bloq magazine 01 maggio 2011

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BLOQ MAGAZINE - IL QUINDICINALE DI AVERSA E DELL’AGRO AVERSANO - DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO IV - N. 08 del 01 Maggio 2011 Questi erano uomini! Oggi tutti allo Stadio a tifare Aversa Normanna - All’interno il poster della squadra

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il quindicinale di Aversa e dell'agro aversano

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ANNO IV - N. 08 del 01 Maggio 2011

Questi erano uomini!

Oggi tutti allo Stadio a tifare Aversa Normanna - All’interno il poster della squadra

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IN QUESTO NUMERO 03

ANNO 4 - Numero 08 - 01 Maggio 2011 Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it

EDITORE: Associazione di promozione sociale Articolo Nove - Via Onorato Pietrantonio, n. 98 - Parco delle Mimose - 81031 AVERSA (CE)BLOQ MAGAZINE - REGISTRAZIONE: Tribunale di Santa Maria Capua Vetere n. 708 del 03.07.2008

DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE - Via Onorato Pietrantonio, n. 98 - Parco delle Mimose - 81031 AVERSA (CE)tel. 339.499.88.55 - 33.88.87.27.09 - [email protected] - www.bloq.it

“BLOQ MAGAZINE” E “PROSPETTIVE”: PROGETTO GRAFICO: Giuseppe Cristiano - TUTTI I DIRITTI RISERVATI - ©STAMPA: Centro Stampa Tuccillo s.r.l. - ROMA - PUBBLICITA’: Associazione Articolo Nove - tel. 339.499.88.55

Marketing e Pubbliche Relazioni - tel. 338.887.27.09 - 339.499.88.55 DIRETTORE RESPONSABILE: Giuseppe CRISTIANO - [email protected] - 338.887.27.09

REDAZIONE: Valeria Aiello, Maria Botta, Gianluca Cristiano, Nicola Carobene, Umberto Cascella, Giusy Clausino,Maurizio Coda, Enzo D’Agostino, Francesco Damiano, Raffaele De Biase, Franco Della Volpe, Giuseppe Della Volpe,

Umberto De Santis, Giuseppe Diana, Antonio Di Grazia, Michele Docimo, Antonino Fiorino, Rocco Graniero, Pino Imperatore,Antonia Magnotta, Vincenza Marino, Gabriella Mazzoni, Katia Muscariello, Giuseppe Nappa,

Giuseppe Oliva, Mirko Rambone, Nicola Rosselli, Antonio Zacchia.Altre firme: Mademi, Livia Fattore, Serse Cugia Toppini, Giuseppe Lauria, Simonetta Morandini,

Pia Pangese, Ugo Persice Pisanti, Fabiana Del Mese.La direzione di Bloq Magazine e Bloq.it non risponde del contenuto degli articoli e delle inserzioni.

Si declina ogni responsabilità per le opinioni espresse nei singoli articoli e per le inserzioni trasmesse da terzi,i quali se ne assumono ogni responsabilità di fronte alla legge. I diritti di proprietà letteraria ed artistica sono riservati.

Non è consentita la riproduzione, anche se parziale, di testi, documenti e fotografie senza autorizzazionescritta dell’Associazione ARTICOLO NOVE. La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro.

Qualsivoglia tipo di collaborazione è da intendersi sempre a titolo gratuito e di puro volontariato.

pag. l livello d’allarme a Fukushimaè arrivato al settimo grado

pag. Intervista al segretario del Pdaversano: Mariano D’Amore

pag. Strisce blu: i verbali notificati oltre il novantesimo giorno sono nulli

pag. Diana: “No a chi antepone interessipersonali a quelli della cittadinanza”

pag. Il Papa che visitò la città diAversa diventa beato

pag. In un catalogo dell’ASIPS: i maestri artigiani della provincia di Caserta

pag. L’Aversa calcio a 5 femminileSeiseidue

pag. Rubrca umoristica: ”VendesiGINZ non di marca”

pag. E’ in corso la XIII edizionedi PulciNellaMente

pag. Doppio paginone centralecon il poster dell’Aversa Normanna

pag. Trattare argomenti come le cacche dei cani significa fare informazione locale?

pag.

pag. Intervista a tutto tondo al Sindacodi Aversa: Mimmo Ciaramella

Fabozzi: sul finanziamento ai Comuni la destra è irresponsabile

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EDITORIALE04

Idi

GiuseppeCristiano

DirettoreResponsabile

Bloq Magazine

[email protected]

Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it ANNO 4 - Numero 08 - 01 Maggio 2011

l livello d’allarme nella Centrale nucleare di Fukushima è arrivato al settimo grado. Identico livello raggiunto a Chernobyl. E di questi dati bisogna fidarsi, poiché sono affermazioni della Tepco, la società nipponica che gestisce l’impianto nucleare. A questo punto non ci sono più dubbi: Fukushima ha nettamente sorpassato Chernobyl. Più di una persona, però, si è posta una domanda apparentemente semplice. Ma dopo il settimo livello d’allarme cosa c’è? Nessuno lo sa!Solo il futuro ci dirà che tipo di catastrofe è stata causata dallo Tsunami e dalla scempiaggine degli uomini che hanno costruito una centrale nucleare in una zona da millenni devastata dai maremoti. I danni causati da una tragedia di questa entità non sono facilmente quantificabili perché non ci sono precedenti storici, ma speriamo che le ipotesi più pessimistiche siano sbagliate.Se, infatti, la contaminazione prevista per l’area metropolitana di Tokyo dovesse effettivamente concretarsi, come gli scienziati hanno ipotizzato, ci si troverebbe di fronte alla più grande e sconvolgente tragedia dell’umanità degli ultimi due o tre millenni. Pensate per un attimo cosa vorrebbe dire far sfollare trenta o quaranta milioni di persone dalle loro case. La nazione giapponese, così come la conosciamo, sparirebbe sotto il peso di un esodo biblico verso non si sa dove!Se poi è vero che il nocciolo ha iniziato a fondersi, penetrando giorno dopo giorno nel terreno e che tra qualche mese, giocoforza, arriverà alle falde acquifere, penso che faremmo bene a

preoccuparci tutti seriamente di quello che sta accadendo. In quel preciso momento, infatti, un’immensa esplosione lancerà nell’atmosfera una gigantesca nuvola di vapore radioattivo. Nuvola che secondo come spirerà il vento potrebbe inizialmente arrivare in poco tempo in Corea o in Cina oppure negli Stati Uniti, con Los Angeles e la in California in prima fila a “godersi lo spettacolo”...La cosa incredibile è che un velo di silenzio sta lentamente scendendo su Fukushima. Eppure Fukushima non è un problema come gli altri e una tragedia epocale.E poi, non è neanche un problema che riguarda solo i giapponesi, è un problema per l’intera umanità. Le Nazioni Unite pensano solo alla Libia, all’Afghanistan, all’Iraq e a qualsiasi luogo dove ci sia petrolio, ma qua il vero è gigantesco problema da risolvere urgentemente è Fukushima, per il petrolio c’è tempo.Pur comprendendo le luride ragioni che muovono le azioni delle avide lobby che si nascondono dietro l’affaire nucleare, penso che sia da irresponsabili continuare a far finta che tutto sia sotto controllo. Far sparire Fukushima dall’informazione non servirà a salvare il culo di chi si è arricchito, si sta arricchendo o si vuole ulteriormente arricchire con il nucleare. Le radiazioni rappresentano la perfetta sintesi della parola “democrazia”. Non fanno distinzione.Chi si trova sulla loro strada semplicemente muore. Ricco o povero che uno posa essere con le radiazioni non si scherza. Cosa che invece sta facendo il governo italiano prendendo ancora una volta per i fondelli la popolazione. E’ solo di pochi giorni fa una dichiarazione del nostro concittadino Sen. Pasquale Giuliano, presidente della Commissione Lavoro, che nel corso della trasmissione radiofonica “Ora di punta” di Radio Città Futura, condotta da Valerio Bianchi, ha tolto il velo della menzogna dal volto della manovra ordita da Berlusconi ai danni degli italiani. “A me sembra che una moratoria in questo momento sia doverosa – ha detto il senatore pidiellino aversano

- anche per il dovuto rispetto dell’opinione pubblica”. “Opinione pubblica fortemente preoccupata per quello che è accaduto e sta ancora accadendo. La maggioranza rimane comunque convinta di dover percorrere la strada del nucleare perché è l’unica via che ci mette in condizione di essere, se non del tutto indipendenti, in parte autosufficienti.Il gravissimo incidente giapponese non può che imporre questa sospensione e riflessione”. Il Senatore ha poi precisato ulteriormente che: “Moratoria anche nel significato letterale del termine non significa assolutamente rinunciare totalmente a qualcosa, ma solo prendersi una pausa di riflessione”.“Per quanto concerne il referendum, da un punto di vista formale e giuridico – ha continuato Pasquale Giuliano - non si fa ogni volta che si raccolgono le necessarie firme, ma ogni volta che una legge che deve essere abrogata non viene sostanzialmente modificata. Se la normativa cambia, salta il referendum”. “Questa non è una rinuncia al nucleare perché vorrebbe dire negare il progresso e il futuro”. Più chiaro e onesto di così!

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POLITICA06

Cdi

NicolaRosselli

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

ondizioni di salute, rimpasto in giunta, querelle Di Santo – Golia; le cose fatte, quelle fatte male e quelle che avrebbe voluto fare; i retroscena del rapporto con l’ex consigliere regionale Giuseppe Sagliocco, ma anche il futuro con l’identikit del proprio successore e le prospettive politiche di un Ciaramella che a qualcuno sembra essere stato accantonato. E’ un’intervista a tutto campo quella concessaci dal primo cittadino della città norman-na. Una sorta di consuntivazione politica, non un elenco di cose fatte, ma anche e soprattutto un sindaco che si apre a trecentosessanta gradi con il piglio che gli è solito ad onta delle critiche che le opposizioni sicuramente avanzeranno. Una sicu-rezza che è stata la sua forza in questi nove anni nei quali, al di là del giudizio politico che potrà essere dato, è stato l’effettiva guida della città.Oramai ritornato a tempo pieno alla propria attività di primo cittadino, dopo il problema di salute delle scorse settimane, l’esponente pidiellino, interpel-lato sulla “disfida” tra i suoi due amici Golia e Di Santo ha dichiarato: “Debbo riconoscere che Di Santo, che è notoriamente a me molto vicino, ha commesso un doppio errore di valutazione sia con il consigliere Paolo Santulli che con il coordinato-re cittadino del Pdl Nicola Golia. Alla fine Antonio (Di Santo, ndr) ha capito e a chiesto scusa. Nei prossimi giorni mi riprometto di organizzare un in-contro definitivo per chiudere la vicenda. Quello che, però, voglio dire è che tutto è nato per la so-stituzione con i sanpietrini del manto verde sinte-tico negli spartitraffico. Una cosa che ho voluto io e avevo chiesto a Di Santo di occuparsene. Per un difetto di comunicazione Golia e alcuni consiglieri ne hanno chiesto contezza a Di Santo. Insomma, Di Santo è stato “ripreso” per una mia direttiva”.Per quanto riguarda il rimpasto Ciaramella, anche se non lo afferma ufficialmente, appare schierar-si contro, soprattutto quando afferma: “Voglio in-nanzitutto evidenziare che in questi nove anni da sindaco ho fatto anche da equilibrista. Il vecchio vescovo Milano mi diceva che ero bravo a nuota-re nelle acque agitate della politica. Tornando ad oggi, avevo avvertito tre mesi fa che se rimpasto doveva esserci doveva avvenire in tempi stretti perché, poi, non avrebbe avuto logica. Oggi se nominiamo un nuovo assessore (ma parliamo di tre o quattro) è necessario un periodo di rodag-gio, anche se io lo affiancherei come sempre per facilitargli l’inserimento. In questo contesto voglio evidenziare che abbiamo deciso un ampliamen-to della maggioranza con il Gruppo Unico delle Autonomie per dare la possibilità di giungere al termine del mandato con tranquillità visto che si stava per avere la fuoriuscita dei finiani e che, quindi, all’epoca, rimpasto non c’è stato, ma solo

una presa d’atti dell’ampliamento della coalizione anche in vista dell’appuntamento elettorale”.A Ciaramella, però, ricordiamo anche che c’è an-che la delega ai lavori pubblici da assegnare pro-prio a seguito di questo ampliamento e il sindaco conclude: “Sia chiara una cosa: ho tolto l’urbani-stica a Fiore Palmieri per darla all’esponente del Gua, ma l’esponente dei Popolari Normanni va ristorato e intendo conferirgli la delega alle attività complesse che oggi sono appannaggio dell’asses-sore Isidoro Orabona al quale intendo conferire la responsabilità dei lavori pubblici. In questo senso debbo registrare anche una richiesta di delega allo stesso settore da parte di un consigliere comunale preparato nel campo specifico (Elia Barbato, ndr), ma il partito non può ostacolare gli equilibri inun esecutivo che già c’è, per cui credo che la partita si chiuderà con la delega ad Orabona”.Al primo cittadino , poi, chiediamo qual è la cosa, tra quelle fatte in queste due consiliature di cui va orgoglioso.“Sembra strano, –ha dichiarato- ma è stata l’aper-tura del Parco Balsamo, un piccolo polmone di verde con a servizio un parcheggio in una zona nella quale se ne sentiva necessità. Ora, a breve, apriremo anche il parco di via Atellana, con par-cheggio antistante, metà dedicata a verde attrezza-to e metà dedicata ai nostri amici a quattro zampe con relativa strumentazione. Sempre sulla stessa scia, poi, un altro parco sarà realizzato in piazza Giovanni XXIII, con giostrine per bambini”.Cosa, invece, non avrebbe mai voluto fare?“Al di là della mia guasconeria proverbiale,trovo difficile indicare una cosa che non avrei voluto fare, ma forse c’è. Non avrei mai voluto revoca-re la nomina ad un dirigente valente tecnico, che ancora oggi ritengo uno dei migliori, sto parlando dell’ingegnere Pitocchi, in occasione del rilascio del permesso a realizzare un centro commerciale alla società Yorik nell’area ex Texas. Nessuno al-lora credette che il sindaco era all’oscuro, ma era proprio così”.E cosa, infine, avrebbe voluto fare e non è riuscito a fare?“Se me lo avesse chiesto qualche mese fa le avrei detto la raccolta differenziata dei rifiuti, ma oggi, anche se non è ancora iniziata (lo sarà agli inizi di questo mese), già siamo alla messa a punto finale. Quindi, le dico che avrei voluto mettere in atto quanto previsto dai Più Europa ossia: rifacimento di piazza Marconi, abbattimento del vecchio fab-bricato a ridosso del monastero di San Francesco, in piazza Don Diana e i parcheggio al parco Pozzi. Nel luglio 2010 il governatore Caldoro ci chiamò per comunicarci che il progetto aveva subito una brusca frenata. Ora, qualche giorno fa abbiamo sa-

Intervista a tutto tondo al Sindacodi Aversa Mimmo Ciaramella

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Nella foto:il Sindaco Mimmo

Ciaramella

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POLITICA 07puto di una rinnovata fiducia per disegni che sono stati ritenuti validi ed ora sono possibili novità, per cui non demordo e prego che si riesca almeno ad aprire i cantieri per la primavera del 2012 o, al-meno, ad attivare l’iter amministrativo per la sua realizzazione”.Sindaco, più volte lei ha affermato che un giorno avrebbe rivelato i retroscena dei suoi rapporti con Giuseppe Sagliocco. Ora che siete in due partiti diversi è venuta l’ora?“Qualche giorno fa mi sono incontrato in aula consiliare con Peppe Sagliocco e dai nostri vol-ti traspariva l’emozione che si vede quando due grandi amici non si vedono da tempo, coinvolti in un vortice che non so da chi dei due sia partito. Sul piano personale non è cambiato nulla, ma non condividevo e non condivido il suo modo di fare politica. Lui aveva recepito questa mia posizione e, quando è stato il momento di confermare la mia candidatura, è stato contrario, non la voleva.Insomma, dal punto di vista politico e solo politi-co, c’è ruggine. Per lui era normale, per mettermi in difficoltà, cercare di mettermi il bastone tra le ruote, ma non aveva capito che ad essere danneg-giata era la città. Ha messo in moto operazioni che frenavano non solo il sindaco, ma anche la città e questo non posso apprezzarlo. Di cosa sto parlan-do? Faccio degli esempi: la transazione con l’Eni Acque, i Pip, la metropolitana e le strisce blu. Per queste ultime, poi, il contributo più importante nel-la redazione del tutto era venuto proprio da lui”.Qual è l’identikit del suo successore?“Nessuno pensi che io sia presuntuoso, ma credo che la sostituzione di Ciaramella non sia una cosa semplice. Amministrare questa città non è sempli-ce, lo dico ora dopo esserci passato indenne dopo 9 anni. Credo che abbiamo fatto una grande opera-zione, mentre la Sinistra ha perso sempre più spa-zi (e non solo ad Aversa). Abbiamo lavorato tanto e bene. Intorno alla figura del senatore Pasquale Giuliano è cresciuto un gruppo. Oggi ci sono diver-si giovani che pretendono il giusto ristoro del pro-prio impegno, pretendono di essere presi in consi-derazione. Al momento sono certo che non c’è né

uno che sovrasti gli altri, come invece era avvenuto con Giuliano che era una spanna sopra di noi. Tutti questi giovani sono all’altezza, i nomi li conoscete. Non parliamo di “ciaramelliani” e “giulianiani”, io, Giuliano e Golia siamo in perfetta sintonia. Certa-mente il mio successore non lo decideremo noi tre, la scelta sarà della coalizione. Credo che non ci sa-ranno ostacoli alla nostra riconferma, a meno che non vogliamo fare come la Sinistra qualche anno fa quando si divise e ci consegnò i due parlamentari e poi la città. Al momento ci sono spazi per tutti e ognuno potrà fare la propria parte”.Dopo quello che a tutti è parso come un accan-tonamento, in occasione delle elezioni regionali e provinciali dello scorso anno, quale sarà il suo futuro?“Devo premettere che la campagna elettorale per le regionali è difficile. A consuntivo, abbiamo visto che candidati con oltre 17000 preferenze non ce l’hanno fatta. Credetemi, anche se siete padroni di non farlo, fino a quando c’è stato Sagliocco candi-dato ho rifiutato l’offerta di candidarmi. Sono abi-tuato a correre per vincere e a non per far perdere altri. Avrei potuto contrattare il mio futuro politico, ma non l’ho fatto. Non mi sarebbe dispiaciuto la presidenza della Provincia anche perché non avrei dovuto dimettermi da sindaco, ma non è stato possibile per motivi legati alle alleanze. Quando Giuliano, presente Berlusconi, aveva accettato la candidatura alla presidenza, l’obiettivo era di met-tere da parte l’Udc e, poi, passare il testimone a me, poi tutti sapete cosa è avvenuto. Per quanto riguarda la vice presidenza a Golia, non mi sento assolutamente fatto fuori.Ho troppo rispetto per Giuliano e, dopo un periodo che ci ha visto in rotta, oggi il rispetto è doppio. Cosa avverrà domani? Sono qua ed anche bene in salute nonostante le bizze del mio cuore. Se il se-natore Giuliano continuerà a candidarsi io sto da parte, ubi major minor cessat, un solo posto non si discute, ma se ci sarà la possibilità, come l’altra volta con la candidatura di Paolo Santulli, quando io rifiutai, allora sono pronto a dare la mia dispo-nibilità”.

