beata speranza

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La Beata Speranza

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Page 1: Beata Speranza

LA BEATA SPERANZA(TESINA DI UN VECCHIO MISSIONARIO)

...Nell'attesa che si compia la BEATA SPERANZA e VENGA

IL NOSTRO SALVATORE,

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LA BEATA SPERANZA(TESINA DI UN VECCHIO MISSIONARIO)

...Nell'attesa che si compia la BEATA SPERANZA e VENGA

NOSTRO SALVATORE, GESU' CRISTO...

LA BEATA SPERANZA (TESINA DI UN VECCHIO MISSIONARIO)

...Nell'attesa che si compia la BEATA SPERANZA e VENGA

NOSTRO SALVATORE,

Page 2: Beata Speranza

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“il primo giorno della settimana,

di buon mattino, si recarono al

sepolcro, portando gli aromi che

avevano preparato. Trovarono che la

pietra che chiudeva, era stata rimossa,

ma entrate non trovarono il corpo

del Signore” è risorto.

(C.F.R. : Lc 24,1-3 ; Gv 20 ,1-2; Mc 16,1 e seguenti; Mt 28, 1 e seguenti)

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...Nell'attesa che si compia la

BEATA SPERANZA e VENGA IL NOSTRO

SALVATORE, GESU' CRISTO...

Page 4: Beata Speranza

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LA BEATA SPERANZA

(tesina di un vecchio missionario )

INTRODUZIONE

Completando quest’anno 55 anni di vita missionaria e 45 di sacerdozio, desidero presentarti una tesina che ho scritto con tanto amore e, penso potrà essere utile anche per te, quello che è stata l’esperienza della mia azione missionaria e sacerdotale.

Don Bosco, quando era interrogato sulla ragione di tutto quello che faceva, e come riuscisse a sopportare tante umiliazioni e sacrifici , e come non riposasse mai, soleva rispondere:”un pezzetto di paradiso aggiusta tutto”. Lui, con la sua vita testimoniava a tutti la “RAGIONE DELLA BEATA SPERANZA”.

La domanda che spesso mi pongo è la seguente : ”Come vivi ed hai vissuto i sacramenti dell’INIZIAZIONE CRISTIANA ED IL TUO SACERDOZIO ED IL TUO MINISTERO?” Ed in questa risposta, fatta con sincerità nella verità, deidero gridare a tutti il mio grazie riconoscente alla Santissima Trinità, aspettando che venga LA BEATA SPERANZA.

Riconoscente a DIO PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO, che mi ha dato la vita, facendomi crescere in una famiglia, profondamente cristiana, che mi ha donato al Signore portandomi alla fonte battesimale, e inserendomi nella comunità parrocchiale preparandomi a ricevere i sacramenti dell’INIZIAZIONE CRISTIANA DELLA CONFERMAZIONE E EUCARISTIA, che ho potuto ricevere alla tenera età di sei anni e pochi mesi.

Riconoscente alla Famiglia Salesiana, che da rude contadino mi ha fatto diventare in pochi anni missionario. Avevo solo vent’anni quando sono stato inviato in Brasile, e solo dopo dieci anni di incarnazione nella realtà brasiliana, mi hanno ammesso al Sacerdozio. Permettendomi poi di frequentare l’Università Gregoriana, uno anno dopo il termine del grande CONCILIO VATICANO II, dandomi cosi’ la possibilità di approfondire LA dottrina perenne della Chiesa, rinnovata dalla forza dello Spirito Santo che si è manifestata nella presenza di due grandi

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pontefici, Giovanni XXIII e Paolo Vi, e di oltre tremila vescovi provenienti da tutte le parti del mondo.

Questi anni vissuti a Roma sotto la guida di esperti professori, quasi tutti periti del Concilio, mi hanno preparato a ritornare in Brasile per portare la freschezza del rinnovamento della Chiesa. Ho svolto missioni importanti, quale segretario del Provinciale dei Salesiani per l’Amazzonia, e per due anni Assessore della Conferenza dei Vescovi del Brasile per tutta la pastorale dell’Amazzonia, ma quello che ha fatto più bene al mio cuore di missionario è stato aver vissuto 35 anni come parroco in mezzo ai fratelli lebbrosi, contadini e pescatori della regione chiamata Bragantina del grande stato del PARA’, dove spero ritornare al più presto per continuare il mio canto di amore per i fratelli, in attesa della BEATA SPERANZA.

1 LO SPIRITO SANTO!

Lo Spirito Santo è il fondamento della nostra speranza e del progredire e rafforzarsi della nostra fede. Purtroppo nella nostra educazione preconciliare non siamo riusciti a conoscere e a capire che senza lo Spirito Santo siamo impotenti e come: il corpo senza anima, non può vivere e diventa cadavere, cosi la chiesa, cioè tutti noi, senza di Lui siamo senza vita.

Se il proprio Gesù Cristo, per iniziare la sua missione sulla terra ci ha dimostrato, nel momento del suo battesimo nell’acque del Giordano di aver bisogno dell’illuminazione dallo Spirito Santo” E’ sceso e si è fermato su di Lui” e da quel momento La missione di Gesù è stata perfettamente sintonizzata con la Volontà del Padre. Quanto più per noi, che facendoci morire con Cristo nell’acqua battesimale, ci ha fatto risorgere con lui, dandoci la sua “forma”, ci ha fatto diventare come LUI, FIGLI DEL PADRE,consacrandoci per la salvezza nostra e del mondo.

“ Avrete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”(At 1,8).

“ CREDO NELLO SPIRITO SANTO” Vi manderò lo SPIRITO PARACLITO.

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Gesù chiama lo Spirito .IL PARACLITO, cioè COLUI che è vicino a noi e ci consola, dispensa i suoi CARISMI ed effonde incessantemente l’ALITO DÌ VITA –RUAH! Nessuno ha mai potuto conoscere i segreti di Dio se non lo Spirito di Dio”(iCor. 2,11). E Gesù aggiunge: “perché se non me ne vado il CONSOLATORE non verrà a voi; ma se me ne andrò, IO LO MANDERO’ e quando sarà venuto , egli convincerà il mondo per ciò che riguarda il PECCATO, LA GIUSTIZIA E IL GIUDIZIO.”(I Gv 7,8)

