batterie ricaricabili e caricabatterie altroconsumo 244 n518620

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Test 32 Altroconsumo 244 Gennaio 2011 altroconsumo.it IL NOSTRO TEST Le batterie ricaricabili offrono vantaggi economici e ambientali, ma molte durano ancora troppo poco. Impariamo a smaltirle. li apparecchi portatili che richiedono di essere alimentati a batteria sono tan- ti, ma soprattutto sono sempre più usa- ti. Telecomandi, radiosveglie, macchine fotografiche digitali, telefoni cordless sono solo alcuni degli strumenti di uso quotidiano. I consumi di pile e batterie nascono proprio da questi nostri bisogni. Le pile, però, non sono un buon affare: sono adatte a un uso limitato e sporadico, costano e contengono sostanze inquinanti per l’ambiente. Per tutti questi motivi conviene farne un uso minimo e soprattutto scegliere solo le ricaricabili (quelle di questo test, insieme agli indispensabili caricatori), che rispetto a quelle usa e getta hanno una vita mol- to più lunga. G Anche con uno smaltimento accurato (tramite gli ap- positi contenitori), il problema ecologico resta. Visto che delle pile oggi in pratica non si riesce a fare a meno, cerchiamo di acquistare quelle che hanno mi- nori svantaggi per noi e per l’ambiente. Le pile del test sono ricaricabili stilo e ministilo ad alta capacità, generalmente affidabili, molto adatte a un uso “estremo”, per esempio per far funzionare una macchina digitale. Anche se rimangono di gran lunga la scelta migliore rispetto alle usa e getta, han- no un punto da migliorare: perdono buona parte del- la loro resa dopo solo un centinaio di cicli di ricarica, soprattutto se si tratta di stilo (vedi riquadro nella pagina a fianco). E quando una pila si scarica iniziano i problemi di smaltimento. Le pile del test sono stilo e ministilo ricaricabili del tipo nichel metallo idruro (abbreviato con l’acronimo NiMH). LE PROVE Abbiamo valutato le prestazioni delle batterie in tre condizioni di utilizzo: con telefono cordless (uso continuo), flash (grande consumo istantaneo) e macchina fotografica digitale (uso misto). DURATA DI VITA Questa prova verifica l’affidabilità delle batterie nel tempo, in pratica quanti utilizzi sopportano. Proprio in questo test cadono molti modelli, sia ministilo sia stilo. Le batterie hanno sopportato 200 cicli di ricarica in laboratorio, che simulano un utilizzo standard. Scegli l’ecoricarica

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Page 1: Batterie Ricaricabili e Caricabatterie Altroconsumo 244 n518620

Test

32 Altroconsumo 244 • Gennaio 2011 altroconsumo.it

Il nostrotest

Le batterie ricaricabili offrono vantaggi economici e ambientali, ma molte durano ancora troppo poco. Impariamo a smaltirle.

li apparecchi portatili che richiedono di essere alimentati a batteria sono tan-ti, ma soprattutto sono sempre più usa-ti. Telecomandi, radiosveglie, macchine fotografiche digitali, telefoni cordless

sono solo alcuni degli strumenti di uso quotidiano. I consumi di pile e batterie nascono proprio da questi nostri bisogni. Le pile, però, non sono un buon affare: sono adatte a un uso limitato e sporadico, costano e contengono sostanze inquinanti per l’ambiente. Per tutti questi motivi conviene farne un uso minimo e soprattutto scegliere solo le ricaricabili (quelle di questo test, insieme agli indispensabili caricatori), che rispetto a quelle usa e getta hanno una vita mol-to più lunga.

GAnche con uno smaltimento accurato (tramite gli ap-positi contenitori), il problema ecologico resta. Visto che delle pile oggi in pratica non si riesce a fare a meno, cerchiamo di acquistare quelle che hanno mi-nori svantaggi per noi e per l’ambiente. Le pile del test sono ricaricabili stilo e ministilo ad alta capacità, generalmente affidabili, molto adatte a un uso “estremo”, per esempio per far funzionare una macchina digitale. Anche se rimangono di gran lunga la scelta migliore rispetto alle usa e getta, han-no un punto da migliorare: perdono buona parte del-la loro resa dopo solo un centinaio di cicli di ricarica, soprattutto se si tratta di stilo (vedi riquadro nella pagina a fianco). E quando una pila si scarica iniziano i problemi di smaltimento.

le pile del test sono stilo e ministilo ricaricabili del tipo nichel metallo idruro (abbreviato con l’acronimo niMH).

