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Sezione Varese e Provincia www.aidlombardia.it Associazione Italiana Dislessia Piazza dei Martiri, 1/2 - 40121 Bologna tel. 051242919 - fax 0516393194 www.dislessia.it [email protected] [email protected] DSA, BES, didattica inclusiva: dalla teoria alla pratica Milena Catucci Insegnante specializzata – Formatrice AID milena catucci - formatrice AID

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Page 1: didattica inclusiva: dalla teoria alla pratica · area dei disturbi evolutivi specifici ... dell’apprendimento qualunque siano le sue capacità, ... Giacomo Stella -D

Sezione Varese e Provincia • www.aidlombardia.it

Associazione Italiana Dislessia

Piazza dei Martiri, 1/2 - 40121 Bologna

tel. 051242919 - fax 0516393194

www.dislessia.it

[email protected][email protected]

DSA, BES,

didattica inclusiva:

dalla teoria alla pratica

Milena Catucci

Insegnante specializzata – Formatrice AID

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Bisogni Educativi Speciali BES

I RIFERIMENTI NORMATIVI

Direttiva del 27 dicembre 2012

Circolare n°8 del 6 marzo 2013

Nota del 27 giugno 2013

Nota del 22 novembre 2013

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Cosa fa la direttiva (DM 27/12/2012) Definisce i BES area della disabilità (L.104/1992) area dei disturbi evolutivi specifici - DSA (L.170/2010) - deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria - ADHD - funzionamento intellettivo limite ( a confine con la disabilità)

area dello svantaggio - socio-economico - socio-culturale - socio-linguistico

Estende a tutti gli alunni BES i benefici previsti dalla legge 170/2010 - strumenti compensativi - misure dispensative - valutazioni personalizzate - documentazione in PDP

Prevede la redazione di un Piano Inclusivo di Istituto per armonizzare le risorse (PAI)

Stabilisce una nuova organizzazione territoriale - CTS a livello provinciale - CTI Centri Territoriali per l’Inclusione - GLI a livello di Istituto

Prevede un piano di formazione

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Chiarimenti sulla terminologia

CERTIFICAZIONE

Documento, con valore legale, che attesta il diritto dell'interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni dì legge ( nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 per i DVA o dalla Legge 170/2010 per i DSA )

DIAGNOSI

Giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo ( ... del linguaggio, ritardo maturativo, ecc.) non certificabile, ma che ha un fondamento clinico, viene rilasciato infatti da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista.

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Qual è lo spirito della direttiva

Assicurare il successo formativo a tutti gli alunni, valorizzando le diversità e promuovendo le potenzialità

attraverso

Il riconoscimento dei BES

Pratiche inclusive

Un Piano Didattico Personalizzato (PDP)

Richiamare alla responsabilità di ciascuno attraverso azioni efficaci

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I Bisogni educativi speciali: concetti chiave e orientamenti per l’azione , Miur Lombardia 2013

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DSA BES

ADHD

Andare oltre le etichette per scoprire

cosa hanno di specifico

e cosa invece in comune

NAI

FIL H

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Il concetto di BES non è clinico, né tanto

meno medico. Non lo si trova infatti in

alcun sistema di classificazione delle

patologie, tipo ICD 10 o DSM V.

Il concetto di BES è politico, nella misura

in cui stabilisce – come macrocategoria –

quali siano le situazioni che hanno diritto a

forme di individualizzazione e

personalizzazione nella scuola.

CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE

MALATTIE E DEI PROBLEMI SANITARI

COLLEGATI

MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTRBI

MENTALI

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COMORBIDITA’ FRA ETICHETTE

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DIS- ADATTAMENTO

DIS

DIS-ABILITA’

SVANTAGGIO

DISLESSIA

DISGRAFIA

DISCALCULIA

DISORTOGRAFIA

«NORMALI»

DIFFICOLTA’ DI

APPRENDIMENTO

ADHD

FIL

FUNZIONAMENTO

INTELLETTIVO

LIMITE MENOMAZIONE

FISICA DISABILITA’

INTELLETTIVA

I bisogni educativi speciali,

S.D.Nuovo,Giunti 2014

Dove collocare l’alunno-problema?

Spesso nell’intersezione!

