bollettino diocesano 1/2011

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1 DIOCESI DI Livorno Bollettino ufficiale n. 1 anno 2011 1

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Bollettino Ufficiale Diocesi di Livorno

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DIOCESI DI Livorno Bollettino ufficiale n. 1 anno 2011

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BOLLETTINO DELLA DIOCESI DI LIVORNO N.1 2011 Responsabile: Chiara Domenici

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IL MAGISTERO

DEL VESCOVO

MONSIGNOR SIMONE GIUSTI

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1 gennaio 2011 – omelia giornata della pace

Maria la madre di Dio Una madre, il suo bambino, gente intorno a loro che fanno festa, scene abituali in ogni famiglia dove è nato un bambino. Maria , è madre di un bambino, di un uomo. E’ un evento normale, ma al tempo stesso eccezionale. E’ madre ma ciò che è stato concepito in lei non è frutto di un uomo ma dello Spirito . E’ una madre come tante altri madri ma tutti quei pastori come mai sono venuti a visitarla ? E perché hanno assunto atteggiamenti di adorazione verso il bambino, atteggiamenti che gli uomini d’Israele possono dare solo a Dio? E come mai glorificano Dio e non semplicemente si limitano a congratularsi con il papà e la mamma? Un angelo li ha condotti alla loro grotta, erano accampati alcuni chilometri distanti quando un inviato di Dio li ha scossi e li ha esortati a recarsi a Betlem dove era nato un bambino. Gesù , un bambino come tanti altri e al tempo stesso Colui che trascende ogni cosa: il Figlio di Dio, il Messia. Il bambino di Maria e Giuseppe riceve poi un nome come ogni fanciullo ma non un appellativo qualsiasi: quello che l’angelo aveva detto ai genitori, Gesù ovvero Dio con noi. Gesù è Dio con noi! Quale mistero si svela e si vela nella persona di Gesù. E Maria serbava e meditava in cuor suo ogni cosa. Maria la donna del silenzio, la donna della meditazione degli eventi che viveva. Maria la donna da cui, nella pienezza dei tempi, nacque il Messia, colei che ha saputo accogliere i disegni di Dio e non ritardarli o peggio ancora ostacolarli con il suo rifiuto, con il suo peccato. Colei che ha permesso a tutta l’umanità di avere Dio con se, di avere Dio talmente vicino da essere uno di noi, uno accanto a noi, uno come noi . Maria porta del cielo, da lei Gesù entra dal cielo nel mondo, per mezzo di lei noi con Gesù siamo chiamati ad andare in cielo. Lei è la porta del cielo. Grazie a lei ha avuto corso l’opera della redenzione che ha fatto di ogni persona un figlio di Dio . Lei ha generato il Figlio unigenito di Dio affinché ogni uomo potesse divenire figlio di Dio . Maria ha generato il Figlio di Dio al mondo per generare i figli del mondo a Dio . Per mezzo di lei la benedizione di Dio ha raggiunto tutta l’umanità e la nostra vita è divenuta tempo di bene, tempo benedetto da Dio . Il sorriso può fermarsi sul volto dell’uomo perché è benedetto da Dio, il suo tempo, il suo lavoro, le sue fatiche, il suo sacrificio, i suoi dolori, la sua morte è benedetta da Dio . Tutto ora è sotto la benedizione di Dio perché tutto il creato è stato santificato con la venuta del Figlio il quale ha redento l’umanità e il creato . Tutto è benedetto e il tempo ora altro non è che il luogo dove si diffonde la benedizione di Dio, benedizione redentiva e salvifica che deve raggiungere ogni realtà, ogni persona, ogni situazione . Ora la pace può regnare in tutto il mondo perché i cuori possono essere riconciliati. I popoli possono vivere in pace perché in Dio ogni nemico può divenire la persona più cara . Ogni famiglia può vivere unita e serena perché qualunque conflitto in Dio può essere sanato e divenire felix culpa, occasione che da maledetta diviene benedetta e pertanto fonte di tempi nuovi e belli. Cristo è la nostra pace. Cristo è venuto nel mondo. La pace può regnare in ogni cuore, in ogni famiglia, in ogni paese, fra tutti i popoli. Come mai tutto questo non è la realtà descritta quotidianamente dai telegiornali o dai quotidiani?

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Come mai anche questa notte un attentato ad una Chiesa in Egitto e nuovi morti e feriti? Come mai un giovane alpino morto in Afghanistan? Come mai ancora guerre, lotte fratricide, sangue? Perché o uomo ancora litighi? Se il tuo cuore fosse conquistato dalla presenza del Signore sapresti perseguire la giustizia e la verità senza cattiveria anzi amando i tuoi nemici. La pace e la giustizia, è purtroppo storicamente dimostrato dalle vicende del XX secolo da poco conclusosi, non si raggiungono perseguendo modifiche ideologiche dello Stato, della Nazione, dell’economia ma aiutando le persone a divenire persone di pace, di verità, di giustizia. Solo uomini amanti della pace, della verità, della giustizia potranno costruire una società pacificata, vera, giusta, solidale. Non illudiamoci l’ubriaco non traccerà mai una strada dritta! Una persona egoista non potrà mai costruire una società solidale. Chi non ricerca la verità non vivrà mai rapporti veri. Chi non vive la giustizia non promuoverà mai una società giusta. Non può condurti alla meta a cui desideri arrivare chi non sa nemmeno in maniera approssimativa dove essa sia. Per l’edificazione di una società pacificata,giusta solidale è primario l’impegno educativo. L’emergenza educativa costringe a considerare una nuova conoscenza di sé che implichi la possibilità di comunicare alle nuove generazioni i valori su cui crescere. La crisi di valori, la crisi della scuola, la crisi della società: sono crisi dell’umano. Occorre promuovere e sostenere tutte le realtà educative in un sistema integrato territoriale dove tutti gli attori( stato, enti pubblici, parrocchie, scuole cattoliche, volontariato ecc..) collaborino fra loro fattivamente e sostenendosi reciprocamente superando ormai astoriche antinomie. Una civiltà deve farsi carico di trovare le strade affinché possa avvenire una educazione integrale della persona dove la qualità della vita, gli affetti, l’educazione a saper amare sia centrale. La politica, anche gli enti locali, deve saper porre al centro della loro azione, l’educazione per un’opera avente come obiettivo formare persone vere, giuste, solidali, capaci di pace sempre. Lavoro: creatività ed equilibrio Se si creano le condizioni per una nuova civiltà in cui vivere allora gli uomini che vivono questa società potranno attingere le risorse necessarie per vivere creativamente il lavoro, in tutta la sua complessità. Il lavoro insieme agli affetti, stabiliscono la strada per l’edificazione della persona e della società. Esso, il lavoro, è partecipazione diretta, creativa anche se faticosa, al disegno di Dio nella storia. Siamo chiamati tutti a creare nuovi scenari sociali ed economici dove sia possibile promuovere, nuove vie per creare altre opportunità di lavoro. Occorre il coraggio di potare ciò che ormai è divenuto insostenibile in un’economia globalizzata ma al contempo promuovere un’economia solidale dove il lavoro sia una opportunità per tutti ed allora si incoraggino ad esempio in ogni modo la nascita di nuove attività cooperativa o artigianale, nonché la piccola industria e si realizzino subito grandi opere pubbliche quali il nuovo ospedale e se ne promuova di nuove quali la nuova darsena Europa . Nasca una forte volontà popolare capace di sostenere un sogno realizzabile: lavoro e casa per tutti. La Terra è di tutti, Dio l’ha creata e donata all’uomo non perché alcuni sottomettano altri e si accaparrino le ricchezze ma bensì perché da fratelli, si sappia condividere quanto ci è stato donato. Tutto questo è possibile ad una condizione: che si viva da fratelli. Ma si è fratelli se si è figli dello stesso padre ed allora diciamo tutti insieme Padre nostro che sei nei Cieli benedici questo nuovo anno e donaci pace, pane,verità e giustizia. Così sia.

+ Simone, Vescovo

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Solennità dell’Epifania 6 gennaio 2011

I Magi, la stella di Betlemme

Ovvero l’uomo e la ricerca di Dio In cammino fino all'incontro faccia a faccia

Verso l’anno 670 a.C. il saggio Adadshum-usur scriveva una lettera al suo signore, il potente Assarhaddon che regnava sul popolo degli Assiri; in essa gli esprimeva un pensiero teologico complesso, ma di particolare bellezza: “ L’Uomo è l’ombra di Dio e gli uomini sono l’ombra dell’Uomo; è il Re che è l’Uomo, come una immagine perfetta di Dio. Al centro del suo discorso stava una figura misteriosa, un Uomo con la U maiuscola visto come una specie di essere speciale che fa da ponte fra l’umanità comune e la sfera del divino, diciamo pure un uomo di natura superiore con un piede sulla terra e l’altro nei cieli. Adadshum- usur era un astrologo reale, che tradotto nella realtà del tempo significava un grande saggio ovvero uno scienziato di primo livello : un magoi La parola greca con cui il vangelo di Matteo chiama questi personaggi, magoi, è un termine etnico preciso usato anche dallo storico greco Erodoto vissuto nel VI secolo a.C.: indicava alcuni membri dell’aristocrazia della Persia che erano proprio sacerdoti della religione di Zoroastro, si dedicavano agli studi di astronomia e praticavano anche esorcismi. Alcuni studiosi hanno pensano che il racconto della visita dei Magi a Gesù nascesse da una interpretazione teologica. Le ricerche recenti mostrano però che l’episodio riportato nel vangelo di Matteo non solo è verosimile, ma rivela anche un profilo storico piuttosto consistente. E’ una singolare avventura quella narrata all'inizio dell'evangelo di Matteo. A dire il vero si tratta di tre manifestazioni, di tre epifanie del Cristo che la Chiesa celebra congiuntamente in questa festa d'origine orientale: la visita dei Magi, il battesimo al Giordano, le nozze di Cana. Di queste tre manifestazioni quella ai Magi ha prevalso nella nostra pietà e nella liturgia occidentale, poiché il ricordo di tale evento conclude felicemente il cielo delle solennità relative alla nascita di Cristo e perché i credenti hanno dovuto oscuramente sentire che questo cammino sotto la guida della stella rispecchiava la loro storia. Questa stella che i Magi hanno seguito fino a Gerusalemme aveva brillato nel cielo pieno di stelle del loro lontano oriente; probabilmente non si distingueva molto dalle altre né per la sua luce né per la sua dimensione eppure era la stella del Messia. Era una stella sconosciuta, non si era mai vista; se n'erano viste tante altre, se ne conoscevano tante! Molti videro quella stella nel cielo, pochi vi fecero attenzione. Tre soli la seguirono, eppure la sua luce risplendeva uguale per tutti. I tre lasciarono la loro patria, la loro famiglia, affrontarono un viaggio lungo e pericoloso per seguire quella piccola stella che non avevano acceso, che poteva scomparire e che forse non era altro che una stella come tante. Partirono all' avventura come un tempo Abramo, senza sapere dove andare. E ciò che doveva accadere accadde: la stella, la piccola stella si nascose e i Magi, i tre Magi, restarono soli, per strada, lontani dalla loro patria, lontani dalla meta del loro viaggio. Altri sarebbero ritornati indietro, ma la fede che ardeva nel loro cuore non lo permetteva. Questo cammino non conosceva che un'unica direzione: in avanti.

