articolo di nicola su altroconsumo

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LIBERALIZZAZIONI 16 test salute 98 Giugno 2012 La guerra dei farmaci La mancata liberalizzazione della fascia C con ricetta ci è costata 500 milioni di euro. Peccato: la loro vendita in parafarmacie e iper ci avrebbe fatto risparmiare. E ora? Comprate i generici e usate la nostra banca dati. La concorrenza - si sa - fa bene al mercato. Se si apre la porta a nuovi attori, i prezzi scendono. A vantaggio dei consumatori. Que- sta semplice logica, vale per tutti i settori. Compreso quello farma- ceutico, checchè se ne dica. E mai come oggi, con una spesa farma- ceutica in continua salita, si ren- de quanto mai necessaria. Lo ha capito il governo tecnico, che per dare un nuovo impulso al merca- to ha cercato di portare avanti la battaglia delle liberalizzazioni an- che in questo campo. Sei anni fa, questo passo era stato fatto con i Sop (farmaci senza obbligo di pre- scrizione) e gli Otc (medicinali da banco). La loro liberalizzazione portò evidenti vantaggi: prezzi in discesa e apertura di parafarmacie e corner salute negli ipermercati. Purtroppo questa spinta positiva si è andata piano piano esauren- do: nell’ultimo anno c’è stato un aumento generalizzato del 3,9%. Così oggi il governo Monti ha pro- vato a sbloccare di nuovo il settore. Ecco come. I cambiamenti in arrivo Il decreto “Salva Italia” e il decre- to “Cresci Italia” hanno stabilito che le farmacie aumenteranno di numero: non più una ogni 4.000 abitanti, ma una ogni 3.300. In po- che parole, sulla carta si potranno aprire circa 5.000 nuove farmacie, anche se non aumenteranno in misura proporzionata ovunque. Una vera e propria boccata d’ossi- geno: no a oggi non era raro, in- fatti, sentire i farmacisti freschi di laurea scherzare dicendo che per aprire una farmacia la via più fa- cile è quella di sposare un collega titolare. E questo la dice lunga su come il settore in Italia sia ancora molto chiuso. Fascia C: via 230 farmaci La questione, dibattuta nei decreti, che più ha scosso il settore è stata l’ipotesi di far uscire dalle farma- Scegliendo il farmaco con ricetta meno caro si potrebbero risparmiare 250 milioni di euro ST098_016020_farmacii.indd 16 04/05/2012 11:42:18

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Intervista a Nicola C. SALERNO su ALTROCONSUMO

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La guerra dei farmaciLa mancata liberalizzazione della fascia C con ricetta ci è costata 500 milioni di euro. Peccato: la loro vendita in parafarmacie e iper ci avrebbe fatto risparmiare. E ora? Comprate i generici e usate la nostra banca dati.

La concorrenza - si sa - fa bene al mercato. Se si apre la porta a nuovi attori, i prezzi scendono. A vantaggio dei consumatori. Que-sta semplice logica, vale per tutti i settori. Compreso quello farma-ceutico, checchè se ne dica. E mai come oggi, con una spesa farma-ceutica in continua salita, si ren-de quanto mai necessaria. Lo ha capito il governo tecnico, che per dare un nuovo impulso al merca-to ha cercato di portare avanti la battaglia delle liberalizzazioni an-che in questo campo. Sei anni fa, questo passo era stato fatto con i Sop (farmaci senza obbligo di pre-scrizione) e gli Otc (medicinali da

banco). La loro liberalizzazione portò evidenti vantaggi: prezzi in discesa e apertura di parafarmacie e corner salute negli ipermercati. Purtroppo questa spinta positiva si è andata piano piano esauren-do: nell’ultimo anno c’è stato un aumento generalizzato del 3,9%. Così oggi il governo Monti ha pro-vato a sbloccare di nuovo il settore. Ecco come.

I cambiamenti in arrivoIl decreto “Salva Italia” e il decre-to “Cresci Italia” hanno stabilito che le farmacie aumenteranno di numero: non più una ogni 4.000 abitanti, ma una ogni 3.300. In po-

che parole, sulla carta si potranno aprire circa 5.000 nuove farmacie, anche se non aumenteranno in misura proporzionata ovunque. Una vera e propria boccata d’ossi-geno: !no a oggi non era raro, in-fatti, sentire i farmacisti freschi di laurea scherzare dicendo che per aprire una farmacia la via più fa-cile è quella di sposare un collega titolare. E questo la dice lunga su come il settore in Italia sia ancora molto chiuso.