Ciaramella eletto Presidente del Comitato di Rappresentanza dell’Asl Ce

Il sindaco di Aversa, Domenico Ciaramella, è stato eletto all’unanimità Presidente del Comitato di Rappresentanza dell’Asl - Azienda Sanitaria Locale- di Caserta. L’elezione è avvenuta ad Aversa, dove i cinque sindaci facenti parte del Comitato si sono riuniti presso la casa comunale.In precedenza i 104 primi cittadini dei Comuni della Provincia di Caserta, convocati dal commissario prefettizio di Caserta, Piero Mattei, si erano recati alle urne per l’elezione del comitato di rappresentanza. Insieme a Ciara-mella, eletti i sindaci di Mondragone, Achille Cennami, di Curti, Domenico Ventriglia, di Piedimonte Matese, Enzo Cappello, e di Marcianise, Antonio Tartaglione. I risultati della votazione, poi, sono stati inviati al presidente della giunta della Regione Campania Stefano Caldoro che ha emesso un decreto di nomina. “Con l’elezione alla Presi-denza del Comitato di Rappresentanza dell’Asl – ha detto il Sindaco Ciaramella- continua il lavoro nell’ambito della sanità casertana nel pieno ed unico interesse degli utenti. Questa è la mia linea che è stata sposata anche dagli altri componenti del Comitato cui vanno i miei ringraziamenti per l’elezione. Abbiamo suddiviso il territorio dell’intera provincia secondo cinque aree che ognuno di noi seguirà attentamente per portare al tavolo del Comitato le relative problematiche”. E Ciaramella annuncia già il primo atto del Comitato di Rappresentanza: “Nei primi giorni di questo mese di maggio incontreremo il Commissario Straordinario dell’Asl di Caserta dott. Paolo Menduni cui sottoporremo le problematiche sanitarie più urgenti”.

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Peppe Sagliocco

Pasquale Giuliano

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POLITICA08

Adi

Ugo PersicePisanti

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

bbiamo incontrato il riconfermato segretario del PD aversano Prof. Mariano D’Amore, al quale abbiamo chiesto di fare il punto della situazione politica aversana.Come va letto questo Congresso del PD aver-sano, conclusosi con una soluzione unitaria e la sua riconferma a segretario? L’esito unitario è certamente utile per il partito, ma soprat-tutto è importante per la città. Si erano accumulate un po’ di tossine, a volte ereditate ad-dirittura da storie personali precedenti al PD e quasi mai frutto di contrapposizioni su veri temi politici. Il Congres-so ha fatto emergere il senso di responsabilità nettamente prevalente nel partito e questo rappresenta una garanzia per la città. Il nuovo assetto la soddisfa o esprime un equi-librio instabile frutto di un difficile compromes-so?La soluzione emersa ha davvero grandi potenzi-alità e personalmente mi carica e mi rassicura: riconosce il valore del lavoro svolto, soprattutto nell’ultimo anno, da vecchi e nuovi iscritti, che hanno prodotto idee e ci hanno “messo la fac-cia” riportando il partito tra la gente; individua nel dott. Nicola Vargas un presidente di grande equilibrio ed esperienza e di assoluta garanzia; mi offre il supporto come vicesegretario di un giovane serio e competente come il dott. Luca Nugnes; esprime una composizione armonica del nuovo coordinamento cittadino, nel quale sono presenti professionalità importanti.Con questo organigramma sono certo che il par-tito potrà assumere impegni importanti per la città.Ma già si intravvedono nuove critiche al PD us-cito da questo Congresso…Un PD forte ed incisivo può far saltare tutti i giochi in atto e molti di quelli che gli affaristi della politica preparano.Le critiche e gli attacchi saranno trasversali, per-ché purtroppo anche nella nostra area politica c’è chi preferirebbe un PD più dimesso e balbet-tante. Solo i fatti potranno fare giustizia delle let-ture malevole. Noi dobbiamo raccogliere questa sfida.Nel documento congressuale da lei illustrato an-che alle delegazioni di partiti e associazioni pre-

senti, ha colpito una citazione dal documento sul Mezzogiorno della Conferenza Episcopale Italiana. A che proposito?Noi democratici seguiamo con attenzione e sper-anza i primi passi del nuovo pastore della nostra diocesi. Gli siamo grati per la chiarezza con cui

sta proponendo un’idea della vita cristiana come testimoni-anza di servizio.L’attenzione forte alla presenza sempre viva tra noi di don Pep-pino Diana è, in questo senso, un segnale bellissimo.Proprio nella chiesa di San Ni-cola a Casal di Principe, il 19 marzo, Mons. Spinillo ha indi-cato il documento della Con-ferenza episcopale sul Mezzo-giorno come importante punto

di riferimento per il riscatto del nostro territorio. Noi abbiamo raccolto dalla CEI la denuncia del “controllo malavitoso del terri-torio, che porta all’esautoramento dell’autorità dello Stato e degli enti pubblici”. Il PD propone “una consiliatura straordinaria” per “ricostruire la casa comune devastata dal dilagante potere di gruppi criminali e da com-portamenti pubblici sciagurati”. Qual è il senso politico di questa proposta?Dal nostro Congresso esce la proposta di “una svolta storica”, che metta finalmente all’opposizione quel “partito unico degli affari” che nell’ultimo decennio ha costituito il princi-pale supporto dell’attuale maggioranza, in cui si sono strutturati gruppi di potere e di interessi che si fronteggiano e si combattono senza tregua (il numero di assessori succedutisi ne dà la misura) dividendosi le spoglie della città.Questi gruppi occupano la politica, deviandone il corso in direzioni lungo le quali è quasi inevi-tabile, tra l’altro, fare cattivi incontri.A chi vi rivolgete per realizzare questa “svolta storica”?Per la rivoluzione che urge nel nostro territorio, nessuna forza politica e nessuno schieramento tradizionale può farcela da solo.Occorre una soluzione sostenuta da una coaliz-ione larga di forze politiche, associazionistiche e semplici cittadini: una coalizione di programma unita in un patto pubblico per la trasparenza della politica e il governo della città, che assuma come obiettivo comune la rinascita civile ed eco-nomica di Aversa e del suo territorio.

Intervista al segretario del Pd aversano: Mariano D’Amore

Mariano D’Amore

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videntemente le barzellette di Berlusconi hanno contagiato anche la maggioranza di centrodestra che continua a prendere in giro i cittadini con provvedimenti far-sa”. E’ sprezzante il giudizio del consi-gliere regionale, on. Enrico Fabozzi, a margine della seduta di oggi dell’assem-blea regionale. Tra gli argomenti all’ordi-ne del giorno il sostegno ai Comuni per il pagamento dei mutui. “Siamo di fronte a una maggioran-za – tuona l’on. Fabozzi - letteral-mente allo sban-

do. Su un argomento così importante il centrodestra aveva il dovere di assu-mere un atteggiamento responsabile per mettere gli amministratori locali in condizione di programmare lo svi-luppo dei rispettivi Comuni. Ma an-cora una volta la giunta Caldoro e la sua maggioranza dimostrano di non essere all’altezza di governare. Il sec-co “no” alla richiesta di aiuto lanciata dai sindaci conferma l’inadeguatezza della legge finanziaria varata dal cen-trodestra pochi mesi fa”. Il mancato sostegno agli enti locali fa infuriare l’on. Fabozzi: “Ma come si fa ad essere così miopi da non com-prendere che se la Regione non fa la sua parte molti Comuni corrono il se-rio rischio di dichiarare banca rotta. Da mesi ormai l’unico obiettivo del-la maggioranza è quello di prendere per i fondelli gli elettori e raccattare qualche voto in vista delle elezioni amministrative. Mi chiedo – dichiara il consigliere regionale - fino a quan-do questa maggioranza spera di con-tinuare a governare la Regione solo con proclami e promesse mai man-tenute”. L’on. Fabozzi mette a fuoco le con-traddizioni politiche e amministra-tive all’interno della maggioranza. “Il comportamento in aula degli esponenti del centrodestra – sbotta il consigliere regionale - è stato scon-certante. La maggioranza ha di fatto sfiduciato gli assessori al Bilancio e al

Lavoro. A un certo punto si è creata una situazione che po-tremmo definire comica se non fosse tragica per i danni pro-dotti alla popolazione. E dire – conclude l’on. Fabozzi – che questi signori, che oggi mostrano tutte le loro pecche, nelle passate gestioni di centrosinistra si sono elevati a paladini della buona politica e del governo del fare.Se questi sono i risultati, allora è proprio vero che le barzel-lette di Berlusconi hanno contagiato tutta la maggioranza di centrodestra”.

Fabozzi: sul finanziamento ai Comuni la destra è irresponsabile

POLITICA 09

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Edi

SimonettaMorandini

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

Page 10: Bloq Magazine 01 maggio 2011

n questi giorni il Comitato Strisce Blu Italia ha ricevuto molte segnalazioni di verbali per san-zioni al Codice della Strada notificate in netto ritardo rispetto ai 90 giorni indicati dallo stesso Codice.Dai documenti acquisiti si evince che sono moltissimi i verbali spediti ben oltre il termine consentito dalle norme, quindi consigliamo a chiunque sia stato destinatario di un verbale in questo periodo di controllare la data di notifica, che non deve superare i 90 giorni a partire dal giorno successivo all’infrazione.Per difendersi da questo errore che rende le mul-te nulle, è possibile presentare istanza di annul-lamento in autotutela in base alla L.311/2005 di-

rettamente al Comando della Polizia Municipale di Aversa, indicando il nome e cognome, il numero di targa ed il numero del verbale.Il ritardo sembra essere dovuto a pro-blemi burocratici non direttamente imputabili alla polizia municipale, infatti lo stesso comando conscio di questo errore e con la massima pro-fessionalità ha già accolto le nostre istanze in autotutela, risparmiando agli automobilisti l’onere di rivolgersi al Giudice di Pace e facendo rispar-miare all’amministrazione le relative spese legali.Quello che non è chiaro è il perché il comandante della polizia munici-pale Stefano Guarino nega con forza que-

sto problema, quando è lui stesso che ha firmato l’an-nullamento in autotutela presentato da un cittadino.Spedire verbali fuori ter-mine comporta una serie di problemi molto seri per l’amministrazione.Se da un lato, infatti, l’am-ministrazione spende 9,50 euro per ogni verbale spe-dito, dall’altro c’è il rischio concreto di dover pagare le spese legali a chi rivol-

gendosi al Giudice di Pace vince il ricorso.Per ogni verbale non incassato, inoltre, l’ammi-nistrazione potrebbe perdere tra i 30 e i 47 euro, ma ancor più grave sono gli incassi provenienti dai verbali spediti fuori termine, poiché, se l’am-ministrazione risultasse consapevole dell’ille-galità della spedizione fuori termine, potrebbe configurarsi il reato di tentata truffa ai danni de-gli inconsapevoli automobilisti.Per questo sarebbe il caso che l’amministrazione mettesse al corrente i cittadini di questo errore.Per qualsiasi chiarimento il Comitato Strisce Blu mette a disposizione i propri esperti, che potete contattare a mezzo telefono allo 02.45.07.44.81 oppure alla via e-mail scrivendo a: [email protected].

Per difendersi da questo errore è possibile presentare istanza di annul-lamento in autotutela direttamente al Comando della Polizia Municipale

AVERSA10

Idi

GiuseppeOliva

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

Strisce blu: i verbali notificati oltre il novantesimo giorno sono nulli

Nelle foto:il verbale

contestato e la richiesta di

annullamento in autotutela

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AVERSA 11

diGiusyClausino

CorrispondenteBloq Magazine

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iornata interessante, quella trascorsa da inviata di Bloq Magazine, presso lo stand del comitato “Aversa Vota Si per fermare il nucleare”.Il comitato è nato appunto per soste-nere il referendum abrogativo che si terrà (a meno di ulteriori sorpese da

parte del Governo) il 12 e 13 giugno prossimi.Ad essere sincera, all’inizio la giornata non promette-va granchè bene. Forse complice il tempo incerto di gente presente non ce n’era molta. Ne ho approfittato, allora, per fare una chiacchierata con Titti Lucariello, componente del comitato, che mi ha dato tutta la sua disponibilità, rispondendo alle mie domande con cor-tesia e gentilezza. Mi ha spiegato che il comitato è nato da un bisogno di alcuni cittadini di Aversa di sostenere il referendum, e che a poco a poco il movimento di base ha iniziato ad “allargarsi” con la partecipazione di varie associazioni presenti sul territorio, di persone comuni, di aziende locali e anche di partiti, precisando che per chi è contro il nucleare, a favore dell’ambiente e della vita, non esistono colori politici. Con l’arrivo di un tiepido sole abbiamo visto anche il “rianimarsi” del

corso (Via Roma) e della piazza (Municipio). Siamo allora scesi in campo cercando di carpire l’opinione che hanno i cittadini aversani sull’argomento.Non è stata una novità, per me, scoprire che molti di essi non sapevano neanche che a giugno c’era un re-ferendum. La cosa non mi ha stupito visto che né tutti i mass media nè le autorità locali supportano questi 4 referendum, anzi... Secondo me, c’è una vera e pro-pria volontà sabotatrice affinchè gli italiani rimangano all’oscuro e non vadano, quindi, a votare. Un modo subdolo per archiviare definitivamente e “legalmente” certe “spinose” questioni. Se non si raggiunge il quo-rum dei votanti le proposte abrogative non avranno alcun valore e, quindi, si procederà all’applicazione delle leggi esistenti in merito. Il comitato “Aversa vota Si per fermare il nucleare” ha deciso di presenziare ogni domenica mattina, con il proprio stand, per le vie di Aversa per pubblicizzare e diffondere notizie e informazioni sul referendum e soprattutto per avvisare tutti che il 12 e 13 giugno non bisogna mancare all’ap-puntamento con il nostro diritto/dovere di voto, perché se è vero che il popolo è sovrano bisogna dimostrarlo con i fatti!

Continua l’opera d’informazione del comitato contro il nucleare

G

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AVERSA12

a decisione dell’amministrazione provinciale di finanziare la costruzione di tre edifici di istruzio-ne superiore nella città di Aversa ha un duplice aspetto di compiacimento.Completa l’allocazione in sede propria di tutti i licei superiori presenti ad Aversa; rappresenta un’ottima occasione per insediare iniziative pub-bliche nella parte più antica della Città, per dimo-strare, nei fatti, la volontà di riqualificare attraver-so poli di attrazione il centro antico, riutilizzando edifici, di valore storico-artistico vuoti”.Alberto Coppola, docente di urbanistica presso la facoltà di architettura dell’ateneo napoletano, lan-cia una proposta per rivitalizzare il centro storico cittadino attraverso il recupero dei “contenitori” storici, sull’esempio delle due facoltà universita-rie di ingegneria e architettura ospitate nei due complessi monumentali dell’Annunziata e di San Lorenzo. due siti che, se così non fosse stato, oggi sarebbero letteralmente in rovina.“D’altronde, – continua il docente – l’ammini-strazione provinciale non può che andare in di-rezione di quanto disposto nel Piano territoriale di coordinamento provinciale in corso di appro-vazione da parte dello stesso Ente; tale piano, infatti, prescrive, in forma quasi obbligatoria, la necessità, particolarmente per la conurbazione aversana, di evitare, al massimo, il consumo di suolo”, anche perché di suolo, aggiungiamo noi, ne è rimasto davvero poco e si corre il rischio di farsi scippare questi istituti dai paesi limitrofi.“Ottimi contenitori – per il professore Coppola – potrebbero essere il complesso dell’ex Maddale-na (in parte proprietà del Comune), l’ex Convento del Carmine (che il Demanio dello Stato intende dismettere), una parte dell’Opg, utilizzando l’oc-casione per aprire con il Ministero di Grazia e Giustizia un discorso di dismissione”. Tutto que-sto, ovviamente, come ricorda lo stesso docente, “sperando che la decisione non vada rivista alla luce dell’approvazione del Decreto Gelmini, che prevede la sostituzione della forma storica degli Istituti superiore con “licei”, realizzati i tre istitu-ti mancanti, mancherebbe solo il Conservatorio, per la cui istituzione, credo, che l’amministrazio-ne comunale debba fare un ragionamento parti-colare”.Le proposte di Coppola non si fermano qui e, a se-guito degli ultimi avvenimenti che avevano visto la vecchia caserma dei pompieri ridotta ad un ri-cettacolo di rifiuti, conclude: “Infine, approfittan-do di una condizione amministrativa favorevole per Aversa, sarebbe il caso di chiedere, ed otte-

nere, dall’amministrazione provinciale di Caserta l’edificio destinato ad ex caserma dei Vigili del Fuoco per demolirlo e farne un’area a verde in pieno centro antico. Si raggiungerebbe il duplice obiettivo di dotare la parte antica di un’area a ver-de, standard obbligatorio per legge, e di sottrarre edilizia senza qualità in un contesto ricco di edi-lizia di grande qualità, particolarmente religiosa”. DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NOR-MANNA FANNO SAPERE CHE LE LORO IN-TENZIONI VANNO PROPRIO NEL SENSO DEL RECUPEROL’amministrazione comunale, di fatto, stava già seguendo lo stesso percorso. Il sindaco di Aversa Mimmo Ciaramella e il vice presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta Ni-cola Golia, che ha la delega all’istruzione, si sono attivati in questo senso.E non a caso, visto che in questi “contenitori” che, per certi versi rappresentano anche un pezzo di storia della città come la vecchia sede dell’ospe-dale psichiatrico “Santa Maria Maddalena” o il complesso conventuale del Carmine (già adibito a caserma di cavalleria regia e a liceo scientifico fino agli anni settanta), si è ipotizzato di ospitare tre istituti scolastici superiori (istituto alberghiero “Rainulfo Drengot”, professionale “Enrico Mattei” e liceo scientifico “Giancarlo Siani” per i quali la Provincia ha stanziato i fondi per la realizzazio-ne.“Premesso – ha commentato Golia – che l’uti-lizzo di contenitori in disuso, il loro recupero e la possibilità di non realizzare nuovi edifici è in linea con quanto stabilito da questa amministra-zione e che non posso non ringraziare l’architetto Coppola per questo tipo di interessamento, voglio evidenziare che il comune di Aversa, d’intesa con la Provincia, ha intrapreso contatti sia con l’as-sessore regionale alla sanità Ermanno Russo che con il commissario dell’Asl di Caserta Paolo Men-duni per quanto riguarda l’acquisizione dell’ex ospedale psichiatrico e con il ministero compe-tente per quanto riguarda il complesso conven-tuale del Carmine”.“Siamo – ha continuato il vice del presidente Do-menico Zinzi – di fronte ad una scelta condivisa tra i due enti perché se è vero che il comune do-vrà individuare gli edifici (anziché il suolo) che andranno ad ospitare i tre istituti, è anche vero che sarà la Provincia a realizzare il progetto.Quello che più temiamo sono i tempi lunghi che potrebbe richiedere l’acquisizione di questi con-tenitori”.