le proveAbbiamo valutatole prestazioni delle batterie in tre condizioni di utilizzo: con telefono cordless (uso continuo), flash (grande consumo istantaneo) e macchina fotografica digitale (uso misto).

durata di vitaQuesta prova verifica l’affidabilità delle batterie nel tempo, in pratica quanti utilizzi sopportano. Proprio in questo test cadono molti modelli, sia ministilo sia stilo. le batterie hanno sopportato 200 cicli di ricarica in laboratorio, che simulano un utilizzo standard.

scegli l’ecoricarica

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altroconsumo.it Gennaio 2011 • 244 Altroconsumo 33

consigli prATici

ecco qualche consiglio per utilizzare al meglio le batterie ricaricabili, per farle durare di più e mantenere in buono stato anche gli apparecchi che alimentano.

• Per prima cosa, scegliete sempre le batterie ricaricabili. Le pile usa e getta sono molto più inquinanti e non convengono economicamente.• Usate sempre le batterie in gruppi di 2 o 4 dellastessa marca e tipo, comprate nello stesso momento. In questo modo saranno sottoposte agli stessi sforzi, invecchieranno di pari passo e verosimilmente moriranno insieme. Potete segnarle in modo da riconoscerle dopo ogni ricarica e rimetterle insieme ogni volta.• Non usate mai una batteria nuova insieme ad altre più vecchie, né una appena ricaricata insieme ad altre scariche. Per non confondervi, separate le batterie a piena carica da quelle già utilizzate, conservandole magari in contenitori diversi.• Non mescolate mai batterie NiCd e NiMH nellostesso apparecchio né di diversa marca e modello.• Ricaricate le batterie solo poco prima di usarle: stando tanto tempo inutilizzate, possono perdere gran parte della loro carica.• Non portate mai le batterie sfuse in tasca: se entrano in contatto con altri oggetti metallici, come un mazzo di chiavi, c’è il rischio che vadano in corto circuito.

Le batterie testate mostrano le maggiori debolezze nella durata di vita. Quante volte possono essere riutilizzate? Quanti cicli di ricarica sopportano, prima di esaurirsi definitivamente? Secondo i produttori le batterie possono resistere fino a 1.000 ricariche. Le nostre prove dimostrano che fino a 100 cicli nessun modello presenta particolari problemi, poco dopo si iniziano a

vedere i primi cedimenti e a 200 cicli alcuni modelli perdono quasi per intero la loro “memoria energetica”. In basso riportiamo i risultati emersi nella prova di durata delle stilo al duecentesimo ciclo di utilizzo. In tabella trovate il giudizio complessivo calcolato su tutti i cicli (media ponderata). Alcune batterie perdono nettamente la propria capacità; i casi peggiori sono tra i

modelli a capacità elevata (sopra i 2.500 mAh): è il caso di Philips, di una delle due Uniross e di Varta, che si ricaricano solo per il 4%, ma anche di Panasonic (solo il 14%). Per il test le batterie sono state caricate fino al 95% della capacità, poi sono state tolte dal caricatore per 10 minuti, infine sono state scaricate. Fuori dal laboratorio, la durata potrebbe essere anche inferiore.

il TesT: durAno meno di quAnTo promesso

- 40 ₣è il risparmio usando per 30 giorni una fotocamera con le ricaricabili al posto delle usa e getta

- 100 ₤se si usa una fotocamera per 60 giorni

Una su dieci ce la faOgni anno in Italia si vendono circa 30 mila tonnella-te di pile; di questa montagna di rifiuti solo il 10% segue il percorso della raccolta differenziata, che per-mette di recuperare buona parte degli elementi pre-senti (soprattutto metalli pesanti), evitandone l’estra-zione da fonti naturali e il destino in inceneritore o in discarica, che di certo non è la soluzione migliore per l’ambiente: una pila che finisce in discarica sopravvi-ve per oltre 100 anni.L’Italia è molto indietro. Per adeguarci alle normative europee e ridurre al minimo lo smaltimento delle pile insieme ai rifiuti urbani, il tasso di raccolta dovrà sali-re al 25% entro il 2012 e al 45% entro il 2016: pratica-mente ci vorrebbe un miracolo. In mancanza di impian-ti adeguati, oggi le poche pile che finiscono a raccolta sono smistate e poi viaggiano verso l’estero, di solito in Francia e in Germania, dove vengono smaltite.Il problema del recupero delle pile è europeo, non solo italiano. Attualmente, pochi paesi in Europa di-spongono di un valido sistema nazionale di raccolta, trattamento e riciclaggio delle pile usate. L’Austria vanta uno dei sistemi di riciclaggio delle pile più avanzato, già nel 2001 la differenziata era al 60%. In tutto il Paese si contano 7 mila punti di raccolta.La Svezia ha iniziato a fare campagne informative da-gli anni ‘70 e ne organizza regolarmente, anche nelle scuole. Le cassette per la raccolta sono in luoghi fa-cilmente accessibili al pubblico e si raccoglie anche porta a porta. In Italia i contenitori per la raccolta delle pile usate sono pochi, in più i cittadini ricevono pochissime informazioni dalle amministrazioni. Il

