d.lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 salute e …. n. 81 del 9 aprile 2008 salute e sicurezza nei luoghi...
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D.LGS. N. 81 DEL 9 APRILE 2008
SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
ADDETTI ANTINCENDIO
PER LA GESTIONE RISCHIO INCENDIO
BASSO E MEDIO
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Convenzionato O.P.N. EFEI n. CF.453
O.P.N. EFEI – Organismo Paritetico
Nazionale – Via Enrico Annibale Butti
n. 5 – 20158 Milano (MI)
GESTIONE DEL RISCHIO INCENDIO
PREVENZIONE DEGLI INCENDI
GESTIONE DELLA SICUREZZA
PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELL’EMERGENZA
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comburente
TRIANGOLO DEL FUOCO
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COMBUSTIBILE: carta, legno, benzina, etc.
COMBURENTE: generalmente l’ossigeno
CALORE (INNESCO):
fiammiferi
elettricità
sostanze chimiche (sodio)
autoaccensione (microorganismi)
attrito meccanico
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comburente
ESTINZIONE DEL FUOCO (1/3)
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comburente
ESTINZIONE DEL FUOCO (2/3)
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comburente
ESTINZIONE DEL FUOCO (3/3)
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Classi di incendio
A solidi organici che formano braceB liquidi infiammabili e solidi liquefacibiliC gas infiammabiliD metalli combustibili e metalli fusiE impianti elettrici in tensione
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Definizione e designazione
delle classi di incendio
In base al tipo di combustibile sono state definite le seguenti classi:
CLASSE A
fuochi di materiali solidi, generalmente di natura organica, la
cui combustione avviene con produzione di braci
LEGNO
CARBONE
CARTA
TESSILI
GOMMA
PLASTICHE
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CLASSE B
fuochi di liquidi o di solidi che si possono liquefare
BENZINA
GASOLIO
KEROSENE
SOLVENTI INFIAMMABILI
GOMMA
PLASTICHE
CLASSE C
fuochi di gas infiammabili
METANO
ACETILENE
GPL
CLORURO DI VINILE
AMMONIACA
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CLASSE D
fuochi di metalli e di sostanze chimiche
contenenti ossigeno comburente
SODIO
POTASSIO
MAGNESIO
ALLUMINIO
PEROSSIDI
NITRATI
CLORATI
PERCLORATI
CLASSE E
incendi di apparecchiature elettriche
TRASFORMATORI
ARMADI ELETTRICI
QUADRI
INTERRUTTORI
CAVI
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Temperatura di infiammabilità == Temperatura alla quale si generano
vapori infiammabili
Propano -104 °CBenzina -37 °CAcetone -18 °CMetanolo +11 °CEtanolo +18 °CGasolio +65 °COlio lubrificante +149 °C
Temperature di autoaccensione
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Principali cause di incendio(97 % dei casi)
- manipolazione non idonea di sost. infiammabili- accumulo di rifiuti- negligenze uso fiamme libere- inadeguata pulizia ambiente di lavoro- sovraccarico elettrico- riparazioni elettriche non a norma- utilizzo non corretto imp. di riscald. portatili- ostruzione ventilazione raffreddamento appar.- fumare dove è proibito- negligenze addetti alla manutenzione
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Responsabilità generali(legge 81/08)
- cattivo posizionamento/blocco porte antincendio- ostruzione porte di emergenza- ignoranza attrezzature di sicurezza
prevenzione- controllo periodico (6 mesi) estintori- sorveglianza - diffondere cultura sicurezza (no imposizioni)
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LA GESTIONE DEL RISCHIO: le fasi del processo di conseguimento della sicurezza (Progetto Sicurezza)in un ambito qualsiasi
STRATEGIA DI PREVENZIONE ANALISI DEI PERICOLI
ANALISI DELLA VULNERABILITA’ AMBIENTALE
VALUTAZIONE DEI RISCHI
COMPENSAZIONE DEI RISCHI
VALUTAZIONE DEL RISCHIO RESIDUO
GESTIONE DEL RISCHIO RESIDUO (“Risk management”)
PIANIFICAZIONE DELLE EMERGENZE
GESTIONE DELLE EMERGENZE
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Definizioni del rischio di incendio
RISCHIO BASSOSi intendono a rischio di incendio basso i luoghi di lavoro o
parte di essi, in cui sono presenti sostanze a basso tasso
di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono
scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in
cui, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello
stesso è da ritenersi limitata.