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Appartenevano a quei credenti di cui parla la lettera agli Ebrei, quei credenti che, lasciata la loro patria per rispondere all' appello di Dio, non saprebbero ritornarvi, poiché aspirano oscuramente a una patria migliore. Rinnegare la stella sarebbe stato un grosso peso per la loro coscienza; grazie ad essa avevano riconosciuto l'appello di Dio, avevano cominciato a rispondervi, non potevano più ridiventare come gli altri Magi, quelli che erano rimasti nella loro terra e che non avevano voluto affrontare il rischio. Ormai erano segnati con un marchio che li costringeva a salire sempre più in alto. Continuarono il loro viaggio faticoso senza la stella, un viaggio lungo, in una terra sconosciuta, fino a Gerusalemme, la città santa, custode della tradizione, dove avevano qualche opportunità di ricevere nuove indicazioni. Si consultarono i libri, si trovarono altre informazioni. Per gli altri quei passi della Scrittura restarono in mezzo ad altri passi come una luce in mezzo ad altre. Erano stati i soli a seguire la stella apparsa nel lontano oriente, furono i soli a beneficiare delle indicazioni profetiche relative alla piccola borgata di Betlemme perché le profezie, come tutti i segni che Dio invia, sono sempre avvolte di ambiguità e oscurità perché possano esserne illuminati solo i cuori ben disposti, disponibili e docili al delicato tocco della grazia. I Magi possono scomparire dalla scena della storia come dalla scena dell' evangelo; il mondo potrà dimenticarli, la Chiesa conserva per sempre il loro ricordo e venera in essi il lungo pellegrinaggio dell'umanità verso il suo Dio. La loro storia è la nostra storia; è la storia del credente che risponde alla chiamata di Dio che gli giunge in mezzo alla confusione di questo mondo e che, nonostante le notti dello Spirito che deve attraversare, persevera nel suo cammino. Dio spesso si nasconde e raramente si svela a quelli che vuole chiamare a suo servizio, giusto quel tanto per spingerli a un primo passo che dovranno proseguire, come i Magi, nell' oscurità, nella fedeltà e nella fede, fino all'incontro faccia a faccia.1 L'immensa profondità di Dio Dio è dappertutto, egli è immenso e dovunque presente, secondo quanto egli ha detto di se stesso: io sono un Dio vicino e non mi Dio lontano . 2 Non cerchiamo dunque Dio come se stesse lontano da noi, perché lo possiamo avere dentro di noi. Egli dimora in noi come l'anima nel corpo, purché siamo suoi membri sani, siamo morti al peccato e immuni dalla corruzione di una volontà perversa. Allora abita veramente in noi, perché lo ha detto egli stesso: abiterò in essi e camminerò fra loro.3 Se noi siamo degni che egli abiti in noi, allora siamo vivificati da lui nella verità, come sue membra vive. «In lui, come dice l'Apostolo, viviamo, ci muoviamo ed esistiamo».4 La conoscenza della Trinità infatti viene giustamente paragonata alla profondità del mare, secondo il detto del Sapiente: è l'immensa profondità chi potrà trovarla? 5 “Come la profondità del mare è invisibile agli sguardi umani, così la divinità della Trinità si dimostra incomprensibile ai sensi dell'uomo. Se dunque qualcuno vuol conoscere quello che deve credere, deve rendersi conto che non potrà capire di più parlandone, che credendo. La conoscenza di Dio, infatti, quanto più viene discussa, tanto più sembra allontanarsi da noi.

1 Libero riferimento a “I.Goldstain, Harmoniques évangéliques, pp. 39-43” 2 cfr. Ger 23, 23 3 cfr. Lv 26, 12 4 At 17, 28 5 cfr. Qo 7, 24

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Cerca perciò la conoscenza di Dio più alta, quella che non sta nelle dispute verbose, ma nella santità di una buona vita; non nel parlare, ma nella fede che sgorga dalla semplicità del cuore; non quella conoscenza che si ottiene mettendo insieme le opinioni di una dotta empietà. Se cercherai colui che è ineffabile con le discussioni, egli «fuggirà da te più lontano» (Qo 7, 23) di quanto non fosse prima. Se invece lo cercherai con la fede, troverai la sapienza presso le porte della città, dov'è la tua dimora. Lì almeno in parte la potrai vedere; anche allora però potrai raggiungerla solo in parte, proprio perché è invisibile e incomprensibile. Dio è invisibile e tale dobbiamo crederlo, anche se è possibile averne qualche conoscenza da parte di un cuore puro.6 E allora carissimi cosa deve sempre essere al centro dei vostri cuori ? Ciò che io amo Ciò che amo più dei tesori del mondo, più dei tesori del cielo, più dei fiori ammirevoli sui bordi delle limpide acque, più del mormorio della brezza e del volo e del canto degli uccelli, più dell'andirivieni delle onde e del loro sussurro sonnolento, più delle stelle, fiori d'oro sbocciati nei sublimi campi dello spazio, più dei lampi che il cuore del malvagio scuotono a vivo richiamo, più degli occhi celesti del bambino che ride tra le lacrime, più del Paradiso a cui anelo, ove m'aspetta il mio Dio, più dei segreti della sua santa parola che il cuore ascolta silenzioso, più del suo sorriso e della sua grazia, sfavillante in ogni luogo, quel che amo, Signore, quel che amo è la tua volontà.7

+ Simone, Vescovo

6 Dalle «Istruzioni» di san Colombano, abate (Istr 1^ sulla fede, 3..5; Opera, Dublino, ] pp.62-66 7 Charles de Foucauld

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Omelia per la Festa del Voto 27 gennaio 2011

Un legame materno fra Maria e Livorno

«La Madonna è l’icona della relazione cristiana» La Festa del Voto è un invito forte a guardare in alto, in cielo, là dove sta la vergine Maria nella gioia più piena e nella gloria più splendida. In alto, al cuore onnipotente e amoroso di Dio si rivolge Maria, di cui il Vangelo ci ricorda la visita alla parente Elisabetta8. Quello di Maria è uno sguardo orante, intessuto di gioia, di gratitudine, di riconoscimento della grandezza di Dio, d’una grandezza che gli fa volgere gli occhi misericordiosi alla piccolezza della vergine madre. È il cantico così bello e profondo del Magnificat. Sentiamola così la festa del Voto: come la solennità mariana che in maniera più intensa ci spinge a guardare in alto, a levare il nostro sguardo al cielo. Guardare in alto! È necessario tanto coraggio per farlo! Il rischio che corriamo è di guardare solo in basso, imprigionati come siamo dal nostro «io» spesso segnato dall’egoismo. Siamo fatti per l’incontro e la relazione: quando però prevale l’affermazione del proprio «io», la sensibilità verso l’altro diviene indifferenza, l’impegno verso l’altro non è più percepito come dono e responsabilità. L’UOMO NON PUÒ VIVERE SENZA INCONTRO E RELAZIONE, È CHIAMATO AD APRIRSI AGLI ALTRI SINO A DONARE SE STESSO. Ce lo ricorda il Concilio Vaticano II: «L’uomo, il quale in terra è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa, non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé» 9. L’icona evangelica di Maria che visita Elisabetta è per noi esemplare. La madre di Gesù – già in gravidanza – non antepone le sue fatiche al desiderio di essere presso la cugina. L’apertura generosa le permette di comprendere la propria identità, di intendere quanto le sta capitando, di leggere il senso della storia del suo popolo. Questo è il significato del Magnificat che proclama. L’apertura all’altro aiuta a capire in verità chi sono io e il senso ultimo di quanto sto vivendo, orientando correttamente l’agire e le relazioni, permettendo di interpretare il «noi» in cui siamo inseriti. Quante famiglie ad esempio vivono isolate tra le proprie mura, sfuggendo alla relazione con i vicini, il quartiere, la comunità cristiana, con chi domanda aiuto. Anche il «noi» però se considerato nell’accezione più “esclusiva” può diventare un atteggiamento dannoso: nei gruppi, in particolare da quelli che dovrebbero «contribuire alla costruzione del bene comune», «dove l’interesse dei singoli non è perseguito in relazione al bene dell’intera società». Penso ad alcuni modi di vivere il «noi» tipico dell’associarsi per fare politica, sindacato, impresa economica, ad alcuni modi di vivere l’esperienza ecclesiale: in apparenza si dichiara di essere a servizio degli altri, in realtà si considerano «gli altri» funzionali alla propria «fame» di potere e ricchezza o ai propri egoistici obiettivi. Così, senza l’apporto di queste istituzioni, la città e il Paese non sono più sostenuti in un percorso lungimirante di crescita. Gli interessi dei singoli e dei gruppi prevalgono violentemente, disgregando la città, limitando la sua progettualità, esponendo ad ancora maggiori povertà e debolezza chi povero e debole lo è già.

8 Luca 1,39- 56 9 Gaudium et spes , 24

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IL CAMMINO FUTURO: GENERARE SPERANZA Ma non possiamo lasciarci andare. Non possiamo attendere e basta. Alziamo gli occhi al cielo per invocare Maria come fecero i nostri antenati, ma nello stesso momento rimbocchiamoci le maniche e facciamoci guidare dalla speranza. Nella lettera che a dicembre ho scritto alla città (e che vi ho portato anche oggi) invitavo a fare affidamento sulla speranza religiosa, una speranza che non delude e cge sostiene la creatività di uomini e di popoli. Se sono sospinti da una speranza che non delude, allora gli uomini possono guardare con franco realismo al loro presente, senza rimuovere il passato e senza temere il futuro. Forse questa speranza che non delude può rappresentare il criterio guida anche per delineare quale città di Livorno vorremmo per il futuro. Ci sono alcuni obiettivi che dovranno vederci uniti e collaboranti per cercare di dare casa e lavoro a tutti i cittadini: un nuovo piano regolatore a misura di famiglie, un nuovo piano strutturale per le attività del porto, un nuovo progetto educativo per le generazioni che verranno, perché senza l’educazione dei ragazzi non ci sono fondamenta per il futuro. Ed in questo quadro non posso non ricordare che il senso religioso – che è innato nell’uomo – è un ottimo antidoto a quel virus che imprigiona l’io e il miglior corroborante per sostenere l’impegno del dono di sé. Dimenticare la relazione con Dio significa abbandonare la sorgente e la forza dell’altruismo. L’ECLISSI RELIGIOSA DIVENTA ECLISSI SOCIALE È proprio questo: il senso religioso che dobbiamo recuperare! Togliere crocifissi dai muri o presepi dalle scuole non ci aiuta ad “andare incontro agli altri”, ci aiuta casomai ad annientare noi stessi e la nostra storia. Abbiamo il coraggio di difendere la nostra tradizione e la nostra fede! Dobbiamo ricostruire il rapporto con Dio per ricostruire il legame autentico con gli altri. È questa l’anima di cui ha bisogno il tessuto sociale d’oggi. Abbiamo bisogno di guardare in alto: è il modo più autentico per vedere la nostra storia nella sua verità e per poterla assumere con tutto il peso della nostra responsabilità. Solo lo sguardo in alto rende possibile lo sguardo verso gli altri e verso il basso, verso la terra e i suoi problemi. Sia dato anche a noi come afferma Maria di vedere che Dio «ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili», che il Signore «ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato a mani vuote i ricchi». Soprattutto sia dato di vedere e di sperimentare «di generazione in generazione la sua misericordia».

