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Disaccoppiamento ? Ogni circuito che comprenda componenti attivi dovrebbe avere abbastanza condensatori di disaccoppiamento in parallelo all' alimentazione. Questa necessità è troppo spesso ignorata in quanto non è ben chiaro quale sia lo scopo di questi condensatori distribuiti sul circuito e si ritiene che quello posto dopo lo stabilizzatore di tensione sia sufficiente in ogni caso. Prendiamo ad esempio un semplice regolatore lineare a tre terminali, del genere 7805, molto comune nell' alimentazione di piccoli circuiti. C1 svolge essenzialmente la funzione di costituire una riserva di energia per il circuito integrato stabilizzatore, mentre C4 lo è per i circuiti successivi. Inoltre, non va dimenticato, per la stabilità del regolatore occorre che le capacità siano molto vicine al componente. E, infatti, vanno considerate le correnti impulsive che circolano nel circuito che rendono necessario tenere presente che, al variare della corrente, si presenta il fenomeno dell' impedenza. Variazioni rapide sul carico, come quelle imposte da circuiti digitali che passano rapidamente dallo stato off allo stato on e viceversa costringono il regolatore lineare ad un gravoso lavoro a frequenze elevate, cosa ne può rendere problematica la stabilità del regolatore lineare. Una più corretta implementazione del circuito sarà questa. Qui, la funzione dei condensatori aggiunti al lineare è vista nella giusta prospettiva C2 e C3, tipicamente 0.1uF multistrato ceramico, sono installati strettamente vicino ai pin del regolatore per assicurare la stabilità, ovvero l' impossibilità di innescare fenomeni oscillatori. mentre C1 e C4, elettrolitici, costituiscono le riserve per compensare il ripple (variazioni della corrente del carico, C4, e variazioni della tensione di ingresso, C1). Classicamente il rapporto tra i due è 10:1 (ovvero, ad esempio, C1 potrà essere 470 uF e C4 47 uF). Il diodo in serie svolge due funzioni: evita il pericolo dell'inversione di polarità e nello steso tempo costituisce una separazione dal resto dell' alimentatore a monte. Il diodo in controfase sul regolatore serve a scaricare un eventuale eccesso di carica dei condensatori a valle, evitando l' inversione di polarità all' uscita del regolatore (questo succede quando la capacità a valle è più alta di quella a monte e, al mancare della tensione principale, C1 si scarica prima di C4 e degli eventuali altri condensatori in parallelo ad esso; e questo è uno dei motivi per cui si dovrebbe sempre avere C4 < C1). Come si vede, le considerazione da fare attorno ad un "semplice" regolatore lineare a tre terminali non sono del tutto banali. Ed ancor più fondamentale diventa la cosa quando si tratta di componenti digitali, dato che essi presentano un assorbimento di corrente impulsivo durante le commutazioni

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Page 1: Disaccoppiamento · digitale, dato che il gate che comanda la linea ha la possibilità di generare fronti di salita molto più ripidi, dell' ordine dei ns. Dunque, quando una porta

Disaccoppiamento ?

Ogni circuito che comprenda componenti attivi dovrebbe avere abbastanza condensatori di

disaccoppiamento in parallelo all' alimentazione.

Questa necessità è troppo spesso ignorata in quanto non è ben chiaro quale sia lo scopo di questi

condensatori distribuiti sul circuito e si ritiene che quello posto dopo lo stabilizzatore di tensione sia

sufficiente in ogni caso.

Prendiamo ad esempio un semplice regolatore lineare a tre terminali, del genere 7805, molto

comune nell' alimentazione di piccoli circuiti.

C1 svolge essenzialmente la funzione di costituire

una riserva di energia per il circuito integrato

stabilizzatore, mentre C4 lo è per i circuiti

successivi.

Inoltre, non va dimenticato, per la stabilità del

regolatore occorre che le capacità siano molto vicine

al componente. E, infatti, vanno considerate le

correnti impulsive che circolano nel circuito che

rendono necessario tenere presente che, al variare

della corrente, si presenta il fenomeno dell'

impedenza.

Variazioni rapide sul carico, come quelle imposte da circuiti digitali che passano rapidamente dallo

stato off allo stato on e viceversa costringono il regolatore lineare ad un gravoso lavoro a frequenze

elevate, cosa ne può rendere problematica la stabilità del regolatore lineare.

Una più corretta implementazione del

circuito sarà questa. Qui, la funzione dei

condensatori aggiunti al lineare è vista nella

giusta prospettiva

C2 e C3, tipicamente 0.1uF multistrato

ceramico, sono installati strettamente vicino ai pin del regolatore per

assicurare la stabilità, ovvero l' impossibilità

di innescare fenomeni oscillatori.

mentre C1 e C4, elettrolitici, costituiscono

le riserve per compensare il ripple

(variazioni della corrente del carico, C4, e

variazioni della tensione di ingresso, C1).

