicas
de la arquitectura venezolana en la década 1920
MÓNICA SILVA CONTRERAS
Struttura e rivestimento in un�opera di ingegneria civile
di Gaetano Minnucci
LUIGI STENDARDO
Il Palazzo dei Telefoni al Rione Amedeo in Napoli di Camillo Guerra
RENATO IOVINO
Il Palazzo per le Esposizioni di Belle Arti in Napoli
di Camillo Guerra
FLAVIA FASCIA
Camillo Guerra e gli aspetti strutturali
del restauro architettonico
RENATA PICONE
Ingegneri a Torino tra fascismo, guerra
e avvio della ricostruzione (1925-1946)
ANDREA VILLA
Il dibattito sul consolidamento della cupola di San Gaudenzio
a Novara (1931-1945): un contributo alla storia della dinamica
delle costruzioni in Italia
CHIARA CALDERINI, LUISA PAGNINI
Stazioni della prima metà del �900 tra rappresentatività pubblica
e ridisegno urbano: Afragola e Benevento
CAROLINA DE FALCO
Carlo Pradella ingegnere
ENZO SIVIERO, GIORGIO PRADELLA
La fábrica de cemento ENCI de Maastricht y sus
ampliaciones tras la Segunda Guerra Mundial
RAFAEL GARCÍA
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Carlos Raúl Villanueva
Pionero en la construcción de la modernidad venezolana
NANCY DEMBO
Ingegneria e restauro nella ricostruzione postbellica.
Gli studi di Piero Sanpaolesi
per la copertura del Camposanto Monumentale di Pisa
ARIANNA SPINOSA
Il boom dell�ingegneria italiana:
il ruolo di Gustavo Colonnetti e Arturo Danusso
TULLIA IORI
Strutture di accosto nei porti marittimi
EDOARDO BENASSAI
ELENCO DEGLI AUTORI
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Alle origini dell�ingegneria ferroviaria in Campania:
la costruzione della linea Avellino-Ponte S. Venere (1888-1895)
e gli attuali problemi di conservazione
ANDREA PANE
Alle origini dell�ingegneria ferroviaria in Campania:
la costruzione della linea Avellino-Ponte S. Venere (1888-1895)
e gli attuali problemi di conservazione
Nel corso degli ultimi due decennidell�Ottocento si assiste in Italia al con-solidarsi del corpo degli ingegneri ferro-viari, costituito da circa un migliaio ditecnici ormai autonomi rispetto alla ori-ginaria formazione di Ponti e strade, aiquali sono affidati i difficili compiti diprogettazione, realizzazione e gestionedelle linee1. L�affermarsi di questa nuo-va figura, capace di coniugare diversecompetenze tecniche con questioni dinatura economica e politica, procede conil rapido incremento delle reti ferrovia-rie avviato subito dopo l�Unità, che con-duce, nell�arco di un solo decennio, atriplicare l�estensione delle �strade fer-rate� esistenti negli Stati preunitari, rag-giungendo i 6000 km di rete nazionalenel 18702 .
All�ingegnere ferroviario è richiestoinnanzitutto l�attento studio dei traccia-ti, tenendo conto di esigenze tecniche -tra cui l�aggiramento dei maggiori rilievi- ma anche politiche, legate a gruppi dipressione locali che spingono per otte-nere l�attraversamento di particolari ter-ritori e centri abitati, nel più generaleobiettivo di contenere i costi di costru-zione e di esercizio a carico delle Socie-tà3 . Le sue competenze si estendono al-l�esproprio dei terreni, al progetto e di-rezione lavori di �opere d�arte� (ponti e
viadotti), gallerie e stazioni, fino all�ar-mamento della linea e alla sua gestionee manutenzione. La complessità di que-sti compiti si accentua ulteriormente apartire dagli anni �80 del secolo, quandol�estensione delle reti principali e l�av-vio delle linee secondarie nella penisolacoinvolge le regioni alpine e appenni-niche, con le conseguenti difficoltà tec-niche e l�insorgere di più accesi dibattitisull�andamento dei tracciati.
Testimone di questa intensa stagio-ne di progetti e realizzazioni - intrapresacon la trasversale Napoli-Benevento-Foggia - è il caso, in Campania, dellaprincipale linea interna della regione, po-sta �al servizio di un�area vastissima�4:la Avellino-Rocchetta, realizzata tra il1888 e il 1895 nell�ambito delle reti com-plementari di attraversamento dell�Ap-pennino.