Ldi

LiviaFattore

CorrispondenteBloq Magazine

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Coppola: “Bisogna recuperaregli edifici di valore storico”

Nella foto:Alberto Coppola

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i recente un collega, con una certa punta di maligna soddisfazione, faceva notare sullo scorso numero di un nostro giornale con-corrente, come in taluni casi chi fa informa-zione locale corre il rischio di pubblicare comunicati stampa del Comune che annun-

ciano trionfanti successi in realtà mai conseguiti o molto meno esaltanti di queli descritti. Vero. Verissimo! Il rischio c’è ed è sempre presente. Ma per evitarlo bisognerebbe mandare un inviato in ogni angolo del pianeta Terra. Bisognerebbe con-trollare direttamente sui luoghi di qualsivoglia avvenimento, l’esattenza di ogni riga e di ogni parola di ogni comunicato inviato da ogni agenzia stampa o addetto stampa. Il che vor-rebbe “semplicemente” dire avere a contratto qualche decina di migliaia di baldi corrispondenti sparsi per il globo terrac-queo o più modestamente sguinzagliati almeno da Ischitella a Caivano, da Vico di Pantano a Licola, dal Ponte Mezzotta al Ponte di Teverola... Scherzi a parte, gli addetti stampa e le agenzie stampa, invece, servono appunto ad evitare ridondan-ti megaredazioni ed a fornire notizie: precise, dettagliate e, soprattutto, veritiere. Se il Comune di Aversa con un’enfasi degna di quella usata da Cristoforo Colombo nel messaggio in-viato alle Cattolicissime Maestà Spagnole dopo l’involontaria scoperta del nuovo mondo ci annuncia, con un suo comuni-cato UFFICIALE di aver completato un piccolo lavoro di ma-nutenzione stradale, noi cosa dovremmo fare? Inviare uno staff di geometri per controllare il puntuale rispetto del Capitolato da parte della Ditta aggiudicataria dei lavori? Inviare dei nostri reporter a controllare se ogni buca nel manto stradale è stata riempita fino all’orlo? Come disse il Principe de Curtis: “Ma mi

faccia il piacere”. A parte il fatto che se vogliamo davvero fare le pulci all’infor-mazione locale dovremmo iniziare col dire che questo genere di notizie non si dovrebbero proprio pubblicare per il semplice fatto che NON sono notizie! Ma che razza di senso ha annunciare la riparazione di una buca, la distruzione dei fiori in un’aiuola o la presenza del-le cacche dei cani lungo i marciapiedi? Siete a conoscenza di città dove questo non avviene? Le vere notizie sono ben altre. E questo noi di Bloq lo sappiamo be-nissimo, come del resto i nostri lettori. A differenza di altri che invece di interessarsi delle cose serie si trastullano con punti-gliosi e stucchevoli resoconti riguardanti il numero di buche nelle strade, di mattonelle rotte, di “basoli” divelti, di aiuole sfiorite, di foglie cadute, di cicche attaccate alle panchine e di sputi per terra, noi TENTIAMO di occuparci dei veri problemi della gente: la rapina quotidiana subita grazie all’introduzione delle “strisce blu”, il tentativo di privatizzare l’acqua, l’aumen-to a dismisura della tassa sulla spazzatura, il costo orribile delle assicurazioni auto, i tentativi di cementificare ogni angolo del territorio, il taglio criminale del verde pubblico ecc.Altri evidentemente preferiscono giocare al “piccolo geometra comunale”. Contenti loro, contenti tutti! Ripensandoci bene, però... conoscere la precisa localizzazione di ogni cacca pre-sente sui marciapiedi potrebbe essere piuttosto utile! Quasi quasi ci adeguiamo anche noi. Di sicuro qualche collega co-pione ci imiterebbe al grido: “Questo sì che è giornalismo”. Un vero giornalismo di m.... non c’è che dire!

AVERSA 13

diUgo PersicePisanti

CorrispondenteBloq Magazine

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Trattare argomenti come le cacche dei cani significa fare informazione locale?

D

L’Associazione dell’Aero-nautica, guidata dal presi-dente Generale Francesco De Felice, ha consegnato le uova di Pasqua ai piccoli malati ricoverati nel reparto di Pediatria dell’Ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa ed anche alle mam-me ricoverate in attesa di partorire. Ad accompagna-re i responsabili dell’asso-ciazione Aeronautica il consigliere comunale del Pdl Michele Galluccio, che ha incontrato il primario del reparto di Pediatria Domenico Perri. «Queste iniziative

- ha sottolineato Galluccio - vogliono testimoniare la nostra volontà di stare vicino alle persone che sof-frono e che saranno costret-te a trascorrere la Pasqua in ospedale. La visita ci ha permesso di renderci ancora più conto delle professiona-lità che esistono al Moscati, una struttura che, soprattut-to nel Reparto di Pediatria,

può contare su vere eccellenze professionali». Intanto, giovedì è stato inaugurato anche il reparto di Neonato-logia alla presenza del commissario Paolo Menduni.

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L’Associazione Aeronautica consegna uova di Pasqua ai piccoli ricoverati nel reparto di Pediatria del Moscati di Aversa

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a vicenda relativa alla polemica a dir poco “stuc-chevole” interna alla maggioranza di centrodestra sul caso Di Santo, rappresenta l’ennesimo fattore di ingovernabilità del Comune di Aversa e la ripropo-sizione di un teatrino della politica che antepone gli interessi personali a quelli della cittadinanza”. Gennaro Diana, commissario cittadino dell’Italia dei Valori interviene per commentare l’attuale momen-to politico amministrativo aversano con la maggio-ranza in palese affanno sulle due vicende pendenti: la querelle Di Santo – Golia (apparentemente risolta con delle scuse forzate) e l’ora-mai annosa richiesta di rimpa-sto dell’esecutivo.“E’ ormai chiaro –continua Diana- che siamo di fronte ad uno stillicidio continuo e inar-restabile dal momento che le varie pretese in merito a ruoli fondamentali per la macchi-na amministrativa, come nel caso della futura nomina del dirigente dell’area urbanistica, sono il frutto di rivendicazioni di posizionamenti ai soli fini di accaparramento di rendite di potere. Ma la cosa più grave è che si dà luogo ad una guer-ra “politica” a tutti gli effetti mettendo da parte i principi meritocraticisulla sola base di equilibri e alleanze incrociate tese a far valere logiche lobbi-stiche e di parte, rischiando di politicizzare le fun-zioni di ruoli che dovrebbero essere invece preposti ad una garanzia tecnico-amministrativa che migliori la qualità e l’efficienza dei servizi del cittadino”.Per il portavoce dei dipietristi aversani, poi, “questo è solo uno dei tanti punti dolenti dell’amministrazio-ne Ciaramella, oramai in preda ad una lotta tra ban-

de che, tralasciando le questioni serie e fondamen-tali della città come il caso Area ex Texas, sono alla ribalta delle cronache quotidiane esclusivamente per ilcontendersi delle poltrone assessoriali come di-mostrano i frequenti e infiniti rimpasti di giunta che, si è capito, dureranno fino all’ultimo giorno di con-siliatura”. Un’impasse che, stando a Diana, l’ammi-nistrazione comunale quando ha voluto ha saputo superare agevolmente. In questo senso, il giovane dipietrista continua: “Devo dire però che la celerità di realizzazione di provvedimenti è riscontrabile in

qualche occasione, come avve-nuto all’epoca dell’adozione del piano di strisce blu per i parcheggi, che hanno fatto di Aversa un “anomalia unica”, al punto che anche per recar-si all’ufficio postale bisogna sottostare ad un tariffario per macchine e moto e lo stesso dicasi riguardo al servizio di raccolta dei rifiuti solidi urba-ni tra i più inefficienti d’ Euro-pa”.Alla luce di queste conside-razioni, Diana cerca di dare vita ad un fronte comune delle opposizioni e conclude: “Mi viene infine d’obbligo lancia-re un appello a tutte le forze di centrosinistra e a tutti colo-ro che hanno a cuore le sorti della città di fare quanto prima

quadrato per arrivare a costruire assieme una piatta-forma programmatica seria e innovativa da proporre ai cittadini in vista del prossimo appuntamento delle elezioni amministrative dell’anno venturo per garan-tire una guida di governo valida e alternativa a quel-la attuale che ha fatto di Aversa una città invivibile e lasciata al degrado”.

AVERSA14

La cura

dellaRedazione

Bloq Magazine

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Diana: “No a chi antepone interessipersonali a quelli della cittadinanza”

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ncendi e bombe del racket, rapine a raf-fica anche in pieno centro cittadino e di giorno. A far registrare una vera e propria impennata sono state soprattutto le rapine ai danni di esercizi

pubblici. E’ di qualche giorno fa una rapina al centralissimo “Gran Caffè Roma”, nell’omonima arteria, che fa seguito alla rapina alla farmacia “Dia-na” in via Sanfelice. Ma se ne potreb-bero aggiungere tantissime altre, più o meno importanti e ardite, ma che stan-no riportando nell’opinione pubblica l sensazione che la nostra città non è più sicura come prima. Negli ultimi anni, infatti, dopo un’escalation che aveva fatto temere il peggio, tanto che le stesse istituzioni provinciali si erano allertate, il fenomeno sembrava in re-gressione. Ma le statistiche di questi-primi mesi dell’anno in corso lanciano l’allarme verso un fenomeno che sem-bra essere ripreso. Le forze dell’ordine fanno quello che possono per arginare la situazione, ma la lotta sembra essere impari. Sono sempre più i malviventi dell’hinterland settentrionale della provincia di Napoli che scorazzano nell’agro aversano, utilizzando i negozi come una sorta di bancomat dove prelevare danaro impunemente. Altrettanto impunemente, poi, i rapinatori riescono a sfug-

gire alla cattura utilizzando le strade a scorrimento veloce. E tra la popolazio-ne l’inquietudine sale. Di questo stato

di insicurezza si fa portavoce il presidente pro-vinciale della Confesercenti Maurizio Pol-lini, che, dopo aver ricordato gli sforzi sia delle as-sociazioni di categoria che delle for-ze dell’ordine e della stessa ammini-strazione comunale di Aversa, chiede che, così come avvenne qualche anno fa, si tenga una riunione del comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico in città.“Siamo convinti –ha dichiarato Pol-lini- che lo Stato negli ultimi tempi ha dimostrato di esserci anche nelle nostre terre, ma l’impegno non deve affievolirsi. All’amministrazione co-munale chiediamo lo sforzo di con-

tinuare nell’opera intrapresa installando altre telecamere e dando vita ad una formazione alla legalità, oltre a creare un distaccamento della polizia municipale nel centro storico”. In chiusura, infine, Pollini preannunzia per la prossima set-timana l’arrivo ad Aversa del “Camper della Legalità” che sosterrà in città per diversi giorni.

Ambiente, Luciano:“Al via i trattamenticontro le zanzare”

E’ stata programmata una campagna di disinfestazione contro ovocita e adulticida per sconfiggere, alla vigilia della stagione estiva, gli insetti ed in particolare le zanzare”.Ad annunciarlo l’assessore all’ambiente ed all’ecologia Luciano Luciano, che continua: “Abbiamo ricevuto alcune richiesta da parte dei cittadini e – spiega l’esponente dell’esecutivo cittadino – considerando che questo è il periodo adatto per sconfiggere i fastidiosi insetti che ci tormentano durante la stagione estiva, subito ci siamo attivati per porre in essere questi trattamenti”.E conclude Luciano: “Quest’opera di bonifica a tutto raggio sull’intero territorio cittadino, a difesa della salute pubblica, rappresenta il primo trattamento di una lunga serie che vedrà coinvolto tutto il territorio di Aversa in prossimità della stagione estiva”.

Marino: il Borgo chiede sicurezzaCon una nota indirizzata al Comandante dei Vigili Guarino, ed all’assessore alla Viabilità Della Valle, il consigliere Marino ha chiesto “maggiore sicurezza stradale al Borgo. Ed in particolar modo – ha detto Marino- chiedo il ripristino del semaforo posto all’incrocio tra Viale Europa e via San Lorenzo, al fine di scongiurare l’elevato numero di sinistri dovuti, per l’appunto, al non funzionamento dell’impianto”. “Chiedo altresì, di valutare l’ipotesi di installare un ulteriore semaforo onde consentire il senso unico alternato in via San Lorenzo in prossimità del ponte fer-roviario ed il ripristino della segnaletica oriz-zontale e verticale nell’intera zona”.

AVERSA 15

diNicolaRosselli

CorrispondenteBloq Magazine

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Torna l’incubo delle rapine in pieno giorno e delle bombe del racket

I

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spitarvi rappresenta una grande opportuni-tà per la nostra Città. Ovvero quella di far conoscere la nostra storia e le nostre eccel-lenze oltre confine”. Queste le parole del Sindaco Ciaramella intervenuto nell’audi-torium dell’ex macello dove ha salutato gli studenti della scuola “Gustave Monod” di Montelimar gemellati con i piccoli alunni della ‘De Curtis’ di Aversa diretta dalla prof.ssa Olga Iorio.Da ieri e fino a venerdì prossimo, grazie al progetto “Civiltà a confronto” e sistema scolastico a confronto, si concretizzerà il ge-mellaggio culturale tra i ragazzi della scuola normanna e quella francese. Trentuno stu-denti e tre insegnanti francesi alla scoperta

di Aversa e delle bellezze della Regione Campania, questa mat-tina, dopo un saluto delle autorità cittadine, hanno attraversato Aversa alla scoperta delle bellezze storiche ed artistiche della nostra Città. “Un rigraziamento particolare – ha detto la prof.ssa Olga Iorio- all’Amministrazione Comunale guidata dal Sinda-co Domenico Ciaramella, all’assessore alla pubblica istruzione Gianpaolo Dello Vicario ed alla dirigente Gemma Accardo ed

a tutti i genitori che si sono proposti di ospitare i ragazzi france-si. Un progetto, questo in questione, triennale, iniziato lo scorso anno con contatti epistolari, ma fattivo quest’anno con la venu-ta dei giovani alunni di Montelimar e che si concluderà l’anno prossimo con la visita degli studenti aversani in Francia. Le classi coinvolte sono state le seconde e numerose sono state le richieste di ospitalità. Un’esperienza nuova per la “Scuola Aversana”, ma non per la “De Curtis” che ormai da anni pensa di allargare gli orizzonti culturali dei propri alunni, organizzando anche viaggi di istruzione a Londra”.

AVERSA16

Oa cura

dellaRedazione

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La Città di Aversa ha ospitato studenti francesi di Montelimar

a VI Commissione Consiliare, presieduta da Giovanni Tirozzi, ha completato il lavoro di integrazione e modifi-ca di due strumenti normativi: il Regolamento per l’Albo delle Associazioni e quello per la Costituzione ed il Fun-zionamento delle Consulte di settore.I due regolamenti sono, quindi, stati trasmessi alla Com-missione Statuto che, dopo la relativa valutazione, prov-vederà a trasmetterli all’organo consiliare per approvazio-ne definitiva. “Si tratta di due Regolamenti fondamentali per il nostro territorio – spiega Tirozzi – perché intendo-no valorizzare le libere forme associative senza scopo di lucro che operano nella nostra Città, e favorire la parteci-pazione delle stesse al governo della città. Le modifiche e le integrazioni sono state dettate principalmente dalla ne-cessità di aggiornare i due regolamenti. In particolare, le modifiche introdotte nel regolamento dell’Albo delle As-sociazioni, consentiranno di ampliare notevolmente i ter-mini per l’iscrizione, che attualmente sono estremamente ridotti, e di semplificare l’iter burocratico per l’iscrizione all’Albo, che avverrà entro trenta giorni con determina dirigenziale e non più, come previsto in precedenza, con deliberazione consiliare. Tuttavia, le novità più pregnanti

riguarderanno soprattutto il Regolamento per la Costitu-zione ed il Funzionamento delle Consulte, che puntano a superare le rilevanti difficoltà procedurali, che hanno reso ad oggi quasi impossibile l’effettiva costituzione del-le Consulte di settore, aumentando il numero delle stesse, per rappresentare nuovi, fondamentali settori della società civile. Con questo nuovo Regolamento saranno dodici le Consulte che si potranno costituire, in luogo delle attuali sette. Le nuove Consulte introdotte sono quelle per le Pari Opportunità, la Promozione dell’Interculturalità, la Terza Età, l’Università, il Turismo. E’ senz’altro doveroso da par-te mia ringraziare tutti i componenti della Commissione Consiliare: Stefano Di Grazia, Francesca Marrandino, Michele Galluccio e Francesco Gatto, che hanno condi-viso con me questo attento, lungo e delicato lavoro di ela-borazione delle nuove proposte regolamentari, ed anche il responsabile dell’Ufficio Cultura, dott. Luigi D’Alesio, per la preziosa opera di consulenza in merito agli aspetti più direttamente tecnico-amministrativi. L’auspicio, ora, è che la Commissione Statuto possa lavorare altrettanto alacremente per consentire la definitiva approvazione dei due Regolamenti da parte del Consiglio Comunale”.

La cura

dellaRedazione

Bloq Magazine

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Approvato il Regolamento per l’Albo delle Associazioni

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my e Kikka”, “Jessye Ester”. Due dediche d’amore che gli innamo-rati di turno hanno scritto con tan-to di vernice blu sul monumen-to che Aversa ha dedicato ad uno dei suoi figli più illustri: Pietro Ro-

sano, ubicato in uno dei posti più centrali della città, piazza Principe Amedeo, a pochi passi dalla casa co-munale e una volta unica “villa comunale” di Aversa. Fino a qualche giorno fa questo monumento, rimes-so a lucido dall’amministrazione comunale insieme a diversi altri dopo anni di incuria e vandalismo, era d’un bianco marmoreo. Poi, i soliti stupidi lo hanno imbrattato con una dedica riportando il tutto a poco più di un mese fa, con la differenza che non pochi quattrini delle casse comunali, ossia soldi di tutti gli aversani, erano stati spesi per rimetterlo a nuovo. “Sono indignato. – commenta il consigliere comu-nale con delega alle politiche giovanili Michele Galluccio – Non è possibile che si debba assistere ad un atteggiamento di questo tipo che denota solo mancanza di civiltà”. Altrettanto amareggiato il vice-sindaco e assessore alla cultura, artefice della pulizia dei monumenti nel recente passato, Nicola De Chia-ra: “Dicono che i writers sono espressione artistica. In questo caso io credo che ci troviamo di fronte

semplicemente ad una forte mancanza di senso ci-vico, di appartenenza ad una collettività”. “Siamo di fronte – continua il vice di Ciaramella – ad un atto che si può definire solo teppistico. A quanto sembra la mano che ha tracciato queste scritte è unica. L’am-ministrazione aveva fatto tanto per riportare in uno stato decente monumenti simbolo. Oltre a quello di Rosano, ricordo quello a Domenico Cimarosa in piazza Mazzini e la ‘cassa armonica’ ubicata a po-chi passi dalla statua in questione. A questo punto credo sia opportuno installare videocamere anche in questa zona”. Non dimentichiamo, infatti, che solo qualche mese fa un “writer” fu identificato in piazza Don Diana proprio grazie alle videocamere. Ma questa zona della città sembra essere terra di nessuno. Ernesto, quindici anni appena compiuti, lo conferma: “Per noi ragazzi normali piazza Principe Amedeo è off-limits dopo una certa ora di sera o nei pomeriggi soli-tari. E’ qui che diversi nostri amici sono stati picchiati senza alcun motivo. Se fosse per me ci metterei dei vigili urbani fissi di guardia”. “Fissi”, forse, è un’esa-gerazione, anche in considerazione della carenza di personale, ma che le forze dell’ordine, sia pure a turno, si dividano la città e diano vita a controlli più frequenti è quanto meno auspicabile.