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Definizioni del rischio di incendio
RISCHIO MEDIOSi intendono a rischio di incendio medio i luoghi di lavoro o
parte di essi, in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o
condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo
sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la
probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi
limitata.
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Definizioni del rischio di incendio
RISCHIO ELEVATOSi intendono a rischio di incendio elevato i luoghi di lavoro
o parte di essi, in cui, per presenza di sostanze altamente
infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio
sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella
fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione
delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione
come luogo a rischio di incendio basso o medio
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Misure di protezione
PASSIVEUscite di sicurezza
Strutture tagliafuoco*ATTIVEEstintori
Rete idrica antincendiImpianti di rilevazione
Impianti di spegnimentoSistemi evacuazione fumi e calore
*REI 30, 60, 90, 120, 180(tempo di resistenza in minuti)
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Azioni estinguenti: ACQUA
Indicazioniincendi di classe ALiquidi o sost. infiamm. più pesanti dell’acqua o
miscibili con acqua (acetone)
Meccanismo di azioneRaffreddamentoDiluizione
ControindicazioniImpianti elettriciCianuri, Na, K, carburo,H2SO4, Cl2, F2
Distruttiva quanto il fuoco
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Azioni estinguenti: SCHIUMA(acqua, aria, liquido schiumogeno)
IndicazioniLiquidi infiammabiliSolventi polari Idrocarburi in genereIncendi di classe A e B
Meccanismo di azioneRaffreddamentoSoffocamentoDiluizioneCatalisi negativa
ControindicazioniImpianti elettriciMetalliCarburo di calcio
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Azioni estinguenti: CO2
Indicazioniincendi di classe B, C, E
Meccanismo di azioneRaffreddamentoDiluizione
ControindicazioniCianuriNa, K, Mg, AlMetalli fusiAmbienti apertiMacchinari caldiEsposiz. letale (>15’ a 16 %)Non su persone
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Memo all’aperto: vento alle spalle24
Memo: getto alla base25
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Azioni estinguenti: POLVERE(sost. sintetiche o sali)
Indicazioniincendi di classe A, B, C, E (fino a 35.000 V)
Meccanismo di azioneRaffreddamentoDiluizioneSoffocamento
ControindicazioniCianuriAcidi
Scorrevole, non abrasiva, non corrosiva, 6 m di gittata utileProduce residui (guasti su apparecchiature)
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Memo: 1 carica da 6 Kg dura circa 18’’34
Altro materiale di sicurezza antincendio
Segnaletica rossa (per guidare verso gli estintori)Segnaletica verde (uscite di emergenza)Coperta antifiammaMaschera a piano facciale con filtroGuanti
Segnaletiche ben posizionate
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DPR 547/55Sicurezza sul lavoro
Obbligo sopralluogo
DPR 689/59Elenco attività pericolose
D.Lvo81/08 Nuove norme
Sicurezza sul lavoro
QUADRO NORMATIVO L. 469/61Mandato al MI per
La prevenzione degli incendi
L. 966/65Obbligo di richiesta
CPI
L. 818/84NOP
DPR 577/82Norme + EP
Deroghe
DM 16/02/1982Elenco attività pericolose
Abrogato e sostituito con
DPR 1 agosto 2011 n° 151
DPR 37/98Semplificazione
DIA
DM 04/05/1998Modalità presentazione
Criteri attività non normate
DM 10/03/98Criteri VdR incendio
ed emergenza
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MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI
E DELLE ATTREZZATURE ANTINCENDIO
Gli impianti e le attrezzature antincendio necessitano di una
corretta gestione e manutenzione.
Per gestione si intende l'insieme delle operazioni, a carico del
titolare dell'impresa, atta a garantire nel tempo un sufficiente
grado di affidabilità che assicuri la corretta funzionalità in caso
d'incendio.
La frequenza degli interventi di manutenzione è stata stabilita dal
D.P.R. n°547 del 27 Aprile 1955 (art.34/c) che ha indicato in 6 mesi
il tempo massimo di decorrenza tra un intervento e quello
successivo.