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Capacità di carica rimasta dopo 200 cicli di utilizzo

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Test

34 Altroconsumo 244 • Gennaio 2011 altroconsumo.it

TABELLA COME LEGGERLA BATTERIE RICARICABILI PREZZI RISULTATI

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minisTilo varta 56703 800 6 - 8.95 1,87 A A A C A A A 86

duracell LSD Stay Charged 800 9.5 - 9.9 4,85 A A A B A A B 85

panaSonic Infinium R03 800 7 - 8.9 2 A A A C A A C 71

iKea Ladda 750 6,99 0,87 A A A C A A C 70

energizer FSB4 1000 10.9 - 17 3,64 A A A C B A D 57

duracell Supreme 1000 15,9 3,98 A A A D A A D 50

uniroSS UO149587 1000 5 2,5 C A C C D A D 46

varta 56763 1000 19,5 4,87 C B C C A A D 44

sTilo duracell LSD Stay Charged 2000 9.9 - 13.9 3,06 A A A B A A B 84

iKea Ladda 2000 6,99 0,87 A A A A A A B 83

varta Ready 2 use (56726) 2300 15,9 3,98 A A A D A A A 83

duracell Supreme 2450 11.9 - 13.9 3,29 A A A D B A B 77

energizer FSB4 2450 10.9 - 15.9 3,58 A A A C A A B 75

uniroSS UO149341 2500 15 3,75 C B C D B B A 75

varta 56756 2500 16 4 B A B D D B B 65

panaSonic P6P/4BC 2600 14.9 3,74 B A B D C B D 47

varta 57063 2700 17,9 4,48 A A B D B B D 43

philipS R6B4B260 2600 14,9 3,73 A A A D B A E 20

uniroSS UO149464 2700 17 4,25 B A B D B A E 20

La nostra scelta batterieMinistilo Stilo

86 70 84 83VArtA 567036-8,95 euroÈ tra i modelli migliori, molto efficace nella prova di durata. Per il prezzo competitivo, ottiene il titolo di Migliore del Test e di Miglior Acquisto.

IKeA ladda6,99 euroMeno resistente nella prova di durata, ma con un prezzo molto conveniente. Ottiene per questo il titolo diMiglior Acquisto.

DUrACell lsD stay Charged9,9-13,9 euroÈ il prodotto migliore e, dopo Ikea, il più conveniente sul mercato. Migliore del Test e Miglior Acquisto.

IKeA ladda6,99 euroÈ meno diffuso di altri concorrenti, ma ha un prezzo davvero molto competitivo. onquista per questo il titolo di Miglior Acquisto.

Per saperne di più

sull’impatto ambientale

dei rifiuti guarda

altroconsumo.it/

ambiente

prezzi Le confezioni con-tengono da 2 a 8 pile. Per confrontare i prezzi, ve-rificate il costo indicato per singola pila.Ikea vende in un’unica confezione pile stilo e ministilo, obbligando i consumatori ad acqui-stare almeno in parte un prodotto che forse sarà inutilizzato.

capacità dopo autoscari-ca Una volta caricate, le batterie non utilizzate possono, a lungo andare, perdere parte della pro-pria carica. Una ministilo e una stilo ottengono un giudizio negativo perché dopo 60 giorni a riposo perdono il 60% della ca-rica. Voto buono per chi perde meno del 20%.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

OttimoBuonoAccettabileMediocrePessimo

Non comprare

Qualità buona

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altroconsumo.it Gennaio 2011 • 244 Altroconsumo 35

CARICABATTERIE PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

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DUrACell CEF 23 18,9 - 23,5 1 - 4 1 - 4 con indicatore di tensione A B A B A A 78

VArtA Digital USB Charger 41,29 1 - 4 1 - 4 con indicatore di tensione A A A C C A 76

DUrACell CEF 24 12,9 - 14,9 2 - 2 2 - 2 con indicatore di tensione A B B B B A 72