Fascia C: via 230 farmaciLa questione, dibattuta nei decreti, che più ha scosso il settore è stata l’ipotesi di far uscire dalle farma-

Scegliendo il farmaco

con ricetta meno caro si

potrebbero risparmiare 250 milioni

di euro

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cie i farmaci di fascia C con ricetta. Il motivo è chiaro. Questi farmaci sono a completo carico del citta-dino: il prezzo è !sso e possono essere venduti solo in farmacia. Si tratta di un mercato molto impor-tante (vale oltre 3 miliardi di euro l’anno) la cui apertura permette-rebbe ai cittadini di risparmiare 500 milioni di euro. Ma gli inte-ressi in gioco sono tanti e le lobby, che si contendono il ricco mercato dei farmaci, su questo punto sono molto agguerrite. Risultato? Il governo è riuscito solo in parte a realizzare quanto si era pre!ssato: sono 230 i farmaci (su 5.000 presenti in fascia C) che ha

tolto dalla fascia C con ricetta e che potranno essere venduti an-che nelle parafarmacie e nei cor-ner salute degli iper (la lista com-pleta è sul nostro sito). In questa apertura, in realtà, non c’è alcuna novità sostanziale: i 230 farmaci “liberalizzati” compren-dono solo medicinali simili ad al-tri già senza ricetta (per esempio, l’Ibuprofene per bambini, venduto con ricetta in alcuni casi e senza in altri) o farmaci già in libera vendi-ta in altri Paesi (per esempio, il Da-"on, che in Belgio è venduto senza ricetta). Una decisione, dunque, che sa tanto di compromesso. Un altro punto presente nei decre-

TUTTO SUL GENERICO PER SAPERNE DI PIÙ

´ I generici sono identici ai corrispettivi originali? Sì, sono identici. Perché possano avere l’autoriz-zazione all’immissione in commercio, i generici devono essere bioequivalenti alla corrispettiva specialità medicinale da cui deriva e quindi inter-scambiabili. Per legge devono contenere lo stesso principio attivo in uguale quantità (sono ammes-se solo piccole variazioni negli eccipienti). Devono essere tra loro bioequivalenti, cioè avere lo stesso comportamento nell’organismo (per esempio l’en-tità e la velocità di assorbimento devono essere le stesse e così via).

´ Perché si chiamano in modo diverso? I generici sono venduti direttamente con il nome del principio attivo, seguito dall’indicazione dell’a-zienda produttrice. Insomma, invece di Tachipirina leggeremo sulla confezione paracetamolo. Per il resto sono uguali in tutto e per tutto ai loro cor-rispondenti di marca. Stessa e!cacia e qualità.

´ Perché costano meno? Alla scadenza del brevetto industriale (di durata ventennale) di una specialità medicinale, altre aziende possono commercializzare i principi attivi di questi medicinali, già ampiamente sperimenta-ti, a prezzi più bassi, perché alleggeriti delle spese per la ricerca già sostenute dalla casa madre.

´ Sono ugualmente sicuri?I generici sono sicuri tanto quanto i corrispondenti di marca. Nessun medicinale può essere commer-cializzato nell’Unione europea senza aver ottenuto un’autorizzazione all’immissione in commercio e le autorità che autorizzano i generici sono le stes-se che autorizzano la vendita di nuovi farmaci di marca. Ma c’è di più: in realtà i generici possono essere considerati più a!dabili, proprio perché sono venduti solo dopo decine di anni di uso, quan-do sono già stati ampiamente sperimentati.

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Oltre ai farmaci di fascia A (quelli a carico del Sistema sanitario nazionale, con obbligo di ricetta) in farmacia vengono venduti quelli di fascia C con obbligo di ricetta e quelli non soggetti a prescizione. Questi ultimi possono essere Sop (senza obbligo di ricetta) e Otc (farmaci da banco): entrambi possono essere venduti anche nelle parafarmacia e nei corner salute degli ipermercati.