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LA LOGICA DIVERSA proposta dall’ OMS

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Non più inserire l’alunno-problema

«aggiustato» al meglio attraverso la

riabilitazione all’interno di un sistema che

accoglie purchè ci si adegui agli standard

comuni …

Integrare l’alunno-problema ( di cui vengono

abilitate tutte le potenzialità ) in un sistema

che si modifica perché ognuno combini le

proprie capacità con quelle degli altri per

diminuire le condizioni di svantaggio di alcuni

e incrementare il benessere di tutti

= INCLUDERE

MA

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esclusione

inserimento

separazione

integrazione

inclusione

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LAVORARE PER FUNZIONI

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ANZICHE’

PER SIGLE DIAGNOSTICHE

DA IMPLEMENTARE

Molti problemi comuni alle varie «etichette» possono essere

trattati in modo comune, prescindendo dalle etichette stesse

inserendo attività abilitative e di potenziamento delle funzioni

carenti all’interno del POF o del PAI

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FUNZIONI CARENTI COMUNI AI BES

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• ATTENZIONE

• LATERALIZZAZIONE

• PERCEZIONE

• MEMORIA VERBALE

• MEMORIA VISUO-SPAZIALE

• LINGUAGGIO

• CAPACITA’ IMMAGINATIVE

• ASPETTI META-COGNITIVI

• MOTIVAZIONE

• ATTRIBUZIONI DI CAUSALITA’, AUTOSTIMA, AUTOEFFICACIA

• INTERFERENZE EMOTIVE

I bisogni educativi speciali,

S.D.Nuovo,Giunti 2014

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Non è sufficiente, quindi, preoccuparsi di definire chi sono gli

studenti in situazione di BES; importante invece è cambiare il

modo di insegnare e di valutare, affinché ogni studente in

relazione alla sua condizione e alla sua manifesta difficoltà, trovi

la giusta risposta.

Il nodo fondamentale è quello di una didattica davvero

inclusiva, centrata sui bisogni e sulle risorse personali,

che riesca a rendere ciascun alunno protagonista

dell’apprendimento qualunque siano le sue

capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Va

favorita, pertanto, la costruzione attiva della

conoscenza, attivando le personali strategie di

approccio al “sapere”, rispettando i ritmi e gli stili di

apprendimento e assecondando i meccanismi di

autoregolazione.

I Bisogni educativi speciali: concetti chiave e

orientamenti per l’azione , Miur Lombardia 2013

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Tutto ciò implica la necessità di dotarsi di strumenti per

lavorare contemporaneamente lungo diverse direzioni:

sul clima della classe,

sulle metodologie e le strategie didattiche

e soprattutto

sulla relazione tra apprendimento-insegnamento.

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PERCHÈ È IMPORTANTE RAGIONARE IN TERMINI DI NEURODIVERSITÀ?

perché ci aiuta a cambiare atteggiamento!

(metafora ecologica)

“tanti fiori diversi hanno bisogno di attenzioni diverse”

Riconoscere

Ricercare

Valorizzare

i talenti individuali

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Problemi a scuola … DIFFICOLTA’ O DISTURBO?

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LE DIFFICOLTA’ A SCUOLA

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Nel corso dell’apprendimento gli alunni si trovano spesso di fronte

a difficoltà che rallentano e rendono problematica l’acquisizione di abilità scolastiche

come ad esempio la lettura, la scrittura, il calcolo, la soluzione di problemi,

la comprensione di concetti…

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LE DIFFICOLTA’ RIENTRANO NEL

NORMALE PROCESSO DI APPRENDIMENTO

se sono caratterizzate da

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TEMPORANEITA’ NORMALI

VARIAZIONI

ESIGENZA DI STABILIZZAZIONE

presenti in una fase

dell’apprendimento

( es. all’inizio)

del rendimento scolastico

necessità , per una competenza, di avere il congruo

tempo per essere assimilata

Le difficoltà sono molto

sensibili al trattamento

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NE ESISTONO INVECE ALTRE

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che si presentano PERSISTENTI e in grado di impedire la normale

acquisizione di alcune abilità soprattutto nell’ambito degli

automatismi di

lettura,

scrittura e

calcolo

e che risultano

particolarmente

resistenti al

trattamento!

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NON sono conseguenza di una DIDATTICA ERRATA

“L’insegnante con il suo metodo

NON PUÒ

causare la dislessia,

ma può aggravarne gli effetti”

Giacomo Stella

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CHE GIRATA IN POSITIVO SIGNIFICA CHE …

Il metodo d’ insegnamento

non origina la dislessia,

MA LE PROPOSTE CHE

SI FANNO POSSONO

RIDURNE GLI EFFETTI!

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Alcune considerazioni sugli insegnanti … e cosa fare

Prima elementare. Gennaio. Un’insegnante chiede alla Referente di Istituto una consulenza per “tre bambini che sono quasi sicuramente dislessici perché non sanno ancora né leggere e né scrivere” …

Terza elementare: “Inutile fare le prove di lettura nella mia classe: leggono tutti benissimo, non c’è nessun problema. Solo qualcuno che si esercita poco, ma perché è pigro, non perché è dislessico, ne sono sicura.”