IKeA Ladda 11,99 1 - 2 1 - 4 con indicatore di tensione B A B C C A 67

enerGIZer Mini Charger 8,9 - 16,9 1 - 2 1 - 2 a tempo A D C C E C 40

UnIross Easy Charger UO148597 25 2 - 4 2 - 4 a tempo A C B B B B 40

VArtA Pocket Charger 10,7 - 20,5 2 - 4 2 - 4 nessuno A D C C D B 40

TABELLA COME LEGGERLA

caricabatterie Tutti i mo-delli del test possono ri-caricare sia le batterie stilo (AA) sia le ministilo (AAA). Alcuni consento-no di ricaricare fino a 4 batterie per volta.

arresto della carica L’ar-resto della carica avviene a tempo (dopo un certo numero di ore, la batteria si suppone carica e il ca-ricatore si ferma), oppu-re grazie a un indicatore della tensione interna alla batteria. Tre modelli ne sono sprovvisti e sono stati penalizzati.

effi cienza Abbiamo misu-rato quanta energia vie-ne assorbita dalle batte-rie per ricaricarsi rispetto a quella consumata dal caricatore.I modelli con giudizio ne-gativo hanno un’efficien-za inferiore al 30%.

facilità d’uso Tiene conto soprattutto della facilità di inserire ed estrarre le batterie, della chiarezza delle istruzioni e della presenza di spie lumino-se per indicare la carica.

versatilità Abbiamo veri-ficato se il caricatore può essere usato in automo-bile o se funziona a diver-se tensioni e quindi è possibile utilizzarlo anche all’estero.

La nostra scelta caricatori

78 72

67

DUrACell CeF 2318,9-23,5 euroÈ versatile e soprattutto di alta qualità. È il Migliore del Test.

DUrACell CeF 24 12,9-14,9 euroÈ il Miglior Acquisto grazie al prezzo più contenuto e prestazioni soddisfacenti.

IKeA ladda11,99 euroÈ meno versatile degli altri, ma con risultati buoni nel test. Miglior Acquisto per il prezzo conveniente.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

OttimoBuonoAccettabileMediocrePessimo

Non comprare

Qualità buona

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36 Altroconsumo 244 • Gennaio 2011 altroconsumo.it

risultato è che la maggior parte delle batterie va in pattumiera. La raccolta, invece, è indispensabile: al-cune pile contengono metalli pesanti molto inquinan-ti per l’ambiente che, se dispersi in natura, possono essere assimilati da animali e dall’uomo e si accumu-lano nell’organismo. Le pile sono rifiuti pericolosi e come tali devono essere raccolte separatamente.

Molte le sostanze a rischioIl problema degli inquinanti, come i metalli pesanti, non riguarda solo le pile per uso domestico, ma anche le batterie per automobili, barche, centrali elettriche e telefoniche, che contengono piombo. La sostanza più pericolosa utilizzata in alcuni tipi di pile (ma non nel-le ricaricabili del test) è il mercurio. Le quantità di mercurio contenute nelle pile sono minime, ma se fi-niscono in discarica, o peggio, se sono disperse nell’am-biente, il rischio di inquinamento è alto: un grammo di mercurio può inquinare 1.000 litri di acqua.Nel tempo, le pile usa e getta (a base di zinco e man-

1. seleZIone Le impurezze vengono eliminate manualmente e le pile vengono selezionate in base alle dimensioni e per tipologia (zinco carbone, alcaline, litio).

2. trItUrAZIone Le pile simili sono triturate in piccoli pezzi, in modo da separare i diversi materiali: pasta di pile, ma anche materiali ferrosi, carta, plastica.

3. trAttAMento CHIMICoLa pasta di pile viene lavata, poi grazie a un trattamento chimico, si separano i metalli e si recuperano manganese e zinco.