I. QUANTO AL PECCATO.

Si legge nel Vangelo “Perciò io vi dico:ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.- A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo, né in quello futuro”(Mt12:3l2,32) La bestemmia contro lo Spirito Santo è dunque cosi terribile da non essere perdonabile? Bestemmiare lo Spirito, infatti, significa rifiutare volontariamente e radicalmente, l’opera della salvezza che Egli vuole realizzare nel nostro cuore: cioè avremmo in noi l’intima convinzione che Cristo non ci può salvare. Per questo non è possibile la remissione di un simile peccato:perché non vi è ravvedimento, né pentimento, visto che consiste proprio nel rifiuto della salvezza. Lo Spirito Santo è AMORE, infatti il primo effetto del dono dell’amore è proprio la REMISSIONE DEI NOSTRI PECCATI, la (ri)ammissione alla comunione dello Spirito Santo e della Chiesa dei battezzati . Questa è dunque l’ESSENZA dell’opera dell’amore dello Spirito: OPERARE LA SALVEZZA nell’anima dell’uomo , attraverso ogni mezzo: la guarigione spirituale e corporale, la consolazione nelle tribolazioni, il dono della preghiera, e la forza di donare la nostra vita agli altri, come ha operato Gesù quando ci ha evangelizzati, ci ha guariti e ci ha sfamati. Il PARACLITO ha sempre operato nel mondo fin dalla creazione; tuttavia è

con l’Ascensione di Cristo al cielo che ci viene donato completamente e

diviene l’ANIMA DELLA CHIESA, CORPO MISTICO DÌ CRISTO.

Come un corpo senza anima diventa un cadavere, così la nostra Chiesa

che non fa dello SPIRITO SANTO LA SUA ANIMA, PERDE LA VITA!

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La nostra Chiesa che vive, invece perché è animata dalla Spirito Santo,

diventa fonte di vita essa stessa, non solo attraverso i Sacramenti, ma

anche con la sua dottrina spirituale e sociale, e guida noi, gregge del

Signore, alla BEATA SPERANZA, con la pratica della GIUSTIZIA.

II. QUANTO ALLA GIUSTIZIA!

E qui desidero meditare con voi tutti su quanto ci dice il Santo Padre nel

messaggio per la celebrazione della quaresima 2010.

La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo (cfr Rm 3,21-22)

“Ogni anno in occasione della Quaresima, la Chiesa ci invita a una sincera revisione della nostra vita alla luce degli insegnamenti evangelici. Quest’anno vorrei proporvi alcune riflessioni sul vasto tema della giustizia, partendo dall’affermazione paolina: La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo (cfr Rm 3,21-22).

Giustizia “dare cuique suum”

Mi soffermo in primo luogo sul significato del termine “giustizia”, che nel linguaggio comune implica “dare a ciascuno il suo – dare cuique suum” secondo la nota espressione di Ulpiano, giurista romano del III secolo. In realtà, però, tale classica definizione non precisa in che cosa consista quel “suo” da assicurare a ciascuno. Ciò di cui l’uomo ha più bisogno non può essergli garantito solo per legge. Per godere di esistenza in pienezza, è necessario per l’uomo qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo gratuitamente ; potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza. Sono certamente utili e necessari i beni materiali – del resto Gesù stesso si è preoccupato di guarire i malati, di sfamare le folle che lo seguivano e di certo condanna l’indifferenza che anche oggi costringe centinaia di milioni di esseri umani alla morte per mancanza di cibo, di acqua e di medicine, ma la giustizia “distributiva” non rende all’essere umano tutto il “suo” che gli è dovuto.

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Come e più del pane, egli ha infatti bisogno di Dio. Nota sant’Agostino: se “la giustizia è la virtù che distribuisce a ciascuno il suo…. Non è giustizia dell’uomo quella che sottrae l’uomo al vero Dio” (De civitate Dei XIX, 21). Da dove viene l’ingiustizia?

L’evangelista Marco riporta le seguenti parole di Gesù, che si inseriscono nel dibattito circa ciò che è puro e ciò che è impuro: “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male“ (Mc 7,14 – 15.20 - 21). Al di là della questione immediata relativa al cibo, possiamo scorgere nella reazione dei farisei una tentazione permanente dell’uomo: quella di individuare l’origine del male in una causa esteriore. Molte delle moderne ideologie hanno, a ben vedere, questo presupposto: poiché l’ingiustizia viene “da fuori”, affinchè regni la giustizia è sufficiente rimuovere le cause esteriori che ne impediscono l’attuazione. Questo modo di pensare – ammonisce Gesù – è ingenuo e miope . L’ingiustizia, frutto del male, non ha radici esclusivamente esterne; ha origine nel cuore umano, dove si trovano i germi di una misteriosa connivenza : “Ecco nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre” (Sal 51,7). Sì , l’uomo è reso fragile da una spinta profonda, che lo mortifica nella capacità di entrare in comunione con l’altro. Aperto per natura al libero flusso della condivisione, avverte dentro di sè una strana forza di gravità che lo porta a ripiegare su se stesso, ad affermarsi sopra e contro gli altri: è l’egoismo, conseguenza della colpa originale. Adamo ed Eva, sedotti dalla menzogna di Satana, gustando il misterioso frutto contro il comando divino, hanno sostituito alla logica del confidare nell’Amore quella del sospetto e della competizione; alla logica del ricevere, dell’attendere fiducioso dell’Altro, quella ansiosa dell’afferrare e del fare da sé (cfr Gen 3,1 - 6), e hanno ottenuto come

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risultato un senso di inquietudine e di incertezza. Come può l’uomo liberarsi di quella spinta egoistica e aprirsi all’amore ? Giustizia e Sedaqah

Nel cuore della saggezza di Israele troviamo un legame profondo tra fede nel Dio che “solleva dalla polvere il debole” (Sal 113,7) e giustizia verso il prossimo. La parola stessa con cui in ebraico si indica la virtù della giustizia, sedaqah, ben lo esprime. Sedaqah infatti significa, per un verso, accettazione piena della volontà del Dio di Israele; per l’altro verso, equità nei confronti del prossimo (cfr Es 20,12 - 17), in modo speciale del povero, del forestiero, dell’orfano e della vedova (cfr Dt 10,18 - 19) . Ma i due significati sono legati, perché il dare al povero, per l’israelità, non è altro che il contraccambio dovuto a Dio, che ha avuto pietà della miseria del suo popolo. Non a caso il dono delle tavole della Legge di Mosè, sul monte Sinai, avviene dopo il passaggio del Mar Rosso. L’ascolto della Legge, cioè, presuppone la fede nel Dio che per primo ha ascoltato il lamento del suo popolo ed è “sceso per liberarlo del potere dell’Egitto” (cfr Es 3,8). Dio è attento al grido del misero e in risposta chiede di essere ascoltato: chiede giustizia verso il povero (cfr Sir 4,4 – 5.8 - 9), il forestiero (cfr Es 22,20), lo schiavo (cfr Dt 15,12 - 18). Per entrare nella giustizia è pertanto necessario uscire da quell’illusione di auto-sufficienza, da quello stato profondo di chiusura, che è l’origine stessa dell’ingiustizia. Occorre, in altre parole, un “esodo” più profondo di quello che Dio ha operato con Mosè, una liberazione del cuore, che la sola parola della Legge è impotente a realizzare. C’è dunque per l’uomo speranza di giustizia ?

