bloq magazine 25 dicembre 2011

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ANNO IV - N. 21 del 25 DICEMBRE 2011

SANTA FAMIGLIA

di Don Zeno Ogasti

Quanno ‘o Ninno a Bettelemme aveva venì’

Padreddìo lle ricètte: “Mo’ puo’ gghì’:

guàrdate attuórno e vire che ppuo’ fa’…”

e ‘o Ninno se ne scennètte llà ppe’ llà.

Sciso che fuje rint’ a ‘na stalla scura

cu’ ‘a vacca e ‘o ciucciariéllo, senza mura,

‘o Ninno che s’aspettava ‘na carezza,

‘na cunnulélla càura e no chélla munnézza,

tenètte ment’’a ‘na porta a cancellata

cu’‘efiérr’acroce,rottaeruv

inata;

s’impressionàje, ma nun scurdàje ll’impégno:

tenéva‘afa’ccà‘nterrape’salv

à’‘sturegno;

e quasi stéva piglianno ‘a decisione

‘e resaglì’ alla celesta abbitazione.

E ‘o Pate lle parlàje: “Fai pure come vuoi,

ma mo’ tu tieni ‘nterra i genitori tuoi …”.

‘ONinnoaizàje‘acapaev

erètteaMaria;

s’era allentata pe’ tanta fatta via,

e pure Giuseppe, cu’ ‘o bastone ‘nmano,

paréva stanco e se muvéva chiano …

‘O Ninno guardàje ‘nciélo, e senza batter ciglia

ricètte: “Io rest’ ccà, mo’ tengo ‘na famiglia!”

SANTA FAMIGLIA

di Don Zeno Ogasti

Quanno ‘o Ninno a Bettelemme aveva venì’

Padreddìo lle ricètte: “Mo’ puo’ gghì’:

guàrdate attuórno e vire che ppuo’ fa’…”

e ‘o Ninno se ne scennètte llà ppe’ llà.

Sciso che fuje rint’ a ‘na stalla scura

cu’ ‘a vacca e ‘o ciucciariéllo, senza mura,

‘o Ninno che s’aspettava ‘na carezza,

‘na cunnulélla càura e no chélla munnézza,

tenètte ment’’a ‘na porta a cancellata

cu’‘efiérr’acroce,rottaeruv

inata;

s’impressionàje, ma nun scurdàje ll’impégno:

tenéva‘afa’ccà‘nterrape’salv

à’‘sturegno;

e quasi stéva piglianno ‘a decisione

‘e resaglì’ alla celesta abbitazione.

E ‘o Pate lle parlàje: “Fai pure come vuoi,

ma mo’ tu tieni ‘nterra i genitori tuoi …”.

‘ONinnoaizàje‘acapaev

erètteaMaria;

s’era allentata pe’ tanta fatta via,

e pure Giuseppe, cu’ ‘o bastone ‘nmano,

paréva stanco e se muvéva chiano …

‘O Ninno guardàje ‘nciélo, e senza batter ciglia

ricètte: “Io rest’ ccà, mo’ tengo ‘na famiglia!”

Visitate il nostro portale d’informazione: www.bloq.it

da: Giuseppe Cristiano,Rolando S. Di Martino

Salvatore Altobelli,Massimiliano Arlotta,

Raffaele De Biase,Gianluca Cristiano,

Giuseppe Carobene, Franco Della VolpeEnzo D’Agostino,

Gino Ferrandino,Michele Docimo,

Nicola Carobene, Umberto Cascella,

Antonia Magnotta,Giuseppe Diana,

Antonino Fiorino, Alfonso Garofalo,Eugenio Boerio,

Stanislao Corvino,Mirko Rambone,Claudia Musone,Giusy Clausino, Carlo Colella,

Giuseppe DellaVolpe, Alessandro Scarano,

Raffaele Acquilante,Vincenza Marino,

Sebastiano Schiavone,Katia Muscariello,

Vincenzo Di Puorto,Umberto De Santis,

Saverio De Leonardi,Fabio Sichel Turco,

Simonetta Vannucci, Pino Imperatore, Antonio Zacchia, Veronica Cotena, Domenico Pelosi,Giuseppe Nappa, Nello Tuccillo,Maria De Luca, Salvatore Fusco, Giovanna Turco,Martina Monaco,Alessio Riccio,Enrico Danna, Maria Botta.

EDITORE: Associazione di promozione sociale Articolo Nove - Via Pietrantonio - 81031 AVERSA (CE)BLOQ MAGAZINE - REGISTRAZIONE: Tribunale di Santa Maria Capua Vetere n. 708 del 03.07.2008

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REDAZIONE: Salvatore Altobelli, Massimiliano Arlotta, Eugenio Boerio, Maria Botta, Gianluca Cristiano, Giuseppe Carobene, Nicola Carobene, Umberto Cascella, Giusy Clausino, Carlo Colella, Stanislao Corvino, Veronica Cotena, Enzo D’Agostino,

Enrico Danna, Raffaele De Biase, Saverio De Leonardi, Giuseppe Della Volpe, Maria De Luca, Umberto De Santis, Giuseppe Diana, Rolando S. Di Martino, Vincenzo Di Puorto, Michele Docimo, Gino Ferrandino, Antonino Fiorino, Salvatore Fusco,

Alfonso Garofalo, Pino Imperatore, Vincenza Marino, Martina Monaco, Katia Muscariello, Claudia Musone, Giuseppe Nappa, Domenico Pelosi, Mirko Rambone, Alessio Riccio, Alessandro Scarano, Fabio Sichel Turco, Giovanna Turco, Simonetta Vannucci, Antonio Zacchia.

Altre firme: Serse Cugia Toppini, Simonetta Morandini, Pia Pangese, Ugo Persice Pisanti, Fabiana Del Mese.La direzione di Bloq Magazine e Bloq.it non risponde del contenuto degli articoli e delle inserzioni. Si declina ogni responsabilità per le opinioni espresse nei singoli articoli e per le inserzioni trasmesse da terzi, i quali se ne assumono ogni responsabilità di fronte alla legge. I diritti di proprietà letteraria ed artistica sono riservati.

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La ricerca è rivolta a candidati di entrambi i sessi.

IN QUESTO NUMERO 03

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Giuseppe DellaVolpe, Alessandro Scarano,

Raffaele Acquilante,Vincenza Marino,

Sebastiano Schiavone,Katia Muscariello,

Vincenzo Di Puorto,Umberto De Santis,

Saverio De Leonardi,Fabio Sichel Turco,

Simonetta Vannucci, Pino Imperatore, Antonio Zacchia, Veronica Cotena, Domenico Pelosi,Giuseppe Nappa, Nello Tuccillo,Maria De Luca, Salvatore Fusco, Giovanna Turco,Martina Monaco,Alessio Riccio,Enrico Danna, Maria Botta.

uello che sta accadendo negli ultimi tempi in Italia e nel resto del mondo, ha dell’incredibile. Le più pessimi-stiche previsioni in campo economico e sociale si sono puntualmente avverate. Tutti gli appelli lanciati negli ultimi decenni da economisti di fama mondiale sono caduti nel vuoto. Il Capitalismo (selvaggio) ha prodotto lo sfacelo che è sotto lo sguardo di tutti. Le banche si sono dimostrate per quelle che in tanti da tempo imme-morabile andavano dicendo in giro: delle spaventose macchine distruttrici di ricchezza, esattamente il contra-rio di quello che avrebbero dovuto rappresentare per le comunità. Dopo aver creato le basi per il fallimento dei loro stessi istituti bancari, avidi ed insaziabili managers (soprattutto statunitensi) si sono ingozzati con liquidazioni milionarie, mentre a causa delle loro scellerate operazioni speculative, milioni di clienti finivano letteralmente a vivere sotto i ponti. Il Capitalismo è fallito.E’ fallito esattamente come il Nazional Socialismo, il Fascismo ed il Comunismo. Le macerie che si lascia die-tro questo fallimento sono non meno imponenti di quelle che si sono lasciati dietro i regimi totalitari governati da nazisti, fascisti e comunisti. Ma ormai la catastrofe è avvenuta. E’ inutile cercare di addolcire la pillola.Da qui a qualche anno (se non interviene un qualcosa d’inaspettato) un discreto numero d’italiani sarà co-stretto ad emigrare per tentare di mantenere un tenore di vita appena una spanna sopra la soglia di povertà. E’ incredibile, ma i prodromi di quest’emigrazione si stanno già notando. La cosa più assurda, al limite del paradosso, è che a rimediare ai danni provocati dal comportamento selvaggio delle banche è stato chiamato il figlio di un direttore di banca e nipote di un banchiere. Se qualcuno avesse dei dubbi su chi è Monti lo servo subito. Mario Monti è stato Rettore e Presidente della Bocconi. Nel corso della sua lunga carriera è stato relatore della Commissione sulla difesa del risparmio finanziario, presidente della Commissione sul sistema creditizio e finanziario, membro della Commissione Sarcinelli e del Comitato Spaventa sul debito pubblico, vicepresidente della Comit. Delegato europeo per il Mercato Interno, Servizi Finanziari e Integrazione Finan-ziaria, Fiscalità ed Unione Doganale. Presidente del Bruegel (un comitato d’analisi delle politiche economi-che), Presidente europeo della Commissione Trilaterale (un gruppo d’interesse d’orientamento neoliberista fondato da Rockefeller, il capitalista per definizione. Membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, International advisor per la Goldman Sachs, membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Glo-bal Market Institute, Advisor della Coca Cola Company. Se questo non vi basta, tenete conto che in economia Monti è per il libero mercato (ovvero senza lacci e lacciuoli) e per la liberalizzazione delle professioni. Ma la vera chicca è questa: più volte si è dichiarato a favore delle riforme portate avanti dal Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e dall’amministratore delegato di FIAT Sergio Marchionne. E scusate se è poco! Più chiaro di così. Per spegnere il fuoco causato dai piromani, invece dei pompieri è stato chiamato (o per meglio dire imposto dai poteri forti) Nerone in persona. Il Presidente europeo del Club Bilderberg e/o il consu-lente della Goldman Sachs chiamato a gestire una crisi creata prima dalle banche americane (compreso Goldman Sachs) e poi dall’ignavia dei governanti europei… Ma quale sceneggiatore di fantaecono-mia avrebbe avuto mai la fantasia per scrivere un simile film? Invece tutto questo sta accadendo davvero. L’Opus Dei, la Massoneria, le banche d’affari, i consulenti delle multinazionali si dice che siedano tra le fila del governo. Com’è stato possibile tutto questo. Sono stati chiamati i lupi a guardare le pecore e le pecore (non tutte) plaudono pure… Questa sarebbe la soluzione alla crisi? Diciamocela tutta, Monti sta creando le basi per una sudamericanizzazione dell’Italia. Altro che salvataggio in extremis! I poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Questa è la ricetta Monti. Del resto le sue prime iniziative non lasciano dubbi. I fatti sono fatti e chi non è d’accordo può pure arrampi-carsi sugli specchi. Ma come si fa a negare che i politici non si sono tagliati di un cen-tesimo i loro stratosferici stipendi. Come si fa ad affermare che è falso che la Chiesa cattolica e tutte le altre confessioni religiose che hanno firmato l’accordo con lo Stato Italiano, continuano a non pagare un centesimo d’ICI sulle strutture dedicate al servizio caritativo o di culto. Peccato che in quest’elenco rientrano centina-ia d’alberghi che per il solo fatto di chiamarsi Ostelli o Case dell’accoglienza beneficiano anch’essi dell’esenzione. Se avete dubbi provate a chiamare una Casa del Clero, riservata solo ai sacerdoti, e vedete se non ospitano pure voi (a caro prezzo). Non è forse vero che non un centesimo è stato tolto ai militari? Nonostante non sia stato ancora firmato il contratto con l’azienda produttrice, l’acquisto da parte del governo dei 131 cacciambombardieri F35 al costo di 16 miliardi d’euro non si ferma neppure di fronte alla recessione. Uno scandalo epocale! Un tentativo, poi, di regalare alle banche alcuni milioni di nuovi correntisti è stato sventato solo per l’indignazione che la proposta di obbligare i pensionati a farsi il conto corrente per ritirare i soldi aveva scate-nato nella popolazione. Una vera infamia. Ci aspetta un futuro nero come la pece e il Governo dei banchieri e dei poteri forti dovrebbe risolvere i problemi causati dalle banche e dai poteri forti? Non è mai accaduto, né mai accadrà. Possiamo solo augurarci che a livello planetario si capisca che anche per il Capitalismo è giunta l’ora di passare la mano.

EDITORIALE04

Qdi

GiuseppeCristiano

DirettoreResponsabile

Bloq Magazine

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PRIMOPIANO06

Il Partito Democratico, l’Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà, il Partito Socialista di Aversa, rendono noto agli organi di stampa locali e ai cittadini di Aversa, che a conclusione di un arti-colato confronto, dal quale è emersa piena coin-cidenza di analisi e di prospet-tive, d’intesa con le rispettive segreterie provinciali, condi-vidono la scelta strategica di concorrere uniti ad un comune progetto di ricostruzione civile e di rilancio sociale ed econo-mico della città di Aversa.“Tale progetto muove da un’analisi critica dell’esperien-za amministrativa cittadina a guida PdL e dall’esigenza di ricostruire le condizioni di credibilità e di autorevolezza delle istituzioni locali, logora-te da un decennio di pratiche politico-amministrative ispirate ad una concezione privatistica delle cariche pubbliche. Il rin-novamento della politica e dei gruppi dirigenti, da realizzarsi assicurando le condizioni per una nuova stagione di partecipazione attiva dei citta-dini alla vita pubblica, costituisce una condizio-ne ineludibile di rinascita della città. Il rilancio di Aversa richiede altresì un concreto e condivi-so progetto di sviluppo, la riorganizzazione del tessuto urbanistico e il recupero del grande pa-trimonio storico-culturale della città, che deve rapidamente recuperare il proprio ruolo di punto d’incontro delle migliori energie e delle istituzio-ni del comprensorio. Priori-tario dovrà essere lo sforzo di adottare politiche locali utili al risanamento del tes-suto sociale ed al rilancio di quello produttivo, con-trastando la grave crisi che attanaglia anche i nostri territori, soprattutto nelle fasce giovanili, che vanno assolutamente rese prota-goniste del progetto di rico-struire la città sulla misura dei loro bisogni.I partiti del centrosinistra assumono la responsabilità di essere nucleo centrale e propulsore di questo proget-

to per “voltare pagina”, che troverà rappresenta-zione in una coalizione coesa e in una comune candidatura alla carica di primo cittadino in oc-casione delle prossime elezioni amministrative. Al contempo, essi confermano l’intendimento di

tenere aperto il dialogo con le altre forze politiche, civiche, associative e i cittadini che condivideranno i contenuti e i valori ispiratori del progetto, nel segno della discontinuità con l’esperienza dell’ultimo decennio e di una nuova sta-gione per la città e il territo-rio”. Questo, il comunicato congiunto dei partiti che han-no costituito l’alleanza del centro sinistra ad Aversa.In seguito a tale comunicato stampa, il Pd di Aversa ha sfi-duciato il proprio segretario cittadino, Mariano D’Amore, motivandone la decisione at-traverso questo documento:

“I sottoscritti, nella qualità di dirigenti del coor-dinamento cittadino del Pd di Aversa, pongono all’attenzione del segretario provinciale la diffi-cile situazione politico-amministrativa della se-zione di Aversa: l’imminenza dell’appuntamen-to elettorale amministrativo costituisce per il Pd aversano un’occasione più unica che rara per riportare il partito agli antichi fasti, ergendosi, nella frastagliata situazione politica nazionale e soprattutto locale, a catalizzatore di consensi ed aspettative dell’intera cittadinanza, ed ancor più

diGiusy

Clausino

CorrispondenteBloq Magazine

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Sfiduciato d’Amore dopo l’accordotra il PD, IdV, SeL e il PSI

Segnalazioni, critiche, argomenti che vorreste fossero trattati? Scrivete a: [email protected] ANNO 4 - Numero 21 - 25 dicembre 2011

...il segretario cittadino, pur

avendo ricevutodalla segreteria

provinciale e dalle massime

carichepolitiche locali

del partitopieno

mandato diavviare

tavoli di concertazione

e confronto con tutte le forze politiche del

centro e della sinistra e con le

forze ecategorie

socialialternative all’uscente

maggioranza, nulla ha posto

in essere in taledirezione...

come centro di riferimento per diverse entità po-litico-sociali; con nostro sommo disappunto, tut-to ciò è solo una chimera: il segretario cittadino, pur avendo ricevuto dalla segreteria provinciale e dalle massime cariche politiche locali del partito pieno mandato di avviare tavoli di concertazione e confronto con tutte le forze politiche del centro e della sinistra e con le forze e categorie sociali alternative all’uscente maggioranza, nulla ha po-sto in essere in tale direzione, fatta eccezione per alcuni sterili incontri che nulla hanno prodotto per il partito; ad oggi ci troviamo nella incresciosa situazione che tutte le altre forze alternative alla maggioranza uscente si sono già organizzate non tenendo in minima considerazione il Pd, che ad Aversa vive un paradosso: il primo partito nazio-nale è stato accantonato in un angolo, snobbato dalle stesse forze di centrosinistra che in qualsiasi altra realtà sono politicamente ed antropologica-mente subordinate al Partito Democratico ed agli imprimatur dello stesso; non si comprendono a pieno le reali motivazioni che hanno caratterizza-to l’immobilismo del coordinatore cittadino, più che per inedia o incapacità si può ipotizzare che sia stato spinto da forte attacco di protagonismo a sfondo autoreferenziale, inanellando solo risposte interlocutorie e procrastinatrici; negli ultimi tem-pi l’attività di confronto e propulsiva del partito è stata caratterizzata esclusivamente da una serie di microincontri con solo una parte degli esponenti,

per giunta minoritaria, al di fuori delle sedi e dei momen-ti istituzionali, svilendo l’es-senza dialettica del partito e ancora una volta mostrando debolezza all’esterno; tan-to premesso, i sottoscritti dirigenti chiedono al segre-tario provinciale di Caserta del Partito Democratico di prendere adeguati provvedi-menti al fine di evitare che l’imminente appuntamento elettorale amministrativo di-venti l’ennesima occasione persa per il partito e per la città, pertanto presentiamo la nostra formale sfiducia al segretario cittadino Mariano D’Amore.”Firmato: Mario Caputo, Eu-genia D’Angelo, Francesco Del Franco, Clara Del Prete, Pasquale Fiorenza-no, Nicola Iavazzo, Ida Iorio, Giovanni Leccia, Livia Mastrillo, Luca Nugnes, Mario Romano, Renzo Tramaglino, Nicola Vargas, Antonio Vita-le, Francesco Gatto (consigliere comunale). Ai cittadini di Aversa non resta che seguire gli sviluppi della vicenda, in attesa di una soluzione definitiva.