Classicamente il rapporto tra i due è 10:1

(ovvero, ad esempio, C1 potrà essere 470

uF e C4 47 uF).

Il diodo in serie svolge due funzioni: evita il pericolo dell'inversione di polarità e nello steso tempo

costituisce una separazione dal resto dell' alimentatore a monte.

Il diodo in controfase sul regolatore serve a scaricare un eventuale eccesso di carica dei

condensatori a valle, evitando l' inversione di polarità all' uscita del regolatore (questo succede

quando la capacità a valle è più alta di quella a monte e, al mancare della tensione principale, C1 si

scarica prima di C4 e degli eventuali altri condensatori in parallelo ad esso; e questo è uno dei

motivi per cui si dovrebbe sempre avere C4 < C1).

Come si vede, le considerazione da fare attorno ad un "semplice" regolatore lineare a tre terminali

non sono del tutto banali. Ed ancor più fondamentale diventa la cosa quando si tratta di componenti

digitali, dato che essi presentano un assorbimento di corrente impulsivo durante le commutazioni

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oppure di componenti analogici con alti guadagni o ancora di circuiti in cui circolano segnali a

frequenze elevate.

Ad esempio, in un microcontroller che accenda un

gruppo di LED collegati ai suoi I/O digitali, la

corrente assorbita passa da un livello minimo dell'

ordine di qualche milliampere o meno a LED spenti

per salire bruscamente a decine di volte con i LED

accesi.

Questo è abbastanza chiaro, ma quello che sfugge è

che

questa corrente che alimenta i LED passa

attraverso i pin di alimentazione del

microcontroller

ed i suoi componenti interni di comando del port !

Il percorso della corrente che accende il LED è

quello indicato nello schema a lato. Se ogni LED

assorbe 20 mA, con 8 LED accesi la corrente che

scorre nei pin di alimentazione positiva del

microcontroller è oltre 160 mA (8 x 20 mA + la

corrente propria di funzionamento del

microcontroller).

E questo può accadere in un tempo brevissimo: l'

istruzione

setf LEDPORT

che accende tutti i LED, a 8 MHz di clock è

eseguita in 500 ns.

Questo vuol dire che il sistema di alimentazione dovrà poter passare a fornire questa corrente

in un tempo altrettanto breve.

Lo stesso sarà per un carico collegato alla Vdd, dove andranno in conduzione i MOSFET N e la

corrente scorrerà tra la Vdd e il pin di massa.

Se consideriamo il tratto di circuito che va dalla sorgente di alimentazione al carico, solitamente lo

indichiamo con due semplici conduttori.

Vanno considerati due elementi:

il primo, molto semplice, è che dalla sorgente di alimentazione al microcontroller si

interpone una certa distanza attraverso la quale la corrente è portata dalle piste del

circuito stampato e magari anche da cavi di una certa lunghezza. Queste connessioni hanno una resistenza dovuta alla resitività ρ del materiale conduttore, alla loro

sezione S ed alla loro lunghezza l.

R = ρ * l / S

Quindi, con una piccola corrente circolante I , ci sarà una piccola caduta di tensione ΔV= R I , ma

quando la corrente aumenta significativamente, anche la caduta di tensione sui collegamenti

aumenta in proporzione. E può avere anche dimensioni significative.

Ad esempio, per una resistenza delle connessioni (cavi, piste, morsetti) di un solo ohm, con 10 mA

ci saranno 0,01 V di caduta, normalmente del tutto trascurabile; ma ad un impulso di corrente da 1

ampere, la caduta sarà di ben 1 V. Anche se solo l' impulso ha breve durata, per quel tempo la

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tensione di alimentazione degli integrati cade a 4 V dai 5 iniziali, il che può portare a problemi di

funzionamento e stabilità.

un secondo punto da considerare è il seguente:

Quando la corrente in un dispositivo cambia, l'alimentatore non può rispondere a questo cambiamento istantaneamente. Di conseguenza, la tensione al dispositivo

cambia per un breve periodo prima che il sistema di stabilizzazione risponda alla variazione.

Un regolatore ben realizzato può rispondere a variazioni del carico dalla CC a qualche

centinaio o migliaio di Hz, a seconda di come è realizzato, ma eventi molto rapidi

(transitori) che si verificano a frequenze superiori, non possono essere seguiti ed è

necessario un intervallo di tempo prima che il regolatore risponda al nuovo livello della

domanda di energia.

E poi occorre comprendere che quello che riteniamo un circuito in corrente continua perchè

alimentato da uno stabilizzatore (ad esempio un lineare a tre terminali tipo 7805) a 5V, non è affatto un circuito in continua !

