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© Tutti i diritti riservati Doceo Consulting S.r.l. Riservato aziendale Corso di Formazione in Igiene e sicurezza del lavoro in conformità al D.Lgs 81/08. (Testo unico sulla Sicurezza D. Lgs. N. 81/2008 integrato dal D.Lgs. N.106/2009) In collaborazione con Edizione 2013 I° PARTE

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• Riservato aziendale

Corso di Formazione in Igiene e sicurezza del lavoro in conformità al

D.Lgs 81/08 .(Testo unico sulla Sicurezza D. Lgs. N. 81/2008 integr ato dal D.Lgs. N.106/2009 )

In collaborazione con

Edizione 2013

I° PARTE

© Tutti i diritti riservati Doceo Consulting S.r.l.

• Riservato aziendale

Agenda

1. Normativa e Sistema Organizzativo della Sicurezz a

2. Videoterminali

3. Ergonomia

4. Rischio Elettrico

5. Rischio Incendio

6. Rischio chimico ambienti indoor

7. La segnaletica di sicurezza e i Piani di emergen za

8. Rischio Stress lavoro correlato

9. Rischio lavori in quota

10. DPI

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• Riservato aziendale

Agenda

1. Normativa e Sistema Organizzativo della Sicurezz a

2. Videoterminali

3. Ergonomia

4. Rischio Elettrico

5. Rischio Incendio

6. Rischio chimico ambienti indoor

7. La segnaletica di sicurezza e i Piani di emergen za

8. Rischio Stress lavoro correlato

9. Rischio lavori in quota

10. DPI

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• Riservato aziendale

Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

Fonte : Relazione Annuale INAIL 2012

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Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

Fonte : Relazione Annuale INAIL 2012

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Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

Fonte : Relazione Annuale INAIL 2012

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• Riservato aziendale

La Costituzione italiana

In alcuni articoli della Costituzione della Repubblica Italiana si trovano riferimenti specifici sulla sicurezza esalute dei lavoratori

Art. 32 – La Repubblica tutela la salute comefondamentale diritto dell’individuo e interessedella collettività

Art. 35 – La Repubblica tutela il lavoro intutte le sue forme ed applicazioni

Art. 41 – L’iniziativa economica privata èlibera, ma non può svolgersi in contrastocon l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza

La prevenzione degli infortuni è uncompito fondamentale dello Stato. Lasalute dei lavoratori è un dirittofondamentale ed è tutelato da norme didiritto pubblico

Le esigenze di sicurezza vengonoprivilegiate rispetto a quelle, puretutelate, della produzione

Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

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• Riservato aziendale

Art. 2087 “Tutela delle condizioni di lavoro”L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che,secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie per tutelarel’integrità fisica e morale dei prestatori di lavoro

Art. 2050 “Responsabilità per l’esercizio di attività perico lose”Chiunque cagiona danno ad altri nello sviluppo di una attività pericolosa, per sua natura, oper la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di aver adottatotutte le misure idonee ad evitare il danno

Art. 1176 “Diligenza nell’adempimento”Nell’adempimento delle obbligazioni inerenti l’esercizio di una attività professionale, ladiligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata

Il Codice Civile

Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

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• Riservato aziendale

Art. 437 “Rimozione o omissione dolosa di cautela contro inf ortuni sul lavoro”Chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero lirimuove o li danneggia, è punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni. Se dal fatto deriva un disastro o un infortunio, la penadella reclusione è da 3 a 5 anni

Art. 451 “Omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro”Chiunque per colpa omette di collocare ovvero rimuove o rende inservibili apparecchi o latri mezzi destinatiall’estinzione di un incendio, al salvataggio o al soccorso contro disastri o infortuni sul lavoro è punito con lareclusione fino ad un anno e con la multa da Lire 200.000 fino a 1.000.000

Il Codice Penale (1)

Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

Il Codice Penale (2)•ELEMENTI COSTITUTIVI DEL REATO

•Nesso di causalità: esiste un nesso di casualità tra il fatto (azione od omissione) e il danno, quando c’è una ragionevoleprobabilità che il fatto che si commette produca il danno

Concorso da parte dell’uomo: c’è una volontà colpevole se la persona, al momento del fatto, è capace di intendere e di volere

REATO

Presuppone la coscienza e la volontà dell’azione o omissione e può assumere le forme del dolo e della colpa

• Doloso o secondo l’intenzione: è la volontà di tenere un comportamento dannoso, finalizzato a danneggiare qualcuno

• Colposo o contro l’intenzione: a causa di negligenza, imprudenza, imperizia, che caratterizzano il comportamento di chicompie il reato

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• Riservato aziendale

I REATI POSSONO ESSERE COMMESSI PER AVER VIOLATO UNA NORMA, UNA LEGGE, UN ORDINE SCRITTO, PERDOLO O PER VER TENUT0 UN COMPORTAMENTO CARATTERIZZATO DA:

IMPRUDENZAChi agisce senza cautela, senzauna valutazione preventiva deirischi e dei pericoli in cui puòincorrere e dei danni che puòcausare agli altri

NEGLIGENZAAtteggiamento psichico ditrascuratezza, consistente in uncomportamento negativo checontrasta con le norme cheimpongono al contrario unacondotta attenta e sollecita

IMPERIZIA

E’ una insufficientepreparazione o nonabilità in undeterminato lavoro

Il Codice Penale (3)

Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

LA VIOLAZIONE DI UNA NORMA ANTINFORTUNISTICA E’ REATO PENALE E COMPORTA SEMPRE L’APPLICAZIZONE DI UNACONDANNA PENALE

IN RELAZIONE AL GRADO DI RESPONSABILITA’ ACCERTATA LE CONDANNE SI CARATTERIZZANO IN:

SANZIONI PECUNIARIE (ammenda, risarcimento del danno)

PENE DETENTIVE O RESTRITTIVE DELLA LIBERTA’ PERSONALE (reclusione, stato di fermo)

LA RESPONSABILITA’ PENALE E PERSONALE:

Si applica alle PERSONA FISICHE e non alle PERSOSNE GIURIDICHENON SCATTA AUTOMATICAMENTE a causa di unSOSPETTO, ma DEVE ESSERE DIMOSTRATA

Il Codice Penale (4)

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• Riservato aziendale

Il nuovo “Unico Testo Normativo”•Il 15 Maggio 2008 è entrato in vigore il D. Lgs.81/2008 (noto anche come “Testo Unico sullasicurezza ”) che coordina ed integra in un’unicalegge la maggior parte della precedentenormativa italiana in materia di sicurezza sullavoro (es. D.Lgs. 626/94 e D.Lgs. 494/96)

•Il 20 Agosto 2009 sono entrate in vigore lemodifiche apportate al D.Lgs. 81/2008 dalD.Lgs. 106 del 3 agosto 2009

Attualmente il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i è articolato su:

13 titoli

51 allegati

Normativa e sistema organizzativo della Sicurezza

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• Riservato aziendale

Le principali novità introdotte dal D.Lgs. n.106/20 09

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• Riservato aziendale

D.Lgs. 81/08: Organizzazione e figure

Il sistema organizzativo della sicurezza

Rappresentante dei lavoratori

per la sicurezza(RLS)

Medico competente

(MdL)

Responsabile Serv. Prevenzione e

Protezione (RSPP)Datore di Lavoro

Preposti

Dirigenti

Lavoratori

Incaricati alle

misure di primo

soccorso

Addetti al Servizio PP (ASPP)

Incaricati Sistema Gestione Sicurezza •Eleggono

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• Riservato aziendale

Il D.Lgs 81/2008 e s.m.i. - I compiti del Datore di Lavoro

Il D.Lgs 81/2008 e s.m.i.I compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione – RSPP

Il D.Lgs 81/2008 e s.m.i. - I compiti del Medico Competente

Il D.Lgs 81/2008 e s.m.i. –

I compiti del RLS

D.Lgs. 81/08: Organizzazione e figure

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• Riservato aziendale

Valutazione e prevenzione dei rischi

IL VERIFICARSI DI UN INCIDENTE/INFORTUNIO COMPORTA LE SEGUENTI CONSEGUENZE

LEGALE

ECONOMICO

IMMAGINE AZIENDALE

APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA VIGENTE INMATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO

RESPONSABILITA’ CIVILE E PENALE PPERSONALE

RESPONSBAILITA’ CIVLE PERSONE GIURIDICHE

SANZIONI AMM.VE

COSTI DI RIPRISTINO

DIMINUZIONE VALORE IMMOBILI

DECREMENTO RICAVI

DECREMENTO LOYALTY

MAGGIORI COSTI DI MKTG

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• Riservato aziendale

•RISCHI D’AMBIENTE

•(SEDI DI LAVORO)

RISCHI D’ATTIVITA’

• Valutazione rischi

• Macchine

• Impianti

• Gestione emergenze

• ………...

• Valutazione rischi

• Metodi di lavoro

• Attrezzature

• DPI

• Formazione

… PERTANTO E’ NECESSARIO TENERE SEMPRE PRESENTE LA NATURA DE I RISCHI

Valutazione e prevenzione dei rischi

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• Riservato aziendale

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Principali tipologie di rischio

RISCHI PER LA SICUREZZA

Strutture, macchine e apparecchiature, ambienti di lavoro, sostanze pericolose

RISCHI IGIENICO AMBIENTALI

agenti chimici (polveri, fumi e gas ), agenti fisici (rumore, vibrazioni e radiazioni), agenti biologici (virus e batteri), ergonomia, etc.

RISCHI ORGANIZZATIVI

posizioni di lavoro disagevole, procedure, etc.

RISCHI PSICO SOCIALI

Ripetitività, compiti non adeguati, stress lavoro correlato, etc.

