calcio2000 183

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Pubblicato fin dal 1997. In questo numero: Mattia Destro, i secondi allenatori, Eusebio, Speciale Champions League.

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    TRENTESIMO

    30

    teamwear since 1982

  • 3mar 2013calcio2000

    calcio2000va in rete

    vete ragione, avrei potuto avvisare ma, sono sincero, non ho trovato le parole. Ho preferito aspettare questo giorno, il giorno in cui Cal-cio2000 cambia pelle e si adegua ai tempi, diventando il primo vero magazine online di calcio.

    Lo so, sono un nostalgico anche io, la carta ha sempre avuto un fascino unico per me ma, ammettiamolo, non si pu restare inermi davanti a quanto sta ac-cadendo attorno a noi. Il mondo si evolve tanto quanto la professione giornalistica. Meglio conti-nuare a tagliare sui contenuti per risparmiare ed essere presenti in edicola o risparmiare i costi della stampa, migliorare ulteriormente i contenuti e pun-tare sulla grande diffusione della rete? Non stata una scelta facile, ve lo garantisco. La casa editrice ci ha riflet-tuto a lungo ma, alla fine, si deciso di fare il grande passo. Un passo che, tuttavia, nasconde dei privilegi. Il primo? Beh, il costo del magazine Da 4,90 euro a zero, ribadisco, zero euro. Non sar per sempre ma, almeno per la prima fase, ci sembrato doveroso e necessario. Abituarsi alle nuove tec-nologie non una passeggiata ma, alla fine, ci si riesce. Ricordo quanto ho sofferto nel passaggio dalla videocassetta al dvd. Oggi non potrei fare a meno del supporto dvd. O, ancora, la lotta per resi-stere alla tentazione del cellulare, strumento imprescindibile nella nostra vita quotidiana. E, allora, ben venga questa nuova sfida. Come potrete notare, non cambiata una virgola rispetto alla nostra/vostra rivista. Stesso numero di pagine, contenuti sempre di qualit e attenzione massima ai particolari. Ov-

    viamente, come sempre, vi chiedo il vostro supporto per capire dove e come migliorare questo nuovo Calcio2000.

    C tanto da fare, tanto da poter migliorare, tanto da capire. La tecnologia ci offre mille possibilit, sarebbe stupido non sfruttarle. Mi sto dilungando troppo, buona

    lettura. Calcio2000 continua la sua avventura e si lancia nella rete, sperando che sia un gol da ricordare

    a

    di Fabrizio Poncirolieditoriale

  • sommario183

    6 LaboccadelleonediFabrizioPonciroli8 IntervistaEsclusivaDestrodiLucaManes14 IsecondidelcalciodiRiccardoCavassi18 IntervistaEsclusivaVergassoladiSergioStanco

    20 SerieBIntervistaaTavanodiPierfrancescoTrocchi22 RubricaLegaPro-MonzadiCostantinoFelisatti24 RubricaSerieDFoggiadiNiccolBonazzi

    76 SerieA82 Seriebwin86 LegaPro

    serie a

    altri campionati italia

    statistiche89 SerieD90 Campionatistranieri96 Esteri

    70 CalcioRussodiAlessandroCasaglia

    calcio dal mondo

    serie A

    26 Imitidelcalcio-EusebiodiLucaGandini30 AccadeamarzodiSimoneQuesiti32 CalcioAltrove-DDRdiGabrielePorri34 Dovesonofiniti?SennadiPaoloCamedda36 Aunpassodallagloria:SelladiAlfonsoScintiRoger38 Top11AustriadiAntonioVespasiano

    44 Spagna-SpagnaQuantiMOUgugni48 Inghilterra-IlMuseodelFootball52 Germania-WillkommenPep56 Francia-NellemanidiIbra60 SpecialeChampions-Ottavi

    top calcio eUropa

    il calcio racconta

    il calcio e dei Giovani

  • calcio2000

    183 Direttore responsabileAlfonsoGiambelli

    Direttore [email protected]

    responsabile iniziative [email protected]

    [email protected]

    reDazioneTaniaEspositoredazione@calcio2OOO.itGiancarloBoschiDanielePerticari

    Hanno collaboratoDanieleChiti,RenatoMaisani,AntonioLongo,DeborahBassi,LucaGandini,AlviseCagnazzo,GianpieroVersace,LucaManes,FlavioSirna,PaoloMandar,StefanoDeMartino,AntonioGiusto,NicolaPagano,EleonoraRonchetti,SimoneGrassi,GianluigiBagnulo,AntonioVespasiano,MatteoPerri,FrancescoDelVecchio,AntonioModaffari,GabrielePorri,PaoloCamedda,AlessandroBasile,FrancescoSchirru,PasqualeRomano,ElvioGnecco,DarioLisi,FrancescoIppolito,RobertoZerbini,AndreaRosati,SilviaSaccani,LorenzoStillitano,RiccardoCavassi,AntonelloSchiavello,AlfonsoScintiRoger,ElmarBergonzini,AlessandroCasaglia,SimoneQuesiti,PierfrancescoTrocchi,StefanoBenetazzoeSalvatoreSiviero,NiccolBonazzi

    realizzazione GraficaAlessandroTrabucchi([email protected])FrancescaCrespi

    fotoGrafie AgenziafotograficaLiverani

    statisticHeACTIONGROUPsrl

    concessionaria esclusiva per la pubblicitACTIONGROUPsrlViaLondonio222O154MilanoTel.O2.345.38.338Cell.338.9OO.53.33e-mail:[email protected]

    5mar 2013calcio2000

    calcio2000

    Tutti i mesi troverai Calcio2000 su:www.calcissimo.com/calcio2000www.issuu.com/calcio2000a partire dal il 15 marzo 2013

    Numero chiuso il 5 febbraio 2013

    iL CaLCio DEi GioVaNi

  • 6 mar 2013calcio2000

    Wes, non ci mancheraiCaro Direttore,sono un tifoso interista e sono felice perch, finalmente, Sneijder stato venduto al Galatasaray. Io non ne potevo pi, mi sembrava di avere in rosa un fantasma. Ok, ci ha aiu-tato a vincere il Triplete ma poi sparito dalla circolazione. Vorrei un suo giudizio, onesto, su Sneijder. Cosa ne pensa? Ha fatto bene lInter a cederlo? Unaltra cosa, continuate con i servizi sui miti del calcio, sono molto carini e completi. Spero parlerete anche di Trapattoni, la sua Inter dei record ancora un bellissimo ricordo per me!Gianluca, mail firmata

    Caro Gianluca, andiamo con ordine. Innanzitutto devo am-mettere che cedere Sneijder era, considerata la situazione che si era venuta a creare, lunica strada percorribile. Per-sonalmente non ho mai amato il gioco dellolandese. Grandi mezzi tecnici ma anche molto scostante nel rendimento. Al Real Madrid non aveva entusiasmato, allInter, salvo qual-che sprazzo, pure. LInter ha risparmiato oltre 20 milioni di euro invitandolo ad accettare la proposta dei turchi e, onestamente, ha preso una saggia decisione. Negli anni 80 si diceva, dei giocatori come Sneijder, che assomigliavano a dei 9 pi che a dei veri 10. Beh, credo che il fantasista ex Inter sia un giocatore incompleto, di quelli che ti posso-no risolvere una partita ma, la volta successiva, lasciarti per strada senza motivo apparente. Bello da vedere ma difficile da sopportare. Senza rimpianto, Sneijder al Galatasaray la soluzione giusta per tutti

    no, anelKa no!!!Gentile Ponciroli,per prima cosa complimenti per la rivista. Mese dopo mese vedo pi cura nei dettagli, anche se del film del campionato non v traccia. Sto seguendo il mercato della Juventus e sono rimasto sorpreso. Si parlato per settimane di Drogba e, poi, arriva Anelka. So che ha fatto benissimo al Chelsea ma io mi sarei aspettato un vero top player. La mia idea

    semplice: se bisogna comprare, meglio comprare uno che ti aiuta a crescere come qualit del gruppo, non tanto per comprare. Una richiesta per finire: si ricordi che le storie sulla storia del calcio sono molto apprezzate da noi di una certa et, non lo dimentichi mai.Francesco di Settimo Torinese, mail firmata

    Francesco, non sei lunico che mi ha scritto riguardo allac-quisto, da parte della Juventus, di Anelka. Che sia stato un affare non ci sono dubbi, almeno dal punto di vista eco-nomico/mediatico. Anelka, nonostante sia un classe 1979,

    Cisonolibrichevalelapenacondividere. il caso di ISegreti dellAgente dei Cal-ciatori,scrittodalmioamicoTalotta,incompagniadiCa-taliotti.

    L E T T U R E

  • 7mar 2013calcio2000

    ha ancora un nome spendibile. Ha esperienza internaziona-le, ha carattere, insomma ha un peso mediatico importante. Inoltre stato pagato 600 mila euro (con i bonus si arriva ad un milione di euro da qui a giugno), una cifra accettabi-le. Poi, per, c la questione tecnica. Abdul-Salam Bilal (si convertito allIslam, questo il suo vero nome) non un carattere facile. Ovunque stato, ha sempre avuto problemi con lambiente (tradotto: litigio con Conte certo al 100%) e, soprattutto, non quella prima punta che la Juventus deside-rava. In tutta la sua lunghissima carriera, non ha mai segna-to 20 reti in qualsiasi campionato a cui ha partecipato (suo record, 19 reti, con il Chelsea nella stagione 2008/09). Sa giocare in attacco ma va lasciato libero, proprio quello che non ama Conte. Insomma, ci sar da divertirsi

    vediamo QUante ne indovinoAlla Redazione di Calcio2000Buongiorno, siamo dei giornalisti di un blog sul calcio, avremmo queste domande da porvi. Potete aiutarci? Le ri-sposte verranno pubblicate sul nostro blog calciooggi- Chi vincer lo scudetto?- Chi andr in Champions League?- Chi sar il capocannoniere del campionato?- Chi sar il giocatore delusione dellanno?- Chi retroceder in Serie B?- Chi vincer la Champions League?redazione calciooggi

    Buongiorno, mi piacciono queste iniziative, quindi eccomi pronto per le risposte. Ve le elenco di seguito: Juventus Juventus/Napoli/Milan Cavani Zarate Pescara/Siena/Cagliari Bayern Monaco

    di Fabrizio Ponciroli

    GUardiola ha Fatto Bene?Buongiorno Ponciroli,ho appena saputo che Guardiola allener il Bayern Monaco. Sono curioso di sapere che ne pensa in proposito. Se vuole rispondermi sul giornaleAdriano, mail firmata

    Caro Adriano, Guardiola non ha fatto bene, ha fatto benissi-mo. La Bundesliga il calcio pi in crescita che ci sia, hanno stadi fantastici e una cultura sportiva sensazionale. Puntano sui giovani e sanno come far rendere il prodotto. Pep uno sveglio, uno che ha capito che il presente e il futuro in terra tedesca.