Cristo, giustizia di Dio

L’annuncio cristiano risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo, come afferma l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: “Ora invece, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio… per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo

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Gesù,. E’ lui che Dio ha scelto apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, del suo sangue” (3,21 - 25). Quale è dunque la giustizia di Cristo ? E’ innanzitutto la giustizia che viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso e gli altri. Il fatto che l’”espiazione” avvenga nel “sangue” di Gesù significa che non sono i sacrifici dell’uomo a liberarlo dal peso delle colpe, ma il gesto dell’amore di Dio che si apre fino all’estremo, fino a far passare in sé la “maledizione” che spetta all’uomo, per trasmettergli in cambio la “benedizione “ che spetta a Dio (cfr Gal 3,13 - 14). Ma ciò solleva subito un’obiezione: quale giustizia vi è la dove il giusto muore per il colpevole e il colpevole riceve in cambio la benedizione che spetta al giusto ? Ciascuno non viene così a ricevere il contrario del “suo” ? In realtà, qui si discute la giustizia divina, profondamente diversa da quella umana. Dio ha pagato per noi col rappacificarsi del Figlio il prezzo del riscatto, un prezzo davvero esorbitante. Di fronte alla giustizia della Croce, l’uomo si può ribellare, perché essa mette in evidenza che l’uomo non è un essere pienamente autarchico, ma ha bisogno di un Altro per essere pienamente se stesso. Convertirsi a Cristo, credere nel Vangelo, significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza, e sentire il desiderio del perdono e dell’ amicizia di Dio. Si capisce allora, come la fede sia tutt’altro che un fatto naturale, comodo, ovvio: occorre umiltà per accettare di aver bisogno che un Altro mi liberi del “mio”, per darmi gratuitamente del “suo”. Ciò avviene particolarmente nei sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia. Grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia “più grande”, che è quella dell’amore (cfr Rm 13,8 - 10), la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto meritasse proprio forte di questa esperienza, il cristiano è mira a contribuire a formare una società giusta, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia sia vivificata dall’amore.

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Cari fratelli e sorelle, la Quaresima culmina nel Triduo Pasquale, che anche quest’anno celebra la giustizia divina, che è pienezza di carità, di dono, di salvezza. Che questo tempo penitenziale sia per ogni cristiano tempo di autentica conversione e d’intensa conoscenza del ministero di Cristo, venuto a compiere ogni giustizia. Con tali sentimenti, impartisco di cuore a tutti l’Apostolica Benedizione”. III. QUANTO AL GIUDIZIO.

Gesù non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella

dell’AMORE, che ha già realizzato morendo per noi sulla Croce e con la

sua Risurrezione.

Sul sacrificio di Cristo si fondono le beatitudini, che propongono un nuovo orizzonte di giustizia , inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore. E perché Gesù chiama beati, coloro che,davanti all’opinione comune del tempo suo e ancor più del nostro, sono dei poveracci e dei falliti? La risposta la troviamo nella giustizia di Dio, che farà si che tutti costoro, siano saziati, rallegrati, risarciti di ogni falsa accusa, perché nel suo regno i falsi giudizi degli uomini non valgono, ma vale quello che si è fatto solo per amore; e questa giustizia basata sull’amore, rialza chi è stato a torto umiliato, e abbassa chi si è esaltato. Nell’antico testamento Dio consegna a Mosè le TAVOLE DELLA LEGGE. Nel

nuovo testamento Gesù Cristo, senza togliere una sola ‘ ai comandamenti

con la sua predicazione ci mette in guardia sul comportamento nostro nei

confronti degli altri.

Dopo i quattro “BEATI VOI”, L’EVANGELISTA Luca aggiunge quattro

ammonimenti:”GUAI A VOI, ricchi…guai a voi che ora siete sazi…guai a voi

che ora ridete e guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi”,

perché nell’OGGI ETERNO i giudizi si ribalteranno, GLI ULTIMI

DIVENTERANNO PRIMI ED I PRIMI GLI ULTIMI. Possiamo pertanto dedurre

che dove i poveri sono ammessi al banchetto della vita, lì comincia a

manifestarsi la GIUSTIZIA DÌ DIO. Possiamo capire tutto questo meditando

sul brano dell’evangelista Luca.

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BEATI VOI…

GUAI A VOI…

Dal Vangelo di Luca 6,20-25

20 - Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21 -Beati voi, che ora avete fame perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. 22 -Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23 -Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. 24 -Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. 25 -Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. 26 -Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti. 27- Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29. se qualcuno ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; se qualcuno ti leva il mantello lasciagli prendere anche la tunica 30 -Da a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.

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BEATI VOI…..

MALEDETTI VOI…

Dal Vangelo di Matteo 26,34-49 34 -Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; riceverete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 -Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato 36 -nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37- Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38- quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito ? 39 -E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti ? 40 -Rispondendo, il re dirà loro: in verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 41- Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42- Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 -Ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e non mi avete visitato. 44 - Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo visitato ? 45- Ma egli risponderà: In verità vi dico ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. 46- E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.

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In questo brano del vangelo di Matteo si descrive il modo con cui avverrà

il GIUDIZIO!

Molti si meraviglieranno forse che Gesù non faccia parola della “fede che

giustifica”, né se posseduta da quelli che sono alla destra, né come

mancante in quelli che sono alla sinistra, ma, quantunque non sia

nominata , la fede non viene lasciata nell’oblio.

L’antico aforisma: ”Giustificati per fede, giudicati per opere”, che il

celebre teologo scozzese Chalniers si dilettava ad inculcare ai suoi

studenti, esprime bene il rapporto che corre tra la fede e le opere, nel

giorno del giudizio;quella in fondo, queste preminenti. Le buone opere

infatti essendo i frutti della fede, sono altresì la prova più certa della sua

esistenza nel cuore. Pochi sono gli anelli della catena che unisce la fede

alle opere di carità, ravvisando le quali opere il Signore proclamerà

all’ultimo giudizio la sua approvazione della fede stessa.

1 Giacomo 2,17 dice che la fede, ”se non ha le opere, è per se stessa

morta”

2 Paolo dice ai Galati 5,6 “la fede è operante per mezzo dell’amore”

3 Lo stesso Paolo dice ai Romani 13,10 che “l’adempimento della legge è

l’AMORE”Ama il Signore dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua

anima” Questo è il primo ed il più grande comandamento. E molto simile

ad esso è il secondo: AMA IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO.

Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti.”

(Mt22,37-40).