PRIMOPIANO 07


Gennaro Falco: “Mariano D’Amore godedella mia fiducia illimitata”

Gennaro Falco, membro della direzione provinciale del PD di Caserta ha inviato a tutti gli organi di stampa un comunicato nel quale dichiara : “L’iniziativa che alcuni iscritti alla sezione del PD di Aversa hanno intrapreso nei confronti del Segretario della Circolo Prof Mariano D’Amore è un atto di irresponsabilità inaudita in sé a

prescindere dalle motivazioni che gli stessi hanno sostenuto. Motivazioni a dir poco inverosimili ed sconclusionate, che denotano il vuoto che anima parte del Partito ad Aversa, che non partecipa alle attività del Circolo, che non riconosce gli organi del Circolo e che mira a progetti incompatibili con la linea politica e culturale del Partito Democratico ad Aversa. Altro che “supremazia antropologica del PD rispetto ai partiti alleati” altro che “imprimatur “dell’azione del partito democratico. Queste sono affermazioni in calce al documento di sfiducia del Segretario D’Amore… Ma che vogliono dire…ma che bisogno c’è di scomodare la tesi antropologica… a me sembrano un po’ confusi nel lessico… forse si .. ci vorrebbe un antropologo per decifrare le loro motivazioni… Ma veniamo a noi… e veniamo ai fatti... Da tempo il Circolo del PD di Aversa, guidato da Mariano D’Amore, persona e professionista di alto valore e di qualità rara, cerca di dare dignità ed autonomia alla sezione di Aversa del Pd, anche a salvaguardia di detrattori e colonizzatori che da troppo tempo avevano ridotto il partito ed il centro sinistra aversana ad un campo di battaglia infinito, che ha segnato al ruolo di semplice comparsa del partito sulla scena politica aversana. Quale mandato si era concordato con il segretario D’Amore…? e chi questi grandi politici locali che avevano valorato tutto ciò? Io iscritto alla sezione di Aversa, membro del direttivo cittadino e della Direzione Provinciale del partito non sono a conoscenza di tanta bontà... So solo che ad Aversa il Partito si sta rendendo promotore della ricostruzione di un vero Centro-Sinistra e forse la facilità con cui la guida del partito persegue questo obiettivo è alla base di questo immotivato gesto sbagliato ripeto nella sostanza e nella forma. Perché si è tanto allergici alla linea naturale del Partito…perché tanta necessità di percorrere strade politiche tortuose… Nel Centro Sinistra Mariano D’Amore gode della fiducia illimitata mia e della stragrande maggioranza del Partito…

Dott Gennaro Falco Membro direttivo del Circolo PD di AversaMembro della Direzione Provinciale del PD di Caserta

Nella foto la vecchia sede del P.C.I., del P.D.S.,dei D.S.,del P.D.

POLEMICHE08

n seguito al mandato di sfiducia e alle motiva-zioni che hanno spinto a questa decisione, al-cuni componenti del Pd di Aversa, il consiglie-re comunale Pasquale Morra del circolo Sel di Aversa, risponde con alcune considerazioni, in merito:“Premesso che è un pro-blema politico che investe unicamente il PD cittadino e che quindi va risolto nelle opportune sedi, per quanto mi riguarda mi sento di pre-cisare che SEL ad oggi ha avuto come è giusto che sia, incontri e contatti con le va-rie forze politiche di centro sinistra compreso il PD e per di più nelle sedi opportune.” Commenta il consigliere alla lettura del comunicato e aggiunge: “Ma al di là di questa precisazione, non mi è assolutamente piaciuto il tono con il quale i sottoscrittori del documento si pongono verso le altre forze del centro sinistra quando scrivono: ”forze di centrosinistra che in qualsiasi altra realtà sono politicamente ed an-tropologicamente subordinate al Partito Demo-

cratico ed agli imprimatur dello stesso”.Siamo per fortuna ancora in democrazia; non ci si può sedere ai tavoli di concertazione con altre forze politiche, sociali, associazioni con simili

pregiudiziali e prevaricazio-ne.E’ alquanto strano e para-dossale che gli amici del PD, e qui non intendo asso-lutamente ergermi a difen-sore di Mariano D’Amore, nel documento di sfiducia, accusino il segretario di im-mobilismo e nel momento in cui lo stesso sottoscrive una coalizione con le altre forze del centro sinistra, lo sfidu-ciano.Sono solo osservazioni per-sonali che ho sentito il biso-gno di esternare e voglio au-gurarmi che al di là di tutto , le forze sane di questa città,

quelle forze che fanno capo ai partiti del centro sinistra, del volontariato , dell’associazionismo vogliano finalmente unirsi così come proprio in queste ore si è scelto di fare nell’interesse unico della città di Aversa”.

Ia

cura dellaRedazione

Bloq Magazine

[email protected]

Morra: “La sfiducia a D’amore è un problema interno al Pd di Aversa”

Anche Gennaro Diana intervienesul documento di sfiducia del PDa Mariano D’AmoreIn merito al documento di sfiducia presentato dal PD aver-sano nei confronti di Mariano D’ Amore, mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni che mi vedono in sintonia con quanto dichiarato dal consigliere comunale di SEL Pasquale Morra. Non intendendo in alcun modo entrare nel merito della questione che riguarda solo ed esclusivamente una lot-ta tra bande all’interno dei democratici normanni, ribadisco, in qualità di vicesegretario provinciale e di commissario cit-tadino dell’ IDV, che non esiste nessun rapporto di subor-dinazione al PD in ogni angolo della provincia di Caserta, men che meno ad Aversa, dove il nostro partito, lo ricordo per l’ennesima volta, esprime la massima carica istituzionale nella persona del consigliere provinciale Salvino Cella all’in-domani di un risultato elettorale che ci pone tuttora come

il primo partito del centrosinistra in città. Inviterei pertanto i dirigenti cittadini del PD ad essere più prudenti e umili in alcune considerazioni, dal momento che a nessuno spetta rivendicare logiche di subordinazione e primato politico, so-prattutto quando non si è nemmeno nelle condizioni di po-terlo fare. L’IDV così come SEL, ha dimostrato nel momento della sottoscrizione del documento unitario della coalizione di centrosinistra, di avere a cuore le sorti dell’unità e della coesione sulla base di un progetto credibile e alternativo al centrodestra. Non saranno certamente gli equilibri interni e i riposizionamenti individuali di un partito a condizionare e a minare un percorso che non può che partire dall’unione del-le forze politiche tradizionali del centrosinistra, che si allarghi al mondo della società civile e delle associazioni per poter costruire una valida alternativa di governo cittadino dopo lo sfascio amministrativo prodotto dalla giunta Ciaramella.

Gennaro DianaVicesegretario provinciale IDV Caserta

Commissario cittadino IDV Aversa

AVERSA


i sono giorni nei quali ci si sente più sere-ni. Sono quelli nei quali si avverte la con-sapevolezza di aver fatto la cosa giusta.Unire le forze di centrosinistra ad Aversa era ed è la cosa giusta, se si vuole davvero “voltare pagina” in città.Per questo, l’accordo sottoscritto tra i

segretari di IdV, SEL, Partito Socialista e PD è un risultato importantissimo. Può nascere finalmente uno schieramento coeso, ma non chiuso nella presunzione della propria au-tosufficienza. Si mette in moto una coalizione che ha nei quattro partiti promotori un primo nucleo portante, ma assolutamente aperta all’ap-porto indispensabile di quanti – forze politiche, movimenti, cittadinanza attiva – si riconoscano in un progetto di reale cambiamento rispetto all’esperienza po-litica e amministrativa degli ultimi dieci anni.Un progetto di tale portata non poteva non provocare reazioni preoccupate e contrarie. Era forse inaspettato che que-ste reazioni si esprimessero, in modo tanto distruttivo e scomposto, attraverso uomini del Partito Democratico.Ne sono amareggiato sul piano umano e politico. Come democratico, provo scon-certo e imbarazzo per i modi con i quali alcuni iscritti al mio partito hanno espres-so pubblicamente il loro dissenso verso l’accordo appena raggiunto, destinando ai nostri alleati espressioni che sembrano uscite da un comuni-cato della gioventù hitleriana. Perché, a leggere di forze di centrosinistra che sarebbero “antropologicamente subordinate al PD e agli imprimatur dello stesso”, vengono i brividi e si può solo sperare che chi ha utilizzato quelle espressioni non ne conosca il significato nella nostra lingua. Quanto al merito dell’accordo che ho promosso con gli altri segretari, ritengo di aver operato in assoluta coerenza con il mandato ricevuto nell’ultimo congresso cittadino del mio partito, confermato, in varie occasioni, dall’assemblea citta-dina e dagli organismi dirigenti provinciali.D’altro canto, qualcuno dovrebbe pur spiegarmi quale sia lo “scandalo” nell’aver raggiunto un’intesa con quelle forze che dovrebbero essere le naturali alleate del PD nella costru-zione di una coalizione riformatrice… Un accordo, lo ribadi-sco, aperto alla partecipazione di altri.Per i democratici aversani non c’è in campo, oggi, nessun concreto progetto alternativo. Ci sono invece, ben visibili, forze che operano affinché l’indebolimento del principale partito di opposizione renda impossibile una coalizione am-pia di forze riformatrici, capace di proporsi autorevolmente

come alternativa alla guida della cit-tà. Ci sono interessi che vorrebbero il PD in posizione subalterna rispetto al progetto di aggregazione in città di un “grande centro”, assolutamente rispettabile ma naturalmente diver-so dall’orizzonte politico che deve avere un grande partito nazionale riformista. Ci sono interessi che da tempo lavorano per dividere i partiti del centrosinistra nella speranza – certamente legittima, ma

non necessariamente utile alla città – che la frantumazione dei partiti offra spazi al protagonismo di chi ne è ai margini. Rimane aperta la porta del dialogo tra la nuova coalizione e le forze della cittadi-nanza attiva che si vanno organizzando. Faccio un appello a non ripetere gli erro-ri del passato, riproducendo, in una ve-ste nuova, quelle divisioni che sono sta-te la causa di tante sconfitte e che hanno consegnato la città al centrodestra, con i risultati devastanti che conosciamo.Anche l’idea di una separazione incon-ciliabile tra partiti e società civile rischia di essere lo strumento, demagogico, di una nuova divisione tra uomini che po-trebbero e dovrebbero concorrere insie-me ad un progetto di vero cambiamento della città.

In tutta franchezza, non credo che la mia esperienza alla guida di un partito politico mi abbia reso meno capace di condividere le istanze della “società civile” rispetto ad altri che, in questi anni, hanno dedicato maggior tempo ai loro studi professionali. Continuo a seguire i miei studenti e a guidare il mio diparti-mento universitario, esattamente come facevo prima dell’in-gresso in politica. Vivo il mio impegno di partito con la liber-tà e l’autonomia di chi sa di non doverlo fare per mestiere. E vi assicuro che il mio caso non è un’eccezione. Con l’ac-cordo sottoscritto, i partiti del centrosinistra hanno lanciato un segnale chiaro, accantonando le divisioni e ponendo al centro della loro azione le questioni reali da cui dipende la rinascita di Aversa. Spiace che alcuni dirigenti del mio partito si siano dimostrati incapaci di cogliere, con senso di responsabilità, la novità di questo segnale. Ma questo non impedirà al progetto di radicarsi e crescere.Sono convinto che la linea tracciata con l’accordo sottoscrit-to darà i suoi frutti per la città. Mi adopererò in ogni forma perché quella scelta sia irreversibile e possa allargarsi ad al-tri. E sono certo che continuerò a sentirmi sereno di aver fatto la cosa giusta. Mariano D’Amore

POLEMICHE 09

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Mariano D’Amore ribatte: “Abbiamo fatto la cosa giusta”

a curadellaRedazione

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i è tenuta presso la Facoltà d’Ingegneria di Aversa, la prima assemblea del Movimento civico “Aversa Bene Comune”, nato dalla volontà di alcuni citta-dini aversani di condividere e partecipare idee per il bene comune di Aversa e degli aversani.Ad aprire l’assemblea, il giudice Ferdinando Rus-so, presidente del movimento, il quale introducendo i lavori, ha detto che “Aversa Bene Comune” nasce dall’idea di un grup-po di uomini con un storia comune, quella di voler decidere di fare qualcosa per la città, vista l’assenza di personalità politi-che locali pronte ad impegnarsi con forza per ottenere un risulta-to apprezzabile. Forze politiche incapaci di rinnovare l’aria stan-tia che si respira sul comune, di combattere il diffuso disinteresse e la chiusura totale nei confronti della politica che hanno i giovani. Forze che causa la mancanza di elementi fondamentali ha prodotto passività e so-prattutto sono state capaci d’interpretare una sola parte dei bisogni dei cittadini. Aversa Bene Comune nasce, dunque per contra-stare l’indifferenza, per tutelare l’interesse dei cit-

tadini e della città, per sollecitare le coscienze e per creare occasioni per consentire a tutti di parte-cipare e condividere idee e progetti per un rinno-vamento sociale.Dopo l’introduzione del giudice Russo è interve-nuto l’architetto Davide Vargas, il quale ha espo-

sto la sua idea di città nuova, attraverso un progetto ecologico, sostenibile e in grado di frenare i consumi. Una città da ricostrui-re e da vivere, crean-do luoghi di relazio-ne, mettendo in moto meccanismi di fiducia reciproca tra cittadini e attraverso il bene comune riprendersi le proprie libertà, i propri diritti. A segui-re, il dottor Mauro Baldascino ha dato il suo contributo par-lando dello sviluppo

del territorio: “Il nostro è un territorio tristemente famoso e sempre più selvaggiamente avvelenato, nelle nostre terre, laddove ci sono modelli di svi-luppo sperimentali ma efficaci, si tenta di distrug-gerli invece di sostenerli, per risolvere questo pro-blema non si deve fare solo un lavoro di repres-sione agendo sulla criminalità organizzata, seppur giusto e doveroso, ma bisogna cambiare il modo

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Sdi GiusyClausino


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Si è svolta la prima assemblea di “Aversa Bene Comune”Si è tenuto presso la Facoltà d’Ingegneria il primo incontro del Movimento che intende impegnarsi attivamente per il bene comune di tutti gli aversani


di vedere le cose, risanare un’economia inquinata e criminale, e questo è un lavoro che si deve fare dal basso, dalla politica locale; per creare un’eco-nomia sociale, un’economia diversa bisogna fare impresa pulita, che si occupi dell’inte-resse generale non di quello personale”.L’architetto Alberto Coppola, nel suo intervento, ha tenuto a precisare che viviamo ora-mai in una condizione di post ideologia, non c’è più una connotazione ideologica tale da identificare una destra o una sinistra, ma bisogna avere una concezione diversa della politica nuova, non più sul-le ideologie ma sull’etica, si deve accettare che chi entra in politica deve avere una re-sponsabilità pubblica, vissuta, servita e dopo un certo tempo abbandonata. Dopo l’architetto Cop-pola, è intervenuto Il dottor Alessandro Gatto: “La città di Aversa è stata dormiente in questi ultimi dieci anni, anche dal punto di vista culturale, sen-za una visione globale, senza una considerazione più ampia della cosa pubblica. Invece l’obiettivo di oggi, di chi si impegna nella politica, è quello di far vivere bene i cittadini nella propria città, nel praticare ed adottare strategie di sviluppo so-stenibile, iniziando a livelli locali, fino ad arrivare a livelli nazionali e globali; creare nuove prospet-tive, senza partitismi, promuovere un’azione poli-tica virtuosa, capace di azioni strategiche volte a risolvere i problemi, come ad esempio contro lo spreco di energie, per l’incremento delle energie

rinnovabili e con una azione di risanamento del territorio”. Sono seguiti, poi, gli interventi dell’ar-chitetto Arturo Pozzi e dell’avvocato Raffaele Fer-

rara, il primo ha sottolineato l’importanza del Bene Comu-ne, come evento storico ad Aversa, una “rievoluzione” di valori profondi, del piace-re puro di una unità vera, un delineamento di una politica del Sud per il Sud, una politi-ca che riconquisti i cittadini.“Il contesto in cui viviamo può essere definito in un solo modo: un disastro! Tutto ciò che è pubblico è stato distrut-to dalla politica nazionale e da quella locale, l’economia criminale occupa la nostra città, è inutile negarlo, è sot-to gli occhi di tutti, la vecchia

politica locale ha tolto tutto ai cittadini, non ha instaurato nessun rapporto di discussione e di confronto con essi, noi siamo qui, non per fare incontri segreti o per dividerci la città, ma vo-gliamo rimetterci in discussione, lo vogliamo fare affrontando pubblicamente tutti i cittadini che lo vogliono, con un nuovo modello di partecipazio-ne, vogliamo puntare sulla redistribuzione socia-le, restituire dignità a tutti i cittadini, altrimenti non si va da nessuna parte”. Questa, la conclu-sione dell’avvocato Raffaele Ferrara. Ai cittadini aversani, in prossimità delle feste natalizie, oltre ai tradizionali auguri di buone feste, non resta che augurarsi che nell’aria ci sia davvero una volontà di cambiamento reale e concreta, che vada oltre le parole e oltre i fini politico- amministrativi.

POLITICA 11


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opo l’assemblea del neonato movimento “Aversa Bene Comune” che si è tenuta presso la Facol-tà di Ingegneria di Aversa, abbiamo rivolto delle domande al professor Generoso Rammairone, che si è definito un “animatore politico” del mo-vimento.Domanda:Come nasce il movimento Aversa Bene Comune?Risposta: Aversa Bene Co-mune, nasce dall’esigenza di riaprire un dialogo con la cittadinanza, in un mo-mento in cui non si discute più di nulla, in cui le forme politiche si sono disciolte, in una città in cui esisto-no solo affari e interessi personali, noi scendiamo in campo, non come pun-ti di riferimento, ma come punto di confronto con i cittadini, per ottenere un riscontro positivo, idee e azioni per la città di Aversa.Domanda: Come pensate di ottenere il consenso dei cittadini?Risposta: Questo di stasera è il primo di una serie di incontri, che abbiamo intenzione di affrontare, il nostro obiettivo è quello di diventare “anima-tori politici”, di dare, cioè, una nuova anima po-litica alla città di Aversa, dar vita alle idee e alle proposte concrete dei cittadini che sono finora rimasti isolati e senza punti di riferimento.Domanda: Chi sono i com-ponenti di Aversa Bene Co-mune?Risposta: Noi siamo un grup-po di amici, che stanchi del-la situazione politica locale, hanno deciso di attivarsi per il bene comune, siamo liberi professionisti, imprendito-ri, impiegati, con una forte componente di giovani bi-sognosi di vincere e convin-cere che si può cambiare, si può avere un rinnovamento culturale, sociale e politico.Domanda: Con le forze po-litiche esistenti sul territorio aversano, come vi ponete?Risposta: Noi siamo aperti al confronto con tutti, an-

che con i partiti, ma sempre attraverso incontri pubblici, come questo di stasera, non vogliamo intavolare discussioni segrete o fare alleanze fit-tizie, vogliamo ripartire dalla base per arrivare ai vertici, e questo si può fare solo dialogando e

interagendo con i cittadini, questa sarà la nostra linea guida. Chi ha intenzione di collaborare con noi deve sapere che chi viene eletto agirà in questo modo, deve accettare questo nuovo modo di porsi agli elettori, bisogna ridare fiducia alla città e ai suoi abitanti.Domanda: Al cittadino aversano che volesse chie-dervi: “Come mai ave-te deciso di scendere in campo, solo ora, visto che Aversa è in condizioni di-

sastrose da molti anni, è lecito il dubbio che sia solo per le prossime amministrative?Risposta: Non è proprio così, le nostre idee era-no già in fase di elaborazione da qualche anno, aspettavamo i tempi maturi per scendere in cam-po, dovevamo prepararci il meglio possibile, per affrontare la battaglia elettorale che ci attende, la politica locale ufficiale è terrorizzata da un mo-vimento come il nostro, che ha stravolto tutti i canoni che finora hanno retto le fila della politica amministrativa, noi vogliamo far governare Aver-sa dagli aversani.

Ddi GiusyClausino

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Intervista all’animatore politico di ABC: Generoso Rammairone


POLEMICHE14

a crisi ed i tagli si fanno sentire anche in tema di finanziamenti europei.Si discute, infatti, di un taglio di circa il 35% dei fondi della programmazione “Più Europa” che per la città di Aversa ammonterebbero ad oltre undici milioni di euro.