    R I C E V I A M O & P U B B L I C H I A M Olo stadio, lanticalcioMichiamoMarcelloesonoilpapdiFederico.VivoaBergamoenonsonountifosodicalcio.Miofiglio,Andrea,di7anni,haunapassioneimportanteperilcalcio.MihachiestodiportarloallostadioavederelAtalanta.Cos,domenicascorsa,hodecisodiportaremiofiglioavedereAtalanta-Cagliari.Nonandavoallostadiodaannie,purtroppo,hocapitosubitochenullaeracambiato.Causaneve,lapartitainiziatacon30diritardoe,pertuttoiltempo,lacurvaatalantinahagridatoinsultieparo-lacceallindirizzodeigiocatoridelCagliari.Pertuttalapartitahodovutosentirelagenteattornoameinveirecontrolarbitro,apostrofatoconmilleparolacce.Miofiglioeral,inmezzoaquestagentechedieducazionenonsanulla,asentireognitipodiparolaccia.Misonovergognatoperloroeperme.Ioallostadiononandrpi,perchlostadiolanticalcio.Preferiscochemiofigliocontinuiaguardarelepartiteintv,dove,almeno,glistupiditifosinonhannospazioemododifarsisentire.LoscorsoannosiamoandatiaMontecarloavedereiltennis.unaltrosportmalaculturadovrebbevalereinognidisciplina,noncrede?Scusilosfogomacredochecisianotantipadridifamigliachelapensanocomeme,almenolosperoMarcello, bergamo, mail firmata

  • 8 mar 2013calcio2000

    il soGno di mattia

    n un freddo e umido tardo pome-riggio invernale sono oltre 100 tra ragazzi e bambini che si sono radu-nati al campo Roma della Romu-

    lea, storico club dilettantistico del quar-tiere San Giovanni, per incontrare Mattia Destro in uno splendido evento griffato Nike. Tutti muniti di carta e penna per strappare un autografo e macchinetta di-gitale per una foto ricordo, la loro attesa non sar vana. Il giovane attaccante della Roma non si sottrae certo allabbraccio dei tifosi. Poi, in maglietta e pantaloncini, premia i 16 ragazzi finalisti del concorso basato su prove di velocit e abilit tecni-ca per testare lultimo modello di scarpi-no della Nike, il multicolore e dal nome altisonante Mercurial Vapor IX. Ovvero la nuova calzatura di Destro, gi testata dal ragazzo la sera prima allOlimpico. In quelloccasione il ragazzo si s infor-

    intervista - Mattia destro

    di Luca Manes

    figlio darte,

    attaccante

    moderno, destro

    vuole lasciare il

    segno nella roma

    per poi provare a

    conquistare il suo

    Mondiale

    tunato al menisco (incidente che lo terr fuori per almeno un mese), ma ha anche segnato il suo terzo goal in Coppa Italia nella semifinale di andata contro lInter, la squadra in cui cresciuto ma che non ha creduto in lui, salvo poi pentirsene.

    ROMA CAPUT MUNDIDurante la premiazione, non mancano i siparietti con i giovani partecipanti al concorso. Sono quasi tutti della Roma, ben contenti di stringere la mano a uno dei loro idoli, per non manca qualche supporter dei cugini. Uno di loro in maniera scherzosa lo minaccia cos: Se segni al derby entro in campo e ti vengo a cercare!. Daltronde nella Citt Eterna il derby si vive 365 giorni lanno e per fortuna, a parte derive violente delle frange estreme del tifo, di solito tutto ri-mane nellalveo dellironia e degli sfott.

    i

    serie A

  • 9mar 2013calcio2000

    intervista - mattia destro

    mattia destroNATo il

    A

    squAdrA

    ruolo

    AlTezzA

    peso

    esordio iN serie A

    preseNze iN serie A

    gol iN serie A

    preseNze iN NAzioNAle

    gol iN NAzioNAle

    2O/O3/1991

    Ascoli Piceno

    Roma

    Attaccante

    181 cm

    72 kg

    12/O9/2O12 Napoli-Chievo 1-3

    61

    18

    04

    1

    La mercurial vapor iX disponibile a partire dal 29 Gennaio 2013 su nike.com e presso i rivenditori in tutto il mondo.

  • 10 mar 2013calcio2000

    intervista - Mattia destro

    serie A

    Gi, la piazza romana, tra le pi difficili, calde ed esigenti di tutta Europa. Negli angusti spogliatoi della Romulea chie-diamo a Destro se sia pentito della scelta fatta la scorsa estate, quando passato al club giallorosso nellambito di unopera-zione di calciomercato: Di ripensamenti assolutamente non ne ho. stata una de-cisione importante, sono molto contento di essere venuto qui a Roma a giocare in un club di prestigio e con grandi tifosi, che riservano un enorme affetto ai loro beniamini. Anche in citt lambienta-mento procede alla grande, senza alcun problema. E, poi, cera la possibilit imparare calcio da un allenatore come Zdenek Zeman. S, lui ha determinato in parte la mia decisione.

    METODI BOEMIDaltronde, uno che appena arrivato a Genova da Milano, ha chiesto ferma-mente il 22 del mito Milito conosciuto e apprezzato ad Appiano Gentile, uno con le idee chiare, che non si fa condi-zionare. Per un attaccante, per, giocare in una squadra del profeta come per un bimbo andare al Luna Park. Dunque, per Mattia, lallenatore ha pesato ecco-me nella sua scelta, anche se poi, alla fine, non tutto andato come entrambi speravano e, soprattutto, come spera-vano i tifosi della Roma. Il boemo, tut-tavia, resta un fenomeno da analizzare, per lalone che lo circonda e le leggen-

    de che si raccontano sul suo conto. Noi abbiamo sfruttato Destro per capire se vero tutto quello che si dice su di lui: Ha un metodo tutto suo e i giocatori lo devono seguire negli allenamenti duran-te la settimana per rendere poi al meglio nelle partite. Zeman diventato famo-so per i massacranti esercizi sui gradoni, il simbolo di una preparazione atletica molto dura e faticosa. Destro, forse per-ch ancora giovane e forte, non sem-bra per cos colpito dalla cosa. Zeman ti fa lavorare tanto come ti fanno lavo-rare tanto anche gli altri allenatori. Ri-badisco, i metodi sono diversi, i gradoni li usa solo lui, ma alla fine la fatica che uno fa pi o meno la stessa rispetto a quella sotto altri tecnici.

    CAPITANO MIO CAPITANO Uno dei temi tattici che hanno tenuto banco in vari momenti della stagione giallorossa stato limpiego di Destro come esterno offensivo nel 4-3-3 zema-niano, con Osvaldo confermato al centro dellattacco. A dirla tutta, a volte sem-brato pi un 4-3-1-2, con Francesco Tot-ti a ricoprire il ruolo di trequartista con licenza di spaziare un po ovunque nella met campo avversaria. Unimpressione sbagliata, almeno a sentire le parole del buon Mattia, il quale conferma che, ec-cezione fatta per il match di Coppa Italia di Firenze (per causa di forze maggiore), Zeman si attenuto al suo proverbiale

    Forse non tutti sanno che Mattia figlio darte: pap Flavio ha un passato da difensore (dall81 al 94) in varie squadre di serie B e ha anche disputato pi di 100 match in Serie A con lAscoli. Avere un padre ex calciatore non ti condiziona di certo, anzi, lui mi aiuta ci ha detto Mattia - mi d consigli preziosi perch ha gi vissuto determinate situazioni e quindi ha una bella scorta di esperienza. Mi fa crescere e migliorare, comprendendo cose che in un primo momento mi possono sfuggire. Tutto sommato un grosso vantaggio averlo al mio fianco. E qualcosa del pap Mattia ha preso: Flavio era un giocatore e un professionista serissimo ci ha raccontato Castagner che lo ha allenato ad Ascoli era il classico uomo spogliatoio. Uno che in campo dava davvero tutto e, poi, ogni tanto segnava anche gol importanti. Aveva un grande stacco di testa e si faceva valere in area di rigore. Quello che per rivedo soprattutto in Mattia, la sua generosit. Anche il figlio non si risparmia mai e corre come un forsennato tutta la partita. Ricordo di aver commentato un Siena-Roma lanno scorso e ad un certo punto si vedeva che non ce la faceva pi, ma lallenatore non lo ha sostituito, perch sapeva quanto fosse importante. Per lui, per, consueto avere crampi, perch d tutto,forse anche troppo. Ogni tanto dico che dovrebbe scalare le marce, cos arriva pi lucido in area di rigore. E chiss cosa dice il serissimo Flavio per come Mattia festeggia i gol Ti riferisci alla corsa verso la bandierina e al balletto? Guarda, una cosa nata durante gli allenamenti, per gioco e senza alcun significato particolare. Dopo la prima volta mi piaciuto festeggiare in quel modo ho continuato a farlo, assicura con un sorriso. Flavio sar daccordo?

    f i g l i o d a r t e

    4-3-3. S, a me stato detto di giocare da esterno, un ruolo in cui mi trovo bene. A proposito del Capitano, se lo aspettava un Totti cos forte e determinante anche alla tenera et di 36 anni? Le qualit di Francesco non si discutono, sono im-mense, poi se sta bene anche fisicamente un giocatore che fa la differenza e la potr fare anche fra uno o due anni. Ma oltre ai veterani, la Roma una compa-gine in cui abbondano le giovani stelle. Ribadendo che di gente forte ce n in quantit industriale, lex centravanti del Siena ci indica due nomi in particolare.

    Destro ha una venerazione particolare il capitano Totti, uno che fa la differenza

  • 11mar 2013calcio2000

    Labbraccio dopo il gol al Chievo dellanno scorso stato lapice di un rapporto quasi fraterno, resta sempre il ragazzo che sei e arriverai ad altissimi livelli. A parlare Giuseppe Sannino, allenatore di Destro al Siena, intervistato in esclusiva da Calcio2000.Un giudizio su Mattia Destro, sia calciatore che uomo un ragazzo come tanti altri che ha la fortuna di aver talento, un predestinato partito da un settore giovanile importante come quello dellInter e che ha trovato la sua consacrazione nel Siena dopo lapproccio alla Serie A con il Genoa. Vive da ragazzo normale, ha sani principi morali e di questo bisogna dar merito alla sua famiglia. Come valuti la sua stagione fino a questo momento nella Roma? Stagione positiva, giocare a Roma assieme a grandi campioni in una piazza dove si vuole sempre vincere non facile e con Zeman diventato un giocatore completo, migliorando tantissimo e applicandosi in tutte le fasi del gioco.Dove pu arrivare? destinato a diventare il centravanti della Nazionale? Pu arrivare ovunque, se riesce a prendere il meglio da ogni allenatore che lo allena e se riesce a imparare dai grandi campioni che affianca. Alla base, per, ci deve sempre essere la voglia di migliorare e di mettersi in gioco.Quali aspetti deve e pu migliorare? Mentre qual il suo punto di forza? C sempre da migliorarsi anche nei particolari e nellapproccio alla partita: giovane e ha una vita davanti, ora nel calcio che conta ma il difficile restarci, sapendo vivere da calciatore e sapendo gestirsi. A livello caratteriale il suo punto di forza quello di farsi scivolare di dosso le critiche, in campo la potenza fisica abbinata ad una grande qualit.Con chi si integra meglio tra le varie punte giallorosse? Si trova bene con tutti, Mattia un centravanti, una prima punta anche se sa giocare molto bene da esterno; contro la Fiorentina in Tim Cup stato straordinario, ha giocato da solo e mi ha entusiasmato, mettendo in mostra il suo strapotere.

    d i c o n o d i l u i di Stefano Benetazzo

    Tra i giovani Florenzi sta facendo mol-to bene, nonostante la stagione passata abbia giocato in Serie B, si subito abi-tuato alla categoria superiore e ha fornito prestazioni di grande spessore. Pjanic ha delle qualit enormi. Fra qualche anno potr diventare uno dei centrocampisti pi forti dEuropa.