Valutazione e prevenzione dei rischi

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• Riservato aziendale

Significato del termine “rischio”

Con il termine pericolo si indica la qualità/proprietà di un fattore di potercausare danni alle persone o all’ambiente (presenza di “fonti di pericolo”).Con il termine rischio si indica il caso venga riscontrata l’esposizione deilavoratori alle fonti di pericolo (effettiva esposizione a fonti di pericolo).

Analiticamente il rischio è riconducibile ad una formula matematica data dalseguente prodotto:

R = F x M > ZEROF = frequenza, ovvero le probabilità che si verifichi l’incidente

M =magnitudo o entità del danno conseguente ad un incidente

IL PRODOTTO OTTENUTO È SEMPRE MAGGIORE DI ZERO POICHÉ ILPERICOLO È CONNATURATO IN OGNI AZIONE CONDOTTADALL’UOMO.

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• Riservato aziendale

DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI “PREVENZIONE”

E’ concepita dal legislatore come un processo che interessa l’intera attività aziendale e che coinvolge tutti coloro che si trovano ad operare in azienda.

Si attua attraverso:� Individuazione delle fonti di pericolo�Valutazione dei rischi �Redazione del documento �Costituzione del servizio di prevenzione e protezione d ai rischi.

Le misure di prevenzione e protezione

Le misure di prevenzione sono tutti gli interventi di caratte re tecnico, organizzativo,procedurale e igienico e di tipo oggettivo-collettivo che p ossono essere attuati in fase diorganizzazione aziendale.

Qualora tali interventi non dovessero consentire un adegua to livello di sicurezza, ènecessario intervenire con le misure di protezione (da prefe rire quelle collettive a quelleindividuali - D.P.I.) .

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• Riservato aziendale

Principali tipologie di rischio

RISCHI PER LA SICUREZZA

Strutture, macchine e apparecchiature, ambienti di lavoro, sostanze pericolose

RISCHI IGIENICO AMBIENTALI

agenti chimici (polveri, fumi e gas ), agenti fisici (rumore, vibrazioni e radiazioni), agenti biologici (virus e batteri), ergonomia, etc.

RISCHI ORGANIZZATIVI

posizioni di lavoro disagevole, procedure, etc.

RISCHI PSICO SOCIALI

Ripetitività, compiti non adeguati, stress lavoro correlato, etc.

Valutazione del rischio

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• Riservato aziendale

Agenda

1. Normativa e Sistema Organizzativo della Sicurezz a

2. Videoterminali

3. Ergonomia

4. Rischio Elettrico

5. Rischio Incendio

6. Rischio chimico ambienti indoor

7. La segnaletica di sicurezza e i Piani di emergen za

8. Rischio Stress lavoro correlato

9. Rischio lavori in quota

10. DPI

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• Riservato aziendale

Videoterminali (VDT)

Definizioni

VIDEOTERMINALEuno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo procedimento di visualizzazione utilizzato;

POSTO DI LAVOROl'insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema diimmissione dati, incluso il mouse, il software per l'interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, leapparecchiature connesse, comprendenti l'unita' a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per idocumenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostante;

LAVORATOREil lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali,dedotte le interruzioni di cui all'articolo 175.

RIFERIMENTI NORMATIVI

�Decreto legislativo 2008 n.81: Titolo VII e Allegato XXXIV

�Decreto Ministeriale 2.10.2000 – Linee guida d’uso dei Videoterminali

�UNI EN ISO 6385 “Principi ergonomici nella progettazione dei sistemi di lavoro

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• Riservato aziendale

FATTORI DI RISCHIO PER LA SALUTE

Gli effetti scientificamente dimostrati sono:

• Disturbi oculo-visivi

• Disturbi muscolo-scheletrici (sindrome del tunnel carpale; tendiniti della mano e del polso; mialgia cervico brachiale)

• In minore misura, le reazioni da stress ed i disturbi cutanei.

• Sono da escludere associazioni con vere patologie oculo-visive, gli effetti sulla gravidanza ed effetti delle radiazioni ionizzanti e non

Gli effetti sulla salute causati dal lavoro con videoterminali sono correlati:

• Alla durata dell’esposizione:

• Alle caratteristiche del lavoro svolto

• Alle caratteristiche dell’hardware e del software

• Alle caratteristiche del posto di lavoro e dell’ambiente

Videoterminali (VDT)

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• Riservato aziendale

Il lavoratore, ha diritto ad una interruzione della sua attivitàmediante pause ovvero cambiamento di attività.

Le modalità e la durata delleinterruzioni possono essere stabilitetemporaneamente a livelloindividuale ove il medicocompetente ne evidenzi la necessità.

È esclusa la cumulabilità delle interruzioni all'inizio ed altermine dell'orario di lavoro.

La pausa non è riassorbibile all'interno di accordi cheprevedono la riduzione dell'orario complessivo di lavoro, inquanto è considerata a tutti gli effetti parte integrantedell'orario di lavoro

I lavoratori hanno diritto ad una interruzione di 15 minuti

ogni 120 di applicazione continuativa al VDT salvo diversedisposizioni definite in sede di contrattazione collettiva.