AVERSA 17

diNicolaRosselli

CorrispondenteBloq Magazine

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Il monumento a Pietro Rosanoimbrattato dai soliti scribacchini

E

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on la celebrazione della festa per l’88° anniversario del-la fondazione dell’Aeronautica Militare Italiana l’Asso-ciazione Arma Aeronautica - Sezione di Aversa - intito-lata al Capitano Pilota ”Nicola Spatarella”, ha inaugura-to una “settimana azzurra” nella quale si sono succedu-ti tre eventi molto importanti per il sodalizio. La prima manifestazione, con la quale si è aperta la settimana, è stata quella relativa alla costituzione dell’Arma azzurra, avvenuta il 28 marzo 1923. Essa è stata celebrata con una cerimonia svolta nella Chiesa della SS. Annunzia-ta di Aversa.Presenti i soci, in uniforme per quelli in servizio ed in divisa sociale per quelli in congedo, e molti familiari. Sono intervenuti, in rappresentanza del Sindaco Ciaramella – i Consiglieri comunali Stefano Di Grazia e Michele Galluccio, il Priore della Congrega di S.Eligio, il Gen. dei CC Domenico Cagnazzo, il Pre-sidente e i soci dell’Associazione Nazione Carabinieri –Sezione di Aversa. La Santa Messa è stata celebrata da Don Franco Sparaco e si è conclusa con l’intervento del Presidente della Sezione Brig. Gen. Francesco De Felice che salutando tutti i presenti ha sottolineato l’im-portanza dell’A.A.A. per le nuove generazioni, per la quale svolge una preziosa ed insostituibile opera di tra-mite dei valori militari, tesa a rafforzare e consolidare il legame tra la Forza Armata ed il Paese. La cerimonia si è conclusa con la lettura della “Preghiera dell’Aviatore” da parte del socio Sottotenente Pilota in servizio pres-so la 46 ̂Aerobrigata Arduino Coppola. E’ seguito un sobrio rinfresco presso la sede dell’Associazione in via Tiziano, 4 al quale hanno partecipato anche tutti i fami-liari dei soci. Il secondo evento si è svolto presso l’aula magna del 3° Circolo Didattico di Aversa dove si è te-nuta la premiazione del 4° Concorso di disegno “Vo-lare con la fantasia” indetto dall’Associazione aversana. Alla cerimonia sono intervenuti il Sindaco e vari Con-siglieri comunali, i Dirigenti delle Scuole partecipanti al Concorso, rappresentanti della famiglia Spatarella, numerosi alunni delle Scuole elementari e Medie della città di Aversa, Teverola, Trentola-Ducenta e Lusciano, accompagnati dai docenti e dai genitori. Novità, infatti, dell’edizione 2011 del concor-so è stata l’apertura dello stesso anche alle Scuole dei Paesi li-mitrofi. Ha aperto la cerimonia il Presidente De Felice, che ha ringraziato dell’ospitalità il Di-rettore Didattico del 3° Circolo Prof. Nicola Buonocore.Nel suo intervento egli ha chia-rito che il concorso era rivolto agli alunni delle elementari e delle medie di 1° grado, per i migliori disegni e lavori a tema aeronautico e, che, rappresen-tava, per il Sodalizio, un im-portante appuntamento con il mondo della Scuola collocan-

dosi esso nella tradizione della Forza Armata – l’Ae-ronautica Militare – che da sempre è impegnata nel campo dell’istruzione e più in generale ad avvicinare i giovani ed i giovanissimi alla cultura del volo. I lavori prodotti sono stati 1.346, e tutti molto belli, espressivi, creativi per cui la commissione giudicatrice a fatica ha individuato i vincitori. La difficoltà di sce-gliere, è stata superata introducendo dei premi per la creatività. Gli elaborati premiati hanno costituito un riconoscimento al particolare impegno che le scuole rappresentate hanno manifestato. Dopo la premiazio-ne è stato assegnato il Premio speciale “Capitano Pilota Nicola Spatarella” di € 200,00. Il premio è andato a due alunne: Maria Marziale della Scuola primaria di Teverola e Tebebe Maramuit della Scuola Media De Curtis di Aversa ed è stato consegnato dalla Signora Liliana Spatarella, sorella del nostro Caduto. Al termi-ne della premiazione il Sindaco ha preso la parola per sottolineare l’importanza del concorso rivolto ai nostri giovani. Ha preso poi la parola il Prof. Buonocore il quale ha apprezzato lo spirito con il quale è stato svolto il concorso ringraziando le Autorità cittadine e l’Asso-ciazione Arma Aeronautica. Il Brig. Gen. De Felice ha consegnato al Prof. Buonocore la coppa per la Scuola partecipante con più lavori ed una targa ricordo. Un piccolo rinfresco con un brindisi ed il gherigherihez (particolare grido del personale aeronautico) ha chiuso la manifestazione. La settimana, poi, si è conclusa, con il tradizionale pranzo sociale che si è tenuto presso la foresteria del Circolo Ufficiali del Comando 9° Stormo di Grazzanise. Tra i presenti il dottor Gennaro Castiel-lo, Coordinatore Nazionale dei Cattolici del PDL e , in rappresentanza del Comandante del 9° Stormo “Ba-racca” – Colonnello Marino Francavilla – impegnato in attività operative, il Maggiore Paolo Milella, al quale è stata consegnata una targa ricordo.. L’ultimo appun-tamento, sempre a Grazzanise, con le evoluzioni della Pattuglia Acrobatica Italiana “Frecce Tricolori”, si è avu-to in occasione del giuramento e battesimo del Corso Nibbio V dell’Accademia Aeronautica.

SOCIETA’18

Ca cura

della Redazione

CorrispondenteBloq Magazine

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Vola l’Associazione Arma Aeronautica

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i è concluso con la consegna degli attestati il corso “Barman per passione”, promosso ed organizzato da Francesco Con-te sotto il patrocinio del Clas-sic Cocktail Club e dell’Ascom

Confcommercio.Sulla scorta del successo ottenuto lo scorso anno l’iniziativa di Conte, noto operatore del settore e rettore per la Campania del Classic Cocktail Club, anche stavolta non ha mancato di ottenere un buon riscontro in termini di adesioni. Il corso, rivolto ad addetti ai lavori e non, si è te-nuto in dieci lezioni di cadenza settimanale che hanno rappresentato nel loro insieme un viaggio tra i principi, le linee guida, ma anche i sapori e le atmosfere del bere di qualità, del bere consa-pevole.Anche quest’anno per la formazione dei parteci-panti durante le lezioni è stato consegnato, oltre ad un set da barman, il materiale didattico in vista dell’esame che gli stessi hanno poi dovuto soste-

nere. L’incontro per la consegna degli attestati è stato impreziosito dal percorso di analisi sensoria-le in cui ci si è avvalsi come guida d’eccezione di Michele Di Carlo, presidente del Classic Cocktail Club, consulente delle maggiori aziende liquori-stiche italiane ed internazionali nonché referente didattico per Slow Food, la famosa associazione di Carlo Petrini che, al momento, vanta più di 100.000 iscritti. Di Carlo ha distillato, è il caso di dirlo, ai presenti vere e proprie gocce di sape-re, tracciando la strada maestra che conduce all’ affinamento dei sensi, il tutto accompagna-to dalle pregevoli sonorità del-la mandola di Maria Giovanna Argento. Insomma un evento nell’evento che rende, ora, alte le aspettative per il prossimo corso e i prossimi eventi a cui Francesco Conte e i suoi colla-boratori stanno già lavorando e di cui daremo notizia.

SOCIETA’ 19

diRaffaeleDe Biase

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Chiuso con un bilancio positivoil corso “Barman che passione”

S

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olete che le circoscrizioni dei comuni di Aversa e di Cesa vengano modificate secondo il piano pubblicato?”. Questo il quesito al quale gli elettori aversani e cesani dovranno ri-spondere domenica 5 e lunedì 6 giugno (insieme ai referen-dum nazionali sull’acqua pub-blica, il legittimo impedimento e il nucleare) per esprimersi sulla proposta di legge concer-nente l’acquisizione, da parte del comune di Cesa, del Rione Bagno.Un quartiere con poco meno di un migliaio di abitanti che am-ministrativamente ricadono in territorio aversano, ma, di fatto, utilizzano tutti i servizi di Cesa, oltre ad esserne quasi tutti origi-nari. Così facendo si vuole por-re la parola fine ad una vicenda che va avanti, in pratica, da un trentennio con l’esistenza di un’enclave aversana in pieno territo-rio di Cesa. A decidere la data dell’appuntamento referendario la giunta regionale con una delibera pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania di ieri. “Finalmente!” ha esclamato il sindaco di Cesa Vincenzo De Angelis che, subito dopo ha voluto fare una premessa: “Ribadisco che questa nostra azione non è né contro il Comune di Aversa né contro il sindaco Ciaramella.Quale che sia il risultato finale, vogliamo fare chiarezza ed in questo senso si è impegnato per tre anni tutto il consiglio comunale di Cesa, mag-gioranza e opposizione all’unanimità”. De Ange-

lis non sembra nemmeno preoccupato del fatto che a votare saranno tutti gli elettori di Aversa e di Cesa, circostanza che potrebbe far pendere la

bilancia verso il comune nor-manno. “Premesso che siamo di fronte ad un referendum consultivo, per il quale non è richiesto un quorum minimo, non credo che la Regione guar-di al risultato complessivo, ma soprattutto a quello dei seggi dove voteranno i residenti del Rione Bagno.Ho l’impressione che la Regio-ne Campania voglia solo cono-scere il parere di questi ultimi e che la decisione sia già presa, a meno di un risultato contrario con cifre eclatanti”.Per quanto riguarda Aversa il sindaco Mimmo Ciaramella

è quasi laconico nelle sue dichiarazioni: “E’ un provvedimento che ci attendevamo in quanto atto dovuto della giunta regionale. A questo punto la parola passa ai cittadini del Rione Bagno”. In con-clusione, poi, il primo cittadino aversano sottoli-nea come: “Il problema è reale.Gli abitanti di questo rione si sono sempre sentiti cesani anche perché svolgono la loro vita sociale a Cesa e il 95 % di loro proviene proprio dal co-mune confinante.Noi, da parte nostra, abbiamo sempre pensato al Rione Bagno come una zona di Aversa dotandola di tutti i servizi, non ultimo l’allacciamento alla nostra rete idrica”.

AGRO AVERSANO20

Vdi

NicolaRosselli

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Il prossimo 5 e 6 giugno sidecide la sorte del Rione Bagno

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’artista santarpinese Carmine Capone espone a Roma, nella suggestiva via Margutta. La mostra si intitola “Artisti a confronto, un pensiero per l’Italia”ed è visitabile presso la “Galleria Mar-gutta”, un tempo storica Galleria “Il Tetto” che fu sede, nei primi anni cinquanta, del “Circolo degli Artisti” facente capo alla Scuola Roma-na. La mostra è patrocinata da Roma Capitale, curata e diretta dal noto Critico d’Arte Daniele Radini Tedeschi. “Il Tema di questa mostra - spiega il pro-fessor Radini Tedeschi - che si terrà in con-comitanza con l’esposizione dei Cento pitto-

ri di Via Margutta, nasce dalla volontà di generare il confronto tra gli artisti. Sin dal Rinascimento infatti, Roma è stata il centro di scambi e influenze tra gli artefici che, provenendo da tut-ta Italia, miglioravano il loro stile gra-zie al confronto diretto con altre ma-estranze. In questa mostra l’incontro e confronto sarà il tema principale al fine di ampliare la propria conoscen-za. Una sezione specifica verrà riser-vata alle opere celebrative dei 150 anni trascorsi dall’Unità d’Italia”Un altro importante riconoscimen-to per il pittore che vive e lavora a Sant’Arpino. Autodidatta, ha esposto in diverse parti d’Italia ed all’estero ottenendo consensi e riconoscimen-ti un po’ ovunque. L’artista atellano centra dunque un altro traguardo ambizioso che premia il lavoro inten-so profuso negli anni in una ricerca artistica coraggiosa e rara. Di lui si sono interessati diversi critici d’arte che non hanno mancato di esprime-re come “L’animo umano, nella sua complessità, riesce a manifestarsi at-traverso le più svariate connotazioni espressive”. L’arte pittorica di Capo-ne tende ad esternare quanto di più profondo, spontaneo, genuino ci sia nella sua esistenza. Nelle sue opere, l’alchimia dei colori e l’affollarsi delle forme, danno voce alla sua comples-sa vitalità. Le variazioni tematiche, le soluzioni pittoriche, così articola-te, esprimono quel grande slancio, quella voglia di “fermare” sulla tela i variegati aspetti della sua personalità. Così si sviluppa e si articola l’itinerario artistico, tra una produzione creativa di lunga lena espressiva dalla prima

figurazione: paesaggi, figure e memorie del tempo con differenti for-me espressive, che sfruttano tecniche miste compreso il collage; allo slancio espressivo dalla natura alla materia: astratto materico informa-le. La tempesta degli elementi compositivi di continuità testimonia il desiderio di aprirsi all’immensità della vita, da vivere con forte carica emotiva: ecco che la moltitudine di pulsioni interiori determina le innumerevoli infinite pennellate. L’esplosione del colore è lo spec-chio dell’anima di Carmine Capone, che nel suo prossimo divenire saprà sicuramente rivelarci e regalarci emozioni nuove e significative. L’esposizione dura fino al 3 Maggio.

Il pittore santarpinese Capone espone in via Margutta a Roma

CULTURA 21

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Ldi

SimonettaMorandini

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e Pen padre e figlia in Francia. Wilders in Olanda. Jimmie Akesson in Svezia. Timo Soini in Finlandia. In origine Haider in Austria. Chi sono costoro?Sono i protagonisti dell’ ascesa in Europa della nuo-va destra xenofoba. In tutte le tornate elettorali degli ultimi 5/10 anni, negli Stati Europei sopra indicati ed in altri ancora (Polonia, Ungheria) l’avanzata dei partiti estremisti è un dato di fatto: partiti che spesso si rifanno, senza mezzi termini, ai dettami dell’in-tolleranza e, perché no, della violenza.Personaggi ed idee che solo quindici anni fa sa-rebbero stati impresentabili, oggi raccolgono per-centuali di voto da doppia cifra. Proposte racca-priccianti unite a slogans beceri sono tornati a fare breccia nel cuore e nella mente di milioni di eletto-ri europei. D’altronde anche in America, a seguito della storica vittoria di Obama, primo Presidente di colore della storia, la destra Repubblicana si è riorganizzata attorno ai Tea Party, movimento po-pulista con evidenti derive estremiste. In Italia, da questo punto di vista, siamo stati deci-samente all’avanguardia. Un certo sentire razzista ed intollerante è stato sdoganato già da decenni qui da noi. La destra missina entrò nel Primo Governo Berlusconi richiamando esplicitamente alcuni va-lori da ventennio fascista. Ma è soprattutto la Lega Nord che ha legittimato, nel nostro Paese, uno stri-sciante fastidio, quando non vero e proprio razzi-smo, nei confronti dei più deboli.Ora, questa allarmante crescita di partiti xenofobi merita sicuramente un approfondimento.Al termine del secondo conflitto mondiale, sembra-va assodato che, almeno in questa parte di Mondo, l’idea di potersi schierare “contro” qualcuno fosse stata definitivamente accantonata. L’orrore nazi-fascista era troppo recente per poter legittimare at-teggiamenti di intolleranza.Cinquanta anni dopo la fine di tale conflitto, inve-ce, le spinte populiste e razziste stanno riacquistan-do terreno in tutta Europa ( ed in parte anche in America, come detto). Se dovessimo provare a spiegare i motivi di tale fe-nomeno in ascesa, dovremmo considerare, a mio avviso, due fattori. Il primo è sicuramente un fatto-re economico. Gli anni post-bellici sono stati anni di grande slancio e di crescita dal punto di vista economico per un po’ tutta l’Europa ed il mondo occidentale. Popoli impegnati a crescere econo-micamente e socialmente hanno meno tempo ed occasioni per pensare a forme di fastidio ed intol-leranza verso lo straniero. Se ho la pancia piena, fisiologicamente non avrò paura di chi invece ha tanta fame: anzi, la mia condizione di sazietà mi

porterà, probabilmente, anche ad essere più ge-neroso e bendisposto nei confronti di chi è meno fortunato.Oggi invece la situazione è cambiata. L’Europa, tut-ta considerata, è in una evidente fase di recessione dal punto di vista economico. La crescita, da oltre un decennio a questa parte, si è praticamente fer-mata. La mancanza di lavoro, la perdita delle cer-tezze su cui si era basata una società fondamental-mente benestante, ha introdotto sensazioni nuove in molti di noi: su tutte, la paura. Paura che quel benessere a cui, un po’ tutti, sia-mo stati abituati possa venire a mancare. Paura che degli estranei possano venire a prendersi la nostra vita, i nostri privilegi, il nostro mondo. Paura che facilmente si può trasformare in rabbia. E proprio in questo mix tra paura e rabbia che stanno trovando terreno fertile le destre xenofobe in tutta Europa. E qui entra in gioco anche il secondo fattore. La debolezza della politica, spiegabile anche con la scomparsa delle ideologie.Si discute spesso su quale sia il ruolo della politi-ca. Nell’ occuparsi dei problemi della gente, non può mai venir meno anche uno scopo didattico. La debolezza dei sistemi attuali è frutto anche di una politica che è sempre più personalistica.Una politica vera, sana, dovrebbe avere come compito anche quello di spiegare alla gente, ai po-poli, che gli istinti vanno governati, sanati, prima che possano sfociare in azioni imponderabili. La paura è un sentimento umano: ma sarebbe compi-to di governanti illuminati spiegare ai cittadini che non è certamente con l’intolleranza verso “ i nuovi arrivi” che si possono risolvere i problemi. Essere razzisti o xenofobi, al giorno d’ oggi, è come pen-sare di poter bloccare uno tsunami con un tappo da lavandino. Bisogna aver la pazienza e la capacità di spiegare che il mondo futuro sarà, inevitabilmente, diverso da quello attuale. Che una Europa che ha sempre vissuto nel benessere dovrà imparare ad es-sere generosa verso nuove realtà che, se arrabbiate, potrebbero loro sì davvero schiacciarci.Bisogna far capire, allora, che i vecchi schemi su cui spesso ragioniamo sono ormai superati. Non possiamo avere solo paura di subire l’immigrazio-ne: dobbiamo iniziare a pensare, anche noi, alla possibilità di migrare verso Paesi come Cina ed India in espansione. Il mondo va in una direzione chiara: un modello multietnico, colorato, vivace. Sta a politici seri, e non a furbi demagoghi, spiegare che ciò che ci fa paura oggi può trasformarsi in una opportunità domani.

Ldi

FrancescoDamiano

CorrispondenteBloq Magazine

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L’Europa del nuovo millennio segnata dalla dilagante xenofobia

SOCIETA’22

Un “sobrio”manifesto

di quei simpaticoni della Lega Nord.

Un gruppo di garbati gentiluomini

che tanto seguitohanno

tra le “personcineperbene” di questa

sventuratanazione ...

(compresi quelliche a chiacchiere

si definisconocattolici e cristiani).

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l 1° Circolo didattico di Aversa guidato dal Dirigente Scolastico dott.ssa Margherita Anna Pisanel-li, ha sviluppato, nell’ambito del progetto “Legalità”, un percorso rivolto al concorso: “Centocin-

quanta anni di contributo delle donne alla costru-zione della Nazione, dello Stato, della Democra-zia” bandito dal MIUR per la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il concorso propone una riflessione sul ruolo della donna nel processo di unificazione del paese e sull’opera realizzata dal-le donne nel corso della storia dello Stato unitario.Gli alunni delle classi 4e hanno effettuato un percor-so storico-sociale del nostro “Risorgimento”, guidati dai docenti del gruppo Legalità ed hanno: scoperto, vissuto con entusiasmo e tanta curiosità tratti della nostra storia, a volte incantati da tanto eroismo, a volte perplessi per tanta ingiustizia.Una carrellata di personaggi: pensatori, combatten-ti, generali, politici, gente del popolo che si è fatta

strada piano piano nella mente dei bambini, rimasti affascinati, come i bambini di sempre, dalle impre-se garibaldine.Le attività di laboratorio hanno tracciato un quadro del nostro passato nazionale: gli alunni in gruppo hanno: ricercato, letto, discusso, disegnato, ballato, cantato “il nostro Risorgimento” ed hanno affronta-to la tematica della presenza del ruolo delle donne nel processo di unificazione e formazione dello Sta-to italiano. In questa esperienza hanno ricostruito, all’interno di uno spazio come il “Risorgimento” connotato fortemente dall’immaginario maschile la presenza dell’altra soggettività: quella femminile. Ha sbalordito questa: “donna non cittadina”, ma consapevole della propria identità nazionale.Gli alunni hanno individuato figure che apparten-gono alla storia e che si incrociano con gli stessi valori ed ideali. Personaggi invisibili: “donne invi-sibili” riviste con l’obiettiva semplicità dei bambini in una galleria di profili attraversata con attenzio-ne e sorpresa.

SOCIETA’ 23

a curadellaRedazione

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Tante le donne invisibili che hannocontribuito alla nascita dell’Italia unita

I

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Salve dott.ssa sono una donna di 29 anni, dopo varie vicissitudini familiari ho iniziato a soffrire di obesità. Tante sono state le diete che ho intrapreso ma non sono mai riuscita a portarne a termine una e ogni volta ho ripreso i chili con gli interessi. Adesso, mi han-no proposto di provare la dieta col sondino naso gastrico ma io ho molte riserve per questo nuovo metodo di dimagrimento. Cosa mi può dire?