Frutto di decenni di proposte e di di-batti, avviati fin dal 1868, la ferroviaAvellino-Ponte Santa Venere (dal nomedella località posta ad ovest della sta-zione di Rocchetta Sant�Antonio) rice-ve un primo avallo in sede di ConsiglioProvinciale di Principato Ultra nel 1872,per iniziativa del suo presidente Miche-le Capozzi5. Segue un lungo e tormen-tato iter politico e burocratico, segnatoanche dall�autorevole sostegno di Fran-
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ANDREA PANE
Fig. 1 � Particolare del tracciato definitivo della ferrovia Avellino-Rocchetta, nel tratto
compreso tra Avellino e Montella (da Relazione sugli studi e lavori eseguiti, 1898, BCFS, Roma)
cesco De Sanctis, che condurrà doposette anni all�inclusione della linea, cometracciato di terza categoria, nella leggedel 29 luglio 1879, relativa al comple-tamento delle ferrovie italiane6 .
Trascorrerà tuttavia oltre un decen-nio prima che i lavori abbiano inizio, du-rante il quale si confronteranno parericontrapposti in merito al tracciato, già asuo tempo approvato nel 1872 sulla basedi un progetto redatto dall�ingegnereFerdinando Gargiulo e poi confermatoda una commissione ministeriale nel1879. Contro tale soluzione, in partico-lare, si batterà l�ingegnere Giulio Cesa-re Melisurgo, sostenendo un percorsoalternativo per la valle dell�Ufita7, ma laquestione verrà direttamente risolta dal
Ministero dei Lavori Pubblici, che, in-caricando la Società per le Strade Fer-rate Meridionali di studiare entrambe leipotesi, approverà sul finire del 1885 ilprogetto di massima redatto secondo iltracciato già proposto dal Gargiulo.
Finalmente, a seguito di apposita con-venzione sottoscritta il 21 giugno 1888,la costruzione della linea Avellino-Pon-te Santa Venere è avviata nei primi mesidell�anno successivo, su progetto ese-cutivo della Società per le Strade Fer-rate del Mediterraneo, subentrata intantoalle Ferrovie Meridionali8 . Proprio nel-lo stesso periodo, l�organico delle Fer-rovie del Mediterraneo si arricchisce digrandi figure di ingegneri ferroviari, tracui Cesare Bermani e Mattia Massa,
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Alle origini dell�ingegneria ferroviaria in Campania:
la costruzione della linea Avellino-Ponte S. Venere (1888-1895)
e gli attuali problemi di conservazione
Fig. 2 � Particolare del tracciato planimetrico e altimetrico della Avellino-Rocchetta,
nei pressi della stazione di Avellino (da Relazione, cit., BCFS, Roma)
entrambi provenienti da esperienze nel-le ferrovie dell�Italia settentrionale, giuntialle Mediterranee nel 1885 e posti ri-spettivamente a capo della sezione la-vori e della direzione generale dellarete9 .
Fulcro delle aspettative di rilancioeconomico del territorio dell�Irpinia, laferrovia si sarebbe sviluppata, secondoil progetto esecutivo, lungo un tracciatodi quasi 120 chilometri. A partire dallastazione di Avellino, la linea avrebbequindi toccato i paesi di Salza Irpina,Montefalcione, Montemiletto, Lapio,Taurasi, San Mango, Paternopoli,Castelfranci, Montemarano, Montella,Bagnoli Irpino, Nusco, Sant�Angelo deiLombardi, Lioni, Morra, Conza, per poi
proseguire lungo il confine tra Campaniae Basilicata verso Calitri, Monticchio,Monteverde, fino a Rocchetta-Sant�An-tonio. Attraversando le tre vallate deifiumi Sabato, Calore e Ofanto, con al-cune gallerie ed un gran numero di pon-ti e viadotti, il tracciato avrebbe affron-tato notevoli asperità del territorio, se-guendo un profilo altimetrico variabiledalla quota di 302 metri della stazione diAvellino, ai 672 metri dell�altipiano diNusco, punto più elevato della linea, finoa ridiscendere lungo la valle dell�Ofantoverso la stazione di Rocchetta, posta allaquota di 217 metri10 .