È quanto denuncia Giuseppe Sagliocco a capo del movimento civico “Noi Aversani”. «L’Amministrazione Comu-nale, a mio avviso ha perso tempo - esordisce l’ex con-sigliere regionale - e la cit-tà a sua volta ha perso 11 milioni e 258 mila euro di fondi».«Non è solo la crisi - riba-disce Sagliocco - ci sono quattro comuni (Avellino, Benevento, Ercolano e Cava de’ Tirreni n.d.r.) che avendo le cosidette “carte a posto” avendo approfon-dito, studiato e messo a sistema un progetto hanno firmato già un anno e mez-zo fa con la Regione un accordo di programma.Firma che ha blindato il finanziamento e che fa trovare questi enti in una fase altra rispetto ad Aversa e gli altri comuni che andranno ora a firmare l’accordo e che si ritroveranno coi fon-di decurtati». «L’amministrazione non rispetta i tempi - rincara la dose Sagliocco - questa è solo una di tante altre occasioni perse di cui l’elenco sarebbe troppo lungo da fare». «Ma la cosa che mi sta a cuore di dire è che noi abbiamo preparato un documento in cui, in buona sostanza, cerchiamo di proporre a questa maggioranza ed a questo sindaco alcuni punti per portarli sulla buona strada. Non è nostro co-stume buttare a mare la città per ragioni di pic-colo cabotaggio. Mai mi sono sognato di far per-dere finanziamenti alla città. Anzi, alla città dico, occorre ora far presto e bene perchè c’è il rischio che progetti come il restauro della biblioteca dio-cesana, gli impianti fotovoltaici sui tetti degli edi-fici pubblici, le infrastrutture destinate ai centri commerciali naturali, il restauro della chiesa del

Santo Spirito da adibire a sede della costituenda Fondazione Cimarosa, gli importanti incentivi per l’apprendistato non vengano completati e che si possa perdere l’intero finanziamento».Pronta la risposta del Sindaco di Aversa, Do-menico Ciaramella affidata ad un comunicato stampa: «Ancora una volta Peppe Sagliocco per perso un’occasione per non fare una brutta figu-

ra. Purtroppo - continua Ciaramella - Sagliocco conosce, in merito ai Più Europa, solo una mezza verità e non sa assoluta-mente come sono andati i fatti.Se fosse cambiato qualco-sa rispetto al programma originario questi sarebbe stato portato, così come previsto dalle normative vigenti, all’attenzione del consiglio comunale.La Regione Campania, invece, ha invitato i 16 comuni a predisporre solo una priorità delle opere da farsi quindi, nei 16 co-

muni, così come ad Aversa, non sarà eliminata alcuna opera dal programma.Ne approfitto – conclude il primo cittadino - per rendere pubblico che martedì 20 dicembre alle ore 9,30 sottoscriverò, per la Città di Aversa, l’ac-cordo di programma con la Regione Campania. Ringrazio, in ogni caso, - conclude il sindaco - il Presidente del Consiglio Regionale, Paolo Roma-no, ed anche il Presidente della Giunta Regio-nale Stefano Caldoro con l’assessore Marcello Taglialatela che, nonostante le enormi difficol-tà del governo centrale, hanno portato a termi-ne un’operazione che metterà in condizione la nostra Città di realizzare tutto ciò che Sagliocco mette in dubbio che di possa realizzare».Proprio sulla smentita l’ex onorevole regionale aveva messo le mani avanti dicendo: «In questa città è sempre dietro l’angolo la smentita. Molto spesso senza senso e senza sostanza, ovvero di-cendo il contrario».Chi avrà ragione tra i due contendenti? lo scopri-remo “Più” in là.

Nel riquadroil logo

di Più Europa

Sagliocco: persi undici milionidi euro dei Fondi “Più Europa” Peppe Sagliocco (Noi Aversani): «L’Amministrazione ha perso tempo. Questa è solo una di tante altre occasioni perse di cui l’elenco sarebbe troppo lungo da fare»

Ldi

Michele Docimo


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inalmente si parte con il Piu Eu-ropa” lo annuncia, entusiasta il Sindaco di Aversa, Domenico Ciaramella subito dopo aver fir-mato l’accordo di programma con la Regione Campania con il governatore Stefano Caldoro e

l’assessore all’Urbanistica Marcello Taglialatela.“Per la nostra Città questa è una giornata memora-bile”, ha detto il Sin-daco di Aversa, Do-menico Ciaramella e continua: “Con la fir-ma di oggi tagliamo un traguardo impor-tante, ovvero quello dell’arrivo dei fondi del Più Europa.Ma questo è anche un punto di parten-za perché da oggi dovremo lavorare alacremente per l’avvio delle gare di appalto per la realiz-zazione dei progetti del programma integrato urbano”. Il Piu Europa aversano prevede ventuno progetti per un totale complessivo di oltre 33 milioni di euro. In questa prima fase sono undici gli interventi ammessi a cofinanziamento, poi, con i ribassi d’asta, saranno finanziati anche gli altri cinque progetti. Tra le opere finanziate, per le quali si partirà su-bito con la gara di appalto, l’intervento di riqua-lificazione di Piazza Mercato che si realizza su quella che è la piazza principale della città, stori-camente frutto di una delle più gravi lacerazioni inferte all’organicità del centro antico di Aversa.

Il progetto relativo alla Casa di Cimarosa consiste nel recupero della casa natale del famoso musici-sta aversano.Si tratta sostanzialmente della realizzazione nell’immobile dove è nato il compositore sette-centesco Domenico Cimarosa, di un museo a lui dedicato, che restituisce la giusta importanza.Nella volontà dell’ Amministrazione anche la possibilità di procedere al recupero edilizio di im-

mobili attualmente dismessi e/o privati di senso simbolico, con l’individuazio-ne di attività e fun-zioni di forte spes-sore culturale. E’ il caso del restauro, ristrutturazione ed adeguamento funzio-nale della Real Casa dell’Annunziata. “Ho fatto del Più Europa il mio per-sonale cavallo di battaglia di questa

seconda consiliatura – ha detto ancora Ciaramella- ho creduto e credo tanto in questo piano che rappresenta un’occasio-ne importantissima di recupero e rilancio della nostra Città.Un’occasione che abbiamo saputo cogliere anche grazie alle professionalità che hanno collaborato con noi.Un grazie sentito, quindi, al Governatore Stefano Caldoro, all’assessore regionale Marcello Taglia-latela, alla dirigente regionale Maria Adinolfi ed a tutto l’ufficio programmi del Comune di Aversa guidato dal nostro dirigente Claudio Pirone”.

Più Europa - Ciaramella firmal’accordo con Caldoro. Ora si parte?

POLEMICHE 15

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Aversa, presentati studi di fattibilità per trasformare la Maddalena e il Carmine

Due progetti concreti per riqualificare la città di Aversa, in particolare la zona de La Maddalena e il Complesso del Carmine. Sono stati presentati i relativi studi di fattibilità, al convegno svoltosi nel centro socioculturale in via Lennie Tristano, che termina il percorso sul progetto di partenariato pubblico-privato denominato “Aversa verso il futuro-le opportunità di sviluppo dalla città al

territorio”. Ciaramella ha sottolineato come “questi studi dimostrano che l’Amministrazione ha lavorato sodo e su progetti concreti utili alla città: ora ci sono due ipotesi di riqualificazione urbana su cui discutere al fine di animare un dibattito politico ampio scevro da sterili polemiche politiche”.La sessione è stata aperta da Federico Della Puppa, la tavola rotonda è proseguita con i contributi tecnici di Daniela Versino (Ministero del-le lnfrastruttune e dei Trasporti) sul tema ‘I Supporti Strumentali’, di Claudio Pirone su ‘PIU Europa della Città diAversa-Dalle Partenership nuove opportunità di sviluppo ‘, degli esperti della SOGES s.p.a sul ‘Catalogo delle Opportunita’, di Ciro Navarra su ‘Una rigenerazione attesa’, Massimo Resce su ‘La sostenibilità degli interventi: il Complesso del Carmine e della Maddalena’, Valentino Piana su ‘L’esperienza di Brindisi nei processi di Partenariato Pubblico Privato’.


SOSTENIBILITA’16

Ad Aversa è possibile pensare ad un nuovo modello di sviluppo, più attento al benessere dei cittadini attraverso la sostenibilità ambientale delle azioni e delle scelte. Lo sviluppo sostenibile ad Aversa deve essere declinato nella visione politica futura della città. Deve essere parte inte-grante e quindi prerequisito della politica e non più una semplice “ciliegina” da apporre, quando serve, per “rinverdire” una gestione che di sostenibile ha poco o nulla. Le scelte in campo di urba-nistica, mobilità, gestione dei rifiuti, energia, e così via devono avere tutte un filo comune che vada nella direzione della bellezza, dell’armo-nia con l’ambiente e della felicità dei cittadini a partire dai più piccoli e dai più bisognosi. Solo così si può attuare il modello di sviluppo soste-nibile. Partendo da una nuova sen-sibilità nell’operare la gestione della città. Iniziando dall’urbanistica si può dire che essa, in quanto “arte di organizzare e gestire gli agglomerati urbani”, deve contemperare nello spazio (ambiente) desideri, esigen-ze e diritti dei cittadini. Cittadini che, tuttavia, possono, come singoli o in forma organiz-zata, esprimere anche desideri illegittimi, ad esempio ap-propriarsi di spazi destinati ad uso pubblico o praticando l’abuso edilizio. L’urbanistica, rispettosa dell’ambiente e dei diritti dei cittadini, deve necessariamente discernere tra richieste legittime e richieste illegittime. In questo senso messaggi del genere costituiscono delle linee guida chiare per un’Amministrazione che non ricerca semplicemente la mediazione degli interessi ma che sia anche attenta al risultato delle mediazioni, ovvero alla qualità ambientale e civica che ne risulta. Il passaggio fondamentale del miglioramento e protezione dell’ambiente urbano, non è una novità, lo si attua con strumenti urbanistici di pianificazione territoriale, prima era denominato Piano Regolatore Generale (P.R.G.), ora Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.). Per quanto attiene a questo strumento generale si deve avere una maggiore attenzione a quelle che sono le esigenze ambientali di mi-glioramento della qualità della vita nell’ambito “dell’eco-sistema urbano”. La pianificazione territoriale ed urbanistica deve tener con-to non solo della città come agglomerato di edifici pubbli-ci e privati, abitazioni, costruzioni industriali e produttive, strade, aree di sosta, piazze ed aree verdi agricole sparse qua e la ma deve guardare alla città come ecosistema. Così come le Scienze ci insegnano l’ecosistema è un insie-me di esseri viventi (non solo l’essere umano) che vivono ed interagiscono tra loro e con l’ambiente fisico (aria, ac-qua, suolo, edifici, strade e così via), seguendo delle spe-cifiche relazioni biologiche, chimiche e fisiche. Vediamo qui di seguito alcuni dei suggerimenti pratici che potreb-

bero essere utili alla declinazione pratica delle politiche di sviluppo sostenibile ad Aversa.1. Piano rifiutiinnanzitutto si deve applicare il concetto della decresci-ta felice alla produzione di rifiuti. Meno sprechi, meno consumismo e meno usa e getta si traduce in meno rifiuti

e più felicità per i cittadini. Ma la ri-duzione dei rifiuti si attua con dei piani strategici in cui si fissano tem-pi e modi precisi su come si perse-guono gli obiettivi prefissati. Un esempio di strategia per la ridu-zione degli imballaggi a perdere in plastica è la “casa dell’acqua pub-blica”: il comune potrebbe mettere in piedi un progetto in cui si rea-lizzano uno o più punti vendita di acqua pubblica adeguatamente de-purata ed offerta al prezzo politico di 5 centesimi al litro. Ovviamente la distribuzione deve essere con il sistema delle bottiglie riutilizzabili più e più volte. Altri esempi potrebbero essere di in-centivare e favorire tutti quei com-mercianti che volessero sceglierela

distribuzione delle merci con i sistemi alla spina, sfusi, senza imballaggi o con il sistema del vuoto a rendere. Poi si passa alla raccolta differenziata “porta a porta” con l’unico obiettivo del riciclaggio della materia. 2. Piano mobilitàObiettivo di “demotorizzazione ragionata” del 10% di strade e piazze di Aversa (cioè creazione di aree pedonali o a traffico limitato ai residenti e mezzi di soccorso, rea-lizzando, al contempo una serie di servizi integrativi e di supporto (aree di sosta, mezzi di trasporto pubblici, piste ciclabili, e così via) a tale provvedimento che non sia un mero divieto al transito ma che possa coniugare esigenze e richieste di tutti i fruitori della città). 3. Piano del verdePiù aree verdi ed alberi in città che siano orientate alla scelta delle specie autoctone. Questo punto potrebbe sembrare per molti professionisti del settore e per molti cittadini al massimo come elemento decorativo e di mi-glioramento estetico del paesaggio urbano. Ma questo è l’ultimo degli elementi di valutazione dell’im-portanza del verde in una città. In primo luogo si deve entrare nell’ottica che un albero in più, un prato in più, un’area verde in più in un ambiente urbano fa bene alla salute delle persone che vivono quel contesto, sia di pas-saggio, sia stabilmente. Basti pensare che un solo leccio (la caratteristica quercia sempreverde mediterranea) riesce a produrre una quantità di ossigeno, nell’arco del periodo di luce di una giornata (cioè durante il periodo fotosintetico), utile a soddisfare le esigenze di sana respirazione di ben otto esseri umani adulti. Lo stesso numero di alberi riescono ad assorbire

diAlessandro

Gatto

Presidente delWWF Campania

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Aversa: “Bisogna pensare ad un nuovo modello di sviluppo”


Casaluce: la Provincia ha ufficializzato lo stanziamento dei fondi per la pista ciclabile

Solo due settimane fa l’annuncio del sindaco Nazzaro Pagano dell’av-vio delle procedure per la realizzazione di un percorso di pista ci-clabile in via Carditello, una zona decentrata che si trova alle porte

del paese. Ebbene, giorni fa, è stata approvata e resa nota ufficialmente dalla Provincia la delibera che da il via all’iter tecnico-amministrativo del progetto. Ricordiamo che il progetto, fortemente voluto e curato in prima persona dal primo cittadino, e in collaborazione con l’assessorato ai Lavo-ri pubblici, prevede la realizzazione di un chilometro di pista per le due ruote, la realizzazione di un cunicolo fognario per la raccolta delle acque piovane che andrà a collegarsi con il collettore già esistente, e la bonifica dell’area interessata attraverso la rimozione dei rifiuti che sono presenti lungo tutto il canalone presente in quella zona. Il tutto verrà realizzato con fondi messi a disposizione della Provincia che ammontano a 200mila euro e, l’amministratore cittadino, fa sapere che “le procedure per affidare i lavori, saranno pronte già per il mese di gennaio, quando dovrebbe partire la gara di affidamento degli stessi”.

una quantità di inquinamento atmosferico elevatissima, sot-traendo sostanze dannose alla respirazione umana dall’at-mosfera. L’elenco dei benefici degli alberi e del verde è davvero enorme e per brevità lo omettiamo in questa sede ma basti pensare, ancora, alla regolazione del microclima offerto dal mondo vegetale, del ciclo delle acque e così via, si intende subito che il valore dell’incremento delle aree verdi è di vitale importan-za per una città.4. Piano di regolamentazione delle acqueQuesto piano deve essere pensato in funzione delle stagioni di mag-giore caduta di acque meteoriche (piogge). Un approccio culturale sulla regola-mentazione delle acque deve essere sempre presente nelle scelte e nella pianificazione urbanistica che tenga conto del rispetto dell’ambiente. In questo senso l’intero territorio co-munale deve essere suddiviso in base alla permeabilità del suolo. L’obiettivo è di bilanciare la quantità di territorio a substrato permeabile (suolo agricolo, suolo di aree verdi, suolo adibito ad attività sportive all’aperto e così via) e quella a substrato imperme-abile (suolo coperto da edifici, piazze, parcheggi, strade e così via). Potrebbe essere utile, ad esempio, pavimentare le aree di sosta ed altre aree pubbliche con le “mattonelle forate” che lascino crescere l’erba e che consentano la per-meazione dell’acqua meteorica.5. Piani di recupero del centro storicoIl piano di recupero del centro storico nasce con la leg-ge 457/1978, come espressione di una elevata sensibilità verso il patrimonio architettonico dei centri storici alla cui bellezza ed armonia facevano riscontro periferie sempre più anonime e sempre meno vivibili. Il recupero del centro storico deve essere visto, sul serio, come portatore di bene-fici sociali in termini di incremento della qualità della vita e

di rinascita ambientale che sia rispettosa delle particolarità urbanistiche, architettoniche e paesaggistiche tipiche di un luogo. In questo senso al recupero del centro storico, in ti-mida fase di attuazione da parte delle istituzioni (Comune, Chiesa, ecc.), deve essere sostenuta anche quella realizzata

da soggetti privati.6. Sistema di trasporto urbano pub-blicoQuesto punto rientra nel discorso del Piano Urbano del traffico (P.U.T.). Sembra davvero indispensabile im-plementare e capillarizzare un siste-ma efficiente di trasporto pubblico teso a disincentivare l’uso del mezzo privato. E’ ovvio che se il cittadino trovi più conveniente spostarsi con il mezzo pubblico o, meglio anco-ra, con la bicicletta all’interno del tessuto urbano, si ottengono forti ripercussioni positive sulla riduzio-ne dell’inquinamento atmosferico, dell’inquinamento acustico e della congestione del traffico veicolare. In questo senso è indispensabile pen-sare ad una rete di piste ciclabili e un sistema integrato bici-treno, bici-

autobus e bici-metro.7. Piano energetico comunaleche privilegi e diffonda l’efficientamento energetico, le cor-rette coibentazioni per il risparmio energetico sia per il ri-scaldamento, sia per il raffrescamento, le fonti energetiche alternative (solare fotovoltaico e solare termico).Perché non sostenere, laddove possibile, anche il microe-olico, e così via. Potremmo suggerire, per l’illuminazione stradale, l’istalla-zione di nuove luci “a led”, una tecnologia innovativa ed efficace sul fronte del risparmio energetico. Con le lampa-de a led, infatti, si può ottenere un risparmio di consumi energetici fino al 51% che corrisponde alla diminuzione di anidride carbonica, ad una maggiore durata delle lampade e a minori costi di manutenzione.