4. reCUPero DeI MAterIAlI La parte solida, che è avviata al recupero, è composta da carbonio e manganese.composta da carbonio

pocHi Fondi e rAccolTA scArsA: le nosTre pile Finiscono All’esTero

In Italia esiste solo impianto innovativo per il riciclo delle pile, a Colico, oggi in fase di sperimentazione, che opera su piccola scala (vedi schema sotto). la raccolta differenziata delle pile è ferma al 10%, a breve non verranno aperti nuovi impianti e le pile italiane continueranno a essere inviate per lo smaltimento in Francia e Germania. Almeno fino a quando lo smaltimento delle pile sarà considerato un processo poco remunerativo.

ganese) hanno migliorato la qualità e sono diventate meno nocive per l’ecosistema. Anche se sono meno costose delle ricaricabili, non convengono né a noi né all’ambiente, perché la loro vita è breve. Anche le bat-terie ricaricabili si sono evolute: il nichel-cadmio è stato sostituito con il nichel-metallo-idruro, sostanza meno tossica, che offre anche una capacità maggiore, come dimostra il test.

sceglile in base all’uso Benché abbiamo messo alla prova pile ricaricabili ad alta capacità, abbiamo trovato molti modelli poco te-naci. In generale le batterie con una capacità maggio-re, oltre i 2.500 mAh nel caso delle batterie stilo, e attorno ai 1.000 mAh nel caso delle ministilo, soppor-tano male la prova di durata. Acquistatele solo se dovete utilizzarle in un apparec-chio energivoro, come una fotocamera. Per un telecomando, invece, conviene scegliere pile con una capacità inferiore, ma più longeve. Da tenere

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altroconsumo.it Gennaio 2011 • 244 Altroconsumo 37

FAte CoMe noI Innanzitutto bisogna dare il buon esempio.

Altroconsumo ha stipulato un accordo con l’Amsa, la società che

gestisce la raccolta dei rifiuti a Milano, per recuperare le

batterie usate dai propri dipendenti.

ogni anno ne raccogliamo

circa 30 kg, che vengono smaltiti

in modo corretto.

presente che ci sono problemi se si lascia a lungo la pila inutilizzata. Nel test lo abbiamo verificato nella prova di autosca-rica: soprattutto tra le stilo si verifica una riduzione di capacità di accumulare nuova carica.

Caricatori di nuova generazionePer usare queste pile bisogna ricaricarle, quindi ab-biamo messo alla prova anche i caricabatterie. Le prestazioni sono mediamente buone. I nuovi caricabatterie devono poter ospitare i vari modelli di pile presenti sul mercato. I sistemi miglio-ri sono quelli che indicano la tensione della batteria, meglio ancora se con indicatore luminoso, cosa che permette di rigenerare le pile in modo corretto e ade-guato al modello, senza rischiare di sovraccaricarle.Sul mercato esistono anche caricatori rapidi, comodi in caso di urgenza, ma ve li sconsigliamo perché ri-schiano di portare in sovraccarico e di surriscaldare le pile, abbreviandone la durata di vita. ¬

“le nostre pile vanno all’estero”Massimiliano Serra lavora al Csr, il Centro servizi raee, che si occupa di rifiuti elettrici ed elettronici e di raccolta di pile.

la raccolta in Italia è limitata al 10%.Dove finiscono le nostre pile?Per lo più all’estero. In Italia non ci sono impianti, mancano i fondi per fare investimenti specifici. Altri paesi sono molto più all’avanguardia, pensiamo a Francia e Germania per esempio, che vantano impianti dove i metalli contenuti nelle pile vengono fusi e poi recuperati. Sono però realtà molto costose a livello di gestione, che richiedono anche investimenti iniziali notevoli. Da noi ci sono alcuni progetti, ma di concreto per ora c’è solo un impianto in fase sperimentale.

A Colico, un impianto all’avanguardia...Per ora lavora su scala ridotta, ma a breve si ingrandirà. Sono i pionieri di una nuova tecnica di recupero delle pile in Italia, oltre a essere i primi ad avere un impianto autorizzato.

Come funziona la raccolta delle pile?Prima tutto era affidato ai Comuni, oggi sono i produttori a doversi occupare della raccolta delle pile. Il D.Lgs. 188/2008 prevede che i produttori gestiscano, sostenendone i relativi costi in proporzione alle proprie quote di vendita, sistemi di raccolta separata di questi rifiuti, in modo da realizzare una gestione delle pile che riduca al minimo lo smaltimento insieme ai rifiuti indifferenziati. Molti produttori hanno aderito ai sistemi di raccolta e hanno attivato la raccolta gratuita presso i rivenditori o i centri di recupero urbani: per sapere come funziona provate ad andare su www.pileportatili.it. Questa fase volontaria cesserà quando sarà operativo un centro di coordinamento nazionale.

Intanto le nostre pile finiscono all’estero.Il decreto sulla gestione delle pile è stato emanato solo due anni fa e ci vuole del tempo perché entri in vigore. Nel frattempo i sistemi collettivi sono partiti ed è già un buon avvio.

inTerVisTA

il 90% delle pile finisce in discarica o in inceneritore

Massimiliano serra