    GIOVINE ITALIAGi, i giovani. Da quando in Serie A cir-colano molto meno soldi e anche i pochi campioni stranieri di fama internazio-nale hanno lasciato il Bel Paese, tutte le squadre hanno dovuto investire molto sui vivai e sugli acquisti low cost di gio-catori under 23. Obbligatorio chiedere al ragazzo di Ascoli Piceno (classe 1991), che cosa ne pensi. Ti rispondo da gio-catore giovane, per cui scontato che io sia molto contento che attualmente si stia puntando sui ragazzi della mia et, che a tanti di loro si stia dando fiducia e che, visto che parecchi sono dotati di grandi qualit, li si utilizzi con costanza. Alcuni sono miei compagni o sono stati miei compagni nelle nazionali giovanili, per cui ancora pi ovvio che mi faccia piacere. Farli maturare e crescere al me-glio credo sia un fattore positivo. Poi se mi chiedi se per risolvere la crisi del no-stro calcio questa sia la soluzione ideale e la nostra Serie A torner ai livelli del passato non ti posso rispondere con nes-suna certezza assoluta. Il dato di fatto oggettivo su cui Destro pi che dac-cordo che ora in Italia le nuove leve ricevono la stessa considerazione di cui

    gi in passato godevano in campionati che vanno per la maggiore come quelli spagnolo, tedesco e inglese. Tutte leghe che lattaccante giallorosso segue con attenzione. Cerco di non perdermi una bella partita dei campionati stranieri, ma non ho una squadra preferita, n mi va tanto di citare un campione in particola-re, visto che ce ne sono tantissimi e non vorrei fare un torto a nessuno di loro. Chiusura dobbligo sulla nazionale, con cui ha gi collezionato quattro presenze e un goal, nel 2-0 interno contro Malta valido per le qualificazioni ai Mondiali del 2014. Quando gli chiediamo se ci si vede a guidare lattacco degli Azzurri in Brasile, casomai al fianco di Stephan El Shaarawy, si mette a ridere e prova a svicolare la domanda. Poi risponde schernendosi. No, non mi ci vedo con nessuno, perch i Mondiali per ora sono solo un sogno. chiaro che ogni bambi-no quando d i primi calci a un pallone spera da grande di disputare la Serie A e soprattutto la Coppa del Mondo. Per ti ripeto, per ora solo un bel sogno. Viste le premesse, un sogno che pu senza dubbio diventare realt.

    Prima la Roma, poi lItalia e, magari, un posto nella Nazionale azzurra ai prossimi Mondiali

  • dentroi secondi

    i parla poco di loro, eppure nelleconomia di una squa-dra giocano un ruolo fonda-mentale. Sono gli allenatori

    in seconda. Coloro che vivono a stretto contatto con lallenatore, diventandone lombra e il primo consigliere. Ai pi il lavoro del secondo pu sembrare un ruolo marginale, di poca importanza.Eppure, soprattutto negli ultimi anni, molti secondi hanno saputo dimostrare il proprio valore, in certi casi addirittura superando le gesta dei propri principa-li. In alcuni casi, poi, il fato ha voluto che diventassero protagonisti: pensate, ad esempio, al caso limite della Juve di questanno, dove addirittura il terzo (Carrera) diventato primo, in attesa

    speciale - i secondi del calcio

    di Riccardo Cavassi

    Vivono allombra

    dellallenatore,

    ma spesso sono

    protagonisti dei

    successi molto pi di

    quanto le cronache

    non riportino:

    vediamo chi sono

    i secondi della

    serie a

    del rientro del secondo (Alessio), che ha poi lasciato di nuovo il posto al tito-lare (Conte).Ma chi si ricorda chi era il secondo di Sacchi nellera magica del Milan degli olandesi? Oppure chi assisteva Cruyff negli anni doro al Barcellona? Nes-suno, o quasi. Eppure, anche i migliori hanno bisogno di qualcuno con cui con-frontarsi, condividere dubbi e incertez-ze. MAURO TASSOTTI rappresenta si-curamente il caso di allenatore in secon-da pi longevo e pi vincente in circola-zione nel campionato italiano. Conclusa la propria carriera da giocatore, Tassot-ti ha da subito iniziato la propria col-laborazione con il Milan. Dapprima

    s

    serie A

    12121212 mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013calcio2000

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    .

    speciale - i secondi del calcio

  • mar 2013calcio2000

    Allestero ha fatto molto scalpore la vicenda accaduta al Chelsea lanno scorso. Protagonista un ex nazionale azzurro che in Inghilterra ha costruito la propria fortuna calcistica. Roberto Di Matteo, ex leggenda del Chelsea nella met degli anni 90 ed ex allenatore del West Bromwich, allinizio della scorsa stagione si ritrova a ricoprire il delicato ruolo di secondo di colui che tutti consideravano il nuovo Mourinho, Andr Villa Boas. Arrivato al Chelsea con letichetta di vincente e pupillo di Abramovic, Villa Boas non mantiene le promesse iniziali. Il suo Chelsea stenta a decollare ed il gioco della squadra non convince. I punti che separano i Blues dalla testa della classifica aumentano con il susseguirsi delle giornate e anche i risultati conseguiti in Champions non sono soddisfacenti. Ad inizio marzo, il portoghese infila due sconfitte che gli risulteranno fatali: luno a tre in Champions con il Napoli e lo zero a uno esterno con il West Bromwich convincono Abramovic ad un cambio di rotta. Via Villa Boas e panchina affidata al suo secondo, Roberto Di Matteo. Pronti via e lesordio internazionale di quelli che uno sogna da bambino. Nei quarti di finale di Champions il Chelsea rimonta la sconfitta dellandata andando a battere il Napoli per quattro gol a uno. Da qual giorno quella di Di Matteo una vera e propria scalata verso la gloria. Il 5 maggio 2012 il suo Chelsea vince il primo trofeo della stagione superando in finale di FA Cup il Liverpool per due gol a uno ed esattamente quattordici giorni dopo si laurea campione dEuropa battendo ai rigori i tedeschi del Bayer Monaco. Dopo anni di allenatori molto pi famosi e meglio pagati di lui e campagne acquisti faraoniche, Roberto Di Matteo guida il Chelsea di Abramovic alla conquista della prima Champions League della sua storia. Con i suoi modi pacati e in soli pochi mesi di lavoro lo svizzero naturalizzato italiano riesce ad alzare la coppa dalle grandi orecchie, la pi ambita di tutte.

    D a s e c o n d o a R e D E u r o p a

    come allenatore della Primavera e, poi, dal 2001, come allenatore in seconda dellallora tecnico ed ex compagno di squadra Carlo Ancelotti. Sono cambiati gli allenatori ma Tassotti rimasto sal-do al suo posto. Figura importantissima allinterno dello spogliatoio milanista, ha vissuto lera vincente dei senatori e gioca un ruolo da protagonista nel nuo-vo progetto dei giovani capitanato da mister Allegri. Negli ultimi undici anni si parlato molte volte della possibilit di una sua promozione a primo ma sembra che per lex terzino rossonero il ruolo di secondo calzi a pennello e gli permetta di esprimere al massimo le proprie qualit, senza subire troppo le pressioni provenienti dallesterno.Altro caso di personaggio affezionato al proprio ruolo di secondo quello di BEPPE BARESI. Interista da sempre, dopo aver collezionato 392 presenze da giocatore, Baresi entra a far parte dellarea tecnica nerazzurra, dapprima come allenatore delle giovanili e, poi, a partire dalla stagione 2008-09, come vice allenatore di Jos Mourinho. Con il portoghese vive due anni esaltanti, arrivando a vincere il triplete nel 2010. Con la fine dellera Mourinho, e larri-vo sulla panchina interista di Rafa Be-nitez e di Mauricio Pellegrino come suo

    vice, Baresi diventa assistente tecnico assieme a Daniele Bernazzani. Questo incarico per dura poco: con lesonero di Benitez, infatti, Baresi torna a fare il secondo al nuovo allenatore Leonardo. Oggi il consigliere di Stramaccioni. Da subito ha avuto lincarico di aiutare il giovane allenatore interista ad espri-mere tutte le sue potenzialit.GIACOMO MURELLI ormai da molti anni il vice di Stefano Pioli. Dopo una discreta carriera da terzino tra se-rie A e serie B, nel 2001 Murelli intra-prende la carriera di allenatore. Mette subito in mostra ottime doti gestionali, vincendo in due stagioni un campionato di promozione, una coppa Italia dilet-tanti e una Supercoppa dilettanti. Nel 2003 passa al Modena: inizialmente ricopre il ruolo di vice di Alberto Male-sani e successivamente inizia la propria collaborazione con Stefano Pioli. Con questultimo nasce unintesa che dure-r negli anni. La coppia si trasferir nel tempo dapprima a Parma, poi Grosse-to e Sassuolo in B, fino al ritorno in A nel Chievo Verona prima e nel Bologna poi, dopo una brevissima parentesi pa-lermitana.DIEGO LOPEZ stato per anni il capitano e la bandiera del Cagliari. Dopo 314 presenze e sette gol con la

    Alla Juve, il vice di Conte, Angelo Alessio, uno che sa come parlare ai giocatori

    speciale - i secondi del calcio

    serie A

    /teammessiUnisciti al Team Messi su

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  • 15151515mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013mar 2013calcio2000

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  • 16 mar 2013calcio2000

    casacca rossobl, Lopez abbandona il calcio giocato e Cellino gli affida la guida della squadra Primavera cagliari-tana. Questavventura, per, dura mol-to poco: i risultati non esaltanti della prima squadra portano Cellino ad un cambio di rotta per quanto riguarda la guida tecnica. Via Ficcadenti e squadra affidata al duo Pulga Lopez, appunto. I risultati non tardano ad arrivare e i ros-sobl passano dalla zona retrocessione ad una posizione di classifica molto pi tranquilla. Lopez ha il ruolo motivato-re e giocatore aggiunto allinterno del-la rosa rossobl. Sotto la sua guida sta esplodendo gara dopo gara il talento di Marco Sau.Tra gli ex giocatori che ricoprono il ruo-lo di secondo spicca il nome di IVAN JURIC. Ex mediano di Siviglia e Cro-tone, vive i suoi anni migliori a Genova, sponda rossobl. Acquistato dal Grifo-ne per volere dellallora tecnico Gian Piero Gasperini, Juric diventa da subito un idolo dei tifosi genoani.Dopo quattro ottime stagioni con la ca-sacca rossoblu, annuncia il proprio ri-tiro al termine della stagione 2009/10, allet di 35 anni. La stagione successi-va prende parte allo staff tecnico della Primavera del Genoa ed esattamente un anno dopo viene chiamato dal suo vecchio allenatore Gesperini per fargli da secondo alla guida dellInter. Nono-stante la sfortunata esperienza milanese il duo Juric Gasperini si consolida e si ripropone alla guida del Palermo.Sembra una favola la storia di SALVA-TORE SULLO. Idolo dei tifosi messi-nesi, centrocampista dotato di grande corsa e un lancio preciso, Sas Sullo fu un grande protagonista della storica scalata del Messina dalla serie C1 alla A in sole cinque stagioni. Dopo lapprodo nella massima serie la nomina di capita-no della squadra siciliana, Sullo si ritro-va a giocare la sfida pi importante della sua vita; durante la stagione 2004/2005, si accorge della presenza di una strana pallina cresciuta allaltezza dellingui-ne. Pensa ad una ciste e la fa asportare senza troppi patemi. Venti giorni dopo lintervento riceve a casa gli esami istologici che rivelano la cruda verit: affetto da un linfoma B, tumore par-

    speciale - i secondi del calcio

    serie A

    Molti se lo ricordano in quel tridente da recitare come una filastrocca, il Signori-Baiano-Rambaudi del quattrotretr di uno Zeman alla prima esperienza foggiana, quella che allalba degli anni 90 i calciofili vissero quasi come un delirio estatico di puro edonismo pallonaro. Francesco Baiano o, affettuosamente, Ciccio, si unito come secondo di Sannino alla schiera di illustri vice-allenatori che calcano i bordocampo degli stadi italiani. Conobbi Beppe ai tempi della Sangiovannese, quando era il mio mister, ho avuto fin da subito un bellissimo rapporto con lui, comincia Francesco. Risale a questa esperienza la volont di Sannino di inserire Baiano nel suo staff, concretizzatasi nel 2010 con la promozione del Varese in Serie B: Una volta continua lex, tra le altre, di Napoli e Fiorentina - durante un allenamento, redargu un giocatore e io gli dissi: Mister, riprendi anche me, cos fai capire al gruppo che ti comporti con tutti allo stesso modo. Lui rimase colpito a tal punto che mise questa frase nel suo libro. Secondo Ciccio, i successi dellallenatore di Ottaviano sono dovuti allaffiatamento tra di lui e i suoi collaboratori, perch Beppe una persona che ascolta molto e a cui piace confrontarsi. Quando la squadra si allena spiega Baiano naturale che lallenatore non riesca a vedere tutti i 26-27 giocatori in campo, quindi si affida a me per gli attaccanti e a Luca Lomi (altro fedelissimo del tecnico campano) per i centrocampisti, mentre lui si dedica in particolare alla linea difensiva. Ma il ruolo di secondo funzionale ad un futuro da allenatore? E normale che un giorno mi piacerebbe fare il mister risponde ma ho ancora tante cose da imparare e Sannino un ottimo insegnante. Alla domanda su quale modulo adotterebbe, Baiano risponde saggiamente che bisogna adattare il sistema di gioco al gruppo che ti viene messo a disposizione. Se dovessi scegliere, i moduli che pi mi intrigano sono il 4-4-2, il 4-3-3 e il 3-4-3. Sulle squadre che allenerebbe, invece, non ha dubbi: Da partenopeo, assolutamente il Napoli, ma anche la Fiorentina, alla cui piazza sono particolarmente legato. Buona fortuna, Ciccio!