4 Giovanni dice che, poiché Cristo non abita più fisicamente sopra la

terra, il mezzo per dimostrare il nostro amore verso Iddio consiste

NELL’AMARE I NOSTRI FRATELLI:” Se uno dice: io amo Iddio ed odia il suo

fratello, è bugiardo; perché, chi non ama il suo fratello che ha veduto ,

non può amare Iddio che non ha veduto.” (1Gv 4:20)“Allora i giusti gli

risponderanno:Signore, quando mai ti abbiamo veduto aver fame….(Mt

25,37.37) I giusti non sono sorpresi che Cristo dica loro che, nel venire in

Page 15: Beata Speranza

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aiuto ai suoi redenti poveri e perseguitati, sono stati mossi da amore per

lui: questo sono pronti a riconoscerlo umilmente si, ma pur francamente,

che tale fu il loro scopo, sebbene imperfettamente raggiunto; ma si

meravigliano di udire che tutte queste cose le hanno fatte a CRISTO

PERSONALMENTE e ch’egli è colui che essi hanno trovato aver fame, aver

sete, ecc. Essi esclamano : ”Signore, nel dar cibo e conforto, nel visitare

eravamo sempre noi con TE?!”.”Sì “ risponde il re,”in tutte quelle

occasioni di caritatevole operosità, sotto le spoglie dei miei fratelli poveri,

ero io che ricevevo il beneficio. Gli altri mi hanno sbattuto la porta in

faccia, mentre voi mi avete accolto”

Queste parole fanno contrasto non solo con quelle altre:”Venite

benedetti del Padre mio”, rivolte ai giusti, ma anche ai cattivi ed ai

rigenerati, mentre sono ancora sulla terra:” Venite a me, voi tutti che

siete travagliati”, Mt 11, 28:”Ecco, io sto alla porta e picchio” ecc.

Apocalisse 6,37” terribile sarà il ricordo di tutte quelle occasioni perdute,

quando in fine dirà ”Via da me” avrà loro tolto per sempre ogni speranza.

Per quanto orribile sia la parte finale della sentenza, la più grave sventura

dell’empio sarà appunto di trovarsi in eterno separato da Cristo, sola

fonte di vita, di speranza e di gioia. Quello è il verme che non muore, il

fuoco che non si spegne”. In questa punizione dei malvagi, i teologi

distinguono due elementi: la PERDITA, E IL PATIMENTO. La prima

consiste nella separazione da Dio, e la seconda viene descritta dopo:

NEL FUOCO ETERNO, PREPARATO PER IL DIAVOLO, E PER I SUOI ANGELI.

Le parole “fuoco eterno” indicano il castigo che sarà inflitto agli empi,

l’incomparabile ardore dell’ira di Dio e la sua perpetua continuazione,

sempre sentita dalla coscienza come una meritata punizione. Vengono

pure indicati in queste parole gli abissi profondi dell’inferno, in cui quei

tormenti hanno luogo. Poco importa che lo strumento di quella

punizione sia fuoco materiale o altro fatto è che , fra i patimenti, vi

saranno pene corporali. L’immagine usata qui venne probabilmente tolta

Page 16: Beata Speranza

dai fuochi della valle di Hinnon

erano a volte arsi vivi (cnfrMt 5,22 e Mt 13,42).

Notiamo bene come il Giudice,

“maledetti da Dio”, ma che la condanna

preparata per l’uomo, ma

sono puniti solo coloro che non

misericordia del Signore ed

essi stessi si sono resi maledetti.

Negli atti 1,25 troviamo che Giuda è andato “al suo luogo”,

nell’apocalisse 21,8 leggiamo che tutti gli increduli e i

condannati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo: e

questa SARA’ LA SECONDA MORTE, LA MORTE ETERNA (A MORTE

AETERNA LIBERA NOS DOMINE.

E, siccome Satana fu il primo

dice che il fuoco eterno è stato preparato in

suoi angeli e tutti gli uomini che finiranno

BESTEMMIATO CONTRO LO SPIRITO SANTO!

16161616

ai fuochi della valle di Hinnon e anche dalle fornaci in cui i delinquenti

erano a volte arsi vivi (cnfrMt 5,22 e Mt 13,42).

Notiamo bene come il Giudice, misericordioso e giusto

etti da Dio”, ma che la condanna al fuoco eterno, non è stato

preparata per l’uomo, ma per gli angeli ribelli e che in questo infer

solo coloro che non hanno voluto, fino alla fine, riconoscere la

icordia del Signore ed hanno rifiutato il suo perdono

stessi si sono resi maledetti.

Negli atti 1,25 troviamo che Giuda è andato “al suo luogo”,

nell’apocalisse 21,8 leggiamo che tutti gli increduli e i peccatori

lo stagno ardente di fuoco e di zolfo: e

questa SARA’ LA SECONDA MORTE, LA MORTE ETERNA (A MORTE

AETERNA LIBERA NOS DOMINE.9

siccome Satana fu il primo trasgressore che sedusse tutti, Il Signore

dice che il fuoco eterno è stato preparato in primo luogo per lui e per i

e tutti gli uomini che finiranno li, è perché HANNO

BESTEMMIATO CONTRO LO SPIRITO SANTO!

e anche dalle fornaci in cui i delinquenti

misericordioso e giusto, non dice

uoco eterno, non è stato

e che in questo inferno

alla fine, riconoscere la

hanno rifiutato il suo perdono e per questo,

Negli atti 1,25 troviamo che Giuda è andato “al suo luogo”, e

peccatori saranno

questa SARA’ LA SECONDA MORTE, LA MORTE ETERNA (A MORTE

sedusse tutti, Il Signore

primo luogo per lui e per i

li, è perché HANNO

Page 17: Beata Speranza

LA BEATA SPERANZA, E’ CHE UN GIORNO, TUTTI NOI, CHE PER

GRAZIA DELLO SPIRITO SANTO

FACENDO IL BENE, COME E’ PROCLAMATO NELLE

RICHIESTO PER IL GIUDIZIO,

DELL’AMORE ETERNO DÌ DIO E DÌ TUTTI NOI REDENTI DAL SANGUE DÌ

CRISTO E SANTIFICATI DALLO SPIRITO SANTO.

APPENDICE

Alla luce di quanto dimostrato in questa

facile impostare i sei giorni della nostra vita

1- IN RELAZIONE ALLA MORTE

2-IN RELAZIONE AL MATRIMONIO.