Nell�avviare i lavori, la Società sud-divide la costruzione in tre tronchi, apartire dal più breve, compreso tra Mon-
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teverde e Rocchetta di circa 14 km,compiuto il 29 marzo 1892. Seguirannoil tratto Avellino-Paternopoli di 27 km,aperto il 27 ottobre 1893, fino al troncocentrale, più lungo ed articolato, costi-tuito dai 78 km tra Paternopoli e Mon-teverde, il cui completamento consenti-rà di inaugurare l�intera linea il 27 otto-bre 1895, due anni prima del terminestabilito dalla convenzione11. Tra gli in-gegneri incaricati della direzione delleopere si ritrovano i nomi di Venezian eCarena, capi divisione delle Ferrovie delMediterraneo, e del Noli, ispettore dellalinea, a sua volta supervisionato dalPespane, commissario governativo12 .
La ferrovia Avellino-Rocchetta sisviluppa su terreni di natura prevalente-mente argillo-scistosa, con sporadici af-fioramenti di calcari, marne e arenarie,mentre nella valle dell�Ofanto incontrafrequentemente depositi alluvionali.L�elevato numero di opere d�arte richie-ste dal tracciato - dovuto alla comples-sa orografia ed alla necessità di attra-versare più volte i fiumi Sabato, Caloree Ofanto - orienta in fase di progetto leFerrovie del Mediterraneo a realizzareponti e viadotti prevalentemente inmuratura. Tale scelta appare in linea conla sensibile riscoperta di questa tecnicasul finire del XIX secolo, diffusa soprat-tutto in ambito ferroviario per la mag-giore stabilità della muratura nel caso dialti viadotti con pile snelle, ma anche perla duttilità di queste strutture nel seguireandamenti curvilinei. A ciò si aggiunge,già dalla metà dell�Ottocento, l�introdu-zione della malta di calce idraulica, chepermette di contenere i tempi di realiz-
zazione di un ponte da quattro ad unanno, consentendo inoltre di utilizzare,anche per luci notevoli, i laterizi in luogodelle più costose pietre da taglio13 .
La necessità di approvvigionamentodei mattoni - estesa anche alle numero-se gallerie e stazioni previste dal pro-getto - e la diffusa presenza di �argilleturchine� lungo il tracciato, conduce leFerrovie del Mediterraneo ad impianta-re, fin dal principio dei lavori, due forna-ci di tipo Hoffmann, di cui la prima pres-so Nusco, destinata a servire il trattoMontemarano-Lioni, e la seconda aCalitri, per il tronco Lioni-Monticchio.Per il primo tratto della linea, compresotra Avellino e Montemarano, la Societàsi rivolge invece alle fornaci già esistentipresso Atripalda, cui si aggiungono ne-gli stessi anni alcuni nuovi impianti14 . Traqueste ultime, si distingue la fornaceHoffmann ubicata ai margini del terri-torio di Manocalzati, sorta per iniziativadi una impresa napoletana in coinciden-za con l�avvio dei lavori del troncoAvellino-Paternopoli tra il 1890 e il 1893ed ancora oggi superstite, benché quasiallo stato di rudere, quale unica testimo-nianza inalterata di questo tipo di fab-briche in Irpinia15 .
La costruzione della ferrovia mettein moto un timido sviluppo industrialenella provincia di Avellino, legato allaproduzione di laterizi, che tuttavia nonriesce a sopravvivere a lungo dopo l�i-naugurazione della linea. Già nel primoperiodo dei lavori, peraltro, il progettosubisce diverse varianti finalizzate alcontenimento dei costi, tra cui emergela sostituzione di molti viadotti in mura-
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Alle origini dell�ingegneria ferroviaria in Campania:
la costruzione della linea Avellino-Ponte S. Venere (1888-1895)
e gli attuali problemi di conservazione
Fig. 4 � Progetto esecutivo del �Ponte principe�, costituito da tre travate in acciaio di 95 metri
di luce ciascuna, sul fiume Calore presso Lapio (da Relazione, cit., BCFS, Roma)
tura con più economiche travate in ac-ciaio, suscitando le critiche del grandemeridionalista Giustino Fortunato, impe-gnato in quegli anni a sostegno delle fer-rovie Ofantine, che scongiura l�esecu-zione di �lavori menati innanzi con la le-sina dell�avaro e, quel che è più, senzauna grande preoccupazione dell�avve-nire�16 .