SOSTENIBILITA’ 17

...la proposta direalizzare un

raccordoanulare,

il problema delle fognature, il rispetto del

verde pubblico, gli standards

urbanistici“scomparsi”...tutti temi che

prima o poisi dovranno affrontare

e risolvere...


chi è capitato di avere tra le mani gli “Orien-tamenti Pastorali” della CEI sull’educazione, per i prossimi dieci anni.? I vescovi, attraver-so questo interessante libello, si preoccupano che le comunità diventino luoghi fecondi di educazione integrale, naturalmente ispiran-dosi al messaggio cristiano che, come ben sai, vuole “educare gli uomini alla vita buona del Vangelo”. Credo che questi proponimen-ti vadano adeguatamente e opportunamente conosciuti, specialmente da tutti gli uomini di buona volontà, come diceva il Papa Gio-vanni XXIII. Tuttavia è altrettanto urgente che quella proposta sia approfondita da tutti coloro che hanno una responsabilità pubbli-ca. E quando dico questo non penso soltanto al mondo della scuola, ma forse più a quello delle istituzioni pubbliche che nell’immagi-nario collettivo sono diventate una fabbrica di illegalità diffusa. Dico ciò anche perché educare è un cammino di relazione e di fi-ducia per cui, suscitando e riscoprendo un desiderio, bisogna avere il coraggio di una proposta che accetti la sfida di un’educazio-ne che sia un processo di crescita ed un iti-nerario che conduca allo sviluppo integrale della persona umana. Questo a mio giudizio è possibile solo se l’educatore abbia la cre-dibilità del testimone, la passione per l’edu-cazione e sappia instaurare una relazione che si trasforma nel tempo. Immagino che

tu sia d’accordo che questo atteggiamento sia fondamentale per i giovani, ai quali negli ambiti di vita quotidiana si deve assicurare-oso dire-quasi “la santità per illuminarne le menti e irrobustirne il cuore”!Questo incontro tra persone genera un cammino re-lazionale, che fa comprendere come l’educazione sia un processo di crescita che richiede pazienza, perché col tempo porterà alla mèta, specialmente se l’educatore abbia la “credibilità del testimone, la passione per l’educazione e sappia instaurare una relazione che si trasforma nel tempo”. Ma l’analisi della Cei diventa più significativa quando affronta le problematiche che riguardano la scuola e l’uni-versità. Qui i Vescovi auspicano un‘istruzione che “con-corra, mediante lo studio e la formazione di una coscienza critica, alla formazione del cittadino e alla crescita del senso del bene comune”: una scuola che promuova una cultura umanistica e sa-pienziale che abiliti gli studenti ad affrontare le sfi-de del nostro tempo. Senza trascurare il contributo dei docenti di religione cattolica, degli insegnanti

delle scuole cattoliche e dei centri di formazione professiona-le di ispirazione cristiana, è determinante il ruolo che svolge l’università per garantire una preparazione che consenta di orientarsi al meglio nella complessità culturale odierna, valo-rizzando il contributo reso dai cristiani, i quali “con il servizio del pensiero tramandano alle giovani generazioni i valori di un patrimonio culturale arricchito da due millenni di esperien-za umanistica e cristiana”, come annotava Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Europa”, già nel 2003. Il testo si chiude con un’appendice che riporta il discorso di Benedetto XVI alla 61a Conferenza Episcopale Italiana nel quale l’educazione è individuata come una “emergenza”, che ha bisogno soprattutto di due risposte adeguate alla sfida. Per prima, il superamento della falsa idea di autonomia dell’uomo come un “io” completo in se stesso, mentre diventa “io” anche nell’incontro collettivo con il “tu” e con il “noi”. Per seconda, la modifica del giudizio sulle due fonti che orientano il cammi-no umano: la natura, vista come una cosa puramente mecca-nica, e la Rivelazione, considerata come un momento relativo dello sviluppo storico. Al contrario, ribadisce il Papa, la natura deve essere concepita come creazione di Dio, il quale parla a noi e ci mostra i valori veri; la rilevazione come la fonte, che ci da gli orientamenti fondamentali che ci portano alla vera sapienza che orienta. Poiché l’azione educativa si rivolge ai giovani, i quali desiderano di non sentirsi soli davanti alle sfida della vita, il compito dei docenti abbisogna della qualità della testimonianza di chi si spende senza riserve per educare alla speranza, alla fede, alla carità. Percorrere senza esitazione la strada dell’impegno, per superare la frontiera educativa è l’im-pegno dell’ora presente ,onde assicurare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico delle persone, in un momento di grande incertezza dei valori e di profonda crisi culturale e spi-rituale, altrettanto seria di quella economica: sarebbe illusorio pensare di poter contrastare l’una ignorando le altre!

LETTERE AL DIRETTORE18

Adi

PiaPangese


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L’educazione integrale negliOrientamenti Pastorali della CEI


Uno spettacolo realizzato dallo stesso pubblico è andato in scena in piaz-za Municipio dove si sono levate al cielo 500 lanterne magiche accompa-gnate dai pensieri di grandi uomini che hanno dedicato la loro vita alla co-noscenza, all’innovazione e al progresso. Le lanterne hanno trasformato il cielo della notte in uno scenario unico ed emozionante. Un’iniziativa pro-mossa dall’Asips, agenzia speciale della Camera di Commercio presieduta da Maurizio Pollini, che ha coinvolto, tra l’altro, anche le amministrazioni comunali di Santa Maria Capua Vetere e Caiazzo. I pensieri della terra che volano al cielo hanno illuminato la fredda serata di ieri.. Soddisfatto dell’iniziativa il presidente dell’Asisp e promotore dell’evento, Maurizio Pollini: “L’Asips, Azienda Speciale per l’Innovazione della Produzione e dei Servizi della Camera di Commercio, è un organismo al servizio del sistema imprenditoriale di Terra di Lavoro al quale indirizza la propria attività per accrescerne la competitività, facendo leva sulla conoscenza, sulla spinta al cambiamento, sull’innovazione. Proprio al fine di valorizzare le risorse umane, nella convinzione che la diffusione della conoscenza sia indispensabile per accrescere il capitale intellettuale, l’Azienda ha organizzato “Frammenti di stelle Illuminano” territorio, conoscenza innovazione, ospitando in luoghi significativi del territorio performance di studiosi, scienziati e artisti, affidandone i contenuti alla responsabile progetto Paola Servillo”.

Aversa: “Frammenti di stelle” illuminano la città

giornalisti della carta stampata, della televisione e del web sono stati premiati presso la sede del-la Camera di Commercio di Ca-serta dal Presidente Tommaso De Simone e da Maurizio Pollini Presidente dell’ASIPS

Giovanni Ruggiero del quotidiano Avvenire ed Emanuele Imperiali d’Afflitto del Corriere della Sera-Corriere del Mezzogiorno sono i vincitori della seconda edizione del Premio giornalisti-co “Franco Compasso”, organizzato in ricordo dell’economista e politico casertano, dall’Asips, l’Azienda Speciale per l’Innovazione della Produ-zione e dei Servizi della Camera di Commercio di Caserta. Il secondo posto, ex aequo, alle giornali-ste Vera Viola de Il Sole 24 Ore e Tiziana Cozzi di Repubblica. Attestati di merito con medaglia d’oro ai giornalisti Andrea Ferraro de Il Mattino, Cristian Fuschetti de Il Denaro, Mauro Nemesio Rossi di Cronache di Caserta.Targa di merito ai giornalisti Alfonsina Antinol-fi del Notiziario Casertano, Giuseppe Cristiano direttore responsabile di Bloq Magazine, Nico-la Rosselli ex corrispondente di Bloq Magazine, Gennaro Loffredo e Pierpaolo De Brasi di Fresco di Stampa. La cerimonia di consegna dei premi e degli attestati si è svolta il 12 dicembre nell’aula consiliare della Camera di Commercio sita in via Roma a Caserta. Presenti il presidente Tommaso De Simone, il presidente dell’Asips Maurizio Pol-

lini, il Sindaco di Caserta Del Gaudio, i giornalisti Ermanno Corsi e Michele De Simone, la Preside della Facoltà di Economia Aziendale della Sun dott.ssa Clelia Mazzoni, componenti della giunta e del consiglio dell’Ente, autorità politiche e istitu-zionali. Presenti anche i familiari di Franco Com-passo, che ricordiamo era originario di Cellole, insigne meridionalista, autore di saggi sull’econo-mia, scrittore e giornalista, nonché ministro, eu-rodeputato e componente di vari consigli di amministrazione di im-portanza nazionale tra cui quello della Rai.La commissione giudicatrice, pre-sieduta da Maurizio Pollini presi-dente dell’Asips, era composta da Clelia Mazzoni, preside della Fa-coltà di Economia Aziendale della Sun, dai giornalisti Michele De Si-mone, presidente Assostampa Ca-serta, ed Ermanno Corsi, segretaria della Commissione Maria Rosaria Ventriglia. Alla buona riuscita del-la cerimonia ha dato il suo valido aiuto la dott.ssa Teresa Della Ven-tura.La cerimonia si è conclusa con la promessa fatta dal Presidente Pol-lini di allargare la terza edizione del Premio anche ai giornalisti del-le testate estere presenti in Italia.

Ecco i nomi dei vincitori del “Premio giornalistico Franco Compasso”

ASIPS 19

Ia curadellaRedazione

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lcune scuole di danza della cit-tà normanna hanno inserito tra i tradizionali corsi anche la danza orientale, come l’Academy scho-ol Ballet di Carmen Sferragatta, recentemente esibitasi al Caivano

arte, con la coreografa e ballerina Chiara Pezzuti. Una scelta anticonformista per i pregiudizi legati a questa disciplina, preconcetti che, troppo spesso, si fermano alle movenze sensuali o alla poca stoffa che le danzatrici indossano, senza mai andare ad indagare sul lavoro che si cela dietro, alla discipli-na di cui necessita una danza non ortodossa, alla fatica fisica che comporta la posizione da mante-nere, l’isolamento delle diverse parti del corpo.La danza orientale (in arabo raqs sharqi) affonda le sue radici in tempi antichissimi, risalenti addi-rittura alla civiltà babilonese, al culto della dea Ishtar, la Grande Madre; era, infatti, praticata dalle sacerdotesse che, attraverso movimenti sinuosi, semplici ed improvvisati, inneggiavano alla dea simbolo della fertilità: nasce quindi come danza delle donne per le donne. Essa perde il suo carattere sacrale in tempi relativa-mente recenti, durante la campagna d’ Egitto di Na-

poleone , quando i soldati francesi, affascinati dalle movenze sinuose e sensuali delle danzatrici, l’han-no ribattezzata “danse du ventre”, attribuendole addirittura un potere afrodisiaco. Oggi la danza del ventre, è praticata dalle donne per i suoi ef-fetti benefici sulla psiche e sul corpo, attraverso movenze, dapprima imposte e che poi diventano naturali, la donna prende possesso del proprio corpo, riesce a far emergere la femminilità insita in ognuna di noi, crea spirito solida-le tra danzatrici dal corpo non scolpito, dai muscoli non evidenziati, dalla mancanza di addominali scultorei, che si trovano di-nanzi ad uno specchio pronte a metter in campo le imperfezioni, non importa l’età o il peso.; essa inoltre rappresenta un toc-casana per la schiena, le articolazioni e per alleviare i dolori mestruali. Una danza dunque che, lontana dai canoni di perfe-zione imposti dalle tradizionali discipline tersicoree, permette ad ogni donna di av-vicinarsi al suo corpo, conoscere se stessa e di accettare le proprie imperfezioni di-nanzi all’implacabile giudizio di se stesse prima e di uno specchio poi.

TENDENZE 21

diGiovanna Turco


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Sempre più donne si avvicinano al mondo della danza orientale

A


el nome di Ciccio è una esilarante carrella-ta di canzoni, brandelli, situazioni, tratti dal vastissimo repertorio del teatro di avanspet-tacolo, della rivista, del teatro musicale. Un omaggio al grande Nino Taranto. I Virtuosi di San Martino, alla loro maniera, rivisitano la “Macchietta”, forma prediletta dagli autori Pisano e Cioffi che hanno inventato decine e decine di personaggi: dal celeberrimo Cic-cio Formaggio a Nicola Quagliarulo, da Car-lo Mazza e Rosa Pezza a Cosima.Diciamo personaggi perché la Macchietta disegna piccole storie di piccoli uomini, buf-fi, strambi, sempre esilaranti, tutte riconduci-bili a sgambetti di linguaggio e di situazioni, all’interno delle quali queste figure rivelano la loro crisi e la loro drammatica comicità.

Si tratta dunque di teatro musicale in senso stretto, e non un caso che questa forma di arte scenica fosse frequentata dai più grandi attori del Novecento: Nicola Maldacea, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani, Totò, Aldo Fabrizi, lo stesso Taranto e perfino un giovane Eduardo. Un teatro-musica ante litteram, che i Virtuosi provano a sospin-gere comicamente verso la sua evidenza di attualità convinti che questa sia ancora l’epoca dei Ciccio Formaggio, che “non tiene il coraggio nemmeno ‘e parlà”.I Virtuosi costruiscono una spirale di ispirazione barocca nella quale annegano con il pretesto della citazione tutti gli stili mu-sicali, imbellettati ormai nel luogo comune del concerto d’occasio-ne. Un processo di liberazione che avendo il carattere funerario di una Morte che danza (e che ride) propone una Resurrezione del divertimento dionisiaco e ri-tuale che sembra purtroppo non appartenere più né alla musica, né al teatro. Da Rossini ai Beatles, dai Maria-chi a Schonberg, da Sant’Agostino agli Squallor, una labirintite acuta a condurci nella possibilità estre-ma di cogliere l’essenza unica di un’arte che si avvia ad essere di-visa per sempre da se stessa. Un teatro musicale che fa morire dal ridere.I Virtuosi di San Martino si propon-gono di far sprofondare nella loro

formula a cavallo tra teatro e musica, divisa tra avanspettacolo e opera, formula che occhieggia e talvolta sbeffeggia la musica “colta” nella sua riduzione a luogo comune, tutti i cliché del teatro per come si presenta oggi. Una bandiera verso la novità contro ogni forma di museifica-zione e di folklorismo. Si propongono inoltre di introdurre nel teatro quanto manca ai concerti e nei concerti quanto manca della ritualità del teatro. Alcune delle loro canzoni (‘O cinea-sta napulitano, So’ tribbale, Il calipso del vegetariano, Alzati e cammina, Auguri per la macchina nuova, ed altre) sono ormai dei veri e propri piccoli cult per il loro pubblico. Del resto pro-prio la forma canzone che i Virtuosi hanno prediletto per molti anni, e che ancora prediligono, essendo essa quella maggior-mente legata alle modalità di fruizione del pubblico dei nostri tempi. I Virtuosi hanno reintrodotto un uso “tragico” del coro, rifacendosi sia ai poeti del grande teatro greco, sia all’opera lirica, sia però anche ai Beatles, a Zappa e ad altri. I Virtuosi hanno la pretesa di avere inaugurato un vero e pro-prio stile, fondato sullo sprofondamento dei “generi” ritenendo che il teatro sia uno e che soprattutto la musica sia una. Tut-tavia al termine contaminazione, che pure tanti critici hanno associato alle loro performances, essi prediligono il concetto di Teatro-Musica Frankenstein, di un teatro musicale cioè che smembri corpi di cadaveri (musicali e teatrali, appunto) per ri-comporre una macchina a tratti mostruosa, a tratti comica.I Virtuosi di San Martino sono: Roberto Del Gaudio, voce - Luca Bagagli, violino - Federico Odling, violoncello - Vittorio Ricciardi, flauto - Maurizio Villa, chitarra

MUSICA22

Na

curadella

Redazione

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Il Bellini e I Virtuosi di San Martino rendono omaggio a Nino TarantoLo spettacolo in ricordo del grande attore napoletano si intitola “Nel nome di Ciccio”, un chiaro riferimento alla famosa macchietta di Ciccio Formaggio


resso il Castello Aragonese di Aversa, c’è stata la presentazione Ufficiale della neo costituita “As-sociazione Avvocati del Foro di Aversa” i cui componenti del con-siglio di amministrazione sono:

l’Avv. Antonia Magnotta (Presidente), l’Avv. Annun-ziata Caterino (Vice – Presidente ), l’Avv. Adele Bel-luomo (Consigliere coordinatore ) , l’Avv. Raffaele D’Aniello (Consigliere Segretario ) e l’Avv. Mauro Iavarone (Consigliere tesoriere). Con un applauso augurale e di consenso, sono stati accolti gli scopi dell’associazione che consistono, oltre allo sviluppo dell’interesse” per i problemi del-la giustizia del circondario di Aversa e della cultura giuridica degli iscritti, con proposte ed iniziative in linea unitaria con le istituzioni e nel rispetto dell’or-dinamento Forense e dei Regolamenti del C.N.F. e del C.O.A. altresì, studiare e di avviare a soluzione i problemi dei giovani avvocati e dei praticanti, an-che contribuendo fattivamente alla loro formazione “sia a livello teorico che pratico e nell’affiancare la lotta delle donne avvocato, per costruire una rete di sensibilizzazione e di incontro permanente per le

avvocate, esposte più degli uomini al rischio di di-spersione professionale e di “una forte competizione infracategoriale. E’ stato poi, trattato il tema “ il Danno da insidia stra-dale” organizzato dall’Associazione Avvocati del Foro di Aversa in compartecipazione con il Consi-glio dell’ordine degli Avvocati del Foro di S. Maria C.V., relatore Prof. Antonio Maria Marzocco, Profes-sore Aggregato di Diritto Processuale Civile presso la II Università degli Studi di Napoli. All’evento hanno partecipato l’Avv. Elio Sticco, l’Avv. Alberto Benci-venga, rispettivamente, Presidente e Consigliere del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del foro di S. Maria C.V., e numerosi Giudici di Pace fra i quali l’Avv. Emilia Romano, l’Avv. Sagliocco, l’Avv. Mor-lando, numerosi avvocati , l’Avv. Olivia per delega del Sindaco del Comune di Aversa e rappresentanti dell’arma dei carabinieri e Vigili Urbani di Aversa.La manifestazione ha ricevuto ampi consensi e com-plimenti da parte degli intervenuti e l’evento ha avu-to un’ottima riuscita anche per l’ospitalità concessa dalla Direttrice dell’ Istituto Polizia Penitenziaria Dott.ssa Laura Passaretti che ha garantito l’ottima ri-uscita dell’evento.

NOTIZIE GIURIDICHE 23

Si è costituita l’AssociazioneAvvocati del Foro di Aversa

Pa curadellaRedazione

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“OLTRE IL RESPIRO”, IN UN LIBRO IL RICORDO DI MASSIMO TROISI

L’autrice del volume è la sorella del compianto attore e regista che viene ricordato anche attraverso una selezione di disegni inediti creati per occasione dal disegnatore Rancho.Rosaria Trosi è l’autrice del libro commemorativo dedicato a suo fratello, scritto insieme a Lilly Ippoliti e grazie all’appoggio dell’editore Jacobelli. Il titolo è chiaramente simbolico, “Oltre il respiro-Massimo Trosi, mio fra-tello”, e rappresenta un omaggio doveroso ad un grande rappresentante del cinema italiano. Il volume è stato presentato venerdì 16 Dicembre al Teatro Sancarluccio nel quartiere Chiaia, lo stesso luogo dove l’attore ha mosso i primi passi su un palcoscenico “storico”. Una passione quella per il cinema e per il teatro che lo coinvolse così tanto da diventare la sua professione. Durante la conferenza di presen-tazione, la sorella ha reso partecipi tutti i presenti in sala dei momenti più curiosi della vita privata di Troisi come il fatto che “noi fratelli non potevamo toccare la carne o la frutta senza aspettare che fosse prima lui a darci il consenso”. Altri spunti per ricordare Massimo sono offerti dall’in-serimento nel libro di alcuni ritratti e disegni curati da Ilario Ranucci (in arte Rancho), il cui contributo ha reso più piacevole l’intero lavoro. Attraverso queste immagini sono ricordati i momenti più belli della carriera di Massimo e il lato più genuino della sua personalità come la forte amicizia con Pino Daniele, Diego Armando Maradona e il forte legame con Lello Arena e Enzo Decaro, insieme ai quali formò il famoso trio “La smorfia”. L’intento dell’autrice, come specificato durante la conferenza, è anche quello di lanciare un messaggio positivo e di speranza ai giovani affinché riescano a perseguire fino in fondo i propri obiettivi. Come è successo a Massimo che ha superato diverse avversità, ma nulla ha potuto contro la terribile malattia. Resta l’in-delebile ricordo di un uomo semplice e figlio della sua terra, di un attore e regista capace di aver creato un capitolo importante del cinema italiano. di Antonino Fiorino


Potete commentare le foto visitando il sito: www.bloq.it ANNO 4 - Numero 21 - 25 Dicembre 2011

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CASAPESENNA - (7 dicembre) Scacco matto ai clan. A finire nelle rete

il superlatitante di camorra Michele Zagaria che è stato catturato alle

11.30 dalla polizia. Era l’ultimo super latitante e capo del clan dei casalesi

[foto:micheledocimo.it]

CASERTA - (7 dicembre) Una numerosa folla si assiepa dinanzi alla questura

per festeggiare l’arresto e la traduzione in un carcere di massima sicurezza

del boss Michele Zagaria [foto: micheledocimo.it]

AVERSA - (15 dicembre) Happy Hour culturale presso la Libreria Il Dono. Luigi Intelligenza ha presentato il suo romanzo “Tutta colpa di un paio di gambe”. Al termine della presentazione l’autore ha scelto un libro che sarà al centro di un successivo dibattito culturale. [foto: Collettivo AMpress]