Caratteristica di un circuito in corrente continua è la costanza della corrente che

scorre.

In un circuito in cui la corrente è costante, l' unico fenomeno che interviene è la resistenza

del materiale conduttore e l' unica relazione è la Legge di Ohm.

Ma nella realtà abbiamo appena visto che la corrente non è affatto costante. E la

variazione della corrente si riflette con l' apparire del fenomeno dell' induttanza, tanto più

evidente quanto maggiore è la velocità della variazione.

E l' induttanza si oppone alla variazione della corrente con una reattanza induttiva

proporzionale direttamente alla frequenza, o tempo di variazione della corrente (dI/dt)

Xl = 2 p f L

Va tenuto presente che, anche se la frequenza di commutazione è bassa, ad esempio facendo

lampeggiare i LED con un periodo di 500 ms, il tempo in cui la porta commuta è limitato

solo dalle sue caratteristiche e da quelle del carico collegato.

Tempi di commutazione dell' ordine dei ns o

ps sono del tutto comuni per le logiche attuali. Il

che vuol dire che l'onda quadra della

commutazione ha fronti di salita in cui il dV/dt è

molto più elevato.

Al variare della tensione varia in proporzione la

corrente e, di conseguenza, gli effetti induttivi

sono proporzionalmente più intensi.

Nell' immagine a lato, un impulso da 500 ms di

durata, ha il fronte di salita, ovvero il tempo

necessario per passare da livello basso a livello

alto, di meno di 100 ms: in sostanza, la

"frequenza" della commutazione non è 2 Hz,ma

cinque volte maggiore.

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E va notato che questo tempo è imposto principalmente dall' elevato carico sull' uscita digitale, dato che il gate che comanda la linea ha la possibilità di generare fronti di salita molto

più ripidi, dell' ordine dei ns.

Dunque, quando una porta deve fornire velocemente una certa quantita` di carica all'uscita, un

impulso di corrente passa attraverso uno dei due conduttori di alimentazione (ground o

alimentazione). Alla variazione della corrente impulsiva si oppongono gli aspetti parassiti (induttanze distribuite e resistenze distribuite) dei collegamenti di alimentazione e la

velocità di risposta al transitorio del sistema di regolazione. Si genera un istante di variazione della

tensione di alimentazione che, se va oltre i limiti previsti, crea un malfunzionamento del circuito.

La situazione dei componenti reali, infatti è più complessa di quanto pensino molti che realizzano

circuiti ad alte prestazioni per poi ritrovarsi con problemi di funzionamento difficili da

diagnosticare.

Se lo schema elettrico (fig.a) è semplice e sembra completo, a frequenze elevate di funzionamento o

in presenza di commutazioni con fronti veloci, la situazione si complica (fig.b) in quanto i

condensatori reali possono essere molto diversi da quelli ideali (ESR, ESL) e le tracce del circuito

stampato, sia piste che pads, costituiscono reti di impedenze e capacità parassite. (L'immagine è

tratta da una delle pubblicazioni di Analog Devices. di cui si consiglia la consultazione).

In inglese si definisce ground bounce una variazione transitoria del potenziale di riferimento (o

della tensione di alimentazione) dovuta alla variazione di corrente assorbita dal un circuito.

Il picco di corrente richiesto deve essere fornito, quindi, da una sorgente ad impedenza

sufficientemente bassa, onde non rendere critiche le commutazioni a causa delle cadute di tensione

sulle piste di alimentazione.

Qui entra in gioco il condensatore di disaccoppiamento con la funzione di un "serbatoio" locale di

energia.

Se vogliamo un equivalente meccanico, possiamo pensare agli ammortizzatori, che, accumulando e

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rilasciando energia meccanica, forniscono un supporto elastico che annulla o riduce i sobbalzi del

movimento del veicolo.

Il condensatore non è una pila o un accumulatore e non può fornire alimentazione CC, ma può

immagazzinare una certa quantità di carica elettrica (= energia) proporzionale alla

sua capacità e può rendere questa energia in modo estremamente rapido, limitato praticamente solo

dalle componenti parassite del condensatore stesso (ESR, ESL).

Così, l' applicazione di un condensatore locale in parallelo all' alimentazione la mantiene costante

per impulsi di assorbimento di corrente da centinaia di kHz a centinaia di MHz .

Disaccoppiamento è stato definito come l'arte e la pratica della separazione ed eliminazione di

accoppiamenti indesiderati porzioni di sistemi e circuiti per garantirne il corretto funzionamento

Dunque, disaccoppiare l' alimentazione ai vari elementi del circuito significa annullare o limitare

l'effetto della domanda improvvisa di corrente. Mentre il carico è inattivo, il condensatore si carica

a piena tensione di alimentazione; quando il carico viene applicato, il condensatore fornisce l'

impulso iniziale di corrente. Facendo in modo che l'induttanza delle piste sia arrivata a saturazione

prima del momento in cui il condensatore esaurisce la carica, il circuito avrà sempre a disposizione

una tensione entro i livelli corretti.

