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di O. Casarino - videoediting: A. Tinti © Aphasia Forum
dall’afasia si può guarire
se non si è lasciati soli
di Olimpia Casarino
di O. Casarino - videoediting: A. Tinti © Aphasia Forum
Quella mattina di novembre, appena sveglia capii che qualcosa non andava.
Pensai che il mio malessere indefinibile fosse dovuto alla stanchezza per aver dormito poco e male.
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Avevo letto e corretto fino a notte fonda Avevo letto e corretto fino a notte fonda le tesine degli studenti per l’esame di Storia del movimento operaio che dovevo incontrare quella mattina all’Università
di O. Casarino - videoediting: A. Tinti © Aphasia Forum
Mi osservai nella stranezza dei miei movimenti, insolitamente faticosi e lenti e mi resi subito conto, dopo essere caduta a terra per effetto di intenso senso di vertigine alla testa, che qualcosa nell’ingranaggio complesso del mio cervello si era spezzato e niente funzionava piu’ come prima
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Ero a terra, nel bagno, e tentavo con tutta me stessa di far rispondere il mio corpo fisico al
comando dei movimenti, ma l’intero lato destro era rigido, come morto e insensibile al tatto, i
muscoli del viso tesi, la bocca stranamente contratta e mi sentivo in preda alla confusione
con mal di testa, nausea e vedevo anche in modo diverso, tutto offuscato
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Non riuscivo più a parlare, non articolavo un suono
che non fosse di gemito per il dolore.
Non sapevo più leggere, scrivere, né contare.
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Alle domande che mi facevano non avrei saputo rispondere perche’ avevo
completamente dimenticato tutto
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Il mio sapere era svanito nel nulla. Mi resi conto che al pari dell’italiano
anche le altre lingue straniere, inglese, spagnolo e francese
si erano oscurate all’improvviso.
Anni e anni di studio e di ricerca erano completamente cancellati.
Ero regredita, forse per effetto di una magia o di un sortilegio,
alla condizione di una bambina piccola dell’asilo, per giunta muta.
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Mille domande inquietanti sulla mia vita privata, già molto complicata, mi affollavano la
mente confusa senza parlare della paura che intravedevo nella mia futura difficoltà
nell’esaminare gli studenti se proprio io avevo dimenticato tutto.
Il mio futuro mi presentava solo lati oscuri.
Ero in preda al panico della situazione presente, percepivo con estrema lucidità la sensazione di assoluta impotenza a controllare la mia vita e
l’evento che si stava verificando.
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Come comunicare col mondo esterno?
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La mia capacità di comprensione di quello che accadeva a me e intorno a me, per fortuna, era
la sola rimasta intatta.
Sentivo come per una compensazione dei sensi, che la sensibilità si era accresciuta in me come
nelle persone cieche, per effetto del grande dolore che avevo nel cuore, non parlo di
sensibilità corporea o fisica, ma di sensibilità del sentimento, dell’empatia che nasceva dalla
sofferenza che sentivo crescere in me e che tentavo di comunicare agli altri con lo sguardo e con il movimento del corpo sul lato sinistro
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Ma mi resi subito conto che gli altri, nella loro condizione di normalità, non erano pronti a
capire i miei bisogni quali erano.
Era una condizione terribile di assenza totale di comunicazione tra me e gli altri, sentivo una
contrapposizione di realtà opposte e lontane tra loro anni luce, eppure la sensazione più
allucinante era nel riconoscere che, fino a qualche ora prima, avevo fatto parte di quel
mondo che avevo conosciuto e che all’improvviso mi era diventato estraneo.
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Come comunicare il mio bisogno fisico impellente di urinare e quello ancora più profondo di stringere sul mio cuore, che batteva come impazzito, il mio bambino impaurito da quanto accadeva, dal via vai frenetico di gente sconosciuta che si occupava di me. Era stato proprio lui a scoprirmi a terra nel bagno, ed era stato pronto a dare l’allarme al padre...
Aveva capito la gravità della situazione…aveva appena tre anni. Andava rassicurato e non allontanato da me come se fossi un’appestata, senza nessuna spiegazione.
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Riflettevo sull’incapacità dei grandi, perfino dei medici, a comunicare e capire quale fosse la risposta giusta in quella situazione di forzata impotenza e quanto fosse più efficace come prontezza, più immediata perché più semplice la risposta di un bambino molto piccolo.