    U n l u s s o d i V i c e di Pierfrancesco Trocchi

    Stefano Pioli e Giacomo Murelli, un saldo binomio

  • 17mar 2013calcio2000

    ticolarmente aggressivo che colpisce il sistema linfatico. Da quel giorno in poi per Sas inizia la difficile battaglia con-tro la malattia; al suo fianco, a lottare insieme a lui, tutta Messina e lintera Italia calcistica. Come in campo, anche nella vita, la determinazione di Sullo ha meglio sullavversario. Esattamente otto mesi dopo, la malattia sconfitta e

    Con i rossoneri vince il campionato ca-detto alla sua seconda stagione ma per lui la serie A deve ancora attendere. Si trasferisce allUdinese in serie B e con i bianconeri centra subito la promozio-ne giocando un ruolo da protagonista. Esordisce in serie A proprio contro la sua Inter, battendola per due gol a uno. Nel gennaio della stessa stagione arriva il suo rientro allovile. Con i ne-razzurri vince la Coppa Uefa 93/94 ma lo spazio poco e cos per lui ha inizio un girovagare tra Serie A e serie mino-ri. Nel 2003, dopo tre stagioni nella Pro Patria, Manicone annuncia il proprio addio al calcio giocato. Due anni pi tardi ha inizio la sua nuo-va vita calcistica, quella di allenatore. A dargli la possibilit di cimentarsi nel nuovo ruolo proprio lInter; allena per tre stagioni gli allievi prima di essere nominato vice allenatore della Berretti nerazzurra con la quale nel 2011 vince lambito Torneo di Viareggio.Nellesta-te del 2012 passa a sorpresa alla Lazio. A lui limportante compito di assistere il nuovo allenatore delle Aquile, Vla-dimir Petkovi. A guardare il percor-so della Lazio finora, sembra che tra i due sia nata lalchimia giusta per dare alla propria squadra la fisionomia vin-cente che ha portato risultati eccellenti tanto che la Lazio ad oggi viene con-siderata la vera anti Juve nella corsa allo scudetto.

    squadra primo allenatore secondo allenatoreATALANTA: Stefano Colantuno Stefano BeniBOLOGNA: Stefano Pioli Giacomo Murelli CAGLIARI: Ivo Pulga Diego Lopez CATANIA: Rolando Maran Christian MaranerCHIEVO: Eugenio Corini Paolo NicolatoFIORENTINA: Vincenzo Montella Daniele Russo GENOA: Gigi Delneri Massimo MezziniINTER: Andrea Stramaccioni Beppe Baresi JUVENTUS: Antonio Conte Angelo Alessio LAZIO: Vladimir Petkovic Antonio Manicone MILAN: Massimiliano Allegri Mauro Tassotti NAPOLI: Walter Mazzarri Nicolo FrustalupiPALERMO: Gian Piero Gasperini Ivan Juric PARMA: Roberto Donadoni Luca GottiPESCARA: Cristiano Bergodi Luigi Ciarlantini ROMA: Zdenek Zeman Vincenzo CongelosiSAMPDORIA: Delio Rossi Fedele LimoneSIENA: Giuseppe Iachini Mario PalazziTORINO: Giampiero Ventura Salvatore Sullo UDINESE: Francesco Guidolin Diego Bortoluzzi

    P r i m i e s e c o n d i

    Sullo si ripresenta in campo con la sua maglia numero 41 e la fascia di capitano al braccio. Una favola calcistica a lieto fine. Nel 2007, a 36 anni, il calciatore napoletano lascia Messina per trasfe-rirsi nelle serie minori. Al suo addio il Messina Calcio rilascia un comunicato che annuncia il ritiro della maglia nu-mero 41 di Salvatore Sullo, campione nella sport e nella vita.Dopo un paio danni di calcio dilet-tantistico, Sullo appende le scarpette al chiodo e inizia la propria collabora-zione con lex allenatore, Giampiero Ventura. Il loro percorso inizia a Bari e continua nel tempo fino alla promozio-ne in Serie A con il Torino. Oltre a fare il secondo dellesperto Ventura, Sullo sta frequentando il corso per allenatori di Coverciano. ANTONIO MANICONE, milanese doc classe 66, inizia la propria carrie-ra calcistica nelle giovanili dellInter. A 20 anni viene mandato a fare gavetta in serie C alla corte di Zeman, nel Li-cata. Incontrer nuovamente il boemo due anni pi tardi, dopo una parentesi a Palermo, nel Foggia dei futuri miracoli.

    Dal 2001, Mauro Tassotti il secondo del Milan, una vita in rossonero

    Dopo essere stato un grande attaccante, Baiano ora studia da secondo allenatore

    dentroi secondi

  • 18 mar 2013calcio2000

    contradaverGassola

    na stagione non facile per il Siena, partito col fardel-lo della penalizzazione. Il capitano Vergassola, per,

    sempre una certezza: 9 anni a Siena e ancora tanta voglia di non mollare, nono-stante le difficoltAllora Simone, partiamo da te: recen-temente hai festeggiato le 300 presenze con il Siena, quali sensazioni? Unenorme soddisfazione, ovviamen-te, e tanta gioia. stato emozionante. Chiaro che raggiungere un traguardo cos importante e storico, mi fa tanto piacere, ma spero di non fermarmi qui e poterlo migliorare.Sei rimasto nel 2010, dopo la retroces-sione della Robur in B, nonostante le voci di mercato Il mio rapporto col Siena va al di l, ave-vo voglia di ripagare la societ e dare il mio contributo per tornare subito in Serie A. Avevo offerte, vero, ma ho incontrato la societ, mi hanno dimostrato la volont di perseguire il rapporto, e da allora non ho pi avuto alcun dubbio, perch anche

    intervista -siMone verGassola

    di Sergio Stanco

    intervista esclusiva

    al capitano e

    bandiera del siena,

    luomo simbolo del

    carattere senese.

    il mio desiderio era quello di restare.Hai vestito i gradi di capitano, oltre che a Siena, anche nelle altre grandi socie-t in cui hai giocato, Sampdoria e Tori-no. Secondo te, perch? Perch sono un rompiballe (ride, ndr). A parte gli scherzi, credo molto nella cultu-ra del lavoro, sono uno che negli allena-menti d tutto e spesso incito i compagni a fare lo stesso. Sono uno che dispensa consigli, che tiene alta la tensione e che, appunto, rompe un po: poi c chi in-telligente e la prende bene e chi, invece, a volte si scoccia, ma se lo fa non ha capito molto. Io ricordo che quando ero giova-ne i pi esperti mi stavano addosso, ma lo facevano per il mio bene, e nel futuro questo mi servito. Io cerco di fare altret-tanto oggi. Sono anche uno che riesce a dialogare con gli arbitri: forse anche per questo che mi scelgono, non solo perch sono un rompiballe (ride, ndr).Per tornare ai giovani: uno che secon-do te arriver? Ora sta giocando un po meno rispetto allinizio, ma secondo me Verre (scuola

    U

    serie A

  • 19mar 2013calcio2000

    intervista -siMone verGassola

    Le ASICS TESTIMONIAL LIGHT sono un modello storico della linea calcio ASICS realizzatoper giocatori professionisti. Simone Vergassola le calza ininterrottamente dalla Stagione1996/97, quando debutt in Serie A.caratteristicHe tecnicHe- Puntale, passalacci e riporto laterale in morbida pelle di canguro waterproof.- Pannelli laterali e tallone in pelle pieno fiore.- Rinforzo interno in nylon allaltezza del passalaccio ed in punta.- Collare imbottito.- Fodera interna per una calzata pi confortevole.- Soletta estraibile sagomata anatomicamenteA seconda delle differenti condizioni del terreno disponibile con la suola nella versioni:ST a 6 tacchetti avvitabili in Nylon/Alu. In pebax bicolore con reticolo CNT antitorsioni negative e cucitura perimetrale. Utilizzabile su terreni pesanti e manti erbosi. NR a 13 tacchetti fissi. In poliuretano bicolore a densit differenziata. Utilizzabile su terreni duri e manti erbosi.

    l e s c a r p e d i s i m o n e

    Roma, ndr) destinato a grandi palcosce-nici. Ha ancora margini di miglioramen-to, ma tecnicamente molto bravo e mi sembra abbia la testa giusta.E Neto, di cui si parla un gran bene? molto forte anche lui. un ottimo di-fensore, che secondo me pu e far il sal-to di qualit. Ora presto per dire se sia al livello di Nesta o Thiago Silva, quelli sono fenomeni, per anche considerato quello che offre il panorama - da grande squadra.Hai avuto la fortuna di lavorare con grandi allenatori durante la tua car-riera. C qualcuno tra loro che sta-to decisivo per la tua affermazione nel calcio dei grandi? Credo che siano fondamentali i tecnici delle giovanili, o comunque, quelli degli inizi, perch se fin dal principio uno ti fa capire che il talento non basta, ma che servono sacrifici per emergere, allora sei gi sulla strada giusta. Per questo mi pia-ce ricordare Mister Ratti della Sarzanese o Mister Mosti ai tempi della Carrarese, ma anche Orrico o Baldini, se vogliamo fare altri nomi. Con i giovani servono ca-rota e bastone.A proposito di allenatori, ti aspettavi lexploit di Conte? S, perch ha sempre avuto una feroce de-terminazione. Io lho avuto anche come se-condo di De Canio ai tempi del Siena, an-cor prima di quando venne qui ad allenare, e gi allora sai cosa mi diceva? Io allener

    la Juve e la porter alla vittoria. Lui cos, tosto: un vincente, non molla mai.Nella classifica dei tuoi allenatori, Co-smi invece - dove lo mettiamo? Io col mister mi son trovato benissimo: ha pagato una serie di risultati negativi e in quei casi, di solito, la societ prova a cambiare lallenatore per dare una scossa allambiente. Quando stato esonerato, per, la squadra aveva 17 punti e aveva-mo fatto un gran lavoro, ottenendo anche risultati prestigiosi come la vittoria a San Siro contro lInter. Cosmi ha avuto la sfortuna di incappare in una serie di risul-tati negativi.Torniamo alla vittoria a San Siro: tan-ta gioia ma non che vi siete montati la testa? No, non direi. Ci ha dato grande gioia, questo s, ma non che dopo ci sentis-simo fenomeni. Forse quando abbiamo raggiunto gli altri dopo un grande sforzo, inconsciamente abbiamo mollato un po. Limportante riprendersi, perch secon-do me abbiamo ancora le possibilit per salvarci.Un tuo gol a San Siro per la vittoria sullInter: il punto pi alto della tua esperienza da calciatore? Sicuramente una grande gioia, perch segnare e poi vincere a San Siro contro lInter non che capiti tutti i giorni, ma non so se sia stato il punto pi alto del-la mia carriera. Ho sempre pensato che il meglio debba ancora venire. Se do-

    vessimo riuscire a salvarci, ad esempio, avremmo fatto una grande impresa.Un fioretto per la salvezza? Una bella cresta alla Balotelli? Non ci ho mai pensato, ma la salvezza vale bene un fioretto. Non una cresta, per, non mi si addice proprio. E, poi, chi la spiega ai miei figli? Io sono un pa-dre di famiglia (ride, ndr). Meglio una camminata, una biciclettata o un pellegri-naggio. Il Santuario sceglietelo voi, io ci sto.A Siena sei unistituzione al pari del Palio (internet dixit): quasi 9 anni in bianconero, 36 anni sulla carta diden-tit, forse anche tu hai cominciato a pensare al futuro: come te lo immagi-ni? E ti vedi a Siena? Io me lo auguro, qui sto benissimo, la citt ha adottato me e la mia famiglia, mi sento a casa. Non ho ancora pensato al mio futuro, perch sono sempre stato convinto che mi avrebbe distratto: mi sento ancora bene e per ora penso solo a giocare, non so ancora cosa far da grande, forse lallenatore dei ragazzi, forse un incarico a livello dirigenziale. Certo mi piacerebbe restare in societ e a Siena. Per, dire che come sono il Palio, davvero troppo. Io che ci vivo, so cosa rappresenta per la citt e non mi sento certo allaltezza. Il Palio il Palio, le contrade non si toccano. Io sono solo Simone Vergassola. Da 9 anni a Siena, il capitano. Hai detto niente