E va chiarito che anche per quanto riguarda i circuiti lineari è

necessario un disaccoppiamento di alimentazione, tanto più curato

quanto più è alta la frequenza di funzionamento, onde evitare

instabilita` e oscillazioni in circuiti che possono disporre di un elevato

guadagno.

A lato uno schema di principio tratto da una informativa di Analog

Devices.

Osservare anche qui l' indicazione della necessità di un punto comune

per la massa (= ritorno delle correnti), la cui implementazione migliora grandemente la situazione

nel funzionamento con correnti variabili, annullando l' impedenza delle piste di ritorno delle

correnti stesse e facendo della massa un reale punto a potenziale zero.

Facciamogli un bypass

Un'altro aspetto del problema è quello dei disturbi presenti sull' alimentazione, disturbi

provenienti dall' esterno o generati da parti del circuito stesso. Questo diventa sensibile in presenza

di componenti con elevate impedenze di ingresso, dove sono sufficienti basse correnti per disturbare

il funzionamento.

Per quanto riguarda i disturbi "esterni" al circuito, esempi eclatanti sono quelli generati dai motori a

collettore o dall' azionamento di contatti (relè, teleruttori), ma anche rumore elettrico provocato da

alimentatori switching, trasmettitori radio, macchine trifasi, ecc.

Però deve essere chiaro che lo stesso circuito può contenere fonti di rumore, anche

solo in quelle sezioni dove sono presenti correnti impulsive che interagiscono con i parametri di

dispersione (induttanza e capacità parassite) del circuito. Ma anche il rumore stesso dei

semiconduttori, ad esempio zener o regolatori di tensione, per non dire di relè, smps, ecc.

Ricordiamo che il condensatore riduce la sua impedenza all' aumentare della frequenza

Xc = 1 / (2 p f C)

dove f è la frequenza e C la capacità.

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Quindi il condensatore costituisce una via di passaggio delle componenti a frequenza elevata presenti sulle linee di alimentazione e che costituiscono una parte essenziale del disturbo,

dato che la sua impedenza si riduce all' aumentare della frequenza.

Facendo riferimento alla massa come punto comune di ritorno delle correnti che circolano nei vari

circuiti, lo scopo del condensatore è quello di cortocircuitare a massa queste componenti a

frequenza elevata.

Questo, ricordiamo, ha senso non solo per i circuiti alimentati in corrente alternata, ma anche (e

sopratutto) per quelli in "corrente continua" che proprio "continui" non sono e dove abbiamo fatto

notare che sussistono componenti variabili che, nella logica del circuito cc sono da considerare

nocivi o comunque indesiderabili.

In inglese è definito bypass l' aggiunta di un percorso di bassa impedenza per scaricare a massa i

transitori.

Ogni pin di un dispositivo attivo, derivato dalla tensione di alimentazione, dovrebbe avere un proprio condensatore di disaccoppiamento.

Ne abbiamo visto un esempio nel secondo circuito proposto all' inizio della pagina: C2 e C3 non

hanno funzione di "serbatoio", ma quella di bypass, assicurando la stabilità del regolatore.

Un condensatore di disaccoppiamento di solito dovrebbe essere collocato il più vicino possibile al dispositivo o direttamente posto sui pin di alimentazione. L'obiettivo è quello

di minimizzare la quantità di induttanza e la resistenza serie della linea di alimentazione tra il regolatore principale e il dispositivo stesso: maggiore è la lunghezza delle

connessioni e maggiori saranno le componenti indesiderate. Dunque, la ragione della vicinanza

tanto più stretta possibile tra disaccoppiamento e dispositivo è giustificata.

Dato che i condensatori si differenziano per le loro caratteristiche (e condensatori con buone

caratteristiche ad alta frequenza sono comunemente tipi di piccola capacità, mentre i condensatori di

grandi dimensioni hanno solitamente peggiore risposta alle alte frequenze), il disaccoppiamento

spesso implica l'uso di una combinazione di condensatori. Per esempio, in circuiti logici

complessi, è comune una coppia composta da un 100 nF ceramico, combinato con condensatore

elettrolitico o al tantalio da qualche uF a qualche decina di uF.

In particolare, i circuiti a microprocessori, che funzionano ad elevate frequenze, molte decine o centinaia di

MHz, sono soggetti a correnti impulsive di frequenze analoghe; in questi casi si consiglia di utilizzare

sempre condensatori a basso ESR, multistrato ceramici, anche sotto forma di gruppi composti da più elementi.