Costituisce a tutti gli effetti tempo di lavoro il tempo diattesa della risposta da parte del sistema elettronico

SVOLGIMENTO QUOTIDIANO DEL LAVORO

Videoterminali (VDT)

D.Lgs. 81/2008 – titolo VII

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• Riservato aziendale

Utilizzo improprio dei PC portatili

Il PC portatile, usato in modo continuativo, non può sostituire il normalevideoterminale perché non consente di rispettare le norme vigenti (distanze, posture,separazione schermo-tastiera).

Videoterminali

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• Riservato aziendale

Agenda

1. Normativa e Sistema Organizzativo della Sicurezz a

2. Videoterminali

3. Ergonomia

4. Rischio Elettrico

5. Rischio Incendio

6. Rischio chimico ambienti indoor

7. La segnaletica di sicurezza e i Piani di emergen za

8. Rischio Stress lavoro correlato

9. Rischio lavori in quota

10. DPI

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ERGONOMIA

Ingegneria

Scienze biologiche

Antropologia

Scienze

cognitive

Biomeccanica

Definizione e obiettivi

Ergonomia

Obiettivo dell’ergonomia (ergon → lavoro, forzae nomos → legge, diritto) è studiare e prevenireforme di patologie dovute alla fatica o legate alcattivo uso della forza. La normativa di sicurezzaprevede tra le misure generali di tutela il “rispettodei principi ergonomici nella concezione dellepostazioni di lavoro”.

L’ergonomia studia il rapporto uomo-macchina-ambiente per ottenerne il migliore mutuoadattamento e per la migliore progettazione diprodotti e ambienti di lavoro rispondenti allenecessità del lavoratore nonché per migliorarnela sicurezza, la salute, il confort e il benessere.

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• Riservato aziendale

Antropometria

Ergonomia

Si occupa delle dimensioni e delle forme del corpo umano

Antropometria

È utilizzata nella progettazione di qualsiasi artefatto

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• Riservato aziendale

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ERGONOMIA

In particolare per i videoterminali l’art.174 del D.Lgs. 81/2008 prevede Chenella valutazione del rischio il datore dilavoro analizzi, tra l’altro, i posti dilavoro con particolare riguardo allecondizioni ergonomiche e di igieneambientale e adotti le misureappropriate per ovviare ai rischiriscontrati

Ergonomia e VDT

•schienale

•regolabile e orientabile

•seduta

•regolabile

•Girevole

•a cinque ruote

Il sedile deve essere stabile, deveavere altezza regolabile in manieraindipendente dallo schienale. Lo

schienale deve fornire un adeguatosupporto lombare, altezza e

inclinazione regolabile. Nell’ambitodi tali regolazioni l’utilizzatore dovràpoter fissare lo schienale nellaposizione selezionata. Il sedile deveessere dotato di un meccanismo

girevole per facilitare i cambi diposizione e deve poter essere spostatoagevolmente secondo le necessità. Unpoggiapiedi sarà messo a disposizionedi coloro che lo desiderino

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• Riservato aziendale

SCHERMO, TASTIERA e MOUSE

Lo schermo è inadeguato se:

� ha immagini non definite ed instabili;

� non ha regolazioni di contrasto e luminosità;

� non consente orientazione;

� riceve riflessi ed abbagliamenti;

� é posto frontalmente alle finestre.

Lo schermo non deve essere sistemato sopra il case del PC, ma deve essere in

posizione ortogonale rispetto alle finestre.

La distanza dello schermo dagli occhi dell'operatore deve essere circa 50-70 cm

D.Lgs. 81/2008 - allegato XXXIV (attrezzature)

Ergonomia e VDT

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• Riservato aziendale

SCHERMO, TASTIERA e MOUSE

LA TASTIERA deve essere separata dalloschermo e facilmente regolabile e dotata dimeccanismo di variazione della pendenza. Lospazio sul piano di lavoro deve consentire unappoggio degli avambracci davanti alla tastieranel corso della digitazione

Il MOUSE o qualsiasi dispositivo di puntamentoin dotazione alla postazione di lavoro deveessere posto sullo stesso piano della tastiera, inposizione facilmente raggiungibile e disporre diuno spazio adeguato per il suo uso.

Ergonomia e VDT

D.Lgs. 81/2008 - allegato XXXIV (attrezzature)

L’impiego prolungato dei computer portatilinecessita della fornitura di una tastiera e diun mouse o altro dispositivo di puntamentoesterni nonché di un idoneo supporto checonsenta il corretto posizionamento delloschermo.

PC PORTATILE

Il PC portatile, usato in modo continuativo, non puòsostituire il normale videoterminale perché non consentedi rispettare le norme vigenti (distanze, posture,separazione schermo-tastiera).