  • 20 mar 2013calcio2000

    avano uno dei tanti cam-pani che ha trovato fortuna a Empoli. Con Di Natale, Lodi, Montella, tanto per citarne al-

    cuni, Ciccio in ottima compagnia. Lui, pi di tutti per ad Empoli ha trovato la sua dimensione: la campagna toscana come habitat naturale in cui esprimersi al massimo, perch la fiducia per un cal-ciatore fondamentale e gli stimoli sono la benzina per i suoi successi. Poi ci sono anche i sogni: quello di Tavano di ri-pagarla questa fiducia, con gli interessi, riportando il suo Empoli in Serie AIniziamo dalla fine: la scorsa stagio-ne, dopo 5 anni trascorsi tra Italia e estero, sei tornato a Empoli, a casa, come hai dichiarato in unintervista. Cosa ti lega particolarmente a questa piazza? Tanti ricordi, anche perch qui mi sono imposto sia in Serie A che in Serie B, la squadra che mi ha lanciato nel calcio dei grandi ed grazie allEmpoli che sono diventato un calciatore affermato.Il 3 dicembre 2011 hai superato Car-lo Castellani, cui dedicato lo stadio di Empoli, nella classifica dei migliori marcatori azzurri di sempre, diven-tandone il capolista. Che sensazioni hai provato quel giorno? Un giorno bellissimo, ricco di emozio-ni. Sono orgoglioso di quello che ho fat-to con questa maglia.Questanno, dopo diversi problemi fisici, sei tornato a segnare con re-golarit, piazzandoti nei primi posti della classifica cannonieri della Serie B. Credi di poter vincere la palma di migliore bomber del torneo? Fisicamente sto benissimo, mi sento ancora giovane, ed normale che, sot-to sotto, un attaccante pensi sempre a diventare capocannoniere. La cosa pi importante per me, per, portare lEm-

    intervista - francesco tavano

    poli il prima possibile alla salvezza con i miei goal.Empoli da sempre riconosciuto come uno dei migliori vivai del calcio italiano e la rosa attuale, ricca di gio-vani, conferma lattenzione data dalla societ alle nuove leve. Quali sono i vantaggi di lavorare con i ragazzi? Oltre ai ragazzi, abbiamo diversi cal-ciatori di esperienza, la squadra un buon mix tra giovani e vecchietti. Noi pi anziani dobbiamo dare il massimo ogni volta per mostrare ai giovani come ci si comporta, fondamentale per la loro crescita.Tra i ragazzi di Empoli c Saponara, che ha raggiunto laccordo col Milan, a cui si aggregher a giugno. Quali consigli senti di dargli? Lo credi pron-to per una big? Riccardo questanno sta mostrando tutte le sue qualit, da trequartista ha gi segnato diverse reti ed giusto che una grande squadra labbia acquistato,

    t

    di Pierfrancesco Trocchi

    10 e lode

    ad empoli i talenti

    sono di casa,

    tavano ne la

    conferma

  • 21mar 2013calcio2000

    intervista - francesco tavano

    10 e lodeperch un giocatore molto importante, professionista serio e bravissimo ragaz-zo. Il consiglio sempre lo stesso, quello di non montarsi la testa, ma, e ci posso mettere la mano sul fuoco, so che non lo far. Lo aspetta una grande carriera.Ti si pu definire un veterano della B, con 6 stagioni nella serie cadetta. Par-lando sempre di promesse, chi ti ha colpito questanno? Qualche difenso-re che ti ha dato filo da torcere? Berardi del Sassuolo, per esempio, un giocatore di ottima prospettiva, lo stan-no cercando molti club, oppure Bellomo del Bari. Per quanto riguarda i difensori, ti posso parlare dei miei, come Tonel-li, che molto giovane e ha gi segnato 3 goal, e Regini, in compropriet con la Sampdoria, che sta disputando un ottimo campionato da difensore centrale, lui che un esterno sinistro.Oltre allobiettivo salvezza, dopo an-nate poco convincenti sembra che siate in grado ti poter raggiungere i play-off per la promozione. Credete in questo obiettivo? Pensiamo partita per partita, la squadra ha ritrovato un ottimo gioco dopo un inizio particolarmente complicato, ora il morale alto e giochiamo con pi tran-quillit. Sappiamo, per, che il campio-nato di Serie B molto difficile, basta poco per tornare gi. Poi, una volta otte-nuta la salvezza, normale che si pensi a qualcosa di pi importante.Torniamo alla tua carriera. Hai se-gnato tantissimi goal: quali ricordi

    l a s c a r p a d i c i c c i oSi chiama ASICS TIGREOR ed il modello di successo della gamma calcio ASICS con alti contenuti tecnici ripresi dai modelli del Track&Field; realizzato per giocatori professionisti che ricercano confort ed ammortizzazione.Caratteristiche tecniche: EXTERNAL HEEL COUNTER Contrafforte esterno che si estende fino alla parte mediale e laterale per ottimizzare il controllo del movimento del piede.Fodera interna in materiale anti-scalzamento ECSAIN LEATHER che garantisce un confort eccellente.Soletta estraibile in espanso per migliorare confort ed ammortizzazione; sagomata anatomicamente.Tomaia interamente in microfibra con tecnologia DUO SOLE UPPER (PU) sul puntale per garantire un ottimo controllo di palla. Disponibile nelle versioni suola IT (290 grammi) e suola ST (320 grammi) per le differenti condizioni di terreno, ed oltre che nel colore Cultura Gold/Italian Blue usato da Tavano e Paulinho anche nel Blue/White e nel nuovo Black/White/Blue.

    con pi piacere? Sicuramente il goal che segnai con la maglia del Livorno nella finale play-off di Serie B nella stagione 2007/2008 con-tro il Brescia, che ci permise di salire in Serie A, e il rigore del 2 a 2 (fin 3 a 2 per lEmpoli, ndr) realizzato lanno scorso nella finale play-out contro il Vicenza in casa. In generale, segnare in Serie A era un sogno che sono riuscito a realizzare.Nellestate del 2006 ti ingaggia il Va-lencia. Al di l dellesordio in Cham-pions League, unesperienza di certo non positiva, tanto che sei finito ai margini della rosa. Cosa non funzio-n?Non saprei. Quello che penso io che non ci fosse molta sinergia tra Amedeo Carboni, allora DS, e lallenatore Flores: la societ spese 10 milioni per acquistar-mi, ma, pochi giorni dopo larrivo, ven-ni a sapere che il mister non mi voleva. Erano gli anni in cui stavo esplodendo, sarebbe stato meglio giocare in una piaz-za che avesse fiducia in me e mi desse la possibilit di ricordare qualcosa. Fu un periodo difficile.Dopo 6 mesi alla Roma, il rilancio al Livorno, altra squadra cui pi lega-to il tuo nome e di cui sei stato capi-tano. Quali sono i ricordi pi belli in amaranto? Prima di tutto vincere il campionato di Serie B, unimpresa spettacolare. In seguito, ci furono incomprensioni con la dirigenza, perch quando le cose an-davano bene ci portavano alle stelle, in

    caso contrario era sempre colpa mia, nonostante 51 reti in 4 anni. Non ci la-sciammo bene.Nel 2011 hai firmato con lEmpoli un contratto biennale con opzione per il terzo anno. Cosa farai una volta smes-si i panni di calciatore? Sono in procinto di firmare il prolun-gamento proprio in questi giorni (fine di gennaio, ndr), con qualche rinuncia eco-nomica perch ho intenzione di finire la mia carriera qui a Empoli, vorrei giocare per altri 2 o 3 anni. Ancora non penso a quello che far dopo, ma mi piacerebbe rimanere in societ.Per lultima domanda arriva il Genio della Lampada. Un sogno nel casset-to? Riportare lEmpoli in Serie A. Davan-ti alla porta come nelle ambizioni, Tava-no resta determinatissimo.

  • 22 mar 2013calcio2000

    il calcio Un Gioco

    ensi a Monza e la prima cosa che viene in men-te sono la Formula 1 e la Rossa Ferrari con la

    sua gloriosa storia. Ma poco distan-te dallAutodromo Nazionale sorge lo stadio Brianteo, impianto nel quale gioca le partite casalinghe unaltra ros-sa (e Bianca), la centenaria squadra di calcio del Monza. La compagine lom-barda non sta attraversando uno dei pe-riodi pi felici, e dopo anni di serie B e C1 sprofondata in Lega Pro Secon-da Divisione, la vecchia serie C2 per intenderci. Per la risalita la dirigenza ha deciso di affidarsi ad un allenatore emergente come Antonino Asta, vec-chia bandiera del Torino e reduce da tre buoni campionati alla guida della Pri-mavera granata. Luomo in pi che il responsabile dellarea tecnica Gianluca Andrissi ha messo a disposizione del

    altri caMpionati italia - Monza

    intervista a

    Gasbarroni (ex toro,

    parma e samp)

    che ha deciso di

    ricominciare dal

    Monza (lega pro

    seconda divisione)

    pur di tornare ad

    emozionarsi come

    un bambino

    mister Andrea Gasbarroni, giocatore dal talento cristallino con alle spalle diversi anni di serie A ad ottimi livelli, e che ha deciso di scendere di ben due categorie per seguire il tecnico che gi aveva conosciuto durante gli anni pas-sati in Piemonte: Il mister molto bra-vo e preparato, una persona ecceziona-le, e ha contribuito molto in questa mia scelta. Ci siamo incontrati quando lui allenava la primavera del Torino ed nato subito un ottimo rapporto. Ho preso questa decisione perch purtrop-po lanno scorso ero fuori squadra per motivi societari ed economici, e dopo questo brutto periodo avevo voglia di giocare e divertirmi. Potrebbe essere un punto di partenza, chi lo sa? legittimo chiedersi se un giocatore con le sue doti e abituato a ben altri palcoscenici non si senta fuori luogo a calcare campi non propriamente fa-

    p

    di Costantino Felisatticredit foto www.acmonzabrianza.it

  • 23mar 2013calcio2000

    altri caMpionati italia - Monza

    mosi: Il livello di gioco quello che , si corre davvero tanto, si prendono parecchie botte e quando reagisco mi tocca anche fare la figura del cattivo (ride, ndr).Altro personaggio cui il numero 10 biancorosso molto grato il gi citato Gianluca Andrissi, che nonostante tutti i problemi in cui versa la societ lom-barda riuscito a mettere su unottima rosa: Ho avuto la fortuna di trovare dei compagni di squadra straordinari, molto bravi. Se riesco ad esprimermi al meglio (8 goal in campionato mentre scriviamo, record personale, ndr) an-che merito loro. Mi danno una grossa mano e se magari c da correre anche per me non esitano a farlo. Il giusto mix tra giovani ed esperti insomma, come Polenghi e Grauso, contro i quali Gasbarroni aveva gi combattuto di-verse battaglie nei campi di A e B.Problemi societari, dicevamo. Proble-mi che hanno portato ad una penaliz-zazione di 6 punti in classifica che la piazza non esita ad attribuire al gruppo di azionisti guidato da Clarence See-dorf, reo secondo i tifosi di non occu-parsi della gestione della squadra e di interessarsi poco delle sorti del team: Purtroppo poco presente, mi augu-ro comunque che porti a termine il suo compito, bisognerebbe fare una statua a tutti i ragazzi della squadra e della so-

    ciet per limpegno che ci stanno met-tendo per uscire da questa situazione.Visto lo stato attuale delle cose pur-troppo viviamo alla giornata. A Monza ci sarebbe tutto loccorrente per fare benissimo, ma sfortunatamente adesso non ci sono i presupposti per pianifica-re a lungo termine. Ma io sono fiducio-so, il Monza una societ gloriosa, in vendita ma mi auguro che qualcuno si faccia avanti oppure che chi rimanga si ponga determinati obiettivi.A 31 anni il Gasba sta cercando di ripartire dal basso, e magari proprio il Monza potr diventare un trampolino di lancio per una seconda giovinezza:

    Personalmente anche difficile parla-re del mio stesso futuro, data la situa-zione, ma se ci fossero i presupposti per restare qui pi anni rimarrei, ho trovato davvero un bellambiente.Il pubblico ben cosciente delle pro-blematiche societarie e per questo non troppo esigente nei confronti della squadra: Sono pochi ma buoni, noi ci aspettiamo che la gente ritorni a vedere il Monza allo stadio e ritrovi la passio-ne. Noi ce la mettiamo davvero tutta e i risultati si vedono, secondo molti gio-chiamo uno dei migliori calci della ca-tegoria. C da scommetterci con uno come Gasbarroni in squadra.