Gentile lettrice, dalle mie conoscenze la metto al corrente che questa tecnica consiste nell’applicazione di un son-dino che parte dal naso e arriva allo stomaco dove rilascia delle sostanze proteiche. La scelta di iniettare le pro-teine in forma liquida, sostituendole a quelle che assumiamo con i cibi, è legata alla loro maggiore digeribilità e al lento assorbimento da parte del cor-po, elementi che determinano un calo

della massa corporea. Seppur vero che questa tecnica può essere una strada per affrontare la degenerazione dei chili di troppo, tuttavia, non risolve le problematiche psichiche che spesso appartengono all’obeso.Dietro le cellule adipose degli obesi, troviamo spesso la sensazione di fal-limento per quella dieta che non si riesce mai a seguire, per quell’attività

fisica che non si riesce mai a praticare, fattori che alimentano e potenziano il circolo vizioso dell’autovalutazio-ne, radice portante di questo disagio. Inoltre, tra le righe di chi soffre di un disturbo del comportamento alimenta-re, si coglie spesso che il parametro di valutazione personale è dato dalle for-me corporee (es. “CON QUESTI CHI-LI NESSUNO M’ACCETTA”, “RIDOT-TA COSI’ NON VALGO NULLA”). A questi pensieri, seguono emozioni negative come una profonda tristez-za, un’ intensa rabbia che mettono in moto “la fame della mente” ossia, ai vissuti auto svalutanti che caratteriz-zano l’obeso, ne consegue la risposta automatica dell’iperalimentazione che sfama quella mente offuscata dalle idee disfunzionali. La invito a riflettere su questi temi, per aiutarla a fare una scelta, dopo un’attenta analisi dei suoi bisogni.

L’obesità risiede nelcorpo o nella psiche?

Specialista inPsicologia Clinicae-mail: [email protected]. 333.941.53.15

dott.ssa Vincenza Marino

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AntonioZacchia

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asseggiando per le strade di Teverola come in quelle di altre realtà limitrofe, i commenti sulle ultime notizie di vita politica del paese rimbalzano in un susseguirsi di ingiurie nei confronti dell’attuale classe dirigente parlamentare. Ne ho parlato con Carlo Colella, gio-vane teverolese attivista politico da diversi anni, fon-datore ed ideatore del Movimento Sociale Giovani Teverola che proprio in questi giorni ha annunciato, insieme ad altri giovani armati di tanta voglia di fare, l’apertura della sede del movimento in Via Cavour. Un “in bocca al lupo”personale a tutti i componenti.“La Generazione Nuova, è imbevuta degli scandali di ogni genere e grado di cui si macchiano le sud-dette personalità e così, la maggior parte dei giovani, per conservare la propria integrità morale prende le distanze dal mondo politico gridando sempre più a squarcia gola che ‘i politici sono tutti ladri’ oppure ‘la politica è una cosa sporca’. A causa di questa sfi-ducia, così come i politici palesemente hanno preso, da tempo, le distanze dal popolo italiano conside-randosi una casta ricca di inauditi privilegi tanto da far rabbrividire qualsiasi altro politico della Comunità Europea, così lo stesso popolo diserta, con statistiche alla mano, i seggi elettorali.Soluzioni disperate quelle di far votare i connazionali residenti all’estero e ad extracomunitari con requisiti mirati allo scopo rivelano inequivocabilmente il ma-lessere che affligge questo Paese. Ancor più palese il grado di responsabilità di alcuni noti esponenti di go-verno che rilasciano dichiarazioni preregistrate e tra-smesse dai mass media a seguito del loro “ipotetico” coinvolgimento in acquisti immobiliari di dubbia tra-sparenza e cortocircuitando, in tal modo, la potenzia-le pericolosità presente nelle pungenti domande cela-te nella dialettica di un’intervista giornalistica. L’ere-dità di governo riversata sul Popolo Italiano, quindi sulle generazioni future, è un patrimonio fatto solo di incertezza e precariato, e così come sempre, pur di dare una parvenza di legit-timità istituzionale a gover-nare, si viene presi in con-siderazione solo durante il periodo elettorale. Ecco perché i giovani di oggi hanno rinunciato a credere negli ideali che nel passa-to hanno fatto da ossatura alla Costituzione Italiana Originale, invidiataci da tutti i paesi del mondo per il suo intramontabile spiri-to moderno e dagli elevati contenuti morali, principi

espressamente voluti al di sopra di ogni tendenza di partito.Forse è questo il motivo per cui a molti nostri parla-mentari calza un po’ troppo stretta senza contare poi delle leggi coniate “ad personam” dagli stessi , leggi del tipo “salva Tizio” oppure quelle che prevedono la mancata reclusione in caso di colpevolezza per co-loro che hanno una determinata età anagrafica, ecc. In questo quadro di coerenza al negativo giustamente c’è chi crede ancora negli ideali ma non viene soste-nuto nel portarli avanti.Se si effettua un viaggio nel tempo soffermandosi nel periodo della ricostruzione e del boom economico, lo strumento per partecipare al mutamento del paese erano i partiti, luogo in cui si cresceva, si discuteva e si selezionavano i futuri dirigenti. I giovani del tempo hanno lottato, sono scesi in piazza hanno protesta-to, hanno occupato università e uffici per cambiare quello che era il loro mondo. Con quanto appena ar-gomentato dalla gente comune, questa realtà è oggi giorno del tutto estranea all’Italia. L’affievolimento di questi punti di riferimento ha prodotto riflessi di vasta portata in tutta l’opinione pubblica. La conseguenza principale è stata quella di un ulteriore accrescimento della consapevolezza dei cittadini sul totale sfacelo subito e che inermi , purtroppo, debbono assistere ad un terribile vuoto di ideali e mancanza di progetti comuni, un vuoto che sempre più spesso per alcu-ni nostri connazionali viene troppo spesso riempito dalla droga e dalla micro delinquenza, sotto l’indiffe-rente sguardo dei nostri parlamentari. I giovani sono quelli che hanno più bisogno di indirizzare l’entusia-smo, educandoli da piccoli alle relazioni e alla co-municazione, mezzi che sostengono e supportano piani di crescita culturale, politica, sociale e sopratutto spirituale.”

La sfiducia nelle istituzioni coinvolge milioni di giovani

Nella foto:Carlo Colella

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CULTURA28

E’di

MirkoRambone

Corrispondenteda Milano

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in corso a Milano una mostra sull’impressionismo che si potrà visitare fino al 19 giugno 2011 al Palaz-zo Reale di Milano. La mostra espone le opere della celeberrima collezione Clark. Ma cos’è l’impressio-nismo? A quei pochi che non lo sapessero diciamo che nella seconda metà dell’800 nacque a Parigi un nuovo modo di rappresentare la pittura.Con eleganza, gusto e raffinatezza gli artisti nelle loro

tele ritraevano oltre che soggetti in opera, anche l’ambienta-zione, la luce, l’aria e la magica armonia della natura. L’aria vibra nella luce, quindi, e si abban-dona l’ idea di di-pingere in atelier o laboratori, per farlo in parchi o in riva alla Senna. Le tele sono realizzate in tempi contenuti proprio per riuscire a ‘’cogliere l’attimo fuggente‘’: il vento, la luce ed i suoi movimenti, in particolare. Soltan-to i colori puri venivano utilizzati e i contorni erano quasi sempre poco definiti. Non vi erano ombre, ma tante diverse gradazioni di colore. Un tipo di pittura dove l’interesse era rivolto al colore più che al dise-

gno. Il circolo di artisti costituito da Pierre – August – Renoir, Cloude Monet, Edgar Degas, Edouard Ma-net aveva desiderio di trasmettere dei concetti che non furono subito chiari a tutti: ossia quello di raffi-gurare la realtà così come si presenta. Un’arte fatta di idee e sensibilità, dunque? Ma può esserci arte se non c’è verità? Fatto sta che in quegli anni al Salone

di Parigi vennero rifiutate parecchie opere. Tra gli autori più celebri dell’epoca spicca senza dubbio: ‘’Edgard Degas’’ e le sue celeberri-me “ballerine”. Seppure non amasse raffi-gurare paesaggi naturali il suo stile pittorico veniva considerato realista perché nelle sue pitture venivano rappresentati i retroscena delle sale da ballo, dei caffè, teatri e spet-tacoli in genere. Coglieva le sue donne nei

momenti più inconsueti o nella loro intimi-tà. Donne in atteg-giamento sognante, colte mentre si pet-tinavano i capelli, mentre allacciavano le scarpette di danza, o mentre osteggiava-no eleganti ventagli durante le prove. In lui vi era una grande precisione anatomica e per cogliere la posa giusta delle sue muse

ripeteva le tele più e più volte. Cloud Monet iniziò a dipingere vendendo bonarie caricature. Fu uno dei primi esponenti della belle-époque. In tutte le sue opere amava raffigurare scenari naturali. Egli non usava mai colori come il bianco, o il nero, perché sono colori che non troviamo in natura. E con sapienti tocchi di pennello riusciva sempre a ‘’cogliere l’attimo’’. Dipinse in tut-ta la sua vita oltre mille opere. Mirbeau scrisse di lui: ”Un’ennesima prova dell’unico grande pittore che non abbia mai dipinto un quadro triste”.

In corso a Palazzo Reale a Milanouna mostra sull’impressionismo

partendo dall’altoDegas:“Ballerine nella classe di

danza”,1880 olio su telacirca 39,4x88,4 cm

Renoir:“Il ponte di Chatou”, 1875Renoir: “Il palco a teatro (al

concerto)” , 1880 olio su tela99, 5x80,7 cm

Renoir:“Bagnante bionda”, anno 1881 olio su tela 81,6x65,4 cm

Renoir:“Ragazza con ventaglio”, 1879 circa

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IDENTIKART 29

ognome: Villano Nome: Nicola Nato il: 26/03/1948 A: Orta di Atella Cittadinanza: Italiana Residente: Orta di Atella

Segni particolari: Pittore, Ceramista. Laureato Accademia Belle Arti di Napoli Sito web: www.nicolavillanoarte.it Facebook: cerca Nicola Villano [email protected] Cell:335.769.72.21

La ricerca del bello è finalizzata al piacere. Un piacere inteso, però, come ricerca di sensazioni positive derivanti dalla vi-sione delle opere d’arte. Nei dipinti di qualsiasi periodo storico c’è un a ricerca del “bello”. Il raggiungimento del piacere, ot-tenuto da tale visione, viene provocato dall’onda d’urto visiva scatenata dalla composizione del colore e dalla distribuzione dei toni. Migliaia di pennellate di colore, apparentemente ca-suali provocano attraverso la visione dell’occhio il “piacere”. Nei dipinti dell’artista Nicola Villano la rappresentazione del bello diventa il fine ultimo della sua arte. I suoi dipinti sono dotati di uno straordinario charme. L’esperienza della sua gestualità lo distingue dalla massa. La sua capacità creativa, schietta e pura, fa di quest’artista un grande interprete della pittura moderna. L’impatto delle sue opere è grande. La sua arte si contraddistingue grazie alla sua maestria nel dosare i colori. Colori frammentati in brevi pennellate compatte, capaci di trasmettere sensazioni uniche, dove la volontaria voluttà ne fa da componente principale. Una fonte primige-nia di sensazioni, raffinata con gli anni dalla grande umanità dell’artista. Il richiamo del bello nelle sue opere è derivato principalmente dall’ordine, dalla stabilità e dalle proporzioni del soggetto dipinto. Villano compie un’attenta e continua ricerca estetica nelle sue opere. La genuinità e la forza del

diGiuseppe

Della Volpe

Esperto dicomunicazione

visiva

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Nicola Villano: frammenti divoluttà all’origine della bellezza

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BLOQ Magazinemette a disposizione di tutti gli artisti

aversani e dell’agro uno spaziocompletamente GRATUITO

per far conoscere al grande pubblico le proprie opere.

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L’operaraffiguratasi intitola:“Frammenti di tempo”

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Anno 2005

temperamento fanno di quest’artista un grande interprete della divulgazione espressiva. Da artista eclettico qual è, la sua ricerca del bello non si fonda solo sulla pittura a olio, ma la sua frenetica esplorazione del “seducente” approda anche nell’affascinante mondo della ceramica. Wilde disse: “La vita è il risultato dell’arte e l’arte in senso contrario è la vita stessa”.

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ono la mamma di un bimbo di 5 anni e mezzo che ha già delle brutte carie in parte curate.Mio figlio non è molto collaborante perchè dice di avere paura.La dott.sa che lo ha in cura ci ha consigliato di informarci circa il ricovero e l’anestesia per poter curare tutte le carie in una sola vol-ta, ma non sono molto convinta.Il problema ora è che ho notato che le carie stanno peggiorando ed ho il forte timore che possa compromettere anche i denti perma-nenti che ancora non sono usciti. Grazie per ogni eventuale chiarimento.

Gentile signoracapisco le sue ansie e le sue preoccupazioni, essendo prima di tutto un padre, ma per espe-rienza le dico che gran parte delle paure dei bambini, non avendo loro esperienze negati-ve pregresse, vengono proprio dall’ansia e la preoccupazione dei genitori.Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un collega che abbia esperienza nel trattare gio-

vani pazienti e anche se può sembrarle stra-no le consiglio di non assistere ai trattamenti, perchè la presenza dei genitori spesso crea più stress al piccolo paziente e lo rende poco collaborante. Una valida alternativa è rappra-sentata dall’analgesia sedativa una tecnica vecchia di cinquant’anni in altri paesi ma pur-troppo non ancora molto diffusa qui da noi e che, senza alcun effetto dannoso, dà un imme-diata sensazione di benessere e di rilassamen-to permettendo a suo figlio di sottoporsi a qua-lunque terapia odontostomatologica in piena collaborazione (durante l’analgesia i pazienti rimangono vigili) riducendo lo stress, il fasti-dio/dolore e cosa più importante senza che si abbiano brutti ricordi, che sono la maggior causa di problemi del cavo orale in quanto, la paura del dentista, porta a nascondere gli eventuali problemi con inevitabili ripercussio-ni negative sulla salute.

Cordiali SalutiDott. Fabio SICHEL TURCO

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La paura del dentista nei bambini sconfitta dall’analgesia sedativa

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Il M° Francopaolo Candigliota nominato Commendatore

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, su proposta del Consiglio dei Ministri ha conferito al Prof. M° Francopaolo Candigliota la Croce di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana. Il neo Commendatore può vantare una carriera di oltre cinquanta anni, che lo ha visto da giovanissimo intraprendere l’attività concerti-stica come baritono. Dopo gli studi musicali e vincitore di concorsi lirici (Teatro G. Verdi di Trieste, Fondazione Rossini di Pesaro, ecc.) si è perfezionato nel repertorio della musica vocale da camera dei grandi operisti italiani (Verdi, Rossini, Mascagni, Donizetti, ecc.) ed a quello della “romanza da salotto” dei compositori Tosti, Denza, De Curtis, Lama, ecc., che poi presenta in tournée di successo, per più di un decennio, sia in Italia sia all’estero (Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svizzera, Malta, Canada, America Centrale, Venezuela, Colombia, Guate-mala, Panama, ecc.). Successivamente é nominato, con delibera approvata dal Ministero del Turismo e Spettacolo e dalla Regione Abruzzo, Direttore dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Pescasseroli, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, per promuovere manifestazioni e eventi di incremento turistico.Dopo ancora un decennio di successi nell’ambito turistico, durante il quale consegue anche la Laurea in Scienze Turistiche, considerandoterminata questa esperienza accetta, dall’Ente Provinciale per il Turismo di Roma, il pre-stigioso incarico di Direttore Artistico per un ciclo di manifestazioni Internazionali sull’Isola Tiberina.Negli anni ottanta è attratto dalla moda e, per un altro decennio, promuove nelle principali città d’Italia ed all’estero (Francia, Germania, Svizzera, Austria, Spagna, Inghilterra, Scozia,Lussemburgo, Canada, U.S.A., Vene-zuela, Colombia, Rep. Popolare Cinese, Hong Kong, ecc.), in collaborazione e con il Patrocinio dei Ministeri Af-fari Esteri, Commercio con l’Estero, l’I.C.E., le Regioni e le varie Rappresentanze Diplomatiche e Organizzazioni Italiane all’estero, manifestazioni per l’Alta Moda e la Sartoria su misura, con i maggiori stilisti e sarti italiani, con “sfilate - spettacolo” innovative e di successo. Esperienza questa che ha svolto con successo anche nella città di Aversa con la manifestazione “Aversa è moda”, per il Comune e “Aversa è solidarietà” per i Lions,oltre ad eventi musicali dedicati al musicista conterraneo Domenico Cimarosa.Ha la Docenza di Turismo Moda e Spettacolo nella Libera Facoltà di Scienze Turistiche a Caserta. Pur essendo nato e vissuto a Roma e avere viaggiato professionalmente molto, anche all’estero, è rimasto particolarmente lega-to a Pescasseroli, che considera il suo Paese. Infatti, é tuttora fortemente presente in quel territorio, dove è anche il Presidente della Pro Loco da lui fondata e dove realizza periodicamente eventi culturali e di spettacolo sempre molto apprezzati. Ha l’incarico, nella Consulta Cultura e Scuola P.D.L., di Responsabile Regionale - Ufficio Studi e Osservatorio sulle Attività Culturali dello Spettacolo.

Lo striscione all’ingresso del liceo “Eotvos Jozsef” a Nyregyhaza recitava: “Benvenuti amici italiani”. Questo il tono dell’accoglien-za ricevuta dal gruppo degli studenti italiani dell’Istituto professio-nale “E. Mattei” di Aversa ospitato in Ungheria per una settimana, dal 4 all’11 aprile scorsi, nell’ambito del programma di scambio di classe organizzato in collaborazione con AFS-INTERCULTURA e il patrocinio del Comune di Aversa.Un “viaggio andata e ritorno” tra culture iniziato a novembre ad Aversa e che è proseguito con questa emozionante settimana. Gli attori principali coinvolti sono stati gli studenti di due Paesi diversi che si sono ospitati a vicenda nelle rispettive famiglie e scuole. Intenso il programma dellasettimana: lezioni a scuola, spettacoli teatrali e musicali, visite gui-date sul territorio e naturalmente quella alla capitale, Budapest e al Parlamento ungherese. Accolti con tutti gli onori studenti e do-centi italiani hanno salutato il Dirigente del liceo Dr. Istvan Koma-romi, il rettore del College universitario di Nyiregyhaza e il Vice-sindaco della città. Nel week-end il consigliere comunale Michele Galluccio ha volato da solo pur di raggiungere il gruppo e portare il saluto del primo cittadino, Ciaramella, alla città ungherese.Le due amministrazioni non escludono un futuro gemellaggio: “Grazie a questo incontro ho scoperto, al di là delle superabili bar-riere linguistiche - ha dichiarato Galluccio - una sostanziale identità di ideali e di aspettative per il futuro, ed abbiamo gettato le basi per costruire un’amicizia che andrà molto al di là del breve spazio di

tempo condi-viso”. L’obiet-tivo, attraverso l’incontro e la vita in co-mune, è stato quello di com-prendere, al di là dei luoghi comuni e dei preg iud iz i , che la diversità è ricchezza. “Obiettivo raggiunto con successo” - ha commentato il vicepreside prof. Gennaro Bosso che perso-nalmente ha accompagnato il gruppo di 14 studenti italiani - “I nostri studenti hanno potuto confrontarsi con una cultura diversa e hanno rafforzato sentimenti quali la tolleranza e il rispetto”. Sod-disfatto anche il D.S. Dott. Giuseppe Manica che ha sostenuto il progetto dal nascere, una scelta illuminata che pone il Mattei in prima linea sulla via dell’internazionalizzazione dell’offerta formativa, - “Ritengo l’educazione interculturale un valore fonda-mentale della scuola, una sfida non sempre facile ma che rap-presenta un’occasione unica per migliorarsi aprendo la scuola al mondo”. Ma sono gli studenti che entusiasti hanno commentato l’esperienza solo positivamente, tutti d’accordo: “lo scambio di classe, aiuta, migliora, non si dimentica più”.