Va osservato che la la pratica di utilizzare coppie di condensatori non sempre è da considerare ideale, in

quanto, sopratutto in circuiti con alte frequenze di commutazione, gli effetti combinati delle induttanze,

capacità e resistenze parassite del circuito e dei condensatori potrebbe innescare fenomeni di risonanza, con il peggioramento della situazione.

La maggior parte dei costruttori di ic ad alte prestazioni consiglia di

utilizzare condensatori del genere chip multistrato (MLC), anche se

nuove tecnologie, com LIC e LGA consento di ottenere valori

migliori di 5 nH di induttanza parassita (quando sono montati in SMD), con in serie una resistenza da 20 mohm.

Questi condensatori possono offrire caratteristiche ESR/ESR molto

migliori dei modelli a film plastico, i noti "scatolini".

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Questi componenti multistrato sono disponibili sia per

il montaggio tradizionale con terminali assiali o

radiali, sia per SMD, dove l' assenza di terminali e il

cablaggio diretto sulle piste consente di ottenere i

migliori risultati nell' eliminazione delle componenti

parassite dovute al montaggio.

In particolare, il consiglio dato dai costruttori di circuiti integrati è quello di:

Usare come minimo un condensatore per pin di alimentazione, posto fisicamente vicino al pin stesso per ridurre l'induttanza parassita.

Tenere la lunghezza dei conduttori ai condensatori inferiore a 6 mm tra le terminazioni del condensatore e i pin degli ic.

Utilizzare condensatori a bassa ESR/ESL

Qui alcune informazioni ulteriori sui condensatori

Ma che condensatore metto ?

In generale, un calcolo dei condensatori di disaccoppiamento, dal punto di vista delle formule matematiche,

richiede la conoscenza della quantità di corrente circolante (dipendende dalla corrente necessaria per passare

da livello baso a livello alto, dal numero degli I/O, dalla caduta di tensione ammissibile (dV) sulla Vcc, ecc.).

Una formula generica per il calcolo della capacità potrà essere:

C = [io * n x* dt / dV

Ad esempio, per un buffer con 8 uscite, genere 244, 245, 541, e simili, con dV = 0.1 v, dt = 3ns, N = 8 e io =

44 mA, si avrà

C = 44 * 8 * 3 / 0.1 = 0.01056 uF.

Però verifiche, misure e test su questo genere di situazioni richiede laboratori specifici e non è, in genere, alla

portata del singolo utente.

Quindi la scelta di un valore comunemente utilizzato, 0.1 uF, consigliato tra l' altro dai

fogli applicativi della maggior parte dei circuiti integrati, anche se generica, è più che valida.

Anche se il calcolo riporta a un elemento da 10 nF, il costo e l' ingombro dei due condensatori,

del genere ceramici monolitici, è praticamente lo stesso, per cui la scelta è meglio cada sull'

elemento di capacità maggiore, onde parare le conseguenze di altri elementi parassitari non

considerati.

Ormai si tratta di elementi di facile reperibilità e di costo limitato, disponibili con coefficienti

di temperatura X7R, X8R e C0G (NP0) e con precisioni fino al 5% o meglio.

l valore del condensatore di disaccoppiamento che dovrebbe essere utilizzato dipende dunque dal carico del dispositivo, ma va considerato anche il fattore molto complesso delle induttanze parassitarie generate dal circuito stampato.

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Per far fronte a questo si possono mettere in pratica alcune strategie.

Una prima azione è quella di porre i condensatori di disaccoppiamento quanto più stretti possibile al componente attivo, utilizzando piste per la distribuzione dell' alimentazione sufficientemente

ampie e brevi.

In caso di dubbio, il condensatore scelto dovrebbe essere maggiore del valore calcolato.

Una seconda azione, necessaria per circuiti stampati di una certa ampiezza, è quella di disporre le piste di alimentazione a bus o comunque a blocchi e dotare i bus o i blocchi di disaccoppiamenti propri,preferibilmente con condensatori al tantalio nel range 10-22 uF, o, se

non disponibili, in alluminio di buona qualità, nel range tra 22 e 220 uF, in grado di fornire le correnti di ripple previste per quella data sezione.

Preferibilmente, invece di condensare le capacità in un solo punto, è opportuno distribuirle uniformemente

lungo le piste di alimentazione.

In generale è funzionale utilizzare un solo valore, o un numero ridotto di valori, dei condensatori di disaccoppiamento di tutte le periferiche della scheda. Il valore deve soddisfare il caso peggiore.

In ogni caso, oltre al valore della capacità ed alla qualità del condensatore, conta sempre sensibilmente il "dove" viene posto.

Ecco, ad esempio, un suggerimento

di Altera dal suo documento Power

Supply Integrity .

Da notare che sono specificate le distanze

massime dal componente per i condensatori di bypass.