+ Simone,Vescovo

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Omelia di inizio Quaresima – mercoledì delle Ceneri 9 marzo 2011

Imparare a volare oltre i confini della morte Quaresima: quaranta giorni per compiere con Gesù Cristo il suo cammino verso Gerusalemme Un cammino quello di Gesù, deliberato e consapevole. Cosciente nelle sue tappe, doloroso anche nel giorno dell'acclamazione perché preludio drammatico al tradimento e alla passione. Dopo i quaranta giorni di cammino verso Gerusalemme una settimana per vivere la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Gesù non ha cercato ne il sacrificio ne la morte bensì la liberazione del suo popolo e di tutte le genti dalla morte. Quaresima: il tempo della rivelazione piena di Gesù al suo popolo, il tempo della manifestazione dell'avvento, promesso da secoli dai profeti, del Regno di Dio e del Messia. QuaresimA: un esodo, un cammino dalle regioni della morte alla terra della vita Gesù affinché noi tutti avessimo la vita e l'avessimo in abbondanza, non ha esitato a fare dono della propria vita. Solo chi ama sa perdersi per l'altro, chi non è posseduto dall'amore non comprende. Se esisti solo tu e gli altri non sono altro che un paesaggio mutevole, che passa con il trascorrere dei tuoi giorni, dei tuoi anni ma nessun volto si imprime in maniera indelebile nel tuo cuore, la quaresima ti è incomprensibile, la passione e morte di Gesù, follia, la resurrezione dai morti, incredibile, impossibile perché l'ultimo evento della tua vita è la morte . Se ami non accetti la morte dell'amato perché vivi il contrasto fra l'ardente desiderio di essere con lui e la solitudine che la morte ha creato nel tuo cuore. Vivi una presenza nel tuo cuore e al contempo una solitudine alla quale non ti rassegni. Cerchi la felicità ma essa è piena solo se siamo abitati e arricchiti dagli affetti più cari. Nulla è l'opulenza, niente è l'abbondanza se priva della compagnia delle persone amate. Cerchiamo la comunione, la felicità ma essa senti che è possibile soltanto nell'amore. Se ami comprendi Gesù e la sua determinazione a vincere la nemica di sempre: la morte Se ami chi ti è stato strappato dalla morte capisci perché Gesù accettò qualunque sacrificio pur di liberare dalla morte tutti suoi amici, tutti i suoi fratelli. Cosa farebbe una mamma per liberare dalla morte suo figlio? Tutto. Non si può essere pienamente felici se anche gli altri che amiamo non lo sono e non sono con noi. Questo è Dio: un amore senza limiti perché un padre, una mamma di smisurato affetto per i suoi figli. Questo è Dio! Questo il dramma di Dio: non essere riconosciuto buono e non essere amato, le sue parole dimenticate se non rifiutate, il suo dono estremo sulla croce: un bel ricordo, la felicità: trovata solo in momenti della vita e niente più. Questo il dramma di Dio: vedere i suoi figli rassegnati alla morte come se essa fosse invincibile, un limite invalicabile, un confine estremo. Ma l'uomo che in Ulisse ha un prototipo, non accetta confini invalicabili. Le colonne di Ercole sono state varcate da secoli, così la morte. Essa è stata vinta da Gesù di Nazareth e innumerevoli, centinaia, sono i testimoni di questa vittoria. Non solo Gesù, questo confine è continuamente varcato da tanti uomini e donne. Oggi anche noi ne siamo i testimoni. Ogni qual volta la Chiesa per proclamare un beato, chiede segni chiari e inequivocabili di essere vittoriosi sulla morte. Tutti per poter essere dichiarati santi, debbono rispondere in maniera lampante di essere vincitori sulla morte anche un papa come Giovanni Paolo II .

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Ed egli ha gridato, ha segnato la sua vittoria vincendo come Gesù il male e la morte che aveva attanagliato nella sua tragica presa tante persone fra le quale una donna a Bordeaux , sembra ormai imminente la fine ed invece è stata di nuovo la pasqua di Resurrezione, è stata la vittoria della vita sulla morte. Il 1 Maggio Giovanni Paolo II verrà proclamato vincitore sulla morte: beato. L'uomo non accetta confini ne al suo desiderio di conoscenza, ne al suo desiderio di viaggiare, di esplorazione dell'universo, ne al suo desiderio di vita ed ha ragione perché creato per essere, creato per la conoscenza, la verità, creato per l'amore. Vivi la quaresima come il tempo propizio per imparare a volare oltre i confini della more, le ali te le ha donate Dio stesso: sono l'amore e la verità, esse sono e saranno per sempre.

+ Simone, Vescovo

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16 marzo 2011 – chiesa S. Caterina Omelia per il 150° anniversario Unità d’Italia

L’Unità d'Italia: un valore da preservare Un esame di coscienza per una rinnovata solidarietà Se la situazione attuale sollecita il rinnovamento sociale e politico, a noi Pastori tocca richiamarne con forza i necessari presupposti, che si riconducono al rinnovamento delle menti e dei cuori, e dunque al rinnovamento culturale, morale e religioso. Proprio qui si colloca la nostra missione pastorale: dobbiamo chiamare tutti ad uno specifico esame di coscienza in un tempo in cui si manifestano nella Nazione tendenze corporative e rischi separatisti. Le tendenze corporative ed i rischi separatisti vanno però decisamente superati con un onesto atteggiamento di amore per il bene della propria Nazione e con comportamenti di rinnovata solidarietà. Si tratta di una solidarietà che dev’essere vissuta non solo all’interno del Paese, ma anche nei riguardi dell’Europa e del Terzo Mondo secondo il principio di sussidiarietà . I Fondamenti di una nazione sono l’essere un popolo, sia pure con etnie diverse; amare la patria quale casa comune, territorio condiviso e tutelato, l’avere e costruire una storia comune, possedere una cultura comune (la cultura greco latina sulla quale si è fecondamene innestato il cristianesimo a tal punto che un grande filosofo laico del primo novecento, Benedetto Croce, affermava come fosse impossibile per ogni italiano, non dirsi cristiano almeno nel suo aspetto religioso e culturale). Rinsaldare l'unità Un grande collante della nazione è stato l'umanesimo, una visione antropologica comune che si radicava in una cultura profondamente ispirata dal cristianesimo, ad esempio in Boezio e nel suo concetto di persona sino ad ieri universalmente accettato. Oggi la Chiesa che è Italia vuole continuare a offrire una solida base culturale all'unità nazionale ma non è semplice dinanzi a spinte disgregatrici dell'unità culturale della nazione. Occorre il coraggio di abbandonare gli steccati ideologici per avviare un profondo dialogo al fine di edificare una nuova sintesi antropologica condivisa. Ma per arrivare a questo occorre evitare strappi, fughe schizzofreniche verso derive antropologiche. Le forze più responsabili della Nazione debbono avere il coraggio di compiere quest’opera coraggiosa quanto indispensabili per ridare forte coesione alla nazione . Il lavoro è culturale e dovrà essere sviluppato dai cosi detti corpi intermedi evitando quindi protagonismi ideologici da parte di forze politiche o altre istituzioni dello stato . Vorrei a questo proposito prendere in considerazione il tema già richiamato, della solidarietà, e in particolare la possibilità del suo fallimento. Credo si debba affermare che la solidarietà è assolutamente essenziale alle società democratiche: in sua assenza esse iniziano a sfaldarsi. Ma qual è la minaccia alla solidarietà? Alcuni pensano che ciò consista nello sviluppo di una sempre più estesa visione individualistica della vita. Io ritengo che ciò sia una parte del problema, ma che esista un' altra minaccia alla solidarietà, strettamente legata a un senso di identità comune che va scemando con l’arrivo di nuovi popoli e nuove culture. Per questo motivo la sfida di tutte le nostre società consiste nel mantenere la stessa intensità solidale, mentre le popolazioni si stanno diversificando. Una strada da percorrere: creare un nuovo sentimento di appartenenza alla Nazione Il filosofo francese Rémi Brague riconosce la peculiarità dell'Europa sul fatto che essa è l'unica grande civiltà che dall'inizio ha compreso se stessa come un soggetto secondario. Questo

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sentimento sorse nel Rinascimento, con l'idea che vi era un' altra sorgente di conoscenza negli antichi e che tale sorgente doveva essere fatta rinascere di nuovo. Il senso che abbiamo qualcosa da imparare al di fuori del nostro stesso contesto è parte integrale del genio europeo. Per questo motivo mi sembra che abbiamo un grande compito davanti a noi: sedare le paure "culturali" circa il fatto che le nostre tradizioni vengano minate; riconoscere e sentire vicine le persone che stanno arrivando qui; trovare un modo di ricreare la nostra etica politica intorno a un nucleo di principi, che includa i diritti umani, l'uguaglianza, la non discriminazione e la democrazia. Se avremo successo nel far ciò, allora potremo creare un sentimento di appartenenza che vada anche oltre al fatto che le ragioni che ciascuno di noi potrebbe sottoscrivere possono essere differenti. L'idea che una moderna società democratica possa sorgere e reggersi intorno a un' etica basata su una giustificazione singola, per quanto profonda, rappresenta una notevole illusione. In altre parole, dobbiamo considerare la sfida presente alla nostra solidarietà, capendo che essa deve essere fondata su una pluralità di possibili basi e fondamenti. La comprensione e il dialogo con l'altro sono assolutamente parti integranti della nostra sopravvivenza come democrazie. Esiste poi un'altra minaccia alla solidarietà in diversi Paesi occidentali: si tratta come dicevamo, del crescente individualismo, dalla sempre maggiore attenzione alla prosperità economica e alle proprie personali ambizioni. E come possiamo, di fronte a questo tipo di individualismo, ricreare un senso di solidarietà? Di nuovo, quest'ultima non può essere ristabilita semplicemente insistendo su una particolare filosofia o religione. Il senso di solidarietà in una società complessa può essere mantenuto solo se tutte le diverse famiglie spirituali che costruiscono una società trovano tale sentimento al loro interno, in modo da dedicarvi nuova attenzione. Ovvero, se i cristiani vedono che esso è centrale nel loro cristianesimo, se i musulmani lo scoprono fondamentale nel loro islam, se le diverse tipologie di filosofie laiche lo vedono come cruciale per il loro pensiero. A questo punto vorrei fare un nuovo appello al riconoscimento della religione Essa consente alla solidarietà di avere una profonda e potente base valoriale, e i filosofi e i politici laici che vorrebbero marginalizzare la religione stanno facendo un grande errore, cosi come quando si cerca di rendere marginali le filosofie atee o non credenti. Le nostre società, nella loro enorme diversità, sono rafforzate dalle spinte, molto diverse, di impegno verso un'etica comune: e non possiamo permettere di metterle sotto silenzio. Ognuna di quelle motivazioni, che siano religiose o laiche, è ciò che rende le nostre società vivibili, uguali, democratiche e solidali. Ci troviamo in un territorio finora sconosciuto. Siamo di fronte a una sfida inedita nella storia umana, che consiste appunto nel perseguimento di una forte etica politica della solidarietà basata coscientemente su diversi punti di vista. Questa visione può avere successo solamente se siamo capaci di creare un forte scambio fra gli uni e gli altri, in modo da costruire una tipologia di rispetto reciproco fra tali diverse prospettive; un rispetto che altrimenti sparisce. Gli atei hanno bisogno di parlare con i credenti e i credenti hanno bisogno di parlare con gli atei. Tale scambio è cruciale per la tenuta della società. Emerge così in tutto il suo rilievo il concetto di “laicità positiva” che Benedetto XVI ha ripetutamente proposto e che congiunge all’autonomia delle attività umane e all’indipendenza dello Stato dalla Chiesa non già la preclusione ma l’apertura nei confronti delle fondamentali istanze etiche e del senso religioso che portiamo dentro di noi. Alla laicità così intesa si collega il rapporto con quei laici – nel senso che questa parola ha oggi nel dibattito pubblico – che condividono tale apertura: Benedetto XVI, ha apprezzato e valorizzato con decisione questo rapporto, che non si limita a un corretto dialogo ma diventa concreta collaborazione per il perseguimento di finalità comuni. Ciò fa tutt’uno con la forte etica politica di cui parlavo prima, che si basa coscientemente su diversi fondamenti; noi dunque staremo insieme solo se ci parleremo con apertura, con franchezza, e con un certo senso - appunto – di solidarietà.

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A questo proposito ad esempio l’Italia dovrebbe valorizzare ben di più quello che rimane un suo grande punto di forza, e cioè la profondità e la tenacia dei legami familiari i quali stanno mostrando tutta la loro forza e vitalità dandoci l’energia per resistere all’attuale crisi economica, capacità che per l’Italia dipendono in larga misura dal ruolo e dal risparmio delle famiglie. Edificare una nuova solidarietà per una più grande coesione nazionale e Europea, è questa la sfida a cui siamo chiamati. Non è significativo che, tra i principali promotori della unificazione del continente, vi siano uomini animati da profonda fede cristiana? Non fu forse dai valori evangelici della libertà e della solidarietà che essi trassero ispirazione per il loro coraggioso disegno? L’eredità spirituale e politica, tramandata da queste grandi figure storiche, va pertanto non solo custodita e difesa, ma sviluppata e rafforzata. Non possiamo tirarci indietro . Occorre un nuovo e forte impegno politico dei cattolici. Occorre una generale mobilitazione di tutte le forze, perché l’Italia nell’Europa sappia progredire nella ricerca della sua unità guardando, nello stesso tempo, “al di là dei propri confini e del proprio interesse”. Potremo così contribuire a costruire un futuro di giustizia, di solidarietà e di pace per ogni nazione, abbattendo barriere e preconcetti etnici e culturali e superando le divisioni esistenti tra Occidente ed Oriente, tra Nord e Sud del pianeta.