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• Riservato aziendale

PIANO DI LAVORO e SEDUTA

Il piano di lavoro deve avere unasuperficie a basso indice di riflessione,essere stabile, di dimensioni sufficientia permettere una disposizione flessibiledello schermo, della tastiera, deidocumenti e del materiale accessorio.L’altezza (fissa o regolabile) deve essereindicativamente compresa fra 70 e 80 cm.Lo spazio a disposizione deve permetterel’alloggiamento e il movimento degliarti inferiori e l’ingresso del sedile e deibraccioli se presenti.

Ergonomia e Postazione di lavoro

D.Lgs. 81/2008 - allegato XXXIV (attrezzature)

Lo studio delle problematiche ergonomiche all’internodell’organizzazione del lavoro consente una serie di benefici• miglioramento delle condizioni di lavoro generali per i lavoratori;• diminuzione dei disturbi e delle patologie dovuti a fatica o cattivouso della forza fisica;• migliori condizioni per i lavoratori con problemi ortopedici o ridottatolleranza allo sforzo.

Benefici

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• Riservato aziendale

Agenda

1. Normativa e Sistema Organizzativo della Sicurezz a

2. Videoterminali

3. Ergonomia

4. Rischio Elettrico

5. Rischio Incendio

6. Rischio chimico ambienti indoor

7. La segnaletica di sicurezza e i Piani di emergen za

8. Rischio Stress lavoro correlato

9. Rischio lavori in quota

10. DPI

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• Riservato aziendale

Rischio elettrico Introduzione – Quadro normativo di riferimento

In tutti gli ambienti di lavoro esiste il rischio

elettrico

In tutti gli ambienti di lavoro esistono

macchinari elettrici, impianti elettrici ed

elettroniciLeggi

Normetecniche

DPR 37 22/01/2008 Norme per la sicurezzadegli impianti

Norme CEI

Legge 186/68 Disposizioni concernenti laproduzione di materiali, apparecchiature,installazioni ed impianti elettrici ed elettronici

DPR 462/01 Regolamento di semplificazione delprocedimento per la denuncia di installazioni edispositivi di protezione contro le scaricheatmosferiche, di dispositivi di messa a terra diimpianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi

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• Riservato aziendale

• Il Marchio CE certifica la rispondenza ai requisiti essenzi ali della

Direttiva di riferimento.

• L’Istituto Marchio di Qualità (IMQ) rilascia il marchio di s icurezza

che attesta la conformità dei prodotti elettrici ai requisi ti delle norme

CEI.

Rischio elettricoMarcatura materiali

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• Riservato aziendale

Rischio elettricoCause e rimedi di infortuni elettrici

Fattori umaniImprudenza e ignoranza nell’utilizzazione delle

apparecchiature elettriche

Cattivo stato di conservazione o bassa

qualità dei materiali, mancato rispetto delle

norme di sicurezza.

Fattori materiali e tecnici

CauseCause

Scelte di carattere tecnico

Formazione e Informazione

RimediRimedi

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• Riservato aziendale

Rischio elettricoPericolosità della corrente elettrica

Effetti sulla

salute

Percorso della corrente

Durata del contatto

Intensità e frequenza della corrente

Superficie e pressione del contatto

Condizione psico-fisica

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• Riservato aziendale

Rischio elettrico

Gli effetti della corrente elettrica sul corpo umano

TETANIZZAZIONE

FIBRILLAZIONE CARDIACA

Irrigidimento dei muscoli attraversati dalla corrente. A volte non consente il distacco dalle parti in tensione.

ARRESTO RESPIRATORIO

USTIONI

È generato dalla contrazione dei muscoli respiratori che impedisce la respirazione con successiva asfissia (mancanza di O2) perdita di coscienza e possibile morte.

La contrazione caotica delle fibre muscolari produce la fibrillazione che impedisce al cuore di svolgere la propria funzione sino a provocarne l’arresto.

Il corpo percorso da corrente si riscalda (Effetto Joule). Se la quantità di calore è notevole possono bruciarsi i tessuti attraversati dalla stessa.

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• Riservato aziendale

Rischio elettrico

Gli effetti della corrente elettrica sul corpo umano

Nel diagramma sono evidenziate lezone di pericolosità della correnteelettrica in funzione del tempo (sec)e del valore (mega ampere):

• zona 1 (verde): La corrente è cosìbassa da non essere percepita;

• zona 2 (giallo): La corrente èpercepita ma non provoca danni;

• zona 3 (arancione): Possibili effettifisiologici (tetanizzazione, asfissia,disturbi cardiaci);

• zona 4 (rosso): Arresto cardiaco odella respirazione, ustioni.

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• Riservato aziendale

Rischio elettrico

Rischio elettrico: contatto diretto e indiretto

Il contatto diretto avviene quando sientra in contatto con conduttori, "nudi" odirettamente accessibili, in tensione.Può anche avvenire per contatto tramiteinterposizione di oggetti metallici.