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Gli insegnanti di primaria non hanno un modello chiaro sull’acquisizione della lettura e della scrittura:

• – oscillano fra un eccesso di tolleranza delle differenze individuali (al termine della 1^el.)

• – a un eccesso di rigidità improvviso al termine della 2^ el. (G. Stella)

Analizziamo insieme questa richiesta …

e questa affermazione.

E’ vero?

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Altre considerazioni degli insegnanti … e cosa fare

Ho spiegato tante volte la stessa cosa, ho dato tantissime informazioni, ma non ha capito niente lo stesso! Più di così che devo fare! E devo andare avanti con il programma!

Tempi rallentati …

“Tabella di marcia” da modificare …

L’onnipotenza pedagogica che a volte assale

l’insegnante nasce dall’idea che:

• insegnamento e apprendimento siano due facce della stessa medaglia;

• tutto ciò che può essere insegnato, può essere appreso;

• tutto ciò che viene insegnato, viene appreso come viene insegnato.

(G. Stella)

Non basta insegnare, bisogna dedicarsi a FAR APPRENDERE

Come?

Lo vedremo insieme

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Documentario di 70 minuti per far

comprendere i disturbi dell’apprendimento

attraverso delle simulazioni

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1 ̂fase:

APPROPRIAZIONE DEL PROBLEMA

Mettersi nei panni di un bambino con dsa e osservare la

FRUSTRAZIONE

ANSIA

TENSIONE

alle quali questi bambini sono sottoposti giornalmente.

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Allora! UNA STORIA

FAMOSA CON UN …

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NON LO SO !!!

MI ARRENDO …

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L’ANSIA ALTERA LA PRESTAZIONE

+ TEMPO E + TRANQUILLITA’ =

+ RISPOSTE CORRETTE

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Le nostre richieste sicuramente non hanno questo ritmo,

ma è quello che percepiscono i bambini con DSA poichè hanno

PROBLEMI DI ELABORAZIONE LINGUISTICA!

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Quando si fa una

domanda

I bambini

SENZA DISTURBO

elaborano subito

una risposta

I bambini

CON DISTURBO

elaborano

PRIMA la domanda

per comprenderla

e POI la risposta!

processo di elaborazione doppio

rispetto ai compagni

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PERCEZIONE VISIVA

preconcetto sui dsa:

SI DISTRAE FACILMENTE …

NON ha adeguato tempo di ATTENZIONE! m

ilena

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PERCEZIONE VISIVA

DISTRAIBILITÀ E DISATTENZIONE

si usano scambievolmente,

ma sono due cose diverse attribuite a bambini diversi …

Chi ha poco tempo di attenzione

non presta attenzione a niente.

Chi è distraibile

presta attenzione a tutto contemporaneamente!

il bambino con dsa È DISTRAIBILE!

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TUTTI POSSIAMO VEDERE QUESTA FIGURA, MA NON TUTTI LA POSSIAMO

PERCEPIRE correttamente

RIUSCIRE A VEDERE

NON SEMPRE SIGNIFICA

DARE IL GIUSTO SIGNIFICATO

A CIO’ CHE VEDIAMO!

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VISTA e VISIONE

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Magritte, 1928

Gli occhi vedono: è la vista, uno dei cinque sensi.

Il cervello elabora quello che gli occhi vedono: è la visione.

I nostri pensieri, le nostre esperienze sensoriali influenzano ciò che vediamo, e

viceversa.

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VISTA e VISIONE

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Magritte, 1928

Il nostro cervello memorizza le parole associandole alle

immagini che le stesse rappresentano.

Non è tanto il suono della parola, dunque, che viene

immagazzinato a livello cerebrale, quanto il suo aspetto VISIVO.

(Society for Neuroscience, 2011)

Questo aspetto è trasversale a molte difficoltà e disturbi, riguarda anche la

funzione immaginativa che quindi va allenata e potenziata PER TUTTI

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“Il fatto è che una delle accuse più frequenti fatte

dalla famiglia e dai professori allo studente che va

male a scuola è l’inevitabile “Ma allora tu lo fai

apposta!”. Vuoi imputazione diretta (“ Non

raccontarmi storie, tu lo fai apposta”), vuoi

esasperazione conseguente a un’ennesima

spiegazione (“Ma non è possibile, tu lo fai apposta!”),

vuoi informazione destinata a un terzo che il sospettato coglie,

diciamo, origliando alla porta dei genitori

(“Ti dico che questo ragazzo lo fa apposta!)”…

(D. Pennac: Diario di scuola)

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RIFLETTIAMOCI SU …

Per un bambino è molto meno faticoso, e

decisamente più gratificante, imparare a

leggere e a scrivere piuttosto che fare finta, e

andare bene a scuola …

PERCHE’ DOVREBBE

FARLO APPOSTA?