La comunicazione nell’universo relazionale dei bambini è più semplificata, ha meno sovrastrutture, più immediatezza e minore razionalità. L’azione dei bambini è frutto della semplicità e dell’amore, doti del cuore e dell’intuizione…
di O. Casarino - videoediting: A. Tinti © Aphasia Forum
Quell’evento terribile cominciò a svelarmi, nel silenzio in cui ero immersa, un’infinità di
aspetti nuovi su cui la razionalità non si era soffermata, che forse, in quanto tale, non poteva nemmeno comprendere.
Ironia della sorte, nel mio cervello era
proprio quello l’emisfero colpito.
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Stavo mutando pelle.Mi accorgevo di essere in presenza di un cambiamento
interiore molto forte, ancora più difficile da comunicare al mondo esterno
quando ogni contatto verbale è interrotto.
Stavo mutando pelle…
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Questa sensazione di nuova, indefinita identità, di una nuova vita che nasceva in me, mi faceva riflettere sull’affermazione che …
“ogni evento non capita mai a caso”
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Ne fui pienamente convinta dal successivo evento “miracoloso” consistente nello sblocco spontaneo
dell’arteria occlusa che evitò l’intervento chirurgico già programmato.
Se fossi stata operata, come tanti afasici che ho conosciuto, chissà quale percorso avrei fatto,
quale vita avrei vissuto…
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Ma niente avviene a caso e ciascuno di noi svolge un compito nella propria vita.
Sta a noi scoprirlo…
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Nel mio caso, la scoperta del “nuovo corso” avvenne a Milano nel corso dei lunghi e sofferti nove mesi della rieducazione del linguaggio.
Ho un debito enorme di riconoscenza con gli amici, parenti e colleghi di lavoro, la cui grande solidarietà ha permesso questo meraviglioso recupero alla vita, operato proprio a Milano.
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Sono il frutto e il testimone al tempo stesso, di una riabilitazione efficiente, efficace, rispettosa della dignità della persona colpita, fondata sull’autentico rispetto della persona come essere umano che soffre, sulla preparazione psicologica indispensabile con tutti i malati e sull’umanità nell’esercizio di una dura professione
Le relazioni umane vissute nel contesto milanese mi fecero capire quale sarebbe stata la mia nuova vita. Scattò in me una molla, qualcosa fece “click”, una luce si accese…
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e mi fu chiaro che volevo aiutare gli altri esseri umani ad uscire
dal loro tunnel di sofferenza e a scoprire in loro la ricchezza
dei nuovi talenti nel loro percorso di guarigione dalla malattia.
Mi sono convertita ai nuovi interessi studiando con passione e con impegno e dedicandomi all’approfondimento di tutte quelle esperienze i cui effetti erano positivi e benefici, nel percorso verso l’autoguarigione.
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Da allora ho fatto solo incontri di un certo tipo, con persone che soffrivano di cancro, leucemia,
problemi cardiaci, depressione psichica, scoliosi grave, ernia del disco, sclerosi
multipla, epilessia, rare ed invalidanti malattie del sistema neurologico.
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Ho condiviso con molti di loro, oltre al loro percorso di sofferenza anche momenti
terminali, parlando a lungo e molto seneramente della vita oltre la vita, nell’altra
dimensione. Sono sempre state queste persone ad insegnarmi il valore inestimabile della vita, la forza dell’amore e il coraggio nella malattia.
di O. Casarino - videoediting: A. Tinti © Aphasia Forum
Sono particolarmente grata agli insegnamenti datemi da tutte le persone amiche scomparse ma sempre vive nel mio ricordo.
A tutti gli operatori della riabilitazione umana e a quelli del mondo olistico che mi hanno insegnato
il percorso della luce…
A tutti i fedeli compagni del lungo percorso
di immersione nella coscienza, a quanti mi hanno guidato nella
strada verso la luce…
di O. Casarino - videoediting: A. Tinti © Aphasia Forum
…a tutti coloro che hanno collaborato e con me condiviso nel profondo con grande pazienza, disponibilità e creatività, questo messaggio rivolto in modo particolare alle persone afasiche e alle persone che fanno parte dell’ universo relazionaleintorno alla vita degli afasici
di O. Casarino - videoediting: A. Tinti © Aphasia Forum
dall’afasia si può guarire
se non si è lasciati soli
di Olimpia Casarino
andra Tinti © Aphasia Forum