Il contatto indiretto avviene quando sientra in contatto con parti metallichenormalmente non in tensione che, perun guasto o perdita di isolamento dialcuni componenti, risultano in tensione.

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• Riservato aziendale

Rischio elettricoMisure di prevenzione contro il contatto diretto

Le parti in tensione delle apparecchiature elettriche sono generalmente protettedagli agenti esterni mediante involucri e barriere.

Il grado di protezione (IP – International Protection) di un componente elettricoesprime il suo livello di protezione contro l'ingresso di corpi solidi e liquidi.

Le norme CEI 64-8 fissano il grado di protezione minimo che devono avere gliinvolucri e barriere dei dispositivi elettrici in funzione del luogo di installazione.

IP 44

Protetto contro i corpi solidi superiori a 1mm (arnesi fini, fili sottili)

Esempio:

Protetto contro gli spruzzi d'acqua da tutte le direzioni

1 Cifra 2 Cifra

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• Riservato aziendale

Rischio elettricoMisure di prevenzione contro il contatto indiretto

Gli impianti elettrici devono essere dotati di impianto di messaa terra al fine di collegare allo stesso potenziale tutte le massemetalliche.

Il conduttore di protezione collega la carcassa metallica,tramite il conduttore di terra, ad un picchetto zincatoconficcato nel terreno.

Le prese a spina di tipo piatto utilizzano il polo centrale mentrequelle di tipo rotondo utilizzano una lamella laterale. Oltreall'impianto di messa a terra, per protezione dai contatti ènecessario installare a monte degli apparecchi un dispositivoche rileva la dispersione di corrente verso terra (interruttoredifferenziale) e che interrompe il flusso di corrente elettricarapidamente, prima che questa assuma valori pericolosi.Anche l'impianto di messa a terra deve essere installato everificato da personale qualificato.Tale impianto è soggetto a denuncia obbligatoria e verificaperiodica dell'autorità competente.

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• Riservato aziendale

Rischio elettrico negli uffici

Controllare che non visiano cavi, spine,prese, interruttori oaltri componentilesionati, con partiesposte non protette

Se la presa è corredata di interruttore, prima di togliere la spina aprire l’interruttore.

Disinserire la spina afferrandone correttamente l’involucro esterno.

Nel togliere mai la spina dalla presa tirandola per il cavo.

Non toccare maiapparecchi elettrici ointerruttori, con manibagnate o sudate, ostando su unpavimento bagnato.

Misure di prevenzione

Evitare che i cavi siano posti disordinatamente

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• Riservato aziendale

Rischio elettrico negli uffici

Se una spina non entra in una presa, non tentare collegamenti di fortuna.

Non compiere maiinterventi su quadrielettrici o altre partiin tensione.

Misure di prevenzione

Nonsovraccaricaremai una lineaelettrica, usandomultiprese eciabatte concollegamenti acascata.Non eseguire mai

riparazioni di fortuna di prese, spine e cavi con nastro isolante o adesivo.

Adeguare sempre l'impianto con il numero di prese necessarie.

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• Riservato aziendale

Rischio elettrico negli uffici

Evitare che i cavi siano posti disordinatamente e comunque non in zone di passaggio

Non lasciare maiportalampade prividella lampadina.

Misure di prevenzione

Non utilizzare fornelli, stufe elettriche e qualunque altro dispositivo elettrico non autorizzato.

Adoperare cavi di lunghezza adatta.

Il cavo non deve giungere alla presa restando teso, né sospeso in una via di passaggio.

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• Riservato aziendale

Non lasciare accesiapparecchi, es.lampade adincandescenza, chepossono provocareun incendio durantela vostra assenza odi notte.

Non usare maiacqua sugliapparecchielettrici.Non utilizzarel’acqua perestinguere incendisu apparecchielettrici.

L'interruttore degliapparati ON/OFFnon separa l'unitàdalla tensione direte.

Disalimentareogni macchinadopo l’uso e inogni caso alla fine dellagiornatalavorativa.

Rischio elettrico negli uffici

Misure di prevenzione

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Valutazione del rischio elettrico

Componenti dell’impianto e sistemi di protezione: il quadro elettrico

L‘interruttore differenziale , se presente nelquadro elettrico, è facilmente riconoscibile perla presenza di un pulsante contrassegnatodalla lettera T (scatta a 30 ma).

L’interruttore differenziale se ben coordinatocon l’impianto di terra assicura un’ottimaprotezione

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Nel quadro elettrico :

• ogni interruttore deve avere un’etichetta cheidentifica il circuito elettrico a cui corrisponde (salaaudiovisivi, atrio, ecc.)

• deve esserci il relativo schema, con quadro chiuso.

In generale gli impianti elettrici devono essererealizzati da un elettricista iscritto alla CCIAA ed averedichiarazione di conformità rilasciata dall’installatore.

Tutti gli apparecchi elettrici devono:

• indicare la tensione, l’intensità e il tipo di corrente;

• essere dotati di documentazione sulle caratteristichetecniche d’uso e di certificatio di conformità alle normedi sicurezza.