    Gasbarroni ha deciso di mettere il suo talento a disposizione dellambizioso Monza

    Per anni il Monza stato la succursale delle milanesi, coccolandone i giovani e crescendo futuri campioni che, poi, sono andati a mietere successi nelle grandi. Una fucina di talenti, insomma, ma anche un laboratorio per testare e rimandare al mittente ragazzi arrivati con letichetta di promesse e restituiti con quella pronti per luso. Palestra di giocatori, ma anche di dirigenti: basti pensare a Galliani, che proprio a Monza ha cominciato a studiare larte del calciomercato e della gestione di un club di calcio (dal 1984 al 1986). Esperienza poi messa in pratica (e alla grande) una volta al Milan. Ma per tornare ai giocatori, divertiamoci un attimo a creare una Top 11 di quelli passati dal Monza e, poi, affermatisi nel grande Calcio. Andando indietro di non troppi anni troviamo in porta Christian Abbiati, che in unipotetica linea difensiva avrebbe potuto essere protetto da Massimo Brioschi, coadiuvato al centro da Ruggero Radice e Fulvio Saini, recordman di presenza in biancorosso, di ruolo centrocampista ma che avrebbe potuto far valere la sua esperienza anche al centro della retroguardia. Menzione donore, poi, sulla fascia sinistra per Patrice Evra, una meteora in Brianza ma che negli anni a venire si dimostrato uno dei terzini migliori del continente. Avanzando a centrocampo avremmo un trio che riuscirebbe a coniugare piedi buoni ed agonismo; tutti i palloni passerebbero per i piedi di Massimo Brambilla, aiutato ai suoi lati da Angelo Colombo e Roberto Antonelli, il Dustin Hoffman milanista. Ma davanti che ci sarebbe da spellarsi le mani per gli applausi, con il mitico Anselmo Spadino Robbiati e lidolo di questi giorni Andrea Gasbarroni ad ispirare un bomber di razza come Gigi Casiraghi. Questo sarebbe l11 perfetto per vincere a mani basse la Seconda Divisione, ma anche per ambire a qualcosa di pi.

    Q u a n t i c a m p i o n i a M o n z a !

  • 24 mar 2013calcio2000

    cercasiFoGGia dei miracoli

    a forte crisi che ha colpito il nostro Paese non ha rispar-miato nemmeno lovattato e luccicante mondo del cal-

    cio. Diverse squadre, anche blasonate, hanno sofferto dinnanzi al venir meno di denaro e sono incappate in tragici fallimenti. Basti pensare al Pergocrema, fino allanno scorso in C1 e da questanno iscritto in D con il nome di Pergolet-tese dopo la fusione con il Pizzighet-tone, o alla Lucchese, appena promos-sa dallEccellenza, alla Pistoiese e al Cosenza, fino ad arrivare al Taranto, che nella scorsa stagione ha giocato la finale play-off per andare in B contro la Ternana e ora si ritrova a dover so-pravvivere nei bassifondi della classi-fica del difficile girone H. Tutte queste squadre hanno portato in Serie D molti giocatori con un passa-to importante alle loro spalle, facendo

    altri caMpionati italia - foGGia

    a foggia tutti

    sognano le imprese

    del passato, a

    padalino il compito

    di riportare la

    squadra ai fasti di

    un tempo

    aumentare il valore della categoria. I casi pi eclatanti di societ dal fulgido recente passato ma vittime di crisi fi-nanziarie e di debiti insostenibili, sono il Foggia, lAncona e il Messina, tre corazzate che hanno costruito rose di altra categoria per cercare di tornare in campionati pi in linea con la loro storia.

    TORNATO PADALINO Trentaquattro campionati fra A e B, tanti sacrifici ma anche tante gioie e soddisfazioni. Il Foggia si consacra nellOlimpo del calcio italiano negli anni 90 sotto la guida di Zdenek Ze-man, tecnico rivoluzionario che far salire alla ribalta nazionale tutta la squadra. A partire dal 1995 la squadra inizia il suo declino che culminer con il fal-limento al termine della scorsa sta-gione. Ai pugliesi non resta che par-

    l

    di Niccol BonazziCredit Foto Federico Antonellis - www.acdfoggiacalcio.it

  • 25mar 2013calcio2000

    cercasiFoGGia dei miracoli

    altri caMpionati italia - foGGia

    tire dalla D sotto la guida di Pasquale Padalino. La rosa composta, fra gli altri, dallex Sorrento Niang, dalla coppia dattacco Giglio-La Porta e dallex Verona e Catanzaro in B Cri-stian Agnelli, capitano e trascinatore di una squadra che si trova nei quar-tieri alti della classifica ma che ha la vetta della classifica al di fuori della propria portata. I satanelli stanno giocando un campio-nato a due volti e abbastanza altale-nante. I tifosi vorrebbero di pi, ma la fiducia nella societ e nel tecnico non mai venuta a mancare.

    DA SIMONI A GENTILINI La squadra marchigiana ha partecipa-to soltanto a due campionati di Serie A (ma impossibile dimenticare la finale di Coppa Italia persa contro la Samp nel 2004), il primo nel 1992 con Gue-rini in panchina e il secondo con Gigi Simoni nel 2003, prima di retrocedere clamorosamente con soltanto tredici punti allattivo e tre cambi alla guida della squadra. I debiti maturati nella gestione Piero-ni, per, portano la squadra al falli-mento. Dopo la risalita fino in B ecco lennesimo crack e lAncona si ritrova

    in Eccellenza. Ora, dopo la promo-zione in D, la squadra attualmente al-lenata da Augusto Gentilini adesso trascinata dallesperto Luigi Artiaco appena arrivato dallIsernia e dai cen-trocampisti Ruffini e Del Grosso. LAncona inizia il campionato alla grande con una striscia di dieci risul-tati utili consecutivi prima di perdere in casa contro lAmiternina. I bianco-rossi sono attualmente nelle zone alte del girone F.

    RE GIORGIO DI MESSINA La storia del Messina fatta di molti alti e bassi, un racconto di fallimenti, retrocessioni, promozioni e tante sod-disfazioni. Il miracolo pi grande fu fatto nel nuovo millennio quando il Messina di Storari, di Donati, di Zampagna e di

    Amoruso era secondo a due punti dal-la Juventus. Nel 2004/2005 la squadra arriv settima e soltanto per problemi burocratici non disput lIntertoto. Dopo altre due stagioni in Serie A (e dopo un ripescaggio) la squadra falli-sce e dalle macerie giallorosse nasce la Rinascita Messina. Squadra che vanta al suo interno ele-menti di spicco come Giovanni Bat-tista Ignoffo (ex Perugia in A), Julio Cesar Leon (ex trequartista della Reg-gina) e Re Giorgio Corona, ex bomber di Catania e Catanzaro ora capitano della formazione allenata da mister Catalano. La compagine dellattuale presidente Torrisi si issata da qualche settimana in vetta, ma se la dovr vedere contro il Cosenza, guarda caso unaltra nobi-le decaduta. Effetti della crisi

    Il Foggia si affidato allex bandiera Padalino per tornare a sognare in grande

    Un undicesimo posto, prima del crollo finanziario, e della conseguente cancellazione dai campionati professionistici. stata unestate bollente per il Foggia, squadra rossonera dal grande blasone che stata costretta a ripartire dalla Serie D. Sulla panchina dei satanelli stato chiamato un tecnico giovane e con i rossoneri nel cuore, un ex calciatore del Foggia dellepoca doro chiamato ora a portare in alto, da allenatore, la sua squadra: Pasquale Padalino. Buonasera Mister. Come sta andando la sua seconda esperienza al Foggia? In generale va tutto bene anche se la Serie D ha molte pi difficolt rispetto ai campionati professionistici. Dal punto di vista della squadra sono soddisfatto: siamo partiti in netto ritardo e abbiamo incontrato qualche difficolt ma alla fine stata allestita una rosa dignitosa e ora, in classifica, dietro le grandi ci siamo subito noi. Rispetto alla sua prima esperienza da giocatore a Foggia cosa ha trovato di diverso? Quali sono invece le similitudini? Quando venni a Foggia per la prima volta ero un giocatore e quindi chiaro che le responsabilit erano diverse. Si respirava un clima diverso per ci che avevamo alle spalle e perch le nostre avversarie erano molto pi rinomate. Ora la propriet ha fatto molti sacrifici ma ha incontrato difficolt oggettive e maggiore scetticismo. Quello che non cambiato lamore per il Foggia, ora pi che mai visto il momento di difficolt. Che effetto le fa vedere in Serie D squadre cos blasonate? Purtroppo sono squadre che pagano per errori di altre persone. chiaro che quando si gestisce una societ si cerca comunque di avere un tornaconto personale, per certi individui mettono in secondo piano laspetto calcistico e poi si arriva a queste situazioni. Bisogna cambiare le regole, il calcio sotto questo aspetto ha bisogno di essere rivisto.

    C E R A U N A V O LT A I L F O G G I A D E I M I R A C O L I

  • 26 mar 2013calcio2000

    il ruggitodella pantera

    miti del calcio - eusbio da silva Ferreira

    di Luca Gandini

    Quando talento e

    successo fanno rima

    con simpatia e lealt.

    storia di eusbio

    da silva Ferreira, un

    campione pi unico

    che raro.

    n quel Benfica campione dEuro-pa nel 1960/61, ben quattro ele-menti provenivano dalle colonie portoghesi in Africa. Lesperto

    portiere Costa Pereira e il carismati-co centrocampista Mrio Coluna era-no infatti originari del Mozambico, mentre lAngola aveva dato i natali al goleador Jos guas (capocannoniere della manifestazione con 11 centri) e allelegante mezzala Joaquim Santa-na. Il giorno successivo al trionfo eu-

    i ropeo, il 1 giugno 1961, in una gara valevole per gli ottavi di finale della Coppa del Portogallo, esord ufficial-mente con la maglia del Benfica un altro figlio dellAfrica. Si chiama-va Eusbio da Silva Ferreira, aveva 19 anni ed era stato da poco preleva-to dallo Sporting Clube de Loureno Marques, una delle squadre pi famo-se del Mozambico. Era gi da tempo che si parlava di quel morettino dalle movenze felpate e dal tiro al fulmico-

  • 27mar 2013calcio2000

    miti del calcio - eusbio da silva Ferreira

    tone. Lo stesso Benfica, pur di averlo con s, aveva vinto la concorrenza di alcune tra le pi importanti societ eu-ropee, tra cui la Juventus. Del resto, il geniale allenatore ungherese Bla Guttmann, uno che la sapeva lunga, mai e poi mai si sarebbe lasciato scap-pare un talento del genere. Eusbio riusciva a correre i 100 metri in 11 secondi netti, nel dribbling non aveva rivali e, in pi, poteva calciare sia di destro che di sinistro con la medesima efficacia. Il primo vero esame da af-frontare fu il 15 giugno di quel 1961. A Parigi, ad attendere il Benfica per un prestigioso torneo amichevole, cera il Santos, la leggendaria squadra brasi-liana in cui giocava Pel. I portoghesi vennero sonoramente sconfitti per 6-3, ma a destare sensazione fu proprio la tripletta con cui Eusbio si present al grande pubblico. Era nata una stella!