Si ricorre alla classica distribuzione composta da :

un elettrolitico di capacità elevata, per la compensazione generale dei transitori di corrente (470-

3300 uF)

condensatori al tantalio (bassa ESR) a breve distanza da ogni dispositivo (47-100 uF)

condensatori ceramici MLC (bassissima ESR/ESL) a brevissima distanza dai pin (10 -100 nF)

Vediamo nelle foto seguenti alcuni esempi di posizionamento di condensatori sulle linee di alimentazione.

Classica disposizione dei condensatori di

bypass sull' alimentazione di ogni singolo IC in

una scheda VME bus

Un blocco di integrati TTL a cui è applicato un

condensatore di bypass (uno per ogni integrato), fissati

quanto più vicino possibile ai pin di alimentazione.

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E, dato che la frequenza, intesa anche come pendenza dei fronti di commutazione, è un elemento di

grande importanza, si può dire che, sotto i 50 MHz, il disaccoppiamento in generale non è gravoso,

seguendo le indicazioni di massima dette prima. Uno o due condensatori (spesso 0,01 uF - 10 uF o

più) collocati vicino all' ic sono adeguati.

Per frequenze superiori, o dove circolano correnti impulsive consistenti, con fronti di salita molto

veloci può essere necessario ricorrere a qualche forma di capacità distribuita. Ciò può essere

ottenuto utilizzando molti piccoli condensatori sparsi intorno l'IC o sfruttando la capacità interplane

del circuito stampato multi layer.

In particolare si deve considerare che se reti L-C sono poste in parallelo, la capacità totale è pari alla somma delle capacità e l'induttanza totale è ridotta n volte, dove n è il

numero di elementi utilizzati. Altrettanto per la resistenza ESR.

C = C1+C2+C3..Cn R = R1||R2||R3...Rn

Ovviamente, condensatori a minore l'induttanza e minore resistenza daranno risultati migliori. Intel, ad esempio, consiglia di impiegare ben 41 condensatori in gruppi in parallelo per

disaccoppiare efficacemente un microprocessore Pentium ®-2 (Intel Application Note AP-579).

Osservare come la specifica indichi anche le caratteristiche di ESR e ESL massime ammissibili, oltre al tipo di condensatore da impiegare.

Zoccolo con condensatore di bypass

integrato (Mill-Max Manufacturing).

Questa soluzione evita il

piazzamento del condensatore sullo

stampato, risparmiando spazio.

Multistrato 0.1 uF e tantalio 4.7 uF

associati strettamente ai pin di

alimentazione di uno zoccolo che

ospita microcontroller PIC.

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La stessa pubblicazione indica anche un

consiglio sul posizionamento dei

condensatori che saranno distribuiti, ma in

ogni caso molto a ridosso dei pin.

In particolare, approfittando dello spazio

vuoto centrale dello zoccolo, alcuni

condensatori vi trovano posto.

Data la complessità del chip, si tratta di una

realizzazione in SMD, su circuiti stampati a

molti strati (anche 6 o più), di alcuni

fungono da masse-schermi o da

distribuzione dell' alimentazione, allo scopo

di minimizzare gli effetti parassitari delle

piste.

A lato, l' immagine di uno zoccolo per processore Intel Socket 370. Approfittando del vano

centrale dello zoccolo, si utilizza questo spazio per collocare

numerosi condensatori di bypass delle linee di alimentazione del

processore, assieme a resistenze di terminazione delle linee logiche

e al sensore di temperatura (in blu al centro dell' immagine).

La disposizione consente di avere i condensatori di bypass dallo

stesso lato dei componenti trough hole e, nello stesso tempo, molto

vicini ai pin del processore. La tecnologia SMD è di rigore in

questo genere di assemblaggi ad altissima densità.

Nell' immagine a lato, i più recenti

sviluppi dei condensatori a bassissimo

ESR/ESL (AVX), realizzati con nuove

tecnologie multistrato in ceramica.La

diversa struttura e la particolare

geometria offrono ESL ancora inferiori

ai noti MLCC, anche al di sotto dei 40

pH (LGA). Si tratta di componenti

SMD previsti per applicazioni speciali

(alte frequenze, aerospaziale, ecc.).

Nel caso di CPU microprocessore come quella esemplificata, i consumi del componente possono

sono elevati, da qualche decina a oltre 120 watt. E, trattandosi di tensioni molto basse (5,

3.3, 2,5, 1.8V) le correnti sono particolarmente intense e si ricorre alla realizzazione di

aree di alimentazione on board (VRM - Voltage Regulation Module) in modo da rende quanto

più corte possibili le connessioni tra questi e il processore.

Ad esempio, questo gruppo VRM on-board ad alte prestazioni

per generare le tensioni di core di una CPU AMD AM-3, su

scheda madre ASUS.