Iddio benedica l’Italia e noi tutti! + Simone, Vescovo

Testi di riferimento: - Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 98 - Giovanni Paolo II, Lettera ai Vescovi Italiani, 6 gennaio 1994 - CharlesTaylor – dalla rivista “Vita e Pensiero“ N° 6, dicembre 2010

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LETTERE E COMUNICAZIONI

ALLA DIOCESI

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Livorno, lì 4 gennaio 2011

Ai Presbiteri Ai Religiosi

Giovedì 13 gennaio 2011, ore 10 - 12

Assemblea Diocesana dei presbiteri e dei religiosi

Parrocchia San Giovanni Bosco, via Toscana 42 - Livorno

Carissimi confratelli tutta la Chiesa che è in Italia, ha fatto della generazione alla fede delle nuove generazioni la scelta di campo fondamentale per il prossimo decennio. La generazione alla fede è stato affermato passa attraverso un sempre maggiore impegno educativo di tutte le componenti di una Chiese locale, in primis le parrocchie e le aggregazioni laicali . Su questi temi stiamo riflettendo ai vari livelli ormai da molti mesi. Avrei necessità di sentire personalmente il vostro pensiero in proposito prima di arrivare alla fase finale della stesura del Progetto Educativo diocesano pertanto vi invito a partecipare alla prossima Assemblea diocesana .

Ordine del Giorno 1^ Parte dei Lavori A) Introduzione del Vescovo:

Gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 “EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO” e il lavoro in corso per il Progetto Educativo Diocesano .

B) Lavoro per gruppi di studio C) Il Dibattito in Assemblea sul Progetto Educativo Diocesano 2 ^ Parte dei Lavori A) Gli ultimi decreti in maniera amministrativa B) La ripresa a gennaio della SFOP per il 2° e 4° . - Una nuova proposta per il V° Vicariato

- L’esigenza di dare continuità alla formazione degli Operatori Pastorali C) La diffusione e la lettura della “ Settimana- toscana Oggi” La conclusione dell’Assemblea è prevista con il pranzo insieme alle ore 13.00.

+ Simone, Vescovo Livorno, lì 5 gennaio 2011

Ai Presbiteri Ai Religiosi Ai Diaconi

Carissimi,

desidero raggiungervi, in questi primi giorni del 2011, anche se vi ho già inoltrato alcune comunicazioni, oltre che augurarvi un ricco nuovo anno intenso della Sua presenza e della Sua benedizione, per ancor più essere sagge guide nelle comunità dove siete chiamati a servire, anche per aggiornarvi su importanti eventi della nostra Chiesa di Livorno, di cui ne siete anche già a conoscenza:

• domani 6 gennaio, in occasione della festività dell’Epifania, alle ore 17 in Cattedrale conferirò

l’Ordine Sacro di Diacono, in cammino verso il Presbiterato, a due giovani, Luigi Falanga e Rosario Esposito, dell’Associazione Internazionale Rinnovamento Carismatico Servi di Cristo Vivo, presente nella nostra Diocesi ed a servizio della Comunità Parrocchiale di Castell’Anselmo; sarebbe bello ed importante se qualcuno di voi potesse con me concelebrare od essere presente, compatibilmente con gli impegni parrocchiali, come segno di accoglienza di questa nuova realtà nella nostra Diocesi;

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• inoltre, domenica 2 gennaio, nella Parrocchia della Sacra Famiglia ho conferito il ministero di

Accolito al signor Silvano Benenati, sabato 15 gennaio, nella Parrocchia di S. Maria del Soccorso, riceverà il ministero di Lettore e di Accolito il signor Giuseppe Benenati, ed il signor Roberto Vecce sarà conferito Accolito nel prossimo mese di febbraio nella Parrocchia di San Martino in Parrana; tali ministeri vengono conferiti nelle parrocchie, per sottolineare e dare risalto all’importanza della figura laicale a servizio della comunità educante.

Con lode e rendimento di grazie al Signore per i doni effusi alla Chiesa particolare, affido al Suo Spirito coloro che, in questo periodo, particolarmente sono toccati dalla Sua Grazia, attraverso il sacramento ed i ministeri, perché possano comunicare con la testimonianza di vita la bellezza del Suo Amore, della Sua Amicizia, della Sua Carità.

Certo del vostro accompagnamento e ricordo nella preghiera, rinnovo gli auguri di ricco

nuovo anno nella Sua Gioia. Vi benedico, + Simone, Vescovo

Livorno, lì 17 gennaio 2011

Alla Chiesa di Livorno

Carissimi, la Festa del Voto è sempre per la chiesa e la città di Livorno momento di incontro, di

ringraziamento e affidamento a Maria, anche quest’anno rinnoveremo la nostra fiducia e devozione a Maria Madre delle Grazie, con un pensiero particolare alle tante situazioni di difficoltà che vive il nostro territorio: il lavoro, la casa, ecc.

Solo attraverso l’incontro e la conoscenza dei problemi potremo insieme trovare novità di impegno per contribuire a vivere meglio la città, come luogo di crescita e di accoglienza, ed anche la chiesa è chiamata a questo comunicando la Buona Novella donandosi nel servizio per il bene della comunità.

Così come nel 1742, in occasione del maremoto, affidiamo a Maria la città e la nostra diocesi, perché la Sua protezione ci possa accompagnare ed illuminare.

Invito le parrocchie, le comunità ad attendere e prepararsi alla Festa con un Triduo di

preghiera, da iniziare il 24 gennaio, in allegato troverete l’Invocazione da recitare insieme nelle S. Messe di domenica 23 gennaio e durante il Triduo.

Vi aspetto alle celebrazioni di GIOVEDÌ 27 GENNAIO 2011

ore 17.30 – piazza Grande, recita del ROSARIO e OMAGGIO FLOREALE all’immagine della Beata Vergine Maria (con la collaborazione dei Vigili del Fuoco);

ore 18.00 – arrivo in piazza Grande della Sacra Immagine di Maria SS. di

Montenero: ACCOGLIENZA, processione verso la Cattedrale, CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA presieduta dal Vescovo e OFFERTA DELLA CERA VOTIVA da parte dell’Arciconfraternita di S. Giulia a nome della cittadinanza livornese.

ore 19.15 - ritorno a Montenero della Sacra Immagine (con la collaborazione delle Misericordie locali e della SVS Pubblica Assistenza Livorno).

Ringrazio per la collaborazione, certo di vedervi numerosi. Vi benedico,

+ Simone, Vescovo

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Livorno, lì 24 gennaio 2011

Ai parroci della Diocesi Alle Comunità Religiose

Ai Diaconi Alle Aggregazioni laicali

Il programma 2011 dell' Ufficio Diocesano Pellegrinaggi

Fatto insieme Carissimi,

vi scrivo per mantenere una promessa più volte ribadita: definire il nuovo programma 2011 dell'Ufficio Diocesano Pellegrinaggi, con ciascuno di voi, con ognuna parrocchia, con ogni famiglia religiosa.

L'Ufficio Diocesano Pellegrinaggi è un organo al servizio della pastorale diocesana e come sapete dal 1 gennaio si è dotato di una propria agenzia viaggi, la Pharus. Sappiamo quanto siano importanti i pellegrinaggi. Ho potuto constatare personalmente in Terra Santa e a Lourdes, quale occasione di grazia essi siano.

L'Ufficio Diocesano Pellegrinaggi è preposto per aiutare le parrocchie ad organizzare viaggi pastorali spiritualmente ricchi, ben organizzati, con accoglienza in luoghi degni per dei pellegrini, nel pieno rispetto delle leggi italiane e della Regione Toscana, oltre a tutte le garanzie assicurative possibili.

L' Ufficio Diocesano Pellegrinaggi si è assunto, inoltre, l'impegno a saper coniugare qualità e prezzo e pertanto sono a chiedervi di indicare, possibilmente entro il mese di febbraio, quali mete volete che l'Ufficio Diocesano Pellegrinaggi metta in calendario per il nuovo anno pastorale, in quali date e con quale fascia di costi, tenendo conto delle condizioni ed esigenze particolari di ogni singolo gruppo.

Con l ‘Agenzia di Viaggi propria, i costi saranno ridotti in quanto non dobbiamo più appoggiarci ad altre Agenzie o Tour Operator, così come lo è stato fino allo scorso anno.

L’Agenzia Pharus offre anche il servizio di biglietteria aerea nazionale ed internazionale, presto sarà abilitata al servizio di biglietteria ferroviaria; oltre a viaggi di studio per l’apprendimento di lingue straniere, viaggi per scuole, studenti, ecc.,

Chiedo anche di informare le coppie, in preparazione al matrimonio, che presso l’Agenzia Pharus si possono organizzare viaggi e liste di nozze personalizzati, oltre a presentare agli stessi la possibilità di viaggi in paesi del sud del mondo per solidarizzare e condividere la propria gioia con altre popolazione perché la stessa possa diventare ricchezza per tanti, dando un senso cristiano al proprio viaggio di nozze.

Sicuro di una vostra fattiva collaborazione vi ringrazio e vi assicuro che se l'Ufficio Diocesano Pellegrinaggi con l’Agenzia Pharus come lo scorso anno, realizzerà un utile esso sarà interamente versato nel Fondo di Solidarietà costituito per le necessità delle comunità parrocchiali e delle comunità religiose. Con affetto e gratitudine + Simone, Vescovo

Agenzia Pharus Viaggi, via S. Andrea 69 – tel 0586 211294 – fax 0586 208788 –

[email protected] - [email protected] Livorno, lì 26 gennaio 2011

Ai parroci della Diocesi

Informarsi per Formarsi. Una diffusione capillare della “Settimana” Carissimi, sono a scrivervi per comunicarvi che abbiamo provveduto a sottoscrivere per il 2011 un abbonamento per ogni parrocchia della Diocesi al giornale diocesano “La Settimana – Toscana oggi”, in modo che ogni comunità possa averne almeno una copia. Ormai da molti mesi il giornale è passato da 4 a 8 pagine, è migliorato come quantità di informazioni e qualità degli articoli e soprattutto contiene anche una pagina intera dedicata agli appuntamenti

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parrocchiali e diocesani a cui potete sempre far riferimento, ma soprattutto che potete utilizzare per far conoscere anche le vostre iniziative. Naturalmente per renderlo migliore è necessaria la collaborazione di tutti, per questo vi invito a mettere l’indirizzo di posta elettronica della “Settimana” ([email protected]) abituali a cui inviate le vostre comunicazioni parrocchiali o relative alla vostra famiglia religiosa o aggregazione laicale, ciò permetterà alla Redazione del settimanale di conoscere e “raccontare” anche realtà di cui finora non si è parlato e non solo di quelle cittadine ma anche dei paesi limitrofi, che sono parte integrate della Diocesi. IL GIORNALE È UNO STRUMENTO AL SERVIZIO DELLA DIOCESI, per questo vi chiedo di usarlo come mezzo di comunicazione e formazione. Sono convinto che possa essere d’aiuto agli Operatori Pastorali (non può formare chi non si forma e non si informa), ai fedeli della domenica, ai parroci, ai religiosi e per questo vi propongo un esperimento: per due mesi, dal 6 febbraio al 3 aprile 2011, ogni parrocchia è impegnata a diffondere un numero di copie del settimanale secondo il prospetto allegato e ciò anche grazie all’aiuto che verrà offerto dai membri dell’Apostolato della Preghiera, che si sono resi disponibili per questo servizio. La Curia si impegna a ritirare le eventuali rese (ad ogni fine mese o settimana, le copie invendute potranno essere riconsegnate in Curia). Ai primi di aprile ogni parroco comunicherà le copie che effettivamente vende e dalla prima settimana di aprile, riceverà solo le copie che riesce realmente a diffondere. Ringraziandovi per la vostra attenzione e collaborazione vi saluto.