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PERCEZIONE VISIVA

CHI HA UN DSA HA SOLO BISOGNO

DI UN BRAVO MAESTRO!

Uno che dia spiegazioni giuste,

perché solo dando spiegazioni giuste

si può davvero riuscire a ‘’vedere ‘’

e anche a ricordare maggiori dettagli

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gioco dello «scanner»

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ESPRESSIONE ORALE

DISNOMIA: non riuscire a trovare la parola …

funzioni del cervello:

IMMAGAZZINAMENTO – RECUPERO

Chi ha un DSA non riesce a recuperare le informazioni o se lo fa le usa, ma poi le ripone

in un “cassetto” diverso del magazzino

MA QUALE ???

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ESPRESSIONE ORALE

ogni nostra azione quotidiana è un compito di tipo

O

QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA I DUE ?

Si può fare UN COMPITO COGNITIVO ALLA VOLTA,

mentre si possono fare più compiti associativi contemporaneamente.

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COGNITIVO ASSOCIATIVO

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COORDINAZIONE VISUO-MOTORIA

Provate a copiare … ma da uno specchio …

Riceverete due messaggi misti e diversi:

- uno dagli occhi (SISTEMA VISIVO)

- uno dalle mani (SISTEMA MOTORIO)

TEMPO? PRECISIONE?

( Disturbo di integrazione visuo-motoria, coordinazione , disgrafia … )

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c. cappa, 2005

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MOVIMENTI OCULARI DI UN RAGAZZINO DI 1

MEDIA CON

NORMALI CAPACITÀ DI LETTURA

Pallini neri: fissazioni

Linee: movimenti saccadici

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Cosa vuol dire leggere?

DECIFRARE - DECODIFICARE

(velocità / correttezza)

COMPRENDERE

ATTIVARE COLLEGAMENTI

TRASVERSALI

- Processo automatico e

inconsapevole - Basso consumo di

energia

- Processo

controllato e

consapevole

- Alto consumo

di energia

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DECODIFICARE L’orientamento spaziale cambia la natura dell’ oggetto …

Leggere = tradurre continuamente

p d b q

Provare per capire …

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puanti pi voi riexscomoal eggere bue staprevetesto:

Levolde seghie concu ra le te-tane fra la rabici bagli-degli

alda-aldeberi o in duche ad-da bomata-te de-a altri eni-animali der

nasconbere-dersi a bornira-re-bornire.

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DECODIFICARE - lettura fonologica

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MOVIMENTI OCULARI DI UN

BAMBINO CON DEFICIT DI LETTURA

(I. C. Mammarella)

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puanti pi voi riexscomoal eggere bue staprevetesto:

Levolde seghie concu ra le te-tane fra la rabici bagli-degli

alda-aldeberi o in duche ad-da bomata-te de-a altri eni-animali der

nasconbere-dersi a bornira-re-bornire.

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Levolde seghie concu ra le te-tane fra la rabici bagli-degli

alda-aldeberi o in duche ad-da bomata-te de-a altri eni-animali

der nasconbere-dersi a bornira-re-bornire

La volpe sceglie con cura la tana fra le radici degli alberi o in

buche abbandonate da altri animali per nascondersi e dormire.

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♦ Impegna poche risorse cognitive nelle

componenti di basso

livello (decifrazione)

♦ Attiva le conoscenze pregresse ed in grado di colmare le lacune che il testo contiene

♦ Compie previsioni sul contenuto del testo

♦ Differenzia le strategie di lettura in funzione della tipologia del testo e dello scopo

Alunno normolettore

♦ Impegna molte risorse cognitive nelle componenti di basso livello (decifrazione)

♦ Applica sempre le medesime modalità di lettura (legge tutte le righe)

♦ Non è in grado di utilizzare tecniche di lettura funzionali alla comprensione del testo

Alunno con DSA

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QUALI TRATTAMENTI MIRATI OTTENGONO RISULTATI MIGLIORI?

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FACILITAZIONE DEL RICONOSCIMENTO RAPIDO

DI SILLABE O DI ALTRI GRUPPI DI LETTERE

CHE COSTITUISCONO LE PAROLE

I METODI DI TIPO SUBLESSICALE

“Dislessia e trattamento sublessicale” Cazzaniga, Re, Cornoldi, Poli e Tressoldi

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SCO

SCU (“Il Quadernino della lettura, versione stampato maiuscolo”, M. Catucci2011)

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“Il Quadernino della lettura, versione stampato minuscolo” M. Catucci - 2011)

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es. LETTURA LESSICALE

Una pvroa dlela crreotzteza del nsroto airge

eucdavtio è la fliectià del bmabnio.