Cosa troviamo in farmacia

ti riguarda gli sconti che potranno essere praticati dalle farmacie su tutti i tipi di farmaci e prodotti. Fatta la legge, ora bisognerà vede-re se i farmacisti raccoglieranno concretamente la possibilità di fare sconti sui farmaci. Staremo a vedere.

Specialità medicinaliLa composizione delle specialità medicinali (per esempio il Gentalyn Beta, il primo nella foto) è stata ideata e scoperta dalla casa farmaceutica, che quindi può ottenere un brevetto per 20 anni. In questo periodo il farmaco potrà essere commercializzato solo dalla casa produttrice. Che imporrà il prezzo che vuole, perché senza concorrenza.

Farmaco equivalenteQuando il brevetto di un farmaco decade, il medicinale può essere preparato e venduto anche da altre case farmaceutiche. Questi farmaci si chiamano generici e - per legge - devono costare almeno il 20% in meno rispetto all’originale. Il generico può essere puro (un esempio nella foto in mezzo) e chiamarsi semplicemente con il nome del principio attivo o chiamarsi con un nome di fantasia deciso dal produttore.

Farmaco importatoI farmaci di importazione parallela possono avere confezioni un po’ diverse rispetto a quelli provenienti dal canale tradizionale, ma sono legali. Hanno nome, formula ed e"etti terapeutici uguali al gemello italiano. Arrivano solo da un altro Paese dell’Unione europea. Il loro prezzo è in media più basso del 3,6% rispetto al farmaco italiano.

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CHIEDETE IL FARMACO PIÙ ECONOMICOLA NOSTRA INCHIESTA

Scegliendo un farmaco equivalente si può risparmiare, anche molto. In alcuni casi (per esempio gli ansiolitici come Tavor e Valium) il prezzo è più basso anche del 40%.

Tavor 20 compr. 1 mg # 6,95Lorazepam 20 compr. 1 mg # 3,85Risparmio (45%) ! 3,10

Gentalyn Beta crema 30 g # 14,50Gentam/Beta crema 1% 30 g # 9Risparmio (38%) ! 5,50

Valium gocce 5 mg/1ml 20 ml # 8Diazepam gocce 5mg/1ml 20ml # 4,50Risparmio (44%) ! 3,50

Voltaren 10 supp. 100 mg # 9,40Diclofenac Hexal 10 supp. 100 mg # 4,49Risparmio (52%) ! 4,91

Xanax 20 compr. 5 mg # 4,45Alprazolam 20 compr. 5 mg # 3,70Risparmio (17%) ! 0,75

Fluimicil 30 compr.e". 600 mg # 12,40Acetilcisteina 30 compr.e". 600 mg # 10Risparmio (19%) ! 2,40

Artrosilene gel 50 g # 8,40Ketoprofene gel 5% 50 g # 6Risparmio (29%) ! 2,40

Novalgina Os Gtt 20 ml 500 mg/ml# 5,90Metamizolo Ratio Os Gtt 20 ml # 4,87Risparmio (17%) ! 1,03

E"eralgan 16 compr. e". 1000 # 8,39Acetamol 16 compr. e". 1000 # 5,50Risparmio (34%) ! 2,89

Harmonet 21 compr. riv. # 12,80Liuda 21 compr. riv. # 6,75Risparmio (47%) ! 6,05

Zovirax crema 5% 10 g # 18,50Aciclovir crema 5% 10 g # 7,90Risparmio (57%) ! 10,60

Stilnox 30 compr. riv. 10 mg # 16,80Zolpidem 30 compr.riv.10 mg # 13,44Risparmio (20%) ! 3,36

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“Il futuro è la rimozione dei vincoli corporativi ”Il problemi del settore sono noti. E anche le soluzioni e le riforme. Serve un cambiamento coraggioso.

Il mercato dei farmaci di fascia C vale molto. Ed è molto chiuso. È così anche in altri Paesi? Anche all’estero la distribuzione al det-taglio di farmaci so#re di vincoli corpo-rativi ereditati dal passato e di de!cit di concorrenza che fanno lievitare i costi/prezzi. In Italia si trovano riassunti e condensati tutti gli snodi problematici riscontrabili nelle varie realtà Paese. La distribuzione al dettaglio, quando chiu-sa e corporativa, funziona come “tappo”, che in"uenza negativamente anche le dinamiche concorrenziali a monte, tra produttori dei farmaci.