Gli studenti del Mattei ospitati in UngheriaAVERSA

NOTIZIE 31

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LETTERE AL DIRETTORE32

Cdi

PiaPangese

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

aro Direttore, tu che sei bene informato, certamente saprai che oggi 1° Maggio Giovanni Paolo II sarà be-atificato da Benedetto XVI in Piazza S. Pietro a Roma alla presenza di milioni di fedeli pro-venienti da tutto il mondo. Questo riconosci-mento, atteso da tutti i cristiani e specialmente da coloro che appena dopo la sua dipartita già lo volevano “ Santo subito ”, che ci riporta allo straordinario evento della “visita pasto-rale” di Papa Woityla alla Diocesi di Aversa, il 12-13/11/1990, definita dal compianto Ve-scovo Giovanni Gazza “un inestimabile dono, immenso”, è stata occasione di profonde ri-flessioni per stimolare un intenso programma pastorale di alto rilievo e soprattutto aderente alla realtà del territorio aversano. Il seme spar-

so, l’enorme impatto morale, spirituale e civico prodotto sulle co-scienze è sintetizzato nella frase di commiato: “ Porto con me la vostra voglia di vivere e di vivere con dignità”!Un messaggio diretto per le nostre genti, che sono state invita-te ad iniziare una vita nuova, grazie ad una esortazione lanciata nell’animo di migliaia di credenti, affascinati dalla persona e dalle parole, che sono state seme fecondo per far fiorire una nuova qua-lità della vita sulla travagliata quotidianietà della nostra terra. Pur avendo coscienza che i problemi delle città e dei territori sono complessi e gravi, i cristiani devono essere coraggiosi e ripieni di speranza e di gioia. Pur trattandosi di difficoltà ponderose, do-vute a sovrappopolazione, immigrazione, disoccupazione, traffi-co, emarginazione sociale, inquinamento ambientale, devianza minorile, criminalità, “nessuno si tiri indietro!” Occorrono, per converso, impegno e sforzo solidale, spirito di servizio e colla-borazione per proseguire nell’arduo cammino di ricostruzione, avendo come riferimento solido la “famiglia cristiana” che , in forza della sua secolare esperienza, sarà scuola insostituibile di umanità e rinnovamento sociale.Ancor più toccante, caro Direttore, fu il discorso pronunziato in Cattedrale, all’incontro con sacerdoti, religiosi e religiose e con i responsabili dei movimenti e dell’apostolato laicale, caduto nell’anno del IX Centenario di Fondazione e dell’inaugurazione della mostra “Tesori d’arte del Duomo Aversano”, che comme-morava il fausto anniversario e si confermava “il centro della vita religiosa dell’intera Diocesi”.Invitando tutti ad “essere degni delle tradizioni apostoliche”, scongiurò il clero a non compromettersi con i tanti falsi richiami di questo mondo ma a testimoniare “la fede che ha modellato la cultura e la storia del popolo aversano, arricchendolo della sa-pientia cordis, che scaturisce dal Vangelo”. Un’altra tappa signifi-cativa del suo percorso si tenne presso la Centrale Ortofrutticola,

dove il Santo Padre ha rivolto un discorso agli agricoltori, accorsi in massa dalle città e dai centri rurali della Diocesi. In quella oc-casione è stata ri-affermata la necessità che il sistema economico favorisca uno sviluppo armonico, che sia rispettoso dei diritti dei lavoratori dei campi. Ricordando che questa zona è detta “terra di lavoro”, per cui è particolarmente vicina al Padre, che ha affi-dato all’uomo, come sua prima missione, il compito di lavorare il suolo, Giovanni Paolo II ha auspicato che il processo produttivo, collegato alla terra, si inserisca a pieno titolo nella complessità del sistema economico, di cui l’agricoltura è solo un anello. Perciò è necessario armonizzarsi con gli altri settori produttivi, con gli or-ganismi economico-finanziari e con le istituzioni politiche, onde evitare che possano scomparire le imprese agricole a gestione fa-miliare: una risorsa insostituibile.Dopo essere stato al PIME di Ducenta per inginocchiarsi sulla tomba di P.Paolo Manna che poi egli stesso rese Beato e essersi recato in visita al Santuario Mariano di Casapesenna, il cammino del Papa si concluse il 13 novembre alla ore 16,00 con la solen-ne Concelebrazione Eucaristica, svolta nell’ex Campo Profughi, dove accorsero circa centomila fedeli, ai quali è stato rivolto un invito accorato a ritrovare insieme il senso dell’impegno e della speranza.Facendo forza sull’Eucaristia, come celebrazione dell’amore, della fratellanza, del perdono e della promozione di ogni nostro simile, il Santo Padre ha invitato la comunità cristiana di Aversa, riunita intorno al Vescovo di Roma, ad offrire a tutti: “il bacio del-la pace”. Annunziando che il Signore ha parole di vita eterna, ha sottolineato che il viatico per giungere ad essa è l’amore, quello di cui San Paolo scrive che non avrà mai fine.Particolarmente significativo fu anche il commiato di Sua Santità che, al termine del suo pellegrinaggio in Campania, ha avverti-to la volontà della gente di costruire una società rinnovata che, grazie al dinamismo spirituale delle singole comunità, eleva un corale e deciso “si alla speranza, all’amore in Cristo Redentore, che accompagna chi si mette al suo passo per costruire insieme a Lui un mondo dal volto umano, una società fondata sul rispet-to di Dio e del prossimo”. In questo cammino Egli assicura tutti che “il Papa è con Voi”, al fin che, suscitando negli animi una sempre maggiore adesione al messaggio evangelico, si continui ad alimentare nei cuori il consolidamento della Fede, a ravvivare la Carità, a rinvigorire la Speranza. Pertanto gli uomini del nostro tempo devono essere convinti che il Vangelo contiene il monito a compiere veramente la volontà di Dio: i buoni propositi da soli non servono a niente. Occorre passare dalle parole alle azioni, dalla buona volontà ai fatti, dal momento che la fede è un espe-rienza continua, che si rivela compitamente nel modo di essere e in quello di agire dei singoli. Insomma, poiché, come già ci ammoniva Sant’Agostino, “l’azione è l’Epifania dell’essere”, caro Direttore, ti invio i miei più cari saluti…attivi.

Il Papa che visitò la città di Aversa diventa beatoOggi in piazza San Pietro a Roma Papa Benedetto XVI proclamerà beato Giovanni Paolo II, il Papa che nel lontano 1990 visitò Aversa

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E quest’annocon l’avvio delgemellaggiocon la baseamericana diGricignanoper i nostribambiniuna Pasquaa “stelle estrisce”

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nno 2011, Italia. La scelta per chi prova ad occuparsi di politica e/o società sembra essere obbligata: scendere in campo e partecipare alla rissa quotidiana. Di cosa tocca occuparsi? Fondamentalmente, sempre delle stesse, iden-tiche cose: un vecchio Primo Ministro che ripete, stancamente ormai, lo stesso identico copione da quasi venti anni.I comunisti, i giornali di sinistra, i pm politi-cizzati, la giustizia ad orologeria: ora anche i professori eversivi. Sempre le stesse identiche parole, gli stessi argomenti triti e ritriti, proprio come un Boldi o un De Sica alle prese con l’ennesimo cinepanettone.Ecco, siamo sinceramente stanchi di questo stato di cose. Sapete cosa mi fa davvero sor-ridere? Leggere dei “ retroscena” della politi-

ca sui vari quotidiani nazionali, di ogni schieramento. Scoprire di come possa evolvere lo scenario politico nazionale. Come se ci fosse qualcosa di nuovo all’orizzonte. A mio avviso è tutto cosi semplice, ovvio. C’è ben poco da immaginare o indovinare. Senza avere chissà quali doti divinatorie, il futuro della politica italiana è facile da prevedere. Berlusconi ha un unico, ultimo, obiettivo da raggiungere: diventare Presidente della Repubblica. L’ego smisu-rato del personaggio prevede la beatificazione finale con la tappa obbligata: Padre della Patria. Riesco perfettamente ad immaginar-melo il Cavaliere, che non vede l’ora di deliziarci il 31 dicembre sera con il suo bel discorso alla Nazione. Per raggiungere il suo obiettivo, il Silvio nazionale non dovrà fare altro che solleticare le ambizioni di Pierferdinando Casini, offrendogli la poltrona di Pre-sidente del Consiglio. Il ritorno a casa del figliol prodigo Pier sarà il leit motiv dei prossimi mesi, statene pure certi. Si accettano scom-messe. Superata questa sbirciatina sul teatrino della politica italiana, lo spunto sulle vicende dei nostri politicanti mi porta a fare una riflessione sul senso stesso della politica, della democrazia. Nel denunciare lo stato di degrado della “casta”, analisti illuminati intendono argomentare in questo modo: i nostri politici altro non sono se non lo specchio della società italica. E Berlusconi è quello che impersona, più di ogni altro, vizi ( molti) e virtù (???) dell’italiano medio. I nostri politici sono dei corrotti? Anche molti italiani lo sono. Le barzellette sconce? In tutti i bar di periferia si raccontano.Le regole non rispettate e calpestate? Perché, voi citta-dini rispettate la fila alla posta? Le bugie spacciate per verità? Un classico del marito fedigrafo da commedia all’italiana. Ipocrisia e cialtroneria la fanno da padrona? Come in un qualsiasi ufficio pubblico. Ho l’impres-sione che nell’affermare ciò, nel fare riferimento agli aspetti peggiori degli italiani per giustificare i nostri po-

liticanti, si tradisca l’essenza stessa della democrazia, del diritto al voto. Riflettiamo un attimo. Nel momento in cui scelgo di recarmi al seggio elettorale; nel momento in cui scelgo una persona che dovrà rappresentarmi; nel momento in cui, col mio voto, mando quella persona a guadagnare 15.000 euro al mese al Parlamento; nel momento in cui rimetto la mia fiducia in questo qualcuno… ecco, in quel preciso momento non posso pensare di scegliere una persona che ha le mie peggiori caratteristiche.Se scelgo qualcuno, proprio quel qualcuno, è perché credo, o al-meno spero, che quel qualcuno abbia delle qualità, dei pregi, delle capacità. Che, insomma, possa essere migliore di me, o che alme-no abbia delle qualità che io non ho. Qualità morali, intellettuali, talento, che giustifichino la mia scelta di investire tempo, danaro, fiducia in lui. Il concetto intrinseco di voto è, a mio avviso, questo. La democrazia è questa. Scegliere i “ migliori” della società per ri-solvere problemi, per trovare soluzioni.Se invece so che vado a scegliere qualcuno che è come me ( molto spesso anche peggio di me), che non ha alcuna qualità specifica, talento o caratteristica particolare, allora il mio voto è inutile.Allora meglio io. Meglio me. Me inteso come singolo elettore. E quindi meglio l’anarchia. Se non credo di poter eleggere qualcuno di davvero meritevole, il sistema non funziona.Volendo esagerare, come singolo cittadino posso essere consape-vole di essere un bugiardo, un furbacchione, finanche un ladro: ma nel momento in cui scelgo il mio rappresentante politico, voglio, anzi, pretendo che lui non lo sia. Voglio almeno potermi illudere che sia una persona onesta, pulita, perbene.Ecco il motivo dello sfascio della politica italiana. Ecco il fallimento dell’immedesimazione dell’elettore con il proprio candidato. Mai immagine è stata più scellerata. Onestà. Educazione. Rispetto. Se-rietà. Moralità. Forse, quando il suono di parole come queste ab-binate alla politica non susciteranno più sorrisini ironici, vorrà dire che l’alba di un’altra Italia sarà davvero possibile.

SOCIETA’34

Adi

FrancescoDamiano

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

Per diventare un paese moderno è necessario scegliere tra i migliori...Per creare una classe politica seria, capace di risollevare il Paese trovando le soluzi-oni e risolvendo i problemi, bisogna tornare a scegliere tra i “migliori” della società

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PAGINE ATELLANE 35

er celebrare l’Earth Day, il Console generale degli Stati Uniti Donald L. Moore, si è recato a Sant’Arpino (in provincia di Caserta) per fare vi-sita al Parco Archeologico di Atella, i cui lavori di realizzazione sono in corso di ultimazione. L’evento è stato curato da Legambiente e Am-

ministrazione Comunale di Sant’Arpino (Ce).Il console è stato ricevuto presso la sede comunale, nel seicen-tesco Palazzo Ducale “Sanchez De Luna”, da una delegazione composta dal Sindaco Eugenio Di Santo, dall’Assessore all’ur-banistica e ai lavori pubblici Elpidio Iorio e dal Presidente del Circolo Atellano di Legambiente “Geofilos” Antonio Pascale.Il console è parso molto compiaciuto alla vista degli splendidi ambienti del Palazzo, in particolare del Salone dei Busti e del-la Pinacoteca di Arte Contemporanea “M.Stanzione”.La delegazione, poi, ha fatto visita al Parco Eco-Archeologico di Atella situato lungo la via Martiri Atellani.Qui, accompagnato da archeologi, da esperti della Soprin-tendenza Archeologica e dai tecnici per i lavori del parco, il Console ha ammirato i resti di un edificio termale romano rinvenuto in seguito alal campagna di scavi tuttora in corso. Proprio in prossimità degli scavi è stato an-che piantato un albero, accompagnato da una targa ricordo, a simbolo della rinascita del territorio all’insegna della storia e della tradizione locale.Nel corso della visita, i presenti si sono confrontati sui temi legati allo sviluppo sostenibile e alla tutela delle risorse del-la Terra, con particolare attenzione alle problematiche riguardanti le politiche e le abitudini alimentari e le conseguenze di queste sulla salute. Il Comune Atellano e Legambiente hanno anche ufficializzato la volontà di avviare un percorso condi-viso per arrivare alla realizzazione di orti sociali nell’ambito dei terreni del Parco Archeologico. Orti che avrebbero il non trascurabile merito di coniugare storia e ambiente, sviluppo e cultura. Tematiche su cui si è dichiarato molto interessato il console e che si è impegnato a seguire con attenzione al fine di intensificare le sinergie tra le nostre terre e quelle statu-nitense. Un modo proficuo e singolare per celebrare la festività dell’Earth Day, riconosciuta da ben 192 nazioni e festeg-giata da quasi mezzo miliardo di persone.

L’Earth Day fu celebrato a livello interna-zionale per la prima volta il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conser-vazione delle risorse naturali della Terra.

Un avvenimento educativo ed infor-mativo utilizzato come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, l’esau-rimento delle risorse non rinnovabili.

a curadellaRedazioneAtellana

Bloq Magazine

Sant’Arpino: il console americanovisita il Parco Archeologico di Atella

P

E’ in corso la XIII edizionedi PulciNellaMente

La XIII edizione di PulciNellaMente è in pieno svolgimento. Si tratta di uno tra i più importanti eventi di Teatro Scuola che si tiene in Italia. L’evento, che si avvale di prestigiose vicinanze istituzionali tra cui quella del Presidente della Repubblica Napolitano, che ha donato quattro medaglie premio alle scuole in concorso, è iniziato lo scorso 29 aprile e durerà fino all’8 maggio. Sede dell’evento la città di Sant’Arpino. La manifestazione è promossa dall’Associa-zione “Il Colibrì”, con la collaborazione di Comune e Pro Loco di Sant’Arpino, UNPLI Caserta, Geofilos Legambiente, e con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dei Beni Culturali e della Provincia di Caserta. Tanti e variegati gli appuntamenti in programma, che così come per il passato sono legati non solo alle tematiche dell’arte, del teatro, della cinematografia, ma anche a quelle del disagio sociale, della devianza, della convivenza de-mocratica, della legalità, dell’ambiente, della pace. Un’impostazione che negli anni ha suscitato il vivo interesse e la vicinanza di personalità artistiche di asso-luto prestigio, tra cui si citano Dario Fo, Giorgio Albertazzi, Giancarlo Gianni-ni, Moni Ovadia, Andrea Camilleri, Michele Placido, Maurizio Scaparro, Toni Servillo, Eugenio Finardi e Massimo Ranieri. Ideatori ed organizzatori di Pulci-NellaMente sono Elpidio Iorio, Antonio Iavazzo e Carmela Barbato, affiancati dal sindaco e assessore alla cultura di Sant’Arpino, Eugenio Di Santo e Giu-seppe Lettera. Diverse le personalità del mondo della cultura, delle istituzioni, della scuola e dell’economia che parteciperanno all’evento testimoniando in tal modo la vicinanza e il sostegno all’iniziativa. L’evento si candida ad essere una sorta di “Giffoni del Teatro Educativo” di Terra di Lavoro. Il nutritissimo programma completo lo potete trovare su: www.pulcinellamente.it

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Page 36: Bloq Magazine 01 maggio 2011

maestri artigiani della Provincia di Caserta” è il titolo di un’interessante pubblicazione, edita dall’ASIPS, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Caserta, presieduta da Maurizio Pollini.Il testo, in un’elegante veste tipografica, passa in rassegna le migliori aziende e botteghe artigiane operanti in Terra di Lavoro con l’evidente obietti-vo di segnalare una fiorente attività artigiana, che nel casertano ha avuto da sempre un ottimo radi-camento.E’ una sorta di viaggio attraverso le migliori produ-zioni che attingono alla tradizione artigianale, ele-vandola al rango di autentica espressione artistica.I “maestri artigiani casertani” sono promossi e segnalati all’attenzione dell’opinione pubblica attraverso una verifica, estesa sull’intero territorio

provinciale, di tutte quelle realtà in cui il centro di produzione ar-tigianale è ancora una fucina di gesti, tecniche e manualità che si incontrano con la fantasia e la cultura, arricchendosi di una valenza artistica che imprime al prodotto caratteristiche e pecu-liarità del tutto speciali.Così ritroviamo illustrati i maestri della ceramica e quelli del ferro, i maestri del legno e quelli dei metalli preziosi, i maestri dei metalli non metalliferi e quelli della pelle e del cuoio, i maestri del restauro e quelli del ricamo in seta, i mae-stri del vetro e quelli del cristallo.Questo pro-

dotto editoriale è una prima stampa panoramica di un’atti-vità di elevato livello produt-tivo che – come chiarisce il Presidente dell’ASIPS, Mau-rizio Pollini – “potrà risultare ancora incompleta in quanto emergeranno altre realtà altret-tanto meritevoli di quelle già

acquisite”. Inoltre si incontreranno, forse, “testi-monianze di altre lavorazioni di cui la componen-te artistica attribuisce la connotazione di prodotto di pregio”.Per quanto riguarda Aversa, sono entrate nel ca-talogo, per il momento, Studi Ceramici Liguori e Ros Domenico Marmi. Si tratta di due storiche presenze dell’artigianato normanno: la famiglia Li-guori che, forte di una professionalità unita a fan-tasia, riesce con competenza a dare forma ai più svariati oggetti quali vasi, sopramobili, orologi e oggetti di arredo interno; la famiglia Ros che, de-dita alla lavorazione artigianale del marmo fin dal 1936, tramanda di padre in figlio una vasta gam-ma di prodotti, che vanno dalle cucine ai bagni , dai pavimenti ai tavoli intarsiati, dalle epigrafi alle opere cimiteriali con un’attenzione particolare al design e all’estro artistico.Insomma, il “progetto” dell’ASIPS, con testo a fronte anche in inglese, si è rivelato quanto mai opportuno e proficuo, se è vero, come è vero, che ha fissato un rilevante punto di partenza per un confronto ed un approfondimento che vanno ri-presi ed intensificati come merita l’importanza di un settore fondamentale dell’economia.Questo va fatto non solo per comprendere le origi-ni del nostro tessuto lavorativo ed il suo consolida-mento socio-economico ma anche per “delineare – come sottolinea Pollini – percorsi di sviluppo che sappiano coniugare la forza della tradizione con la capacità competitiva che deriva all’innova-zione”.

ARTIGIANATO36

Idi

GiuseppeDiana

CorrispondenteBloq Magazine

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In un catalogo dell’ASIPS: i maestri artigiani della provincia di CasertaL’iniziativa del Presidente Pollini tende a valorizzare l’artigianato di Terra di Lavoro. Presenti nella pubblicazione anche due aversani.

Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it ANNO 4 - Numero 08 - 01 Maggio 2011

Nella foto:Maurizio

Pollini

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SOCIETA’ 37

alazzo del Quirinale - RomaDistinto Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, oggi, 17 marzo 2011, ho cercato di ascoltare attentamente il suo discor-so per darne una valutazione da uomo comu-ne e cittadino italiano; con modesta disponi-bilità economica,senza amici in politica, con

il difetto originario di essere di un attaccamento puntuale alla Di-gnità dell’Uomo, di snobbare la furbizia a favore dell’intelligenza, di odiare la menzogna ,di essere disponibile verso il prossimo per dovere di filantropia laica, poiché ahimé,non ho il conforto di credere in Dio. Ebbene Presidente, la manifestazione,doverosa certamente e toccante,non è veramente convincente perché i fatti dimostrano che è in gran parte retorica, in quanto le istituzioni stanno a guardare o peggio, a provocare uno Stato, che come tanti altri nel mondo,viaggia in una direzione di paurosa oligarchia di politocrazia e plutocrazia. Per fare un esempio,negli ultimi anni il reddito da stipendio del manager è passato dalle 25 alle 45 volte quello di un operaio al minimo (senza contare quello dei grandi manager:6500 volte quello di Marchionne ). Il coefficiente Gini porta la disuguaglianza sociale in Italia del reddito a “35”.In Italia la metà di tutti i soldi che si guadagnano gli italiani (penso che questa sia “la ricchezza” del Belpaese; fonte”la Repubblica”) stà nella busta paga del solo10 % degli italiani. Ma come si fa a festeggiare veramente “questa strana” Repubblica oligarchica?Ma può mai esistere una repubblica in contemporanea con un’oligar-chia? Questa è una Repubblica Democratica fondata sul Lavoro? Mi perdoni Presidente ma io non me la bevo proprio! Presidente nel suo discorso ho sentito la parola “solidarie-tà”, ma proprio da lei avremmo voluto, invece, sentire il “Gri-do di Dolore”chiaro e forte di un sollecito ai Governi tutti di procedere,in nome della DIGNITA’ umana, ad una perequazione degli stipendi accettabile nella vera Repubblica, dove chi va a fare politica lo faccia mantenendo il suo stipendio antecedente la carica, affinché la comunità degli uomini sia garantita da persone che, al Governo, lavorano solo per filantropia e passione.Questa pesante sperequazione, invece, genera la cupidigia di quelli che non si riescono a piazzare,con ogni mezzo, in quei primi 10% della popolazione dei vantaggi e che,sempre per fare soldi, si associano a coloro che “comandano”;ai politici avanti a tutti. Per raggiungere questo scopo si diventa anche criminali, si spazzano via le regole etiche,si violano le leggi.(Perché è gia criminale, guadagnare spropositatamente anche se secondo legge quando,accanto, esistono persone nell’indigen-za!). Qui si spiega perchè nella politica si trovano spesso persone corrotte e avide di favoritismi;di nepotismo. Perché nella politica regna sovrana l’ipocrisia come prima regola del protocollo.Oggi, sull’esempio dei politici, regna epidemico il male odioso dell’ipocrisia e dell’arrivismo al potere politico e economico.Una società saggia e corretta più della rincorsa al Pil ad ogni costo si occuperebbe dell’uguaglianza dei cittadini davanti alle oppor-tunità delle risorse umane per non diffondere negli animi lo scon-tento di una società ingiusta che fomenta ritorsione e rivalsa .La rincorsa al Pil ad ogni costo ha creato una ricchezza stupi-da che si ritorce contro chi l’ha creata e soprattutto contro i più poveri. La perequazione degli stipendi, livellando quelli esosi, costruirebbe un avanzo di risorse di moneta e quindi più oc-cupazione per tutti e, senza favoritismi,emergerebbero le menti migliori anche tra le classi, oggi indigenti o medie. Queste classi,

contenendo la stragrande maggioranza dei cittadini, produrrebbero grandi nuove risorse intellettuali per il Paese evitando una grave perdita della Nazione: la “fuga dei cervelli”. (La politica, non in ultimo, è arrivata oggi perfino a reprimere e orientare le arti; a imporre mo-delli sospetti; furbi se incomprensibili alla cultura corrente. L’op-posto della intuizione giottesca. Oramai le piazze italiane per esempio, sono, oggi, infestate da monumenti mediocri o pessimi promossi per favoritimi politici).Si, Presidente festeggiamo pure l’Italia Unita, assai meglio di un’Italia divisa in frazioni a minore e maggiore reddito. Ma è troppo poco: teniamo, invece, a mente che la Dignità dell’Uomo, laico o credente, non stà al plutocrate ma all’uomo appagato nel-la saggezza delle scelte sicuramente e assolutamente sostenibili e delle grandi passioni sociali che possono crescere solo in una vera, estesa società di eguali a confronto dei diritti e contempora-neamente, certo, fortemente garantista della meritocrazia.Presidente, a Lei i miei rispettosi auguri e saluti di un cittadino comune che vuole pensare a quei pochi che esistono certamente e che vogliono credere a un futuro di un vero Stato Italiano di cittadini uguali nei Diritti e nei Doveri.

Angelo GoliaVia S. d’Acquisto

Aversa CE

riceviamoe pubblichiamo

Appello di un cittadino aversano al Presidente della Repubblica

P

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Elio Verdeconquista il bronzo agli europei di judo

Il judoka Elio Verde ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati Europei di judo che si sono svolti all’Abdi Ipekci Arena di Istanbul.Il campione di Trentola Ducenta che fa parte delle Fiamme Oro ha ripetuto lo stesso risultato ottenu-to lo scorso anno a Vienna.Il bronzo conquistato a Istambul lo ha vinto supe-rando il tedesco Tobias Englmaier. Verde ha solo 24 anni, ma nel suo palmares può vantare numerosi successi, tra cui: l’oro ai Giochi del Mediterraneo nel 2009, l’oro ai campionati ita-liani assoluti 2010 a Ravenna, il bronzo ai mondiali di Rotterdam nel 2009, Non ce l’ha fatta invece nella categoria dei 66 kg.A Istambul c’era anche un altro trentolese, France-sco Faraldo del Gruppo Sportivo Fiamme Azzure della Polizia Penitenziaria, è stato eliminato dal polacco Kowalski.

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TELEVISIONE38

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ine Trasmissioni” è il titolo del libro scritto dal regista romano Sergio Colabona (regista di Affa-ri Tuoi, La Fattoria, Tutti Pazzi per la Tele, Beato tra le Donne, Al Posto Tuo, Il Treno dei Desideri, Ti Lascio una Canzone, Grande Fratello 9) sulla faccenda “Televisione: un’ ignobile parco diverti-menti”. Il libro, romanzato, vuole far riflettere sul ruolo attuale della televisione e sulle informazioni che essa trasmette, le quali fanno del mezzo te-levisivo un mero strumento di distrazione e mala compagnia. Il regista si rivolge ai lettori del suo libro scrivendo sul retro della copertina con un tono quasi amichevole: “la televisione, date retta ad uno che la conosce bene, è morta, puzza e ci vuole contaminare”. Difatti i messaggi lanciati dalla televisione, empiricamente osservabili, non sono la realtà, che viene invece distorta ed adat-tata a dei criteri che mirano ad essere prettamente persuasivi nei riguardi del comune spettatore.Alle numerose domande Colabona risponde con cruda simpatia di essere il primo ad autodenun-ciarsi dal momento che la televisione sta suben-do un enorme degrado culturale che si ripercuote invisibilmente sulla società. Riflettendoci, al di là delle rivelazioni fatte da Colabona, la maggior parte delle informazioni che si ricevono quotidia-namente provengono dalla televisione che mira all’audience proponendo quasi esclusivamente fil-mati goliardici e circensi piuttosto che un prodotto culturale.Alla conclusione di questa serie di ragionamenti è facile dedurre che non è lo spettatore che decide cosa guardare ma è la televisione che l’impone, creando consuetudini che invogliano alla pigrizia mentale.Parodia di se stesso, questo curioso mass media, crea ripetutamente modelli ed utopie a tratti fuor-vianti e a tratti repressivi, elogiando spesso la stu-pidità e straniando per questo lo spettatore. Que-sto è il sistema che ha ridotto alcuni ideali in un cumulo di macerie. La causa di questo sono anche le entrate economiche di chi ci lavora e, a quanto pare emergere dai dati televisivi, dallo strapotere dello share. La denuncia che muove Colabona, anche nei suoi confronti, è che si sta facendo una televisione che non rispetta più i valori culturali del nostro paese.Alla domanda: quali suggerimenti dà ai giovani che vogliono intraprendere la carriera televisiva?

Il regista risponde: se i giovani hanno fortemente questa voglia malsana di fare televisione scorda-tevi di portare idee vostre perché tanto nessuno le accetta, se sapete invece abbassare la testa quan-do conviene potete fare molta carriera.E alla tanto attesa domanda: cosa vorresti cambia-re e cosa si potrebbe cambiare di questo mondo per farlo ritornare quello che era?Colabona aggiunge: la televisione aveva l’ob-biettivo di fare cultura negli anni 60 e 70, invece adesso l’obbiettivo è diventato quello di vendere i prodotti sponsorizzati, detersivi, profumi ecc.Si potrebbe cambiare ritornando a come era pri-ma, ma bisogna capire se c’è la volontà di tutti. È possibile osservare l’intervista fatta al regista Ser-gio Colabona sul canale interattivo di youtube di-gitando “Regista tv: Ci danno i soldi per non farvi pensare”. Buona visione.

Fdi

AntonioDi Grazia

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L’industria televisiva in Italia è stata creata per non farci pensareI messaggi lanciati dalla televisione non riflettono la realtà che, invece, viene distorta ed adattata a interessi politici ed economici

Pasticcione e CipollettaE’ nato da poco, ma è già noto nell’ambiente, tanto da essere invitato in varie trasmissioni televisive, il duo comico Pasticcione e Cipolletta. I due cabaret-tisti hanno pensato bene di unire le loro doti per mettere su un un duo alla “Franco e Cicco” versione napoletana. Il loro ultimo spettacolo si intitola: “E che Dio ce la mandi Bona”. Pasticcione e Cipolletta fanno ridere per la loro inna-ta comicità unita a spunti da vero cabaret. I due arti-sti questa estate, con un inedito spettacolo comico, parteciperanno ad alcune importanti manifestazioni in Sicilia. Ma conosciamoli un po’ più da vicino:Pasticcione (Antonio Schiavone) ha una lunga espe-rienza nel campo dello spettacolo. Inizia dai micro-foni della radio a soli 15 anni per poi passare ai primi canali televisivi privati. Ha presentato importanti manifestazioni canore. E’ stato il fondatore e con-duttore di Radio Platani, conduttore in varie radio libere ed emittenti televisive. E’ stato ospite su RAI3 del programma “Cominciamo bene” con Pino Stra-bioli.Cipolletta (Biagio Cipolletta) ha preso parte a vari spettacoli teatrali. Ha partecipato a programmi te-levisivi di successo come “Si salvi chi può”, “Ora si ride in TV”, ”Magic Show” e “Blu Italia” su SKY, “Frammenti di stelle”, “Cultura moderna” su Canale 5, “Scherzi a parte” e “La sai l’ultima”, “Laboratorio Zelig”, “La Notte Bianca 2005/06 Napoli”. Ha recita-to nella Fiction RAI “La squadra”.Il loro produttore/manager è Raffaele Coscione.

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on è passato ancora un secolo da quando, prima della rivoluzione digitale in fotografia (dirompen-te almeno quanto la meno cruenta rivoluzione francese) il fotoamatore di turno si recava in ne-gozio e chiedeva il “rullino” in bianco e nero o quello a colori. Emozionanti ed angoscianti era-

no, ricordo bene, i momenti che precedevano l’inserimento della pellicola nella fotocamera. Alcuni (molti) presi dall’ansia da pre-stazione fotografica e dall’incubo di ritrovarsi, una volta terminati gli scatti e sviluppati i negativi in laboratorio, tutte le immagini bianche e “bruciate” per non aver saputo effettuare l’elaboratissima operazione d’inserimento, si rivolgevano direttamente al negoziante malcapitato che, armato di santa pazienza, provvedeva a sollevarli dall’insostenibile peso di quel terribile incubo. Ricordo con sgomento scene tragiche, al limite dello psicodramma quando, aprendo la busta contenente le fotografie appena stampate dal laboratorio, il “fotovacanziere” ferragostano scopriva con un senso di devastazione interiore che le proprie fotogra-fie, scattate nel posto più recon-dito di questo pianeta e nel quale, con cer-tezza assoluta, non sarebbe più tornato, erano andate tutte irri-mediabilmente perse. Ricordo le tentazioni suicide dei primi istanti dopo la tragica scoperta. Ricordo la voglia di correre subito in agenzia-viaggi a rifare il biglietto. Ricordo la frustrazione al pensiero di non poter far morire d’invi-dia i propri amici mostrando loro posti meravigliosi nei quali aveva coraggiosamente deciso di lasciare il segno con pose indegne ed espressioni da manuale del turista domenicale! A quei tempi, tempi bui da medioevo tecnologico, se si sceglieva la pellicola a colori non vi era possibilità di ripensamenti a seconda della scena che si andava a congelare. E viceversa. La soluzione poteva risultare scomoda ed ingombrante: girare con due fotoca-mere appese al collo per ritrovarsi oggi, in pieno “rinascimento”, a soffrire a causa dei seri danni alla colonna vertebrale e per le torture del fisioterapista che, con scrupolo, competenza, efficien-za ed una massiccia dose di sadismo, infligge senza alcuna pietà.

I puristi ed i nostalgici dell’analogico sono pronti a giurare che tutto ciò era comun-que fantastico, che ne valeva la pena e che “si stava meglio quando si stava peggio”. Quelli nati nell’epoca del digitale invece non potrebbero sopravvivere nemmeno un istante a contatto col rullo da arroto-lare, con la camera oscura, le lampade rosse, gli acidi. Si chiederebbero quanti megapixel conterrebbe il sensore che non

c’è. Cercherebbero con ostinazione la modalità “effetto sepia” sulla ghie-ra dei comandi. Piange-rebbero all’idea di non poter rivedere sul display la loro foto un secondo dopo averla scattata. Uno scontro generazionale che non ha eguali anche

perchè, in maniera beffarda e cinica, il destino (o gli dei) ha permesso loro di incontrarsi e di scontrar-si in un viaggio temporale che li comprime nella stessa “epoca naturale” ma lontani anni luce per definizioni, concetti e mentalità. Se le fotocamere ed i loro obiettivi fossero fucili non esiterebbero a

farsi fuori a vicenda. Gli uni reputa-no gli altri poco più che reperti archeologici ambulanti e gli altri repu-tano gli uni degli incapa-ci dal “grillet-to facile” che sparano scatti a raffica nella speranza di indovinarne casualmente

uno su un milione. La realtà non è nel mezzo e nemmeno vi si avvicina. La fotografia prescinde dal tempo e dal mezzo. E’ il fine. E comunque la si raggiunga merita rispetto, che ci si arrivi con fotocamere da immagini in 3D o che si scatti con una semplice scatola per scarpe di cartone.

FOTOGRAFIA 39

diSalvatoreAltobelli

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Tutte le fotopubblicate in questarubrica sono statescattate daSalvatore Altobelli erintracciabili sul sito:www.salvatorealtobelli.it

La rivoluzione del “digitale” nella storia della fotografia

N

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CINEMA40

Cdi

KatiaMuscariello

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on Habemus Papam Nanni Moretti si è incentrato sui dilemmi interiori di un neo-papa e della sua evi-dente crisi d’identità al momento dell’attesa fumata bianca. Il Cardinale francese Melville (l’attore Mi-chel Piccoli) infatti, non si aspettava lontanamente di essere eletto Pontefice e viene subito assalito dai dubbi e dal peso della responsabilità che si tramu-ta in una profonda crisi esistenziale, a cominciare dal fatto che non trova un nome adatto a segnare il suo pontificato e subisce il peso del paragone con il predecessore. Quando le ante della finestra si spalancano perché il mondo possa riconoscerlo, crolla. A nulla valgono le blande rassicurazioni dei cardinali. Il Conclave decide così di affidare il caso al professor Brezzi, un notissimo psicoterapeuta in-terpretato dallo stesso Moretti, che vagherà curioso tra le inaccessibili mura vaticane. Grazie alle stravaganti trovate del regista capitolino (su tutte l’improvvisata partita di pallavolo tra due squadre di cardinali), lo spettatore ha la possibilità di girare in lungo e in largo nelle stanze e nei cortili del Vaticano. Il set del film è stato in verità parzial-mente ricostruito attraverso un patchwork di palaz-zi storici e residenze signorili del centro. Pare infatti che il Vaticano non abbia concesso per le riprese nessuno dei suoi spazi, neppure il Palazzo della Cancelleria che aveva dato a qualche fiction tv. La cosa più incredibile è stata la ricostruzione della Cappella Sistina a Cinecittà all’80% della grandez-za reale. Tutta questa attenzione alla verosimiglian-za e alla ricostruzione è una novità nella filmografia di Moretti, storicamente ed emotivamente attaccato a una Roma assai diversa da quella papalina-chic di Via Giulia e dintorni. Inoltre, il film è di gran lunga il più costoso tra quelli girati dal regista di Ecce Bombo, sfiorando addirittura gli 8 milioni di euro di budget. Con questo film, Nanni continua a mostrare con assoluta fermezza la crisi della no-stra società, lasciandone intravedere crepe e abissi, mascherandoli dietro ad una risata. Come negli altri

suoi lavori, anche qui sono ben visibili due anime: quella più squisitamente umoristica, legata alla vita in Vaticano dello psicanalista, e la drammatica crisi umana di Melville. In questa “partita” tra due fedi a loro modo assolute, una più razionale, la psicoa-nalisi, l’altra di segno opposto, quella religiosa e di Dio, Melville non trova rimedi né su una sponda, né sull’altra. Lo guardiamo vagare, uomo tra gli uo-mini, mentre si perde per le strade di Roma, rinfran-cato solo dall’affetto vero che riesce a conquistare dagli sconosciuti, segno forse che qualcosa non si è completamente infranto.

“Habemus Papam”: fumata bianca per Nanni Moretti

“ANCHE L’OCCHIO VUOLELA SUA PARTE”

di Giuseppe Nappa

Nato da un’idea di Michele Caputo e Francesco Velonà lo spettacolo comico diretto da Maurizio Casagrande dopo l’esordio al Teatro Delle Palme ha fatto tappa al Teatro Diana fino ad oggi 1 Mag-gio. Caputo, oltre ad aver curato i testi con Velonà, è presente anche sulla scena come protagonista di questa commedia dal tono “pirandelliano”. Gra-zie alla trama, tutta la bravura e la verve comica di Caputo viene allo scoperto. L’attore interpreta i fatti quotidiani da un punto di vista comico, ma allo stesso tempo dolorosamente realistico.Il messaggio è tutto nel titolo: molto spesso ci si traveste, ci si maschera, quasi fosse una condizio-ne adatta per recitare e di conseguenza ci si al-lontana dalla propria vera identità. In questo caso l’apparire è inteso come una continua ricerca di consensi e conferme attraverso l’arte della reci-tazione offrendo un’immagine, una personalità non corrispondente a quella stereotipata della vita quotidiana.

TEATRO

Nei riquadri unfotogramma

del film ela locandina

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ata a Gibellina nel 1990 e replicata a Napoli, in Piazza Plebiscito, quindici anni fa, la montagna salina di Mimmo Paladino riappare in Piazzet-ta Reale, a Milano, occupando lo spazio che si estende dalla navata destra del Duomo al Palaz-zo Reale.