M. Mnsotseori

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DIDATTICA METACOGNITIVA IN TUTTO IL PERCORSO SCOLASTICO

Favorire una serie di conoscenze metacognitive che riguardano:

• gli scopi della lettura;

• le strategie da porre in atto al fine di raggiungere una buona comprensione del testo;

• le caratteristiche dei diversi tipi di testo.

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AID

CHI?

QUANDO?

DOVE?

COSA

SUCCEDE?

1° FATTO

2° FATTO

3° FATTO

…..

COME VA

A FINIRE?

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AID

CHI?

QUANDO?

DOVE?

COSA FA?

COSA

SUCCEDE?

1° FATTO

2° FATTO

3° FATTO

…..

COME VA

A FINIRE?

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COME FAR ACCEDERE ALLE INFORMAZIONI?

GLI INDICI TESTUALI parti che consentono un accesso immediato ai contenuti essenziali

( senza dover leggere l’intero testo )

I TITOLI PRINCIPALI

I TITOLI DEI PARAGRAFI

LE IMMAGINI

LE DIDASCALIE DELLE IMMAGINI

LE PAROLE CHIAVE

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Testo: una macrostruttura (D.Notarbartolo)

Il testo può essere visto come

« una successione lineare di frasi in sequenza »

Ma in realtà è una rete intrecciata di informazioni, concetti, parole … e tutte le parti sono in relazione tra loro: è infatti la coerenza una delle condizioni fondamentali di un testo .

• All’interno di un testo è possibile individuare degli schemi «regolari», delle strutture che danno una forma al testo e relazioni logiche in cui i contenuti si collocano.

• Questa forma (contenitore) contribuisce ad organizzare il significato ( contenuti)

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Metasemantica … regole sintattiche e grammaticali applicate, lessico inventato

mile

na c

atu

cci - A

ID

Il Ciarlestrone

Era brillosto e gli alacridi tossi

Succhiellavano scabbi nel pantùle:

Mèstili eran tutti i papparossi,

E strombavan musando itartarocchi.

(Lewis Carrol, Jabberwocky) Il Lonfo

Il Lonfo non vaterca né gluisce

e molto raramente barigatta,

ma quando soffia il bego a bisce bisce

sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.

(Fosco Maraini - GNÒSI DELLE FÀNFOLE )

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COSA AIUTA LA COMPRENSIONE • IMPARARE A INDIVIDUARE I NESSI LOGICI /

CONNETTIVI Sono dei SEGNALI che aiutano a trovare il senso, la direzione e guidano il lettore a seguire il discorso e ad arrivare alle conclusioni QUALI SONO? CONGIUNZIONI, AVVERBI, MA ANCHE VERBI O NOMI O SEGNI DI PUNTEGGIATURA, parole-chiave in grassetto … SONO RICONOSCIBILI perché SEGNALANO CHE STA SUCCEDENDO QUALCOSA Giocare a riconoscerli cerchiandoli, o manipolando il testo andando a capo creando diversi paragrafi aiuta a «vedere» la struttura e non i singoli contenuti e aiuta quindi a memorizzare l’insieme per inserirlo in un nuovo armadio vuoto.

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In sintesi: Ogni testo presenta il suo contenuto rispettando uno schema con una struttura più o meno fissa

Immaginiamo un armadio

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AID

Ciò che varia sono i contenuti, ciò che va a riempire l’armadio,

che possono essere diversi,

MA MANTENGONO SEMPRE UNA STRUTTURA LOGICA DI

RELAZIONI

Ciò aiuta sia la produzione e sia la comprensione testuale, infatti anche

un testo letto, una volta che si riesce a sistemarlo nel suo armadio

(rappresentarlo in uno schema delle sue relazioni logiche) diventa

«visibilmente» più chiaro

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Importanza del VERBO

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Nelle indicazioni per il primo ciclo è apparsa la dicitura: riconosce la

struttura di frase, il verbo e gli argomenti necessari – quindi bisogna

conoscere la valenziale per capire di cosa si sta parlando …

Questo allenamento porta ad individuare facilmente le parti

necessarie alla formulazione delle sequenze/frasi articolate

in modo logico e coerente

VERBO motore e collante di tutto

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SENTIRE PER CAPIRE (elaborazione uditiva)

L’informazione che arriva

anche dalle orecchie

si può capire molto meglio

di quando arriva solo dagli occhi.

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Il DSA è un disturbo cronico, la cui espressività si

modifica in relazione all’età e alle richieste

ambientali:

si manifesta cioè con caratteristiche

diverse nel corso dell’età evolutiva e

delle fasi di apprendimento scolastico.