17171717

LA BEATA SPERANZA, E’ CHE UN GIORNO, TUTTI NOI, CHE PER

GRAZIA DELLO SPIRITO SANTO, ABBIAMO VISSUTO LA NOSTRA VITA

FACENDO IL BENE, COME E’ PROCLAMATO NELLE

GIUDIZIO, TUTTI NOI GODREMO LA

DELL’AMORE ETERNO DÌ DIO E DÌ TUTTI NOI REDENTI DAL SANGUE DÌ

CRISTO E SANTIFICATI DALLO SPIRITO SANTO.

e di quanto dimostrato in questa tesina, sarà per tutti noi più

impostare i sei giorni della nostra vita :

IN RELAZIONE ALLA MORTE

IN RELAZIONE AL MATRIMONIO.

LA BEATA SPERANZA, E’ CHE UN GIORNO, TUTTI NOI, CHE PER LA

ABBIAMO VISSUTO LA NOSTRA VITA

FACENDO IL BENE, COME E’ PROCLAMATO NELLE BEATITUDINI E

TUTTI NOI GODREMO LA GIOIA

DELL’AMORE ETERNO DÌ DIO E DÌ TUTTI NOI REDENTI DAL SANGUE DÌ

per tutti noi più

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1 1 1 1 L’ETERNO RIPOSOL’ETERNO RIPOSOL’ETERNO RIPOSOL’ETERNO RIPOSO

I° - introduzione

“L’ETERNO RIPOSO DONA LORO SIGNORE E SPLENDA AD ESSI LA LUCE PERPETUA, RIPOSINO IN PACE AMEN” Spesso, tutti noi, recitiamo, con tanta fede, questa semplice e profonda preghiera in suffragio delle anime dei nostri fratelli defunti. .

Sono veramente numerose le preghiere che la devozione alle sante anime del purgatorio, ha saputo, nella chiesa, innalzare a Dio per la liberazione e per la felicità eterna dei nostri defunti. Tra queste, la più popolare, a me sembra, possa essere proprio “REQUIEM AETERNAM DONA EIS, DOMINE!”. Fin dalla nostra tenera età, la prima preghiera era sempre questa, che si ripeteva in continuità, anche perché le altre preghiere, in latino, non tutti le sapevano recitare. Questa è stata sempre la preghiera più popolare, fonte di ispirazione per tante belle melodie, ma soprattutto conforto per tutti noi, provati dalla morte di parenti e amici. Ed in questi momenti, pregare significa prolungare la nostra comunione con loro, che crediamo sempre vivi e nell’ETERNO RIPOSO!

II° - Dove troviamo le certezze di questo nostro credere?

Alla luce della Scrittura , la tradizionale preghiera che la pietà cristiana rivolge al Signore per i defunti, non dovrebbe dare adito né ad ambiguità né a banalizzazioni.

Il breve testo si concentra su due eloquenti immagini bibliche, ovviamente, si radicano su due forti esperienze umane, IL RIPOSO (requies) e la LUCE, (lux). Parole chiarissime e familiari per i cristiani dei primi secoli. Esse infatti ricorrono nelle più antiche iscrizioni funerarie cristiane.(cf.Requies in DACL.,i.XIV,II).

Questa invocazione , entrò nel GRADUALE ROMANO in epoca gregoriana (VI sec.) come canto di introito per la messa funebre e di li, passò nella prassi della preghiera popolare, con l’aggiunta del

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“requiescant in pace”. Infine non dimentichiamo che il breviario francescano,a partire dal XIII secolo, concludeva le diverse ore dell’ufficiatura monastica (fidelium animae per misericordiam Dei requiescant in pace. Amen).

III° - Cerchiamo ora di approfondire tutto questo con Bibbia.

La creazione è il primo atto d’amore di Dio, l’amore fontale, per così dire, nel senso che tutto scaturisce da questa fonte dell’essere e della vita che è Dio stesso, come dal grembo di una madre. Anche all’inizio della creazione troviamo, come per la legge del Sinai, DIECI PAROLE-COMANDI”(Dio disse…)”,Gen11,3.6.9.11.14.20.24.26.28.29.), attraverso le quali il Signore ha dato vita a tutto il creato. E la novità biblica ,sconosciuta ai sapienti del mondo, è che Dio ha fatto ogni cosa che c’è nel mondo, soprattutto L’ESSERE UMANO, per AMORE.

Il messaggio biblico sulla creazione è fondamentalmente positivo: prima della creazione rovinata, c’è la creazione BUONA uscita dalle mani di Dio. Per ben 6 volte viene detto che ciò che Dio ha fatto è BUONO E BELLO, fino alla conclusione :”Dio vide tutto quello che aveva fatto , ed ecco che era MOLTO BUONO” (Genl1,31)

“IN PRINCIPPIO DIO CREO’ IL CIELO E LA TERRA ( Gen 1,1ss). E’ questo l’inizio di una rivelazione sull’umanità e sul mondo, non di un trattato di cosmologia. Rivelazione appunto dell’amore creatore, provvidente, che tutto mantiene e sorregge nelle sue mani misericordiose e potenti. La prima cosa che il Signore vuole rivelarci con la sua PAROLA ( siamo alle prime pagine della SCRITTURA SACRA) è che tutto ciò che esiste,pure l’ha creato LUI includendo noi esseri umani, non è frutto del caos, né del caso. Perciò, tutti noi e ciascuno di noi , il cielo e la terra e tutte le cose che vi abitano, procediamo da un SI D’AMORE che Dio ha pronunciato su di noi e su tutto il creato. Il primo canto d’AMORE MISERICORDIOSO del Signore che è eterno , nasce

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contemplando l’opera della CREAZIONE, che il suo potere creativo realizza in SEI GIORNI.

“Celebrate il Signore, perché buono, poiché eterna è la sua misericordia… Ha fatto i cieli con sapienza…(Sal 136, 1-9)

Infatti è nel SESTO GIORNO, prima del SUO RIPOSO, che Egli crea il capolavoro della sua MISERICORDIA

NEL SESTO GIORNO “DIO CREO’ L’UOMO A SUA IMMAGINE, A IMMAGINE DI DIO LO CREO’; MASCHIO E FEMMINA LI CREO’…”

Siamo di fronte al primo canto nuziale che Dio rivolge alle sue creature, uscite buone, pure e belle dalle sue mani. Per loro ha preparato un giardino meraviglioso e nel centro di esso ha collocato l’uomo e la donna fatti “a immagine e somiglianza “di DIO. C’è pertanto, una unità originaria che si differenzia nei sessi, (maschio e femmina) Ma l’ unità- immagine di Dio Uno- sta all’inizio e alla fine della creazione dell’uomo e della donna., chiamati alla COMUNIONE, Con l’uomo e la donna, il Signore ha intessuto il dialogo dell’amicizia , NELLE LORO MANI HA MESSO TUTTO IL CREATO perchè lo custodiscano e lo coltivino, e in esso crescano fecondi e felici. Insieme alla parola c’è lo Spirito Creatore, la ruah di Dio che dà la vita, dopo aver aleggiato su quel caos iniziale, per mettervi ordine;la stessa ruah che Dio soffia nelle narici di Adamo,fatto di creta, e solo allora Adamo diventa un essere vivente. Senza lo Spirito, cioè il soffio di Dio, c’è la morte. Ma con lo Spirito vivificante c’è per sempre la vita e la SOMIGLIANZA CON IL SUO CREATORE!, Ed in vera umiltà e pieno di gratitudine, assume la responsabilità che LUI gli AFFIDA,quella di passare in rassegna tutto il creato e le creature. divenendone non solo un semplice amministratore, ma un vero re di tutto il creato