+ Simone, Vescovo

Livorno, lì 3 febbraio 2011

Ai Parroci della Diocesi

Il Catechista, comunicatore dell’esperienza di Gesù conoscenza ed aggiornamento del “patrimonio” in Diocesi

Carissimi,

il Catechista è nella Chiesa colui che testimonia e guida alla fede coloro che gli vengono affidati dal Parroco. Per questo non ci si improvvisa catechisti, ma lo si diventa, attraverso un cammino di formazione e di impegno nella comunità cristiana. Alcuni di voi hanno già inviato gli indirizzi dei propri catechisti all’ufficio diocesano e di questo ringrazio, mentre altri (la maggior parte) purtroppo non l’hanno ancora fatto, quindi ancora una volta vi chiedo di collaborare per meglio conoscere e raggiungere gli operatori della catechesi. In allegato troverete una scheda che vi chiedo di consegnare, unitamene a questa lettera ed al programma del Convegno del 19 febbraio, ai catechisti presenti nella vostra parrocchia. Colgo l’occasione per invitare tutti i catechisti alla partecipazione al Convegno Diocesano “EDUCARE è… PROGETTARE” di sabato 19 febbraio alla chiesa della SS. Annunziata a La Leccia. Ringraziandovi per il vostro servizio, certo della collaborazione, vi ricordo nelle mie preghiere, con i saluti più fraterni.

+ Simone, Vescovo

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Livorno, lì 7 febbraio 2011

Ai Parroci della Diocesi Alle Comunità Religiose

Ai Diaconi

La pastorale vocazionale e i Ministranti Carissimi, nella nostra diocesi i gruppi dei ministranti sono una vera ricchezza, molti e ovunque diffusi. Essi riuniscono molti giovani (ragazzi e ragazze) di età diverse . Già da molti anni sono organizzati e danno vita a loro periodici incontri . Dall’inizio dell’anno pastorale a don Valerio Barbieri ( a Gerusalemme per studio) è subentrato nella direzione del Centro Diocesano Vocazioni , don Jacek Macki, parroco di Castelnuovo della Misericordia, il quale affiancato da altri sacerdoti, diaconi, religiose e laici, si sta adoperando per intensificare le proposte sia per i ministranti che più in generale per tutti i giovani della diocesi e le loro famiglie. In particolare voglio presentare e raccomandare alcune loro iniziative: - il monastero invisibile che riunisce oltre 500 persone in preghiera

- gli incontro parrocchia per parrocchia con i gruppi dei ministranti ( in tale occasione i gruppi dei ministranti riceveranno un invito specifico: vivere con tutta la Chiesa Locale la giornata sacerdotale del mercoledì Santo in Cattedrale)

- la preparazione della prossima Giornata Mondiale per le Vocazioni con delle proposte di animazione vocazionale da vivere nelle parrocchie

- il campo scuola per ministranti ( come gli anni scorsi ) all’inizio dell’estate. Vi prego di sostenere e accogliere con convinzione quanto dal Centro Diocesano Vocazioni vi verrà proposto. Augurandovi ogni bene, vi porgo i miei più cordiali saluti

+ Simone, Vescovo

Livorno, lì 9 febbraio 2011

Ai Presbiteri della Diocesi

Tutti dalla parte della VITA riflessioni a partire dalla L. 194/78

Carissimi,

è questo il titolo del convegno che il Tavolo dell’oggettività dei primari dell’Ospedale di Livorno insieme a me ed al Cappellano don Placido, propongono per un riflessione sulla Legge 194/78, in tre momenti dal 17 al 25 febbraio p.v.

Ad oltre 30 anni dalla promulgazione della L. 194, tante cose e situazioni sociali, economiche, comportamentali, etiche, ecc. sono variate, ed anche la nostra realtà è diversa dal 1978.

Alla luce di questo viene proposto una riflessione, un dibattito con chi, nel quotidiano, si trova a confrontarsi con quanto regolamentato dalla Legge.

Tutti siamo concordi perchè la vita possa sempre essere affermata e salvaguardata, con responsabilità, in ogni istante del suo cammino, del suo evolversi.

Per confrontarci, educarci ed arricchire le collaborazioni e la solidarietà per la tutela della vita, vi invito a divulgare, nelle vostre comunità, ai giovani, alle coppie di fidanzati, di sposi, animatori di tali gruppi, le iniziative del convegno, con particolare attenzione all’incontro del 25 febbraio inserendo lo stesso nei vostri cammini formativi in preparazione al matrimonio.

In allegato troverete le iniziative dell’intero convegno, vi segnalo e chiedo la vostra attenzione ed impegno alla diffusione del dibattito di:

venerdì 25 febbraio p.v. ore 21 –

Cripta parrocchia Sacro Cuore (Salesiani – viale Risorgimento)

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La forza della vita: dono e responsabilità - Conoscere per saper scegliere L’incontro si svolgerà in due momenti: 1^) I DATI Con interventi di: Dott. Alfredo Pardini, Medico ginecologo ospedale di Livorno e Dott.ssa Costanza Galli, Responsabile reparto cure palliative ospedale di Livorno 2^) TESTIMONIANZE E DIBATTITO Presentazione di un vademecum per orientarsi sulle scelte della maternità e paternità responsabile

Certo della vostra collaborazione e partecipazione, ringrazio con i saluti più fraterni. + Simone, Vescovo Livorno, lì 24 febbraio 2011

Ai Presbiteri della Diocesi

Sussidio liturgico QUARESIMA 2011

Carissimi,

nel proseguo del discorso iniziato con le nostre comunità in Avvento con il sussidio liturgico “Prendete e mangiatene tutti...e il Verbo si fece carne…”, a giorni nelle vostre parrocchie vi giungerà il sussidio di Quaresima “Prendete e mangiatene tutti...anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri…”.

Auguro che il sussidio possa aiutare le comunità a vivere la Quaresima come tempo di

purificazione e maggior incontro con la Sua Parola, con il Suo Corpo, per vivere in pienezza la Settimana Santa e la Pasqua.

Certo di un buon inizio di Quaresima vivendo intensamente la liturgia del Mercoledì delle

Ceneri, rinnovo il mio invito affinché il Mercoledì Santo, in Cattedrale, la Giornata Sacerdotale possa essere condivisa con tutte le Parrocchie, e con i Gruppi dei Ministranti.

Ringrazio per il servizio offerto, nel ricordo della preghiera, i saluti più

fraterni con l’augurio di intenso ed efficace lavoro. + Simone, Vescovo

Livorno, lì 24 febbraio 2011

Alla Chiesa di Livorno

Mercoledì 16 marzo A 150 anni dall’Unità d’Italia

Una Messa per l’Italia

Chiesa di S. Caterina da Siena, Patrona d’Italia ore 18.00

A 150 anni dall’avvento dell’unità d’Italia, la Chiesa che è in Livorno vuole innalzare a Dio una preghiera corale affinché benedica il nostro Paese, le nostre famiglie e doni saggezza ai nostri governanti e lavoro dignitoso a tutti.

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Una celebrazione per ringraziare il Signore per questi ultimi 65 anni di storia Patria vissuti in pace

con tutti i popoli vicini e lontani. La pace è una conquista irrinunciabile e va costantemente difesa incrementando lo spirito europeo e l‘educazione alla mondialità e alla fraternità fra i popoli e tutti gli uomini.

La celebrazione sarà anche una occasione per ricordare e pregare per tutti coloro che ieri e oggi hanno dato e danno la vita per la nostra nazione, per la sua difesa e la salvaguardia delle sue città e campagne.

Invito tutti i sacerdoti della diocesi a celebrare ogni S. Messa del giorno 17 marzo con questa intenzione particolare per l’Italia ed inoltre

d i s p o n g o che mercoledì 16 marzo alle ore 18.00

in città di Livorno non vi siano altre celebrazioni concomitanti con quella del Vescovo al fine di favorire la partecipazione di laici, clero e religiose alla Messa in S. Caterina. Certo della partecipazione e collaborazione, i saluti più fraterni. + Simone, Vescovo Livorno, lì 25 febbraio 2011

Ai Parroci della Diocesi

QUARESIMA 2011

Carissimi,

così come già comunicato con la mia lettera di ieri, i sussidi liturgici di Quaresima sono pronti e dal tardo pomeriggio di oggi li potete ritirare presso le Parrocchie dei vostri Vicari zonali o Parroci che si sono resi disponibili per questo servizio:

I Vicariato: don Placido Bevinetto, Parrocchia La Madonna; II Vicariato: don Pietro Kownacki, Parrocchia Sacra Famiglia – Shangay – III Vicariato: don Ordesio Bellino, Parrocchia Sette Santi; IV Vicariato: don Gustavo Riveiro, Parrocchia S. Lucia; V Vicariato: consegna a cura di don Pio Maioli o rivolgersi a lui; VI Vicariato: don Pietro Grajper, Parrocchia S. Luca Stagno.

Desidero farvi giungere anche il messaggio del Santo Padre per la Quaresima ed il mio che trovare anche nel sussidio, questo come strumento per la riflessione da diffondere nelle vostre comunità.

I suddetti messaggi li consegnerò alle celebrazioni Eucaristiche del Mercoledì delle Ceneri

in Cattedrale ed alla Chiesa di Santa Croce in Rosignano Solvay.

Ringrazio per il servizio e la disponibilità donata, nel ricordo della preghiera, buon cammino di Quaresima a voi ed alle vostre comunità, con i saluti più fraterni.

+ Simone, Vescovo

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Livorno, lì 3 marzo 2011

Ai Presbiteri

Ai Diaconi

Cresime adulti

Carissimi,

confermo come da calendario pastorale che

domenica 1 maggio p.v. Festa della Divina Misericordia

ore 10.30 - Cattedrale conferirò il Sacramento della Confermazione

a persone adulte da voi conosciute, seguite nella formazione e presentate. Vi chiedo di comunicare entro il 20 aprile p.v., alla mia segreteria, il numero dei cresimandi, mentre per la documentazione contattare la Cancelleria vescovile.

In comunione di preghiera i saluti più fraterni.

+ Simone, Vescovo

Livorno, lì 8 marzo 2011

Ai Presbiteri

Domenica 13 marzo 2011 ore 17 Cattedrale

Rito di elezione per i Catecumeni con il Vescovo Carissimi,

nel proseguo di quanto celebrato lo scorso 28 novembre, I domenica di Avvento, con il Rito di Ammissione dei Catecumeni, nella

I domenica di Quaresima, 13 marzo alle ore 17 in Cattedrale, sarà celebrato il Rito di elezione per i Catecumeni,da me presieduto.

Momento importante in cui, dopo la testimonianza degli accompagnatori (padrini e garanti), i

Catecumeni dichiarano la propria volontà di ricevere i Sacramenti, e la Chiesa decide la loro ammissione ai sacramenti pasquali.

Pertanto, è auspicabile che alla celebrazione di domenica 13 marzo, oltre al parroco, ai garanti, ai catechisti e ai padrini, sia presente e coinvolta anche la comunità parrocchiale di provenienza dei catecumeni, come momento di gioia e condivisione del cammino di questi fratelli e sorelle e per dare continuità al cammino medesimo che proseguirà nelle successive domeniche di Quaresima nelle rispettive comunità parrocchiali.

Vi aspetto unitamente ai Catecumeni che avete presentato nella I domenica di Avvento ed eventualmente anche con altri Catecumeni che per voi sono consapevoli e pronti a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

Nel reciproco ricordo della preghiera i saluti più fraterni. + Simone, Vescovo

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Livorno, lì 8 marzo 2011

Alla Chiesa di Livorno

QUARESIMA di CARITA’ Carissimi, nel mio messaggio per la Quaresima comunico quanto questo tempo è propizio per

camminare verso una meta di vita, di felicità condivisa, attraverso l’amore e la verità, cioè la giustizia, ripercorrendo, insieme a Gesù, il suo andare verso Gerusalemme, per la liberazione del suo popolo.