La sua prevalenza appare maggiore

nella scuola primaria e secondaria di primo grado.

consensus conference, 2010

persistente o comunque di lunga durata nei suoi effetti

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Fondamentale quindi il contesto!

RELAZIONALE AMBIENTALE

famiglia

insegnanti

coetanei

operatori

esterni

spazi

materiali

attività

strumenti

E LA LORO

ORGANIZZAZIONE!

E LE LORO DINAMICHE

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LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA (allegate al D.M. 12-07-2011)

milena catucci - formatrice AID

I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune

specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di

funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica.

Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di

origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice

evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo …

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efficienza cognitiva intatta

media debole deficit

competenza di lettura

alta

DISCREPANZA

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QUALI SONO QUESTI DISTURBI?

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Sulla base del deficit funzionale

vengono comunemente distinte

le condizioni cliniche di:

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DISGRAFIA

DISCALCULIA

DISORTOGRAFIA

DISLESSIA

EVOLUTIVA

D.S.A.

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comorbilità

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DISORTOGRAFIA

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E’ la difficoltà di scrivere correttamente, utilizzando cioè tutti i segni corrispondenti ai suoni e

tutte le convenzioni ortografiche

in modo automatico.

(Leggere i DSA con Piperita Patty, E.A.Emili, L. Lenzi)

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DISGRAFIA E’ il disturbo nelle abilità grafo-motorie.

Viene spesso comunemente definita come «brutta scrittura»,

può essere incomprensibile e veloce o precisissima, ma

eccessivamente lenta

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(Leggere i DSA con Piperita Patty, E.A.Emili, L. Lenzi)

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La dislessia

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è il disturbo nella lettura

intesa come abilità di

decodifica del testo

(Leggere i DSA con Piperita Patty, E.A.Emili, L. Lenzi)

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La DISLESSIA EVOLUTIVA

NON DEVE essere considerata come

l’incapacità di leggere,

ma come l’incapacità di farlo

in modo fluente

(Savelli, 2004)

RAPIDITA’

CORRETTEZZA

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Il bambino dislessico puo' leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiche'

NON PUO' FARLO IN MANIERA AUTOMATICA

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TORNANDO ALLA DEFINIZIONE DI DSA…

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“Il punto chiave è che il genere di cervello che attualmente

denominiamo “dislessico” non è difettoso.

LA DISLESSIA NON È UN DISORDINE:

È UNA DIFFERENZA.”

Dr David Pollak

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ID INSEGNARE

O FAR APPRENDERE?

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dal latino ad- e pre(he)ndere: afferrare, agganciare … attaccarsi, appigliarsi Perché il processo si compia con successo occorre poter afferrare un contenuto ed attaccarlo alle nostre conoscenze precedenti. Tanto più esse saranno numerose in generale e sull’argomento, tanto maggiore saranno le possibilità di buon esito del processo.

Più si impara, più si può imparare e più si impara e più ci si rende conto

che ci sono ulteriori domande

Apprendere

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AID

milena catucci 08-02-2014

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Nel nostro cervello,

ciò che viene potenziato si stabilizza,

ciò che non viene potenziato nell’età della

plasticità

cerebrale va in una sorta di stand-by

INSEGNANDO AD UN BAMBINO

NON GLI SI DANNO SOLO

INFORMAZIONI E COMPETENZE,

SI MODELLA IL SUO SISTEMA NERVOSO

CENTRALE ( D. Lucangeli)

Sempre più Intelligenti si

diventa!

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PER APPRENDERE IN MODO SICURO …

è necessario dedicare attenzione alla rielaborazione delle informazioni ricevute

tutor = bravo allenatore cognitivo se

NON accetta la sola ripetizione della lezione

ma

allena a creare collegamenti per aiutare ad

assimilare le informazioni ricevute,

personalizzando così l’apprendimento

M.Polito, Atleti della mente 2007

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PER APPRENDERE IN MODO SICURO …

è necessario dedicare attenzione alla rielaborazione delle informazioni ricevute

tutor = bravo allenatore cognitivo se

NON accetta la sola ripetizione della lezione

ma

allena a creare collegamenti per aiutare ad

assimilare le informazioni ricevute,

personalizzando così l’apprendimento

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M.Polito, Atleti della mente 2007

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COSA C’E’ ALLA BASE DI UNA DIDATTICA EFFICACE PER UN APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO?

La conoscenza e la consapevolezza:

• dei diversi canali sensoriali di accesso alle informazioni

• dei diversi stili cognitivi

• dei diversi stili di apprendimento

• delle diverse strategie di insegnamento

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CANALI SENSORIALI DI ACCESSO ALLE INFORMAZIONI

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VISIVO – VERBALE preferenza per la letto-scrittura

VISIVO-NON VERBALE

preferenza per immagini, simboli, mappe …

UDITIVO preferenza per

l’ascolto

CINESTESICO preferenza per attività concrete, esperienze dirette

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CANALI PREFERENZIALI NEGLI ALUNNI CON DSA

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«La dislessia e i DSA», 2011

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Come attivare l’attenzione e facilitare un apprendimento stabile?