IV° - E FATTO TUTTO QUESTO, IL SETTIMO GIORNO, RIPO SO’

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Essendo, l’uomo e la donna fatti a sua immagine e somiglianza, deduciamo dunque che il nostro agire deve essere conforme all’agire del proprio CREATORE, E come LUI ha ”impiegato” sei giorni per realizzare tutta la creazione, deduciamo che questi sei giorni rappresentano per noi il tempo utile,le tappe della nostra vita. Cosi tutto il nostro agire sia durante la fanciullezza, fino alla nostra vecchiaia, dovranno sempre essere cose ben fatte e buone, così diventano I SEI GIORNI DEL NOSTRO CREARE E VIVERE!“ CRESCERE E MULTIPLICARSI” “CRESCETE E MULTIPLICATEVI”!Con questo ordine Dio vuole che ognuno di noi, e, tutti noi, come singoli e comunità, compiamo la nostra missione, che nella Gaudium et Spes è descritta come L’ATTIVITA’ UMANA ED IL MONDO CHE verrà (GS cap. VIII).

E questa attività umana durerà SEI GIORNI, durante i quali, mentre cerchiamo di costruire un mondo migliore, dobbiamo operare sempre nella prospettiva escatologica dell’arrivo per tutti noi del SETTIMO GIORNO, IL RIPOSO ETERNO.

E nel Vangelo di Matteo, 25.31-46, troviamo con certezza, quello che dobbiamo fare per il NOSTRO RIPOSO- Non ci sono alternative o surrogati creati per i propri comodi, infatti, come. il movente primo, che ha mosso DIO a creare il tutto e’ l’AMORE, QUESTO dovrà essere il movente di tutto il nostro agire durante i SEI GIORNI DELLA NOSTRA VITA, per poter al SETTIMO GIORNO, RIPOSARE NEL RIPOSO ETERNO E GIOIOSO DI DIO.

Allora la nostra preghiera di suffragio per i nostri cari diventa una supplica alla MISERICORDIA DEL PADRE e, mentre ci facciamo garanti che i nostri cari hanno vissuto bene i loro SEI GIORNI DI VITA, LUI DIA LORO IL RIPOSO ETERNO.

Se noi ora viviamo una vita con tanto amore, certamente lo dobbiamo all’aiuto di DIO, ed al buon esempio, dei nostri cari perché sono stati loro a trasmetterci i tanti valori evangelici vissuti nella loro vita e tramandati a noi con tanto amore e semplicità

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Infatti il raggiungimento del riposo pieno e gioioso è appannaggio di quanti hanno fiducia in Dio e, avendo creduto alla parola del suo Figlio Gesù, hanno speso la loro vita facendo del bene.

Quindi quando recitiamo questa popolare preghiera, chiediamo a Lui, che riceva nel suo riposo eterno loro, i nostri fratelli che, mentre vivevano in intensità di fede i loro SEI GIORNI, hanno aiutato anche noi a viverli nella speranza di costruire il LORO E NOSTRO RIPOSO, con la fede NEL RIPOSO ETERNO DEL PADRE(lettera agli Ebrei,4,1-16).

V° - Tutta questa meditazione avrà un senso se noi celebreremo dopo il settimo giorno ebraico, quello del riposo di Dio, l’OTTAVO GIORNO, che celebrando la RISURREZIONE di Gesù, diventa per noi cristiani l’inizio della nuova vita e il primo giorno della nostra settimana cristiana.

INFATTI L’OTTAVO GIORNO CELEBRA LA RESURREZIONE DI GESU’, DIVENTA, per la sua Resurrezione, L’INIZIO DELLA NUOVA CREAZIONE E della VITA NUOVA PER TUTTI NOI REDENTI DAL SUO SANGUE . E CON LUI ARRIVEREMO AL PADRE, PORTATI SULLE SPALLE DEL BUON PASTORE.

VI° - Nel CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA troverai la descrizione, il contenuto e la celebrazione dell’’OTTAVO GIORNO, che per noi cristiani diventa il primo giorno: domenica giorno del Signore.

VII° - Alla luce di quanto ci dice il catechismo della chiesa cattolica sull’ottavo giorno continuiamo la nostra meditazione sul riposo eterno – beata speranza. Infatti Dio ,in sei giorni, creò tutto ciò che si trova nell’universo e, vedendo che era veramente “TUTTO BUONO”, alla fine creò l’uomo e la donna quali preziosi custodi di tante meraviglie, ed il SETTIMO GIORNO riposò.

Purtroppo il suo piano è stato scosso dalla ribellione dei nostri progenitori e LUI, per rimediare a tanta disgrazia, ci manda il suo

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proprio figlio Gesù, che viene in mezzo a noi, si fa uno di noi per farci diventare come Lui, figli di Dio. Mentre Il settimo giorno Dio porta a termine la prima creazione, con L’OTTAVO GIORNO dà inizio alla nuova creazione. Infatti l’opera della creazione con la Risurrezione di Gesù, culmina nell’opera più grande della Redenzione. La prima creazione trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima creazione, La nuova creazione trae origine dal giorno stesso della Risurrezione di Cristo; la Chiesa celebra il Mistero Pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente GIORNO DEL SIGNORE, O DOMENICA, O OTTAVO GIORNO! Per noi cristiani diventa il primo giorno di tutti i giorni delle nuova settimana, è la nostra DOMENICA, la prima di tutte le feste, il giorno del Signore, “DIES DOMINI.”

Pertanto Il giorno della Risurrezione di Cristo è ad un tempo il “primo giorno della settimana “,memoriale del primo giorno della creazione,e l’ottavo giorno “ in cui il Cristo , dopo il suo” riposo” del grande Sabato, inaugura il Giorno “che il Signore ha fatto “, il “giorno che non conosce tramonto”.