A parziale smentita di queste preoc-cupazioni, tuttavia, il tracciato compiutopresenta, su 58 ponti e viadotti di mag-giore rilievo, oltre quindici strutture su-periori ai 50 metri di lunghezza intera-mente realizzate in muratura. Tra que-ste, spicca il grande viadotto curvilineosul fiume Sabato, di particolare valenzapaesistica, posto immediatamente al di
fuori della stazione di Avellino e carat-terizzato da 16 campate di 11 metri diluce ciascuna, per una lunghezza com-plessiva di 225 metri. Di notevole inte-resse è anche il ponte obliquo sul fiumeCalore presso San Mango (km 24+376)costituito da cinque arcate di 12 metri diluce, per una lunghezza complessiva di104 metri. Caratterizzato per il suo an-damento obliquo da un articolato appa-recchio elicoidale delle volte, il pontepresenta fondazioni realizzate con cas-soni ad aria compressa e pile partico-larmente curate nei rostri, coronamentie cappucci. Entrambe le strutture, infi-ne, mostrano il ricorso ad una tipologiamolto diffusa in ambito ferroviario, dovela scelta di adottare archi a tutto sesto
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con luci inferiori ai 15 metri trae originedal problema della sollecitazione orizzon-tale generata alla sommità della pila, siaper effetto della frenatura del treno, siaquando il treno stesso carica solo unadelle due volte impostate su ciascunapila17 . Alle stesse ragioni è da ricondur-re, nel lungo viadotto sul fiume Sabato,la presenza di tre pile-spalle intermedieposte ogni quattro campate.
Alle citate opere in muratura si ac-compagnano numerosi ponti in acciaiodi grande rilievo, tra i quali spicca senzadubbio il cosiddetto Ponte principe sulfiume Calore presso Lapio, caratteriz-zato da tre travate reticolari di 95,40metri di luce e 10 metri di altezza, peruna lunghezza totale di 340 metri, og-
getto in anni recenti di alcuni test dina-mici18 . Degno di nota è anche il ponteobliquo sull�Ofanto (km 92+152), com-posto da tre travate ad arco in acciaiodi 33,16 metri di luce, per una lunghezzacomplessiva di 134 metri.
Tra le 19 gallerie che caratterizzanoil tracciato, infine, si distinguono dueopere maggiori, entrambe collocate neltronco Avellino-Paternopoli e realizzatein laterizi con sezione ad arco rovesciotra il 1890 e il 1892: la galleria di Parolise,di 1,3 chilometri, ma soprattutto quelladi Montefalcione, lunga 2,6 chilometri,compiuta con uno scavo fondato su seiattacchi (dai due imbocchi e da due poz-zi) durato quasi due anni19 .
�L�Avellino-Santa Venere è una ri-velazione del medio evo in mezzo almondo moderno�, scriverà più tardi Giu-stino Fortunato, plaudendo all�inaugura-zione del primo tronco della ferrovia traAvellino e Paternopoli nell�ottobre 1893.Per la sua realizzazione, �da oltre ven-totto mesi una vera battaglia si combat-
Fig. 5 � Progetto esecutivo del ponte
sul Calore presso Lapio, veduta prospettica
e particolari (da Relazione, cit., BCFS, Roma)
Fig. 6 � Progetto esecutivo del ponte obliquo a
tre travate sul fiume Ofanto, particolari
costruttivi (da Relazione, cit., BCFS, Roma)
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la costruzione della linea Avellino-Ponte S. Venere (1888-1895)
e gli attuali problemi di conservazione
te laggiù, una battaglia, che la scienzavince, ma a prezzo di vite umane e dimolti milioni�. Fugate dunque le inizialiincertezze sulla condotta dei lavori, For-tunato sembra interrogarsi sulle speranzedi sviluppo del territorio riposte fin dalprincipio dei dibattiti nella ferrovia:�L�aura della Campania Felice discen-derà per l�Ofanto insieme con la vapo-riera, dando vita nuova a tanta partedella nostra Italia irredenta? Sarà l�Avel-
lino-Santa Venere un beneficio econo-mico e sociale, come certamente è unmiracolo dell�arte umana?�20 .
La risposta non tarda purtroppo adarrivare: in analogia con altre linee se-condarie italiane, �costruite su itineraridove il movimento era minimo per as-secondare il municipalismo dei campa-nili e soprattutto dei deputati locali�21,anche la Avellino-Ponte Santa Venere,soffre fin dall�avvio dell�esercizio di unoscarso rendimento economico. Già treanni dopo l�inaugurazione, infatti, la stes-sa Società rileva che, a fronte delle 27stazioni e fermate, �ciò che invece fa
difetto sono gli elementi del traffico e levie di comunicazione fra le stazioni ed ipaesi�2 . Avviata con una frequenzagiornaliera di tre treni, per una percor-renza dell�intero tratto di cinque ore, laferrovia non riuscirà mai ad andare ol-tre il servizio locale tra i comuni dell�Ir-pinia, nemmeno dopo il settembre 1933,quando sarà dotata di automotrici diesel- le celebri �littorine� - al fine di garan-tire tempi di percorrenza più veloci emaggiore comfort per i viaggiatori23 .