    LEZIONE AL REALLa stagione successiva fu quella della definitiva consacrazione. Gli uomini di Bla Guttmann si ripresentarono allEuropa decisi a ribadire la pro-pria supremazia. Con la freschezza di Eusbio l davanti, poi, tutto divenne pi facile. Austria Vienna, Norim-berga e Tottenham nulla poterono di fronte allo strapotere dei portoghe-si, lanciati verso una finale da sogno con il Real Madrid. Ad Amsterdam, il 2 maggio 1962, le cose si misero per subito male per le guias di Lisbona, travolte in apertura da una doppietta di Ferenc Pusks. Solo una grande squadra avrebbe potuto reagi-re, e quel Benfica lo era. Prima Jos guas, poi Domiciano Cavm, infi-ne Mrio Coluna risposero colpo su colpo allindomabile Pusks, che nel frattempo aveva anche trovato la tri-pletta. Cos, a mezzora dalla fine, il punteggio recitava 3-3. Fu solo allora che sal in cattedra Eusbio. Con due zampate degne di una pantera, lasso del Mozambico schiant la resistenza dei madrileni e consegn al Benfica il secondo trionfo europeo consecuti-vo. Per la gioia degli amanti del buon

    calcio, pochi mesi dopo, il calendario internazionale rimise di fronte Benfi-ca e Santos. O, se preferite, Eusbio e Pel. Stavolta era in palio la Coppa Intercontinentale. I brasiliani, forti di molti campioni del mondo con la Na-zionale, erano i favoriti, ma le guias, allandata al Maracan, parvero tutto tranne che vittime sacrificali. Pel e soci la spuntarono con un sofferto 3-2, e tutto lasci pensare che al ritorno i lusitani avrebbero ribaltato il risultato. E invece, a Lisbona, forse infastidito dalle tante voci che mettevano in dub-bio il suo status di Rei del calcio, Pel ristabil le vere gerarchie, realiz-zando una maestosa tripletta, ispiran-do i gol dei compagni Coutinho e Pepe ed infliggendo al malcapitato Eusbio una delle pi cocenti delusioni della carriera.

    LA RIVINCITAFu quella una batosta da cui il Benfi-ca non si riprese del tutto. Nel 1963, infatti, la squadra torn in finale di Champions, and pure in vantaggio contro il Milan (zampata, manco a dirlo, di Eusbio), ma non seppe ar-ginare la poderosa rimonta degli uo-mini di Nereo Rocco, i primi a portare in Italia la Coppa dei Campioni. Due anni pi tardi, la Pantera Nera conqui-st lunico Pallone dOro della carrie-ra, si laure campione di Portogallo e capocannoniere della Champions a pari merito con il compagno Jos Tor-res, ma, nella finalissima di San Siro, dovette arrendersi ai padroni di casa dellInter. Nel frattempo, sulla scia dei grandi risultati internazionali ottenuti dal Benfica, stava prendendo forma una delle realt pi interessanti di quel periodo: la Seleco Portuguesa, la Nazionale. In un calcio in cui ini-ziava ad affermarsi un concetto nuovo come latletismo, il Portogallo restava uno degli ultimi baluardi di un futebol pi tecnico e cadenzato, scandito dalla classe sopraffina di Eusbio, di Jos Augusto, detto il Garrincha porto-ghese, della guizzante aletta Antnio Simes e dellintramontabile capitano

    Mrio Coluna. Per uno strano scherzo del destino, Brasile e Portogallo ven-nero sorteggiati nello stesso raggrup-pamento al Mondiale di Inghilterra 66. Pel e soci, gi bicampees, era-no i grandi candidati al titolo, mentre ai lusitani tocc il ruolo della mina vagante del torneo. Il duello decisivo and in scena a Liverpool, e quella volta fu Eusbio a spuntarla sullami-co-rivale. 3-1 il punteggio in favore degli europei, in un match segnato non solo dalle prodezze della Pantera, ma anche dai ripetuti interventi intimida-tori di cui rimase vittima un gi mal-concio Pel. Nei quarti, poi, successe di tutto. Avversari dei portoghesi era-no i nordcoreani, freschi giustizieri dellItalia, che, dopo 24 minuti, erano gi avanti di 3 gol. Come il gatto, o meglio, la pantera con il topo, Eusbio lasci sfogare gli avversari e poi li ca-stig. Di potenza, su rigore, di preci-sione e ancora su rigore: in mezzora, il giovanotto aveva gi sistemato le cose con un incredibile poker, prima di applaudire il 5-3 definitivo firmato da Jos Augusto. Spettacolare e strug-gente fu anche la semifinale contro i padroni di casa inglesi. Il Portogallo

    Pochi hanno esaltato le folle come Eusebio, un talento unico, un fuoriclasse assoluto

  • fu un degno avversario che spavent non poco i futuri campioni. Eusbio segn ancora, quando per era troppo tardi, e, a fine partita, stremato e delu-so, scoppi in un pianto inconsolabile. Il successo nella finalina con i sovie-tici (impreziosito dal 9 sigillo per-sonale del fuoriclasse mozambicano) consent alla Seleco di centrare il 3 posto conclusivo: il miglior risultato nella storia mundial.

    SEMPRE SULLA BRECCIAEusbio ritorn in Inghilterra da pro-tagonista solo due anni dopo. Per len-nesima volta, il Benfica si era qualifi-cato per la finale di Coppa Campioni. Di fronte, per, non solo aveva il po-deroso Manchester United di Bobby Charlton e George Best, ma anche la-rena di Wembley, tutta schierata con i Red Devils. Combatt fino alla fine, la Pantera, ma dovette cedere ancora: 4-1 per gli inglesi e altro sogno sva-nito. Ma ci voleva ben altro per piegare lorgoglio del campione. In quello stesso 1968, guid infatti le guias alla vittoria dellennesimo titolo na-zionale e, grazie alle sue 43 reti sta-gionali, si aggiudic la prima edizione della Scarpa dOro. Negli anni a venire, lui e il Benfica non sarebbero pi stati protagonisti in Europa, ma in patria nessuno riu-sc mai ad oscurarli. Nel 1973, ormai 31enne, Eusbio rivinse la Scarpa dOro, lasciandosi alle spalle un altro animale da gol come il tedesco Gerd Mller, mentre nel 1974/75 disput la sua ultima stagione con la maglia del Benfica. Non se en and a mani vuote: la con-quista dello Scudetto, sua 11 affer-mazione personale, fu un po il regalo daddio del campione alla squadra del-la sua vita. Si lasci quindi tentare dal fascino (e dai dollari...) della NASL, il campionato nordamericano, trionfan-do, manco a dirlo, anche lass, con i canadesi del Toronto Metros-Croatia. Poi, una volta appesi gli scarpini al chiodo, venne inserito nello staff diri-

    genziale della Federazione Portoghe-se. Oggi, Eusbio un uomo felice, che non ha perso labitudine di segui-re il futebol, la sua grande passione. Lo abbiamo visto commuoversi per le imprese della Seleco a Euro 2004 e disperarsi per la sconfitta in finale; lo abbiamo visto non fare mai mancare lappoggio a Cristiano Ronaldo, il suo degno erede, e rammaricarsi per quel trasferimento allInter saltato allul-timo momento, nel lontano 1966. Lo applaudiamo, oggi, mentre si gode laffetto e la riconoscenza di un Paese intero, per il quale e rester licona di un calcio pulito e di qualit. E que-sto, forse, vale pi della vittoria di un Mondiale.

    EUSBIO E LITALIA, UN MATRIMONIO CHE NONSHA DA FAREEra tutto fatto. Primavera 1966. I Mondiali che avrebbero consacra-to Eusbio come una delle stelle pi splendenti del firmamento calcistico erano ormai alle porte e lui, lasso portoghese, pronto a cambiare vita. Lo voleva lInter: 250 milioni netti al Benfica e 250 al giocatore, pi una deliziosa villa con piscina sul lago di Como.

    Offerta accettata: Helenio Herrera, tecnico dei nerazzurri, avrebbe potuto finalmente accogliere colui che pa-reva lincrocio tra un uomo e un fe-lino. Che squadra che sarebbe stata, quellInter: Armando Picchi dietro, Giacinto Fac-chetti a sinistra, Luisito Surez e San-drino Mazzola in mezzo, a dirigere le danze, e poi Eusbio, l davanti, a trasformare in gol ogni contropiede. Ma tutto svan. A causa della figurac-cia della nostra Nazionale al Mondiale dInghilterra, la Federcalcio istitu il blocco immediato delle importazioni di giocatori stranieri e lInter dovet-te rinunciare allaffare della vita. Un vero peccato. E pensare che lo stesso Eusbio, mol-ti anni prima, quando era ancora una giovane promessa, era stato a un pas-so dal vestire la maglia della Juventus. Fu infatti Ugo Amoretti, un ex portie-re bianconero divenuto allenatore lag-gi in Mozambico, a segnalare quel ragazzo dallo scatto esplosivo alla so-ciet torinese. Affare fatto? Macch. Quella volta fu dona Elisa, la mamma del campione, ad opporsi al trasferimento e a conse-gnare di fatto il figlio nelle mani del Benfica.

    miti del calcio - eusbio da silva Ferreira

    il ruggitodella pantera

    Il Portogallo di Eusebio stata, per anni, una delle nazionali pi temute al mondo

    28 mar 2013calcio2000

    7017ms_PANINI_CALCIO2000_210X285.indd 1 20/12/12 17.54

  • 7017ms_PANINI_CALCIO2000_210X285.indd 1 20/12/12 17.54

  • 30 mar 2013calcio2000

    la nascitadel mito

    accade a... - marzo 19o2

    di Simone Quesiti

    orse nemmeno loro, Julian Palacios e i fratelli Juan e Carles Padros Rubi, quan-do nel lontano 6 marzo 1902

    firmarono latto fondativo del Sociedad Madrid FC, avrebbero mai immaginato di dare vita a quella che sarebbe diven-tata una delle societ pi prestigiose amate del mondo. Forse nemmeno loro erano coscienti di che cosa avrebbe si-gnificato la nascita di quel club e della portata mondiale che avrebbe assunto negli anni a seguire. Certamente, non potevano immaginare che sarebbero stati ricordati per sempre come i padri fondatori della squadra madrilena pi vincente nella storia del calcio spagnolo e la seconda pi titolata nelle competi-zioni UEFA per club.

    F I PRIMI ANNIAd introdurre il calcio in Spagna, e in particolare nella capitale spagnola, fu-rono intellettuali e giovani studenti ap-partenenti a unistituzione educativa spagnola, meglio nota come Institucin Libre de Enseanza. Tra costoro infatti vi erano molti laureati ad Oxford e Cam-bridge i quali diedero vita nel 1895 al Football Sky, secondo molti progenitore del Madrid Football Club. I ragazzi del Football Sky iniziarono ad allenarsi nel quartiere di Vallecas ma il club si trov ben presto a fronteggiare problemi eco-nomici che portarono alluscita di scena da parte di molti soci fondatori. Costo-ro decisero tuttavia di fondare unaltra squadra che prese il nome di Madrid Fo-otball club. Il 6 marzo 1902 fu definito Gli albori di uno

    dei club pi titolati

    al mondo

  • 31mar 2013calcio2000

    lorganigramma societario: Juan Padros Rubi venne eletto primo presidente e fu stabilito che la divisa ufficiale sareb-be stata tutta bianca, eccezion fatta per le calze e i cappelli neri. In seguito il club cambi nuovamente denominazio-ne quando nel 1920, per volont dellal-lora sovrano Alfonso XIII, si trasform in Real Madrid.