Con questo”tappo” potranno mai es-serci prezzi concorrenziali?Basta ricordare che cosa è successo nel 1995, quando i prezzi dei prodotti di fa-scia C sono stati liberalizzati (cioè de!ni-ti liberamente dal produttore n.d.r. ). Ci si aspettava che la liberalizzazione dei prezzi stimolasse concorrenza sui prezzi; così non avvenne. Non è su$ciente, in-fatti, la sola possibilità di variare il prez-zo, se poi mancano quelle condizioni di struttura del mercato che devono spinge-re gli attori (i produttori e i distributori) a competere positivamente tra di loro per fare emergere l’o#erta più e$ciente.

Perché i generici non decollano?Le farmacie, forti del loro potere di mer-cato, hanno convenienza a canalizzare al consumo i prodotti più costosi in termini sia di prezzo per unità posologica sia di dimensioni della confezione.

Su questi prodotti le farmacie riescono a ottenere i margini di ricavo più elevati, ma così facendo ostacolano la di#usio-ne delle copie economiche dei farmaci a brevetto scaduto e la diversi!cazione dei confezionamenti.

Quale ricetta per muovere il mercato?Solo l’allargamento dei canali distributi-vi, con la possibilità di praticare libera-mente sconti sul prezzo al consumo, può creare le giuste premesse per eliminare ine$cienze e sovrapro!tti e per ridurre stabilmente i prezzi. Quando, come in Italia, c’è il giusto obbligo di presenza del farmacista abilitato in loco per la com-mercializzazione di qualunque farmaco, allora sono privi di motivazione i vincoli oggi esistenti sull’apertura delle farma-cie. Ogni farmacista abilitato dovrebbe poter aprire un suo esercizio. L’o#erta va liberata di “lacci e lacciuoli” che han-no il solo scopo di difendere interessi di corporazione e di mantenere i redditi dei professionisti esistenti. I farmacisti dovranno dedicarsi alla generazione di valore aggiunto, cercando di trasformare le farmacie in “luoghi di servizi”: questo è quello che serve ai cittadini.

Nicola Carmine Salerno, Direttore area finanza pubblica e regolazione dei mercati Cerm

Chi si divide la pillolaIl prezzo dei farmaci di fascia A è fis-sato per legge. Ecco i margini di gua-dagno di tutti gli attori della filiera.

Casa farmaceutica

Grossista

Farmacia

66.65%

3%

30.35%

Farmaci fascia A. Sono quelli a carico del Ssn, con obbligo di ricetta. Se vengono prescritti su ricetta del Ssn sono gratuiti (eventualmente il cittadino paga il ticket); se prescritti su ricetta bianca sono totalmente a carico del cittadino. Sui margini di ricavo in fascia A le farmacie devono garantire lo sconto obbligatorio al Ssn (e ciò riduce la percentuale di ricavo).

Farmaci fascia C con ricetta. Sono a completo carico del cittadino. Il prezzo è libero e fissato dalla casa farmaceutica e dalla filiera produttiva. In realtà, come riportato anche da alcuni studi, i margini di ricavo della filiera adottano le stesse regole previste per i farmaci di fascia A. Il prezzo può cambiare solo negli anni dispari.

Farmaci di fascia C senza ricetta. Si dividono in Sop (senza obbligo di prescrizione) e in Otc (da banco). Il prezzo è deciso dal farmacista. Sono venduti anche in parafarmacie e iper.

GLOSSARIO

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DALLA TUA PARTE

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www.altroconsumo.it/salute/farmaci

Perché pagare un farmaco più del necessario? Ciò che conta è il principio attivo, non il nome commerciale: con i generici risparmi almeno il 20%

Farti conoscere i farmaci per permetterti di usarli in maniera appropriata è il nostro primo obiettivo. Su Test Salute trovi tutte le informazioni sui farmaci, su come vanno usati e conservati, sulle avvertenze, su come e a chi segnalare effetti indesiderati.