Componenti dell’impianto e sistemi di protezione

Rischio elettrico

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Rischio elettricoComponenti dell’impianto e sistemi di protezione: l’interruttore differenziale

• L'interruttore differenziale (salvavita)confronta continuamente la correnteentrante con quella uscente e scattaquando avverte una differenza.

• Se la differenza è superiore alla sogliadi sensibilità interviene il differenziale.

• Per una buona manutenzionedell’interruttore differenziale èconsigliabile effettuare periodicamente untest di prova premendo il pulsante T.

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Agenda

1. Normativa e Sistema Organizzativo della Sicurezz a

2. Videoterminali

3. Ergonomia

4. Rischio Elettrico

5. Rischio Incendio

6. Rischio chimico ambienti indoor

7. La segnaletica di sicurezza e i Piani di emergen za

8. Rischio Stress lavoro correlato

9. Rischio lavori in quota

10. DPI

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Principi sulla «Combustione»

Con il termine “combustione” si intende la reazione chimica di una sostanzacombustibile con un comburente , che da luogo allo sviluppo di calore,fiamma,gas fumo e luce (prodotti della combustione)

COMBURENTE COMBUSTIBILE+ = Prodotti combustione

Ossigeno (O2)Sostanza

infiammabileCalore, fiamma,gas,fumo, luce

Stato : Solido , Liquido , Gassoso

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Combustione Ossigeno

(O2)Vapori combustibili

Combustibile liquido

Temperatura di evaporazione oDi infiammabilità

+ =

Poiché il comburente solitamente è un gas, saranno i vaporicombustibili a generare la combustione

Combustibili Liquidi

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Combustibili Solidi

• Incombustibili (non possono bruciare)• Difficilmente combustibili (bruciano solo in costante presenza di innesco)• Combustibili (una volta accesi bruciano per autocatalisi• Facilmente accendibili (bruciano con deboli energie di innesco)• Difficilmente accendibili (bruciano con elevata energia di innesco)

Prodotti della Combustione

I prodotti dei processi di combustione dei più comuni combustibili:

Ossido di carbonio + vapore acqueo (se la combustione è incompleta per mancanza di ossigeno)Anidride carbonica + vapore acqueo (se la combustione è completa per abbondanza di ossigeno)

Una combustione completa può dar luogo alla formazione di composti intermedi della reazione dicombustione, talvolta molto tossici

Alcuni combustibili contenenti zolfo possono dar luogo alla formazione di ANIDRIDE SOLFOROSA oANIDRIDE SOLFORICA

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Temperatura

D’INFIAMMABILITA’Temperatura minima alla quale un combustibile liquido o solido sviluppa vapori in quantità tale da formare con l’aria una miscela

infiammabileOgni combustibile ha la propria temperatura di infiammabilitàAlcuni combustibili sono infiammabili a temperatura ambiente altri devono essere riscaldatiDI ACCENSIONELa temperatura minima alla quale il combustibile ,in miscela con l’aria, inizia spontaneamente a bruciare senza bisogno di innescoOgni combustibile ha la sua temperatura d’ accensioneAlcune sostanze si riscaldano spontaneamente e possono accendersi,altre si determina un’auto combustione in seguito a un

processo di fermentazione

ESEMPISe Il combustibile liquido è:A temperatura inferiore a quella di infiammabilità non si accende, poichè non emette vapori in quantità sufficiente a formare con l’aria

una miscela infiammabileA temperatura superiore a quella d’infiammabilità si accende in presenza di un innesco, poiché emette vapori a sufficienza da

formare con l’aria una miscela infiammabileA temperatura di autoaccensione la combustione avviene spontaneamente con violenza senza bisogno di innesco

Affinchè una sostanza combustibile sia infiammabile è necessario che la

composizione (espressa in % in volume) della miscela aria-gas sia

compresa nel campo di infiammabilità

I valori estremi che limitano tale campo sono detti limite superiore e

inferiore di infiammabilità

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Sorgenti di Innesco

Fiamme libere

Apparecchiatureelettriche

non installatecorrettamente

Macchine che sviluppano calore E sorgenti di calore

SUPERFICI CALDE

SCINTTILLE

FIAMME

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Estinzione dell’incendio

• Per RAFFREDDAMENTO

• Per SOTTRAZIONE DEL COMBUSTIBILE

• Per SOFFOCAMENTO

ogni azione agisce su un elemento del triangolo del fuoco

soffocamento

SottrazioneDel

combustibile

raffreddamento

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CLASSI D’INCENDIO E CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI

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Le Sostanze Estinguenti

Gli agenti estinguenti agiscono sul sistema di combustione, mediante interazione di natura fisica o chimica, dirette all’arresto di

tale processo per modificazione delle condizioni limite oltre le quali non può aver luogo lo svolgimento di questo le sostanze

usate per estinguere un incendio sono commisurate alla natura e all’entità dell’incendio

ACQUAQuando un getto d’ acqua colpisce un focolaio , esplica un’az ione meccanica e raffreddante. Se la quantità d’ acquaè notevole rispetto alla sostanza infiammata,si ha un’azio ne di soffocamento.