AVERSA - (16 dicembre) Si è tenuta presso la Facoltà di Ingegneria di Aversa, la prima assemblea del Movimento civico “Aversa Bene Comune”, nato dalla volontà di alcuni cittadini aversani, di condividere e partecipare idee per il bene comune di Aversa, la città e i cittadini. [foto: Giusy Clausino]

CASTELVOLTURNO - (17 dicembre) Presentazione del libro “LA GIUSTA PARTE - Testimoni contro le mafie”. Antologia curata da Mario Gelardi che contiene le storie di chi lotta ogni giorno contro la criminalità orga-nizzata. [foto: micheledocimo.it]

AVERSA - Continuano gli eventi del Cartellone della kermesse “Natale ad Aversa” tra presepe vivente, rodei e spettacoli di musica e di danza. [foto: Giusy Clausino]

CASTELVOLTURNO - (17 dicembre) Presentazione del calendario di Skaramacay Art Factory 2012 con modelle-ballerine nelle location abbandonate e degradate della Campania. [foto: micheledocimo.it]

CASTELVOLTURNO - (17 dicembre) Consegna del !° Premio Na-zionale “don Peppe Diana” al medico di strada Gianni Grasso. [foto: micheledocimo.it]

CASERTA - (13 dicembre) «I delinquenti sono anche quei “colletti bian-

chi” che fanno affari. E consentono alla camorra di fare affari. Perciò

è necessario supportare forme d’imprenditoria estranee ai sistemi cri-

minali. Che costituiscano per la gente una valida alternativa». (Valerio

Taglione) [foto: micheledocimo.it]

ROMA - (13 dicembre) «È importante che tutti i deputati

siano consapevoli di quanto di buono succede nella nostra

terra poiché delle brutte notizie si sa e si racconta tanto,

come è giusto che sia, ma è anche utile raccontare le cose

belle». (Pina Picierno) [foto: micheledocimo.it]

CASERTA - (13 dicembre) Presentazione alla Provincia di Caserta di

“facciamo un pacco alla camorra” alla presenza del Presidente dell’as-

sise provinciale Domenico Zinzi, del prefetto Monaco e del procuratore

capo Lembo. [foto: micheledocimo.it]

ROMA - (13 dicembre) Presentazione alla Camera dei Deputati di “fac-

ciamo un pacco alla camorra” alla presenza del magistrato Federico

Cafiero De Raho, di deputati del territorio e dei ministri Cancellieri e

Scarpa. [foto: micheledocimo.it]

iamo a fine anno e come di consueto si tirano le somme per molte cose. Ho voluto approfondire il discorso dell’accesso a Internet e, come previsto, l’Italia è sempre protagonista in negativo (e ancora di più noi del sud) per le con-nessioni ad Internet. Con una percentuale del 54% circa in-fatti, il nostro paese si posiziona al 21° posto per numero di utenze collegate su alla rete.Una posizione che ci porta dietro all’at-tuale “sviluppatissima” Lituania.Si preferisce ancora il telecomando, la te-levisione classica, il televideo per leggere le notizie o per vedere il meteo.Sempre più giovani sul web, ma pochi gli anziani. La riflessione scatta subito: per l’utilizzo di Internet a banda larga c’è bi-

sogno di un abbonamento che costa intorno ai 25/30 euro mensili e che toglie alle tasche degli italiani circa 350/400 euro annui non deducibili.L’infrastruttura mobile per collegamenti in UMTS/HSDPA non è di quelle migliori in quanto sempre lenta e disconti-

nua e comunque costosa a mio modestissimo parere rispet-to a quelle americane (vedi FLAT AT&T).Ma oltre il fatto economico, cosa avranno in più i cittadini delle 20 nazioni che utilizzano internet più degli italiani?Lo chiederei personalmente al nostro attuale ministro delle infrastrutture.

TECNOLOGIA26

Sdi

NicolaCarobene

EspertoBloq Magazine

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Banda larga e Internet, i datistatistici italiani sono drammatici

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TRADIZIONI 27

a curadellaRedazione

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l Centro Culturale “Libreria Il dono” con Associazione Conver-genze, Aversa Felix e Collettivo Ampress propongono alla colletti-vità di rendere più buono ed eco-logico il Natale e le feste natalizie

oramai alle porte con un delizioso panettone ar-tigianale realizzato da Marino (Antica Pasticceria dal 1958). Solo per quanti prenoteranno il proprio panetto-ne attraverso la Libreria “Il dono” e rinunceranno all’inutile involucro di cartone (destinato a divenire un rifiuto) al momento del ritiro presso la Libreria, riceveranno anche in dono un libro.«Natale e gli ultimi giorni dell’anno sono da sem-pre le giornate destinate ai buoni propositi oltre che ai dolci. Abbiamo fuso entrambe le caratteristiche in que-sto prodotto - spiega Michele Docimo portavoce dell’Associazione Convergenze e coordinatore delle associazioni del Centro “Il Dono” - c’è il dol-ce, il gusto, il piacere dello stare in famiglia, i buo-ni propositi, il rispetto per l’ambiente, una buona lettura, un prezzo contenuto ottenuto grazie al no-stro gruppo d’acquisto solidale. Non ci resta e non

vi resta che mangiare il nostro panettone ecologico ed augurare un mondo più pulito a tutti». Tra i primi ad aderire all’iniziativa del panettone ecologico l’Associazione di Promozione Sociale Articolo 9, questa rivista ed il portale d’informa-zione BLOQ.IT che hanno prenotato ed acquistato un discreto numero di panettoni che hanno allietato le ultime assemblee dei soci e le riunioni di reda-zione del 2011 con un prodotto nostrano, artigianale, ecologico e culturale. È ancora possibile acquistare i panettoni solo previa prenotazione (che do-vrà avvenire almeno 3 giorni prima del ritiro) al recapito del centro Il Dono 333.3295497. Inoltre, sarà possibile trovare o prenotare i Panettoni Ecologici anche presso il Bar Roma (p.zza Munici-pio, Aversa).

Per le feste regalatevi unecopanettone artigianale

I

Durante le festività natalizie, nelle cucine delle case napoletane c’è un continuo fervore: tutti si preparano per comporre il tipico menù delle feste. Per giorni si percepisce dalle finestre l’odo-re della carne che cuoce lentamente nel bordo, il profumo della scarola che frigge insieme ai

pinoli, il rumore degli struffoli che sfrigolano nell’olio bollente. Eppure qualcosa manca, nessuno si preoccupa di comprare il mosto per i mustaccioli, nella borsa della spesa manca la pasta reale e il miele per i susamielli è rimasto al bancone del supermercato. Sarà che i tempi sono cambiati, sarà che pochi hanno la possibilità di dedicarsi alle lunghe preparazioni ma la verità è che fatta eccezio-ne per gli struffoli, la pasticceria natalizia, i cui protagonisti sono roccocò, mustaccioli e susamielli, resta opera solo dei laboratori, mentre di artigianato casalingo rimane ben poco. Come tutto ciò che appartiene alle radici culinarie della nostra terra, anche queste prelibatezze sono fatte di ingredienti semplici e reperibili per cui non è detto che non appartengano alla cucina “dalla mano veloce” dei nostri giorni. I mostaccioli, da “mustum” mosto, sono biscotti a pasta elastica confezionati con farina, zucchero, cacao amaro, qualche mandorla e ricoperti da glassa al cioccolato. Sono tra i dolci più antichi della tradizione italiana, come testimonia una ricetta lasciata da Marco Porcio Catone e sembra che siano stati l’ultimo cibo di San Francesco in punto di morte. I susamielli, che ricordano i sapori d’oriente perché ricchi di miele e cannella, in passato venivano consumati la mattina di Natale per colazione. Non dimentichiamo i roccocò, il cui nome deriva dal termine francese ”rocaille” per via della forma barocca e tondeggiante simile a una conchiglia arrotondata, i biscotti per chi ha una buona dentatura, fatti di mandorle, spezie e liquore. Meno famosi ma sempre tradizionali i diviniamore, le sapienze e le paste reali. Insomma la scelta è ardua ma per renderla più semplice, lascerò la ricetta dei mustaccioli, che vi farà ritrovare il piacere della tradizione made in home.

Mustaccioli made in homeMescolare insieme 5 uova, 1kg di farina, 100 gr di cioccolato fondente, un bicchiere di mosto cotto, 250 gr di zucchero, 200 gr di man-dorle tritate precedentemente tostate e una busta di vanillina. Lo scopo è di ottenere un composto denso e compatto.Stendere il preparato su un piano per uno spessore di 5 mm e ricavare dei biscotti dalla forma romboidale. Cuocere in forno a 185° per 20 minuti. Sciogliere a bagno-maria 500 gr di cioccolato fondente. Aggiungere al cioccolato 1 cucchiaio di panna liquida. Ricoprire i biscotti con la glassa al cioccolato utilizzando un pennello o immergendoli direttamente nel liquido.

di Martina Monaco - Foto Saverio De Leonardi

LA TRADIZIONE IN CUCINA

Segnalazioni, critiche, argomenti che vorreste fossero trattati? Scrivete a: [email protected] ANNO 4 - Numero 21 - 25 dicembre 2011 Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it ANNO 4 - Numero 21 - 25 dicembre 2011

RGANIZZATO DALROTARY CLUB AVERSATERRA NORMANNA IL CONCORSOINTERNATIONAL FLUTE COMPETITIONDOMENICO CIMAROSA

Ancora un successo per l’iniziativa del Rotary Club Aversa Terra Normanna di promuovere la musica nella città di Aversa grazie ad un Concor-so Internazionale, dedicato a Domenico Cima-rosa e ospitato nella Parrocchia di Sant’Audeno dove l’illustre musicista è nato. Euterpe quindi abita di nuovo nella città nor-manna grazie all’impegno del club rotariano di Aversa che, ormai da sette anni sponsorizza un evento il quale da una dimensione nazionale è ormai assurto a livello internazionale, se è vero, come è vero, che dei sessantasette partecipanti alla competizione ben trentasei erano musicisti di nazionalità più diverse e disparate. Infatti si sono esibiti maestri francesi e giapponesi, austra-liani e statunitensi, coreani e polacchi, argentini e turchi, cinesi e tedeschi, ucraini e lettoni, cileni e naturalmente italiani.La Commissione, composta dai musicisti Pao-lo Ponziano Ciardi, direttore d’orchestra, Luigi Esposito flautista, Massimo Mercelli, considerato dalla critica uno dei più bravi flautisti in attività, Jean Ferrandis, il “nuovo Pan” venuto da Los An-geles, e, dal maestro Gerardo di Lella direttore dell’Orchestra Italiana di Jazz, è stata presediuta dal prof. Antoni Wierzbinski, Rector della Acca-

demy Off Music di Lodz, in Polonia che ha ricor-dato come sia stato “davvero difficile selezionare i partecipanti, essendo tutti ad un livello musicale altissimo”. Ad ogni buon fine, con un giudizio improntato alla massima trasparenza ed impar-zialità, la Commissione ha individuato i tre vin-citori: per il primo premio di € 1500,00 la scelta è caduta sulla Russa-siberiana Elena Badaeva; il secondo premio di € 1000,00 è andato al france-se Nathanael Carrè, mentre il terzo di € 500,00 è stato assegnato alla sud coreana Uniji Chung.Alla manifestazione ha partecipato un folto e qua-lificato uditorio, con grande soddisfazione degli organizzatori maestro Fabio di Lella, art director e Giuseppe Lettieri, direttore organizzativo, i quali hanno visto coronato da successo lo sfor-zo sostenuto insieme al Presidente del Rotary di Aversa dr. Guido Verde, il quale in un breve indi-rizzo di saluto, ricordando che l’evento ha avuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha sottolineato come il Rotary International abbia ritenuto importante e significativo che “Aversa si riappropriasse della sua memoria storica e ri-proponesse all’attenzione mondiale un suo figlio illustre, quale è Domenico Cimarosa: un grande musicista, sicuramente uno dei più conosciuti e poliedrici compositori di opere buffe, di cui il “Matrimonio Segreto” è una delle piece migliori. Pertanto si ritiene doveroso-ha concluso Verde- che questo Concorso Internazionale del flauto venga considerato un evento non solo di rilie-vo nazionale ma di interesse mondiale, di guisa che possa continuare nel tempo e rappresentare per la città di Aversa un’ulteriore fonte, oltre che ascolto dei “dolci suoni”, anche di promozione del turismo culturale”.

EVENTI28

Odi

GiuseppeDiana


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Euterpe abita di nuovo ad Aversa

Vittorio Riverso espone le sue opere in ceramicain Spagna, alla X Biennale Internazionaledi Manises (Valencia)

L’artista Vittorio Riverso, residente in Aversa, è un pittore e, soprattutto, scultore in ceramica, che predilige il gres che cotto alla temperatura di 1200°, gli consente di sperimentare, con proprie soluzioni materiche, superfici di forme oggetti/sculture originali ed unici.Le raffinate produ-zioni dell’artista, napoletano/aversano, offrono alcuni percorsi creativi espressi in “lingua ceramica”: oltre alle splendide teiere, le scritture-segni, in una lingua inventata, elaborate su lastre e fogli di gres evo-cano antichi ritrovamenti, tracciati di codici mentali ed, infine, gli ironici tubi, ritorti ed usurati dal tempo, che rappresentano un componente meccanico esausto, macerie emblematiche di un paesaggio post-in-dustriale.Nel panorama espositivo, ha tenuto varie mostre personali e partecipato a numerose collettive tenutesi nelle principali città italiane ed all’estero, a Vallauris (Francia), Argentona (Barcellona),Onda (Ca-

stellon - Spagna), Martin (Slovacchia) e Koblenza (Germania). Premiato in vari concorsi nazionali, ha ricevuto, nel 2001, una menzione d’onore alla 1^ Biennale mondiale della Ceramica in Corea del sud; nel 2008, menzione d’onore all’VIII° Concorso internazionale della cera-mica di Mino (Giappone). La teiera in gres, che vedete nella foto, è stata selezionata alla X Biennale internazionale della ceramica di Manises (Valencia) Spagna. Al concorso, sono stati selezionati 56 artisti su 250 partecipanti di 43 Paesi. L’esposizione durerà fino al 21.01.2012.

RIVERSO ESPONE IN SPAGNA

vero: il mattino ha l’oro in bocca! A met-termi di buonumore per l’intera giornata è stata la visita ad una bella rassegna d’arte. Per mia fortu-na, infatti, non

si trattava della solita esposizione da tinello, con accompagnamento musicale a base di “neomelodico”, che nel periodo natalizio spunta-no come funghi, bensì la mostra delle opere del maestro ceramista Vincenzo Orazio.Lo scorso 11 Dicembre infatti, presso il salone delle conferenze della Chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù di Aversa, sita in via Luca Giordano, è stata inau-gurata un’eccellente, se non unica, mostra di ceramiche dal suggestivo titolo “Maioliche Sacre”.Un inizio a dir poco entusiasmante per Orazio, visto il folto pubblico che è intervenuto al vernissage, ri-empiendo il magnifico salone che ospita la rassegna.Vincenzo Orazio, natio di Fratta-maggiore e residente in Aversa da diversi anni, non è la prima volta che ci sorprende e ci stupisce con i suoi lavori in maiolica. Il mae-stro anche questa volta esprime la sua fede religiosa attraverso le maioliche, con opere che trasu-dano della sua fede cristiana. Orazio, artista raffinato, ha concentrato la sua opera su un tema preciso: la fede vi-

sta attraverso la rappresentazione pittorica dei Santi e della Sacra Fmiglia. Incantevoli,

infatti, le maioliche in policromia, dove il volto del Cristo è raffigurato impec-cabilmente in tutta la sua umana soffe-renza, singolari poi le varie scene dei suoi presepi.La mia attenzione e quella dei visi-tatori si è soffermata su un’opera che rappresenta l’interpretazione tutta personale che fa Orazio del-la “Madonna col bambino”.La maiolica di misura formato 30x30, realizzata in un’evane-scente essenza di blu, in contrasto col bianco del fondo, crea nello spettatore una piacevole sensazio-ne di calma e di benessere spiri-tuale.Giovanni Paolo II nella lettera agli artisti scrisse: “Per trasmettere il messaggio affidato a Cristo, la chie-sa ha bisogno dell’arte”.Ecco perchè consiglio caldamente a tutti i credenti (e non) di recarsi presso la Chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù di Aversa, sita in via Luca Giordano per visitare la mo-stra, ogni sabato e domenica, nei se-guenti orari. Ore: 11:00/13:00, ore:

17:00/20:30. La mostra chiuderà i battenti domenica 08/01/2012.

E’

INCONTRI D’ARTE 29

diGiuseppe

Della Volpe

Esperto dicomunicazione

visiva

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In mostra ad Aversa le “maioliche sacre” del Maestro Vincenzo Orazio

Segnalazioni, critiche, argomenti che vorreste fossero trattati? Scrivete a: [email protected] ANNO 4 - Numero 21 - 25 dicembre 2011 Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it ANNO 4 - Numero 21 - 25 dicembre 2011

el cuore dello sport si riscopre il senso delle relazioni fra le persone. Lo sport è la forma più moderna ed evoluta, probabilmente, di gioco… Nel cuore dello sport si intensificano le metafore: del-la vita, del sacrificio, della perseveranza, del gruppo, del fair play: qualità… attribuite ai buoni atleti e ai buoni cittadini, perché bisogna essere campioni nel-lo sport e campioni nella vita”. Per alcuni ragazzi lo sport è associato all’idea della rinuncia: perché sono o si sentono meno bravi o perché sono abituati a stare in panchina.Per unire tutti i ragazzi in un impegno comune, fa-cendo divertire e stare bene tutti, CSI (Centro sportivo Italiano) ha creato il progetto Stand up!Stand up! è un progetto, presentato presso la Scuola Media “Stanzione” di Orta di Atella, che offre alle scuole una proposta divertente ed efficace per pro-muovere tra i ragazzi la pratica sportiva.L’obiettivo è quello di favorire un’esperienza che coinvolga tutti, i più e i meno bravi, in un torneo ba-sato sulla collaborazione, sul rispet-to delle regole, sull’idea di essere uniti per raggiungere un obiettivo comune.Il progetto Stand up! prevede un’ini-ziativa originale: un torneo poli-sportivo con 9 giochi diversi, che coinvolgerà i ragazzi di ogni classe.L’idea portante è che tutti possano e debbano giocare, mettendo le proprie capacità, grandi o piccole, a disposizione della squadra. Il torneo è composto da 9 specia-lità: basket, calciotennis, disco tennis, hockey, palla tennis, pal-lamano, tennis dolce, volano, vol-ley. Tra le finalità del progetto vi è anche quella di favorire, attraverso la varietà delle attività, la pratica di esperienze motorie. Il movimento fisico, infatti, è fondamentale per il benessere dei ragazzi. Come sotto-lineano le campagne istituzionali di promozione della Salute, per preve-nire patologie sempre più diffuse tra i piccoli come obesità, sovrappeso, diabete infantile occorre associare una dieta bilanciata al movimento fisico. Un movimento non limitato

alla pratica sportiva, ma da sperimentare quotidiana-mente, con passeggiate, esercizi o attività all’aperto. È stata scelta la scuola perché è l’ambito privilegiato per l’esperienza motoria, può avere un ruolo di pri-mo piano in questa promozione del movimento, in stretta collaborazione con l’associazionismo sportivo di base, rappresentato dal CSI – Centro Sportivo Ita-liano.Tra le scuole coinvolte abbiamo la Scuola Media M. Stanzione di Orta di Atella, Scuola Media L. Da Vinci di San Marcellino, Scuola Media V. Rocco di Sant’Ar-pino, afferenti al comitato di Aversa che agisce in si-nergia con altri comitati come Bari, Napoli, Roma, Torino. Il coinvolgimento andrà però ben oltre le scuole, sarà infatti proposta la costituzione del grup-po arbitri e giudici di gara, il quale avrà il compito di garantire il regolare svolgimento delle competizioni, sulla base del regolamento proposto, il quale metterà in luce le sensibilità di cittadinanza e di convivenza che appartengono al concetto di regola sportiva.