Evidente la scelta di utilizzare un sistema di alimentazione

switching polifase con un elevato numero di condensatori,

induttori e MOSFET che aumenta il rendimento e di

conseguenza riduce il calore prodotto dagli elementi di

commutazione. Il parallelo dei condensatori riduce ESR/ESL e

aumenta il picco di corrente erogabile.

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Da osservare anche l'evidenziazione dell' uso di condensatori a lungo MTBF (5000 ore): il

costruttore ci tiene a far sapere che non usa bad-cap.

Solitamente circuiti con microcontroller embedded richiedono correnti molto più limitate,

anche perchè la tendenza attuale è quella di minimizzare il consumo energetico, e quindi sono

relativamente semplici da considerare. Le sezioni logiche hanno consumi dell' ordine dei

milliampere, ma particolarmente sensibile diventa, invece, il problema nei circuiti in cui sono

presenti I/O e in cui scorrono correnti impulsive elevate, dell' ordine delle centinaia di milliampere.

Caso comune è la presenza di attuatori di uscita (relè, solenoidi, motori e simili) o LED con correnti

elevate oppure circuiti di PWM su elementi (motori, lampade, riscaldatori, LED, ecc) che

consumano correnti sensibilmente maggiori di quelle della sezione logica.

Qui si rende necessario un disaccoppiamento

consistente, oltre che sui singoli ic, sopratutto tra l'

alimentazione della parte logica e di quella di potenza,

che, attraversate da correnti elevate sono fonte di

rumore elettrico e di transitori anche consistenti.

Si può ricorrere allora a separazioni con reti costituite

da diodo/condensatore o resistenza/induttanza/capacità

per formare filtri RC o LC, che costituiscono una

opposizione alle brusche variazioni di corrente e quindi

si oppone al passaggio di componenti a frequenza elevata.

Si ottiene così la separazione tra gli effetti delle correnti variabili in una sezione da quelle delle

rimanenti, sopratutto se queste ultime sono costituite da circuiti logici o analogici che hanno

sensibilità elevata ai disturbi sulla tensione di alimentazione.

Anche la tecnica di utilizzare stabilizzatori di

tensione separati per ogni sezione del

circuito può risultare molto efficace, in quanto

ogni stabilizzatore dovrà fare fronte alle esigenze

di una solo parte del sistema e potrà essere

dimensionato al meglio.

In sostanza si distribuisce una tensione primaria,

stabilizzata o meno a seconda delle esigenze, e si

provvede alla stabilizzazione e regolazione

"locale" per ogni sezione del circuito.

L' uso di regolatori di dimensioni ridotte al

posto di un grosso sistema di alimentazione, oltre a migliorare il rendimento (meno calore), può

risultare anche un miglioramento per quanto riguarda i costi.

L' esempio visto sopra dei regolatori VRM on board, tipici delle schede madri e delle schede video

PC è un esempio di distribuzione dell' alimentazione: l' alimentatore del PC produce un +12V che

alimenta i singoli VRM dai quali vengono derivate le più varie tensioni, in genere basse tensioni

con late correnti per l' alimentazione delle CPU e GPU. L' elevata efficienza dei VRM, che lavorano

a frequenze anche di MHz, la vicinanza ai carichi e la suddivisione in molte unità consente di

ottenere prestazioni che non sarebbero possibili ad una alimentazione completamente centralizzata.

In ogni è indispensabile l' uso di elementi capacitivi a basso ESR : dato che saranno i

condensatori a fornire le correnti di ripple, la resistenza, in serie con la corrente,

Page 12: Disaccoppiamento · digitale, dato che il gate che comanda la linea ha la possibilità di generare fronti di salita molto più ripidi, dell' ordine dei ns. Dunque, quando una porta

produce una perdita di energia che si riflette in una dV elevata e nella produzione di calore

indesiderato.

In particolare, il parallelo di condensatori consente di avere una corrente di picco pari alla somma

delle singole correnti di picco. Quindi, in generale, è spesso più opportuno, dove si vuole ottenere il

massimo di prestazione, utilizzare un parallelo di condensatori che non un unico elemento di grande

capacità.

Elementi in classe di temperatura 105 °C o 125 °C o più saranno una

scelta migliore che non elementi da 85 °C, mentre sono senz'altro da

sconsigliare condensatori commerciali low cost.

Tra l' altro, questi elementi hanno di norma specificato il valore di ESR e

sono disponibili anche in serie a bassissimo ESR. Inoltre, questi modelli

solitamente hanno una durata di vita più elevata ed una possibilità

di corrente di ripple molto maggiore dei modelli consumer (anche se il

costo è ovviamente superiore).

In particolare, sarà molto opportuno verificare se questa corrente di ripple sostenibile dal

condensatore sia adeguata al carico e far si di scegliere un elemento che abbia un margine

sufficiente rispetto al consumo impulsivo del circuito.