NON DEVE ESSERE MAI ADOPERATA� Per spegnere incendi di sostanze liquide più leggere di ques ta e su apparecchiature elettriche.� Contro fusti di carburo� Contro sodio e potassio

ACQUA NEBULIZZATAquando l’acqua viene a contatto con temperature superiori a 1600° avviene una dissociazione dove l’ ossigeno sidivide dall’ idrogeno. Questa divisa(nebulizzata) esce da lle lance esplicando una forte azione raffreddante esoffocante

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SABBIA

La sabbia isola il combustibile dalcomburente ,salvo per gli incendidi classe D dove va usata sabbiaumida, spargendola con stratocontinuo. Questa ha poca efficacianel caso dei liquidi, perché sideposita sul fondo. La sabbiaviene usata essenzialmente percircoscrivere l’ incendio

SCHIUMASi impiega per spegnere liquidi più leggeri dell’acqua. Esplica un’azione di soffocamento, e può essere di due tipi:

� MECCANICA� CHIMICA

Principali sostanze estinguenti

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Agenda

1. Normativa e Sistema Organizzativo della Sicurezz a

2. Videoterminali

3. Ergonomia

4. Rischio Elettrico

5. Rischio Incendio

6. Rischio chimico ambienti indoor

7. La segnaletica di sicurezza e i Piani di emergen za

8. Rischio Stress lavoro correlato

9. Rischio lavori in quota

10. DPI

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Inquinamento indoor

DefinizioniAMBIENTI INDOOR

ambienti confinati di vita e di lavoronon industriali , ed in particolare, tutti iluoghi confinati adibiti a dimora, svago,lavoro e trasporto:

–abitazioni–uffici–strutture comunitarie (ospedali,scuole, caserme, ...)

–strutture ricreative (cinema, bar,ristoranti, negozi, strutturesportive,…)

–mezzi di trasporto

IL Problema

Negli ambienti confinati agli inquinanti provenienti dall’esterno siaggiungono un’ampia gamma di agenti inquinanti le cui fontisono all’interno degli edifici.

L’uomo trascorre la quasi totalità del proprio tempo (90%)all’interno di edifici.

Il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità perm3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente).

•La diffusione

•del radon

•Negli ambienti

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• Riservato aziendale

Inquinamento indoor

Inquinanti indoor

Gli inquinanti che possono essere presenti negli ambienti confinati non-industriali sono molto numerosi. In particolare si possono individuare tre

categorie inquinanti:

� ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono,particolato, composti organici volatili (VOC),benzene, formaldeide

� radon, campi elettromagnetici

� acari, muffe e funghi, allergeni da animalidomestici

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Inquinamento indoor

Fonti di inquinamento indoor in ufficio

Le fonti principali di contaminanti indoor negli uffici sono:

• i materiali da costruzione

• gli impianti di riscaldamento e condizionamento

• gli arredamenti e le finiture interne

• i detergenti utilizzati per la pulizia

Effetti sulla salute

MALATTIE DA ALLERGENI INDOOR dovuta alla risposta anomala di una quotadi popolazione che si sensibilizza nei confronti di sostanze allergizzanti

INCREMENTO DEL RISCHIO di contrarre:

» Malattie respiratorie

» Malattie da infezioni di origine indoor (influenza, varicella, morbillo, polmoniti pneumococciche, etc.) per contaminazione microbica dell’aria

EFFETTI CANCEROGENI causati, se non adeguatamente controllati, soprattutto da:

» fumo» radon» amianto

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Fumo

•Il fumo di tabacco

Il fumo di tabacco ambientale (Environmental Tobacco Smoke – ETS) consiste nell’esposizione ad agenti tossici generatidalla combustione del tabacco . È una combinazione di oltre 4000 sostanze, di cui molte sono tossiche, irritanti ocancerogene :

• nicotina

• catrame

• idrocarburiaromatici

• benzopirene

• monossido diazoto

• monossido dicarbonio

• acidocianidrico

• acetaldeide

• formaldeide

Effetti sulla salute

Gli effetti più immediati dell’esposizione al fumo passivo sono:irritazione agli occhi e al naso

» mal di testa

» secchezza della gola

» vertigini e nausea

» tosse e altri problemi respiratori

Il fumo di sigaretta costituisce la prima

causa di tumore al polmone

Provoca un aumento del rischio di malattie ischemiche e

cardiovascolari.

Il fumo delle donne in gravidanza, o l’esposizione a fumopassivo, provoca una significativa riduzione del peso allanascita, è associato alle morti improvvise del neonato(SIDS, Sudden Infant Death Syndrome) ed ha graviconseguenze per lo sviluppo della funzione respiratoria deibambini.