A seguito delle azioni belliche con-dotte nel territorio avellinese dal 13 set-tembre al 2 ottobre 1943, la ferrovia ri-porta significativi danni, non molto graviper l�armamento ma piuttosto estesi perle sue opere d�arte, tra cui spiccano al-meno cinque ponti in muratura di mag-giori dimensioni24.
Altrettanto ingenti sono i dissesti cheinteressano il Ponte principe pressoLapio, che richiedono un intervento sul-la prima campata con una pila interme-dia di muratura ed una nuova travatametallica25 .
Fig. 7 � Progetto esecutivo della galleria di Montefalcione, la maggiore della linea con i suoi
2,6 km, compiuta nel 1892 dopo uno scavo durato due anni (da Relazione, cit., BCFS, Roma)
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Dopo una breve stagione di incre-mento di viaggiatori, in buona parte le-gata all�emigrazione degli anni �50-�60,la linea subisce una lunga chiusura aseguito dei consistenti danni subiti inoccasione del terremoto dell�Irpinia delnovembre 1980, che conduce alla sosti-tuzione dell�armamento e alla ricostru-zione di gran parte delle stazioni.
In analogia con altre ferrovie secon-darie italiane, le attuali prospettive dellaAvellino-Rocchetta appaiono segnate daun concreto rischio di abbandono e chiu-sura definitiva della linea, ritenutaimproduttiva dall�amministrazione delleFerrovie e servita oggi da non più di tretreni giornalieri, sospesi nei giorni festi-vi e in estate, con sole 13 fermate attivee la gran parte delle stazioni soppresse.
Celebrata in occasione del centena-rio della linea nel novembre 1995, con ilviaggio di un treno storico, la ferrovia
Fig. 8 � Ponte sul fiume Calore presso Poppano (da Album fotografico della ferrovia
AvellinoSanta Venere presentato all�esposizione di Torino del 1898, BCFS, Roma)
sembra dunque destinata ad un proget-to di conservazione e valorizzazione chene possa garantire la sopravvivenza at-traverso un riuso compatibile. Prenden-do a modello i numerosi interventi con-servativi realizzati su ferrovie storiche,avviati nella Val d�Orcia e recentemen-te diffusi soprattutto in Italia settentrio-nale, la linea potrebbe essere destinataa fini turistici26 , promuovendo itineraria carattere ambientale e paesaggisticoall�interno del territorio dell�alta Irpinia.Tali iniziative, avviate a livello sperimen-tale proprio nei mesi scorsi con il pro-getto Treni d�Irpinia, appaiono prefe-ribili alle possibili �riconversioni� dellalinea in percorsi pedonali o piste ciclabili,che finiscono per tutelarne esclusiva-mente il tracciato, cancellando definiti-vamente la sua integrità tecnologica e,di conseguenza, gran parte dei suoi stes-si valori storici.
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e gli attuali problemi di conservazione
1 M. MERGER, L�ingegnere ferroviario nell�Ottocento, in Gli ingegneri in Italia tra �800 e �900, a curadi A. GIUNTINI E M. MINESSO, Milano, Franco Angeli, 1999, pp. 81-82.
2 S. MAGGI, Le ferrovie, Bologna, il Mulino, 2003, p. 54.
3 M. MERGER, L�ingegnere, cit., p. 83.
4 S. DE MAJO, Dalla Bayard alla Direttissima. Storia della rivoluzione ferroviaria in Campania.
1839-1927, in Ferrovie e tranvie in Campania. Dalla Napoli-Portici alla Metropolitana regionale, acura di F. ASSANTE, M DE LUCA et al., Napoli, Giannini, 2006, p. 32.