Per queste ragioni sarà anche consigliabile utilizzare più elementi in parallelo rispetto ad un

solo grosso condensatore: la capacità di corrente di ripple viene aumentata, mentre l' ESR viene

diminuita dalla connessione in parallelo.

In generale si può valutare una capacità di 1000 uF (o più) per ampere, ma alcuni modelli di

condensatore consento ripple minori o anche decisamente maggiori ed è opportuna una scelta

oculata, consultando le caratteristiche dei vari modelli, dato che i costi sono molto variabili da

produttore a produttore e da modello a modello. E' normale che nel catalogo di un buon costruttore

di elettrolitici siano disponibili molti modelli con caratteristiche differenti: l' accontentarsi della

scelta di un elemento qualunque non certo la migliore soluzione.

Una breve ricerca permette solitamente di trovare elementi con sufficiente corrente di ripple senza

aumentare drammaticamente le capacità in gioco e quindi limitando anche i costi.

Come ultimo appunto, si deve comunque considerare che un parallelo di condensatori a basso

ESR/ESR potrà fornire sì una levata energia in scarica, ma, proprio grazie ai ridotti parametri

parassitari, richiederà una corrente più intensa al momento iniziale della carica. Questo fatto va valutato in relazione alla possibilità di picco del sistema di alimentazione, in

particolare riguardo alla corrente che è richiesta a raddrizzatori e regolatori.

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Alcune regole generali.

1. Tutti i componenti attivi devono avere condensatori di disaccoppiamento delle alimentazioni posizionati quanto più vicino possibile ai pin.

2. In generale un multistrato ceramico da 0.1uF è adeguato alle situazioni comuni. Nel caso di assorbimenti di corrente maggiori va accoppiato un elettrolitico a basso ESR .

3. E' preferibile impiegare più condensatori in parallelo piuttosto che un unico grosso elemento: il parallelo riduce le componenti parassite ESR/ESL mentre si aumenta la capacità di corrente di ripple.

4. Non tutti i condensatori sono uguali! Verificate se possibile le caratteristiche dal sito del costruttore ed evitate l' uso di economici elementi consumer, sopratutto per quanto riguarda elettrolitici in alluminio cilindrici e a film plastico a scatoletta. Per applicazioni "serie" vanno preferiti elettrolitici 105 °C o meglio, tantalio e ceramica multistrato.

5. Le piste di alimentazione vanno curate per brevità di percorso e superficie adeguata al passaggio delle correnti richieste dal circuito. Se necessario, utilizzare basette con rame di spessore maggiore o sovra stagnare i percorsi ad elevata corrente.

6. Per quanto possibile evitare fili volanti per le alimentazioni. Se necessari per il collegamento tra l' alimentatore e le schede, posizionare su queste ultime degli elettrolitici adeguati all' arrivo dei cavi.

7. Mantenere ordine nelle connessioni e non incrociare cavi di segnale con cavi di alimentazione. Utilizzare cavi schermati e altri sistemi di isolamento dove necessario separare ingressi sensibili da fonti di disturbo.

8. Dove necessario, separare le alimentazioni della parte logica da quella analogica.

9. Nel caso di circuiti complessi, utilizzare la distribuzione della tensione principale non stabilizzata ed installare stabilizzatori locali per ogni sezione.

10. Cura particolare dovrà essere rivolta a circuiti con elevate correnti, fronti di commutazione rapidi o alte frequenze di funzionamento.

E, in ogni caso, verificare sui siti dei costruttori le caratteristiche dei componenti e i consigli dati

per il loro utilizzo.

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Ultima nota: quanto detto ed esemplificato sembra riguardare solamente l' area professionale, le

CPU di Intel o AMD o circuiti complessi che occupano decine di schede. Ma non è così.

Il problema di disaccoppiare le alimentazioni è fondamentale anche per un circuito costituito da

un semplice operazionale o da un PIC e una manciata di LED:

in qualunque situazione in cui si impieghi un qualsiasi componente attivo, op amp,

microcontroller, logica CMOS o regolatore di tensione, condensatori di bypass sono

indispensabili.

L' omettere questi componenti, anche nel più semplice circuito, porta fatalmente ad instabilità e

cattivo funzionamento.

In particolare, se condensatori di disaccoppiamento sono indispensabili nelle realizzazioni su

circuito stampato, ancor più lo sono nel caso di circuiti sperimentali, "volanti" o su breadboard: il

fatto che siano "sperimentali" non impedisce all'assenza dei condensatori nei giusti punti dell'

alimentazione di rendere problematico il funzionamento.

Speriamo che quanto detto in questa breve panoramica permetta di comprendere l' importanza di

una parte, da molti considerata "marginale".