E’ questo il senso della nostra accoglienza e partecipazione alle intenzioni per la raccolta della Quaresima di Carità, che l’Ufficio diocesano per la pastorale della Carità ci presentano:

1. Sostegno ai servizi offerti dalla Fondazione Caritas

Per ampliare e migliorare i servizi secondo le necessità

2. Nel mondo tra i più poveri: L’Eritrea Una attenzione che non può mancare per i fratelli in povertà estrema

3. Famiglie in stato di indigenza Continuano le difficoltà delle famiglia a causa della crisi

Chiedo di diffondere nelle vostre comunità queste realtà a cui saranno destinate le offerte che la Chiesa di Livorno raccoglierà in Quaresima.

Auguro che ogni comunità della Diocesi possa farsi prossimo dei bisogni delle tante donne e uomini che chiedono speranza attraverso le intenzioni della Quaresima di Carità.

Certo della vostra collaborazione, ringrazio per quanto donerete e nel reciproco ricordo della preghiera con gli auguri di un intenso cammino di Quaresima i saluti più fraterni.

+ Simone, Vescovo Livorno, lì 8 marzo 2011

Al Sig. Giulio Sangiacomo Presidente Diocesano ACI

Al M.R. don Andrea Brutto Assistente Diocesano AC I

p.c. Alla Cancelleria Vescovile

Carissimi,

dopo i colloqui avuti con le persone indicatemi dal Consiglio Diocesano quali candidati alla Presidenza Diocesana dell’A. C. di Livorno per il triennio 2011-2014 vi scrivo per esprimervi il mio apprezzamento verso tutti e tre gli associati . Considerato attentamente la loro situazione familiare e lavorativa

Nomino Presidente Diocesano il sig. Martella Antonio

e mi permetto di esprimere una raccomandazione al Consiglio Diocesano. Vista la qualità e la levatura di tutti e tre i candidati sarei felice se il Consiglio si orientasse verso una Presidenza Diocesana che vedesse in vari ruoli di responsabilità, tutte e le tre persone indicatemi al fine di garantire una conduzione dell’AC diocesana la più collegiale e unitaria possibile. Grato per il bene che l’AC Diocesana sta testimoniando nella Chiesa Locale, vi porgo i miei più cordiali saluti.

+ Simone, Vescovo

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Livorno, lì 11 marzo 2011

Alla Chiesa di Livorno

Mercoledì 16 marzo 2011

A 150 anni dall’Unità d’Italia Una Messa per l’Italia

Chiesa di S. Caterina da Siena, Patrona d’Italia ore 18.00

Carissimi, così come già annunciato, mercoledì 16 marzo alle ore 18 presiederò la S. Messa di

ringraziamento al Signore per questi ultimi 65 anni di storia della nostra Patria vissuti in pace con tutti i popoli vicini e lontani, e perché sempre più si diffonda la cultura della solidarietà come fondamento dell’unità e del confronto nella diversità.

La celebrazione sarà anche una occasione per ricordare e pregare per tutti coloro che ieri e oggi hanno dato e danno la vita per la nostra nazione, per la sua difesa e la salvaguardia delle sue città e campagne.

Vi invito ad essere numerosi.

In segno di partecipazione ai festeggiamenti della città per i 150 anni di unità d’Italia, le chiese di S. Caterina, S. Ferdinando, La Madonna, della Purificazione, di S. Giulia, Oratorio di S. Ranieri e Museo Diocesano saranno, straordinariamente, aperte al pubblico fino alle 22.

Certo della presenza, in attesa di incontrarvi, i saluti più fraterni.

+ Simone, Vescovo Livorno, lì 11 marzo 2011

Ai Presbiteri

Ai Diaconi Alle Comunità religiose

Alle Aggregazioni laicali

Preghiera solidale per Africa e Asia Carissimi,

desidero raccomandare l’iniziativa della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, la quale, condividendo l’apprensione del Santo Padre Benedetto XVI per le “tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi paesi dell’Africa e dell’Asia”, invita per il 13 marzo, I domenica di Quaresima, tutte le comunità parrocchiali, le comunità religiose, le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali ad un particolare ricordo nella preghiera, implorando per le vittime della violenza la misericordia di Dio e per tutti la riconciliazione, la giustizia e la pace.

Inoltre la Caritas Italiana ci aggiorna che in risposta alla crisi delle popolazioni del nord Africa, ad oggi sono stati individuati poco più di 2.400 posti in 93 diocesi. Il loro effettivo utilizzo dovrà essere concordato nei modi e nei tempi con il Ministero dell’Interno.

Intanto il governo italiano è riuscito ad evacuare 58 eritrei richiedenti asilo, soprattutto famiglie con molti bambini, che erano bloccate a Tripoli e assistite da Caritas Libia. La sera dell’8 marzo hanno raggiunto il Cara di Sant’Anna, a Crotone.

Certo della preghiera e dell’attenzione anche della nostra Chiesa locale, i saluti più fraterni e buon cammino di Quaresima.

+ Simone, Vescovo

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Livorno, lì 22 marzo 2011

Ai parroci della Diocesi

Informarsi per Formarsi Verifica diffusione capillare della “Settimana”

Carissimi,

siamo giunti al termine della periodo di prova per la diffusione delle copie in più di Toscana oggi – La Settimana.

Vi ringraziamo per la promozione che avete fatto al giornale diocesano e ringraziamo i membri dell’Apostolato della preghiera che in alcune comunità si sono resi disponibili per questo servizio.

Durante questo periodo abbiamo purtroppo constatato che il servizio di consegna delle Poste di Livorno non ha rispettato gli accordi ed il giornale non è arrivato in tempo per la domenica.

Per evitare che si ripeta questo inconveniente i volontari della Misericordia si sono gentilmente messi a disposizione per consegnare il sabato mattina i pacchi dei giornali alle parrocchie, perché essi possano arrivare a destinazione entro il giorno festivo. Coloro che per i prossimo mesi desiderassero numeri diversi di copie (in più o meno) sono pregati di farlo sapere telefonicamente o tramite mail ([email protected]) alla portineria della curia. In caso di mancato avviso continueremo a farvi arrivare lo stesso numero di copie inviate fino ad oggi. Dal mese di aprile l’inserto di Livorno integrerà le notizie diocesane con tutte le notizie contenute nei vostri periodici parrocchiali. Il prossimo 30 marzo alle 18.00 in Vescovado infatti la redazione de La Settimana incontrerà le redazioni dei giornali parrocchiali per stabilire i termini di questa collaborazione. Per questo vi chiedo di comunicare questo incontro ai responsabili dei vostri periodici.

Grazie ancora per l’attenzione che riservate alla comunicazione in ogni sua forma. Vi benedico,

+ Simone, Vescovo

Livorno, lì 29 marzo 2011

Ai Mr. Parroci Ai Diaconi

Alle Comunità religiose Alle Aggregazioni laicali All’Assemblea diocesana

Al Consiglio pastorale diocesano Ai partecipanti alla S.F.O.P.

Percorso spirituale di Quaresima con il Vescovo L’Amore folle di Gesù di Nazareth

Domenica 10 aprile 2011 Chiesa S. Giovanni Bosco - Coteto - ore 16

Carissimi, il tempo di Quaresima è propizio per far sosta, riflettere e meditare, ecco perché la proposta del

ritiro, rivolto a tutti, nella molteplicità dei carismi e vocazioni di ognuno, per trovare alimento e linfa alla nostra disponibilità alla Sua chiamata attraverso la meditazione, la preghiera, questo per crescere e camminare insieme a Lui e per comunicare la bellezza dell’incontro con il Signore a coloro che ci sono stati affidati, nella corresponsabilità di dare continuità alla Sua chiesa nata per il bene di molti nel proseguo dell’azione del Suo Spirito.

Il ritiro di Quaresima non è una cosa in più rispetto alle altre iniziative diocesane o parrocchiali, è un’occasione per sostare con Lui insieme al Vescovo.

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L'impostazione sarà la seguente :

Ore 16,00 Celebrazione dell’ora media Ore 16,15 Meditazione Ore 17.00 adorazione eucaristica spazio per la riflessione personale tempo per le confessioni Ore 18,15 Collatio e conclusioni Per motivi organizzativi di ovvia comprensione, si prega ogni parrocchia, aggregazione, ecc. di segnalare alla segreteria del Vescovo ([email protected] – 0586 210810), il numero presunto e di massima dei partecipanti, entro giovedì 7 aprile p.v. Certo di incontrarvi numerosi, vi aspetto e buon proseguo di cammino quaresimale. + Simone, Vescovo

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NOMINE E DECRETI VESCOVILI

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10 gennaio 2011 Il Vescovo ha conferito l’Ordine Sacro del diaconato all’Accolito Luigi Falanga, seminarista della Congregazione religiosa dei Servi di Cristo Vivo. Il Vescovo ha conferito l’Ordine Sacro del diaconato all’Accolito Rosario Esposito, seminarista della Congregazione religiosa dei Servi di Cristo Vivo. 13 gennaio 2011 Il Vescovo ha istituito il FONDO DI SOLIDARIETA’ TRA LE PARROCCHIE con il seguente regolamento:

1. La Diocesi di Livorno mette a disposizione ogni anno un fondo di solidarietà per le parrocchie che si trovano a dover affrontare lavori urgenti e indifferibili e non abbiano risorse sufficienti per coprirli.

2. Nel bilancio della Diocesi è prevista un’apposita voce la cui consistenza è calcolata al 31/12 di ogni anno.

3. Il fondo di solidarietà parrocchiale è così costituito: - dai contributi che le parrocchie annualmente versano alla Diocesi; - dagli utili provenienti dalla gestione dell’agenzia di viaggi diocesana; - dagli interessi attivi derivanti dalla gestione del fondo S. Martino con la Banca Prossima; 4. Le parrocchie in stato di necessità possono fare richiesta all’ufficio amministrativo di

diocesano di accedere alla dotazione di detto fondo. 5. Possono accedere al fondo tutte le parrocchie che hanno versato regolarmente le

raccolte per le giornate obbligatorie, che siano in regola con i versamenti dei contributi parrocchiali relativamente agli ultimi 5 anni, e che se negli ultimi due anni hanno effettuato pellegrinaggi, almeno uno di questi sia stato effettuato con l’ODP o con la nuova Agenzia di Viaggi.

6. Le richieste, fatte pervenire entro il 31.12 di ogni anno, dovranno essere presentate dal Parroco mediante lettera all’ufficio amministrativo diocesano. Il Parroco, prima di inoltrare la richiesta all’ufficio amministrativo diocesano, deve richiedere il parere dal Consiglio per gli Affari Economici parrocchiale.

7. L’ufficio amministrativo, che ha il solo compito di verificare che le richieste siano corredate di tutti gli elementi disposti da questo regolamento, trasmetterà al Vescovo diocesano entro il 15/01 di ogni anno le domande delle parrocchie che hanno fatto richiesta di poter attingere al Fondo.

8. Il Vescovo, durante la prima seduta utile, porrà all’attenzione del Collegio dei Consultori le domande. Il Collegio valutate le richieste, definirà le somme da erogare alle singole parrocchie.

9. I contributi saranno elargiti dal primo febbraio in poi di ogni anno. 10. La decisione del Collegio sarà insindacabile.

Il presente decreto, dopo la pubblicazione, sia notificato a tutte le parrocchie della Diocesi e all’Ufficio Diocesano amministrativo. Norme transitorie : Per l’anno 2011 e solo per questo anno corrente, stabiliamo:

1. La data di presentazione delle domande è fissata al 20 gennaio del c.a. 2. L’Ufficio Amministrativo della Curia Diocesana, trasmetterà le domande ammissibili a

contributo entro il 31 gennaio c.a. 3. I contributi saranno erogati a partire dal 15 febbraio.