Alternare la lezione frontale con piccole interazioni di coppia

Stimolare discussioni

Fare immediate, ma brevi esercitazioni

Sintesi finale con tutti

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Provate a ripetere questa

parte con il vostro compagno!

A cosa possiamo collegare questa parte? Cosa vi fa

tornare in mente?

Provate a rispondere a coppia a queste domande

sull’argomento appena trattato

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Dividere i compiti complessi in parti

semplici da affrontare una alla volta

Esporre un problema alla volta o una breve

sequenza di informazioni …

Ciò porta i bambini a

migliorare le competenze, ma soprattutto a convincersi che possono diventare via via più

esperti, più “bravi”

… e subito richiedere la loro

elaborazione, spronando i loro collegamenti e

commenti

M.Polito, Atleti della mente 2007

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Ri-PASSARE = passare dove si è già passati

Ripetere le informazioni rinforza l’assimilazione e la memoria

Sfogliare i quaderni: - … dunque, andiamo al giorno … ricordi cosa hai imparato? Riguardiamo insieme … -

Oppure

-Dove eravamo rimasti? Riguardiamo il lavoro dei giorni precedenti … - oppure - Andiamo a cercare gli esempi di questo lavoro – ecc.

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Cosa facilita l’attenzione?

L’ORDINE E L’AUTODISCIPLINA Dando ordine al materiale che dobbiamo studiare,

facilitiamo la concentrazione, l’assimilazione,

la memorizzazione, la rievocazione

Quindi guidare a:

ordinare le informazioni

raggrupparle in categorie (parole chiave, immagini, date, cartine, esempi …)

fissare delle sequenze di istruzioni, che dovranno diventare autoistruzioni (prima faccio questo, poi questo …)

stabilire delle gerarchie del sapere (devi imparare benissimo

questo, di questa parte solo le didascalie, poi leggere bene la cartina …)

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Passo dopo passo verso l’autonomia

Guidare all’autoregolazione, a darsi via via delle autoistruzioni per migliorare il personale modo di studiare, ma anche per controllare, orientare, migliorare il comportamento

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Aspetta … qui come si fa? Non mi

ricordo … Che faccio? C’è il cartellone al muro! No, questa regola non c’è … prendo il formulario … ecco, ok, vado

avanti …

Devo rispondere alle domande … mi sembra che

la risposta … meglio andare a controllare …

avevamo messo un segno alla risposta 2 sul libro

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COSA RIUSCIAMO A SELEZIONARE IN MEMORIA?

10% di ciò che leggiamo

20% di ciò che sentiamo

30% di ciò che vediamo

50% di ciò che sentiamo e vediamo

70% di ciò di cui parliamo con gli altri

80% di ciò che sperimentiamo personalmente

95% di ciò che insegniamo agli altri

(Ekwall e Shaker , 2002)

(“Workers’ Education and its Techniques” in Studiare. Tecniche per migliorare efficienza

ed efficacia, L. Lama, 2010)

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APPRENDIMENTO COOPERATIVO

IN COPPIA O IN PICCOLO GRUPPO

si impara prima e meglio

ad usare procedure, materiali, metodi che stimolano processi reali di apprendimento,

a “costruire” le conoscenze con il confronto

a sviluppare il pensiero e la riflessione sui processi del proprio apprendimento

ad autoregolarsi, a migliorare e a mantenere viva la motivazione

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AID

1 –

METTERE IN ATTO TUTTE LE PROCEDURE UTILI

A RIDURRE LE DIFFICOLTÀ RISCONTRATE.

PER PERMETTERGLI DI CONSEGUIRE CON MINORE FATICA

GLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

È importante chiarire che

l’intervento agisce sulle conseguenze,

sugli effetti del disturbo,

non sulle sue cause.

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Sono tutte abilità cognitive che devono essere allenate

altrimenti i risultati dello studio

saranno sempre insoddisfacenti per gli insegnanti

( come i risultati per gli alunni …)

Qualche esempio

ecc.

Ho finito di spiegare questo argomento, ma per essere sicuri di averlo compreso bene provate a farmi delle domande … oppure a farle tra voi …

provate a dirmi come flash alcuni aspetti o alcune parole che vi sono rimaste in mente e proviamo

insieme a ricostruire il percorso

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Osserva gli indici testuali e completa la mappa.