AGRO AVERSANO30

Ndi

UmbertoDe Santis


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Un torneo polisportivo con 9 giochi diversi: “Stand Up!”Il Centro Sportivo Italiano crea il progetto “Stand Up!”. Verrano coinvolteanche le scuole di Orta di Atella, Sant’Arpino e San Marcellino.


hi mi segue su questa rivista ben sa che ho opinioni molto personali sulle questioni cittadine ma raramente mi espongo in modo così esplicito infatti parecchi non sanno neanche che esisto, certamente non sarò io a cambiare questo sistema ne a cambiare il mondo ma nessuno può dire che non ho fatto nulla per provarci. Sono teverolese dalla nascita e lo stesso i miei avi, ho girato l’Italia da Predoi a Ispica ma amo profondamen-te Teverola, amo questo paese, amo la sua storia e le storie che mia madre mi raccontava su ogni bottega, ogni luogo… anche quello che le ruspe hanno can-cellato, conservo, orgogliosamente, in me ogni piccolo ricordo che mi ha tramandato.Ammiro ogni cosa

con soddisfazione e la rispetto come fosse mia perché sono radici che mi appartengo-no è la terra che mi ha dato i natali…e non ho avuto mai paura di nessuna modernità perché ho sempre mantenuto salde que-ste mie origini.È fine anno e come si suol dire si fanno bilanci, si tirano le somme e si deve ripar-tire con qualcosa di nuovo senza nulla in sospeso. Teverola è cambiata, i teverolesi sono cambiati, e io sono rimasto a guar-dare per tanti anni senza far niente, per questo chiedo scusa a tutti i teverolesi: ho permesso che una trasformazione così grave venisse compiuta sotto i miei occhi. Ma qualcuno doveva pur esserci a vigilare mentre ero cieco? No, non c’era nessuno e quelli che dovevano farlo sono rimasti impassibili a guardare il loro fallimento… si il fallimento dei nostri politici, dei nostri amministratori di coloro che dovevano dare un futuro alle nuove generazioni che la nostra gli ha negato. Questo disin-teresse deve finire. Questo mondo come l’abbiamo conosciuto deve finire. Ce ne dobbiamo immaginare un altro. Un altro dove ci sia la crescita dell’intelligenza, dei rapporti umani, della cultura, dell’ambiente e della vita. Le nuove leve si sveglino da questo incubo inizino ad invertire la rotta. Gli ostacoli sono molti, ma questo non vuol dire che si debba arrendersi. I sistemi per dare fiducia alle nuove generazioni ci sono. Basta utilizzarli. In primo luogo biso-gna recuperare il senso della collettività. È importante il rapporto con gli altri e il pro-prio contributo all’interno della società. I giovani devono interessarsi alla vita ammi-nistrativa per cambiarla e non scoraggiarsi

perché la sconfitta di oggi potrebbe essere la vittoria di domani. Non bisogna solo dire che gli amministratori sono disonesti e la politica una cosa perver-sa, bisogna invece reagire e mettercela tutta per vivere certi ambienti senza mai tralasciare i propri valori e ideali. Navigando nella rete mi sono imbattuto in una frase che un nostro paesano ha commentato: “matto arriva con le pezze al c..o e se ti vede ti tende la mano, il matto parla con lo sguardo perso sogna forte e vede lontano”, “matti” che vedono lontano già esistono a Teve-rola e stanno cercando di riaprire il dialogo tra i giovani e la politica, stanno creando occasioni di confronto per garantire processi decisionali democratici e programmi partecipati specialmente nei partiti o le associazioni che rappre-sentano. Aspettano solo “Te” che sei il futuro, un giorno giungeranno nelle tue mani le redini del “far bene”.

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Cdi Antonio

Zacchia


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Il futuro di Teverola è nella mani della nuova generazione


ant’Arpino, con una cerimonia in-tensa e suggestiva, è stata inaugurata la nuova piazzet-ta San Canione, recentemente in-teressata dai lavori di recupero e ri-qualificazione. La folla ha salutato con un lunghissi-mo applauso il ta-glio del nastro, preceduto dal rito religio-so officiato dal parroco don Mario Puca. Grande la soddisfazione del sindaco Euge-

nio Di Santo e dell’assessore ai lavori pubblici Elpidio Iorio che in questi mesi non hanno lesinato energie affinchè si concretizzasse il recupero di questo luogo che ha da sempre rappresentato un riferimento importante di fede e tradizione per la popolazione santarpinese. “Quest’opera ha dei signi-ficati per noi straordinari - hanno sottolineato il sindaco Di Santo e l’assessore Iorio - sia sotto il profilo amministrativo che sociale ma anche sul piano del recupero dell’identità locale. A testimonianza della centralità di questo spazio nei nostri programmi, in concomitanza con la cerimonia

d’inaugurazione abbiamo ufficia-lizzato l’investimento di ulteriori fondi per la ristrutturazione degli spazi interni al romitorio; lunedì inoltre avvieremo la procedura per espropriare delle aree di un terreno limitrofo che consentiranno di al-largare ulteriormente la piazzetta.Risultati accolti con sincero entusia-smo dalla popolazione del quartie-re che ha visto finalmente avviarsi un percorso di rinascita e speranza

per questa zona spesso relegata ai margini”. Oltre agli amministratori santarpinesi (insieme a Di Santo e a Iorio, erano presenti gli assessori Lettera G. e Zullo, il capogruppo Capasso) alla cerimonia hanno preso parte anche numerosi rappresentanti dell’associazionismo locale, nonché il comandante della stazione dei carabinie-ri Giuseppe Feola, accompgnato dal vice Crescenzo Silve-stre. Presenti anche gli architetti Gennaro Chiacchio e Luisa Tessitore, il responsabile del servizio lavori pubblici Vito Buonomo e il titolare dell’impresa M.D. Group srl che ha eseguito i lavori.Nel corso della cerimonia è stata anche distribuita una pub-blicazione del titolo “La nuova Piazzetta San Canione” edita dal Comune di Sant’Arpino.

SANT’ARPINO34

Sa cura

dellaRedazione

Bloq Magazine

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Sant’Arpino: inaugurata la nuova piazzetta San CanioneCon una cerimonia intensa e suggestiva, è stata inaugurata la nuova piazzetta recentemente interessata dai lavori di recupero e riqualificazione

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stata inaugurata la nuova scuola elementare dedicata al grande attore Eduardo De Fi-lippo. Erano presenti alla c e r i m o n i a la dirigente

scolastica Filomena Di Grazia, il parroco Don Evaristo Rutino e il sindaco Biagio Lusini. Tra gli altri è intervenuto anche l’ex Vescovo di Aversa Mario Milani. A presenziare alla cerimonia ed a inaugurare la scuola è stato il figlio di Eduardo, l’attore Luca De Filippo. Gli alunni del cir-colo hanno voluto festeggiare la presenza di Luca De Filippo con poesie, disegni, recite e spazi musicali che hanno richiamato alla memoria la lunga carriera artistica di Eduardo. Un bellis-simo lavoro teatrale, quello messo in scena dai ragazzi che hanno seguito tutto l’anno dei corsi

teatrali all’interno della scuola. Ma a sorprendere in particolar modo Luca De Filippo e anche tutti i cittadini presenti è stato un bellissimo monolo-

go tratto da una delle più belle e famose commedie del grande Eduardo: Filumena Marturano. Davvero una grande soddisfa-zione per la direttrice e per tutto il corpo insegnanti che hanno dimostrato come si può andare oltre il significato letterale delle parole per comprendere appieno l’arte di Eduardo.Alla fine della manifestazione Luca De Filippo è stato premia-to con quello che rappresenta il simbolo stesso del Natale: un presepio, di porcellana. Poi ha concluso dicendo: “Dare il nome di Eduardo alla scuola è un passo importante. L’arte di Eduardo ap-partiene al popolo e proprio per

questo motivo è necessario portare sempre avanti il suo insegnamento”.

Il circolo didattico dedica la scuola a Eduardo De Filippo

TEVEROLA 35

E’di GiuseppeNappa


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due anni e mezzo dalla sua elezione, abbiamo incon-trato il sindaco di Casaluce Ing. Nazzaro Pagano, per fare un bilancio della sua attività di governo e per fare chiarezza su alcuni aspetti che, di fatto, hanno contri-buito a destabilizzare il ruolo dell’attuale maggioran-za. Gli abbiamo posto, quindi, una serie di domande per capire qual è la reale situazione del momento e cosa si prospetta nell’immediato futuro.Sindaco, sono passati due anni e mezzo dall’inizio del suo mandato, in pratica, siamo al fatidico giro di boa ed è tempo di fare bilanci. Lei si sente soddisfat-to e crede di aver fatto abbastanza di tutto quello che si era prefissato all’inizio o ha qualcosa da rim-proverarsi? Insomma, riguardo al suo programma iniziale, lei ritiene di poter affermare, come si suol dire, di essere a metà dell’opera?Credo che nessuno possa mai dire di non avere nien-te da rimproverarsi. Al di là del rimprovero credo che qualcosa si poteva fare meglio oppure diversamente, ma di sicuro uno deve avere l’umiltà intellettuale di dire che tutto è migliorabile. Per quanto attiene il pro-gramma credo che siamo a buon punto. Anche se durante il percorso qualcosa del programma iniziale è stato tolto, come qualcosa di nuovo, mi riferisco a delle opere, è stato messo.L’opposizione, rimprovera lei e i suoi uomini di non aver fatto niente in tutto questo periodo se non ri-empire le piazze del paese di giostrine e di esservi limitati solo a realizzare dei progetti, tra l’altro, già avviati sulla carta dalla Commissione straordinaria, e che quindi, avete ereditato. Lei come risponde a queste accuse?Dire che tutto è stato fatto dalla Commissione è sicu-ramente non vero. La programmazione di certe ope-re sicuramente era stata fatta dalla commissione, ma tutto l’iter è stato fatto dalla mia squadra. Così come sarà fino alla fine del mio mandato. Chi mi succe-derà, sicuramente troverà una programmazione già effettuata. Il fatto poi di mettere le giostrine in ogni piazza è stato, ritornando al programma, per rendere Casaluce una città a misura di bambino.Lei e i suoi uomini nel giugno del 2009, con il “Mo-vimento Civico Per Casaluce”, inaspettatamente, siete riusciti ad ottenere un largo consenso da par-te dell’elettorato, che ha portato lei ad occupare la poltrona di sindaco, nonostante fossero presenti altre due liste civiche molto agguerrite e molto quo-tate. Secondo lei, come spiega questo successo del “Movimento Civico Per Casaluce”, allora, e oggi, è lo stesso movimento del 2009 o è cambiato qual-cosa. Insomma, visto l’abbandono di tre importanti esponenti del Movimento dalla sua maggioranza di governo, avvenuto mesi fa per le ragioni che tutti

quanti sanno, come si presenta oggi il “Movimento Civico Per Casaluce”? E’ più forte, è più compatto, è più coeso, ha lo stesso largo consenso di due anni e mezzo fa, o ha accusato il colpo?Credo che sia stata una vittoria stupenda che mai nes-suno potrà dimenticare. La vittoria è stata sicuramente la svolta voluta dai cittadini casalucesi. Ormai quel-la campagna elettorale è finita, tra poco ne inizierà un’altra dove il “M.C.P.C.” si ripresenterà di nuovo agli elettori, credo più compatti che mai, per mettersi al cospetto degli elettori. Quello sarà il vero banco di prova, perché i casaluce-si possano dire se l’amministrazione Pagano ha fatto bene o male. Relativamente al distacco di tre compo-nenti del “M.C.P.C.”, vi è sicuramente il dispiacere umano, perché comunque è stato fatto un percorso insieme, però alla fine ognuno decide in propria con-vinzione e coscienza.Lei sin dall’inizio ha lasciato intendere di volersi oc-cupare dei problemi legati ai rifiuti e all’ambiente, in particolare, ha lavorato molto e bene per raggiun-gere una importante percentuale di raccolta diffe-renziata dei rifiuti, che oggi, risulta essere di poco superiore al 50%. Come giudica questo risultato e come mai, nonostan-te lei abbia annunciato più volte maggiori e mirati controlli sul fronte della lotta e contrasto all’abban-dono e sversamento di rifiuti nelle zone periferiche, non si sono raggiunti i risultati sperati? E’ forse un problema legato alla esiguità e inefficienza di uomi-ni e mezzi o quant’altro? E inoltre, in virtù degli otti-mi risultati conseguiti nella raccolta differenziata, la virtuosità dei cittadini verrà premiata con un abbas-samento della TA.R.S.U. nella prossima bolletta, o ci dovremo aspettare delle amare sorprese?Il punto cardine della nostra attività amministrativa è stato ed è ancora il problema rifiuti. Devo ringraziare i dipendenti comunali e del Consorzio per l’ottimo lavoro svolto, ma credo che ci saranno sempre delle criticità. Il problema della nostra regione è sempre lo stesso, non si riesce a capire come risolverlo. Se non ver-ranno sciolti questi consorzi, che altro non sono che carrozzoni politici, il problema non verrà mai risol-to. Devo fare un elogio al presidente Zinzi, che sin dall’inizio della sua presidenza alla Provincia di Ca-serta, tanto sta facendo e tanto vorrà fare per fare usci-re una volta e per sempre la Provincia di Caserta dalla problematica dei rifiuti.Rimanendo in tema rifiuti, oltre al fenomeno dello sversamento e abbandono dei rifiuti nelle zone pe-riferiche, un’altra spina al fianco della sua ammini-strazione, pare siano essere le campane adibite alla

CASALUCE36

A di

SalvatoreFusco


[email protected]

Abbiamo intervistato il sindaco di Casaluce Nazzaro Pagano


Nella foto:il Sindacodi Casaluce NazzaroPagano

CASALUCE 37raccolta del vetro. Ricordo che fu proprio lei, un anno fa, a dire che erano diventate dei ricettacoli di ogni sorta di rifiuto, e fu sempre lei, che un anno fa, espresse l’intenzione di voler eliminare dal ter-ritorio tutte le campane ed avviare la sperimenta-zione di un altro tipo di servizio. Ora che a distanza di un anno nulla è cambiato, è ancora convinto che per risolvere il problema bisognerebbe eliminare le campane? E se sì, come mai questa decisione non l’ha ancora presa? Il problema delle campane è reale e bisogna risol-verlo, ma bisogna dare un’alternativa. Spero che a gennaio partirà la GISEC in modo da iniziare il por-ta a porta anche col vetro. Vede, nella filiera della Raccolta differenziata, il vetro da una buona percentuale. Ora con i mezzi che il Consorzio ci ha messo a disposizione fino ad oggi, non è possibile farlo. Ci stiamo attivando con l’isola ecologica e abbiamo chiesto mezzi adeguati per iniziare al meglio il porta a porta. Visto la crisi in atto e i tagli che il governo centrale si sta apprestando ad attuare e che penalizzeranno notevolmente gli enti locali sul fronte della dispo-nibilità delle risorse finanziarie, lei come giudica questo momento difficile, e quali saranno secondo lei le conseguenze per i cittadini e per l’Ente da lei guidato? Sarà veramente, come si dice, una manovra “lacri-me e sangue” o ci sono dei margini che ci possono far ben sperare in qualcosa di più soft? Inoltre, come giudica la decisione di voler reintro-durre l’ICI sulla prima casa, che poi si chiamerà IMU, e, a prescindere dai vantaggi che ne trarrà il Comune per maggiori entrate, lei pensa che sia giusto far pagare una tassa così odiosa e così ini-qua ai cittadini, o meglio, è giusto farla pagare a tutti?Il problema è di fondo. Oggi tutti gli Enti sono inde-bitati, a partire dallo Stato centrale fino ai Comuni. Ogni giorno ci arrivano pignoramenti per atti non fatti, o se fatti, non completati. Questo secondo me è stato lo sperpero di risorse pubbliche che ci sono caduti addosso. Il freno bisognava e bisogna metterlo. Le faccio l’esempio di Casaluce: abbiamo pignoramenti per circa due milioni di euro. Cause in atto per altri svariati milioni. Non voglio colpevolizzare nessu-no, ma non è giusto che errori commessi vengano pagati sempre dalla collettività.L’ICI torna, è una tassa sicuramente odiosa ma cre-do che non vi sia alternativa. I tagli fatti dal governo centrale cadono sempre sui ceti deboli. Basta pen-sare che si sono dimezzati i trasferimenti centrali a danno dell’assistenza sociale. Sappiamo che per il prossimo anno, ci sono varie opere e progetti in cantiere che la sua amministra-zione intende realizzare.Ci vuole ricordare brevemente quali sono? E tra questi, rientra anche la realizzazione del P.I.P.?Speriamo di far girare un po’ l’economia che ormai è stagnante. L’anno prossimo inizieremo il P.U.C.

e il P.I.P., e spero di organizzarlo insieme alla mi-noranza attraverso l’istituzione di commissioni ur-banistiche.Molte volte l’opposizione ha puntato il dito contro di lei e i suoi uomini, accusandovi di poca traspa-renza per tutto ciò che riguarda la gestione della cosa pubblica. Lei, cosa ha da dire a riguardo, o meglio, pensa di aver posto in essere tutto quanto era possibile per rendere più trasparente l’azione amministrativa della macchina comunale, o ci sono ancora delle zone d’ombra su cui bisogne-rebbe riflettere e lavorare? Per esempio, questa richiesta da parte dell’opposizione di voler regi-strare tutto ciò che viene detto in Consiglio comu-nale durante le discussioni, è una richiesta giusta e motivata, ovvero, trova delle valide giustificazioni, o trova da parte sua e della sua maggioranza delle ferme opposizioni?Se di trasparenza si parla, la mia amministrazione è bianca come la neve. Per quanto attiene la regi-strazione dei Consigli comunali ho dato mandato alla segretaria comunale e ai dirigenti di provvede-re per l’acquisto di tutti gli strumenti necessari per attivarla.Come tutti sanno, lei, oggi, dispone di una maggio-ranza risicata, per via dell’abbandono di tre impor-tanti esponenti, che ora, fanno parte dell’opposi-zione, quindi, è solo grazie al suo voto che riuscite ad approvare tutti i provvedimenti in Consiglio. Questa situazione, non le crea qualche imbarazzo e qualche difficoltà? Un altro, forse, al posto suo si sarebbe dimesso e rimesso il mandato nelle mani degli elettori. Lei non l’ha fatto e ha continuato ad andare avanti, convinto che i cittadini sono dalla sua parte. Cosa l’ha spinto dal trattenersi a non voler fare un passo indietro, insomma, tutta questa determinazione e convinzione nel voler comunque continuare il prosieguo del suo mandato, nonostante tutto, da che cosa scaturisce?Uno va in imbarazzo se commette atti poco traspa-renti. Per cui non ho niente da imbarazzarmi. Non le nascondo che ho pensato qualche volta di dimettermi, però ho avuto attestati di stima da ogni parte del popolo. Giovani, ragazzi, anziani soprattutto, dicono e mi invitano ad andare avanti. Per cui se, ripeto, abbia-mo fatto male, sarà il popolo sovrano a deciderlo. Signor sindaco, per concludere, visto che siamo prossimi alle festività del Santo Natale e all’inizio di un nuovo anno, cosa si sente di dire e di augura-re ai suoi concittadini? E la Befana, quest’anno, budget permettendo, riu-sciamo a farla scendere in strada per tutti i bambi-ni di Casaluce?L’augurio è quello di un Santo Natale e di un anno nuovo ricco di prosperità. Il periodo è brutto, si par-la che il 2012 sarà un anno di recessione, per que-sto dico ai miei concittadini di stare uniti in modo da far vedere quanto è grande il nostro popolo, il Popolo Italiano.