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13 gennaio 2011 Il Vescovo ha conferito il ministero dell’Accolitato a Silvano Benenati nella chiesa parrocchiale Sacra Famiglia 17 gennaio 2011 Il Vescovo ha conferito il ministero dell’Accolitato a Giuseppe Benenati nella chiesa parrocchiale S. M. del Soccorso 18 gennaio 2011 Il Vescovo ha nominato don Gustavo Marcelo Riveiro D’Angelo, animatore spirituale del movimento diocesano dei Cursillos di Cristianità 19 gennaio 2011 Il Vescovo ha nominato padre Andrea Conti ofm amministratore parrocchiale della parrocchia S. Croce in Rosignano Solvay 25 gennaio 2011 Il Vescovo ha nominato don Joseph Luzuy, presbitero dell’Istituto religioso di Cristo Re Sommo Sacerdote, vicario parrocchiale della parrocchia S. Caterina in Livorno (a decorrere dal 1° febbraio) 7 febbraio 2011 Il Vescovo ha conferito il ministero dell’Accolitato a Roberto Vecce nella chiesa parrocchiale S. Martino in Parrana S. Martino 9 marzo 2011 Il Vescovo ha nominato don Salvatore Bevinetto assistente spirituale della sezione di Livorno dell’Opera Assistente Malati Impediti (OAMI) 16 marzo 2010 Il Vescovo ha nominato il diacono permanente Dino Renucci delegato della Diocesi presso il SAIS Servizio Assistenza e Informazione Sanitaria 18 marzo 2011 Il Vescovo ha nominato Antonio Martella presidente dell’Azione Cattolica Italiana nella Diocesi di Livorno per un triennio 31 marzo 2011 Il Vescovo ha nominato don Joseph Amadieu, presbitero dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, amministratore parrocchiale della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo in Colognole (a decorrere dal 1° aprile) Il Vescovo ha istituito in Diocesi in modo permanente la Commissione per gli Ordini e i Ministeri, secondo le disposizioni della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Fanno parte della Commissione: la comunità educante del Seminario (ad eccezione del padre spirituale e/o confessori del candidato); il vicario generale; il vicario giudiziale; il delgato vescovile per il diaconato permanente; il delegato vescovile per la vita consacrata (quando si tratta di religiosi) il parroco della parrocchia di origine ed i parroci delle parrocchie dove ha svolto il servizio pastorale il candidato; altri presbiteri nominati a discrezione del Vescovo di volta in volta.

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ORGANISMI

DI PARTECIPAZIONE

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Verbale del 26 gennaio 2011

Consiglio Pastorale Diocesano

Presenti: Mons. Giusti, don Vanzi, don Locatelli, don Caccavale, padre Damioli, suora Gigliucci, Piroll, Spugnesi, Belcari, Benenati, Pin, Spadoni, Cecconi, Pizzi, Calvaruso, Musumeci, Nasca, Margotta, Morelli. Assenti giustificati: Sangiacomo Nell’introduzione il Vescovo illustra la situazione originata dal conferimento di un incarico nel direttivo del PD al Roberto Pini e l’impegno di coordinatore comunale dell’UDC conferito a Spugnesi. L’eventuale incompatibilità dei membri del CPD con incarichi di partito politico non è sancita da alcuna norma statutaria e, il Vescovo dichiara non esistere norme o comportamenti costanti in nessuno dei due sensi, ritiene perciò che si possa discutere liberamente su ambedue le opzioni. Cecconi: nel precedente CPD la presenza di alcuni membri con incarichi non ha creato alcun problema. Spadoni- non individuo alcun problema nella convivenza quando si agisce con trasparenza, anche se può esservi qualche presa di posizione difficile che può originare qualche imbarazzo. Vanzi – è bene che le scelte della Chiesa non siano nemmeno sfiorate dal sospetto di rispondere a logiche non libere. Pini – come parte in causa ritengo che nella fase di formazione della rappresentanza (assemblea diocesana e CPD) non ci sia alcun ostacolo alla presenza di nessuno, mentre i membri della giunta che rappresentano la chiesa all’esterno è bene evitare ogni equivoco. Vescovo – senza modificare lo statuto possiamo inserire una limitazione all’accesso alla Giunta Diocesana nel regolamento. Pirollo – distinguere i casi secondo i comportamenti, nel caso in esame non ci sono ostacoli alla permanenza in giunta. Spugnesi – E’ importante che non appaia neppure incidentalmente una forma di sospetto o contrarietà nei confronti dei laici impegnati in politica, proprio adesso che il magistero sollecita iniziativa e responsabilità. Vescovo – incarico a don Vanzi di redigere un regolamento per limitare l’accesso alla Giunta dei membri del CPD che rivestono carichi direttivi nel loro partito di appartenenza. Successivamente all’approvazione nel prossimo CPD, si procederà all’elezione di due membri in sostituzione di Pini e Spugnesi. Successivamente il Vescovo distribuisce ed illustra il documento della CEI “educare alla vita buona del vangelo” sottolineandone la compatibilità con il progetto educativo diocesano. E’ importante fissare degli obiettivi che diano il senso del percorso della Chiesa cercando poi di procedere per piccoli passi. Il vescovo sollecita le commissioni a completare la revisione delle schede. Pini – sulla scheda 1 ritiene che sia caso di specificare nella scheda 1 qualcosa sulla spiritualità tipica del laico dal momento che la comunità e formata in maggioranza da laici. Vescovo – anche la scheda 3 deve essere ampliata, invece ho riscontrato consenso sulla scheda 2 ed 1. Sulla 4 c’è bisogno di considerare maggiormente le famiglie in formazione. Suor Gabriella – noto una certa stanchezza spirituale; si prega volentieri ma assai meno si riflette e si ascolta la parola di Dio. Vescovo – cercheremo di sviluppare questo richiamo in tutte le schede. Spugnesi- il desiderio di conoscere Gesù non nasce automaticamente ma normalmente dall’incontro con un testimone della bellezza di questa conoscenza e della gioia che comporta. Nell’esperienza di molti di noi si è trattato di santi sacerdoti. Con le dovute eccezioni mi sembra che i nostri sacerdoti non siano più in grado di trasmettere questo entusiasmo.

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Vescovo – lo Spirito Santo opera comunque ed i semi maturano spesso quando meno lo crediamo. Vogliamo dei preti che siano figure “inefficienti” nel senso che stiano vicini alle persone, formandosi dei collaboratori cui poi lasciare le mansioni operative. Nasca – tutto ha senso solo se c’è questa vita spirituale di comunione visibile ed incontrabile che può attirare e cambiare le persone. Consiglio di sfrondare le schede di molte cose concentrandosi su la parola, la comunità, la concretezza. Calvaruso – bisogna trasmettere la ragione per cui siamo li…per amore di Gesù. Caccavale – la parola è luogo privilegiato dell’incontro ma più importante e la spiritualità personale e l’incontro con i testimoni. La parola esige anche preghiera e discernimento. Locatelli – il bisogno che più si avverte è quello della sicurezza (anche sotto forma di benevolenza), questo è un richiamo che possiamo sviluppare. Alcuni ambienti richiamano perché accoglienti e provocano a provare anche altri. Altre parrocchie divengono invece sconsigliate ed evitate. Margotta –anche nella preghiera personale e nel rosario si vive la parola. Infine il vescovo ha date le comunicazioni sulle iniziative della Quaresima, sul lancio di una campagna di sensibilizzazione alla lettura del settimanale diocesano e sull’aggiornamento del sito web della diocesi.

Verbale del 2 febbraio 2011

Consiglio Presbiterale

Presenti: mons. Simone Giusti, mons. Ezio Morosi, mons. Paolo Razzauti, don Andrea Brutto, don

Alberto Vanzi, don Federico Locatelli, don Placido Bevinetto, don Luciano Musi, don Piotr

Grajper, don Gustavo Riveiro, padre Fabrizio Civili, padre Giovanbattista Damioli.

Assenti: don Francesco Fiordaliso, don Ordesio Bellini, don Piotr Kownacki, don Gino Franchi. Ordine del giorno:

1. introduzione del Vescovo; 2. la vita del clero: diaconi permanenti e presbiteri; 3. norme per il Consiglio parrocchiale degli Affari economici; 4. la gita del clero di aprile; 5. la giornata regionale presbiterale del 19 maggio; 6. varie ed eventuali

****NOTA**** A partire da questa riunione non fa più parte del consiglio don Apollinaire Matsimona in seguito alle sue dimissioni da parroco. Dopo la preghiera iniziale, il vescovo ha distribuito la fotocopia di un articolo dell’Avvenire riguardante le indicazioni del papa sulle celebrazioni del matrimonio religioso, volte a prevenire i matrimoni nulli. Lo stesso articolo è stato commentato. Don Alberto Vanzi: la CEI chiede che il processicolo sia fatto alla fine della preparazione. Esiste il rischio che gli sposi rispondano ingannando il prete. Oppure a volte non comprendono certe

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domande. Gran parte della preparazione si gioca negli incontri personali, tutto il percorso non dovrebbe essere finalizzato alla cerimonia, ma il parroco dovrebbe curare il cammino con la coppia. Non è semplice decidere se fare il giuramento prima o dopo, se farlo all’inizio e riprenderlo alla fine. E poi se provi a dire che non è il caso che si sposino in chiesa “ti uccidono”. Mons. Simone Giusti: occorre dire alcune cose ferme, come la necessità di presentarsi almeno un anno prima, se non lo si ribadisce quelli vengono un mese prima. Stabilire che ci sia un percorso chiaro. Si potrebbe presentare il processicolo anche in cima al percorso, per far sì che gli sposi pensino alle regole e alle finalità fondamentali del matrimonio. Noi pastori dovremmo poter dire almeno che ci si è provato a coniugare pastoralità e regole giuridiche. Don Placido Bevinetto: ieri ho concluso un iter e mi sono accorto che quando si fanno delle domande in quel momento va tutto bene; se si sollevano dei problemi allora lì per lì ci sono degli effetti e si crea un po’ di dibattito ma alla fine dicono che va tutto bene. Don Luciano Musi: parlo con la mia esperienza di diversi anni. Per me non servono a niente queste preparazioni, serve che gli sposi siano inseriti nella comunità. Chi non frequenta la comunità farà qualsiasi corso per le celebrazioni, non perché gli interessi il matrimonio. È meglio mandarli in comune, perché c’è sempre qualcosa su cui litigare. La situazione della nostra gente è questa. Anche per i battesimi è la stessa cosa con i padrini. Dobbiamo smettere di sacramentalizzare e iniziare a evangelizzare. Ho visto anche a Roma celebrazioni di matrimoni vergognosi. Poi ci rimettono quelli che come me appaiono più cattivi. Sono d’accordo comunque sul fare un anno di preparazione. Mons. Paolo Razzauti: la preparazione fatta così a mio avviso non serve. Forse dobbiamo fare una preparazione coppia per coppia noi preti. Ogni coppia ha la sua storia. Come si fa a considerare come una realtà comune delle coppie diversissime fra loro? Però se vedono qualcosa allora restano colpiti. Io quando ero ad Antignano mettevo dei paletti; talvolta anche quando c’erano le condizioni giuste poi gli sposi si sono divisi. O si torna alla preparazione del sacerdote oppure il problema resta. Siamo noi preti i catechisti, gli evangelizzatori, gli altri ci aiutano. Padre Fabrizio Civili: la preparazione dovrebbe avere due scopi: il consolidamento della fede e l’inserimento nella comunità. La cosa dove ci siamo arenati, anche se abbiamo cominciato il corso, è la verità del matrimonio. Di fronte a questa sollecitazione siamo rimasti sconvolti. Quindi bosogna dire che chi non sa cos’è il matrimonio cristiano non ha diritto a sposarsi. C’è un bel testo di mons. Bonetti sulla chiamata al matrimonio. Don Luciano Musi: ci vuole la testimonianza della comunità. Bisogna invitare subito gli sposi a venire alla messa, poi si fa il resto. Se i parroci facessero una visita alle famiglie, si accorgerebbero che tanti giovani non sono cresimati. Poi tanti arrivano che sono già conviventi e vogliono sposarsi. A volte le convivenze vanno vagliate senza condannarle. Prima non c’erano i preti ma c’erano anche i matrimoni clandestini. Mons. Simone Giusti: mi sembra che i punti principali che sono venuti fuori sono la necessità di evangelizzare, il rispetto di alcune regole, il tempo prolungato della preparazone. Don Alberto Vanzi: il percorso deve servire a riconfermare la fede mediante delle proposte di fede. Stiamo attenti a non negare il matrimonio per la fede, si nega solo se vengono negate le proprietà fondamentali del matrimonio. Alcune coppie non scelgono Cristo e tuttavia scelgono il matrimonio cristiano. Mons. Paolo Razzauti: come faccio ad accettare il matrimonio cristiano se non credo in Cristo?