VIII° -La domenica diventa cosi una tappa di arrivo e allenamento di partenza per la nuova settimana. Dopo i giorni lavorativi, pieni di sudore, gioie e lacrime, raccogliamo nella nostra cesta il bene , le nostre vittorie e le nostre sconfitte, le perfezioni e le imperfezioni ed i nostri peccati; e partecipando all’Eucarestia, li offriamo a affinchè lo Spirito Santo li trasformi nel corpo e nel suo sangue di Cristo, per la Gloria del Padre e la remissione di tutti i peccati, e faccia pure di noi un sacrificio a Lui gradito, affinchè nella nostra persona continui la presenza di Cristo nella società. Il nostro impegno continuo consiste nel fortificare la nostra fede, e nell’essere consapevoli della nostra responsabilità, per trasformare questo mondo, con l’aiuto e con la forza del Divino Spirito Santo.

E questo allenamento sarà sempre più efficace, se sapremo approfittare del vero alimento che il Signore ci dona nel suo giorno

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(dies dominini), con la sua PAROLA E CON IL SUO CORPO E IL SUO SANGUE. ”Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, vivrà in eterno.”

IX° - La comunità radunandosi nella celebrazione EUCARISTICA, deve prendere in tal modo coscienza della propria identità di POPOLO DÌ DIO radunato nel vincolo d’amore della Trinità, in comunione con tutta la Chiesa pellegrina e CELESTE. L’Eucarestia è salvezza, segno e strumento dell’intima unione con Dio, chiama a raccolta tutta l’umanità, si edifica e si manifesta al mondo.

La MESSA domenicale allora, deve manifestare questa unità e questa apertura.:

- Nell’AMABILITA’ DELL’ACCOGLIENZA RECIPROCA , che fa riconoscere in ogni persona un fratello.

-Nella CAPACITA’ DÌ FARSI CARICO, nella preghiera universale, dei bisogni, delle sofferenze delle speranze di tutti gli uomini.

-Nella GENEROSITA’ DELLA CARITA’ che si apre concretamente a tutti i presenti e agli assenti, soprattutto poveri ed infermi.

In verità non si può far memoria di Gesù nell’azione liturgica, senza far memoria del gesto di amore totale nel vissuto quotidiano.

Ed è in questo allenamento che riceviamo la forza e la carica per giocare la nostra partita settimanale, che porterà a celebrare la vittoria con CRISTO nella domenica successiva. Guai a noi se facciamo l’allenamento una volta ogni tanto, o quasi mai, perché allora, ci mancheranno le forze nel momento della partita. Ma se ogni domenica faremo il nostro allenamento con preghiere, ascolto della parola e celebrazione del’EUCARISTIA, durante la settimana diventeremo PORTATORI DÌ GIOIA E COSTRUTTORI DÌ PACE!

In questo contesto non dobbiamo moltiplicare le celebrazioni senza vero bisogno , proprio per non frammentare l’assemblea del popolo di Dio. Evitiamo, per quanto è possibile, di domenica, le messe per

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gruppi particolari che isolano dalla comunità, e privano la comunità stessa della presenza e dell’apporto di gruppi e persone particolarmente significativi e preziose. E quando succederà di avere delle commemorazioni di gruppi speciali, che questi siano inseriti nella celebrazione comunitaria, con il loro apporto, come membri della comunità per determinati compiti svolti a favore della stessa comunità, e non come semplici appendici nella celebrazione!

“Cristo è risorto

e nessun morto resta nel sepolcro

Cristo risorto dalla morte è il capo di coloro che dormono.

Entrate tutti nella gioia del Signore Risorto!

Ricchi e poveri danzate insieme,rallegratevi oggi

Nessuno pianga la sua miseria, si è aperto il regno.

Nessuno si rattristi per i suoi peccati

Il perdono si è alzato dal sepolcro.

Nessuno tema la morte: ci ha liberati dalla morte il Signore.

Cristo è risorto , e nessun morto resta nel sepolcro.

A LUI GLORIA E POTENZA NEI SECOLI DEI SECOLI.”

(Sant’Ippolito di Roma)

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2-MATRIMONIO UNO DEI SEI GIORNI, il più importante per l’umanità

(DALLA LETTERA CHE HO SCRITTO IN OCCASIONE

DEL MATRIMONIO DÌ DUE AMICI).

Con immensa gioia desidero partecipare a questo grande avvenimento della vostra vita, iniziato ai piedi della Madonna e sotto il suo materno manto.

Nei giorni che hanno preceduto QUESTO MOMENTO, certamente eravate molto preoccupati e pensierosi e forse siete arrivati esauriti a celebrare il vostro matrimonio.

Non voglio farvi la solita predica, ma proporvi la meditazione di tre paroline magiche che vi possano aiutare a vivere felici tutta la vita.

Le tre paroline magiche sono: AMANTI, SPOSI, PADRE E MADRE !

AMANTI : in questo breve periodo del vostro fidanzamento, certamente vi siete sentiti Amanti l’uno dell’altro e questo lo avete dimostrato con tanti piccoli e grandi segni, che sono a mano a mano aumentati d’ intensità, delicatezza, e continua gioia! Tutto collaborava a far crescere in voi questo sentimento di immenso amore. Ora è arrivato il giorno di concretizzare con un atto di grande responsabilità, quanto vi siete promessi davanti al sacerdote, voi ministri di questo grande sacramento, realizzate il vostro progetto avendo la comunità dei vostri parenti ed amici, e ed i pochi scelti da voi, come testimoni del vostro matrimonio. Dovreste continuare ad essere dei veri e santi amanti che vuol dire coloro che continuamente si amano, si capiscono, si donano, si perdonano. Alle volte non continua così e si corre il pericolo di trovare altri amanti, quando non si è più amanti l’uno dell’altro. Ecco

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perché è importante giurarvi nel momento del vostro matrimonio l’amore per sempre che vuol dire essere sempre amanti. Forse non troverete più il tempo di correre dietro a dei regalini, ma arrivando nella vostra casa, si spalancherà non solo la vostra porta di legno o di ferro, ma il vostro cuore, che nel rivedere il vostro amante, sussulterà di vera gioia. Carissimi alimentate il vostro amore, siate sempre dei veri amanti, non andate mai dietro ad altri ingannevoli amanti !

SPOSO e SPOSA . questo vostro impegno, è stato preso davanti a tutti noi che vi siamo stati testimoni. E questo vivere da sposi sarà sempre più bello ed quanto più sarete veri amanti.

E’ vero che sarà il diritto a reggere il vostro destino per il futuro, è un vero contratto di fedeltà, di aiuto reciproco, di convivenza e avrete il dovere di crescere e moltiplicarvi.