Ci vuole una bella sfrontatezza ed un indiscutibile coraggio (per l’artista e per l’amministrazione che consente e sponsorizza) ad impiantare un cono di materia bianca tra due “mostri” arcisacri dell’architettura storica e di una irripetibile “ars aedificandi” per la quale risulta, di primo acchito, impensabile qualsiasi conta-minazione. Eppure – andarci per credere e verificare – l’effet-to è straordinario. Ed è straordinario non solo per le suggestioni estetiche e per i riecheggiamenti simbolici che “l’installazione” contiene, ma anche per i rapporti strutturali che si creano con il Duomo ed il Palazzo Reale, nei confronti della cui complessità la “montagna” si pone come semplificata essenzialità e richiamo alla linearità e alla purezza.Il colpo d’occhio è imperdibile sia dall’esterno, nella prospettiva dell’ingresso principale di Palazzo Reale (l’idea che si desume è quella della cautela e della prudenza con cui si deve accedere al potere), sia dall’interno (soprattutto attraverso l’uscita secondaria posta a destra), laddove la bianchezza ed il candore del sale ri-chiamano l’importanza e la preziosità di un naturale collegamen-to tra interno ed esterno, che non può non alludere ad una paci-fica e proficua convivenza tra potere e popolo. La “montagna“ è perfettamente conica, alta intorno ai 20 metri e con un diametro di base più o meno uguale. Il sale che la costituisce è arrivato dal-la Sicilia – dice Paladino – “nell’anniversario dell’Unità d’Italia, per diventare simbolo dell’immigrazione dal Sud …”, simbolo certamente richiamato dai numerosi cavalli scuri, strutturalmente mitico-infantili, messi per rivitalizzare – animare – vigilare – per-correre – sfidare – benedire – maledire – violare – ringrazia-re – supplicare – inghiottire ... la massa salina quale campo di impegno e di sfida, come ostacolo da affrontare e scalare con la volontà e la forza, ma nel rispetto e nella piena coscienza delle condizioni alle quali adeguare lo sforzo e l’impegno stesso. Di cavalli, se ne contano 19 e … mezzo.Uno, infatti, è sprofondato in prossimità della cima: una rotondità scura che affiora all’esterno e suggerisce l’idea dello sprofonda-mento, dell’annegamento, dell’insuccesso o della rinuncia. Ma la vetta è troppo vicina; e se ci fosse una riemersione improvvi-sa?... Il primo dei cavalli che vengono all’attenzione è il più gran-de: dalle forme primitivo-medioevali (non senza delle caratteri-stiche alla Marini) si staglia imponente e con volitiva prepotenza, connotato soltanto da un anonimo colore scuro, tra Duomo e montagna salina. Orgoglio dell’appartenenza, senso della laicità, separazione tra potere spirituale e politico; è una figura polisim-bolica che fa pensare all’energia ed alla potenza della volontà creativa. E del resto, per i possibili significati, chi più ne ha, più ne metta, poiché per Paladino l’opera resta sempre un figlio, che è figlio solo perché è tale: completa in sé, diventa, agli occhi del fruitore, “un segno primario” come la scrittura o i numeri; il frui-

tore può interpretare e “vederci i riferimenti che vuole”, ma decifrare non significa solo interpretare e svelare; l’opera va accettata in sé e deve mantenere l’alea polisemica e misteriosa che l’artista le conferisce come complessità e oggetto di indagine e di let-tura. Gli altri 18 cavalli possono essere visti come proiezione del primo, posto alla base a tutto tondo. C’è quello che annaspa, quello che ritorna verso il basso, quello semisommer-so che non demorde rispetto all’ascesa, quello che staziona, quello che… manife-stazione di stadi della volontà e di stati degli sforzi e della ricerca ed autorealizzazione dell’uomo, che ha dalla sua una nobiltà di ascesa lineare, meglio espressa simbologi-camente dalla nobiltà animale dell’equino che non – troppo direttamente – dalla stes-sa figura umana. In questo modo il cavallo, recuperato ed usato dall’autore come “ele-mento mitico” (Dorfles) finisce per essere, paradossalmente, elemento principale di efficace attualizzazione e modernizzazione dell’opera, che diventa così – per condivi-dere la definizione dell’Assessore alla Cul-tura del Comune di Milano – “atto di irri-verente poesia visiva”, dalla quale non può non scaturire una concezione sociologica ed etica del mondo. E perciò, nel mentre “si erge alta la montagna incantata dell’arte …” (A. Bonito Oliva), è lecito chiedersi, con lo stesso Paladino, quale sarà la sorte di questa altura bianca esposta al sole: “installazione” che sa di arte concettuale e di land art. In Piazza Plebiscito, a Napoli, venne troppo confidenzialmente “partecipata” dagli scugnizzi che la scalavano per scivolarci sopra e riempivano tasche e buste per appropriarsene. Questo perché – dice Paladino – i Napoletani capirono che era effimera, se ne appropriarono e la distrusse-ro. Giustificazione aposterioristica e di convenienza: chi scrive ricorda chiaramente gli alti lai della stampa e i commenti, non proprio improntati a comprensione, dell’autore. Autore che ora si chiede: “E i Milanesi, cosa ne faranno? Vedremo.” Vedremo sì; stiamo vedendo; abbiamo già visto: i Milanesi danno una parte-cipazione civilissima ed ammirata.Confusi con frotte numerosissime di turisti (primeggiano, ovvia-mente, quelli del Sol Levante), osservano, riflettono, fotografano, chiedono spiegazioni e fruiscono con l’attenzione deferente di chi sa di essere davanti ad un capolavoro inconsueto ed inimi-tabile: un evento irripetibile. Non è senza ragione che Arthur C. Danto abbia scritto che “il mondo dell’arte dell’ultimo quarto di secolo non ha nulla di paragonabile. C’è qualcosa di magi-camente alchemico nella visione di questi cavalli arcaici che si dibattono su una piramide di sale”.

PROSCENIO 41

“La montagna di sale” di Mimmo Paladino “sale” a Milano

N(dal nostroinviato aMilano)

EnzoD’Agostino

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ECOLOGIA42

Sa cura

della dott.ssaValeriaAyello

Docente diEcologia

alla SecondaUniversitàdi Napoli

Esperta diBloq Magazine

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in dai tempi preistorici, gli uccelli notturni hanno colpito la fantasia di quegli uomini cacciatori e raccoglitori, sensibili ed attenti osservatori dell’am-biente naturale. Col trascorrere dei millenni, il rapporto tra uomo ed animali si è arricchito di contenuti culturali, in netto contrasto con la realtà naturale.Sono nate quindi,superstizioni e credenze, che hanno inciso pesantemente sull’esistenza di pove-re ed inconsapevoli creature, che si sono ritrovate portatrici di disgrazie o elargitrici di eventi favore-voli.Una di esse la civetta, Athene Noctua (nome scien-tifico ispirato alla dea Minerva ed alle abitudini not-turne) è un uccello predatore, della famiglia degli Strigidae (rapaci notturni).Ha una lunghezza di circa 20 cm, apertura alare di 53-59 cm, peso variabile dai 100-200 g. Presenta una testa appiattita, dischi facciali con fondo bian-castro, occhi gialli, becco adunco e artigli piccoli. Il piumaggio è superiormente bruno picchiettato di bianco, inferiormente è bianco a strie brune. E’ una

creatura allegra e spigliata, molto vigile di notte e di giorno. Caccia solitamente con volo felpato, du-rante le ore notturne:piccoli mammiferi, uccellini, ratti, talpe ma anche grossi insetti lucertole, rane. Durante la stagione degli amori, emette continui gridolini e suoni lamentosi tanto accattivanti da atti-rare anche uccelli di altre specie. Per analogia ”fare la civetta” equivale ad assumere un atteggiamento seducente ed ammiccante. Probabilmente le abitu-dini notturne, il luccichìo improvviso dei suoi oc-chi, il canto lugubre e malinconico, hanno acceso la fantasìa popolare, ispirando superstizioni e leg-gende che hanno radici storiche. Nel medioevo, le uniche sorgenti di luce erano lumini ad olio o qual-che candela, che restavano accesi di notte, solo in casi indispensabili come la veglia ad un ammalato grave. La debole luce che filtrava dalla finestra, atti-rava gli insetti, prede di civette in agguato.Quasi sempre l’ammalato moriva (per l’assenza di cure idonee) e la causa della morte era associata alla presenza della civetta.Uccello curioso, legato a diversi significati simboli-

ci: nell’antica Grecia era attributo di Athena, in Egitto rappresenta l’anima che abbandona il corpo, per Hegel è l’emblema della filo-sofia, Giovanni Pascoli la descri-ve in una sua poesia espressione di solitudine e morte…Ai nostri giorni,persistono pregiu-dizi legati alle antiche credenze nonostante la conoscenza scienti-fica di queste “creature della not-te”, abbia raggiunto un altissimo livello. La presenza della civetta è da considerarsi assolutamente benefica. Ascoltare il suo canto è un privile-gio poiché il suo ruolo negli eco-sistemi è di grande utilità.

La civetta: assurdi ed ingiustificatii pregiudizi che la perseguitano

Parete, un gufo “asio otus”affidato alle cure del WWF

E’ stato consegnato al “WWF Agro Aversano - Napoli Nord e Litorale Domizio” un Gufo comune (Asio otus) trovato a Parete. Il recupero è stato effettuato da Francesco Autiero, pre-sidente dell’associazione ambientalista locale, che ha affidato il rapace alle cure di Stefano Franciosi, presidente del WWF lago Patria e dei veterinari del “Centro Sperimentale Avicu-nicolo” di Tenuta Varcaturo. Il Gufo comune è un rapace esclusivamente notturno; caccia una grande varietà di piccoli animali come topi, ratti, uccelli ed insetti. Come gran parte dei rapaci ingoia le prede per intero rigurgitando le parti non digeribili come ossa, peli, ecc. sotto forma di pallottole dette “borre”. Durante il giorno dorme sugli alberi, perfettamente mime-tizzato dal piumaggio bruno macchiettato. Ha dei tipici ciuffi sulle orecchie, semplici piume che non hanno nulla a che vedere col vero e proprio apparato uditivo, peraltro finissimo. Il gufo non può muovere gli occhi, in compenso però riesce a ruotare la testa di ben 360°! La specie è inserita dall’IUCN nella categoria di minaccia “a rischio minimo”.

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RUBRICHE44

Regalo pappagalloospedaliero. Non parlama è accogliente.

Cedesi fucile acanne zozze.

Affittasiappartamento a

Roccaraso vista mare.

Volete farvi unalampada?

Sporcaccioni!

Cerco fisioterapista.Ho i dolori lombardi.

Seleziono comparseper film con

Peppino Di Caprio.

La mia macelleria è aperta anche di domeni-ca. Ma solo per i polli.

Vendo cellularetric tracscreen.

Vi prego, consiglia-temi un buon deodo-rante. Ho sempre la puzzola sotto il naso.

Eh si, non vogliamo proprio capirlo. Abbiamo una mentalità sbagliata sull’utilizzo dei software. Si cerca sempre di sorvolare questo problema ma, at-tualmente nel nostro amato paese, ci sono milioni di software contraffatti ed utilizzati sena regolare licenza. Si, sto parlando dei nostri bei programmi sul computer, delle varie utility che ci permettono di ottenere davvero tanti vantaggi. A volte siamo dei maniaci di installazioni fittizie di software che non servono ma, senza volerlo o volontariamente non sappiamo che quei simpatici programmi sono co-perti da licenza d’uso senza la quale siamo dei PI-RATI. “La licenza d’uso è un documento che accompa-gna il software e specifica i diritti e i doveri di chi lo riceve e di chi lo diffonde. Tutte le licenze d’uso traggono il loro valore legale dalle norme sul diritto d’autore (il copyright).”(definizione wikipedia Italia). Cosa vuol dire? Come ci muoviamo? In questo preciso istante forse volterete pagina ma… ecco Vi chiedo: ci sarà un’alternativa a tutto questo? Un qualcosa che ci permetta di NON violare il copyright? Ebbene si! Su questa magica piatta-forma chiamata Internet, e non solo, ci sono degli uomini che lavorano giorno e notte per realizzare un parallelismo libero, utilizzabile e modifica-

bile da tutti, un’alternativa ai soliti software a pagamento. FREE, OPEN SOURCE… ecco le parole da approfondire per il nostro futuro, per un futuro migliore (nulla togliendo ai software licenziati e a pagamento). Tutto parte dalla mentalità di come una persona vuole utilizzare i software. Sto scrivendo quest’articolo con un office parallelo a quello di casa Microsoft, gratuito ma soprattutto versatile ovvero OPENOFFICE. Tentare non nuoce ma soprattutto non si viola nessun copyright. Il consiglio per sca-ricare tali software (non sempre si trovano software liberi) è quello di cercarli su qualsiasi moto-re di ricerca accompagnati dalla parola free, open source. Ovviamente non è un appello contro l’uti-lizzo dei software coperti da licenza ma almeno, se proprio non ne possiamo fare a meno, acquistiamoli anche a costo di sacrificare un Sabato sera con gli amici. Ecco partiamo da qui, insieme, e cerchiamo di rispettare le leggi che ci circondano. Io Vi posso dare qualche link per scaricare un bel po’ di software liberi e con tanto entusiasmo attendo le Vostre richieste sulla mia mail, sperando che almeno qualcuno inizi a cambiare idea.

*[email protected] 338.64.37.850

a cura di Nicola Carobene*

Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it ANNO 4 - Numero 08 - 01 Maggio 2011

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SPORT 45

asce a Giugno 2010, in occasione della mo-stra AttrAversando che ripercorreva le gesta at-letiche degli sportivi aversani, l’idea di costru-ire una realtà calcistica al femminile nella città normanna. In pochi mesi la società “Aversa calcio a 5 femminile Seiseidue” del presidente

Pietro di Tommaso si è ritrova a disputare addirittura la semifina-le dei play off per accedere diret-tamente alla serie A. Semifinale svolta in partita unica a Cerreto Sannita (BN) contro la squadra di casa. Alla fine di una partita avvincente ed a tratti eroica (le aversane si ritrovano decimate dagli infortuni) le ragazze por-tano a casa un pareggio che, per un regolamento astruso, premia la squadra di casa an-che se quest’ultima non riesce a superare l’avversario. L’Aversa dunque riesce nell’impresa di fermare le molto più esperte avversarie ma, pur uscendo imbat-tuta dal caldissimo catino sannita, dovrà rinviare la scalata alla serie A al prossimo campionato. Resta l’impresa di un gruppo di ragazze che ha ottenuto risultati inaspettati e lusinghieri nono-

stante le enormi difficoltà (anche logisti-che poiché senza strutture comunali as-segnate fino alla vigilia della prima gara ufficiale)affrontate lungo il cammino. Le ragazze non hanno però mollato ed anzi si sono maggiormente compattate ed

esaltate, t e r m i -nando il campio-nato al terzo posto e sfiorando la serie A nelle gare dei play-off.Le giocatrici (Roberta Botte-glieri [allenatore/giocatore], Paola Della Vecchia [C.], Da-niela Lionelli, Anna Tana, Giu-lia Natale, Giulia Grimaldi, Marianna Puca, Laura Pagano, Roberta Borrelli, Sara Zappar-rata, Cesaria Guida, Adelaide Zinno), i dirigenti (Salvatore Al-

tobelli, Potenza Madonna) ed il presidente (Piero di Tommaso) riproveranno il prossimo anno, anche con l’aiuto dello splendi-do pubblico che ha sostenuto la squadra in questo campionato, la scalata alla massima serie.

diStefanoGriffiCorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

L’Aversa calcio a 5 femminile Seiseidue

N

ALP VOLLEY AVERSA, SARA’ STATO IL DERBY A DECIDERE SE VINCERA’ IL CAMPIONATO?

Non potendo pubblicare il risultato della partita di Venerdì scorso 29 Aprile 2011, in quanto il giornale è andato in stampa il giorno prima, ripor-tiamo la cronaca fedele dei precedenti incontri. Di scena nella Palestra della Media De Curtis, si sono, infatti, affrontate a viso aperto il Volley Casapulla (1° in classifica) e l’IME SUD ALP Volley Aversa (2° in classifica). Alla fine dell’incontro il Mister Luca Bobbio (Volley Aversa) raggiante come una Pasqua, ha elogiato tutte le sue atlete per il risultato ottenuto, complimentandosi anche con i numerosi supporters che hanno gremito le gradinate della Palestra, esibendo un caloroso e rumoroso tifo, ma sempre nei limiti della correttezza e della sportività. Ed ora la cronaca: inizio soporifero delle aversane che permettono alle ospiti una partenza scoppiettante ed in 5 minuti si portano sull’8 a 1, ma con l’incitamento del pubblico e spronate dall’allenatore, pian piano si sono riprese vincendo il 1° set 25/19. Il 2° set inizia meglio per le aversane, ma nel mo-mento migliore le avversarie fanno quadrato e lottando su tutti i palloni come belve ferite, risolvono il set a loro favore col parziale di 25 a 18 portandosi in parità 1 a 1. Tutto da rifare e fischio d’inizio del 3° set, questa volta le ragazze del Presidente Apicella rientrano sul terreno di gioco più concentrate concedendo pochi sprazzi di gioco alle avversarie, chiudendo lo stesso sul punteggio di 25 a 16. L’inizio del 4° set fa trapelare dapprima emozione e poi nervosismo nelle braccia e nelle gambe delle ragazze di Mister Bobbio, che specialmente nel servizio commettono molti errori ed alla fine cedono il set alle avversarie per 25 a 22. Si va quindi al 5° set (tie-break) che viene paragonato (ai calci di rigore del calcio) tante sono le emozioni che riserva. L’inizio è tutto per le padrone di casa che si portano subito sul 5 a 1 e poi 8 a 3, dopo l’inversione di campo, la musica non cambia, giocando punto su punto e spinte dal calore dei tifosi, si aggiudicano il 5° ed ultimo set col punteggio di 15 a 9. Partita bella ed esaltante con tratti di gioco di altissimo livello tecnico, sapevamo di affrontare un avversario ostico ma l’inizio dell’incontro ci lasciava perplessi ed esterrefatti, poi le ragazze si sono riprese e tutto è andato a buon fine. Questo è il commento a caldo del Direttore Sportivo Zevolini A., un fortissimo ringraziamento va ai molti tifosi giunti in Palestra che hanno incoraggiato le ragazze fin dalle prime battute di gioco, aggiunge il Dirigente Antonio. Score della Gara: IME SUD ALP Volley Aversa/Volley Casapulla – 3 a 2 (25-19/18-25/25-16/22-25/15-9). A Coronamento dell’importante successo sul Casapulla e successivamente all’ennesima vittoria questa volta per 3 set a 0, nella gara di recupero contro il Capua si è dunque concretizzato di fatto il primato in classifica che prima era solo virtuale. Score della gara: IME SUD ALP Volley Aversa/Lib. Virtus Volley Capua – 3 a 0 (25-17/25-21/25-10). Partita non bella ma senza storia, troppo forti le ragazze aversane per le giovani Capuane. “Abbiamo inserito un altro tassello al mosaico del nostro programma, la cui meta prevede la vittoria finale del Campionato, esordisce così il Presidente dell’ IME SUD ALP Volley Aversa Prof. Giovanni Apicella, “mancano solo due giornate alla fine e abbiamo due punti di vantaggio sulle inseguitrici. Discor-so promozione, dunque, rinviato al derby con il Centro Santulli, “esatto, solo allora sapremo se sarà una squadra aversana a vincere il campionato e ad approdare in serie D, siamo consapevoli che ci aspetta un’autentica battaglia, la squadra avversaria è guidata da un tecnico bravo ed esperto, (Paolo Della Volpe ndr) ed è, inoltre, composta da diverse atlete di categoria superiore che se sono in giornata di grazia, possono vincere contro chiunque, e poi, continua il presidente, un derby è sempre una gara speciale, questo lo è ancor di più perchè la posta in palio è altissima, noi siamo fiduciosi, rispettiamo l’avversario ma non abbiamo paura di nessuno, abbiamo già dimostrato di essere la squadra più forte del campionato.

ANNO 4 - Numero 08 - 01 Maggio 2011 Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it

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TEVEROLABar Pelosi - via San LorenzoCaffetteria Centrale - via Roma, 18Caffetteria Tozzi - via Provinciale Teverola-CasaluceStazione di servizio ESSO Andreozzi - via RomaBar F.lli Melillo Snc - via Roma 156/158

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