L’augurio èquello di un

Santo Natale e di un anno nuovo ric-co di prosperità. Il periodo è brutto, il 2012 sarà un anno

di recessione,per questo dico ai

miei concittadini di stare uniti

in modo da far vedere quanto è grande il nostro

popolo, ilPopolo Italiano

Associazione Meddiss Onlus e l’associazione mu-sicale QuattroQuarti organizzano in collaborazio-ne con Marlen Pens e il Comune di Sant’Arpino e il patrocinio morale della Provincia di Ca-serta e della Regione Campania il 4° Festi-val internazionale di chitarra classica “Atella Classica”.Il festival di chitarra “Atella Classica” avrà luogo nella città di Sant’Arpino (Caserta) i giorni 27-28-29 e 30 di Dicembre 2011.Artisti di fama inter-nazionale invitati quest’anno sono: Paul Gregory (UK), Piero Viti – Nello Alessi (Ita-lia), Lily Afshar (Iran). La finale del “Primo concorso internazio-nale di chitarra Atel-la Classica – Premio Marlen” avrà luogo il 30 Dicembre. Abbia-mo ospitato chitarri-sti di grande qualità e ospitiamo a partire dal 2011 un premio inter-nazionale della chi-tarra: il “Premio Mar-len”; identificando nel

palazzo Sanchez de Luna una sede adeguata, per ospitare il festival.Il Comune di Sant’Arpino ha appoggiato l’inizia-

tiva fin dal principio sostenendo il progetto dell’associazione “Med-diss” con impegno con-creto e costante. Da al-lora il festival è andato crescendo ed afferman-dosi in ambito interna-zionale. Il connubio tra arte applicata ad uno strumento nobile come una penna e l’arte dei suoni era “inevitabile”. Il festival continua a cre-scere… Questo il calen-dario degli eventi:

SANT’ARPINO38

L’a cura

dellaRedazione

Bloq Magazine

[email protected]

Presentato il 4° Festival internazionale di chitarra classica “Atella Classica”Il festival di chitarra classica “Atella Classica” avrà luogo nellacittà di Sant’Arpino (Caserta) nei giorni 27-28-29 e 30 Dicembre 2011

Nelle foto:i partecipanti

al ConcorsoInternazionale

27 Dicembre 2011ore 20,30

Paul Gregory

28 Dicembre 2011ore 20,30

Piero Viti – Nello Alessi

29 Dicembre 2011ore 20,30Lily Afshar

30 Dicembre 2011ore 20,30Finale del

Premio MarlenAtella Classica 2011


emorie”di Alfonso Martucci in tre volumi è una trilogia che, analizzandoli, mette insieme aforismi, frammenti, annotazioni diaristiche, note autobiografiche, appunti, scritti, atti, documenti, dettature e registrazioni audio-

video di uno dei più grandi avvocati che fino ad oggi abbia espresso il Foro di Santa Maria C.V. I primi due libri, stampati nell’ottobre 2010 da ADM Editore presso la Grafica Sammaritana di Vi-tulazio, raccolgono in scorrevoli pagine didattiche “la vita e le opere” di un avvocato, che ha conce-pito la professione come una vera “missione”, se è vero, come è vero, che ha vissuto l’attività forense come”responsabilità, che deriva dall’assunzione di incarico”,concependolo come qualcosa che va oltre la stessa verità dei fatti e che pone il “Cliente come unico centro di interesse per la difesa, il cui diritto vedeva come vera possibilità di volare ed espressione della libertà di pensare”. Non a caso, quando gli si chiedeva se dovesse essere difeso uno che era colpevole, rispondeva con un’affer-mazione semplice: “deve essere difeso chiunque e senza pregiudizio”. Le pubblicazioni, curate dal Centro Studi diretto da Alberto Martucci, sono introdotte da Patrizio Ranieri Ciu, che nelle note introduttive ricorda quel giovane, che si divertiva al “teatro del pro-cesso”. Quel ragazzino, che rubava fascicoli all’amato padre e assisteva alle gesta degli eroi del foro, ha conservato sempre e fino ai suoi ultimi giorni la passione di adolescente e l’entusiasmo per la pro-fessione forense. Non è casuale che l’oratoria, la logica del fatto e del diritto, l’introspezione degli uomini, l’intuito, oltre alla severità prima con se stesso e poi con gli altri, la disciplina negli studi e nelle letture, il sarcasmo hanno fatto scrivere: “stavolta Cicerone si è vestito di Alfonso Martucci”!Il primo volume parla della genesi di una avvo-catura, che parte dall’esperienza adolescenziale nella saletta di clienti del padre, all’ombra del quale è cresciuto, ascoltando in Corte di Assise fin da giovane Porzio e De Marsico, Altavilla e Mar-ciano i quali, insieme a tanti altri maestri dell’ora-toria, hanno contribuito a fare di lui un “principe del Foro”.Il secondo volume affronta tematiche più profes-sionali, quali sono la continuità tra padri e figli, l’organizzazione dello studio legale con i vec-chi amici Gigino Severino e Luciano Costanzo, il cliente, il rapporto imputato ed avvocato, il

compenso, che spesso non arriva, e i colleghi…invidiosi e talvolta calunniatori, con i quali non sempre ha avuto rapporti facili. Pur tuttavia non ha omesso di riconoscere ad Elio Sticco, con il quale pur ha avuto forti contrapposizioni, di es-sere “indubbiamente per antonomasia il nostro Presidente del Consiglio dell’Ordine per l’eter-nità”, essendo un appassionato quasi maniacale di elezioni e avendo dedicato la vita intera alla classe forense. Questo secondo libro non trascura di analizzare il rapporto tra magistrato e avvocato (il giudice che ha il sacro dovere di essere super partes) con-cludendo con una considerazione personale, che è una esortazione a tutti, “anche quando nella professione si ottengono successi personali, biso-gna essere pacati, umili, raccolti” e basta, come annota in appendice, che “la responsabilità come avvocato sia sempre sentita al massimo”. Le pagine non mancano di ricordare l’amara espe-rienza di parlamentare, che a suo tempo ha messo a dura prova anche un combattente dell’avvoca-tura”. In conclusione questi due volumi, si attende il ter-zo per l’anno prossimo, documentano non solo il fatto che c’è un forte rimpianto per Alfonso, “una vita vissuta nella professione e per la professio-ne”, ma soprattutto sono una provocazione e uno stimolo per ogni futura generazione. Ciò è tanto più vero, se si pensa che queste “gocce di maestria“, come le definisce il nipote Alberto, sono un esempio per i giovani, per i quali aveva il sogno principale di renderli protagonisti, trasmet-tendo loro la passione per la professione forense e l’amore per la cultura, facendone, lui che non aveva avuto figli, di alcuni veri e propri figli cultu-rali: quasi a conferma che “la passione per l’avvo-catura è stata il suo vero grande innamoramento e unico amore”, come ricorda Marinella Martucci nella prefazione. Le memorie, quindi, devono essere lette e ap-profondite in particolare dai giovani penalisti, perché rappresentano se non altro un messaggio forte, quasi un discorso sulla tradizione, se si è concordi come dice Manfredi, che “l’avvocato è un re senza scettro, è una pallida ombra affidata alla tradizione: nel momento in cui finisce questa tradizione, finisce l’avvocato”. Ma, come si legge nella Elegia a lui dedicata, poi-ché c’è un tempo per ogni cosa, “ora non biso-gna fare rumore con le parole, bensì sentire come l’eco della sua voce rimbalza tra la terra e il cie-lo”, consentendo “nel silenzio al suo ricordo di farsi largo, piano, tra di noi” e… restarci dentro!

EDITORIA 39

M

Il diritto alla difesa nelle “Memorie” dell’Avv. Martucci

diGiuseppeDiana


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Martucci affermava:”Elio Sticco èindubbiamente per antonomasia il nostroPresidentedel consiglio dell’Ordineper l’eternità!”


opo il successo dello scorso anno di “Appunta-mento con l’amore”, il regista Garry Marshall (specializzato in comme-die rosa, che annovera tra i suoi successi film come Principe azzurro cercasi, Pretty Princess, Se scap-pi ti sposo e, udite udite!, Pretty Woman) prova a bissare con “Capodanno a New York”, pellicola in odore di sequel ma che non può definirsi un reale “secondo atto” dell’opera precedente.Unici elementi di con-giunzione, infatti, col già citato “Appuntamento con l’amore” sono la tematica di fondo (cioè l’amore in tutte le sue forme), la strut-tura (un film corale con numerose vicende che si intrecciano) e il cast stellare che a breve citeremo. Per quanto riguarda la storia, sarebbe impossibi-le raccontare in poche righe le numerose vicende che si intrecciano all’interno di questa commedia romantica la notte di Capodanno. Tra le altre, segnaliamo quella di una ufficiale dell’esercito, di un giocatore di football, di una single in carriera segretamente innamorata del suo capo, di un malato terminale (interpretato da Ro-bert de Niro) accudito dalla figlia (Hilary Swank) e da un’infermiera (Alyssa Milano), e di due cop-pie in dolce attesa determinate ad aggiudicarsi il premio in denaro che spetta (come da tradizione made in USA) al primo bambino nato nel nuovo anno.Oltre a queste appena citate sono ancora numerose le coppie e le anime solitarie che intrecceranno i

loro destini e sentimenti nella Grande Mela, duran-te la notte più concitata e festosa dell’anno; e tutti,

una volta fatti i conti con rimorsi, errori del passato, fantasmi e contraddizioni delle proprie esistenze, tro-veranno nel finale un mo-tivo in più per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Un ultimo accenno al cast, davvero stellare: oltre ai già menzionati De Niro, Swank e Milano, portago-nisti della pellicola sono il cantante rock Jon Bon Jovi (già presente anche in Nickname: Enigmista, Il cacciatore delle tenebre ed Ally McBeal), Michel-le Pfeiffer, Halle Berry, l’idolo delle teenager Zac Efron, Sarah Jessica Par-ker, Sienna Miller, Ashton

Kutcher e Jessica Biel (già presenti anche nella pellicola dell’anno scorso dello stesso regista) e tanti altri, per 118 minuti di amori, piccoli e grandi screzi interpersonali e conti alla rovescia in quel di Time Square.New Year’s Eve [titolo originale di Capodanno a New York] ha già vinto al box negli Stati Uniti, chissà se sarà capace di fronteggiare qui in Italia il cinepanettone Vanzina. Pur trattandosi di film commerciali, è pur vero che rispecchiano la realtà sociale in cui vengono girati. E se il film di Marshall risulta culturalmente ameri-cano nel suo stile e nei luccichii di New York City, anche il cinepanettone, dispiace di più ammetter-lo, rispecchia molto l’Italia, con le sue starlette e la facile, spesso triste, ironia su usi e costumi dell’ita-liano medio.

CINEMA40

Ddi

KatiaMuscariello


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Capodanno a New York: un inizio anno “in love” nella Grande Mela

Nei riquadrile immagini

del film ela locandina


on Michele Salato, parroco di S. Audeno (Chiesa della “Trinità”), continua instan-cabile la sua azione di diffu-sione dell’opera di Domeni-co Cimarosa.Stavolta (18 dicembre) è di

scena la musica sacra del grande musicista aversano.In effetti, “don Domenico” non scrisse soltan-to opere liriche, ma anche tanta musica sacra, componendo una ventina di messe, un inno ai Santi Pietro e Paolo, pezzi drammatici “Per la traslazione del sangue di S. Gennaro” (1794 e 1795), Kyrie, Coeli voces, Laudate, Pave coe-lum obscuratum (tanto per citare qualche tito-lo), oltre ad un Magnificat in re maggiore a 4 voci “con molti instromenti”, più volte eseguito dalla corale “Cappella Lauretana” del Duomo di Aversa, diretta da Don Franco Grammatico.In occasione del 162° anniversario del batte-simo di Cimarosa, Don Salato ricorda ancora una volta il grande musicista, con la celebra-zione di una Messa animata dall’“ensemble” vocale e strumentale “I Musici di Corte”, gui-dati da Pietro Di Lorenzo, simpatica ed entu-siasta figura di direttore e ricercatore encomia-bilmente versato nella cultura musicale del Settecento e convinto cultore della creatività cimarosiana.“I Musici” hanno offerto un’apprezzabile ese-cuzione delle Litanie della Vergine a 4 voci e, per le parti liturgiche, hanno, tra l’altro, fornito un’ottima interpretazione del Kyrie, dell’Inge-misco e del Sanctus dalla Messa di Requiem del 1787.Questa messa, com’è abbastanza noto, fu scrit-ta in pochissimo tempo per la morte della mar-chesa di Serracapriola, consorte del plenipo-tenziario di Ferdinando IV di Borbone presso la corte della “zarina” imperatrice Caterina II, di cui il musicista aversano era stato chiamato ad essere maestro di cappella, in sostituzione di Giuseppe Sarti.Risale, perciò, all’inizio del dicembre 1787 e valse a confermare in Caterina la stima che l’aversano aveva conquistato al suo arrivo, esi-bendosi come cantore al clavicembalo.L’esecuzione dei pezzi citati è risultata buo-na. Ineccepibile la parte strumentale; ottimo anche il coro a cui, però, non guasterebbe un certo riequilibrio tra voci maschili e femminili, laddove queste ultime risultano predominanti.I pezzi cimarosiani appaiono di buon valo-

re, con qualche eco da Pergolesi (soprattutto nelle Litanie) e alcune fugaci autocitazioni dal “Magnificat”, che precede di 18 anni il “Re-quiem”.Le autocitazioni emergono, unitamente a re-sidui pergolesiani, anche nell’“Ingemisco”, nella cui esecuzione è dato rilevare qualche timidezza del coro. Coro che, per contro, rag-giunge picchi di valentia nell’“Ave Verum” K618 di Mozart.Merito e bravura anche nell’esecu-zione dell’“Alleluja” di Jommelli, tratto dal mottetto “Care Deus”, se-guito dal duettino sul salmo 5 “Le mie voci” dello stesso Jommelli. Alla fine della celebrazione, l’ensemble del maestro Di Lorenzo “regala” ai presenti la Sinfonia per organo dagli “Orazi e Curiazi” (opera drammati-ca del 1796; una delle poche ope-re serie scritte da Cimarosa); pezzo molto interessante, significativo di modi e stilemi musicali settecente-schi, perfettamente eseguito dall’or-ganista Giuseppe Granatello.Si tratta di una sinfonia che com-prende musicalità quasi haendelia-na, con spunti tendenti al trionfali-smo, non senza, però, una cantabi-lità ed una vivacità prettamente cimarosiane. Fra tanta buona e bella musica, non mancano belle e persuasive parole. L’omelia di Don Mi-chele Salato è una sorta di “lauda” intonata al ricordo del “parrocchiano” Domenico, cui la celebrazione è dedicata come messa di suffra-gio. “Cimarosa – dice il parroco – era un’ani-ma che anelava a Dio. Dobbiamo ricollegarci al suo spirito mediante la musica, ed è bello e suggestivo farlo in tempo di Avvento. L’angelo che recò l’annunzio a Maria, forse si manifestò con la musica; forse con lo stormire del vento tra le piante; forse con l’ondeggiare dei fiori: cose che danno suono e materializzano acusti-camente la voce del Creatore.Quella voce che Cimarosa non può non avere ascoltato. Quella voce che un parroco, in ve-ste di padre, ha il compito di far riscoprire ai fedeli ed in particolare ai suoi parrocchiani.Occorre creare o riscoprire quella sensibilità per la quale la musica supporta ed integra la religiosità. E la musica di Cimarosa ci prende per mano in questo percorso dello spirito”. Ben detto, Don Michele! Buona strada e buon Natale! e … prosit!

PROSCENIO 41

D

Don Michele Salato continua a diffondere l’opera di Cimarosa

diEnzoD’Agostino


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...occorre creareo riscoprire

quella sensibilità per la quale la

musicasupporta

ed integra lareligiosità.E la musicadi Cimarosa

ci prendeper manoin questopercorso

dello spirito...

Le notedella storiaA Christmas Gift For You FromPhilles Records Artista : Phil SpectorPubblicazione: 22.11.1963Produttore: Phil SpectorVoci: Darlene Love; The Ronettes; The Crystals; Bob B.Soxx and The Blue Jeans

Per alcuni, in America, è un as-sassino che dal 2009 stia scon-

tando una pena di 19 anni per l’omicidio dell’attrice Lana Clarkson, ma per me, come per chi ama vecchi classici quali: Be my Baby oppure Unchained Melody (La colonna sonora del film Ghost), Phil Spector rimane il più grande produttore musicale di tutti i tempi (mi scuserà Sir. George Martin) che con i suoi monumentali arrangiamenti orchestrali ha rivoluzionato per sempre il sound della musica pop/rock. La fama che ha accompagnato questo genio egocentrico amante delle pistole è legata sicuramente al suo marchio di fabbrica: il“Wall of Sound”, quel suono denso e onnipresente filtrato dall’eco-camera degli studi Gold Star di Los An-geles prodotto grazie all’ausilio di mas-sicce orchestrazioni che amalgamavano raddoppi di strumenti con percussioni di ogni genere e cori femminili. Spector definendo le sue tecniche in-novative come “Approcci wagneriani al rock and roll: piccole sinfonie per bambini” coniò un sound febbrile e incalzante diventato presto la colonna sonora della prima generazione di ado-lescenti americani. Memorabili sono le hit sfornate dalla Philes Records(Casa discografica fon-data da Spector) tra il 1961 e il 1966 come straordinaria è la pubblicazione in quegli anni di A Christmas Gift For You oggi diventato un cimelio per i col-lezionisti. L’album raccoglie 12 classi-ci brani natalizi e l’inedita Christmas (Baby Please Come Home) interpretati da quattro gruppi/artisti che negli anni precedenti avevano prestato voce ai successi di Spector. Il progetto impie-gò mesi per la sua realizzazione, ma il risultato non constò in una semplice rielaborazione di brani cantati già da altri artisti come Elvis Presley o Frank

Sinatra, ma si trattò di adattare lo spirito natalizio dei testi alla freschezza del rock and roll e alla potenza del “Wall of sound”. E’ proprio questa sintonia di elementi distanti a dare brio ad un album che a quasi 50 anni dalla sua pubblicazione vende ancora milioni di copie nel mondo. Brian Wilson produttore e leader dei Beach Boys ha spesso dichiarato che A Christmas Gift For You è il suo album preferito anche perché fu presente durante le registrazioni dell’album rimanendo talmente colpito (in realtà rimase shockato) da quel suono e dal lavoro in regia di Spector da volere emulare quest’ultimo nel corso della sua stagione creativa che culminerà con lo storico Pet Sounds. Ap-profitto di questa pagina per augurare un felice Natale a tutti i lettori di Bloq Magazine magari in compagnia di A Christmas Gift For You.

Tracce: White Christmas - Darlene Love , Frosty The Snow-man - The Ronettes, The Bells Of St. Mary’s - Bob B. Soxx & the Blue Jeans, Santa Claus Is Coming To Town - The Crystals, Sleigh Ride - The Ronettes, Marshmallow World - Darlene Love, I Saw Mommy Kissing Santa Claus - The Ronettes, Ru-dolph The Red-Nosed Reindeer - The Crystals, Winter Won-derland - Darlene Love, Parade Of The Wooden Soldiers - The Crystals, Christmas (Baby Please Come Home) - Darlene Love, Here Comes Santa Claus - Bob B. Soxx And The Blue Jeans, Silent Night - Phil Spector and Artists

MUSICA42diAlfonsoGarofalo


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Classifica FIMIFederazione Industria

Musicale Italiana

Album e Singoli

Ligabue spodesta Inedito di Laura Pausini e conquista la cima del-la classifica Fimi degli album più venduti in Italia con Campovolo 2011. Altra novità della top ten rivolu-zionata di questa settimana sono le tre new entry: l’album Piccolino di Mina entra direttamente al sesto posto, mentre Sogno N°1 di Fabri-zio De Andrè debutta all’ottavo e Talk That Talk di Rihanna al deci-mo.