Ma se questo contratto non sarà innaffiato sempre dalla bella realtà della dolcezza, tenerezza, delicatezza del vero ed eterno amore, , troverete presto delle grosse difficoltà,a mantenere tutti gli impegni presi. Ricordatevi che il giorno che sarete solo sposi e non più amanti, cominceranno i soliti problemi delle coppie che non sanno essere più amanti. Allora sentirete tutto il peso di un impegno che diventerà solo una grande croce, senza speranza di resurrezione.

PADRE e MADRE : ecco allora il valore della terza parolina magica, che certamente vi aiuterà tanto a vivere sempre felici.

Nella vostra vita di sposi ci saranno dei momenti in cui voi dovete esercitare la missione di padre e madre di voi stessi.

Questo vuol dire che il cuore materno e paterno deve essere sempre pronto a comprendere, perdonare e far finta di non vedere tante cosette che, se pure non intaccano la santità e serietà del vostro impegno di sposi, tuttavia, per una stupida pignoleria, potrebbero mettere in crisi la vostra felicità. Don Bosco diceva ai

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suoi discepoli “Il mio amore è cosi grande per te, che se commetti cose gravi le perdono se invece commetti cose piccole faccio finta di non vederle”. Non dimenticatevi che la vostra felicità la dovrete costruire quotidianamente e non la troverete mai appesa al camino ! E se saprete essere Padre e Madre l’uno dell’altra,sarà più facile costruirlo.

Ho voluto lasciarvi questo ricordo, come testamento del mio affetto sincero insieme alla mia benedizione.

SINTESI DÌ TUTTA LA TESINA.

LA SETTIMANA DEI FIGLI DÌ DIO, CHE SIAMO NOI COMUNITA’ CRISTIANA, REDENTA DAL PREZIOSO SANGUE DÌ CRISTO, CHE CON LA SUA RISURREZIONE, FACENDO NUOVE TUTTE LE COSE, FA TUTTI NOI COMPARTECIPI PER LA SALVEZA DEL MONDO.

I sei giorni della settimana lavorativa, devono rispecchiare i sei giorni della creazione, il nostro operare deve essere tale, che alla fine di ogni giornata, che per noi diventa tappa della nostra vita, possiamo ripetere il versetto bibblico:” e vide che era cosa buona”, perché tutti noi cristiani siamo i continuatori della nuova crezione realizzata nella Risurrezione di Gesù

Allora l’OTTAVO GIORNO, IL PRIMO DELLA NOSTRA SETTIMANA CRISTIANA, comincia con la RISURREZIONE, Il primo momento della nostra nuova vita, quando anche noi risorgiamo con Lui, per vivere il resto della settimana, che rappresenta le tappe della nostra vita.

SECONDO GIORNO: LA NOSTRA NASCITA

TERZO GIORNO : I SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA- BATTESIMO, CRESIMA. EUCARISTIA.

QUARTO GIORNO : LA NOSTRA EDUCAZIONE E LA NOSTRA CHIAMATA.

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QUINTO GIORNO : SACRAMENTI DELLA NOSTRA VITA MATRIMONIALE, RELIGIOSA, SACERDOTALE. E VOLONTARIATO.

SESTO GIORNO: VISSUTO NEL NOSTRO STATO RAGGIUNTO, LA VITA FAMILIARE (la venuta, l’educazione dei figli, la santificazione di tutto il lavoro fatto a questo fine) IL MINISTERO SACERDOTALE, VITA RELIGIOSA (vissuta nella vera fraternità) IL VOLONTARIATO. Tutti noi, inseriti nella comunità e per la comunità, vivendo la nostra vocazione specifica raggiungeremo, sempre CON CRISTO, IN CRISTO E PER CRISTO, LA BEATA SPERANZA - IL RIPOSO ETERNO.

Padre Gianni Mometti

(pro manoscritto)

APPENDICE

Atto di fede Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo in tutto quello che tu hai rivelato e la Santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio in tre persone uguali e distinte, Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede. Amen.

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Atto di speranza Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno. Amen.

Atto di carità Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più. Amen.

Atto di dolore Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

FORMULE DI DOTTRINA CATTOLICA

I due comandamenti di carità 1. Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 2. Amerai il prossimo tuo come te stesso.

La regola d'oro (Mt 7,12) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Le Beatitudini (Mt 5,3-12) Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno

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dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi, per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. I cinque precetti della Chiesa 1. Partecipare alla Messa la

domenica e le altre feste comandate e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni. 2. Confessare i propri peccati almeno una volta all'anno. 3. Ricevere il sacramento dell'Eucaristia almeno a Pasqua. 4. Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa. 5. Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità. Le sette opere di misericordia corporale 1. Dar da mangiare agli affamati. 2. Dar da bere agli assetati. 3. Vestire gli ignudi. 4. Alloggiare i pellegrini. 5. Visitare gli infermi. 6. Visitare i carcerati. 7. Seppellire i morti. Le tre virtù teologali 1. Fede 2. Speranza

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3. Carità. Le quattro virtù cardinali 1. Prudenza 2. Giustizia 3. Fortezza 4. Temperanza. I sette doni dello Spirito Santo 1. Sapienza 2. Intelletto 3. Consiglio 4. Fortezza 5. Scienza 6. Pietà 7. Timor di Dio. I dodici frutti dello Spirito Santo 1. Amore 2. Gioia 3. Pace 4. Pazienza 5. Longanimità 6. Bontà 7. Benevolenza 8. Mitezza 9. Fedeltà 10. Modestia

11. Continenza 12. Castità. Le sette opere di misericordia spirituale 1. Consigliare i dubbiosi. 2. Insegnare agli ignoranti. 3. Ammonire i peccatori. 4. Consolare gli afflitti. 5. Perdonare le offese. 6. Sopportare pazientemente le persone moleste. 7. Pregare Dio per i vivi e per i morti. I sette vizi capitali 1. Superbia 2. Avarizia 3. Lussuria 4. Ira 5. Gola 6. Invidia 7. Accidia. I quattro novissimi 1. Morte 2. Giudizio 3. Inferno 4. Parad

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Te Deum

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico Figlio, e lo Spirito Santo

Paraclito. O Cristo, re della gloria, eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla

Vergine Madre per la salvezza dell'uomo. Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo sangue prezioso.

Accoglici nella tua gloria nell'assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli.

Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, di custodirci senza peccato.

Sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato. Pietà di noi,Signore, pietà di noi.

Tu sei la nostra speranza,non saremo confusi in eterno.

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Splende nel giorno ottavo

l'era nuova del mondo

consacrata da Cristo

primizia dei risorti

O Gesù, re di gloria

unisci i tuoi fedeli

al trionfo pasquale

sul male e sulla morte

Fa che un giorno veniamo

incontro a te Signore,

sulle nubi del cielo

nel regno dei beati.

Trasformati a tua immagine

noi vedremo il tuo volto:

e sarà gioia piena

nei secoli dei secoli.

Amen