Lo stesso principio attivo può essere venduto con prezzi diversi: scegli il

generico, se disponibile, o il più economico.

La nostra banca dati online contiene più di 16 mila farmaci, sia a carico del Servizio sanitario, sia pagati da noi.Per confrontarne caratteristiche e costi, puoi inserire il nome del principio attivo o quello del farmaco: troverai il più economico, a parità di efficacia.Se non usi internet, puoi telefonare allo. 02 69 61 555 dal lunedì al venerdì h.9/13-14/18. Un nostro esperto consulterà la banca dati per te.

La salute ha un prezzo. Fa’ che sia più basso

Risparmiare? Pensaci tuIn attesa, dunque, che aprano nuo-ve farmacie e, insieme a quelle già esistenti, comincino a praticare sconti su tutti i farmaci, è possibi-le risparmiare? Sì. Per farlo è ne-cessario che i cittadini siano più consapenvoli di quali sono i loro diritti.Ogni volta che acquistate un me-dicinale con ricetta il farmacista ha l’obbligo - per legge - di informarvi dell’esistenza di un farmaco equi-valente meno caro. Se non lo fa, chiedetelo voi: è un vostro diritto domandare, è un dovere del farmacista venderlo. Pensate, in commercio ci sono 80 principi attivi con un generico corrispondente: le possibilità di ri-sparmio sono, dunque, consistenti e concrete. A chi ha ancora dubbi sulla qualità dei farmaci equivalenti, rispondete che questi medicinali sono sicuri quanto i loro corrispettivi di marca e soprattutto mantengono la stessa e$cacia e qualità. Leggete l’approfondimento (nel ri-quadro “Tutto sul generico” a pag. 17), avrete le informazioni neces-sarie per sciogliere eventuali dubbi e zittire gli scettici.

Facciamo due conti È un dato di fatto: in Italia i farma-ci di fascia C sono cari. E in con-tinuo aumento: quelli più venduti senza generico corrispettivo, negli ultimi 5 anni, sono aumentati del 12,3%. Quanto si potrebbe rispar-miare comprando un generico? Mediamente i farmaci equivalenti costano il 30% in meno (prenden-do in considerazione i farmaci più venduti). Date un’occhiata alla nostra tabella e troverete qualche esempio (vedi a pag. 18). Se si sce-gliesse sempre il farmaco meno caro, si potrebbero risparmiare complessivamente 250 milioni di euro: se a questa cifra aggiunges-simo i bene!ci della liberalizzazio-ne, il risparmio aumenterebbe in modo esponenziale.

Muoviamo il mercato Abbattere le reticenze sulla libe-ralizzazione dei farmaci non è fa-cile. Anzitutto le autorità non de-vono cedere alle lobby. I medici, a loro volta, devono di#ondere tra i pazienti la cultura dei “farmaci meno cari”. I farmacisti poi devo-no proporli. E i cittadini comprar-li. Solo così il mercato potrà parti-re. A bene!cio di tutti.

>LIBERALIZZAZIONI

Un’occasione sprecata

´ Per dare nuova linfa al settore, il governo Monti ha tentato la via della liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta. Con scarsi risul-tati: sono solo 230 i farmaci che d’ora in poi po-tranno essere venduti senza ricetta anche nelle parafarmacie e nei corner salute. La liberalizza-zione di questi farmaci non smuoverà il mercato. Se tutti i farmaci di fascia C fossero liberalizzati, mantenendo l’obbligo di ricetta, la concorrenza stimolerebbe le farmacie ad applicare più sconti.

´ Chi si oppone alla liberalizzazione sostiene che “far uscire i farmaci dalle farmacie” portereb-be ad abusi e a una perdita di controllo. Un falso problema: la presenza di un farmacista garanti-sce ovunque un uso corretto e appropriato del farmaco. Dietro queste ragioni è più verosimile che ci siano enormi interessi economici.

´ Anche il medico deve fare la sua parte. A lui è a!dato - per legge - il compito di informare i pa-zienti sulla presenza in commercio di medicinali equivalenti meno cari. Se ci fosse una maggiore educazione all’uso del generico, questi farmaci sarebbero meglio visti agli occhi dei consumatori e più facimente reperibili nelle farmacie.

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