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«La dislessia e i DSA», 2011

MEGLIO SE UNA MAPPA ORIENTATIVA DI GUIDA GENERALE – applicabile sempre -

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«La dislessia e i DSA», 2011

MEGLIO SE UNA MAPPA ORIENTATIVA DI GUIDA GENERALE – applicabile sempre -

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PER LO STUDIO O IL RIPASSO

• Osservare bene immagini, titolo, schemi …

• Individuare i 10 punti essenziali - da sapere -.

• Avere sempre sotto gli occhi lo schema di sintesi

per non perdere il filo del discorso.

• Provare a formulare domande relative agli

argomenti da sapere.

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PER LO STUDIO O IL RIPASSO

• Leggi le domande

• Trova le parole più importanti della domanda e

cercale nel testo

• Aiutati con le parole evidenziate

• Sottolinea nel testo le risposte

• Barra laterale ( tempo! ) o riscrivi le risposte

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SCRIVERE … ?

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COPIATO

DETTATO

COMPOSIZIONE TESTUALE

TRASCRIZIONE DI SEGNI

(aspetto grafo-motorio)

SCRITTURA ATTIVA

- Consapevolezza fonologica e rappresentazione grafemica

- competenze ortografiche e grammaticali

SCRITTURA ATTIVA

Processo molto complesso:

- Ideazione/traccia - Coesione/coerenza - Ortografia/morfosintassi - lessico

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«La dislessia e i DSA», 2012

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per la revisione: guidare l’attenzione panoramica

• Struttura del testo

Riguarda la scaletta:

Inizio

Svolgimento

Fine mile

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… e poi guidare l’attenzione selettiva o revisione specifica graduata, un aspetto alla volta:

Pensiero, punto.

A capo, Maiuscolo.

Verbi allo stesso tempo.

Ripetizioni

Discorsi diretti : - M …-

Nomi propri M

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Per correggere un errore … Occorre creare un clima favorevole perchè la scuola è

IL luogo dove “si può sbagliare”,

e dove si impara a non farlo più!

Quindi

guidarlo “ a caccia” di errori , semplicemente segnalandoli

o comunque

guidarlo ad utilizzare gli strumenti per lui più adeguati per cercare di autocorreggersi

ATTENZIONE! Se c’è una diagnosi di dsa, questo allenamento

non deve essere oggetto di valutazione! Separare gli obbiettivi

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HAI SBAGLIATO, non si capisce niente! Ma come scrivi, vai a

correggere !

La riflessione serena di fronte alle proprie difficoltà e dubbi può aumentare la coscienza su ciò che si sta facendo e sulle proprie potenzialità

Questa parte va sistemata, prima controlla le parole con i puntini, poi il resto, guardando

la legenda, è chiaro? Fammi vedere … ok, vai! IO non sono capace,

IO sbaglio sempre!

Ecco! Ho trovato un errore, ora lo sistemo … qui manca qualcosa …

ora aggiungo

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Al momento della revisione guidata:

• renderlo attivo guidandolo a correggere utilizzando il ragionamento ,

immagini di riferimento (es. per i suoni simili) o le “prove” ( es. doppie,

accenti ecc. Tapo o tappo?)

Ortografia: su cosa puntare?

PROBLEMA: Faccio tanti errori di ortografia … (ES) non

metto mai le maiuscole

SOLUZIONE? LI CONTROLLO!

Prima scrivo, poi vado a vedere se dopo i

punti le ho messe, se ci sono nomi propri …

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Come guidarli all’autocorrezione

La capacità di visualizzare mentalmente un modello corretto facilita l’ortografia

Attivare processi di decisione ortografica

( es. pala o palla? Pero o però? )

Per potenziare la capacità di visualizzazione, utilizzare colori guida o gesti

Es. suoni, o parole difficili e capricciose

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(“Il Quadernino della lettura, versione stampato minuscolo”, M. Catucci 2011)

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C’Ĕ C’ERA

CERA

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LAGO AGO

L’ AGO

materiale m. catucci

QUAL E’ LA PAROLA?

COME INIZIA?

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Decreto del Presidente della Repubblica

n° 122 del 22 giugno 2009

Art. 10 – Valutazione degli alunni con difficoltà specifica

di apprendimento (DSA) – adeguatamente certificate

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Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010

LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170

Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento

in ambito scolastico.

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LINEE GUIDA

PER IL DIRITTO ALLO STUDIO

DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI

CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011

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«La paura fu proprio la costante di tutta la mia

carriera scolastica: il suo chiavistello.

E quando divenni insegnante

la mia priorità fu alleviare la paura dei miei allievi

peggiori

per far saltare quel chiavistello, affinché

il sapere avesse una possibilità di passare»

(D. Pennac, da Diario di scuola)