5 M CAPOZZI, Relazione sulla ferrovia Avellino-Ponte S.ta Venere, Napoli, G. De Angelis, 1872.
6 La legge 5002 del 29 luglio 1879 prevedeva, tra le ferrovie di terza categoria, trentasei linee darealizzarsi con il concorso delle Province e dei Comuni per una quota del 20%, di cui quattrolocalizzate in Campania: Cajanello-Isernia, Sparanise-Carinola-Gaeta, Salerno-San Severino, Avellino-Ponte Santa Venere (S. DE MAJO, Dalla Bayard alla Direttissima, cit., p. 29).
7 G. C. MELISURGO, Andamenti commerciali e strategici e nota geologica per la ferrovia Avellino-
Ponte S. Venere: considerazioni e proposte, Napoli, Giannini, 1885.
8 Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo, Relazione sugli studi e lavori eseguiti dal
1885 al 1897, con un album di 71 tavole, Roma, Tip. D. Squarci, 1898, p. 23, custodita presso laBiblioteca Centrale delle Ferrovie dello Stato, Roma (BCFS).
9 M. MERGER, L�ingegnere, cit., pp. 86-88.
10 Nella relazione sui lavori svolti, la Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo avrebbe in seguitoosservato che se «le condizioni tecniche del tracciato erano quelle di una linea di interesse locale [�]le modalità di costruzione si riferivano ad una linea di primaria importanza» (Relazione sugli studi e
lavori, cit., p. 62).
11 Ivi, p. 75.
12 G. FORTUNATO, I lavori di costruzione della linea Avellino-Santa Venere, in ID., Delle strade ferrate
Ofantine. Scritti e discorsi (1880-97), Firenze, Tip. G. Barbera, 1898, p. 236.
13 V. NASCÈ, La conservazione dei ponti in muratura, in Restauro e consolidamento, Atti del Conve-gno (Napoli, 31 marzo-1 aprile 2003), a cura di A. AVETA, S. CASIELLO, F. LA REGINA, R. PICONE, Roma,Mancosu, 2005, pp. 37-42.
14 Relazione sugli studi e lavori, cit., p. 70.
15 Cfr. V. CORVIGNO-A. FAMIGLIETTI, La fornace Hoffmann in Manocalzati: il progetto di restauro, tesidi laurea, relatore prof. S. Casiello, correlatore arch. A. Pane, Università di Napoli Federico II, Facoltàdi Architettura, 2005.
16 G. FORTUNATO, I lavori di costruzione della linea Avellino-Santa Venere, cit., p. 235.
17 V. NASCÈ, La conservazione dei ponti in muratura, cit., p. 41.
18 M. FERRAIOLI et al., Historical railway bridges: tests and numerical analysis, in Structural Analysis
of Historical Constructions. Possibilities and Numerical and Experimental Techniques, Proceedingsof the Conference (Padova, 10-13 novembre 2004), a cura di C. Modena et al., London, Balkema,2005, pp. 1019-1028.
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19 Relazione sugli studi e lavori, cit., pp. 67-68.
20 G. FORTUNATO, I lavori di costruzione della linea Avellino-Santa Venere, cit., pp. 239-244.
21 S. MAGGI, Le ferrovie, cit., p. 67.
22 «Ed è strano questo fenomeno: che le popolazioni si adoperino e si agitino tanto per avere questopotente strumento di civiltà qual�è la ferrovia, e poi quando l�hanno avuto e lo Stato vi ha profuso deimilioni non si curino di mettersi in grado di usufruirne a dovere nemmeno con lo spendere qualchemigliaio di lire per costruire una strada di accesso alla stazione» (Relazione sugli studi e lavori, cit., p.70).
23 F. OGLIARI, Terra di primati. Storia dei trasporti italiani. Campania, Puglia, Basilicata, Calabria,vol. V, Milano, Cavallotti editori, 1976, p. 1466.
24 S. CASIELLO-A. PANE-V. RUSSO et al., Restoring and reconstructing masonry bridges: researches in
Campania (Italy), in ARCH�07, Proceedings of 5th International Conference on Arch Bridges (Madeira,12-14 Settembre 2007), a cura di P. B. Lourenço et al., Guimarães, University of Minho, 2007, pp.121-128, in particolare il cap. 3, dedicato ai danni bellici e agli interventi di riparazione e parzialericostruzione dei ponti della Avellino-Rocchetta.
25 Avellino Rocchetta S. A. Con De Sanctis una rete per il sud, a cura di A. Panzone, Lioni, Rotostampa,2003, p. 73.
26 Le strade ferrate: trasformazioni urbane e territoriali, permanenze, uso e prospettive, a cura di O.FANTOZZI MICALI, Firenze, Alinea, 2000.