1. Campovolo 2.011 – Ligabue 2. Inedito – Laura Pausini 3. Christmas – Michael Bublè 4. 21 – Adele 5. Viva i romantici – Modà 6. Piccolino – Mina 7. Mylo Xyloto – Coldplay 8. Sogno N° 1 – Fabrizio De An-drè 9. Concerto One Night in Central Park – Andrea Bocelli 10. Talk That Talk – Rihanna

Classifica FIMIFederazione Industria

Musicale Italiana

Singoli più “scaricati”

Classifica Fimi dei singoli più sca-ricati in Italia dominata ancora da Someone Like You di Adele, segnaliamo invece il terzo posto di Tiziano Ferro, in discesa con La differenza tra me e te a vantaggio di Paradise dei Coldplay che sale di ben 4 posizioni. Unica novità della settimana Ora e allora, il nuovo singolo di Ligabue che si piazza al settimo posto.

1. Someone like you – Adele 2. Paradise – Coldplay 3. La differenza tra me e te – Ti-ziano Ferro 4. We Found Love – Rihanna 5. Eclissi del cuore – L’Aura 6. Without you – David Guetta feat. Usher 7. Ora e allora – Ligabue 8. I won’t let you go – James Mor-rison 9. Papi – Jennifer Lopez 10. Moves like Jagger – Maroon 5 feat. Christina Aguilera


L’orzaiolo e’ un ascesso localizzato, arrossato, gonfio e dolorabile delle ghiandole palpebrali.L’infezione può svilupparsi sia in-ternamente che esternamente e può colpire a qualsiasi età.Generalmente l’orzaiolo è autolimi-tante ma se non viene curato può provocare cellulite delle palpebre oppure se i dotti ghiandolari sono bloccati puo’ complicarsi in un ca-lazio.L’esame visivo conferma questo tipo di infezione.La coltura del materiale raccolto dall’ascesso in genere mostra uno stafilococco.Il trattamento consiste nell’uso di impacchi caldi per 10-15 minuti 4 volte al dì per facilitare il drenaggio dell’ascesso, alleviare il dolore e fa-vorire la suppurazione.La terapia farmacologica comprende

l’uso di colliri o pomate a base di antibiotici. Infine se il trattamento

conservativo non ha successo posso-no rendersi necessari l’incisione e il

drenaggio. Alcune raccomandazio-ni sono d’obbligo: dire al paziente di usare un tessuto pulito per ogni applicazione di impacchi caldi e di lavarlo separatamente e inoltre av-vertirlo di non schiacciare l’orzaiolo perche’ in tal modo si favorisce il dif-fondersi dell’infezione. Ma cos’è un ascesso? Un ascesso è una raccolta di essudato purulento che si forma all’interno di un tessuto o di un organo.La suppurazione è causata da in-fezione ad opera di microrganismi detti piogeni (streptococchi o stafi-lococchi). L’ascesso, come nel caso dell’orzaio-lo, è caratterizzato da un decorso ra-pido e doloroso, con tutte le caratte-ristiche dell’infiammazione: dolore, calore, arrossamento, tumefazione e limitazione funzionale della parte colpita.

Anche l’occhio vuole il suo... orzaioloMedico di

Medicina Generalee-mail: [email protected]

Dott. Francescodella Volpe

I NOSTRI ESPERTI 43

Cara dott.ssa sono una donna di ventot-to anni che sta attraversando un brutto momento. Ho sognato, qualche giorno fa, di trovarmi lungo una strada piena di negozi dove c’erano tante persone felici ed io, invece, camminavo spaesa-ta; ad un tratto, intravedo mia madre, corro per raggiungerla e abbracciarla ma non ci riesco. Al risveglio sono stata molto male. Volevo anche aggiungere che, per una serie di motivi, non le par-lo più da un po’ di tempo. Che mi sta accadendo?

Gent.ma lettrice, il suo sogno può esse-re un fertile terreno per interrogarsi su cosa desidera nel suo profondo. Quando si sogna, molte delle nostre difese emotive si abbassano dandoci la possibilità di elaborare nuove soluzio-ni, costruire nuovi finali, vivere fanta-sie che la vita reale censura. L’attività onirica ci rende liberi diversamente

dalla realtà! Provi ad ascoltare il suo sogno, gli dia una “voce” e focalizzi l’attenzione su quello che le sta co-municando e, forse, si accorgerà che è giunto il momento di riconciliarsi con sua madre ma è importante che si pre-disponga al perdono. Perdonare significa: dare in dono, graziare, abbandonare; è un modo per salvaguardare il proprio benessere per-ché consente di liberarci dal rancore e dalla rabbia. Perdonare aiuta a guarire la ferita legata all’offesa così che il suo

ricordo diviene meno presente e osses-sivo e consente di canalizzare il dolore morale. Infatti, da un punto di vista psicologico, l’operazione mentale che si compie per prepararsi al perdono comporta la sostituzione delle emozio-ni negative nei confronti dell’offensore con emozioni più positive quali l’em-patia e, soprattutto, la compassione (patire con). Perdonare permette di ristrutturare la realtà, consente il pas-saggio da significati drammatici a signi-ficati nuovi, più costruttivi e funzionali all’equilibrio psichico. L’uomo nasce quando si spezza lo sta-to di fiducia primaria e il puer muore; in quel momento madre e figlia non sono una cosa sola. Perché i rapporti si evolvono e si possa accedere al mondo della responsabilità è necessaria una rottura. Hillman diceva : “se saltiamo dove ci sono sempre braccia per rice-verci il nostro non è un vero salto”.

Gli effetti positividel perdono

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivocomportamentale in formazionee-mail:[email protected] http//marinovincenza.myblog.it//cell. 333.941.53.15

dott.ssa Vincenza Marino


eneralmente i concorsi fotografici che circo-lano sul Web difficilmente si presentano con un’aura di pulizia e candore che possa in-durre chi abbia realmente a cuore le proprie immagini ed il proprio talento a parteciparvi. Da quando poi i sistemi di votazione hanno cominciato ad assomigliare più a voti di scam-bio tra amici e amici di amici con l’ausilio (e la complicità) dei vari social-network questa disaffezione è divenuta cronica al punto da portare chi le fotografie sa farle davvero a boicottare queste competizioni. Partendo già però dall’assunto che una fotografia non è una macchina da formula 1 e che quindi già di per se è complicato cercare di introdurla in un circolo competitivo non a tema (come si fa a dire questa foto è meglio riuscita o più bella o più attinente al tema quando il tema, in realtà,

non esiste?) l’idea di far concorrere decine di migliaia di immagini che poi verranno condivise e premiate solo in base al numero degli amichetti che cliccheranno sul tragicomico tasto “mi piace” è a dir poco demotivante. Ma la LEICA, gloriosa casa fotografica dagli antichi splendori, è andata oltre proponendo un concorso che puzza di trovata pubblicitaria e null’altro e che si propone con un regolamento schizofrenico e, udite udite, senza alcun premio per il vincitore e, anzi, una proposta lavorativa gratuita alle dipendenze di un fotografo professionista… Ma procediamo con ordine: Ovunque ci si giri sui vari Facebook, Twitter e compagnia dicendo ci si imbatte in questo annuncio - “Leica 24X36 ventiquattro talenti per 36 foto-grafie. Sei all’altezza del mito?Se pensi di avere occhio, creatività, talento. Se vuoi raccontare il tuo mon-do con la fotografia. Se vuoi farlo con una Leica X1 Raccogli la sfida.Cerchiamo 24 talenti della fotografia a cui affidare una Leica x1, perché ci raccontino dal proprio punto di vista la loro città. 24 autori che abbiano il coraggio di mettersi in gioco e di farsi giudicare e votare dal pubblico. 24 campioni tra cui scegliere i migliori, che avranno l’opportunità di entrare insieme a Leica nel mondo della grande fotografia.” Punto primo: perchè si parla di Leica x1? Cos’è questa fotocamera? Una reflex professionale con i “controcosiddetti”? Ma manco a parlarne…E’ una semplice, modestissima compatta, quindi uno strumento molto lontano dalla professionalità foto-grafica ma adatto ai fotoamatori. Analizziamo il regolamento adesso: «Per candidarsi a partecipare è necessario: 1) andare sul sito internet www.lab.leica-camera.it/X1talent e registrarsi compilando il modulo di adesione. 2) avere – o creare – una pagina Facebook, e cliccare su ‘mi piace’ sulla pagina Facebook Leica Talent Italia . 3) avere – o creare – un account Twitter, e collegarsi come follower al Twitter Leicatalent_IT.» Già leggendo questi primi punti nasce il sospetto che vi sia qualcosa di torbido. Perchè devo essere OBBLIGATO a crearmi pagine ed account su Fb e Twitter??? Bah… I punti del regolamento sono riportati in ordine sparso onde chiarire meglio la filosofia del concorso e rendere più fluido il ragionamento:4) «Attraverso l’invio delle immagini, ciascun partecipante concederà tutti i diritti di uso e riproduzione delle stesse a Leica AG e a Polyphoto S.p.A., che si impegneranno a nominare gli autori a cui è riconosciuto solo il diritto di citazione, escludendo pertanto ogni riscontro di natura economica.»Si commenta da solo ma nemmeno su questo riesco a tacere. Cioè, tu scatti una foto (che è tua per definizione) la invii a loro che potrebbero anche scartarla ma che in ogni caso la fanno propria prendendone tutti i diritti d’uso e concedendoti magnanimamente i diritti di citazione. In pa-role povere, se per un caso fortuito la tua foto diviene spot pubblicitario

di qualche grande multinazionale i soldi l’intascano quelli della Leica e tu in cambio puoi dire che la foto è tua… 5) «Ai 24 prescelti verrà conse-gnata in comodato gratuito una fotocamera Leica X1 completa di mirino ed impugnatura che dovrà essere riconsegnata a fine lavoro.» Questa è straordinaria! Dopo mesi di concorso e dopo decine di foto inviate alla fine vi saranno 24 fortunatissimi prescelti (ed anche il sistema di scelta è ambiguo perché viene prima imposto un voto popolare su facebook e twitter ma poi il giudizio finale sarà insindacabile e prodotto da una giuria di “esperti”. E allora a cosa serve il voto su Twitter e Facebook? Mica a far girare la pagina della Leica sulle bacheche di tutto il mondo? Mica per far si che vi siano milioni di click su quella pagina? Ma non siamo così maliziosi su…) che riceveranno in comodato d’uso gratuito una fotocamera Leica x1. Cioè, te la danno in prestito il tempo esatto per cui tu lavorerai gratui-tamente per loro. Sì, lavorerai per loro e lo vedremo più avanti… 6) «Dal 21 novembre 2011, ciascun partecipante avrà l’obbligo di postare 3 foto ogni settimana per 12 settimane consecutive. Lʼupload potrà essere fatto accedendo al sito www.lab.leica-camera.it/X1talent attraverso l’apposita area riservata. Una volta effettuato lʼupload, e aver ricevuto lʼOK alla pub-blicazione, il partecipante dovrà comunicare a mezzo Twitter e Facebook la pubblicazione delle sue nuove immagini. Nel caso una o più immagini non fossero accettate, il candidato dovrà ripetere la procedura selezionan-done altre dal proprio lavoro. Ogni partecipante dovrà inoltre realizzare, entro le prime due settimane, un video di 1 minuto max in cui sia visibile lei/lui stesso mentre lavora con la Leica X1.» Ecco che da concorso inizia a tradursi in impegno lavorativo. Ti si IMPONE l’invio di 3 foto a settimana per DODICI settimane consecutive. Devi regalare a Leica TRENTASEI foto! E come se non bastasse, se uno di queste non fosse di gradimento della casa saresti costretto ad inviarne un’altra in sostituzione. Poi devi, per regolamento, comunicare e quindi condividere le tue foto inviate su facebook e twitter (?!?) e infine, ciliegina sulla torta, devi anche produrre un video di 1 minuto con te protagonista che lavori con la x1. E cosa dia-mine c’entra questo video? Che fine farà??? Ancora Bah… 7 «Agli autori dei suddetti lavori (quelli migliori selezionati tra i 24 realizzati, n.d.r.), verrà data l’opportunità affiancare un fotografo professionista nella realizzazione di un progetto fotografico, ed una selezione di foto potrà essere utilizzata per la realizzazione di mostre o di eventi di comunicazione a livello italiano o internazionale». Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere per il fatto che centinaia di migliaia di utenti stiano partecipando a questo con-corso. Ma dico, basterebbe leggere questo estratto regolamentare per far passare la voglia anche al mio gatto di parteciparvi. Chiarisco meglio: se sei superfortunato tra i fortunati e quindi vai oltre l’asticella dei 24 finalisti per premio cosa ti verrà offerto? Innanzitutto ti verrà tolta la fotocamera (che tra l’altro è anche un mezzo giocattolino…si potevano anche degnare di regalarne 24) e ti verrà imposto di fare da reggiflash o portaluci ad un fantomatico fotografo professionista (ignoto) per il quale dovrai lavorare (gratis) fino al compimento del progetto (quale progetto???). Dopodichè, per ringraziarti, faranno anche una mostra con le migliori foto (milioni) tra quelle partecipanti e se, per un puro caso, tra queste vi sia anche una tua, potrai dire ai tuoi amici e parenti:”ecco, questa è mia”…TERZO BAHHHH (stavolta molto più prolungato)! Inutile dire che a questo concorso è difficile che partecipino persone che abbiano letto con attenzione il regolamento ed è altrettanto difficile che vengano inviate foto di reale qualità. Il livello delle immagini e delle presentazioni è, non me ne vogliano i partecipanti (ma se anche me ne volessero me ne farei una ragione…) tra il comico e l’irritante. In ordine sparso ovviamente. Inutile dire che sulla rete vi è stata, come d’uopo, una mobilitazione (stile presa di coscienza fotografica collettiva) generale che ha portato alla nascita di gruppi di varia natura, dal polemico, all’indignato all’irriverente.

diSalvatoreAltobelli

www.salvatorealtobelli.it


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FOTOGRAFIA44

GLuci ed ombre dei concorsi fotografici


VERSA Si chiude con un record (seppur negativo) il girone d’an-data del campionato di Seconda Divisione dell’Aversa Normanna. Gli uomini allenati da Romaniel-lo chiudono il cosidetto campio-

nato d’inverno con zero vittorie in trasferta. Dal 1926 anno in cui la Carta di Viareggio rifor-mò l’assetto del calcio italiano e diede il via al campionato progenitore dell’attuale Seconda Div-sione mai nessuna squadra era riuscita a chiudere un girone con zero vittorie in trasferta. AVERSA - VIBONESE 0-0AVERSA(4-3-3): Gragnaniello, Diana, Campanella, Ca-staldo (35’ st Monda), Martucci; Letizia, Marano, Vecchione; Varriale (35’ st Petagine), Pisani, Grieco (48’ st Puca). A disp: Russo, Sgambato, Lojacono, Varsi. All. Parascandolo.VIBONESE(4-1-4-1): De Filippis, Di Bernardino, Cosentino, Salvatori, D’Agostino; Benincasa; Mazzetto, Corapi (30’ st Caraccio), Vitale, Doukara; Pun-toriere (48’ st Cosenza). A disp: Saraò, Petrucci, Saturno, Mercuri, Borghetto. All. Viola.ARBITRO: Marini di Roma NOTE: spettatori 200 circa per un incasso non comunicato. Ammoniti: Marano, Vecchione (A), Benincasa (V) Angoli: 1-2 Rec.: pt 1’, st 4’+ 1’.AVERSA - L’Aversa Normanna gioca sotto un vero e proprio nubifragio e trova un pareggio a reti inviolate. Subito pericolosi i padroni di casa che al 5’ con Grieco che serve Pisani provano la conclusione dalla distanza ma la palla va ad un soffio dall’incrocio dei pali della porta difesa da De Filippis. Occorre aspettare il 13’ per vedere all’opera gli ospiti che che ci provano con un calcio di puni-zione di Corapi da oltre i venti metri. L’estremo difensore normanno, Gragnaniello, ri-esce a salvare il risultato mandando la palla alta sulla traversa. Al 20’ di nuovo pericolosi i granata con Letizia che riceve palla dalla trequarti di campo e opta per la conclusione mandando alta la sfera. Dopo la mezzora, al 35’ una bella azione in riparten-za della normanna: Varriale dal fondo crossa in area, dove c’è Pisani ma quest’ultimo è lento ad agganciare e la palla è bloccata a terra dal por-tiere. Al 43’ l’ultima azione del primo tempo è anch’essa prodotta dai campani con Letizia che

di nuovo tenta la conclusione dal vertice dell’area mandando sul fondo. Dopo un minuto di recupe-ro l’arbitro fischia la fine del primo tempo.Nella ripresa i due allenatori in seconda (en-trambi in panchina per squalifica del tecnico della prima squadra) non operano sostituzio-ni. Parte subito in attacco la squadra calabre-se che al 2’ con Puntoriere tentano la conclu-sione dalla distanza tentando di sorprendere Gragnaniello ma è bravo il portiere aversano a farsi trovare pronto e neutralizzare l’attacco. Al 28’ numero di Grieco che su calcio piazzato dai trenta metri manda alto di un soffio.Passa un minuto e si registra l’azione più perico-losa della partita: Pisani servito da Grieco salta il portiere e si porta al tiro che però è respinto da un difensore, sul rimpallo cerca di intervenire Letizia che finisce a terra e reclama il calcio di rigore.Al 35’ doppio cambio per l’Aversa: Petagine en-tra al posto di Varriale e Monda rileva Castaldo. Intanto ricomincia la pioggia battente ed il gioco ne risente per via delle imperfezioni del terreno che non riesce ad assorbire l’acqua piovana.Al 45’ un brivido per i pochi supporter aversani che sotto il diluvio assistevano al match: un tiro dal limite di Letizia costringe De Filippis a disten-dersi per respingere la palla che intanto era stata deviata da un difensore calabrese.Non succede più nulla e dopo 4’ di recupero più 1’ supplementare per via delle sostituzioni effet-tuate nell’ultima parte di gioco il signor Marini fischia la fine delle ostilità.Il terzo pareggio consecutivo fa punti e morale per la società di Via Riverso che si allontana ulterior-mente dalle acque pericolose della classifica. Mister Romaniello ordina, dunque, il rompete le righe. Adesso c’è la lunga pausa natalizia e si riprenderà l’8 gennaio con la difficile trasferta in casa del Perugia capolista che nella prima di cam-pionato fu battuto dall’Aversa con le reti di Varriale e Castaldo.

AVERSA NORMANNA 45

Finisce il girone d’andata e l’AversaNormanna può dirsi fuori pericolo

AdiMicheleDocimo


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Il terzo pareggio consecutivo fa punti e morale per la società di Via Riverso chesi allontanaulteriormente dalle acquepericolosedella bassaclassifica


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Cerco anima gemella. Se non la trovo, miaccontento di un’anima pia

Specialità del giorno: frittura di

crampi

HUMOR46

Medio 1 25’

6 uova

250 ml. di panna

1 mazzetto di

erba cipollina

20 gr. di burro

sale, pepe nero

macinato sul momento

Per la guarnizione:

125 gr. panna acida

50 gr. salmone

affumicato a fette

6 steli di erba cipollina

Procedimento: Riscaldare il forno a 180°. Nel frattempo rompete le uova in una ciotola, unite la panna liquida, l’erba cipollina tritata, sale e pepe e amalgamate bene. Versate il composto in 12 o quanti volete stampini per muffis, precedentemente imburrati, e mettete in forno che ora è già cal-do, per 15 minuti, o finchè non vedrete le frittatine che diventa-no solide. fornatele e lasciatele raffreddare. Sformatele, poi per la guarni-zione mettete un pezzetto di salmone e l’erba cipollina sopra a ogni frittatina, guarnite con un cucchiaino di panna acida e erba cipollina.

BUON APPETITO da Simonetta Vannucci

primo piatto

Frittatacon erbacipollina e salmone


bloq magazine 25 dicembre 2011

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