    NEL MITO DEL CALCIOLundici dicembre 2000, il Real sta-to proclamato dalla FIFA Club del XX secolo. Considerato da alcune riviste economiche la societ calcisti-ca con pi ricavi al mondo (oltre 470 milioni), il Real Madrid stato anche il primo club a fondare, nel 2006, una scuola di specializzazione sullo sport, il suo management, la comunicazione e la salute (Escuela de Estudios Uni-versitarios Real Madrid). Situata nel polo universitario di Madrid e aperta a tutti i giovani desiderosi di continuare i propri studi post-laurea nellambito sportivo, la scuola diretta ancoroggi da Mario Vargas Llosa, Premio Nobel per la letteratura nel 2010. Proprio per questo, il Real Madrid probabilmente il club di calcio pi conosciuto nel mon-do. Tuttavia il club madrileno non il pi antico del mondo n di Spagna, non ha lo stadio pi capiente n il maggior numero di biglietti venduti in una sta-gione. Viene dunque da chiedersi quale sia la peculiarit di questo club e che cosa lo renda facilmente riconoscibile e amato in tutto il mondo. Sicuramente il Palmares, in cui figurano tutti i trofei pi prestigiosi. E ancora il fatto di aver annoverato tra le sue fila campioni come Di Stefano e Puskas, fino ai pi recenti Zidane e Figo. Ma laspetto forse meno noto, ma altrettanto importante, nella storia del Real, stata la passione di un uomo, che seguendo la forza del suo sogno ha creato la leggenda delle Me-rengues: Santiago Bernabeu. Divenuto presidente nel 1943 (riconfermato sino al 1975), guid il Real verso una serie di successi impressionante: sei coppe campioni, una coppa intercontinenta-le, sedici titoli di Spagna, sei coppe di

    Spagna e una Supercoppa spagnola che gli valgono ancoroggi il titolo di presi-dente calcistico pi titolato al mondo. In questo periodo nel Real militavano i pi grandi campioni del mondo, coinvolti nel progetto di Bernabeu di raggiungere i pi alti traguardi e creare una vera e propria leggenda.

    IL SANTIAgO BERNABEUCome disse una volta Santillana (ex-giocatore del grande Real) commentan-do le clamorose rimonte che i madrileni ottenevano in casa dopo sonanti scon-fitte in trasferta: 5 minuti al Santiago Bernabeu sono un secolo!. In effetti il grande Presidente consider necessario costruire uno stadio adeguato alla fama e allonore della squadra fin da subito e fu cos che nel 1947 fu inaugurato il nuovo impianto. I lavori che avrebbero portato alla nascita della casa del Madrid (cos chiamato in Spagna per differen-ziarlo dallAtletico) erano cominciati tre anni prima grazie ai lavori dellarchitet-to Jose Maria Castell. Lo stadio prese il nome, in un primo momento, di Nuovo Stadio Chamartin, anche se fu ribattez-zato con lattuale nome gi nel 1955 per omaggiare il pi grande Presidente della storia del Real. Ma in quegli anni Ber-nabeu inizi a riflettere sulla possibilit di costruire un centro sportivo nel quale i calciatori avrebbero potuto allenarsi

    senza cos rovinare il manto del campo casalingo. Venne cos creata la Ciudad Sportiva, nella quale il Madrid, costel-lato dai grandi fuoriclasse acquistati da Bernabeu, preparava settimanalmente i propri incontri.

    LET DELLOROIn questepoca il Real Madrid fece quel-lo che nessuno era mai riuscito a fare (e che a tuttoggi nessuno riuscito a ripetere): la squadra dei sogni vin-se 5 coppe campioni consecutive, ag-giungendone una sesta nel 1966: dalla stagione 1955/56 a quella 1959/60 do-minarono lEuropa calcistica, la coppa dei campioni era una loro esclusiva pro-priet. Certo, anche in tempi pi recenti il Real ha collezionato trofei: la settima coppa dei campioni del 1998, nella finale di Amsterdam contro la Juven-tus, a cui segu la seconda Coppa Inter-continentale. Battendo rispettivamente Valencia nel 2000 e Bayer Leverkusen nel 2002 (anno del centenario) ha rag-giunto poi lo strepitoso traguardo di 9 Coppe dei Campioni. Fatto sta che an-che oggi, quando gli avversari entrano nellimponente Bernabeu, sentono su di loro il peso della leggenda, sentono che in campo con i Blancos ci sono i tifosi, la storia e lorgoglio di una societ che, senza ombra di dubbio, ha oltrepassato i limiti della gloria per accedere nello-limpo della leggenda dello sport.

    Tantissimi i fuoriclasse che hanno indossato la casacca del Real come leterno Gento

    Il mito dei blancos, uno dei club pi vincenti, conosciuto in ogni angolo del pianeta

    accade a... - marzo 19o2

  • 32 mar 2013calcio2000

    il mito ddr

    racconti - il calcio altrove

    di Gabriele Porri

    storia della

    squadra tedesca

    in blu, tra

    imprese e grandi

    campioni

    otto le macerie della Se-conda guerra mondiale, la Germania divisa e sotto dominio straniero. Quando

    nel 1949 nasce la DDR, lo sport sem-bra lultima preoccupazione, anche se pi avanti diventer strumento di pro-paganda e sperimentazione del doping, specie nellatletica e nel nuoto. La DDR impiega un anno e mezzo, dalla doman-da ufficiale, per diventare membro effet-tivo FIFA, superando lopposizione dei tedeschi Federali. il luglio del 1952 e quella della Germania Democratica la terza nazionale in suolo tedesco: c anche la Saar, guidata dal futuro coach dei tedeschi occidentali Helmut Schn. Il primo mister della Germania Est il quarantenne Willy Oelgardt, discre-to difensore del Viktoria Magdeburgo. Lesordio a Varsavia, contro la Polonia e sar una sconfitta per 3-0: la DDR infarcita di giovani e solo pochi di loro avranno presenze in doppia cifra in Na-zionale. Arriva anche il debutto casalin-go davanti ai 55.000 di Dresda, uno 0-0 contro la Bulgaria nel giugno del 1953. Di partecipare alle qualificazioni mon-diali non si parla, le altre due tedesche invece finiscono nello stesso girone, con la Germania Federale che ha la meglio sul Saarland: andr poi a vincere la Cop-pa Rimet. La prima vittoria della DDR avviene nel settembre 1955 di fronte ai 90.000 dello Stadio 23 Agosto di Buca-rest ed firmata dalla punta del Wismut, Willy Trger. Storia interessante, la sua: giocatore di pallamano e portiere di cal-cio prima della guerra, perde la mano destra per lesplosione di una granata nel gennaio del 1945 e si converte in attaccante, con ottimi risultati (105 reti nei vari club di appartenenza, record nazionale). La DDR partecipa alle qua-lificazioni per i mondiali del 1958, in cui affronta Galles e Cecoslovacchia.

    s Lesordio spumeggiante, a Lipsia ci sono 100.000 spettatori e i tedeschi si impongono per 2-1 sul Galles. Nelle restanti partite, per, arrivano solo scon-fitte e il biglietto per la Svezia lo guada-gnano John Charles e compagni. Dopo diversi tentativi sfortunati, i tedeschi dellest sono vicini al pass per Mexi-co 70. A una sola gara dal termine, la squadra allenata da Seeger a pari punti con lItalia campione dEuropa, ma al San Paolo di Napoli le cose si mettono subito male, con Mazzola che porta in vantaggio gli azzurri al 7. LItalia col-pisce per due volte in contropiede, con Domenghini prima e poi con Riva in tuffo di testa: il suo gol pi famoso in azzurro. Poi Rombo di tuono sbaglia un rigore, lunico fallito in nazionale. A Berlino Est riconoscono la superiorit italiana, ma sperano in una crescita, che puntualmente avviene: gli anni Settanta saranno periodo doro. Alle Olimpiadi di Monaco 72 la DDR coglie il bronzo schierando la Nazionale maggiore. Nel 1974 il Magdeburgo vince a sorpresa la Coppa delle coppe, 2-0 al Milan nella finale di Rotterdam. Nello stesso anno la nazionale sotto la guida di Georg Bu-schner - artefice del miracolo Carl Zeiss Jena, tre volte campione in otto anni - si qualifica al mondiale in casa dei dirim-pettai dellOvest. La squadra festeggia lo storico evento a Tirana con una vit-toria larga firmata da Joachim Strich Streich, recordman di presenze con 102 gettoni (97 secondo la FIFA, che non conteggia quattro partite olimpiche e unamichevole non ufficiale) e gol, 55 (53 per la FIFA). La qualificazione era comunque ormai scontata, dopo la vit-toria allo Stadio Centrale di Lipsia sul-la Romania, con doppietta del capitano Bernd Bransch. La partecipazione della DDR alla Coppa del Mondo diventa su-bito un caso politico: Buschner si vede

  • 33mar 2013calcio2000

    racconti - il calcio altrove

    negare il visto per presenziare al sorteg-gio, si teme una sua fuga in Occidente. Il destino poi ci mette lo zampino, con le due Nazionali tedesche sorteggiate nel-lo stesso girone. Per la Germania Est il torneo inizia bene, al 2-0 sullAustralia, grazie allautogol di Curran e al gol del solito Streich, fa seguito l1-1 col Cile. Ancora meglio per i padroni di casa, che allo scontro diretto di Amburgo giun-gono a punteggio pieno. Manca Streich infortunato e il primo tempo si chiude con una sola occasione da rete, un palo di Gerd Mller. La DDR rientra in cam-po pi convinta, ha una palla-gol con Lauck, poi al 78 Hamann serve in area Sparwasser, mezzala del Magdeburgo, che supera Vogts e in diagonale batte Sepp Maier. lepilogo di una parti-ta storica che verr commentata cos da Gnther Grass, uno dei pi grandi scrittori tedeschi, in un suo libro: Cosa

    succede quando davanti al televisore ci si sente sdoppiati? [] accadde quando la Germania gioc contro la Germania. Per chi tenere? Per chi ero io e io? Per quale squadra si poteva esultare? Cosa, quale conflitto interiore esplose dentro di me, quali campi magnetici mi hanno strattonato quando Sparwasser segn il gol? La vittoria nel derby si rivela pirrica, perch regala alla DDR il gi-rone di semifinale pi duro, con Olanda, Brasile e Argentina. Un solo punto coi gauchos e lavventura finisce. Il ciclo vincente termina con loro olimpico di Montreal 76 e con largento di Mosca 80, pi nessuna fase finale di Mondiale ed Europeo. Non esiste doping di sta-to nel calcio, ma la polizia politica, la Stasi, la fa da padrona e il suo club, la Dinamo Berlino, favorito e vince dieci titoli di fila. Nonostante ci, crescono giocatori come Ulf Kirsten, Thomas

    Doll e Mathias Sammer, che avranno unottima carriera nella Germania post-unione: Kirsten con le 100 presenze in nazionale, quasi equamente ripartite (49 con la DDR, 51 con la Germania unita), Sammer con il Pallone dOro nel 1996. Nel 1989 cade il muro sotto le spinte di un popolo esasperato. La DDR si iscri-ve alle qualificazioni per lEuro 1992, il sorteggio avviene nel febbraio 1990, ma ad agosto il parlamento decreta la riunificazione della Germania in otto-bre. La prima partita di qualificazione, il 12 settembre 1990 in Belgio, viene trasformata in amichevole ed lultima della storia della DDR. Vincono i tede-schi 2-0, Eduard Geyer lultimo coach a sedere in panchina, Mathias Sammer lultimo marcatore. La storia della Na-zionale in maglia blu termina cos, con un buon record: 47% di vittorie, 24% di pareggi e 29% di sconfitte.

    B I L A N C I O C O M P L