Il contenuto degli interventi è stabilito:
da norme emanate dall'UNI (Ente Italiano Unificazione).
GESTIONE SICUREZZA
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MANUTENZIONE ESTINTORI
norma UNI 9994
Fasi della manutenzione:
SORVEGLIANZA.
CONTROLLO
REVISIONE
COLLAUDO
GESTIONE SICUREZZA
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Art. 6. - Designazione degli addetti al servizio antincendio
1. All'esito della valutazione dei rischi d'incendio e sulla base del piano di
emergenza, qualora previsto, il datore di lavoro designa uno o più
lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi,
lotta antincendio e gestione delle emergenze, ai sensi dell'art. 4, comma
5, lettera a), del decreto legislativo n.626/1994, o se stesso nei casi previsti
dall'art. 10 del decreto suddetto.
2. I lavoratori designati devono frequentare il corso di formazione di cui
al successivo art. 7.
3. I lavoratori designati ai sensi del comma 1, nei luoghi di lavoro ove si
svolgono le attività riportate nell'allegato X, devono conseguire
l'attestato di idoneità tecnica di cui all'art. 3 della legge 28 novembre
1996, n. 609.
4. Fermo restando l'obbligo di cui al comma precedente, qualora il datore di
lavoro, su base volontaria, ritenga necessario che l'idoneità tecnica del
personale di cui al comma 1 sia comprovata da apposita attestazione, la
stessa dovrà essere acquisita secondo le procedure di cui all'art. 3 della
legge 28 novembre 1996, n. 609.
FORMAZIONE ED INFORMAZIONE
D.M. 10.03.1998
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in base al LIVELLO DI RISCHIO (all. IX)
con programmi e tempi differenti
TUTTI I DIPENDENTI
INFORMAZIONEart. 36 lett. b- D.Lg.vo 81/08
ADDETTI ANTINCENDIO E GESTIONE EMERGENZE
FORMAZIONEart. 37 p.to 9 - D.Lg.vo 81/08
ALTO 16 ore
MEDIO 8 ore
BASSO 4 ore
CONSEGUIMENTO
IDONEITA’ TECNICA
rilasciata da VVF
freq
uen
za
cors
o o
ido
nei
tà
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EMERGENZA
SITUAZIONE PERICOLOSA O POTENZIALMENTE PERICOLOSA (STATO DI EMERGENZA) LA CUI EVOLUZIONE POTREBBE PORTARE AL VERIFICARSI DI EVENTI DANNOSI PER PERSONE O BENI E CHE RICHIEDE INTERVENTI MIRATI E TEMPESTIVI PER RIPORTARE ENTRO IL NORMALE CONTROLLO DEI RESPONSABILI LO STATO O IL FUNZIONAMENTO DI UN’ATTIVITA’, UN IMPIANTO, UN PROCESSO
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PIANO DI EMERGENZA
INSIEME ORGANICO DI PROVVEDIMENTI DI CARATTERE ORGANIZZATIVO E TECNICO PREDISPOSTI PER FRONTEGGIARE POSSIBILI IPOTETICHE SITUAZIONI DI GRAVE PERICOLO CHE SI VERIFICHINO IN UN PREDETERMINATO LUOGO O IN UN’ATTIVITA’.
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PRINCIPALI ELEMENTI PER L’ELABORAZIONE DI UN PIANO DI EMERGENZA
Scenari incidentali
Ambiente e sua vulnerabilità
Risorse disponibili
PIANIFICAZIONE DELLE AZIONI D’INTERVENTO
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STRUMENTI DI GESTIONE DELLE EMERGENZE
Procedure generali per l’emergenza
Piani operativi su scenari predeterminati
Disponibilità di risorse umane e strumentali
Formazione
Unità di crisi
Informazione ai soggetti coinvolti e comportamenti di autoprotezione dei medesimi
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PIANI DI EMERGENZA
SONO LE PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO
DI EMERGENZA PER INCENDIO
DA CHE COSA DOBBIAMO PROTEGGERCI?