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Don Alberto Vanzi: il matrimonio è un sacramento strano perché ancora si discute se il matrimonio naturale possa essere sanato come sacramento, o se possa essere sanata una convivenza. Mons. Simone Giusti: ci possono essere casi in cui gli sposi non aderiscono a tutta la fede ma al matrimonio sì. Ma dobbiamo vedere i casi normali in cui si educa alla fede. Vogliamo formare famiglie cristiane. Don Gustavo Riveiro: ognuno è figlio della sua storia. Io vengo da una storia in cui dovevo sposare 4 o 5 coppie a settimana, a volte contro la mia volontà. A volte i nostri percorsi molto gettonati sono solo burocrazia. Abbiamo molti fogli. Non ingabbiamo lo Spirito Santo. A volte c’è una mentalità restrittiva che non lascia spazi. Vorrei sapere, nei casi in cui si ritiene che una coppia non dovrebbe celebrare il matrimonio, chi è che ci sostiene visto che in quei casi tutti ci danno contro. Anche quando una donna porta tutte le settimane i bambini a confessarsi e poi si prova a dire qualcosa poi lei va in curia. A volte ci si trova fra due fuochi, non si può dire subito che se li sposi sei un prete cretino. Non sono problemi banali anche se sembrano. Il percorso di un anno va considerato come un anno cronologico o un anno utile? Don Federico Locatelli: vi sono più problemi, più cose da affrontare. Un problema è quello pastorale, è necessario il tempo di un anno pastorale ma vanno ribadite le indicazioni, anche attraverso i mezzi di comunicazione, per evitare che gli sposi si presentino pochi mesi prima con il ricatto della data già pronta. L’altro problema riguarda la scelta che gli sposi dovrebbero fare e che va contro la mentalità corrente, per cui non è possibile fare scelte per tutta la vita. Anche se gli sposi rispondono positivamente ai propositi durante la preparazione, dobbiamo accertarci per quanto ci è possibile che gli sposi concepiscano la loro scelta come un passo da cui non si torna indietro. Mons. Simone Giusti: il matrimonio si può celebrare se c’è adesione alle sue finalità essenziali. Bisogna evitare che i matrimoni siano nulli in partenza, poi se gli sposi ci ingannano il problema è loro. Anche noi possiamo ingannare con il nostro sacerdozio dando una testimonianza cattiva. Tuttavia dobbiamo fare almeno il possibile. Don Gustavo Riveiro: una proposta per il viaggio di nozze. Stiamo stampando una cosa carina perché gli sposi si costruiscano il viaggio di nozze, ci si rivolge alle coppie per proporre vari tipi di viaggi, anche viaggi missionari. Questo può servire a dare uno sguardo cristiano anche ai viaggi di nozze. L’idea è di proporlo durante il percorso di preparazione. Per l’agenzia si aprono altre possibili risorse. Si è passati a parlare del diaconato permanente (punto n. 2). Mons. Paolo Razzauti (vedere allegato n.1). Mons. Paolo Razzauti: prima di tutto c’è da dire che bisogna rivedere l’identità del diacono. Questo percorso in parte è già stato affrontato ma deve esserlo ancora. Si è parlato dell’importanza delle relazioni fra diaconi e vescovo, della preparazione e degli studi, compiuti per mezzo degli istituti di scienze religiose. Ai candidati attuali verranno conferiti i ministeri del lettorato e dell’accolitato ma non si procederà all’ordinazione. Abbiamo individuato tre elementi comuni da analizzare: emarginazione dei diaconi all’interno delle comunità, lo scarso coinvolgimento o inserimento dei diaconi nel clero diocesano e nelle decisioni diocesane e il senso di appartenenza alla chiesa. Addirittura ci si potrebbe chiedere se far partecipare i diaconi anche ai ritiri e alla giornata del mercoledì santo. Sono emerse alcune tipologie di diaconi: alcuni sono pienamente inseriti nel loro contesto, con equilibrio fra vita famiglia e svolgimento del ministero; altri, privilegiando il servizio in parrocchia, sono poco presenti in diocesi e preferiscono coltivare il piccolo orto che si può controllare meglio e dà soddisfazioni, anche perché talvolta sono legati alla loro parrocchia da anni; vi sono altri diaconi ancora che stanno vivendo problemi familiari e al tempo stesso sono

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stati chiamati a fare un servizio in cui non si sentono a proprio agio e lo fanno con sofferenza. Alcuni di questi problemi sono specificamente “diaconali”. Già dalla partecipazione agli incontri si vede la situazione, alcuni vi partecipano solo per un brevissimo tempo. Per affrontare i problemi intraecclesiali abbiamo fatto una giornata sul tema della spiritualità del diacono. Sono stati ricordati gli impegni presi al momento dell’ordinazione: l’eucaristia, la liturgia delle ore, la preghiera. Una discussione verteva sul fatto che il diacono l’eucaristia la vive quando è in famiglia. Bisognerebbe chiedersi: se non si attinge la forza dall’eucaristia da dove si attinge? Inoltre, molti diaconi hanno un lavoro tale che non permette di svolgere il diaconato come si deve. Altro grosso problema è quello dei figli: è ancora il caso di ordinare diaconi che hanno figli da crescere? E quando ci sono problemi in famiglia? Don Gustavo Riveiro: si è parlato di molte cose. Ma come fare con i diaconi che hanno visibili limiti liturgici? A volte hanno mentalità da laici e parlano da cardinali, sprigionano lo zelo apostolico anche a orari impensabili. Altra cosa sono i diaconi che hanno il lavoro, altra cosa sono quelli che hanno ancora molti anni da vivere ma molti limiti nella loro preparazione. Mons. Paolo Razzauti: a volte si è proposto di fare dei corsi per corrispondenza, ma poi dicevano che non hanno tempo. Ormai i nostri diaconi sono stati ordinati; io stesso, quando avevo detto che erano stati ordinati troppi diaconi, sono stato criticato. La prima cosa che dissi era sulla necessità di sospendere per un certo tempo la preparazione per avere diaconi veramente formati. Ora io e Franco ci confrontiamo. Prima i diaconi non avevano una guida e vedevano il prete delegato due volte all’anno se andava bene. Don Luciano Musi: anch’io sono stato perplesso tempo fa per tutte le ordinazioni. Vescovo: in molte diocesi stanno rivedendo i cammini. Mi sembra che alcuni diaconi siano più laici che membri del clero. Suggerirei che la presentazione avvenisse dopo anni di testimonianza di vita ecclesiale e quando vi è una sicura disponibilità al servizio. Ho trovato diaconi che sono inamovibili. C’è un direttorio che va applicato e va reso stabile, non solo sperimentale. Ritengo valida la proposta di coinvolgerli negli incontri come negli esercizi spirituali, ma non nel ritiro del mercoledì santo in quanto è una giornata presbiterale in modo specifico. Padre Giovanbattista Damioli: la carità un tempo era una caratteristica del servizio diaconi, perciò andrebbe verificato che venga fatto un servizio. Don Placido Bevinetto: bisogna fare attenzione a come i diaconi si presentano in cattedrale quando devono fare un servizio, se vengono alle prove o no, se sanno stare sull’altare. Si è passati al punto n. 3 sulle norme per i consigli parrocchiali per gli affari economici. Don Alberto Vanzi ha preso la parola seguendo il documento che era stato inviato a tutti i consiglieri. (ved.all.2 e 3) Don Alberto Vanzi: si potrebbe valutare la necessità di fare uno strumento per le parrocchie, uno statuto per i consigli degli affari economici. Questo servirebbe per aggiornare quelli che ci sono secondo le disposizioni economiche che sono cambiate nel tempo. Riguardo al Fondo di solidarietà direi di lasciarlo fuori da queste disposizioni perché è un decreto fatto direttamente dal vescovo. Mons. Simone Giusti: occorre verificare che ci sia trasparenza nell’amministrare la parrocchia perché i soldi della parrocchia non sono quelli del parroco. I bilanci devono essere trasparenti, non dico di arrivare a chiedere permessi per tutto ma nemmeno a fare come si vuole e compiere atti che necessitano di autorizzazione. Don Gustavo Riveiro: c’è un po’ di mescolanza tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione.

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Mons. Simone Giusti: per compiere alcuni atti ci vuole il parere non vincolante del consiglio degli affari economici. Sia chiaro, non si tratta di un’autorizzazione. Se si devono fare delle spese non previste dal bilancio preventivo superiori a un valore determinato occorre un parere. Don Placido Bevinetto: anche il punto 5 relativo al bilancio parrocchiale mi lascia perplesso. Don Alberto Vanzi: riguardo al punto sui finanziamenti del parroco alla parrocchia, al n. 18, posso comprendere che il parroco lo comunichi al vescovo ma ho delle perplessità sul fatto che debba comunicarlo al consiglio. Mons. Simone Giusti: una delle cose importanti da chiarire è quella relativa agli atti di straordinaria amministrazione: se si fanno degli atti non autorizzati si rischia di trovarsi coinvolti in beghe grandissime. Mons. Paolo Razzauti: è obbligatorio che venga fatto il registro dei verbali. Don Alberto Vanzi: il problema non è fare le regole ma verificare che vengano rispettate. Sono state espresse altre perplessità sull’articolo relativo ai finanziamenti. Don Gustavo Riveiro: sembra un commissariamento. Le leggi particolari non possono essere più restrittive delle leggi comuni. Quanto il consiglio degli affari economici deve diventare consiglio di amministrazione? Mons. Simone Giusti: nessuno mette in discussione il diritto del parroco ad amministrare la parrocchia come unico amministratore, ma im membri del consiglio devono essere corresponsabili. Terminato il confronto, sono state date comunicazioni sulle giornata regionale del clero il 19 maggio prossimo e sulla gita dei preti di aprile. Mons. Ezio Morosi ha ricordato che alla Festa del Voto mancavano molti preti e questo è stato notato. Ha letto una lettera che è stata mandata a tutti i preti. Don Piotr Grajper ha informato che ci sono una ventina di iscritti per il corso per ministri straordinati dell’Eucaristia, un candidato al ministero di lettore e uno a quello di accolito.

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SACERDOTI DEFUNTI

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31 gennaio 2011 don Emilio Trotta

Nato a Livorno il 27 aprile 1937 fu ordinato sacerdote al Livorno l’ 8 febbraio 1962, insieme a

don Rovini e don Menicagli. Erano le prime ordinazioni sacerdotali di monsignor Guano a Livorno.

Celebrò la sua prima Messa nella chiesa di N.S. del Rosario con mons. Aldo Biagioni parroco.

In seguito era stato cappellano nella stessa chiesa di via Mangini, poi era andato nella parrocchia

di S. Pio X come parroco, in quella di S. Benedetto come collaboratore.

È morto nel pomeriggio del 31gennaio all’ospedale di Livorno; da tempo era ammalato e questo

non gli permetteva di svolgere il suo ministero pastorale.

Nelle parrocchie dove ha prestato il suo servizio si è sempre occupato dei poveri e delle persone

bisognose: sono molti i livornesi che lo ricordano con affetto.