Il piano di emergenza deve essere in grado di
fronteggiare i possibili incidenti conseguenti alle
ipotesi di rischio sviluppate nel documento di
valutazione di rischio del luogo di lavoro
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OBIETTIVI DEI PIANI DI EMERGENZA
Salvaguardia ed evacuazione
delle persone
messa in sicurezza degli impianti di
processo
compartimentazione e confinamento
dell’incendio
protezione dei beni e delle attrezzature
estinzione completa dell’incendio
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PIANO DI EMERGENZA
CONTENUTI
PICCOLE ATTIVITÀ
Sono sufficienti avvisi
scritti contenenti
norme
comportamentali
ALTRE ATTIVITÀ
Deve essere predisposto un piano completo di procedure scritte ed allegati grafici
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PIANO DI EMERGENZA
CONTENUTI
PLANIMETRIE
DESTINAZIONE D’USO DEI LOCALI
VIE DI ESODO
INDICAZIONI DELLE COMPARTIMENTAZIONI ANTINCENDI
TIPO, NUMERO ED UBICAZIONE DELLE ATTREZZATURE ED IMPIANTI ANTINCENDI
INDICAZIONE ED UBICAZIONE
DELL’INTERRUTTORE
ELETTRICO GENERALE
INTERCETTAZIONI LINEE
GAS, COMBURENTI E
COMBUSTIBILI VARI
SISTEMI DI ALLARME E
POSIZIONE SALA
CONTROLLO
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PIANO DI EMERGENZA
ADDETTI ALL’EVACUAZIONE
DURANTE L’EMERGENZA:
Indirizzare con calma e tranquillità le persone verso le uscita di sicurezza, indicando il punto di ritrovo esterno
Controllare tutti i locali (compresi i bagni) per accertarsi della presenza di persone non ancora sfollate
Portarsi nel luogo di ritrovo esterno per iniziare la conta delle persone sfollate
Comunicare al Coordinatore delle emergenze l’avvenuto sfollamento e notizie su eventuali dispersi
DURANTE IL LAVORO NORMALE:
Controllare le uscite di sicurezza e vie di fuga affinchè siano sempre sgombre
Essere a conoscenza di eventuali portatori di Handicap nell’attività o di un elevato numero di visitatori esterni
Segnalare qualunque anomalia che possa pregiudicare la corretta evacuazione 50
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PIANO DI EMERGENZA
ADDETTI ALLE CHIAMATE DI EMERGENZA
Avvisare immediatamente i Vigili del Fuoco e altri soccorritori secondo le modalità previste
Avvisare il Coordinatore delle emergenze sull’incidente avvenuto e sui soccorsi esterni allertati
Chiamare gli altri addetti alla sicurezza
Non abbandonare mai la postazione del centralino e tenere sempre almeno una linea telefonica libera
Se è costretto ad abbandonare i locali avvisare i VV.F. e gli altri soccorritori dell’impossibilità di comunicare telefonicamente
Comunicare l’eventuale cessato allarme
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PIANO DI EMERGENZA
ADDETTI ALLA SICUREZZA ANTINCENDIO
Elementi che sicuramente devono essere presenti
N° 1 addetto al coordinamento delle emergenze
N° x addetti al Pronto Intervento
N° x addetti all’evacuazione
N° 1 addetto ad effettuare le chiamate di emergenza
N° 1 addetto assegnato a ciascuna persona portatore di handicap
Oltre a questi possono essere presenti
N° 1 addetto a ricevere le segnalazioni dalle zone coinvolte nell’emergenza
N° 1 addetto ausiliario che si reca sul posto dell’emergenza per riferire direttamente al coordinatore
N° 1 addetto per accompagnare i VV.F. e fare predisporre il luogo di sosta per i mezzi di soccorso
N° x addetti al Pronto Soccorso
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ESERCITAZIONI PRATICHE
I PIANI DI EMERGENZA DEVONO ESSERE PROVATI E VERIFICATI
BISOGNA TESTARE AFFIDABILITA’ ED EFFICACIA
IL PIANO DEVE ESSERE AGGIORNATO SULLA BASE DELLE RISULTANZE DELLE VERIFICHE
PROGRAMMARE ESERCITAZIONI PERIODICHE ESTESE A TUTTI I LAVORATORI APPLICANDO IL PIANO DI EMERGENZA
EFFETTUARE ALMENO UNA ESERCITAZIONE ALL’ANNO
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